flNNUARIO DELLfl CIUICfl 3CU0Lft REALE SUPERIORE Pl TRIE5TE PUßPUCATO ALLA FINE PELL’ANNO SCOLAsTlCO 1909-1910 TRIESTE Stabilimento Artistico Tipografico G. Caprin 1910 flNNUflRIO DELLfl Cll/ICA 5CU0LA REALE surERiORE Pl TRIE5TE PUPPLICATO ALLfl FINE DELL’ ANNO SCOLAsTICO 1909-1910 TRIESTE Stabilimento Artistico Tipografico G. Caprin 1910 / ct ■ EDITRICE LA DIREZIONE DELLA SCUOLA GIOVANNI CUMIN DELLA VITA E DELLA POESIA DI PIETRO ZORUTTI PARTE PRIMA PIETRO ZORUTTI NELLA VITA CORREZIONI p. 13, r- 20 chell Čl r. 32 quegli fu P 20, r. 1 avvedeva p. 24, r. 20 buongustaio p. 31, r. 27 scopo p. 34, r. 23 non vi p. 34, r. 32 ehe PREFAZIONE Gli elementi, sui quali ho ricostruito il seguente ritratto di Pietro Zorutti con qualche accenno critico alle opere, ai tempi e al pubblico del poeta, li ho tolti dalle poesie dell’autore stesso e specialmente dagli almanacchi, *) seguendo 1’ avvertimento di Goethe, il quäle scrisse ehe „ogni autore si ritrae nella propria opera, magari inconsciamente“ Queste parole valgono anche e meglio per il nostro poeta dialettale, che ebbe la vita scevra di casi e di vicende straordinarie e che, preoccupato piü del piccolo mondo che lo circondava ehe degli avvenimenti politici e sociali, ritrasse quello e tutto se stesso nelle sue svariate poesie. Certo : l’immagine che io abbozzero del grande burlone friulano riuscira nuova e strana a molti: tanta e la tristezza di linee, onde sembrerä caricata. Ma gli uommi che ridono 11011 sono sempre i piü felici: tutt’altro. 2) *) Per le notizie biografiche piü importanti e le poesie, citate nel corso di questo studio, mi valsi deli’edizione Bardusco, curata nel 1880 dali' Accademia di Udine. 2j Guido Mazzoni esaminando i poeti dialettali deli'ottocento, definisce lo Zorutti ‘un melanconico spirito clie si commoveva alla vista degli spetlaeoli naturali, ed osserva giustamente, toccando del Belli, che questi era prešo da melanconia “come suole avvenire non di rado in coloro che piü fanno ridere gli altrir. (Cfr. G. Mazzoni, L’ottocento, pag. 622 e 650. Edit. Vallardi). Quando Pietro Zorutti nel 1821 pubblicava per la prima volta il suo lunario o „Strolich furlan“, Milano e 1’Italia piange-vano la morte di uno dei piü arguti e robusti poeti dialettali, Carlo Porta. Ispirato dai canti di questo si rivelava, alcuni anni piü tardi, alla plebe di Roma Gioacchino Belli, piü ardito ancora, piü sboccato ed efficace rappresentatore dell’anima popolare. Nella lontana Sicilia s’era spenta da poco la voce di Giovanni Meli che, tra i profumati giardini dell’isola bella, aveva raccolte tutte le armonie del linguaggio del popolo per diffonderle poi nei suoi dolcissimi versi. Contemporanei allo Zorutti fiorivano ammirati per le loro arguzie in Toscana il Guadagnoli, a Venezia il Buratti. C'era, come si vede, dappertutto una gagliarda e magnifica fioritura di dialetti, i quali, favoriti dal vento roman-tico che scuoteva la penisola, invadevano il campo delle lettere, minacciando di sofifocare la lingua classica, la lingua accademica, di cui il popolo d’ Italia, fremente di vita nuova, sembrava an-noiato e ristucco. Anche 1’idioma friulano che giä per lo passato aveva avuto non pochi, tenaci e nobili cultori, anche 1' idioma friulano entrö allora neU’agone. Energico, vario, ricco di espres-sioni e d'immagini vive e fresche, rampollanti dalla vita eminen-temente campestre del popolo che lo parlava, esso ben poteva misurarsi con gli altri dialetti della penisola, senza timore di fare cattiva figura nella sna veste rustica e semplice. E Pietro Zorutti s’ innamorö di esso, lo studiö, lo coltivö con intelletto d’ amore e lo lanciö bravamente a far mostra di se nei Lunari o Almanacchi che pullulavano allora un po’ dappertutto e che adorni anche di Vignette, erano letti con fervore speciale dal popolo. :) Ma benche il nostro non fosse punto inferiore ai poeti suddetti per attitudini artistiche, per vena poetica abbondante, *) Cfr. II Sesto Cajo Baccelli che si pubblicava a Firenze e a cui il Guadagnoli scriveva le sue argutissime prefazioni. per fantasia e spirito d' osservazione, pure 1’ opera che ci resta di lui rivela alcuni difetti, da cui vanno quasi immuni il Porta, il Belli e il Guadagnoli. Manca in prima linea c spesso allo Zorutti quel senso di euritmia e di equilibrio che governa le rime degli altri poeti dialettali, i quali, forniti di maggior col-tura e quindi di una piü squisita sensibilita artistica e di un gusto piü raffinato, scelgono ed eliminano, anche nella foga, metitre il nostro accoglie e affastella elementi eterogenei e banali, onde riesce non di rado confuso, rettorico e sguaiato Rispetto ai per-sonaggi burleschi poi, va notato che quelli ritratti dallo Zorutti peccano di precisione e di profonditä. Le sue due migliori crea-zioni di questo genere, „Bastian“ e „Puar Gabrieli“ non possono competere — intendo per quello che dicono e fanno, non per quello che sono — col „Giovannin Bongee“ e col „Marchionn“ del Porta, due figure queste dolorosamente umane, vedute e stu-diate nei particoiari piü intimi con occhio d’ artista perspicace e profondo, ne coi popolani, varii d’ aspetto e precisi di linee, del Belli a cui giovö senza dubbio, come del resto anche al Porta, 1’essere vissuto in un ambiente vasto, ricco e fluttuante di tipi, dai quali il poeta pote cogliere lo spunto e le linee per i suoi meravigliosi plastici sonetti. Farraginoso, superficiale e anche uniforme nel complesso della sua opera, lo Zorutti apparisce invece rapido e conciso nella pittura, impareggiabile a mio avviso, della folla che si inuove, si urta e si pigia, che s'affaccenda. commenta, strepita e urla, sicche le sue descrizioni delle sagre, delle feste, dei veglioni e dei banchetti si rilevano cosi materiate d’azione da formare veri e propri quadri della vita friulana e documenti preziosi dei costumi dei nostri nonni. Nocque al nostro autore, si puö afifer-marlo senza tema di essere smentiti, la sovrabbondante produ-zione letteraria, dovuta alle drcostanze punto floride della fa-miglia del poeta il quäle si vide non di rado costretto a scri-vere molto e presto, contro il suo genio e quindi a sciupare un ingegno che avrebbe potuto dare prova lucente di maggior po-tenzialitä e originalitä artistica. Facciamoci ora a parlare della gioventu di Pietro Zorutti e deli’ educazione ch’egli si ebbe. Nato a Lonzano nel 1792 da nobile famiglia cividalese, passö la sua infanzia parte in quel-l’ameno paesello e parte a Cividale, in un lieto vagabondaggio tra i catnpi alla caccia di ni di e di grilli e lungo le rive del Natisone che si svolge tortuoso. tia le sponde dirupate, incoronato di pioppi. La natura con i suoi aspetti e le sue voci lo dominava e lo esaltava gia allora: Une rose, un ucelutt. x) un gri 2) Mi tignivin 3) content dutt une di, 4j canta egli, giä vecchio, rievocando con questi squisitissimi versi le gioie serene e modeste deli’ infan/.ia lontana. Lo studio invece non garbava punto al ribelle e selvaggio ragazzo. Frequentö dapprima la scuola del cappellano, il quäle fungeva allora anche da maestro elementare, coltivando piü il corpo dei ragazzi a forza di schiafli e bastonate che non lo spi-rito a rigore d’insegnamenti ed esempi. Di questo cappellano e di altri non meno energici maestri lo Zormti dovette portare ben vivo il ricordo nella mente e nelle čarni, se pote fare piü tardi ura cosi evidente pittura dei metodi pedagogici, usati a quel tempo, in una poesia intitolata «Discipline scolastiche». Quivi satireggiando sul moderno sistema, troppo blando per ri-durre a dovere i r agazzi caparbi e insolent), il poeta rileva quel-l’antico molto piü valido e spiccio : lo scolaro impertinente allora veniva: scapelotäd Tiräd par i fhavei 5) e scodoläd 6) E obleäd 7) cu-la lenghe 8) sui modons ") A fä mieze dozzene di crosons lü) J1 testard, 1’ insurid n) In doi tre dis l2) al restave avilid ; Daj' la) pa’ 1 ijhav u) e fäj’ lä) bati 10) il nas sul banc 17) Infin a tant che j’ spissulave l8) il sang Cussi, a seconde de la circostanz« E’ svolävin patass 1(l), pugns, sflanconädis 20) E la che si capin2’) des gran pidädis 22) Sembra pero che lo Zorutti 11011 fosse perfettamente d’ac-cordo con quei procedimenti antichi, poiche conclude dicendo dei suoi maestri: se fussin 2S) al mond, che Dio ur dei ~i) la pas 25) Ju oress 2") ringraziä cun dutt il flad27) E tornäur 'jS) indaür 20) chell che mi an dad. ,i0) *) Uccelletto; 2) grilio; 3| tenevano; 4) tutto un giorno. 5) Capelli; 6) scosso; ') obbligato; 8) con ia lingita; inattoni; 10j grnndi croci; "l insolente; 12) due, tre giorni; l3) ilagli; ’*) capo; ’5) fag’i; l6) lia'tere ; n) banco; ’8) spicciava; ,9) schiaffi; so) flancate; 21) dove ci compmidianio; 22) pedate ; 23j fos- seroj 24) dia loro; 25J la pace; 2GJ vorrei; <21j fiato; 28J tornar loro; 21f) indietro; 30) quel che m’änno dato. Fatto grandicello, il ragazzo fu mandato dai Padri Somaschi di Cividale a studiarvi grammatica e rettorica o umanitž, come allora si diceva. Ma la sua indole irrequieta e insofferente di freni mal sapeva adattarsi al raccoglimento dello studio : Invece di sta atent Jo no fasevi nome 2) rnatea 3) E insolentä il vicin, E simpri 4) negligent No vevi 5) propri voje di studia. Cussi rivave °) 1’ ore de 1’ esäm E jo mi levi 7) a scuindi 8) O pur restavi la comu un salam Senze save °) respuindi 10) Quello ehe in seguito sia successo di lui, male si puo ar-gomentare dalle sue poesie Certo si e pero ehe egli, con gran rammarico del padre, dovette troncare gli studi severi, dai quali trasse ben poco profitto, com’egli stesso confessa in una poesia burlesca. seritta in un italiano scolorito e sciatto, e dedicata al prof. Bassi di Udine: «Beatus ille», dice un certo Flacco «Qui procul» ma tu il resto giä lo sai Che per latin mi puoi mettere in sacco Mentre in scuola soltanto io 1’ odorai. Quando la madre si trasferi a Udine. Pierino la segu'i. Si era nel iSii e le armi napoleoniche mettevano sottosopra 1'Italia. Anche lo Zorutti ne subi le conseguenze e dato addio al dolce e solitario riso della campagna friulana e alla quiete del focolare domestico, dovette portarsi a Venezia, dove si preparava la grande spedizione per la Russia. Del breve servizio militare prestato nell’esercito francese il poeta si vanta in un certo tono rodomontesco : Furlans, o’ savares u) Che soi12) stad militar sott i frances’, e altrove, attenuando un po’ la frase spavalda, ribatte : O' soi stad militar Ma no in batae. ls) *) Cfr. su 1’album di Zuanutt, ed. cit. vol. IT, pag. 40. 2) Ahro che; 3i maMegtjiare: 4) sempre; 5) avevo; G) arrivava; 'j andavoj 8) l.ascondermi; °) sapere; 10) rispondere. Jl) Saprete, dovete sapere; 12) sono; 13) bnttnglia. E se in battaglia 11011 fu, lo Zorutti ne dovette ringraziare sua madre, la quäle tanto fece e s’ industriö finche le riuscl di ricondurre a časa il suo diletto tigliuolo, gik arruolato nel reg-gimento dei granatieri a Venezia. Restituito cosi ali’ affetto della madre, alle brigate degli amici e agli studi predilctti della poesia e della lingua del popolo. il giovane si allogö, alcuni anni piü tardi, quäle scrivano nell’i. r. finanza di Udine con uno stipendio meschino che non bastö inai a pareggiare 1’ entrata con l'uscita. Forse in questo torno di tempo tiorl il suo amore per Nine'), sotto il qual nome al poeta piacque adombrare quella che fu poscia sua moglie, Lucia Campanili. e che lo circondö di eure affettuose fin che si spense prima di lui. Del soavissimo idillio amoroso, che si svolse lungo le rive del Natisone. lo Zorutti si licordö e cantö quando, giä molto innanzi negli anni, piegava verso ii sepolcro. La dolce visione di quell’amore lontano si ri-desta in lui al comparire della bella stagione, gl’irraggia un’ultima volta la mente ottenebrata da cupa melanconia e gli detta versi d’ un lirismo cosi potente e fiorito che ci lasciano commossi e sorpresi, abituati come siamo a sentirlo scherzare su inezie e ridere argutamente di tutti e di tutto : Benedete stagiön, matine e sere E nül 2) bon y) primevere ; E da datis lis bandis 4) Si sintin 5) ucelufs 6) inamorads. E si viöd 7) pa-i rivai 8) e pes «fharandis0) Pe’ taviele 1") e pa-i prads !1) A plovi 12) ju daurmän flors e verduie E inzegnose Nature Nus li!) presente cun grazie ogni moment. Gnovis scenis di afiett e sentiment. A questo meraviglioso spettacolo della natura che si ridesta e si rinnova nei suoi aspetti multiformi anche il cuore del poeta *) Domenico Del Bianco afferma, non so con quäle fondamento, che Nina fu '‘lina giovane di riccn e nobile famiglia cividalese^ (Cfr. Numero unico. Frimo centenario della nascita di Pietro Zorutu, pag 5, Udine 1892), men re da un esame anche superficiale dei passi che si riferiscono a questa donna risulta ad evidenza che essa non puö essere che la moglie del poeta. 