ANNO XXII. Capodistria, 16 Febbrajo 1888. N. 4. LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1" ed il 16 d'ogni meie. ASSOOIAZIONE per un anno fior. 3; semestre • quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti li ricevono presso la Redazione. Dal Protocollo lei Governo provvisorio dell' Istria dell'anno 1799. SPOGLI DI G. V. Portole, gennaio 1888 Ora sono due mesi, trovatomi a Trieste per faccende domestiche, entrai nella bottega di un droghiere. Chiesto della buona galla, vidi che il garzone della bottega me ne involgeva alquanti grammi in certa carta giallastra, grossa e ruvida. Ira carta scritta. Mi chinai un istante per vedere che dicesse, e lessi quanto segue : "Il tribunale di Pingnente accompagna n. 613 copie d'Investiture de' Beni Comunali de' diversi Dipartimenti della Provincia, tra le quali quelle tutte di Parenzo e Dignano, estratte da cod.o Archivista Andrea Co. Agapito in dipendenza agli i ordini derivatigli col Decreto 29 Maggio prossimo decorso, quale dipenderà poi dalle ulteriori commissioni per continuare in questa estrazione ; ed [ opina esso Tribunale che meriterebbe 1' Archivista la rimunerazione di 1. 1:4 per copia, come anteriormente gli fu assegnato. „ Il tribunale di Pingnente ! Esaminai se la notizia recasse alcuna indicazione circa il tempo a cui si riferiva, e trovai segnato soltanto il giorno 6 di luglio. Domandai allora al droghiere se di tali fogli ne avesse ancora ed egli me ne indicò un grosso fascio che stava appeso in un angolo. Esaminai anche quelli, e uno fra tanti portava scritto : Protocollo del Governo provvisorio detf Istria dell'anno 1799. Al vedere come erano andate a finire carte tanto importanti, non posso tacervi che provai un Articoli comunicati d'interesse geaerale ai stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Ql numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. I senso di vivo dispiacere; mentre il droghiere rao^ | Gontavamì che uno a lui sconosciuto venne un giorno nella sua bottega a offerirgli quelle carte eh' egli acquistò per pochi soldi. Io allora lo pregai volesse venderle a me, ed egli cortese tosto acconsentì. Gli è così che potei salvare il protocollo del Governo provvisorio dell'Istria dell'anno 1799. Formava un volume — e forse piti — in foglio. Comincia dal 3 di marzo e va sino al 15 dicembre ; ma disgraziatamente mancano qua e là parecchi fogli. Vi dirò come si presentano codesti fogli. Ogni faccia del foglio è divisa in due colonne. La prima colonna, a sinistra di chi legge, reca l'atto pervenuto al Governo, ed in poche parole è riassunto il contenuto. Nell'altra, a destra, subito a riscontro, sta la risposta o la disposizione presa dal Governo. L' ultima pagina ha il numero progressivo 2627 e la prima il numero 1056; mancano quindi 1055 pagine e chi sa dove ora sono. Prima che io vi faccia uno spoglio de' più importanti fra questi atti che riguardano un periodo di storia, se non lontano, certo assai interessante e finora poco conosciuto, rivolgo una preghiera alla benemerita nostra Società storica. Ed è che Essa voglia indagare dove si trovi il protocollo dell'anno antecedente 1798, degli ultimi mesi del 97 e quindi degli anni che vanno sino alla costituzione del regno italico. Poiché, io domando, dove stava depositato codesto protocollo? E senza ripetervi ciò che ormai tutti sanno, e cioè il congegno semplicissimo della prima amministrazione austriaca, vi dirò cho sfogliando queste carte appare subito una mano ferma e una mente circospetta nei preparare il paese alle condizioni mutate. È certo che l'impresa doveva riuscire difficile, quando si pensi a quelli anni agitatissimi, ne' quali il Govomo della provincia si concentrava in una persona sola. Il Dr, Kandler nella sua «Istria," deplora che nè il Governo d'allora nè quello dopo il 1813 sia curato di raccogliere e di publicare gli atti tutti di quel