Da fonti per la storia a fonti per la democrazia: gli archivi dal 1950 Antonio MONTEDURO, Mr. Senior Archivist, Central European Initiative - Executive Secretariat, via Genova 9, I 34121 Trieste, Italy e-mail: monteduro@cei.int From Sources of History to Sources of Democracy: Archives from 1950 ABSTRACT The article highlights the changed and increased value of the archival material for its users, starting from the second half of the twentieth century to the present: from historical source, the archival documents, especially thanks to the computer technology, has also been achieving a value of support to the best practices of democracy that the institutions of modern states are required to ensure to their citizens. Side effect and added value of the computerization of the management processes of archival documents is in fact an increasing possibility by the citizens themselves of managing the documentation related to them, and therefore a greater motivation to its correct and transparent management. Which inevitably leads to a more careful and effective participation of the citizens in the democratic life of their country. Da fonti per la storia a fonti per la democrazia: gli archivi dal 1950 SINTESI L'articolo cerca di sottolineare la mutata ed accresciuta valenza del materiale archivistico per i propri fruitori, a partire dalla seconda meta del XX secolo ad oggi: da fonte storiografica, la documentazione archivistica, soprat-tutto grazie alla tecnologia informatica, e andata infatti assumendo anche una valenza di supporto alle buone pratiche di democrazia che le istituzioni degli stati moderni sono tenute ad assicurare ai propri cittadini. Effetto collaterale e valore aggiunto dell'informatizzazione dei processi di gestione dei documenti archivistici e infatti una sempre maggior possibilita di gestione in prima persona del cittadino della documentazione a lui relativa, e quindi una sempre maggiore motivazione del cittadino stesso alla corretta e trasparente gestione di quella. Il che inevitabilmente porta ad una sempre piu attenta ed incisiva partecipazione del cittadino alla vita democratica del proprio paese. Od virov za zgodovino do virov za demokracijo: arhiv od leta 1950 dalje IZV^LEČEK Prispevek poudarja spremenjeno in povečano vrednost arhivskega gradiva za uporabnike, vse od druge polovice dvajsetega stoletja do danes. Arhivsko gradivo je, še posebej po zaslugi računalniških tehnologij, postalo ne samo vir za zgodovinske raziskave, temveč je dobilo veljavo tudi v postopkih dobre prakse demokracije, ki jo morajo institucije sodobnih držav zagotavljati svojim državljanom. Stranski učinek in dodana vrednost informatizacije procesov upravljanja arhivskih dokumentov je namreč povečana možnost, državljanov, da upravljajo dokumente, ki se nanašajo na njih, in s tem večja motivacija za pravilno in pregledno upravljanje z dokumenti. Vse to pa neizogibno vodi k bolj skrbnemu in učinkovitemu sodelovanju državljanov v demokratičnem življenju svoje države. Qual e stato il momento di maggior cambiamento, per piu versi davvero epocale, nella vita e nella storia degli archivi a partire dalla seconda meta del XX secolo? Risposta facile, e fin troppo ovvia: senza dubbio alcuno l'introduzione dell'informatica nella gestione e nel trattamento del materiale archivistico, vero e proprio spartiacque tra l'archivistica tradizionale e quella contemporanea. Ad una ventina d'anni circa dall'introduzione dei primi processi informatici nel mondo degli archivi, i vantag-gi arrecati dalle nuove tecnologie paiono essere di gran lunga maggiori rispetto alle pur complesse problematiche connesse sia alla digitalizzazione dei documenti analogici che alla tenuta di quelli nativi in formato elettronico. Antonio MONTEDURO: Da fonti per la storia a fonti per la democrazia: gli archivi dal 1950, 121-125 C'e pero un ulteriore aspetto, conseguenza diretta e valore aggiunto di questa storica svolta, di cui forse solo ai giorni nostri ci si sta chiaramente rendendo conto, ossia il fatto che la valenza del materiale archivistico sta sempre piu assumendo anche una connotazione di vera e propria fonte di democrazia. In effetti, a ben pensarci, e sicuramente una valenza che l'archivio ha certo sempre avuto: nel momento in cui