'NO VI. Capodistria, 16 gennaro 1872. N. 2. GIORNALE DEGLI INTERESSI CITILI, MftMlG.I, A.EEINISIRiTIfi DELL' ISTRIA, ED ORGANO UFFICIALE PER GLI ATTI; DELLA SOCIETÀ AGRARIA ISTRIANA.. ite il f ed il 16 d'ogni mese. SSOCI4ZIONE per un anno f.ni 3; semestre e quadri-tré in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono press» Sedazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, a soldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Ehi numero anfanalo soldi. 15» — Pagamenti anticipati. TI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. 13 ORDINE DEL GIORNO [ la Seduta di Comitato dei 25 gennai 1872. ( ore 4 pom.) 1. Comunicazione della presidenza 2. Resoconto dei sussidi dello Stato. a) per sementi (e scelta delle sementi d'ac-iitarsi ) nel 1872) b.) per sericoltura) ed assegno-di premi per il o— • ' .Vl< c. ) per allevamento d' animali bovini, (fissa-ine del programma di premiazione pel 1812 — liberazione sull' introduzione di tori nei distretti Dignano, Albona, Castelnuovo e Veglia — e jvvedimenti per il miglioramento delle razze o-ìe nei distretti di Cherso, Castelnuovo e Ve- d.} per caseificio ( e provvedimenti per la re-iiva esposizione che avrà luogo a Vienna nel tembre 1872, e.) per apicultura (ed impiego-dei relativi ciazi) f.) per orticultura (ed assegno di sussidi.) g.) per abbeveratoi e relativi assegni di sov-nzioni. h.) per macchine e deliberazione su quelle fendte nel; 1869 un esame e vendita di quelle ac-istate nel 1871 e proposte di acquisto pel 1872. 3. Nuove proposte del veterinario provinciale miglioramento dei majali:. 4. Deliberazione sulla traduzione italiana del nuale di Veterinaria di G. A. Sanson « Notions nélles- de Medecine Veterinarie 5. Nomina di un Comitato per l'esposizione )li d' oliva da tenersi a Parenzo in occasione V. Congresso Agrario. 6. Composizione delle biblioteche da distribuirai comizi e scuole con sussidio dello Stato. 7- Domanda fatta- alla Società di sussidio-per miglioramenti agrari in genere. 8. Altri eventuali, argomenti non posti all' ordine del giorno. Rovigno, 8 gennajo 1872:. K 9. AVVISO D'ASTA Con riferimento all'avviso-pubblicato a!N. 23. a. p. della Provincia n las firmata presidenza della Società Agraria Istriana partecipa che venderà a-prezzi di favore ed a pubblica asta alcune macchine agrarie acquistate eoa sussidio dello Stato ed anticipazioni dai fondi- sociali. Condizioni !.. La vendita avrà luogo- a Rovigno il giorno 26 eorr. dalle ore 11 ant. ad 1. ora pom. nell' orto del V. Presidente sig. Antonio Cecon,. e le macchine vi potranno essere specialmente esaminate dalle ore 9- alle 11 ant. 2. Le offerte dovranno farsi separatmente per ogni singola, macchina e si riterrà deliberatario il maggior offerente sopra il prezzo di grida verso pronto pagamento dell'intiero prezzo di delibera. 3. Le macchine deliberate dovranno essere a-sportate dal luogo- di deposito a spes§ del deliberatario prima che sieno decorsi otto giorni dalle vendita a scanso di nuova rivendita anche sotto il prezzo di. grida a tutto rischio del deliberatore. 4. Dopo la consegna delle macchine la Società Agraria si riterrà sciolta da qualunque responsabilità. ^s •— ' - 0 = 0 C ® P P 2 r-c ce CD X O 2 c < o P « o p • p • o O ri- M >1 O ft, p c o O p p HrjO £ ~-J-.aa Oj C-, ó p p e p ho o Pj p 1= p o p . Prezzo ......._____ .1 Cu « ci o a-a 03 o a, a a- c>" a © x ca a, a, a a cs In questa occasione sarà ispezionante ma non vendibile anche un aratro acquila N. 19 lj2 dn due cavalli 0 due bovi. Bovigno li 8 Gennajo 1872 La Presidenza LJ H. 14 AVVISO Orticultura Dovendosi trattare nella seduta di Comitato di sovvenzione del sussidio dello Stato per orti-cultura, vengono invitati 1 comizi agrari ed i comuni a presentare a quest'ufficio eventuali loro domande entro il giorno 22 corr., riferendo nello stesso tempo sopra i risultati di relativi sussidi eventualmente già goduti, come pure sullo stato degli orti agrari e sui provvedimenti, cui intendono dedicare le chieste sovvenzioni. Rovigno, 9 gennajo 1872. La Presidenza l e» Sulla coltivazione delle patate rs Istmi ■ Le patate si dividono in tardive e bonorive o; sia primaticcie. — Come linea di demarcazione fra I tardive e le primaticcie noi possiamo assumere pi nostro clima il mese di agosto, calcolando fra le pr, Rie quelle che, cavate in agosto, non sono perfetta niente mature e, fra le seconde le specie che in quel l'epoca hanno compiuto il loro corso di vegetazion La malattia crittogamica delle palale suole co parire in agosto, ed è perciò che anche in climi p frigidi del nostro ed assai più favorevoli alla colti vaz-ione di patate tardive si ha cercato di coltivar ne anche di bonorive, esenti ordinariamente da que sto male. in Istria oltre all'indicata ragione, avvene una ancor più forte di coltivare a preferenza patate bonorive, altesa la siccità, che quasi annualmente si fa sentire, al tempo della raccolta dei cereali e dura almeno fino la melà d'agosie. Le patate tardive ne soffrono, i bulbi non ancora maturi appassiscono, alla prima pioggia si formano nuovi bulbi che non vengono a maturità e le patate vecchie diventano acquose. La raccolta è talvolta copiosa ma d' ordinario di poco valore. — Volendo continuare a co'fvare le tardive : si è costretti di cambiare semenza se non 0-gni anno, almeno ogni secondo 0 terzo. Le bonorive hanno inoltre, il vantaggio di contenere più materia nutriente anche nei climi ove le tardive prosperano. Nelle fabbriche di cola d'amido si sono fatte frequenti analisi di comparazione e le bonorive ne riuscirono sempre più ricche di fecola che Je altre. j, Certo è che rendono meno delle tardive, ma il campo ove vennero raccolte Je bonorive può, dopo ; la prima pioggia d'agosto, servire ad altra coltivazione p. e. di r-ipe e simili. Fra le primiticcie si annoverano però diverse specie, da una qualità di vere primizie, come la patata uKipfd, " sino ad altre che maturano più tardi, in modo che non sono una rarità, ma compensano colla quantità del prodotto.