ANNO XI Capodistria, 1 Luglio 1877 N. 13 NCIÀ DELL' ISTRIA Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso U Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. NUOVA SERIE di Effemeridi Giustinopolitane (Coni. V. n. 12) Luglip 1340 II senato delibera di nominare due castellani alla custodia del Castel Leone, che durino in carica due anni coli' obbligo di soggiornarvi IX XIX assieme alle rispettive famiglie. - 16, - _ - 24. 1620 It vescovo Frap. Girolamo Rusca fa il suo solenne ingresso e prende possesso della diocesi. - 22, - Vili, - 738. 1549 Papa Paolo III degrada e scomunica il Vescovo Pier Paolo Vergerio. - 23, - 170. 1359 II veneto senato manda al pod. e cap. Pietro Trevisan ducati 400 per ultimare il pubblico palazzo. - 16, - ^ - 13. 1349 II senato accorda a Bonallegro Donato da Venezia il posto di civico giustiziere in base ai servigi prestati alla repubblica nella rivolta dell'anno teste passato, e dei danni sofferti. - 16, - ** - 31. 1349 II veneto senato prende le misure le più energiche per tener in freno il partito, propen- XV so forse a nuove rivolta. - 16, - "£xy - 34. 1481 II pod. e cap. Giovanni Vitturi esonera le ville di Pomignano e di Sorbar dall'obbligo del legname per i ponti di Trevolchi e di S. Barbara. - 1, - 122. 1277 II vescovo Papo qual canonico conferma assieme al capitolo la convenzione stipulata da don Odorico canonico-decano e da don Giacomo canonico-primicerio coli' abbate di San Cipriano di Murano circa 1' annuo censo. - 29^ 1424 II patrio consiglio, in seguito a ducale del dì 4 corrente, ammette ser Vittore de Rin e successori suoi tra il numero dei nobili. - 1. - 56. 1493 Ducale Barbarigo che nomina ser Damiano, figlio del conestabile Giacomo de Tarsia, ca- li 12 13 14 15 stellano in Castel Novo sul Carso in luogo del dimissionario Simeone de Tarsia, suo zio. - 2. 1483 Leonello Malagnini da Rovigo confinato per due anni nella nostra città e per più qualora si dovesse protrarre la guerra di Ferrara. - 1, - 234.b 1423 Ducale Foscari che elegge Catarino Barbo in podestà di Pinguente, decampando per questa sola volta dalla concessione fatta ai nobili del nostro consiglio per quella carica. - 1, -46.1» 134211 patriarca Bertrando proscioglie le Monache agostiniane del convento di San Biaggio dalla scomunica, lanciata loro dal nostro vescovo Marco Semitecolo, - 2. 1444 Ducale Foscari che ordina al pod. e cap. Andrea Suriano di pagare la milizia di Raspo con i 700 ducati della pesa che spedivansi ogni anno a Venezia e con gli avanzi di altre rendite. - 1, - 108. 1340 II senato concede al nostro comune la riscossione del dazio del vino, del pesce e delle legna da fuoco e da costruzione, e ciò fino al- IX l'estinzione de suoi debiti. - 16, -27 .b XIX CORRISPOOEIZE Pisino, li 22 Jeriugno. Vorrei faro un osservazione nel modo più blando possibile, circa un uso invalso nelle scuole popolari. Anzi tutto premetto la paterna cura elargita intorno alle scuole dalle leggi; poi l'imponente apparato di consigli locali, distrettuali e provinciali, nonché gli ordinamenti e le scritturazioni in numero infinito, affinchè le cose scolastiche vadino propriamente bene per ottenere con tutta sicurezza i più soddisfacenti risultati : e riconosco che si spende e si spande, tutto per la coltura e pella felicità del popolo ; e quindi tutti i fanciulli sono obbligati di frequentare le scuole a scanso di mezzi coercitivi. Fin qui tutto va benone, ossia fin alle ore dieci di mattina e le quattro pomeridiane, ma scoccate le dette dieci e quattro ore, avviene che i figli del popolo (al quale in certe occasioni persino si affibbiava l'epiteto di sovrano) vengono mandati pe' fatti loro, e restano in iscuola i figli dei ricchi, cioè di coloro che possono pagare la correpetizione, e con essi continua i'istruzione il rispettivo maestro. Si sa che ognuno è padrone di avere a casa e fuor di casa de' maestri quanti nè può pagare onde imparar anche oltre il dovere, ma questa distinzione e scarto praticato per entro nelle scuole pubbliche è di brutto effetto. Nei tempi addietro tali cose potevano passare e nessuno arrivava a pensarci contro, perchè pareva ben naturale che ai figli dei signori si competa di essere più studiati che ai figli dei poveri, ed era question di rispetto che nessuno osava impugnare. Ma adesso, in questi tempi, che si vede e si comprende troppe cose più di una volta, tali prerogative in oggetto di pubblica ragione promuovono 1' astio sin da fanciulli, che poi s'inviscera nella gerarchia sociale, da preparare idee e fatti di cui qui non istà far menzione. Osservo d'altro canto che senza le correpetizioni il progresso è molto scadente ; in tale caso sarà forse che si esige troppo dai fanciulli, e forse troppo dal maestro, il quale però cerca di salvarsi col tirar su qualche campioncini, ma per gli altri tanti la scuola diventa un perditempo e una deplorabile ironia. A questo scritto crediamo opportuno di fare la seguente aggiunta: Alla smania di istruire, o per dire meglio al fanatismo che attualmente domina e Provincia e Comuni di istituire scuole ovunque e per tutti indistintamente coli' obbligo della frequentazione, mai si sente parlare di educazione delle varie classi del popolo ; e sì, che secondo noi l'educazione dovrebbe audare del pari col-l'istruzione, anzi vorremmo che primeggiasse quella a questa ; poiché l'istruzione senza una buona educazione è dare un' arma in mano, a chi, non sapendo adoperarla può renderla fatale all'individuo ed alla società. La Redazione Sulla commassazione dei terreni La posizione attuale dei singoli possessi fondiari produce — non vi ha dubbio — gravissimi danni ed osta nella maggior parte dei casi ad una coltura razionale dei singoli fondi. Il possesso di una economia rurale consiste per lo più in molte particelle — disperse tra le part:celle di altri possessori — talvolta per ore distanti una dall'altra — quando giacenti in Comune diverso — taluna di meschina estensione ed appena percepibili sulle Mappe catastali — altre di figura irregolare, lunghe oltre modo e larghe pochi metri —- quasi tutte a parte da ogni lato ed accessibili agli animali — talvolta prive di propria strada, talaltra sottoposte a servitù di