un ente giuridico o una persona fisica puo far valere i propri buoni diritti con l'ausilio dell'opportuna documentazione avente valore di prova giuridica, proprio questo buon diritto diviene strumento inoppugnabile ed inappellabile di corretta gestione della cosa pubblica, e quindi per cio stesso elemento di democrazia e buona pratica di gestione della stessa. Quello che ai nostri giorni si e andato aggiungendo a questo processo e la partecipazione prati-camente diretta del cittadino alla possibilita (non piu graziosamente concessa, ma riconosciuta per forza di legge) di farsi carico in prima persona del trattamento, della gestione e della positiva conclu-sione dell'affare giuridico che lo riguarda, avendo come risultato una sempre maggiore acculturazione del cittadino stesso nel campo della gestione democratica della cosa pubblica. Nel momento in cui, infatti, una documentazione viene resa accessibile (anche se con le opportune e dovute cautele derivan-ti da eventuali ricadute di questa accessibilita su persone terze), si apre al tempo stesso un possibile spiraglio di trasparenza e di buona pratica di gestione della cosa pubblica, e di partecipazione democra-tica alla vita dell'entita locale, nazionale o sovrannazionale interessata. L'archivio non e infatti mera testimonianza di cose avvenute, il che costituisce comunque un enorme valore per la storiografia e le discipline ad essa correlate. Un archivio e anche prova fededegna di un diritto, testimonianza viva e di primaria importanza per il ristabilimento di una corretta situazio-ne antecedente ad un evento dato, fonte sicura per il ristabilimento del buon diritto. Chi scrive e stato testimone, all'epoca della dissoluzione dell'ex Jugoslavia, di un episodio simbolico di quel che si va asserendo qui: nel momento del distacco della Slovenia dalla Jugoslavia, in un piccolo ma militarmen-te rilevante paesino dell'entroterra, l'archivio dell'anagrafe del paesino in questione venne asportato dagli impiegati dell'ufficio di pertinenza e, diviso in alcune parti, nascosto nei posti ritenuti piu idonei per tenerlo al sicuro fino al ristabilimento di una situazione di pace e sicurezza; ed una sezione di que-sto archivio, ad esempio, fece poi ritorno alla propria corretta sede istituzionale con le carte deliziosa-mente profumate di fieno e fumigazione, ma assolutamente e completamente intatta (cosi come peral-tro le altre sezioni). E probabilmente, proprio a questo livello quasi basilare e minimo di convivenza civile e piu sentita e piu presente la forte valenza di istituzione democratica dell'archivio, la dove la documentazione e prova e garanzia di diritti (fondiari, ad esempio) altrimenti indimostrabili ed inot-tenibili. Insomma, una gestione il piu trasparente possibile della documentazione archivistica produce un effetto virtuoso per il quale anche coloro i quali a tutti livelli, professionale o di utenza, ne parteci-pano beneficiano in un verso o in un altro del processo di ristabilimento democratico della verita. Un aspetto di questa mutata condizione della documentazione archivistica, in particolare, appa-re come assolutamente rilevante: quello connesso alla diffusione sempre piu capillare ed universale dei dati documentali. Laddove infatti fino ad un ventennio fa circa era d'obbligo recarsi di persona negli archivi per poter ottenere le informazioni desiderate, oggi invece con l'ausilio dei supporti informatici il percorso sembra quasi essersi invertito: non e piu infatti l'utente a dover andare dal dato, ma e il dato stesso che, per cosi dire, si reca dall'utente. L'apertura di servizi informatici negli archivi, la digitalizza-zione del materiale, l'utilizzo della posta elettronica, i siti web dedicati agli archivi ed al materiale ar-chivistico, consentono di poter effettuare da casa la ricerca dei dati desiderati, e permettono di poterli poi ottenere in un formato scaricabile nel proprio computer. Certo anche in questo settore molto resta ancora da fare, soprattutto per quel che riguarda l'aspetto legale della materia: ad esempio, l'equilibrio perfetto fra il diritto all'ottenimento del dato e quello alla tutela della privacy sembra essere in generale ancora abbastanza lontano dall'essere trovato, cosi come in molti paesi appare ancora