T RI ESTE Stab Tip. L. Herrmanstorfer 1909 ANNO SCOLASTICO 1908-09 ANNUARlÖi' DELL* I. R . GINNASIO SUPERIORE CAPOD1STRIA Del sofista Ippia eleo del prof. G. Vfttovaz. Notizie Intorno al Glnnaslo ANNUARIO 'r>'W'uV'- DELLO R. GlHJSlflSIO SUPERIORE Dl CAPODISTRIA Anno scolastieo 1908-09 Del sofista Ippia eleo — del prof. O. Valovaz (Cont. e fine: v. Annuario 1907-08) Notizie Intorno al Ginnasio TRI ESTE, STAB. TIP. L. HERRMANSTORFER Edit. la Direzione deli’ i. r. Ginnaaio. Del sofista Ippia eleo (Cont. e fine : v. Annuario 1907-08) oitni Y A. 41 * .■T-..S III Carattere d’ Ippia secondo altre testimonianze, che non sieno i due dialoghi platonici omonimi Da altre fonti, che non sieno i due dialoglii platonici omonimi, ž dato non solo di attingere qualche notizia un po’ piü precisa in-torno al tempo, clie Ippia visse, e di meglio lumeggiare alcuni parti-colari della sua vita e alcuni tratti del suo carattere, ai quali e stato gižt accennato; ma di scovarue anche taluno di nuovo da ag-giungere a quelli. Dal Protagora di Platone tuttavia, dove, allo splendido e nu-meroso convegno di casa Calha, il nostro sofista non manca di tro-varsi, accanto a Protagora e a Prodico - y.al yh.Q ov fiovog JJpco-rayogccg uvto&l Iotlv, a/J.a xal 'Inxlag o II/.fing - oiucu dl xcu TIqoöi.-xov t'ov Kelov - xal a'AAot jro/Uol xcu öoqol [314 BC]1) - nulla di certo si puö ricavare quanto alla sua eta: che Platone, valendosi in questo filosofico drama di tutta la geniale liberta d'un artista, non si legö per modo veruno alla storica veritä2). E, perche la scena n' e finta ad Atene, nulla del pari si viene a sapere da questo dia-logo intorno alla dimora d' Ippia in altre citta e nella patria sua. *) Le citazioni dal Protagora sono dell’ ediz. Platonis Protagoras erkl. v. I. Deuschle, bearb. v. Cron, Leipzig 1877. — V. ancora del Fedro platonico il luogo 267 B, citato poi. *) V. Maehly pg. 519 sg. Rispetto alla cronologia di questo dialogo fu mosso a Platone rimprovero giä da Ateneo nei Deipno&u fisti V 218 C: '0 Sk IlXat-(i)v /.a! tov 'HXeTov *]jnt!av crj|Mcap5VT* noisi Iv zü lIpwTa-ppa ;aetx Ttvtov tSiwv xoXtxS>i ’ 0Ü5 oüx. d'/.zc Iv ’AOijva:? äoyaXw; äiatpiß^tv itpb toü tä; dvtauitaq iltl 'I^ap/iu (01. 89, 1, avanti l’era volgare 424) ’ Elxqrß'Aiü'izq XeaO'ijvxi aitOvSai. Elia steht auf Seite Lacedaemons; Thukyd. II 25 erwähnt einer Verheerung des Küstenlandes durch die Athener. Maehly nota 2 alla pg. 520. Suida nel suo Lessico3) dice asciutto: 'Innius, Jtonti^ovg, H Itlog, Goqiiör'^g4) xal (pdoöoqpog, fia&rjrrjs JIy>]Oi()c(uoi>, og rtAog upi-Jsro rij v avraQy.iriav. EygaipE jtožU«. Donde, se non altro, verremmo a sapere il nome almeno del padre e del maestro del sofista, dei quali non c’ e altrove notizia di sorta8), se anoor questa, di Suida, 11011 paresse poco meno ehe apocrifa6). Dali' indagarne la genealogia piü in la del nome del padre ci fa guardinghi Apuleio ne’ Floridi 7), quando serive : genus ignoratur. Mentre dal passo ne’ Deipnosofisti di Ateneo XI pg. 506 F, ehe suona : iv ds ta Msvtfciva o v iioi’ov Iimiag o Hltlog %Äevd£srat, a/J.a ■kul o Pawvovöiog ’Avntpööv xal o ium6iy.bg Aa[MQog, contrariamente ali' o-pinione del Geel 8), non e affatto permesso di conchiudere ehe Ippia sia stato ammaestrato da Lampro nella mušica, da Antifonte Rannusio nella retoriea 9). Stando a quanto d' Isoerate ci lascio seritto Plutarco nelle s) Suidae Lexicon Graee. et Lat. rec. G. Bernhardy, Halis et Bruns-vigae 1853. 4) Eudocia — libBoxi'«? xf,c Maxps[jißoXlTi'a:jY]C, BaatX(8oc Ko>vaxa‘mv;uitö-Xsioc, ’luvia - Violarium - negli Anecdota Graeca ed. Villoison, Venetiis 1781, Tom. I — invece di GOf tOTvjc — ccme poco appresso il Pseudoplutarco — u i q>iXc-'PijTopsc. fiep! 'Iicueiou toü p^tspec. *iA’.OTteiOsuQ ’HXsto? prjTop y.a^twp ezfee • [j.aÖ'^TV): 'HfrjaiSaiAOU • c<; xf/.cc wpt^stc ttjv a!napy.stav. Eypa^s woXXa.— Quanto all’ epiteto di fiXiaofcq ed all’ auidp'/.S’.a. accenneremo altrove. 6) Riguardo al maestro osserva lo Zeller Fil. pg. 956 nota 2 : Sein angeblicher Lehrer Hegesidemus ist ganz unbekannt, und vielleicht durch Versehen hereingekommen. Del pari il Geel St. er. pg. 181 aveva scritto : Suida teste, audivit Hegesidemum, de quo horum temporum philosopho vel sophista, nos ne fando quidem audivimus. Dove, ripetendo il Fabricio 111, annota il Mueller pg. 59, 2 : Hegesidemum quendam Cythnium laudat Plin. H. N. IX 8, de del-phinum erga homines amore. Eadem Solin. c. 18. Aggiungerö in fine del Maehly 1’ osservazione 2 alla pg. 519 : An Hegesias, den Cyniker, zu denken, dessen aStaipopa jener alrtap'/.Eta nahe kommen möge, verbietet das Alterverhältnis, wogegen eine Verschreibung des Namens für Antisthenes, der jene xutdf Y.Eia zum Grundsatz erhob, unerklärt bliebe. *) Cfr Maehly pg. 519. ’) L. Apulei Madaurensis Floridorum quae supersunt ed. G. Krüger, Berolini 1865. IX. II brano intero relativo ad Ippia citerö poi. 8) St. er. pg. 182. II Mueller pg. 59 gli da taeitamente ragione, pare. •) II Maehly pg. 535: Wenn Athenaeus Recht hat, so ist die Verspottung des Hipvias als Redner gleich zu Anjang des Dialogs, ganz unabhängig von der späteren Erwähnung des Antiphon und Lampros [236 A], zu suchen, da wo Sokrates von Rhetoren spricht, die als avSpei; occol bezeichnet werden, als ey. woXXcD /pivcu Xövouc TCap£0X£uaG[/iv0!, als toc rcpGTOvTa xa: ta y-ir, Ttspi ey.aoTsu XsyevTse [234 C], als Schönredner, welche ihrem Stil allerlei Schmuck und Zierlichkeit verleihen, und mit ihren Floskeln die Herzen aller Zuhörer bezaubern [235 A] — und was die sokratische Ironie sonst noch alles an ihnen hervorzuheben weiss; Vite di dieci oratori IV 1610): ’Eytvtro d’avrm xal Ttaig ’Aqiagivg TTfJiößvt)/ ovtl ix Jlkaftavijg rrjg 'lititiov rov (n’jrogog noDjrog, rav Ö£ rijg yvvaixbg rguov naibav 6 vecorarog, da una Platane ebbe Ippia tre figli, dei quali il minore chiamossi Afareo. Morto Ippia, la ve-dova si rlmaritö ad Isocrate, il celebre oratore, quand’ era gia vec-chio, e Afareo ne fu adottato. Cosi pure daSuida: ’Acpagtvg ’A&tjvai-og grjTag vibg rov öocpcorov Itctciov xal II/.a&av>]g, jtgoyovog ö’ ’Jöo-xgarovg rov grjrogog. Afareo, secondo un altro passo dello stesso Pseudoplutarco IV 41n), quando Isocrate venne a morire, gli eresse riconoscente una statua di bronzo presso FOlimpieo, apponendovi 1’ epitaffio : ’Enura Tlkcc&dvtjv, rrjv Itchlov rov grjrogog yvvalxa, tjyaytro, rgng jtalöug tyov6av, äv rov ’Acpagta, cog ngotigrjrcu, iTioirjöuro, dg xal slxova avrov ycd.xfjV ivkftijxt itgbg ra> ’OXv^nttia, tag Inl xlovog xrd tntygatytv' ’löoxgcirovg ’Acpagtvg nargbg tlxbvu rtjvd’ iveQ'rjxe Zrjvl, frsoug re ötßuv xal yovtav agtrtjV. Da questo secondo luogo del Pseudoplutarco emerge chiaro che nelF altro, dopo rov grjrogog, devesi intendere yvvaixbg e non, com’ e d’ uso comune, ftvyargog: che, trattandosi di una vedova, che riprende marito seco recando tre figli, dei quali il minore viene adottato, e piü verosimile si nomini il primo marito e rispettivo padre de' figli che non 1’ avo materno. Pure un altro autore — Zosimo di Asca-lona, o Gaza secondo il Westermann, nei Biografi pg. 253 — avea: yvvalxa 6’ rjydytro nXaftdvrjv nva 'lrniiov rov grjrogog unoytvvcontvrjv. Ma, oltre che costui appartiene a un secolo di molto posteriore a quello di Plutarco, poteva facilmente nascere ambiguitä appunto da quell' ommissione di yvvaixbg nel primo de’ due passi del Pseudoplutarco. Per tutto ciö di quest’ altra notizia si deve assai diffidare. Stando, come dico, alle testimonianze di Plutarco, il retore Isocrate, gia vecchio, avrebbe sposato la vedova d’ Ippia. Ma, ne an che quest’ ultimo non deve essere morto giovane, se Filostrato 12) narra eoin’ egli abbia conservato la sua prodigiosa memoria anche nella denn die Ironie ist deutlich und entgeht auch dem Menexenus nicht, wenn er nach jener Schilderung zu Sokrates sagt: ’Aet ab icpsvIöav xal ’/lgytiov dg thjuoy.yaxUcv rtyov xr/v nohv, oi dt tis.qi Zxctkxav xb xal 'Inniccv xai Zxquxo/.kv blg ohyoLQiiav — non e, dico, affatto improbabile che questo sia 1’ Ippia jiostro 16) • Nessunissima fede merita invece Tertulliano, quando, nel suo Apologetico alle genti 46, facendo a modo suo un raffronto tra l’indole di molti filosofi antichi e quella de’cristiani, fra le altre, sciocche e poco cristiane, insolenze, che scaglia contro i primi, afferma pure che Ippia sia stato ucciso, mentre era in procinto di perpetrare un delitto d’ alto tradimento 17). La Vita, che d’ Ippia ci lasciö Filostrato 18), accennata poco 13) Cfr. Westermann, Geschichte der griechischen Beredsamkeit, Leipzig 1833, § 48, 8, citato dal Mueller pg. 59 nota 1. — Lo Zeller Fil., pg. 956 nota 2, mette in dubbio ehe nei due brani del Pseudoplutareo vada inteso il eofista d’ Elide e, se pur sia. cosi, che Ippia sia stato solo di poco piü vec-shio d’ Isocrate. 1J) I passi dei Mem. e dell’Apol. sono recati poi. — Quindi 1’ asser-zione del Weber, nelle Quaestiones Protagoreae pg. 15 : de Hippiae aetate aliquid certi statui non potest, dev’ essere un po’ modificata. 15) Xenophon’s Griechische Geschichte erkl. v. E. Kurz, München 1873.74. ls) Almeno egli non e sine dubio diversus a celeberrimo sophista, come a questo luogo, seguendo F. A. Wolf, afferma lo Schneider. 17) Q. Sept. Tertulliani Apologeticus adversus gentes ed. I. I. Ritter, Elberfeldae 1828. XLVI pg. 130 : Aristippus in purpura sub magna gra-vitatis superficie nepotatur, et Hippias, dum civitati insidias disponit, occi-ditur. Cfr. Zeller Fil. nota 1 alla pg1. 957. ,8) Filostrato, prima ad Atene, visse poi a Roma sotto Settimio Se-vero fino alla meta del III see. deli’ era volg. piü su, altro non e, per la maggior parte, che un ristretto com-pendio delle notizie sparse nei due dialoghi platonici omonimi19), e, fosse anche andata perduta, non varrebbe proprio la pena di dolersene. Giova tuttavia, giä che c’ e, di qui trascriverla per intero. 'Iitniag Ö£ o öocpiöTrjg o ’ll/.uog xb uiv fivtjuovixbv ovxa rot xal yrj-gaöxav tonam:), ag xal ntvTrjy.ovTU ovoumav axovöag axa.% änouvtjuo-vsvsiv avTK xaif ’ t]v Ijxovöi-1a^w, lörjytto Öi tg tag öiakt^tig yscafiSTQLav, aötQovofiiav, uovöLxrjV, nvftuovg, dotkiytto 8t xal tisqI tay(jacf)!ag xal jteql ayakaaxonodag. Tavxa eregafh. ’Ev Aay.tbaluovL öt ytvrj xt biyiL ndktuv20) xccl aitoixiag xal igya, tnuÖrj ol AuxtSaiyLovioi ölcc xb ßov-ktö&ai agytiv rjy iSia xavxy tyatgov. "Edxi Öi avxca xal Tgcolxog Stako-yog, ov koyog * o Ntöxk>q iv Tgoia akovöi/ vnoxlftExat. Nsomoktfiia xa ’A%ikktag, a ygr/ tmxr/dsvovxa avÖQa Kya&bv q>cdve6%ui. IlktlGxa dh Ekkrjvav nQtßßtvöag vt&q xrjg "HkiÖog ovöauov xaxckvöe xrjv iavxov öoi-av drj^tjyoQäv xt xal öiaktyofitvog, akka y.al yorjitata nktl6ra i-Hkth, xal tpvkaig ivsyQce(pr] xoktav /mxqcov xt xa\ (iti^ovav. [nagijkftt xal zig xrg dnavra Titnonjxag uvrog, olov dnag^dg rtjs öocplag Toig "Ekhjßiv tmÖeixvvav. Quintiliano24): Ceterum ut de Homero taceam, in quo nullius non artis aut opera perfecta aut certe non dubia vesligia reperiuntur; ut Eleum Hippiam transeam, qui non liberalium modo disciplinarum prae se scientiam tulit, sed vestem et anulum crepidasque, quae omnia manu sua fecerat, in usu habuit, atque ita se praeparavit, ne cuius alterius operae egeret: ctq. Temistio25) : ovx öpitwg ;fu 0V0(idt,HV rovg ovoud£ovrdg ut 60-cpLötrjV ‘ ovdi yuQ r/.avov slvnt oi öixpiörcd tvdoy.LuovöL. ravra dt iönv ei cp»]6i.v o titöTitöiog Ilkdrav, rcl rt d/.ka, y.0.1 06a ktyti iv rä ß(>a-yvrtQco ’Imcia itQog avtov iy.tivov 'lmtluv, avtov rt ixuvov sjuöeIxvv-ö'&ocl, xai rovg aV.ovg öoqnörag tmrtjdtvttv. xai rd Qijfiaxa ixtltitv rav-rä iönv, dyautvov ötj&tv Zaxgdtovg xai ixTttrcAr/yfitvov, ort dcpixtrö oratorem complecti debere. Attamen non videtur hoc fuisse Hippiae propositum. Rhetoricae enim guamvis prae ceteris artibus facultale valeret, harum tarnen omnium scientiam. sibi comparaverat, non modo ut de guavis re diserte dicere, sed ut ipsis artibus docendis guaestum facere posset. Geel. St. er. pg. 185. — Si sa che Cicerone visse dal 106 al 43 avanti 1’ era volg. 23) Dionis Clirysostomi Oratioues ree. L. Dindorfius, Lipsiae 1857. Vol. II : De philosopho pg. 242. — Dione nacque a metil circa del I. sec. deli’ era volg. 24) M. Fab. Quintiliani Institutionis oratoriae 11. XII rec. E. Bonneil, Lipsiae 1861. — Quintiliano fiori nella seconda mota del I sec. deli’era volg. 25) Themistii Orationes XXX11I ed. I. Harduinus e soc. lesu, Parisiis 1684. — Temistio dice cliiaro di avero attinto all’ Ip. Mn. Al fasto dell’Eleo accenna altre due volte nell’ orazione stessa: 346 C: jjc. fap vjv ev TYj xiXst ao^toTat cvo|Aa^ovxai, TcivTO)? c'.8a eyw Sedeli? xa: ^iXavöporccuc, xai oüBsva aüxwv d(j.ific^vjTOÜvTa -rije Ixrtsu — 347 A: äXX’, czsp iyio xai £jj.