ANNO XIII Capodistria, 16 Novembre 1879 N. 22 LA NOIA ; "SITI' DELL' ISTRIA iìli'jb 193 Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione.— Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Dn numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. EFFEMERIDI ISTRIANE 16. 1254. 16. 1332, 0112 iì ti 9if2 3ÌÌ3& -08 Hi u'~ tònIOBSà <1 17. 1102, un S'iav' j .onobaaso 17. 1656 18. 1310. Novembre — Trovandosi il patriarca d'Aquileia colpito dalla scomunica, papa Iunoceuzo IV delega i vescovi di Capodistria, di Pola e di Pedena per esaminare se la nomina del vescovo di Trieste, Arlongo de Voisperch, sia legale, e qualora lo fosse di consacrarlo, ma previo il giuramento. - 16, I, 82. — Accettato il castello di Valle tra le terre della Repubblica, Venezia promette di mandarvi uu annuo rettore (le cui masserizie dovrebbero venire trasportate dal porto di S. Paolo a Valle e riportate allo stesso per cura del Comune) il quale rettore avrà a dirigere solo le cose criminali e nel resto avrà a trattare la giustizia assieme a due giudici del luogo secondo le consuetudini locali, conducendo seco tre officiali (domicellos) e due cavalli. Gl'impieghi non verrebbero affidati che a gente del luogo ; un Sergio di Castropola e successori non potrebbero far valere i lor diritti contro alcuno di Valle che dinanzi al rettore e i due giudici; Pietro di Pirano dovrebbe tenersi lontano da Valle e suo distretto; i Vallesi potrebbero condurre nei paesi veneti le loro granaglie, il Comune potrebbe affittare a chicchessia i suoi pascoli, e per 1' anno in corso sarebbe assolto da ogni spesa verso il Paisinatico. - 46, I, 131 e seg. . — Ulrico del fu Voldarico marchese d'Istria e la di lui consorte Adelaide donano al patriarcato aquilejese molti beni, situati nella provincia istriana. - 14, II, 181 e XXX, 240, — 40 49, - 67, II, 241, - e 4, . — Capodistria. Il vescovo Bonifacio ordina al pievano di Carcauzze, don Michele Voch, di por fine alla celebrazione della Messa in lingua illirica. - 15. Il doge promette al conte di Gorizia che darebbe ordine a tutti i podestà di imporre ai loro sudditi 1' osservanza de' patti della pace e di non inquietargli i sudditi, ed altrettanto fa il Conte. - 46, I, 72. 18. 1359. — Il senato accorda oltre le due prime som- me di lire 100 di grossi altre lire 40 di grossi per compiere la fabbrica del civico palazzo in Capodistria. - 7, 29 - 19, 31.b 19. 1230. — Gerardo vescovo d'Emonia viene ad un concordio con Vidotto e Fabiano, signori di S. Giorgio al Quieto, riguardo l'abazia di S. Martino Tripoli presso Orteneglio, donata dai suoi predecessori al convento di S. Daniele in Venezia; 1' abate in allora era frà Giovanni Bono. — 30, XIII, 751, - e 4. — Capodistria. Il vescovo Naldini ordina per il 21 del mese in corso una processione per ottenere da -Dio la grazia di veder liberati gli animali dalla peste. - 15. — Aquileia. Il patriarca Bertrando investa Cristoforo del fu Simone di Buie dei feudi goduti dai suoi predecessori. - 7. — Venezia. Il doge Barbarigo notifica al pod. e cap. di Capodistria, Matteo Loredan, il suo inalzamento a Capo della Repubblica. -25, 244.b Il Comune di Muggia si obbliga di pagare al patriarca d'Aquileia 1* annua decima, vendutagli da Corrado di Raifembergo. - 28 I. 435. - e 32. 14. — Il doge Moro accorda al Comune di Muggia la vendita del vecchio e cadente ospedale, purché ne fabbrichi uu altro ed iu sito più adattato. - 15, 9.b - e 32, 24 , — Udine. Il patriarca Bertrando verso garanzia di Gerardo di Cucagna pone a piè libero sino a tutto il venturo gennaio Nicolò di Duino e Voliza di Pisino coli'obbligo di non recare disturbo alle terre del patriarca. — 9, 85, - e 4. 22, 1459. — Il doge Malipiero rimette al pod. e cap. di Capodistria, Andrea Venier, la conferma dei capitoli stipulati tra quel Comune e gli ebrei che vogliono stabilirvisi ad foeneran-dum. - 25., 169.a 23. 1475. — Papa Sisto IV trasferisce l'arcivescovo d'Antivari, avente il titolo di arciv. di Patrasso Simone Vossich di Montona, al vescovato di Capodistria. - 21, I, 288. 23. 1802. — Umago. Arrivo del barone Steffaneo, com- 19. 1711. 20. 1345. 20. 1485. 21 1330. £3n..*> JJI j 21. 1467, 22. 1336 24. 1345. 24 1615. - e' i", nU 25. 1289 JI!t t>fi «Eli 25. 1342 ■ OftOtl. Ìfì( 6 1289. tUrtSTni « ìfcjiyi itiL 26. 1805. ! 27. 1287 ., .i. 27. 1514. 28. 1286, 28. 1334 missario plenipotenziario per l'Istria. - 41, num. 2. — Udine. Il patriarca Bertrando accorda ai delegati di Muggia, Alboino e Testa, di scegliersi il podestà ; caduta la nomina sopra Nicolò Vitturi di Venezia il patriarca ne lo conferma per sei mesi da incominciarsi col dì 25 del prossimo dicembre, di più i suddetti Alboino e Testa vengono eletti custodi della torre di Muggia custodita sino ad ora da certo Vermapace. - 9 108. - 18, V, 34, -32, 14, - e 4. — Valle di Moccò o Zaule. I veneti perdono da circa 4000 uomini tra i quali il comandante Fabio Gallo da Osiino nelle Marche ; la galea veneta, ancorata presso il ponte di Muggia difende la ritirata dell' esercito e mena strage tra i vincitori, che lasciano freddato lo «tesso loro condottiero, il voivoda Vordono-vich della fortezza di Ottocaz. - 1, II, 241, — 12, III, 169, - e 36, II, 18. — Eletto a doge Pietro