ANNO XXIII. Capodistria, 1 Giugno 1889. N. 11 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1" ed il 10 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-Jrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. OgmjLno a casa s\ia 111. Dell'Acqua (Continuazione vedi numero 8 e seg.) 2.) 1. Il primo suo quadro, dipinto a Vicenza, furono I cavalli inglesi, del principe Federico Lichtenstein. 2. La prima pittura storica : Cimabue che scopre il genio di Giotto, peli'Arciduca Giovanni. 3. Il mercante di Venezia dello Shakespeare, pel principe Schwar-zenberg di Vienna. 4. Machiavelli raccomanda suo figlio al Ferruccio. Beckman. Trieste. 5. Provenzano Silvani. Brambilla. Milano, 6. Lodovico Martelli. Treves. Venezia. 1: Cromiceli. Conte Schonborn. Venezia. 8. Capponi lacera i capitoli a Carlo Vili. Luigi Ritter. Trieste. 9. San Giovanni nel deserto, e 10. „Lasciate venirea me ifanciulli," nella chiesa greca di Trieste. 11. Clarice Strozzi. Hierschel. Trieste. 12. Maria Stuarda. Ettore Ritter. Gorizia. 13 I Crociati a Costantinopoli. Conti Papadopoli. Venezia. 14. Assalto di Volterra. Bottacin. Padova. 15. Proclama del portofranco di Trieste. Museo Revoltella. 16. Ugo da Duino assume il governo di Trieste. Ivi. 17. Benvenuto Celimi. Circolo artistico. Brusselles. 18. Gli esuli milanesi. Vanden Berghe. Brusselles. 19-24. Storia di Miramar. Sei quadri e soffitti. Miramare. 25. Confessione di Luigi XI. de Coster. Anversa. 26. Anna Frizzo. Dubois. Brusselles. 27. Il cieco di Ancona. Ettore Ritter. Gorizia. 28. Marin Faliero Niuwenhugs-Borreman. Brusselles. 29. Erasmo da Rotterdam in ìtalia. Suermond. Aja. 30. Prima ispirazione di Alfieri. Keppenne. Liegi. 31. Esuli di Parga. Kets. Anversa. 32. Gioventù di Spinosa. Museo di Spa. 33. La vigilia della battaglia di Legnano. Lang. Vienna. 34. Il Cristianesimo. Sintesi. Nello studio del pittore. 35. Dante a Verona. Berhneim. Brusselles. 36. Despo, V eroina greca. Hargreaves. Londra. 37. Levantini a Trieste. Cave. Londra. 38.-39. Ritratti degl'Imperiali del Messico. Landa. Messico. 40. Il giuoco del diavolo, de Poorter. Brugia. 41. La madre. Lambert. Brusselles. 42. 43, 44. Epoca di Luigi XV. Tre grandi tele decorative, per lo scalone del palazzo Errerà. Brusselles. 45. Un'eminente. Eufrussi. Parigi. 46. Ritratto del ministro Faider. (Belgio). 47. Regalo di nozze. Museo moderno. Anversa. 48. Ventaglio, offerto dai Conti di Fiandra per le nozze della principessa Stefania. 49. Dalila. Ebbe la medaglia di l.a classe alla Esposizione di Porto Adelaide nell'Australia del 1887; ed altra nella recente mostra di Melbourne. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. [50-61. Dodici grandi tele decorative., pel palazzo Davidsohn in Anversa. 62, 63, 64. Tre grandi tele decorative, pel palazzo Van Wam- becke a Brusselles. 65-76. Dodici grandi tele decorative, pella sala pompeiana della villa Errerà a Brusselles. 77. Quadro allegorico, nel palazzo municipale di Trieste. 78. Czikoz, pegl' inondati di Szeghedino. Proprietà della Regina , de' Belgi. 79. Bonjour! Laporte. Flenu. 80-84. Cinque grandi tele decorative, pel castello „des Amerois," del Conte di Fiandra. 85. Un bacio. Van Malder. Brusselles. 86. Invito alla danza. Genis. Brusselles. 87. Il Belgio. Grande chiaroscuro. Rey seniore. Brusselles. 88-93. Sei tele decorative, della villa Vianello a Trieste. 94. Leopoldo IL esce dalla Camera dei deputati, dopo aver giurato la costituzione belga. Palazzo municipale di Brugia. 95, 96, 97. Feste veneziane. Tre grandi tele decorative, pel palazzo di Augusto Andre, Anversa. 98. Ritorno dalla caccia. Rey. Brusselles. 99. Replica dello stesso quadro. Elkan. B. 100. Figure decorative, nella sala di G. Van der Elst. B. 101-105 Cinque grandi tele decorative, nella villa Du Prè. B. 106. Il ferito. Pares. Barcellona. 107-108. Due grandi tele decorative. Rey. Brusselles. 109-110. Due figure decorative (al vero), pel prof. Leo Errerà B. Il dell'Acquaia poi presentemente allo studio, fra gli altri lavori; 111-116. Sei tele decorative. 117. Stella mattutina, quadro. D.r E. N. —----••• ----„ Seminario o Collegio ài Capodistria (Continuazione vedi N. 7 e seg.) Adi 15 Sett.e 1700 Radunato il sp.e Colleggio del Seminario nella Camera dell'Audienza doue compresa la persona d1'. S. E. interuenero Colleggianti N.o 8, e fu letta la seguente suplica Ill.mo et Ecc.mo Sig. Pod.à Cap.o Ill.mi Sig. Sindici et Ill.mo Colleggio Desidererei io Ant.o Costantini da Rouigno humi-lissi.o seruo di V. E. e delle S. Y. Ill.me poner in q.to Seminario il Chierico Deodato mio fig.lo d'anni 17 nella scuola della Grammatica, p.ciò humilm.te imploro dalla benig.tà di V. E. et di V. S. Ill.me la gratiosa permiss.e. Gratie. Ballottata hebbe P. 7 C. 1 Illico Fa andato scrotinio a torno p. elet.e di Cass.o al Se minario e furono eletti i sottoscritti, e rimasti seguenti* * S. Cap. Marco Brutti P. 6 C. 2 S. Giac.mo del Tacco P. 4 C. 3 Deputati alla Fabrica del Seminario eletti due de quali dourà rimanere S. Dr. Agostino Vida P. 4 C. 4 * S. Giac.o del Tacco P. 5 C. 2 * S. Agostin Tarsia P. 6 C. 2 Deputati alle Scuole * S. Dr. Nicolò Manzioli P. 6 C. 2 * S. Dr. Bortolo Petronio P. 6 C. 1 S. Dr. Aurelio de Belli P. 5 C. I ----^Sa&ESf.