TASSA POSTALE PAGATA EDIZIONE DEL SABATO la nostra lotta ORGANO DEU1 U.A.I.S. DEL CIRCONDARIO ISTRIANO . TERRITORIO DI TRIESTE Nonostante i sabotaggi e le calunnie i popoli della Jugoslavia celebrano il VI anniversario deli'A. V.N. O. J. procedendo a grandi passi sulla via del socialismo DIREZIONE — REDAZIONE — AMMINISTRAZIONE Riva Castelleone 2 — CAPODISTRIA, tele!. 170 ABBONAMENTI: Zona B e Jugoslavia anno: Din. 180, semestre Din. 90, trimestre Din. 50. — Zona A: anno L. 1400. semestre L. 740, trimestre L. 380. DINARI 2. - LIRE 10. Conto cori, nella Banca Istriana PRESA DI POSIZIONE DI EX COMINFORMISTI RIEDUCATI COL LAVORO DIFENDONO ORA LA VERITÀ' 11 „Comitato per la difesa dei democratici perseguitati in Jugoslavia“ definito ipocrita e reazionario dagli stessi „protetti“ BELGRADO — Settecentoventi ex adepti dell’Ufficip Informazioni facenti parte delle brigate di lavoro volontario «La verità vincerà» e «Con il partito per la vittoria della verità», i quali lavorano alla costruzione dell’autostrada Belgrado-Zagabria, hanno condannato la fondazione del «Comitato per la difesa dei democratici perseguitati in Jugoslavia», costituitosi a Parigi, qualificandola un tentativo ipocrita dei reazionari cominformisti di arrecare grave pregiudizio alla Jugoslavia ed al suo prestigio. I membri di queste due brigate di lavoro erano giunti all’autostrada un mese e mezzo fa, dopo esser stati liberati dal lavoro utile alla società che essi avevano dovuto compiere a motivo della loro attività cominformista. Entrambe le brigate sono state proclamate per cinque volte brigate d’assalto dell’autostrada. Al termine di un comizio organizzato oggi dai membri delle due brigate, essi hanno indirizzato una lettera alla redazione della «Borba» in cui sottolineano che il proclama del «Comitato di Parigi» sulle asserite persecuzioni nei confronti degli addetti dell’Ufficio Informazioni in Jugoslavia costituisce l’ultimo grado dell’ipocrisia. Gli ex sostenitori dell’Ufficio Informazioni sottolineando che quando venne pubblicata la risoluzione di Budapest, essi vi aderirono perchè erano stati impressionati dalle persone che la appoggiavano. Incamminandosi sulla strada della reazione, essi tentarono di rovesciare l'ordine sociale e statale del loro paese. Durante l’esecuzione dei lavori utili alle società a cui essi erano stati inviati, gli organi del partito e le autorità popolari hanno dato prova nei loro confront di una grande sollecitudine. La lettera dichiara: «Siamo testimoni delTumanità e del cameratismo degli organi del Potere Popolare, che ci hanno generosamente offerto tutte le possibilità per una nostra effettiva rieducazione. E’ precisamente in grazia -di queste possibilità che noi abbiamo esaminato e discusso, che abbiamo arricchito le nostre conoscenze della teoria e della pratica marxista e leninista e che. aiutandoci reciprocamente, abbiamo potuto accertarsi dalla verità». La lettera cosi continua: «Il nostro atteggiamento e la nostra condanna della risoluzione non sono determinati da qualche pressione'fisica o morale, bensi dal fatto che abbiamo potuto renderci pienamente conto dei termini dek dissidio ira il partito comunista dell”URSS (bolscevico) e del partito comunista jugoslavo ed in quanto non abbiamo voluto schierarci contro i nostri compagni e contro il nostro partito. Siamo venuti volontariamente all’autostrada Belgrado - Zagabria ed abbiamo formato due brigate di lavoro. La nostra decisione non è stata presa a caso, ma essa deriva dal nostro odio contro i calunniatori del partito comunista jugoslavo e dalla nostra risoluzione di lottare per la causa del nostro partito, per la vittoria della verità, per rapporti socialisti basati sull’eguaglianza e sulla giustizia fra i vari paesi socialisti. Il nostro partito non ci ha respinti ovvero inflitto la punizione che meritavamo, bensi al contrario ci ha permesso di riparare i nostri torti e di convincersi che eravamo dalla parte della menzogna e della calunnia e che, nei momenti più difficili, avevamo tradito i dirigenti del nostro partito e del nostro popolo». Nelia lettera si sottolinea quindi che il «Comitato di Parigi» è stato formato in seguito ad un diktat della centrale cominformista di Mosca allo scopo di creare in Francia un’immagine la più falsa possibile della situazione. «Ai cominformisti abbiamo dichiarato una guerra spietata e diciamo loro in faccia, sottolineamo gli autori della lettera, che essi sono dei calunniatori della nostra patria, dei re visionisti e distruttori dei grandi princip] su cui poggia il marxismo e leninismo». 206 O 219 E’ SEMPRE LO STESSO SEMPRE PIÙ’ EVIDENTE IL SISTEMA COLONIALE La stampa e l’opinione pubblica di Trieste prestano in questi ui timi giorni molta attenzione allo «ordine 206» del governo militare, órdine che assicura ai dipendenti del Governo militare una posizione giuridica speciale. Di fronte alle rimostranze dell’opinione pubblica il Governo Militare ha emanato un’altro ordine, il 219 che dovrebbe essere una spiegazione ufficiale di quello precitato. Ma.