Gradenigo vulgf Pierazzo, podestà di Capodistria, il senato ordina al capitano d'Istria e ai consiglieri veneti in Capodistria di governare quella città sino alla venuta del nuovo rettore. - 46,1, 160. — Venezia si rifiuta di numerare al patriarca d' Aquileia le annue corrisponsioni, per non essersi egli dato premuia alcuna, perchè i suoi sudditi risarcissero quei di Montona cui arrecato aveva molti e gravi danni. - 7, 20 — 10, 98.b — Il senato delibera che il podestà da eleggersi per Capodistria debba rispondere il dì dopo l'intimazione della sua nomiua, se voglia o mene accettare la carica, e che, dichiarandosi pel sì, debba partire entro sette giorni sotto pena di 200 lire. - 46, I, 160. — Le truppe francesi, comandate dal generale Seras, prendono possesso dell' Istria ei veneta, occupata sin dal giorno 10 giugno 1797 dall' Austria - 10, III, 34. — Il senato veneto delibera, che il podestà da nominarsi per Muggia debba pronunciarsi entro tre giorni, se voglia accettare la carica ed accettata cha l'avesse, debba partirsi ad un semplice cenno del doge. - 32, 10 - e 46, I, 157. — Trieste. Il Comune delega il proprio capitano, Nicolò Rauber, per avere dall'imperatore armi e vettovaglie, e denaro pel ri-stauro del castello e delle civiche mura. - 33. — Il senato delibera che il nuovo podestà di Emonia debba starvi per due anni ; gli detta gli stessi capitoli e vuole che abbia la stessa paga del fu podestà Giovanni Delfino; vuole inoltre eh' ei s' astenga da ogni commercio, da ogni acquisto di case e campagne e che non compri nè vino né grani se non in quanto gli abbiano a servire pel proprio uso. - 46, I, 156. — Il senato delega il podestà di Capodistria perchè ingiunga a ser Pietro di Grisignana a dover restituire certi beni da lui occupati e situati in Racithovich, alla famiglia Lugna- ni che li possedeva da oltre 40 anni. - 7, 16-6, 90.a 28. 1355. — Genova. Isacco Turrini fa delle larghe esibisizioni e promesse al patriarca Nicolò, qualora gli piacesse eleggerlo a marchese governatore d'Istria. - 9, 125. 29. 1287. — Muggia. Il consiglio manda ambasciatori a Venezia per offrirle la terra, e per chiederle un podestà che la regga durante la guerra. - 32, 10, - e 46, I, 157. 29. 1344. — il senato facoltizza il governatore d'Istria, Andrea Morosini, di montare assieme a' suoi ufficiali la pubblica barca, chè li trasporti a Caorle o a Veuezia. - 7, 20-10, 61.a 30. 1352. — Il senato prolunga a tempo indetermi- nato a certi giustinopolitani, colpevoli della rivolta del 48, il permesso di fermarsi in Istria coli' obbligo però di non mettere piede in Capodistria. - 7, 26-16 103.b 30. 1468 — 11 senato delibera che il castellano da eleggersi per Moccò cuopra quel posto per la durata di quattro anni ed abbia un mensile di 100 ducati. - 25, 2I0.a PANE E LAVORO Pane e lavoro ! questo grido straziante si alza dai miseri casolari delle campagne, dai villaggi di molti distretti della nostra provincia. Abituato a soffrire, il povero campagnuolo i-striano, buono per natura — della sua bontà d' animo ne sia esempio il proverbiale spirito di o-spitalità — non alza il grido di soccorso con le pugna alzate, coll'occhio torvo e minaccioso ; ma lo ripete come un lamento, seduto davanti il suo tugurio, inerte, perchè non sa che fare delle sue braccia, non richieste, privo della semente da git-tare per l'anno venturo al campo che possiede. La sua casa è vuota di derrate, ed i pochi utensili e l'arido campicello furono lasciati alla sua famiglia, la mercè delle recentissime disposizioni che raccomandarono agli ufficii distrettuali la sospensione delle esecuzioni, nella mancanza assoluta di ogni alimento. A questi infelici bisogna dare lavoro perchè vivano, sementi perchè abbiano di che vivere un altro anno col prodotto della terra che possedono. Ma chi ricerca, con amore, le tristi conseguenze della mancanza di prodotto delle campagne, non deve fermarsi soltanto alle case dei braccianti possidenti, ma entrare in quelle dei possidenti più grossi, e troveranno i capifamiglia desolati. Per questi non si trovano gli estremi onde esonerarli dal pagamento delle imposte, già ingrossate dagli arretrati e dalle multe! — I coloni mezzadri, j privi d' ogni rendita, si rivolgono ai proprietarj j per essere sfamati, per coltivare le terre, ed i proprietarj cercano credito per mantenere la famiglia ! Pochi sono quelli, dove uno dove un altro, come oasi, che potranno mantenere le abitudini agiate, e fortunati coloro che vivono intorno a quei fortunati sempre pronti in ogni occasione a soccorrere gì' infelici. Dall'anno 1817, — Vanno della fame, — nessuno ricorda condizioni così terribili; ma in quell'anno la mancanza di buona amministrazione, le difficili comunicazioni furono causa delle morti per fame ; oggi, non dobbiamo temere che la nostra provincia, in grazia della progredita civiltà, sia abbandonata come anni fa uno dei territorj dell' India inglese. Faremo da noi finché arrivano le nostre forze; già in ogni città si sono costituiti comitati di soccorso, ed i soccorsi per certo non mancheranno. Le provincie sorelle, Trieste generosa, già va raccogliendo grosse somme per venirci in ajuto. Lo Stato dovrà supplire al resto con anticipazioni che sieno sufficienti a