passaggio ad allo scolo delle acque del campo vicino. I danni che da questa posizione dei terreni derivano, sono innumerevoli ed incalcolabili. Ne accenneremo alcuni: Intanto vengono sottratti alla coltura spazi considerevoli di terreno sia con le varie linee di confine, sia con le diverse capezzagini e fossi e con le varie strade, che per diritto o per abuso solcano i campi; viene difficoltata, per non dire resa impossibile la sorveglianza di tali dispersi possessi : quindi furti, danneggiamenti di animali, contrasti e questioni per confini ; riesce impossìbile un cangiamento di coltura, l'introduzione di macchine rurali, la regolazione delle strade ed acque, una innovazione qualsiasi; la confusione dei terreni porta la conseguenza, che la coltura deve essere eguale in tutti i fondi di quel complesso, eguale l'epoca del lavoro e del raccolto per prevenire danni e guasti del vicino; lo sperperamene dei fondi produce anche nella coltura ordinaria una maggior spesa per la maggior perdita di tempo e la maggior mano d'opera occorrente; un sistema razionale di concimazione e di aV-vicendainento di coltura è impossibile, come impossibile di provvedere ai bisogni degli animali. Egli è certo perciò, che l'unione di fondi sparpagliati in un corpo solo con una figura regolare, ed atta a scopi agiarj, con propria strada e propria canalizzazione, non frastagliata da altrui possessi o da strade, possibilmente indipendente dal fondo del vicino ed al caso anche con proprio Cd solare — costituirebbe il non plus ultra delle beatitudini dell'agricoltore, e gioverebbe allo sviluppo dell'agricoltura e quindi al miglioramento delle condizioni economiche generali ed individuali. A ragiungere — o tutto od in parte — questo scopo tenda il sistema della commassazioue de'terreni, la cui introduzione presso di noi forma ora argomento di studio nelle sfere competenti. La commassazione de'terreni consiste nella riunione in una massa comune di tutti i terreni — salve eccezioni — posti entro un determinato circondario dietro deliberato della maggioranza dei rispettivi possidenti e per l'effetto che ordinate le strade, le acque e le eventuali servitù venga proceduto ad una regolata divisione e disiribuzione dei terreni tra i compartecipanti in proporzione al loro anteriore possesso ed in forma tale che il nuovo possesso riesca possibilmente unito, ed indipendente dal possesso del vicino, in -posizione più comoda pel nuovo possessore e quindi più proficua e vantaggiosa all'agricoltura. Senonchè varie sono le eccezioni che vengono elevate contro questo sistema: Vi ha chi considera la legge di commassazione dei terreni come nn atto di violenza, un attentato alla proprietà, una provocazione ad opposizioni, conflitti e turbolenze: si crede ravvisarvi la minoranza dei possi- . denti sacrificata alla maggioranza, il piccolo possidente al grande: si accenna alla sfiducia degli agricoltori contro la commassazione per tema di esssere pregiudicati, al loro attaccamento e quasi alla loro venerazione pel campo ereditato da loro avi: vuoisi pure incompatibile la commassazione colla divisibilità dei fondi e coi diritti dei creditori ipotecarj ; si nega allo stato il diritto d'intervenire in simili operazioni, che riflettono puramente e semplicemente diritti privati; credesi che gl'inconvenienti derivanti dal frazionamento dei terreni, dall'aggravio di servitù campestri, dalle questioni per strade e confini possano essere tolti con misure parziali, lasciando all'arbitrio delle partila cura di rotondare e regolare i loro posséssi senza scompaginare tutto il sistema attuale di proprietà privata. Tutte queste eccezioni però hauuo il loro fondamento in una men retta conoscenza dello scopo e del processo della commassazione e trovano la loro coumfu-tazione a priori nel fatto, che nel Nord della Germania, ove le condizioni dei terreni — almeno nei riguardi del frazionamento — sono pressoché eguali alle nostre, la legge di commassazione — superata la prima contrarietà, trova pratica applicazione ed estende gior- talmente lé sue operazioni sopra vastissime estensioni. Fino all'anno 1872 in Prussia furono commassate e ripartite 2500 miglia quadrate di terreni, e nel detto anno furono compresi nella commassazione 24178 possessi dell'estensione di 124630 ettari. Più evidente ancora è lo sviluppo della commassazione in Assia Cassel, ove dal 1868 al 1875 furono commassati 101.270 ettari di terreno appartenenti a 23,348 possessori. Le particelle vecchie ascendevano a 341,431, i nuovi possessi si ridussero a 45637. Con ciò furono regolate strade, acque, ponti, e resa possibile una coltivazione, che prima stante il frazionamento de' terreni era impossibile. Rimarchevole poi si è, che nelle operazioni del 1874 nell'Assia Cassel tra 4198 interessati vi erano soltanto 178 reclami, de' quali soli 4 •contro la massima. Così pure nella Sassonia, nell'Annover, nel Brun-svich ed in altre provincie — con maggiori o minori modificazioni fu introdotto il sistema di commassazione, ed ovunque si ebbero felici risultati. Nell'Assia Elettorale ove all'introduzione della legge si facevano presagire opposizioni e violenze, che reclamerebbero l'impiego della pubblica forza, in oggi non si trovano uè geometri uè impiegati in numero sufficiente a dar sfogo a tutte le insinuazioni per l'attivazione di questa procedura. 