i3^ö S)L'ö S\|(5 1, ~5p W-,-ifOtfi -ifö>—ai—,-Jt ÖM/© 0|/Q <5)1(0 (5>J(d ~1!ln'T^T!TT" inn" TIT1'1"‘W•'• ,rpTrr"iqP^ ,inin'0'*1'’"’:'' 'il:|i’ *Ü',,r TPrr'%ir’'‘1lTPTT'’TTFr,r & k pGRA DEL W Dl TRIESTE PCBBLICATO ALLA FINE DELL’ANNO SCOLASTICO E 1893-94. ANNO TRENTHSIMOPRIMO '"vMW' TEX ESTE 'ItöST Stahiliinonto Avtistico Tii>0grajiB0 (!. Ciijirin ftiSfL Ü® l- -iuilli-nij!!i ,oi:lL .uilu milili ..n!li .jitli ..i’1!' ,n!!t ^Vnillt .n:‘,: ,n :i: ..ii.’Ili .niMi .iüüi .iuIJ: .^'lli WS | vt! \rö fk ft <«9 V ’M % ck vYo'' ;ft & ^oGMAt^ DEL NN1SI0 COMUNJILE SUPERIORE DI TR1ESTE PUBBUCATO ALLA FINE DELL’ANNO SCOLAST1CO 1893-94. ANNO TRENTESIMOPRIMO TEIESTE Stabilimento Artistico Tipoprafioo G. Caprin 1891. Editrice la Direzione del Ginnasio. LA MILIZIA ROMANA SECONDO TACITO ... , ' v .-VI ' | copo del pi’esente lavoro si e d’invogliare i nostri giovani allo studio d’uno dei piü autorevoli storici, faeilitandone, per quanto stava in me, la via. Seguii quindi passo a passo il nostro autore, profittando largamente dei commenti del Vannucci, Heraeus e Nipperdey. Ho consultato pure le antichita romane del Marquardt-Mommsen; il Panly, Ileal-Encyclopädie, sotto le diverse voci, e le opere di molti altri, ehe saranno mano mano citate. Di certe questioni, sulle quali sono ancor divisi i pareri dei dotti, stimai conve-niente passarmi sopra, e per i limiti entro i quali si deve tenere un programma, e per lo scopo a cui e diretto, e spe-cialmente per 1’ impossibilitä di decidermi per questo o per quello, non avendo avuto 1’ occasione di consultare i libri necessari. INTRODUZIONE. Ognuna delle tre antiche tribti (Ramnes, Tities, Luceres) doveva dare 1000 uomini di fanteria e 100 di cavalleria, i quali formavano un esercito di 3800 soldati, chiamato leglo. Servio Tullio rendendo obbligatorio per tutti il servizio militare portö 1’ esercito a 17500 fanti e 1800 cavalieri, diviso in 175 centuriae peditum e 18 centuriae equitum. L’ arma-mento e la posizione ehe tenevano i soldati nell’ ordinanza formata in falange (acies), dipendeva dalla classe a cui ognuno apparteneva. M. Camillo (396 a. C.), senza badare alla divi-sione in classi, or din o 1’ esercito in liastati, principes e triarii, , schierati in tre file (triplex acies). La legione contava da 4000-6000 uomini; un esercito consolare comprendeva due le-gioni con 600 cavalieri, sicche le forze che normalmente leva-vano ogni anno i Romani d’ allora, erano di circa 20000 fanti e 1200 cavalieri, divisi in quattro legioni, due delle quali erano formate da cittadini romani e due dai latini (nomen Latinum). L’ esercito non fu piii schierato in falange, ma per manipoli e reso cosi piti. agile poteva affrontare oggimai qual-sivoglia difficoltä del terreno. Ma la fronte era debole, poiche presentava troppe lacune; a rimediare a tale inconveniente Mario uni due manipoli in una coorte, clie fu poi da Cesare rinforzata d’ un altro manipolo. La legione d’ ora iimanzi e ordinata per coorti ed armata tutta nella stessa foggia; i cittadini romani servono solo nelle legioni, e la cavalleria e formata da; alleati ed ausiliari. I ricclii cercano sottrarsi al servizio militare, ehe diventa pro-fessione luerosa per i meno abbienti, ed alla cliiamata di Mario aceorrono numerosi i capite censi, fidenti di migliorar nella guerra la triste lor condizione.’) Ma con tali eambiamenti s’ introduee un grave malanno. I soldati giurano, e vero, fedeltä alla Repubblica, ma s’ affezio-nano al loro comandante e da lui vantaggiati ed arricchiti, dimentichi di Roma, in lui riconoscono il lor padrone e diven-tano strumento alla sua ambizione. Di qui le guerre civili e la fine miseranda della Repubblica. Spenti a Filippi Bruto e Cassio ed i piü ardenti di liberta, ucciso Antonio in Egitto, Augusto col nome di princeps raccolse tutti stanchi delle civili discordie sotto il suo impero. Chö spacciandosi console e contento della podesta tribunicia, ehe lo rendeva sacro ed inviolabile e lo faceva passare come rap-presentante del popolo, guadagnatisi i soldati coi donativi, il popolo col pane a basso prezzo, tutti col dolce ozio, inco-minciö a sorgere ed a recare in sna mano gli uffici del senato, dei magistrati, delle leggi. Ne aleuno gli faceva opposizione, tutti i pivi arrabbiati repubblicani essendo caduti svil campo di battaglia o proseritti, gli altri nobili, quanto piü pronti si mostravano a piegare il capo, tanto pivi facilmente venendo arricchiti ed onorati e preferendo lo stato presente e sicvvro ali’ antico e pericoloso.2) Mutato affatto il sistema politieo, pure restavano gli stessi nomi a’ magistrati, i giovani erano nati dopo la battaglia d’Azio, i vecchi durante le guerre civili, chi v’era dunque che la Repubblica avesse conosciuto ?•'’) Morto cosi ogni sentimento di libertä, Augusto avutosi col- ’ 1’ armi 1’ impero, coli’ arvni penso di sostenerlo. Egli ehe a ra-gion politica, con sua eterna infamia, avea sacrificata la testa di Cicerone ; egli ehe a domandare il consolato avea mandata a Roma quell’ ambasciata, il capo della quäle, mostrandosi il senato restio o non abbastanza pronto a concederglielo, sguai-nando la spada avea gridato: “Ebbene questa a vostro di-spetto gli dara quel ehe voi negate,,;4) egli, dico, non poteva •) Sall. lug. c. 86. ') Ann. I, 2. ») Ann. r, 8. *) Svet. Aug. 26, Veli. Pat. II, 65. esitare fra il congejiare i veterani, immiserendosi col con-ceder loro lauti premi ed esponendosi a nuovi pericoli, o tenersene una buona parte d’ attorno come strumento di sna potenza. Cosi creando I’ antagonismo fra militari e cittadini come enti politicamente opposti, introdusse 1’ esercito permanente con servizio obbligatorio di vent’ anni, e stanziö i soldati nei punti piü esposti alle invasioni nemiche. Allargati piü tardi i confini deli’ impero fino al Reno ed al Danubio, sottomessa interamente la Spagna, nel nono anno di Tiberio troviamo disposte le forze romane come segue. A tutela d’ Italia 1’ai’mata del Miseno nel mar Tirreno, dirimpetto all’isola di Procida ; nel-1’Adriatico 1’arm ata di Ravenna; il vicin lido di Gallia guar-dato dalle navi rostrate di stazione a Forum Iulium (Prejus); otto legioni al Reno, il nerbo delle forze, a tenere in soggezione ' la Germania e la Gallia; tre legioni nella Spagna; nella pro-vincia d’Africa comunemente una; due riell’ Egitto ; quattro in tutto quel paese ehe comincia dalla Siria e si estende fino all’Eufrate; tre per lo piü in Pannonia; due in Mesia e due in Dalmazia, quasi a mezza strada fra 1’ Italia, la Pannonia e la Mesia, sicche potevano facilmente accorrere o da una parte o dali’ altra dove piü stringesse il bisogno. Roma aveva proprie milizie, le coorti pretoriane e le urbane. C’ erano flot-tiglie nel Reno, nel Danubio e nel mar Nero, ed infine nei luoglii delle provincie adatti a difesa le forze delle milizie ausiliarie, clie crescevano o diminuivano, secondoche v’ era guerra o pace. Forze davvero formidabili, se fossero state animate da un sentimento alto e generoso. Ma ehe atfetto di patria ci poteva essere in quelle eterne guerre civili, dove senato e popolo romano eran nomi giä vieti'?1) Che coscienza del do-vere, se i soldati erano piuttosto comprati che sceltir12) Incuranti di tutto, badano a comprarsi esenzioni dal servizio, e non era raro il caso di trovare veterani che non avessero mai fatta ne guardia ne scolta, che lo steccato e la fossa considerassero come strane novitä, che avessero finito il lor servizio per le cast.ella tutti attillati ed intesi ai guadagni. 8) I centurioni esigono dai soldati quasi un annuo ti-ibuto, ed a forza di *) Hi st. I, 55. *) Hist. i, 5. «) Ann. XIII, 35. fatiche e crudeltä spremono dai loro sog'getti quanto piü pos-sono.1) Similmente e peggio le milizie urbane, guaste dall’uni-versale corruzione, guaste dagli imperatori, dai loro coman-danti, infine da tutti coloi'o che rairano a novita. Gia si creano da se i lor capi; tempo verrä in cui faranno e disfaranno gli imperatori. Seguiranno il loro esempio i soldati delle legioni appena sarä divulgato l’arcano che altrove ehe in Roma puo nominarsi 1’imperatore.2) Ed i bravi capitani, quando dopo mille stenti e pericoli lian ricondotta la disciplina tra i loro soldati; quando sono sul punto di debellaro i nemici, trovano le maggiori difficoltä nell’ imperatore, ehe invidioso di lor gloria li richiama, li manda altrove, esponendoli a sempre nuove fatiche, a sempre nuovi pericoli, o li lascia il resto di lor giorni languir nell’ oscuritä, se pure non arriva a sbaraz-zarsene mediante il veleno. Oosi da Tiberio viene richiamato Germanieo, prima ehe finisse la guerra, e mandato in Asia ed alla morte ; Ooi’bulone che giä si trovava in paese nemico, ha 1’ ordine da Claudio di ricondui’re le forze romane sulla riva sinistra del Reno ed esclama: “Oh felici i duci passati !„ ed Agricola muore a Roma con forte sospetto di veleno propi-natogli da Domiziano. “Chi consideri i tempi degli imperatori, dice il Machiavelli,8) gli vedrä atroci per le guerre, discordi per le sedizioni, nella pace e nella guerra crudeli, tanti principi morti col ferro, tante guerre civili, tante esterne; 1’Italia afflitta e piena di nuovi infortuni, rovinate e sacclieggiate le cittii di quella. Vedra Roma arsa, il Campidoglio da’ suoi cittadini disfatto, desolati gli antichi templi, corrotte le cerimonie, ripiene le eitta di adulteri; vedra il mare pieno di esigli, li scogli pieni di sangue. Vedra in Roma seguire innumerevoli crudeltadi, e la nobiltä, le ric-cliezze, gli onori e sopratutto la vir tu essere imputata a delitto capitale. Vedra premiare gli accusatori, essere corrotti i servi contro al lor signore, i liberti contro al padrone, e quelli a chi fossero mancati i nemici, essere oppressi dagli amici.,, >) Hist. I, 46. *) Hist. I, 4. s) Discorsi sulla prima tleča di T. Livio, lib. I, cap. 10, dovo traduce parte del cap. ‘2 del lib. I delle Storie. 1. Le legioni. Le legioni (reggimenti) da Cesare in poi ebbero ciascuna 10 coorti (battaglioni), come appare anche da un luogo di Tacito,1) dove dice, che infiammati i G-ermani dal diseorso d’Arminio accorrevano numerosi a combattere contro gli invasori romani, e Germanico, perche non gli eapitasse addosso d’ un solo im-peto la guerra, procurö di dividere il nemico ordinando a Cecina di fare una diversione nel paese dei Brutteri con 40 coorti, le quali non sono altro clie le quattro legioni del-1’ esercito inferiore. Ogni coorte avea tre manipoli (compagnie), un manipolo due centurie (squadre); cosi la legione risulta divisa in 10 coorti, 30 manipoli, GO centurie. Quanti soldati contasse una legione, non si puo con tutta sicurezza precisare, ne e lecito dedurre da Tacito clie avesse 3000 uomini, se ci dice ehe Germanico fece passare il Reno a duodecim milici e legionibus, i quali dodicimila appaion for-mare piü tardi quattro legioni. Anzitutto e legionibus fa le veci d’ un genitivo partitivo, e poi le legioni sunnominate 11011 erano complete, perche molti eran morti per vicendevole strage, quando si volle liberare il campo dai piü turbolenti, e molti senza dubbio erano rimasti indietro a difesa degli alloggiamenti. Che a cagione delle perdite subite e per 1’ im-possibilitä di rifornirne i vuoti, la legione scemasse di molto e cosa naturalissima. Cosi leggiamo in Cesare2) ch’ egli per abboccarsi con Ariovisto, non fidandosi della cavalleria gallica forte di 4000 uomini, toltele tutti i cavalli, vi fece montare la X legione, sicche questa contava allora circa 4000 soldati. Nel quinto anno della guerra due legioni rinforzate di cavalleria vengono a stento calcolate a 7000 uomini.3) Cesare nella battaglia di Farsalo disponeva di 22000 legionari, divisi in 80 coorti, sicche una legione contava approssimativamente 2750 soldati.4) Le due legioni ch’egli condusse seco ad Ales-sandria ne numeravano assieme 3200,5) e la VI legione ehe mosse contro Farnace, in seguito ai continui combattimenti e ’) Ann. I, 60. *) b. Gali. I, 42-43, cfr. I, 15 o Fröhlich, das Kriegswesen Cäsars, p. 10 e sg. а) b. Gali. V, 49. 4) b. c. III, 89. б) b. c. III, 106. clisagi non arrivava neppure a lOOO.1) Ma allo sfcato normale la legione era ben piü forte. Vegezio2) ci dice ehe la legione con-tava da 6000 uomini ed anche piü; Fesfco3) ehe Mario portö la legione da 4000 a 6200 soldati; il Nipperdey1) la vuole forfce di 6400, calcolando ogni coorte a 600 soldati ed a 1000 la prima, ehe senza dubbio era la piü forfce. Cicerone5) serive ehe Pompeo passo da Brindisi nella Grecia con 30000 soldati legionari, i quali secondo Cesare6) erano divisi in cinque legioni, sicche 1’ effetfcivo d’una legione sarebbe stato di 6000 soldati. E questo su per giü appare anche da Tacito,7) il quäle dice ehe rotta una coorte da Tacfarinate, per aver essa abbandonate le insegne fu fatta decimare da L. Apronio e ehe il castigo giovö talmente, ehe un distaccainerito di veterani, non piü forte di 500 uomini, riusci a vincere quelle stesse soldatesche clie la coorte avevano sgominato; dal ehe apparisce chiara-mente essere stata la coorte piü forte di 500 soldati. Per di piü, mentre al tempo della repubblica i cittadini romani cessavano di servire nella cavalleria, sicche questa fu da ultimo somministrata dalle milizie ausiliarie, sotto agli impe-ratori, non si sa bene quando, la legione torno ad avere un corpo di propri cavalieri. E questo risulta chiaramente, oltre che da molte iserizioni, anche da due luoghi di Tacito,8) dove espressamente si fa distinzione fra la cavalleria degli ausiliari e quella della legione. E Giuseppe Flavio9) ci dice clie questi cavalieri erano 120 per legione, divisi in quattro torme. Di poco adunque si sbaglia tenendosi al Nipperdey e calcolando a circa 6400 il numero dei soldati appartenenti alla legione. La legione aveva proprie salmerie, proprie milizie del genio, i suoi pionieri, le sne macchine, sicche formava a se un’ unitä tattica; che gia i Romani avevan conosciuto quanto giovasse si in guerra offensiva ehe difensiva il mauovrare colle tre armi riunite, fanteria, cavalleria, artiglieria. ') b. Alex. 09. *) Do re mil. IT, 2. ») Ep it. p. 336 M. *) Ad Atm. III, 21. ‘) Ad. Att. 9, G, 3. ‘) b. o. III, 4. T) Ann. III, 20 e 21. ■) Ann. IV, 73 ed Hist, I, 57. 9) b. Iud. 3, 6, 2. Le legioni portavano un numero progressivo, e questo per lo pili bastava a distinguerle al tempo della repubblica; ma scoppiate le guerre civili, avendo ognuna delle parti le sne legioni col proprio numero e passando le legioni vinte al vin-citore, avveniva talora die questi avesse sofcto il suo comando piii legioni portanti lo stesso numero, onde convenne dare ad ognuna un soprannome. E questo traevasi o dal paese in eui la legione era stanziata od era stata arrolata, come legio Germanica, Cyrenaica, Macedonica, Ilispana; o dali’ imperatore ehe 1’aveva istituita, legio Augusta, Galbiana, Claudiana; o da qualche ricordo glorioso o da altra ragione: legio Fulminata, Ferrata, Jlapax; o ha nome dalla divinitä a cui e dedieata, come Apollinaris e Primigenia; *) se la legione risulta dalla fusione ’) II predicato Primigenia e dato solo alle due legioni XV e XXII umbedue alla morte di Nerone stanziate in Germania. L’ opinione del Grotefend (Paulys Real-Enc, s. leg. XV Prim.), clie Primigenia fosse il nome di qnella legione nata mediante divisione e poi completata e 0011-servante la sua aquila, in modo clio da dvie legioni vecchie se ne sareb-boro formate quattro, le due Primigeniae nuove coli’aquila delle antielie, e la XV Apollinaris e XXII Doiotariana vecchie coll’aquile nuove, 11011 mi persuade gran che, staute 1’ incomprensibile e ingiustificato scambio delle insegne. Sto piuttosto col Forcellini (s. v.) ed interpreto Primigenia come dedieata alla fortuna, dea praeses rerum gignendarum, vel quae est unieuique a primo ortu comes, e venerata come tale specialmente a Praoneste (Palestrina), dove aveva un tempio rinomatissimo. Le due Primigeniae, di cui nessuno serittore ci dice da chi fossero istituite, non sono noverate fr a lo 25 legioni ricordate da Tacito nel 23 d. O.; com-paiono invece fra le 30 dell’anno 09, delle quali si sa che, oltre alle 25 vecchie, due, la I Italica e la I Adiutrix, furono istituite da Nerone, una la VII Galbiana, da Galba. Eppure non e credibile clie Tacito, tanto esatto in siffatte cose, omettesse cosi alla leggiera di farci parola della creazione di queste due legioni; certo ne parlo in uno dei libri perduti. E siccomo per creare due nuove legioni ci voleva una ragione plausibile, trovarulosi le due legioni tutte e due in Germania, e verisimile ehe fossero istituite da Claudio, quando per la spedizione di Britannia levo dal Reno parte delle legioni ivi di guardia, clie furono dunque subito sostituite con due nuove, perche quella linea 11011 poteva assolutamente restare indifesa (of. Borghesi, II, p, 231'). Ed ammesso che siano state istituite da Claudio, 1’opiteto Primigeiiiao, secondo mio avviso, ce lo spiegherobbe lo stesso Tacito (Ann. III, 18), il quäle ci dice ehe ronden-dosi grazie a tutti i membri della famiglia imperiale per aver vendieato la morte di Germanico, il nome di Claudio, destinato dalla fortuna a diventar imperatore, ros tč ignorato persino dagli adulatori. Quindi non pare inverosimile ehe Claudio, portato quando men sel credeva sul trono, alla fortuna dedicasse le due legioni, ehe la piü ovvia ragion di stato gli aveva imposto di formare. di due, si chiaina Gemina, ed infine Adiutrix so e formata da marinai. Qui non mi par fuor di proposito di faro una breve storia. delle legioni, senza riguardo al tempo in cui furono istituite, e senza tenere, come si usa, il numero progressivo, ma seguendo le vicende del corpo d’ esercito a cui appartenevano.x) L’ esercito di Pannonia verso il 14 d. C. era composto di tre legioni, della VIII Augusta, della IX Hispana e della XY Apollinaris col quartier pi’incipale a Poetovio (Pettau sulla Drava), e poi cogli altri quartieri di Aquincum (Buda) e di Brigetio (Szöny). Erano comandate da Griugno Bleso, legatus pro praetor e, il quäle udita la morte di Augusto e la succession di Tiberio aveva intermessi i soliti esercizi delle legioni a cio riunite nel campo estivo. Quindi a scioperarsi i soldati, ehe speravano di trar guadagno dalla mutazione del principe ; finche eccitati da un certo Percennio, capo di fazioni teatrali, vennero ad aperta sommossa. Yolevano unire le tre legioni in una e chia-mare la nuova legione dal nome della propria, ma perehe ognuno pretendeva quell’ onore per la sua, deposto questo pensiero, si volgono ad altro partito, e raccolte in un luogo le tre aquile e le bandiere delle coorti si mettono ad erigere uri nuovo tribunale, faeendo cosi atto d’ aperta ribellione contro il novello imperatore, quasi intendessero crearne un altro. Bleso a furia di preghiere ottiene clie mandassero una depu-tazione a Tiberio, la qualo esponesse lor domande. Ma la sedizione si riaccende per la venuta dei manipoli ritornati da Nauporto (Ober-Laybach). Si oltraggiano, si percuotono i centurioni, i tribuni, il prefetto del campo e poco mancö che non s’ ammazzasse lo stesso legato. Che anzi erano per venire alle mani le legioni Vlil e XV, quella per'far morire un centurione, questa per difenderlo ; ma s’ interposero i soldati della IX colle preghiere e, disprezzate queste, colle minacce. Saputesi queste cose a Roma, Tiberio mandö in Pannonia il figliuol suo Druso senza precise commissioni, lasciando ehe si consigliasse dalle circostanze. Druso, favorito da un’ ecclissi lunare, fenomeno ehe aveva empiti di paura e superstizione gli animi dei soldati, represse in breve la sommossa facendone ‘) cfr. Pfitzner, Gesch. der röm. Kaiserleg:; Grotefend in Paulys Real-Enc. s. v.; Drumann, Gesch. Koms; Stille, Historia legionum auxi-liorumque ecc.; Düntzer. die Legionen am ithein; Hübner, exercitus Britannicus, Hermes XVI (1881), p. 513, 39. uccidere i promotori. Tornarono primi alle proprie stanze d’ inverno quci deli’ VIII, poi quelli della XV, e finalmente, fafcta di neeessitä virtü, quei della IX. Questo succedeva nel-1’ anno 14 d. C. ’) La legione VIII *) si trova di poi trasferita nella Mesia 3) od assieme alla VII Claudiana s’avanza fino ad Aquileia a combattere per Ottone. Qui malmenati quelli ehe recavan novella della sconfitta e morte di Ottone, anziche giurare fedeltä al nuovo imperatore, le due legioni si volgono a Ve-spasiano. L’VIII sotto gli ordini del legato Numisio Lupo accoi're a Verona, ove s’ accampa nelle trincee che aveva co-struite Antonio Primo, comandante dei Flaviani, affine di chiudere gli sbocchi delle Alpi. ') Ammutinatisi i soldati, perohe volevano la morte di Flaviano e Saturnino, l’uno ai soldati sospetto, 1’ altro odiato, indi un po’ chetati, marciano a Bedriaco, dove Antonio facendo le parti di buon capitano rompe i nemici. I soldati domandano con insistenza 1’ ordine di assaltare Cr emo na, ma son tenuti in freno dal repentino arrivo dell’esereito Vitelliano, il quäle, saputa la rotta de’suoi, da Ostilia percorre 30 miglia per arrivare a Cremona, ed anziche riposare, a tarda sera da addosso ai Flaviani pronti e disposti a battaglia. In questa 1’ VIII prende posizione per apertim Umitem della via Postumia.5) I Vitelliani sono scon-fitti e Cremona viene presa ed arsa. Nell’ assalto della piazza l’VIII assieme alla VII Claudiana occupava dexteriora valli.6) Scoppiata la guerra contro Civile la legione fu trasportata in Germania.7) La IX nel 20 d. C. venne chiamata a Koma e di lä mandata di guarnigione in Africa,8) dove sotto la condotta di ') Ann. I, lfj e sg. 2) Pare ehe 1’ VIII, ancora quando si trovava in Pannonia, mandasse un distaceamento alla conquista della Britannia. Infatti esiste un’iseri- zione (C. I. L., p. 305) di Gavius Silvanus (Ann. XV, 50) primipilare della legione VIII doniš donatus a divo Claudio bello Britannico, torquibua armillis, phaleris, corona aurea. *) Hist. II, 85. *) Hist. III, 10. ‘) id. III, 11, 21. •) id. III, 27. ') id. IV, 68. 