Il sogno di Truman sarebbe. di raggruppare in un i unico blocco la Francia, 11* Italia e la Spagna a somi-5 glianza di quello chiamato Benelux. Solamente il blocco latino si chiamerebbe ,,Bene...dux“. ì PREZZO Ih TUTTO IL T.L.T. Lire 20. " 3 APRILE 1948 - fi. 17 Tassa postate pagata - Abb. Il Gruppo Numero 17 ^ airi, quel giornalista Pinoso ideatore teJ «Treno del buon cuore», ^ mette ancora in visita I6’ tetto pien d’ardore' Norma™ bellicista! telatti sul giornale teg"ge una notizia ^he esprime 1’«amicizia» te questo tizio, il quale, tipica malizia ** posa a... generale. mesisagiger di «doni» Adesso sbraita ed urla k Ill0in lo fa per buiriat) vuol mandar cannoni ^ tome prima ciurla ohi ^ accetta le pressioni ^tomrna, dopo a pacco ^tesi'dato con la nave ° tei «tremim soave», , tegegma quel macacco Sfilarci ffl grave ^80 d um doppio smacco. - Quattro fagioli nell, Pò dà scatolame ^er discacciar la fame; teiesto mandava ieri. Adesso, quel salame, ^tepome fucilieri! ■^de! Scoperto fi gioco ^ • i1oi già denunciato, dica; chi ha barato? 1 vuole tanto poco, tePbur quel malcreato fi Siia _ «jiooiPa in «taZLito loco»! a dir cì saia concesso °de Pearson, grande c 111 questa ritma, y. Ettore j» P°i non ha k Ci ^ fatto un *° baffo ci fa adess i- _ Molte cose cambieranno — Cè da credere che il Governo Militare si sia dimenticato che il Primo Maggio viene dopo il 18 aprile! 5 CACCIA GROSSA H i' il' 3 r li , iivi mi cè amh& il tettoie ! Bussò alla porta della Direzione il Lettore e, udita che ebbe la voce di Don Chisciotte rispondergli «A-vanti», spinse e entrò. Entrato che fu chiese, il Lettore; •— Vostra Signoria, permette che le rivolga, alcune parole dopo l’essermi secolei congratulato per l’essersi finora così bene tiralo fuori dal pelago delle censure e delle sospensioni *a divinisi). Scosse il capo il Cavaliere e, con gesto invitante, accennò a una comoda poltrona, agli amici e alle vìsite di riguardo riservata; poi, accarezzandosi la rada barbetta, chiese: — Crede lei, Signor Lettore, che le mie avventure diano diletto a chi mi segue, settimana per settimana, nelle mie scorribande? Ristette pensoso il Lettore e, schiaritasi la voce, affermò: — Mi creda, Vostra Signoria, che io ben approvo quanto lei dice e quanto il suo piacevole scudiero diagnostica, ma credo lei sia un pò troppo intinto di antì— clericalismo recentemente, procurando noie a qualche suo lettore che non ben distingue infra il clericale e il religioso. Lisciossi i radi peli del mento il Cavaliere pria di dare una conveniente risposta alle sagge parole del Let- tore e terminato che ebbe, fece: — Lei vede, signor Letto* re, come appena da qualche fiata in investito di lancia e battuto di mazza abbia il clericale e, perciò, non dirsi si possa di un mio spirito anticlericale (che . potrebbe suonare offesa a qualcunoI di un necessario lavorìo con armi leali per contrapporsi a chi di arti subdole e di incantesimi si serve. — Vostra Signoria intende alludere alla Democrazia Cristiana? chiese l’ammirato Lettore. — Signor Lettore, fu la risposta —• è proprio di essa che io intendo anzi di quei spergiuri in Cristo che di Gesù si servono e del suo nome, per ottenebrare le menti e avvilire i coppi, facendosi della religione scudo e arma e del timor di Dio un mezzo per le prossime elezioni. Approvò, con un cenno del capo, il Lettore e domandato che ebbe di Sando continuò; . — Vede, Vostra Signoria, l° del Suo scudiero richiesi Ver dargli il mio plauso affinchè egli continui a dire pepate parole all’indirizzo dei simoniaci tonsurati e i rossi di pelo predoni dei mari... rispose il Lettore, ma ne fu interotlo da alcuni col-petti di tosse, discreti, del Lungo Cavaliere che gettò lo sguardo all’orologio. Comprese allora il Lettore