2) Odora; 3) bene; 4) da tutte le parti; 5) sentono; ft) ucceüettij ') vede» s) per i ciglioni; ,J) siepi; 10) campngua; u) prati; ,2) piovere, 13) ci. ormai fiaccato dali’ etä e dai disinganni, si solleva, si espande e si esalta nel ricordo di altre primavere, molto lontane, godute nell’esuberanza della vita e dell'amore: Primevere zentil, stagiön dilete Par il cur1) d’un poete! Tu mi plasevis 2) tant in zoventüd E ti äi 8) amade tant, ti äi tant gioldtid 4) Che 1’ antighe 5) impression che par te o’ sint u) Fas 7) ch( tu mi seis 8J. ^hare an^he in presint 10) Una lieta stagione, fra le altre, gli s'affaccia alla mente, tutta radiosa delTimmagine di Nine, di lei. che fu il suo primo e unico amore. Ma, ohime! come sono mutati entrambi da quel tempo in poi: Nine me’, Xl) puare l2) Nine! La nestr’ anime aflite Dai dolors de la vite, Une lime sordine, 1:i) I agns 14), i patiments... Ah che no törnin plui chei timps ’5) beads I nestris cürs son strents ; lu) Mai plui, no no, mai plui sarin lf) contents. Dopo quest’ accenno al presente con versi che, nel loro andamento sincopato, sembrano veri singhiozzi che gli rompano il petto anelante, dopo questa brusca digressione dalle immagini liete del passato, il poeta si plača: la visione di Nine, fiorente di beüezza e di salute lo riafferra, vince l’angoscia del momento e trasporta il suo spirito in un giorno lontano della gio-ventu. II sole volge al tramonto e batte sulla fronte dell’amata, illuminandone come d’ un’ aureola i bei capelli, umidi di ru- J) Cuore; 2) pincevi; 3) ho; 4) goihito; 5) l’antica; 6) sento; 7) fa; 8) sia 9) cara; 10) presente, adesso. u) Miaj 12) povera; l3) una lima sorda; 14) anni; ,5) tempi; 16) i nostri cuori sono strctti; 17) saremo. giada, nei quali il giovane afifonda le dita avide e tremanti di carezze: I] soreli ') trancuil nel so tramont Bateve sul to front; Tu fresQhecome un flor.... Inevreads 3/ d’amor Piäds 4) par man ijhantavin..., 5) Ti levi imbocoland 7) la caveade 8) Umido di rosade; Cualchi lagrime intant sbrissave für, 9) Spie l0) del sentiment, De 1’amor inocent, De 1’ amor che da tross n) Cumo 12) no si cognoss 13) Ma in no' u) 1’ e simpri eguäl. Intant.o cala la sera e un gran silenzio va occupando le cose: non si sente ehe il pigolio degli uccelletti e il mormorare d’un rivoletto vicino: Ti visistu 15) in che’ 16) sere cussi biele17) Ch’erin18) duph doi10) pognets20) sun ehele rival,21) Impazients di viodi22) a compari J n cil23) la prime stele? E si sintive poc lontan di ali24) A (jhanta il l-usignul D'un te'.'.or di fa25) dul2G) Piulävin27) te ’1 nid28) j’ uceluts, Planchin29), planchin vignive ju il rojuzz,30) Al leve31) vie cidinansi32) il creäd. . . . L’incanto della placida notte lunare vince gli amanti : un gran brivido li scuote, li perturba e li travolge: Nus33) batevin34) i cürs35), e un sgrisulazz36) Pe’ vite37) si spande .... Ah ce38) gnott ehe fo8!l) che’! . . . . Tu ben tu te ricuardis,40) Nine me’ ! J) sole; 2) fresca; 3) inebriate; 4) pigliati; 5) cantavano; 6) andavo; 7) arric- ciando; 8) capigliatura; 9) veniva fuori, sgorgava; J0) indice; n) troppi; 12) adesso; 18) conosce ; u) noi. 15) Ti ricordi; l6) quella; 17) bella; l8) eravamo; 19) tat ti dne; 20) sdraiati; 21) ci- glione; 22) vedere; 23) cielo; 24) 11; 25) fare; 26) duole; 27) pigolavano; 28) nel nido; 29) adagino; 3") rivoletto; 31) andava; 32) facengosi silenzioso ; 83) ci; 34) battevano^ 35) i cuori; 36) un gran brivido; 3T) per la vita; 38) che; 39) fu; 40) ricordi. Alla cara illusione d’amore, come la dice lui stesso, segui-rono i disinganni piü acerbi. Raffiche di sventure e di dolori si abbatterono con accanimento feroce sul povero poeta e sulla sna compagna: tra i guai della vita si guastö e si perdette il buon umore, la salute e la mente. Unico conforto all’animo travagliato resta quel ricordo lontano della gioventü, splende quell’amore che la bufera della vita non e riuscita a spegnere e ehe getta gli ultimi sprazzi di luce innanzi allombra agghiacciante della inorte che s’avanza : l’amor .... che in no' l’e simpri ugual. Cumö*) capin2), cumö vin3) cognossüd4) Che co’5) si e nel bolör de zoveutüd Dutt 1’ e dolz, dutt l’e phar. E po cui agns6) al cäpite l’amär. No’7) cu l'anime8) aflite Sin ®) quasi al fln de’ nestre puare ln) vite. Di une vite di stentslJ) Senze sperä mai plui12) di sei13) contents. Cumö piardud ,4) umor, piardud salud. Nome ’5) ogni tant nus ’8) torne par la ment La memorie de’ nestre zoventüd, Di chell bead moment Co’ nus enträ l7) che’ stime l8) e chell’afiett Che simpri19) vivarän te-1 20)nestri pett. E innegabile: chi scrisse cotesti versi a Nina e in ispecie i giä riferiti, rapidi e concitati: Nus batevin i cürs e un sgrisulazz Pe’ vite si spande .... Ah ce gnott che fo che’ ! . . . . Tu ben tu te ricuardis, Nine me’! quegli che fu un buon poeta, un poeta di razza. C’e bensi qual-che elemento superfluo, qualche ingrediente di sapore arcadico, pero lo Zorutti non vi s’indugia, non insiste, ma scivola via con J) Adesso; 2) comprendiamo; 3J abbiamo; 4) conosciuto; 5) quando; 6) con gli anni; 7) noi; 8) con l’anima; ,Jj siamo; 10) povera; ll) stenti; 12J piü; 18) essere; 14) perduto; 15) solo; 16) ci; 17) entro; ls) quella stima; l9) sempre; 20) nel. una freschezza e grazia di verso che innamora anche i piü restii. Quello che piü mi preme di rilevare si e che in poche poesie del nostro il sentimento umano s’innesta e si fonde cosi bene col gran palpito della natura come in questa canzone „ A Nine.“ Ap-parisce da essa non solo l’acuto spirito osservatore del poeta ma anche la sua intima comunione con i fenomeni naturah, la quäle e una delle piü spiccate caratteristiche della lirica dello Zorutti e che raggiunge il massimo grado d’intensitä nelle fresche scenette della „Plovisine,“ cölte direttamente dalla limpida visione delle cose, palpitanti di vita, e fermate in versi fluidi e musicali, in cui par di sentire l’anima del poeta commuoversi e cantare di me-raviglia e di gioia. Al suo amore per Nina lo Zorutti accenna ancora due volte. Nella poesia „Cividad“ egli ferma l’occhio e il pensiero sulla „Fontane“ presso a cui „ime sere di avril, sul tramontä“ ha dichiarato il suo affetto alla ragazza, ricevendo da essa un fiore e un bacio ed esclama : Chell flor e chell moment no torninx) plui; Par no’*’) no phantin 3) altri i rusignuj ! Adio, Fontane, adio ! malvulintir4) Ti lasse il mio pinsir5). All’infuori deU’ainore giovanile per Nina, che illumina di dolci ricordi anche la tarda vecchiaia del poeta, non pare che altri avvenimenti abbiano allietato la sua vita, perö che questa a sentirlo lui, non fu altro che una Serie ininterrotta di dolori e di stenti, i quali se non incominciarono, certo si rincrudirono col matrimonio e con le strettezze finanziarie che ne risultarono : .................phar chell boschett, La che a Nine äi7) spiegad il prin afiett! Da chell dl vin8) vivut nei patiments E tropp phars vin pajads i prins contents. In due altre poesie e precisamente neH'sAutun‘ e in una senza titolo che figura fra le inedite, lo Zorutti, rincarando la dose, ribatte: T) Tornano; 2\ noi; 3) non cantano; 4) malvolcntieri; 5) pensiero; 6) caro quel boschetio; 7) ho; 8) abbiamo. Costant ne la sventure Simpri. fin da la scune ') Mi k neäd z) la fortune 1 siei a) favors .... Fin da la prime etäd, Purtropp j'e veretäd, Ai l’anime imbombade 4) nel dolör, Ai sofrid5) patiments d’ogni colör, Ai trascinad la vitn in-t-un lorent6) Che mi ä rionztid7) malans ogni moment Ora, anche ammettendo che codeste querele siano in parte l'effetto naturale dell’etä senile, proclive al corruccio e al rim-pianto, pure, quando si voglia tenere in debito conto le gravi affermazioni del poeta ,simpri, fin da la scune", „fin da la prime, etäd - purtropp je veretäd - äi l’anime imbombade nel dolor,“ bisogna concludere ehe 11011 poche poesie giocose lo Zorutti le abbia scritte con im groppo di lagrime alla gola e che il stio riso sia stato, se non un modo particolare di piangere come per i grandi satirici, certo un mezzo qualunque per iscuotersi di dosso la terribile melanconia che, troppo spesso. gli adombrava lo spirito.8) Sembra un paradosso ed e una dolorosa veritä. L’ uomo dal viso di buffone ‘äi muse di bufön“ e dalle labbra tumide. pronte alla grassa e rumorosa risata, il poeta dall’arguzia fiorita e geniale e dall’estro sempre acceso a celebrare il vino, il chiasso e la baldoria, quest’uomo fu molto infelice. Lanima sua ebbe, come del resto quella di ogni uomo, in grado maggiore o minore, im duplice fondo di melanconia e di riso, i quali sentimenti tem-perati ed equilibrati dall’arte avrebbero fatto del nostro poeta un vero, un grande satirico, quäle egli appunto si rivela in alcuni epigrammi di forza giovenalesca9) e in certe punte epigrammatiche l) Sempre fino da la culla; 2) negato; 3) suoi; l) iuzuppata, impregnata 5j soflferto 6) lorrente; 7) rifuso, aggiunto. 8) Co 1 crescere delle sventure e degli anni lo Zorutti smarri sempre piü quella che Goethe ebbe a chiamare divina leggerezza della vita (der göttliche Leichtsinn), in grazia di cui certi uomini e in ispecie quelli di temperamento allegro e faceto sanno conservare, anche nelle avversitä, Tequilibrio dello spirito o, per lo meno, non affogano mai nella melanconia, come successe al nostro poeta, il quäle tinl per cantare la *Gnott dei Muarts„ (la notte dei morti) argomento questo che non credo abbia mai allettato alcun altro poeta burlesco. Cfr. ed. cit. vol. II pag. 298 l’epigramina che incomincia: “Siore Tunine e la gran brave siore,,. che lingueggiano qua e lä come vipere velenose tra le fiorite lepidezze dei suoi componimenti burleschi. Ma la melanconia dello Zorutti si estenua e degenera spesso in femminile queri-monia e il sno riso prorompe qua e la troppo secco e rumoroso per non farci capire che e forzato. Ciö che rese piü acuta la sua naturale tendenza alia tri-stezza fu un'ostinata miseria contro cui il poeta lotto aspramente, ma invano tutta la vita. Assillato dal bisogno che funestava la sua casa : ...................$hase *) Zorute Qhase che, grazie al eil2) e’ viv di guais.3) si diede a pubblicare il suo „Strolic Furlan“, il quäle condito di facezie e di epigrammi, sollevö non poco rumore in cittä e in campagna. Gli ammiratori, un po’ fiacchi e scarsi dapprima, di-vennero di anno in anno piü fervidi e numerosi. E il modesto lunario, messaggero di conforto4) e di riso correva attraverso la vasta e solitaria pianura, correva per paeselli e casolari abban-donati a rompere la monotonia delle lunghe notti invernali, ve-gliate nella suggestiva penombra delle tiepide stalle, oppui e pro-tratte intorno agli ampi focolari, illuminati dai riflessi fantasma-gorici della fiamnia alta e crepitante del fuoco piü che dalla ru-stica lanterna a olio o dalla graveolente candela di sego 5): Ma no’ si tirarin6) Ducuan9h 7) sott il ijhamin C’un bon muzül8) di vin Coculis9) e ^hestinis 10) Panölis cinquantinis n) Jn buine12) compagnie 0’ la pararin 13) vie, Staiin 14) alegramentri Par no deventä viej;15) ') Casa; 2) grazie al cielo; 3) vive di gtiai. Nei pronostici sull’annata il poeta si ^ardava bene di fare la parte del corvo di malaugurio e per non guastarsi la benevolenza dei lettori ricorreva ad una forma d’esposizione alquanto ambigua e sibiilina. “No soi simpri il corvatt des malis gnovis^. 5) Cfr. ed. cit. vol. I, pag. 18: uLu compri donghe il pari di famee par gioldilu (goderlo) la sere donge il fuc (vicino al fuoco). 