8) Ann. III, !). Apronio combatte felicemente contro Tacfarinate e lo ricacciö nel deserto.1) Riaccesasi la guerra nel 22, ebbe prospera fortuna sotto Giimio Bleso.2) Dopo tali vittorie per ordine di Tiberio fu richiamata dali’Africa, como se cola non ci fossero piti nemici.s) Nel 61, che ei mancano le notizie del tempo ehe corre dal 24-61, troviamo la legione in Britannia, forse traspor-tatavi nel 43 al tempo di Claudio;4) qxxi sotto il eomando di Petilio Ceriale combatte iiifelicemente contro ai nemici e perde tutti i fanti ehe avevano prešo parte alla battaglia. Ceriale riusei a stento a rifugiarsi con la eavalleria al campo, dove era rimasto senza dubbio il resto della legione, i eui vuoti furono riempiti con legionari fatti venir di Germania.5) La legione fu nuovamente indebolita per essere stata obbligata a mandare in Italia un distaccamento, il quäle combatte per Yitellio nella seconda battaglia di Bedriaco. 6) Sotto gli inetti suceessori di Svetonio Paolino 1’indisci-plinatezza e la licenza s’ introdussero nell’ esercito di Britannia. Ma giunto ali’impero Vespasiano, coi buoni capitani divento buono anche 1’ esercito, tanto ehe sotto Ceriale, Griulio Frontino ed Agricola riusci ad assoggettare completamente la Britannia. Nell’anno 83 i nemici assaltano di notte 1’ accampamento della legione IX, ehe tenevano piü debole delle altre. Uccise le sentinelle, forzarono le porte e gia combattevasi nel campo, quando Agricola m an d o alle spalle dei nemici un corpo di ausiliari. I Komani, ripreso coraggio, sicuri di lor salvezza, combattono per la gloria, ricacciano con grosse perdite il nemico e 1’ avrebbero distrutto, se non fosse stato protetto dalle paludi e dalle selve.7) La XV sotto il eomando di Mario Celso dalla Pannonia fu condotta nell’ Armenia; 8) indi preše parte sotto Tito alla guerra giudaica.9) ») Ann. III, 10. J) id. III, 74. 3) id. IV, 23. 4) cfr. Agr., IB. 6) Ann. XIV, 32, 38. 6) Hist. 111, 22. 7) Agr. 26. R) Ann. XV, 25 e sg. ®) Hist. V, 1. Piü tardi in Pannonia troviamo la VII Galbiana e ]a XIII Gcmina. La VII Galbiana od ancho Hispana, formata da Galba di Spagnoli por combattere Nerone, fu da lui condotta a Koma e poi mandata in Pannonia. Quivi, e precisamente nei quartieri d’inverno di Poetovio, ’) si trovava anehe la legione XIII Ge-inina, trasportatavi dopo le imprese di Germania. Chiamate entrambe da Ottone in Italia-, mandarono avanti ognuna un corpo di 2500 nomini, clie fnrono rotti a Bedriaco.2) II grosso delle legioni arrivo troppo tardi per poter prender parte alla battaglia. Puö far meraviglia che la legione YII con tanta facilitä seguisse 1’ esempio delle alti’e, si da indursi a combattere per Ottone, il quäle pure aveva fatto uccidere 1’ imperatore che 1’ aveva coscritta. La legione XIII dopo essere stata ob-bligata a costruire a Cremona e Bologna anfiteatri per gli spettacoli de’ gladiatori, che vi vole van dare Cecina e Valente, fu rimandata in Pannonia, dove era giä ritornata la VII. 3) E tutte due piene di dispetto per essere state vinte passarono senza indugio alla parte di Vespasiano specialmente per opera di Antonio Primo.4) II quäle disprezzando gli indugi, con parte delle milizie ausiliarie e colla cavalleria- invase 1’ Italia, occupo Aquileia, Opiterghm (Oderzo), Ältinum (Altino), Pata-vitun (Padova), Atesta (Este), e sorprese tre coorti di Vitelliani ed un’ ala di cavalleria che stavan di guardia sull’ Adige a Forum Alieni (Legnago).s) Divulgatasi tale vittoria, le due legioni vennero a raggiungerlo a Padova, piene di brama di combattere, e qui presero riposo.Occupata Vicetia (Vicenza), si scelse Verona a centro delle operazioni guerresche, luogo assai adatto, perche rendeva i Flaviani padroni degli sbocclii Alpini, e cosi si poteva facilmente sbarrare il passo alle milizie di Germania, se (jueste avessero voluto venir in soccorso di Vitellio. Quivi dunque s’ aspettarono che venissero le legioni ») Hist. III, 1. ’) cfr. 1’ esercito superiore di üermauia. *) Hist. II, 67. ■•J Hist. II, 80. 4) 11 ö’ Anvillo inclina a credero cho lossc dove oggi ü Ferrara; il Muroto con molto maggior probabilita, vuole cho sia Leguago. 6) Hist. 111, (j, 7. d’Oriente, all’ arrivo delle quali Antonio, che per la partenza de’ suoi colleghi, Flaviano ed Aponio, era rimasto solo duce della guerra, sapute le discordie che regnavano nel campo de’ Yitelliani per il tradimento di Cecina, tenendosi abbastanza forte, deliberö di assalire il nemico ed in due marce da Vefrona venne a Bedriaco. A capo della cavalleria e degli ausiliari di Mesia vince la cavalleria dei Yitelliani e le due legioni XXI Rapax e la I Italien, e le insegue fin quasi sotto le mura di Cremona. In sull’ annottare fu raggiunto dalle legioni, che domandavano di dare 1’ assalto alla piazza. E perche Antonio nol consentiva, erano presso a sollevarsi; quando da certi prigioni si seppe che arrivava tutto 1’ esercito di Vitellio. Antonio, schierati i suoi, attaccö il combattimento, che fu sangui-nosissimo e fatale or agli uni, or agli altri. In sull’albeggiare i Yitelliani furono respinti e venne espugnato in quel giorno istesso il campo situato sotto le mura della cittä. Caduto il campo, la cittä fu saccheggiata ed arsa. Nella bat.taglia di Bedriaco e memorabile il fatto che un soldato della VII uccise, senza conoscerlo, suo padre che militava nella XXI Rapax. Nella hnea di battaglia la VII aveva preso posizione in aperta pianura, la XIII fra dense macchie; nell’ assalto del campo la VII stava sulla via clie mena a Bedriaco; la XIII ebbe asse-gnata la porta Brixiana, cioe quella porta del campo che corrispondeva a quella della cittä che conduceva a Brescia. x) Antonio, lasciato a Verona il grosso delle legioni, che furon ben presto richiamate allo scopo di provvedei’e di vet-tovaglie quelli che andavano innanzi, con scelti legionari e colle milizie. ausiliarie si mise in marcia e valicö gli Apennini.2) Arresoglisi a Narnia (Narni) 1’ esercito rimanente di Vitellio, dopo molto ed inutile indugiare marciö in tre colonne su Roma, e forzato il campo pretorio entrö in cittä, ove trovö Vitellio giä ucciso.3) La legione VII fu a guerra finita rimandata in Pannonia e fusa colla I Germanica, fu indi in poi chiamata -(remina. La XIII ritornö forse anch’essa ne’ suoi quartieri di Poetovio. In Germania, verosimilmente dopo la rotta cbe nel 16 a. C. i Sigambri avevano inflitto a Lollio, furono rinforzate le ‘) Hist. III, 8, 15, 1(! e sg., 33. ’) id. III, 50, 52 e sg., 39. ") id. III, 63, 78, 80-82. milizie romane, incaricafce di presidiare la linea del Reno, e portate ad otto legioni, divise in due eserciti, 1’inferiore pi’esso Colonia, il superiore presso a Magonza. Contando le milizie ausiliarie unite alle legioni, si puö ritenere che da quel tempo in poi vi furono lungo la vallata del Reno circa 100,000 soldati. Le legioni erano acquartierate in piazze forti, apposita-mente eostruite, e fatte in modo ehe oltre alla dovuta sicu-rezza potessero presentare ai soldati ogni possibile eomodita anche per un lungo soggiorno. Cosi fu costruita la fortezza di Castra Vetera, non lontano da Xanten, e vi furono stanziate due legioni; presso Colonia fu piantato un campo fortificato per altre due legioni, trasportate di poi a Bonn. Nell’ importante posizione strategica di Mogontiacum (Mainz) stazionavano due legioni: una verosimilmente nell’ Alsazia superiore ad Ar-gentoratum (Strassburg), ed una a Vindonissa (Windisch in Aargau) tra 1' Aare e la Reuss, non lontano dal Reno, e dominante la strada Alpina del Gran S. Bernardo. L’ esercito inferiore era composto delle legioni: I Germanica, V Älaudac, XX Valeria Victrix e della XXI Rapax; piii ta,rdi successe qualehe cambiamento ed invece delle due ul-time Iroviamo la XV Primigenia e la XVI Gallica. La I Germanica fu istituita da Augusto dopo la rotta di Varo ed ebbe da Tiberio le sue insegne.1) Udita la morte di Augusto, le legioni deli’ esercito inferiore, che si trovavano al campo per le solite esercitazioni estive e ch’ eran composte in gran parte di giovani soldati, si levano a gravissimo tu-multo con si meraviglioso accordo che parevano rette. Cambiatisi finalmente i soldati per il discorso di Germa-nico accorso dalle Gallie, traggono i piti turbolenti a P. Cetronio, comandante della I legione, il quäle mostrandoli ad uno ad uno da unrialto alle legioni, ehe stavano attorno colle spade ignude, se era gridato reo, veniva precipitato giü ed ucciso. I veterani vengon mandati nella Rezia sotto il pretesto di difendere *) Ann. I, 42. II Mommsen črede che questa legione esistesse gia prima, e ehe avendo perdute le sue. bandiere nella sconlitta pat,it,a da Lollio (16 a. C.), le rieevesse nuove da Tiberio. II Brambach invece (C. Ins. Rhen.) sostiene, e mi paro con piü ragione, ehe la legione a quel tempo non dovesse esistere, perche Velleio Patercolo (II, 97) parlando della rotta Lolliana, dice espressamente che in quella la legione V' per-dette la sua aquila, ni v’ 6 ragione di credere che abbia oinesso per errore di far menzione della legione I, se avesse patito eguale disastro. la provincia dagli Svevi, ma in realta per allontanarli dagli accampamenti pieni rli tristi ricordi.1) Cosi ricondotta la quiete in quolli animi ancora acoaniti, entrö smania di dare addosso ai neinici ad espiazione deli a pas-sata rabbia. L’ esercito inferiore nel 14 d. C. passato il Reno e la selva Cesia, devastö con grande strage le abitazioni dei Marši, e sfuggiti gli agguati tesigli dal nomico, ritorna ne’ quartieri d’ inverno.2) L’ anno seguente sotto il comando di Cecina pi’ende parte alla seconda spedizione di Germanico, nella quäle vien corso il paese dei Catti, liberato Segeste dali’ assedio, e fatta pri-gione la moglie d’Arminio. Germanico di poi si ritira sulla riva sinistra del Reno, perche temeva una generale sollevazione dei Germani. Ed infatti i Clieruschi infiammati dai discorsi di Arminio avevano riprešo le armi. Germanico, perche 11011 gli venisse addosso di un sol impeto la guerra, mando Cecina coli’ esercito inferiore a fare una diversione nel paese dei Brutteri, e mentre se ne dovastava il paese, fu trovata l’aquila della XIX legione perduta con Varo. Germanico riunitosi a Cecina, arrivato non lontano dalla selva di Teutoburgo, dove si dicevano giacer insepolte le reliquie di Varo e delle sue lo-gioni, fu prešo dal desiderio di rendere gli estremi onori ai caduti. Enfcrano in que’ tristi luoghi e trovano gli avanzi dol campo romano e della ferocia germanica; la campagna biancheg-giante di ossa ammontate e disperse, secondoche i soldati eran fuggiti od avevano fatto testa; tesclii umani confitti nei tronchi degli alberi ed i superstiti alla battaglia riferivano dovo s’ era ucciso Varo, dove erano stati sponti i legati, dove aveva parlamentato Arminio e superbamente insultato alle insegno dei vinti.3) Dopo un combattimento inöerto con Arminio, 1’ esercito inferiore viene ricondotto ali’ Ems, e Cecina a capo de’ suoi riceve 1’ ordine d’ affrettarsi ai ponti lunghi, costruiti da Do-mizio sulle paludi tra il Reno ed il Weser (Burtanger-Moor). Ma trovata rotta la strada, egli fu ben presto raggiunto ed assaltato da Arminio in luogo assai svantaggioso. La notte sottrasse ali’ avversa battaglia le legioni ehe gia piegavano. ') Ami. I, 44. ’) id. I, 49 o sog. 3) id. I, 50 o seg. Intrepido Cecina fra tanti pericoli, non eurandosi d’ un sogno avuto la notte, nel quäle gli pareva ehe Quintilio Yaro uscito dalle paludi a se il chiamasse, non trovo miglior par-tito che cercare di teuere il nemico nelle selve, finehfe avan-zassero i feriti e le salmerie. Ma i soldati costernati e sordi ad ogni comando abbandonano il loro pošto. E d’ improvviso son loro addosso i Germani ed Arininio ehe grida: Ecco Yaro e le legioni avvinte un’altra volta dall’istesso destino! Cecina, trafittogli sotto il cavallo, cadde ed era fatto prigione, se non 10 avesse salvato la I legione. I Romani in sull’ annottare riuscirono in luoghi aperti e sodi, e fatto a stento lo steccato, spartendosi cibi sporchi di sangue e di fango, si lamentavano che a taute migliaia piü 11011 restasse che un giorno di vita. Ed a caso un cavallo, rotta la cavezza, mise tanta confusione nel campo, che si preparavano a fuggire, se Cecina 11011 li avesse impediti col distendersi sulla soglia della porta. Di poi avendo loro mostrato a quäle estremitä si trovassero, li confortö a porre ogni speranza nel-1’ armi e a tenersi fedelmente a quanto egli verrebbe ordinando. 11 di segnente i Germani assaltano il campo, e guastata la f’ossa giä s’ abbrancavano alle trincee, dovo trovano rari 0 come istupiditi da paura i difensori; quando i Komani dato nelle trombe, escono a furia e ributtati con grande strage i nemici arrivano sani e salvi al Reno.1) Nel 16 si rinnova la guerra Germanico dalla f'atta esperienza vedendo che i soldati soffri-vano immensamente nelle lunghe marce, penso di trasportarli riposati e senza perdite nel cuor della Germania. Imbarcatili su mille navi arrivano all’ Ems, dove sbarca 1’ armata. Passa 1’ Ems ed il Weser, ed esplorato 1’ animo dei soldati neH’istesso modo, che dicesi adoperasse Napoleone alla vigilia della bat-taglia di Austerlitz, vince in due grosse giornate *i Germani. Essendo giä di troppo avanzata l’estate, le legioni furono ri-coudotte nei quartieri d’ inverno, le une per terra, le altre per mare. Quelle per terra arrivarono saue e salve; le altre patirono gravissime perdite. I Germani, rianimati dalle disgrazie toccate ai Romani, riprendono le armi, ma sono nuovamente rotti da Germanico.2) ') Ann. I, GO e sg. iJ) id. II, 5 e sg. Nel 21 parte deli’ esercito inferiore venne mandata .a se-dare 1’ insnrrezione degli Andecavi e Turoni (Anjou e Touraine) e Tre veri, fatta scoppiare da Giulio Floro.1) Sette anni dopo 1’ esercito inferiore con distaccamenti del superiore vien condotto oltre il Rono contro i Frisii, ehe s’ erano ribellati per la durezza dei tributi; ma combatte con poco successo, causa 1’inettitudine del suo comandante L. Apronio.2) Pare di poi ehe si godesse lunga pace e ehe i soldati un po’ alla volta s’ infiacchissero, finche diventato Corbulone le-gatus inferioris Germania} ricondusse 1’ antica disciplina, av-vezzandoli a non uscir dalla colonna, a non incominciar il combattimento, se non ne avessero avuto 1’ ordine, a lavorare cinti di spada. E costretto dall’invidia di Claudio a ripassare il Reno, per non guastare coli’ ozio i soldati, fece loro scavare lin canale tra la Mosa ed il Reno lungo 23 miglia a scansare i casi deli’ Oceano. Quieta di poi nuovamente la Germania per volontä dei duci, i quali, diventate comuni le insegne del trionfo, speravano maggior farna, se avessero continuata la pace.3) Questo stato di cose dura lino all’ anno 68 d. C , in cui 1’ esercito della Germania inferiore e comandato da Aulo Vi-tellio e la legione I Germanica lui i suoi quartieri d’ inverno a Bonn. Scoppiata la sollevazione di Giulio Vindice, ehe vole va liberare il mondo da quel mostro ehe fu Nerone, i due eserciti di Germania, rimiiti a combattere i ribelli, impararono a conoscere le lor forze e cominciarono a desiderare la guerra per arricchirsi di prede. Eran malissimo disposti verso di Galba, giä socio di Vindice; onde di mal animo il 1° di Gennaio 69 prestarono il giuramentp di fedeltä ed anzi aleuni soldati della I legione gettarono sassi contro alle immagini di Galba. Ed il suo comandante Fabio Valente il 2 di Gennaio entrato in Colonia salutö imperatore Vitellio,4) il quäle fu ben presto riconosciuto da tutto 1’ esercito di Germania e di Britannia. Cosi scoppiata la guerra civile, vengon mandati alla volta d’ Italia due eserciti, uno, 1’inferiore, sotto Valente, 1’altro, il superiore, sotto •) A nn. IV, 72 o 73. *) id. XI, 18 e sg. ») id. XIII, 53. 4) Hiat. I, 51 e sg. Cecina. Valente ebbe 1’ordine di guadagnarsi le Gallie e di soendere in Italia per le Alpi Cozie. La prima legione manda alla guerra solo un distaccamento.1) Valente entrato nel paese dei Treveri, distrusse Divodurum (Metz), spavento le Gallie, e spogliati delle arini i Viennesi ed obbligatili a somministrare ali’ esercito provvigioni di ogni sorta, attraverso il paese degli Allobrogi e dei Voconzi (Delfinato, Savoia e parte della Pro-venza) ed arrivö alle Alpi.'2) Valicatele, giunse a tempo per salvare Cecina, ehe era stato giä sconfitto. Unitisi i due eser-citi, ruppero gli Ottoniani a Bedriaeo. 3) Frattanto Vitellio ignaro della vittoria conduceva in Italia a nuova guerra quasi tutte le milizie di Germania, facendo rinforzare i pochi ehe rimanevano con leve fatte nella Gallia.4) Era appena arrivato a Roma ehe gli venne la nuova della rivolta delle legioni di' Oriente e della proclamazione di Vespasiano ad imperatore. Ordinö pertanto a Valente e Cecina di mettersi in pronto per la guerra. Ma siccome Valente s’alzava allora allora da una grave malattia, Cecina usci solo di citta coli’ esercito di Germania, che non pareva piü desso. Non vigorosi i corpi, non ardenti gli animi, lenta e rara la colonna, le armi cascanti di dosso ai soldati, intolleranti del sole, della polvere, delle fa-tiche e piü. pronti alle risse.5) E Cecina piü per invidia e ge-losia che altri godesse piü autorita presso a Vitellio, ehe per dare all’ impero un principe degno di governarlo, avvia secrete pratiche coi Vespasiani, ma scoperto, viene imprigionato da’ suoi soldati. °) Cosi i Vitelliani rimasti senza duce sono scon-fitti in due battaglie presso Bedriaeo 7) e le vinte legioni ven-gono disperse per l’Illiria.8) I soldati della I legione rimasti in Germania, e rinforzati, come s’ e detto, di leve galliche, si trovavano nei soliti quar-* tieri d’ inverno a Bonn, quando si sollevarono i Batavi, istigati da Claudio Civile. Otto coorti di Batavi, che per ordine di 1) Hist. I, Gl. s) id I, GB o sg. a) id. II, 41-43. ‘) id. II, 57. 5) id. II, 91». “) id. II, 101, III, 14. ’) id. III. 18 e Hg. ") id. lil, 35. Vitellio andavcano a Roma, guadagnate alla causa nazionale, voltarono strada e s’ avviarono nella Germania inferiore per nnirsi a Civile. La prima legioue ebbe 1’ ordine di tagliar loro la strada, mn fu vergognosamente sconfitta, quantunque supe-riore di forze.1) Inferociti i soldati diedero la colpa di quella rotta ad Ordeonio Flacco, generalissimo degli eserciti di Ger-mania, e lo costrinsero a cedere a Voculail supremo comando.2) La legione fu poi condotta a Novaesium (Neuss) e piu tardi si accampo a Geldtiba (Gelb); ma avendo combattuto mala-mente contro i Germani, si rivoltö contro il suo comandante Erennio Gallo.3) Indi or vinta or vittoriosa e sempre pronta alle sedizioni, fu condotta da Vocnla, dopo aver giurato fe-deltä a Vespasiano, a liberare Magonza assediata dai Batavi ribelli.4) Ali’ annunzio della morte di Vitellio, riaccesasi mag-giormente 1’ insurrezione, Civile, ehe fino allora avea cercato di dar ad intendere ai soldati di Germania, fedeli a Vitellio, ch’egli combatteva per Vespasiano, con eni era legato in ami-cizia, forse contratta in Britannia, buttata via la mascliera, congiura a’ danni di Roma, e por colmo d’infamia le legioni di Germania preferiscono servire a stranieri anziclie avere ad impe-ratore Vespasiano.5) Fu quindi assai facile guadagnarle ali’ insurrezione ed ucciso da un disertore della I legione Vocnla, clie indarno avea tentato d’ opporsi a tanto sacrilegio, la legione 1 giura per l’impero delle Gallie.0) Da Bonn fu quindi condotta a Treveri assieme alla XVI, con marcia ehe pareva un funerale, con inonorate le insegne ed a terra le immagini degli imperatori. La geilte accorreva a frotte dalle campagne a saziarsi di quell1 insolito spettacolo ed a schernire quei Romani una volta tanto terribili. E poco dopo avendo i ribelli toccato una sconfitta, le dne legioni spontaneamente tornanq a giurare fedelta a Vespasiano e si ritirano a Metz, citta ai-leata.f) All’arrivo di Petilio Ceriale, eletto a capo della guerra ’) Hist. IV, 19-2G. ’) id. IV, 25. ") id. IV, 27. *) id. IV, 37. 