„an-che la spiegazione lascia le cose come erano. Sarà sempre il direttore per gli affari civili, oggi il gen. Eddelman, a decidere se si può muovere causa al governo militare, alle sue sezioni, uffici, od altro dove il governo militare è interessato, nonché «a singoli» nell’esercizio delle lora funzioni». In-somma per Trieste si profila una situazione che ricorda molto da vicino le condizioni nelle quali vivono gli indigeni nelle colonie. L’amministrazione-bianca gode di lina posizione particolarmente privilegiata. Anche ivi la legge dice IL €CASO ROSTOV> SI GONFIA UN per NUOVO PRETESTO diffamare la Jugoslavia SOFIA — L’epilogo del «caso Rostov» si avrà fra breve. I segni, premonitori si sono moltiplicati negl: ultimi giorni tanto che si attende di ora in ora l’annuncio ufficiale della data d’inizio. Non sembra d’altro canto, che l’ondata degli arresti sia finita; anche ieri, benché le autorità mantengano il più rigoroso silenzio, si è diffusa la voce dell’arresto di numerose personalità molto vicine alla direziòne del partito agrario bulgaro. Questi arresti vengono messi tutti in relazione al «processo del secolo» di Sofia. Intanto sono salite alla superficie alcune indiscrezioni molto interessanti sulla figura di Traicho Rostov, ritenuto prima del 2 marzo dello scorso anno il numero 2 del partito comunista bulgaro dopo Viko Cervenkov. Sembra ormai accertato che Rostov fosse una spia del servizio segreto inglese, come altrettanto certo appare il suo odio contro la Jugoslavia. Non a lutti è però noto che Rostov è il vero responsabile dell’arresto di due importanti contigenti di volontari bulgari che, reduci dall’aver combattuto in Spagna contro i morocchini di Franco, mentre facevano ritorno da Mosca in Bulgaria, caddero nelle mani della polizia fascista dietro una sua informazione. Nel 1942 la polizia fascista aveva operato una serie di retate: schiere di comunisti bulgari furono imprigionati e fucilati. Dopo la caduta del regime fascista si attendeva un’inchiesta contro questo misterioso uomo politico: fu una vana attesa. Non solo Rostov rimase incesurato, ma gli fu spianata la strada verso le cariche più importanti del partito del Governo tanto che prima del suo arresto egli controllava ogni atto del Governo ed aveva l’egemonia più assoluta sul settore delicatissimo dell’economia nazionale. Traiko Rostov è inoltre uno dei firmatari della risoluzione del Comin-form ed era sostenitore della corrente antijugoslava in seno al partito. Era nota infatti la sua opposizione alla linea di Georgi Dimitrov che egli definiva «troppo moderata»; e, a quanto si dice, le sue dichiarazioni nel corso delle riunioni della direzione del partito comunista a-vevano più volte incontrato le punte polemiche dello stesso Dimitrov. Ora quest’uomo sarà processato. I capi d’accusa, malgrado che la prima audienza sia attesa da un momento all’altro non sono ancora stati resi noti. Ma in linea generale è facile immaginare quali essi saranno; forse basterebbe tradurre dall’ungherese le imputazioni a carico di Rajk. Spionaggio per conto di potenze imperialistiche, intelligenze con il nemico, connivenza con Tito e la sua «cricca» per consegnare la Bulgaria nelle mani jugoslave. Particolarmente questa ultima imputazione sarà —- è prevedibile — molto discussa. Con ogni probabilità essa rappresenterà il perno del processo. Ma in ogni caso l'imputato principale sarà la Jugoslavia. A tutti questi interrogativi risponderà il processo. Ma sin d’ora l’atmosfera, a Sofia, non è delle più serene. Troppi punti oscuri, troppo pochi i punti chiari. SULLA SOPPRESSIONE DELLE SCUOLE SLOVENE NEFANDO NAZIONALISMO di elementi traditori E’ ben nota a tutti l’azione antidemocratica del GMA contro le scuole slovene, che, con una sua recente ordinanza disponeva la soppressione di ben 22 classi delle scuole elementari ed il licenziamento di 22 maestri. Contro questa nuova ingiustizia la popolazione slovena è insorta. Innumeri mozioni di protesta, con migliaia e migliaia di firme, sono state inviate al GMA di Trieste, da parte degli sloveni di Trieste e del ci rcondario, mozioni che reclamano la abrogazione della infame ordinanza. In contrapposto, la Confederazione dei SU cominformisti di Trieste ha tenuto un atteggiamento decisamente liquidatore, ed ha tentato di ostacolare la lotta conseguente della federazione dei lavoratori culturali facendo delle dichiarazioni ambigue nelle quali si arriva a qualificare lo sciopero dei professori e maestri sloveni «quale azione provocatoria della cricca di Tito». Simile azione opportunistica e capitolotarda dimostra qual’è lo spirito che anima i dirigenti dei" SU di Viđali, i quali, a parole si proclamano difensori e lottatori conseguenti per i diritti del popolo lavoratore, per poi smentirsi con i fatti. Riferendosi a questo comporta-emesso la seguente dichiarazione: mento della Confederazione dei SU la Federazione dei lavoratori ha In collegamento con la dichiarazione della Confederazione dei SU in rapporto allo sciopero di prote- sta di sabato, dei maestri e professori sloveni, la Federazione dei lavoratori culturali deve accertare quanto segue: Gli attuali dirigenti dei SU non hanno il diritto di parlare di lotta per la scuola slovena e di difesa dei maestri sloveni, poiché essi dirigenti hanno abbandonato questa lotta e tradito, con l’azione contraria allo Statuto degli SU e contro i principi democratici della libera unione professionale, hanno sciolto l’intera federazione dei lavoratori culturali. Simile comportamento lo possono avere solamente ìe autorità più reazionarie, che con Io scioglie-mento delle organizzazioni profess.o-nali credevano di ostacolare la lotta del popolo lavoratore in difesa dei suoi diritti. - - -ù Oggi possiamo affermare che Fazione sindacale per la scuola slovena avrebbe difficilmene un successo se ciò dipendesse dall’attuale direzione opportunista e sciovinista dei SU. A lungo abbiamo dovuto attendere la soia risposta se anche essi sono per lo sciopero. Proprio questo fatto dobbiamo sottolineare oggi perchè gli attuali dirigenti dei SU vogliono appropriarsi di ciò che non è loro e soltanto perchè lo sciopero ha avuto successo. Nello stesso tempo invitiamo i membri delle altre categorie a trarre le conclusioni necessarie da questo caso ed a chiudere definitivamente i conti con i loro dirigenti opportunisti che ostacolano ogni azione più seria e decisa. chiaramente che il bianco ed il negro non sono uguali perchè, secondo i loro principi, appartengono a 2 razze diverse, delle quali, una è superiore ed ha il dirito di comandare, l’altra è inferiore ed ha il dovere di curvare la schiena. Che un tale sistema venga portato in una città civile come Trieste dimostra soltanto che l’imperialismo la per certi bianchi