periodo, i quali alla fin fine appartengono alla storia. Ma io penso che a riempire codesta lacuna non debba essere difficile, perchè intanto so che 1' archivio comunale di Pirano, a merito di quel chiaro gentiluomo eh' è il Conte Stefano Rota, conserva moltissime carte del Governo provvisorio. E così ritengo ne avranno anche altri Comuni, almeno i più cospicui. E tornando ai Dr. Kandler, la memoria del quale è a noi sacra come quella di uno tra i più grandi benefattori che abbia avuto il paese, debbo qui accennare che nella detta sua «Istria" egli pu-blica parecchi atti di quel tempo. E cioè il proclama del 10 di giugno 1797 del Commissario regio Raimondo conte di Thurn, la legge 12 febbraio 1799 fondata sulle provvide disposizioni della republica circa la conservazione dei boschi, sui danni dati, circa il rispetto dovuto alle milizie, sui pascoli vaghi, sulla decima ecclesiastica. Quindi la legge che istituiva un tribunale criminale in Parenzo e quella concernente la procedura civile. A7ide egli anche un elenco di ordinanze rilasciate nel periodo di cui ci occupiamo; ma, lo dichiara egli stesso, la serie nuda è poca cosa e insufficiente. Questo elenco dovrebbe essere quello stesso che vedesi registrato nella «Bibliografia istriana" a pag. 291, di cui era possessore il Dott. Fr. de Combi; ma non credo che sia stato publicato. Ritengo pertanto che le notizie e i decreti che qui vi riferirò sieno nuovi del tutto. Premetto qualche osservazione generale desunta dal Protocollo che ho sotto agli occhi, e mi dispenso dal trascrivere gli atti relativi, perchè mi condurrebbe troppo in lungo. Trovo qui intanto menzionato varie volte un «editto di provvisoria organizzazione" emanato il 24 di giugno 1797 al quale spesso si richiama il Governo nelle sue disposizioni. Non so se questo editto sia stato publicato, nè di esso saprei dirvi il vero tenore. Sta il fatto però che, cessati i podestà veneti, furono sostituiti de' «tribunali provisionali" e delle «direzioni politiche" affidate a cittadini. Noto qui per incidenza che qualche podestà veneto venne impiegato anche nella nuova amministrazione. Fu mantenuto soltanto il podestà di Due Castelli (Canfanaro), il quale, come sapete, era eletto dal Maggior Consiglio della vostra città ! Amnistia per tutti i militi disertori avanti il 10 giugno 1797. I feudi di giurisdizione privata lasciati come erano a' tempi di San Marco. Gli stipendi percepiti in addietro da' podestà veneti, entravano nelle casse dello stato. Mantenute le decime, le fraternite laiche e i fondachi ; conservate parimenti le cernide. In fine serie disposizioni per la sicurezza publica, da che il Governo s'era proposto di «purgare la Provincia dai scioperati malviventi e viziosi, e possibilmente estirpare gli assassini che per la poca energia del Governo passato solevano trovare in questa Provincia il loro asilo." ') Volete ora sapere che cosa pensasse il uuovo Governo degli Istriani ì Leggete qui ciò che vi trascrivo. "N.o 2968. — D.a 19, pr.o 20 Luglio. Il Comando di questo Corpo Militare in Trieste comunica di aver relativamente agi' ordini pervenutigli dal G.le di Cavalleria S. B.ue de Melas in data d'Alessandria 10 corr.e di dover prontamente spedire un sufficiente numero di truppa per li Presidi delle due Città Fauo e Sinigaglia testé conquistate dalla flotta Russo-Ottomana, destinato queste Battaglione dei Licani per tal spedizione ; a-vanza conteiuporaueam.te il Piano di dislocazione dietro il quale li Presidi di questa Provincia verranno rimpiazzati da 5 Compagnie del Reggimento di Ottoschaz; e ricerca, che nel caso questo Governo riconoscesse opportuna qualche modificazione, onde meglio garantire la pub.a interna sicurezza, voglia da parte sua disporre a suo miglior credere.,, Risposta. "Si risponderà al Comando che il Governo non può fare a meno di non richiamare alli di lui rielessi le rimostranze