intraprendere lavori di utilità pubblica, ed occupare molta gente per parecchi mesi. La Giunta provinciale, a parer nostro, dovrebb'es- ' sere incaricata delle distribuzioni dei denari, e della ordinazione dei lavori siccome quella che offre garanzie di conoscere perfettamente le condizioni della provincia e di tenere giuste le bilancie senza favori per questo o per quello. Il denaro che si domanda allo Stato in anticipazione deve essere speso per isfamare le misere popolazioni ; non vogliamo favori per procurarci comodità di vita, non vogliamo ingannare con esagerate domande. Domandiamo soltanto allo Stato imprestanze per dar pane a quelli che hanno fame, e pagheremo come abbiamo pagato altre volte. È perciò che deploriamo le esagerate domande al Governo di alcuni Comuni, forse di quelli che meno sentono i morsi della fame, domande che, per avventura, possono mettere in forse le auto-torità governative sulla distribuzione dei soccorsi in altri Comuni più bisognosi ; domande contrarie alla dignità che ogni Comune deve sentire anche ! in queste circostanze. Difficile assai è l'esercizio della carità e*biso-gna che le autorità municipali e provinciali sieno prudenti e nel domandare e nel distribuire, affinchè nè la provincia si carichi di un debito soverchio alle sue forze, nè manchi il pane a quelli che hanno fame. frj LA DOGANA Vj La spettabile deputazione di Borsa in Trieste, giustamente allarmata per le misure doganali minacciate all'Istria, ha presentato un memoriale al Governo, chiedendo la sospensione delle misure stesse. Le ottime ragioni addotte, svolte brevemente ma con larghezza di vedute, gioveranno, speriamo, in aggiunta alle petizioni e ai memoriali dei municipi e delle corporazioni, a conseguire lo scopo. Per ciò che riguarda i danni che per la dogana ne risulterebbero a Trieste, ecco come si esprime la sullodata deputazione : L' incorporazione dell' Istria nel territorio doganale col 1 gennajo p. sarebbe una nuova artificiale sventura per quel paese già colpito in quest'anno da tante altre di forza maggiore. Tale sventura però rifletterebbe le tristi sue conseguenze anche su Trieste, le cui relazioni commerciali col-l'Istria sono in massima parte basate sopra operazioni di fido e di credito, l'infelice esito delle quali, per certo, più che posto in forse verrebbe quasi reso impossibile, ove alla provincia stremata di forze s'imponessero ora nuovi aggravi. Cadute le imprese, sospensioni di pagamenti ed una catastrofe commerciale sarebbero, pur troppo, le prevedibili conseguenze di un passo sì risoluto e decisivo se fatto ora presente, ed i danni successivi pel paese e per Trieste non abbisognano, per fermo, di ulteriore sviluppo. Occorrerebbe perciò, che attese le anormali condizioni dell' Istria, la misura contemplata dal progetto di legge governativo, venisse sospesa nella sua applicazione almeno fino al 1 del gennajo del 1881, per lasciar tempo e lena all'Istria di sorgere dall'attuale sua prostrazione ; e tale concessione la si potrebbe fare senza gravi inceppa-; menti pel Governo, il quale senz'altro intende ; mantenere sussistente in via provvisoria la linea daziaria attuale, e cui queste eccezioui pell'Istria non porta nessun impedimento alle altre sue proposte come non altera la massima essenziale de' suoi progetti legislativi. Ed a proposito della dogana, persona bene informata ci scrive : "Io persisto sempre a credere che la dogana non sarà attivata col 1 gennajo p. v., ma, atteso il vento protezionista che spira a Vienna, non posso nutrire grandi lusinghe di vederne presso di noi dilazionata l'attuazione sino al tempo della cessazione dei porti-franchi di Trieste e Fiume,,. CORRISPOMESZE Pisino 9 novembre 1879. Funesta lo sguardo la triste condizione delle nostre campagne. L'acqua ed il fuoco ci rovinarono a vicenda in quest' anno senz' esempio nefasto. Non basta che fallissero tutti i raccolti, compreso quello del fieno, ma siamo senza grani per seminare, perchè i pochi ricavati dalle nostre terre sono tanto scadenti, miseri, da non poterli adoperare per semenza; poche oasi salvaronsi dalla totale desolazione producendo un po'Ji vino, ma in quantità appena sufficiente a ricompensare l'operaio agricolo della spesa incontrata per la zolforazione. — In vista di ciò e per evitare che la fame mieta vittima umane e molte, mancandoci il credito perchè la maggioranza dei cittadini è sopracaricata di debiti, la patria Rappresentanza, nella seduta del dì 16 settembre p.p. deliberava unanimemente; Resta d'urgenza incaricata la Deputazione comunale: 1) Di provocare dall'I. R. Governo e dalla Giunta provinciale l'attivazione sollecita di lavori stradali ed altri di vitale importanza, in più Comuni contemporaneamente, e provocare specialmente dall'I. R. Governo l'acquisto in grande quantità, per più anni, di pietrisco per le strade regie, onde così dar lavoro od occasione di guadagnarsi il pane uella prossima invernata ai più miserabili, alle donne, ai fanciulli; 2) Di disporre l'opportuno perchè sia procurato lavoro ai bisognosi anche da parte dei Comuni, per quanto le esauste finanze di questi lo permettano, e di rivolgersi allo stesso scopo alle amministrazioni delle Chiese e dei Benefizj nonché ai migliori