— In generale vale la regola che la quantità del prodotto sta in proporzione diretta colla durata della vegetazione. Vi s.mo peraltro delle eccezioni che dipendono dalla qualità delle patate e dall'influenza del clima e del terreno, per cui nei consigliamo di fare esperimenti con diverse specie di bonorive e di dare la preferenza a quella specie che dopo rip tute coltivazioni si mostrò la più vantaggiosa. — Chi non è vicino ad una ricca piazza di consumo farà bene di non coltivare patate Kipfd 0 patate sessantine, a! più si limiterà di piantarne in orto per la sua cucina. Abbiamo detto che di regola le primaticie sono più nutritive delle tardive, ma devono peraltro esser giunte a maturità. Interessa inoltre di sapere che le patate per quanto ben vengono conservate, perdono di mese in mese di forza nutritiva, cosi che quelle che ne contenevano 17% alla raccolta arrivano ad averne soltanto il 13 p. »/u in febbraio ed in marzo. — Aneiie le parti de tuberi non sono tignali in questo rapporto, gli strati esterni contengono il 4-.i p o/u più di fecola che le parti interne. La pataia ama un terreno ricco e sciolto, per cui la terra concimata con letame bene decomposto e preparato priaia dell'inverno — Siccome in Istria i tutte le terre per quanto sciolte si consideri-eontengoao calce ed argilla e si condensano ed riscono facilmente, così è molto difficile di pre-re alle patate un terreno tanto soffice quanto si iede. — Chi tra noi non incalza le patate, non roduce che piccolissima quantità, segno questo il terreno sotto la patata di semenza era o di-» troppo compatto, perche vi si potessero for-c sviluppare i bulbi, sicché tutta la jsroduzio-dovette unicamente all'arliliziale ammucchiamen-terra attorno la piante. — Questo incoveniente, porta inoltre la conseguente i tuberi crescono prossimi alla superficie e ino presto di siccità Chi può disporrà di mano d'opera dovrebbe a-re il sistema belgico usato anche in qualche par-IP Istria di coltivare le patate a buchi: Si scaia buca, vi si dispongono il concime e le pala-semenza clic si coprono con sufficiente terrir idalla prossima buca, e così si fa di tutto il cam-isponendo le buche simmetricamente, e facendo-glandi che roperajc> vi possa fare le sue ope-iii senza mai calpestare la terra che copre le r, Quanto più fonda la buca e più smossa la sotto le patate di semenza, tanto migliori e ;ior raccolta si farà. fu pubblicato nel Goriziano un opasco'etto, in onsigliando la coltivazione a buche si suggeri-dare alle patate la terra non in nua volta ma ssivamente di mano in mano che crescono. Que-iliivazione sarebbe però difettosa, almeno ne' i climi. Col dare la terra alla pianta di mano ino che cresce, si eccita quest'ultima a forma-ov-i bulbi ad ogni nodo sicché ne risulta una Ila di patate stramuture, mature ed immature, ra parte con tale sistema la terra dovrebbe es-sempre umida, nè la si potrebbe mantener tale tuli' inaffiarla. Aggiungendo poi terra asciut-a pianta non si fa che molestarla e recarle idizio. ni siamo persuasi, e ne abbiamo «ras fatta una eon buon successo, che la semplice coltivazio-buthe profonde poste in modo che non vengo-i calpestate dal coltivatore, che passa tra una l'altra, è sistema più naturale e dispensa dal-»o d'incalzare. In istato selvaggio le patate issano esistere che in terriccio tenero, clic ri-sempre sciolto e che conserva l'umidità a gui-spugna, facendo l'istinto di questa pianta che teretti quello strato che sì mantiene più fresco, t di buche si possono fare fosse paralclle. La ipuò così penetrare colle sue radici in uno ili tèrra più fresco ed i tuberi svilupparsi a delle medesime senza temere d'esser oppressi ini più forti nemici che sono una gieba indu-i raggi cocenti del sole. n coltivatore tedesco consigliavi? d'aumentare nkzioBC delle patate nella seguente maniera: loia patata è arrivata all'altezza di ii - 4 pol-.uralza e si copie totalmente con terra. Spini-iituvameiite la si ricopre di terra e ciò si ripe-i ben tre volte. Aoi abbiamo fatto questa pro-minio la pianta era aita tre pollici, l'abbiamola ili terra. Il 3°. o -1°. giorno la pianta era u-iliil limi chio e potè esser di nuovo coperta, diamo che con tale aie lodo !a piaa'.s viene sfor- zafa da tuberi a diverse altezze, ma Fineonvcniente e che i tuberi superiori soffriranno più del secco, mentre una buona raccolto non consiste nel numero dei tuberi, ma nel peso delfe patate mature e sane. Abbiamo fatta senno di questi diversi metodi prima d arrivare ad uno che, per noi almeno., è del tutto nuovo e merita l'attenzione dell'agricoltore. Il Sig. Francesco Schollmayr, membro del Comitato cer frale delia Società Agraria della Carinola ci- scrive in proposito. „ Io formo per ogni patata „ che pianto ( sempre intiera ) un apposito curnolo,, » la cui base occupa uno spazio di circa 8 o 0 pie-„ di quadrata Ciascuno di questi cumuli viene dota-„ to della necessaria quantità di letame destinato a „ nutrire la progenie. Questo letame si pone nel cen-„ tro del annoio, snE letame si pone terra e sulla „ terra la patata colla punta in sù ed in modo che „ venga a stare possibilmente in alto. Egli giustifica questo , metodo di coltivazione „ coi seguenti argomenti: E evidente innanzi tutto „ che le patate non possono mai soffrire in simili ,, cumuli, se la stagione è troppo umida anche però „ se fa molto secco in mucchi grandi di terra si ,, conserva sempre sufficiente umidità. I cumuli se-s parati impediscono l'infezione per contagio. La rac-„ colta è tacitissima e si fa semplicemente colla ma-,r no e nello stesso tempo vengono assortiti i tuberi.. „ L'nrgom nto più importante è la quantità del „ raccolto. Di 650 funti di patate tardive america-„ ne e del Ilolstcin io ho prodotto 23,200 t'unti di „ patate sane. Esaminiamo prima di tatto queste cifre : 1 Klafter quadratorr36 piedi quadrati: 1 dimoio rr 9 p. quadrati: per ogni eumolo 1 patata di semenza: per 36 p. quadrati, ossia 1 klafter, 4 patate: prodotto quasi 38 per una patata : prodotto di 1 kl. quadro 144 patate e per 1 piede qnadro 4 patate. Con questi dati noi non possiamo valutare la rendita per area, perchè non ci viene indicato sopra quanto spazio di terrenno furono seminati i 650 l'unti di patate, oppure quante patate formassero i 650 funti ossia quanto pesava ogni patata in medio. Noi possiamo soltanto constatare che se 1 patata di semenza fosse stata del peso di 1 funto la produzione di I p. quadrato sarebbe stata di 4 funti, quella di $ kl. quadrate di 144 funti e quella di 1 juge-ro di' 400 funti ossia di 2304 cèntinaja, cosa inudita, co:? e è quasi impossibile di avere 6400 patate del peso di i funto l'una per piantarne un ju-gero. Del resto sappia ogni agricoltore che impiegando patate grandi la spesa è grande, ma che la massima produzione di un jugero si ott;e.ic con patate inti' r • e grandi. Noi crediamo ed ammettiamo che egli abbia ottenuto un nullissimo prodotto colla coltivazione a cumuli, perchè essa ci persuade sommamente in teoria, principalmente per regieni e climi ove si va piu soggetti a soverchie pioggie che alla loro mancanza. La coltivazione a cumuli è giustissima per le medi siine ragioni che raccomandano la coltivazione a buche o fosse. La atata può seguire il suo istinto di lavorare sotto terra, anzi se nella fossa può la terra condensarsi in seguito a piogge, ciò non può aver lungo nel cumolo_, per cui devesi ammettere che !o scpo di conservare soffice il terrena» viene certamente meglio conseguito col lavoro a cumolo. Quanto all'economia di mano d'opera riteniamo più economica la confezione di cumuli che quella di buche, ben inteso molto profonde, dacché buche superficiali, non corrrisponderebbc allo scopo. Quanto a resistenza alla siccità ci sembrerebbero più indicate le buche, nulla di meno egregi agricoltori