—-—— Crediamo opportuno' richiamare 1' attenzione del consiglio agrario provinciale, e dei consigli agrari distrettuali, sulla importante questione svolta nel seguente articolo che riportiamo dall'eccellente periodico : La cooperazione rurale, periodico dedicato alla diffusione delle casse di prestiti dei circoli agricoli e delle altre istituzioni cooperative e di previdenza nelle campagne. Dove si devono fondare le casse rurali di prestiti e chi lia da prendervi parte I nostri sodalizi si dovrebbero istituire in tutti i comuni di campagna, in tutti i villaggi rurali, dovunque ne concorrano le condizioni necessarie. Che si trovino nel luogo due soli uomini, rispettabili per la serietà del carattere, animati dal sentimento del bene pubblico, non privi di una modesta istruzione, disposti a prendere gli uffici essenziali in una cassa rurale di presidente e di ragioniere (cassiere), e vi si può pensare senz' altro a fondarla. Una guida pratica che la nostra federazione si propone di pubblicare, esporrà i procedimenti più adatti per la costituzione e 1' amministrazione del sodalizio '). Ma, spesso, chi consiglia l'istituzione s'ode rispondere: „Qui non occorre nessuna associazione, qui la gente ha costume di giovarsi a vicenda, i bisognosi trovano sempre chi li aiuta.» Ebbene ! Gli oppositori sono in parte persone eh' esercitano esse stesse 1' usura, e la loro avversione si capisce troppo bene-, in parte sono indifferenti e indolenti che temono e fuggono ogni briga e ogni occupazione per quanto piccole e lievi, e questi difendono soltanto il loro malo egoismo, la loro colpevole apatia; in parte finalmente sono, in buona fede, repugnanti ad ogni cosa nuova e increduli dell'utilità dell'istituzione, e questi peccano per ignoranza. Quante volte poi si riconosce dove 1' associazione è stata stabilita, che nel paese il bisogo n'era più grande di quanto si fosse dapprima creduto ! Quanto spesso si sente ripetere : Si fosse avuto vent' anni fa un tal sodalizio : le condizioni del comune sarebbero molto migliori!, ') Può servir bene intanto il „Manuale per l'istituzione delle casse rurali dì prestiti" pubblicato dal Comitato promotore lombardo. Milano 1887. Anche nei luoghi, in cui le condizioni si mantengono tuttora non cattive, l1 istituzione è necessaria per evitare eh' esse volgano al peggio. E vi devono partecipare tutti i buoni capi di famiglia del sito e le persone che vi hanno relazioni economiche e sociali seguite. Per quel che riguarda gli abitanti più sprovveduti, che più hanno bisogno d'aiuto, s'intende senz'altro. Ma anche quelli relativamente agiati, e perfino i più agiati hanno ogni ragione per fare altrettanto. Se si riesce a restringere il numero degl' indigenti si diminuisce il peso che ne ricade sempre sui conterranei e sui possidenti del luogo. E se si riesce a ingrossare il numero degli abitanti capaci di contribuire alle pubbliche spese, il carico se ne alleggerisce per tutti, ripartendosi sovra un numero maggiore. Le compere in grosso di materie utili all' a-gricoltura e di altri prodotti, da farsi collettivamente mediante le speciali unioni formate fra i soci della cassa rurale e col sussidio di questa, tornano a vantaggio di tutti ; e per i più agiati, che fanno acquisti più forti, il vantaggio è anche più considerevole. In tutte le famiglie v' è talora esuberanza, talora difetto di denaro, e ciascun abitante ha modo perciò di servirsi della cassa di prestiti locale con profitto ; dando insieme un esempio efficace a vincere la falsa vergogna di quei soci che preferiscono con grave loro danno i rapporti segreti col-l'usuraio a quelli aperti coli' associazione. Tutti coloro che, per l'ufficio di cui sono investiti o per P impulso buono dell' animo, intendono al miglioramento morale della popolazione, avranno posto adatto nelle nostre unioni perchè l'aiuto materiale, che convenientemente vi si porge, è insieme un' appropriata chiave del cuore. Certo, questa partecipazione di persone agiate in una società a responsabilità solidale senza limite, per compierne gratuitameute 1' amministrazione, senza, trar-vene nessun lucro, non si giustifica meglio che considerandola come un dovere, che la religione impone ai credenti, l'umanità ai buoni, la previdenza a tutti gli uomini ragionevoli. 11 pericolo sociale si fa sempre più minaccioso ; il distacco fra le diverse classi sociali va diventando più profondo ; come il malcontento s'accresce, e le forze sanamente conservatrici rimangono inerti, il partito della violenza, rivoluzionaria o legale, va di continuo guadagnando seguaci. È ora, davvero, di fare nel libero campo delle spontanee iniziative, mettendo, con sollecitudine giudiziosa, al servizio dei lavoratovi sofferenti, più e meglio che un po' del nostro denaro, una parte del nostro tempo e del nostro pensiero ! Certo, vi sono così spesso tanti inveterati pregiudizi, tanti malsani interessi tante invide gelosie, tanti e cosi svariati elementi di divisione, ingombranti la diritta via! Certo, non è facile sempre di rovesciare o di superare tutti gli ostacoli. Ma se l'impresa è difficile non segue per ciò che vi si debba rinunciare senz' altro : al contrario, 1' essenziale è di scuotere i dubbi e di affrontarla risolutamente : la riescita quanto più faticosa arriderà tanto più bella! Le libere associazioni cooperative eccitano il prezioso sentimento della