6) Hist. V, 2G; egli dice: Erga Vespiisiainim vetus milii observantia, et cum privatus esset, amici vocabamur. “) id. IV, 54, 59, GO. J) id. IV, 70. contro Civile, le due legioni da Metz furono richiamate a Tre-veri, do ve egli era arrivato. Non vi fn salu to nell’ incontro dei dne eserciti; i soldati delle due legioni per la rea coscienza stavano cogli occhi fissi a terra, 11011 rispondevano a chi li consolava, si nascondevano nelle tende fuggendo la luce, finche Petilio Ceriale ne sollevö gli animi imputando al lato qnello ehe era occorso; che qnello sarebbe il primo giorno di lor milizia e giuramento, ed ordinando che nessuno mai rinfacciasse loro la sedizione o la patita sconfitta.') Ma 11011 sanno cancel-lare col coraggio 1’ onta di cui son coperte, ehe poco dopo conibattono infelicemente e sono rampognate da Ceriale.2) Prendono senza dnbbio parte alla gnerra lino alla sottomissione di Civile; poi non ne abbiamo piii notizia; sembra che dopo tante infainie il loro nome fosse, ed a ragione, c.ancellato dai ruoli per ordine di Vespasiano.3) La legione Y Alaudae4) e la XXI Rapax sono le prime a cominciare la sedizione, a gran stento sedata con licenze e de-nari.5) Ricondotte ne’ quartieri d’ inverno a Yetera, 11011 avendo deposto lor fierezza, furono ridotte a dovere colla f’orza. Che i piü puri di colpa indettatisi precipitaronsi nelle tende ed *) Hist. IV, 72. ») id. IV, 77. s) H Borghesi (op. cit., p. 202) pende a credere che la legione I fosse rinnovnta da Domiziano coli’ istituziono della I Minervia. 4) Durante lo guerro civili si formarono dello legioni non composte di cittadini romani; queste legioni, dette vernaculae, ottenevano la cit-tadinanza giä durante la loro formazione o nel corso della guerra. Ce-sare p. e. ne istitni una di Galli transalpini col nome di Alaudae (cfr. Fröhlich, Das Kriegswesens Caesars, p. 71. II Düntzer (Caesars Legionen am Rhein) vuole cho questa legione fosse lovata da Cassio Longino, legato di Cesare nella Spagna, durante la guerra Alessandrina. Comunque sia, era cosi cliiamata, perche i suoi soldati avevano gli elmi sormontati di creste o pennacchi piü alti che quelli degli altri. La legione V combattö assai valorosamente per Cesare nella hattaglia di Tapso ed in quella di Munda (Hir. b. Air. 1, 47, 60, 81, 84; b. Hisp. 80), e morto Cesare, par-teggio per Antonio (Cie. Phil. I, 8, V, 19). Poi, 11011 si sa quando, fu tras-portata in Germania. II Grotefend (Paulys Real-Enc. s. v.) la confondo colla V Macedonica. Egli cioe dapprima sosteneva clie la V Macedonica era stanziata in Genuania, la V Alaudae nella Mesia; ma piü tardi, tro-vate altre iserizioni, diede completa ragione al Borghesi, da me seguito. *) Ann. I, 81-87. ammazzarono i rei, e Germanico al suo arrivo trovö la carne-ficina gia finita. Le legioni presero di poi parte alle spedizioni di Germanico del 14, 15 e 16; alla guerra contro Giulio Floro del 21, e nel 28 a quella contro i Frisii, nella quäle si segna-larono i soldati della V, che salvarono dall’ eccidio le milizie ansiliarie.1) Quindi lunga pace fino alla insurrezione di Vindice ed allo scoppio della guerra civile. II primo di Gennaio 69 al-cuni soldati della Y tiraron dello sassate contro le immagini di Galba; due giorni dopo tutta la legione defezionö a Yitellio, ed il grosso di essa segui Fabio Valente in Italia. Nella guerra contro Vespasiano, quando Cecina macchinava il tra-dimento, i soldati della Y furono i primi ad imprigionarlo ed a riporre le immagini di Galba, e nominato supremo coman-dante Fabio Fabullo, legato della legione, e Cassio Longo; prefetto del campo, da Ostilia si recarono a Cremona per rag-giungere la loro avanguardia. Dopo la sconfitta di Bedriaco i soldati della legione sono dispersi per 1’ Illiria. I pochi rimasti in Germania, riforniti di leve galliche, assieme alla XV sotto Mummio Luperco combatterono infeli-cemente contro Civile ed a stento si salvarono a Castra Vetera, dove furono stretti dal nemico. Fu rinforzato il campo, ma provvisto si scarsamente di viveri, che in pochi di gli asse-diati si trovarono ridotti allo stremo. Resistettero perö bravamente agli assalti, finche Vocula, vinto Civile, lo costrinse a levare 1’ assedio. Mille soldati della legione V e XV furono poi uniti all’ esercito di Vocula, che si recava a Gelduba (Gelb) ed a Novesio (Neuss) per proteggere quelli che erano stati mandati a vettovagliare. I rimasti a Vetera, in tutto 5000 uomini (Hist. IV, 22), dolendosi d’ essere stati abbandonati, eran pronti alla sedizione, quando assediati nuovamente da Civile, dovettero pensare ad altro. Passate» le legioni I e XVI con armi e bagaglio al nemico, Classico, altro capo deli’ insurrezione, mandö i piü corrotti di quelli che s’ eran resi a tentare 1’ animo degli assediati. I qUali dopo aver fatta bella resistenza, macchiaron lor lode collo spedire inviati a Civile a chieder salva la vita. E la ebbero a patto di giu-rare per 1’ impero delle Gallie o d’uscire svaligiati dal campo. Ma s’ erano appona allontanati un cinque miglia, quando furono a tradimento accercliiati dai Germani. Tagliati a pezzi, ') cfr. la leg. I Germanica eil Anu. IV, 715. retrocessero al campo, dove i superstiti alla battaglia perirono miseramente tra le fiamme.1) La XXI Rapax fu istituita da Augusto dopo la rotta di V aro; lo dimoströ il Grotefend confrontando i seguenti passi: Tac. Ann. I, 31; Svet. Octav. 25.3 e Dione Cass. 57.5. Era formata da soldati italiani, e la maggior parte romani, i quali avvezzi alle lascivie, - intolleranti delle faticlie, col loro contegno procurarono alla legione il soprannome di üapax. Essa era dapprima di quartiere assieme alla Y Alaudae e ne divise le sorti. Nel 69 d. 0. la troviamo stanziata presso Yindonissa, e d’ ora in poi fa parte deli’ esercito superiore, senza che Tacito ci dica quando succedesse tale cambiamento. Forse ciö potrebbe esser accaduto imperando Claudio, quando si fecero dei grandi mutamenti per il trasporto d’ aleune le-gioni di Germania in Britannia. Mancandoci parte del libro XVI degli Annali, non conosciamo la rivolta di Vindice, sedata da Verginio Kufo, comandante deli’ esercito superiore, colla vittoria riportata a Besangon, la morte di Nerone, il ri-fiuto opposto da Verginio ali’oifertogli impero e la proclama-zione di Galba ad imperatore. I soldati adirati perehe era stato lor tolto Verginio, disprezzavano il nuovo comandante Ordeonio Flacco, vecchio, gottoso, senza fermezza, senz’ autorita. incapace persino di reggere gente quieta. Gridato imperatore Vitellio, viene nominato comandante deli’ esercito superiore Alieno Cecina, prima legato d’ una legione, spirito tnrbolenio e, perche convinto di concussione, risoluto a rimescolare ogni cosa e a coprire 1’ infamia sua coi danni della Repubblica. Cecina a capo di 30,000 uomini, il cui nerbo era formato dalla legione XXI, ehe delle altre legioni c’ erano solo distaccamenti, dopo aver fatto strage degli Elvezi, ehe di Vitellio non ne volevano sa-pere, attraverso il Gran S. Bernardo arriva in Italia. Occu-patane gran parte, passa il Po ed assale Piacenza, ma ribut-tato con gravi perdite, e costretto a ripassare il fiume e muove su Cremona. Ne quivi gli riusci 1’ imbosuata tesa agli Otto-niani, ehe scoperte sue insidie, sarebbe stato totalmente battuto, se Svetonio Paolino, capo della fazione contraria, non n-vosse suonato a raccolta. Siffatti svantaggi ridussero a mi-glior senno i Vitelliani, i quali cessando di teuere in nessun conto il nemico ed agognando a riconquistare il perduto onore ') Hist. I, til; IV, 18, ‘22, ‘5ii e sg., 35 e 36, (>0. cominciarono ad obbedire maggiormente a’ loro comandanti. Poco dopo giunge Valente dalla (Jallia e sconfigge gli Otto-niani a Bedriaco. In qiiesto combattimento la XXI legione, di antica gloria, venne a cozzo colla I Adiutri.ce, non mai ancora condotta in battaglia, ma feroce e desiderosa di fai'si onore. Le prime file della XXI furono atterrate ed andö perduta l’aquila. Allora i soldati accesi di dolore ributtarono il nemico, uccisero il legato della legione I e s’impadronirono di molti stendardi e bandiere. Nella guerra contro Vespasiano la legione assieme alla I Italica formava 1’ avanguardia dei Vitel-liani. Rotta e spinta entro le mura di Cremona, prende parte al successivo combattimento nottnrno colle file tutte scompi-gliate. Yiene poi condotta alla guerra contro Civile e qui de-cide la vittoria in favore de’ Romani. ') La XX Valeria Victrix tratta alla rivolta dalla V e dalla XXI, fu poi ricondotta da Cecina assieme alla I a Co-lonia. Prese parte alle spedizioni nella Germania e sotto Claudio fu mandata in Britannia. Nel 50 d. C. sotto Ostorio combatte contro Carataco, prode capitano de’ Siluri, il quäle fu vinto e condotto prigione a Koma. La parte della Britannia piü vi-cina alla Grallia fu a poco a poco ridotta a provincia e fu messa una colonia di veterani a Camalodunum (nella contea d’Essex). Nel 61, mentre Svetonio Paolino, allora governa-tore di Britannia, si trovava alla conquista dell’isola di Mona (Anglesey), la colonia Romana fu completamente distrntta dai Britanni ribelli e messo in isbaraglio Petilio Ceriale die veniva al soccorso. Ma Svetonio Paolino, ritornato dalla sua spedizione, colla legione XIV ed un distaccamento della XX vinse Bao-dicea, regina degli Iceni, e ricondusse le cose nello stato anteriore. Dnrante le guerre civili non fuvvi furore di parte nell’ esercito di Britannia, sia perclie diviso dali’ Oceano o perche piü avvezzo a combattore i nemici. Tuttavia circa 8000 soldati di quelle legioni furon condotti da Vitellio alla guerra e sconfitti a Bedriaco verosimilmente furono rimandati in Britannia. Alla legione XX, che a stento avea giurata fedeltä a Vespasiano, e ehe era torbida e terribile ai suoi comandanti, fu preposto Agricola, che la ridusse in breve a do-vere. La legione prese parte a tutte le guerre della Britannia *) Hist. I, 89, 53, Gl, 07 e sg.; II, 17, 20 e sg., 24 e sg., 27, 80 e sg , 43; III, 18, 22; IV, 08 c 78. combattute sotfco Petilio Ceriale, G iulio Frontino ed Agricola, finche colla vittoria al monte Grampio (nella Scozia setten-trionale), ottenutasi senza sparger sangue romano, il paese fu tutto quanto assoggettato.') La XV Primigenia verso la fine deli’ impero di Nerone e di guarnigione a Yetera e fa parte dell’esercito inferiore. Una parte della legione aveva rioevuto ordme di portarsi alle porte Caspie (forse 1’ odierno Wladi-Kawkas) alla guerra contro g'li Albani, ma fu di lä richiamata perche movesse contro Yindice, che tentava sollevare le Gallie. Questo di-staccamento si trovava a Roma al tempo della guerra civile fra Galba ed Ottone, e dichiaratisi i soldati per quest’ ultimo, Galba fu ucciso, come dicono i piü, da un certo Camurio, sol-dato della XV. II resto della legione rimasta in Germania, assieme alla XVI avea prestato il 1° di Gennaio il giuramento a Galba con molto indugiare e con rare voci delle prime file, fremendo e minacciando e guardandosi attorno, se altri co-minciasse la sollevazione. Dichiaratasi poi per Yitellio a Be-driaco fu vincitrice e poi vinta e dispersa.2) L’esercito superiore presso a Magonza era formato da quattro legioni, dalla II Augusta, XIII Gemina, XIV Gemina Martia Victrix e dalla XVI Gallica • e piü tardi dalle tre legioni, IV Macedonica, XXI Bapax e XXII Primigenia, alle quali fu poi riaggiunta ncl 70 la XIV Gemina Martia Victrix. Mentre i soldati dell’ esercito superiore erano in aperta ri-volta, quelli dell’ inferiore stavano attendendo con dubbia mente 1’ esito dell' altrui sedizione, per decidersi a star fermi o a levar rumore. Germanico, venuto all’esercito superiore, fece giurare ai soldati fedeltä a Tiberio. Quelli della II, XIII e XVI non esitarono punto; piü tardi furon quelli della XIV. liicondotta la quiete, 1’ esercito superiore prese parte alle guerre contro i Germani. Nel 15 poco mancö die due legioni non andassero totalmente perdute. L’esercito superiore, cioe, condotto per lo Zwydersee a devastare il paese tra YAmisia (Ems) e la Lupia (Lippe), dopo i combattimenti quivi soste-nuti, fu riportato sulle navi. Ill perche la navigazione riuscisse piü facile in quel mare basso, Germanico affidö la legione II *) Ann. XII, 35 o 86; Agr. 84 ed Ami. XIV, 32; Hist. I, 9; II, 57; III, 22; Agr. 7, 17 e sg., 35-37. a) Hist. I, 6, 55; cfr. la V Alandao. e la XIV a Publio VitelIio, affinche le riconducesse per terra. Vitellio ebbe dapprima un viaggio quieto, su terra asciutta; poi soffiando tramontana ed essendo 1’ equinozio autunnale, il ter-reno ando sotto: mai-e, lidi, campi presentavano lo stesso aspetto ; non discernevasi teija soda da sfondata, acqua bassa da alta; giumenti, salmerie, corpi esanimi eran travolti dai flutti, inghiottiti dai gorghi; s’urtavano i manipoli coli’acqua ora al petto, or alla bocca. Finalmente dopo grandi stenti le legioni che giä si dicevano sommerse, giunsero al fiume Hunse, dove furono rimbarcate. Nel ‘21 parte deli’ esercito superiore agli ordini di Silio represse la rivolta di Floro e Sacroviro. Di poi, tranne qualche scorreria dei Germani, non abbiamo qui aleun fatto d’ importanza. Sotto Claudio la II e XIV fu-ron mandate in Britannia, e la XIV, di stanza a Camalodunum, sotto la condotta di Svetonio Paolino nel 61 vinse i nemici in una grande giornata. La II legione stanziata ad Isca (Caerleon), nel paese de’ Siluri, e perciö forse da loro battuta (An. XII, 40), non preše parte alla vittoria della XIV per colpa di Peonio Postumo, prefetto del campo, il quäle, vergognoso d’ aver fraudato di tanta gloria la sua legione e reo di mancata obbedienza al suo comandante, si trafisse di spada.1) Nelle guerre civili un distaccamento della II, forte di circa 2600 uomini, accompagno Vitellio fino a Roma e fu costretto a combattere per lui contro Vespasiano. Dico costretto, perche la II legione era molto affezionata a Vespasiano, giä suo comandante ; per oui e probabile che i soldati di essa, ehe avean combattuto a Bedriaco, fossero rimandati alla loro legione in Britannia. E per opera sua anche le altre legioni di Britannia, pero dopo mol to tentennare, passarono a Vespasiano.2) La XIV, copertasi di gloria in Britannia e ritenuta la piii valorosa, fu di la richiamata da Nerone perche andasse a combattere gli Albani presso al Caucaso, e per quest’ onore era molto devota a Nerone. Era appena arrivata in Dalmazia ehe Nerone mori, ed allora essa inclinö ad Ottonej ehe teneva come il vendicatore di quello per aver fatto perire Galba. Si mosse tuttavia alquanto lentamente per soccorrerlo contro Vitellio, mandando avanti 2000 uomini, i quali soli presero ') Ann. I, 37, 70; III, 42 o sg.; XIV, 84 e sg., 37. •) Cfr. Hist. I, 61; II, 57; III, 22 c 44. parte alla battaglia di Bedriaoo, ehe il resfco della legione era appena arrivato ad Aquileia. Laonde, siccome riteneva la fie-rezza, non riconoscendosi vinta, parve ben fatto rimandarla in Britannia assieme ad otto coorti di Batavi, piene d’ antica animositä contro di essa. Ne la quiete tra loro durö a lungo. Che giimti a Torino, in segnito ad ima rissa tra un Batavo ed un legionario, aggiuntisi sostenitori d’ ambe le parti, dalle parole passarono ai fatti. E molto sangue sarebbe corso, se due coorti di pretoriani, messesi dalla parte della legione, non avessero tenuto in rispetto i Batavi. La legione parti da Torino lasciandola mezzo brueiata, e passate le Alpi Graie arrivo in Gallia. Qnivi voltava Farmi contro ai Viennesi, ehe avevano sempre parteggiato per Galba, senonche trattenuta dai migliori, continuo il viaggio fino in Britannia.1) Fn di lä nuovamente riehiamata a eoinbatter Vindiee, e scesa a Ges-sonacum (Boulogne), attraverso il paese de’ Nervii. e Tungri (presso a Bavai e Tongern) che costrinse a sottomettersi, fu condotta dal suo legato Fabio Prisco a Colonia, dove si uni a Ceriale. Vinto poscia Civile, il di seguente alla batta.glia fu spedita nella Germania superiore.2) La legione XVI, chiamata di poi Gallica, dali’esercito superiore passö, non si sa quando, all’ inferiore e avea stanza a Neuss. Divise le sorti e 1’infamia della I Germanica. La IV Macedonica, verosiinilmente istituita da Marco Bruto avanti la battaglia di Filippi, di presidio nella Spagna, ove la ricordano iserizioni e medaglie, fu trasferita sotto Claudio nell’esercito superiore, e la troviamo ne’ quartieri di Magonza assieme alla XXII Primigenia.3) ') Hist. I, 6; II, 11, 27 e 66. ») Hist. IV, 79; V, 14 sg., 19. 3) In due iserizioni di Aventicum (Avenelie o Wiflisburg ?) vien noniinato un tribunus della IV Macedonica Iulius Camillus, hasta pura et corona aurea donatus, cum... evocatus in Britannia militasset (Mommsen, lnscr. Helv., p. 143); donde il Borgliesi (Iseriz. Rom. del Reno) con-chiude ehe la IV Macedonica preše parte alla spedizione di Britannia. Non mi paro pero molto probabile iiuest’ opinione; la IV e la XXII erano andate ad occii])are il pošto delle legioni passate in Britannia, ehe non si poteva laseiar di troppo sguernita la riva del Ileno; e poi Iulius Camillus preše parte alla spedizione come evocatus, il ehe non vuol dire ancora con tutta siourezza ehe avesse ripreso il servizio nella sua legione e ehe con quella, o con una parte di quella, fosec and ato in Britannia. E secondo lo Schmidt (Horines XIV, 1879, p. 32*2) evocatus non isti qui nel senso tecnico. II primo di Gennaio 69 le due legioni si levano contro Galba, la IV con piü. furia, 1’ altra a rilento e poi d’ accordo, e domandan un nuovo imperatore, lasciandone la scelta al senato ed al popolo romano. Quattro centurioni della XXII, mentre difendevano le immagini di Galba, ne sono a viva forza strappati, legati e poi messi a morte. La notte del 1° ai 2 Gennaio l’aquilifero della IV legione riferisce a Vitellio, ehe si trovava a Colonia, clie le legioni IV e XXII, abbattute le immagini di Galba, avevano giurato fe delta al senato ed al popolo romano. A Yitellio parve bene profittare deli’ occa-sione, e salutato imperatore ai 3 di Gennaio, fu riconosciuto anclie dall’esercito superiore, clie aveva giä scordato gli spe-ciosi nomi del senato e popolo romano. ') II grosso delle due legioni, condotto da Cecina in Italia, fu disperso dopo la rotta di Bedriaco. I rimasti in Germania, rinforzati di leve gal-liche, presero parte alla guerra contro Civile. Saputosi ehe i Homani erano assediati a Vetera, Ordeonio Flacco, generalis-simo delle milizie di Germania, affido al legato Dilio Vocula un distaccamento della I V e della XXII, coli’ ordine di soc-correre gli assediati. Vocula si uni a Bonn colla 1 legione, vinse Oivile e fece lev are 1’assedio, m a non seppe trar partito della vittoria.2) Dopo una sedizione finita colla morte di Flacco, le stesse milizie (1, IV, XXII) sotto il comando di Vocula vanno a liberal’ Magonza. La IV e la XXII giurarono poi per 1’impero delle Gallie, e molti de’ veterani, o corrotti da premi od impauriti, seguirono Tutore.3) All’arrivo di Ce-riale ritornarono sotto le romane bandiere, e le due legioni fino alla fine della guerra combatterono contro i ribelli. La IV in pena della sua fellonia,' fu poi sciolta da Vespasiano e sosti-tuita colla IV Flavia Felix. La XXII continuö a sussistere ancora per buon tratto di tempo e ad avere i suoi quartieri a Magonza. Nella Spagna, oltro alla IV Macedonica, passata di poi in Germania e sostituita colla I Adiutrix, troviamo la VI Victrix e la VII Omina. ') Hist. I, 55, 56, 59 e 57. ’) id.»IV, 21 e sg,, 33 e sg. 3) id. 36, 37 e 5'J. La I Classica,1) ovvero I Classicoruin,2) o Prima?) o I Adiutrix,*) cognorae che sembra aver ricevuto da Ottone,5) era stata coscritfca da Nerone fra scelti marinai, i qnali desideravano di servire con piü onore nelle legioni. Galba, elefcto imperafcore, avea lasciato sussistere questa legione; agli altri soldati di marina che si trovavano a Roma come riserva, ed a cui era stato promesso im posto nelle legioni, ordinö di ricondursi alle loro navi. I soldati allora indispettiti, all’ appressarsi di lui a Roma, gli si fecero incontro a ponte Milvio domandando di essere assunti nelle legioni. Ma richiedendolo con ostina-tezža e con voci di minaccia, Galba li fece assalire dalla cavalleria, e quelli che si poterono salvare, furono di poi ‘) Hist. I, 31, II Grotefend (Die legio I Adiutrix von Galba, nicht von Nero errichtet, Hannover 1849) fu il prhno a sostenere che questa legione fosse stata arrolata in Ispagna da Galba tra i marinai dell’ar-mata Misenate, che avrebbe dovuto trovarsi li su qualche punto della costa. Ma anzitutto non si sa, quando questi marinai sarebbero stati di stazione nella Spagna, e poi il passo di Svetonio (Galba 10) ch’egli cita, anzichö convalidare la sua opinione, la infirma, essendoche Svetonio ci attesta che Galba arrolö provinciali, e non marinai. Per di piü questa legione, che avrebbe accompagnato Galba e sarebbesi con lui fermata a Itoma, mentre la VII Galbiana sarebbe stata tosto mandata in Pannonia, non avrebbe di certo potuto esser chiamata Hispana (Hist. I, 6), essendo formata di marinai, ma al piü Hispanica, cioe arrolata e stanziata in Ispagna. L’ opinione del Grotefend, accettata con pochi mutamenti dal-1’Aschbach (Die I u. II Adiutrix), fu combattuta con buone ragioni dal Ritter (Die legio I Adiutrix von Nero, nicht von Galba errichtet; il quäle perö a sua volta incorse in un altro errore, intendendo sotto la legione Hispana, condotta a Roma da Galba, la VI Victrix); e specialmente dal Pfitzner (Iahn. lahr. Bd. 75, pag. 781 e sg.; Zeit. f. Alt. Wiss. 1846 n. 2 pag. 14-15; e Programma di Parchim 1854), ch’io ho seguito, anche per'che fra i due passi scordanti di Tacito (Hist. I, 6) e di Dione (55, 24, 2), che diedero origine alla controversia, mi decido pel romano anziche pel greco, tanto piü che Tacito 6 di molto piü vicino all’ eta di Nerone ed assai esperto nelle militari faccende, mentre 1’altro, oltrechö essere di molto posteriore, in fatto di cose militari commette parecchi e non piccoli errori. Tuttavia si potrebbero forse conciliare le due opi-nioni, ritenendo che la legione I fosse arrolata da Nerone, ma che avesse ricevuta l’aquila sua da Galba, 11011 mancando eSempi analoghi. ’) Hist. II, G7. 