Esce una volta per settimana il Sabbato. — Prezzo anticipato d'abbonamento annui fiorini 5. Semestre in proporzione.— L'abbonamentonon. va pagato ad altri che alla Redazione. litorale di grado. Dal Filiasi Tomo III. Capo XVI LIDO DI GRADO. (Continuazioae e fine. Vedi N. antecedente). Ora per due miglia rimase sommerso, e in tempo di bonaccia sott' acqua veggonsi gli avanzi delle antiche fabbriche, che impicciano anche troppo le vaste reti de' pescatori. Dal 1646 solamente a questa parte ') il mare guadagno su que'Lidi vasto spazio, che prato era prima, dove truppe di cavalli pascevano, e laccjuoli tendevansi 8gii uccelii di passaggio. Ed e per queslo, che innol-tratosi il mare su que' Lidi, lo stagno dietro ad essi si-tuato avanzo pure come vedemmo sopra il margine del continente verso Aquileja. Successe cola come sui lido di Pelestrina, che dal mare sommerso in gran parte, sommerso pure n'ando dentro via porzione del margine di S. Ilario ecc. Chi pud dunque sapera dove precisamente avessero 1' uscita loro i grossi navigli deli' estuario A-quilejese diciotto, o venti secoli indietro, e quale de' Porti suoi precisamente si chiamasse il Porto Aquilejese? Cio non ostante a noi pare, che sempre il lido di Grado sia stato quello dove la primaria, e piu scelta popolazione esisteva, anche lunga eta prima, che vi si ricovrassero gli Aqi!ejesi nel 452. Ivi pare, che grosso Vico sorgesse col nome di Gradus, forse perche ivi par-ticolarmente stavano le marmoree gradinate per lo sbarco de' navigli, e il Porto vero di Aquileja. Indubitalamente il mare cola tutto sconvolse, ed e percio, che il nome di rottti da^si spesso su que' Lidi a vari luoghi, perche squarciolli il mare piu volte. Se i Veneti secondi in Grado vollero collocare la metropoli ecclesiastica di tutto il loro paese, se vi riposero le sacre Reliquie de'Martiri Aquilejesi, se Nuova Aquileja pure vollero chiamarlo, e alte Torri, e forti mura '2) erigervi, e moltisrime Chiese, oltre quelle, che prima vi si vedevano; ci6 dimostra ') Gregor, loc. cit. s) Sagornini Chron. Danduli Chron. Cronaclie volg. MS. inter cod. Amadei Svajer Veneliis. Rubeis Monum. Ecces. Aqu. Beretta dello &cisma At/uil. Fistulario Georg. aut. del friuli. che quel Lido dovea essere il piii buono, e il piu ri-spettabile di tutti gli altri. Molte lapidi del Friuli par-lano delle Liburniche, e de' soldati di marina. Gia la Notizia ci fa sapere, che eravi, il Prefetto della Classe de' Veneti in Aquileja, e tutti sanno che Augusto se non čred, accrebbe almeno le due Flotte Romane del Mediterraneo a Miseno, delt'Adriatico a Miseno, delPA-driatico a Ravenna. Diciamo cosi, perche vedremo nella storia, che molto tempo innanzi ad Augusto i Romani due squadre di navi avevano sui nostro golfo, 2) una, che proteggeva il lido Istriano Dalmatino, e Epirotico; 1'altra quello degli Apuli, Umbri, Veneti. Cid fu circa 173 aniy prima di Crislo; per la qual cosa quasi potrebbesi congelturare, che fino da allora la maggiore di quelle squadre se ne stasse in Ravenna, la minore neII'Acque Caprulane, e Gradate: e cid durasse sempre fino alla caduta doli' impero. Le Trieri e Liburniche, che forma-vano la squadra nostra potean ancorarsi ne' Lidi di Caor-le, dove infatti le lapidi parlano di Triarchi, e Liburniche, e de' soldati delle Trieri chiarnate Clipeo e Marte. Come noi, anche gli antichi davano un nome a vascelli spesso corrispondente alle figure, e mascheroni, che aveano sulla prua, o sulla poppa. 