~pi"f)£v e'ijyjv, cüSsva ooiföv ofreo); e;;uptoxio ev -rij "d/vsi zfj itü) äv a’jtT) r; itptcicsiTjTi? £9ap(xi;£t£ tsü y-a-aXc^ou twv SiSaynaTtov * dXXot y.at xoXoßst SltavTsq y.at ^(itTsXeT^ upe? TSV 'Iwtl'av. — Temistio fiori nella seconda meta del IV sec. deli’ era volg. nort tlg ’Okvfinlav 'Imtiug o v flovov, d/J.’ atitjyuva oöa emdsucvvfisvog a)./M, xui litri xui Toayopöiug xat di&vgdfißovg, xui Tto/.Aovg koyovg xui navTodanovg 26) övyxu^iivovg, v.ul nsgi pv&fidh’ aguoviccg xui ygufi^u-rav ÖQ&oTtjTog, xui uöTQovofiiuv xul yi-autToiav xul /iovöix^v xui rtjv negi yvöecog Qicoqluv. tuol di, a uvdgtg, roöovrog Giogbg xui töfibg 60-(plag, ovx-- tXTi{if)j nozt ovrt (itv xxt]\ftirj. Itya Öl ovdt ka/m rav iv ry ito/.ci.' Töcog yuQ xui vntQ Tt]V v%y ivunoxtiöftca. Ed ecco apparirci ancora sempre dinanzi quell’abilitä molteplice, pomposa e sfrontata, che, come e stato avvertito 27), forma il tratto piü earatteristieo d’ Ippia e ne fa il piü compito esemplare di sofista, eccola impressionare l’animo dei dotti d’ogni etä cosi, che ne tramandano la ricordanza di generazione in generazione cosi, ch" ella diventa quasi a dire proverbiale: dottrina parvente, ma non sostanziale, arte abbagliante, ma inconscia; ma pur presunzione quanta mai di soprastare a tutti in sapere. Anzi la fama del va-lore d’Ippia pare ingrandisca col tempo. Egli erudito nelle scienze: quali filosofia, inatematica, fisica, astronomia, archeologia, gramma-tica28) ; egli dotto nelle lettere : perche scrittore di poesia e di prosa ; egli esperto delle arti : si di mušica e si di pittura e scoltura ; ne solo delle ingenue, ma delle meccaniche ancora, onde tutto quanto gli occorra fabbrica di sua mano; egli buon diplomatico e facondo oratore e retore valente: caro alla patria, plauditissimo ad Olimpia, onorato della cittadinanza e da piccole e da grandi ' cittä ; d’ una memoria poi, a capire 1’ infinito sapere, meravigliosa 29). Vero e che anche Cicerone conviene ch' egli passasse di troppo la misura e Temistio osserva senz’altro ch’e impossibile si infiniti tesori comodamente raccogliere in un' unica zucca umana. üalla stessa fonte, donde le notizie teste riforite, deriva in parte lo scritto attribuito a Luciano: Ippia od il bagno 30). Ma che V Ippia, di cui e qui parola, sia diverso dalF Eleo, si cava dal principio del brano recato in nota, dove 1’ autore dello scritto chiaramente ce lo presenta come suo contemporanco. 26) Petavius nota : Forte “avxiBaxü)?: poco felicemente, se eonfron- tiamo col Mn. 368 D. 27) Nel capitolo precedente. 28) Donde mai 1’ Osann, pg. 490, tragga la notizia ch’ Ippia si sia oe-eupato di „Thiergeschichte“ e il Mueller, pg. 00 nota 2, ehe egli sermonee inatituisse de historia naturali, non so vedere. 29J Di questa, come della grammatica, riparleremo piü di proposito, dopo aver detto del sofista come retore; e piü tardi lo vedremo critieo di vaglia, dopo averlo veduto scrittore. Del suo gran sapere avrerao altre testimonianze qua e lä. 30) Luciani Samasotensis Opera ex rec. C. Iacobitz, Lipsiae 1852. Vol. II: 'Jwicia? T, ßotXaVi'.cv pg- 121 sgg. Copio qui il brano relativo 3 (pg. 122): Ed Apuleio ne’suoi Floridi IX 31; sa persino descriverci, ichioeiss nicht nach welchem Gewährsmann, per dirla col Maehly 32), per filo e per segno tutti gli oggetti, che Ippia faceva ammirare ad Olimpia di propria man fabbricati. Anehe Eliano nelle Varie Istorie XII 32 33) accenna alla pompa, con cui Ippia vestiva, cosi: ’lmtiav öe xal Fogylav iv %oq-cpvgaig jjfft jtaoodvai Öiccqqbl Aoyog. Dove c’e la prova, come di-cevo M), che pur questa debolezza del vestire ricercato egli aveva comune con altri sofisti. D’ un effetto satirico singolare e il modo, ond’ Ippia ci viene da Socrate presentato nel Protagora 315 BC. Entrando So-crate in casa Callia, sembra che, come 1’ Odisseo di Omero, entri nel regno de’ morti e di „lor vanitä, che par persona“. Poiche il nome d' Ippia egli ci annunzia con un emistichio della JSlixviK 35), e lui agguaglia ad Eracle e all’ udarov del grand’ eroe. Dice dunque: Tov Öe ll'c.t’ ußEvotjöa, Ecprj "O^rjgog, 'Initiav tov ’H/.tiov, xafttjutvov iv Taxax avTixQv otgooraco iv ftgovio ’ jieqI avrov d’ixä&tjvro iitl ßäftgcov ’Egv^ifia^ög n o ’Axov^levov xal OaiÖgog 6 Mvgguvovöiog xal "slvdoav c ’AvÖgoxlavog xal rav l-ivav iroUrai Tt avrov xal alXoi ruvig. i(pal-vovto de itsql qjoöEcog te xal räv [iSTEcaQcav döroovoui'/.a atta ÖLEgarav tov 'Innlav, b <)’tv ftgova xaif^utvog exo.6roig avräv ddx.QivE xal Öit-Šj/Ei ta tgcncoutva. Sotto il porticato e egli assiso su d’ un alto trono — nota la ripetizione: iv tigova xatirffisvog — e a’ suoi piedi,-,su ev er, xoixoi? xal 'Ithciou (xouxout xc-ü xaö' ^|xäc (j.£jj.v^a0at a’J; cv, ävSpb? Aifci; |/.:v na p’ c vt tv je ßeuXst xüv npb a'uxsü YETJUvasjAsveu xat auveivai xe xal Ip^vsiaai aa^ercäicu, toi Se epya 710Au xcüv Aiyaiv äjji,-vm rcapejtojAŽvou xa: trjv xr,q xixvriS üzb-o^env otiti-A^pGuvcci;, oiix ev xetaixat? (ae; üus'^jjeiiv, ev alc ot itpb abx;D fsv::0 v. rpzuyrfia», xaxä Se xbv yitüy.i-cpubv Xbvr,v im x/j<; sofleforje, ®a7tv, eufeia; xb xpqwvov äyp'.ßw; ouv(oxa|*evou. xaixsi xiuv ve a/.Xüiv b.azzzq Iv xt xij? eruxu^vj; EpYsv äzoxe-lj.bjj.sv0i; ev sxe£v(i) ErjScxt|*/(v -/.a’ avaitXaoEwv xxi xaxbitxpwv Osuptav, e’xi Sk ä;xpivsjj.(av, ev rj ra'.Sxc TCu? icpb aixcö äiti^^vrv, cüx ypövsu äv s”r; ettziveTv. Soggiunge il Geel St. er. pg. 188 : Comparat igitur Lucianus huius Hi-ppiae rationem solidam cum illorum vanitate, qui de quavis arte tantum concinne copioseve loquebantur. Quum vero arnbo Hippiae, aophista et Luciani aequalisy ut nominis similitu-dine ita studiorum genere conveniant, omni fere dubio carety Lucianum de Hippia quoque sophista cogitasse, et huic sermocinatori suum aequalem op-po8ui88e. Cfr. ancora Zeller Fil. nota 3 alla pg. 957 31) Accennati piü su nella nota 7. Qui ne trascrivo per intero il brano riferentesi ad Ippia: Et Hippias e numero sophistarum est, artium multitudine prior omnibus, eloquentia nulli secundus : aetas illi cum Socratey patria Elis, genus ignoratur : gloria vero magna, fortuna modica, sed ingenium nobile, memoria excel-Itna, studia varia, aemuli multi. venit Hippias iste quondam certamine Olympio piü bassi sgabelli, gli fanno corona gli ammiratori e anno tutta 1' aria di ascoltare una vera lezione, che faccia, sulla scienza della natura e. la cosmologia, mentre egli si da quasi il tono di giudice — ÖdxQivf —. Ed e a credere che questa eletta comitiva, che gli era sempre a' fianchi, compresa d’ ammirazione per il suo vasto sape re e pendente cosi dal suo labbro, contribuisse non poco ad accre-scere quel vago splendore, di cui tanto si compiaceva. E per vero, in questo dialogo, dove e data intera la imagine della sofistica, Ippia e posto a rappresentare null'altro che la jtavöocpiv. 36): quella educa-zione, che noi moderni chiamiamo enciclopedica, superficiale e va-nitosa per necessitä. Si osservi poi [318 DE] la stoccata, che Protagora da a Ippia, quando, a lui volgendo lo sguardo in atto significativo, magnifica i meriti propri, qual maestro di virtü ai giovani. in confronto di altri, i quali altro non sanno che traviarli : 'Iirnoy.Qdrrjs yc'-Q xkq lin (iqiL'Miitvos oi’ ndöFtcu, antg ctv mufttv liXAra rra övyyfroinvog tcdt öoqpiöreiv ' oi fisv yc(Q nl/.oi laficyi’TUL rovg veovs’Tccg yuQ Ttp’crg avrovg Pisam, non minus cultu visendus quam elaboratu mirandus. omnia secum quae hohe-bat, nihil eorum emerat, sed suis sibi manibus confecerat, et indumenta, quibus indutus, et calciamerita, quibus erat inductus, et gestamina, quibus erat con-spicatus. habebat indutui ad corpus tunicam interulam tenuissimo textu, triplici lieio, purpura duplici : ipse eam sibi solus domi texuerat ■ habebat cinctui balteum, quod genus pictura Babylonica miris coloribus variegatum : nec in hac eum opera quisquam adiuverat . habebat amictui pallium candidum, quod superne circumiecerat: id quoque pallium operatoris ipsius laborem fuisse . etiam pedum tegumenta sibimet compegerat, etiam anulum in laeva aureum faberrino signaculo quem ostendebat : ipse eiua anuli et orbiculum circulaverat et palam clauserat et gemmam insculpserat. nondum omnia eius commemoravi. enim non pigebit me commemorare, quod illum non puditum est ostentare, qui magno in coetu praedicavit, fabricatum semet sibi ampullam quoque oleariam, quam gestaitat, lenticulari forma, tereti ambitu, pressula rotunditate, iuxtaque honestam stri-gileculam, recta fastigatione cylaulae (clausulae Maehly nota 3 alla pg. 324), jlexa tubulatione ligulae, ut et ipsa in manu capulo moraretur et sudor ex ea rivulo laberetur. quis autem non laudavit hominem tarn numerosa arte multi-scium, totiugi scientia magnificum., tot utensilium peritia Daedalumf Sfido io! 38 Luogo cit. nella nota precedente. JS) Aeliani Variae historiae 11. XIV ree. R. Horcher, Parisiis Didot 1858. XII 32: De Pythagorae, Empedoclis, Hippiae et Gorgiae vestimentis et cal-ceamentis. 3‘) Nel capitolo precedente. 3t) Odiss. X 601. 3‘) Lo Steinhart nell’ Introd. al Protagora pg. 406 e il Susemihl, Entwickelung der plat. Philos. pg. 49, in questo dialogo erroneamente attribui-scono ad Ippia una tendenza affatto rivoluzionaria, quella tendenza ad un pro-fondo sconvolgimento sociale, che piü propriamente appartiene alla nuova generazione dei sofisti. necpevyötag axovrag nahv av ayovteg efißdXXovöiv dg teyyag, Xo-yiöfiovg x£ xal uötgovoutav '/.cd yecouergiav xal uouöixyv ötädßxovrsg — xal auu dg rbv'Inniav dntßXti’t— naga d’ tut dipixo/ievog fia&yderat ov negl ciklov rov rj nt gl ov !jx ei. Si osservi ancora come Ippia renda all’ altro piti tardi [337 D 338 A] 37) la pariglia, quando, insieme con lui e con Prodioo, anche se annovera fra i piü sapienti di tutta 1’ El-lade e propone si elegga un arbitro fra Socrate e Protagora, quasi speri, nella vanitä sua, possa toccare a se tanto onore, che da solo varrebbe a levargli di dosso 1’ uggia del sentirsi trattato con cosi poco riguardo da quel suo avversario. Ma gia dal proemio al dialogo, che ce li off re segregati e disgiunti, si vede come tra i sofisti non ci sia mica intima unione; e, anche quando per la presenza di Socrate si raccolgono insieme, restano pur sempre disgiunti d’ animo. Regna insomma fra loro una specie di reciproca gelosia, cui non riesce a eliminare neppure la differenza di etä, che c’ e fra Protagora ed Ippia. II che traspare anche dalla compiacenza, con cui il primo ac-coglie la proposta di Socrate, d’invitare, ciö e, al ragionamento, ch’ei sta per tenere con lui, anche Prodico ed Ippia, e meglio ancora dal pensiero, onde Socrate e tratto a farla : xal eya — vnojnrtvßa yag ßoi’Xeßdcu avtov ra re ITgoÖixa xal reo 'Innia lvbdtf/.6%ai xal xaXXa nitiuG&ai,, ön tgafiral avrov dq>i,yij.tvoi, tujutv — Ti ovv, efptjv eya, ov xal Jlgodixov xal Inniav ixaXtö((jj.tv xal rovg utr' avtav, tva ena-xovöaCnv rjfiäv; FIkvv u'tv ovv, eq>t] 6 IJgataybgag [317 CD]. Ad Atene dunque Ippia godette 1’ ospitalita offertagli nella casa signorile di Callia: cosa, che si dovrebbe supporre, anche se non risultasse chiara dal Protagora. Ed e pure in questa cittä, dove Senofonte fa che Ippia s’imbatta in Socrate e con lui s’intrattenga a dialogare sulla giustizia : diu xgovov yag dcpixofievog b 'Inning ’Aittjva'Ct nageyevero ra 2.axgatei [Mem. IV 4, 5] 38). Incontro, a cui allude Dione Grisostomo, ne 11' Oraz. III39), con le parole: (paßl yag nore eInniav rov HXeiov, Öid ygövov nXeiovog dxovovra rov 2Jaxgdrovg negi öixaioGvvrjg xal dgttitg Xeyovrog xal nagaßdXXovrog, äöneg eld&ei, rovg xvßegvijtag xal iatgovg xal öxvroruuovg xal xegafiiag, einelv, dre <)0(pi6r?jv, Ildliv Ov tavrd, Xdtxgareg ■, xal og yeXdöag eeptj, Kal negl räv avtav. öv fiev yag, d>g koixev, vnb 6oq>iag ovötnore ravru negl rav avreüv Xeytig, yuiv de ev rovro Soxel rav xaXXißtcav elvai. rovg [tev yag ipevöoutvovg oidafiev noXXa xal uvofioia Xeyovtag ’ roig di dkrj&evovßcv ov% olov re erega einelv rav uhföäv. 37) II brano intero sarä recato poi. 38) Xenophon’ s Memorabilien erkl. v. R. Kühner, Leipzig 1876. 3’) Vol. I : De regno pg. 43. Cfr. col resto del passo delle Mem. Socr. recato poco appresso a mostrare, di bel nuovo, la iattanza d’ Ippia. E, come in časa Callia il vediamo circondato da una schiera d' ammiratori si ateniesi ehe forestieri, amici e concittadini suoi ed altri, eosi nell’Apologia di Platone 19 E40) e detto ehe, come face-vano Gorgia e Prodico, anche Ippia persuadesse i giovani a seguirlo nelle cittä, ove recavasi: inti xal rovto ys uoi d ir/, d. uakov F Ivtu, H ng olog r’ Eirj nuidtvtiv uvfrgvMOvg üontg Fogyiag te o Atovtivog xal TJgoÖixog o Küos xal 'lnntag o 'Ilktlog. tovtcov yag txaörog, oj avdgtg, olog r’ töriv lav e lg exccßzrjv tov noktnv rovg viovg, o lg räv iavzav nokirav ngoixa hn’Hvra m av ßovkcavrai, Toirrovg jceiftovöi, rag ixEivav j-vvovölag dnokmövrag 6v eOtlv oifiai, ygijuara nogit,Eiv xal av&gei)-ftovg r/kifttovg ägioxELv. Alla eomparsa del sofista ad Oliinpia abhiamo veduto accen-nare Cicerone, lo stesso Dione, Apuleio e Temistio42) ; mentre Filo-strato, nella Vita, ci ripete come, oltre che ad Olimpia, ei si trovö anche a Sparta e in altre cittä, grandi e piccole, della Grecia, ora mandatovi dalla patria, ora per suo piacere, e che vi tenne i soliti discorsi e intascö le solite gran soinme. Ed ecco dunque 1' Ippia smanioso di viaggiare e destro in far denari: sofista anche da questo lato. Quanto poi al tenere discorsi senza stanearsi mai, quest' era, se crediamo a Luciano, Erodoto 3 43), per lui e per altri sofisti la via spiccia a diventare faniosi: oheg — che Erodoto, leggendo publicamente i propri libri, aveva avuto 1’ appro-vazione di tutta la Grecia — vategov xaravoiiüavrEg, imto^iov nva tavtrjv bÖov ig yvaöiv, 'Inniag te b imyuigwg uvtov — degli Eiei — öotfuöTijg xal rigoÖLXog o Ktlog xal ’Ava&fiivrjg o Xlog xal TJäkog o ’/jxgayuvtLVog xal akkot, 6v%vol koyovg tksyov dtl xal avrol ngog rrjv navrjyvgcv, aep’ av yvcogifioi iv ßga%EL lyiyvovxo. 40) Platons Vertheidigungsrede des Socrates erkl. v. C. Cron, Leipzig 1878. 41) Vol. II : De Socrate pg. 167. *2) V. i rispettivi brani traacritti di sopra nel testo e nella nota 31. 43) Vol. II: 'HpöSoxo«; y) ’Aertwv 3 pg. 392. Ora, prima di dire in particolare qualche cosa di lui come re-tore ed oratore, mi piace di qui trascrivere ancora quel brano delle Memorie di Senofonte, che ebbe in mente Dione Grisostomo, allor-quando, nell’Oraz. III, scriveva quanto e recato poco piu su, brano, che di bel nuovo ci fa vedere la sconfinata iattanza del nostro. Infatti si millanta egli [IV 4, 6. 