6j Noi ci tireremo; 7) tutti quanti; 8) con un buon bicchiere; 9) noci; 10J ca- stagne; ll) pannocchie di cinquantino o quarantino; 12) buona; 13) ce la passeremo; H) staremo; !5) vecchi. Flabis1) e barzeletis E bev e torne bevi A fuarze 2) di däi 3) dentri Du?h o’ sarin poetis4) Che il vin e 1’alegrie E’ svejin 5) la fantasie Ne 1’e un rimiedi miej8) Par no deventä viej. Uno leggeva, il „plui studiad“', come si dice in Friuli, e inentre gli uoinini, occupati a sgranare le pannocchie, si grogio-lavano e ridevano, le donne intente a filare, arrossivano e si scambiavano occhiate maliziöse. La lettura di quell' umile libretto, scritto in un linguaggio domestico, spianava le fronti patite di quella povera gente ignorante e ignorata, spadroneggiata e spremuta dalla cupidigia di governi e di signori. Un soffio di vita nuova, di vita reale, anche troppo reale, aleggiava per le case, nere di fumo e di miseria e ne scuoteva le anime, intorpidite nel secolare servaggio e am-muffite nella lettura delle .Vite dei Santi* del „Guetin Meschino“ o dei „Reali di Fiancia.“ Ben presto 1’autore dei meravigliosi pro-nostici e delle esilaranti facezie, Sior Pieri, come lo si chiamava per eccellenza, assurse alla piü grande celebritä, divenne il perso-tiaggio del giorno, la figura piü popolare e piü ammirata del Friuli. Se avveniva qualche anno che il suo lunario tardasse a com-parire o non uscisse affatto, come nel 1822, 1S23 e in altre annate successive, la delusione ne era immensa e le critiche generali e acerbe: O' sint7) a di8) par dutt : Ce9) poltron chell Zorutt! No zove I0) tontonä, u) Ogni an si fas 12) spieta.13) Al ull4) fassi15) frea,l0) Pajä17) a preši18) di afiett; Lu stampe ... no lu stampe ls>) . . . Cuanche nus viod nus sphampe 20) . . . Fiabe; 2) a forza; 3) dare; 4j tutti saremo poeti; 5) svegliano: 6) rimedio, migliore. 7J Sente; s) dire; 9)che; 10)giova; ll) brontolore; 12) fa; ,3j aspettnre; u) vuole; ,5) farsi; l6) fregare, lisciare; 17; pagare; ls) prezzo; 19) lo stampa? 11011 lo stampa ?, 20) quando ci vede, ci fugge. Ai tichigne,1) al pendöle 2) Al fufigrse,3) al <,;hossöle 4) L’ä piardud5) il zerviell Al e za vieli*') e gris. 7) no 1’e plui chell. I bigotti, gli schizzinosi, quelli insomma che non potevano buttar giü le frivolezze del poeta e le satire pepate contro il „ghitin* e la sua cammuffata cattiveria, costoro provavano come un compiacimento maligno per la decrepitezza incipiente del can-zonatore incorreggibile e, con parole untuose lo ammonivano a pensare una buona volta ai fatti suoi e al bene dell’anima sua: Al salte su il 9hitin8) Va benön, sior Pierin, Va benön, nuje miej,9) Cussi curnö10) al porä11) pensä ai cas siejl2). Anche le cameriere, galanti e allegre, le massaie, peccatrici e burbere, piene di doglie e di cancheri, bersaglio continuo delle sue pungenti canzonature, anche queste gli rivoltavano contro e, a denti stretti, gli fischiavano dietro le spalle : razze di ^han, Tu finiiäs13) di ijhölinus par man14) Venivano in fine i gufi, i difficili in arte, che, arricciando il naso, brontolavano a proposito del lunario: ..................no e poesie. Ne svöi15) di fantasie . . . e robe di casson 16) Che invece di fä ridi1') E’ fas l8) vigni19) fastidi. Questi, in ultima analisi, non avevano torto: piü il poeta invecchiava e piü la sua vena s’intorbidiva e si disseccava. Sior Pieri assumeva di tanto in tanto un certo cipiglio da can ma-stino e, da brioso umorista, da gran burlone, pronto a dar la baia a tutti e a tutto, si faceva un satirico amaro a un melanconico ') Lavoracchia; 2) pžncola, sta male in gambe; 3) impastocchia, infinocchia; *) vaneggia. (Si nöti la gran varietä e ricchezza di termini per significare il decadi-mento fisico d’una persona). 5) perduto; 6) e gia vecchio; ') grigio. 8) Bigotio; 9) niente di meglio; 10) adesso; ll) potra; 12) ai casi suoi; 13) finirai; u) prenderci in giro; 15) voli; I6) da strapazzo, da porsi nel dimenticatoio; 17) di far ridere; ls) fa; 19) venire. moralista. Lo Zorutti stesso si avveoeva del tono predicatorio e noioso. in cui scivolava di spesso, *) e si scusava col pubblico, troppo esigente e brontolone, producendo i malanni ehe lo af-fliggevano e le noie ehe gli derivavano dal suo duplice uffizio di „astrologo“ e di poeta burlone: . . . vares i ason: 2) Ma cui malanss) ehe o’ ai 4) Che o’ fasi5) tant, 1’e assai: Se o’ podess0) vivi in pas7) E vivi te-1 bombaš8) Come ehe al viv9) eualeun Savaress10) ben fä ridi n) al par di ognun. Po dopo o’ savares 12) Che j’e la gran se^hade Chell dovel8) ogn'an discori su 1’anade 14) Cuati i voltis al mes 15) Da für16) il boletin Del timp 17) ehe al vignara18) Ve19) di contä i petezz20) Di publica i segrezz La a ris^hio di pijälis21) Senze pode tornälis 22) Ve spess di jessi al cas 23) Di vede a stuarzi il nas24) Vede qualchi pulzete25) Che inveee di la dure28) Cuand ehe s’incontre 27) in me, E volte strade e fas di no sei ehe'; 28) Infin dei fats par dutt 29) An paüre di Zorutt Scomett30) ehe non d’ä tante II diaul31) te’ aghe sante 32). *) Cfr. ed. cit. vol. I, png. 24. Ma jo 110 4i (o) di fä il meslri di moral- 2J avrete rngione; 3) coi malanni; *) ho; 5) faccia; 6) potessi; 7) pace ; 8) nella bambagia; 9) vive; 10) snprei; **) far ridere; 12J saprete ; 13) dovere; u) discorrere sulTannata; 15) al mese; t6J d;ir fuori; 17) tempo; 18) verra; lö) aver dar; 20j chiac- chiere maligne; 21) correre rischio di huscarle (le botte); n) tornarle; 23) essere spesso nel caso; 24J di veder torcere il nnso; 25) vedere qualche ragazza; 26) dritta; 27) quando s’incontra; 2sj finge di non esser quella; 2B) dappertutto; 30) scometto; 31) il diavolc; 32) acqua Santa. Come si vede la sua satira, esercitata nell ambiente ristretto di una citta di provincia, saturo di pettegolezzi, di meschinita e d’ invidie, suscitava la coilera di molti e procurava al poeta noie e corrucci. I maligni, e non ce n'erano pochi, pretendevano di ravvi-sare in certe figure, inquadrate dall’autore del lunario nei suoi epigrammi, la tale e tale persona: Aveso mai vidud il strazzaiul2) Cun qualchi vestiai i stad doprad ? s) Che al va sberland4) atör 5) cui ehe lu vul, 6) Sinche dopo ve ben zirandolad7) Al s’imbatt in chell tal ehe par stature Chell vestiäri j’8) va une piture. Cussi eo ’1 9) salte für!0) il mio librett Si lambiche il cerviell eualehi curiös Par scuajä11) cui ehe vess12) chell tal difiett, Cui che foss che 13) morose e chell moios. Invano il poeta insorgeva contro tali malignitä, protestando ch’egli scherzava con un intendimento piu alto e piu puro ehe non fosse quello di colpire certe persone: L’ e.... il vizi chell ch’ o’ ^holl14) di mire E non za il viziös, come o’ crodes10) söi 1’ istess l6) d’ un piiar l7) prediphador Che al cir18) dutt par componzi19) il pe^hador. Ad onta di queste proteste, che rivelano chiaro 1’intendi-mento morale del lunario, 20) l’animositä di una certa parte del pubblico crebbe e pare fosse giunta al punto che il poeta ammo-nito dall’alto, dovette abbassare la frusta e mordersi il labbro: Po donge21) mi an mitude 22) la ^havezze,23) *) Avete; 2) cenciaiuolo; 3| stato adoperato; 4) gridando; 5) attorao; 6) vuole; i) gironzato; 8) gli; 9) quando; 10) viene fuori; ") scoprlre; ’2) avesse; ,3) quella; **) prendo di mira; 15) credete; 16) sono 1’istesso; 17) povero; >8) cerca; 19) cora-pungere; 20) La teadenza a infiorare di sentenze morali le sue rime non sempre morali il poeta la manifesta gia nei suoi primi lunari. Cfr. ed. cit. vol. I, pag. 39-44. 31) per soprappiii; 2J) messo; J3) il capestro, specie di museruola di faue e di cuoio. Non so del resto se io veda diritto e giusto nei significato di questo verso, il quäle potrebbe anche alludere al peso fastidioso deli’ ufficio, a cui lo Zorutti rimase legato fino al 1854. Cfr. ed. cit. vol. II pag. 140: La me’ vite in citad. dichiara egli melanconicamente nel „conclusional* dellanno 1852 per giustificare la fiacchezza dei suoi versi, uri dl tanto giocond» vigorosi e aggressivi. Cosl dopo i mol ti trionfi l’interesse per il lunario cominciava ad illanguidire: i compratori erano pochi e i pagatori lenti Lo Zorutti sollecitava, si umiliava, inveiva e sti epitava: Söil) stuf di fi eäus 2) la panze. Indarno. La gente stentava ad allargare i cordoni della borsa e si schermiva con rnille pietesti dalle sollecitazioni del poeta : Ducuan^hr*) eo’4) 1’e il moment Cer^hin 5) di tigni 6) strent 7) Si tirin 8) indatir0) Co’ viödin Iu) ehe 1’e für11) E disin 12) che lu an vud 13) O ehe lu an lett e ehe no ur14) ä plasud 15). N011 giovava nemmeno chegli esponesse con poca dignita, piagnucolando come una femminuccia, le svaiiate miserie, tra cui si dibatteva la sua famiglia: Zorutt al e un piiar,8) pari di farne« Che plui nol po 17) stfi in pisl8) E al devi sta in ^hadree lfl) A serivi veretads e bausiis 20) Par tirale“1) a la miej 24) E compale cu-i sieia:<) Cun dutt ehest 24) tantis voltis 1’ e misdi 25) Che an9hemö 2Ö) la pignate -1) ä di buli. E par parale2S) vie No baste2n) dute la filosofie. J) Sono; -) fregarvi, Hsciarvi; 3) lutti; 4) quando; 5) cercano; 6) tenere; 7) stretto; s) tirano; 9) indietro; lü) qunndo vedono; ”) fuori; 12) dicono; I3) avuto • u) loro; ls) piaciuto; 16) povero; 17) piii; 18) star in piedi; 19) sedia; 20) bugie; 21) tirarla; !2) meglio; 23) a camparla coi suoi; 24) questo; 25) mezzogiorno; 26)ancora; 2’) pentola; 2S) campare; 29) basta. II pubblico non prestava gran fede alle qtierimonie del poeta e brontolava che questi aveva qualche cosa al sole e ehe poteva camparsela anche senza : proventi del lunario: Mi dires') che äi 2) Campagne: Ce razze :l) di cucagne ! Ai quatri cumieris4) a Bolzan Che rindiii s) manco ogn'an. Di fatti lo Zorutti aveva a Bolzano uti podere non grande a vigna, sospiro continuo della sua anima angustiata nel tram-busto delle vie murate e strette della cittä e oppresso dalle noie di un impiego che, mentre non gli dava tanto da sfamare la fa-miglia, gl’inaridiva e gl'intristiva lo spirito e gli soffocava qua-lunque impeto di ribellione contro le autoritä costituite. L’ ingarbugliato codice di finanza gli era un enimma e un fastidio: Piü ti studio, meno imparo 0 tu oscuro od io somaro Ma impiegato e uom di mondo Mi decido pel secondo. Questi versi seritti dal poeta a sollievo deU’animo schiac-ciato dalla noia di quel codice, scolpiscono mirabilmente 1’uomo asservito per la ferrea necessitä della vita ad un impiego che non osava criticare, ma che pure profondamente disprezzava. La condizione d’impiegato e quella ancora di piccolo pos-sidente ponevano lo Zorutti, al di sopra del pubblico grosso, per cui veramente seriveva, e lo elevavano in una classe piu colta e raffinata, nel ceto medio, il quäle per le sue velleitä di piaceri e di lusso, fu sempre ed e anche tuttodi il piu travagliato e mal-contento. Era canone allora, come adesso, per la gente di questa classe, di fare buona figura ad ogni costo. Purche in certe occa-sioni si potessero sfoggiare i bei piatti d’argento e le vesti di seta sbiadita e di velluto logoro, purche fossero conservati certi simulaeri di benessere e di lusso e soddisfatte certe misere am-bi7ioni, importava ben poco che la famiglia basisse dalla fame *) Direte; 2) ho; 3) che razza; ‘) porca, ainola; 5) rendono. e dal freddo c ehe la servitii reclamasse con insistenza, ma in-vano il suo salario. ') E questa, a un di presso, la storia dolorosa di molti nobili friulani e veneziani, i quali, circondati da un lusso apparente e incancreniti nell’ozio, furono snidati per il bisogno incalzante dai loro vasti palazzi e buttati sul lastrico senza onore e senza bla-sone. Ora la famiglia Zorutti vantava origini nobilesche ed era una delle piü cospicue di Cividale. Qual meraviglia adunque, se il modesto impiegato ci tenesse alla tradizione e seguisse 1'andazzo del tempo? Perciö il figlio Ettore, unico erede della casa deca-duta, fu mandato all’universitä, ove consegui la laurea in medicina. Ma intanto nello sforzo supremo del sacrificio la famiglia si era esaurita di mezzi e ingolfata ne’ debiti. La miseria batteva di spesso alle poi te del disgraziato 2) poeta, come si apprende dalle molte querele disseminate nelle prefazioni ai lunari, e cio lo accorava anche per il fatto che non gli era lecito piü lasciarsi andare, con la beata spensieratezza d' un tempo, alle sue abitudini gode-recce e spenderecce. Poiche si deve notare ehe lo Zorutti non fu soltanto un gran burlone, ma anche un consumato e raffinato buon gustaio. Gli piaceva sopratutto il vino ch’ei celebrö egre-giamente come quello che gli eccitava anche da vecchio la son-nolenta fantasia e gli scacciava dalla mente i torbidi pensieri ehe vi si annidavano : Che gotute 3) a gustä ‘) e a cene E’ mi va per ogni vene E mi svee 5) la fantasie E vöi 6) dutt in pnesie. *) Cfr. ed. cit. vol. Il pag. 214: II mio g h ati. No inipuarte se no guste e se no cene, 1’ baste ve il diplome in pergament?. 