ANNÓSI. CAPODISTRIA, :ì Luglio 1904. N. 10. AssociazreiMÉWiWm Corone 10. Stati dell' Unione postale Corone 12. Semestre in proporzione. I manoscritti non si restituiscono. Redazione ed Amministrazione : Scrittoio della Tipografìa Cobol & Priora. 11 DA" (Giornale rommereiaio, iaduslrialc. agricolo e politico. Volere è potere. i. essona Non sbigottir, ch'io vincerò la pruova. Dante Il giornale si pubblica tutte le Domeniche nelle ore antimeridiane. Prezzo delle inserzioni per ogni riga di testo : Avvisi commerciali in III pag. cent. 10, in IV pag. cent. 8. Comunicati in III pag. cent. 20. Avvisi collettivi 4 cent, la parola. Tassa minima cent. 20. uii numero separato cent. 20. 1 nostri abbonali, ohe non versarono ancora il prezzo d'abbonamento, sono pre~ gali di farlo quanto prima. jfim m irj i s tracio ne. mmmmmmmmšm$mmmmmmmm Leone Tolstoi e la guerra 11 glorioso vegliardo di Iasnaia Po-liana ha parlato e le sue parole hanno prodotto un' impressione profonda in Russia e in tutto il mondo. La lunghissima lettera, ch'egli puhlica sul «Times», è tutta un grido d' orrore contro la guerra, una critica a fondo contro l'amministrazione russa, un eccitamento ai soldati a non impugnare le armi, chiamando eroi coloro i quali si sono rifiutati di partire per il campo. Non sappiamo quale impressione produrrà la lettera di Leone Tolstoi sui guerrafondai russi nò come si giudicherà 1' operato del grande scomunicato: certo è che, se altri avesse avuto cotanto ardire, avrebbe certamente provato tutti i rigori delle leggi russe..... Torrenti di sangue, che scorrono pei campi isteriliti dall'opera dell'uomo, stragi di popoli, rovine di città e di imperi, confuse le armi del lavoro a quelle dell' odio e della vendetta, spettri, cadaveri, industrie rovinate. commerci interrotti, mari fatti campo alla rapacità dei pirati sono le conseguenze della guerra. Chi dubiterà avanti a questo quadro spaventevole di «pianta miseria non sia apportatore questo flagello? Male sapeano una volta i popoli resistere alle tentazioni di offendere i vicini e di conquistarne le terre, ogni momento si correva all' armi per l'offesa, pel saccheggio: le storie di tutti i popoli sono scritte a sangue, ogni pagina ricorda una guerra. La quale spesse fiate tu causata soltanto dall' ambizione di un principe, da una ridicola controversia di successione, da falsi interessi economici, da puerili questioni di religione, d' onore. Oggi è come allora. Maledetto chi ha pro- la più bella pkosa del tommaseo III SflGGO DI LUCCA I ghibellini raccolti nel campanile di San Frediano, lanciavano dardi e pietre sulle teste affollate de' guelfi. E i guelfi si sforzavano, chi di arrampicarsi alle finestre men alte, e precipitando sugli armati s'infilavano nelle aste di quelli; chi d'atterrare la porta ferrata. E l'urtarla, e lo scrollarla, e il tentarla con ascie, era invano. Quand' uno degli assalenti, tolte materie accensibili le accomodò sullo strale, e lo strale vibrò da una casa di contro nella torre: ma non s' apprese la fiamma. Altri da altre parti diressero simili strali; e videro dalle feritoje escire il fumo a gran vortici portato dal vento. La fiamma saliva, e snidava i guerrieri dall' alto. Scendono nella chiesa: e al portico di San Frediano rappiccano la battaglia. Ma i più de' guelfi, vedendo per 1' abbandonato campanile montar la favilla, lasciavano la sacra torre divorare all'incendio, e a nuova zuffa correvano. Correvano a nuova zuffa: ina i più mansueti, mandato messaggero alle case de' Fatinelli, pregavano l'ira ghibellina ristesse: funeste dicevano quelle vittorie, e sacrilego incendio, e scellerate rovine. Il messaggero non giunse alle case dei Fatinelli; chè uno degli Obizzi, guelfo accanito nunciato fra gli uomini il primo grido di guerra! Ed è ridicolo come si vada in cerca di cavilli per giustificarne le cause, per scagionarsi dal biasimo, che colpisce i provocatori di tali macelli. Guerra giustificata è soltanto quella, per cui il popolo difende contro la t'orza nemica il suo diritto, la patria dàTTinvasione : a questo scopo dovrebbe essere limitato 1' uso delle armi, lo scopo del soldato dovrebbe essere non la conquista ma la difesa legittima e nella difesa legittima si comprendono anche gli sforzi, che un popolo fa per ottenere la sua indipendenza. L'«Io accuso» di Emilio Zola anni or sono ha smascherato i falsi nazionalisti francesi e ha salvato il martire, che da dieci anni soffriva nei miasmi di Caieiina : possa il «Fermate» del grande pensatore russo colpire il cuore di chi in altri tempi si faceva apostolo di pace e arrestare il braccio armato di quanti uccidono uomini che non conoscono, per motivi che ignorano, per interessi che non hanno! Ricordando l'anniversario di S, Martino 11 fascino irresistibile delle grandi memorie à fatto anche quest'anno ricordare degnamente il 24 giugno che rammenta la grande e sanguinosa battaglia. Il tempo inesorabile ha dira late le file dei superstiti, erano un giorno legioni ora non resta che uno scarso manipolo scampato dal piombo e dai morbi, intiepidito di corpo, ma pure coli' animo riscaldato sempre ai santi ideali di patria e di libertà. E' scorso tanto tempo dai trionfi memorabili, ma la storia li ha registrati e ricordandoli il cuore sussulta ancora; e la commossa fantasia rievoca quelle care sembianze di giovani eroi. E vi segue, voi emuli dei vincitori della Cernaia. voi araldi sempre fra le balze dell'Appellino, e v' incontra fidenti per le sconsolate vie dell'esilio, e non affranti dai travagli insoliti, e capo di sua parte, lo respinse minacciandogli morte. E intanto al portico di San Frediano si combatteva, e alle torri di cui Borgo era tutto guerrescamente superbo, si combatteva: e più ardito di tutti combatteva Cast miccio degli Antelminelli, prode guerriero e caldo ghibellino; e la bellezza del nobile aspetto gli folgoreggiava nell'ira. Ma un altro ghibellino, Uguccione della Faggiuola signore di Pisa e genero di Corso Donati, veniva: veniva chiamato da Castruccio e da altri ghibellini a prendere la signoria di Lucca; e cittadini Pisani