fiducia in sè stessi, svegliano il forte pensiero della responsabilità personale, stimolano al lavoro e al risparmio, insegnano il valore anche economico dell' onestà, educano all' idea e alla pratica dell' operar Collettivo pel bene comune, stringono ricchi e poveri in un salutare e fecondo nodo di simpatia e di mutua fiducia. Non sono, certo, una panacea, non sono il solo mezzo del miglioramento civile, ma ne sono un valido e nobile mezzo. E, pur nelle loro proporzioni modeste, tengono un altissimo posto tra 1' opere elette che ispira e rege la generosa idea della pace sociale ! L. wollemborg --------*- 2T O tizi e La spettabile Presiderà della nostra Società politica ha pubblicato il seguente APPELLO agli elettori della provincia d'Istria! In corrispondenza alle disposizioni statutarie, la Presidenza della Società politica istriana si assume la dirigenza superiore delle elezioni provinciali generali pel prossimo sessennio. Non è suo intendimento di avocare a sè tutta la relativa azione e costituirsi così quasi ad arbitra assoluta, per imporre la volontà sua a tutto il paese ; ma conscia della gravità della situazione, del lavorìo costante di una fazione avversa alla nostra nazionalità, alle nostre tradizioni ed istituzioni, che con ogni mezzo cerca inframmettersi, e memore che in simili contingenze soltanto l'unione fa la forza, la Presidenza si dirige fiduciosa agli elettori ed alla popolazione, affinchè tutti si uniscano a lei in un solo pensiero — il bene della patria — e tutti agiscano con lei concordi in una sola azione per conseguirlo. La Presidenza si costituisce perciò in comitato elettorale centrale per dirigere e regolare le elezioni dei deputati provinciali. A tale scopo essa ha già instituito in ogni distretto politico un Comitato elettorale distrettuale per la direzione delle elezioni da farsi entro il medesimo, tanto delle Comuni foresi che delle città, borgate e paesi industriali, lasciando a questi Comitati ogni maggior possibile libertà di iniziativa, di scelta dei candidati, e di azione. Elettori ! Intorno a questi Comitati stringetevi tutti: questi Comitati siano la sola vostra guida. Affinchè poi il Comitato elettorale centrale rappresenti quanto più possibile tutta la provincia, la Presidenza, oltre ai membri dei quali è composta, si aggrega anche due delegati di ciascun Comitato elettorale distrettuale, due delegati del collegio del grande possesso fondiario, nonché un delegato della Camera di commercio e di industria. Elettori ! La Presidenza ha piena fiducia che voi tutti, coadiuvati dall'intera popolazione, compenetrati della necessità di adoperarsi concordi per assicurare il buon esito delle nuove elezioni, non mancherete di corrispondere al caldo appello che la Presidenza vi dirige, di prestarvi senza distinzione di classe, di condizione e di rango, con alacrità e annegazione affinchè la patria nostra elegga a suoi rappresentanti persone che siano all' altezza dei tempi diffìcili in cui ci troviamo, e che con intelligenza ed amore si studino di provvedere ai nostri migliori destini. Pisino, IO maggio 1889 LA PRESIDENZA della società politica istriana Il convegno della Società alpina delle Giulie a Corgnale Era d' attendersi un convegno poco animato, chè il tempo ci fece le corna, ma non ostante le brutte previsioni per la pioggia senza tregua, riesci brillante quanto non riescirono parecchi de' precedenti. L' attrattiva della visita di una caverna poco conosciuta e immeritatamente poco apprezzata, fece sì che poco prima del congresso nell' albergo del sig. Mucha era raccolta una numerosa comitiva di signore e signori. Alle 11 ant. o poco più il sig. Eugenio Dr. Gei-ringer apre il congresso. Compiute le solite formalità, egli inizia le sue comunicazioni col leggere una lettera affettuosissima del cav. Tomaso Luciani, pervenutagli poco prima, in essa l'illustre patriotta mette parole così care, così gentili al nostro indirizzo che a lettura compita scoppia un applauso senza fine. Il presidente accenna poi al collocamento della lapide a Lupolano che seguirebbe il 30 m. c. ; alla pubblicazione del programma dell' attività, la cui realizzazione mette a cuore de' soci e di tutti i cittadini ; alle facilitazioni che la Direzione delle ferrovie Meridionali ci riconcede ; alle buone relazioni con le Società consorelle ed altre cose di minor interesse che tralasciamo per brevità. Dietro proposta di un socio viene incaricata la direzione a ringraziare il cav. Tomaso Luciani nel modo che riterrà più opportuno. Il sig. Herborn legge quindi un' applaudita monografia della grotta di Corgnale che speriamo vedere pubblicata quanto prima negli atti sociali. Viene letto poi un articolo Sulla Carsia, del cav. Luciani, articolo che 30 anni fa l'illustre uomo pubblicava in una rivista, ed accolta com'era da prevedersi, da applausi. 