altre volte fattesi tanto ad esso Comando, quanto ancora a quello dell'Armata e similmente pure dal Sp.mo Aulico Dipartimento Politico, prodotte al Sp.mo Aulico Consiglio di Guerra, in simili occasioni, quando si volevauo ritirare le R.e Truppe Presidiane da questa Provincia. Gli si dirà inoltre, che quantunque non si possa sostenere che la pluralità della Popolazione della Provincia sia contraria alle massime di questo Governo, ne quindi vi sia un sufficiente fondamento di aver da temere la possibilità di un' esplosione popolare universale, non pertanto vi sia ragion di credere che diminuindosi di troppo li Presidi di q.ta Provincia, 11011 verrebbero allora eseguiti gl' ordini con quella prontezza che nelle urgenze del Sovrano servigio spesse volte si rende pur troppo ') Come ognuno vede, qui il Governo allude alle importazioni slave. necessaria, e difficilmente si potrebbe garantire a sufficienza la sicurezza pub.a nelle popolate città marittime, e molto meno poi in un'occorrenza presidiare li gelosi riguardi di salute public», o ristabilire finalmente al caso di un tumulto la quiete e pub.a sicurezza in una Provincia abitata da un popolo pur troppo suscettibile di ogni momentaneo riscaldo, cui, facilmente può essere trascinato anche dal più frivolo motivo ; Che il Governo in forza alle premesse esposizioni cr«da tanto più rifiessibile la partenza di tutto il Battaglione, ed anzi indispensabile la sospensione della marcia totale fino all' arrivo delle Truppe destinate in una sostituzione, quanto che per l'armamento contemplato delle Truppe provinciali, al Governo tuttora mancano e le necessarie istruzioni Supreme, e li fondi per poter supplire alle non indifferenti spese, che vi potrebbero occorrere. Gli si aggiungerà ancora che il Governo non ha mancato di rassegnare il tutto contemporaneamente all'Autorità Sp.nià, e se lo ricercherà di voler pure da parte sua appoggiare le stul.e rimostranze, delle quali esso Comando, mercè la piena cognizione che durante il suo soggiorno in questa Provincia ha benissimo sapute procacciarsi circa la località ed il carattere nazionale di questi abitanti, ne riconoscerà da se stesso l'importanza e la salutare intenzione. „ Tre mesi dopo, e cioè il 14 di ottobre, lo stesso Comando partecipa al Governo che sarà ritirato dalla Provincia il primo battaglione dei Li-cani accennati ; e di avere disposto che del presidio ili Parenzo sieno tolti 80 uomini e un ufficiale per coprire il presidio di Cittanova. La risposta che vi trascrivo per intero è notevole e dice cosi : "Gli si risponderà, che questo Governo mai si avrebbe potuto immaginare che esso Comando a fronte delle Supreme risoluzioni della Corte, e dei relativi ordini rilasciatigli dal Comando Generale dell' Armata e specialmente poi dopo le istruzioni ed assicurazioni corrispondenti del Generale feldmaresciallo di Campo de Zoph a voce fatte a questa Autorità Provinciale nell' ultimo decorso Marzo, in virtù delle quali venne affatto sospesa ultimamente la marchia da questa Provincia del Battaglione de Licani da esso Comando ordinata ; fosse ora per devenire ad una nuova minorazione dei pur troppo deboli Presidi di questa Provincia, senza nemeno consultarvi questo Governo, il quale doveva anzi sempre credere, che dalla penetrazione di esso Comando, e dalla sua esperienza, prima di devenire ad una tale disposizione, si sarebbe riflettuto alla necessità innegabile, e da esso medesimo Comando tante volte riconosciuta, e riconfermata tanto a voce che in iscritto, che non possano assolutamente essere di troppo minorati li Presidi di questa Provincia. Che però il Governo nel riscontrare la Nota di esso Comando, dalla quale non senza rincrescimento ebbe a rilevare l'innaspettata risoluzione antidetta, di ritirare cioè da questa Provincia una delle 4 sole Compagnie de Licani ancora esistenti, si crede in dovere, per cautelarsi contro