lo ac compagnavano, e soldati tedeschi. Una porticciuola murata gli fu a-perta al passaggio: chè i guelfi, alla zuffa dentro occupati, non attesero a ributtarlo. Entrò con esso la piena delle ire civili e delle straniere cupidigie; e si mescerono in orribile modo crudeltà, rapina, libidine. Il sacco incomincia Prima le case più prossime vanno a ruba. Gli uomini fuggono, o muoiono resistendo, o cadono precipitati dall' alto delle case, o schiacciati dai destrieri correnti o dalla folla che va. Le donne o nascondonsi, o si gettano a' piedi del rapitore, o combattono con mani inermi per il poco argento della casa, lungo sudore dell'industre famiglia. Un' onda d' armati urta nelle porte dei Malapresi, e le sfonda. La madre sente con terrore suonar d' armi le vi vede esporre sorridenti il giovane petto alla Sesia, a Magenta, vittoria suggelleta dal senno e dal valore italiano? e vi ammira impavidi all'ultimo cimento di S. Martino epilogo e gloria tutta nostra che redense i piani? lombardi. Oh ! ma perchè ora s'ingombrano le tenere nienti di classiche fole, di stolte leggende, di simboli e miti bugiardi, invece d'imprimervi i nomi e le gesta di questi magnanimi nostri fratelli, studenti, artisti, agricoltori, nobili, popolani che intesero tutti ad una meta sublime, tutti raccolti sotto lo stesso vessillo benedetto dalla redenzione ? Incitiamo piuttosto le giovani speranze a meditare sulla storia autentica di questi martiri perchè ognuno ha la sua parte feconda, educatrice. Domandatela, o giovani, ai libri, domandatela ai padri vostri ; non sono tutti scomparsi quelli che fra il grandinare delle palle e lo scoppio della mitraglia t'asciarono di bende le mortali ferite, quelli che ai piedi del sacro colle di S. Martino ne chiusero le pupille spente alla fulgida luce, e quelli che ne composero religiosamente sotto lievi zolle le membra infrante. Sono pagine scritte col sangue, e da esse s' impara come si ami e si difenda la patria e come si sappia morire per essa. Venezia, nel Giugno 1904 Ettore prof. Verini Cambiano tattica? Da alquanto tempo vediamo che alcuni giornali tedeschi nelle singole loro provincie parlano più o meno in favore del postulato nostro per F università. Si sono ravveduti alfine? Perchè? Forse perchè sentono e comprendono dopo tanto! i nostri giusti reclami, le nostre incessànti domande ? Che volete, sarà, ma io non lo credo. Che 11011 sia invece una delle solite loro per farci tacere e per addormentarci con vane speranze? Non può scale. Un giovanetto di sedici anni era seco: ed ella ratteneva lui anelante alla zuffa, e con le braccia avvinte or al collo or al petto or alle ginocchia, da morte certa per forza lo ritraeva. E mentr' egli si slaccia da (pie' nodi che a lui parevano d'infamia, ecco i tedeschi far impeto nella stanza, eccoli afferrare il giovane guelfo. Due lo strascinano, due rimangono a rattenere la madre disperatamente gridante. Gridava: Rendetemelo! e prendetevi tutto, prendetevi la vita mia! l'n pistojese ch'era con quelli, e più bestiale di loro, solo intese la parola, rispose: Questo che noi qui vediamo è tutto nostro. E se la tua bruttezza 11011 fosse, nostra saresti anche tu, di noi tutti. Mostraci il tesoro nascosto, e avrai il tuo figliuolo. A me il figliuolo mio, prima! e tutto darò. E dalla finestra lo richiamava con le grida e coi cenni. E lo ricomprò con quant' oro eli'aveva portato dalle case paterne, con quanto aveva mer-catando raccolto in terra del Soldano l'avaro marito: con assai più che a lei non chiedessero ne' lunghi mesi d'inverno i poveri esangui per fame e per freddo. £ * * Gli stranieri in quel trambusto impazzavano, briachi di mercenario orgoglio e di non propria ira! di casa in casa correvano, dolenti del non aver mani nè forze che bastas- essere che, avendo veduto per un momento gli italiani unirsi quasi all' ostruzione slava contro i tedeschi, abbiano avuto paura di un' alleanza duratura per impedire tutte le loro stolte pretese, e ora cerchino di calmarci e di allettarci con parole che al nostro cuore - - essi almeno lo credono — sarebbero di gran conforto? Infatti li vediamo accennare continuamente alla nostra superiorità culturale sopra tutte le nazioni civili, li vediamo darci ragione in ogni nostro postulato che riguarda alla cultura nostra, al nostro diritto di aver un luogo dove gli italiani soggetti all' Austria possano esplicare tutta la grandezza e tutta la potenza della loro superiorità intellettuale; — e tutto ciò dicono e sostengono per concludere che noi dobbiamo a-vere la preferenza sugli czechi nel-1' erezione eli un' università. Naturalmente per loro il pericolo maggiore è il continuo avanzarsi degli slavi ; con essi devono combattere, contro quelli devono adoperare tutte le loro forze, tutti i mezzi possibili per impedire un maggiore loro sviluppo, per far sì che le loro continue pretese non possano venir prese in considerazione. Comprendono che o-gni concessione fatta sarebbe per essi un passo avanti verso la rovina fatale, verso la fine della loro egemonia, della loro potenza, e quindi non le permettono e non le vogliono dare. Adesso, come ò detto, io credo che verso di noi non facciano che cambiai' tattica. Parlano in nostro favore, affinchè vengano prese in considerazione le nostre domande, affinchè ci si dia la preferenza sui postulati degli czechi, perchè dal momento che in quest'Austria felice prima di prendere una determinazione corrono degli anni, sono certi che lino a tanto che questa decisione a nostro riguardo non sarà presa, non si potrà neppure pensare all'università czeca in Moravia. Quando poi vedranno che la questione sarà prossima ad essere risolta in maniera più o meno felice, allora di nuovo cominceranno le loro opposizioni, si avranno di nuovo le solite sero a tanto tesoro di argento e di bellezza; e la soprabbondanza della preda e della voluttà li impediva, e ii indugiava il dubbio; e tutti si gettavano sul medesimo pasto, e quasi guerreggiavano a morte fra loro. L' un d' essi entrò stanco in casa di povera apparenza, dove guardando aveva intravveduta una