2) Cito qui, per lumeggiare meglio l’epiieto, quattro versi ehe si riferiscono al figlio Kttore, di cui feci parola piü sopra: Se il eil (cielo) me 1’ul (vuole) concedl Mio fi fra tre quair'agn (anm) al sarh miedi (medico), Ma soi tant fortunad Che a chell timp (tempo) no sar«\ nissun malad. 3) Quella goccetta. Noa dobbiamo credetgli alla parola, poiche le voci “gote e gotute (di vin), nel nostro Fiiuü sonn d’ im’elasticitä straordinaria. 4) Desinare; 5) sveglia; 6) vado. In certi suoi versi pare proprio di sentire come la deli-ziosa „ribolla“ gli si fermi nella gola, giiela accarrezzi morbida-mente, gorgogli e scenda giü giü, come un nettare divino dif-fondendosi per tutte le vene del corpo: tant’e la semplice bel-lezza della descrizione, non inferiore certamente a quella famosa del Redi: Jemplin ') la bocaletc! Ribuele benedete ! Ce che sglizie, 2) Ce che cuzie, sj Ce che va jti ! Gli uccelletti ch’erano la sua gioia e il suo amore e alla cui vita egli s’appassionava con 1’ anima d'un fanciullo: Io po söi 4) come i fruts, 5) E’ m’interessin Bi tant chesijh uceluts 7) Che dute la zornade 8) ur ten daür 9J Zirin cä, ’°) zirin lä E van dentri e van für11) Si töruin 12) a impostä l3) Töriiin a pharezzassi u) e phacarä, lä) questi uccelletti gli facevano non meno esultare i precordi, quando li vedeva incappare tremolanti nei suoi panioni o quando gli fumicavano infilati sullo spiedo. Insomma lo Zorutti aveva un gran debole per i piaceri della mensa, come rileveremo an-cora piü tardi, e ima tendenza spiccata alla vita del poeta un po’ epicureo, bighellone e perdigiorno che cerca di spassarsela alla meglio, macerandosi la čarne meno che sia possibile. II che egli stesso confessa senza ambagi e senza veli di sorta in due briose, benche alquanto barocclie poesie, „La me' vite in citad“ e „La me’ biografie.“ ') Kiempiamo; 2) sJincciola; 3) come s^lletica; 4) sono; 5)bambini; 6) m’in-teressano; i) qaesti uccellctti; 8; giornata; a) tengo loro dietro; 10) girano qua;- u) fuori; ,2) tornano; IS) appostarsi; u) caivzzarsi; 15) cinguettare. O’ soi ‘) pluitost 2i poltrön : A l’usanze des sioris 3) O’ duär 4) dis dodis oris. 5) Mi plas u) a sta di band 7) Di la zirandoland 8) Di fholi su petezz 9) Di fä petegolezz....... Insume soi nasstid 10) Par sta plen e passüd n) Par gioldi, 12) par la a spass, par fä alt e bass Par dispensä, co' ocorr, seren e nul E par tigni l3) in dove u) chei 15) del Friül. E quei del Friuli conoscevano molto bene il poeta, non solo per le rumorose facezie, ma anche perche s’ insinuava un po' dappeitutto, brigando onde la gente comprasse il suo lu-nario e sollecitando, affinche gli inviassero dei regali. Del ehe noi non gli faremo gran carico. II Guadagnoli in Toscana, es-sendo maestro di scuola, faceva di peggio, poiche — serive Fe-lice Tribolati in una lettera diretta allo Stiavelli — quando il maestro pubblicava qualche parto della sua Musa, ci faceva met-tere in fila e ci dava una copia del carme volante, e il giorno dopo gli si doveva portare un paolo 1G) E nemmeno faremo colpa al nostro poeta ch’egli, da quel ghiottone ehe era, si facesse vedere molto spesso a cene e a banchetti. tanto spesso ehe la gente pare vi malignasse, onde lo Zorutti credette opportuno di giustificare in eerto qual modo quelle sue troppe frequenti apparizioni alle mense dei signori: Vo’ altris mi dires 17) ehe o’ soi scroccön : O’ domandi perdön, No voi l8) a trattaments par sacomämi la) Ma si ben par svejämi 20) Da che’ melanconie Che de qualchi an e’ mi ten 21) compagnie. ') Sono; 2) piutiosto; F) dclle signore; ‘) 'lormo; 5) dieci, dodice ore; 6) piace; 7) stare ozioso; 8) andare bighellonando; 9J chiacehiere; 10) sono nato; ll) pieno e pasciuto; 12) goderej I3) tenere; 14) a dovere; 15) q«elli. 16) Cfr. G. Stiavelli, Antonio Guadagnoli e la Toscana dei snoi tempi. pag. 264. (Torino, Societa Tipografica — Editrice Nazionale). ’7) direte; ls) vado; 19) per insaccare, pascermi a gola; 20) svegliarmi; 21) tiene. Ci duole invece e per la dignita dell’ arte che ne subl un sensibile strazio e per la storia poetica dei costumi del nostro Friuli, i quali tanta viva luce avrebbero potuto attingere ancora dai versi dello Zorutii che questi abbia sciupato un ingegno cosi vivido e fecondo nel distillare, in quei suoi troppo numerosi, pesanti e barocchi componimenti di nozze, auguri convenzionali e stucchevoli complimenti all’ unico scopo di ricompensare i suoi piü o meno nobili e generosi anfitrioni. Del resto il nostro non amava soltanto i banchetti dei ricchi, ma s’ imbrancava volentieri anche coi contadini, ai quali la lucida coda di rondine, di cui il poeta andava costantemente vestito, ') in omaggio forse alle tradizioni nobilesche, avrä strap-pato quel certo sorriso furbesco, che tiene deli' umile e del can-zonatorio e che e tutto proprio della gente di campagna, quando si trova dinanzi a una persona che, pur sembrando degna di rispetto, ha nel parlare o nell’abito esteriore qualche cosa di eccezionale o di bizzarro. Per l contadini lo Zorutti nutriva una simpatia che poteva essere sincera,2) ma non sa'da ne profonda. Gli spiacevano bensi certe odiose distinzioni, imposte dalla societk dominante a lui che ne era quasi il portavoce: 0 no capiss 3) parce 4) Che ogn’an vei 5) di fä in viars 6) Doi 1) pronostics diviars, 8) Un par il contadin L’altii pa’1 citadin. Ma il modo com’egli chiarisce e giustifica questo suo ram-marico esprime una punta di malumore e di mal celato disprezzo per la gente agricola, la quäle, agitata da uno spirito nuovo di malcontento e di ribellione, mal sapeva tollerare che il poeta la trattasse con rispetto minore: Cfr. La me’ biografie: O’ dopri la velade — Anghe che sei (sia) voltade E per di plui o’ marghi in veladon. — E noto ehe lo Zorutti ci teneva a esser chiamato “lustrissin„, titolo d’onore che si dava e si da tuttorü ai nobili. ■) Cfr. ed. cit. vol. I, pag. 185; Contadins miei benedets — Perdonait ehest dotorezz — Ma jo äii ditt chel che conven — E lu ii dilt pa ’l vuestri ben. s) Capisce; 4) perche; 5) abbia; e) in versi; 7) due; s) diversi. II contadin taroche ') Par eheste 2) distinziön Saves: 3) la int pitoche 4) E la (jholl 5) su la ponte del pirön 6) E jö no äi voje 7) di jessi8) malmenäd9) Questi versi furono seritti nell’ anno 1848, torbido di avve-niinenti sociali e politici in Italia e fnori, avvenimenti ehe pro-dussero un po’ di fermento anche nel buon popolo friulano, il quäle, scrollato dal sonno secolare, sembrava volesse finalmente sgranchire le membra indolenzite. Di fatti il contadino sobrio, paziente e supinamente rassegnato per 1’innanzi, sollevava allora il capo vergognoso e assumeva di fronte al suo padrone un at-teggiamento di sfida: pretendeva di godersi esso pure la sua parte di gioia nella vita e intendeva soprattutto di essere ri-spettato : Cumö !0) ses *') civilizads Oles 12) jessi Is) lispetads. Anche lo Zorutti, giä vecchio, brontolone e arcigno, anche lui si adombrava di questo brusco voltafaccia del servo della gleba: (Jholt l4) in plen 15) il contadin Ogni di si fas lu) plui fin, e si stizziva ehe il buon costume antico di sopportar tutto con rassegnazione cristiana andasse sempre piü in disuso e in diprezzo: Contadins, ses deventads Un poc masse delicads, Us viöd l7) ogni pid18) alzad A vigni19) culi20) in citäd In moschetis2') in cigar In gaban a") ducuant 1’ unviar 23) *) Krontola; 2) per questa; 3) sapete; *) la gente pitoeca; 6) prende; 6) sa la punta della forchetta. Si noti la mossa di disprezzo contenuta in questi due versi! 7) non ho voglia; 8) essere; y) malmenaio; lu) adesso; ll) siete; 12) volete; 13) essere; u) prešo; 15) in pieno, in massa; i6) fa; n) vedo; ls) piede; 19) venire; 20) qui; 2l) pizzo. L.’uso di portaie un ciuffetto di peli sotto il labbro inferiore si protrasse quasi fino ai giorni nnstri: ora questa specie di “onor del menton čredo vada scomparendo del tutto; 22) pastrano; 2!l) 1'inverno. La ’) al cafe e lä a la bire Po dulä che i! diäul 2) us3) tire: Cuanche väis4) a chell Perdön,5) Domandäis5) se 1’ e vin bon ; Senze di6) un'avemarie Cö ris drets 7) in ostarie; Zug8) di more, di tressiett Corpo.... sango °).... maledett Eresiis, ,0) peräulis sözzis 1 ’) Co’ an-d-e l2j in cuarp 13) un par di bözzis '*) Ves bisugn 15) di barufä E liatäits lG) subit di da;17) Tacäits ’8) man a la i oncee l9) E, 1’istess che sbrojä fuee2ü; Senze ole21) scoltfl, rasön I’ däis jü di ramazzön 22) E mi ven23) po vb*'n) di ridi Che il soreli 25) us fas 26J fastidi Co’-‘) 1' e istad vais 28j pe.’ taviele 29) Cu-la vuestre brave ombrele, Se 1’ä plott, 3u) se l'e pantäu In scarpins di cortesän: 31) Sou i zocui32) für33) di usanze E’ no stan cu la creanze. Miezelane, 34:) i egadin .... Dio nus uärdi 35j! pano fin; Giachetin e i pantalöns Lungs e largs fin ai telons. Benedets i uestris viej36) Che pensävin un mond miej 37) ! Non si ’n viöd 38) te' nestre ete30) Cui scufons,40) cu-la blan9hete,4l) Venerabi, religiös. ') Andare; 2) il diavolo ; s) vi; 4) quando andate; 5) indulgenza, santuario; 5) domandate; 6) dire; 7) correte 56 59 47 46 47 40 41 Entrati d 11 ran te 1’anno i I 1 • Inscritti quin d i in tutto 54 5<> 56 60 47 47 47 40 4' Di questi sono: a) Scolari nuovi: promossi . 52 53 53 57 1 3 3 2 2 ripetenti 1 1 • bj deli’ Istituto: 38 promossi 4i 40 37 34 ripetenti 2 2 3 j 5 5 4 1 5 Uscirono durante 1’ anno 15 '4 11 17 10 3 6 3 b Rimasero alla fine deli’anno: pubblicf . . . 39 ■ 42 ■ 45 43 36 44 4i 37 35 privatf . . . . . . . \ 1 Som m a 39 42 45 43 37 44 41 37 35 2. Luogo di nascita Trieste e territorio 31 33 34 35 29 35 34 23 29 Istria 4 5 7 t> 4' 3 4 8 3 Gorizia-Gradisca 1 1 2 2 1 1 . • 1 Altre province della monarchia . 1 • 1 1 I • Estero (compr. Ungheria) 4 3 2 1 ■ 0 3 2 2 Somma 39 42 45 43 36' 44 4i 37 35 3. Lingua famigliare. Italiana 39 42 45 42 3&1 43 41 37 35 Tedesca 1 Croata 1 Boema . . Inglese • • Spagnola Somma 3C 4: 45 4.1 36 44 1 41 3/ 35 S O M M A III VII IV suče. »iicc. 182 20 687 894 21 21 207 208 21 22 189 259 21 45» 120 12 20 577 108 60S 21 178 21 22 128 20 22 11 22 10 20 20 20 11 42 10 21 40 21 21 21 178 21 21 C L. A 4 Reli g ione. a b I c d SIK C. e SUCt. a b j II c d SUH. J e Sline. Cattolica Greco-orientale . . Serbo-ortodossa ..... ... Evangel. di coiif. elvet Israelitica . Senza confessione . 35 1 'i 41 1 44 1 ‘ 1 43 • 34lj 1 1 ■ 4' 1 2 35 1 4 1 35 1 • 1 35 Somma . . . 39 42 45 43 36' 44 4i 37 35 5 Eta. Di anni 10 1 II ■o 7 9 7 . 12 n >7 20 21 O1 11 4 8 13 s 9 11 8 17 16 15 12 14 * '4 0 9 5 4 7 13 9 ■7 5 •S 1 • 1 5 7 4 3 6 16 . . 1 . 1 I 2 1 2 >7 , >8 . '9 20 ....... . 21 » 22 Somma . . . 39 42 45 43 • 361 44 41 37 35 6. Domicilio dei genitori Triesle 36 41 41 41 33 1 1 43, 40 31 33 Altrove 3 1 4 2 ' 31 1 1 6 2 s oomma . . . 39 42 I 45 43 361 44 37 35 7. Glassificazione. a) alla fine deli’anno scol. 1909 1910: Vennero dichiarati : eminentemente idonei ... 1 1 1 2 3 4 2 3 idonei 2S 21 23 28 25 18 19 12 15 in complesso idonei ... . 3 10 6 4 2 5 6 14 7 non idonei ...... . . 8 10 10 7 8 iS 9 8 8 Ammessi ad un e sam e di riparazione . . 2 . 4 1 1 2 3 1 1 Non furono classificati • 0' . 1 Somma . . . 39 42 45 43 • 361 44 41 37 35 b) Completamento della classificazione dell’anno scolastico 1908-1909: Ammessi ali’esame di riparazione . 