3) Ma il maggior numero de' navigli stava forse nelle acque Gradate, perche piu a portata di Aquileja. Scoperte si sono piu volte nel Friuli lapidi come dicevo mentovanti Liburniche, e Tnremi, non che i Veterani della Classe, e i Vestiarj della Classe, i Trierarchi ecc. Eccone alcune: T. NIAGGIO. CAEC1NIANO TRIERARCO. ET. ASIAE. POSTVMIAE VXORI. NE. NS. NC. DOM[NE. B. SACRVM. SEX. BAEBIVS BAEB. F. VET. EX. CLASSE VESTIARIVS V. S. L. M. ') Praefeclus classis Venetorum Aquilejae. Pancirol. Not. Imp. Occid. °-y Liv. 1. 39. 3) Ovid. FasL L. DECIMO SCAVAE DERCEIONIS F. MISSICIVS. EX CLASSE MONVS. ') I soldati di marina erano divisi per Trieri, Ouadri-remi, Liburniche, e dicevanli Classiarii. Eglino nelle lapidi segnavano il nome del proprio vascello, come i iegionari vi mettevano quello della legione. Dunque le suddette memorie de'Classiarii trovate qua, e la nel Friuli debbono appartenere a soldati della Veneta Flotta sta-zionata in Aquileja come abbiam dalla Notizia. E questa flotta altresi dovea ancorarsi a Lidi Gradesi, e cosi in-fluire moltissimo al buon essere de' medesirni. Su di essi il campo, e caserme per Ia truppa, la marinareccia, e gli equipaggi tutti della flotta doveano stare, eiquar-tieri del Prefetto de'Navarchi, Trierarchi ecc. Cosi era appunto sui lido Ravennate. 2) Forse in Grado dimorava il Prefetto della flotta, sulla quale se [inilitavano Veneti, (per cui col loro nome era distinta) militarvi pure do-vevano de'Dalmati come era in quella di Ravenna. Egli e per tale motivo, io čredo, che strani notni, e barbari s'incontrano nelle lapidi suddette. Ma se la stazione della flotta Romana nelle acque Gradate faceva essere popolato il paese, contribuiva pure a cio il grandissimo passaggio delle barche per Grado, delle barche dirette ad Aquileja. Concentravansi allora in quella citta tutti i prodotti, e tutte le merci deli' Oriente e deli' Occidente,3) ed e percid, che per il comodo, e Ia vicinanza del mare, in Grado pure abitavano i pescatori delle Conchiglie por-porifere. Trovarono per quanto dicesi cola Ia seguente iscrizione 4) appunto de' Porporarj. NI. PVLLIO. M. L. CASTO NI. PVLLIO M. L. IVSTO PVRPVRARIO. PVLLIA. M. L. PRIMA NI. PLAVTIVS. IANNVARIVS NI. PVLLIVS. 7. L. HORNIVS. PVRPVRARIVS Tutti questi Purpurarj di condizione servile dimo-strano, che eranvi essi anche in Aquileja, fossero poi o fabbricatori, o venditori di tal merce costosissima, e pre-ziosissima allora. Era troppo commerciante infatti Aqui-leja per doverne star senza, e vedremo nella storia come una volta secondo Erodiano, fecero i cittadini suoi pom-posa mostra5) di ricche stoffe, e vesti, e di tutto cio egli dice, che una Citta beata e florida potea possedere. Variano gli antiquari sui preciso significato della voce Purpurarius nelle lapidi espressa. Chi vuole denoti co-loro, che impreziosivano le lane col purpureo colore; chi quelli, che pescavano le conchiglie porporifere, e chi ') Bertoli Ant. Aquil. Turre Opera. Cortinovis Inscrip. ") Lipsius de magnit. lmp. Rom. 3) Ved. T. II. 1) Bertoli loc. cit. 5) In Maximin l. 8. i venditori soltanto de'panni tinti