1) Ciò prova dunque, che le accuse mosse contro la commassazione di terreni all'atto pratico si appalesano insussistenti ed incalcolabili. Ma le medesime svaniscono anche in faccia alla sana ragione. L'essenza della commassazione non consiste nella semplice riunione di più terreni in un corpo solo a favore di un possidente qualsiasi. Essa prosegue scopi bea più elevaci, e più generali: essa tende a rimuovere quegli ostacoli, che procedenti dalla posizione di singoli fondi si frappongono al libero sviluppo dell'economia rurale e quindi tende a conseguire un aumento nella produzione agricola, e con ciò un miglioramento del benessere generale e particolare. Alla realizzazione di questo scopo però non può o-stare il diritto di proprietà privata, il quale non può essere inviolabile a segno di recare impedimento allo sviluppo delle pubbliche e sociali istituzioni. Daltronde la lesione della proprietà — in oggetto di commassazione — è più apparente, che sostanziale, avvegnaché se per un momonto cessa il diritto sulla cosa non cessa però il diritto sul suo valore ed anzi con evinte aumento del medesimo. Il nuovo possesso — prima scomposto in più parti disunite e frastagliato, esposto a tutti gl' inconvenienti sopra indicati — era riunito in un corpo solo, in figura regolare, con propria strada e canalizzazione, possibilmente indipendente dal fondo del vicino — pei vantaggi derivanti dalla sua nuova posizione avrà un valore ben maggiore del possesso anteriore. E ciò vale tanto pel piccolo, che pel grande possidente, il qual' idtimo poi in forza della nuova condizione di cose potrà introdurre ne' suoi possessi quelle migliorie, che prima erano inattivabili. A ciò aggiungasi la minor spesa occorribile per la coltivazione di terreni commassati, circostanza questa della massima importanza per la sensibile e sempre 1) Questi cenni relativi alla commassazione in Germania farono desunti dall'opera: Die Ampelung dem Eigenthumsver-haeltnisse von Cari Peyer 1877. più crescente diminuzione di operaj, che minaccia — almeno in Istria — divenire esiziale all' agricoltura. La regolarità poi del nuovo possesso anziché nuocere, agevolerà la divisione dei fondi, e le nuove frazioni, che si formassero, lungi dall'incepparsi tra loro, potranno sussistere da se con propria strada e coi propri accessori. E così pure l'aumentato valore del nuovo possesso sopra il quale viene trasportata l'ipoteca che aggravava il possesso primo — garantirà maggiormente il creditore ipotecario. Ma una operazione di tanta importanza e di natura tanto delicata non può essere lasciata in balìa di privati, i quali, proseguendo ciascuno il proprio interesse particolare, o non ne verrebbero a capo, o non realizzerebbero lo scopo supremo della commassazione. La commassazione de' terreni dev' essere assunta dallo stato con organi aventi tutte le cognizioni necessarie e capaci ad ispirare alle parti fiducia nella giustizia delle loro operazioni. Lo stato è chiamato a questa ingerenza'per diritto ed anche per obbligo. Lo Stato ha diritto di prendere tutte quelle disposizioni, che valgono ad aumentare le forze produttive, e quindi la ricchezza dei cittadini, che costituisce la ricchezza dello Stato. Ma lo Stato è anche in obbligo di provvedere al miglioramento dell'agricoltura, la quale va deteriorando in proporzione dei progressi, che vanno facendo le arti e l'industria, le quali favorite e protette — colle migliori mercedi che possono pagare — attraggono a se e distolgono dalla campagna gli operaj in proporzioni allarmanti. Da ciò: mancanza di braccia per l'agricoltura, esigenze degli operaj, che non stauno in proporzione col reddito "delle terre, né colle forze dei possidenti : quindi i lavori di campagna o trascurati o ritardati, le spese di coltura aumentate, il prodotto sempre più scarso e sempre incerto. Ove poi si ponga mente alle imposte pubbliche comunali e provinciali sempre in aumento, alla difficoltà di trovar mutui, all' incarimento .dei generi di prima necessità non desterà meraviglia il vedere giornalmente economie rurali in esecuzione per debiti pubblici o privati, frutti pendenti sequestrati, boschi devastati, animali sprecati, il credito dei possidente avvilito a segno da dover ricorrere agli usuraj per mantenere la sua famiglia, mentre intauto aumenta la cifra delle imposte inesigibili, e tutte le classi risentono gli effetti di questa condizione di cose. Da tale prostrazione 1' economia rurale da se non può riaversi : ma lo stato nel proprio interesse — deve prestarle ogni possibile appoggio, La commassazione de' terreni non sarà, è vero, la panacea, che guarirà ogni male: ma intanto gio-varà a sciogliere l'economia rurale da quei vincoli, che inceppano il suo libero sviluppo, porrà il possidente in grado di diminuire le spese di coltura e di aumentare il prodotte de'suoi fondi, e gioverà a rialzare il credito fondiario ora depresso. Lo Stato perciò non può a meno di favorire la commassazione dei terreni anche a costo di assumerò sopra di se tutte le spese delle operazioni, le quali troverebbero un largo compenso anche nei vantaggi, che la commassazione recherebbe all' amministrazione giudiziaria — politica — steurale — catastrale. Arroge che lo Stato stesso ha anche contribuito alla confusione ed irregolare frazionamento de' terreni — colla costruzione di strade ferrate, di canali ed altre strade, che tagliarono possessi, ruppero comunicazioni e formarono enti staccati, qualche volta anche inaccessibili. Lo Stato dunque è in obbligo di regolare una condizione anormale di cose, la cui cessazione toma a vantaggio di tutti e dello Stato stesso, e ciò mediante una misura radicale, che assicuri lo sviluppo dell' economia agricola. Misure parziali non bastano. Tutte le facilitazioni accordate pel rotondamelo dei terreni poco giovarono. Singole disposizioni per regolare le strade campestri, il corso delle acque, i contini, non raggiungono mai lo scopo. La stessa legge per la reluizione o regolazione delle servitù forestali 5 Luglio 1853 non diede quei risultati, che da essa si attendevano. Daltronde singole operazioni costano molto e non sono esaurienti. Maggior fondamento trova l'eccezione, che per alcuni fondi la loro posizione e la loro forma non costituisce un impedimento insormontabile alla regolare coltura e che daltronde l'apprezzamento di questi fondi sarebbe congiunto icon grandissima difficoltà, per cui la loro commassazione occasionerebbe gravi sacrifici od al proprietario od al nuovo possessore. Di questa eccezione va tenuto conto, per cui anche tutte le leggi di commassazione mentre determinano la specie di coltura soggette alla commassazione, come arativi, prativi, pascolivi, incolti, pezzi di bosco e simili, stabiliscono pure, che senza l'espresso consenso del proprietario non possano esservi compresi nella commassazione terreni di coltura diversa dalla sopra indicata, o che hanno un valore non semplicemente agrario, come vigne, olivi, orti, miniere, cave, fondi di fabbrica e simili. Tra questi fondi eccettuati dalla commassazione dovremo