giovane donna bella. E nell' entrare vide un arpa accanto a un piccol verone; e la donna sedeva temendo, ma ardita nel timore. E il soldato fremeva d'un senso che non aveva mai provato in sua vita, e un tremito misto di calore gli correva per le ossa, come a chi nel fervore della battaglia s' accorge della ferita che sanguina. E la giovane donna lo guardava sfrontata; ed egli le bestemmiava in strano linguaggio non so che parole di comando e d'amore, e quella rispondeva col guardo. Allora additando F arpa accennò che suonasse : e mentr' ella si rizzava, sollevò il legger velo che le copriva le spalle, e volle che così nudata la donna suonasse. E la donna cantò: Fresca rosa novella, Piacente primavera.... E il soldato a quelle non intese parole tremava, e non osava toccarla, E la donna prese il ferro eh' e' portava a cintola, lo feri. Quegli moriva invocando la Vergine: e la donna fuggì spaventata invocando la Vergine. (Continua) «EOI DA» Depositate alla J$anca popolare Capodistriana a! piccolo risparmio ed avrete il k 0 0. (Vedi operazioni dello Italica in 1V pagina). baruffe, e così barcamenando essi potranno tener in scacco italiani e slavi. Quando poi, come essi sperano, rie-sciranno ad abbattere del tutto i loro nemici: «gli italiani son pochi, dicono, e facilmente potremo toglierceli fuori da' piedi». Fate, fate, carini, come volete, ma speriamo che colà ci saremo anche noi ! - j - Di i convepo ii Menti fintai a Trieste. Altra volta abbiamo detto della necessità di un' unione più stretta fra i giovani italiani di queste terre. Abbiamo anche esposto la nostra opinione in proposito e neppur oggi facciamo mistero, che almeno per l'Istria debba sorgere una società comprendente non solo i giovani studiosi ma anche gli altri, cui sta a cuore il buon andamento della causa comune. Mentre rimandiamo ad altro tempo il ritornare su tale questione, che ha pur troppo sollevato dei malumori a cagione forse di false interpretazioni, vogliamo oggi dire dell' opportunità di tenere quest'anno, ancora entro la stagione estiva, un convegno di studenti adriatici a Trieste per concretare qualche cosa sulla troppo scottante questione universitaria e su altre questioni inoltre di indole studentesca. Sappiamo già a priori che il governo non darà gran peso alle nostre recriminazioni ; ma forse forse svegliato dalle nostre querimonie si ricorderà di noi e risolleverà nuovamente la questione universitaria pio-gettando di mandarci a studiare putacaso..... a Leopoli. Ad ogni modo sarà sempre qualche cosa di guadagnato per noi, se novelli entusiasmi riscalderanno la coscienza dei giovani, | dei quali parecchi pur troppo dimenticano i più sacri doveri ; nò farà certo buon sangue al governo austriaco, che in tutto il mondo civile si sappia coni'esso tratti una stirpe, che vanta più di venti secoli di civiltà e che lui comuni le origini e il sangue con la più civile nazione d' Europa. E' necessario poi che tale convegno studentesco si tenga a Trieste, il fulcro della nostra italianità, la meta delle cupide brame degli avversari, la sede del futuro ateneo italiano. Là grideremo forte si clic le voci nostre ripercotendosi per le valli e attraversando i mari giungano ai cuori e alle nienti di chi soffre del nostro dolore, di chi vive della nostra vita: e se ogni nostro conato resterà infruttuoso, ci sarà almeno di conforto la coscienza del dovere adempito. Che se la legge permette ad un direttore di polizia di annientare con un tratto di penna un' innocente società, a Trieste non ci saranno società da toglier di mezzo e potremo gridar alto i nostri diritti. «E se anche (rubo le parole all'illustre vegliardo, che tranquillo si spegne), per un caso ini possibile ad avverarsi, si giungesse a chiuderci la bocca, parlerebbero i nostri monumenti, i monti, il mare, parlerebbero anche i sassi. F gli Italiani allora muti e gravi, come gente che pensi ad un'altra sventura, guarderebbero i monti ed il mare dalle volte dell'anfiteatro di Pola, dall'arco de' Sergi, dalla basilica di Parenzo, dalle rovine del Campidoglio di Trie ste». E attenderemo l'ora in cui necessariamente dovrà trionfare la giustizia e tornerà a risplendere per noi la benigna stella. Sarà lontana? Queste cose giacciono sulle ginocchia degli dei, direbbe il cantore della guerra di Troia: io dico che ciò dipende esclusivamente dalla nostra unione, dalla nostra compattezza. Strette le destre accorriamo a Trieste e facciam là tutti giuro solenne di sobbarcarci a qualsiasi sacrificio pur di ottenere ciò che da tanti anni reclamiamo ! I_ra.rte classica, Il Sebastiano Venier «lei prof. Antonio Ital /otto. L'autore della bellissima statua del grande Tartini, vero mago del violino e scopritore del quinto suono, monumento gentile che sorge sulla piazza della patriottica Pirano, à donato all'arte un altro capolavoro: il Seòii-sliano Venier. Esso richiama alla memoria le più belle statue monumentali dell'età d'oro di Venezia: e vi si avvertono la stessa semplicità, la stessa vigoria, la medesima originalità- di movenze che caratterizzano quello splendido periodo della statuaria, nel quale si sapeva dare alla realtà una profonda espressione intellettuale, ma si aveva cura eziandio di non dimenticare la precisa raffigurazione del vero. Cosi si creava delle opere che hanno sfidato il tempo, e che oggi ancora possono essere proposte a modello. A questa gloriosa classe appartiene il Venier del prof. Dal Zotto che meriterebbe «li essere studiato non solo nel complesso ma ne' suoi minuti particolari, poiché tutto vi è curato con una finitezza e con una sobrietà di mezzi, che rivelano il grandissimo studio e l'eccezionale ingegno dell' illustre artista. Al sopraggiungere della data gloriosa. che consenti alle armi cristiane di infliggere alla mezzaluna la terribile disfatta di Lepanto, Sebastiano Venier, capitano dell'armata, veneziana, era sui settantacinque anni, ina I' età non aveva incurvata la sua persona, né scossa la sua forte fibra di guerriero. La barba e«l i capelli bianchi contrastavano singolarmente con 1' occhio limpido e fulmineo, con