7] di saper dire sul medesimo ar-gomento sempre alcunche di nuovo e con ironia rinfaccia Socrate per sentirlo discorrere mai sempre delle stesse cose; si millanta in oltre di avere sulle dita intorno al giusto certi principi, a cui ne Socrate ne altri nulla potrebbe contradire: Kal 6 u'tv 'irtJilag äxov-6c/-S ravta, uöneg tmßxcJTtTcov uvtov ' ”Etl yag 6v, icptj, w Xuw.Qattg, ly.Hva ra avta leyeig, k tyco nnhu tcotI 6ov rjxovöa; Kal o Uaxgätrjg’ 0 ÖB }’£ TOVTOV ÖHVOTtQOV, B(pt], 01 'iltltLO., OV UOIOV tttl TU UVTU ktyCtl. ctklu v.al jiKjl tcSv avTcov' 6v ()’ i'öcog öue to Tro/.vuatiiß zlvai ttbql tat’ kvtcov ovötnoTi ta aina Ityeig. — i-eprj, ntiga^ai'xatvov rd£- yuv ati. — ittgl fiivtoi, tov Öixaiov navv oiuca vvv &%uv slittiv, jrgog « ovTt öv ovt av allog oudflg övvau avruntiv. Eppure, con tutta la sua nokvfia&ia, dalla potenza dialettica di Socrate rimane alla fine pienamente schiacciato. A questa di lui legger:zza, non da altro proveniente che da vanita, accenna anche Basiho nell’ Epi3tola CXXXV44): 'Inntov ro xovcpov Ti/g dtavoiag xal yavvov. Si aggianga a proposito il brano seguente deli’ Oraz. XII45) di Dione: xal tovto ovx Bfiol jjuivov, alka xal 2Jg>xqcitbl öoxbItb fiot iuötbvuv av, tamhyag v7tig a vT ov TrgoßaÄAO/itvo) Trobg unavtaq cog ovdtv ySsi' tov de 'Inniav xal tov Iläkov xal tov I'ogyiav, cov txaörog avrbv uu/.LöTa itiuvautt xal QtTtkrftTBTO, Oocpovg av rjytiö&ai xal fiaxcigtovg. Che la retorica fosse suo caval di battaglia abbiamo gia visto46). Ora Cicerone, nel Bruto 8, 30, lo novera fra i mayistri dicendi, sic-come (Ji/Tag lo chiamano il Pseudoplutarco e Zosimo e Eudocia47). Da Filostrato48) ci sono ricordate 1’ ImÖtL^ug dJ archeologia, per cui andavano specialmente ghiotti gli Spartani, e quella jiegl totv tnLTrjÖiVfiaTcav xakoiv43), la quäle, se crediamo a lui, portava il “) Pg. 236 ed. I. Garnier, Parisiis 1730, nei suoi Opp. collot. 45) Vol. I : Olympica vel de prima dei cognitione pg. 217. 46) Nel capitolo precedente. 47) Ciceros Brutus ekl. v. O. Jahn, Berlin 1865 : Sed ut intellectum est, quantam vim haberel accurata et facta quodam modo oratio, tum — al tempo delle guerre persiano — etiam magistri dicendi multi subito extiterunt. Leontinus Qorgias, Thrasymachus Calchedonius, Protagoras Abderites, Prodicus Ceus aliique multi. Cfr. Quintiliano III, 1, 8. — I paasi del Pseudoplutarco, di Zosimo e di Eudocia v. piü su nel testo e v. la nota 4. 48) V. la Vita piü su. 48) Cfr. e per questa e per quelle il capitolo precedente. titolo preciso di Tgtaixog dialoyog e non loyog. Pare tuttavia che il biografo de’ sofisti abbia cosi intitolata 1’ orazione, senza conoscerla piü da vicino, bensi per avere letto in Platone ehe vi si facevano entrare due personaggi. Ma, oltre che due personiggi si potr^bbero benissirno introdurre anche in un componimento d’ indolo narrativa cosi, che si scambino alcune domande e risposte, ognuno sa come la forma dialogica poco o punto si adatti a vestire un componi-mento, in cui sia del tutto estranea 1’ azione dramatica50). Questa del dialogo potrebbe pure essere una maniera. d’ introduzione, a cui la vera e propria dissertazione si annodasse. Del resto il fatto che un titolo avea — e non importa, se dato da Ippia stesso o da altri — ei induce quasi a credere che si tratti d’ una composizione scritta 61). Per giudicare della maniera, che Ippia adoprava nel trattare i propri argomenti, a peculiare importanza il cenno lasciatoci da Cleniente Alessandrino nel VI de' suoi Stromati62). Dicendo dei molti vicendevoli plagi, che gli scrittori greei, e poeti e prosatori, commisero, e passando a toccare specialmente di coloro, i quali at-tinsero a poeti, reca 1’ esempio d’ Ippia, caratteristico al sommo, con queste parole: Iva fiij biinXtov jtQotjj o Jioyog, cpt,}.ori,uovuh’av to EvinUjiotjov dg nXoxljV rav 'EXXtjvav xara rovg Äoyovg y.ul %a 60) Cfr. Maehly pg. 530 e 42 ; Friedei pg. 26 sgg. Tuttavia il Geel, nello Sched. pg. 132, chiama 1’ orazione SlCtXoYO?. 51) L’Osann, pg. 497, che molte orazioni dell’Eleo sieno state scritte vuole arguire dal fatto, che da scrittori a lui posteriori viene citato come un’ autoritt'l in materia di archeologia. Quanto al Ao^oc, la supposizione che avesse un titolo sarehbe convalidata dall’ esempio delle orazioni gorgiane, di cui si ä notizia:] ’OXuiATttxi;, e-f/.diij/.ov dq ’HXe(;uc. Anche nel Protagora 347 A — v.1* poi — Platone fa che Ippia affermi di avere giä bella e preparata un’ orazione sul carme simonideo, del quäle appunto 6 ivi questione. 52)Pg. 745, 25 ed. Potter, Londra e Venezia 1715.1757 ; presso il Mueller frm. 6 pg. 61. —A proposito di tutto il passo non saprei dire, perche il Lobeck, nell’ Aglaophamus pg. 337, giudichi : Horum auctorem eurn esse qui praefertur, nihil dubitat Ebertus (Dissertt. Sicull. I pg. 8), equidem praestare nolim. — L’ Osann, pg. 500, vuole le parole, ehe qui si riferiscono d’ Ippia, tolte dall’ introduzione a qualcuno dei discorsi archeologici; il Mueller pg. 62 nota piü vagamente : Haec ex prooemio declamationis alieuius ; cosi il Maehly pg. 531 : Kaum in einer anderen als in einer epideiktischen Bede können die Worte enthalten gewesen sein ; il Geel, Sched. pg. 132, vorrebbe che spettino proprio all’ epilogo del XdfOg TpOV.lcec 5 e finalmente il Frede], pg. 23 sg., seguendo 1’ Ebert 1. cit., osserva: Fortasse legebatur in libro ^'jvor/foy-^ inscripto — del quäle parleremo poi —• ubi multa maximeque varia congesta tuisse verisimile, est; fortassr. in declamatione quadam, quas de rebus ex universa antiquitate petitis componere solebat, quasi come avea supposto giä 1’ Osann. doyfiaru Emöeixvvvat, (f iat ävnxgvg [iuqtvqoivtu >julv Inniav rov 60-qnörijv Hhlov, l's rov avtov negi rov TTnoy.itulvov ^toi ir/.itiuuTog r’jXfiv Aöyov 53), naQ(t6rt]6G)[ifQfa ccdi ircog leyovTW T0VTC3V i'öcog UQIjTUt/“1) TU U!V 'OttCfl-l'TU ÖE MoVÖtttW XKTtxßgU%V, n/.ln akluyov 55)- tu öe Ihnddio 4 ru de 'Ofiyga • tu (Ys- rotg äkloi,g rd>v noirjrav' tu öe ev övyygatpräs tcc (tev 'Ekktjöi, tu de ßugßugoig. tya dl ex nuvtcov rovrav tcc [tiyißTu y.ul ofioqivlu övv&eig tovtov xulvov xut TTO/.VtlÖfj TOV AOyOV TTOlljOOUUl. I discorsi d’ Ippia sarebbero quindi un laborioso c diligente niosaico! Per accrescere loro il pregio di novitä e di varietä, Ji condiva, per sua confessione 56), con parole e frasi e sentenze furate a ogni genere di poeti. Che se non vi era in essi per ciö — e non poteva — originalitä cd unitä di concetto e chiarezza, che importava? rna vi faccva pompa solenne una sconfinata erudizione. E di splen-dere, coniunque, si e visto 0I1’ era del sofista prineipale intento. Quanto allo stile, giä gli antiehi dovettero accorgersi d’ un 11011 so che di proprio, che lo distinguesse da altri, se presso 53) Queste parole sc tsv aurcv xspt tgü TCp0Xstp.sv0U [i.oi ay.£jj.[>.atoc tjusiv Xo yov paiono corrotte. 11 Sylburg, nella sua edizione, propone : i/il od rf/ st; il Geel, Sched. pg. 429 sg., congettura : MC TOV aufsv id est fims T. ra., e tra-duce : age (inquit) manifesto adstipulantcm nobis Hippiam xophistam Eleum, ita ut idem sermo (quo ille usus est) ad me pertineat in proposita consi-derationc, adducamus ; il Maelily, nella nota alla pg. 532, ma dubitando : w? tsv aÜToü xspt tou xpoxiinsvsu jj.ot axe'[/.jJtaTS? rcpsc^xsiv Xs'ycv, e premette: Der Sinn muss sein : Hippias bezeugt diese*’Sitte mit %einen eigenen, jür unseren Zweck gerade passenden Worten; II Friedei finalmento, confutando la congettura del Geel, stima forse piü probabile ; otyjst od VJVSYXSV od e"p»)XEV oppure: c<; st? tov auiov xspi T0t3'xpsxsijj,s'v0ü jj.st cy.sjjijj.aTO? vjxsv Xiysv. Altri scelga, qual piü gli piaee : io preferisco quella delle due interpretazioni date dal Friedel, che si accorda con la imposta dal Maelily. 54) Fortasse il Geel e il Mueller; eodem modo il Maelily; sententia- rum, quibus consentiebant il Friedel. 56) II Geel interpunge e corregge cosi: Mousatw, xxtaßpa/b äXXw; aXXayoü, ciö e : sparsim alias aliter. 56) Che non rni convincono affatto le ragioni addotte dal Geel nello Scliediasma, per provare, contro 1’ opinione espressa dall’ Osann, pg. 500 nota 2, ehe queste ultime parole si debbano considerare come soggiunte da Clemente Alessandrino, a mostrare il procedere suo, somigliante a quello ti Ippia, piuttosto che come da esso C emente citate con le altre da qualclie scritto del nostro sofista — cfr. nota 52 —. Gli argonienti del Geel sono bellamente confutati dal Maehly, pg. 581 sgg., e dal Friedel, pg. 21 sgg., ma-specialmente dal primo. Ed e appunto per avere falsamente interpretato il luogo, che il Geel dichiarö, pg. 132, che una tale seriptionem sophistae vanitas non. admisisset. Noi, che ben conosciamo la bestia, siamo, con buona pace del Geel, di tutt’ altro avviso. Filostrato57), parlandosi d’ un oratore, accanto a quella di yoQyiü&iv, ricorre 1’ espressione [jtnul£uv. Ma 1111 bel saggio d’ imitazione di questo stile5S), se anche breve, ei offre Platone nel Protagora 337 C—338 B, saggio, oh’ io non so non recaro qui por intero. {itta da tov Hqoölxov 'Imtiag o 6ocpbg afjrav, Sl avdgsg, tepi], (tiv cficdvcovrac, [irft’ccv I/gonayögccv ndvra xc'Omw IxTtivavTci, ovgt'a tcptvTa, cptvyuv tig ro ntlccyog rav koycov, anoxgv-4’civtu yr,v, cilla fiiöov ti äficpottgovg rtfttlv. äg ovv noir/öire xcd nd-itio'ilf, fioi (>aßc)ovyov xal tmdTaTrjV xal ngvravcv t/Jcjüccc, ög vidv qv-Aajjat ro fiirocov [irjxog rav laycov txarigov. Chi ben guardi, vi scorge una cotale fraseologia pretenziosa, ove ampolle e metafore, accozzo di sinonimi, gradazioni, annomina-zioni, poeticlie reminiscenze e locuzioni proverbiali59) non fanno difetto. Se poi si badi alla teoria, ehe Ippia professa in questa tirata, dispensa il consiglio, savio a ogni modo, di tenere nei discorsi il giusto mezzo 60) — ro utTQiov [itjxog — e ammonisce Socrate a smettere 57) II. IIpjy./.ic /.et! pg. 101, 18 : Tb jj.£v ouv Sia).r/_6^vat autjv ev tyiza-vtjxoT? e'y.:iTS, ixe Se cp|j.Yjaeiev ec StaXe^’.v, wn'.a^ovri xe ewxet y.a: vopYt«?ovxi. Adunque la maniera d’ Ippia dovette essere non molto dissimile da quella del suo, piü vecchio, predecessore. 68) A non dubitare ehe tale linguaggio in bocca d’Ippia non sia sto-rico, eioe eonforme alla maniera del vivere e del parlare di lui, siamo indotti dalla eircostanza, che anche degli altri personaggi del dialogo 6 imitato lo stile, come di Protagora 1’ espressione poetiea e la copia del dire, di Pro-dico la passione dei sinonimi. 59) Considera specialmente le espressioni marcate. 60) Anche qni — v. capitolo precedente — con ispeciale riguardo alla disputa. la forma esattissima — to axp/ßeg tovtn Bi'Öog — o la stringata bre-vitä — to y.ccra ßga%v kiav — e Profcagora a non perdere di vista 1’ argoraento con lasciarsi andare ad infinite digressioni — cptvyviv fig to niXayog tov loyav, crnoxQ vil'avTa yrjv E che desse valore a questa norma non solo riguardo alla dialettica, ma anche all’ arte retorica in generale, vediamo da quel luogo del Fedro [267 B] 6l), dove nell’ esigere ehe 1’ orazione debba essere d’un tenore mediano fra la macrologia e la brachilogia62), 1’ Eleo e pareggiato a Prodico, a questo modo : Socr.: tccvtcc öe «-xovcov 710Tb (iov TIqc dt y. og lyü.aöE, v.ca fiovog ccvrog tvgrjxtvcu äv öel Xoyav TE%vy' d'elv de. ovrs fiaxgäv ovrt ßgayjav, nklu tmtjiow. — Fedr.: X(Hfar,ara ys, tb IJgoÖLxe. —Socr.: 'Iitjilav da ov Xiyo{itv; oiyLca yo:g uv övuiptjffiov nvtcp xal tov 'llltlov %ivov ysveöO'aL Che poi in pratica, com’ era da attendersi, seguisse invece tutt’ altra via, ne accenna Dione Grisostomo, nell’ Oraz. LI V 63), e Eilostrato, nella Vita, dalle cui parole64) traspare come il nostro sofista non andasse privo di una cotale abbondanza e superfiuitä — TTEQLTTCJg ---. Ora, lasciando 1’ imdeH-Eig, noterö finalmente come Ippia, d’ac-cordo con Prodico anco in questo, definisse la retorica la faeoltä di far trionfare per mezzo della parola il verosiinile e il credibile. II brano relativo nei Frammenti delP arte retorica, editi dallo Spen-gel 65), e questo: töäv 08 dg xcmiuv xcci -ölxov xal 'Iitniav dtöumivui,. Notizia, che vale da sola ad assegnargli anche dal lato morale, un posto distinto fra’ suoi confratelh, non pochi dei quali, e non dei meno ragguardevoli, ritenevano domma dell’arte tov fjTra Xöyov xgsirTCO noielv 66). Non solo nella forma dunque, come e stato poco prima avvertito, ma pure nel concetto della retorica Ippia conveniva con Prodico. *1) Platonis Phaedrus ex rec. G. Stallbaum, Gothae et Erfordiae 1857. S2) Cfr. Prinsterer pg. 91. ,s) V. il brano gi& recato piü su : HXeyov 8k icsXXous |J.Sv- '/.övouc, voüv Oi o'jy. iycv-ac cuSI ßpajpjv. 61) 'HpfM^vsus 81 oüx. dXX’.-wc, äXXa Trepirrcoc •/.