noi iu Istria collocare anche i fondi di coltura mista; eioè arativi intersecati da filari di viti o di olivi, pei quali 1' apprezzamento e conguaglio si presentasse oltremodo difficile e gravoso per le parti interessate. E siecome questi fondi eccettuati vanno a restringere oltremodo le operazioni della commassazione riducendo questa a minimi termiui, e privando così dei vantaggi della procedura estese possidenze, sarà cómpito delle Autorità preposte alle operazioni di rendere popolare la commassazione e di convincere i recalcitranti dell' utilità e convenienza della stessa mediante inappuntabili operati. Una legge di commassazione dunque è una necessità anche per noi e la sua attivazione su larga scala non può essere che benefica e vantaggiosa per la nostra economia agricola. Buje, nel giugno 1877. Nella VI seduta del periodo elettorale ■prossimo passato si discusse alla Dieta oltre l'importante argomento della lingua d'istruzione nell' Istituto Magistrale di Capodistria (vedi n. 12) anche quello sulla regolazione dell' azienda scolastica nella provincia. Al qual proposito il relatore avv. Scampicchio lesse la seguente mozione: Di proseguire le trattative coli'imperiale Governo, onde ordinare ,1' azienda scolastica in conformità al diritto di questa Provincia ed ai voti espressi nelle Risoluzioni 18 Decembre, 1873, 7 Settembre 1874, 3 Maggio 1875 e 29 Marzo 1876; manifestando la di- i spiacenza che l'Eccelso i. r. Ministero dell'Istruzione non abbia dato ancora alcuna evasione ai memoriali che gli furono presentati in argomento. Sulla qual mozione il Commiss, governativo dà i seguenti schiarimenti : La Risoluzione dell' Eccelsa Dieta 29 Marzo 1876 è una ripetizione di anteriori risoluzioni, e precisa- i mente di quelle 18 Decembre 1873, 8 Settembre 1874 e 3 Maggio 1875, anzi la prima di queste risoluzioni si riferisce espressamele alle altre. Queste deliberazioni dell' Eccelsa Dieta vennero prese nel debito cai- ' colo tanto iu disposizioni legislative quanto amministrative che da quell'epoca si succedettero in modo di raggiungere il loro scopo. Infatti, particolarmente parlando di alcuni inconvenienti rimarcati dal Comitato scolastico, i quali diedero motivo alla risoluzione del ! 18 Decembre 1873, questi furono da quell' epoca interamente tolti. Mercè l' energia e la sorveglianza spiegata dall' autorità scolastica provinciale si potè avviare i Consigli scolastici distrettuali ad uua migliore attività, in modo che presentemente gli affari vengono ' trattati più regolarmente e speditamente ; essi tengono conto, per quanto è possibile, dei bisogni dell' istruzione, e le loro sedute hanno luogo regolarmente ogni mese. Soddisfacente è pure la condizione dei Consigli scolastici locali, specialmente in quei centri dove non ^ difettano forze intellettuali, e versate nei pubblici affari, mentre in altri luoghi gli organi incaricati dell' ispezione scolastica li sorvegliano ed istruiscono. Gli 1 sforzi fatti dall'autorità provinciale per potere indurre capaci docenti ad assumere le funzioni d'ispettori distrettuali, esonerandoli intieramente dall' obbligo dell' istruzione, hauno dato ultimamente dei risultati tali da potersi ripromettere che, superate le difficoltà ancora inerenti, si potrà risolvere anche questo cómpito in modo soddisfacente. In quanto alla frequentazione scolastica, l'autorità provinciale non ha mancato di promuoverla, e di tenere d' occhio il suo regolare mantenimento ; nell' agosto decorso, ha emesso delle disposizioni con cui fu attivato un rigoroso controllo, affinchè tutte le disposizioni di legge inerenti a questo scopo vengano debitamente osservate tanto dalle dirigenze delle scuole, come dai Cousigli locali e distrettuali. I piani d'istruzione furono compilati e pubblicati a norma dei docenti ; gli emolumenti del personale iiisegnaute regolati dalla legge 3 Novembre 1874; parimenti col-l'attivazione del fondo pensioni si è provveduto alla sorte di quei docenti che per difetti fisici o per compiuto periodo normale, si trovano nella necessità di dover abbandonare il servizio. In questo modo venne supplito alle principali mancanze che venivano appunto rimarcate nella risoluzione del 28 Decembre 1873. Per quanto concerne l'altra Risoluzione 7 Settembre 1874, coli' essere stata accordata la sovrana sanzione alla legge 27 Luglio 1875, venne sciolto il problema relativo alla regolazione della sorveglianza scolastica. Se poi in presenza a tutte queste circostanze di fatto, e ad onta dell' autonomia accordata alla Dieta in affari scolastici e delle facoltà ad essa attribuite nella legislazione provinciale, le Risoluzioni del 7 Settembre 1874 e 3 Maggio 1875 richiamano tuttavia il Governo a regolare l'amministrazione scolastica coi diritti del paese, devesi inferire che queste manifestazioni abbiano per iscopo unicamente di togliere la disposizione del concentramento kinè dell' amministrazioue scolastica in Trieste, e mirino al ripristino della sede del Consiglio scolastico provinciale a Parenzo. Ma in questo riguardo il Governo, per quanto sia disposto di venire in generale incontro ai desideri dell' Eccelsa Dieta, non potrebbe Scampare da questa disposizione che non lede i di-fitti della provincia nè alcuna altra legge esistente ; e mercè la quale vennero raggiunti quei risultati soddisfacenti che si manifestano presentemente nella Direnile degli affari scolastici, perlocbè il suo mantenimento si rende desiderabile pel sempre maggiore sviluppo dell' azienda scolastica. Questi schiarimenti e queste dichiarazioni ho l'honore di assoggettare all' Eccelsa Dieta, in seguito ad incarico dell' Eccelsa Presidenza del Consiglio scolastico provinciale. Accordata la parola all' avv. Amoroso, ei risponde in questi termini al commissario governativo : Mi rincresce di dover essere il solo oratore in questa Camera; ma dal momento che, nella mia qualità di referente nella Giunta pegli affari scolastici, ho dovuto occuparmi forse più degli altri onorevoli colleghi ielle cose scolastiche, mi sento anche in obbligo .di dire alcune parole in risposta a quelle dell' Ill.m* Sig. Commissario governativo. Che l'azienda scolastica in generale proceda nell'Istria da qualche tempo