possidenti, affinchè anch'essi facendo eseguire lavori straordinarj, e con ciò mettendo le loro terreìn migliori condizioni, diano occasione ai poveri di procacciarsi per sè « loro famiglie la sussistenza lavorando, anzicchè coli'elemosina, la quale o avvilisce o rende sfacciati i questuanti ; 3) Di pensare sollecitamente ad un provedimento economico mediante prestiti da chiedersi allo Stato a favore dei Comuni, dei fondi stradali e di altre eventuali corporazioni per l'eseguimento di lavori straordinarj ed in aumento dogli importi stanziati a scopi di beneficenza; 4) Supplicare l'I. R. Governo e l'autorità provinciale per l'esonero, ed almeno per la protrazione nel pagamento dell'imposta fondiaria e per la sospensione degli atti esecutivi in corso per l'incasso delle imposte, tasse ed altri aggravi pubblici, e ciò indistintamente per tutti i contribuenti, essendo generale la miseria ed obbligo morale dei meglio stanti di venire coi loro ri-sparmj in ajuto ai più bisognosi, ciocché non potrebbero fare se forzati al pagamento delle imposte; 5) D'interessarsi perchè s'iniziasse fin d'ora a Pisino una soscrizione di oblazioni settimanali pei mesi dall'ottobre a tutto maggio p. v. come appendice all' importo assegnato e d'assegnarsi dal preventivo comunale a benefizio dei poveri, affidando alla rispettiva Commissione comunale di beneficenza, ovvero ad un Comitato di beneficenza da crearsi; l'ordinamento del provvisorio sodalizio e l'elargizione di questo maggiore soccorso secondo gl'intendimenti che sarebbero prefissati, curando principalmente perchè sia fissato con equità la ripartizione dei sovvegui, — ponendo così argine a probabili ingiuste domande e togliendo ai privati il dubbio imbarazzante di una sciupata carità; 6) D'interessarsi perchè venisse iustituita in Pisino, almeno pei primi cinque mesi del p. v. anno una cucina economica, ad esempio di quelle fondate proficuamente in altre città, a vantaggio dei miserabili, i quali con tenue spesa potrebbero procacciarsi una minestra sana e nutriente; In tale caso il Comitato di beneficenza, ai soccorsi in danaro sostituirebbe, in parte, con vantaggio economico e morale, i buoni per una o frazione di una razione di cibo; 7) D'interessarsi perchè anche nel raggio delle altre Comuni a questo aggregato s'iniziasse sin d'ora un' opera preventiva di soccorso, invocando dalle competenti autorità civili ed ecclesiastiche l'aiuto anche dal peculio delle Chiese, godenti rendite di molto superiori ai propri bisogni; 8) Di vegliare perchè non affluiscano in Pisino poveri di altri Comuni locali e trovandoli a questuare rimandarli irrevocabilmente al proprio Comune onde non facciano concorrenza ai nostri poveri; 9) di supplicare l'I. R. Governo perchè faccia a tempo opportuno distribuire gratuitamente i grani da seminare almeno fra i più miserabili i quali altrimenti resterebbero auche 1' anno venturo senza prodotti e si troverebbero di nuovo nell' impossibilità di pagare le gravezze pubbliche. 10) Di esigere dall'I. R. Governo e dalle competenti preposte Autorità una efficace e straordinaria cooperazione perchè, accresciuti i provedimeuti di pubblica sicurezza, sia mantenuta la tranquillità pubblica, ed impedito il grave danno di subire intimidazioni da chi spinto dalla fame non potrà resistere alle tentazioni che conducono al furto ed alla galera; 11) Di rivolgersi alla carità privata fuori di provincia affinchè venga con oblazioni iu danaro e grani in soccorso dei poveri di questo Comune; 12) Di supplicare 1' Ecceslo I. R. Ministero affinchè, compenetrato dello stato nostro miserando, voglia venirci in aiuto e procacciare, com' altre volte anehe questa, sovvenzioni in grani, danaro, sale ecc. pei più miserabili, che altrimenti, con tutta la buona volontà dei Comuni e dei privati, morrebbero di fame. Rozzo, nel novembre Le scarsissime derrate di quest' anno nel nostro I Comune, anzi nell' Istria intera, fatta rarissima ecce-: zione iu qualche villaggio del Carso, saranno cagione tale orribile miseria nel prossimo inverno, da rampare quella del memorabile 1817, detto per eccellenza Anno della Fame. Negli anni scorsi almeno, 1' abbonila di qualche prodotto compensava la deficienza di uti altri, di maniera che colla sola vendita di quello faceva frontea molti bisogni urgenti e la popolazione, (non bene, campava alla meglio. Ma le fortissimo poste addizionali e la scarsezza in massa di tutti i ecolti da oltre un ventennio, addossarono le nostre iglie d'ingeuti spese e per conseguonza di moltissimi kitr, fatti col chiedere denaro ad esosi strozzini, che rilasciavano al 15, al 20 e perfino al 25 per cento, in non potendo esse pagare neppure un interesse ra-ionevole, sono abbandonate dagli stessi prestadenari e quanti altri le soccorrevano per lo passato; che in pest* anno anche ai possidenti di buon cuore manca il iperfluo, e se vogliono campare, devono anch' essi stringersi al puro bisogno. Io noii m'apposi dunque ile se dissi più sopra, che si prepara qui in Istria specialmente a Rozzo e nei Comuni limitrofi, uu sondo Anno della Fame, semprecchè non ci venga in «corso la mano pietosa dei- nostri confratelli, e se lo iato, mosso una volta a compassione delle nostre inlite miserie, non ci dia