la forza del braccio, con tutto 1' atteggia mento maschio e vigoroso di una persona abituata al comando, pronta all'impeto, impavida nei pericoli. A questa descrizione, dataci dagli storici del tempo e dal ritratto del Venier dovuto al pennello del Tinto-retto, s'inspirò Antonio Dal /otto noi modellare la statua offerta in dono dall'insigne scultore per adornare il monumento, che la riconoscenza dei Veneziani erigerà al grande Capitano nella Chiesa di SS. Giovanni e Paolo. La statua é in grandezza press' a poco eguale al vero, benché sembri di proporzioni più ampie. E' in piedi, in attitudine fiera, col bastone del comando nella destra, e la sinistra appoggiata sull'elsa dello spadone che si appunta a terra scendendo perpendicolare lungo la persona. La parte inferiore del corpo senza difesa, come comportava l'armatura navale «li quei tempi, offre i piedi racchiusi entro scarpe di grossa pelle, le gambe rivestite «li semplici calze a maglia a cui sovrastano i calzoni corti fino al ginocchio. Al disopra s'erge l'ampio torace, rivestito della potente armatura. La colta di maglia sta racchiusa tra i fiancali, gli spallacci e la voluminosa corrazza a cui sovrasta la fiera testa che" guarda sicura davanti a sé. I capelli corti e rilevati e la lunga barba tagliata in quadro incorniciano il capo. Da tutta la figura spira un' aria maschia di un. effetto e di una naturalezza veramente straordinari. Sul monumento di Sebastiano Venier la statua del prof. Dal Zotto sarà degno ricordo del grande Capitano, e degna continuazione di quell' arte classica, che ha arricchito così splendidamente Venezia di imperituri monumenti. Venezia, nel giugno lt)04 Ettore prof. Perini NOTE AGRARIE Indicazioni mensili. Nell'orto, in seguito a molti raccolti, rimangono in questo mese sgombre alcune aiuole, che si rivangheranno, si concimeranno abbondantemente, per occuparle con nuove seminagioni o con trapianti. Nel mese «li luglio si seminano i Cavoli tardivi, i Cavoli broccoli, le Carote lunghe per l'inverno i Cetriuo-lini ed i Cetriuoli cosi detti di Russia, che danno frutti che ben si conservano in aceto. Si seminano anche le Zucche quarantine per avere una continuazione di tenere Zucchettine; delle Rape precoci e delle Indivie per l'autunno. Si trapiantano alla distanza di circa 20 cent, l'uno dall'altro i Cavolfiori, seminati in principio di giugno, che forniranno un buon prodotto autunnale. Durante questo mese si inaffiano un tre volte i Meloni : ma in modo di non disturbare la vegetazione. Sotto i frutti, se si vogliono perfettamente maturi, si pongono «lei pezzi «li tegola, un pezzo «li legno, qualunque cosa insomma che impedisca al frutto d'essere in contatto con la terra, nel qual caso marcisce. Non si ritardi più oltre di porre i sostegni ai Pomodori e si eseguiscano le mozzature: se il tempo è freddo ed umido, cioè favorevole allo sviluppo della peronospora, si irrorino le piante con una soluzione di solfato di rame al 2 o .H" „. Finito che sia il raccolto delle tragole si tolgono gli stoloni, si sarchiano le aiuole, s'ingrassano con concime consumato e s'inaffiano poi copiosamente durante l'estate. In questo mese si principia la raccolta dell'Aglio appena vedesi cessare la sua vegetazione; si riuniscono i bulbi in treccie, che si tengono in luogo arieggiato. Non si manchi d' usare la massima cura nel scegliere le piante per la produzione del seni" e si tenga presente che «pianto più il sole diventa ardente, altrettanto più necessarie si fanno e le sarchiature ed i rincalzameli! i. TRA I FIORI Malgrado la potenza rifiorente di moltissime varietà di Rose, non si arriva mai a prolungare nel Roseto quello sfarzo di fiori ottenuto in maggio e giugno, ma però se, mozzando i più forti polloni negli scorsi mesi e sul finire della generale fioritura, si procede ad una potatura ben ponderata ed eseguita, si può tutta via avere (pianti fiori possano bastare perchè il Roseto sia ognora interessante e possa ogni giorno fornire qualche mazzo per la decorazione delle mense e degli -appartamenti. Mentre sarebbe, per il troppo calore, «li problematica riuscita la iu-nestazione a spacco n«>l mese presente, continua essere opportuna l'innestatone a gemina sui rami ben costituiti. Oltre queste occorre agl'innesti in accrescimento la maggior cura perche si facciano robusti e ben ramificali colla cimatura delle parti troppo vigorose. Il dissodamento superlieiale del terrono intorno alle piante di Rose giova ora molto, nonché una copertura al terreno con letame. Uosa repens. DA UNA DOMENICA ALL'ALTRA Riforma del nostro asilo infantile. Ancora l'anno scorso l'egregio nostro Ispettore distrettuale sig. G. Parentin nelle «Pagine Istriane» scriveva un bellissimo articolo dal titolo il «Nuovo asilo», in cui. dopo aver svolto i criteri sui quali gli asili infantili -vrebbero essere diretti, ben opportunamente, con quella competenza che nessuno gli può negare, faceva la proposta «li riformare il nostro attuale asilo infantile, creando magari, con piccolo dispendio, da parte del Comune, qualche sezione di esso in altra parte della città, sempre con lo scopo di beneficare specialmente la parte lavoratrice della popolazione, la quale in questo rispetto ha bisogno del nostro aiuto per migliorarsi; ma purtroppo dall'anno decorso nulla s'è fatto, e nulla, almeno a quanto ci consta, si pensa di fare. L'asilo infantile co' criteri antiquati su cui si regge non porta che meschini frutti, anzi meschinissimi, nè può nella forma su cui è impiantato progredire. L'egregio signor Parentin che all'articolo delle «Pagine Istriane» faceva seguire anche un' interpellanza nella Rappresentanza Comunale, ritorni di nuovo sull'argomento, non si lasci sfiduciare dal primo assalto, noi siamo perfettamente d'accordo con lui e seguiamo con simpatia l'opera sua e in una delle prossime sedute della Rappresentanza Coni., che secondo il nostro modo di vedere dovrebbe essere chiamata più spesso a raccolta ripeta la sua domanda, insista e cosi insistano i rappresentanti su tante cose che pendono e devono essere risolte per il bene