alquanto meglio di prima è un fatto questo che io non negherò: ma questo miglioramento che si è appalesato, non è minimamente dovuto al fatto che il Consiglio scolastico provinciale sia stato trasportato a Trieste, bensì è dovuto essenzialmente al cangiamento delle leggi scolastiche che fu nel frattempo operato. La partita economico-amministrativa delle scuole popolari procede ora con la massima regolarità: ma questo è uu merito particolare dell' Eccelsa Dieta, la quale in via legislativa ha messo l'ordine laddove prima c'era il disordine; disordine di cui non voglio imputare le Autorità scolastiche, ma che principalmente ripeteva la sua origine dalla circostanza che i Comuni dovevano provvedere ai salari del personale insegnante, mentre non ne avevano i mezzi. E di fatto anche che i Consigli scolastici distrettuali funzionino ora più regolarmente di prima ; e quantunque vi sia ancora molto da desiderare da parte di alcuni Consigli scolastici locali, tuttavia è verissimo che qua e là si scorga in essi un [principio di vita, un risveglio verso 1' attività che lascia a sperare che in un avvenire, forse non molto lontano, cesseranno quei tanti giusti lagni che si sentivano per lo passato, ed in parte risuonano anche oggidì, che, cioè, molti dei Consigli scolastici locali non si prendano la minima cura delle rispettive scuole, in una parola, che non adempiano affatto alle loro incombenze di legge. Tutte queste cose però non possono ancora, secondo il mio modo di vedere, indurre l'Eccelsa Dieta a rinunziare ad un diritto, che le viene dalla legge, e che l'Imperiale Governo ha rispettato in tutti gli altri paesi della Corona, quello, cioè, di avere uu proprio Consiglio, ed un proprio ufficio scolastico provinciale, residenti nella provincia stessa. Che questo sia un incontrastabile diritto, io non l'ho mai dubitato e non lo dubito neppure presentemente, in quantochè abbiamo fra i paesi rappresentati nel Consiglio dell'Impero] un esempio che calza perfettamente al caso nostro, voglio dire l'esempio del Voralberg. Questo paese della Corona ha pure nn Lnogote- nente comune col Tirolo: cionondimeno nessuno s'è sognato mai di togliere al Voralberg il Consiglio scolastico provinciale, per trasportarlo adlnnsbruk. Ciascuno dei due paesi ha il proprio Consiglio e ciascun Consiglio ha i suoi funzionari. Che l'avere uu proprio Consiglio sia un diritto di ogni provincia, me lo conferma anche il fatto che nelle ultime proposte fatte nei Consiglio dell'impero dallo speciale Comitato ch'era stato incombenzato di riferire alla petizione del Trentino per essere staccato dal Tirolo, e godere anch'esso della piena autonomia provinciale, mentre da un canto, per motivi che adesso è inutile di qui rilevare, il Comitato sì è dichiarato contrario a ridare al Trentino la desiderata autonomia provinciale, dall' altro canto, esso ha proposto poi di accordare al Trentino un Consiglio scolastico provinciale a parte da quello del Tirolo. Dunque, se una provincia, alla quale non si crede di poter concedere le prerogative proprie di un paese della Corona, può nutrire la lusinga di possedere almeno un proprio Consiglio scolastico provinciale, nessuno potrà persuadermi che l'averlo tolto a noi che formiamo uno dei Paesi della Corona, sia stata cosa pienamente conforme alla legge ed al diritto. Ma prescindendo anche dalla questione di diritto, 10 devo annettere una particolare importanza alla restituzione all' Istria del Consiglio scolastico provinciale per i motivi di pratico servizio. Primieramente è molto difficile, — e la pratica degli anni decorsi lo ha sufficientemente dimostrato — che un solo referente economico - amministrativo, per quanto zelantissimo egli sia, e se anche sussidiato da qualche altro impiegato di concetto, possa bastare al grave compito di sbrigare tutti gli affari di questa indole che sono numerosissimi, nelle tre provincie del Litorale; tanto più dovendo questo referente combattere anche con un' altra difficoltà eh'è quella derivante dalle legislazioni provinciali differenti, ciocché, come bene si sa, non concorre ad agevolarvi il lavoro. — Un solo ispettore scolastico provinciale per le scuole popolari non può assolutamente bastare, e non basta; s'egli si dedica ai lavori di tavolo, gli manca il tempo neccessario per ispezionare frequentemente le scuole, nel che, secondo 11 mio parere, dovrebbe consistere anzi il suo cómpito essenziale. Un secondo inconveniente deriva da quest' azione concentrata ; non no faccio carico ad alcuno, ma è pur troppo vero che gli affari non camminano da noi così speditamente come dovrebbe andare. Suppongasi, per esempio, che un atto, che deve essere trattato e deciso in seduta del Consiglio, venga presentato al protocollo uno o due giorni prima della seduta. Ciò ha per conseguenza che quest' atto rimanga un altro mese giacente sul tavolo del referente, cui all'ultimo istante manca il tempo di occuparsene, prima di essere riferito nella seduta successiva. Ci vuole indi il tempo necessario alla evasione di quest'atto conformemente al deliberato del Consiglio, alla copiatura, spedizione ecc.; sicché l'atto non esce dall'uffìzio per lo più che dopo un altro mese, e questa lentezza è troppa ai tempi nostri. Con un proprio Consiglio, avente altresì il proprio referente pegli affari e-conomico-amministrativi, ed il proprio ispettore per le scuole popolari, niente impedirebbe per lo contrario che per certi affari di minore importanza, ma che pure rubano molto tempo, le sedute si facessero più frequenti, p. e. ogni quindici giorni, anziché ogni mese; si po- trebberò tenere le così dette sedate di sezione, ammesse dalla nuova legge sulla sorveglianza scolastica, e con questo solo espediente gli affari camminerebbero assai più lesti specialmente quelli che si riferiscono all'azienda delle scuole popolari. — Eispettivamente alle scuole medie, nulla vi osterebbe poi che le medesime avessero comune l'ispettore a quelle di Trieste e di Gorizia, e che l'ispettore stesso tenesse la sua sede di ufficio in Trieste. Per le scuole popolari non abbiamo però bisogno d'un ispettore, e d'un ufficio particolare, che tratti con sollecitudine gli affari, e sorvegli l'andamento