lavoro, coli' aprire, per esemplo strade tra Pinguente- Vragua--Diaglieli - Ce-ulie, rese ormai di assoluta necessità. A qualcuno parrà forse esagerato quello che qui esposi o detto appositamente per piangere il morto, ilo perchè così corre l'andazzo ; ma si mandi sopra _ i una commissione e si vedrà quanto il vostro («■rispondente sia al di sotto del vero. Vi saluto. Alla spettabile Redazione del periodico "la Provincia dell' Istria„ Quando mi occupava dell' articolo che tratta della ìità pagana "Ika„ e che fu inserito uel n.ro 18 dei ISSettembre a. c , pag. 144, di codesto pregiato periodico, io mi sono rivolto al signor cavaliere Tomaso iciani, perchè mi volesse indicane in che lingua "Ika, figli i fi eli i foute, e ciò che gli consta riguardo a detta toce che il latino avrebbe espresso con quella di Nimphis, ivveguaccliè uella pubblicazione di iscrizioni romane fatta \1 Kandler uel 1853, vi sia una Nota firmata Luciani ie un tanto asserisce. Dopo qualche tempo il cav. Luciani mi rispose che aNota da me citata non è sua, che egli ha bensì comunicato al Kandler la iscrizione di Fausto colla voce "Icae„ ed altre iscrizioni romane reperibili a Fianona e di averlo subito allora messo in sull'avviso che lungo quella mariua esistono le due borgatelle denominate Ika td Icici ; ma che egli (Luciani) uon si è azzardato di sostenere quanto contiene la suddetta Nota, poiché gli mancava ogni fondamento, e ciò tanto maggiormente, in quanto che a suo giudizio, di qualunque tempo sia il fornice della fontana di Fianona (romano o postroniauo ?) ktavoletta od aretta dedicata per libero voto da Fausto, Liberto di Marco Vipsano non è stata collocata ivi quando fu costruito il fornice o volto, ma in epoca posteriore, come lo indica la diversità della pietra e del cemento. La Nota dunque in parola viene dal Luciani attribuita al Kandler; cioè ad una delle sue non poche felici ipotesi, ispirazioni o divinazioni, le quali tante volte furono da scoperte posteriori confermate, e riguardo alla questionata asserzione del Kandler, il Luciani si esprime così: "Può " essere, dirò quasi, che la combinazione delle acque sor-" genti che si ripete tra Lovrana e Volosca e sull' Alpe " presso Lubiana, giustifica, se non avvalora la sospizione, " ma io non l'ho detto, nè scritto, uè me uè assumerei " senza migliori indizi e più sode provo la responsabilità. n Il cavaliere Luciani non m'imponeva e nemmeno mi autorizzava di rendere pubblico il suo reclamo contro 1' accennata Nota ad esso lui attribuita; ma è cosa che s'intende da sè, non potendomi d'altronde io stesso spiegare come nella pubblicazione di iscrizioni romane fatta dal Kandler apparisca sotto la Nota iu questione firmato Luciani, ho ritenuto miglior consiglio quello di astenermi da ogni comunicazione di quanto egli mi scrisse che uon fosse atta a togliere ogni dubbio sulla asserzione di lui. Il cav. Luciani si trovava iu campagna, senza biblioteca, ed io non possiedo la più volte citata raccolta; la possiede bensì il Dottor Scampicchio, dal quale recatomi per bene esaminarla ho verificato quanto segue: Sotto le iscrizioni di Fianona o sta 1' annotazione "comunicata dal sig. Tomaso Luciani, o semplicemente " Luciani„ ; sotto quella di Fausto non istava scritto altro che "Luciani „ . 11 Kandler credette d' aggiungervi la Nota circa la Divinità Ika, ed il tipografo non seppe assegnare ad essa altro posto che quello sopra il nome di Luciani. — Ecco spiegato l'equivoco. — Quanto a me, io provo la doppia soddisfazione di avere colle mie ricerche contribuito a constatare nuovamente la scrupolosità dell' esimio archeologo istriano cav. Luciani, e ad accrescere l'importanza della Nota dell'indimenticabile Kandler, la quale apparisce ancora come ipotesi, ma che per ragioni a noi ancora uou conosciute, sembra quasi esser stata sua persuasione. S. pilSb tì'J NOTIZIE Da informazioni attinte a buona fonte siamo in grado di poter annunziare che in seguito ai passi fatti presso l'imperiale goveruo dalla nostra Giunta provinciale, vi ha ogni lusinga a sperare che lo Stato anticipi f. 100 mila per acquisto di sementi, f. 100 mila per lavori pubblici, fra i quali figurerà iu prima linea la costruzione ed il compimento delle strade nel territorio di Pinguente, grande centro di povertà, e che urgentemente abbisogna di migliori comunicazioni stradali per poter anche economicamente risorgere. ----- Sappiamo che nella generosa Trieste si sta costituendo un comitato tra quelli che più si distinguono in ogni occasione per opere di beneficenza, allo scopo di raccogliere offerte a favore dei poveri della nostra provincia. Ricordiamo sempre con vera riconoscenza la carità dei fratelli triestini ; oggi novella occasione ci offrirà modo di stringere ancora più, se è possibile, quei legami d'affetto che avvincono Trieste all'Istria. — Già fin d'ora furono elargite cospicue somme di denaro all' Ufficio della Luogotenenza in favore dei poveri della nostra provincia. Secondo i dati statistici sull' epidemia delle febbri a Tola durante il settembre,furono notificati 1G23 nuovi casi fra la popolazioue, numero straordinario se si riflette che quella città ha una popolazione di 24,778 abitanti, la cui parte preponderante è nella