vantano la facoltà di cumuli di terra smossa per mantenere l'umidità. Noi abbiamo coltivato l'estate scorso dei cìtriuoli sopra cumuli ed in fosse; i prmi hanno più sofferto dei secondi, tuttavia hanno risistito abbastanza, ma da una cucurbitacea ntiii si può giudicare sull'effetto che tale coltivazione produrebbe applicata ad una pianta tuberosa che si interna più nel cumulo. Siamo troppo poco versati in patologia delle piante por giudicare se le patate coltivate in singoli cumuli possono rimanere libere dal contagio. Per quanto ci consta, la malattia crittogamica invade da principio le foglie e si estende ai tuberi; in qualun-qoe coltivazione i tuberi delle diverse piante non si toccano, e quanto Alle piante, temiamo che le spore d' una pianta infetta da crittogama possano dai venti essere portate anche a maggior distanza che da da un cumulo all' altro. Sul quesito se questo modo di coltivazione convenga anche alle patate molto primaticcie, rispondiamo negativamente, non perche le patate primaticcie non deóbatio con questo sistema riuscire sì perfette e sì per tempo come con altri metodi ma per la scia ragione del tornaconto. Le patate bonorive danno una raccolta molto minore delle tardive, mentre la confezione di cumuli si ampi è dispendiosa e non starebbe mai in proporzione alla spei abile vendita. Ogni lavoro a zappa e vanga prepara i terreni ad una successiva coltivazione di cereali. Questo scopo nou si potrà conseguire meglio che coli' ammucchiare simili cumuli di terra e principalmente le radici nocive come le gramegne si devono estirpare totalmente con tale lavoro. Mentre nella solita coltivazione delle patate i lavori durante il loro crescere non sono indifferenti, ii metodo Schollmayr esige un dispendioso lavoro al momento della piantagione ed i successivi lavori si riducono a poca cosa come ciascuno comprende. Se abbiamo bene compreso il Stg. Schollmayr, il cumolo coniforme avendo una base da 8 a 9 piedi in quadrato, non viene letamato che a quella altezza alla quale possono arrivare i tuberi novelli. Immed atamente su questo strato letamato viene lino strato di terra non appositamente concimata, su Citi si pone la palata madre. Tutto ciò ci convince, imperciocché la patata madre non ha bisogno di concime ma bensì la progenie, come dice il Sig. Schollmayr, e questa progenie viene semolata a cercare la sua esistenza nel-l'interno del cumolo ove trovasi maggiore umidità rd una temperatura più fresca, cose assai confaceiì-ti aite paiate. La raccolta deve riuscire facilissima. A qualunque urto cade il vertice del cumolo e le patate si possono raccogliere ed assortire colla mano, mentre la raccolta consueta colla zappa è dispendiosa e si ferisce una quantità di tuberi. — Se non si col- tivano le palale a buche fosse o cumuli-, Convìe porle in fi(e regolari. Allora si possono cavare c Ì' aratro senza cultro con grande risparmio di lai ro e senza ferire quasi nessuna. — Le più grai e le più belle sona quelle che in regola sono le p me ad e ser guastate dalla zappa. Meglio deila za pa vanno usati forcali, come si costuma in Carni! ma chi provò i vantaggi dell' aratro non ritorni questi ordigni. — \ i sono anche delle macchine t posite a tiro per la raccolta delle patate, che I però non conosciamo. In conclusione il metodo Schollmayer è bas to su principj sagissiffli di agricoltura ed è libe di quei difetti che hanno quelle coltivazioni, le qu li obbligano la patata a generare più volte. Qui patata viene invitata ad un parto unico ma gt-net so come nella coltivazione a buche, e siamo persi si clie la prolificazione debba seguire prima che ni le buche, ove la terra viene riscaldata dal sole nn to più tardi. Nei cumuli le patate non possono mai esse danneggiate dalle acque, per cui noi consigliare! mo di adottare questo sistema a preferenza ntl Valli dell' Arsa, e Quieto, e Dragogna. Ma anche in collina il metodo promette rius< ta e vale la pena di farne delle prove. 1 mucchi terra che si accumulano intorno al granone conse vano per molto tempo 1' umidità. Dunque Voglionsi a preferenza terreno profoi do, in vallata, preparalo il terreno durante l'inve no, letame ben decomposto, patate tardive, pala grandi da semenza, iutiere colla punta in su in < ma di cumuli. Le patate grandi non danno il mag gior prodotto di peso, relativo al peso delle sem ni te, ma il maggior prodotto relativo all' area. La s mina con patate grandi è perciò dispendiosa e c volesse comprarne p, e. quest' anno, avrebbe m grande spesa. — Ma in altri anni la cosa è effe tuabile. Prendendovi p. e. patate di 4 un funtu o< correrebbero dietro questo metodo 4 patate, ossia funto per kl. quadrato e 16 centinaja per 1 jugi ro, colla speranza di produrre a?6 cent, o in .\.| rotondo 500 cent, per jugero, per cui si potrebl supportare la spesa del lavoro e della semiua. S. PROGRAMMA per Esposizione di latticini che avrà luogo a Vienna dai 15 ai 16 dicembre 1372. In occasione di alcuni premi stanziati dallo Sta per latterie sociali venne accennato «Ila opportuni di un esposizione universale di latticini, siccome mezza atto a portare esenziale incremento all'indi stria del caseificio e degli altri relativi prodotti. In seguito all'espressione di tale bisogno e fat precedere alcune conferenze Ira speciale comitato l'i. r. società agraria di Vienna si vide indotto l'i. Ministero d'agricoltura a promuovere un esposizioi di latticini all'appoggio del seguente programma: I. L'i. r.Ministero d'agricoltura terrà dai: ai 47 Dicembre 1872 nelle sale dell' i. r. società vie nese di orticoltura uu' esposizione di latticini «Ilo k po di' offrire un quadro possibilmente compiuto dello staio odierno di questa industria nell'Austria e di preparare la ria ad ulteriore progresso rollo studio comparsilo degli eminenti prodotti degli altri stati. 2. Saranno ammessi a questa esposizione non lolo ogni maniera di latticini., ma anche tutti gli oggetti che hanno relazione con questa industria. 3. Tulti gli oggetti di questa esposizione Tengono divisi in IX dossi, formanti dei gruppi. Primo gruppo. Latte e latticini T. classe : latte e fior di latte' dolce ed ag'rosot FI. classe: latte conservato e condensato: III. classe : burro e precisamente : a. ) burro fresco. h.) ricotta, c. ) burro salato, (I. ) burro cotto TV. classe : formaggio di ogni specie .4. Formaggi» cuccino e precisamente a.) formaggio dolce, 5.) formaggio acido Ji Furmuggio di pecora e di capra V. classe r altri prodotti del latte come : mascan-1 pa. zucchero latteo, acido lattico eie. Secondo gruppo. Materie sussidiarie e mezzi di esercizio per la fabbricazione di latticini VI. classe: materie accessorie dell'industria del caseificio. VII. classe: Arnesi di ogni specie usati nel ca-«eificio dalla stalla sino all'ultimo stadio della fabbricazione, in grandezza naturale, in modelli o in di-«cgni. Vili, classe: Istrumenli per l'esame del latte e per la dimostrazione della composizione del latte e dei tuoi prodotti. IX. classe :. Modelli e piani di latterie, caselli ed altre relative località, come pure esposizioni tabellari oprafiche di prodotti del latte, di metodi e delle risultanze di sistemi speciali, nonché disegni di animali lattiferi delle migliori razze. §. 