della città. Vogliamo progredire, dobbiamo lavorare, raccoglierci più spesso, intenderci meglio, i «brodi longhi» 11011 valgono e finiscono con lo stancare, e le cose di troppo procrastinate vanno in dimenticanza. La riforma dell'asilo è richiesta da tutti, le istituzioni 11011 devono fossilizzarsi, chi le dirige accolga con lieto animo le riforme, se ne faccia paladino e poscia sentirà viva sodi-sfazione vedendole progredire. L'asilo infantile è istituzione eminentemente popolare e democratica, è fatta per i figli del popolo, i quali devono poterla usufruire e sfruttare in modo più largo, e con criteri più progrediti. L'idea fondamentale dell'asilo deve essere prima di tutto il trattaménto igienico e poscia quello morale ediK. cativo, la maestra in esso deve sostituire la madre, e più che insegnante di cose che non hanno nessun valore, oppure che sono contrarie ai moderni principi di allevamento di bambini, dev' essere direttrice, cor-rettrice affabile, buona, gentile dei loro difetti. Il trattamento igienico nell'asilo lo si raggiungerà con il curare specialmente la pulizia, con passatempi e giuochi all' aperto, con lavorucci liberi nel cortile; il trattamento morale educativo, facendo la maestra ciò che una buona, brava, esperta e affabile inanima può fare a casa co'sui bimbi e nuli'altro.... nuli'altro.... Su queste basi pratiche l'asilo dev' essere riformato, basi del resto, che a quanto ci consta corrispondono in gran parte ai criteri dell' egregio nostro Parentin. Dunque mano alla riforma altrimenti ritorneremo sull' argomento scandagliando dove ci sono gli ostacoli e cercando, per «pianto starà in noi, di rimuoverli. Il bene della nostra città e della nostra popolazione ci sta prima di tutto dinanzi agli occhi e alla niente. L'«Egida» che venne impiantata col proposito di giovare a' commerci, alle industrie, all'agricoltura e alle istituzioni della nostra città, va diritta per la sua strada e batte, batte pur di essere ascoltata. Agli studenti che assolvono quest'anno il ginnasio di Capodistria. ( ì tortini, che quest,'anno abbandonate il patrio ginnasio, ove avete passato i vostri anni più belli e spensierati, ricordatevi che un grave dovere oggi v'incombe. La questione universitaria è sulla via della soluzione: fa mestieri soltanto di concordia e di perseveranza da parte nostra per superare gli immensi ostacoli, che il governo frappone all'effettuazione «lei nostri postulati. Una volta accettata la massima della frequentazione in massa dell'atteneo eniponfano, come nessuno già iscrittovi deve abbandonarlo, così tutti i novelli studenti universitari devono accorrere compatti ad Inn-sbruk, il paese, dove si calpesta tutto ciò che sa d' italiano, ove ci si muove guerra acerrima e ingiusta : chi opera altrimenti, si fa reo del delitto di lesa patria e su lui scenderà il disprezzo e il biasimo della nazione e dei colleghi. Nessuna obbiezione regge: ciò che si apprende a Vienna o a Graz, si apprende meglio nella capitale del Tirolo, mentre invece ciò che si spende ad Innsbruek è di gran lunga inferiore a quanto si spende nelle altre sunnominate città e che se ciò non credete, domandatelo a coloro, i quali hanno avuto occasione di soggiornare in tutti e tre questi centi-i universitari. Il progetto di Rovereto ormai è tramontato, il novello progetto di Innsbruk dovrà cadere, perchè i tedeschi, coerenti alle loro giustificate idee, non permetteranno lr imbastardimento del loro ateneo e sin d'ora vi si dichiarano contrari con voto che riteniamo opportuno di publicare: «Gli stud. ted.-naz. respingono risolutamente il nuovo progetto di staccare le cattedre parallele ital. dall' ateneo ted. mantenendovi le commissioni esaminatrici e promotrici e conservandole provvisoriamente a Innsb.; dichiarano già oggi d' intervenire con ogni potere acc.hè il Governo effettui la promessa di separare completamente le cattedre parallele e di trasportarle fuori del Tirolo, trascorso il termine da lui stesso imposto, viste le condizioni insostenibili; ed eccitano la cittadinanza enipontana a coadiuvarli con fede nazionale e con energico operato nei loro legittimi postulati.» Nè crediate che ciò facciano per riguardo a noi, sebbene i loro giornali ci riconoscano la necessità di un'università italiana: essi, sognatori della Gran Germania dal Baltico all'Adriatico, trascorso il tempo di tre semestri da loro concesso al governo, otterranno, siamo certi, l'allontanamento delle cattedre parallele da Innsbruk e a noi, agli ottocentomila italiani soggetti all'Austria, non resteranno neppure le cattedre parallele d'Innsbruck, se 11011 sapremo in tempo utile opporci alle mene dei tedeschi e del governo. La qual cosa facilmente ci sarà dato di ottenere, se tutti gli studenti italiani sin d'ora si impegneranno a frequentare l'università di Innsbruek. Solo con questo piccolo sacrificio potremo ottenere la tanto domandata università italiana a Trieste. .Si tratta di un solo semestre: animo dunque e vinceremo ! Giovani, non fate che la vostta entrata nella vita sia macchiata da un' azione condannabile e infame ; ma agite in modo degno deipadriedella nazione alla quale avete l'onore d'appartenere. La battaglia s'è impegnata al grido di: «O a Trieste o nulla!» Con questo grido accorrete sugli spalti di Innsbruk e la giustizia della nostra causa dovrà trionfare! Non fu quella che avrebbe dovuto essere. Il movimento rapido e affaccendato di gente allegra, lo svolgersi continuo come di un nastro di mille colori festosi, i palloncini fra il verde, in cielo la luna che giocava a nascondersi fra le nuvole — ecco il quadro originale e complicato che presentava domenica scorsa, dalle 9 alla mezzanotte, la terrazza del Belvedere. — Veramente la fèsta era cominciata fin dal pomeriggio, nè mancarono i pochi coraggiosi che, cominciando alle o e sfidando il caldo tropicale, ballarono allegramente sotto i frondosi alberi; ma la frequentazione fu alquanto più grande ad ora tarda, come dicevamo. Benché 11011 così caratteristica come La tombola. Al giuoco della tombola a favore del «Civico Asilo d'Infanzia» prese