milizia. Il totale degli ammalati che si trovavano in cura, ammontava a 1840, dei quali 1598 risanarono, senza naturalmente essere guarentiti contro le recidive, 14 morirono e 228 alla fine del mese rimanevano ancora in cura. Il signor Nicolò Rizzi, in occasione di luttuosa circostanza domestica, rimise a mani del podestà di Pola, l'importo di f.ni 500, da distribuirsi fra le famiglie povere della città. Il rinomato Museo Cassis contenente rarissime monete, un ricco ed interessante lapidario, nonché varii altri oggetti antichi per la maggior parte rinvenuti sul classico agro di Aquileia, fu acquistato da un privato, all'asta pubblica, per soli f.ni 9000. Deploriamo anche noi coli'Isonzo che quella preziosa raccolta, documento solenne del nostro glorioso passato, non abbia piuttosto arricchito un pubblico Museo del Litorale a vantaggio della scienza e degli studiosi. Fu sciolta a Gorizia dalla Luogotenza quella Società di ginnastica in seguito a un discorso tenuto dal suo presidente nella festività ch'ebbe luogo per solennizzare il primo decennio di sua fondazione. L'inaugurazione della ferrovia pontebbana ebbe luogo il giorno 30 mese decorso. Al confine di Pontafel il delegato austriaco e il direttore della rodolfiana ricevettero le rappresentanze italiane, precedute dal prefetto di Udine. Dopo una refezione salirono nel treno austriaco ornato di bandiere austriache e italiane ; giunti a Tarvis il rappresentante del ministero austriaco ricevette il prefetto e le rappresentanze fra gli spari e musiche. Molti funzionarii e cittadini salutarono l'arrivo degl'italiani. Le stazioni erano pavesate colle bandiere delle due nazioni. Dimostrazioni cordiali. Un rapporto della Luogotenenza, munito di motivate proposte circa i mezzi più acconci a | combattere la miseria in Istria e nel Goriziano fu spedito al Ministero, il quale giudicò la bisogna tanto importante e urgente che il Ministro dell'agricoltura, avrebbe deciso di convincersene cogli occhi propri Ei doveva giungere qui stassera col treno celere. In data poi del 12 il sullodato giornale annunzia l'arrivo a Trieste del predetto Ministro, il quale sarebbe partito subito alla volta della nostra provincia. (Cittadino'). — — Cose locali Siamo informati che intorno ai primi del prossimo Dicembre, i signori filodrammatici di Trieste, con a capo la distinta signora Biaggini-Pescatori, si recheranno nella nostra città a dare una rappresentazione, e nello stesso tempo a fare un' opera di beneficenza, perchè intendono lasciare l'introito netto a favore dei nostri poverelli. Nella seconda metà poi del carnevale è scritturata la compagnia di Marco Piazza e socii, che darà prima un corso di recite alla Fenice di Trieste e al teatro Uescutti di Fola. i La nuova nave ITALIA Costruita a Castellamare di Stabia, è la più grande nave da guerra ch'esista finora nel mondo, un miracolo di vero ardimento. Essa misura 122 metri di lunghezza, dentro le perpendicolari (più della decima parte di un chilometro), ha una larghezza di 22 metri e mezzo circa, e un', altezza, dal ponte superiore alla chiglia, di metri 15.325 a prua, e di metri 17.835 a poppa. Consideriamo queste proporzioni ; consideriamole un istante, e forse potremo formarci un'idea della immensità di questa nave, tutta in ferro omogeneo, e il cui peso o spaziamento, è di quattordici mila tonnellate, quattro mila più del Duilio, e la cui lunghezza è maggiore di quella del Duilio di venti metri, e le cui corazze hanno la spessezza di 25 centimetri, senza tener conto del rivestimento in teak e in zinco. — Tanta mole è più facile immaginare che descrivere. Armata co' suoi cannoni di cento tonnellate, con le sue batterie, con la sua torre, i suoi alberi, ei suoi fumajoli, farà un' impressione forse minore di quella che fa adesso. La carena è piana, quasi schiacciata comedi una zattera. Dicono che l'abbiano fatta così perchè la nave, pescando meno, abbia la velocità presunta di 16 miglia all'ora, dae miglia più della velocità presunta del Duilio. — Si calcola che a carico completo l'altezza della linea d'acqua sarà per 1' Italia di metri 8. 48 ; più della metà della nave è nascosta. Innanzi a questo mostro, si prova un sentimento di ammirazione e di terrore a un tempo. (Gazz. di Napoli.) Spedizione di frutta ed erbaggi Da una statistica ufficiale rileviamo che le spedizioni di erbaggi, frutta, prodotti alimentari ed altri vari vegetali, da Gorizia e Cormons, ascesero negli ultimi 10 anni ai seguenti quantitativi: cent. metr. cent.metr. nel 1869 5,757 nel 1874 16,244 „ 1870 4.443 „ 1875 16,947 „ 1871 10,119 „ 1876 11,947 „ 1872 11,249 „ 1877 11,416 „ 1873 8,691 „ 1878 43,247 Le notevoli differenze che si verificano da un anne all'altro dipendono anzitutto dalla maggiore ot minori produzione di detti articoli nel rispettivo anno, nonchi dalla domanda e rispettivamente dal consumo più i >no importante. Ad ogni modo emerge il fatto di un «gressivo e rilevantissimo sviluppo in tal genere di [dizioni da Gorizia e Cormous. Notisi però che la cifra indicata pel 1878 comprende i quantitativo di 19,500 cent, inetr. costituito dai soli getali, mentre negli anni precedenti la cifra massima questo titolo, non superava le 1000 cent. metr. Cion-upertauto, pur