in porpora')• Nelle lapidi, che nominano i Porporarj spesso scolpito si vede quella spezie di Bucino, dal quale sapevasi allora ritrar-re il colore di porpora; e i piti pendono percid a credere, che esse parlino de'pescatori, che lo pigliavano. Formavano questi un corpo detto "Collegium Purpurario-rum,2)„ ed anche "Collegiun Naviculariorum Conchyliorum.B Forse questi erano diversi pero da quelli. Possibil sarebbe dunque, che in Grado dimorassero almeno quei che pescavano il Bucino o sulle Venete spiaggie, o sulle Liburniche, e Istriane. Pescavasi 3) in moltissimi luoghi deli'Italia, Gallia, Siria ecc. per cui varie sorta di porpora si davano, la violacea, Ia rossobruna, la scura, la color di brace ecc. A) Valeva piu o meno secondo la tinta, e forse quella, che i Veneti tingevano era della meno costosa per causa della qualita de'crostacci. Oltre la suddetta memoria de' Pullj Purpurarj trovala in Grado, altra ne scopersero ultimamente presso d' Aquileja a S. Canziano, che parla anche essa di alcuni Porporarj, 4) e gia la Notizia medesima5) ricorda gli uffiziali soprain-tendenti alla fabbrica della Porpora nella Venezia, ed I-stria. Indubitatamente adunque pescatori, e tintori di porpore in Grado, o in Aquileja abitarono, come pure nella contigua Istriana provincia. Altre antiche memorie poi trovate in Grado additano, che eranvi de' quarlieri di Legionarj. Una ricorda un soldato della IV Legione so-prannominata Felice,6) e un'altra parla della famiglia dei Licorj7), che si š veduto avere esistito anche in Caorle. Un' altra poi riportarla si vuole per la dignita con cui si esprime e affetto insieme. TVLLAE. SEPTIMAE ANIMAE. INNOCENTISSIMAE OVAE. VIXIT. ANNIS. VI. MENS. VIII. DIEB. VIII TVLLIA. PRIVATA. MATER. IJNFELICISSIMA ') Orsato Monum. Patal. Amati de restit. purpur. Rosa delle vesti ec. Carli antic. Ital. Olivi Zoologia del-V Adriatico ec. Bossi Opusculi Milan. ec. 2) Amati de restit. purpur. Rosa delle vesti ec. Carli An- tic. Ital. Pancirolo Not. Imp. Occid. Bossi Opuse. Milan. Olivi loc. cit. 3) Pancirol Not. Imp. Occid. A) II dotto Signor Abate Olivi črede, che nel nostro mare sianvi benissimo le spezie delle Conchiglie antiche purpurarie; anzi vorrebbe egli, e con ragione, che di alcuna se ne facesse delle conserve nelle nostre lagune. Scoperse egli pure delle Ulve Carine nella nostra laguna atte a tingere in porpora. Probabile e infatti, che gli antichi Veneti nel loro mare, e ne' loro estuari trovassero la materia animale, e vegetabile per le loro tinlure purpuree. 4) Carli Antic. Ital. T. III. 5) Pancirol. loc. cit. 6) Bertoli, Turre ec. 7) Id. IJ poi gran tempo che il Candido ') pubblico certa lapida come esistente in Grado, e scolpita in bianco marmo, che fu mentovata anche dal Palladio, e da altri. Ma trovasi ella pure in Grutero, Pitisco, ed altri raccoglitori, e chi la dice scoperta in Roma, chi nella Sicilia, chi nella Francia, e fin anche nell' Inghilterra. Percio il Bertoli credea, che da principio fosse stata incisa in Roma per qualche foiite, indi troppo essendo piaciuta di-ventasse in certa guisa circolare, e posta fosse qua, e la dove esistevano celebri fontane. 