«; xaxa jg rij g slg rijv uvijuijv ov bov, o v% 'Iitniov, ov ®todl%TOV, ovx aXXov nvbg tüv eg rode to titüy-ytX^ia xal rtjvös tijv Ooquav XEXtjQvyfiivcov. Ma e tempo oramai di arrisshiare qualche eongettura intorno alle produzioni piü propriamente letterarie del sofista, sia poetiehe sia prosastiche: ehe da quest’ altra Serie di notizie e dato di avere anclie a questo riguardo qualelie indizio un po’ meno vago che dai due Ippia platonici. E saremo brevi. Giä si sono reeati i passi di Cicerone, di Dione Grisostomo e di Filostrato73), nei quali e cenno delle produzioni di verso e di prosa, di cui 1’ Eleo soleva far ponvpa ad Olimpia. In quello di Cicerone ei professa litterarum cognitionem et j.oetarum; Dione designa tutte le scritture di lui: TtoujuuTa itainodcuta xal Xoyovg noixiXovg; Filostrato ancora piü semplicemente con 1’ espressione Xoyoig ttolxl-).oig xal 7CS(pQ0VTi.6(dv0ig ev. Ma piü laconicamente di tutti se la cava Suida dicendo che scrisse molto: tyoral’t noXXä. Cosi pure Eudocia74). Del suo valore poetico ci e rimasto un solo fuggevole cenno nella Descrizione della Grecia di Pausania. La [V 25, 2-5 75)], dove narra che un coro di fanciulli, cui i Messeni di Sicilia, seguendo antica usanza, solevano inviare ogni anno a una festa di quei di Reggio, miseramente peri nelle onde e i Messeni eressero in loro memoria ad Olimpia delle statue di bronzo, soggiunge che Ippia vi fece l’iscrizione poetica in distici, 1’elegia : Tori bi Im rij anaXda tüv naibav oi MtöörjVioi ntv&og rjyov, xul aXXu rt Oqtdiv ig rtuijV avTuv t&vQt&t] xul elxovag lg ’O/.vunlav dvt&söav yu/.xag, öiv dt ui-Toig tov bibdöxaXov rov %oqov xul tov ccvXTfrrjv. to ulv di/ tnlyouuuu IbtjXov to üy/aiov ävafhjfiaTa uvea tc5v iv jrooitu« Mtößrjvlav ' %Qovm bi vötbqov 'Inniug b Ityoui-vog vito 'EXfo/vav ytvtö&ai öixpbg tu tXs-ytiu in avToig txoltjöev. Se di proprio impulso o per incarico, che 71) Xenophontis Scripta minora reeg. L. Dindorfius, Lipsiac 18G7. ,a) Ediz. cit. alla nota 33. Do animaliutn momoria. Anelin Apulei« — v. il brano alla nota 31 — lo dice d’ una memoria excellcns. ’3) V. piü su. ,4) V. i brani piü su e nota 4. ,5) Pausaniao Deseriptio Graeciae reeg. J. H. Schubart, Lipsiae 1853. ne abbia avuto, non dice Pausania. Ma 1’ O sann76) vuol ved ere anche in questo fatto la vanitä del sofista, al quäle non bastarono gli applausi ad Olimpia tributati alle sue deelamazioni, ma volle quivi eternare pur la sua farna di poeta: essere probabile, secondo 1’ invalso costume, ehe negli elegi facesse entrare il proprio nome. E nel Protagora 347 A, approvando quanto da Socrate e stato detto intorno al carme simonideo, afferma Ippia, non senza dimo-strare una cotal vanitä, di avere ancli’ egli intorno allo stesso argo-mento77) gia bella e preparata una declamazione: Ev jilv uoi do-xei'g, ’šcp>i, oj 2.'c6xQKreg, xcc'i 6 v mm tov ccG[icctos ÖiihuXvfttvai' söti utVTOL, ’tcprj, xrd tfiol Aoyog ttkj'i ccvtov iv ov v/uv av ßovkt]6d'e. Peceato ehe Alcibiade con ironica gentilezza gli dica di lasciare a uh’ altra volta ! Pur quindi vediamo come il sofista si applicasse allo studio dei poeti e sembrerebbe ehe alle sue interpre-tazioni — se qui si tratti d’ interpretazione78) e non di morale79) — desse la forma di orazioni perpetue. Delle sue scritture in prosa, delle quali giunse fino a noi solo qualehe raro frammento, ma anche questo cosi manchevole, ebe riesee spesso impossibile giudicare con eertezza, se spetti a lui, dird tanto piu breve, in quanto n’ebbe gia distesamente a parlare 1’O sann nella dissertazione citata. Sono esse presso ehe tutte di natura ar-cheologica. E, come osserva acutamente il critico, non potevano formare 1’ occupazione prediletta del sofista: che ben piü lucrose gli riescivano le deelamazioni pompose e in queste ben maggiore soddisfaziono trovava il suo amor proprio 80). Sarebbe troppo ardimentoso volere, col Fabricio, dalla notizia, che trovasi in Plutarco, Licurgo XXIII81): Avtov dl tov Avxovgyov lnnias (itv 6 6o(pcöTtjg Tioli tir/.onnTov (ptjßL yivtCxTai '/.cd Tto/./.av ttxTiti-qov OTQnTijyiuv — inferire uno scritto speci ale del nostro su Licurgo — Aöyoj i i’s Avxovpyov — giacclie simile cenno poteva benissimo adattarsi a qualcuna delle disquisizioni ippiane archeologiche82). ,8) Pg. 498. ”) Quintil. Istitt. Or. III 1, 12: Horum primi commune« locos — eiö 6: rerum illustrium disputationes, come spiega Cie. Brut. 12. 40 — trarUisac di-runtur Protagoras, Gorgias ; aflectus Prodicus et Hippias et idem Prolagoras et Thrasymachus. 7S) Friedei pg. 20. 7a) Maelily nota 2 pg. 533. so) Osann 497. sl) I 215 ed. Reiske, 238 od. Leopold. Prosso il Muoller frm. 9 pg. ft2. a‘J) Osann pg. 505 ; Maehly pg. 43. Invece, contro 1' opinione deli’ Osann, anch’io, col Maehly83), non isto punto in forse di ritenerlo autore d’ una scrittura intitolata O/.vuTrutvivMV avayQcccp)']84) — Ohjmpionicaruin recnsus — ricordata da Plutarco nel Numa I85) con queste parole: Tovg /ihv ovv yjjüvovg t%axQoß6ciL %altit6v tort %ui fiufaGru rovg Ix töv ’oivfxjtiovcxäv uva-yofiEVOvg ’ av rtjv avuyQucprfV orl>£ tpuöiv 'Innluv txdvvcu tov llktlov, čut ovÖtvbg oQi.toijJ.tvuv avayxaLov ngog tciötlv. L’Osann afferma che la tradizione, per cui ad Ippia si attribuisce tale scritto, e incerta, specialmente perche Ippia non ci viene citato con 1’ epiteto di öoqptör^g, come, ad esempio, nell’ altro passo, teste riferito, di Plutarco. Ma bene osserva il Maehly che, se si consideri con quäle trasporto Ippia partecipasse alle olimpie solennitä, e ben piti naturale che venga citato come Eleo di quello che come sofista, qui, dove trattasi evi-dentemente di un’ azione di lui patriotica. Olympia, dice, gehörte zur Landschaft Elis, und was war natürlicher als dass auch ein Eleer, und noch dazu ein so berühmter Eleer, der sich mit Liebhaberei antiquarischen Untersuchungen zuwandte, sich einem, Werk, wie das oben-genannte, unterzog ? Che se Plutarco di questo lavoro mostra di non fare gran conto, perche, come dice, si fonda su argomenti, a cui non si puö prestare intera fede, Ippia n’ e scusato da quell’ aipt : che, chi rifietta quanto ci corse dalla prima olimpiade fino a lui, si parrä come nell’ attendervi dovesse ineontrare difficoltä non poche ne piccole. Come poi un omonimo del nostro, un Ippia di Delo, del quäle viene ricordata un’ opera dal titolo t&vüv ovofiKöiai — Nomina gentium — nello Scolio ad Apollonio Rodio III 1079 86) — 'lnmuq di o di\ihog tv e&vav ovouuoiabg qiqölv iifvog n y.u^üo&at, taprovg — dopo il Meziriac abbia avuto da taluno 1’ onore di venir considerato autore del Catalogo dei vincitori, non si capisce. Anzi di solito si avvera il contrario: che, ciö e, il meno illustre sia offuscato e quasi a dire distrutto dallo splendore del piti grande. Ond’ e che il Mueller, pg. 60, non solo attribuisce senza difficoltä, all’Eleo pur questi Komi ®3) Osann pg. 498; Maehly pg. 43 sg. 8‘) Clio appunto questo sia il vero titolo sembra risultaro da quel o analogo lluO’.SVlxwv aevaypaprn che si trova in Diogene Laerzio V 2G. Ma non pare inveee, come vorrebbe ii Fabricio — il quäle eita ’OXujMtlOvtxwv SXeyyCf e rimanda a Dodwell Praelect. Camb. pg. 19 sgg. — che quest’ opera abbia a che fare con lo Scolio a Teocrito Idili. IV G : C’jy. xvorfi'fpomTai Se c Ai^iov 7EVt)0]/.wc OXOjJWMa, dove del nostro sofista non c’ e parola. 85) 237 Reiske, 266 Leopold. Presso il Mueller frm. 2 pg. 61. 86) Presso il Mueller frm. 3 pg. 61. II quäle nota : hl cm statuit Dio- nysius (Samius fr. 2) ap. schol. Eur. Phoen. pg. 670. dolle genti, ma va piü in lä ancora e — come osserva nella nota al frammonto di Apollonio — nel passo di Eustazio a Dionigi il Perie-geta 270 87), che suona : 'Imiiag ano ’Aölag v.al Kvgäjujg rav il/.in-vlÖav tag 'Jlneigovg ö8) xaku — vede un brano della stessa opera e quindi dello stesso autore Ippia. Dello stesso autore, ma d’ Ippia delio, aveva supposto questo secondo brano, dopo il Bast-, anche 1’ Osann. Ma la congettura del Mueller, che riguarda 1’ altro passo, parrä meno strana, se si pensi, quanto facilmente 1’ un nome po-tevasi dali’ amanuense scambiare con 1’ altro a cagione della grande somiglianza nelle lettere unciali — hCAtlOC. e ApCAlOC — e come quest’ Ippia di Delo non s’ incontri che appunto nello Scolio di Apollonio 89). Anche nei due passi, che seguono, e senza dubbio sottinteso il sofista Eleo, quantunque ogni tentativo di assegnare le cose ivi affermate a qualche suo scritto preciso sarebbe piü che temerario90). L’uno £ lo Scolio alla Pitica di Pindaro IV 28891): Exaxa&r/ yccQ - o oiiog - öia trjv fir]TQVt.av iQnöiftiöav avrov, '/.cd Eneßov^svib? wäre (pi vytLV. ruvrtjv Öl o (iBV nivdVQ0cs- rtQCOTtjV [isv trjv av\fig Koqlv&ov ovofiaö&tlöav, eteqccv öe rijv jrf.pt &e66a/.iav, rgirrjv ös negi ’Hliv, qs lnniag VEVEL, XETttQTrjV TtjV EV &t67lQG)Tüig. Del pari ad altri non e da pensare che al nostro 93), leggendo, nella sesta delle Vite di Omero pg. 233 94), che un Ippia disse il poeta oriundo da Cu me, cittä dell’ Elide nell’Asia minore. II brano Frm. ^4 pg. 61 presso lo stesso Mueller. 88) Cioe 1’Asia e 1’Europa, come spiega lo Scolio a questo luogo : 'Itctciaq (jivrst vrt~b im twv ’Qxsavoü Su^arcpuv • S6o yäp ’ü/saviSa; npöiepev yev&Oai, ’Aalxv '/.al Eüpwwjv, äcp’ a>v ike, yo>pa; eip/jcaöt. V. il Mueller sotto al frm. *9) 11 Friedei, in vece, nella nota 1 alla pg. 23: Sed schol. adApoll. Rhod. non Hippias Eleus, aed Delius memoratur neque Delii nomen in Eiei mutandum videtur. 90) Cfr. Maehly pg. 45. 91) Presso il Mueller frm. 12 pg. 62. II quäle nota: Gf. Pherecyd. fr. 52. 92) Presso il Mueller frm. 5 pg. 61. II quäle nota : Cf. Apollodor, fr. 170. E il passo in questione assegna pure alle e6v(Sv ovo|*«ofat, j] Welcker, nell’Epischer Cyclus, Bonn 1865, pg. 143 nota 167: Da Hippias vor Ephoros, da er ohne Beinamen genannt ist, da der Sophist qerade sich mit Homer besonders abgab und mit alter Archäologie. — A cui fa eco il Mueller nella nota al frm : Eleum Hippiam, neque alium, intelli-gendum esse recte contendit Welcher. 94) Nella Bibliotheca codd. Graec. mss.. I dell’ Iriarte. Presso il Westermann : Biographi pg. 30 sg. Presso il Mueller frm. 8 pg. 62. e questo: "ylva^Lfitvrjg xal ^KfictGTtjg xal Tlivdagog Xiov t'ov "OfirjQov nnotpaivovTtu xal (HJtdxotrog, rImtlag d’av xal ’ttcpoQog Kviudov. II Mueller, dopo 1’ Osann *5), pretende che quest’affermazione d’Ippia sia tolta al Xoyog Tgaixog- I« per me, se a qualche discorso epidit-tico o a qualche altra opera, non credo si facile decidere 9B). Cosi dalla notizia presso Diogene Laerzio I 3 97): ’Agi6TOTth]g re xal Inn lag cpaolv avrov - (-)a/Sjv - xal roig dipv/OLg ui-TuditiovuL il'v/Jyg rfji/iaigdfisvov ix rt/g ktifov rtjg ua'/vi/n'dog xal rov rjktXTQOv — ci guarderemo bene dal conchiudere che Ippia abbia scritto una Storia della filosofia o qualcosa di simile; e che abbia trattato Dei tiranni, perche nell’Argomento all’ Edipo Re di Sofocle08) leg-giamo: idcov Öt xi TttnovftaGiv oi ue&,r'0^it]Qov iroiyral tovg noii tu>v Tq(o'ixÜ)V ßaOddg Tvuavrovg ngoOayogsvovTeg, oipt nott rovdt rov ovo-fiarog dg rovg 'I-’.khjVag diado&tvrog, xara rot’g .'Ig/i/.dyov yjjoi’ovg, xaftairiQ Inn lag 6 öocpLözi/g (prjOiv. 'O/iijQog yovv rov nävrcov nagavo-fidruTOV ”KytTov ßaöUta ipi/öl xal ov tvquvvov ' dg "Estrov ßaöiAija ßgordrv dijfojuova m). Pure il Boeckh e 1’ Ebertlno), citati dal Maehly e dal Friedei101), vogliono incastonare anche quest' ultima notizia e 1’ assegnano alla Hvvayayr] — Collectio — rammentata da Ateneo nel passo XIII pg. 609 A102), che ora riferiremo,n:l). l)ice dunque: tnt xaiAtt dt diaßdr/TOiytyovaöL yvvaixtg, (-JagytXta v Ahkijiiia lnl), 7/Tig xal TtOOaQsOxaldtxu dvdgdöLv iya/iijib/, ovöa xal Pg. 509. 9f') Al Friedei, pg. 21, pare da qualche orazione archeologica e non dal acvoc Tctoijcoc. Dice : nisi forte credas, Homer um ah Hippia quasi in Iransitu Cymaenm nominatum rssr, übi aptr in Ufa oratione. hoc ins er i potu er? f. non intellego. !'7) Presso il Mueller frm. 10 pg. 02. 98) Presso il Mueller frm. 7 pg. 02. 11 quäle rimanda a Suida v. T’jpavvsc, annotando : Primum rjpavvov innu.it Oygen ( \p/j.\c/o^ b Naptc; ‘/.ätx TCV auTvV, sc. quo Gyges reg navit, ypOVC%f *(iVÖ[t.V)0Z Herodot. I 12) dem. Alex. Strom. I pg. 389 Pott.: Ku^cpuov £v tm tz=p\ ’AXsjacuW' */aia Puvyjv a?jT;v iiO/jct y£Yovivafc; ßa-’.Xsusiv atzo frj: vr' \)\u[xzit.oo; • sv v.T. 9Y371 Zpö)TSV covojxZZÜ21 TJpavvcv. Cfr. Ehert. Diss. Sicull. I pg. I e 0; Osann pg. 501 ; Friedei pg. 24 con le note. 99) Odiss. 84. ,0°) Boeckh Praef. ad Schol. Pind. pg. XXI ; Ehert. op. cit. T pg. 7. 101) Maehly pg. 45 ; Friedei pg. 25. 102) Presso il Mueller frm. 1 pg. 01. ,03) 11 Friedei, dopo 1’ Osann, dice che quella notizia sulla voce tupavvsc potrehbo essersi trovata anche in una dissertazione di archeologia. Ne io vo* eon loro contrastare. 104) II sunto di quanto, pg. 503—505, va dicendo di questa donna 1 Osann, il quäle aneo questa notizia pone fra le archeologiche, e dato dal Mueller, sotto al frm., con queste parole : Osanmis suspicatur Hippiae de Thar-gelia narrationein jontem fuissc cor um, quac ntriorcs scriptorcs de cadcm to eiÖog nuvv Mih) xal 6orprh ag cpijöiv ' hriting o öoqpför^g iv tco htiygcupofitva Uvvayayr'j. Intorno a quest’ opera e al di lei conte-nuto si fece dai dotti piü d’ «na congettura, giä prima de] Mueller, il quäle, premettendovi la propria, due ne riassume a pg. 60. Qua.e ex Zvvccyayf], scrive, Athenaeus citat, ea sunt de Thargelia, cunno ce-leberrimo. Hinc si concludere aliquid licet, Zvvuyayijv fui se putaverim tüv Iväo&av yvvccixav105). Accedit quod eiusmodi libri indoles bene quadrat cum Ca'alogo Olympionicarum et cum opere de nominibus po-pulorum. Neque aliena huius generis argumenta a sludiis sophislarum fuisse vcl inde colligas, quod Polm quoque Catalogum eorum, qui ante Troiam pugnarunt, texuisse ferebatur (v. fragm. Damastae). Alüer statuit Bode (Gesch. d. ep. Dichtk. pg. 28), qui llippvim in Evvayayy de pulchro et venusto dispulasse censet. Contra Osannus declamationes ab llippia paratas et scriptas postea ab aliquo collectas, camqite col-lectiunem Xvvayayi) inscriptam esse statuit. A queste sarebbe da ag-giungere 1’ opinione, seguita dal Friedei106), dei su detti Boeckh ed Ebert, i quali, come pare, ritengono la Collezione un’ opera miscel-lanea, che discorresse di ogni genere di cose, opinione, alla quäle derebbe ragione il titolo stesso dello scritto ed il carattere d’ Ippia, ehe, come piü d’ una volta »’ e notato, in fatto di unita non era molto scrupoloso. Comunque, io sto col Maehly107) per la congettura del Mueller, il quäle crede dunque che nell’ opera siasi trat.tato un argomento speciale ed il titolo intero ne sia stato : Xvvaycoyij rav ivöö^cov yvvawdh> o anche meglio, secondo il Maehly stesso, rav Im suxkku TtiQißot/rav yvvcay.Cw. Famoso matematico ch' Ippia era, non ci sorprendera che Proclo Diadoco, inEuclide pg. 65, 11-15 ln8), tragga da uno scritto di lui, senza pero dirne il titolo, un cenno sul matematico Mamer-co,10il) fratello di Stesicoro, in questi termini: utr« Öe tovtov — mutiere, fabulantur. V. Plutarch. Periei. XXIV; Anonym. De mutier, in Bibi. /. alte K. u. W. 6 pg. '22 (Westermann Paradox, pg. 217); Lucian. Eunuch VII: Suidas, Hesych-, Etym. M. v. 0ap"pjX(a; Aeschinis Socrat. Dialogus Uspl T. 0apY. ap. Philostrat. V. S. pg. 919; Diog. L. II 7,3. de quo plura v. op. Osann, pg. 504 sg. 105) E nota a riprova : Sie Istri S'jvavtovr citatur simpliciter, quam alii plenius dicunt vel "(7>v ’AtOi'Swv. Quamquam idem eliam Wfijv ts — e da sostituirgli il nostro Eleo, questi allora diventerebbe per soprassello un eritico ingegnoso di molto. E per vero degne di un sofista, anzi d’ un Loyola, come dice F. A. Wolf nei Prolego-meni pg. 168, sono le due astuzie, onde quel critico tenta di cangiare il senso a due passi di Omero. Duae huiusmoii emendaiiones (jrpo-ßlr/fiKTa seu dnoQiag et /.vöiig) — serisse il gran Wolf — supersunt Hippiae Thasii, quarum alterius ne locum quidern inveniremus, (adeo mutatus est textus noster), nisi eum Aristoteles in transcursu indicassct. Est ille II. ß. 15., ubi tum pro verbis, T»toe66i de xtfdf ’ t(pr/7iT(U} le-gebatur jere ut cp. 297., dlöofitv de ot evyog aQeö&ai. Irnpium putabatur, lovem his verbis id plane promittere, quad evenlurum non esset; quasi in ceteris Jupiter secus agirel cum Agamemnone quam lelmva cum Achabo I. Rrgg XXII. Sed Hippias, acumine artibus Loyolae digno, verbum dldofiev mutavit in didöuiv. infinitivum pro imperativo accipien-dum, ut transpositus accentus culpam fraudis a love reiiceret in Som-nium. Alter locus est i\ 328., ab illo ita correclus ut hodie legitur — cid e ad ov di prima e sostituito o ’; to fihv ov %aTanv$tT(u ofißga —. Inoltre di quest’ Ippia di Taso non v’ e altrove memoria: sappiamo, invece, l’Eleo quanto fosse studioso d’Omero.118) Si pensi infine. 