abbastanza utopico, per meri motivi generazionali e/o socio economici, pensare ad una societa basata su di una sorta di democrazia digitale. Ci sono pero alcuni fatti ormai acquisiti. Innanzitutto, la tecnologia informatica e stata ed e volano estremamente potente di apertura degli archivi al mondo: nel corso degli anni sono andati na-scendo sempre piu siti web di archivi, pubblici o privati che siano, e lo stesso web e miniera quasi inesauribile di dati e documentazione (anche se con ivelli di attendibilita estremamente vari), e la mole di documentazione, o quantomeno la mole di inventari reperibili, e davvero smisurata; trovare un Antonio MONTEDURO: Da fonti per la storia a fonti per la democrazia: gli archivi dal 1950, 121-125 documento via internet, o almeno trovarne I'ubicazione corretta, e quindi avere la possibilita di otte-nerne copia, e cosa ormai relativamente comune. L'informatica ha avuto poi un altro benefico effetto sul mondo archivistico: ne ha per cosi dire svecchiato il carattere, rendendolo sempre piu partecipe della, e presente nella, societa contemporanea, della quale sembra addirittura essere diventato, se non un vero e proprio protagonista, quantomeno uno deg i attori principali. In ultimo, ma non da ultimo, il processo di digitalizzazione e diffusione informatica del materiale archivistico si va sempre piu inqua-drando, e sempre piu diventa centro focale, di quel processo sociale definito come e-governance, ossia amministrazione digitale, oppure ancora, sperabilmente, democrazia digitale. Come scrive Linda Giu-va, "^diritti individuali ma anche riconoscimenti collettivi trovano^la possibilita concreta^di esse-re realizzati grazie ai documenti conservati negli archivi^". Sintomatica, al riguardo, la politica dell'Unione Europea nel settore. Tra la fine del XX secolo e l'inizio del nuovo millennio, la cooperazione a livello europeo nel settore archivistico e divenuta con-solidata realta, grazie alle numerose iniziative che hanno coinvolto e continuano a coinvolgere a livello comunitario le singole amministrazioni archivistiche degli Stati membri. E' del 20 gennaio 2009 una dichiarazione di Margot Wallström, l'allora vice presidente della Commissione Europea, dichiarazione intitolata "Il diritto del cittadino alla conoscenza", nella quale veniva affermato come fosse ormai arri-vato il tempo per aumentare l'apertura degli archivi, la trasparenza e l'accessibilita ai dati. Seguendo i principi esposti in tale relazione, il 18 giugno dello stesso anno, a Troms0 (Norvegia) venne promul-gata la "Convenzione del Consiglio d'Europa sull'accesso ai documenti ufficiali"; diviso in un pream-bolo e tre sezioni, per un totale di 22 articoli. Il documento si basa sul concetto di trasparenza inteso come indice di buon governo e come indicatore del livello di democrazia di un paese, ed invita tutti gli Stati membri dell'Unione a rafforzare l'accesso alla documentazione pubblica prodotta e/o conservata dalle pubbliche istituzioni, pur nel rispetto della privacy. Addirittura, al paragrafo 2 dell'articolo 3 si enuncia a chiare lettere che anche se l'accesso alle informazioni contenute in un documento ufficiale puo venir negato nel caso in cui tale accesso possa costituire nocumento allo stato, laddove si riscontri pero un interesse pubblico prioritario nella divulgazione il dato deve obbligatoriamente venir reso ac-cessibile. Un passaggio di fondamentale importanza per l'esercizio della democrazia: per ipotesi, ove ratificato anche da nostro paese tale articolo potrebbe infatti portare alla completa apertura degli ar-chivi riguardanti il periodo del terrorismo e delle stragi. Ancora, e del'anno scorso l'approvazione da parte del Consiglio Internazionale degli Archivi, dei Principi per l'Accesso agli Archivi, adottati nella oro forma definitiva alla riunione di Brisbane del 24 agosto 2012. Altri passi fondamentali per l'acquisizione di questa nuova valenza della documentazione archi-vistica sono stati la conferenza annuale del Consiglio Internazionale degli Archivi di Messico del 1993, nella quale venne creato un gruppo di lavoro sugli archivi dei servizi di sicurezza dei passati regimi autoritari, che vide Antonio Gonzalez Quintana preparare per l'UNESCO appunto il rapporto su Gli