detraendo la suddetta cifra dalla com-ssiva notata pel 1878, restano sempre oltre a23,000 it. metr. per i soli erbaggi, frutta meridionali e proni alimentari. Ci consta poi che la Sudbahn procederà prossimale ad una regolazione di alcune tariffe, giusta la ale saranno ridotti anche i noli ora esistenti per le otta ed erbaggi in spedizione da Gorizia per Vienna. Del resto, la nominata ferrovia ha già da qualche npo in occasione di spedizioni di patate ed erbaggi, Ite da un solo speditore per un peso almeno di 1000 ilog. in un vag6na, e caricate a Gorizia od a Cor-ìs per Vienna calcolato di volta in volta il nolo in ne alla tariffa Serie V. (Oss triest.) Il caffè messicano (Astragalus boeticus) Fra molti surrogati del caffè che vennero ultimante proposti, tiene forse il primo luogo, pel grande more che se ne fece, il cosidetto caffè messicano, affatto verso per organizzazione e per natura del caffè arabico, una pianta della famiglia delle leguminose, alquanto migliante alla veccia, o meglio, ai ceci. Ha un legume j^pio a piccoli granelli quadrangolari: i botanici la chiama» Astragalus boeticus. Questa pianta è tutt' altro che nuova per 1' Europa, «me vorrebbero far credere i suoi recenti spacciatori, jaarant' anni fa il Pabst scriveva: "La veccia-caffè, litragalus boeticus, cresce selvatica nella Francia me-ionale, e i suoi semi vennero da tempo utilizzati come irrogato del caffè. Il re Carlo Giovanni lo introdusse ii levezia, di dove si diffuse in Germania, e vi fece per ko tempo una certa fortuna. "Esso domanda un terreno asciutto, caldo e netto bile erbe: si semina in righe distanti un piede e mezzo (12 centim.), sopra un terreno che si sarchia alcuue volte d'estate. I baccelli vengono levati man mano che manna. I granelli, che si devono torrefare col caffè irabico o cumune, stanno così attaccati nel guscio (siliqua) che, per poterli più facilmente estrarle, si mettono nell'acqua calda,. A questo possiamo aggiungere, come si legge uegli itti dell'Accademia di agricoltura di Veroua, che questa pretesa pianta forestiera è indigena della Sardegna, Corata, Ostia, Terracina e di altri luoghi dell' Italia meridionale. Abbiamo coltivato anche noi questa pianta nel Podere di istruzione. Il seme ci venne gentilmente fornito dall' amministrazione dello stabile Bitter di Aquileja, dove da due anni si coltiva su scala discretamente grande e con soddisfacente risultato; ma è di difficile smercio. La semina venue fatta in linee distanti 40 eentim., ai 30 aprile sopra un'ara di terreno lavorato colla vanga econcimato con quintali 3.50 di stallatico ben decomposto. Lo stallatico recente conferirebbe cattivo sapore al grano. Ma l'andameuto della stagione fu così avverso a questa pianta, la quale ama uu clima piuttosto asciutto, che il G5 p. c. delle pianticelle andarono perdute fin dai primi stadi del loro sviluppo. Si nota però che anche i fagiuoli e altri legumi ebbero quest' anno la stessa sorte. Si è calcolato che le piante rimaste occupassero una superficie di 35 metri quadrati. Su questo spazio si ottenne: Prodotto lordo (paglia) e baccelli) Chilogr. 7.500 „ netto (grani) „ 1.830 Ciò che darebbe per campo friulano un prodotto di chilogr. 183, prodotto certo molto inferiore a quello che si può ottenere in annate meglio propizie. Il caffè messicano è una pianta rustica che non domanda cure speciali di coltivazione, come vogliono far credere alcuni : per esso bastano quei lavori che si fanno pei piselli e pei fagiuoli non arrampicanti. Alla raccolta bisogna esporre i suoi baccelli per qualche giorno al sole per facilitarne la sgusciatura, chè altrimenti sarebbe difficilissima. Si può anche, come dice il Pabst, immergerli nell' acqua calda, dove si aprono, e poi asciugarli. Per utilizzare questo grano, quale surrogato del caffè, giova spingere la torrefazione molto più avanti di quello che non si faccia col vero caffè, altrimenti si ha una polvere che, infusa nell'acqua, si gonfia per 1' amido e la legumina non modificati, che rendono il liquido denso come colla che rimane in sospensione e che dà all' infuso uu sapore sgradevole. Meglio di tutto è torrefarlo con un terzo almeno di caffè vero ; quest' ultimo, essendo più grosso, permette al surrogato di tostarsi assai meglio nello stesso tempo che esso giunge al debito grado di torrefazione. Il caffè messicano non ha certamente le qualità che vollero far credere alcuni spacciatori; ad ogni modo usato anche da solo è meno sgradito di molti altri surrogati ; e mescolato con metà di caffè vero dà uu infuso meno forte, ma non spiacevole al gusto. Insomma noi crediamo che questa pianta possa tornare di qualche utilità per piccole colture, ma che non sia destinata ad un grande avvenire come, esagerando, tentano far credere coloro che hanno interesse ] di farle onore, o che lodano con troppa premura ogui cosa che è nuova, o che ha l'apparenza di esserlo. Dalla r. Stazione Agraria di Udine, 18 settembre 1879. E. Laemmle, F. Violiettò Non è impossibile che l'infuso di caffè messicano torrefatto possa riuscire dannoso alla salute col lungo uso. Si sa infatti che molti semi di leguminose, come ad esempio i ceci, contengono principi dannosi all' economia animale. In questi ultimi anni si è verificato