Giovan Battista Pellegrini CDV 805.99~311 Padova QUALCHE CONSIDERAZIONE SUL "RETOROMANZO" Nella complessa discussione circa la posizione linguistica del "retoromanzo" (o "ladino", in senso ampio), una entita dialettologica ritenuta autonoma e per lo piu unitaria in seno alle lingue neolatine secondo le trattazioni di tutti (o quasi tutti) i manuali di linguistica romanza, sara opportuno riesaminare brevemente la conce­zione di G.I. Ascoli che deve essere considerato il vero iniziatore di tale dibattito, condotto con notevole ricchezza di materiali (per i suoi tempi) e con un metodo scientifico. Le osservazioni degli storici, di altri studiosi e i brevi cenni dei linguisti prima della pubblicazione dei "Saggi ladini", del 1873, sono infatti in comparazio­ne, molto approssimative (piu spesso errate) e ben poca cosa.1 Qui non ci soffermeremo a considerare nuovamente la posizione di TH. Gart­ner e di altri glottologi, venuti dopo, i quali hanno anche tentato di giustificare stori­camente la teoria del "retoromanzo" che econsiderata per lo piu inoppugnabile e da tempo scontata, divulgata anche a livello popolare ed in generale assai gradita ai parlanti locali. Questo mio breve intervento costituisce una delle sintetiche premesse ad un contributo ben piu ampio e documentato che sto preparando per la massima rivista di romanistica ove, mi auguro, sara, tra non molto, ospitato. Come eben risaputo, estato soprattutto l' Ascoli a diffondere nella terminolo­gia scientifica delle lingue neolatine, la denominazione di "ladino" per indicare il "gruppo di favelle" che egli riteneva assai affini tra di loro tanto da costituire un gruppo dialettale autonomo, pare differenziato dal "cisalpino" o italiano settentrio­nale (ma qui la sua formulazione risulta francamente confusa!). Egli opto per il ter­mine suddetto verosimilmente perche "ladino" (da 1 a ti n u s) era denominazione indi­gena e popolare nella Val Badia, ove una parte della popolazione (circa 1900 abitan­ti secondo la stima del Gartner 1883, XX) del distretto o circondario di Wengen, cioe La Valle, Campill e San Martino della Torre sulla sinistra del Gadera come con­trapposizione agli altri valligiani dipendenti da Castel Badia (Sonnenburg) che si de­nominavano badioc'. La denominazione era inoltre nota anche per indicare, nei Grigioni, l'engadinese, pare, in un primo tempo, come "lingua dotta" (latina) rifa­cendosi ad una tradizione letteraria che ci riporta indietro nel tempo fino al 1560, Per la fase prescientifica mi), soror, frater, hebdoma, *lisura che non euna parola sia pure ricostruita, ma soltanto una "tipizzazione" ,9 *s k a it ho 'cucchiaio', abunde 'abbastanza", aqale 'solco d'acqua', grani tta 'mirtillo rosso': tut­ te voci delle quali credo di aver illustrato l'area assai piu correttamente in tanti (e troppi!) scritti; cosi dicasi altrettanto per de-avorsu, *nullia, acutus, acidus, *dragiu, cellariu, baptismu per baptisimus (503)10 ecc.; si veda ora il mio articolo Ladinisch: Interne Sprachgeschichte II. Lexik/Evoluzione del lessico, in LRL III (Tiibingen 1989), pp. 667-679. A proposito di "lessico re­ toromanzo" e assai curiosa la chiosa del Meyer-Liibke, REW 8934 *troj u 'Fussweg', 'Steig', 'Holzschleife': "Das spezifisch ratorom. Wort ist wohl vorrom."; credo sia ben noto agli studiosi quale el'area di troj, trodzo (e varianti) che comprende la massima parte del veneto (anche meridionale), il Trentino e parte deUa Cisalpina. Non so proprio come essa possa dichiararsi "specifica del 'reto­ romanzo"'. 9 v. il mio articolo Un continuatore di 1udere: *I u sura 'articolazione', in "Studi mediolatini e vol­ gari" XXVIII (1981), pp. 59-66. 