parte una moltitudine di gente, venuta in piazza con pensiero filantropico ed anche, diciamolo pure, con la speranza di guadagnarsi le duocento belle coronc-ine. La quaderna fu vinta da Còcian-cich Lucia, giornaliera; la cinquina da Cociancich Giacomo; la tombola da Viscovicli Giovanni, da Albona, marinaio a bordo del curaporti che si trova in riparazione nello squero Poli; la seconda tombola da una povera vedova prestaservizi, Cerili Domenica. Gesta di leccapialtiiii anche (la noi. Mercoledì scorso durante il giuoco della tombola, al nostro caffè della «Loggia» avvenne 1111 incidente, suscitato da 1111 tale che per creanza sicuro deve andar a impararne e di molta. Il caffè era zeppo di gente di qui e da Trieste venuta con le gite del dopopranzo, che rideva e commentava i varii incidenti del giuoco. Davanti le porte c'erano diversi nostri giovanotti che, ad 1111 fischio emesso da quel tale, gli fecero osservare come ciò 11011 era da farsi in un caffé, ma in piazza. Quel bel tomo 11011 vi abbadò più di tanto e ripetè ad un altra occasione il fischio. Allora naturalmente, vedendo che faceva ciò con l'intenzione di provocare, uno dei suddetti giovani lo invitò ad uscire dal locale, ma all'invito rispose invece con una sciocchezza : «Io sono cittadino e lei non è che 1111 provinciale». Ciò fece traboccare la bilancia. Tutti s'alzarono e si misero a gridare: fuori, fuori! Egli s'oppose e allora nacque una colluttazione che fini con l'arresto del provocatore, 11011 senza aver suscitato grande spavento fra le signore e bimbi presenti. Alcuni compagni che avevano tentato di difenderlo, quando s'accorsero che era stato arrestato si ecclissarono. Si crede che costoro siano stati leccapiattini, perchè le loro difese le prese 1111 tale, che qui a Capodistria si dice faccia parte di quella genia. L'arrestato fu rilasciato alla partenza delle gite e quando fu in vapore assieme ai suoi compagni, tutti cominciarono a insolentare e a minacciare quei nostri giovanotti che gliela avevano fatta vedere. Tutto però finì con la partenza del vapore. Versate i vostri capitali alla 7$aqca popolare Qapodistriarja, a se/' anni fisso, e vi renderanno il b \ 0 o garantito netto di tassa rendita. quella dello scorso carnovale, la tè-sta della Lega del 26 corrente a-vrebbe dovuto riuscire pure assai bella: se tale non fu non lo si deve al solerte comitato, a cui va data lode speciale, e che fece miracoli di o-perosità e di pazienza. Vorremmo che in tutti parlasse così forte l'amor per la Lega Nazionale, come nell'animo dei bravi membri del comitato! - Tutti facciamo e faeeiani molto per la nostra Lega: ma non cessiamo un sol minuto dal pensare a essa: che è forte se noi sappiamo esser forti, che ci protegge se la proteggiamo, che è l'ideale sublime della concordia e dell'amor fraterno. La Lega Nazionale, dagli stranieri osservata con ammirazione e rispetto, sia sempre nel nostro pensiero e nel nostro cuore. Bisogna insegnarne con orgoglio il nome ai nostri figli e al popolo, per renderla sempre più prosperosa e più forte, per far che la sua luce possa irradiar sempre più fulgida e mitigar la cupa notte dei nostri affanni. I> I F F I » A Alcuni infidi farmacisti provinciali cercano di smerciare rimedii contro la tisi, affermando che dessi uccidono senz' altro i bacilli. Per ingannare i gonzi, imitano financo 1' etichetta della Pozione antisettica Bandiera. Siccome con ciò si mira a trarre in inganno il pubblico, cosi la Farmacia Nazionale di Palermo, eh'è l'unica concessionaria per la vendita di detto farmaco, raccomanda ai suoi clienti di osservare bene che le etichette abbiano la marca di fabbrica ed il proprio nome. Rifiutare le imitazioni anche sotto diversa denominazione, e chiedere solo la Pozione antisettica Bandiera alla spett. Farmacia Dott. Ij. Zambeletti in Milano Piazza S. Carlo, ">) o alla Farmacia Nazionale in Palermo (Via Cavour, 89-91 . Consorzio delle saline. Nel Congresso generale tenutosi il giorno 1. corr. venne completato il consiglio d'amministrazione, colla nomina di sette de' suoi membri, nelle persone dei signori : Bratti Giovanni, Gerosa prof. Oreste, Madonizza Pietro, Manzini Nicolò, Marsich Antonio fu Na-zario, Norbedo Andrea e Totto cónte Giovanni. Gli eletti sono tra i maggiori proprietari di saline e a quanto si sa, sono per giunta di quelli che credono conveniente e, in massima, favorevole al paese la vendita delle nostre saline allo stato. Il nuovo consiglio non poteva dunque riuscire più intonato di così nel momento attuale, nè più disposto a trattare la liquidazione del vecchio Consorzio. Ed ora attendiamo l'opera sua e sia opera feconda di bene per tutti. Denari mal spesi. Oh che son altro quelli che un conduttore d'un caffè cittadino paga periodicamente all'amministrazione del «Sole?» E se da simile tributo ad opera luminosamente oscura, Ella, signor conduttore, una buona volta cessasse, oltreché gioirne 1' onesto animo suo, ne guadagnerebbe, ci sembra, il suo borsello. 0 c'inganniamo? O v'è fra i suoi clienti qualcuno il qual non sprezza abbastanza libellistiche imprese, poiché si degna di «buttar su esse la ridada ?» Cacci il «Sole» egualmente: non Le mancherà l'immancabile caffè del signor qualcuno, s' aggiungeranno certo per altre bocche, più numerose consumazioni di.... lampone. E la nostra più sonora, perchè più schietta «ridada» donerà al caffè anche maggiore allegria. A proposito de" farmacisti. Sarà lecito, «Egida» cara, ad un tale che non è farmacista e che anzi consiglia tutti coloro i quali han malattie della gravità d' un raffreddore di non rovinarsi anche lo stomaco...; mi sarà permesso di levar la voce in difesa de' farmacisti, troppo rudemente trattati, mi sembra, in una tua ultima nota ? Poiché per chiedere, come il pubblico vuole, che le farmacie rimangano aperte, anziché fin le nove, fin le dieci di sera; bisognerebbe appunto dimostrare — con la statistica alla mano che.... i raffreddori, dalle 9 alle 10 si prendono assai più di frequente che nell' altr' ore del giorno e sopratutto della notte. Altrimenti — servendo il