4. Nelle cinque classi del primo gruppo vengono ammessi soltanto espositori dell'intiero territorio della monarchia austro — ungarica. Nelle quattro classi del secondo gruppo l'esposizione. è invece internazionale e tanto gli espositori dell'interno quanto quelli dell'estero a\ranno eguale diri Ito ai premi nelle stesse stanziate. §. 5. Per. tutte le classi di oggetti enumerate nel 3 verranno accordate come premi, medaglie tirilo stato di argento» e di bronzo in numero corrispondente. Oltre ciò- vorranno- accomiati nella ti ria e nella quarta classe premi di denaro e precisamente:. nella li classe: l'èr. burro ila tavola di prima qualità : Un prein.o di. f. 40 e due premi da f. 20 per ciascheduno. Per burro salaia : Duo premi da f. IO l'uno e quattro premi da fi Hi l'uno. J. Per formaggio dolce e precisamente per formaggio duro grasse e mezzo grasso: Ite premi da f. 40 l' uno e sci gremì da f. W'Kulfó.. Per formaggio duro magro: Quattro premi da f. 20. Per formaggio tenero : Tre premi da f. 40 e sei premi da f. 20 li. Per formaggio acido r due premi da f. 20 C. Pei! formaggio di pecora e di capra;:un premiò da f. 40 e due premi da f. 2t>.. L'i. p. Ministero d'agricoltura si riserva inoltre per il caso, che venissero esposti prodotti eminenti di porre a. disposizione del giuri un ristretto numero di medaglie d'oro.. (Continua) Da un nostro■ egregio collaboratore ci pervenne per il principio del sesto anno di vita del nostro giornale, il seguente articolo, che noi pubblichiamo> dti buon- grado.- IT. SESTO ASSO. Col numero d'oggi il nostro giornale entra-nel suo sesto anno di vita, e se il cammino fin qui percorso lo lia più d'una volta affaticato e ini, sfrondato' dattorno a lui molte di quelle illusioni, che gli avevano allietato i primi passi, non gli è però venuto meno iT coraggio e manco ancora la-fede, che ne inspirò là istituzione. Sì, noi lo diciamo a fronte alta e con sicura coscienza, malgrado ili sorriso schernitore delli uni e la indifferenza supina- dell! altri, malgrado le opposizioni, che ci sbarrano continuamente la via; noi abbiamo fede nell ideale, che in fondo al cuo^-re abbiamo vagheggiato fin dall'infanzia, e che oggi ancora è la nostra più fida, più secura, più incrollabile consolazione, perchè abbiamo fede nella civiltà e nel'- progresso^ perchè abbiamo fede nella giustizia. E la lotta che noi abbiamo impreso a combattere, è appunto lotta di civiltà; di progresso, di giustizia. Essa trionferà, non importa come, nè quando; trionferà: Se noi non arriveremo a vedere il benedette giorno della risurrezione, se la morte ci coglierà stilla breccia, noi scenderemo almeno nella tomba col conforto d'aver fatto il nostro dovere, d'avere gettato i germi di un' èra più lieta, che arriderà ai nostri' figli, noi potremo consolarci coP pensiero che senza l'opera nostra forse questi medesimi figli nostri, che ci crescono intorno pieni di: lusinghiere speranze, non avrebbero potuto- e saputo rompere là cerchia di ferro, clic ci strozza, e- sarebbero caduti miseramente vittime della insipienza de' padri. Non è orgoglio, che ci fa parlare così-; conosciamo meglio che ogni altro là pochezza nostra, e quanto le forze nostre siano inadeguate al compito, che ci starno proposti. Ma la nostra fiducia non ne rimane perciò scemata, poiché sappiamo che noi, i quali scriviamo in questo giornale, abbiamo l'appoggio generale dei nostri concittadini e non siamo che interpreti delle loro idee; sappiamo elio dove le forre, dei singoli vengono me- oor> ivo, non sì spezzano le foi'7,e epitetate di" tutti,, sappiamo infine che un popolo può ei&v che vuole,, allorché sa quel, che vuole e vuole energicamente. Ci ricorda d'aver letto in Cesare Balbo che •le nazioni cristiane non periscono mai, e davanti alla mente ci sta sempre -fisso quel: detto,, con cui Gl'an Giacomo Rousseau incoraggiava i Polacchi, vittime della prima Spartizione del loro paese : Vi hanno inghiottito, fate che r.on vi digeriscano. E passato un secolo da allora, e i Polacchi tennero a memoria il consiglio: chi può dire d'averli di- Ig/SuBii '■■ wTTii.iga.'ni iim» L'opera nostra adunque è difficile, ma non è impossibile. Pur che le volontà si accentrino in uno scopo commune, pur che ciascuno, tenga sempre fiso lo sguardo alla meta desiderata, pur che non si trascuri nessuna occasione di bene, la causa della civiltà non patirà jàttUra.- Noi siamo pochi, poveri, dispersi, è vero; ma appunto perciò dobbiamo stare uniti, supplire alla pochezza del numero e alla scarsità de' mezzi-colla unione di tutte le forze, alla separazione materiale ,eolla; fusione del pensiero. La Provincia non ebbe altro scopo, quando imprese le sue public-azioni. Essa volle offrire, a; tutti i cittadini istriani un luogo di sicuro ritiro, una specie di convegno amichevole, ove ciascuno potesse recare le proprie idee pel bone generale e trovarvi que1 lumi, quelle informazioni, que' sussidj, di cui tutti possono gvere bisogno. La Provincia volle essere un centro di studj e di discussioni, senza predilezioni per questa o per quella parte della nostra penisoletta, ma anzi con eguale e intenso amore per ciascuna e per tutte. La Provincia continuerà in questo sistema, lieta, se i suoi concittadini vorranno profittare larghissimamente della opportunità, che loro è porta, di discutere alla buona e come in famiglia li interessi provinciali, pronta tuttavia a sostenere da sola anche per l'avvenire la discussione, se la ignavia dei più trovasse troppo no-joso lo scomodarsi per pigliare in mano la penna e costringere alla meditazione il pigro cervello. Ma noi: abbiamo fede che il nostro invito non rimarrà inascoltato. Ai. vecchj e provetti patrioti, che sono sempre i primi in ogni impresa d'utile cittadino, e che anche a noi furono larghi di conforto e di ajuto, s'è aggiunta da qualohe tempo una non breve schiera di giovani animosi, i quali amano la patria- con ardore e lò studio con passione. Ad essi, che non hanno ancora sentito la stanchezza del lungo combattere e sono anzi impazienti di provare le, loro forzo, ad essi, che hanno ancora tutto il vergine coraggio della gioventù, ad essi, elio, nati e cresciuti in tempi di, tanto rivolgimento d' uomini e di cose, devono avere più vivo il sentimento della necessità del progresso,, ad essi noi rivolgiamo più specialmente la nostra parola. Essi,, che videro le grandi città", che furono iu mezzo al turbine vorticoso della civiltà moderila. e sanno per prova quanta influenza eserciti. dovunque la pubblica.discussiojae. essi devono apprezzare tutta la importanza della stampa, tutta la necessità di valersene. Il nosero giornale òr-piccolo e modesto, come il paese, in-.cui vide la lucf, .'