le stesse discriminazioni razziali da esso praticate per i negri. Ne deriva inoltre che oggi l’imperialismo vuoi ridurre a colonia diretta anche i paesi ieri fra i piu progrediti ma che oggi, venduti dalla loro borghesia, hanno perduto qualsiasi indipendenza. Non c’e da stupire quindi che anche la reazione nazionalsciovinista italiana sia stata punta da queste iniziative del GM. per quanto siano stati già bene addomesticati in quattro anni di dorato servaggio. Concludere però da questo fatto, come fanno i cominformisti, che esiste la possibilità di intesa con la reazone nazionalsciovinista italiana! ciò significa, per lo meno, ingenuità senza limiti, ma, nel caso concreto, trattasi invece di profonda malafede. Il cast) del sindaco Pacco, cominformista di Mug-gia lo dimostra. Dopo che questo «campione della difesa degli interessi nazionali sloveni» ha accettato l’imposizione del presidente della zona di vietare una volta per sempre l’uso della lingua slovena nelle sedute del consiglio comunale di Muggia, ecco che il CC cominformista ti salta fuori e dice che Pacco ha fatto bene e che, insomma, bisogna tendere alla pacificazione con il nemico di classe, cioè con i pui arrabbiati nemici del popolo. E per mascherare meglio questa posizione di tradimento in un’articolo della cronaca di Trieste dell’Unità, si rispolvera la tesi, tanto cara a Viđali, della nazione dominante a .Trieste, che a «Tetta- sua sarebbero gli anglo-americani. In tale articolo è detto testualmente: «. . . addita (la stampa titista) come bersaglio la borghesia sciovinista italiana, la quale certamente ha le suo colpe, ma oggi conterrebbe un bel niente se non ci fossero a sostenerla gli imperialisti angloamericani.» Gira e rigira la «nazione dominante» sono gli anglo-americani e la borghesia italiana ha soltanto «piccole colpe». I cominformisti le hanno impartito l’assoluzione. Essi, naturalmente ,non riflettono che per gii imperialisti l’oppressione degli sloveni non è una questione cosi vitale come lo è per la borghesia italiana per la quale questa oppressione è diventata ormai una abitudine. E come l’Italia di De Gasperi serve gli imperialisti, cosi opera, insieme ai suoi confratelli della repubblica, anche la borghesia sciovinista italiana. Queste cose le fa si nell'interesse dei-imperialismo, ma le fa anche e, principalmente, nel proprio. Ed in questo suo interesse i democratici devono colpirla senza pietà, decisamente e non mai andare alla ri- PARALLELAMENTE ALLO SVILUPPO DELL’INDUSTRIA ELETTROTECNICA JUGOSLAVA, PROCEDE L’ISTRUZIONE TEORICA — PRATICA DEI GIOVANI APPRENDISTI OPERAI TRIESTINI VISITANO LA SLOVENIA Le testimonianze oneste demoliscono le calunnie Su invito del Comitato Centrale dei SU della Slovenia un gruppo di lavoratori dell’ILVA, Fabbrica Macchine, Dreher e della Tranvia di Opicina hanno compiuto una breve visita in Slovenia. Accolti con fraternità da dirigenti sindacali di Maribor hanno visitato una grande fabbrica di automobili -inesistente nella Jugoslavia dei Ra-rageorgevic e che è stata creata dopo la liberazione -— dove vengono costruiti i più complicati meccanismi dalle maestranze, operai e tecnici compresi, che si sono impegnati per una sempre maggiore produzione. E’ seguita quindi una visita al complesso industriale di Strnišče, lina delle maggiori fabbriche di alluminio d’Europa, che è in costruzione. Dopo varie ore di percorso attraverso numerosi obiettivi industria i in costruzione e che saranno portati a termine nel primo piano quinquennale, i lavoratori hanno potuto accertare quale slancio anima i lavoratori Jugo slavi che stanno edificando con gli sforzi collettivi cose mai viste sinora. Il complesso industriale di Strnišče occupa una area di 12 km. quadrati. Vari reparti sono già in attività e giornalmente centinaia di vagoni entrano carichi di materie •prime ed escono coi prodotti finiti. Quattro linee ferroviarie collegano la fabbrica con l’esterno. Altra grande sorpresa per i lavoratori di Trieste è stata la visita alla grande centrale idroelettrica a Maribor dove una turbina è già in funzione e altre seguiranno in breve. Sia nella centrale idroelettrica che in altri obiettivi i lavoratori hanno parlato con gli edificatori del socialismo in Jugoslavia i quali hanno dichiarato con orgoglio cerca di scappatoie per poter coprire meglio gli opportunismi e le vigliaccherie. Con simili elementi è facile emanare a Trieste ordini sul tipo 206 e 219. UNA NOSTRA CORRISPONDENZA PARTICOLARE DA BELGRADO CONTRIBUTO DEI LAVORATORI ITALIANI PER LA COSTRUZIONE DEL SOCIALISMO NELLA RPFJ Nei giorni scorsi un gruppo di partigiani italiani è estato ospite gradito della RFPJ. Sono tutti vecchi combattenti della guerra di liberazione e molti di essi hanno lottato, fianco a fianco, con i fratelli jugoslavi sui campi della Serbia, Bosnia, Vojvodina ecc. contribuendo valorosamente alla vittoria delle forze proletarie sulla barbarie dell’imperialismo fascista. Ed ora, dopo quasi cinque anni, in questo periodo così eccitato e Tumultuoso per la storia del mondo socialista, questi compagni hanno voluto sincerarsi con i loro occhi da che parte sia la verità. Tutte le calunnie concertate da’la stampa cominformista in Italia ed all’estero hanno lasciato increduli i partigiani italiani che molto bene conoscevano il valore e l’onestà dei dirigenti comunisti jugoslavi un tempo loro comandanti e compagni nell’aspra lotta di liberazione. Sapendo che stando a casa propria, spesso non è possibile rendersi conto della realtà dei fatti, hanno chiesto alle autorità jugoslave il permesso di visitare la Jugoslavia ed il suo'popolo E questo desiderio è stato accolto con gioia dai loro vecchi compagni. Dopo una minuziosa visita alle principali cit- tà e centri industriali della RFPJ sono stati ricevuti in visita dal compagno Tito. In questo colloquio hanno espresso tutta la loro gioia per aver constatato false ed assurde le