2) Pare, che il Candido non dovesse mentire, benche Palladio dica, che piu in Grado non vedeasi a giorni suoi. 3) Tanto e tanto anche il Candido come altri scrittori del suo tempo non tutta la critica usavano, e volontieri accoglievano anche le fole, purehe al soggetto, che trattavano, ftfsser onorifiche. Eccola non ostanle. HVIVS. NIMPHA. LOCI. SACRI. CVSTODIA. FONTI DORMIO. DVM. BLANDAE. SENTIO. MVRMVR. AQVAE PARCE. MEVM. QVISQVIS. TANGIS. SACRA. MARMORA. SOMNVM RVJIPERE. SIVE. BIBAS. SIVE. LAVARE. TACE. Credettero, 4) che in Grado scaturissero altre volte delle sorgenti potabili, ,che piu osservabili rendendosi per la situazione loro in grembo all'acque salse, percio meritassero memoria, e sacro culto avesse la Najade, che ad esse presiedeva. Certo che se un puro fonte eravi su quel Lido, mirabil cosa avra sembrato in que'tempi e quando i fiumi e i fonti divinizzavansi tutti. Tale su-perstizione mpnta fino a piu remoli tempi, e percio 1'an-tichissimo Esiodo precettava "di non mai varcare 1'onda de' scorrevoli fiumi senza prima aver in essa purificate le mani, e orato alquanto; in altra guisa quando meno5) si credea sarebbesi stato punito. Sii saggio, aggiunge in altro luogo, non interrompere il corso delle acque fluenti al mare, ne sporcare i mormorevoli fonti con lor-dure. Qual bene sperar potrai se tufbi i sacri fonti ?„ Ma che sul Lido Gradese possa forse esservi stala qual-che sorgente dedurlo non dobbiamo, come altri fecero, dal nome di acque Gradate, che avean que'Luoghi, poiche questo era comune, e generale, e derivava da tutt' altra cagione. Piuttosto se mai Ia cosa fu vera, ripeterla possiamo dalla condizione antica deli'acque dolci dentro al continente, e dalla antica condizione pure de' Lidi dove queste fonti sgorgavano. Gia tutti sanno, che in molti luoghi escono copiose fontane in riva al mare non *) Comment. Aquil. Iscriz. Aquit. 3) Nune ubi fuerit non satis constat, 1. 1. <) Ninfa custode io sono Di questo sacro fonte: Dormo deli' acqua al suono Che spinta vien dal monte. O tu qualunque sei Che qui ti lavi, o giaci, Rispetta i sonni miei, Bevi, ti lava, e taci. Roncalli. 5) Opera, et dies. solo, ma dal cupo fondo pure dello stesso. Considerando 1'altezza, e la pendenza della pianura Friulana rapida assai da'monti al mare, 1'altezza somma anche de'monti medesimi, e Ia straordinaria abbondanza d'acque, che da questi deriva per le gran pioggie, e nevi, alle quali vanno continuamente soggetti; considerando la natura vi-bace, e ghiajosa di quella pianura, onde alle volte spa-riseono sotterra quasi i fiumi, e ruscelli; considerando la quantita strana di rivoli, che naseono in essa ') anche la dove termina alla marina, e finalmente considerando i fenomeni del Timavo, e deli'isole Chiare dieci miglia sole distanti da Grado, niente impossibile riesce, che ivi una volta potesse spicciar da terra alcuna fonte d'acqua pura, e bevibile. Tuttora cola sonovi de'pozzi di buona acqua riempiti da naturali sifoni sotterranei, che partono dal continente. E poco anche conviene an-dare cogli scavi sotterra per ritrovarsi 1' acqua dolce. In seguito poi alzatosi il Iivello del mare, e questi avendo sommerso il lido in parte, e parte pure del continente vicino, per tale motivo forse 1'antica sorgiva ando per-duta, ne piu ora si vede B). Su gli altri Lidi poi di Morgo ecc. vi fu altresi abitazione, e fabbricato ne'secoli Romani, anzi sopra uno di essi eravi un