8) id. II. 11, 28 e 24. 4) id. II, 43; III, 44. 6) Cosi il Heraeus ad 1., beucht il Marquardt la pensi altrimenti. decimati. La I legione, adirata con Gälba per il macello dei camerati, si rivolse ben presto dalla parte d? Ottone, e con molta bravura combatte per lui a Bedriaco. Vinta, fu mandata nella Spagna per ammansire nella pace e nell’ozio; fu poi essa ehe trasse al partito di Vespasiano le legioni VI e X.1) La VI Victrix gridö imperatore Galba, ma rimase nella Spagna, e quindi 11011 fu immischiata nei turbamenti che in appresso sconvolsero Iioma e l’Italia. Assieme alla X Ge-mina, per incitamento della I Adiutrice, parteggiö per Vespasiano e fu con la X richiamata dalla Spagna per la guerra eontro Civile. La VI preše parte alla battaglia decisiva, la X giunse troppo tardi e sottentrö nel pošto della XIV tras-locata nella Germania snpei-iore.2) Nell’Africa, 1’antico territorio di Cartagine, stava per lo piu una legione, la III Augusta. Questa ebbe spesso a com-battere contro Taefarinate, il quäle dapprima agli stipendi del popolo romano e poi disertore, raccolte delle bande ed ordi-natele militarmente, molestava la provincia. La guerra inco-minciata nel 18 d. C. e ripigliata piü volte, termino nel 24 colla morte di Taefarinate. La legione rimase sempre nel-1’ Africa e perciö non fu involta nelle guerre civili, quantunque favorisse apertamente Vitellio. Era a quei tempi comandata da un parente di Vitellio, Valerio Festo, il quäle per ingra-ziarsi Vespasiano, finse ehe fosse scoppiata a’ danni di lui una congiura diretta da Pisone, governatore d’ Africa, ch’ egli poscia fece uccidere assieme con stipposti suoi complici.3) Neli’ Egitto; e precisamente in Alessandria, si trovavano la III Cijrenaica e la XXII Deiotariana, gia levata dal re Deio-taro, la quäle, barbara dapprima, ebbe poi la cittadinanza romana. Queste due legioni furono indotte da Tiberio Ales,-sandro a giurar fedeltä a Vespasiano, e poi mandarono un distaccamento di 1000 soldati ciascuna a Tito per Ja guerra giudaica.1) ‘) Hist. I, G; II, 43, 07; III, 44. ’) id. V, 16; IV, f»8; V, 14 o l(i, 1!>. ") Ann. II, 52; III, 20, 21, 73, 74; IV, 23-20; Hist. II, JI, «>, 7; IV, 49 o 50. ‘) A nn. IV, 5; Hist. II, 79; V, 1. Nella Siria sonvi quattro legioni: la III Galliea, la VI Ferrata, la X Fretensis, la XII Fulminata, e piü tardi, in- vece della VI Ferrata, la IV Scijtliica. Legio III Galliea. Poche altre legioni lianno storia altret-tanto gloriosa. Dopo aver vinti i Parti sotto M. Antonio, nel 58 d. C. condotta da Corbulone prende parte alla spedi-zione in quell’ Armenia, oho fu lungamente pomo di discordia fra Romani e Parti. Scansate le insidie tese da Tiridate, si prendono tre foi'tezze e si da alle fiamme Artassata, capitale del paese. Negli anni seguenti si pon freno ai ladroneggi dei Mardi, si prendo Tigranocerta, si caccia Tiridate e si pone sni trono Tigrane; indi Corbulone, nominato governatore di Siria, si ritira colle sne railizie. Ripresasi la guerra nel 62, Corbulone, munite le rive deli’ Eufrate, impedi ai Parti d’en-trare nella Siria, sicche questi rivolsero ogni loro sforzo contro 1’Armenia, do ve trovavasi Cesenio Peto a capo di tre legioni. Peto ridotto a mal partito invocö 1’aiuto di Corbulone, il quäle mossosi al suo soccorso non pote arrivare in tempo per impedire il brutto accordo fatto da quel generale coi Parti. Tuttavia per il suo intervento fu conchiuso, clie fos-sero smantellate le fortifioazioni da lui costruite sulla riva sinistra deli’ Enfrate e ehe i Parti abbandonassero 1’Armenia. Ma avendo i Parti poco dopo mandato a Roma un’insolente ambasciata, la guerra ricomincio e ne fu affidata la direzione a Corbulone. II quäle entrato in Armenia e puniti i ribelli, costrinse Tiridate a domandar pace. La legione III da’ suoi quartieri d’inverno nella Siria, alla morte di Nerone fu trasferita nella Mesia, dove con-tribui alla vittoria riportata sui Sarmati e Rossolani, i quali avevano invasa la provincia romana. Nelle guerre civili di-chiaratasi per Ottone, non arrivö in tempo a combattere per lui a Bedriaeo. Quando Vespasiano fu salutato imperatore, la legione, affezionata a Muciano, si rivolse subito a parte Flavia e vi trasse anche le altre milizie di Mesia. Di poi sotto il suo comandante Dilio Aponiano raggiunse Antonio Primo a Verona e fu cagione della vittoria di Bedriaeo. Perocche essendosi combattuto con sommo aeeanimento tutta la notte e rimanendo ancor incerto 1’ esito della battaglia, i terziani salntarono, com’ e costume in Siria, il sole ehe s’ al-zava. Per il che sparsasi, forse per arte del capitano, la voce clie arrivava Muciano e clie quello era il saluto de’ due eserciti, i Vitelliani perdettei-o coraggio, e i Flaviani con un ultimo sforzo sfondarono le file nemiclie. La legione si se-gnalo pure nell’ assalto del campo, ed il primo ad entrarvi fu appunto un suo soldato, un certo C. Volusio, il quäle saltato sullo steccato e sgombratolo dei difensori, alzando le mani e la voce, gridö: “II campo e nostro!,, Entrati i Flaviani in Roma, la legione fu messa a Capua per isvernare, ed al prin-cipio del 68 rimandata in Siria.1) La VI Ferrata aveva i suoi quartieri d’ inverno a Laodicea (Ladikich) sul mare, dirimpetto a Cipro. Pisone, morfco Germanico, ten to di sollevare in suo favore questa legione, ehe stimava pril avida di no vi ta, ma fu prevenuto dal comandante di essa Pa-cuvio. E assediato nel castello di Celenderis (Kilindria) da Senzio, governatore di Siria, vedendo tornargli vano ogni tentativo, fattosi sul davanti delle mura si mise a parlare cogli assedianti, e con promesse di premi incominciava a sollevarli, e 1’ alfiere della YI gli portava l’insegna, quando Senzio dato un vigoroso assalto il costrinse a partire senza aver nulla ottenuto.2) La legione, dopo aver goduto lunga pace, fu condotta da Corbu-lone nell’ Armenia e poi restituita ne’ suoi quartieri.3) Salutato imperatore Vespasiano, s’ avviö con Muciano alla volta d’ Italia, ed arrivata nella Mesia rintuzzö i Daci, che avevano invaso il paese, vuoto di soldati. l) Poi non ne abbiamo piü notizia. La X Fretensis, di stanza a Cirro (Clioros),5) prende parte alle spedizioni di Corbulone. Nel 66 scoppiö la guerra giu-daiea per lo sgoverno del procuratore Gessio Floro. Cestio Gallo, governatore di Siria, incaricato di ridurre a dovere i Giudei, as-sedia in vano Gerusalemme e nella ri tirata perde sei mila uomini ed un’ aquila. Questo successo affrettö la rovina dei Giudei; perche, mentre rese essi piü baldanzosi ed intrattabili, accese nei Romani ardente desiderio di vendetta. Vespasiano, avuta la direzione della guerra, nel 67 e 68 occupö quasi tutto il paese all’infuori della capitale. Dnrante queste spedizioni la legione 'i Hist. III, 24; Ann. XIII, 558 o sg.; XIV, 2i5-26; XV, 1-17, 21 o sg. Svet. Vesp., 6; Hist. II, 40 74, 85, 96; III, 10, 24 c 29; IV, 3 o !3i). ') Ann. II, 79, 81. 8) cfr. la III Gallica. 4) Hist. II, 83; III, 4G. si comportö bravamente sotto il suo comandante Traiano, che fu di poi imperatore. *) Nel 69 a cagione delle guerre civili gli Ebrei non furono molestati; ma divenuto imperatore Ve-spasiano si riaccese il desiderio di finire quella disastrosa guerra, che fu affidata a Tito. Questi a capo di poderosa oste, della quäle faceva parte la X legione, s’ avanzö fin sotto le mura di Gerusalemme, e con pareccliie fortunate battaglie ricacciati entro le mura i difensori, si apparecchiö ad assediare la cittä, troppo forte per poterla prendere d’ assalto.2) La XII Fnlminata probabilmente al tempo di Claudio fu trasferita in Germania, per occupare il posto di una di quelle legioni che dovevano essere condotte alla spedizione di Bri-tannia; in seguito fu ricondotta in Siria, e agli ordini di Cor-bulone trovossi alle spedizioni deli’ Armenia nel 58, 60 e 62.3) Arrivato Oesenio Peto, nuovo prefetto deli’Armenia, Corbulone dovette cedergli circa meta delle sue forze, e tra queste la XII legione. Peto, del tutto inesperto delle militari faccende e pur volendo emulare la gloria di Corbulone, condusse il suo esercito nelP Armenia, senza aver ben pensato a provvederlo di vettovaglie. Cosi all’avvicinarsi dell’inverno fu costretto a ritirarsi. Ma in quel punto eccogli addosso i Parti, i quali impediti da Corbulone d’ entrar in Siria, avean rivolto ogni sforzo contro di luL Egli, ignaro affatto del pericolo, avea mandato una legione nel Ponto ed indebolite le altre due col prodigare i congedi. Sicclie trovandosi troppo debole, ebbe a ricorrere per aiuto a Corbulone. E mentre questi muoveva alla volta deli’ Armenia, Peto in due scontri infelici accercliiato d’ ogni parte, dovette scendere agli accordi, e le legioni furono liberate dall’assedio a patto che i Komani sgombrassero 1' Armenia e dessero tutti i castelli in mano dei Parti. Messo Corbulone a capo della guerra, la legione XII, che, perduti i migliori ed atterriti gli altri, non pareva buona a combattere, fu lasciata nella Siria, dove rimase finclie da Tito fu condotta ad assediare Gerusalemme.4) *) Iosepli. bell. Incl., 3, 7, 31. *) Hist. V, 1 e seg. s) Cosi il Borghesi II, 229. Inveco il Grotefencl (1. c.) vuole che in Germania passasse la III Gallica (cfr. Orelli, Iscr. 750). 4) Ann. XI1T, 35 o sg.; XIV, 23 o sg.; XV, 3 e sg. La legione IV Scythica si trovö sempre assieme alla XII Fulminata. Fu lasciata da Corbulone nella Siria, e poi non ne abbiamo piü notizia. Da principio era a presidio nella Mesia. x) Nella Mesia si trovavano dapprima due legioni, la IY Scythica e la V Macedonica; piü tardi la VII Claudiana, 1’ VIII Avgusta, e per qualclie tempo la III Gallica. La Y Macedonica, verosimihnenfce istituita da M. Bruto, dalla Mesia, dove avea la sna stazione a Troesmis (Iglitza), fu nel G2 mandata in Siria, e consegnata a Peto. Per sua buona Ventura, quando le altre due legioni erano assediate, essa si trovava di presidio nel Ponto. L’ anno seguente fu di lä richiamata e condotta da Corbulone in Armenia. Combatte poi nella guerra giudaica sotto Vespasiano e Tito. -) La YII Claudiana, di stanza prima in Dalmazia e senza nome, fu cosi chiamata dal 42 d. C. in poi, quando ribellatosi il governatore della Dalmazia Furio Camillo Scriboniano, essa rimase fedele all’ imperatore Claudio. Trasferita nella Mesia corse la sorte della III Gallica.3) Nella Dalmazia c’ era la legione XI Claudiana e per qualclie tempo la XIV Gemina Martia Victrix.4) La XI Claudiana 5) venne in Italia a combattere per Ottone ed un suo distaccamento fu sconfitto dai Vitelliani a Bedriaco Fu poi rimandata in Dalmazia ne’ suoi quartieri, dove rimase dapprima clieta stando a vedere come andasse la lotta tra Vitelliani e Flaviani; poi passö al partito di Vespa-siano, dolente del ritardo e di non aver preso parte alla vittoria, e raggiunse Antonio, quando si metteva in marcia au lioma. Da ultimo fu condotta in Germania, ove combatte contro Civile.u) La I Italica, istituita da Nerone e stanziata a Lugdumtm (Lyon), parteggia subito per Vitellio e da Fabio Valente vien condotta alla guerra. Anclie Ottone avea cercato di guadagnarsela mediante ambasciatori, ma era stato prevenuto dai Vitelliani. ') Ann. XIV, G o sg., 14; XV, 26 ed Hist. V, 1 ’) Ann. IV, 5. a) Ann. IV, 5; XV, ß, ‘20; Hist. I, 10; V, 1. *) Hist. II, 85. '•) Per il cognome cfr. la VII Claudiana. “) Hist, II, 11; III, 50; TV, (18. Nella battaglia di Bedriaco cosfcrinse con molta energia i cavalieri che giä piegavauo a ripigliar la battaglia, mentre le legioni Vitelliane prendevano posizione. Nella guerra contro Yespasiano, all’ avanguardia assieme alla XXI Rapax, viene mandata da Cecina ad occupare Cremona. Rotta e colle file tutte in disordine, prende parte alla giornata di Bedriaco.x) C’ e poi una II legio rečena conscripta senza nome, la qnale combatte contro C;vile. “-) Fu poi cliiamata II Adiutrix, nome ehe indica chiaramente eh’era formata da marinai; ma non da marinai della fiotta, ravennate, ehe avean cliiesto di eutrare al ser v iz io nelle legioni, come si volle interpretare da Tacito, Hist. III, 50. Perocche nel luogo citato si dice solo ehe i Flaviani nella loro marcia in avanti s’ aggregarono soldati della marina, come Ottone (Hist. I, 87) per mancanza di soldati n’ avea formato un corpo da marinai e diviso in eentiirie e coorti, senza che per questo costituissero una legione. La II adiutrice, come risulta da Tacito, Hist. III, 55, fu coscritta da Vitellio fra i marinai del Miseno, e poi s’arrese a Nami ai Flaviani (III, 67). Ci sono infine le cohortes Mačvi, che qualcuno vuole formassero una I legio Macriana, congedata da Galba e richia-mata sotto le arini da Vitellio.3) 3. CJli lil'lieiali della legione. Giä Cesare, per la poca stima ehe aveva de’ tribuni, pre-poneva assai spesso alle legioni i suoi legati,4) i quali com-pensando 1’ inesperienza di epielli riuscirono a scemarne di molto 1’ importanza, divenendo essi i consiglieri del sommo comaudante e 1' anima della legione. Di qui ne venne 1’ uso ehe sotto gli imperatori la legione fosse di regola comandata da un legatus, il quäle per essere in pari tempo comandante delle milizie ausiliarie connesso colla legione, corrisponderebbe al nostro brigadiere. •) Hist. I, 59, G4, 74; II, 41; III, 14 e 18. ’) Hist. IV, G8; V, 14, IG, 20. 3) Hist, I, 11; II, 97. 4) 1). Gali. I, 52; II, 20; V, 1. II legato di regola e un pretorio, ‘) e se assunto a quel comando senza questo carattere, pare in tal caso che ri- tornato a Roma avesse diritto di aspirare a quella magistratura. Tiberio Nerone, cioe,2) per porre un termine alle violenti lotte elettorali, concorrendo quindici candidati ai dodici seggi di pretore, nominö legati legionum i tre suprannumerari, i quali in tal modo non ebbero aloun svantaggio rispetto ai neo-eletti pretori, che diventavano oomandanti dopo 1’ anno di lor carica, mentre quelli ottenevano la pretura. Non si tenno perö sempre norma si rigorosa, che talvolta furono preposti alle legioni anche quelli che eran ben lontani dall’ aspirare alla pretura; condizione indispensabile era di sicuro questa, che uno fosse stato questore ed avesse quindi accesso al se- nato, giacclie Tacito ci dice chiaramente che Viniciano Annio, genero di Corbulone, non aveudo ancora 1’ etä senatoria, fu nominato soltanto pro-legato della V legione;8) ed altrove,4) che Yespasiano fece senatore Plozio Grifo per metterlo alla testa d’ una legione. Uno clie e solo temporariamente preposto alla legione si chiama praefectm legionis, e questi pu<> essere anche un tribumis, come e il caso della YII Claudiana, la quäle nella guerra civile fra Vitellio e Yespasiano e comandata dal tribuno Vipstano Messalla, per la ragione che il suo legatus, Tezzio Giuliano, aveva dovuto fuggire, per sottrarsi alle per-secuzioni del governatore di Mesia, clie lo volova morto causa private inimicizie.5) Le due legioni d’ Egitto per eccezione • erano comandate da equites, i quali aveano piü autoritä degli altri governatori, perclie erano in pari tempo comandanti militari. Cosi avea voluto Augusto per alta ragion di stato, pareridogli bene, affmche nessuno potesse affamare 1’Italia, di ritenore 1’ Egitto in sua mano e di reggerlo a modo suo. °) *) Bisogna far dift'erenza fra legatus praetorius e legatus consularis pro praetore: il primo, come s’e iletto, k brigadiero; il secondo 0) coman- dante di corpo, come C. Silio ed A. Cecina (Ann. I, 81), Ordeonio Flacco ed A. Vitellio (Hist. I, !)). >) Ann. XIV, 28. 8) id. XV, ‘28. 4) Hist. III, 52 e Borghesi, Iscrizioni di Ptiligno. •■•) Hist. III, 9; cfr. II, 85. •) Ann. II, 59; XTT, fiO; Hist. II, 11. Che ogni legione avesse il suo legntus appare da piii luoghi, ed in ispecie dagli Ann. I, 59, dove Arminio inveendo contro Segeste ed i Romani dice ehe davanti a lui avean morso la polvere tre legioni e alfcrettanti legati. Lo stato maggiore della legione č costituito dai sei tribuni, i quali al tempo della repnbbliea comandavano la legione a dne per volta ogni due mesi, dandosi giornalmente il cambio. I 24 tribuni delle 4 legioni che normalmente si levavano ogni anno, dal 207 in poi venivano eletti nei eomizi tributi e chiamati comitiati o tribuni militum e populo; ’) quelli delle altre legioni, ormai divennte pili numerose, venivano nominati dal supremo comandante e chiamati rufuli. Eran tutti d’ ordine equestre e perciö questa milizia e detta splendida od equestris. A questa carica venivano preferiti giovani di nobil nascita, i qiiali solevano entrare come volontari al seguito del sommo comandante e dopo una o piii spedizioni venivano promossi a tribuni. E quindi naturale che avessero ben poca esperienza, ed in Cesare, se fai onorevole eccezione per C. Voluseno, sono malmenati in piena regola. 