€ -li> interessi^ che tratta, e non pretende .menomamente di mettersi a pàro con alcuno de' g'uoi maggiori fratelli; ma corre tuttavia per le mani di quanti hanno fibr di cultura nella nostra provincia. Una proposta, una censura, un-voto, una idea qualunque espressa in esso è tosto risaputa da tutta l'Istria; ci saranno nove lettori sui quali essa pascerà, senza lasciar traccia, ci sarà invece il decimo, che la raccoglierà e he farà oggetto di meditazione. Non basta? La stampa ha una missione educatrice appunto perchè eccita la discussione, perchè può infiammare li animi. ,Non abandoniamo questo potente ajuto, che e.ssa ci offre, non spegniamo il lumicino, che ci rischiara, qiiando tutto intorno a noi è oscurità e confusione. Studiamoci, invece di schiarire più e più questa tenebria, allarghiamo l'ori-zonte de' nostri sguardi, solleviamoci dalla cura quotidiana de' piccoli interessi locali allo studio delle grandi armonie sociali e politiche; e ne a-vremo diletto'e consolazione allo spirito, sicurezza maggiore a quella fede nella civiltà, Che scalda a noi tutti il petto. Questo fu, fino ad oggi il. programma della; Provincia, questo sarà il programma fincl^p le durerà, la-, vita. Se le opere,non corrisposero, al desiderio, se molte volte apparimmo impari allo scopo; che ci eravamo prefissi^ fit difetto di forze, non di volere.. E perohè ciò non accada più, perr chè alla; grandezza della impresa risponda la efficacia de' mezzi noi facciamo — ancora una volta — appello ai nostri concittadini. Tutti coloro, che hanno fede nell'avveliire, si uniscano a noi e ci soccorrano. Facciamo nostro il celebre motto: viribus nnitis, e pop falliremo a gloriosa meta. ; -OiWnr 013.1 OJlKi'l < le.: Kit»»". i;l l.li )1, oil i —OqSO i I.;.'!ij!- , : i ! |-)ii OTj|N111 3 i l'i COllEISPONDE^ZA. i itfg1» onm;l'b oniasTI'ii) iir uj^ t.niiiiip '.lib ili! Il'j|» .'ii ., ■■!-. ■!:■>. Pisino, (fe-itniiffuU Toccherò in Oggi un argomento disgustosissimo clic per noi è incentivo continuo di recriminazioni, di speranze, di disinganni, — voglio dire-dei nostro Ginnasio, di questa piaga morale che paralizzando le migliori nostre forze intellettuali riesce funesto a noi e a tutta la provincia. Molto si è scritto e pai-lato di questo ginnasio, fatale avanzo-di tempi passati e clie.:'rammenta le miserrime nostro'condizioni di un dì. Per migliorarne le sorti se ne trattò pelle stampe, si porsero suppliche, istanze, memoriali — tutto invano. Il ginnasio o meglio questo simulacro di ginnasio esiste tutt'ora nella, primiera difettosissima sua costituzione, peggioratasi ci' assai pella- reazione provocata ovunque dall' anomalia- tempre più spiccata dell' istessa sua esistenza, e sembra sfidare i tempi, le idee, i diritti e la pazienza di coloro che ne nono le vittimp. Non dirò nulla dal lato politico è nazionale della. questione che in tale riguardo appunto si è detto e scritto molto, ma accennerò soltanto ai dolorosi effetti dilatici dell' irrazionale sistema adoperatovi. Compiuto il prescritto corso delie scuole popolari e quindi allevati esclusivamente in lingua italiana i giovanetti, che per una fatale necessità entrano in questo ginnasio, si trovano in un mondo per essi totalmente nuovo ed incomprensibile, che ben presto li fa dimenticare quel poco che appresero nelle scuole inferiori. Imperocché tutte le prescritte materie, chè in vero non sono poche nè facili, vengono trattate in lingua tedesca. Chi ha ur.a bricerola d'intelletto può immaginarsi qual pro- Ìtìtto possono ricavare questi giovanetti studiando il latino, il greco, la storia, la geografia, la storia naturale e le altre materie a mezzo della lingua tedesca tanto difficile e che dessi non comprendono nè punto nè poco. Conseguenza necessaria di tale sistema si è, the la gioventù esce dal ginnasio bensì con un corredo di termini e frasi che non comprende e che si appropriò con grave e continuo sforzo di memoria, ma colla mente ottusa e col cuore freddo; incapace di concepire un'idea e di svilupparla nè a voce nè in iscritto; ignaro della lingua in cui parla e di quella in cui ha studiato; priva assolutamente di cognizioni ordinate e inconsapevole di ogni principio di ciò che venne a studiare; insensibile al bello ed al buono; in somma il giovanetto che vi era antrato fanciullo, colla mente vergine accessibile ad ogni buon insegnamento, ne esce citrullo, o presuntuoso. Nè credasi che tale dipintura sia esagerata ; niente affatto, dessa è ancora inferiore al vero. Di fatti trattate con questi giovanetti, scrutate le loro cognizioni, le loro idee, leggete i loro concetti, le lettere che scrivono ai genitori, e se avete un cuore da padre, un sentimento umanitario, se amate queste tenere menti, non potrete, per dio, che dir male di tale scuola e maledire la dura necessità iha li costrinse a frequentarla. Ma, si dirà, e gli ispettori scolastici provinciali non vedono e non comprendono lo strazio che si fa dell' i-striizione e della gioventù, i danni incalcolabili che nè ridondano, il dispregio che o a torto od a ragione deve ricadere sopra un tale istituto? Gi ispettori, e ne furono già parecchi, vengono, vedono e vanno! Del resto ciò che poi fanno o meglio non fanno lo sappiamo noi, che ad onta delle loro visite vediamo procedere le bisogna giornalmente di male in peggio, ma peggio assai. Un' ultima epe anza ci è però serta di questi giorni. Dicesi che il nostro Municipio abbia preso l'iniziativa perchè tutte le comuni istriane appoggiassero nel modo il più efficace la proposta da avanzarsi alla Giunta provinciale e per di lei mezzo alla dieta, che il gin-aasio di Pisino venisse assunto dalla provincia e convertito a seconda delle esigenze dei tempi a Ginnasio inferiore reale. Se così fosse si dovrebbe sperar bene, perchè non dubito punto che le comuni concorrerebbe» ro volonterose ad agevolare il compito dell'autorità provinciale, la quale nel raifto dell' istruzione pubblica si è re.-a già cotanto benemerita e che vorrà colla riforma di questo Ginnasio aggiungere uu nuovo ai molti titoli già acquistatisi alla gratitudine pubblica. CRONACA DELLA CITTA'. 