Tempio dedicato a Beleno, che nell'epoca Veneziana poi conver-tirono in chiesa dedicata a S. Pietro, e in Monastero di Vergini. II Dandolo dice, che quel Tempio era sacro a Bethel 2) forse per errore de' copisti, che posero Betel per Belen. Poco distante dal Lido avvi la picciola iso-letta di Barbania o Barbana, dove pure lapide antiche si sono trovate, ed eravi un celebre monastero ne' primi secoli Veneziani. Fra le lapidi in quelle maremme trovate alcune votive sono a Beleno, ed a Silvano Dio pro-tettore delle ortaglie3). Erarivi ortaglie in vero sulle spiaggie Gradesi assai culte da primi Veneziani, come vedremo a suo luogo. Ad onta poi della popolazione, e miseria, in cui sono cadute tutte quelle maremme, e del-1'aria morbosa, che vi regna, e delle paludi, che le de-turpano, esse vicine ali'Istria, ed al Timavo godono un ameno Orizzonte. Ecco le lapidi sovra indicate. SILVANO. SACRVM. C. PETRONIVS. ANDRONICVS. EX. VISV. BELENO. SACR. L. VETTONIV& L.L. SECONDVS ]IIIII. V. ') T. II. B) Si rammentino le cose dette intorno a fenomeni del Timavo cosi vicino a lidi Gradesi. Veduto abbiamo gia quante npseoste correnti sianvi a quella parte, e quali strani cataclismi abbia sofferto tutto quel paese. 2) Quodam templum paganorum in honorem Betel supra contiguo litore. In Chron. 3) Bertoli antiq. Aquil. APOLINI BELENO AVG. S A C. C. PETILLIVS VENVSTVS TRIBVN. PRETORIAN. V, S. Capo XVII. Eccoci fmalmente si termine della Venezia marit-tima, della Venezia inferiore, di cui alla meglio procurai indagarne la condizione, le circostanze, e i prodotti nei secoli, che piu non sono. Speriamo aver tolti molti er-rori, e false opinioni intorno ad essa benchč antiche, e radicate. Speriamo altresi che ci verranno perdonati gli equivoci e sbagli, che prendemmo forse noi pure cor-rendo un campo vasto non solo, ma incolto, e nonmie-tuto aneora da alcuno. Due verita nondiineno crediam di avere sufficientemente poste in chiaro, una cioe che non mai queste maremme furono abbandonate, e diserte, per cui i Veneti primi ricovrandosi e concentrandosi in esse, trovassero sole paludi, e dune prive d' ogni pro-dotlo, e comodo. L'altra, che non mai l'acque salse furono cosi estese come dissero, e dicono tanti, e per-cio i continui vaticinj, e profezie sulla totale dissecca-zione delle Lagune, o impossibili siano, o quasi impos-sibili. Concediamo, che cio deve parere contrario alla generale restrizione, che sembrano aver sofferto i mari per tutta la terra, e che noi pure abbiamo accennata nel principio di queste memorie.') Concediamo, che il fatto sembra contrario a quanto succede in molti luoghi del-1'Adriatico; ma Ia cosa e innegabile, ne si puo dubitar-ne. Non puo elia ignorarsi da que' che vera pratica hanno de' nostri estuari, e di cio che vi succede conti-nuamente. Se 1' Adriatico perdelte, e perde tultavia in molti luoghi, guadagna di continuo in altri, tra i quali appunto c'entrano gli estuari nostri, non da par tutto, ma in moltissimi siti de' inedesimi. Guadagna per altro anche sulla opposita spiaggia deli'Istria, e Dalmazia benche elia sia marmorea, monluosa, elevata. Sui lido Istriano si veggono ormai giacer sott'ac-qua selciati, e avanzi di fabbriche Romane, come a Parenzo, a Pola, e altrove A). Sui lido Dalmatino a Zara o Ved. T. I, Cap. I, II. A) Nel 