che, dando ai cavalli per qualche tempo dei ceci crudi, questi animali sono presi da affezioni morbose che hanno una certa analogia con quelle prodotte da piccole dosi di stricnina. Se si mangiano dei ceci cotti, avendo cura di gettar via le prime acque di coltura o di macerazione, nou si soffrono sensibili inconvenienti, perchè il principio nocivo è portato via in gran parte colle acque suddette ; senza questa precauzione 1' uso dei ceci è dannoso anche all' uomo, specialmente se si fa uso prolungato di questo cibo. L' affinità grande di organizzazione dei ceci e del caffè messicano permettono di sospettare delle qualità igieniche di questo, e la persistenza, del principio amaro nei semi torrefatti fa temere che la torrefazione non gsia sufficiente a rendere innocui tali semi. m La radice di cicoria torrefatta è tuttora il miglior surrogato del caffè anche dal lato igenico. Devesi però ritenere che quando si dice che la cicoria, 1' orzo, il caffè messicano sono surrogati del caffè, devesi intendere che con tale qualificativo si vuol significare che sono sostanze capaci di dare all' acqua, in cui sono infusi, uu sapore a molti gradito. Ma è sempre inteso che tali sostanze non hanno nè il grato aroma, nè le preziose proprietà fisiologiche del vero caffè. Ad ogni modo, del raccolto di quest anno rimanendo disponibili alcuni ettogrammi di semi di caffè messicano, questi saranno ceduti a mite prezzo a coloro che ne faranno richiesta alla Direzione della Stazione agraria. G. Nallino CASSE DI RISPARMIO Il credito dei depositanti nelle Casse di risparmio in tutta Europa ascende a fior. 7 bilioni, 66 milioni, 729000 franchi a formare i quali concorre in uua più larga misura degli altri paesi europei, il Regno Unito d'Inghilterra e d'Irlanda. Nelle statistiche infatti di questo paese il risparmio nelle sue varie forme rappresenta la somma di franchi 1 bilione 615 milioni 610000. Viene appresso l'Austria con uu totale credito di depositanti pari a franchi 1 bilione, 348 milioni, 271000; e ad essa segue la Prussia colla cifra 1 bilione, 232 milioni, 883,059. La Francia ha impiegato presso le casse di risparmio franchi 515 milioni, 218,528, l'Italia 446 milioni, 512,350, somme colossali se si abbia riguardo al vasto impero di Russia dove il risparmio non sale a più che 18 milioni, 365,661. Relativamente agli abitanti, si ha che la città d' Europa in cui il risparmio sia salito a somma relativamente più importante, è Brema. Ivi il credito dei depositanti presso le casse di risparmio rappresenta una media di franchi 258,99 per abitante; inlsvizzera questo credito discende a 108,47; in Austria a 63,10; iu Prussia a 50,04; in Inghilterra a 49,84; in Italia a 16,66; in Francia a 14,27; in Russia finalmente a 0,33. Il giorno 3 del corrente, colpito da grave malore, s' addormiva in Dio il sacerdote Pietro Orseolo Gravisi, canonico Zarotti, di questa città. Buono, gentile, nobilmente benefico, egli lascia in quanti lo conobbero una cara ricordanza. Bollettino bibliografico Gino Capponi. — Memorie raccolte da Marco Tàbarrini. Questo volume, al dire di parecchi distinti bibliografi, è un vero monumento eretto alla memoria j del grande patriotta e scrittore ed è una vasta miniera di notizie che illustrano la storia del risorgimento italiano i e degli uomini più celebri che a questo posero mano. | — Ugo Foscolo, Carlo Alberto, Pietro Colletta, Nicolò Tommaseo, Raffaele Lambruschini, Alessandro Manzoni, Giuseppe Giusti, Massimo d' Azeglio, Federigo Confalo-nieri, è tutta intera, la più gloriosa plejade d'illustri i-taliani che l'autore ci fa passare d'innanzi, e ci porge le prove più incontestabili del valore della mente e della squisita bontà del Capponi. Questo libro dell'illustre Ta-barrini dovrebbe correr per le mani dei giovani che bramano ispirarsi ne' veri modelli di carattere e di patriottismo. Pubblicazioni recenti Abbiamo ricevuto in dono la seguente pubblicazione: Scene romane del Dottor Curzio Casati. Torino, presso la direzione della Vita italiana, 1879. È uscita: LA GUIDA SCEMATICA ISTRIANA Almanacco per l'anno 1880 Anno terzo (Prezzo soldi 70) Gorizia, tip. e Jit. Seit^. L' editore P. Mora, mentre ringrazia tutti coloro che lo hanno favorito delie opportuue rettifiche ed indicazioni necessarie al miglioramento di tale lavoro, spera che non gli verrà meno anche nel corso del 1880, per la pubblicazione della IV annata, il favore con che vennero appoggiate ed accolte le altre. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FRA TRIESTE-CAPO BISTRI A Col giorno 3 Novembre 1879 Suo a nuovo avviso, verrà attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO partenze nei giorni feriali: Da Trieste per Capodistria I. corsa alle ore 11 aut. II. „ „ „ 4 pom. Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 8 ant. II. „ „ „ 2l/2 pom. partenze nei giorni festivi: Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 8 ant. II. „ „ „ 3 Ms ! pom. Da Trieste per Capodistria I. corsa alle ore 11 ant. II. „ ,, „ 4^ 4 pom. Prezzo di passaggio Per persona indistintamente soldi 40. Ragazzi sotto i 12 anni soldi 20. Il punto d'arrivo e partenza iu Trieste è il Molo S. Carlo, ed in Capodistria il Porto. Trieste, nell'Ottobre 1879 L'IMPRESA