farmacista con sufficiente rassegnazione a tutte le ore di notte coloro che non lo fanno scendere dal letto per farsi dare.... un cerotto per i calli — la mi sembra soverchia pretesa quella onde 1' «Egida» si fa portavoce. Che il pubblico raffreddato o calloso si degni di recarsi in farmacia un tantino prima! r. Chiusura dell'anno scolastico al Ginnasio. Martedì 28 si chiuse l'anno scolastico al nostro Ginnasio, e come al solito è stato publicato il programma, interessante per la cronaca dell' istituto, per le notizie statistiche e per un lavoro del profess. Stefano Petris sull'archivio del Comune di Cherso 11 prof. Petris dopo aver dimostrato l'importanza del riordinamento degli archivi delle città istriane, perchè in questi si può trovare non solo l'esplicazione della evoluzione sociale e politica dei nostri municipi, ma anche notizie importanti sulle relazioni tra città e città, tra queste e Venezia o anche molte su Venezia stessa, dice che nell' archivio di Cherso, ordinato dal podestà dott. G. Petris, ci sono più di 200 volumi in folio, che si riferiscono al dominio di Venezia dall'anno 1409-1797. Alla fine del suo lavoro il prof. Petris fa poi un elenco bibliografico dei documenti che riguardano Cherso e Veglia, e conservati nella Biblioteca di A ara. Dalla cronaca dell'istituto vediamo che dei 247 scolari inscritti al principio dell'anno, 20 abbandonarono l'istituto durante l'anno. Dei 227 rimasti 224 erano di nazionalità italiana, 2 tedeschi e 1 slavo. Ricevettero attestati d' eminenza 22: 159 di prima classe e 46 di seconda e di terza classe. Furto. Mercoledì scorso fu commesso un furto nella calle «Del Vescovo» a danno di Anna Sc-her fu Giovanni, nella casa al numero 358. Entrati i ladri per la porta d'ingresso con chiavi adulterine, forzarono un armadio che si trovava in una camera e rubarono i seguenti oggetti: una catena d'oro con croce del valore di cor. 30, un paio d'orecchini d'oro del valore di 24 cor., un corallo con passetto d'oro del valore di 8 cor., un altro paio d'orecchini d'oro di 8 cor. e un orecchino solo, d' oro, con buccola e pietra bianca del valore di cor. 7. Il tutto di un valore complessivo di 77 corone. Denunciato il furto, il capo delle nostre guardie iniziò subito le opportune indagini, e si è già sulle traccio dei ladri. Altri furterelli. Alcuni giorni or sono la guardia Andrea Della Valle arrestò un certo Stefancich Gregorio da Storie nel distretto di Sesana, per varii furti commessi nella località detta Salara, a danno di diversi villici e di popolani della città. Dopo l'arresto molti altri si lagnarono di furti commessi anche a loro danno. Gita per Pirano. 11 corpo musicale organizza una gita pubblica alla volta della città consorella per domenica 10 luglio. Il «S. Giusto» con la musica sociale partirà da qui alle 4 poni., e da Pirano alle 9. Ooxrxpera,te sempre i fiammiferi della „LEGA NAZIONALE" Arturo Rendich Orologiaio TRIESTE - CORSO N. 23 ASSORTIMENTO DI orologi d'Oro, d'Argento e Metallo Pendole, Regolatori e Sveglie Riparazioni di qualsiasi genere a prezzi modicissimi MASSIMA GASAHZIA. Studio fotografico D'ftJtDKJ Esecuzione perfetta a prezzi con ven ieri fissimi. Capodistria Dia Suburbana (Porla della Muda). IL NUOVO MATERIALE ROTABILE della Rete Adriatica (Dalla Rivista del «Touring Club Italiano» ) Allo scopo di soddisfare alle cresciate esigenze ed all' aumentata affluenza dei viaggiatori, e cioè di far loro percorrere grandi distanze nel modo più comodo e più celere possibile, si sono costruite dalla Rete Adriatica in questi ultimi anni delle carrozze intercomunicanti e un tipo nuovo di locomotive atte a trascinarle a grande velocità su terreni pianeggianti o leggermente accidentati ; e di questo nuovo e veramente splendido materiale rotabile, che segna un notevole progresso sulle nostre ferrovie, vogliamo qui dare qualche cenno. Locomotive. Per raggiungere le scopo predetto, occorreva adottare una locomotiva di grande potenza ed economica. La potenza di una locomotiva dipende dalla quantità di carbone che essa può abbruciare in un dato tempo; e questa quantità dipende evidentemente dalle dimensioni della graticola. In altre parole, occorre che la graticola sia ampia, senza eccedere beninteso nella lunghezza, per non rendere difficile lo sbraccio del carbone. Ma, colla disposizione generalmente in uso nelle locomotive, il focolare e, quindi, anche la graticola, si trovano frammezzo alle ruote posteriori accoppiate, cioè, per locomotive a grande velocità, fra ruote di grande diametro; per cui, essendo fissa la distanza fra queste, la larghezza di essa graticola rimane limitata. Affine di poter superare un tale limite della larghezza della graticola, avuto riguardo alla convenienza di evitarne la soverchia lunghezza, si è pensato di collocare il focolare sopra lo sterzo, che ha le ruote di piccolo diametro; e. siccome questo deve rimanere sul davanti della locomotiva, ne è venuto di conseguenza la inversione della posizione della caldaia rispetto alla direzione della corsa. La locomotiva ha cosi assunto una forma originale, poiché in essa, a differenza delle altre (in qui costruite, precede il focolare anziché il camino. Perchè la locomotiva risultasse e-conomica, si è elevata la pressione in caldaia a la chg. per cm.' e si è ricorso alia doppia espansione del vapore. E stato adottato un sistema coin-l)Oiii) L t ^iirau/.ia liniitnta Fa le seguenti operazioni : I. Accorda prestiti verso cambiale con garanzia di almeno due firme, per un termine non inferiore ad uno e non superiore a sei mesi, al (>"/„ più ' , % per spese di provvigione. Previo avviso di otto giorni loro scadenza, le cambiali potranno venir rinnovate, qualora venga restituito un quinto della somma o quella frazione minore che, in ogni singolo caso, fu dalla Direzione se di sua spettanza, ali rimenti dal Consiglio di Amministrazione eccezionalmente accordata. II. Sconta cambiali, con almeno due firme, a scadenza non superiore a sei mesi al 6% P'1"1 Vi".''.. 