notizie propalate ai quattro venti da radio Mosca, Bu-uapest e Praga e di essersi pienamente convinti che la nuova Jugoslavia cammina a grandi passi verso la costruzione socialista, seguendo una stretta linea marxista-leninista. . Ed è in occasione di questa visita che il maresciallo Tito ha espresso il desiderio di sviluppare rapporti economici col popolo italiano. «La produzione italiana e jugoslava si compendiano — ha detto — e non vedo il motivo per non cooperare reciprocamente.» Ma ciò non basta, egli ha aggiunto che ìa Jugoslavia ha bisogno di un paio di decine di migliaia di operai specializzati italiani e il suo desiderio sarebbe che delle delegazioni operaie o sindacali italiane venissero in Jugoslavia per sincerarsi delle grandi possibilità offerte da questa alle migliaia di lavoratori italiani disoccupati. Chi scrive conosce molto bene la Jugoslavia e segue, passo a passo, la vita dei lavoratori italiani in questa terra. Credo che in nessuna parte il lavoratore italiano sia stato accolto con tanto amore e comprensone come qui. In tutte le città esitono delle comunità italiane. Tralasciando di parlare di Fiume e di Pola, già abbastanza note, prendiamo in considerazione gli altri centri industriali jugoslavi come: Belgrado, Zagabria, Lubiana, Spalato, Sarajevo, Tuzla, Kragujevac, Titogrado e Zemun. Il grande afflusso in questi centri ha avuto iniziò dal gennaio del 1947. Le organizzazioni sindacali del luogo si sono date subito da fare per sistemare nella maniera più conveniente queste masse di lavoratori. Tutti furono convenientemente alloggiati ed i più bisognosi immediatamente provvisti del vestiario necessario. Presto si pensò anche ai bisogni culturali dei lavoratori. In ogni città fu creato un circolo di cultura dove gli operai, nelle ore libere dal lavoro, potevano ricrearsi. Con l’aiuto dei sindacati si formarono delle biblioteche abbastanza ben fornite e dall’Italia arrivava la stampa sebbene ciò non risultsse di gradimento del governo italiano. Gli ammogliati fecero arrivare anche le proprie famiglie e furono costituite delle scuole per i loro figli. Ma ciò che l’operaio italiano deve sapere è che tutti gli operai stranieri hanno per legge uguali diritti a qualsiasi altro cittadino jugoslavo. Successivamente vennero stipulati i primi contratti di lavoro tra gli operai ed il Ministero del lavoro. Attualmente tutti i lavoratori stranieri sono raggruppati in. cinque categorie che vanno dal docente universitario all’operaio specializzato. Per gli operai non qualificati ,non è stato possibile concludere, fino ad ora, nessun contratto speciale, pur usufruendo essi ugualmente di tutti i diritti di un operaio jugoslavo della stessa categoria. Per le diverse categorie sono contemplati i linimi di paga ed il lavoratore ha diritto a tutte le assistenze mediche ed ospitaliere. Usufruisce norma'mente della licenza annuale pagata ed, in più, ha rimborsato del 75 p. c. il biglietto ferroviario di andata e ritorno fino alla località di residenza in Italia. E’ doveroso però far presente che una difficoltà esiste, quella degli alloggiamenti. Ma questo è un problema che preoccupa tutto il mondo non escluse le Americhe per nulla toccate dalla guerra. L’o- pera di ricostruzione in Jugoslavia è travolgente. Tracce della guerra se ne vedono sempre meno e l’aspetto delle città cambia ogni giorno. Vengono costruiti a tempo di record interi rioni di case operaie secondo i più moderni dettami della tecnica. In questa immane opera di ricostruzione grande parte ha la mano dell’operaio italiano. Giornalmente abbiamo fulgidi esempi di record di lavoro conseguiti dai nostri lavoratori. Ma se un accordo veniste stipulato, molto di più potrebbe essere dato dalla classe lavoratrice ita-Iaina, contribuendo così al rafforzamento del fronte socialista mondiale. Il lavoratore italiano poco sa di quello che si fa e degli orizzonti che gli si aprono dopo le parole del maresciallo Tito, Mandi pure —- come dice Lui -— le proprie delegazioni a sincerarsi. Lo spazio mi è maligno, ma mi propongo di illustrare in seguito con articoli documentati la vita Feale dei nostri lavoratori in Jugoslavia in rapporto alla costruzione del Socialismo. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A BELGRADO: STEFANO FINESCHI che ciò che gli operai di Trieste hanno visto è una minima parte di quanto oggi viene costruito nell’ambito del piano quinquennale. Durante i colloqui gli operai triestini hanno potuto eccertarsi che il Potere Popolare, sotto la guida del PCJ e del comp. Tito, stà ora conducendo la lotta per la realizzazione della economia pianificata base del socialismo. Hanno potuto accertarsi che il settore socialista si allarga ogni giorno di più in tutti i settori della vita della nuova Jugoslavia. .Hanno potuto constatare altresi che tutta la campagna della reazione cominformista contro la Jugoslavia, è basata unicamente sulle calunnie e che malgrado tutti i sabotaggi e gli ostruzionismi in Jugoslavia si stà edificando il socialismo. Gli o-pérai rientrati alle loro sedi hanno inviato al compagno Tito il seguente telegramma: Compagno TITO! Gruppo operai sloveni italiani fabbriche Trieste in visita fabbriche Slovenia assicurano quanto con statato consolida nostra convinzione che popoli Jugoslavi nonostante tutte difficoltà marciano decisi verso socialismo. Constatiamo che sotto Vostra geniale guida lavoratori tutti con a capo PC sostengono grandi sforzi per effettuare industrializzazione e-lettrificazione paese contemporanea trasformazione campagna in forma socia1 ista. Consci realizzazione socialismo in Jugoslavia base per lotta contro revisionismo grande contributo movimento proletario mondiale. Questa realtà è contrapposizione attacchi calunnie UI perciò premettiamo che ritornando fabbriche sapremo spiegare lottare per vittoria verità contro calunnie — esprimendo nostra solidarietà. Programma delle