11 presidente sig. Geiringer chiude il Congresso salutando le signore ed i signori e animando tutti a cooperare a che il programma d'attività sociale venga svolto nel più breve tempo possibile. * * * Chiuso il congresso seguì la visita alla grotta illuminata con profusione e con arte, in modo che nessuna delle tante fantastiche bellezze che questo sito fatato offre, potesse passare inosservata. La caverna presentava uno spettacolo sorprendente; si passava di meraviglia in meraviglia e le ore sotto terra passarono leste, e tutti uscirono entusiastati e pienamente soddisfatti di ciò che avevano ammirato. Il pranzo sociale seguì alle ore quattro, riescendo come meglio non poteva riescire ; i brindisi in fine furono molti e cari. Alle ore 8 pom., chi per Divaccia, chi a piedi per Basovizza, tutti ritornarono a Trieste, contenti assai d' aver goduto impressioni che non si cancellano così presto dalla mente. E noi desideriamo che questo sodalizio vada progredendo sempre più, e che il programma che si è imposto con 1' njuto de' soci e con quello de' cittadini si svolga nel miglior modo possibile e più breve. (Indipendente) Neil1 ultima seduta della Commissione centrale per i monumenti storici ed artistici tenuta a Vienna, il presidente bar. de Helfert comunicò avere il membro della Camera dei signori, Carlo bar. de Reinelt, fatto acquisto dei monumenti romani in pietra scoperti negli anni 1887-88 in Monastero e destinati al museo dello Stato in Aquileja per cui la Commissione centrale espresse ringraziamento al donatore. Il corrispondente dott. Amoroso di Parenzo riferì che in Istria trovansi 345 castellieri e sopra proposta del relatore dott. Mudi fu deliberato d'invitare il dott. Amoroso ad indicare quali castellieri, per il loro carattere e per l'eccellente loro stato di conservazione, sarebbero meritevoli di protezione e quali monumenti da conservarsi. Il conservatore Rizzi e il corrispondente maggiore Schramm fecero comunicazioni sui lavori d'investigazione nei canali dell' Arena di Pola, e la Commissione centrale prendendone notizia espresse il desiderio che in caso di rinvenimento gli oggetti venissero conservati nel museo di Pola. Sopra riferta del consigliere edile Hauser, la Commissione centrale deliberò di rivolgere preghiera all'i, r. Ministero del culto ed istruzione affinchè accordi una annua speciale dotazione per gli scavi in Aquileja. La Luogotenenza di Trieste comunicò sulle misure da essa disposte per T esecuzione di una carta topografica degli scavi d'Aquileja, ciò che venne preso a notizia con viva soddisfazione. Giovedì 23 corr. il consiglio sanitario provinciale ha tenuto la sua seduta costitutiva in Trieste sotto la presidenza del vice presidente di Luogotenenza cav. de Rinaldini. , A presidente per il prossimo triennio venne rieletto il consigliere di Luogotenenza D.r A. Bohata, a vicepresidente il D.r Moisè Luzzatto. Il Gabinetto di lettura di Pola in memoria del suo presidente, l'indimenticabile Avv. Antonio Barsan, ha pubblicato, per unanime deliberato della società, in elegante opuscolo, la commemorazione letta nella apposita seduta addì 31 Marzo p. d. dal Notaio Dr. Felice Glezer. All' opuscolo è unita la fotografia del defunto assai bene riuscita. Il professore Luigi Chiozza è morto il giorno 22 corrente nella sua villa di Scodovacca presso Cervignano. La perdita di questo illustre nostro comprovinciale fu sentita con profondo dolore, e più vivamente nel luogo della sua abituale dimora e nella sua città natale Trieste, dove le rare sue qualità di ottimo capo famiglia, di cittadino operoso, benefico, erano più da vicino e continuamente apprezzate. Dedicatosi allo studio della chimica, fu una vera illustrazione della scienza, e di lui rimangono molti e pregiati lavori, pubblicati quand' era professore della società d'incoraggiamento in Milano. Nel 1850 intraprese col professore Emilio Cornalia di venerata memoria, una escursione scientifica in Istria, ed il risultato delle loro osservazioni, venne riassunto in una memoria col titolo „Cenni geologici sull' Istria" letta nell' adunanza del gennaio 1851 dell' istituto Lombardo di scienze lettere ed arti, e pubblicata nel bollettino dell'istituto stesso (fase. Vili e XIV 1852). Alla egregia desolata famiglia mandiamo 1' espressione della nostra profonda condoglianza. --—--:- DIRE E NON DIRE Accennare in coppe e giuocare denari : dire e non dire, lodare a denti stretti, battere la sella quando non si può battere il cavallo : ecco la linea di condotta di chi vuol vivere in pace con tutti. Di questa politica abbiamo avuto testé una prova in certa deliberazione quasi unanime di un consiglio comunale nell'Istria, contrastata da un solo indirettamente, e in uno scritto dell' Adria. (25 Aprile 1889). AW Adria dedichiamo oggi poche righe ' di risposta. La data è un po' vecchia ; ma alcuni nostri collaboratori vivono lontani, e il per riodico esce ogni quindici giorni : in ogni modo meglio tardi che mai. k\VAdria che è, come tutti sanno, il moretto dell' Osservatore triestino foglio ufficiale, non piacque che la gioventù istriana si sia fatta editrice dell'opuscolo del Prof. Tedeschi, in cui „titolo e autore" si danno la mano a farne indovinare la tendenza; cioè, come si dice dal giornale, l'apoteosi dell' elemento italiano in Istria. Niente affatto apoteosi; ma semplice difesa dell'italianità contro l'invadente slavismo. Spiace anche questo ali 'Adria? 0 vorrebbe lasciar libero il campo ai Croati? Se si, parli chiaro. Badi però che per le vigenti leggi ad ogni nazione è assicurato il possesso della propria lingua e civiltà; e che contro a queste nulla si è detto dall'autore dell'opuscolo. — „Ora, aggiunge l'Adria, lo studiare il passato per conservarsi la supremazia è a nostro vedere un' errore, perchè tende ad addormentare gli animi nelle gloriole degli antenati."