archivi dei servizi di sicurezza dei passati regimi autoritari (1996) e, una decina di anni dopo, dare alle stampe per i tipi del Consiglio Internazionale degli Archivi Politiche archivistiche in difesa dei diritti umani (2009). Del 2004 e invece la Dichiarazione congiunta dell'Inviato speciale delle Nazioni Unite per la liberta di opinione ed espressione, del Rappresentante OSCE per la liberta dei mezzi d'informa-zione e dell'Inviato speciale dell'OAS per la liberta di espressione, nella quale si enuncia a chiare lette-re come "il diritto ad accedere alle informazioni detenute dalle pubbliche autorita e un diritto umano fondamentale". Due anni dopo, nel 2006, una nuova dichiarazione congiunta degli stessi tre alti fun-zionari recita che "Gli enti pubblici, sia nazionali che internazionali, detengono le informazioni non per se stessi ma per conto del pubblico e dovrebbero garantire accesso a tali informazioni, tranne solo che per limitate eccezioni". Ancora: tra il 1975 ed il 2001 Brasile, Grecia, , Sudafrica e Portogallo in-seriscono nelle proprie carte costituzionali specifici punti nei quali e garantito il diritto all'accesso alle informazioni. Nel 2005 l'Alta commissione sui diritti umani delle Nazioni Unite emana (a firma di Diane Orentlicher) un "Gruppo aggiornato di principi per la protezione e la promozione dei diritti umani attraverso l'azione per combattere l'impunita", in cui i principi dal 14 al 17 contengono misure specifiche per gli archivi. Concludendo, per il tramite della tecnologia informatica (oltre che per il tramite dell'impegno costante ed assiduo degli addetti ai lavori, impegno fatto di formazione permanente e di mutuo dibat-tito continuo) il valore degli archivi ha cosi potuto aggiungere questa nuova, importantissima valenza di supporto alla vita democratica della societa contemporanea, da fonti per la storia diventando vere e proprie fonti per la democrazia. Ovvero, con le parole del Brenneke, "armamentario in difesa di diritti". Antonio MONTEDURO: Da fonti per la storia a fonti per la democrazia: gli archivi dal 1950, 121-125 Bibliografia Convenzione del Consiglio d'Europa sull'accesso ai documenti ufficiali, http://conventions.coe.int/Treaty/EN/Tre-aties/Word/205.doc. Margot Wallström, The Citizen's Right to Know.Time to Improve Openness, Transparency and Access, http:// europa.eu/rapid/press-release_SPEECH-06-271_en.htm. http://ec.europa.eu/transparency/archival_policy/index_en.htm (Sito sulla politica archivistica dell'Unione Eu-ropea). Consiglio Internazionale degli Archivi, Principles of Access to Archives, http://www.ica.org/13619/tool-kits-guides-manuals-and-guidelines/draft-principles-of-access-to-archives.html). Antonio Gonzalez Quintana, Archival Policies in the Protection of Human r^ights, www.ica.org/download. php?id=971. Maria Guercio, Archivistica informatica, Roma 2002. Linda Giuva - Stefano Vitali - Isabella Zanni Rosiello, 1l potere degli archivi, Milano, 2007. Isabella Zanni Rosiello, Gli archivi nella societa contemporanea, Bologna 2009. Giulia Barrera, Archives and Human R^ights (lezione tenuta all'IIAS Autumn Archival School di Trieste, 12-112011). Trudy Huskamp Peterson, The R^ole of Archives in Strengthening Democracy, 2008. SUMMA^RY The moment of greatest change in the life and history of the archives from the second half of the twentieth century was undoubtedly the introduction of information technology in the management and treatment of the archival material. Twenty years after since the introduction of the first computerized processes in the world of archives, the benefits brought by the new technologies seem to be far greater than the complex issues connected both to the digitization of analogue documents and to the keeping of those native electronic format. But there is a further aspect, direct result and added value of this historical turning point, which is going to be realized perhaps only at the present, namely the fact that the value of the archival material is also increasingly taking on a connotation of real source of democracy. It is definitely a value that archives have always been having: when a legal entity or a natural person may assert their rights with the aid of an adequate documentation providing legal proof, just that