11 Consiglio Municipale nella tornata del corr. deliberò la demolizione del piccolo fabbricato che serve ancora di macello, avendo trovate giuste le osservazioni fatte dal Governo Centrale Marittimo nell annunziare prossima la costruzione della ripa, la quale dall' angolo sporgente della Sanità dovrà giungere in linea retta alla testa del Molo delle Galere. •— Venne del pari deliberata di demolire la bottega d;a beccaio, sita dietro il palazzo municipale, «ve esso fa angolo 'colla muraglia degli arresti politici ; e di stanziarvi eventualmente Un posto di fruttamelo. »— Furono nominati maestri ■effettivi delle scuole popolari i signori Nicolò Dan-druzzi e Luigi Predolin. »-- Al sig. Francesco Cru-ciani ex massaro del Monte civico, in considerazione del suo zelante e proficuo servigio, venne accordata una rimunerazione di 100 fiorini. lià compagnia drammatica, diretta dagli artisti L. Calamai, M. Anione, e T. Tofani, che dalla sera del IO corr. ha incominciato al teatro sociale il corso delle slie recite, fino dalle prime Venne in favore del pubblico. In quel manipolo di comici, la giovane prima attrice, la signora Matilde Arnou-s, spicca come la nlvea camelia nel centro di un mazzo di fiori : l'attende un brillante avvenire, giacché di leggieri puossi arguire quanto rapidamente s'accrescerà la di lei fama. Adeguata corona le fanno le signore Clelia Calamai, Albertina Giordano, Angio-letta Torre Tofani ; ed i signori Telemaco Tolàni, Carlo Baratta, Etn ico Buffi e Paolo Gandini. Abbiamo osservato con ■soddisfazione che delle venti-nove produzioni, che costituiscono il repertorio della compagnia, ben venti delle più recenti appartengono al teatro nazionale; e nutriamo la ben fondata fiducia che i direttori s'atterranno rigorosamente al pubblicato repertorio. is * !!i Oe ! Oe ! ci gridava lina Voce dfetro le spalle mentre passavamo per Callegheria; e una mano c'invitava ad entrate in una bottega-, la cui situazione verrà facilmente indovinate per quello che segue ni dovarià scrivet sulla Provìncia che i ìneta un fera! nela cale dei Ebrèi, perchè là ghe xe irti scuro del diavolo : poca sicurezza t nasse truchi: me raco-mando. ?> Questa fu la parlata del padrone della bottega ; e noi, avendo trovato equo il desiderio, lo facciamo di pubblica ragiono. Il programma, della nostra Vron'aca, espresso la prima volta che così abbiamo intitolata la rubrica delle notléie cittadine, c'impone l'obbligo di farci interpreti del disgusto generale Cagionato dal permesso che anche quest'anno ebbero le guardie municipali di bussare, il primo dì gennaio, alle porte dei cittadini danarosi, per presentare 1' augurio stampato dì felicità delle rispelìose guardie, aspettando iti contraccambio la mancia. Questa brutta usanza-, la quale Vige dalla loro istituzione, bisogna che venga tolta; bisogna che chi le sorveglia si persuada quanto nuoca al decoro di esse » lo scendere e il salire per l'altrui scale » in quella giornata, stendendo la mano onde ricevere una mercede da una sola classe di cittadini, mentre il loro dovere è quello di far rispettare i regolamenti di polizia urbana con tutta imparzialità. Ma mancie e imparzialità sono due cose diametralmente opposte. E assolutamente necessario troncare qualunque vincolo che possa in qualche guisa rendere imbarazzante il disimpegno delle loro mansioni. • Diamo la lieta notizia che lo stato di salute dell'egregio concittadino il prof. Giacomo B'abuder, direttore del nostro ginnasio, si è da qualche giorno notabilmente migliorato. *** Finiamo col manifestare un progetto coltivato da parecchie onorevoli persone, e destinato del'ac-crescere il corredo delle istituzioni che apportano alla città lustro e utile. Trattasi di aprire, sortogli auspicii del Municipio, una scuola serale per gli adulti, cioè per tutti quelli che, non avendo più l'età e il tempo di frequentare le scuole popolari, volessero ammaestrarsi nel leggere, scrivere e far conti. Perchè mai un uomo di venti o venticinque o trenta o trentacinque anni non ha da trovare l'opportinità, colla breve applicazione di un' ora ciascuna sera di imparare in un anno a leggere ed a scrivere? Perchè invece per tutta la sua vita egli deve sopportare l'umiliante conseguenza della sua sbadataggine fanciullesca, del tempo in cui riteneva un eroismo lo scappare dalla scuola? Perchè non potrà l'adulto studiare col fratellino o col figlio sul medesimo'sillabario? L'effettuazione di questo progetto non- ci sembra difficile. Un locale, un avviso, cinque o sei persone di buona volontà che facciano da maestri,, uu'ora comoda pei popolani, e tentiamo: il tentare è dovere. CRONACA DI PIRANO. (G. B.) Il progetto della costruzione di un nuovo teatro è di data tanto vecchia, e fin dal suo primo apparire se n'è tanto parlato, che il voler tornar qui di nuovo nell'argomento, vale per noi quanto il portar vasi a Samo e nolotte ad Atene: tanto più che sin da principio abbiamo avuto occasione di far rilevare in questo stesso giornale l'assoluta necessità di avere anche noi un decante locale destinato ai divertimenti teatrali. E per fermo non ne avremmo parlato neppur oggi, se non ce ne fosse stata suggerita l'idea dalia circostanza, che carnevale e teatro sono per noi due concetti talmente correlativi, che non possono per nulla affacciarsi alla nostra mente l'uno senza dell'altro; anzi, per essere giusti dobbiamo confessare che grazia a questo a-gitarsi della questiono teatrale, .noi godiamo d'un benefizio veramente singolare; che è quello di non aver bisogno di ricorrere al Casamia o ad altro calendario, per «ssere avertiti dell'approssimarsi del Carnevale., giacché jl progetto in questione, clic torna annualmente a galla in tale stagione, ce ne fa ottimamente le veci. E chi sa fino a quanto, la fortuna ci serba un tanto beneficio! E'vero ciie la Rappresentanza comunale, allo scopo di dare al progetto una concreta soluzione, ne demandava l'incarico ad un comitato speciale; ma questo non potè ancora per una concorrenza di circostanze, forse in gran parte da esso indipendenti, dcvenire ad una conclusiona definitiva, senza però averne perduta la speranza. Noi non possiamo che lodare lo zelo romoroso con cui esse comitato si po.-e all'opera ; ma se vogliamo dire il vero, non ci vediamo troppo chiaro, ed anzi dal complesso dei fatti che accompagnano l'attuazione del progetto in discorso, abbiamo tutti i motivi di temere che si avveri il caso del parturiunt montes con quel che- segue. Giustamente compenetrata delle vive apprensioni che destano le notizie di continue disgrazie, di cui è causa il petrolio, il' Municipio, nell'intenzione di allontanare per quanto è possibile il pericolo di incendi, a-dottava ancor l'anno decorso la costruzione d'un fabbricato, il quale, eretto ad una conveniente distanza fuori ni di città, fosse destinato a servire di deposito comune per tutti i venditori di petrolio, permettendo a questi di ritirare dal medesimo il solo bisogno per la vendita giornaliera. Però appena alla, fine dello scorso dicembre si poneva mano all' opera ; se non che ben presto se ne sospese ogni ulteriore continuazione, perchè Saro incredibile) si aspettò d'incominciare il lavoro per evare l'incovenienza del sito scelto all'uopo, senza prendere nello stesso tempo altre misure. E. dire che il petrolio contiene pur sempre le stesse materie incendiatili, e vanno ad esso congiunti i medesimi pericoli 1 V V Nell'ultima sua tornata Fa Rappresentanza comunale incaricava la Deputazione di procedere d'accordo al comitato di finanza all'asta dell'arrenda dei dazi comunali. Per farci giusti