2) La ragione di tal disordine sta in questo, ehe in sul finir della repubblica avendo cessato d’ esser condizione indispensabile ali’ ottenimento delle magistrature (Mommsen, R. St. I, 493) 1’ aver servito un dato numero d’ anni, mentre da una parte abbiamo uomini consumati nell’ armi, come quel Petreo di Sallustio (beli. cat. 59), homo ver amen te militaris, il quäle per oltre a trent’ anni con gran gloria era stato nell’ esercito tribuno e prefetto, ora legato e duce; come Labieno e Voluseno ; uomini insomma, che al dir di Mario (beli. lug. 85) il comandante imponeva a se come reggitori, affinche colla loro esperienza nascondessero le sue magagne; dali’ altro canto ambiscono quel grado non pochi solo per goderne i vantaggi, dempto praesertim labore miliiiae (Cie. ad fam. VII, 8, 2), e per angariare maggiormente le provincie. E ehe neppur piii ') Cosi il Mominsen, 11. St. II, B62-G4. II titolo per6 sembra molto incerto e nelle iscrizioni rficcolte dal Duruy “memoire sur le tribuni militum e populo,, (Mem. de 1’Institut national de France, Academie dos inseript. et bell. litt. Tomo 29, II, pag. 283), i tribuni militum e populo ricordati non coprono alouna carica militare, ma sono semplioi magistrati municipali. ») Caes. bell. G. I, 39. tardi ogni disordine fosse cessato s’ inferisce cliiaro da Tacito, la dove loda Agricola, perche non seguiva 1’esempio de’ suoi coetanei, ne si valeva del titolo di tribuno o del pretesto del-1’ inesperienza per darsi a’ piaceri o prender congedi, ma in-namoratosi deli’ arte militare colle sne buone qualita riesci a guadagnarsi la stima o 1’ affezione del suo comandaute. ') Tutta via da questo lato le cose sotto gli imperatori sembra mutassero in meglio, perche gli ufficiali non venivano cambiati ad ogni tratto, ma rimanendo presso il lor corpo per pili anni di seguito, dovevano di necessitä acquistare esperienza delle cose militari, tanto piti che non erano, come prima, quasi indipendenti, ma sotto 1’immediata sorveglianza e direzione del legatus legionis. Se anche sotto 1’ impero i tribuni fossero sei per legione, non si puö con tutta sicurezza stabilire; certo e ehe una parte di loro veniva, come prima, nominata dal popolo, una parte, cor-rispondente senza dubbio ai rufuli dei tempi repubblieani, dall’imperatore (tribuni militmu Augusti); i primi pero 11011 servivano affatto nelle legioni, ma avevano soltanto honoris causa il titolo. I tribuni erano incaricati di tenere in evidenza i ruoli; al nome del soldato morto si premetteva un 0 (0avwv), a quello del vivo una v (vivit); mandavan in congedo i soldati2) (expungere), comandavan le milizie durante la marcia, 3) prov-vedevano alle vettovaglie, ispezionavano le sentinelle, eran presenti alle esereitazioni de’ soldati, avevano cura dei lazza-retti e degli ammalati; prendevan parte al consiglio di guerra. I tribuni come i legati hanno cavallo. (Ann. I, G7.) Coli’ istituzione deli’ esercito permanente, acquartierato in alloggiamenti appositi, sorse la necessitä di creare nuovi ufficiali, incaricati di vegliare al buon andamento del campo. Questi furono i praefecti castrormn. II Nipperdey (ad Ann I, 20) nota clie i prefetti del campo si trovano solo nei due primi secoli dopo Cristo, eolla difFerenza perö, ehe avanti Domiziano ce n’ e uno per accampamento, qualuncpie fosse il numero delle legioni accoltevi; dopo Domiziano uno por legi ono, poiche ogni legione era separatamente attendata. Ben e vero ehe Tacito ‘) Agr. 5. ’) Ann. I, 37. s) Caes. 1). c. III, 35; cfr. Cie. ud fam. VIT, 5, 9, 10, 11, 13, IG, 17; ad Quint, fr. II, 13, 3, in oui si canzonn un certo Trebazio, tribuno di Cesare. (Ami. I, 28) ci riferisce, die i soldati di Pannonia cacciarono dal campo il lor prefetto, donde parrebbe die in quello ce ne fosse im solo. Ma se consideriamo clie lo stesso autore (Ann. XV, 37) ci nomina im Poenius Postumus, praefectus castromm se-cundae legionis nell’ anno 61, e che altrove (Hist. V, ‘20) anche piii cliiaraniente ci dice, clie, avendo Civile stabilito nel 70 di combattere contemporaneamente le legioni romane in piii luoghi attendate, quelli che a-vevano 1’ incarico d’ assaltare il campo della X, stimando troppo scabrosa 1’ impresa, si gettarono sugli usciti dagli alloggiamenti a far legna, ed uccisero il prefetto del campo che li comandava; ameremmo meglio ritenere, che anche prima di Domiziano ci fosse un praefectus castromm per ogni accampamento, sia che in esso fossero accolte piii legioni, sia che per ragione di guerra fossero separate. Forse dal nu-mero diverso delle legioni assieme accampate dipendeva nna tpialche differenza di rango fra i diversi prefetti; se pure, come par piü probabile, non potendoci essere un numero determi-nato di tali ufficiali, prima che le legioni fossero di regola al-loggiate ognuna in altra parte, ad evitare confusioni, nel caso ch’ esse, prima disgiunte, fossero state nuovamente riunite nello stesso campo, 11011 si preferiva, all’ esempio di Cesare, affidare talvolta le mansioni di prefetto ad uno dei centurioni. II praefectus castromm era un ufficiale molto esperto, perclie pare venisse scelto fra i centurioni anziani e beneme-riti. Infatti leggiamo (Ann. I, 20): Außdienus Rufus mani-pularis, dein centurio, mos castris praefectus. E pare anche che invece del cavallo egli si avesse il privilegio di montare su d’ un veicolo (1. c.). Egli disegnava il luogo degli accam-pamenti, della fossa, dello steccato; distribuiva le guardie, provvedeva alle tende, alle maccliine ed a tutti gli strumenti di guerra. Era al tempo stesso amministratore militare e, come oggi diremmo, ufficiale del genio.1) Comandava la legione in assenza del legalus, come quel Poenius Postumus, il quäle si uccise per aver fraudato la sua legione dell’ ouor della vittoria.*) Lo vediamo infine abusivamente far mettere a morte i soldati ammutinati, diritto che spettava soltanto al legatus pro praetore. (Ann. I, 38.) ') Vann. ad Ann. I, 20; cfr. Vog. II, 10. I centurioni erano plebei, entrati nell’ esercifco come gre-gari. Ogni manipolo ne avea due, centurio prior, comandante 1’ ala destra, e centurio posterior, comandante 1’ ala sinistra. Siccome la prima coorte per rango superava la seconda, questa la terza e cosi via, cosi essi avanzavano per coorti. E qui non occorreva clie passassero la trafila dei sei posti d’ ogni coorte, ma potevano per meriti speciali avanzare piü rapidamente, e 6-7 posti a quando a quando bastavano per arrivare al primus pilus, al comando cioe della prima cen-turia, ove i centurioni, al tempo della repubblica, finivano la loro carriera militare.1) Ma sotto 1' impero furono promossi anche a tribuni d’ una cohors vigilum, urbana, praetoria • a tribuni (minoren)2) delle legioni, a prefetti del campo e persino a prefetti del pretorio; cosa ehe dee destare minor sorpresa durante le guerre civili e sotto gl' imperatori, quando si trattava di circondarsi di persone fidate. Cosi Cassius Chaerea, centurione negli eserciti di Germania, e tribuno de’ pretoriani sotto Caligola.3) Aufidienus Rufus da centurione diventa praefectus castrorum (Ann. I, 20); Justus Catonius primipilus sotto Tiberio e praefectus praetorio sotto Claudio;4) Plotius Firmus, prima gre-gario, poi comandante dei vigili (Hist. I, 4G); ed infine Julius Priscus prima centurio, poi praefectus praetorio sotto Vitellio.5) I centurioni sono GO per legione, come risulta cliiaramente da Tacito (Ann. I, 32), dove si legge, ehe sollevatisi i soldati inveivano dapprima contro di loro, sessanta contro uno per eguagliarne il numero. Come cioe sessanta centurioni mal-trattavano le legioni, cosi i soldati, reudendo pan per focaccia, si mettevano in sessanta attorno ad ognuno dei centurioni, i quali si facevano cordialmente odiare, come si vede da quel Lucilius, ehe ci trovava gusto nel rompere la verga sulla schiena dei soldati (Ann. I, 23). Da essi infatti si compe1-ravano le esenzioni dal servizio, e clii non poteva pagare o pagava male, vi andava di mezzo. ') ofr. Mommaen; Nomina ot gradus centurionum. Eph. epig. II, p. 22G-245; A. Müller: Die Rangordnung und das Avancement der Centur, nel Pliilol. XXXVIII, p. 12G-149, e Brunčke: Die Rangordnung der Centur. ■) Cosi eran. detti a diatinguorli dai t-ribuni di nobil nascita. 3) Ann. I, 82; Svet. Cal. 5G. 4) Ann. I, 2!); Dio Cass., GO, IB. 6) Hist. II, !)2 e IV, 11. I centurioni sono gli immediafci superiori de’ soldati, coi quali vengono piü sovente a confcatto, e somigliano quindi moltissimo per questo rispetto a’ moderni sergenti, e per la loro condizione a quei capitani deli’ esercito francese, clie en-trati in servizio come gregari, un po’ alla volta arrivano a quel grado, ne lo possono sorpassare I centurioni con un drappello di soldati fonnavano la scorta d’ onore alla nioglie del' generale (Ann. I, 41); sono comandanti di singoli distaccamenti (id. III, 74) ; eseguiscono le sentenze di morte.1) II loro distintivo e la vite, onde vitem dare e vitem poscere significa dare e chiedere il pošto di centurione. E pare (Liv. Epit., 57) che questa vite fosse introdotta ali’ assedio di Numanzia da Scipione, il quäle per ridurre a buona disciplina 1’ esercito, ogni qualvolta trovava un soldato fuori di ordinanza, lo faceva battere con sermenti di vite, se Romano, con verghe, se forestiero. Fra i centurioni avean posizione privilegiata i sei della prima coorte, chiamati centnriones primoram urdinum, i quali soli prendevan parte al consiglio di guerra. E che fossero sei si puo dedurre da Cesare, il quäle usando sovente or do a de-notare il grado di centurione, quando parla di octavi ordines non puo intendere se non i sei centurioni deli’ VIII coorte, come infimi ordines sarebbero i sei della X coorte.2) Gli altri sottufficiali ehe stanno fra il centurione ed il soldato, si chiamavano a’ tempi degli imperatori principales, dei quali basterii annoverare i seguenti: 1’ optio, aiutante del centurione e scelto da esso, donde il nome; aquiliferi, porta-tori deli' aquila ; signiferi, portatori delle altre bandiere; ten-serarii, ehe ricevevano dai tribuni la parola d’ ordine per la notte; beneficiarii, clie erano esenti da certi servizi; cornicu-larii, cosi chiamati da un ornamento che portavano sull’elmo ') Ann. I, 6 e XVf, 9. ’) Cosi il Müller, 1. c., p. 144-145; Rüstow: Heerw u. Kriegsf. des Caesars, p. 8-9. II Mommsen invece, 1. o., p. 239-240, ed il Madwig: Die Verfass, n. die Verwalt, des röm. Staates, p. 515, per primoram ordinum centuriones intendono un nuinero indeterminato dei centurioni piü an-ziani. II Marquardt: Röm. Staatsverw, II, p. 370-372; il Göler: Caesars gall. Krieg, p. 288, ed il Kraner-Dittenberger: Einleit. z. Scliulausg. von Caes. b. g., vorrebbero che fossero i 10 centurioni dei triarii, i quali coman-davano le coorti. La prima spiegazione a me parrebbe accettabilissima, qualora primoram derivasse da primores; senouclie Cesare (b. g. 6.6) dice chiaramente primi» ordinibus convocatis. come distintivo di lor carica; essi erano aiutanti rlei legati ; speculatores, dieci per legione, adoperati come staffette; singularen, le ordinanze ehe avevano tut ti gli uffieiali superiori. Poi v’ erano Jrumentarii, custodcs armorum, medici, veterinam ecc. 4. La milizia urbana. A. T pretoriani. Ai tempi della Kepubblica 1’ imperator aveva attorno a se per sna scorta un seguito di soldati, parto a cavallo, parte a piedi (cohors praetoria), composto dapprima esclusivamente dai cavalieri e fanti straordinar! degli alleati, come ci attesta chiaramonte Plutarco.1) Di clie, almeno ne’ primi tempi, mi pare ragione plausibile questa, che si evitavano cosi fra soldati romani gelosie e rancori, ed in ispecie si toglieva al coman-dante 1’ occasione di avere anche in cit (A della gente ehe, avvezza ad essergli devota e ad obbedii’gli eiecamente, lo avrebbe forse forse aintato ad attentare a quell a liberta, ehe anche nelle cose piu lievi avean cercato d’ assicurare. Scipione Afri-cano, vedendo ehe a richiamare ali’ antica disciplina 1’esercito romano ehe assediava Numanzia, abbisognava di soldati affe-zionati, formo de’ snoi elienti una guardia di 500 nomini,2) ed indi in poi della coorte pretoria feeer parte veterani, che per amor del capitano ripigliavario il servizio, amici, conoscenti (cohors amicorum), e nobili giovani, i quali in contubernio ducis imparavano il mestiere delle armi. Siccome poi stava in facoltä del duce di formarsi tal guardia scegliendo chi piü gli piaceva, e ben naturale ehe venisse data la preferenza a soldati coraggiosi e fidati, essendoche alla testa di questi il capitano si gettava, al bisogno, dovo maggiore era il pericolo, e riordinati e confortati i suoi, riusciva molte volte a ristabilire le sorti della battaglia.3) II significato pero di cohors praetoria cangia di molto gi;\ in sul finire della Repubblica. Mentre cioe prima ogni generale ') Plut. 6.6; Cfr auclie Livio, XXVII, 12. *) Fest.., p. 223, M. praetoria cohors dieta, quod a ])raotoro non disco-debat. Scipio enim Africanus primus fortiHSimum quefnque delegit, qui ab eo in bello non diseederent et. cetero munere militiae vacarent et sexqniplex Stipendium acciperent. *) Sall. b. lug., c. 5)8; b. Cat, (>0; cfr. Liv., II, 20. ne aveva una,1) Antonio ed Ottaviano, dopo la battaglia di Filippi, licenziando molti dei veterani, ne ritennero 8000, che domandavano di restare sotto le bandiere, e di essi for-ln aro n o piü coorti pretorie, la cui istituzione dunque risale al triumvirato. Indi in poi non piü cohors amicorum, ma coorti di soldati devoti e pronti ad eseguir gli ordini dei lor pa-droni, pronti insomma a far morir la Repubblica. Antonio, infatti, a maniera di tirannof s’ era messa attorno una guardia di soldati e seco li conduceva nol recarsi a presiedere le adunanze dol senato come in difesa della sua persona, ma in real ta per inenter terrore ne’ senatori od impedir loro la liberta della parola e del voto. Cosi aveva fatto Pisistrato nella Repubblica atoniese, cosi fece di poi nella Repubblica fiorentina Gualtieri d'Atene, tutti e dno por farsi strada alla tirannia. E la guardia d’Antonio, a riuscir piü odiosa, era composta di soldati stra-nieri e barbari. Di qui ne venne cho il senato decretasse pure una guardia ai consoli Irzio e Pansa, e la proposta avanzata dai tribuni fu caldeggiata da Cicerone nella Filippica III.2) Al tempo dogli imperatori il praetorium e a Roma, ed a Roma devono quindi stanziare le coorti pretorie, che da Au-gusto furon portate a nove e segnate con nurnero progressive.!t) E di quosti soldati, messi a sostegno del dispotismo, eran si gelosi gli imperatori, che per timore che altri se ne guada-gnasse gli animi, non volevano clie aleun cittadino avesse i’e-lazione con loro ; come lo mostra il caso toccato al senatore Griunio Grallione. Questi per mal intesa adulazione avendo pro-posto ehe ai pretoriani, dopo finito il lor servizio, si concedosse il diritto di sedere a teatro negli scanni dei cavalieri (in quat-tuordecim ordinibus), punse si al vivo Tiberio, che per ordine ') Caesar b. g., I, -10; Cie , Cafc. II, 11, 24. ■) Cfr. Mestica, Filipp. I, 7.3. s) II Mommsen; Die Gardetruppen der röm. Repubb. u. der Kaiserz., Hermes XIV (1879), p. 33 sg., porta delle iscrizioui comprovanti che giä imperando casa Giulia-Claudia esistevano le coorti XI e XII. Siccoiue una delle citate iscrizioni e anteriore all’ anno 54, e d’ altra parte Tacito, che pur ci racconta gli avvenimenti dalla morte d’Augusto a quella di Tiberio, e poi dali’ anno 47 al (!(>, non ci fa aleuna parola di tale muta-niento, non puo esserne autore che Caligola o Claudio, ed a mio avviso, con pifi verosimiglianza quest’ ultimo, clie doveva ai pretoriani 1’impero. Vespaslano, facilmente por ragioni finanziarie, ridusse nuovamente il lor uumero a nove, come dimostra un diploma deli’ anno 7(i. di costui fu tosto cacciato dal senato e d’ Italia; poi tratto a Roma, perche sopportava troppo facilmente 1’ esilio, fu messo in libera custodia.1) Le coorti dei pretoriani erano miliariae equitatae, coin-poste, cioe, di 1000 soldati in modo ehe ogni centuria peditum avea la sua Umna equitum.2) Yenivan levate nell’Etruria, nel-1’ Umbria, nel paese de’ Prisci Latini e nelle anticlie colonie militari. Erano milizie piti. stimato che quelle dello legioni; servivano minor numero d’ anni e venivano pagate di piii. Augusto (Svet. Aug., 49) non permise mai ehe stessero in Iioma piii di tre coorti; le altre sei erano disperse per le terre vicine. Sotto Tiberio furono riunite in una sola caserma. Oosi avea voluto Seiano, comandante dei pretoriani, il quäle aspirando alla signoria, si afforzava, come giä Antonio, di soldati, allog-giandoli assieme alle porte di Roma, Adduceva a pretesto corrompersi i soldati sceverati; se si piantasse il cattipo fuor degli allettamenti della citta, si manterrebbero in disciplina piu severa. Ed il campo de’ pretoriani fu piantato tra la porta Viminalis e Collina, a poca distanza della citta. La porta pre-toria ehe ne’ veri accainpamenti era dirimpetto al nemico, in questo era rivolta contro Roma. La caserma dei pretoriani fu poi compresa in cittä col muro d’ Aureliano, ed oggi ne rimane qualche avanzo non lungi da porta Pia (Ann. IV, 2). Con tanti soldati alle porte di Roma, con cittadini oziosi ed ormai inetti alle armi, nessuna meraviglia clie fosse tenuto in Roma padrone chi avesse potuto disporre di quei soldati; nessuna meraviglia, se con ogni sorta di mezzi si tentava di cattivarsene le simpatie; nessuna meraviglia infine, se gli stessi soldati consci di lor potenza, si governavano a loro capriccio, tanto ehe buona parte della storia deli’ impero, massime ne’ secoli seguenti, e intimamente collegata colla storia dei pretoriani. E per vero, ucciso Caligola da Cassio Cherea e Cornelio Sabino, tribuni de’ pretoriani, Claudio non s’ arrischia di pigliare le redini del governo, prima d’essersi guadagnati questi soldati, ai quali poi domanda di vendicar 1’ onor suo tratto nel fango da Mossalina (Ann. XI, 35). Dopo 1’ avvelenamento di Claudio, Nerone vien condotto nella caserma dei pretoriani e quivi *) Ann. VI, 3. ’) Hist. II, 93; Ann. I, 24; XII, 59. salutato imperatore, nonostante le ragioni di Britanhieo alla suc-cessione. Contro Nerone si forma poi la cospirazione militare deli’anno 66, soffocata nel sangue. E qui mirabile la risposta di Subrio Flavio, tribuno dei pretoriani, il quäle interrogato da Nerone, perche si fosse dimenticato del suo giuramento: “Perche t’ odiava, disse. Tu non avesti mai piii fedel soldato, finclie meritasti d’ esser amato ; ma tolsi ad odiarti, poiche ti facesti parricida della madre e della moglie, cocchiere, istrione ed incendiario.„ (Ann. XV, 67.) — Nerone stesso e da ultimo ab-bandonato dai pretoriani, i quali ad istigazione del loro co-mandante Ninfidio Sabino proclamano imperatore Gralba. Nin-fidio tenta poi di assumer egli 1’ impero, ma e ucciso dai suoi. Nel campo dei pretoriani si compie 1’ adozione di Pisone ; ma i soldati ben presto si rivoltano anche contro Galba, perche non aveva säputo comprarli, salutano imperatore Ottone, ed a lui rimangono fedeli, non ostante i tentativi di Fabio Valente, clie s’ era provato a guadagnarli alla causa di Vitellio. Nella guerra scoppiata poco dopo cinque coorti di pretoriani assieme alla I Adiutrice si recano a combattere contro Cecina, e tre di queste sotto gli ordini di Spurinna si difendono bra-vamente entro le mura di Piacenza. Tutte le coorti dei pretoriani si trovano di poi con Ottone alla battaglia di Bedriaco, e dopo la sconfitta vengono disperse. Vitellio ne istitui 16 di nuove, e ad imitazione dei triumviri, le formo di soldati le-gionari, sistema ehe vediamo seguito anche pni tardi nelle mo-narchie militari. Nella creazione delle nuove coorti mantenne i soldati di quelle dne, ehe, come si legge in Tacito (Hist. II, 41), erano verosimilmerite en trate in trattative con Cecina per di-sertare da Ottone, e lo quali, a mio avviso, sarebbero state di poi mandate a scortare la legione XIV, di cul molto si temeva o per un tratto di strada soltanto, od occorrendo, anche fino in Britannia. Altrimenti non mi saprei spiegare la presenza in Torino (Hist. II, 66) di dne coorti pretorie, le quali stanno di regola, o 'presso 1’imperatore o presso i membri della famiglia imperiale. Queste col loro intervento impediscono lo scoppio delle ostilitii fra i soldati della XIV ed i Batavi.') *) II Nissen (Rh. Mus. 2G, p. 523 o sg.) si prova a sostenere ehe nella istituzione delle sue 16 coorti pretorie Vitellio 110 conservi due delle antiche, le quali prima della battaglia di Bedriaco avevano trattato con Cecina (Hist. II, 41), e si fa torto del passo seguente: et atrox proelium exarsissef, ni 771. *) Anche il Mommson (Hermes, XVT, [1881], pag. G48), su que«t’argo-mento non si mostra ben sicuro. l)all’ esame delle iserizioni, le qnali del resto, cosi come stanno nel luogo citato, potrebbero esser riferite nnche alle cohortes civium voluntariorum, vorrebbe concliiudere, cho Claudio trovasse tre coorti urbane in citta, od una a Lione, e ne istituisse due nuove, una per Ostia, 1’altra por Pozzuoli (Svet. Claud., 25); clie la XIIL da Liono e la XIV da Ostia passassero a Homa, la XVII a Lione e'poi ad Ostia, ed infine la XV11I a Lione. Cosi avrebbe in pari tempo modificata la sua prima opinione, secondo la quäle sosteneva che ad Ann. III, 41, ed Hist. I, 64 si dovesse leggere XIII anziehe XVIII, lezione accettata anche dal Nipperdey. Le coorti urbano stavan per rango tra i pretoriani ed i Jegionari, come si vede, oltre che dal testamento d’Augusto, il quäle lasciö loro soldo minore dei primi e maggiore dei se-condi, anche dalla prömozione di soldati benemeriti, i quali di regola dalla legione passavano a queste coorti e poi a quelle dei pretoriani. Le coorti, comandate ognuna da un tribuno, erano alloggiate presso il forum Suarium. ’) Le notizie storiche ehe a loro si riferiscono sono ben poclie. Tacito (Ann. 6, 9, 14) ci parla di un tribuno di esse, Celso, il quäle dapprhna spia, • poi accusato . di coraplicita con Seiano e messo in carcere, si avvolse la catena at-torno il collo, e tirando dali’ altro verso si strangolö. Un altro tribuno Emilio Pacense, congedato da Galba, e rien-trato in servizio sotto Ottone, a capo delle coorti urbane va alla conquista della Grallia Narbonese, donde ritorna poi a Roma senza aver nulla ottenuto, e cade combattende contro i Vitelliani.'2) Una coorte urbana sotto Claudio Griuliano diserta a Vespasiano ed occupa Terracina, poi espugnata da Vitellio (III, 57). Nelle battaglie di Bedriaco le coorti iirbane non sono pmito ricordate ; forse dopo la spedizione nella Gallia Narbonese furon lasciate a Roma, come fu lasciata a Lione la XIII da Valente, quando di lä passava per invadere 1’ Italia H ist. I, 64). C. Le coorti dei vigili. Le coorti dei vigili non son ricordate da Tacito la (Ann. IV, 5) dove ci da uno specchietto delle forze romane, perche non appartenevano alla milizia regolare. Ei’ano state istituite nel 0 d. C. da Augusto (Dione, lib. 55), il quäle considerando i danni grandi ehe recavano a Roma gli incendi, deputo in di-versi luoghi della cittä una guardia di affrancati (liberti) ad estinguerli, e li chiamo vigiles a vigilando. In breve si allar-garono le loro incombenze; ebbero anche il carico di vegliare sni furti e di mantenere il buon ordine, ed ai liberti si aggiun-sero un po’ alla volta anche veri cittadini con stipendio e pri-vilegi per meglio allettalii.3) Mediante la lex Visellia dell’anno ') ctr. Ulpiano Dig., 48, 5, 15. Hist. I, 20, 87; III, 23, 2. 