qualunque inconveniente che derivar potesse, di rassegnare le presenti sue fondate rimostranze all'Autorità Suprema sull'istante che avesse il suo effetto il ritiro della mentovata Compagnia, onde sia fissato una volta un congruo ninnerò di Truppa per questa Provincia di stabile Presidio, nè resti più compromessa 1' Autorità costituite alla dispiacenza di non veder eseguite le Leggi e le Risoluzioni Supreme, e forse a degl'inconvenienti della maggior importanza. Gli si aggiungerà poi che seguindo sempre il Governo gì' impulsi di quella sincerità, mediante la quale si lusinga di essersi meritato in ogni circostanza di Sovrano servigio la pub.a confidenza di esso Comando del Corpo, non manca di esporgli anco in presente li riflessibili motivi, per i quali si crede in dovere di protestare solennemente contro il ritiro della Compagnia predetta, e sono Pano Che per tenere in freno la Popolazione di questa Provincia di 100 M. Individui, per la maggior parte rozzi e scostumati, refrattari al nuovo Sistema ed alla presente rigorosa amministrazione di Giustizia, ne mai accostumati ad una buona Disciplina, e per conseguenza domabili soltanto mercè l' imponente forza militare, non sono già sufficienti otto Compagnie di Truppa confiniaria. senza cavalleria, senza artiglieria, poiché non possono che a stento supplire ai Presidi delle più popolate città di Pola, Rovigno, Parenzo, Cittanova. Pirano e Capo d'Istria, per difenderle in caso d'una aggressione ostile, e far rispettare gì' ennninenti riguardi di pub.a salute, e li diritti dei Porti, mai però a garantire la pub.a sicurezza e quiete interna della Provincia. Che volendo ritirare da Pirano una compagnia, si esporrebbe quella rimanenza di Presidio ad ogni tumulto prodotto da qualche testa riscaldata, al cimento di soffrir degl'insulti da quell'incolto Popolaccio ascendente al n.o di 6000 Anime. Che per Capo d'Istria come Luogo dell' attuale Residenza del Governo, in ogni tempo si destinava uu Presidio più forte del presente, e ciò sul riflesso di poter distaccare, sul momento, un imponente Corpo, per dove richiedesse il bisogno, per ristabilire il buon ordine e la tranquillità pub.a senza ritardi di corrispondenze. Che assolutamente esso Comando medesimo accorderà che il servizio militare in questa Città, è più importante die in tutte le altre Località della Provincia, attesa P affluenza de Forestieri, de condannati e dei contadini delle 41 Ville soggette a questo territorio ; potendosi appunto combinare di dover spedire una o più compagnie nei predetti Villaggi, perchè recredenti di addattarsi con le buone ad una equa ripartita contribuzione statagli imposta onde soccorrere questa esausta Cassa co-munitativa, per poter supplire alli dispendi incontrati nelle ristaurazioni delle Caserme, quartieri militari. Gli si dirà innoltre di aver questo Dirigente il Governo osservato nell' ultimo suo viaggio di pub.a Visita per la Provincia, che nella Terra di Umago, in vista del 1 i zelosi riguardi di salute, occorrerebbe in quel frequentato Porto un Presidio di otto, o Dieci Uomini, come non meno nella Terra di Buie, troppo discosta e da Pirano e da questa Città per poter esser sul momento soccorsa nel caso d' una esigenza pub.a Che in Trieste (ove nell' anno 94 e 95 ac-caddeva di spesso per varie combinazioni non esservi Militare, e che sempre si manteneva la miglior disciplina e buon ordine) si ritrovano presentemente oltre un' intiera Divisione di Licani (destinata veramente per questa Provincia), tutto il Corpo de Bersaglieri, ed alcuni centinaia di manuali d'Artiglieria, i quali tutti possono essere impiegati per le Guardie e che unitamente alle Milizie Urbane e Suburbane, che effettivamente sono già impiegate potrebbero sufficientemente supplire alle occorrenze della Guarnigione. Che questo Governo si lusinga che Esso Comando riflettendo alle rimostranze presenti vorrà