115) Pg. 510 del Museo R. e 259, 10 degli Anecdota Romana. 116) Poco pivi au. 117) Questa e una prova, dice 1’ Osann, ehe la corruzione e antica. I1S) V. nota 27 al capitolo precedente, del presente lä, dove della no- tizia nella Vita Omerica VI. II Friedel poi, pg. 21 sgg. e 32, seguendo una congettura del Bergk, Griech. Litgesch. 1 pg. 392, dal passo di Clemente Alessandrino da noi gin recato, eonchiude : Orpheum Mumeum Heniodum Ho-me.ro natti maiores putanse videtur; e, pg. 24 sg. e 32, seguendo il Lobeek (Lehrs de Aristarohi studiis Hom. pg. 40 not.), dal brano deli’ Argomento ali’ Edipo Re di Sofocle, pure giä da noi recato, che: Vocem TÖpxvvoc in carminibus Ho-mericis inveniri riegavit veI potius videtur negasse. — E ehe Ippia si occupasse in genere di poeti si rileva «nehe dal passo del Protagora 347 A, citato piu su. anche qui, al facile scambio nolla trascrizione dei nomi a cagione della somiglianza nelle lottere unciali — fC /\6I0C e OA^IOC 11!)) ■— e si vedrä che la eongettura deT Osann non e a rigettarsi alla leggera. Certo che pur gravi sono le ragioni addotte in contrario dal Maehly a pg. 47. Tu, o lettore, 1’ esamina e vedi : io per nie propendo ad accettare la proposta del primo, la quäle dal Mueller e considerata veri simillima 120). E stato gia avvertito come sarebbe cosa troppo arrisehiata dalla notizia in Diogene Laerzio I 3 eonehiudere che Ippia abbia dato mano a un’ opera filosofica. Ma il titolo di (piXotiocpog, donatogli, dopo quello di öoqpiötj/s, da Suida e poi da Eudocia121), puo avere sua rag io ne in null’ altro che in certi argomenti, che di preferenza amasse trattare nellc sue declamazioni : intorno alla invidia e a’la calunnia, di eui nei framinenti di Stobeo, poco fa citati, o intorno alla natura dolle leggi, di cui nel discorsetto del Protagora122) e nelle Memorie di Scnofonte IV 4, come si vedrä poco appresso ; o sia che gli scritti suoi avessero in genere un’ impronta morale. Ne 1’ avTUQxtia — animus sua sorle contentus — accennata da Snida e da Eudocia, c una qualitä, ehe in Ippia spiochi oltre modo. Intorno a’ suoi principi filosofici non si puo in generale eonehiudere, quali veramente fossero e s’ei seguisse questa o quella filosofica scuola: (•he su di ciö manca ogni indizio 123). Ora facciamoci a considerare ancora una volta il passo nel discorsetto d’ Ippia, teste aceennato, del Protagora 337 D, dal quäle, e ineglio dalle Memeric di Senofonte IV 4, 7 sgg.121), e dato for-marsi una qualche idca del come ei la pensasse in fatto di legge o di diritto. ,19) TI Mueller nella nota 1 alla pg. (>0 ricorda inoltre un Hippias Erythracu8, incertac aetatis scriptar, qui patriae historiam composuit (Athen, p. 258 F). Cfr. Voss De Hist. Gr. 111 pg. 178. opp. t. IV, citato dal Friodel nolla nota G alla pg. 20. 12°) II Friedei e di contraria opinione insienie cogli altri, ehe eita, nella nota 1 alla pg. 32, in numero di nove. 121) V. di questo eapitolo la nota 4. 122) Gia riportato. 1S3) Auf Empedokles und dessen Lehre von der Anziehung des Verwandten und Gleichartigen in der Natur führt es hin, wenn Hippias im Pro-tagoras \337 i>>] den Satz ausspricht : „Das Aehnliche ist dem Aehnlichen von Natur gleichartig“. Steinhart, Pref. all’Ip. Mg. pg. 39 nota 2. 11 passo del Protagora e riportato piü su. ia4) Questo dialogo tra Soerate ed Ippia nieriterebbe di essere tra-soritto per intero, ove non fosse troppo lungo : est enimy come osserva il Geel, St. er. pg. 193, in paucis classicus, e quo Hippiae ingenium cognoscatur. Nel Protagora ei si rivolta — nient’ altro ! — contro la leggo 0 proclama unico signore il diritto naturale : „Io čredo, ei dice, ehe noi siamo congiunti, fainiliari e coneittadini per virtu di natura e non di legge: clie il simile al simile per natura e eongiunto, lad-dove la legge, tiranna degli uomini, molte eose mette in conflitto con la natura.“ Quantunque nel dialogo di Senofonte ammansi ah quanto i suoi furori. Qui in fatti pare ehe la sua opposizione alle leggi, cli’ ei definisce: "A oi nolttca (ivvtttuiroi, « ti. dei noiuv xa\ a,v tyQc'al'avTO [13], derivi dalla considerazione clie quegli stessi, 1 quali le fanno, essi stessi le disfanno e le cangiano a loro posta: Nofiovg Ö’, Hf ij, o 2.'(oy.o«Ttg, jr&jg av reg tjytjßano öJiovdaiov ngdy/xa tivai tj to jcn'&eö&ai avrolg, ovg ye xoD.dxig avr !. oi tthuvoi an ifo-xi(Jui ' Innta, to avto imdftxvvfii vouiixov rt xul dlxatov nvea, 6v d’d ravavtla yiyvadxetg, ÖiÖaöxB. Kal o ' Innlag' ’/l/J.d, ud xbv Jitt, tept], (■) Zomgareg, o’v poi doxa Tavavrla yiyvußxHv olg ugqxag ntQi tov dixalov [18]. — Quanto poi alle cosi dette leggi non scritte, afferina 1’ origine loro divina, perche presso tutti gli uomini usa in primo luogo di venerare gli dei: ’Eya fUv, eeprj, ifiovg oluat, tovg voftovg Tovrovg roig dvftoojTroig %üvai' xal ydg naijd näötv avftgco-noig ttqmtov vofil&tai ffoovg öißav [19]; e perche chi le oalpesti pu-niscono esse da sole : Nr] tov z/t’, m -L’oixgartg, i-qst], tttoig zavra ndvra toixi' to ydg rovg vöuovg avrovg roig nagajiaivovöL tag Tific -Qiag iyiiv ßtlriovog >j xotr’ uv ft Qwnov vouo’&itov Öoxh [toi. uvw. [24], E crede ehe niun altro possa dare leggi giuste, se tali non sieno le divine: Ovx d././.a ud z//’, i'cpr]' O/oAt) ydg av aXX"g yt rtg rd dtxaia 1'OfioftntjötLtv, d n'tj fttog [25]. Biasimava egli dunque 1’ opera del-1’ uomo. Non sono principi questi, che rivelino malvagitä d’ aninio 128). Ed altra volta126) abbiamo avuto occasione di ammirare il nostro sofista per la bonta della sua morale : quando lo abbiamo udito definire la retorica come 1’ arte di dar la palma al vero. E presso Stobeo abbiamo visto 127) come definisse 1’ invidia e la calunnia. 12ä) Gratuita e 1’ asserzione del Prinsterer pg. 92 sg. : verisimile est perniciosa» ipsum et impias ex eius (csJEior) studio opinionc» retulisse, velul 7Yjv (pjotv omnia ysvväv bei Ttvoc artia? auTS^atV)? y.«l ävsu 5tav:i’a; jus'jsyji; [Sophist. 265 C] ; Deos esse 'iyvy;, ob f icei, aXX« T131 Vifste [Leyg. X 889 C\-, iuslitiam normtet in imbecillitatis praesidium esse execogitatam [Gort/. 483 sy.j. 126) Di sopra. la7) Di sopra. Concludiamo anche questo eapitolo con una di lui pensatu sen-tenza, ch’ e nel dialogo or ora citato di Senofonte 10: dixaui (ilv Ed ecco detto anche per quest’ altra via quanto e possibile dire del sofista 128) d’ Elide 129), deli’ uomo, che Tansania V 25 13°), senza 1' ironia di Soerate nel Protagora 337 C131), non si perito, come s’ e udito, di chiamare öo(pog. 188) A il titolo di sofista nei brani da noi citati di Plutarco, Apuleio, i .uri an n, Ateneo, Clemente Alessandrino, Filostrato, Suida o deli’ Argomento ali’ Ed. Re. 12!>) Ueber Hippias’ Vaterstadt sind alle Zengen einig. Zeller, Fil. pg. 95R nota 2. Cfr. i passi relativi giä eitati. 130) V. brano pili su. m) V- brano piü au. Ityomtg itollol aÖLV.u noiovöi, di'xcaa da ngaxzav ovd’av elg ad wog ftVy Breve raffronto del carattere d’lppia quaie risulta dai due dialoghi platonici omonimi e quäle d’ altronde Breve considerazione sull’ autenticitä dei due Ippia platonici Se un aocorto lettore mi ä seguito nella minuta disamina, cui sono venuto facendo, prima dei due Ippia platonici, poi delle altre, sparse e, pur troppo, scarse notizie, che piü o men da vicino riguardano il sofista, oramai n’ ä tratto da se senza dubbio quella conclusione appunto, alla quäle sono arrivato io stesso. Onde a mettergli qui dinanzi il minuzioso raffronto tra il carattere d'Ippia, quäle e dato di ricavare dai due dialoghi omonimi di Platone da una partc, dalle altre fonti dall’altra, mi parrebbe quasi di fare torto alla sua perspicacia; senza aggiungere che, se spesso e vero che repetita iuvant, non e meno vero 1e piü delle volte che una crambe centies recocta Herum recojuerc puö riuscire cosa terribilmente noiosa. Ma, se mai uno scrupolo tuttavia crucci il lettore, che dico, per convincerlo, come io sono convinto, che 1' essenziale o, meglio, il fondo dei carattere del sofista non e punto diverso cosi nell’una come nell’altra categoria di notizie, basterä, io credo, che mi tenga sulle generali e brevemente ne faccia risaltare soltanto la perfetta uguaglianza dei tratti piü salienti. In fatti: quella smoderata, superba, insolente e fatua ambi- zione del farsi ammirare abilissimo sopra tutti in ogni ramo dello scibile, non solo nelle arti liberali, ma nelle meccaniche ancora, e dei vestire non pure con eleganza, ma con lusso, questa ambizione, congiunta con una cotale garbatezza nelle maniere, o che non si appalesa e da quelle e da queste fonti la stessa ? e dalle une e s dalle altre non appare 1' Eleo buon diplomatico e quindi alla patria sua prezioso per la valentia, ehe dimostra, nel promuoverne gl’ inte-ressi presso gli altri stati, ma speeialmente a Lacedemone, e 11011 gira egli quindi senza tregua per cagione del publieo bene, e pure non gia suo malgrado, se col dare private lezioni, oltre a proeae-ciarsi di ehe vivere, rnette da parte eospicue somme di denaro? e per ambidue i generi di notizie non si mostra retore di professione e, come tale, non inculca la savia massima del seguire nelle que-stioni il giusto mezzo, eondannando tanto la forma stringata ehe la prolissa, mentre e egli appunto, che all’ atto pratico perdesi nel inare magno delle digressioni *) ? e cosi qua come la 11011 fa ogli ') Parmi questo il luogo meglio adatto a trattare im po’ ainpiamente la questione accennata nel capitolo II — v. nota 24 — se, cio e, al principio del dialogo minoro Ippia abbia finito appunto di tonere quella declamazione — il AOYs? Tpwix6s — che, tenuta giä a Sparta, aveva, nel dialogo maggiore [286 B], promesso di tenere fra tre giorni ad Atene. Opinano ehe si, per quanto io sappia, il Soeher, pg. 221, 1’ Osann, pg. 508, il Maehly, pg. 526.530 sg., e sono di parere contrario lo Steinhart, pg. 107, il Friedei, pg. 26 sgg., lo Zeller, pg. 958. Quest’ ultimo nota : Ver schieden davon — dal T p(i)Vy.CC — scheint der Vortrag über Homer (Hipp. min. An/.). E piü reeisamente diee lo Steinhart : Der Vortrag vom Achilleus und Odysseus, wiewol ebenfalls au/ Homerisches und Troianisches sich beziehend, ist doch eben ein anderer, als die dort — in Ippia maggiore — verheissene Paräncse des Nestor an NeopU>lemus. A riprova che non ö il \6'{0C Tpwixoc, dal quäle tragga occasione il dialogo minore osserva piü distesamente il Friedei : perche nell’ orazione aecennata nel dialogo maggiore s’ introduee a parlare Nestore, non puö questi — anche secondo lo Schanz, Beiträge zur vorsocratischon Philosophie aus Plato I pg. 146 — nel corso di lei proporre quäle esempio da imitare se stesso ; perche si recano gli esempi di Achille e di Odisseo, la domanda, quäle dei due sia migliore, e fuor di luogo, dal momento che tutt’ o due possiedono egualmente la virtü da imitare ; ö poi strano che Odisseo, 1’ astuto, venga citato quäle esempio imitabile ; in fine, che piü e, e impos-sibile che Nestore parli di Omero e di altri poeti. H ragionamento del Friedei non farebbe una grinza, se nel dialogo maggiore si affermasse ch’ e Nestore a parlare continuamente per tutta 1’ orazione. Ma io ö accennato giä, nel capitolo precedente, come, in vece, il dialogo fra Nestore e Neottolemo potrebbe non essere stato altro che una maniera di preambolo, a cui la vera e propria disserta/.ione si ap-piccicasse. E e qui che Ippia, con 1’ abilitä tutta sua, sarebbe assai age-volmente riuscito a perdersi in mille argoinenti, a parlare anche di altri personaggi e a mantenere cosi la promessa, che aveva fatta nel dialogo maggiore, di discorrere, ciö 6, di xat aXXa xsXXä xal ä^ia E pare in fatti che nel dialogo minore 1’ abbia anche mantenuta. Se no, come avrebbe Socrato potuto dire: žitilBr) xal aXXa woXXi v.xi _lCavroŽaxa Vjtj.Tv eiüt-žeS«ixT« xai icecl tcoiyjiwv ts aaXwv y.ai wepl *Ü(Ar)pou? consistere La bellezza dolin stile nel manierato o nel gonfio? o non e ad Oliinpia sempre, dinanzi al solenne e numeroso convegno degli Elleni, al quäle mai non manca d’ intervenire, dove di preferenza ambisce di pavoneggiarsi dello sterminato suo sapere, sebbene anche d’ ordinario traggasi dietro eletta schiera di ammiratori ? e, laseiando da parte le sue orazioni di argomento morale, non e evidente, e qua e la, com' egli con predilezione parli e scriva di archeologia, ma pur si Si p n o per altro anche prescindere da questa congettura, per avventu-rarne un’ altra, probabile del pari : che, eiö e, per tutta 1’ orazione, detta e a Sparta e ad Atene, si continui, per boeea di Nestore, a dare precetti a Neottolemo. Qnindi si sarebbe discorso soltanto di Aehille e di Odisseo e quest’ ultimo si sarebbe proposto come esempio da fuggire e non da imitare — e di Nestore punto: perche ’AXX*’£y<*> 001 i6žX ca^ŠOTiipOV Iti i) TCT£ 5teJ.0s“v & JLEfti) y-at Itspl TOlJTtov xai xepl diXXtoV risponderebbe Ippia appena alla domanda, che fa Socrate, quäle dei due eroi sia migliore. Ne quell’ > : ‘i f .nwi• ■■ l U] T:': • . ■ ■ .....jv:sr ! • ■. n< !