3) Vanu ad Hist III, 64. 24 d. C. ai liberti fu concessa la cittadinanza dopo sei anni di servizio, e piü tardi dopo tre anni, e con ciö la facoltä di passare nelle legioni o nelle coorti pretorie ed urbane. Le coorti. dei vigili, oltre ali’ armi solite, erano pure for-nite degli arnesi occorrenti a spegnere gli incendi, centones, (una specie di materasse), sipliones (pompe), perticae e scalae; e dei vigili sono ricordati i siphonarii (pompieri), gli aquarii, ed anche, essendo essi in pari tempo guardie di polizia, i car-cerarii, i balnearii ed horrearii, di servizio nei locali da bagno e nei magazzini, piu spesso infestati dai ladri. Ad ogni coorte, eh’ era forte di 1000 uomini, spettava la sorveglianza su du c regioni della citta, ed ognuna di queste aveva il suo apposta-mento (excubitorium). I vigili erano comandati dal praefectus vigilum. D. I Germani a guardia deli’ imperatore. I Germani, i quali specialmente colla loro cavalleria ave-vano resi segnalati servigi a Cesare nelle guerre di Gallia, sono addetti piü tardi come guardie del corpo ali’ imperatore. Abbiamo giä visto come Antonio, volto 1’ animo a diventare padrone della romana Repubblica, si cingesse d’ una guardia d’Iturei; cosi Augusto, non fidandosi de’ Romani, ai quali avea tolta la libertä, si circondo di Germani, che poi per sospetti venutigli licenziö dopo la rotta- di Varo (Svet. Oct., 49). Se non ehe essi ritornarono ben presto e li .troviamo gia nei primo anno del governo di Tiberio, ed il fior di lor gente ac-compagna Druso, clie si recava in Pannonia a sedarvi i tor-bidi (Ann. I, 24). Si puo quindi argomentare eh’ essi formas-■ sero anche la guardia d’ onore ai membri della famiglia imperiale, e pare ehe tal diritto lo si avesse di preferenza la imperatrice. Infatti Tacito (Ann. XIII, 18) ci racconta, ehe Nerone, venuto in discordia con sna madre, le tolse le guardie che aveva avute prima come moglie deli’ imperatore e clie tuttora eonservava come madre. Questi Germani, divisi in decurie, sono chiamati ora mamts, ora cohors, e piii spesso colleginm, od anche semplicemente Batavi, perchč pro veni vano specialmento da quella na-zione. Turono .congedati da Galba (Svet. Galb., 12), e piü tardi al loro lnogo subentrarono gli equites singuläres Anglisti, i quali perö da quelli differivano in questo, clie mentre i Germani apparteneVano alla familia imperatoris, e portavan quindi o nomi di schiavi o di liberti, i Singolari erano di regola liberi, pero senza avere cittadinanza romana. Anch’ essi eran tolti in ispecie dalla Germania inferiore, ma venendo giovani a Roma diventavan romani di sentimenti. Erano egnali in rango ai pretoriani, come si puo inferire dal fatto, ehe nel campo sono attendati aceanto ai pretoriani. Se poi desideravano prestar servizio nelle legioni erano promossi a centurioni.1) Meno privi-legiati di questi erano gli altri Singolari, scelti dal fiore della cavalleria degli ansiliari e costituiti in un’ala (Ala Singularnim, h-il- suTst, Dion. C. LY., 24), cho in Tacito troviamo dap-prima stanziata nella Rezia e poi impiegata nella guerra contro Civile. 5. I Tessillari.a) I sodati di Pannonia ammutinati per bocca di Percennio (Ann. I, 17) fra altro si lamentano, ehe neppnre ai congedati s’accordi il meritato riposo, ma trattenuti sotto il vessillo con altro nome debbano sottostare agli stessi lavori di prima; non esservi altro rimedio ehe domandare d’ esser licenziati dopo 10 anni di servizio, e ehe negli stessi alloggiamenti si pagas-sero in contanti i promessi premi. Negli stessi giorni le legioni di Germania domandano pei veterani la dovnta licenza (Ann. I, 31). Ed i soldati si dovettero accontentare, e licenziati del tntto qnelli eh’ avevan militato 20 anni, gli altri dopo ima ferma di 16 anni furon disimpegnati dal servire nelle legioni e trattenuti sotto un apposito vessillo, dal quäle furon detti vessillari, esenti d’ ogni fazione, salvo ove si trattasse di re-spingere un assalto nemieo (Ann. 1, 36).3) ‘) cfr. Henzen: Sugli Equiti singolari (legli imperatori Homani, Ann. deli’ Ist. Arch., v. XXII; id. Sülle guardie Germanicho dogli imperatori Romani, nel Bullett., 185(1, pag. 101 o sg. c Mommson: Schweizer Nachstudien, Hermes, XVI (1881), pag. 458 e sg. 'J) cfr. Hertel. Agric., e Stander, de vexilli et vexillariornm apud Tacitum vi et usu. Köln, 18G‘2. :l) In qaesto appnnto consiste la dlfferenza fra vessillarü ed ovo-cati, che questi soyo veri soldati e devon combatter col jiemico . in qualnnque circostanza, inentru quelli hanno a provvedore solo alla propria sicurezza e tenuti assieme sotto un capo scelto dal loro seno aspettano che siano a loro distrilmiti o danari o terreni. Piü tardi, prolungata di quattro anni la ferma nelle le-gioni, diventavano vessillari solo dopo vent' anni di servizio regolare. La ragione poi perche fossero tenuti piü oltre sotto le insegne, ce la da Svetonio (Tib., 48), dove ci dice che 1’impe-ratore Tiberio stentava a dare ai veterani i premi lor dovuti, che per lo piü consistevano in tratti di terreno, perche, mo-rendo essi suh vexillo, tutto andava a benefieio deli’ erario. Questi veterani, benche non facessero piü parte della le-gione, a eni prima aveano appartenuto, pure attendavano as-sieme ad essa (Ann. I, 39), salvo che per easo speciale non ne fossero completamente staccati, come avviene di quelli del-1’esercito inferiore, ehe son mandati nella Kezia (Ann. I, 44); oppure elie presso al eampo delle legioni non venisse assegnata loro apposita stazione (cittä d’accantonamento). In questo caso, ad evitare attriti, si .usava separate borghesi e militari, ed ai vessillari incombeva la difesa della stazione, a cui erano aseritti. Qui abitavan pure i vivandieri (lixae), i quali, divenuto 1’esercito permanente, avevano cambiate le lor baracche ambulanti (canctbae, canove) in abitazioni stabili ; quivi per ragion di commercio ponevan domicilio altri cittadini romani, come ri-sulta dalle iscrizioni, dove gli abitanti di ijueste cittä d’ ac-cantonamento sono chiamati oeterani el cives Homani ad canahas legionis tale e tale consistentes.') Che poi tali cittä non avessero di regola altra guarnigione, lo dimostra chiaramente Colonia, la quäle, gia quartiere di clue legioni, dopo aver ottenuto il diritto coloniale da Claudio per intercessione di Agrippina ehe v’ era nata, e sede del governatore (Hist. I, 56), ma le due legioni sono traslocate a Bonn.2) Questi corpi di veterani avevano ad un dipresso la forza di cinquecento uomini (Ann. III, 21), numero che sta perfet-tamente in relazione colla forza della legione, ove si consideri e la lunga durata del servizio e le frequenti morti o naturali o in battaglia. Come le legioni avevano i loro veterani, cosi e naturale ehe per analogia li avessero anche i pretoriani e le coorti urbane. Tacito infatti ci nomina veterani e praetorio (Hist. II, 11), 1) cfr. C. I. L. III. !J605 e (ilG(i, e Monmisen: Die römischen La-gerstädtej Hermes’ VII (1873,1, pag. ‘299 e sg. 2) Hist. I, 57; IV, 19, ‘20, 25; ofr. anclie Camalodutiuni, Ann. XII, 32, XIV, 31 ed Ilist, IV, 22. die qualcuno volle poi ehe fossero i mille. vessillari, i quali, as-sieme a tre coorti di pretoi’iani difesero valorosamente Piacenza contro Cecina (Hist. II, 18). Altri, ed a ragione, obietta, ehe i veterani del pretorio, eome diee lo stesso Tacito (Hist. II, 11), seguirono non gia Spurinna, che andava a difendere il Po, ma lo stesso Ottone. Si obietta anche che non potessero esser veterani, essendoche apertamente si pongono in contrastö col-1' esercito veterano di Germania. Ma nel luogo gia citato (Hist. II, 18), quando si parla di esercito veterano di Germania, non si vuole gia intendere nn esercito formato di veterani, sibbene di soldati consumati, coi quali 11011 potevano. stare a paragone le milizie avvezze agli agi di Roma. Per la stessa ragione (Hist. II, 11) si chiamano veterane le legioni XI, XIII e XIV. Chi poi intende quei mille vessillari per soldati legionari,1) mi pare . che sbagli per altro verso, perclie Tacito non ci fa parola di distaccamenti di legioni consegnati a Spurinna, e nel combattimento di Piacenza ci dice che gli uni e gli altri erano stimolati da esortazioni diverse, vantando gli assalitori le forze delle legioni di Germania, gli assediati l’ono.re della milizia urbana e delle coorti pretoriane; quelli trattando questi come soldati agiati e dappoco, corrotti al circo ed al teatro, questi quelli come barbari e stranieri.*) Donde si deve concliiudere clie i mille vessillari soprannominati non sieno altro che i vexilln equitum praetor iuno rum (Hist. II, 11), di cui sap-piamo esservi state 10 turmae per ogni coorte, rinforzati di pochi soldati delle coorti urbane, e che, come si disse, furono consegnati a Spurinna. Ma vessillari in Tacito ha ancora un altro significato, ed allora v’e per lo piu ün’ aggiunta tale, che si capisce quasi sempre che di veterani non si parla. Vexillum, cioe, e spesso adoperato nel senso di distaccamento, cliß per ragioni di ser-vizio od altro scopo opera disgiunto dalla sua legion’e o da *) II Gerstenecker (1. o.) vorrobbo ehe i mille'vessillari fossero soldati doll’ Ulirico, che si trovnviino a Roiua gii\ al tempo di Nerone (cfr. Hist. I, (!, 20,31). Ma lasciando stare che non is ricordato affatto, quando questi soldati fossero stati mandati a Piacenza, e oho nell’ assalto della piazza, tra gli assediati non si parla clie di milizio urbane, potrebbero anche essere soldati di Britannia e di Germania r;»ccolti da Nerone a Koma per la guerra contro gli Albani. ♦ altro corpo di soldati. Essendo uso ehe 11011 si movesse l’aquila, se non usciva dal campo 1’ intera legione (Dion. Cass. XL, 18), il corpo ehe operava da essa staccato marciava sotto un’ap-posita insegna, da cui i soldati furono detti vessillari. Cosi si legge (Ann. 1, ‘20), ehe i manipoli mandati a Nauporto (Ober-Laybach) per acconciare ponti e strade, uditi i turbainenti del campo, dan di piglio ai vessilli, donde si capisce ehe erano corpi staecati dalle legioni per lo scopo anzidetto, ne possono assolutamente intendersi i veterani, perche da tali lavori erano esenti. E pivi sotto (Ann. I, 38) si legge: At in Chaucis coep-tavere seditidnem praesidium agitantes vexillarii discordium legiomim; quindi (Ann. II, 75) si parla di un vexillum tironum, uh riparto di soldati novelli che andavano alle lor legioni in Siria; negli Annali XV, 26 si parla di vexilla deleetorum ex llhjrico et Aeggpto ; nelle Storie II, 66 della fierezza dei soldati della XIY, qtii se vietos abnuebant, quqrpe liedriucensi acie, vexillariis tantum pidsis, vires legionis non adfuisse; ■ e II, 100 si legge: vexillarii triiim Jintannicarum legiomime III, 22; vexilla nonac secundaeque et vicesimue legiomim; e Agricola, 18: contractisque legiomim oexillis.... erexit aciem; per tacer di altri luoghi, nei quali si deve inten-dere vexillum per diataccamento di soldati. Perche ragione vnole, ehe anche ne’ posti piii avanzati e scoperti vi sieno dei corpi di guardia, a rendere piü sicuro il grosso deli’esercito, che in ogni caso sara preavvisato di qnalunque pericolo avesse a sorgere; ed in paesi inquieti come la Britannia dovevano di necessitä essere dispersi qua e lä i soldati, cosa questa che molte volte riusciva a danneggiare 1’ intimo nesso della legione, e diminuiva il valore dei soldati, ehe diventavano fra di loro quasi stranieri. Aggiungasi ancora 1’ impossibilita di lasciare del tutto sguernita la riva del Reno e del Danubio, o le terre piii lontane di Britannia, Spagna, Siria ed Egitto, e quindi la necessitä di mandare stil teatro della guerra sirigoli distac-camenti. 6. <«Ii ausiliari. Durante la Repiibbliea oltre alle legioni si fa parola dei socii Italici, ehe davano i loro contingenti, e di ati ril m, cioö tutto' le milizie ausiliarie non italiane, Ma coli’ anno 89 a. O., essendosi data la eittadinanza romana ai soci, anclie. gli attxilia cambiarono significato e d’ora in poi denotarono «pielle milizie che non appartengono alle legioni, e che stanno nelle pro-vincie, sleno esse formate di cittadini o di peregrini. Perocche ai tempi di Cai’acalla, estesasi la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero, anche gli auxiliä, tranne quelli dati da re e popoli stranieri, dovevano di necessitä esser formati da cittadini. Quante fossero le forzo di queste milizie ausiliarie, e difficile -determinarlo, essendoche crescevano o diminnivano, secondo il bisogno, perö non erano minori di quelle delle legioni (Ann. IV, 5). Fra gli aiixilia in senso lato si devono anche annoverare i vexilla veteranonun, di cui si parlö prima, e le cohortes Jtalicae civiiim Jiomanornm völuntariorum. Da quando, cioe, le legioni Fn-rono levate esclusivamente nelle proviilcie, ed iii Italia, o per ragion di stato o per troppo spossamento; o per tutte e dne queste ragioni assieme, furqno scelte solo quelle milizie che stavano di guarnigione a Roma, coloro che consideravano il me&tiere deli’ armi come una professione lucrosa, e che non potevan trovare pošto nella milizia urbana, incominciarono ad arruolarsi come volontari ed a servire in ispeciali coorti, delle quali, come e provato, n’esistevano trentadue. E la ragione di cio ce la da Vegezio (II, 3): Magnus in illis (legionibus) labor ed militandi, graviora anna, plura munera, senerior disciplina. Qnod vitantes plerique, in auxiliis festinatlt militiae mcramenta percipcre, nbi et mint»' sudor et matuviora mint praemia. Ma il nerbo degli ausiliari era fonnato dalla territoriale, levata nelle provincie e composta di soldati di fanteria (cohcrtes anxiliariae, o sociae) e di cavalleria (alae). Tali soldati, i quali non avevano diritto a cittadinanza, ma che per meriti speciali potevano ottenerla, sia singolarmente, sia per coorti ed ale, ricevevano il nome o dal distretto di leva, onde si legge: gli ausiliari di Mesia, di Pannonia ecc.; oppure da colui che li avea per il primo organizzati: ala Tauriana (Hist, I, 59), ala Sebosiana (Hist. I, 70). E certo che almeno da principio non venivano adoperati fuori del paese da cui erano levati; che solo la voce che fossero spediti altrove e mischiati a genti straniere, induce i Trači a ribellarsi (Ann. IV, 46); ma piü tardi privati di ijuesto privilegio si mandarono dove piii urgente era il bisogno. Assieme alle legioni servivano ad assi-curare i confini dell’ impero, e perciö come le legioni non sono stanziati in Italia. Le milizie ausiliarie non si trovano isolate nei paesi di confine, ma sempre unite alle legioni; eil anzi sarei inclinato a credere che ogni legione avesse il suo corpo di ausiliari si di fanteria che di cavalleria. Infatti Tacito spesso ci nomina quali milizie ausiliarie della legione XIV quelle famose otto coorti di Batavi, di cui poscia parleremo, e Hist. III, 79, si legge: leg io 111 u diunctis auxiliis; Hist. II, 4, si dice che Yespasiano avea tre legioni, Muciano quattro ed anibeduo milizie ausiliarie di /anteria e cavalleria; ed Hist. IV, 62, si legge Ugio sextadecuina cum auxiliis simid deditis. Per di piü presso le otto legioni di Germania c’erano otto ale di cavalleria (Ann. I, 49), doiide si potrebbe inferire che ogni legione, oltre alle milizie di fanteria, avesse a rinforzo della sua debolo cavalleria anche un’ ala di cavalieri ausiliari, se pure non si tiene per pura combinazione 1’ eguaglianza di numero sopra notata. Tuttavia in altro passo si trova, clie a Lione era acquar-tierata una legione con un’ala di cavalieri. — Le milizie ausiliarie o erano organizzate alla romana, od allora per qualche tempo avovano come istruttori dei centurioni e dei soldati romani1), o mantenevano 1’ armamento ed i costumi nazionali, onde i soldati di esse sono chiamati ora sagittarii (Ann. II, 16), fundi-tores (Ann XIII, 39), ed in genere designati come leves cdhortes (Ann. I, 51; II, 52 ecc.). Tacito ci racconta (Hist. II, 89) che Vitellio entrando in Roma avea nelle sue colonne anche trenta quattro coorti ausiliarie, tutte diversamente armate ed equi paggiate, sicche dovevano dare all’ esercito di lui quella va-rietä clie nei tempi moderni si potrebbe riscontrare nella grande armata, che il primo Napoleone condusse contro la Russia. Le coorti e le ali o sono di cinquecento uomini (quin-gennariae) o di mille (miliariae); sono comandate da un praefectus, che sovente e un ex centurione od un ex tribuno della legione. Nella storia delle milizie ausiliarie, impresa oltre modo scabrosa per la mancanza di sufficienti notizie, e per la quäle dovrei consultare tutte le relative iscrizioni, cosa qui da noi non tanto facile, mi limiterö a quei brevi cenni, che ci da Tacito.'2) Tra gli ausiliari i piü famosi sono i Batavi; la cavalloria di costoro nel 16 d. C. sotto il conxando di Chariovalda prende •) Ann. III, 42 o 47; Agr. XVIII. ’) Chi desidoras.se maggiori notizie, consillti il lav^ro di Hassencamp : De cohortilms Romanorum auxiliariis, Oottingae, 1869, completato dallo Schuenemann, id. Halis Säxonum, 1888. parte alla spedizione contro i Germani; ma avend o troppo in-cautamente dato addosso ai nemici, circondata da tutto le parti col proprio valore e per 1’ accorrere di altre forze, dopo molte perdite, si sottrasse a sicura rovina (Ann, II, 11). Nell’anno 42 otto loro coorti di fanteria si trovavano in Britannia addette alla legione XIV, alle cui gloriose imprese ebbero parte nota-bile. Di lä richiamate assieme colla legione XIV per la spedizione contro gli Albani, causa discordie si separarono dalla legione, e nel 68 le troviamo di guarnigione nel paose dei Lingoni (nei dintorni dl Dijon). Da Fabio Valente, ehe mar-ciava alla volta d’Italia, unite al suo esercito, valorosamente combatterono contro Ottone a Bedriaco. Ebbero di poi 1’ or-diiie d’ accompagnare in Britannia la legione XIV; ma sorta gia a Torino una rissa coi legionari, dalla legione furono di nuovo separate, e seguirono a Pavia Vitellio, ehe ben presto per la loro tracotanza 1’ ebbe a rimandare in Germania, dove stanziarono presso a Magonza fino alla rivolta di Civile. Di la richiamate a Roma da Vitellio, strada facendo furon raggiunte da messi di Civile, i quali le persuasero a far causa comune coi loro connazionali, sicche voltata strada o rotta la legione I Germanica, che a Bonn tentava loro di sbarrare il passo, per Civile combatterono assieme ai Canninefati, loro confmanti.1) Sedata la rivolta, furon mandate in Britannia, e qui sotto la condotta di Agricola molto valorosamente copperarono ali’ as-soggettamento di quell’ isola (Agr., 36). Belgarum cohortes, sono annoverate fra le milizie ausiliarie della legione I Germanica (Hist. IV, 20). Fra le soldatesche che Cecina conduce alla volta d’ Italia son ricordate le cohortes Britannorum e Lusitanorum (Hist I, 70); le cohortes Cappadocum e Chalcidiensiim, Galatariim e Ponticae nell’esercito di Peto; le cohortes Chauconon salvano Arminio nella battaglia di Idisiaviso (Ann. II, 17). Le cohortes Delmatarum, di cui nel 69 furon levati 6000 soldati (Hist. III, 50), divisi in piü coorti; d’ una di queste, o precisamento della I, fu per aleun tempo tribuno Giovenale, eome dimoströ il Mommspn dali’ iserizione 5599. — Le cohortes Gallorum combatterono ad Idisiaviso (Ann. 15? 