manifestazioni per l’anniversario della proclamazione della R.P.F.J. In occasione delle celebrazioni per l'anniversario dell’AVNOJ a partire da martedì 29 c. m. si svolgeranno nel Circondario diverse manifestazioni ed inaugurazioni di opere pubbliche. Diamo in breve uno specchio delle principali: 29 nov. Inaugurazione a Sicciole dei nuovi ponti. Elettrificazione nella località di Seghetto. Copertura del tetto alla casa del cooperatore di Buie, e cosi pure in quella di Ma-resego. Nella medesima giornata verranno svolte pure delle manifestazioni di carattere sportivo e culturale, e precisamente: Per la coppa 29 nov. offerta da «La nostra lotta» un cross country su un percorso accidentato di 5000 m. Incontri di calcio tra le squadre del Cittanova contro guarnigione AJ e rappresentanza umaghese contro AJ a Portorose. Per la pallavolo si svolgerà a Portorose un torneo a quattro tra le squadre del-l'AJ, di Capodistria, di Buie e di Trieste. A Portorose su otto tavoli verrà disputato un torneo scacchistico tra le rappresentative dell'AJ e di Trieste. La Nostra Lotta LAVORO D'ASSALTO NEL DISTRETTO DI CAPODISTRIA Contro le condizioni atmosferiche si oppongono lo spirito e la volontà Da ogni parte del Circondario giungono eloquenti dati che testimoniano con la chiarezza delle cifre i’ successo degli sforzi costruttivi Nonostante le condizioni atmosferiche non del tutto favorevoli prosegue nei vari settori del distretto l’attività lavorativa d’assalto. Le relazioni pervenute da vari settori ne sono la più eloquente prova. Vediamo dunque che a Topolovac nei giorni dal 10 al 20 nov. hanno partecipato al lavoro volontario 45 membri delle org. di massa i quali hanno effettuato 360 ore lavorative alla riparazione delle strade locali. A S. Tommaso invece si è notato un impulso quanto mai significativo e una maggiore partecipazione al lavoro. Infatti notiamo ben 48 presenti e 480 ore lavorative pro casa del cooperatore di Bertocchi - S. Tommaso. A Labor hanno partecipato al lavoro volontario 40 persone, le quali hanno dato la loro prestazione volontaria per la costruzione della nuova sede del CPL a Borst, e per la pulitura dei canali lungo la strada (puliti 360 m). A Tribano si sono effettuate pure 58 ore di lavoro volontario pro casa del cooperatore e pulizia dei canali lungo la strada. A Bonini 30 ore lavorative pro casa dei cooperatore. Complessivamente sono state effettuate 1248 ore lavorative. Si è lavorato pure in altri settori: ma le relazioni non ci sono pervenute, e cosi non possiamo dare ai lettori una relazione esauriente. Nonostante le ripetute critiche, certi responsabili delle organizzazioni di massa, non compilano le relazioni del lavoro svolto nella base o nel settore, essi ostacolano cosi la nostra stampa che ha il compito precipuo di valorizzare lo sforzo costruttivo delle nostre masse popolari. Il Comitato Distrettuale dell’UA IS dovrebb eprendere opportuni provvedimenti in merito per far si che la nostra popolazione sia informata del lavoro e di ciò che viene fatto nel nostro circondario. PORTOROSE RIFIORISCE Nel corrente anno il Potere Popolare aveva iniziato grandi lavori di restaurazione del centro turistico alberghiero di Portorose. Già aU’ihizio della stagione erano en- trati in funzione due albèrghi. Lo stabilimento balneare era stato completamente rinnovato. I parchi avevano ricevuto le cure di abili giardinieri. A questo restauro avevano contribuito le organizzazioni di massa mediante il lavoro volontario. Il grande afflusso di turisti, specialmente dalla Slovenia, incominciò nei mesti estivi. Migliaia e migliaia di persone (gite collettive, filiali sindacali) soggiornarono. Non erano più i «turisti» borghesi, pieni di boria ed arroganza, ma lavoratori, coloro cioè che stanno realizzando il socialismo. Portorose è cosi divenuta centro di attrazione, centro di riposo di coloro che nelle fabbriche, nelle campagne, nelle miniere, nei boschi, con il sudore della fronte costruiscono una vita migliore. Questa è infatti la concezione di turismo negli stati a carattere socialista. Per il prossimo anno è stato approvato un vasto programma di lavori di restaurazione dei restanti albèrghi ed attrezzature turistiche. Portorose diverrà cosi centro turistico per eccellenza del nostro Circondario. Sempre durante la presente stagione si è attuato un vasto pro- gramma di manifestazioni culturali, con l’intervento di vari complessi jugoslavi. L’Armata Jugoslava di stanza a Portorose ha aperto un cinematografo. Agli spettacoli interviene numerosa la popolazione. Sono stati organizzati inoltre corsi serali di perfezionamento e per analfabeti, sia il lingua italiana che in lingua slovena. Il circolo di cultura popolare slovena locale sta costituendo un gruppo corale misto. E’ stato pure iniziato un corso d’università popolare (ciclo di conferenze nelle quali vengono trattati problemi politici, economici e culturali che riguardano la popolazione del Circondario). Il circolo sportivo locale, con l’appoggio del fronte, si sta rafforzando e nella presente annata sportivj. si metterà al lavoro, concreto. Il distaccamento dell’AJ di Portorose ha dato un grande appoggio al rifiorire di questo centro. Lavoro volontario, costruzioni, appoggio nel campo culturale, sportivo, economico, sanitario ecc. Tuttociò dimostra che una armata uscita dalle file del popolo, lavora per il popolo e difenderà le sue conquiste contro gli imperialisti e revisionisti che minacciano la sovranità e l’indipendenza dei piccoli paesi. .LA COOPERATIVA COSTRUZIONI DI MARESEGO 95 CASE E 4 SCUOLE BILANCIO PIÙ’ CHE SUPERBO , » ■ ' ' 4 : ,-V ■ ré LA CASA DEL COOPERATORE DI MARESEGO. CHE VERRÀ’ COPERTA IN OCCASIONE DEL 29 XI FATTI AL CENSIMENTO DEL VINO Una lezione d'onestà data dai più coscienti L'AMMASSO DELL'OLIO D'OLIVA L’approvvigionamento assicurato grazie una larga partecipazione A tutti è nota l’importanza che riveste per lo sviluppo