-ki- , ' ! ij i Mi- i , ■ -I '<■) H h U ■ .-.‘Hf j! • mm si ■■•■■■■' lil.;- f if>b ni|«> • j <-■('■;! ul ■ ;;riirV M f i •• - NOTliClE SCOLASTICHB Corpo insegnante al termine deli’ anno scol. 1908-09 N O M E MATERIE Oro Capo- elasse in OSSERVAZIONI 1 Giovanni Bisiac, i. r. direttore della VI classe di rango. Tedesco in II e V. 6 Membro deli' 1. r. Oonsi-glioscol.prov dell'Istria. 2 Arturo Bondi, i. r. pro-fessore. Geografia e storia in I b, III-VIII 23 Custode della collezione geograflco-storica e direttore dei giuochi giovanili. 2 Giovanni Buttignoni, i. r. professore; cano-nico onor. del Cap. catt. di Trieste. Religione in tutte le classi. 18 Prelatu doinesUco di Sna Santiti. 4 Antonio Caidini, i. r. professore Latino in II, Greco in IV, Proped. filosof. in VII e VIII. 16 II Oustode della biblioteca giovanile. 5 Orlando Inwinkl, i. r. professore. Matematica in I. b e in IV-VIII, Fisica in VII e VIII. 25 VIII Oustode del gabinetto <11 lisica. 6 Giovanni Larcher, i. r. prof. deli’ VIII classe di rango. Fu in permesso du-rante tutto 1’ anno. I. r. ispettore scolastico distrettuale colla sede a Pola. 7 Dr. Vittorio Largaiolli, i. r. professore. Matematica in I. a, in II e III, Storia nat. in I. a, I. b, II, III, IV e VI, Fisica in IV. 24 Custode del gabinetto di storia naturale. Membro della commiss. esamina-trice per candidati al ma-gistero nelle scuole popo-iari e cittadlne. 8 Francesco Majer, i. r. prof. della VII classe di rango. Latino in VI e VII, Greco in VIII. 16 VII Rappresentante comuna-le, membro del Consiglio scolastico locale e civico bibliotecario. 9 Don Giovanni Musner, i. r. professore. Latino in IV, Italiano in IV, VI e VIII. 15 IV Membro della commis-sione esaminatrice per candidati al magistero nelle scuole cittadlne. 10 Celso Osli, i. r. professore. Italiano in II, III, V e VII, Greco in V. 18 Custode della biblioteca dei professorl. 11 Ugo Pellis, i. r. docente effettivo. Tedesco in I a. III, IV, VI, VII e VIII. 18 VI 12 Dr. Eugenio Simzig, i. r. docente provvi-sorio. Latino in I a, Italia-no in I a, Tedesco in I b, Geografia e storia in II. 19 I. a N O M E MATERIE Ore Capo classc in OSSERVAZIONI 13 Giuseppe Vatovaz, i. r. professore della VII classe di rango. Latino in V e VIII, Greco in VI. 16 V Insegnö la Oalligrafia (2 ore sett.). Fu custode del gab. archeol. e distribu-tore dei libri scol. del fondo di beneficenza. 14 IginiO Zucall, i. r. docente effettivo. Latino in III, Greco in Til e VII. 15 III 15 Cristiano Mauroner, i. r. docente abilitato. Latino in I b, Italia-no in I b, Geografla 15 I b 16 Docei Matteo Krištofič, i. r, maestro della IX classe di rango presso la casa di pena. in I a. iti delle materie faco Lingna croata, 3 corsi. ltat r. ive: 17 Ruggero Cossar, i. r. maestro suppl. di pra-tica presso 1’istituto magistrale. Disegno, 2 corsi. 4 13 Adolfo Schaup, i. r. maestro di ginnastica presso 1’istituto mag. Ginnastica, 2 corsi. 4 19 Giovanni Sokoli, i. r. maestro di mušica della IX classe di rango presso 1’istit. mag. Canto, 2 corsi. 3 Civica deputazione ginnasiale: Signor avv. Fellce Dr. Bennati, rappresentante comunale Luigi Dr. Longo, „ • „ Pietro Dr. de Madonizza, „ Francesco Zetto, i. r. bidello o custode deli’eilificio. Cronaca dell’Istituto L’ anno scolastico 1908—1909 ebbe principio il giorno 16 settem-bre. L’ ufficio divino d’ inaugurazione fu celebrato il giorno 18 settembre. 11 giorno 19 incominciarono le lezioni regolari. Furono pure so-lennizzati nel modo consueto gli anniversari deli’ Augusta Casa imperiale ai 18 agosto, 4 ottobre e 19 novembre. II giorno 26 settembre 1’ i. r. medico distrettuale sig. dott. Vittorio Gramaticopulo visita gli occhi degli scolari. Nei giorni 13 e 14 ottobre la scolaresca accede ai ss. sacramenti della Confessione e della Comunione. II giorno 2 dicembre 1908 venne festeggiata la faustissima ricor-renza del sessantešimo anniversario deli’ aseensione al trono di Sva Maestä V Augustissimo N ostro Imperator e Francesco Giuseppe 1 con-formemente alle disposizioni emanate in proposito dali’ eccelso i. r. Ministero del Culto e deli’ Istruzione e alle deliberazioni preše nella Conferenza del 10 giugno 1908. Alle 8 y2 professori e študenti si radunarono nell’ aula maggiore deli’ istituto, decorata per 1’ occasione. La festa scolastica principio con un discorso tenuto dal direttore, nel quäle venne spiegata 1’ importanza speciale della giornata, si fecero risaltare le preclare virtü del nostro Augustissimo Monarea, sapiente Ristoratore deli’ Austriaco Impero, si accennö ali’ immenso sviluppo materiale, politico ed intellettuale deli’ Impero durante i dodici lustri di regno di Sua Maestä, che con instancabile cura e pa terno amore dedied tutta la Sua vita al benessere dei Suoi popoli, si disse del grande rispetto e della grande venerazione ehe gode la nobile, generosa e ca-valleresca persona del nostro arnato Sovrano presso tutte le nazioni civili del mondo e presso tutti i regnanti. II direttore rammento pure quäle speciale devozione debba il gin-nasio di Capodistria al Magnanimo Monarea, ehe, con gioia e grati-tudine generale, risolse le trattative iniziate dal nostro Municipio, perche detto Istituto passasse in regia dello stato, trattative ehe dura-rono laboriose tre anni per le difficolta incontrate nello stabilire la lingua d’ istruzione, esprimendo il fervido voto ehe la Divina grazia Gli conceda di poter guidare per lunghi e lunghi anni ancora i destini dei Suoi popoli, e chiuse il suo dire col grido : Evviva Sua Maestä il nostro amatissimo Imperatore Francesco Giuseppe I. II coro ginnasiale intono indil’Inno giubilare del defunto maestro Giorgieri. Appena terminato il canto, si presento ai eompagni il giovinetto di classe V, Pauluzzi Ottone, e declamo con grazia e con affetto una poesia d’ occasione. Popo ohe il coro ginnasiale ebbe cantato la canzone „Salve o Patria“ (secondo Magrini), apparve sul podio lo scolaro di elasse VI, Muggia Oostante, e declamö con espressione la ballata di Schiller „II conte d’ Absburgo“ nella traduzione di Maffei. Col canto deli’ inno deli’ impero, eseguito dal coro ginnasiale, si chiuse la prima parte della festa scolastica. Dopo la solennita nell’ aula la scolaresca, accompagnata da tutto il Corpo insegnante, si recö in üuomo per assistere alla sacra funzione della Messa, cantata dal coro degli študenti ginnasiali. Con ciö ebbe fine la seconda parte della festa scolastica celebra-tasi, giusta le magnanime intenzioni di Sua Maestä, senz’ apparato di addobbi dispendiosi, ma con un atto di beneficenza, avendo il Corpo insegnante contribuito 1’ importo di corone 76, che venne devoluto al fondo giubilare pro infanzia. Ai 20 febbraio 1909 si chiude il primo semestre cd ai 24 del niese stesso si da principio al secondo. Nei giorni 18, 20, 23, 24, 26, 30 marzo c 21, 23, e 24 aprile il Rov.mo Coinniissario vescovile Mons. cav. Giorgio Pitacco assiste all’ istru-zionc religiosa in tutte le classi, nel giorno 9 maggio alla Messa cd alle esortazioni. Nei giorni 29 e 30 marzo si tengono gli esereizi pasquali, alla fine dei quali la scolaresca accede per la seconda volta ai ss. sacramenti della Confessione e della Comunione. Nei giorni 15—28 aprile 1’ ill.mo sig. ispettore scolastico provin-ciale prof. Nidolö Ravalico ispeziona 1’ istituto e nella conferenza tenu-tasi addi 28 aprile esprime la sua sodisfazione per il buon andamento deli’ istruzione, 1’ operositä seria e profieua dei docenti e il buon profitto della scolaresca. Nei giorni 25 maggio e 2 giugno l’i. r. medico distrettuale sig. dott. Vittorio Gramaticopulo pratica la vaccinazione a 6 e la rivaecinazione a 64 scolari dell’ istituto. Dal 1 al 3 giugno si elaborano i temi per gli esami di ma- turitä. Gli esami orali si tennero nei giorni 30 giugno e 1. luglio sotto la presidenza deirillmo signor ispettore scolastico provinciale prof. Nicolö Ravalico. Nei giorni 15 e 16 giugno la scolaresca s accosta per la tcr/.a volta ai ss. sacramenti della Confessione e della Comunione. L’anno scolastico si chiude 1'8 luglio col solenne ufficio divino di ringraziamento e con la distribuzione degli attestati seinestrali. II 9 luglio si terranno gli esami di ammissione alla prima classe. Riassunto dei decreti piü importanti pervenuti alla Direzione ginnasiale durante le ferie deli’ anno scolastico 1907-08 e nel corso del 1908-09. Con decreto deli’ i. r. Cons. scol. prov. deli’ Istria deli’ 11 luglio 1908 n. I. S. 775-08 il docente effettivo Orlando Inwinkl viene definitivaraente confermato nel suo pošto e gli viene contempo-raneamente conferito il titolo di „i. r. professore“. Con decreto deli’ i. r. Cons. scol. prov. deli’ Istria del 28 luglio 1908 n. I. S. 948—08 il docente effettivo Giovanni Buttignoni viene confermato definitivamente nel suo pošto e gli viene conferito contem-poraneamente il titolo di „i. r. professore“. L’ i. r. Cons. scol. prov. deli’ Istria, con dispaccio 12 settembre 1908 n. I. S. — 949-1-08, notifica che il sig. Ministrodel Cultoedell’ Istru-zione, con decreto 28 agosto 1908 n. 37169, nominö il supplente Ugo Pellis a docente effettivo in questo istituto. Con dispaccio deli’ i. r. Logotenenza di Trieste del 18 settembre 1908 n. VII-596-4-08 viene dato al direttore ginnasiale di qui 1’ ono-rifico incarico di presiedere 1’ esame di maturita nella sessione autunnale 1908 nel Ginnasio-Reale e Scuola Reale Superiore proviriciale in Pisino. L’ i. r. Cons. scol. prov. deli’ Istria, con dispaccio 17 settembre 1908 n. I. S. 1235-08, comunica ehe il sig. Ministro del Culto e deli’ Istru-zione, con decreto deli’ 8 settembre 1908 n. 29786, trovö opportuno di trasferire, per ragioni di servizio, il prof. Giulio Castelpietra da questo ginnasio a quello di Zara e il docente effettivo Iginio Zucali da quello di Zara a questo. L’ i. r. Luogotenenza di Trieste, con dispaccio 19 settembre 1908 n. pr. 748-16, notifica ehe Sua Maestä 1’ Imperatore, con Sovrana Risoluzione del 23 agosto 1908, si e graziosamente degnata di nominare il direttore deli’ i. r. Scuola Reale dello stato di Pola, Dr. Ruggero Feliee Solla, a membro deli’ i. r. consiglio scolastico provinciale deli’ Istria. L’ i. r. Consiglio scol. prov. deli’ Istria, con decreto 28 settembre 1908 n. I. S. — 1267—08, accorda al prof. Giuseppe Vatovaz la quinta aggiunta quinquennale di soldo. L’ i. r. Cons. scol. prov., con disp. 4 ottobre 1908 n. I. S. — 966-08, in risposta al rapporto finale della direzione riguardante il decorso anno scolastico, dichiara che sono piu ehe sodisfacenti le condizioni esistenti in questo istituto tanto in rispetto ali’ at ti vi ta didattiea del corpo insegnante e alla disciplina scolastica quanto all’ igiene scolastica e al risultato della classificazione in generale. L’ i. r. Consiglio scol. prov. deli’ Istria, con dispaccio 10 ottobre 1908 n. I. S. — 1367-08, approva 1' assunzione del supplente Dr. Eugenio Simzig. L’ i. r. Consiglio scol. prov. deli’ Istria, con dispaccio 19 ottobre 1908 n. I. S. — 1375-1—08, comunica ehe 1’ i. r. Min. del Culto e del-1’ Istruzione, con decreto del 10 ottobre 1908 n. 41346, approvö anche per 1’ anno scolastico corrente la divisione della prima classe in due sezioni e 1’ assunzione di un supplente. L’ i. r. Consiglio scol. prov. deli’ Istri a, con disp. del 24 ottobre n. I. S. — 1406—08, approva 1’ assunzione del supplente Cristiano Mauroner. L’ i. r. Consiglio scol. prov. deli’ Istri a, con disp. del 27 ottobre 1908 n. I. S. — 1408-2—08, comunica ehe il sig. Ministro del Culto o deli’ Istruzione, con decreto del 21 ottobre 1908 n. 42556, ha nominato il prof. Dr. Vittorio Largaiolli a membro deli’ i. r. Commissione esami-natrice per i candidati al magistero nelle scuole popolari e cittadine con la sede a Capodistria. L’ i. r. Consiglio scol. prov. deli’ Istria, con disp. del 9 novembre 1908 n. I. S. — 830-1 —08, notifica ehe il sig. Ministro del Culto e del-1’ Istruzione, con decreto del 17 ottobre 1908 n. 41348, nomino il supplente dott. Eugenio Simzig a docente provvisorio in questo istituto. L’ i. r. Cons. scol. prov. deli’ Istria, con decreto del 26 novembre 1908 n. I. S. — 1625—08, accorda al Prof. Antonio Caldini la seconda aggiunta quinquennale di soldo. L’ i. r. Luogotenenza di Trieste, con dispaccio del 17 dicembre 1908 n. VII — 1353—08, notifica clie 1’ i. r. Min. del Culto e deli’ Istruzione, con decreto del 12 ottobre 1908 n. 42851, nomino il prof. alla scuola reale dello stato del III distretto di Vienna, Edoardo Brechler, a delegato ispettore speciale per 1’ insegnamento del disegno a mano libera nelle scuole medie e magistrali del Litorale per 1’ anno scol. 1908—09. L’ i. r. Cons. scol. prov. deli’ Istria, con dispaccio del 12 febbraio 1909 n. I. S. — 340—09, comunica ehe Sua