confonnarvisi lasciando in questa Provincia le dette otto Compagnie, onde risparmiare al Governo il dispiacere di rassegnare 1' emergenza alla Slip.ma Autorità ; come non meno vorrà disporre, onde sieno presidiate le stazioni di Umago e Buie, e che in seguito non abbiano a seguire dislocazioni di queste Truppe confiniarie senza un real bisogno, essendo che le medesime in simili occasioni sogliono commettere quegli eccessi che danno motivo a delle lagnanze e dispiacenze, lo che non succede quando sono di stabile Presidio in un" istesso luogo.,, ( Continua) La sera del 6 febbraio segnava il termine della vita dell' abate Giovanni Moise; la dolorosa notizia ci giunse alcuni giorni dopo da Cherso sua patria, dove era stato trasportato da Volosca poche settimane prima, in seguito a una caduta per citi ebbe a fratturarsi una gamba. I/abate Moise era un ottimo uomo, distinto letterato profondo filologo, e la sua morte è una sventura per la nostra patria. Nello scrivere commossi della sua vita e delle sue opere, ci giunsero preziose notizie autobiografiche inedite, inviateci dall'egregio D.r Marco Tamaro redattore dell'Istria discepolo affezionatissimo dell'egregio estinto; e deposta la penna le pubblichiamo, non consentendoci lo spazio questa volta, di riportare in aggiunta le altre preziose notizie autobiografiche inserite nell' ultimo numero dell' Istria. NOTIZIE RIGUARDANTI LA VITA dell'abate GIOVANNI MOISE Egregio Sig. Direttore, L'Istria nostra perdette di questi giorni un bra-v'uomo, uno di quegli uomini che fanno veramente onore a sè stessi e sono di vanto tanto al luogo da cui trassero i natali, quanto a tutta la regione a cui appartengono. Ella sa eh' io voglio alludere all'Abate Giovanni Moise da Cherso deceduto improvvisamente, dopo una grave disgrazia che gli era toccata a Volosca, di fratturarsi, cioè una gamba, scivolando da un gradino e-sterno d'una casa, dove, col suo nipote, Sig. ì).r 5: — Dellavalle Antonio fu Giovanni d'anni 85: -— Kafférle Bernardo fu Santo, d'anni 55: — 18. Pecchiar Anna fu Almerigo, d'anni 75: — 21. Qasabos Giovanni fu Antonio, d'anni 58; — Pecchiar Antonia fu Giorgio, d'anni 70; — 27. D. S. (carcerato) da Cattalo, d'anni 27; — 28. Zucca Giovanni fu Antonio, d'anni 42; — 82. Steffè Giacomo fu Domenico, d'anni 74. Più fanciulli 2, fanciulle 4 al di sotto di sette anni, nonché un maschio nato morto. — Matrimoni: 1. Andrea Giurco di Domenico — Anna de Heuss fu Francesco : — 7. Oiovavni Battista ParoveI di Andrea — Giacinta Déponte di Pietro; — 14. Antonio Fontanot di Domeeico — Maria Krassovaz di Giovanni; — 14. Giuseppe Clon di Tomaso — Catterina Delconte di Pietro; — 28. Giacomo Zago di Rocco — Catterina Depangher di Francesco: — 28. Giacomo Rasman di Pietro — Margherita (ienzo di Giovanili. — Polizia, Denunzie in oggetto di polizia sanitaria 1; per furto 1; per contravvenzione all'ora di polizia 3: arresti por rapina 2 : per vagabondagio 1 ; por pericolose minacce 2; per eccessi notturni 2.— Sfrattati 8. Usciti dall'i, r. carcere 13, dei quali 7 dalmati, 2 triestini, 1 tirolese, 1 suddito italiano. 1 carniolo, 1 carintiano. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprio campagne 2, per Ettolitri 5. litri 13, prezzo al litro di soldi 28 a 32. — Certificati per spedizione di vino 5, per ettolitri 7. litri 4; di pomi 1 per Chil. 300; di maglioli di vite 2, per pezzi 050; di cera vergine 1, per chil. 800; certificati in oggetto edile 1. di possidenza 1, di morale condotta 1. di povertà 1; permessi di fabbrica 0 ; rilascio di nullaosta per 1' estradazions di permesso di viaggio marittimo 1 ; rilascio libretti di lavoro 4. — Animali macellati ; buoi 48, del peso di chil. 10851. con chil. C62 di sego; vacche 24, del peso di chil. 3881. con chil. 172 di sego, vitelli 42. — Licenze industriali 3, di cui per tappezziere 1, per vendita al minuto di commestibili 1. per conduttura