della nostra industria conserviera e per l’approvvigionamento dei grassi ai lavoratori la produzione dell’olio d’oliva nel nostro circondario. L’olio deTTstria è pure ben conosciuto sui mercati internazionali. Purtroppo la produzione dello stesso era stata ridotta al minimo dai fieddi intensi degli anni precedenti. Quest’anno invece è previsto un abbondante raccolto di olive il che contribuirà in misura notevole al o sviluppo della nostra eco- ALACRI PROCEDONO GLI ULTIMI LAVORI SULLA STRADA LO-ZARI - S. GIOVANNI, NUOVA ARTERIA CHE CONTRIBUIRÀ’ ALLQ SVELTIMENTO DEI COLLEGAMENTI NEL CIRCONDARIO nomia. In vista di ciò recentemente è stato emanato da parte delle autorità popolari un decreto riguardante l’ammasso obbligatorio dell’olio d’oliva. Certamente produttori, consci dell’importanza di questo per l’economia coiletiva, verseranno all’ammasso le eccedenze del loro prodotto ricavandone, oltre all’equivalente -n denaro, anche i buoni per l’acquisto di prodotti industriali. Ci sarà però, qualche speculatore che per trarre illecito profitto, tenterà di occultare il suo prodotto. Sarà quindi, necessaria una accurata vigilanza degli organi del Potere Popolare 'n stretta collaborazione con i lavoratori della città e della campagna. Nel caso in cui certi sabotatori asciassero marcire la loro olive sarà opportuno organizzare una azione di raccolta volontaria. Questo sarà compito delle i rganizza-zioni di massa. Si renderà necessaria la costituzione di brigate di lavoro per la raccolta delle olive nelle cooperative agricv.e di produzione. A tale pronosite possiamo citare un esempio. Un gruppo di lavoratori che prestano la loro opera sulla strada Monte......Villa- nova ha raccolto la scorsa settimana oltre 100 kg. di olive il cui prodotto servirà per la loro mensa. I' loro esemplo deve, osici sc-guit i pure da altri collcttivi rii lavore So1 amente con il coni, tonto collettivo di tutte le forze lavorati ici del circ mdarn realizzar e mo il programma economico del cho.ndario, per il raggiungimento di un migliore avvenire. Recentemente ha avuto luogo nel circondario istriano il censimento del prodotto vinicolo, attuato ai fini della imposta sugli scambi e per evitare che agricoltori ed osti poco scrupolosi eludessero il fisco, mentre i nostri lavoratori che stanno attuando un migliore avvenire pagano regolarmente i loro contributi. La quasi totalità dei produttori ha fatto registrare l’esatta quantità del loro vino, però vi sono stati dei casi di denuncia di un quanti-tivo minore di quelle prodotto e ciò naturalmente a fini speculativi. Ad esempio a Sicciole tale Pre-donzani Giorgio, ben noto per il suo livore antipopolare, ha denun ciato di aver prodotto 75 hi di vino, nel mentre un controllo ne ha accertati 92 hi. Altrettanto ha fatto 10 speculatore Grio Giacomo da Capodistria il quale denuncieva 30 ettolitri e ne aveva invece prodotti 98. Segue Giurgievic Giovanni da S. Vito, che ha ommesso la denuncia di 29 ett. di vino e Bassanese Antonio da Fiorini il quale ha denunciato per prodotti 84 ettolitri di vino, mentre ne aveva prodotti ben 147. E’ logico che tali ingenti quantitativi di vino erano destinati all’immissione illecita sul mercato, favorendo cosi la speculazione e danneggiando la nostra economia ed i lavoratori che con il lavoro d’assalto, le innovazioni ecc., impegnano le loro forze per l’aumento della produzione. Ogni onesto democratico non può non condannare simili elementi che non si ambientano nella nuova epoca in cui si sta forgiando un migliore avvenire per il nostro popolo. NUOVE NORME sulle restrizioni di energia elettrica 1. Le utenze privale devono lim:ta-re il sonsumo a 18 KWh mensili. 2. Le utenze industriali devono limitare il consumo in modo da non superare il 75 p. c. del valore in KWh registrato nei mesi maggio giugno 1949. 3. L’artigianato deve limitare li consumo in modo da non superare 11 valore in KWh registrato nel mese di ottobre 1949. 4. La linea tranviaria di Pirano durante il periodo delle restrizioni dovrà osservare il seguente orario limitato: dalle ore 7 alle 8, dalle ore 11.30 alle 12.30 e dalle ore 17 alle ore 18. 5. Il consumo dell’energia elettrica potrà essere controlato in qualsia- si momento dalle aziende distributrici, ed i trasgressori saranno puniti con la sospensione della fornitura di energia, per un periodo di tempo che va da una settimana fino a un mese. 6. Dalle predette restrizioni saranno esenti gli ospedali, i mulini, i torchi e la stazione radio. 7. Le presenti norme entrano in vigore immediatamente. Costituita nel mése di marzo del 1946 ed iniziati i lavori nel mese di giugno dello stesso anno, la cooperativa d Costruzione di Marese-go ha oggi al suo attivo la ricostruzione di 95 case tra Je quali è doveroso ricordare la ricostruzione di 4 scuole e la completa costruzione di un’altra nella stessa Maresego. Il campo di lavoro della cooperativa è molto vasto. Citeremo le località di Cesari, Vanganello, Borst, Scoffie, Campella Salara, Semedel-la ecc. nonché oltre un centinaio di altre località minori. L’impegno assunto dalla cooperativa è dunque enorme date anche le distruzioni della guerra. Ma i risultati sinora raggiunti danno la garanzia che il problema delle abitazioni nella campagna, soi;to imperioso dopo la guerra, verrà risolto. L’importanza però della soluzione di questo problema oltrepassa il campo della ricostruzione presa in se stessa ed entra nel campo della modernizzazione delle case agricole nelle campagne. Le case che ora vengono costruite o riparate non hanno più quella fisionomia caratteristica di decadenza e miseria che avevano le case di campagna prima della guerra. Ora le abitazioni dei nostri agricoltori sono igieniche e moderne, degne insomma di ospitare chi lavora e produce per la comunità. Le case distrutte dalla guerra, nel campo di attività assunto dalla sopra citata cooperativa, sono 134. Data ora questa cifra