— Questo, secondo V Adria, è il difetto capitale dell'opuscolo. È anzi il suo merito principale; il Tedeschi non batte l'aria, ma si fonda sulla realtà delle cose ; perchè anche le benemerite colombere della Borsa, di Sant' Antonio nuovo e di altri siti sanno oggi che sono appunto i Croati che si fondano sul passato, e ogni giorno tormentano la storia, l'archeologia, la filologia ecc. per dimostrare che l'Istria è terra slava, e che i Romani prima ed i Veneti poi furono gì' intrusi. A queste intemperanze ha risposto l'autore colla storia alla mano, e con moderazione come è riconosciuto dall' Adria stessa. Cade quindi l'accusa dell' addormentare gli animi colle gloriole del passato : il nome dell' autore, i suoi scritti, e le sue esplicite dichiarazioni in molti articoli nella Provincia, dove combatte il campanilismo e il ridicolo vanto del passato, doveano essere caparra del contrario. Si persuada l'Adria: P. T. non ha mai addormentato nessuno ; ed ha sonato la sveglia anche troppo. Anzi giuocherei che è questa quella tal tendenza che allega i denti all' Adria. Ora dei difetti ce ne saranno certo anche in questo opuscolo; come qua e là un certo distacco: si capisce che 1' opuscolo comparve prima in vari numeri, e che l'autore non ha avuto tempo di fondere e assimilare il tutto. M'accorgo a tempo però che è inutile cercare i fichi in vetta; perchè V Adria stessa dichiara che, come studio puramente storico il lavoro del Tedeschi è tutf altro che privo di molto interesse, e merita essere raccomandato a tutti i cultori di storia patria. Grazie tante; come poi un lavoro che prova troppo, che tira 1' acqua al suo molino, e che ha posto una tesi sbagliata, sia lodevole storicamente e raccomandabile, è una cosa che non si capisce, o meglio si capisce anche troppo, quando si rifletta al maledetto imbroglio in cui deve trovarsi uno che vuol dire e non dire, ed ha sempre davanti agli occhi lo spettro di quella tal tendenza che poco caritatevolmente si vorrebbe ad altri indicare. Ma lo ripeto, il Tedeschi è salvo, e può andare contento delle lodi, tanto più preziose perchè in bocca avversaria. Il male, il malanno e 1' uscio addosso toccò invece alla gioventù istriana editrice. È naturale, non potendo battere il cavallo si batte la sella. Qui poi cascò l'asino all' Adria. L'opuscolo è buono, è raccomandabile a tutti i cultori di storia patria. Pare adunque naturale che meriti lode e non biasimo chi ha raccolto le fronde sparse nella Provincia, e reso così un servizio alla storia. Biasimare chi ajuta un' opera buona è a dirittura la negazione della logica. Quando poi all'accusa di rettorica, distinguiamo come insegnano i rètori. C' è la rettorica del patriottismo che fa qualche volta gridare fuori di tuono — Italia, Italia col Filicaja e col Leopardi; perdonabile, perdonabilissima negli entusiasmi dell'età novella, e che può essere errore estetico, ma non della mente e del cuore. E c' è poi la rettorica del 27 del mese, che s'inspira al sacchetto, che ha le frasi fatte e le liriche dei Te Deum lauda-mus fuori di tempo. E da ultimo c' è la rettorica del silenzio che susurra, agli orecchi degli studiosi, ragioni per sopprimere questo, per tacere quello, e che fino ai nostri giorni ha sotratto agli studi della storia triestina tanto materiale di documenti necessari ad intendere i tempi, le persone e le epoche più memorabili. Ben venga adunque la rettorica della gioventù capoclistriana, rettorica che non si contenta di sole parole, ma vuole anche i fatti possibili; e perciò spende denari del suo per diffondere un' opera buona. E il rallentare, anziché stringere il borsello non è forse un fatto ? 0 vorrebbe forse fatti di altra natura, e non permessi dalle leggi ? Ma allora qualche giornalista si soffre-gherebbe allegramente le mani, e direbbe con un certo risolino: Te Deum.....l'abbiamo previsto.. Un patriotta istriano —-— --- Cose locali Dopo lunghe sofferenze, nella sera del 20 maggio è spirata la Signora Nicolina Madonizza vedova del marchese Anteo Gravisi. Una vita spezzata nel fiore dell'età a 42 anni! una vita tutta spesa nell'esercizio delle più sante virtù tra le pareti domestiche. Non ebbe figli, ed occupò parte del suo tempo con buoni studi ; colta, conosceva diverse lingue, e pregata dalla redazione di questo periodico, tradusse dall'inglese il prezioso opuscolo Note sopra i Castellieri ecc. del Capitano R. F. Burton console di S- M. Britannica in Trieste, traduzione che venne pubblicata nelle annate 1876 e 77 della Provincia, e poscia in opuscolo, editrice la redazione. Pochi mesi or sono, onde trovare sollievo nel dolore profondo per la perdita dell' amatissimo marito, aveva incominciata la traduzione del terzo volume che riguarda l'Istria, dell' opera insigne Dalmatia the Quar-nero and Istria ecc. di F. G. Iakson (Oxford — Cla-rendon tip. 1887) ma anche questa distrazione le fu impedita da un malore agli occhi. Pace all'anima sua. Abbiamo avuto la fortunata occasione di ammirare un nuovo stupendo lavoro del nostro Bartolomeo Gia-nelli. È una riproduzione all' acquarello in proporzioni ridotte del gran quadro del Carpaccio che si trova nella sala del consiglio del palazzo comunale, e rappresenta il podestà