1)(>1' «pese di provvigione. III. Apre conti correnti garantiti con mallevami di due o più firme solventi, per la durata massima di due anni al b",, più ' V'/o P01' spese di provvigione. IV. Investe denari in e fletti di sicurezza pupillare ed in ipoteche di sicurezza pramniaticale a condizioni da stabilirsi. V. Dà prestiti a debilorialc, verso rimborso in rate mensili per la durata fino a cinque anni, con garanzia di almeno due firme al (i°/0 più 1 ,%■ annuo per spese di provvigione. VI. Assume amministrazioni per conto di terzi a condizioni da stabilirsi. VII. Fa il servizio di cassa per conto di terzi a condizioni da stabilirsi. Vili. Assume incassi e pagamenti per conto di Società cooperative di produzione, di consumo e di ditte protocollate a condizioni da stabilirsi. IX. Riceve valori in custodia e provvede per l'incasso dei medesimi, verso una provvigione di ' <",'<> si>10 a corone mille e I " ,,„ sopra corone mille, per il termine massimo di sei mesi. X. Accorda sovvenzioni verso pegni di valori pubblici, non oltre i del loro valore di Borsa, al (>% e-sentc di spese di provvigione. XI. Assume operazioni di cambio e compravendita di titoli, cartelle e promesse di lotteria ecc. ecc., anche iu forma rateale. XII. Riceve somme di denaro: A. in bancogiro per qualunque importo, non prelevando però più di 500 corone al giorno, a vista al 2 :y,%« It. in Conto corrente 1. per qualunque importo prelevabile verso preavviso di tre giorni -, 1 il 0 ; al .) „. 2. per qualunque importo, a tre mesi fisso, prelevabile verso preavviso di quindici giorni al."»'/, .,. .'!. pei' qualunque importo, a sei mesi fisso, prelevabile verso preavviso di ventimi giorni al 31 ,%• 4. per qualunque importo, a un anno fisso, prelevabile verso preavviso di un mese al <ì ('. al piccolo risparmio rilascia ad ogni singola ditta non più di un libretto, per versamenti mensili non superiori a Corone 50 ad eccezione del primo versamento che viene accettato per qualunque importo. Il piccolo risparmio non potrà essere mai superiore all'importo massimo «li Corone 1000. Rimborsi si effettueranno con preavviso di cinque giorni al 4%. I». in deposito prestiti ipotecari per qualunque importo, a sei anni (isso, (Vedi progetto votato dal Consiglio di Amministrazione addi 5 Decembre 190:3) al 4 Tutte le condizioni indicate sono valevoli tino a nuovo avviso. Ogni domanda evasa di sovvenzione o mutuo sarà valevole, entro i primi quindici giorni da quello dell' accettazione da parte, della Direzione o del Consiglio. Capodistria, 1 maggio 1J>04. LA Dlli EZIO NE Arliille Piacentini, mlattoiv responsabile, ( 'apoilistriit. Tip. ('(timi .V Priora. AVVISO La Ilanca poi,(dure cu pod istriana per facilitare il cambio della moneta spicciola ed in argento riceve in ver-sanienlo a titolo di deposito ed in pagamento la moneta stessa purché sia consegnata in sacchetti sigillati e muniti del timbro della ditta che effettua il versamento. I sacchetti devono esser completati in questo modo: Pezzi da 2 Cent. 1000 pari a Cor. 20 » 10 » 2000 » » » 200 » 20 » 1000 » » » 200 » 1 Cor. 1000 » » » 1000 » » 1 Fior. oOO » » » 1000 » r> Cor. 200 » » » 1000 BANCA POPOLARE CAPODISTRIANA ORARIO D' UFFICIO : Nei giorni feriali dalle 9 alle 12 ant. (> dalle ;> alle (> poni. Nei giorni festivi dalle 9 alle 12 ant. Il Direttore di turno si troverà negli uffici liei giorni feriali: dalle 9 alle 10 ant. e dalle fi alle 6 poni. Nei giorni t'estivi: dalle 11 alle 12 ant. ci rcolare della scziouc agticgla dell'Associaz, di Commercianti ed Industriali La sottoscritta si pregia di avvertire i Signori Soci che il bandaio Pellaschiar Francesco, in Callegaria, terrà a loro disposizione delle macchine irroratrici, cedendole a nolo al prezzo di soldi 20 il giorno. Riparazioni di eventuali rotture causate da negligenza di chi userà le macchine, dovranno venir risarcite. Per quei soci che intendessero acquistare irroratrici per proprio conto, le dette macchine verranno calcolate a fior. 7.50 1' una. Le macchine sono affatto nuove e di sistema uso Vermorel. Capodistria 2;> aprile 1904. LA PRESIDENZA Noie Estrazioni Vincite principali : Cor. 30,000, 20,000, Fr. 10,000, 75,000, 25,000, Lire 35,000 20,000 ecc. 1 Lotto Crocè rossa italiana 1 Lotto Serbo (tabacchi) 1 Viotto Buon Cuore (Jó-sziv) C^F" per cassa o rate mensili vende e spedisce la Baqca popolare capodistriana PIETRO JV1INCA CAPODISTRIA Via Oian Rinaldo Carli Tiene grande ed assortito deposito pellami con propria calzoleria. Eseguisce qualsiasi spedizione. Sia per la vendita dei pellami, come per le calzature, può tener prezzi di assoluta concorrenza, tacendo i suoi acquisti direttamente e per cassa. fra C< A POI ) ISTRI A-TRIESTE Col giorno 4 Luglio 1904 tino a nuovo avviso i piroscafi sociali seguiranno tempo permettendo) nelle gite giornaliere il seguente orario nei giorni feriali : Da Capodistria per Trieste 1 corsa ore 5.45 aut., II corsa ore 7 ant., Ili corsa post.) ore !» aut., IV corsa ore 1.30 poni,. V corsa (post, i ore 4.15 poni., VI corsa ore 8.30 poni. Nei giorni festivi : I corsa ore 5.45 ant., II corsa ore- 7 ant., Ili corsa post.) ore !) aut., IN' corsa post, ore 5 poni. Da Trieste per Capodistria Nei giorni feriali : I corsa ore 7.45 ant., II corsa óre ti aut.. Ili corsa (post.) ore 12.05 mer., IV corsa ore, 2.45 poni., V corsa ore 6.15 poni., VI corsa ore 9.30 poni. Nei giorni festivi : I corsa ore, 7.45 ant., Il corsa ore 11 ant., Ili corsa (post,) ore 12.05 mer., IV corsa ore poni. Prezzi di passaggio : I posto soldi 20 - II posto soldi 10 indistintamente. Acce,fazioni e nolo delle, merci eia convenirsi col capitano. — Il punto d' approdo a Capodistria è il Porto a Trieste la Rita il ella Sanità. Facilitazioni doganali accordate col decreto dell'I. R. Direzione di Finanza dd. Trieste 2S marzo 1902 N. 11277. Capodistria, 26 Aprile /91)4. LA DIREZIONE TIPOGRAFIA COBOL k PRIORA CAPODISTRIA 5/ eseguisce qualunque lavoro, $ia comune, che di lusso con la rifassima ejatie^a e celerità. òpere (giornali — Opuscoli Jndirigi aduli per am- njinisìrazjoni — Stic h et le — partecipazioni — Caria in t e-Carle da visite — cip i greci siala ecc. ecc. prezzi rqodicissimi.