interpreti di quanto sentimmo dire circa il modo di procedere di questi onorevoli in proposito, dobbiamo per debito di verità confessare ch'esso non incontrò la generale soddisfazione. D'altronde a: noi sembra che il Municipio avrebbe potuto tenere i dazi comunali per conto proprio, ed emanciparsi cosi u-na buona volta dagli speculatori, i quali se vogliono favorire il proprio interesse devono naturalmente tórre di mezzo quello del Comune. In ogni caso il Municipio non avrebbe fatto che un esperimento per un solo anno, e da questo sarebbe stato fosse indotto ad attirare a sè in avvenire anche l'arrenda dei dazi del Distretto. Queste considerazioni ci vengono suggerite dalla circostanza che malgrado un aumento del 25 dell'addizionale sulle bibite, il Comune non viene a ritrarre dall'esperimento dell' asta maggior reddito dell' anno decorso. IV sentir parlar di nuove società filarmoniche che vanno costituendosi in quasi tutte le città istriane, o dello vecchie già esistenti che vanno riorganizzandosi, ci richiama pur troppo alla memoria lo stato deplorabile in cui trovasi attualmente la nostra, che pur formava per l'addierro il vanto precipuo e l'invidiabile' orgoglio della nostra città. I germi di dissoluzione, che abbiamo avuto occasione di vedervi spuntare, e quelli non men fatali dell'inerzia, ci fanno vivamente trepidare sulla sua sorte. È per ciò che noi facciamo il più calcio appello a quanti nutrono ancora incorrotto il sentimento del bello ed hanno a cuore il patrio decoro, di non lasciar cadere una sì onorevole ed utile istituzione e un argomento tanto potente di civiltà e coltura. I giorni scorai si apersero fra noi le scade serali. Al nobile scopo di generalizzare l'istruzione devono la loro origine le scuole serali, la cui mercè la classe di cjue'cittadini che tutto il giorno dedicano le proprio forze al lavoro, gode il benefizio di non venir detrarr-1 data dei frutti di un elementare educazione : epperò la loro importanza è già troppo da sè stessa manifesta,, ircbe sia àuopo che noi facciamo .raccomandazioni ir un profittevole andamento delle medésime. La società di Mutuo Soccorso, che ormai conta due ini di prospera vita, ha tenuto questi giorni la sua ari-Ile adunanza. Il numero relativamente grande de'suoi embri, è la prova più eloquente del favore che incon-i sì nobile istituzione, oggimai esistente in tutte le cit-incivilite: e noi vorremmo che la classe agricola, la lale in verità ne ritrarrebbe il massimo Vantaggio, sse maggiormente compenetrata della pratica utilità di lesta maniera di lenire le miserie del povero. Abbiali inteso con piacere, essere intenzione della società, istituire una bandiera, la cui spesa, senza aggravare fondo sociale, vorrebbesi devolvere alla gentilezza dei-nostre signore, le quali, non ne dubitiamo, sapranno re in tale occasione la più luminosa prova dei loro lisi ti sentimenti. — E L E X C '0 ibenemeriti signori che in ricorrenza del capo d'ad-'elargirono, in surrogazione al'e visite d'augurio le hspecìficàte offerte a benefizio del Civico Spedale. Anonimo f. 2. — de Almerigotti Barnaba f. 1. — Almerigotti Giuseppe f. 1. — Antoniazzo Nicolò i. Aggiunto Giudiziale s. 50. — Adelman Carlo i. r. mtrollore Steurale f. 1. — Apollonio Giannandrea 2. —■ Bratti Andrea f. 2. — Bresigher Luigi proteste ginnasiale f. 1. — Benussi D.r Bernardo proteste ginnasiale f. 1. — de Belli D.r Cristoforo f. 5. — sconfini Angelo e famiglia f. 2. — Bartolo Antonio famiglia f. 4. — Barega Giuseppe f. 1. — de Baseg-» Pietro f. 1. — de Baseggio Nicolò fu Nicolò f. 1. de Baseggio Santa fu Nicolò f. 1. — de Baseggio it. Giorgio f. 1. — de Brutti C.te Francesco f. 2.°_ ittolomei Nicolo f. 1. — de Bosizio Cav. Luigi, i. r. Dmmiss. Capitanale f. 1. — Calogiorgio Giorgio f. 1. Calogiorgio Anna nata Con. de Torto f. 1. — Ca-jiorgio famiglia f. 1, — Cobol fratelli f. 2. — Co-uncich Ernesto f. 1. — Colcue Cristiano i. r. Giudice ftrettuale f. 2. — Cadamuro Bortolo Morgante f. 2. Demori Domenico f. 5. — Dragoviua Carlo f. 10._ 1 Bello IXr Pietro Avvocato f. 1. — Driàzzi Giorni maestro s. 50. — de Pavento D.n Giovanni calicò f. 1. — Genzo Giovanni i. r. Segretario di Filza e Referente Provinciale f. 2. — Gallo D.r Auto Avvocato f. 1. — de Gravisi e famiglia f. 2. — de avisi marchese Giuseppe f. 1. — de Gravisi Don ttro Canonico f. 2. — Kodermaiz Leopoldo i. r. Calano Distrettuale e famiglia f. 5. - Luckes Luigi ir. igretario Capitanale f. 1. — Lonco Pietro f. ì.— ighi Pace £ 1. — Lion D.r Zaccaria i. r. Fisico Di-tttuale f. 1. — de Madonizza Giovanni f. 2. — de (ionizza Nicolò e famiglia f. 5. — de Manzini D.r iovaimi f. 1. — Majoni Giov. Batta i. r. Commissari Capitanale f. 1. — Mahorich Rodolfo i. r. Diretto-delia Casa di Pena f. 2. — Marinaz Domenico f. 1. Menzel Ermano i. r. Aggiunto Giudiziale f. 1. — ircuzzi Daniele f. 1. — Napretli Francesco i. r. Reente della Commiss, del Censo f. 2. — Negri Giamo i. r. Commiss, di Finanza, f. 1. — N. N. f. 2._ N. f. 1. — Pellegrini Giuseppe e famiglia f. 2. — nimann Don Matteo Canonico f. 1. — Presidenza del Porzio Sai f. 2. — Pupolà Felice f. 1. — Pasquali iiseppe i. r. "Uffic. della Casa di Pena f. 1. — Rota te Girolamo e famiglia f. 2. — Regancin Giovanni 1. — Rozzo Pietro f. 2. — de Rin Francesco f. 1. Stradi Don Elio Nazario abate mitrato ece, f, 10», — Steffanutfi Antonio i. r. Uffic. all'uffioio Sali f. 1. — Scarpetetti e fedi Carlo f. 2. — Sardotsch Cav. Paolo f. 5. — de Totto C.ti Gregorio e Giovanni f. 5. — de Totto Conta Orsola f. 5. — de Totto Cont.a Maria nata Yicco f. 2. -- Tunis Lodovico i. r. Uffic. all'ut» ficio Sali f. 1. — Tacco Cont-.a Yed. Teresa f. 1. — "Vicich Francesco f> 5. — Valentincig Luigi, i. r. Aggiunto della Casa di Pena f. 2. — Tenuti Leonardo f. 2. — Vogl Andrea Chirurgo Comunale f. 1. — Wierie-» cker C. i. r. Capitano qui tìi Stazione f. 1. — Zanella Giovanni i. r. Ricevitore Steurale f. 1, Assieme f. 153%, Balla Direzione del Civico Spedale Capodistria $ gennaro Ì872. Il Progresso del 7 corr., in un articolo "Rilievi A-nagrafici, ribatte con 1' eloquanza delle cifre le rabbiose asserzioni con le quali certi messeri non si stancano di mettere in dubbio la nazionalità di Trieste. E'noto a tutti chi sieno costoro, chi li ispiri e perchè, sarebbe ingenuità quindi il credere che dicano per convinzione, e vana, per conseguenza, la perdita di tempo e di parole a persuaderli. Pur bisogna rispondete anche a costoro, perchè giova far sapere sempre che la questione della nazionalità è per noi questione suprema e pcrchè i più lontani, che ignorano, o soeo dubbiosi, sappiano la. verità. Riportiamo dunque, perchè abbia la maggioro pubblicità, quella parte dell'accennato articolo che contiene i dati statistici ufficiali sulla popolazione di Trieste: Risulta dalle tabelle statistiche della popolazione esistenti nel civico officio dvanagraìe7 che Trieste contava. nel 1785 — 17,600 