16); furon con-dotte in Italia da Cecina, e si trovarono senza dubbio a Bo-driaco; venute a rissa colla legione V, due di queste coorti furon fatte ti pezzi (Hist. II, 68) e lo altre da Vitellio riman-date in Germania furon rotte a Gelduba (Hist. IV, 33). Gehnanorum catervae ed auxilia Gennanorum, le prime nell’eser-cito di Cecina (Ann I, 56), i secondi nella battaglia di Idisia-viso (Ann. II, 16). Una cohors Ligunim acquartierata per la molti anni nella Gallia Narbonese, combatte nel 69 contro gli Ottoniani (Hist. II, 14). Sono menzionate inoltre le cohortes Nerviorum, Rhaetonim, Thracum, Treverorum, TungvommUbiorum, Vangionum, le quäli ultime salvarono a Gelduba dallo sterminio i Komani (Hist. IV, 33). Dello alae son ricordate: la Auriana; cjuella dei Butavi, la Britannua, (piella dei Caninefates, dei Punnonii, 1’ ala Fetriunu, mandata avanti da Cecina ad aprire la guerra contro Ottone (Hist. I, 70); 1’ala Picentina, 4 anni dopo chiamata Picentiana, condotta da Cecina in Italia e poi rimandata in Germania, si mantiene fedele a Vespasiano (Hist. IV, 62); 1’ala Sebosiana sorpresa da Antonio Primo a Legnago (Hist. III, 6); 1’ ala Siliana dapprima in Africa sotto il proconsole Vitellio, poi mandata in Egitto e subito dopo richiamata per mandarla contro Vindice ; nel 61) era stanziata attorno al Po, ed avuta notizia della proclamazione di Vitellio ad imperatore, passata senza esitai-e alla sua parte, occupö per lui Milano, Novara, Vercelli ed Ivrea (Hist. I, 70; II, 17); 1’ala Taurianu, stanziata a Lione colla I Italica; ed infine 1’ ala de’ Treveri, sconfitta dagli Ottoniani nella Gallia Narbonese. Deesi da ultimo notare ehe da quando le milizie ausiliarie non rimasero piu a presidiare la loro provincia, ma furono assieme alle legioni trasportate ne’ punti piii minacciati, a di-fendere da improvvise invasioni il paese, sguernito di soldati, . si organizzo la leva in massa, e fu data facoltä al governatore di chiamare sotto lo bandiere tutti gli uomini atti alle arini.J) (Continua.) Kiccardo Adami. NOTIZIE SCOLASTICHE COMl’ILAX'E DAL DIKETTOEK CORPO INSEGNANTE Direttore: Vettuch Giuseppe, insegnö lingua latina nella VI, e lingua tcdcsca nella II A — ore settimanali !). Professori: Greiff Gioele, professore, capoclasso nella IV A — insegnö lingua latina o lingua greca nella IV A, lingua grcca nella VII e lingua tedcsca nella IB — ore settiinanali 17. Cappelletti Basilio, professore, capoclasse nella IB — insegnö lingua latina e lingua italiana nella I B, geografa nella I A e I B — ore settiinanali 18. Gelcieli Pietro, professore, capoclasse nella II A — insegnö nel l°som. lingua latina nella II A e nella VIII, lingua italiana nella II A e III A — ore settiinanali 20; nel 2* sem. lingua latina ibid., lingua italiana nella II A — ore settiinanali 17. Visintini Edoardo, professore, custode del gabinetto di storia naturale — > insegnö scienze naturali nello classi I A, II A, II B, III B, IV A, V, VI e mate matica nella II A e IV A — ore settiinanali 21. Greift- Iginio, professore, capoclasso nella III A — insegnö nel 1° sem. lingua latina e lingua tedcsca nella III A, lingua greca nella III A e V — ore settiinanali 19; nel 2° sem. lingua latina e lingua grcca ibid. — ore settiinanali 16. Bruniatti Antonio, professore, custode del gabinetto di lisica, capoclasse-nella VII — insegnö matematica nella III B, VI, VII e VIII; tisi ca nella VII e VIII — oro settimanali 17. Artico Don Giuseppe, catechista, esortatore per il Ginnasio superiore, custode del fondo libri grätuiti — insegnö religione nelle classi I — VIII — ore settimanali 24. Cristofolijii Cesare, professore, bibliotecario, capoclasse nella I A — insegnö lingua latina nella I A e nella V, lingua italiana nella I A — oro settimanali 18. WeiidJenner parlo, professore, capoclasse nella VIII — insegnö lingua tcdesca nelle classi I A, IV A, V—VIII — ore settimanali 18. 3Iurtcani Luigi, professore, custodo del gabinetto di geografia, capoclasso nella VI — insegnö storia e geografia dalta III B—VIII — ore settimanali 24. Ravalico Nicolö, professore, custode della biblioteca degli scolari, capo-classe nella V — insegnö nel l°.sem. lingua italiana dalla IV A— VIII e propedeUtica filosofica nella VII e VIII — ore settimanali 22; nel 2° sem. lingua italiana nella IV A, V—VIII, propedeutica ibid. — ore settimanali 19. Zenker Antonio, professore — insegnö matematica nello classi I B, III A, IV B, V, scicnze naturali in I B, III A, IV B — ore settimanali 20. Perneelier Giacomo, professore, oapoclasse nella II B — insegnö lingua lati na e lingua italiana nella II B, lingua gre ca nella VI — ore settimanali 17. Adami Riccardo, professore, oapoclasse nella III B — insegnö lingua latina nella III B o nella VII, lingua greca nella III B, matematica nella II B — ore settimanali 11). Costantini Gnido, professore snpplente, oapoclasse nella IV B — insegnö nell°sem. storia e geograjia nella lil A, lingua latina e lingua tedesoa nella IV B, lingua grcca nella IV B o nell’VIII — ore settimanali 21; nel 2° sem. lingua grcca nella IV B e nell’VIH, lingua italiana nella III A e IV B, storia e geograjia nella III A — ore settimanali 18. * Battistella Mieliele, professore supplente — insegnö nel 1° sem. lingua tedcsca nella II B e III B, lingua italiana nella III B, storia o geo-grafia nella II A e II B, matematica nella IA — ore settimanali 20; nel 2° 'sem. idem nella II A, II B, III B — ore settimanali 17. Saraval (jino, professore supplente — insegnö nel 2" sena. lingua latina nella IV B, lingua tedcsca nella III A e IV B, matematica nella I A — ore settimanali 15. Maestri incaricati: Pitacco Don Giorgio, catechista nelle civiche scuole popolari, esortatore per il Ginnasio inferiore. Coen Giuseppe, maestro nolle scuole popolari della ComunM israelitica — insegnö religionc israelitica in tutto il Ginyasio — ore settimanali 6. Zernitz Enrico, professore di disegno neJ civico Liceo femminile ■— insegnö il disegno — ore settimanali 6. Sencig Giovanni, maestro nella seuola cittadinain cittanuova— insegnö la calligrafia —*ore settimanali 1. PIANO DELLE LEZIONI STUDI D’OBBLIGO. CLASSE I (A o B). Religione cattolica. — Dne oro por set.timana. Catechismn. Spiegazione del simbolo apostolico, deli’ orazione, dome-nicale, del decalogo e dei precetti della Chiesa, dei Sacramenti, della giiistizia cristiana e dei quattro novissimi. Religione israelitica. — Un’ ora per settimana. Lettura del rituale. S/oria Sacra. Dalla creazione del mondo fino alle morte di Giuseppe. Catrchismo. Grammatica ebraica. Regole di lettura. Lingua latlna. — Oro otto per settimana. Orammaticä. Declinazioni. Comparazioni. Numerali. Pronomi. Conju-gazioni regolari. Lettura. Steiner-Soheindler, Applicazione delle regole grammaticali; esercizi di memoria. Compiti. Comi;iciando dal novembre I scol. al mese. Lingua italiana. — Quattro ore- per settimana. » Grammatica. Teoria dei noini, aggettivi,' pronomi e verlii. Regole speciali intorno al genere dei nomi, la formazione del plurale, 1’uso deli’articolo, degli aggettivi e dei pronomi; conjugazione del verbo reguläre; teoria della proposizione semplice e oomposta. Lettura. Letti a spiegat i vari brani con riguardo alle regole gram- • matičali; alcuni mandati a memoria. t Compiti. Quattro al mese. Lingua tedesca. — Tre ore per settimana. Gi'ammatica. Fonologia, declinazione deli’articolo, del nome e in parte la conjugazione del verbo debole. Esercizi'§ 1—§ 16 del Oorso di lingua tedesca di G. Detant. Compiti. Due al mest. Geografia. — Tre ore per settimana. Elementi di geografia astronomifea, fisica e polit,ica. Lettura o disegno di carte geografiche e i piii semplici riliovi cartogrjifici. Matematica. — Tre ore per settimana. Aritmetica. Le quattro operazioni con numeri interi e decimali. Divisibilit/i dei numeri, massimo comune divisore e minimo comnne multiplo; esercizi preparatorl por lo operazioni oolle frazioni ordinarie. Geometria (II semestre). Introduzione, punti, linee, angoli, elementi della teoria del cerclno, elementi del triangolo. Gompiti. Uno al mese. Storia naturale. — Due ore per settimana. I sem. Zoologia. Mammiteri ed insetti. II sem. Zoologia, e ciot; insetti nel I mese; Botanica negli altri quattro mesi. — Tanto nella Zoologia quanto nella Botanica is deserissero le specie piu importanti con riguardo ai caratteri dei singoli gruppi. OLASSE II (A e B). Religione cattolica. — Due ore per settimana. Liturgia cattolica. Religione israelitica. — Un’ora per settimana. Lettura del rituale. Storia Sacra. Dalla nascita di Mosi lino alla morte di Giosue. Catechismo. Grammatica elraica. Parti del discorso. II nome e sna di visi o 11 e. Pronömi assoluti e sufHssi. Lingua latina. — Otto ore per settimana. Grammatica. Ripetizione delle forme regolari colla maggior parte delle relative eccezioni. Verbi irregolari e difettivi, avvorbi, preposizioni, congiunzioni; ali’ occasionej aleune delle regole piü importanti della sintassi. Lettura. Furono tradotti dallo Steiner-Sclineidler tutti gli esdrcizt relativi ai paragrali della grammatica. Vocaboli e modi didire appresi a memoria. Compiti — Quatt.ro al mese. Lingua italiana. — Quattro ore per settimana. , Grammatica. Verbi irregolari e difettivi. Avverbi, preposizioni, pronömi o congiunzioni. Teoria dei tempi o dei modi. Teofia della proposiziono semplice e complessa;' pej'iodo e sue parti; proposizioni dipendenti. Lettura. Letli vari brani del libro di lettura colle opportune osiäw-vazioni sintattiche. Alcuiia poesie mandate a memoria. Compiti. Due al mese. Lingua tedesca. — Tre oro per settimana. Teoria deH,’ aggettivo, sua deolinazione e oomparazione; dei verbi ausiliari e deboli, loro formaziono e conjugaziono. Traduzione degli esercizi XXV-L della Grammatica di G. Müller, Parte I. Cutnpiti. Due per settimana. Geografia e Sloria. — Quattro ore per settimana.. Geografia. Due oro. L’Asia, l'Afriea, 1’ Europa meridionale, la Gran-brettagna; sguardo oro-idrografico e politico. Esercizi carto-grafici. Storia. Due ore. Miti e leggonde antiolie; personaggi ed avveni-menti piü importanti della storia greca e romana. Matematica. — Tre ore per settimana. Aritmetica. Continuazione di esercizi con multipli e divisori. Fra-zioni ordinarie decimali. Bapporti, proporzioni, regola del tre semplice. Calcoli degli interessi semplici, il calcolo di con-clusione. Qeometria. Assi di simmetria di rette od angoli; eguaglianza dei triangoli; le proprietA piü importanti del oircolo, dei quadri-latori e dei poligoni. Coni piti. Uno al mese. Storia naturale. — Due ore per settimana. I sem. Zoologia. Uccelli, rettili, anflbi e pesci. II sem. Jiotanica. Nozioni generali e descrizioni delle piante pii’i comuni e delle piü importanti con riguardo ai carat.teri delle relative famiglie. CLASSE III (A e B). Religione cattolica. — Due ore per settimana. Storiu sacra. Storia saera dell’A. T., geografia fisica di Terra Santa, Religione israelitica. Un’ora per settimana. Le/hira e traduzione letterale delle principali preghiere. Storia sacra. Dalle conqniste fatte dopo la morte di Giosue sino alla morte di Šansone. Cateöhismo. Grammatica ebraica. Lettere radicali e sei-vili. Declinazione del nome e delle particelle col pronome sufflsso. / Lingua latina. — Soi ore per settimana. Grammatica. Tre ore. Teoria delle concordanz'e e dei casi, — Usi e significati delle preposizioni. Lettura. Tre ore. Cornelio Nipöto. Analisi grammaticale. Tradu-zione e spiegazione di parecchie biografie. Parecclii brani a memoria. Compiti. Tre al mese. Lingua greca. — Cinque ore per settimana. Grainmatica. Morfologia rego lave (ommessi i contratti) sino all’Aor. passivo. Lettura. Analisi e versione de’ relativi esercici clello S c h e n k 1-D 0 f a n t. Compiti. Duc al niese. Lingua itatiana. — Tro ore per settimana. Lettura e analisi
  • X f. s. f. s. II B 1 Stip. ginn, triest. D. L. 6/12/93 N. 208G1/VII 105 — 105 — ur a 1 „ Cossitz D. M. 3/7/92 „ 28332/VI 210 — 210 — HIB 1 „ ginn, triest. D. L. 29/3/93,, 7742/IX 105 — 105 — 1 „ Vlah D. L. 19/12/91 „ 18199/IX 200 — 200 — 1 „ bar. Reinelt D. B. 15/ 3/94 „ GGO 150 — 150 — IV B 1 „ ginn, triest. D. L. 24/12/90 „ 19278/IX 105 — 105 — 1 „ Mazzoni D. M. 6/12/93 „ 59592/VI 150 — 150 — V 2 „ ginn, triest. D. L. 20/12/92 „ 19966/IX 105 — 210 — n 1 „ Mazzoni D. M. 6/12/93 „ 59592/VI 150 — 150 — VI 2 „ ginn, triest. D. L. 20/12/92 „ 19966/IX 105 — 210 — 1 n n d D. L. 19/11/90 „ 17243/IX 105 —• 105 — VIII 1 , Okorn-Cosneck D. L. 18/2/94 „ 992/VII 165 — 165 — Totale . . — — 1865 Uno scolaro ebbo un sussidio di f. 150 dali’ incl. Giunta provinciale deli’ Istria. L’ importo per i libri scolastici distribuiti dali’ inclito Municipio agli scolari poveri di questo Ginnasio ascese a iior. C00, e furono dal fondo dei libri gratuiti provveduti dei testi necessari 151 scolari. La spottabilu Libreria editrice Monauni di Trento regalu al fondo libri gratuiti alcune copie del libro De/ant, Corso di Jingua tedesca I. L’ unione filantropica triestina “La Previdenza,, sussidi6 parecclii scolari doli’Istituto con oggetti di vestiario, con piccoli importi di da-naro, a (1 pago per intero il didattro. Sieno rese le pivi sentito grazie ai generosi benefattori. VIL AUMENTO DELLE COLLEZIONI SCIENTIFICHE A) Biblioteca dci profesšori. Bibliotecario: Prof. C. Cristofolini. •1. Doni. Dam,’ eco. i. r. Ministero dbl Cdito ed Istruzione : I. Hessel, Denkschrift für dessen Centenarfeier, Wien 1898. Dali.’ecc. i. r. Luouotenenza: Bollettino delle Leggi cd Ordinanze per il Litorale austro-illirico. Dall’ imcmta Presidenza municipai.e.■ Die oest.-ung. Monarchie in Wort u. Bild (lino al fase. 206). — Bollettino statistico mensile — Verbali del Consiglio, 1898 — Archeografo Tristino, 1898 — Cavalli, Reliquie ladine. Dat.la spettabile Direzionf, dell’ Osservatorio Meteorolooico Astrono-mico: II Bollettino metoorologico giornalioro — 11 Rapporto animale dell’Osservatorio marittimo in Trieste per 1’anno 1891. Dal signor dirett. B. dott. Benussi: La liturgia slava. Dalla libreria F. H. Schimpff: Verzeichnis der Bücher, Landkarten etc. Dal signor prof. A. dott. Iona: Iona, Alauda, Trieste 1892. Dal signor prof. Cristofolini: Motnmsen, La Tuvola Clesiana trad. M. S. Trento 1890 — Rivista di lilologia, Anno XXII, fase. 1-4 — id., Matniani, La Religione dell’ avveniro, Milano 1880 — Sophoclis, Antigona gr. und deutsch v. A. Böckli, Berlin 18:18 — id., ed. Wex, Lipsiao 1881 — Antigona od. III O. Hermann, Lipsiae 1880 — id., Antigone roc. ed. M. Segffertus, Berolini 1865 — id., Antigone deutsch v. Donner Aull. Loipzs 1875 — Tragoodien v. K. G. IKiger, Halle 1842 — id., -opG'/.Xsou; A'niyi'rr, A. llaXXou — id., P. Ovidii. Metamorph. libri XV, ed. M. Bach, Hannover 1881 — idem., Fastorum, libri VI, v. Peter I. Abtli. Leipzig 1874. Dal signor prof. Saraval : Lukas, Dio Methode der Eintheilung bei Platon. Leipzig 1888. Dal signor prof. Adami: L’Eneido di Virgilio comm. Kobrini da Fighine e Kil. Venuti da Cortona ecc. in Venetia 1581 — id., Hassenkamp, De cohort. Roman, auxil, 1869 — Schünemanu, id., 1888. 2. Acquisti. Nuova Antologia, Rivista di scienze, lettero eil arti, Roma 1894 — Giornale storico della letteratura italiana, Torino 1894 — La Cul-tura, anno III — Zeitschrift für das österr. Gymnasien, 1894 — Zeitschrift für das Real-Schulwesen, Wien 1894 — Zeitschrift für Elektrotechnik, Wien 1894 — Mittheilung der k. k. geogr. Gesellschaft in Wien, 1894 — Statistische Monatschrift, 1894 — Verordnungsblatt dos Ministeriums für Cultus uftd Unterricht, 1894 (2 copie) — Mente e Cuore, 1894 — II Raccoglitore scolastico, 1893-94 — Guida scematica di Trieste, 1894 — Reclus, Nuova Geografia universale, trad. da A. Brunialti (fino alla disp. G62) — M. Tamaro, Le citta e le castella dell’Istria, vol. II — Müller Handbuch der classischen Altertumswissenschaft, XVIII Halbbd. — La Vita italiana nel Rinascimento. Arte. Milano 1893 — Tho-massini Eccles. discipl. 3 vol. — Iosephi Flavii, opera, 1 vol. in 4° — Bötticher, das Christliche in Tacitus, 2 vol. — Arnobius ed. Reyftersclieidt — de Giaxa, Piccola Enciclopedia di medicina ed igiene, Trieste 1S87 — Lasen, Lehrbuch der sphaerischen und theoretischen Astronomie, Stuttgart 1889 — Pindari Carmina ed F. G. Schneidewin, Lipsiae 1850 — Pindars Olympische Siegesgesänge gr. u. d. von M. Schmid, lena 18C9 — MuUach, Grammatik der griech. Vulgärsprache in histor, Entwickelung, Borlin 1856 — La Vita italiana del Cinquecento, I. Storia, Milano (Treves) 1894. B) Bibliotcca degli scolsiri. Bibliotecario: prof. Ravaiico. D' Azeglio, Nicolö de’ Lapi — Goldoni, Commedie scelte — Giusti, Epi-stolario — Smiles, Invcntori, Storia di cinqne lavoranti, il Carattere, Vita'e lavoro, Vita di B. Franklin —■ Bellio, Cristoforo Colombo — Lollis, Cristoforo Colombo — Hngites, Cristoforo Colombo — Ambrosoli, Numismatica — Franceschini, Insetti — Thai/er, Tatto, energia, principi — Car rer, Prose (2 vol.), Racconti — Redi, Opu-scoli — Lessing, Natano il saggio (trad. Varese) — Lessona, Conver-sazioni seientifiche— Tasso, Lettere (4 v.) — Figttier, L’ elettricita, L’illuminazione — Tamaro, Le castella dell’Istria (II0 vol.) — Mazzoni, Avviamento allo studio critico delle lettero italiano (5 copie) — Ariosto, Orlando Furioso, edizione ad uso delle scuole (6 copie) — Hauff, La Carovana — Baccini, Memorie di un jiulcino — Tissandier, llicreazioni scientifiche — Verne, Giro del mondo, Storia di tre russi e tro inglesi, Le Indio nore, La casa a vapore, Un capitano di quindici anni, Attraverso il mondo solare, Venti-mila lophe sotto il marn — Maync-Reid, Caccia agli orsi, ]1 re dei Seminoli, La Cacciatrice, II Capitano della Pandora — Bitlwer, Cola di ltienzi — Wiseman, Fabiola — Lamartine, Graziella — FinMon, Kavole — Hauff, L’ Albergo — Muzzi, 11 Mondo sotterraneo. — As sola nt, Clii aram o n te. C) Gabinetto rti Storia naturale. Custode : Prof. E. Visintini. Anatomia di Salamandra maculosa — Sviluppo di Hydrophilus piceus — Sviluppo di Musca doinestica. (Preparati e conservati nell’aloool.) D) Gabinetto rti Fisica. Custode: Prof. A Brumalti. Un diapason’ normalo, con cassetta — Duo aghi astatici — 1.B8 chilogr. di Magnetite. — Apparato por le figure di Lichtenberg — Rocchetto con nucleo di ferro, senza sostegno — Accumulatore secondo Faure — Modello mobile dalla macchina dinamo-elettrioa — Lampada ad incandescenza secondo Edison, piccola — Detta socondo Edison, grande, con piedestallo — Detta secondo Miiller — Detta secondo Swan — Sostegno per lampade ad incandescenza — 2 Telefoni secondo Bell — Apparato di Arago adatto alla macchina contrifugale — Voltametro — Foglie d’oro — 6 grammi di filo di platino per la lusione — 2 paralle-pepidi con eguali basi ed eguali altezze — Piramide quadrangolare con 30 segmenti. E) Gabinetto rti ^eografia. Custode.: Prof. Morteani, En-as, Carta del Litorale. F) Gabinetto del disegno. Andel, Policromi — FaUenböcle, Elementar-Zoichenschule, 100 carte — Herdtle, Vorlagewerk — Maurer Attestato Studi scelti Ascoli M. Maurizio Tri oste 14 luglio 1870 mat. eon dist. leggo Beltrammi Ettore » 14 agosto 1875 maturo legge Chiappulini Ermanno 1 marzo 1874 * chimica Clemencich Luigi )> 15 febbraio 1875 logge Coen Ara Camillo )1 17 gennaio 1876 mat. con dist. leggo Comisso Emilio 1) 3 ottobre 1875 maturo medicina de Grazio Simeone Zara 9 settemb. 1872 j' medicina de Grisogono Franc.0 Pola 29 luglio 1874 medicina Lövventhal Vittorio Trieste 3 gennaio 1874 lilologia Orsettich Roberto u 21 gennaio 1876 n matematica de Pastrovich Gnglielmo )1 5 aprile 1876 mat. con dist. medicina Piocoli Cesaro }» 18 febbraio 1876 maturo legge Tevini Riccardo )) 26 nmggio 1873 legge Trauner Ottavio )) 22 aprile .1874 j? legge Fnrono dichiarati non maturi: 2 dopo le prove scritte a sensi dell’ord. min. 28 aprile 1885 N. 7553, 2 c), e 3 negli esami orali. 1893-1894. Vennoro ammessi 20 candidati; no comparvoro alle prove in iscritto 19. Le 'prove in iscritto si feeero nei giorni 28 maggio — 2 giu-gno a. c. Furono assognati i seguonti temi: 1. Per il componimento italiano : Le vittorie ottenuto nel sereno oampo degli studi sono piü fe-condo e durature di quelle riportate sui campl di battaglia. 