3 2 1 1 3 4 2 1 3 2 1 1 3 4 2 1 Non corrisposero 0 non comparvero . . 3 S E SOMMA a 1 II b c 1 d suec. a IV b \ c sntt. \ a | b 1 VI a | b 1 1 VII a \ b c! V r— U> S-s ■n E 1 Succursale Totale 2S 1 32 27' - 35 40 ■ 401 27 1 38 1 37 29 281 20 191 5683 i 175 7433 I 1 • 4, 1 5 ■ j I 2 . 2 21 1 I . 5 5 3 2. 2 1 I 2, 1 2 I 1 271 2 29' . ‘ 1 2 2 32 34 1 3°’, 35 1 43 41 28 1 40 39, 3° 3°' 2 1 1 21 '| 6084' I 178 786* • 26 75* i 1 33 1081 10 11 5 6 • 102 108 40 142 10 H 12 11 14 9 8 • 45 153 7 6 8' 12 12 18 8 7 6 81' 30 m1 3 3 4 5 n 9 10 10 12 7 5 68 '9 87 2 1 1 5 5 2 13 12 12 12 4 6 72 3 75 1 8 b 4 5 9 3 3*>, • 36 . 1 3 5 4‘ 222 • 222 1 2 1 3 2 9 9 ■ 1 5 7 7 ’ 1 ' 1 2 • 2 32 34 30’ 35 43 4' 28 40 39 3° 301 21 21' 608* 178 786« 30 33 28' 26 39 37 25 3^ 34 27 241 ,8 l6> 556» 156 7 I 23 2 ' 2 9 4 4 3 4 5 3 6 3 5 52' 22 74' 32 34 301 35 43 41 28 40 39 3^ 3ol 21 211 6o8‘ 178 786* 3 I 1 2 2 3 2 1 I 2 2' 2S' 1 12 37' 15 25 201 16 25 23 14 23 17 18 23 18 17 3551 85 4401 3 5 3 9 5 3 2 • 5i 3<> 87 7 3 (> 7 S 8 9 8 IO 6 1 . 120 39 ij9 4 1 0 2 5 . 7 9 4l 2 521 5 571 • • 1 ' 2 | ' 1 1 ' 5' 1 6‘ 32 34 3°‘ 35 43 41 1 28 4° 39 r i 30 3°' 21 21. 6o8‘ 178 786* 4 2 4 1 2 1 3 1 6 1 6 1 1 7 I 47 8 55 4 2 4 I 2 i 1 3 s 1 1 6 1 6 I 45* 8 1 53 • • • 1 • 1 ' I i ' 1 1 • 2 ' 2 ! ------------------------- C Ii A a b 1 c d SUCf. e SO GG. ! a j b II c succ. t luec. Accordato 1’ esame suppletorio .... 1 • • . • • 1 . Non corrisposero . • • • . • • • Non compaivero • • • • Quindi il risultato finale per 1’anno 1908-1909 b il seguente: Eminentemente idonei 7 I 3 4 I I Idonei 34 34 30 29 29t 23 21 '4 29 In complesso idonei ....... 0 8 3 10 2 8 5 13 4 Non idonei .... 3 b 4 3 2 6 11 5 8 Non classificati ... • • ' j • • Somma . . 43 48 44 43 36' 41 37 33 42 8 Tasse. Alla fine del I semestre erano: Paganti 29 27 25 21 ib> 18 19 4 11 1 1 2 5 4 1 • iS 24 23 3* 24 22 21 3t 3°, Totale . . 44 52 49 52 • 421 45 44 39 41 Alla fine del II semestre erano: Paganti ‘9 17 •9 10 iS' 26 23 9 «5 Esentnti della meta 1 1 . 1 3 28 > 20 24 25 33 • iS 17 '5 19 Totale . . 39 42 45 43 • 36' 44 4' 37 35 Importo pagato: nel 1 semestre ... ... corone 825 76s 755 510 540 615 6S0 135 330 nel 11 semestre corone 570 , 495 595 1 300 • 57° 795 735 280 435 Totale . '395 i26o|i35o 810 . I Ilo 1410 1415 415 7<>5 La tassa d’iscrizionea cor. 4 ammontoa cor 208 212 1 212 22« . 4 16 4 8 8 La tassa per la biblioteca degli scolari a cor. 1 ammontö a cor 52 53 1 53 57 1 4 1 2 « La tassa duplicati a cor. 2 ammonto a cor • 2 1 • 1 • 2 ' • 9. Materie libere. Chimica analitica: I corso ... II corso • • • • Stenografia : I corso . . . # . . II corso . . . . • '8 • . Ginnastica 35 3« 40 26 24 27 25 25 xo. Stipendi. Numero degli stipendisti • 1 Importo totale cor. ■ • • * 410 ' NB. Dal titolo 2 in poi gli scolari privatisti sono resi evidenti S S E SOMMA a 11 6 C d \ succ. a IV i c succ. 1 a / b V a 1 b V a II b 1 Scuola j madre 1 rt tfi b 0 O (n Totale 1 1 1 • 1 1 3 • 3 1 • • - • 2 2 • 1 ■ • • I 1 1 5 2 3 'i I 2 1 2 1 ,n i 1 25 10 . 35 c 25 22 19 12 28 26 2 2 27 2b 19 19 20 19 40b 121 527 < 1 7 9 7 4 4 IO . . .* >•- b8 33 IOI j 2 2 3 2 s 11 3 b 8 3 3 . . 81 18 99 • • . ! 1 • • i" i 'I y. i 33 33 3' 24 4' 41 ! 37, 34 35 24 23 20 20 581 182 7<>3 l '4 18 10' 10 iS ib 5 19 12 13 13 8 IO> 2S53 51 33<’»3 .3 3 3 2 4 5 1 3 I •3 1 I •< ■4°t ’■ 4 44 17 14 iS 24 . 24 25 23 19 28 '5 ■17 12 .IO 328 '4? 470 34 35 31' 36 46 4b 29 411 41 31 31 21 2o'J b533 197 ep ■ 1 O j yr> 00 18 20 .8' -J 10 24 20 12 21 22 ’’ *. * 19 8 12* 32I4 56 3774 1 2 1 2 3 4 3 . ■ 2 1 23 3 2b '3 12 23 ib 17 .b A b .7 11 11 12 9 2b4jf 119 ■ 383 32 I ; 34 301 35 43 41 28 4°| 39 3° 30' 21 2“ bo84 ,78 : 78b* 465 ! 585 405 330 boo 555 165 b'5 405 435 405 255 33° : 9235 1470 10705 585 630 585 33° 7b5 b7o 370 b75 Ü45 580 579 2 5-5 39° 10110 1.715 11825 10501215 990 660 i3ö5 1225 535 1290 1050! 1015 1975 510 72019345 3185 22530 4 1 24 16 ’ 8 I 4 ..24 12 1 12 1 M0 4 8 , 7fi° ,,j‘276 103b 1 6 I 4 1 2 I b 3 1 1 3 ! 5 1 1 26 2 lyo <)() 259 1 ' 1 ' 1 • i 4 4 • 1 • 1 ;• ■ 44 l , i , 44 i 4 4 1 8 . 8 • • 1 • • 1 • 1 5 ~ <2 • 7 7 I . ■ 14 17 14 7 i 9 ’ 4 . - 5i p '4 *5 , . ! . f 4 3 2 . '5 i 07 15 15 21 1 1 17 1 17 '4 ib 14 S 16 1 ° 1. • • 295 402 1. ■ 1 - | I . ' 1 ■ 1 1 3 r 2 2 8 l” , .!•<» IO • ! . • 210 30c 710 • 1300 576 1 • 188b b20 250b dali’ esponente pošto accanto al numero degli scolari pubblici. BENEFICENZA. Come negli anni antecedenti, cosi anclie in questo il Con-siglio comuna'.e assegnö 1’ importo di 2300 corone per 1’ acquisto di libri per scolari poveri e meritevoli. I.a spettabile Ditta L. Smolars mise poi a disposizione della scuola 6 buste di compassi, 2 astucci per colori, matite, pennelli e gomme, per esser distribuiti tra allievi poveri deli’ Istituto. Vennero sussidiali : Cinque allievi con un importo complessivo di 400 corone, elargito anche quest’ anno dali’ lllustrissimo Signor Barone Giovanni Economo. Quattro allievi con un importo di corone 50 per ciasche-duno, a nome della Giunta provinciale deli’ Istria. Un allievo della II c con un importo di corone 30, dalla Giunta municipale di Trieste. Due allievi con 1111 importo complessivo di 50 corone, largito dai sigg. Basilio e Margherita Cassab in memoria del loro indimenticabile figlio Graziadio, giä allievo della scuola. Gode/lero stipendi : 1) Un allievo della II d, della fondazione Antonio Cossi/z, di annue corone 410. 2) Un allievo della IV c, della fondazione Luigi Cominotti, di annue corone 210 3) Un allievo della V a, ed 11110 della Vila, della fondazione Nicolö Mazzoni di annue corone 300. 4) U11 allievo della V b, della fondazione doti. Pietro Gabrielu, di annue corone 110. 5) Un aliievo della V b, della fondazione Marco Levi, di annue corone 400. 6) Un allievo della V b, dal fondo scolastico de” 1 i addetti alle ferrovie dello Stato, nell’ importo di corone 200. 7) Un allievo della VI b, dal fondo provinciale deli' Istria. nell' importo di corone 100 8) Un allievo della Vila, della fondazione Barone Reinelt, di annue corone 276. 9) Un allievo della VI b, della fondazione Dott. Vitale Laudi. di annue corone 200. Fondo di soccorso per allievi poveri della civica Scuola Reale superiore di Trieste. Fu istituito allo scopo di venir in aiuto con sussidi di danaro ad allievi poveri e meritcvoli per contegno, diiigenza e profitto. 11 relativo statuto, accolto dal corpo insegnante nella con-feren/.a tennta addi 5 aprile 1906 e dal Magistrato civico con decreto del 3 febbraio I907 N. 21321-06- VI, ottenne 1’appro-vazione deli’ I. R Luogotenenza del Litorale con dispaccio del 3 maržo 1907 N. VII 295-07. Resoconto per 1’ anno scolastico 1909-1910. Introiti. Libretto della Cassa di risparmio triestina N. 156737 Corone (vedi resoconto 1908-1909) 965.51 Interessi depositati alla stessa cassa » » 65.12 In contanti ........................... » » 158.62 4-7-09 Civanzi di alcune ripatazioni............................. 1.74 19-9-09 Da alcnni professori della scuola......................... 2.62 19-9-09 Dal corpo Insegnante pet onoraie la memoria del prof. G. Benco........................................ 100.— „ „ Dal corpo Insegnante in moite del padre del prof. dott. Grandi.................................... 49.— 15-10-09 Dal Corpo Insegnante in memoria del padre del prof. dott. Candotti ................................. 41.— 7-11-09 Dalla signorina E. Vidich per onorare la memoria del prof. G. Benco 10.— 13-1 -1 o Dalia famiglia A. Dejak in morte del signor Donaggio.............................................. 20.— Corone 24-2-10 Dal Corpo insegnante in memoria della madre del catechista D. Saiovitz •........................... 51*— 6-2-10 Dalla signorina E. Vidich, in memoria del prof. G Benco................................................ 10.— 13_3~10 Pr°f. A. Ivancich in morte della sorella . 25.— 23-3-10 Dal Corpo insegnante nella stessa occasione , 57.— 5-5-10 Dalla sigorina E. Vidich in memoria del prof. G. Benco............................................... 10.— 8-5-10 Da alcuni professori.................................... 3.16 8-6-10 Dalla famiglia E. Walmarin in morte del signor Emilio Cimadori........................................ 20.— Interessi pro 1909 sul libretto della Cassa di risparmio tiiestina............................................. 33.41 Totale . . 1623.18 Esiti. Corone Per due atlanti e due block..................................... II.—- Per tre vestiti e tre paia di scarpe............................ 128.— Per sei sussidi in denaro........................................220.— Libretto della Cassa di risparmio tiiestina.....................965.51 Interessi depositati alla stessa................................ 98.53 In contanti.......................................................• . 200.14 Totale . . 1623.18 Trieste, 15 giugno 1910. II cussiere prof. E. Cortivo. AUMENTO DELLE COLLEZIONI SCIENTIFICHE. Le spese per i gabinetti e per la biblioteca dei professori furono fatte coli’ importo di 2500 corone derivante dalla dota-zione fissata dall’autorita magistratuale. Vennero assegnati: a) alla biblioteca dei professori della Scuola madre cor. 400 li) per acquisti nei gabinetti della Scuola madre . „ 1500 r) alla bibliotcca dei professori e per acquisti nei gabinetti della Succursale ...................................600 Totale cor. 2500 Alla biblioteca dei professori della scuola madre veime asst-gnalo auche l’imporio di cor 29, ed al Gabiuetto tlel disegno a mano Ji della scuola madre quello di cor. 15 derivanti da tasse incassate dalla Direzione per attestati duplicati rilasciati. Le spese per la biblioteca giovanile vennero fatte coli'im porto di 259 corone incassate da 259 scolaii neoinscritii Vennero assegnati: a) alla biblioteca giovanile della Scuola madre . cor 190 b) alla biblioteca giovanile della Succursale ,, 69 Totale cor. 259 1) Biblioteca dei professori. Bibliotecario: prof. dott. G. Braun. DONI: Dcill'i. r Lnogolenenzd di Tritsfe'. Bollettino deile leggi ed ordinanze per il Litorale austro illirico, 1909-10 Dal Municipio di Trieste: Bollettino statistico mensile, [909-1910. — Riassunto di statistica per 1’anno 1908. Trieste 1909. — Conto consuntivo deli'amministrazione civcia di Trieste per 1’anno 1908 —- Conto di previsione deli’Amministrazione civica di Trieste per 1’anno 1910 — Personale insegnante e statistica degli aliievi delle civiche Scuole popolari e cittadine alla fine dell’anno scolastico 1908 09. — Archeografo Triestino, terza serie, vol. V, 1. — Muratori, Reruin italicarum scriptores, fasc. 71-77. —- Messina e Reggio prima e dopo il terremoto del 190S. — Guida dei dintorni di Trieste. Trieste 1909. Dcilla Diresione di pubblica beneficenza: La beneficenza puh-blica di Trieste, 1908. Dal Cnratorio delle bibhoteche popolari comunali: Relazione virtuale e bilancio pro 1909 delle 4 biblioteche popolari comunali. Dali' Ordinat iato ve s c ovile: Prospectus beneliciormn ecclesiasti-corum et status personalis cleri unitarum dioeceseon Tergestinae et Justinopolitanae ineunte anno MCMIX Trieste 1909. Dali Ist it uto per tl promovimento delle piccole Industrie per Trieste c l’Istria: Protocollo della seduta del Cnratorio che ebbe luogo addl 10 maggio 1909. Dal/a Lega per la moralita pubblica in Trieste: Relazione intorno all’attivitä sociale nel 1909. Dal Cnratorio del Museo Comvierciale in Trieste: Relazione sulla gestione del Museo Commerciale per 1’anno 1909. Dal Civico Museo di Rovereto: Elenco dei donatori e dei doni fatti al civico Museo dal i° gennaio al 31 dicembre 1909. Dali’ i. r. Museo Commerciale Austriaco: Studien-Nachrichten der Export-Akademie des k k. österr. Handels-Museums 1909 Jahrbuch etc 1909. Dal regio Istituto teenico superiore di Milano: Programma, A11110 1909 10. Dalla Diresione del Corservatorio Musicale di Trieste: Reso-conto dei Conservatorio Musicale di Trieste 1908-09 Dalla Redasione della Favilla Enimmistica: I numeri dei periodico pubblicati durante l’anno Dali’Editore F. Tempsky: Lalzke, Deutsches Lesebuch für österr. Mittelschulen 1910, 5 vol Dalla fainiglia del prof. Giordano Beneo: Gaspare Gozzi, Poesie e prose [Averardo Pippi]. Firenze (Šansoni) 1901. — Vittorio