abitanti « 1802 — 24,600 « 1810 — 38,000 « 1820 — 43,400 . « « 1830 — 58,800 « 1840 — 77,400 « 1850 — 82,600 « 1857 — 104,800 « 1865 — 115,800 « 1869 — 123,000 Di quest'ultima cifra sono: Per nascita: 73,400 indigeni (nati a Trieste) 49,700 forestieri (nati altrove) Per nesso politico : Pertinenti al Comune (incoli) 69,'000. — Ad altri domini dell'Impero 37,000. — All'estero 17,000. Fatto calcolo che di quelli della seconda categoria, cioè dei pertinenti ad altri domini dell' Impero, 22,000 all'incirca appartengono alle provincie Italiane ed a quelle Italo-Siate dell'Impero, e che di quelli della terza categoria, cioè degli esteri, ben 13,000 appartengono alla cittadinanza del Regno d'Italia, noi avremo un numero complessivo di 104,000 abitanti di Trieste su 123,000 i quali hanno diritto d'incoiato in terre prettamente Italiane e rispettivamente in altre ove la civiltà italiana, figlia ed erede della latina, esercitò da secoli preponderanza sulla popolazione slava. Ed a confermare tale- nostro asserto, gioverà ricordare che dai rilievi assunti sulla lingua parlata in famiglia all' occasione del censimento effettuato per incarico della rappresentanza cittadina nel 1868 e col confronto del numero degli abitanti desunto dal censimento generale della popolazione del 31 dicembre 1869', risulta che in quest' ultima epoca la cifra degli abitanti di Trieste i quali usavano in famiglia la lingua italiana ascendeva allo incirca a 90,000. VARIETÀ. TJì? DOCUMENTO STORICO Rechiamo una Terminazione emanata nell'anno 1751 dal Podestà e Capitano per la Serenissima Repubblica Veneta, Lorenzo Faruta, ed approvata dall'"Eccellentissimo Senato con decreto 15. settembre anno stesso, quale attestazione come fino da quell'epoca: lontana si reclamasse contro i danni eccessivi portati alle pesche delle nostre acque dalle tortane ed altr« barche chioz-zotte, le quali vi si recavano in tempo che il pesre ed ancora immaturo e eolla violenza dt Ile reti sradicavamo e distruggevano il semenzajo con; detrimento sensibile otiti poveri pescatori. — Versando questa Carica con studiosa applicazione-sopra tutti nuei validi mezzi, che possono unirsi a migliorare la pubblica, e privata condizione^ trova nell'uso più attento delle sue meditazioni, che il motivo primario, per cui eoa quasi universale amarezza, e desolazione-s'è minorata da qualcheduno di molto, in questi luochi la Pescaggione d'ogni specie dì Pesce tanto grosso, che minuto, deriva dall'arbitraria licenza di molte Tartane Chiozotte, e Buranelle, le quali cercando di conciliare unicamente ai riguardi del loro interesse servendosi nell' esercizio di detto Mastice di certe violentissime retti, usandole anco nella stagione, in cui il Pesce è immaturo s'avvicinano a queste rive, non solo prendendo lo stesso con danno universale ma con la violenza delle retti medesime, e col metodo della detta Pesca radendo per fino nel fondo, arrivano a sradicare, e distruggere anco le nascenti ova, lo che porta la conseguenza, che parimenti la specie delle sardelle s'è minorata, con detrimento sensibile non solo di tanti poveri Pescatori di questa Città, e Provincia, che languiscono nella miseria, ma con degrado osservabile ancora del pubblico Dazio, della Pescaria di questo Luoco, che per non ritrovarsi piò Abboccatore in vista alla presente sua decadenza, corre per Serenissima Signoria, e di quell' altro parimenti, eh' è intitolato del Pesce salato, che ve-nirebbe abbondevolmente- introdotto nella Dominante. Volendo però rillustrissimo, ed Eccellentissimo Sigli. Lorenzo Paruta per la Serenissima Repubblica di Venezia etc. Podestà, e Capitano di Capodistria, e sua Giurisdizione, impedire, e rimov;ere con rigorosa, e si-soluta mano un'abuso ui tanta desolazione, e che fu appunto la causa motrice delle miserie di questi abitanti} e delli discapiti pure della Pubblica Cassa e prevj li dì Luì applìcatìssimìstuJj contribuiti nel vìfaTe dì queste argomento, e trattandosi di conciliare all'ubertà d'ur predotto, che somministra la sussistenza alla maggioi parte di queste Popolazioni, e al comodo vivere anco delle benestanti Famiglie, per tutto ciò ha & E. Illustrissima coli'Autorità della Carica decretando, terminato quanto segue. Che nell'avvenire alle saddette Tartane tanto prò» venienti dalla Città di Chiozza, che da onni altro Luoco non sia più lecito sotto oualsivoglia color, o pretesto di portarsi a pescare nell' acque di questa Provincia,. nè avvicinarsi ai LittoraJi della medesima esercitando dell' arbitraria introdotta Pescaggione. ma debbano restarsene respettivamente lontaae dalli stessi, pescando nella conveniente distanza, e fuori dell' Acque dell'Istria in conformità di quanto praticavano prima dell'indicata arbitraria introduzione, in pena a cadaun innobbediente non solo della perdita della Barca e delle Retti, che resteranno incendiate, ma innoltre di Bando, Prigion,. Corda, e Galera, a misura sempre della tras^ gressione, e dell' arbitri, al qual' effetto sarà sempre tenuto Processo aperto d'Inquisizione in questa Cancellarla Pretoria, dove saranno anche ricevute Denonzie-secret®,, e volendo li Denonzianti saranno tenuti secreti, e per scoprire le Deliquenze sarà dalla Carica spedito in giro un Legno armato per il fermo delle Tartane, e delli TYasgressori. E perchè ripportar debba la- presente la sua esecuzione sarà, rassegnata alla previdenza, e maturità dell'Eccellentissimo SENATO per la sua approvazione, indi stampata, pubblicata, diffusa e trasmessa al Reggimento Eccellentissimo diChiozza, ed ovunque occorresse onde il suo-contenuto si renda palese. In quorum etc. Capodistria li 18 Febbraro 1757 M- V. Anntuieio liilìliografìco. Coi tipi del sig. Hermanstorfer in Trieste è sortito questi giorni un libercolo dettato da un nostro concittadino il signor Cesare Combi col titolo: Studi comparativi sui progetti ferroviaria Trieste - Laak - Kiinsdorf - Lannsdorf e Trieste -Gorizia - Predici - Tarvisio. All'» viva ed animata discussione che si agita in Trieste da molto tempo sulla preferenza da darsi ad: una di quelle due linee ferroviarie, riteniamo: non debba nè possa? tenersi in disparte ed j estranea F Istria nostra, e per ciò voremmo che la nostra spettabile camera di commercio ed industria facesse udire la sua modesta voce, e manifestasse pubblicamente quale delle due linee in questione ella ritiene, nell'alta sua saggezza e perspicacia, tornar possa di maggior vantaggio alla Provincia istriana, Rompa dunque il suo silenzio e la sua ritrosia, si pronunci e parli. R e t t i fi o a, Nell'articolo del N. 1. gennajo pag. 898 col 1., IV capoverso lin. 3 e 4 laddove dice:— escite le farfalle con tutta agiatezza, leggasi, escite le farfalle, (virgola) con tutta comodità; nella col. II. lin. 8 invece di — conservarvi in essi le mummie leggasi per conservarvi in luogo sicuro le mummie. I li!. 01 GiUSlil'PE TONDELLI. NICOLO' de MADONIZZA Redirttor».