2. Per la versione dal Latino noll’ Italiano : Livio XXIII, 16, 3-1(5: “Marcellus sub adventum liostium intra muros so rece-pit, non castris motuens, sed ne prodendae urbis occasio-nern nimis multis in eam inminentibus daret. instrui deinde utriraque acies coei)tae, Romanorum pro moenibus Nolae, Poenorum ante castra .sna. proclia hinc parva inter urbom castraque et vario eventu fiebant, quia duces nec prohibcro pauoos temere provocantis nec dare signum universae pugnae volebant. in hac cotidiana duorum exercituum statione principe» Nolanorum nuntiant Marcello nocturna oonloquia inter plebeni ac Poonos lieri, statutumque esse, ut, cum Romana acies egressa portis staret, impedimenta eorum ac sarcinas diriperent, clauderent deinde portas murosque occuparent, ut potentes rerum suarum atque urbis Po.enum inde pro Romano acciperent. haec ubi nuntiata Marcello sunt, conlau-datis senatoribus Nolanis, priusquam aliqui motus in urbe orerctur, fortunam pugnae experiri statuit. ad tris portas in hostes versas tripertito exercitum instruxit; impedimenta subsequi iussit, calonos lixasque et invalidos milites vallum ferre. media porta robora legionum et Romanos equites, duabus circa portis novos milites levemque armaturam ac sociorum equites statuit. Nolani muros portasque adire ve-titi, subsidiaque deStinata impedimentis data, ne occupatis proelio legionibus in ea impetus lierot. ita instructt intra portas stabant. Hannibali sub signis, id quod per aliquot dies fecerat, ad multum diei in acie stanti primo miraculo esse, quod nec exercitus Romanus porta egrederetur, nec armatus quisquam in muris esset; ratus deinde prodita con-loquia esse motuque resides tactos, partem militum in castra remittit, iussos propere adparatum omnom oppugnandae urbis in prünain aciein adferre, satis lidens, si cunctantibus instarot, tumultum aliquom in urbe plebem moturam. dum in sua quisque ministeria discursu trepidat ad prima signa succoditque ad muros aoios, patefacta repente porta Marcellus signa canere clainoreinque tolli ac pe.dites primum, deinde equites, quanto maximo possent impetu in liostem erumpere iubet. satis terroris tumultusque in aciem mediani intulerant, cum duabus circa portis P. Valerius Flaocus et C. Aurelius legati in cornua hostium erupere, addidere cla-morem lixae calonosque et alia turba' custodiae impedimen-torum adposita, ut paucitatem maxime spernentibus Poenis ingentis repente exercitus speciem fecerit. vix equidem ausim adfirmare, quod quidam auctores sunt, duo milia et octingontos hostium caesos non plus quingentis Romanorum amissis. sed sive tanta sive minor victoria fuit, ingens eo die res ac nescio an maxima illo bello gesta sit, non vinci enim ab Hannibale vincentibus difficilius fuit, quam postea vincere.,, 3. Per la versione dall’ Italiano nol Latino : “Come ci dobbiamo governare verso i calunniatori ed i mal-dicenti,,: Si dä talvolta il caso che, dopo d’aver fatto alcunche di eccellente, per le male arti dei calunniatori non solo ne perdiamo ogni lode ed ogni gloria, ma, il che 6 ben peggio, ne veniamo pefsino in mala voce; la qual cosa non puö a jneno di produrre negli animi ben fatti un' impressione grandissima. Ma il mezzo migliore per rimediare a questo dispiacere sarä che noi pensiamo a quel famoso e bellissimo detto di Alessandro il Grande. Avendo egli udito che certi calunniatori denigravano la sua riputazione, rispose: “E cosa da ro 1’ oprar bene e conseguirne cattiva fama.,, E veramento il non turbarsi punto per le false accuse, e non solamente sopportar con pazienza le offese, ma non curarle afiatto, e segno d’ aniino grande ed elevato, laonde (ut) non senza ra-gione Cicerone tributa grandi lodi a Cesare, perchö di nulla soleva dimenticarsi tranne delle ingiurie. Per contrario colui che molto teme le calunnie e gli insulti non sarä mai degno d’essere annoverato fra gli uomini grandi. Imperciocche, mentre per ogni via procura di evitare qualsivoglia con-trasto (inv.idia) e di riuscir gradito a tutti, per lo piü gli accade di avvolgersi in tali difficolta, che ne corre pericolo la sua vlta ed il suo onore, siccome attesta Cicerone che intervenne a Callicratida ed a Cleombroto. Con molto mag-gior prudenza e molto meglio si comportö i’abio il Tempo-reggiatore, il quäle vedendo che Annibale avea fiaccate le forze del popölo romano non volle mai venire secolui a gioruata, ma toneagli dietro su pei monti e per luoglii ma-lagovoli, onde per ischerno era da certuni chiamat-o il pe-dagogo di Annibale. Ma Fabio per nulla badando a questo oltraggio, attendeva perseverantemente al proposito suo, finclii coila pazienza giunse a stancare il nemico, clio con giovanile baldanza andava scorrazzando. Che sc noi vogliamo infliggere ai nemioi nostri gran dolore o molestia, ci con-verrÄ seguire quolla bellissima sentenza dol cinico Diogene. Un giovane domandö a costui come dovesse fare per easti-gare coloro clio lo invidiavano c dicevan male di lui, e Dio-gene risposegli: “Dovrai mostrarti ogni giorno migliore.,, Poiche k tormento grandissimo degli invidiosi il vedere ehe noi, merce la nostra costante o p orosi ta, veniamo ogni giorno in maggior fama: questo li molesta, questo li tortura senza posa. 4. Per la versione dal Greco noll’ Italiano: Senofonte, Memorabili III, 7: Xap|/,(Srjv Se ■ tov rXauxwvos žpuv l) a^toAo^ov (ašv avSpa övxa y.al iroXXw Suvar&Tepov x<7iv xa toXpx/.ä TOTe TtpaTTivTtov, öxvoüvta ss xpoctevat tvj, <5> Xap[e” ti?, ly.avb; tov xou? axe^avtxa? a^tiiva; vtxav ‘/.at Sta touto aiixd; Te Ttp.äoÖat xal ty)v zaxpiSa ev ty) 'EXXaSi euooy.t[Mi)Tepav xotetv’, p.r, GeXot xYwvf(ecOat, ■ toiov wa toStov vo^st? Sv tov cžvopa eüvat; AyjXov cti, jxaXay.öv Te y.at SetXov. Et Se Tt?, e?rj, Suvaro; wv twv t^; ~ČAew; xpa7jj.aTwv ext|A£Xi|j.£vcs t/)V Te toXiv ail^etv y.at aiiTO? O’.a touxo xi[.).äcOat, iy.votY) 8v; xoüxo xpaxxeiv, O'jy. šiv ety.öxw? SetXb? vo,u.!£otxo ; "Icrio?, e epY« y.aTa^aOwv xaüxa [j.i'j xaraTTYvway.ei;; ’Ev xai? cuvouctat;, Ž91), ä? cüvet toi? Ta rrtz xoXew; xpäxTOucr y.a’t yäp oxav Tt avaxoivtTmat cot, iptö ce xaXw; au|AßouXeuovTa, y.al oxav Tt äptapxavwctv, opOw; emxt-ixuvTa. Oü xowxov esTtv, äpr;, <0 lor/.pxT'c, E3(a xe .StaXe^ecOat vtat ev T(.) xXi$0it ä^wv^ecOai. Kat jj.v^v, hyj, 0 -;e äptOjj.stv ouvaixevo? oüBev -^ttov ev t xX'/(0et rt jjiovo? äptO|J.sT, y.at ol y.aTa pidva; äptcTa •/.tOapt£ovTi<; oixet xa! ev x "X/,6ei y.paxt-oxeuouetv. AiSw Se y.at TSu5U5iv sv xf, rcoXst, (ov svtct y.aTa^povsüc( ssu, paStio? StaAE^iij.svo; y.at tcov STCtjjisXojJtivuv ni tv) toXsi StaXrficrOat xoX'u xsptwv Iv xot? |.«j?£i:iixox£ fpovxfoajt xwv toXitixmv i/yjSe cou xataTOfpovirjxsatv žxvst; X£','£tv, SsSiio; ;j.r, '/.axafiXaeOfl?. T{ 3’; e©?), oü Soxoyaf trot xoXXaxt; st iv trj e/.xXv)a(a rtov :p0 Menzel Ernesto » 8 maržo 1875 )) legge Faolina Giulio )? 8 ottobre 1875 Rebulla Arturo Capodistria 1 gennaio 1876 » medicina Rocco Antonio Rovigno 7 febbraio 1874 M r> Schmutz Giovanni Trieste 5 agosto 1875 V legge Siechenberger Giuseppe Milano 27 luglio 1874 matematica Tre ripetei-anno 1’esamo in lina matoria dopo le vacanze. DECRETI PIO IMPORTANTI (lalle superiori Autoritu diretti al Ginnasio. D. M. 10 settembre 1893 N. 15086-YI. Si comunica die il prof. dott. B. Benussi e stato incaricato della direzione interinale del oivico Liceo. D. M. 23 settembre 1893 N. 46789-VI. La Direzione e au-torizzata di dividere la quarta classe in due sezioni parallele, e di ripristinare la parallela della terza classe. D. L. 11 ottobre 1893. Si approva la distribuzione della materia per il I semestre 1893-94. D. L. 12 ottobre 1893 N. 1680-P. Si avverte die gli atti risguardanti gli esami di maturitä, come gli elaborati scritti, i protocolli ecc., essendo compresi tra i segreti di ufficio, nessuno, tranne il presidente ed i membri della Commissione esaminatrice, ha il diritto di ispezionarli ne agli esami a voce, ne in qnalsiasi altro momento. D. M. 13 ottobre 1893 N. 46176-VI. Si comunica die 1’ onorevole dottor M. Luzzatto ha rinunciato all’ ufficio di membro della Deputazione municipale per i ginnasi, e che invece di lui e stato nominato 1’ onorevole dott. F. Consolo. D. M. 28 ottobre 1893 N. 50849-VI. £ accordata la terza aggiunta quinquennale al prof. Brumatti. D. M. 28 ott. 1893 N. 52879-VI. 12 marzo 1894 N. 13263-VI e 31 mai’zo 1894. N. 13263-VI. E accordata a parecclii sco-• lari, a sensi della vigcnte Istruzione, 1’ esenzione dal pagamento della tassa scolastica. D. M. 9 novembre 1893 N. 53964-VI. Si partecipano le disposizioni prese dall’inolita Delegazione municipale, per fe-steggiai’e nell’ istituto in modo conveniente gli onomastici delle IjL. MM. l’Imperatore e 1’Imperatrice. — lož — D. L. 22 novembre 1893 N. 19979-VII. Si comunica il riverito dispaccio ministeriale 29 ottobre 1893 N. 24734, ehe dispone doversi provvedere ehe gli allievi dei corsi inferiori delle seuole medie nello domeniche e durante le vacanze stabilite restino sollevati da qnalunque lavoro scolastico. D, L. 30 novembre 1893 N. 20114-VII. Si comunieano nuove disposizioni deli’ eecelso Minisfcero risguardanti 1’ intro-duzione dei giuochi scolastici nelle seuole medie. D. M. 4 dieembre 1893 N. 561S5-VI. Si aecorda a titolo di dotazione straordinaria per 1’ acquisto di modelli di disegno 1’ importo di f. 200. D. M. 7 gennaio 1894 N. 61011-VI. L’ appendiee del 16 giugno 1890 ali’ Istruzione sul pagamento delle tasse sco-lastiehe, e modificata nell’art. 2° nel senso, ehe per poter eonseguire nel 1° sem. della I classe la proroga al pagamento della tassa sino alla fine del 1° sem. si abbia a richiedere in futuro almeno la nota “sufficiente,, in tutte le materie. D. M. 6 febbraio. 1894 N. 6792-YI e D. L. 13 febbraio 1894 N. 2828-VII. E approvato che venga assunto quäle supplente per il 2° semestre il candidato di filologia elassiea sig. G. Saraval. D. L. 8 febbraio 1894 N. 2304-YII. In seguito a riverito dispaccio ministeriale 24 gennaio 1894 N. 1035, per quest’ anno & data vacanza il 20 maržo e viene disposto ehe sia fatta scuola il martedi di Pentecoste, ehe fu poi in seguito a riverito dispaccio luogotenenziale 11 maggio N. 8713-VII scambiato col sabato precedente. D. M. 14 febbraio 1894 N. 58759-VI del 1893. E accor-data al prof. Pernecliet' la seconda aggiunta quinquennale. D. M. 8 maržo 1894 N. 53547-VI. Al prof. C. Wendlenner e accordato il computo nella pensione degli anni precedenti la sua intera abilitazione, e ciö in vista dei suoi moriti speciali per 1’ insegnamento della lingua tedesca in questo istituto. D. M. 14 aprile 1894 N. 19055-VI. E accordata al prof. Visintini la quarta aggiunta quinquennale. D. M. 14 aprile 1894 N. 19054-VI. Idem la terza al prof. Cristofolini. D. L. 12 maggio N. 9037-VII e 22 maggio 1894 N. 9682-VII. Le prove in iscritto per gli esami di maturitä cominciano ai 28 maggio, gli esami orali ai 30 giugno. D. M. 1B maggio 1894 N. 28103-VI. L’ inclita Delegazione mimicipale non trovö di approvare la proposta di un corso preparatorio per la prima classe, in considerazione che 1’ attuale organizzazione delle scuole popolari, la quäle non contempla 1’ istituzione di una classe preparatoria per il passaggio alle scuole medie, provvede a sufficienza all’ istruzione degli allievi che intendono frequentare questa scuola, e che la creazione di uu tale corso non si addimostra necessaria anche per il fatto che esso non esiste per le scuole medie dello Stato in Trieste, ove pure passano moltissimi allievi delle scuole civiche popolari, i quali sono ignari della lingua d’insegnamento. D. L. 26 maggio 1894 N. 9G47-VII. Si comunica aver l’ecc. Ministero con dispaccio 15 maggio 1894 N. 7731 accordato 1’ approvazionc al libro di geografia del prof. Morteani inti-tolato “Elementi di geografia per la prima classe ginnasiale,,. D. M. 30 maggio 1894 N. 29806-YI. II prof. G. B. Benmsi e nominato a direttore effettivo del civico Liceo femminile, e viene aperto il concorso alla vacante cattedra di storia e geografia. CRONACA DEL GINNASIO L’anno scolastico 1893-94 venne inaugurato ai 18settembre. Celebrö 1’ ufficio divino il M. R. signor parroco e commissario vescovile canonico D. C. Fahr is. Dopo la messa furono lette e spiegate le Norme disciplinari. Ai 19 eominciarono regolarmente le lezioni m tutti i corsi. Erano stati inscritti 384 scolari; alle giä esistenti se/ioni parallele si aggiunse quella della IV classe, frequentata da 54 allievi. II prof. dott. Bernardo Benussi e stato incaricato della direzione del civieo Liceo femminile: e il signor Rabbino maggiore S. It. Melli ha rinunciato ali’ insegnamento della religione israelitica nel ginnasio superiore. Delle materie d’obbligo si incaricarono i rimanenti 17 insegnanti; della religione israelitica in tutto il ginnasio venne incaricato il signor maestro Coen, e le materie libere restarono •affidate ai soliti insegnanti. In ricorrenza degli onomastici delle LL. Maestä gli Au-gnstissimi Sovrani, nei di 4 ottobre e 19 novembre si celebrö nell’oratorio deli’istituto la messa col Tedeum e il canto deli’ Inno deli’ Impero. Ai 22 novembre 1’ Istituto venne onorato della visita del Magnifico signor Podesta dott. F. Fitten, e nel gennaio 1’ono-revole signor dott. F. Consolo, presidente della Depntazione jnunicipale per i ginnasi, assistette per parecclii giorni alle lezioni di tutti gli insegnanti. Ai 3 febbraio e terminato il I semestre. Dei 362 scolari preseliti e classificati nella conclotta riportarono 118 la nota lodevole, 157 la nota soddis/acente, 58 il conforme, 19 il poco con-fornie; 10 il non conforme; nella diligenza 50 la nota cosfante, 91 il soddis/acente, 130 il sufficiente, 03 Z' incostante, 32 la nota poca; dei 360 classificati nel progresso ottenero 29 1’attestato di prima con eminenza, 187 la prima classe, 107 la seconda, 37 la terza classe. Addi 11 aprile 1’ onorevole signor ispettore per il disegno prof. Grembrecich, visitö i corsi di disegno, e dai 12 aprile sino ai 12 maggio 1’ Istituto ebbe la visita deli’ onor. i. r. ispettore scolastico provinciale, signor Leschanofsky. Ai 24 aprile, ricorrendo il 40° anniversario delle nozze deli’ Angusta Ooppia Imperiale, nell’ oratorio venne celebrata la messa col Tedeum e il canto deli’ Inno deli’ Impero, e data poi vacanza. II signor Commissario vescovile, M. E. parroco e canonico D. C. Fahr is, ispezionö 1’istruzione religiosa nella terza settimana di maggio. Nei primi giorai di giugno un’ indisposizione del prof. Brumatti, ehe parea passeggera, si fece tanto seria, cli’ egli si vide costretto, per consiglio dei medici, di sospendere affatto per quest’ anno le lezioni; queste furono in parte affidate ai professori Adami e Zenker. II signor Rabbino maggiore S. R. Melli visitö le ore di religione israelitica ai 4 giugno. II giorno 29 giugno terminö il II semestre; fu celebrata nell’ oratorio la messa di ringraziamento e segui poi la distri-buzione degli attestati. PROSPETTO DEGLl ALUNNI ehe riportarono la classe complessiva “prim# con emineuza,, in online alfahctico. Classe VIII Classe VII Classe V Classe IV A Classe IV B Classe III A Classe III B Braun Giacomo . Cleva Giulio . . Grignasclii Gnido Ascoli Alberto . Ara Angelo . . Gentille Attilio . Iaklich Giovanni Mann Guido . . Morpurgo Vittorio Sternberg Umberto Cusin Leone . . Mussafia Amedeo Quarantotto Ugo Watzek Ermanno Benedettich Iginio Cupez Ettore. . Lanzi Mario . . Luzzatto Luciano Mitrovič Ljubimiro Salom Vittorio . Voghera Doiiato . da Trieste 77 77 7) 77 n 77 77 ff ff n n 77 77 n 77 f) 7? n 77 ff Classe I A Ara Marco......................... . da Trieste Bandei Francesco......................... „ Castelbolognese Renato................... „ Gentilli Guido .......................... „ Iacchia Paolo............................ „ Classe 1 B Benvenuti Pelagio ... da Cittanova (Istria) Marussich Guido.......................da Trieste Nicolich Guido........................da Pirano Parovel Italo.........................da Trieste Sablich Ferdinando....................... „ Salem Renato ........ „ Zorn Giovanni........................... „ A V V I S O per il nuovo anno seolustico 1894-1)5. A. Ammissione alln I classe. Per 1’ ammissione alla prima classe sono dali’ Ordinanza ministeriale 2 gennaio 1886, N. 85, fissati due termini, uno nel luglio e 1’ altro nel settembre. Le inscrizioni nel pi'imo termine si faranno la mattina ■ dei 6 e 7 luglio dalle 9 ant. alle 12 m. e gli esami di ammissione il di 9 luglio dalle 9 ant. alle 12 m. e dalle 3-6 pom.; le inscrizioni nel secondo termine la mattina dei 12 e 16 settembre dalle 9 ant. alle 12 m. e gli esami di ammissione nei di 14 e 17 settembre dalle 9 ant. alle 12 m. e dalle 3-6 pom. Gli scolari die domandano di essere ammessi devono venire accompagnati dai genitori o loro rappresentanti e teuere tutti pronti i seguenti documenti: 1. la fede di naučita (di bat-tesimo), regolarmente bol lata, dalla quäle risulti che hanno giä compiti i 10 anni di etä o li compiranno entro 1’ anno solare 1894; 2.1’ attestato di rivaccinazione, 3. una dichiarazione medica — per gli scolari che vengono da altre scuole basta anche quella della Direzione — da cui si-rilevi avere essi gli occlii immuni da oftalmia; e quelli che vengono da una scuola popolare, 4. il Certificato di frequentazione. L’ esame di ammissione comprende i seguenti oggetti: a) Religione. Sonovi richieste quelle cognizioni ehe in detta materia si acquistano nella scuola popolare; e restano dispensati da tale esame gli scolari provenienti da una scuola popolare, i quali nel Certificato di frequentazione nella religione riportino almeno la nota “buono„. b) Lingua italiana. L’ esame viene dato in iseritto o a voce. Si esige ehe lo scolaro sappia leggei;e e serivere spedita-mente; sappia serivere sotto dettatura senza gravi errori di ortografia; conosca gli elementi della morfologia e della sinfcassi e sia quindi in grado di render conto della declinazione e coniu-gazione regolare, di distinguere le varie parti del discorso, di analizzare la proposizionö semplice e complessa, e quindi abbia una certa pratica nel riconoscere il soggetto, il predicato (nominale e verbale) e 1’ oggetto (diretto e indiretto) d’ una proposizione. Sono codesti elementi indispensabili per 1' alunno che voglia con qualche frutto attendere allo studio di altre due lingue, in questo istituto fin da principio obbligatorie, quali il latino e il tedesco. c) Aritmetica. L’ esame si fa in isoritto ed a voce. Lo sco-laro deve conoscere le quattro operazioni fondamentali con numeri interi. Gli scolari, i quali nell’ attestato della scuola popolare hanno nella lingua italiana o nell’ aritmetica almeno la nota “buono,, e nelle prove scritte dell’esame di ammissione ripor-tano almeno la nota “soddisfacenten, vengono dispensati dalle prove orali; quelli poi, che nelle prove scritte riportano la nota “insufficiente,, non vengono ammessi all’esame orale, ma vengono rimandati siccome non idonei. Si nel primo come nel secondo termine si decide in via definitiva circa 1’ ammissione degli esaminati. Gli scolari che sono dichiarati non idonei ad essere ammessi alla scuola media, sia nel luglio sia in settembre, 11011 possono dare una seconda volta 1’ esame di ammissione ne nell’ istituto, da cui furono dichiarati non idonei, ne in un altro, che abbia la medesima lingua d’ insegnamento, ma restano rimandati al prossimo anno scolastico. Per 1’ ammissione alla prima non e da pagare veruna tassa di esami; bensi gli scolari dichiarati idonei e inscritti nella matricola dell’ Istituto pagano a titolo di tassa d’ inscri-zione f. 2 — e da questa secondo la vigente Istruzione non puö venire dispensato nessuno — e quäle contributo per la biblioteca degli scolari 1’ importo di soldi 50, a pagare il quäle non sono obbligati gli scolari esenti dal pagamonto della tassa scolastica. B. Ammissione alle classi II-VIII. Per 1’ ammissione ed inscrizione nelle altri classi restano fissati i giorni 14-17 settembre p. v. dalle 9 ant. alle 12 mer. Gli soolari che vengono da altri ginu asi devono venire accompagnati dai genitori o loro rappresentanti e produrre, oltre i documenti piti sopra indieati sub 1, 2, 3, 1’ultimo at-testato semostrale, munito della prescritta clausola di dimissione. Devono dare 1’ esame nella lingua italiuna, quegli oho vengono da ginnasi d’altra lingua d’insegnamento, o per questo esame non e da pagarsi veruna tassa. Sono obbligati a formale esame di ammissione in tutte le materie gli scolari che non vengono da altri ginnasi della Cisleitania, ma dali’ estero o hanno stu-diato privatamente. Dipende dall’esito deli'esame, al quäle non vengono ammessi ehe nel caso solo ehe domandino di venire inseritti quali scolari puhlici deli’ Istituto, a cjual corso dovranno essere promossi, e fatto bene o male 1’ esame, essi non ricevono attestato. Per questo esame devesi pagare a ti-tolo di tassa d’esame di ammissione 1’importo di f. 12. Hanno poi 1’obbligo di annunciarsi nellrufficio della Di-rezione nei giorni suindicati 14-17 settembre anchc gli scolari gia, appartenenti ali’ istituto. Ritardi, che non venissero a tempo debito giustificati ne da loro ne da chi ne fa le veci, equivar-ranno a volontario ritiramento dali’ istituto, e passati i giorni deli’ inserizione chi voglia esservi riammesso dovrii chiederne formale concessione all’Autoritä scolastica superiore. Gli esami di riparazione e suppletori si faranno nei giorni 17 e 18 settembre. Gli scolari che non si presentano a darli in quei giorni, a sensi del vigente Regolamento, rinuncianb al beneficio loro accordato ali a fine delPanno scolastico o vanno considerati come non promossi al corso superiore. La tassa d’ inserizione per gli scolari non appartenenti ali’Istituto — e a questi vanno annoverati anche quelli che 1’ hanno abbandonato prima della chiusa deli’ anno scolastico — e di fior. 2, il contributo per la biblioteca importa soldi 50. Degli scolari appartenenti ali’ Istituto soltanto i paganti la tassa scolastica pagano per la biblioteca degli soolari il contributo di soldi 50. II giorno 18 settembre alle ore 8.30 ant, si celebrerä nel-,1’oratorio la messa d’inaugurazione del nuovo anno scolastico 1894-95, e ai 19 settembre alle 8 ant. principierauno le lezioni. Notizie scolastiche: I. Corpo insegnante.............................................„ II. Piano delle lezioni.........................................„ III. Elenco dei libri adoperati nell’insegnamento „ VI. Temi proposti per i componimeuti nelle classi, superiori: Temi d’ italiano ....... 4..................Pag- Temi di tedesco.... 1.....................................„ V. Studi liberi .... „ VI. A) Ragguagli stati stici...................................„ B) Stipendl e sussidi . . i ....... „ VII. Aumento delle collezioni scientificbe............. „ VIII. Esami di maturitä,.........................................„ IX. Decreti piü importanti dalle superiori Autoritä al Ginnasio . ■..............................‘ n X. Cronaca del Ginnasio . . . „ XI. Prospetto degli alunni che riportarono la classo coinjilessiva "Prima con eminenza,,...................„ XII. Avviso per il nuovo anno seolastico 1894-Ü5 . . . „ 67 69 80 . 83 85 87 88 91 92 95 101 104 106 108