Alfieri, Tragedie [Ugo Brilli]. Firenze (Šansoni) 1908. — Severino Ferrari, Poesie dei secoli XIX e XVII Flren/.e (Šansoni) 1903 -- Emilio Bertana, Vittorio Alfieri. Torino (Loescher) 1902. — id. II ediz., 1904. — A. Galletti, Le teorie drammatiche e la tragedia in Italia nel secolo XVIII. l’arte I.a. Cremona (Fezzi) 1901 -— Vincenzo Ricca, Fmilio Zola e il romanzo sperimentale. Catania (Giannotta) 1902. — Domenico Zanichelli, Cavour. Firen/.e (Barbera) 1905. — Rabelais. Oeuvres Paris (Flammarion) 2 vol. — D. Bonnefon, Les ecrivains celebres de la France. Paris (Fischbacherl — D Bonnefon, Les ecrivains modernes de la France. Paris (Fischbacher) — H. Patin, Etudes sur les tragi-ques grecs. Paris (Hachette) 1890-1904 4 vol. Dal prof. Gugltehno Krummer: Alpi Giulie, vol. XIV. ACQUISTI: Periodici (1909 e 10): Rassegna bibliografica della letteratura italiana. — Bollcttino della Societä Dantesca. — Nuova Antologia. — Atti e memorie della Societä istriana di archeologia e storia patria. — Bollettino della Societä geografica italiana. — An-nuario scientifico ed industriale, XLVI-1909. — Effemeridi astro-nomico nautiche per l’anno 1909; id per 1’anno 1910. — Guida geneiale di Trieste. Vol I. Trieste 1910. — Verordnungsblatt für Kultus und Unterricht (2 esemplari). — Jahrbuch des höheren Unterrichtswesens in Österreich, 23. Jahrgang. Vienna 1910. — Zeitschrift für das Realschulwesen — Gtrmanisch-Romanische Monatsschrift. — Meteorologische Zeitschrift. — Jahrbuch der Chemie, XVIII-1908. — Zeitschrift des deutschen und österr. Alpenvereins, XL-1909 Bertaccki,, Nuovo Dizionarjo geografico universale, fase. 54. Torino, Unione tipogr editrice. -- Birtolini, Dizionario universale di storia, fase. 76-80 Milano, Valardi. — Dizionario di cultura universale, punt. 16 e 17 Milano, Vallardi. — Meyers Grosses Konversations-Lexikon, VI. Aufl., XXI Band (Ergänzungen und Beiträge). Lipsia 1909. Giuseppe Chiarini, Vita di Giacomo Leopardi. Firenze (Barbera) 1909 — G. Garollo, Dizionario biografico universale. Milano (Hoepli) 1907, 2 vol. — G.-A Hirn, Constitution de 1’espace celeste. Paris 1889 — Lübke-Lützow, Denkmäler der Kunst. Stuttgart 1879 3 vol -- Frtinccsco Torraca, Manuale della letteratura italiana : Appendice al volume III, Firenze (San- soni) 1910. — F. P. Treadzvell, Trattato di chimica analitica. Milano, Vallardi. 2 vol. — Jos Venn, Deutsche Aufsätze. Altenburg 1906. — Pnsquole Villuri, L’ Italia da Carlo Magno alla morte di Artigo VII Milano (Hoepli) 1910. La biblioteca conta presentemente 2225 opere in 3702 vohimi e 525 opuscoli. 2) Biblioteca dei professori della Succursale. ACQUISTI: Verordnungsblatt für Kultus und Unterricht. — G. Rigutiui- O Bulle, Nuovo dizionario italiano-tedesco e tedesco-italiano, 2 volumi; (Hoepli) Milano. 3) Biblioteca giovanile della Scuola madre. Custode: prof. E. Rossmann. DONI: Dal prof K. Rossman: V. Duruy, P.ccola storia antica ; Piccola storia greca; Piccola storia romana ; Piccola storia dcl medio evo; Piccola storia moderna. F. I'lamini. Compendiio, il Mar Nero — G I 'auletich (II b): H. G Wells, L’uomo invi-sibile. — E. Saraval (II c): Sa/gari, I.a costa d’avorio. C. Lupetina (I h) : Bat bien, SpazzaCiiinino. — G Machni/.h (I b) : Salgaii, La Scctennati ice. — M Nussa (I b) : Salgari, La Ca pitana del Yucatan ; Le pantere d’ Algeri Szu/ft Viaggi di Gulliver. Mnyne-Reid. Avventure di una famiglia perduta nella solitudine d’America Montolitu, II Robinson Svizzero. — M. Sacher (IIc): $algitri, La stella della Araucania. ACQUISTI : Alighieri, La Vita Nuova ; II convito; II Canzoniere, — Bai zini, Le avventure di Fiammiferino (3 est-mpl.) — Bertinetti, Le orecchie di Meo (2 esempl.). — Boccaccio, II disegno del Decameron (comm. Gigli). — Bulwer, Gli ultimi giorni di Pompei (3 esempl.) — Dot/. Campern/, L’ Igiene insegnata ai ragazzi. — Capelli, Tavole riassuiitive della Divina Commedia (2 esempl,), — Caprin G., Trieste. — Capuana, Cardello (3 esempl ). — Cardncci. Ai parentali di G. Boccacci (2 esempl), — Da „üiscorsi letter. e storici“ (Presso la tomba di F. Petrarca ; Ai parentali di G.Boccacci; llsecordo centenario di L. A. Muratori : D011 Quijote (2 esempl.). — Cervantes, Don Clusciotte (narr, alla gioventü) ; Don Chisciotte, ediz. Sonzogno (3 esempl ). — Dott. Cigliutti, I consigli del Dott. Antonio: Letture d’igiene (2 esempl.) ; Nuovi consigli del dott. Antonio — D’Ancona, Giosue Carducci, commemorazione (2 esempl.). — Daudet. Le petit Chose (2 esem-plari). -- De Beuedefti, Verso la meta (5 esempl ). — De Foe, Robinson Crusoe (2 esempl) — De Gaspari, II racconto del piccolo vetraio (3 esempl.). — Dapre, Pensieri sull’arte e licordi autobiografici (3 esempl ). — Eckstein, I Claudi. — Fava, Fran-colino (3 esempl). — Fedirn, Dante. — Ferrari, II ridicolo (2 esempl); II duello ; Amore senza stima. — Franklm, Vita scritta da se medesimo (2 esempl ) — Fitcini, Le veglie di Neri (3 esempl.); — All’ aria aperta (3 esempl) — Gherardi del Testa ; Oro eoi pello — Giacosa, Novelle e paesi Valdostani (2 esempl.). — Giornahno della Domenica, A 1909 (N 25-52); A. 1910 (N. 1-26). -- Goethe, Faust (narr alla gioventü) — Guida dei dintorni di Triest>-. — Inv.enzioni anticlie e moderne. — Lettura, A. 1909 (N. 6-12); A. 1910 (N 1-6) — Muce, L’ aritmetica del nonno. — Miigntni-b.jfren. La navigazione aerea e gli areoplani. — Molmenti, Veneza. — Morandi, Origine della lingua italiana (2 esempl.) Otnero, Odissea (narr, alla gioventü) ; Iliade (idem). — Perodi, Cuore del popolo — Piccioni, Sermolino e Picclrasodo. — Roiuaiiell/, Lingua e dialetti. -- Serao, Evviva la vita. — Stop-pani, \\ bei paese (2 esempl.); Da Milano a Damasco. — Toyn-bee, Dante Alighieri —- Turri, Machiavelli.— Verne, Lalangada; Le ti ibolazioni di un Chinese in China ; Attraverso il mondo solare ; La scuola dei Robinson; L'abbandonato del Cynthia; II giro del mondo in 80 giorni ; Le Imlie Nere; Dalla Terra alla Luna; Un capitano di 15 anni; Avventure del capitano Hatteras; II paese delle pelliccie; Cinque settimane in pallone; Un episodio del Terrore ; Intorno alla luna; Ventimila leghe sotto i mari; Una cittä galleggiante ; Viaggio al centro della terra; I figli del capitano Grant; Michele Strogoff; L’isola misteriosa ; Virgi ho. L’ Eneide (narr, alla gioventu) — ZHiotto, Capodistria. La biblioteca conta 1216 libr . Durante 1’anno furono di-stribuiti 6282 fra 586 scolari. 4) Biblioteca giovanile della Succursale. Custode: prof. A. Palin DONI: Dal prof. Venturini: Goldoni, Commedie — Dagli allievi: Cainer (IV c) : Verne, I figli del capitano Grant (2 vol.). — Zerial (IV c): Guerin Meschino. — Petrič (IV c): Meine Reid, I cacciatori di girafie. — Nemenz (IV c): Cervantes, Don Chi-sciotte (ill.) - Cotič (IV c): Mil/on, II paradiso perduto (illust dal Dore) — Zahn (IV c): Verne, Storia dei grandi viaggiatori. — Glustich (IV c): Ravasini, La bella Berta. -- Bertoli (IV c): De A mic/s, Süll’ Oceano. — Cirillo (IV c): Verne, I grandi viaggiatori del sec. XIX. — Amstici (III dj : De Amicis, Pagine sparse — Silvestri (III d): Swift, I viaggi di Gulliver. — Pau-cicli (III d): Ellero, Una settimana tra le alpi; Riniselet, L’in-cantatore di serpenti; Sienkitwilz, Seguiamolo — Zaccaria (III d): Stocco, La figlia del sole; I banditi della Cordigliera. — Toffoli (III d): Salgari, Ii corsaro nero; Verne, Racconti fanta-stici. — Bertolo III d): Lorensini, Avventure di Pipetto; Perodi, Cuoricino ben fatto. — Petronio (III d): Stocco, Lo stregone del fiume rosso. — Linda (III d) : N N , Viaggio intorno alla inondo. Cirillo (II d): Reali di Francia. — Facchini (II d): Salgari, Ricon-quista di Mompracem — Descovic (II d): Collodi, Viaggi. ACQUISTI: De Amicis, Pagine sparse. — Baccini, Alla corte di un gorilla. — Ba/beris, Avventure del Birmano Sam Diick. — Barrili, La spada di fuoco — Berta, Le sette strade (fiabe) — Björnson, Leonarda — Capttana, Cardello — Caselli, Diavolino — Cooper /'.,^11 corsaro rosso — Cyrano de Bergerac, Viaggio comico nella luna; Storia comica degli stati e imperi del sole. — Poti. Racconti straordinari: Nuovi racconti straordinari; Lo scarabeo d’oro; Eureka.'— Walter Scott, II lord dellc isole — Polo Murco, Viaggi -• K01 ole'nko, II musicante cieco. — Wells, Novelle straordi-narie. — Jorick, figlio di Joriek, Sti e giü per Firenze. — Gozzi, G, L’ amore delle tre melarance; L'augellin bel verde — G Della Cas*i, (lalateo — L da Vinci, Frammenti e pensieri. 5) Gabinetto di Fisica della Scuola madre. Custode : prof. E. Grignaschi. ACQUISTI : Due specchi metallici cogli accessori per la riflessione delle onde elettromagnetiche. — Episcopio con obbiettivo. — Ampe-rometro per correnti alternate. - - Voltometro per correnti alter-nate. — Elettroscopio a fogliette di alluminio, — Resistenza a selenio. — Apparato di Ioule per determinare 1’ equivalente mec-canico del caloie. 6) Gabinetto di Fisica della Succursale. Custode: prof. F. Blasig. ACQUISTI: Modello in metallo della macchina a vapore. — Ampero-metro. — Reostata. — Apparecchio accessorio alla macchina centrifuga per dimostrare 1'esperienza di Foucault. 7) Gabinetto di Chimica della Scuola madre. Custode: prof. G. Base hier a. ACQUISTI: Un forno sistema Fletscher. — Una storta di rame. — Una bilancia decimale, da tavolo — Un gasometro a campana. — Un amperometro. — Minerali, eprovette, bicchieri reattivi, matracci, crogioli e capsule di porcellana, imbuti di vetro, can-nule e bastoncini di vetro, cannule e tappi di gomma elastica, acidi, sali, preparati organici minerali, reattivi analitici. 8) Gabinetto di Chimica della Succursale. Custode: Prof. F Blasig ACQUISTI: Tavola murale raffigurante la decarburnzione del ferraccio col sistema Bessemer. — Apparecchio per esplosioni, modello Teclu. — Eudiometro. — Tubi di velro difficilmente fusibili, per combustioni. — Morse doppie per sostegni di apparecchi chimici. — Cannule di gomma — Bottiglia di rame con valvola. — Apparecchio di Lorscheid per dimostrare la struttura della fiamma. — Apparecchio di Hawüczek per la sintesi dell’acido cloridrico — Bacinella di porcellana — Campana di vetro per 1’ analisi dell’aria. — Voltametro — Tubo ad U con va vola e fili di platino. — Chimicali 9) Gabinetto di Storia naturale della Scuola madre. Custode: prof A lvancich. DONI: Dal prof Nicolo Albanese: Alcuni numuliti e calcare numu-litico di Pisino. — Dal prof. A. lvancich. Diver.si minerali dalle miniere di Xeriphos; diverse conchiglie; un esemplare di Taenia saginata e di Taenia cucumerina Dal sig Edtti. Poschich: Alcuni insetti esotici. — Dagli allievi: de Nardo (II b) : alcune conclii-glie fossili; Büsch (I a): Diverse conchiglie e uova di selaci; Orlandini (VII b): diverse belle forme di stalattiti e stalamiti; Eppinger (I a): un piccolo esemplare di Gaviale; Conighi (IV a): Alcuni insetti esotici; Iennou (III b): una spugna con briozoi; Saversnig (VI b): Uova di selaci; Schaffenliauer (VI b): una donnola imbalsamata; Pascali (VII b): costrui un bacile per minerali; de Nardo M. (III b): Mangos e Cobra, gruppo biologico; una pietra flessibile; 1111 teschio di testuggine marina ACQUISTI: Un preparato in alcool rappresentanfe diversi tipi di cervello di vertebrati. — Un preparato in alcool dimostrante il sistema nervoso d’ un gatto domestico. — Scheletro d’un’ estremitä anteriore di cavallo. — Una collezione di 25 forme caratteristiche di piedi d’uccelli. — Due tavole murali per la zoologia, di Pfurtscheller: Infusoria, Perca fluviatilis. — 12 tavole murali zootomiche di Leutemann — 11 tavole murali d’ anatomia bota-nica di Kny. — 3 tavole murali botaniche di Schmeil. 10) Gabinetto di Storia naturale della Succursale Custode: prof. F. Blasig. DONI: Dal sig. Ant. Val/e: Dentiera di Oxgrina Spallanzanii. — Dal sig. Gtus. Sillanr. Stalattiti. — Dagli allievi: Faidulti (VI b): Pirite speculare; Vallon (IV c): Simbiosi di animali marini; Mikulich (II e): Collezione di minerali della ferriera di Servola; Todero (II e): Grande esemplare di madrepora cervicornis. ACQUISTI: Fringuello, cardellino, becc’in croce, becco frosone, picchio minore, orecchione, ratto e riccio imbalsamati; cranio di volpe. Cilindri di vetro per preparati. Modelli in carta compressa dei fiori: viola tricolor, linaria vulgaris, delphinium consolida, loni-cera caprifolium e solarnim dulcamara. 