Maesta 1’ Imperatore, con Sovrana Risoluzione del 30 dicembre 1908, si e graziosamente degnata di nominare al pošto del defunto Francesco Perscbinka il prof. ali’ i. r. Ginnasio dello Stato del XIII distretto di Vienna, Dr. Roberto Kauer, a i. r. Ispettore scol. prov. nel Litorale. L’ i. r. Consiglio scol. prov. deli’ Istria, con decreto 30 maržo 1909 n. I. S. — 245—09, accorda al prof. Arturo Bondi la prima aggiunta quinquennale di soldo. L’ i. r. Luogotenenza di Trieste, con dispaccio del 26 maggio 1909 n. 640, da al direttore ginnasiale di qui 1’ onorifico incarico di presie-dere 1’ esame di maturita di quest’ anno nel Ginnasio-Reale e Scuola Reale Superiore provinciale in Pisino. IvIBRI I> I TESTO da usarsi nell’anno scolastico venturo 1. Religione. Catechismo grande della religione cattolica, coli’ approvazione del la curia veacovile di Trieste-Capodistria. Trento G. B. Monauni 1900 ; in cl. I e II — mons. V. Monti, Compendio di liturgia cattolica ; in cl. I-III (salvo 1’ approvazione ministeriale). — Schuster, Storia sacra del vecchio e del nuovo Testamente, Vienna 95 ; in cl. III e IV. R. Endrizzi, Breve studio scientifico della religione cattolica, Parte I, Apologia, Rovereto 1906 ; in cl. V. Parte II, Dommatica ; in cl. VI. — Parte III, Morale ; in cl. VII (salvo 1’ approvazione ministeriale) -— S. Zieger, Compendio di stoaia ecclesiastica, Trento 1908 ; in cl. VIII. 2. Latino. Scheindler-Iülg, Grammatica latina, 2. ed. Trento, '00 Monauni ; in d. I-VIII. — Steiner-Scheindler, Esercizi latini, Trento, Monauni ’90 ; in cl. I e II. — lülg, Esercizi di sintassi latina, parte I e II ; in cl. III e IV. — Gandino, Esercizi di sintassi latina ; in cl. V-VIII. — Cor-nelio Nepote e Q. Curzio Rufo di Schmidt-Vettach, Vienna, Tempsky ’07 ; in cl. III. — Caesar, Bell. Gail., cd. Defant, Praga, Tempsky ’92 ; in cl. IV. — Ovidius, Carm. sel.: ed. Sedlmayer-Oasagrande, Vienna, Tempsky '90 ; in cl. V. — Livius a. u. c. üb. I, II, XI e XXII, ed. Zin-gerle, Praga, Tempsky '96 ; in cl. V. ■— Sallustius, Catilina ed. Scheindler, Praga, Tempsky ’91 ; in cl. VI. — Vergilius, Aen., ed. Klouöek-Szom-bathely, Praga, Tempsky ’91 ; in cl. VI e VII. — Cicero pro Sestio, De senectute, Epistolae, In Verrem IV, in cl. VII — Cicero in Catil. ; in cl. VI; ed. Nohl, Praga, Tempsky. -— Tacitus, Ann. Hist. ed. Müller, Praga, Tempsky ’90 ; in <0. VIII. — Horatius, Carm. sel., ed. Petschnig, Praga, Tempsky '00 ; in cl. VIII. 3. Greco. Curtius-Hartel, Grammatica greca, 2.a ed. 1892, Trento Monauni : in cl. III-VIII. — Schenkl, Esercizi greci, Trento, Monauni ’89; in cl. III, IV e V. — Casagrande, Esercizi greci, II parte, Capodistria, Priora ; in cl. VI-VIII. — Schenkl, Crestomazia di Senofonte, Torino, Loescher ’80 ; in cl. V. — Homeri Ilias, ed Christ-Defant, Vienna, Tempsky ’90 ; in cl. V e VI. — Herodoti Epitome, ed. Hintner. Vienna, Holder ’98 ; in cl. VI. — Demosthenis Orationes, ed. Defant, Praga, Tempsky ’89 ; in cl. VII. — Odissea di Omero, Christ-Leveghi, Vienna, Tempsky ’06 ; in cl. ATI e VIII. — Platone, Apologia di Socrate, 1’ epilogo del Fedone di C. Cristofolini ; in cl. VII e VIII. — Platone, Eutifrone ed. Kral, Praga, Tempsky ; Sofocle, Elettra ed. Schubert; in cl. VIII. 4. Italiano. Curto, Gramm, ital., Capodistria, Priora, 2. ed. ’03 ; in cl. I-IV. — Nuovo libro di letture italiane, parte I-IV, Trieste, Schimpff ’98 : in cl. I-IV. — Hassek, Antologia di pocsie e prose italiane, parte I-IV, Trieste, Chiopris ’91 ; in cl. V-VII. — Manzoni, I Promessi Sposi, Hocpli '00 ; in cl. III, IV e V. — L. Polaceo, Dante, la Divina Commedia, od. Hocpli, Milano ; in VI-VIII. 5. Tedesco. Defant, Lingua tedesca I, Trento, Monauni 2.a ed. ; in cl. I e IT. Defant, Lingua tedesca II, Trento, Monauni '04 ; in cl. III e IV. Noe. Antologia tedesca I, Vienna, Manz ’92 ; in cl. V. e VI. — Noe, Antologia tedesca II, Vienna, Manz ’98 ; in el. VII e VIII. •— Hassek, libro di versioni dali’ it. in ted., Trieste, Schimpff "94 ; in el. VII c VIII. — Willomitzer, deutsche Grammatik, 9. Aufl. Vienna, Manz ’02 ; in el. V-VIII. 6. Storia e Geografia. Seibert, Geografia, I p. Holder, 1906 ; in el. I. Morteani, Com-pendio di geografia II-IV, Trieste, Schimppf ’94 ; in el. II, III e IV. Mayer, Manuale di storia univers. per le classi inf. delle scuole medie, parte I, II e III, Praga Tempsky ’97 in el. II, III e IV. — G’ndely, Storia universale per il ginnasio sup., parte I, II e III Praga, Tempsky ; in cl. V, VI e VII. — Hannak, Geografia e Storia dell’Austria-Ungheria, Vienna, Holder ’94 ; in cl. VIII. —- Kozenn, geogr. Atlas, Vienna, Hölzl '01 ; in el. I, II, III, IV e VIII. — Putzger. hist. Scliulatlas, Vienna, Pichler '92 ; in cl. 11-VII. 7. Matematica. Wallentin, Manuale di Aritm., parte I, Trento, Monauni ’9fi ; in cl. I e II. -— Hočevar, Geometria per le cl. inf., Praga, Tempsky ’81 ; in cl. I-IV. — Wallentin, Manuale di Aritm. parte II, Trento, Monauni ’92; in cl. III e IV. Močnik-Mcncgazzi, Algebra per le classi superiori, Trieste, Dase ’84 ; in cl. V-VIII. — Moönik-Menegazzi, Geometria per le classi sup., Trieste, Dase ’84 ; in cl. V-VIII. — Dr. 0. Schlömilch, iFünfstellige logarithmische und trigonometrische Tafeln, 19. Auflage n d. VI-VIII. 8. Scienze naturali. Schmeil - Largaiolli, Storia naturale con speciale riguardo alle relazioni fra struttura e vita degli organismi. Regno animale in cl. I e II ; Regno vegetale in cl. I. e VI. Trieste, Schimpff. — Christ-Postet, Elementi di fisica, Trento Monauni ; incl. III. — G. Fiumi, Elementi di Chimica e Mineralogia; Trento, Monauni ; in cl. IV. — Hoebstädter-Bisching, Mineralogia e Geologia, Vienna, Holder ’82 ; in cl. V. Burgerstein, Botanica per le classi superiori, Vienna, Holder ’95 ; in cl, VI. — Graber-Mik-Gerosa, Elementi di Zoologia. Praga, Tempsky ’96 ; in cl. VI. — Münch-Job, Fisica, Vienna, Holder ’9(S ; in cl. VII e VIII. 9. Propedeutica filosofica. Lindner, Compendio di Logica formale, trad. da Erber, Zara ’82 : in cl. VII. — Lindner-Visintainer, Psicologia : in cl. VIII. Di questi te&ti scolastici sono permesse, oltre le edizioni recentis-sime, anche le anteriori ; sono eccettuati i seguenti libri : i quattro vo-lumi della Antologia italiana per il ginnasio superiore ; Defant ; Letture tedesche, parte I ; Wallentin, Manuale di Aritmetica per e cl. I e II: Hannak, Geografia e statistica dell’ Austria; Münch, Trattato eli Fisica per le classi superiori dei ginnasi. Gli scolari quindi avranno cura di aequistarne soltanto 1’ ultima edizione, essendo victato, per ragioni didattiche, 1’ uso dellc edizioni piü vecchie. II piano didattico seguito in questo i. r. ginnasio corrispose anche quest’ anno scolastico pienamente alle vigenti ordinanze ed istruzioni; «i pubblica quindi soltanto 1’ elenco delle opere lette e commentate nell’ insegnamento delle lingue classiche e della lingua italiana e tedesca. .4. Latino. CI. III : Cornelio Nepote e Q. Curzio Rufo. Letture latine. (Interamente). CI. IV : 0. G. Cesare, Della guerra galliea, lih. V, VI eparte del VII. 01. V : Tito Livio, Ab urbe condita, libri I, XII, brani scelti. P. Ovidio, Metamorfosi, Fasti, brani scelti. 01. VI : Sallustio Crispo, Bellum Iugurthinum. \Tirgilio Marone, Eneide I. Egloge e gebrgiche a scelta. M. T. Cicerone, I orazione contro Catilina. f'l. VII : M. T. Cicerone, Pro Sulla, II Philippica, De amicitia. Virgilio Marone libi IV, VI. CI. VIII : C. Tacito, Annales IV, V, brani scelti. Q. Orazio, Odi, Epodi, Sermoni, Epistole, a seelta. B Greco. CI. V : Senofonte (Crestomazia dello Schenk)), Dali’Anabasi: I, II, lil. I\’ — Dalla Ciropedia : I, II. Omero, Iliade. C. I. < 'I. VI : Senofonte (Crestomazia dello Schenkl), Delle memorie socratiche 1,11,111, IV. Omero, Iliade II, IV, V. Erodoto, Storie, brani scelti. CI. VII : Demostene, I Filippica, 1, 2, 3, OlinticaOmero, Odisseal 1— KM), V. VI, VII, VIII, IX. CI. VIII. Platone, Apologia, Critone, Lachete. Sofoele. Eflippo a Co-lono. Omero Odissea XXIII, XXIV. C Italiano. 01. V : I classicisti. — I romantici. -— I puristi e gli studi sulla lingua. Storici del secolo XIX. — Prosatori e poeti di varie tendenzo letterarie. — G. Prati. — G. Zanella. — G. Leopardi. Leitura domestica : V. Monti, Aristodemo, Dalla „Feroniade“, Morte di Ettore (versione deli’ Iliade), La bellezza dell’ uni-verso. — U. Foscolo, Dalle „Ultime lettere di Jacopo Ortis“. — A. Manzoni, Adelchi, I Promessi Sposi. — T. Grossi, Marco Visconti, Le novelle. —- S. Pellico, Le mie prigioni. — M. D'A-zeglio, Ettore Fieramosca. — F. Guerrazzi, La battaglia di Bene-vento. — G. Leopardi, Dialogo della moda e della inorte, Elogio degli uccelli. — L. Papi, Napoleone Bonaparte (Dai Comm. della rivoluzione francese). 01. VI : Carlo Goldoni, Le commedie — Vittorio Alfieri, Saul, Filippo, qualche brano da altre tragedie — Pietro Metastasio, Attilio Regolo, La clemenza di Tito, Betulia liberata ecc. G. Parini, II Giorno, La salubritä dell’ aria, La cr.duta, L’ educazione ecc. Introduzione alla lettura della Divina Commedia di Dante, ed interpretazione dell’ Inf. c. I—X. — Letture domestiehe : Gaspare Gozzi, — I ser m oni j — dalla Difesa di Dante, dalle Memorie di Carlo Goldoni, L Mascheroni, L’ invito a Leesbia Oidonia. CI. VII : II Cinquecento: La tragedia. — La commedia. — II dramma pastorale. — Storici e politiei. — Epici — Biografi. — Tratta-tisti. — Novellieri. — La satira. — II Secenlo : La seuola del Marini. — II poema eroicomico. — Lirici e satirici. — Storici. -G. Galilei e la prosa del suo tempo. — Dante, Inferno C.o XX— XXXIV. Letlura domestica : La Gerusalemme Liberata. — I primi dieci canti deli’ Orlando Furioso e gli episodi piti noti e piti animirati. — N. Machiavelli, Dalle „Istorie Fiorentine“, Elogio di Cosimo de’ Medici, Dalla „Vita di Castruccio“. — B. Cellini, Dalla „Vita“. — A. Tassoni, Gli episodi piü celebrati e caratte-ristici della Secchia rapita. CI. VIII : I cronisti : Dino Compagni, i Villani — I biografi : Vespa-siano da Bisticci. — I novellieri : Giov. Boccaccio, Franco Šacchetti — Poeti lirici : Guido Guinicelli, Guido Cavalcanti, Dante Alighieri, fra Jacopone da Todi, Francesco Petrarca, Lorenzo do Medici, Angelo Poliziano ecc. — Dante Purg X—XXIII. — Foscolo : I sepolcri — G. Leopardi : La ginestra. — A. Manzoni : I cori delle tragedie, — La Pentecoste. Lellure domesliche: I fioretti di san Francesco — Dante, Vita nova — II Convivio (brani scelti) — Fulci — Morgante (brani scelti). 7). E «pr cizi nrnlori dr gli študenti. 01. VIII : E. Poglinlo — La critica letteraria nel Rinascimento. - S. Sellini/er Fu veramcnte umi fama usurpata quella di Gia-como Zanella ? E. Confercnze slorico-geograjiche degli študenti. 01. VII : D. Del Rello - Stori a della scultiira greca. A. lhtmirh Tucidide. - F. Te/lesco 01. VI. Letlura : Lessing, Emilia Galotti. — Esereizi oratori : Die geschichtliche Grundlage von Goethes „Egmont“ (F. Poli). — Sa-las y Gomez (L. Bonat). — Die Katastrophe in Lessings „Emilia Galbtti“ (0. Muggia). — Grillparzers „Abschiedvon Gastein“. (G. Negri). — Unsere Volkslieder (V. Zanelli). — Der Aufbau der Handlung in Lessings „Philotas“ (F. Damiani). Olasse VIII. Lettura : Schiller, Die Räuber; Esereizi oratori: Goethes „Prometheus“ und „Grenzen der Menschheit“. (G. Grego). - Aufbau der Handlung und Charaktere in Lessings „Emilia Galotti“. (A. Dussich). — Goethes „Novelle“ (A. Komarek). — Schillers Balladen ((5. Poccecai). — Die Zeitsatire in „Kabale und Liebe“. (D. Del Bello). — Fiesco. (G. Chie- rego). — Euripides’ „Iphigenie unter den Tauen}“. (S. Vardabasso.) — „Der junge Gelehrte“ von Lessing. (F. Romano). Classe VIII. Letlura : Goethe, Hermann und Dorothea ; Schiller, Die Jungfrau von Orleans. Esercizi oratori : Charakteristik der Hauptpersonen in „Hermann und Dorothea“. (A. Pesante). — Leasings „Minna von Barnhelm“ (F. Vissich). — Der historische Hintergrund der „Jungfrau von Orleans“ (A. Lazzarich). — „Das Kloster bei Sendomir“ und „Der Spielmann“ von Grillparzer. (G. Luciani). — Sappho in der Geschichte und im Drama Grillparzers (S. Sellinger). TEMI DI LINGUA ITALIANA elaborati nel corso deli’ anno scolastico dagM scolari delle classi superiori. Classe V. — A Lucia veniva ogni poco in mente il suo aspo ; e dietro all’ aspo, quante cose ! -— I Fiumi. — Un disastro ferroviario. — Richiesti di un articolo dal direttore di un giornalino per fanciulli, ehe scrivereste ? — Morte di Ettore. — Dal Sermone „Sulla Mitologia“. — Un atto di coraggio. — Leggi storiche. — Padre e figlio (dialogo). Quali vantaggi arreca la lettura ? — Gli zingari. — Dell’ unitä della lingua e dei mezzi di diffonderla. — Corda che troppo e tesa, Spezza sc stessa c 1’arco. _ C. Utsh. Classe VI. L’ autunno nclla natura e nella vita. — I gfovani sono dctti le speranze della patria ; e che s’ aspetta la patria da loro ? — Carlo Goldoni e il rinr;ovamento del teatro italiano. — Fare un libro e meno die nieiite — se il libro fatto 11011 rifä la gente. (Giusti) — Molto va perdonato al nostro tempo, poiche in un immane disastro ebbe pari 1’ eroismo e la caritä. — Carattere d’ Attilio Regolo nel dramma del Metastasio — La commedia e la tragedia. — Origine delle cittä. — Descrizione ed importanza del mare Adriatico — L’ Iliade e la glorifi- cazione d’ Achille. — Pluto „fiera crudele“. ,, ,, G. Mmner. Classe VII. Attraverso il settecento. — II pubblico de’ teatri fu argutamente definito un animale contemperato di quattro nature diverse : un asino, una scimmia, un pappagallo, un serpente. Datene la ragione e dite se a tale bestiale nomenclatura manca, dati i gusti di oggi, qualche altro animale. — Carcere e miseria. — La lotta dell’ uo-1110 con ja natura. — a) Cause e conseguenze della rivoluzione protestante. b) La pena di morte . — I comitati di beneficenza. — La super-stizione. — II linguaggio del saluto. — II Parini chiama il bisogno tiranno signor de’ miseri mortali; perche ? — II bestiale, 1’ orrido e il grottesco nell’ Inferno di Dante. — Gli spostati. Classe VIII. H genio e un re, ehe si crea il suo popolo. — Moto, aria e luee. — Dante fra i superbi del Purgatorio — Mors prineipium vitae. — Qual misera cosa sembra 1’ uomo dinanzi alla poteriza della natura ; ma lo e egli veramente ? — Satira nostra est. (Quintiliano). II Petrarca ed i Petrarehisti. — Ali’ osservazione attenta della natura noi dobbiamo i eapilavori deli’ arte e le maggiori scoperte scientifiehe. — Gli elementi romantici nella poesia dei classieisti. G. Musner. MATEKII5 Iv I 15 K IJ Lingua croata : Morfologia e sintassi, secondo il „Corso pratico eomparativo per lo studio della lingua croata“ di V. Danilo. Studio di brani scelti dai libri di lettura del Divkovic e del Maretic. Esercizi pra-tici a voce ed in iseritto. M. Krištofič. Calligrafia : Esercizi di serittura obliqua a caratteri latini e te-desclii L’ alfabeto greco (nella el. II). Prof. G. Valovaz. Canto : I. Esercizi elementari nei toni maggiori in Do, Fa, Sol ; esercizi a due voci (1 ora sett.). II. Coro misto (1 ora sett.). 