1770 una terribile procella siroccale scoperse nell'Istria tra Umago, e Lipari fuori in mare un sot-terraneo, ed altri avanzi di fabbriche antiche quasi per due miglia estese; e che interrottamente avan-zavansi verso la punta di Cattaro. Videro delle scale, delle finestre, selciati a mosaico, urne ec. diventale gia nido d'ostriche, e telline. grandi avanzi delle medesime stanno nel Mandracchio, e sotto alla stessa Comune, come qui si dice, cioe sotto Ia linea deli'ordinaria marea. Piu in la a Nona vedesi pure cosi, e luogo ivi mostrano dove su di uno scoglio avvi antica iserizione Romana, che ricorda un orto, e un ru-scello ormai coperto dall'onda marina. Ivi anche il lago di Urana d'acqua dolce pieno una volta, ora tutta sala-ta, perche alzatosi il livello del mare sotterra via questo vi penetra. Solamente dal 1630 a questa parte il mare fece cola molto progresso. A Sebenico pure il lago Scardonense per lo rialzo del mare 'vicino, je de'vieini fiumi dilatossi a segno di sominergere terreni una volta scoperti, coprendo antichi selciati, e muraglie antiche. Fuori della costa di Liesina, nel Primorje, a Macarsca, e altrove deritro al mare esistono Urne, e Sarcofagi co-perti di Escare, e Polipi. Oua e la da per tutto insom-ma dal Timavo fino alla Vallona almeno, 1' alta e dirupata costa deli'Adriatico vedesi visibilmente perdere, e som-mergersi per cui alterazioni notabili ne risentirono pure i fiumi interni di que' paesi. Parimenti Ia spiaggia Italica occidentile se guadagnd moltissimo in vari luoghi, in altri pero perdette, e perde continuamente. Pare, che guadagnato ahbia soltanto per locali circostanze in alcun silo, e dove diretta azione non ebbero ed hanno le importazioni, e le torbide de'fiumi. Cosi da Ancona in su verso Cervia, e Ravenna perdette il mare intere miglia di terreno, e Ravenna di sei, o sette miglia ridus-se mediterranea. Ma alPopposito verso Comacchio i flussi suoi spande tuttavia negli estuari, anzi copre con essi lapidi, e sepoleri Romani.*) A Magnavacca e Volana tende pure continuamente a rodere i lidi, e due o tre miglia almeno cola coperse di paese. Dopo perde di nuovo e si sa quante, e quante miglia avanzino le foci del Po, ma non si arriva alla laguna di Venezia, che di nuovo guadagna moltissimo, e tanto, che quasi distrusse il Lido di Pelestrina, e Malamocco. Superiormente pure ne'Lidi di Cavallino, di Piave ecc. perde di bel nuovo continuamente, e ritirasi. L' estuario di Caorle torna a guadagnare, e ormai il lido, e le fabbriche di quella citta gincciono in parte sommerse, finehč verso le foci del Tagliamento torna a perdere, ma dopo subito riprenden-do vigore distrugge continuamente i Lidi deli' estuario Gradese, e notabili danni vi fa. Perde in seguito verso il Tunavo, e le foci del L'sonzo; ma presto sui lido Trie-stino, Istriano, Dalmatino ecc. guadagna come si e detto. Potrebbnsi credere pertanto, che fossevi qua, e la un compenso tra i ritiri, e gli avanzainenti suoi. A proposito di Comacchio ci fu chi ebbe la strana i-dea che quello stagno origine avesse soltanto nel VI secolo. Codesta strana idea non potea venir in mente se non che a coloro che poco informati delle cose pure vogliono discorrervi sopra. Ved. Formaleoni Com-pendio Crilico della Sloria Veneta, p. 76. (ContinuaJ.