dell'istruzione nelle scuole. Anche dal punto di vista pratico, e prescindendo per un momento dalla questione di diritto, ritengo dunque che sia assolutamente necessario lo smembramento dell' ufficio del Consiglio scolastico provinciale, che funge contemporaneamente per le tre provincie, e risiede a Trieste. Ciò premesso, io non posso quindi che raccomandare nuovamente all'Eccelsa Dieta l'accettazione della seconda proposta del Comitato, la quale, forse, dopo le spiegazioni date dall' ill.mo sig. Commissario governativo, avrebbe il difetto di essere stilizzata in termini troppo lati, parlandosi in essa dell'azienda scolastica in generale. Ma dal momento che tra Dieta e Governo siamo perfettamente intesi che quella proposta risguarda principalmente la restituzione del Consiglio scolastico provinciale, io credo che la possa stare anche così, e non abbisogni di essere modificata. Soltanto mi permetterei di proporre la ommissione della seconda parte della proposta, che comincia colle parole "manifestando la dispiacenza ecc.„ la quale, dopo quanto ha esposto il signor Commissario governativo per incarico della Presidenza del Consiglio scolastico provinciale, non ha forse tutta la ragione di essere mantenuta. Noi dobbiamo tendere, lo ripeto, a migliorare non solo le condizioni del servizio da parte dell'Autorità scolastica provinciale, ma dobbiamo anche preservare il diritto che ha l' Istria, di essere trattata al pari di tutte le altre provincie. Eaccomando dunque nuovamente all' Eccelsa Dieta 1' accettazione di questa seconda proposta. ALDO MUZIO Fra i tipografi italiani del secolo XV0, che oltr'essere artefici di vaglia furono pure uomini coltissimi, v'ha annoverato Aldo Manuzio il vecchio. Nacque egli in Bassiano poco lungi da Veletri nel distretto di Eoma verso il 1447 (secondo altri verso il 1449) e fu ammaestrato nella lingua latina coi precetti della grammatica del Villadei, la quale era allora la sola usata nelle pubbliche scuole. Passò poi a Eoma dov' ebbe a maestro Gasparo da Veroua, poi a Ferrara dove fu istruito nelle lingue greca e latina dal celebro Battista Guarino. Eecatosi quindi a Venezia (nel 1494) diede principio alla stampa de' libri greci latini ed italiani, che continuò scenza tregua per venti anni di seguito, regalando così alla letteratura le spese dei più illustri scrittori in caratteri eleganti e nitidi da rendere anche oggigiorno preziosissime le suo edizioni. Alle continue fatiche che recavagli la stampa di tanti libri aggiunse ancora l'insegnamento della lingua greca, l'intervenire ai congressi dell'Accademia da lui fondata e presieduta, lo scrivere prefazioni e dediche alle opere che stampava, il comporre egli stesso qualche libro, tra cui una Grammatid latina pubblicata nel 1507. Uomo tanto benemerito er degno di miglior sorte: nelle guerre d'allora, fra i tumulto dell' armi, gli furono involati i suoi beni' eh avea accumulati a stento con una vita sobria ed ope rosa, nè mai potè ricuperarli. Ciò non ostante continu fra infiniti dolori dell'animo e ristrettezze economich ad arricchire di nuove edizioni la letteratura fino nel l'aprile del 1515, nel qual tempo cessò di vivere ii Venezia, dove dimorò la maggior parte della sua vita Nel maggio del 1828, un benemerito sacerdote l'abate Vincenzo Zenier, fece porre un'iscrizione al l'esimio tipografo e letterato in Sant'Agostino sulli facciata della casa segnata al civico N°. 2013, aua< grafico 2311, perchè in que' contorni si ritiene esistessi la tipografia di Aldo, in quanto che nelle lettere chi gli dirigeva il celebre Marco Musuro si legge l'indi' rizzo ; Appresso sanato Angustili dove se stampa L'iscrizione dello Zenier è la seguente: Manucia gens eruditor • nem • i«-notu Hoc loci arte Typograpliica excellnit Nel giugno poi di qust' anno gli allievi delle studio filologico di Padova, scortati dal chiarissimo professore di quell'Università, cavaliere Eugenio Ferrai, si recarono a Venezia per collocare al Manuzio una lapide con iscrizione in lingua italiana nella stessa casa ove esisteva quella posta dallo Zenier. La nuova lapide fu collocata con grande solennità alla presenza del prefetto, del f. f. di sindaco, di due assessori, della deputazione del Eegio Istituto, di molti egregi professori, tipografi ed editori, Ecco l'iscrizione italiana: IN QUESTA CASA CHE FU D'ALDO PIO MANUZIO L'ACCADEMIA ALDINA S'ACCOLSE E DI QUI TOENO' A SPLENDEEE A' POPOLI CIVILI LA LUCE DELLE LETTEEE GRECHE LA SCUOLA DELLE LETTERE GRECHE DELLO STUDIO DI PAD0V - DELL'ANNO MDCCCLXXVI — MDCCCLXXVII VOLLE DESIGNATO AI FUTURI IL LUOGO FAMOSO Venezia conserva di Aldo Manuzio, depositate al Museo Civico Correr, una bella collezione delle edizioni uscite dalla Tipogrofia Aldina, una medaglia del secolo XV coli'effigie del grand'uomo, il suo ritratto, al quale stava appesa uua ghirlanda d'alloro, molte lettere ed il testamento in data 16 gennajo 1514, che si ritrova nell' archivio notarile. G. Colla seguente lettera indirizzata dall'egregio autore delle "Note sopra i Castellieri,, alla direzione del periodico, si pone termine all' interessante lavoro, che verrà stampato quanto prima in opuscolo : Al Direttore della "Provincia» Capodistria. *) Signore, lessi con sommo diletto la dotta e istruttiva relazione intorno i Castellieri dell'Istria pnbblicata nel vostro periodico. La classe degli antiquari è proverbialmente credula ; ma l'avversario che ci sforza a sostenere i nostri argomenti, a dimostrare la base Éicpra cui riposa la nostra opinione, ad annientare ogni iniezione che può essere fatta contro le nostre conclu-sìodì, rende il miglior servizio alla causa. Senz'altri preamboli, io mi fo' subito a spiegare le ragioni che m'inducono a sostenere essere i Castellieri istriani preistorici o se volete meglio proto-istorici. I. Certezza morale che questa bellissima penisola sia stata abitata da razze arcadiche. Bagnata da un mare che abbonda del pesce più eletto ; coperta di boschi e foreste, le quali albergano turbe di animali selvaggi; sita nel centro della regione temperata, possedendo varietà di clima, dalla deliziosa e quasi tropicale temperatura della costa occidentale alla quasi boreale delle giogaje di montagna, che la circondano