111. Coro a voci mascliili; inni sacri, patriottici e profani (1 ora sett.). G. Sokoli. Disegno : 1. Esercizi di disegno geometrico a mano libera ; foglie simmetriche semplici ; ornamenti piani e semplici a matita e colorati. — II. Disegno d’ 'ornato policromo, disegno dal vero e figurale. ]{. Cossar. Ginnastica : Esercizi d’ ordine e sugli attrezzi. Ad. Schau p. Aumento delle Collezioni scientifiche A. Biblioteca dei professori. Bibliotecario: Prof. Cclso Osti. I. Doni. Dali' i. r. Min. del Quito e deli' Istruzione : Zeitschrift für oest. Volkskunde 1909. — Dali' i. r. Luogotenenza di Trieste : Gesetz- und Verordnungsblatt für das oest.-ill. Küstenland. — Dal prof. G. Qua-rantotto : Sonetti Istriani (1903—1907). — Ddlla Giunta prov. deil' 1stria : Atti della Dieta prov. dell’Istria; V. Sessione del nono periodo elettorale. Paren zo 1908. — Dali’ i. r. Min. del Culto e deli' Islruzione : Publikationen des literarischen Vereines in Wien ; VIII. Band : Ferdinand Kürnbergers Briefe an eine Freundin (1859—1879). Wien 1907. — Dal prof. mons. Lorenzo Schiavi : Giovanna d’ Arco. Modena 1909. Giovanna d’Arco. Trieste 1909. Guglielmo il Buono, Re di Sicilia. Modena 1909. Panegirico di San Luigi Gonzaga. Modena 1909. — DalV i. r. Accademia delle scienze in Vienna : Anzeiger der kais. Akademie der Wissenschaften. XLV Jahrgang 1908. Wien 1908. — DalV i. r. Luogotenenza di Trieste : Dr. Moriz Hoernes : Wissenschaftliche Mitteilungen aus Bosnien und der Herzegovina. III—IV. Band. Wien 1895—96. — Dal Dr. Michele Haberlandt: Zeitschrift für oest. Volkskunde. XIV. Jahrgang 1908 ; V. — VI. Schluss-Heft. II. Acquisti. Nuova Antologia 1908—09. — Rivista di filologia e d’ istruzione classica 1909. — Giornale storico della letteratura italiana 1909. — Mitteilungen der k. k. geogr. Gesellschaft in Wien 1909. — Zeitschrift für oest. Gymnasien 1909. — Verordnungsblatt für den Dienstbereich des k. k. Min. für Kultus und Unterricht 1909. — Groeber, Romanische Philologie (continua). — Zeidler, Deutscb-oest. Literaturgeschichte (continua). — Roscher, Lexikon der Griech u. Rom.Mythologie (continua). Wildermann, Jahrbuch der Naturwissenschaften 1907—08. — Iwan von Müller, Handbuch der klassischen Altertumswissenschaft (continua). Gerbez-Greej Lexikon Taciteum (continua). -— Dr. Emil Sofcr, Jahrbuch des höheren Unterrichtswesens in Oesterreich 1909. — E. De Toni. I nomi geografici alle porte d’ Italia . Venezia 1905. — Testo - Atlante scolastico di geografia moderna (fase. II e III Bergamo 1907. — Svante Arrhenius, Die Vorstellung vom Weltgebäude im Wandel der Zeiten. Leipzig 1908. — Max Planck, das Prinzip der Erhaltung der Energie. Leizip und Berlin 1908, — Amalucci Aurelio-Giuseppe, Hellas. Disegno storico della civiltä greca. Bari 1907. — G. Sergi, Europa. Torino 1908. II. Nowicki u. Hans Majer, Die wunderbaren Experimente mit flüssiger Luft. Mähr.-Ostrau 1906. — Dr. Norbert Krebs. Die Halbinsel Istrien. Leipzig 1907. — Dr. R. Poehlmann, Grundriss der griechischen Geschichte nebst Quellen künde. München 1906. — O. Schmeil, Lehrbuch der Botanik. Leipzig 1908. — 0. Schmeil, Lehrbuch der Zoologie. Leipzig 11)08. — K. Jansky s Lehr mittel verlas, Wandbilder für den Anschauungsunterricht. Böhmen 1909. —/. Rnsconi, Sandro Botticelli. Bergamo 1907. — G. Negri, Commenti eritici, estetici e biblici sui PromessiSposi. Milano 1903-05, — Springer-Ricci, II rinaseimento in Italia (manuale di storia dell’ arte). Bergamo 1909. — E. Zoccoli, L’ anarchia. Torino 1907. — G. Malavasi, La materia poetica del ciclo brettone. Bologna 1903 — E. Carrara, La poesia pastorale. Milano 1908. — A. Benedetti, Verso la meta. Torino 1908. — G. Ballesio. Fraseologia italiana, Firenze F. />’ Ovidio, Studi sulla Divina Commedia. Milano 1901. — G. Maz-zoni. Esercitazioni sulla letteratura religiosa nei secoli XIII e XIV. Firenze 1905. — F. Niccolini , II pensiefo dell’ abate Galiani. Bari 1909. — L. Roncoroni, Genio e pazzia di Hort. Vienna 1908. — G. Maspero, Odissea (traduzione). Milano 1886. B. Biblioteca degli scolari. Bibliotecario: Prof. Antonio Caldini. I. Doni Dali’ i. r. Luogotenenza di Trieste. Cav. Bronislav do Janowski, La Previsione del Tempo comunicata in via telegrafica. Trento 1907. II. Acquisti. Zanella, Vario versioni poetielie. — Zanella, Poesie varie 2 vol. — Ciaei, Meneliclie. — De Amicis, Ritratti letterari. — Ribera, Villa niisteriosa. — Fogazzaro, Minime. — Monti, Poesie. — Guarnerio, Manuale di versificazione italiana. -— Gozzi, Favole, novelle, lettere. Ximenes, II carnet d’ un elefante. •— Vambo, La colonia lunare. — De Marchi, II cappello del prete. — Perorini Beri, Costumi e superstizioni. — Dupre, Ricordi autobiografici. — Rushin, Venezia. — Marrodi, Poesie — Vasari, Capricci e arteddöti d’ artisti. — Narrazioni scelte dalla vita di G. Vasari. — Gli eroi della Greeia e di Roma. — Mantoveni, II poeta soldato. — Collodi, Note gaie. — Collodi, Divagazioni. -Revere, Drammi storici. C. Gabinetto di geografia e storia. Custode: Prof. Arturo Bondi. I. Doni. Dali’ i. r. Luogotenenza di Trieste : Nuova ca rt a murale drl Lloyd austi iaco. Alcune cartoline illustrate dagli študenti Biondi, Defranceschi, Cadainuro, Gavardo e Lueclii. II. Acquisti. 3 eopie deli’ opera: Art.e e storia nel mondo antieo dei prot. Lücken* baeh e Adami. Bergamo 1907. —- 24 diapositive per lo studio della geografia — 300 riproduzioni, parte in cartoline illustrate, parte in foto-grafie, dei piu insigni monumenti della seultura e deli’ arehitettura italiana, e di quadri dei grandi pittori dei Paesi Bassi. della Spagna e della Germania, disposte in 11 quadri e dichiarate dal prof. Giovanni Musner. D. Gabinetto Archeologico. Custode: Prof. Giuseppe Vatovaz. I. Doni. DalV i. r. Min. del CuUo e deli' Istruzione : Jahresliefte des oesterr. Archaeologisclien Institutes in Wien. — Dal sig. Benedetto Lonzar : Italia artistica. Koma di Diego Angeli, Venezia di Pompeo Molmenti. E. Gabinelto di fisica. Custode: Prof. Orlando Inwinkl. Acquisti. Macchina elettrica d’ influenza. F. Gabinetto di Storia naturale. Custode; Prof. Dr. Vittorio Lartjaiolli, Doni. Dallo scolaro della I. A, E. Fernandelli : un’ oca selvatica. Dallo scolaro della I. A, U. Demartini : un ceppo madreporioo. Dal signor B. Cobol, capitano marittimo: le mascelle dentate d’ im pescecane giovane; un tratto della colonna vertebrale sua; i nasi di due pešci sega (Aden); una seatola con due gamberi del Giappone e loro deserizione. Gli esami orali si tennero nei giorni 20, 22 e 23 giugno sotto la presidenza deli’ ilJ.ino signor ispettore scol. pro v. Nicold Ravalico. L’ elenco dei candidati dichiarati maturi fu pubblicato nell’annuario dell’ anno scorso. Non si tennero ne esami di riparazione ne suppletori. 2. Anno scolastico 1908-09 Furono ammessi agli esami 8 scolari pubblici deli' istituto e 1 privato esterno. Le prove in iscritto si fecero nei giorni 1—3 giugno. Furono assegnati i temi seguenti : 1. Per la versione dal latino nell’ italiano : Virgilio, Eneide XI 139—181. 2. Per la versione dal greco : Erodoto, VIII 52—55. 3. Per il eomponimento italiano : a) Si svolga un fatto storieo ehe abbia avuto partieolare influsso sullo svolgimento della letteratura greea o latina od italiana (elaborato da due candidati). b) II piti gran privilegio dei ricehi e di poter esser istruiti ed onesti con assai meno sforzo dei poveri (elaborato da quattro candidati). c) Una volta i paesi piti ricehi erano quelli dove la natura era j>iti prodiga de’ suoi doni ; ora invece sono quelli dove gli abitanti sono piti attivi (elaborato da due candidati). Gli esami orali si tennero il giorno 30 giugno sotto la pre-sidenza dell’ ill.mo signor ispettore scolastico provinciale Nicold Ravalico. Elenco dei candidati dichiarati maturi: T3 t-. Luogo giorno ed anno Graclo .o - Č! Cognome o nome dell’ *s rt eS Ä di . lascita attestato s CO _o o 5 u 1 . Lazzarich Antonio Al bona 10 ottobre 18S7 unanimita cS u .2 t- £ 2 2 Lucas Luca Fiumicello 10 agosto 1891 unnnimita .o cö Ü © :i Luciani Giacomo Cflstelnuovo 8 febbraiol891 mat-uro o so Sb o d to 4 Parovel Giovanni Torre 2 sctteinb. 1890 distinzione eg .2 2 Ö) fco 5 Pos ante Annibale Montona 12settemb. 1889 unanimita 'S Öf-cc O c (» Pogliato Edvino Capoiistria 2 ottobre 1890 unanimita c O c O <1> ©•f 7 Sardotsch Paolo Capodistria 11 maggio 1891 unanimita 0* o c 8 Sellinger Silvio Trieste 28 gennaio 1891 distinzione c © & 9 Vissicli Francesco Capodistria IG luglio 1890 unanimita i — — — — — — 0 Usoirono durante l’anno seolastico .) 2 2 2 2 4 1 1 2 21 Rimasero alla fine dell’anno s<*ol : 1. pubblici 27 27 43 21 *?7 10 10 8 8 193 2. privali 3 — — — — 1 1 — — ;> Assietne Du Capodistria Dali’ Isfrria (esclusa Capodistria) . Da Trii'stc Dal Gori/, i an o Da altre provincie Dall’estero C'attolici 1 tuliani . Slavi Todesclii Domicilio doi genitoii: Tn questa oittn Altrove 30 11 13 4 1 1 30 30 21 9 27 7 13 2 3 2 27 27 14 13 43 8 25 5 4 1 43 43 12 31 21 7 12 1 1 21 21 9 12 27 5 19 3 27 27 5 22 17 2 9 3 3 17 17 5 12 17 3 12 1 1 17 17 5 12 8 3 4 1 8 8 3 5 8 2 4 1 1 8 8 3 5 198 48 1 1 1 18 15 o 4 198 198 77 121 Assiomo 30 27 43 21 27 17 17 8 8 198 Et.ii degli scolari: D’anni II 0 — — — — — — — — 0 12 ... 10 7 4 — — — — — 21 13 ... 1 1 15 10 4 — — — — — 40 14 . . . 2 0 14 9 2 — — — — 29 15 . . . 1 3 7 G 9 4 — — — 30 10 ... — 2 2 13 6 2 — — 2> 17 ... — 3 3 0 3 — 15 18 ... — — — — — 2 8 3 3 10 19 ... 2 — 2 3 7 20 ... — — — _ — — 1 — 1 2 ,. 21 ... 22 — _ — — — 1 I Assieme 30 27 13 21 27 17 17 I 8 8 198 C h A P S E Assieme Classifieazione definitiva deli anno I a ib n m n* V - VIT VIII scolastico 1007 - 1908: Attestati di eminenza .... ,, di prima classe di seconda classo . di terza classo .... Non coniparvero all’osaine . 2 20 2 2 r> 10 3 1 i”) 20 (j 2 1 1 1 17 2 1 1 18 - 2 13 3 7 5 10 27 154 15 0 Assi orno Olassificazione fmalo doli’anno scolastico 190 01): Allievi idonoi con eminenza . l/lfktlOI 20 3 lo1 25 4 15 33 7 23 32 2 14 21 3 20 19 i 1 | 15 3 I31 10 3 21 202 20 1 1 9- ,, ,, in complesso . 0 9 4 1 3 j! 10 ,, non idonoi 3 2 7 3 1 1 — — — 17 Attestati interinali ...... 4 1 — 3 — — — 13 Allievi n 8 8 194* P a "ar o no il didattro, ncl I Se:n. IS 12 14 f> 5 8 3 1 4 70 nel II Sem. 14 9 17 10 7 1 1 0 1 3 78 E rano osen ti per me ti\, nel I Som. — — — — — — _ — — ncl II Sem. — — Erano esenti per intoro, nel I Sem. 14 10 32 18 24 L 3 15 8 0 140 ncl 11 Sem. 10 19 20 13 20 11 7 r> 123 Importe totale pagato nel 1 Sem. r>40|3G0.420|150 150 240 90 30 120 2100 nel II Sem. 420)270 510 S00 210 330,180 3(1 90 2310 Assiemo Ö00 (i 30 j 930 450 300 r.70 270 00 210 41411 Importo dellc tasso d’ ammissiono Importo delle tasse por i mezzi d' i-struzione, per la manntenzione — — — — _ — — 298.20 dei canotti e per i ginoohi giovanili — — — — — — 1090 Importo delle tasse por duplicati — — — — - — — 18 Numero degli seolari stipendiati . — 2 1 3 1 2 1 2 15 Importo degli stipendi .... — 390 200 478 ö 30 300 800 188 040 3532 Frequentazione dei corsi liheri: Calligrafia: 1 corso , 15 12 — — — — — 27 IT corso — — 43 — 43 Disegno: I corso 8 8 1 — - — — — .— 17 II corso — — 5 1 0 — — 1 — 13 Lingua croata: I corso .... 1 1 2 1 2 — — — — 7 II corso .... — —- 1 — 4 1 3 - — 9 IIT corso .... — — — — — — 3 2 — 5 Oinnastica: I corso . . 0 4 — — — — — — — 10 II corso 2 — - 1 — — — — 8 Canto: I corso 7 — — — — — — 12 Tl corso — — 2 f. 3 3 *7 — — 10 Dati inventarili. Biblioteca dei professori. — Opero 22.34. Biblioteca degli seolari. — Opere 1246; seziono tedesoa volumi 224. Colleziono doi libri scolastici del fondo di benefieenza. — Voliuni 2100. Ciabinetto di fisioa. — Apparati di fisioa 339, di (‘bimit-it 191. Gabinetto di storia naturale: N 5202. Gabinetto di archeologia: N. 97. Gabinetto di geografi»: 243. FONPO Pl BENEFICEN2A C'liiusa di conto alla fine dell’anno scolastico 1907-08: Introito: Cor. 1331.89 Esito: „ 1087.42 Civanzo: ,, 244.47 Gestione dal 1. luglio 1908 al 30 giugno 1909: Cor. a Cor. c. Introito Esito Civanzo 1907-08 .... 244 47 Per libri seolastici nuovi 813 70 Cnntributo de^li scolari por rilogature di testi scola- stici Interessi delle eartolle . Dali’ inclita CJiunta provinciale 133 135 40 80 Per capi di vestiario e cal- zature Per gli amanuensi .... Por un’Antologia italiana . 205 27 2 20 300 — Assieme 1047 <»9 Dallo spott. Municipio di Oapodistria t 200 Dalla rev.ma Curia vesco- Bilaneio vile di Paronzo-Pola . 120 1047 07 99 Assiemo 1 133 <>7 Introito Esito Civanzo S.") 08 II fondo
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