good right becomes conclusive and binding tool for the proper management of public affairs, and because of this an element of democracy and good management. What in our day was added to this process is the citizen's direct participation in managing and successfully concluding of the deal legal concerning ler/him, with the result of an increasing acculturation of the citizen her/himself in the field of the democratic management of public affairs. At the time when a record is made accessible (albeit with the appropriate and necessary precautions arising from any repercussions of this access on a third person), it opens at the same time a possible glimmer of transparency and good practice in the management of public affairs, and of democratic participation in the life of the local, national or supra-national institution concerned. Archives are not in fact mere witnesses of things that happened, which is anyway of the greatest value to history and its related disciplines. An archive is also a legal proof of a right, and a living witness of primary importance for the restoration of a correct situation prior to a given event, a reliable source for the re-establishment of law. One aspect of this changed condition of the archival documentation, in particular, appears to be entirely relevant: the one connected to the increasingly widespread dissemination and universal provision of documentary data. Indeed, where up to about twenty years ago was it a necessity going in person to the archives in order to get the desired information, today with the help of the computer support the path seems to have reversed: it is not anymore in fact the user to be forced to go to the data, but it is the same data that, so to speak, goes to the user. The opening of services in the archives, the digitization of the material, the use of e-mail, the web sites dedicated to the archives and the archival material, allow users to search from home for desired data, and then obtaining them in a downloadable format on the computer. The computer technology has been and is an extremely powerful tool for the opening of archives to the world: during the years more and more websites dedicated to archives have been opening, both public or private, and the web itself is an almost inexhaustible mine of data and documentation (although with very different levels of trust), and the amount of documentation, or at least the amount of inventories available, it is really huge; locating a document over the Internet, or at least finding the correct location, and then having the opportunity to obtain a copy, is now relatively common. IT had another beneficial effect on the archival world: it has rejuvenated its character, so to speak, making it more and more involved in, and present in, the contemporary society.. Last but not least, the process of digitization and dissemination of the archival material increasingly becomes the focal point of the social process termed as e-governance, ie digital Antonio MONTEDURO: Da fonti per la storia a fonti per la democrazia: gli archivi dal 1950, 121-125 administration, or even, hopefully, digital democracy. Symptomatic in this regard, the European Union policy in the field. Between the end of the twentieth century and the beginning of the new millennium, the cooperation at an European level in the archival field has become an established reality, thanks to the many initiatives that have involved and continue to involve at an EU level the individual archival administrations of the Member States. Still, it dates from last year the approval by the International Council on Archives of their Principles for Access to the Archives, which were adopted in their final form at the Brisbane meeting on August 24^^, 2012. In conclusion, by means of computer technology (as well as by means of the constant and assiduous commitment of the archivist, made of permanent training and mutual uninterrupted debate), the value of the archives was added this new, important meaning of support to the democratic life of the contemporary society, from sources of history becoming reall sources for democracy. That is, in the words of Brenneke, "equipment in defense of rights." Submitting date: 21.03.2013 Acceptance date: 24.04.2013