11) Gabinetto di Geografia e Storia della Scuola madre Custode: prof. A. Budin ich. ACQUISTI: Felkl, Induktions-Globus. — Htikt, Erdglobus. — Rothang, Asien, Physikalische Wandkarte — Schulwandkarte der Schweiz (Eidgen. topog Bureau). — Mittheilungen der K. K. geographischen Gesellschaft, 1910. 12) Gabinetto di geografia e storia della Succursale. Custode: prof A Benedetti ACQUISTI: U11 planetario secondo Felkl con Mercurio, Venere, Marte e Terra colla Luna 13) Gabinetto di geometria e disegno geometrico della Scuola madre. Custode: prof. A. Nordio. ACQUISTI: Un modello di dm3 con cm8 levabili. — Cubo con sezioni diagonali. — Un paio di squadretti ed un compasso per la tavola nera. — Un modello dimostrante l’innalzamento al cubo di un binomio. 14) Gabinetto di geometria e disegno geometrico della Succursale. Custode: prof. G. Hess ACQUISTI: Una tabella in cartone — Un cubo di legno, decomponibile. — Un parallelopipedo di legno, decomponibile. — Una piramide quadratica, sviluppabile. 15) Gabinetto del disegno a mano della Scuola madre Collezione A. Custode: prof. E. Cortivo. ACQUISTI: 1 corvo, 1 falco tinuncolus, i ghiandaia, I colombo, 2 bombacille, i picchio verde, i beccanotto, i ciufifolotto, i cavia cobaia, i Salatura intermedia, 3 vanesse Io, 1 vanessa atlanta, 1 vanessa polyctora, 1 Iunonia lavinia, 1 Aloidis Lyris, 1 Prias sinnata, 1 Saturnia cecropia, 1 Cinthia velebensis, 1 Eulidesspet bioleobaea, Papilio agesidaus, 1 testa imbalsamata di gallo cedro-ne, 3 piccole pentole di terra cotta a 3 manichi, 2 pentole grandi di terra verniciata, 5 boccalette, 2 vasi per fiori di terracotta verniciata, 1 cuccuma di terra cotta, 2 manaie, 5 bicchieri di vetro di forme differenti, 1 bottiglia, 2 teiere, 1 caffettiera, 1 chicchera di porcellana, 1 brocca di vetro colorato. 16) Gabinetto del disegno a mano della Scuola madre. Collezione B. Custode: prof. G. Moto. DONI: Dagli aliievi: Pertot A (Vi b): 3 pentole. — G. Grioni (III b): 1 bicchiere. — Merluzzi (III b): 1 cuccuma di porcellana. •— G. Morpurgo (III b): 1 uccello imbalsamato. -- Spadiglieri (Vi b): Due teste di capra. ACQUISTI: 2 pere, 2 mele, 8 farfalle, 11 cestini di legno intrecciato, di forme e grandezze varie, 1 portafrutta in legno, 4 vasi di ceramica, i anfora di terracotta verniciata (stile tedesco), 2 drap-pi di stoffa damascata, 2 mannaie, 1 martello, 1 segaccio, 1 cas-suola da muratore, 1 coppino per malta, 1 graffietto, 1 pentola per colla, 1 gira viti, 1 votazza di latta, 1 falcetta, 1 cranio di capra con corna, 20 corpi geometrici di cartone. Modelli imbal-samati: 1 corvo, 1 pappagallo, 1 airone, 1 mazoro, 1 colombo, 1 testa di capra. 17) Gabinetto del disegno a mano della Succursale. Custode: prof G. Hess. DONI: Dall'allievo Iseppi (III d): 3 scodelle in terra cotta. AQUISTI: 1 gabbiano ed 1 upupa imbalsamati; 3 fai falle in scatola di vetro; 1 vaso di terra cotta; 5 vasi di argilla, imitazione di ceramica antica e precisamente 1 anfora a 4 manichi, 1 cratere campaniforme, 1 coppa a calice, 2 idrie a 3 manichi; Bargue e Gerome, parte I: 4 modelli di teste; 1 busto di bambino (Car-peanx); 1 busto di giovanetta (Verrocchio). VIII. ESAMI DI MATURITÄ. Anno scolastico 1909-1910. Sessione di es/ale 1909. Gli esami orali si tennero nei giorni 28 giugno fino al 5 luglio sotto la presidenza del direttore del-1’ i. r. Scuola Reale dello Stato in Pola dott. Ruggero Solla. Vi assistettero 1’ onor. D. Risigari, membro della deputa-zione municipale di questa scuola, e 1’ assessore alla pubblica istruzione dott. P. Rozzo. Sessione di autunno 1909. Le prove in iscr tto si fecero nei giorni 21 24 settembre, gli esami orali nei giorni 25 e 27 set-tembre sotto la presidenza dell’ i. r. ispettore scolastico provin-ciale cav. Nicolö frof. Ravalico. Sessione di febbraio 1910. Gli esami in isciitto si tennero nei giorni 15 e 16 febbraio sotto la presidenza deli’ i. r. ispettore scolastico provinciale cav. Nicolo prof. Ravalico. 11 risultato complessivo delle tre sessioni e stato il seguente : Pubblici Eslirni Total« Si sono annunziati all’ esame 38 IO 48 Non furono ammessi — I I Si ritirarono prima degli esami orali .... — 3 3 Ricevettero un attestato di maturitä con distinzione 2 — 2 » » » ad unanimitä di voti '9 1 20 Ricevettero un attestato di maturitä a maggio- ranza di voti iS 4 '9 Furono rimessi 2 1 3 Somma 38 10 48 Candidati dichiarati maturi. N. progr. Cognome e Nome Lttogo naliv.) Anui d’ c tu An ni
  • 9 — 29 Robba Guglielmo Pola 20 8 30 Rocco Rocco Rovigno 21 9 31 Ruvere Bruno Trieste 21 10 32 Sandri O.scai' n 20 10 33 Sbisa Luigi Parenzo 20 7 34 Schoinz Ottone Trieste '7 7 35 Scrivanich Dalmazio Lesina (Dalm.) 18 8 36 Tolentino Giuseppe Gino Trieste 18 8 37 Tornada Mario 17 7 33 Tosoni Armando n 20 7 39 Urbani Aldo n 18 8 40 Vecchi Lucio * n 17 7 41 Zilla Enrico * Maturi con distinzione. n 18 7 Di tutti i candidati maturi dichiararono di dedicarsi agli studi : di legge Pubblici ] Esterni Totale 1 di scienze storico-filologiche 1 — I esatte e naturali 2 ... 2 presso Scuole tecniche superiori l8 3 2 I „ la Scuola superiore di agricoltura . . 1 1 2 „ la Scuola di costruzione navale . . . I — I di veterinaria I — I Alla vita pratica ( I 1 I 2 Somma . . 30 5 Anno scolastico 1909-1910. Sessione di estate 1910. Agli esami vetinero ammessi 38 candidati, tra i quali 36 allievi pubblici ed 1 allievo privatista deli’Istituto. Furono assegnati i seguenti temi, che si elaborarono nei giorni 8-11 giugno : Lingua italiana. Nella sezionc A, a scelta : 1) La memoria delle glorie passate, anziche argomento d vane millanterie, ci sia sprone ad emularle. 2) L’ industria carpisce ai regni della natura gli elementi principali della propria operositä e del proprio incremento, fru-gando le viscere della terra. 3) Ogni eta ha opinioni e sentimenti tutti suoi particolari, di cui ordinariamente sono interpreti i grandi scrittori. II primo tema e stato scelto da 9 candidati, il secondo da 8, il terzo da 4. Nella sezione B, a scelta : 1) Fra mezzo a una generazione tutta intenta al presente e piü ancora all’ avvenire, e con mire 11011 sempre disinteressate e altamente ideali, sta bene che la gioventü almeno, prima di entrare nelle battaglie della vita, volga gli occhi al passato, ehe offre tanti esempi di virtu e di abnegazione, tanti ricordi di devoto sacrificio pel bene... Alessandro d'Ancona. 2) La scintilla. 3) Gianfre Rudel, ch’ us6 la vela e ’1 remo A cercar la sua moi te. Sotto quäle aspetto allegorico si puö considerare il „molto gentile principe di Blaia“, ricordato con quei versi meravigliosi dal Petrarca nel Trionfo dell’amore? II primo tema e stato scelto da 4 candidati, il secondo da 2, il terzo da n. Lingua tedesca. Nelle sezioni A e B : YVe]che sind die wichtigsten modernen Verkehrsmittel ? (Tema libero). Lingua francese. Nella sezione A : Versione dal francese iielP italiano : L’ inscription mysterieuse. (Le Sage). Nella sezione B: Versione dal francese nell’italiano : Pctrarque. (Barrau). Geometria descrittiva. 1) Disegnare le proiezioni di un prisma esagonale regolare che ha uno spigolo laterale sulla retta PQ, ed un vertice opposto nel punto A. Determinarne le sezioni coi piani che passano per la diagonale del prisma guidata dal vertice A, e che sono in-clinati di 6o° col primo piano di proiezione [P (—12, o, 29), Q (60, 72, 100), A (—45, 66, 30)]. 2) Costruire le ombre proprie e portate per due cilindri crcolari. L’ uno abbia la base nel primo piano di proiezione, e sia dato dai centri c {67, 63, o), 0 (52, 75, 81) delle due basi e dal raggio r = 32 delle medesime, 1'altro abbia la base di raggio r'= 27 nel secondo piano di proiezione, e sia parimenti deteiminato dal suo asse m (25, o, 45) n (—24, 85, 27). Luce a raggi paralleli. 3) Una zona sferica e limitata superiormente da un cerchio massimo orizzontale, ed e chiusa inferiormente. Sul piano ehe forma la base inferiore della zona, giace čoncentricamente la base di un cono circolare retto, ehe si eleva nell’ interno della zona. Costruire le ombre di qnesto insieme di corpi, per illumi-zione a raggi paralleli. La zona e data dal raggio R=52 e dal centro M (43, 63, 54) della sfera alla quäle essa appartiene, e dalla piopria altezza h=3ö; il cono ha per base un cerchio di raggio v—22, ed un’altezza H=iio. Nella sezione B : 1) Un cono circolare obliquo poggia colla base sul primo piano di proiezione. Esso e fissato dal centro della base o (o, 55, o), dal raggio r = 36 della ste^sa e dal vertice V (--12, 36, 63). Costruire la sezione di questo cono, determinata dal punto I (—12, 72, Z) della medesima, dalla sua tangente t (della quäle e noto ehe la prima proiezione t, colla }X2 1111 angolo di 300) e dal punto II (15, y, o) ehe giace sulla base del cono. 2) Costruire le ombre propiie e portate per un cono circolare retto avente la base nel secondo piano, e per una sfera. [La base del cono lia il centro o (47, o, 83) ed il raggio r= 35, 1'altezza eh — 100; la sfera ha il centro C (o, 45, 36) ed il raggio R = 36]. 3) Costruire le proiezioni di un cono circolare retto del quäle si conoscono le proiezioni di tre generatrici VA, VB, VC, e la lunghezza l del lato. [V (50, 120, 95), A (—68, 68, 47), B (24, 100, 46), C (-25, o, 50), 1 = 110] G1 i esami orali si terranno nei giorni 2-8 luglio sotto la presidenza deli’ i r. Ispettore scolastica distrettuale dott. Micliele ■prof. Stenta 11 risultato degli esami verrä pubblicato, assieme a quelli delle p. v. sessioni di autunno e di febbraio, nell’ annuario del venturo atino scolastico. CRONACA. II 6 settembre mori improvvisamente il prof. Giordano Benco. La triste notizia fu appresa con dolore da tutti i colleghi e di-scepoli, e con vivo rarmnarico da quanti ebbero la fortuna di conoscerlo. Entrö nell’ Istituto come insegnante nel 1905, e con la sua rara modestia, con 1’ infinita bontä del suo animo e con la sua affabilitä e gentilezza seppe subito cattivarsi la simpatia e la stima dei colleghi e discepoli, i quali tutti serberanno grata e duratura memoria di lui. * X- * Cessarono quest’ anno di far parte del Corpo insegnante i supplenti Oliviero Slua, che passö ali' i. r. Scuola magistrale in Gradišča, Francesco Rigo, Lnigi Zorzini ed il docente staordinario Pietro Demonte. II prof. dolt. Lnigi Candolti venne esonerato dalle sue mansioni di professore presso questa scuola per esser stato incaricato della direzione provvisoria del civico Liceo fem-minile (decr. mag. del 27 agosto 1909 N. VI-157/10-09). 11 corpo insegnante venne completato colla nomina del piof. Antonio Palin del Ginnasio Reale provinciale di Pisino a docente effettivo nel triennio di prova (decr. mag. del 7 settembre 19O9 N. VI-207/7 °9) e co'l’ assunzione dei supplenti Alberto Be-nedetti, Alanasio Cliitter, Giacomo Furlani, Cristiano Mauroner, Al-fredo Venturini, Ubaldo I.azzarini, Guglielmo Urbanaz, Davide Coen, e dc-gli assistenti Guglielmo Krammer, Giuseppe Zolia, Attilio Fonda (decr. mag. del 28 sett. 1909 N VI-651/7-09) e Giuseppe Furlani (decr. mag. del 5 ottobre 1909 N. VI-781/1-09); quest’ultimo a parziale sostituzione dell’assistente effettivo Edoardo Iurizza, as-sunto presso il Ginnasio comunale come docente per l’insegna-mento del disegno coli’ obbligo di completare il suo 01 ario presso questa scuola (decr. mag. del 29 settembre 1909 N. VI-747/1-09). L’ istruzione della religione cattolica venne, dall’ Ordinariate» ve-scovile, come negli anni passati, affidata in via sussidiaria ai R. D. Michele Giacomelli e D. Carlo Saiovitz (decr. mag. del 24 settembre 1906 N. VI-732/1-09). Fu concesso inoltre al signor Mario PiccolH, candidato abilitato all' insegnamento nelle scuole reali, di compiere in quest’ Istituto il prescritto anno di prova (decr. Luogot. del n sett. 09 N. VII 1005 09). Nel corso deli’ anno scolastico il supplente Alberto Benedetli venne nominato docente effettivo nel triennio di prova (decr. mag. del 21 marzo 1910 N.VI-381/1-10). * * * Gli esami di ammissione al primo corso si tennero nei giorni 9 luglio e 16 settembre, quelli alle altre classi, come pure gli esami di riparazione ed i suppletori, nei giorni 16-19 settembre. L’ufficio divino d' inaugurazione del nuovo anno scolastico venne celebrato il 20 settembre, ed il giorno 21 comincia-rono le lezioni regolari. 