circondato dai consiglieri tutti delle famiglie nobili di Capodistria che fanno solenne ingresso in giorno di festa nel duomo per la porta maggiore ; quadro l'istaurato anni fa dallo stesso Gianelli. I! lavoro è di commissione di S. A. l'Arciduchessa Stefania, e dovrà illustrare la nota opera Oesterreichische Monarchie in Vort und Bild. L' artista uon si contentò di riprodurre con un facile schizzo i costumi dei personaggi storici per cui il quadro ha speciale interesse, ma volle con grande studio e fatica ripetere il quadro ; e vi riusci con una potenza di colorito che è uno dei migliori suoi pregi, e una sicurezza di contorni e fedele interpretazione della scena tanto che pare di vedere la tela appena sortita dallo studio dell' insigne nostro concittadino Carpaccio. Ad onore del nostro Gianelli non vogliamo tacere eh' egli accondiscese pregato a prestare 1' opera sua, ma senza compenso, unicamente soddisfatto dalla nobile ambizione di mostrare ancora un saggio della sua valentia e far onore al suo paese. --:---------- Appunti bibliografici Alberto Rondarli. Il mito italico nella filosofia positiva del XL secolo. Panna, Mattei 1889. Un volumetto in sedicesimo di pagine 155. Il mio carissimo amico Rondani non può lasciar passare un anno senza far gemere i torchi; e così, oltre rendere servizio al pubblico, trova modo di usare bene il largo censo. Afferrata un'idea, provato un sentimento, non si appaga di comunicare questo e quella agli intimi, e ai suoi valorosi discepoli dell' istituto e dell' accademia parmense ; ma fa a tutti ^alla mensa d'amor cortese invito." Se a molti non piace questa democratizzazione della scienza e del bello, pensino questi che i letterati ed i dotti non formano più una casta; e che, in compenso di qualche nuovo difetto la letteratura ci guadagna in estensione. Comunque sia, questo libretto mi ha procurato un' ora di piacevole lettura. Il mito italico nel XL secolo ! Che roba è questa? domanderà il lettore. Nella prefazione l'autore ci avverte di aver letto testò un curioso libercolo del Perès col titolo : Napoleone I non è mai esistito; in cui si inette in canzone certa ipercritica storica che vede in tutto miti e leggende. Ciò suggerì al Rondani l'idea di scrivere alla buona, senza acrimonia e con una critica festevole, un libretto, immaginando che cosa si dirà dai dotti nel secolo quarantesimo delle guerre d'Italia e dei due eroi: "Vittorio e Garibaldi. Quindi il titolo — Il mito italico nella filosofia, positiva nel XL secolo. E la conclusione secondo la filosofia positiva è la seguente: ^Sarà provato che i nomi Dante e Alighiero sono puramente allegorici; e che perciò è così vero che quel poeta non è mai esistito, come è vero che non sono esistiti mai quei due esseri mitologici, ai quali la leggenda degl'Itali attribuì i nomi di Vittorio Emanuele e di Giuseppe Garibaldi." L'immaginare che cosa si dirà di noi nei secoli futuri non è pensiero nuovo. Prima del Perès balenò a Dall' Ongaro in una sua commedia, punto bella; poi all'umile sottoscritto in un suo volumetto edito a Milano dal Bortolotti; con un titolo scomunicato, e che non è lecito ripetere ; e chi sa a quanti altri ancora. Ma il Rondani stesso dichiara di non cercare il merito dell' originalità, e solo vuole premunirci contro i guasti che tra una ventina di secoli, porterà nelle tradizioni italiche l'ignoranza dei dotti. E cosi via via con fina ironia, e con uno stile rapido, condensando le idee, mette in canzone le astruserie e le alzate d'ingegno di certi dotti. Il suo riso è piacevole, dirò così antinevrotico: il riso, se troppo, eccita il convulso, e fa affluire il sangue al cervello. Questo no; vegga il lettore per esempio, quale piacevole e insieme-calma sensazione produca a pag. 51 la seguente trovata, a proposito della statua di Napoleone I, che, come tutti sanno vaneggia nudo, quale mamma Letizia 1' ha fatto, in mezzo al cortile di Brera. „I1 magnifico mito conosciuto col nome di Napoleone, secondo l'opinione di molti eruditi sarebbe stato creato prima del duemila. Or bene, una recente scoperta esclude per sempre quell' opinione dal novero delle ipotesi degne d' esame. Nel paese dei Longobardi, tra le poche ruine dell' antichissima Milano, è stata trovata una statua in bronzo rappresentante il nume napoleonico con tutti i caratteri e gli attributi delle statue dette mitico-pagane. Onde resta indubitabilmente provato che il mito di Giulio Cesare e il mito napoleonico appartengono allo stesso tempo ed ebbero i medesimi adoratori; anzi le molte somiglianze che in quei due miti si riscontrano, ci conducono già a credere che possano essere una cosa sola." Avessi tempo e denari, vorrei anche io con questo stile comporre un libro — Il preteso mito italico del sentimento nazionale in Istria studiato nella filosofia positiva croata del XL secolo. Con un po' di buona volontà qualche dotto vi potrà dimostrare come il Diritto croato sia stato scritto da un sacerdote delle muse, chiamato Caligliene,, corrotto dagli usurpatori in Allighieri, ai tempi che fu eretto l'anfiteatro pulanin dagli architetti Vendi ai tempi del Bano Mocenigo, in memoria del fortuito annegamento di detto Bano nel Canale dei Brioni, come è evidente dalla frase tuttora adoperata dagli usurpatori italiani — affogare nei mocci. E