all'est ; con valli del terreno più fecondo, adatto pei cereali ; con altipiani, ove armenti, capre, pecore, possono pascere tutto l'anno; questo Piemonte Occidentale dev'essere stato un Eden per l'uomo preistorico. Chi può credere che la fredda Svizzera formicolasse di villaggi, l'arida Scozia e la povera Irlanda di tranogues, (1) mentre l'Istria sia rimasa un deserto? Ma il signor S. non ha alcuna ragione di ammettere un'antichità di ÌOOOO anni, nè noi siamo a-stretti di accettare le sue obiezioni geologiche. Persino per coloro che credono nella colonia dei Colchi o degli Argonauti, leggenda di cui il distinto mio amico cavaliere Tomaso Luciani dice (Istria, N, '37, G8;30 1847). "Io non ho, com'altri, il coraggio nè di credere ciecamente, nè di assolutamente negare,,, la data più remota sarebbe 3254 anni (A. C. 1380 + D. C. 1874). Del resto i Romani non penetrarono nell' llliria prima del 359 A. C., e cosi pre-istorico significherebbe non più 10000 anni, ma 2103. La credenza popolare, che attribuisce le rovine ai Greci, i quali non sarebbero del tempo del Basso Impero, ma Traci-Celti, non è affatto da disprezzarsi: ella separa il Grad dal turco ' Tabor „ parola che significa folla, battaglione, colonna. In quanto alla colonia colchica, sulla quale abbiamo l'autorità di Strabone e di altri geografi, noi dobbiamo ricordare l'asserzione di Erodoto, che volle questo popolo sortisse dagli Egizii, razza etiope o negra, che accostumava la circoncisione. Il consenso universale degli storici dichiara il popolo illirico essere stato celtico. A me sembra che diverse ragioni giustificano lo studioso di ammettere che le razze preistoriche dell' Istria fossero celtiche, e di assegnare a certe rovine istriane un'epoca di oltre ventun secolo. Fra parentesi io debbo congratularmi con me medesimo sopra il fatto di No-vqqi Ilium, essendo ora l'istaurato al suo posto negli annali del passato, malgrado la nebulosa teoria di mito che gli studii moderni gli hanno applicato, prima che 1'uso dell'ultima ratio, la vanga, abbia raccolto esatte cognizioni, dandoci il diritto di proporre l'abolizione dell' antica Troja. II. Posizione e forma dei Castellieri. Quell'esimio studioso, che fu il dottor Kandler, asserì che parecchi di essi fossero romani, e senza dubbio egli non aveva torto. Come nota il cavalier Luciani, l'Istria è un palinsesto sopra cui diverse mani successive hanno lasciato le loro traccie. I Castellieri vicini alle grandi strade militari saranno naturalmente stati convertiti dai coloni civilizzati in corpi di guardia. Di questi ne esistono ancora molti in Siria; ma è strano che il dottor Kandler, il quale avendo studiato le opere di Yegetius era in grado di tracciare con mauo sicura i contorni di Aquileja, non abbia scorto la differenza radicale fra un campo romano e una colonia, preistorica. Il primo era sempre un parallelogrammo, quadrato od oblungo, fatto per alloggiare uu certo numero di soldati; eretto"secondo l'uso, curavasi meno la posizione che l'accesso al bosco e all'acqua; mentre il secondo era quasi invariabilmente circolare od ovale ; forma anche in oggi adottata dal selvaggio africano. Esso coronava i cocuzzoli delle colline o i buttresses (2), ed erano disposti non regolarmente ma secondo le esigenze del terreno. In nessun caso erano fabbricati colla calce, come 10 ritiene il signor S., ciò che è un'invariabile particolarità delle fortificazioni romane. Essi sono troppo nu-merevoli par accogliere guarnigioni : il territorio di Albona ne ha per esempio, circa venti; nè furono progettati quali forti temporanei, per la sola epoca del pericolo, alla quale ognuno poteva ricorrere portando acqua, legna e provvigioni ; il terreno nero dimostra che essi erano permanentemente abitati. Nessuno di essi è provvisto di pozzi o cisterne; e non vediamo in oggi le donne di molte città istriane condannate, come le loro sorelle preistoriche, ad affaticarsi per la strada ripida con pesanti vasi d'acqua sopra la testa? La superficie della cinta di Cuuzi ha un terreno (humus) bruno, e la vegetazione in decadenza copre 11 "terriccio nero*. Io sono perfettamente d'accordo col nostro avversario che questo "terriccio nero* dei Castellieri si dovrebbe assoggettare ad uu' analisi. Ma 10 mi permetto di dire, contrariamente al sig. S., che esso esiste in que'soli luoghi della provincia ch'è stata abitata, ed è composto di ceneri e di altre materie organiche. Innoltre per fino nelle isole della Scandinavia scozzese, e della moderna Graubrettagna, esiste vasellame di terra tanto rozzo quanto i cotti che sono a profusione nei terrapieni dei Castellieri : un occhio esperto però distingue agevolmente la nuova forma dall'antica. 11 nostro critico deplora di non aver trovato "cotti,, a Cuuzi; ma egli poteva raccoglierne a centinaia fra le pietre greggie delle muraglie. III. Ma ciò che rovescia del tutto le obiezioni del signor S. è nei nostri Castellieri la presenza di armi preistoriche di scure di pietra e di punte di freccia. Senza dubbio queste appartenevano agli aborigeni non ai romani; qualunque incertezza che vi possa essere circa il vasellame non la è intorno agli utensili. L'argomento della mancanza di ossa e di crani umani non ha alcun valore ; perchè, si può rispondere, che non si è trovato ciò che non si è cercato. Quanti scavi furono fatti nei Castellieri istriani, o nelle caverne per poter sperare di rinvenire tali avanzi? Nessuno affatto!Negli ultimi anni i contadini hanno ignorato perfino il valore di parecchie scoperte, ed essi non sono soli al mondo. Col tempo noi scaveremo, senza dubbio, un numero maggiore di strumenti di pietra e resti umani. Ed ora lasciando la generalità, ritorniamo col signor S. sull' argomento del Castelliere di Cunzi o Kuuzi. Per deduzioni che i lettori rammenteranno, egli decide che Cuuzi non è un forte ma un ovile ; per altre deduzioni ch'io esporrò in seguito decido che Cunzi non è un ovile ma un forte. I pastori non si sarebbero di certo preso il disturbo di erigere nulla di cosi solido. Le diverse linee di balzi e di strade che conducono ad esso sono erbose, e mostrano ancora di essero state opera dell'arte. La sommità della collina è stata spianata