11 numero rilevante di allievi nella classe secouda rese in-dispensabile la sua divisione in 5 sezioni anziche in 4, divisione che si pote effettuare solamente chiudendo la quinta sezione delia classe prima. La scuola ebbe cosl anche durante questo anno 22 classi, e precisamente 4 prime, 5 seconde, 4 terze, 3 quarte, 2 quinte, 2 seste e 2 settime. Cinque trovarono collo-camento nella Succursale ; queste furono : la I d, II d, II e, III d, e IV c. II giorno 4 di ottobre si festeggiö 1' onomastico di Sua Maestä 1’ Augustissimo nostro Imperatore con un solenne Ufficio divino, al quäle assistettero 1' intero Corpo insegnante e gli al-lievi cattolici dell’Istituto ; ed il giorno 19 novembre venne ce-lebrata la messa funebre in sufiragio di S. M. la defunta Impe-ratrice Elisabetta. L’ i. r. ispettore scolastico provinciale cav. Nicolo pi of Ra-valico ispezionö 1’ istituto dal 9 di dicembre fino al 13 gennaio e raccolse addi 22 gennaio il Corpo insegnante ad una conferenza generale. II primo semestre si chiuse il 12 febbraio, ed il giorno 15 febbraio cominciö il secondo. II 12 di aprile fu data vacanza per il varo della nave da guerra «Zrinyi» (disp. luogot. dd. n aprile 1910 N. VII-444/8-10). L’ insegnamento della Religione cattolica fu ispezionato addi 29 aprile dal Commissario vescovile R.mo Mons. dott. Carlo Mecchia. Le gite primaverili si fecero nel giorno 30 aprile. Le iscrizioni degli allievi alla prima classe (sessione di estate) si fecero nei giorni 27-29 giugno, i 1 ispettivi esami di ammissione il 1. di luglio, giorno in cui si chiude anche 1’anno scolastico. II 2 di luglio cominceranno gli esami orali di ma-turitä. * * * II prof. Michelangelo Dell' Antonio, ammalato fin dali’inverno del tiascorso anno scolastico, non pote nemmeno quest’ anno riprendere 1’ insegnamento. Arnmalo ancora fin dal primo giorno di scuola, e rimase assente per il corso deli’ intero anno scolastico, il supplente Giacoi/io Furlani. Le sue ore di lezione vennero assegnate ai prefessori Nordio (matem. Ia), Stecher (fis. III c), ed al candidato di prova Mario Picco/ti (mat. I c, II b e II c; disegno geom. II b e II c). A Natale cadde ammalato il prof. Umberto Stecher. Durante la sua assenza, ehe si protrasse fino al 21 di febbraio, egli venne sostituito dal direttore (matem. V a) e dai professori Grignaschi (fis. Via), Cortivo (dis. geom. II a), Anlonaz (fis. VI b), Sandri (mat. II a), Ivancich (fis. III b), e dal supplente Picotti (fis. III c) II prof. dott. Giacomo Bratin infine, colpito ai primi di aprile da neurastenia, non pote riprendere 1’ insegnamento per il resto deli’ anno scolastico. Le sue ore di lezione vennero affidate ai professori Pierobon (ital. IV b), Cumin (ted. VII b), Rossmann (ital. VI b), Cord (ted. V b), Palin (ted. VI b) ed al supplente Mauroner (ital. II a). Oltre alle assenze di minor durata causate da leggere in-disposizioni, e quelle di 7-15 giorni dei professori Cortivo, Palin, Ivancich e deli’ assistente Giuseppe Furlani, ebbero ancora permessi di assenza il supplente Guglielmo Urbanaz, di 10 giorni, e 1’ assi- stente Gitgliclnio Krummer, di un mese, per assoggettarsi ai ri-spettivi esami di abilitazione. * * * Lo stato di salnte della scolaresca fu ottimo. * * * La spett. Societä triestina d’ igiene fece omaggio alla scuola di una tabella con le Istruzioni per i soccorsi d’ urgenza, e di 16 tavole contenenti norme d’ igiene ESERCIZI GINNASTICI, GIUOCHI ALL’APERTO, GITE ED ESCURSIONI DEGLI SCOLARI Allo sviluppo flsico della scolaresca il Comune provvide oltre ehe con la regolare istruzione nella ginnastica, anche coi giuochi all’aperto. Alle lezioni di ginnastica s’ inserissero 402 allievi, ehe vennero divisi complessivamente in 12 sezioni con due ore set-timanali per ciascuna. Dalle 8 sezioni formate dagli allievi della Scuola madre, 5 ebbero istruzione nella palestra della civica Scuola di ginnastica e tre nella palestra della Societä di ginnastica; le 4 sezioni della Succursale vennero istruite nella palestra della civica Scuola popolare di via Paolo Veronese. Col 15 di aprile si iniziarono gli esercizi ed i giuochi al-l’aperto, ehe si tennero cogli stessi insegnanti e col medesimo orario delle lezioni di ginnastica nei campi di via Tommaso Grossi, di via delle Sette Fontane e nel giardino della Societä di ginnastica. Gli esercizi si chiusero con la fine deli’anno scolastico. * * * Nel corso dell’anno scolastico vennero intraprese le se-guenti gite ed escursioni: 13 aprile: Visita deli’Officina comunale del gas illuminante e della centrale elettrica, con gli allievi delle classi IV a e IV b (prof. Picotti). II 30 di aprile si fecero le seguenti gite: 1) In ferrovia fino a Villa Vicentina con 30 allievi delle classi IV e V; passeggiata fino a Cervignano e dintorni; ritorno da Villa Vicentina colla ferrovia. Una giornata (prof. Cumin e Baschiera). 2) In ferrovia fino a Divaccia; šalita del monte Wremsica e ritorno a Divaccia per S. Canziano Da Divaccia a Trieste in ferrovia. 30 partecipanti delle classi VI. Una giornata. (prof. Pierobon e Budinich). 3) Col vapore per Muggia. Passeggiata oltre a Muggia vecchia fino a Valle d’Oltra. Col vaporetto per Capodistria. Ritorno da Capodistria col vapore. 21 partecipanti delle classi III e IV della Succursale. Una giornata. (prof. Palin). 4) In ferrovia fino a Reifenberg. Passeggiata attraverso la valle del Vipacco nel bosco di Tarnova. Discesa a Dornberg ed a Prevacina. Ritorno a Trieste con la ferrovia. 48 partecipanti delle classi III e IV della Succursale, e V-VII della scuola ma-dre. (prof. Blasig). 5) In ferrovia fino ad Erpelie; passeggiata per Rodik e S. Canziano fina a Divaccia. Ritorno con la ferrovia. 45 partecipanti delle classi II e III. Una giornata. (prof. Stecher e Venturini.) 6. In ferrovia fino a Podgorje; šalita del monte Taiano; discesa ad Erpelje. Ritorno con la ferrovia. 32 partecipanti delle classi I-III. Una giornata. (prof. Giacomelli e Fonda). 7. I11 ferrovia fino a Borst. Passeggiata per Bogliunz, Dolina, S. Servolo; discesa a Monte Castiglione. Ritorno con la ferrovia 46 partecipanti delle classi I e II. Una giornata. (prof. Chitter). 8) Col vapore per Venezia. Visita della Esposizione inter-nazionale d’arte. Ritorno coi vapore. 15 partecipanti della classe VII. Dne giornate. (prof. Rossmann e Gius. Furlani). 9. In ferrovia fino a Draga. Passeggiata al Castellare mag-giore, Basovizza e Trieste. 45 partecipanti della classe II della Succursale. Mezza giornata. (prof. Bartoli). 10) Col tram elettrico ad Opcina. Passeggiata oltre la ve-detta Stefania, per la via Vicentina fiuo a Prosecco. Discesa a Barcola. Ritorno in tram. 35 partecipanti delle classi I e II. Me/za giornata. (prof. Picotti e Mauroner). 11) Passeggiata per il Cacciatore, Chiusa, Monte spaccato a Trieste. Mezza giornata. (prof. Lazzarini). 19 maggio: Visita del giardmo botanico cogli allievi della I a. (prof. Picotti). io giugno: Visita della Rafflineria triestina di oli minerali. DECRETI PIÜ IMPORTANTI PERVENUTI ALLA SCUOLA DALLE AUTORITÄ PREPOSTE Disp. luog. dell’ 8 giugno 1909 N. VII-456/2-08. Rimette copia del disp. minist, del 30 maggio 1909 N. 14888, col quäle in via di prova si regolano i permessi d’assenza dei direttori durante le vacanze. Decr. mag. del 5 luglio 1909 N. VI-46047-08. Accorda al prof. Enrico Rossmann la definitivita di servizio. Decr. mag. del 7 lugiio 1909 N. VI-549/1-09. Concede al prof. Gino Farolfi la definitivita di servizio. Disp. luog. del 2 settembre 1909 N. VII-975/1-09. Comu-nica che 1' i. r. Ministero del Culto e deli’ Istruzione con decr. del 30 luglio 1909 N. 31089 ha concesso che per ora restino in vigore le vigenti disposizioni rispetto all’ istruzione della gin-nastica. Decr. mag. del 24 settembre 1909 N. VI 690/1-09. Comu-nica che il Consiglio comunale eiesse a membri della deputa-zione municipale di questa scuola gli onor. Enrico frof. Nordio, Domenico Risigari e Antonio Suttina. Disp. luog. del io novembre 1909 N. VII-602/7-09. Comu-nica che 1’ i. r. Ministero del Culto e dell’Istruzione con disp. del 27 ottobre 1909 N. 38876 trovö di prescrivere per questa scuola il piano normale emanato con 1' ordin. minist d.d. 8 aprile 1909 N. 14741 assieme alle rispettive disposizioni transitorie ; e stabilisce cho per il tedesco e per il francese deve per il mo-mento restare in vigore il piano attuale. Decr. mag. del 11 novembre 1909 N. VI-549/4-09. Accorda al prof. Francesco Blasig la definitivita di servizio. Disp. luogot. tlel 9 novembre 1909 N. VII-892/6-08. Ri-mette copia del disp. minist, del 22 settembre 1909 N. 20620, col quäle viene comuuicato il nuovo piano d' insegnamento per la lingua italiana. Decr. mag. del 10 gennaio 1910 N. VI-9t3/:-09. Comunica ehe la Giunta immicipale ha approvato ehe il primo corso di stenografia sia diviso in due sezioni. Disp. luogot. del 13 gennaio 1910 N. VII-198/8-09. Rimette copia del disp. minist, d.d. 16 dicembre 1909 N. 48313 ehe stabilisce quanto segne : Uno scolare ripetente ehe alla fine deli’ anno scolastieo venga dichiarato nuovamente 11011 idoneo a passare nella classe superiore, deve abbandonare 1' Istituto. La stessa cosa vale per un allievo ehe abbia riportato in ambedue i semestri deli’ anno scolastico nella meta o in piu della meta delle materie la nota insufficiente (esclnsa la ginnastica). I11 casi degni di eonsiderazione 1’ autoritä seolastiea pro-vinciale ha facolta di permettere, sn proposta del Corpo Inse-gnante, in ambidue i casi la ripetizione della classe nello stesso Istituto. L’abbandono della scuola per i motivi suesposti šara da annotarsi nel catalogo generale coli’osservazione: Deve abbandonare 1’ Istituto per scarso profitto. Questa clausola 11011 e pero da riportarsi sull’ attestato. Disp. luog. del 20 febbraio 1910 N. VlI-307-10. Rimette copia del disp. minist, del 29 gennaio 1910 N. 46538 ex 09, il quäle stabilisce ehe nelle scuole reali 1’ insegnamento della cal-ligrafia e da limitarsi a quanto viene fissato dal piano normale. Le rispettive ore d’insegnamento sono da computarsi nell orario d’ obbligo dei docenti. Disp. luogot. del 28 feabraio 1910 N. VII-429-10. Comunica ehe giusta reseritto deli' Ordinariato vescovile la festa del-1’ Anmmziazione di M. V., che cade quest’ anno il venerdi santo, verra celebrata il 4 di aprile. Disp. luog. del 14 maržo 1910 N. VII-519-10. Comunica ehe la commissione della grotta di Adelsberg ha stabilito di ridurre ad allievi delle scuole medie e popolari il prezzo d’in-gresso alla grotta a due corone, per visite fatte dal 1 di maggio al 15 di ottobre alle ore 10.30 ant.; e ad una corona per visite fatte il lunedi di pentecoste ed il giorno 15 di agosto alle ore 3 pom. Gli allievi devono legittimaisi con un attestato scolastico. Per visite cumulative di sctiole, il viglietto d’ ingresso e fissato a una corona per persona. Disp. luog. del 24 maržo 1910 N. VII-480-10, Rimette copia del disp. dd. 27 febbraio 1910 N. 50355 ex 1909 col quäle il Sig. Ministro del Culto e deli’ Istruzione si riserva di ammet-tere scolare privatiste quali ospitanti nelle scuole medie maschili, in misura limitata, soltanto in quei luoghi nei quali 11011 si tro-vano Licei femminili od al tri Istituti femminili di educazione. Decr. magist. del 7 aprile 1910 N. VI-312/1-10. Comunica ehe la Giunta municipale ha concesso alla Scuola di far ripro-durre, sen/.a spese per il Coinune, le notizie scolastiche deli’ an-nuario e di cederle agli scolari ad un prezzo di costo arroton-dato, destinando il civanzo al fondo di soccorso per allievi poveri deli' Jstituto. Disp. luog. del 18 aprile 1910 N. VII-637-10. Comunica ehe 1’ i. r. Ministero del Culto e deli’ Istruzione con disp. del 27 maržo 1910 N. 9618 ha affidato al professore della Scuola Reale nel III distretto
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