10 I miei articoli etimologici sul ladino e friulano (edin generale sull'ltalia nord-orientale) sono elencati nella Bibliografia degli scritti linguistici tli G.B.P. (1945-1987), Padova (Dipartimento tli linguistica del'Universita) 1987, con indici. Ora dovrei aggiungere una nuova ottantina tli contributi. Purtroppo sul "retoromanzo" o ladino gravano ancora tanti pregiudizi ed e assai difficile convincere gli studiosi sulla reale situazione dei rapporti linguistici e sulle autentiche relazioni: esse non si svolgono affatto in senso orizzontale, secon­do la tradizione petrificata, ma assai chiaramente, e logicamente, in senso vertica­le, contrariamente a quanto si legge nei manuali di linguistica romanza; questi, vo­lutamente o per ignoranza, non si peritano di citare tesi antitradizionali e che in so­stanza non sono mai state demolite (alludo ad es. agli insegnamenti di Carlo Batti­sti); tesi che sono state sviscerate da ricerche puntuali durate per oltre un settanten­nio. Qui ho voluto soltanto antic!pare brevemente alcuni concetti che saranno inve­ce trattati diffusamente nel contributo qui sopra annunciato. ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE Ascoli 1873 = G.I. Ascoli, Saggi ladini ( = AGI 1). Battisti 1937 = C. Battisti, Storia della questione ladina, Firenze 1937. Bertoni 1916 = G. Bertoni, L'ltalia dialettale, Milano 1916. Decurtins 1964 = A. Decurtins, Das Riitoromanische und die Sprachforschung, "Vox Romanica" XXIIl/2 (1964), pp. 256-304. Gartner 1883 = Th. Gartner, Riitoromanische Grammatik, Heilbronn 1883. Kuen 1937 = H. Kuen, Die ladinischen Dolomitenmundarten in der Forschung der letzten zehn Jahre (1925-1935), "Zeitschrift fiir romanische Philologie" LVII (1937), pp. 481-520. Pellegrini 1955 = G.B. Pellegrini, Schizzo fonetico dei dialetti agordini, Venezia 1955. Pellegrini 1977 = G.B. Pellegrini, Studi di dialettologia efilologia veneta, Pisa 1977. Pellegrini 1977a = G.B. Pellegrini, Carla dei dialetti d'ltalia con un volumetto di commento, Pisa 1977. Pellegrini 1987 = G.B. Pellegrini, Ricerche di toponomastica veneta, Padova 1987. Pellegrini 1987a = G.B. Pellegrini, Quarant'anni di ricerche sul "retoromanzo" in "Ratoromanisch heute", herausgg. von G. Holtus und J. Kramer, Tiibingen 1987, pp. 49-61. Pellegrini 1986 = G.B. Pellegrini, Considerazioni sui rapporti lessicali delfassano, "Mondo ladino" X(1986), pp. 359-373. Prati 1914 = A. Prati, Escursioni toponomastiche ne! Venelo II, RDR VI (1914), pp. 139-194. Quaresima 1955 E. Quaresima, Parentela veneto-ladina, Trento 1955. Tagliavini 1972 = C. Tagliavini, Le origini delle lingue neolatine, 6 Bologna 1972. Schmid 1956 = H. Schmid, Ueber die Palatalisierung von C, G vor A im Roma­ nischen, "Vox Romanica" XV(1956), pp. 53-80. Tomasi-Pellegrini 1983 = G. Tomasi, Dizionario del dialetto di Revine (TV), con Prefazione di G.B. Pellegrini, Belluno 1983. Tomasi 1988 = G. Tomasi, Note di toponomastica prealpina, "Archivio per l'Alto Adige" LXXXII(1988), pp. 295-317. Vigolo 1987 = T. Vigolo, La palata/izzazione di C, G + A nei dialetti veneti, "AGI" LXXI fasc. 1-2 (1986), pp. 60-80. Vigolo 1989 = T. Vigolo, La palata/izzazione di CA e GA ne/ dialetto vicentino, in Quaderni patavini di linguistica, Monografie 6. pp. 383-389. Povzetek NIEKAJ OPAZK K "RETOROMANŠČINI" Avtor je ognjevit pobornik ideje o jezikovni nepovezanosti romanskih alpskih govorov (Furlanija, Dolomiti, romanski Graubiinden), ki jih večina učbenikov romanskega jezikoslovja uvršča v retoro­mansko ali, z v italijanski lingvistiki rabljenim izrazom, ladinsko jezikovno skupino, (gl. njegovo izčrpno študijo Ling. XXII, 1982, str. 3-64). T6pot predstavlja svoje poglede v zelo zgoščeni obliki. Kritično pretresa predvsem ideje začetnika teorije o povezanosti teh romanskih področij, velikega italijanskega je­zikoslovca G.I. Ascolija, pa tudi avstrijskih romanistov Th. Gartnerja in H. Kuhna. Dokazuje, da ni no­benega jezikovnega pojava, ki bi bil izrazito ladinski, torej neznan kateremu drugemu romanskemu go­voru. Tako so, npr., ohranjanje soglasniških skupin z likvido kot PL-, FL-, ohranjanje končnega -s, sin­kopa, ali pa znamenita alpska palatalizacija velarov v sekvenci CA-, GA znani tudi posameznim beneš­kim govorom. Avtor ravnotako zanika, da bi v alpskih govorih bili izrazi, torei izrazito retoromanski ali ladinski izrazi, ki bi drugod ne bili poznani. Opozarja na zmotno Ascolijevo stališče, da namreč gre za dve različni etnični plasti, ladinsko in beneško; in ta naj bi bila jezikovno obvladala prvo. Gre le za izo­glose, katerim pogojuje razsežnost jezikovni prestiž nekega govora.