d'albergo con trattoria 1. Bollettino mensile delle malattie zimotiche Capodistria — Angina difterica; rimasti dal mese precedente 1, colpiti in gennaio 2, assieme 3. dei quali guariti 2, morti0, rimasti in cura 1; —Oftalmia granulosa: rimasti dal mese precedente 51; nuovi colpiti guariti e mortt nessuno, restano tuttora ir cura 51. — Vàjuolo : rimasti dal mese precedente 5, colpiti in gennajo 5, assieme 10; dei quali guariti, 5, morti 2, rimasti in cura 3. — Lazzaretto — Yajuolo: rimasti dal mese precedente 4, colpiti in gennaio 2, assieme 6; dei quali guariti 3, morti 4, rimasto in cura 3. PUBBLICAZIONI La Colonna di Santa Giustina eretta dai Capodistriani ad onore del loro podestà Andrea Giustinian ed a ricordo della vittoria di Lepanto, con molte digressioni e vari documenti per G. Vat-ova (Capodistria, tipografia di Carlo Priora 1887). *) (•) Si trova in vendita presso la libreria di Benedetto Lonzar, e si spedisce franco verso vaglia postale di soldi 80. CAPODISTRIA, Tipografia di Cari» Priora. Se vi è un libro molto conosciuto fra le persone civili e letterate dell'Istria, non v'ha dubbio esso è questo del prof. Vatovn — avvegnaché il contenuto rispettivo sia comparso nella Provincia dell'Istria che esce a Capodistria, via via per lo spazio di quasi due anni (fu cominciato di stampare li 15 ottobre 1885, e finito li 23 novembre 1887) — ma, d'altra parte, non vi è libro più di questo — uscito da pezza in qua dai nostri torchi — che meriti i più sinceri encomi, tanto per la forma correttissima, quanto per la sostanza, e infine per la disposizione dolln materia, e per l'economia del dettato. Com' è noto dette ansa all' egregio prof. Vatova di scrivere questo volume, fitto di soda materia storica ed archeologica, 1' annunzio ricevuto dall' amico suo, il molto vantaggiosamente conosciuto nei campi delle lettere dett. Albino Zenatti, eh' egli stava attendendo a raccogliere i materiali per scrivere una memoria intorno a GV istriani alla battaglia di Lepanto. Ed ecco il prof. Vatova a rispondere, nel sullodato periodico, con lettera aperta all'amico allora di Roma, dandogli relazione della Colonna esistente a Capodistria. e ricordante appunto la famosa battaglia navale vinta dagli alleati cristiani contro il turco li 7 ottobre 1571. Da quella prima lettera scaturirono poi una serie lunga di Digressioni, cosi che il materiale venne talmente ad ingrossarsegli fra. mani, da mettere assieme un volume di ben 248 pagine. Il prof. Vatova chiama questo suo, con troppa modestia, fcun lavoruccio, scritto coli'intento "di recar pur egli la sua petruzza all'edifizio della patria storia, Francamente dichiariamo che esso è, invece, in relazione sempre all'argomenlo trattato, un poderoso lavoro, ordito con scrupolosa analisi storica, e con rara perizia scientifica, tanto più da ammirarsi in un primo conato di tal. genere, fatto da un filologo di professione e non già da uno storico, come di leggeri potrebbe supporsi. Sicché, tutto sommato, mentre ce ne compiacciamo di questo nuovo tributo recato alla storia patria, ci sia. concesso di congratularceue anche coli'Autore, siccome-quello che, rinfrancato dall'esperimento ben riuscito, vorrà continuare anche in questo campo, che veramente non è il suo, ma nel quale egli ha dato saggio palmare di sapersene molto bene destreggiare. Dall'Istria Pregati, pubblichiamo : L'Abate GIOVANNI M0ISE cessava di vivere improvvisamente iersera, nell'età d'anni 67, munito dei conforti religiosi. I fratelli Francesco, Benedetto e Nicolò, la sorella Antonia maritata Petris nobile de Plauno, le cognate Giovanna Colombis, Francesca Fillinich e Antonietta Petris, e il cognato Dr. Nicolò Petris nobile de Plauno, a nome anche dell'assente cognato Cav. Dr. Illuminato de Zadro, danno il tristissimo annunzio agli amici e conoscenti. Cherso, 7 febbraio 1888. Pietro Madonizza «dit. • r»d»t. responsabit»