e conoscendo quella delle case ricostruite è evidente che il lavoro è ancora molto. Però ripetiamo nuovamente, tenendo presente la volontà delle nostre genti che intendono ricostruirsi u-na vita nuova si può essere certi che la meta sarà raggiunta ed il passato cancellato per sempre. PROGRAMMI RADIO TRIESTE ZONA JUGOSLAVA (lunghezza d’onda m 240) Sabato 26 novembre ore 13.45 «Rassegna economica». Domenica 27 novembre ore 9.30 «Per l’agricoltore», ore 21.00 «Il nostro scenario». Lunedi 28 novembre ore 22.00 «La vita dei popoli jugoslavi». Martedì 29 novembre ore 20.45 «Panorama culturale». Mercoledì 30 novembre ore 19.45 «Problemi sindacali» di Petronio Bortolo, ore 20.30 «Mezz’ora di svago». NOTIZIE SPORTIVE IL CROSS „29 NOVEMBRE“ ■ „La Nostra Lotta“ «AURORA «SQUADRA CAMPIONE DEL TLT Per la ricorrenza della proc'a-mazione della RFPJ; indetto dal giornale «La Nostra Lotta» ed organizzato dalla sezione Atletica Leggera dell’UCEF di Oapodistria, avrà lliogo Domenica 2’’ novembre f primo Cross Invernale di massa. 1) Il percorso è dì 500 m. da compiersi parte su strada e parte il campagna. Esso deve venire scj-n:to con bandierine e cartelli indicatori, visibili almeno da 200 m. 2) Il Cross viene organizzato sul luogo, ad ora da-destinarsi dal responsabile locale. Saranno inviato sul posto i nostri allenatori quali giudici di gara. 3) I primi dieci arrivati saranno ammessi al Cross finale che si. terrà a Capodistria il giorno 29 c. m”. 4) Il Cross finale sarà dotato di vari premi e al'a società che avrà totalizzato il miglior punteggio, tra primi 20 arrivati, verrà consegnata ìa coppa «29 novembre». 5) Agli effetti della classifica per rassegnazione della coppa, non verranno presi in considerazione quegli atleti che arriveranno al traguardo dopo 10 minuti dal primo arrivato. UNA LETTERA DELLA BRIGATA .11° CONGRESSO" NULLA ARRESTA LO SPIRITO EMULATIVO DEI BRIGADIERI Le nubi grigio-scure sopra Tamova all’alba del 14 m. c. non presagivano nulla di buono. Come al solito, la nostra brigata si è avviata al lavoro. Fino alle 10'del mattino il lavoro prosegui a pieno ritmo. Lo spirito d’emulazione fra le va-rie»«petorke» (gruppi di 5) è giunto al culmine, superando certe «petorke» la norma dal 100 p. e. al 163 p. c. giornalmente. Ma la natura è inesorabile, non si cura di noi e dei nostri compiti. Alle ore 9.30 i-nizia cadere una pioggia gelata mista a neve. Nonostante queste condizioni, sfavorevoli al lavoro, tre gruppi hanno continuato a lavorare fino a mezzoggiomo e il quarto gruppo fino alle 3 del pomeriggio, «trovandosi un po’ più al riparo» — come ha voluto giustificarsi il «komandir» Gunjac Mirko col commandante preoccupato per il nostro ritardato rientro. Tutti i membri delia nostra brigata sono consci che la realizzazione del piano — cioè preparare 5.000 fetri cubi per il popolo lavoratore del nostro Circondario — dipende da ogni singolo. Ed è perciò che in quella giornata abbiamo abbandonato il lavoro con riluttanza, sapendo che in questi luoghi fino a marzo, od aprile non è da attendersi bel tempo. Due decade di lavoro abbiamo già superato. Complessivamente (tenendo conto pure della prima decade) abbiamo superato la norma del 12 p. c. Per l’ultima decade di 15 giorni lavorativi, ci sono rimasti da fare ancora 2.000 m cubi. Di questi ne abbiamo preparati fino ad ora che sto scrivendo, 1.300. Questo lavoro lo abbiamo compiuto in sette giorni, nonostante le sfavorevoli condizioni locali di lavoro. Indubbiamente il nostro piano sarà alla fine non solo realizzato, ma pure superato. In complesso la brigata supera la norma, in specie negli ultimi tempi fino del 35 p. c. Ciò è la prova migliore di quali giovani coscienti sia composta nostra brigata e ciò che è ancor più sorprendente, del come ci siamo tra di noi dei vecchietti pronti a sacrificarsi facendo spesso fronte ai migliori giovani. In questa corrispondenza non intendo scrivere dei successi della nostra brigata nel campo della cultura fisica e in quello della cultura, quantunque voglia accennare ad un avvenimento interessante, che ha meravigliato pure noi. E’ inoltre dovere di noi componenti la brigata, di far conoscere a tutta la nostra popolazione — che pure lavora instancabilmente per il potenziamento economico del nostro Circondario — chi sono i compagni che maggiormente contribuiscono per la collettività. Nel pomeriggio di quello stesso giorno la neve cadeva fitta fitta, cosi da impedire la vista a distanza. Le radure, prati e i tetti coperti di neve sembravano favolosi. La sera ci siamo coricati sfiduciati per non potere nell’indomani continuare con il lavoro. Fuori imperversava una violente tormenta di neve per nulla promettente, il nostro comandante, levatosi di buon mattino, volle accertare la situazione. Di ritorno in stanza, scuoteva il capo dicendo: «Perderemo nuovamente una giornata, è impossibile avviarsi al lavoro, perchè la terra è coperta di neve per oltre 20 cm». Poco dopo si è presentato al comandante Bassanese Gioacchino, il dežurni per chiedere consiglio. Ed ecco la risposta: «Purtroppo devi comunicare ai compagni che oggi non è possibile andare al lavoro, perciò devono prepararsi per i corsi degli a-nalfabeti, per i cori di canto, per la sezione filodrammatica ed agli esercizi per l’accademia • di cultura fisica, nessuno deve rimanere in baracca». Cosi pensava e giustamente ordinava il nostro bravo comandante. Ma egli si era sbagliato. Pur sapendo che nella brigata ci sono molti compagni e compagne, coscienti, con spirito di sacrificio e profondamente dediti alla causa della collettività — costruttori per coloro che mai hanno vissuto una vita degna — tuttavia egli non immaginava neppure lontanamente che qualcuno potesse avere il coraggio di andare al lavoro con un tempo cosi sfavorevole. Anche i boscaioli, che dirigono il nostro lavoro, ci hanno sconsigliato per le seguenti ragioni: tutti gli alberi, che si trovano