con immenso lavoro, e furono portate pietre di smisurata grandezza per servire di baluardo. La doppia cinta non è concepibile per un ovile, mentre lo è per un villaggio dove il bestiame esige dei luoghi separati dall' a-bitato. Di case non c'è alcuna traccia, perchè quest'ultime erano probabilmente fabbricate di legno e di paglia, ora facilmente confuse colle ceneri che cuo-prono il terreno. Le pietre possono essere state sul luogo (in situ) due, anche tre mila anni. Io ho dimostrato non obiettare per nulla la mancanza d'acqua; questi fabbricati furono innalzati anteriormente agli assedii prolungati. Gli appunti che ho fatto sono appena un accenno del soggetto il quale richiederebbe maggiore spazio di quello sia concesso ai nostri limiti e alla pazienza dei lettori. Permettetemi in fine di offerire le mie grazie al signor S., e di assicurarlo, che mentre sto attendendo le sue future comunicazioni, io mi esibisco di rispondergli in qualunque occasione egli crederà opportuno. Trieste, 25 febbrajo, 1874 Il vostro obbedientissimo servitore Riccardo F. Burton *) Avvertiamo che la lettera pubblicata nel N.ro 12 di questo periodico dal titolo I Castellieri dell' Istria e segnata S.. diè occasione a qualche appunti, fatti nella corrispondenza di Pisino di data 23 giugno 1875, e che venne inserita qui nel n. t luglio dell' anno stesso. Il primo cenno poi sui Castellieri dell'Istria, quali opere e rovine preistoriche, fu fatto nella corrispondenza di Pisino, inserita nel N.ro del 1° marzo 1870. La Sedazione (!) Cranogues, nome Celtico dei villaggi antichi costruiti a guisa di .Pfahlbauten" nei laghi o nelle paludi dell'Irlanda. (2) Sporgenze delle spine dorsali dei monti. FRANCESCO GREGORETTI Istriano. Annunciamo con dolore che nella notte del 23 al 24 corrente si spegneva improvvisamente nella sua villa di Rosà presso Bassano, il consigliere in pensione Francesco Gregoretti (di Parenzo), nell'età di 87 anni, - amministratore ottimo, e letterato distinto, autore celebrato di un Commento della Divina Commedia. Fu uomo di carattere tenace, di ingegno pronto, di modi piacevoli, di svariata coltura. Sino a pochi giorni fa era indicato come un miracolo di ferrea salute e di lucidezza di mente, malgrado la sua grave età. Nei ritrovi si ascoltava sempre cou piacere la sua porola incisa, brillante, indizio di una mente chiara, ordinata e di una volontà sicura di sè, che resistevano vittoriosamente agli attacchi del tempo. E il tempo stanco di quella resistenza, impotente a demolire a poco a poco quell'uomo di ferro, se ne vendicò e improvvisamente lo spense. Morì vedovo da poco tempo della moglie, che gli fu amata compagna per tanti anni, e lasciando nel lutto l'unico tìglio. (Dalla Gazzetta di Venezia 26 giugno) Bollettino bibliografico Cenni intorno alla vita di Nicola Bottacin. Trieste, tipografia del Lloyd. 1877. Nicola Bottacin nato in Venezia li 4 settembre 1805, moriva in Padova li 4 giugno 1876._ Quest' uomo di tempra fortissima, dotato di ferrej volontà, di carattere integro e di animo gentile, seppe vincere l'avversa fortuna e farsi ricco, ed istruito. Trieste per molti anni l'ebbe ad annoverare fra i suoi più reputati ed attivi negozianti e cittadini, come ebbe ad ammirare la sontuosa sua Villa ricca di piante e fiori esotici, e di opere bellissime in pittura e scultura. Abbandonato il commercio si ritirò in Padova, seconda sua patria di elezione, a cui legò ricchissima collezione numismatica antica e moderna, e la Rappresentanza municipale di quella illustre città lo rimeritava col nominarlo a suo cittadino onorario e gli decretava un busto in marmo collocato nel suo Museo, sul cui piedestallo fece scolpire le parole: Padova riconoscente. L'amico suo intimo, il sig. Achille cav. Carcassonne, volle con gentile pensiero eternare la memoria del compianto trapassato, pubblicando coi tipi del Lloyd in elegante opuscolo i Cenni intorno la vita di Lui, e fregiandolo del suo ritratto, somigliantissimo. Rendiamo qui le più sentite grazie al sig. Achille cav. Carcassonne del regalo fattoci di questo opuscolo, il quale ci è riescito carissimo per la stima ed amicizia che ci legava allo illustre estinto. La Sedazioni S. Nazario, protovescovo di Capodistria. Cantica del canonico Francesco Petronio, prevosto capitolare di Capodistria. — Capodistria, Stab. Tipografico B. Appolonio, 1877. Desideroso io di rendere un tributo di onore a S. Nazario, e d'affettuosa riconoscenza alla città di Capodistria, venni tre anni or s< no. nel pensiero di tessere la presente Cantica, ne immaginai l'orditura e diedi ad essa incominciamento, conducendola innanzi di man»i in mano, secondo che l'adempimento de' miei doveri mi permetteva. Oggi esce alla luce non di altro ornata se non che di buon volere, pel quale spero di trovar venia appo tutti coloro, che di gentilezza si sentono, e le buone intenzioni riguardano. Con queste modeste e savie parole l'A. espone schiettamente l'intendimento che lo moveva a dare alle stampe il suo lavoro, il quale è commendevole per l'erudizione parca e diligente, per la dignità de' pensieri e sopra tutto per la venustà del dettalo, avvegnacchè VA. la chiedesse in massima parte al più grande poeta che sia mai vissuto — a Dante Alighieri. Di un'altra lode è ancora Egli commendevole — di avere cioè saputo destare grande interesse dalla sua Cantica, comecché l'argoménto sia tolto da un' arida tradizione intorno alla quale s'appoggiarono anche e l'Ugbelli, e lo Schoenleben, e il Manzuoli, e il Naldini, e il Moroni ed altri. Lo stesso Manoscritto sulla vita del Santo, che ritenevasi esistere nell'Archivio Capitolare della nostra città, è dubbio sia esistito; per cui può dirsi che una semplice tradizione popolare ha siaputo recare il poeta laddove raggiano la Verità e la Fede. __G. AVVISO Cominciando da Lunedi 25 p, p., durante la stagiione e-stiva, le) corse dei piroscafi della Società del Lloyd austroi-nnga-rico per Venezia e viceversa, avranno luogo giornalmente,, ad eccezione delle domeniche, mantenendo l'ora attuale di pairtenza cioè alle 11 pomeridiane. I prezzi di passaggio per sola andata o solo ritorno impiortano I posto — f.ni 6 in oro II posto — , 4.50 „ __III posto — „ 3— „_