in Nota. Moccio - escremento che esce dal naso ; ecco perchè i Veneziani discendenti dal croato Moc, avessero tutti, causa il sopraddetto incomodo, il naso alquanto lungo. Tornando al Rondarli, dirò che il suo libretto è davvero esilerante. Solo ci avrei voluto un' immaginare più largo e con più verve. Nè mi finisce neppur per celia la supposizione della nostra Italia ridotta allo stato selvaggio, e meno che meno la canzonatura a pagina 27, a proposito degli scheletri (V elefanti che si crederanno un prodotto inorganico e spontaneo delle rocce calcaree; perchè la storia naturale è oggi la più positiva delle scienze. Dei sonetti — Savoia e Caprera — e di altre poesie ristampate nella seconda parte del volumetto nulla dico, avendo già più volte con piena lode fatta nella Provincia la recensione dei versi bellissimi dell' amico. E il Rondani vi aggiunge alcune ciarle critiche, e fa menzione di tutti gli scrittori she si occuparono de' suoi versi; anche del Ser Appuntino della Provincia, e due volte a pagine 119 e 142. — L'autore espone le sue ragioni con brio, e spesso convince. E in quanto a quelli che de' suoi versi dissero più male che bene, l'amico ha un solo torto, quello cioè di averli presi sul serio. , Resta vero, dice egli, che un autore, il quale voglia prender lume dalla critica, ben poco si ajuta, se pur non si confonde, nella ricerca del bello." (pag. 127). Domandi il Rondani lume alla critica vera ; citi i giudizi dei periodici che vanno per la maggiore ; e non tratti l'ombra come cosa salda, preoccupandosi di ciò che possa aver detto Tizio, Cajo e Sempronio negli annunzi bibliografici dei giornali politici. Nicolò Maria Grego, Professore. — Studio critico e commento perpetuo sugli inni sacri di A. Manzoni. Parte prima. Cividale, Fulvio. 1889. Un volume in sedicesimo di pagine 153. Del Professor Pasquale Grego, da Veglia, già insegnante nel ginnasio di Capodistria, i suoi scolari, ora uomini, conservano buona memoria. Passato in Piemonte collaborò nella Rivista Contemporanea di Torino, con buoni racconti rivolgendo l'attenzione degl'Italiani al nostro paese, e illustrando alcuni punti importanti della storia istriana. Valente nel latino e nel greco, che insegna scientificamente ed esteticamente, (cosa rara oggi) sarebbe certo stato degno di sorte migliore ; ma vive contento unicis Sabinis nel ginnasio comunale di Crema, ed appartiene alla dignitosa classe dei dimenticati. La pera, dice il proverbio, non casca lontano dall' albero ; ed ecco, pianta di buon seme, un professor novello che viene innanzi con un'opera di letteratura, cioè: Nicolò Maria Grego, figlio di Pasquale, e da due anni insegnante a Cividale. Dumas padre vantava come sue le opere del figlio; c' è tanta maturità di senno e comprensione di seri studi nell'opera che annunziamo da dare anche al signor Grego padre un certo diritto sull' opera del figlio, da lui certamente guidato, consigliato, sorretto in questo studio critico sul Manzoni. Parrà a molti che il momento sia male scelto per questa pubblicazione, e vi manchi quindi l'opportunità : gl' inni sacri per vero sono oggi le poesie del Manzoni meno conosciute, e fatta eccezione di qualche collegio monacale, nelle scuole non si commentano più. Ma appunto perciò 1' autore stima opportuno rivolgere a queste una particolare attenzione. Al commento precede uno studio critico comprensivo e ben fatto, e in cui il giovane autore dimostra un ampia cultura, e specialmente lo studio del Tommaseo che ne suoi Studi Critici diede già un pieno commento agli Inni. Panni ci manchi però la confutazione importante alle critiche del De Sanctis che negl'Inni vide più il movimento artistico che la fede del credente: al De Sanctis bene o male mi sono ingegnato rispondere molti anni or sono nell' Illustrazione popolare di Milano. Così, a parlare sinceramente, non mi piace il titolo — Commento perpetuo, — titolo che sa troppo di calendario. E per vero un calendario perpetuo certo si può fare studiando quella specie di cabala dell'aureo numero e dell'epata, e della lettera dominicale, e di tante altre cose necessarie a sapersi per conoscere il cielo pasquale ; ma un commento perpetuo no. Nuovi studi, e specialmente nuovi raffronti meglio possono far rilevare il concetto dell'autore, e modificare quindi, o anche in certi casi mutare il commento stesso. Reco esempio subito. La similitudine del masso nell'Inno del Natale parve al Tomaseo più da ode di solitario meditante che da inno. Il Grego non è persuaso di ciò; ma potrà meglio commentare quindi innanzi, sapendo che la similitudine non è originale, ma tolta da un inno della chiesa, dal quale il Manzoni ha preso evidentemente l'intonazione come più volte ho notato nei miei scritti. Alto ex Olympi vertice Sanimi Parentis filius, Ceti monte desectus lapis Terras in imas decidens.... Più largo uso avrebbe potuto fare il Grego dei tre volumi di opere inedite del Manzoni pubblicate dal Bonghi, specialmente rilevando le varie correzioni e i mutamenti che accusano non venuti di getto i versi. Quelli sono passi più oscuri e più presentano i fianchi alla critica; cosi le strofe del Natale — E intorno a lui per V ampia — e le seguenti, dove il pensiero è più tormentato, e varie locuzioni non proprie accusano lo i stento. Negli autografi degli