già a terra, sono coperti di neve, abbattendo degli altri, la neve di cui sono coperti, sì rovescierebbe su coloro che lavorano inzuppandoli per bene; inoltre anche i lavori di accatastamento e di taglio sarebbero proceduti con grandi difficoltà. Passata mezz’ora, lo dežurni (quello di guardia) è ritornato nuovamente ed ha riferito: «Comp. comandante, con il tuo ordine, molti compagni non sono d’accordo.» Il nostro comandante dopo aver guardato meravigliato ed incuriosito il comp. di guardia, ha risposto di malavoglia: «Cosi come ho detto, devono fare tutti senza eccezione, perchè è nell’interesse della nostra brigata e di tutta la pope lazione in generale, che noi, oltre a compere coscienziosamente il nostro lavoro, ci eleviamo pure nel campo della cultura.» Quindi ha aggiunto: «Alle ore 8,30 iniziera-no i corsi per analfabeti, poi i cori, recitazioni ecc.» Allora il comp. di guardia ha dichiarato con gioia: «No, comp. comandante, tutti non verranno, perchè, nonostante la tua disposizione sono andati a lavorare.» Turbato esteriormente, ma con l’animo contento il comandante ha detto: «Ma ciò è impossibile come lavoreranno con questo tempo». «E’vero - ha risposto il dežurni, comp. Gunjac, komandir del quarto .gruppo — il lavoro sarà oltremondo difficile, ma per simili compagni nulla è impossibile. Sono usciti con la coscienza che ogni ora di lavoro è quel fattore che contribuirà al continuo miglioramento della vita del nostro popolo. Così, come i nostri combattenti proprio in questi boschi-assalivano il nemico, anilati dalla profonda convinzione di combattere per un mondo migliore, per la vera libertà di tutti gli uomini che lavorano.» Il nostro comandante ha concluso cosi la discusione: «Prepara la lista di tutti coloro che si sono avviati al lavoro, e portai» qui al comando perchè tutti questi Compagni possono servire di esempio e sono il maggior orgoglio della nostra brigata.» Poi ha aggiunto: «Essi sono realmente eroi del lavoro, nuova progenie della tempra socialista, persone più che convinte di lavorare per sè, pei noi tutti, per nostri posteri, per il bene delle nuove formantesi famiglie dei lavoratori del nostro circondario. La sera sono ritornati fradici, ma soddisfatti di avere non solo raggiunto, ma anche superato, nonostante le grandi difficoltà, la norma del 152 p. c. Il comandante ha rivolto ad essi le seguenti parole: «In nome di tutto il nostro popolo ,in nome della nostra brigata, vi esprimo la profonda riconoscenza e gratitudine, per aver fatto lina cosa, che può farla solamente un individuo pienamente convinto nella giustezza della linea uel nostro PC quale guida del nostro Potere Popolare, che ci dirige verso un avvenire più bello e più felice.» Angelo Bertok Precisiamo i nominativi dei compagni, recatisi al lavoro nel giorno della tormenta di neve: Tujak Livio ,da Cittanova, Pistan Giovanni, da Castelvenere, MarušiS Giuseppe da Crasizze, Vidonis Zlatko di Buie, Vigini Valerio da Marussici, Glavina Sergio di Monte, Kozlovič Giuseppe di Borst, Sau Angelo di Ancarano, Crevatin Ottavio di Corte, Bordon Bruno di Pobeghi, Altin Giuseppe di Buie, Glavina Slavko di Monte, Bertok Sergio di Pobeghi, Bosič Gregorio di Isola e Clabot Antonio di Buie. 6) Il ritrovo dei concorrenti al Cross finale, che si svolgerà a Ca-podis’tria, è stabilito per le ore 9,30 alla sede dell’UCEF mentre la partenza verrà data alle ore 10.30. 7) Il pranzo per gli atleti ed eventuali accompagnatori, verrà offerto dagli organizzatori. 9) I premi in palio vengono offerti da lgiornale «La Nostra Lotta». 9) I premi in palio vengono of-rti dal giornale «La Nostra Lot- A DOMENICA i campionati di zona fa segreteria della Sezione calcio ÜCEF Capodistria, dopo aver vagliato le domande di ammissione uelle società Sportive sottoelen? rate, ha deliberato di iniziare con domenica 27 novembre 1949 il CAMPIONATO di calcio per la Zona Istria stagione 1949-50. Le squadre sono state suddivise in due gironi come segue: Girone A: 1) Adria, 2) Aurora B., 3) Arrigoni b, 4) Pirano b., 5) Portorose, 6) Partizan, 7) Stel’a Rossa, 8) Strug-nano, 9) Medusa b, 10) Saline S. Bortolo, li) Olimpia. Girone B: 1) Buie, 2) Daila, 3) Cittanova, 4) Umago, 5) Salvore, 6) Villania, 7) Verteneglio b, 8) Matterada. 9) Villanova, 10) Seghetto, 1) Madonna del Carso. Dal sorteggio, fatto a’ia presenza della maggioranza dei rappresentanti delle squadre, per domenica I. di Campionato verranno disputati i seguenti incontri: GIRONE A: Stella Rossa — Arrigoni B. campo Ancarano ore 14. • S. Bortolo — Aurora b. campo S. Bortolo ore 14. Portorose — Pirano b campo S. Lucia ore 14. Medusa b — Strugnano campo Cali od istr ia ore 10. Partizan — Adria campo Capodistria ore 14. Riposa Olimpia. Daila — Umago b. campo Daila ore 14. Vi’lania — Salvore campo Villania ore 14. Verteneglio b. . Buie campo Ver- teneglio ore 14. Villanova Cittanova campo Vil-iahova ore 14. Seghetto — Materada campo Seghetto ore 14. Riposa Madonna del Carso. Domenica prossima 27 novembre 1949 ventidue squadre dell’Istria, suddivise in due gironi, uno per il distretto di Buie, l’altro per quello di Capodistria prenderanno il via per la disputa del campionato di Zona Istria 1949-50; In ogni villaggio si giuoca! Da Villanova del Quieto ad Ancarano, come in una sola famiglia i giovani istriani partecipano alle gare. Non vi è cittadino del Circondario che non s’interessi, dello sport locale. Tutti hanno la propria squadra de cuore. Abbiamo visto persino i nonni assistere con molto interesse alle partite ed incoraggiare i loro ragazzi. Abbiamo udito fin nei siti più remoti parlare di sport con il grezzo ma sincero linguaggio popolano. Tutti ammirano il nuovo sviluppo, il progresso nella Cultura Fisica. Un tempo non si conosceva nemmeno cosa fosse qüesta Cultura Fisica e questo Sport. Oggi, dopo quattro anni, di attività dell’UCEF, 29 squadre partecipano ai campionati del TLT di Zona.