scrittori le troppe varianti, e i rifacimenti generano spesso l'oscurità o l'improprietà: i migliori versi sono sempre quelli venuti di primo getto. Nè a ciò si oppone il labor limae ; la lima si esercita sulle singole parole, o sulla miglior disposizione, sulle finezze del concetto ; ma tanto è piìi limpido e bello questo, quanto piti uscito spontaneo nella prima concezione. Adunque non commenti perpetui. Così come è, questo libro, dimostra però, lo ripeto, copia di cognizioni e assennatezza di giudizi nel giovane autore. E tanto più commendabile oggi, che è di moda da una parte l'adorazione degl'idoli nuovi, e dall' altra lo sprezzo dei vecchi. Il Grego fa fino da principio la sua confessione di fede — «Ammiro, dice egli, il genio del Manzoni e l'opera che egli portò alle patrie lettere, ma non disconosco i nuovi acquisti, nè credo che in lui sia limitato ogni processo artistico" — (pag. VIII.) Auguro all' egregio giovane una bella e meritata cattedra : guardandosi dai due estremi, egli andrà certo me-dius tutissimus ; e ciò di cuore gli desidera il vecchio amico : P. T. Ricerche preistoriche nelle caverne di S. Cangiano presso Trieste di Carlo D.r Marchesetti (Estratto dal Boi. della 3oc. Adriatica di scienze naturali in Trieste, Voi. XI, 1889 — Tip. Lloyd). „Tra T infinita serie di caverne, ond' è crivellato il seno del nostro Carso, il primo posto spetta a ragione a quelle di S. Canziano, ove il fiume Recca o Timavo soprano precipita in vasta e profonda voragine per inabissarsi dopo breve tratto nelle viscere della terra e non ricomparire che a S. Giovanni di Duino nelle celebri fonti del Timavo. La grandiosità della scena fece dire ad un americano, che ben meritava varcare l'oceano per ammirare tale magnificenza. Difficilmente si ritroverà un altro luogo, ove la natura abbia raccolto in sì piccolo spazio tanti e sì svariati fenomeni, il cui succedersi continuo riempie l'animo del visitatore della più grande ammirazione." Così principia 1'A., e ci descrive a vivi colori quel singoiar |luogo ; ma tosto incomincia a parlare lo scienziato, e noi assistiamo a un' esposizione chiara, ordinata, esatta e interessantissima delle vicende strappate alla gelosa custodia di tanti secoli trascorsi. Le caverne della voragine in cui s'inabissa il fiume, quelle che qua e là s' aprono nei fianchi delle vallicole circostanti e lo stesso S. Canziano furono luoghi preistoricamente abitati. Ma è la Grotta Tominz, la più ampia, che offrì all'A. una ricca messe d'investigazioni. Il suolo di questa grotta, non coperto dalle formazioni calcaree, racchiude in sè tutta una storia di archeologia preistorica. Delle innondazioni, avvenute a lunghi intervalli, hanno separato con istrati argillosi quattro distinti periodi cronologici. Nella maggior profondità appariscono gì' istrumenti litici e ossei, con grande numero di rozzi cocci e di resti d'animali. Un deposito d' argilla dello spessore di 20 a 40 cent, divide questo strato dal seguente. Qui l'ornamentazione dei cocci è un po' diversa ; scompaiono gli oggetti di pietra, diminuiscono quelli di osso, e si presentano i bronzei. Un altro strato argilloso dai 50 ai 60 cent, intercede tra il secondo e il terzo periodo preistorico, il quale mostra una civiltà più avanzata. Le stoviglie sono plasmate di argilla finissima e ben cotta : vi comparisce il ferro in quantità notevole, e si ritrova il vetro magnificamente opalizzato in numerosi frammenti di orcioletti. Da ultimo, un deposito superiore di ceneri più recenti fa supporre che la caverna fosse abitata ancora nel Medievo ; a tale conclusione inducono gli oggetti ivi rinvenuti. Ecco, adunque, in un escavo di circa 160 m. q., rappresentato tutto il mondo preistorico nelle epoche locali della pietra, del bronzo e del ferro. L'infaticabile Dottore vi avrà trovato la maggiore ricompensa alle sue nobilissime fatiche. Uno stupendo elmo di bronzo, rinvenuto incassato in una spaccatura della roccia, certo portatovi dalla corrente, forma altro argomento di studio ; e il chiarissimo A. concbiude appartenere esso elmo all' arte che fioriva nelle nostre regioni quattro o cinque secoli prima dell' Era volgare. Il Marchesetti si riserva a scavo ultimato i confronti dei nostri coi manufatti delle regioni vicine e affini. Due tavole litografate servono alla compiuta intelligenza del pregevole opuscoletto. Trieste, 20 maggio '89 L. G. —-------- PUBBLICAZIONI Ad eccitamento di egregi compatrioti ed illustri conterranei e comprovinciali, Adriano Della Rocca pubblicherà il suo „Materrio Nido" volume di poesie patrie e famigliari, dedicandone 1' intiero ricavato ai Pro Patria. 11 prezzo per i sottoscritti sarà di Lire 2 per copia. Quanti amano la patria non vorranno certo negare il loro nome, non tanto all' opera, quanto per il santo scopo a cui mira. Le schede riempite sono da inviarsi al prof. A. Dr. Iona Via Aquedotto 28 — Trieste. Et Salmista Venezian, parafrasi in terza rima del salterio, opera inedita d'ignoto autore del secolo XVI, pubblicata con note da Luigi Costantino Borghi di Venezia. Venezia tip. Lorenzo Tondelli editore 1889. : L'opera sarà entro l'anno del tutto stampata, se, come sperasi, non mancherà l'efficace cooperuzione del pubblico. CAPODISTRIA, Tipografia Cobol-Priora. Pietro Madonizza edit. e redat. responsabile