e, levatosi che sì ebbe, rivoltosi a Sando, che nel frattempo era pur esso entrato, disse: — Sancio, credi tu sia meglio un padrone cieco o uno muto? Sancio, mordicchiando il suo solito tozzo di pane nero, rispose: — Signor Lettore, io son d’avviso che meglio sia averne uno zoppo o monco perché io lasciarci volentieri che egli gridasse e sentisse ma che non potesse picchiarmi dopo avermi rincorso. Risero allora il Lungo Cavaliere e il Lettore dell’uscita di Sancio e, prendendo congedo, disse ad ambedue il Lettore: — Hanno ragione, Lor signori. La prudenza del padrone ben si accoppia alla sagacia dello scudiero, altrimenti, a quest’ora chissà che sfilza di proibizioni e di sequestri.... Ma. non potè continuare che i due, inforcati i loro destrieri si erano diretti a gran carriera ben oltre la « cortina di ferro» al riparo dalle libertà di tutti gli Occidenti. 19 Aprile Il 19 aprile, a elezioni finite, a i vittoria del Fronte Popolare pas- j sata alla storta, tutti noi assiste- j remo a una furiosa gara tra i j giornali nazionalistici, vocepadrc-J nati e « indipendenti » nel voler j difendere l’esistenza del Tertito- ’ rio Libero, esteri e non esteri. Il Giornale dì Trieste uscirà listato a lutto, originalissimo titolo su otto colonne: La Democrazia è morta, uccisa dal ComuniSmo ! cui seguiranno pesantissimi mattoni con elogi alla Scomparsa che, uccisa in Italia, rinascerà a. nuova vita sulle sponde del ì Hudson, a delizia degli spiriti ] bollenti degli « yankees », che i parleranno per bocca del New \ York Times, d,i cui riproduca- j mo ali’incirca la presentazione di' prima pagina: Democracy has Dead! A Crime of ComuniSmi dal che il lettore, anche solo un po’ più intelligente della media, comprenderà di chi sia la farina e di dii il sacco. A proposito, poi, di sacco ecco come l’imaginifico Daily Express presenterà l’avvenimento: Civilisation 0n Danger! Beviti is cryingl per dirci che l’illustre "laburista lancierà alte strida per la vittoria del socialismo. Non dispiaceranno per niente, allora. gli aliti ùai del mister nè gli scatti tarantolici di mister Attiee, excapo stipendiato dell’Opposizione nei governi conservatori. Ma ciò è ancora niente. L’Osservatore Romano riporterà un « fondo » contro la riforma .agraria « fine della civiltà ' italica in balìa delle pratiche corrotte dell’oriente europeo ». Riforma che minaccierà la civiltà cattolica e le tasche del suo direttore. Non pensiamo nemmeno a riprodurne la prima pagina per non trovar ci a incorrere, noi; fcìea reato di apologia del fascismo. Capite? il mondo è fatto così. E la triestina Voce libera? Oh, quella sarà, d’un colpo, più indipendentista di Tolloy e dirà che « il Territorio Libero fu dato da Dìo e da San-tìn » e che: QUI E’ TRIESTE PIACCIA O NON PIACCIA! con un sottotitolo: Bravo Truman! con le più sperticate lodi oì Presidente e alla sua saggezza anticomunista. Deliziosissimo, poi, l’articolo di Vittorio Furlani. Eccone alcuni tratti più suggestivi... _• • . Trieste, fondata da una tribù Pelasgica, della più pura razza anglo-sassone, sorse quale centro irradiatore di civiltà nordica ... — oppure: ... la marea italo-comunista tentò già nel profondo dei tempi di sommergere Trieste ma dovette placarsi di fronte a questo granitico scoglio della Saga Nibelungica... — Perla tra le perle la seguente: — ... quando io mangiai la torta sacripantina sulla tolda della « Vulcania », a Genova, confessai a me stesso che mi sentivo circolare nel sangue i cromosomi dei miei il-ustri antenati: gli Avari, i Burgundi, gli Ungati, gli Armeni, j Turchi e tutti gli altri progenitori di Nostra Stirpe e fra di essi i nostri, I nostri, i nostri". cari, amati Angli e Sassoni. — E terminerà, la Voce, chiedendo, i in grassetto, fuori-margine: — Gli Alienti occupino l-a zona «Bi-! tolta» perchè lì, regneranno il I terrore e l’oscurantismo. , Simile sarà la posizione d-Ila j Emancipazione di cui Fedeilco Pagnacco tornerà -a essere il direttore dirigendo, assieme a. Silvio Benco, anche la Porta Occidentale ribattendo il chiodo dei confini posti dal Signore al Territorio Libero di Trieste e chiedendo che « l’Italia sia ridotta alle sue vere proporzioni « perchè non minacci più a lungo la pace, sicura all’ombra dell e spade americane ». FIAT JUSTICIA! griderà la Prora e sosterrà come i e qualmente sia giusto e dovero-j so dare il Lazio p le Romagne al Dominio dei Papi riparando al-j la nefandezza di Porta Pia. da chiamarsi nei secoli Porta Scellerata, a ricordo e a monito. L’Ideo Liberale diretta da Guido Sablich, recte Sabini, proporrà, in corpo 125, di dare Napoli e le Sicilie ai Borbotti. .UNICUIQUE SUUM dirà Vita Nuova e schiatterà dall’invidia perchè avrà trovato un pericoloso concorrente. La quale Vita Nuova da parte sua avrà di nuovo, come diretlore. don Giorgio Beari e uscirà con una « spalla. » a firma M. (Mar-zari) con la quale si lancieranno le ACLT (Assoc. Catt. Lavoratori Triestini) e si dichiarerà I guerra alla CGIL e ai Sindacati Unici. In ritma pagina ci sarà un uomo coll’elmo e l'indice puntato. E TU? dirà il disegno che si richiamerà a un ben noto manifesto volendo significare che nessuno dovrà disertare la nuova Crociata. Non quella di padre Eusebio, no, ma quella di un’Altissima Personalità de’la Chiesa, con Monsignor Cippi co alla testa quale Truffatore In Capo. Uno spasso, poi, sarà l’Ora Socialista (dèi Partito Socialista di via S. Francesco) che comincerà con lo scusarsi per essere socialista e promettendo di non farlo più non dimenticandosi però di ricordare che lui è . saragattiano. Dopo di che si chiamerà l’Ora Moralista per salvare la faccia e il cadreghino. L’unico, in definitva, a restare quello che è, sarà il Lavoro della Cameretta confederale, che continuerà a fare come oggi tanto, lì, c’è ben poco da cambiare; peggio d,i così! — Non è possibile, — direte tutti, me l’immagino. Ah. si? Aspettate, aspettate e ce la diremo a quattr’occhi. Aspettate 11 19 aprile. «Costi quel che costi» disse De Caspe ri, e sapeva perchè lo diceva. Era come avesse dettp: «a me non costa niente, tanto pa ra l’America». Ora quello che costa i"abbiamo saputo da quel certo Wallace che turba i sonni battaglieri di Truman. Wallace ha detto infatti che «nessun Pa ese» al mondo ha mai speso tanto, quanto sta spendendo il Governo degli USA per vincere le elezioni italiane». Ha ragione allora De Gasperi di invocare l’aiuto del cielo, perchè ve l’immaginate voi se la D.C. non dovesse vincere le elezioni? Che razza di debito sulle spalle di tutte le parecchie. Al posto degli avvisi «offerte per l’erigenda chiesa di Santa Trippamia, leggereste «offerte per saldare il debito con l'America» o giù di lì. Persino il P apa ne sembra turbato, e dice alle genti che attendono il verbo di pace della Pasqua: «Chi non è con me, è contro di me». Oh bella, sapevameelo. Con lui sono i reverendi Monsignori Guidetti e Cippico. Noi non siamo con Guidetti e Cippico, per il sem plice motivo che Guidetti e Cippico ci fregavano i nostri soldi. Igitur.... Insamma il Pacelli ha paura di rimetterei il Vaticano bell’è intero, perchè con gli americani in veste di creditori non c’è da scherzare. Se poi ci si mette di mezzo ringhilterra, quella è capace di indennizzare il Gran Senusso con il tesoro di San Pietro. Ve l’immaginate il Gran Senusso con il triregno in testa! La morale è questa: che tutti vogliono vincere le elezioni italiane. Gli americani, il Vaticano, gli inglesi, un pochino i francesi. Poi le vogliono vincere i fascisti. Insemina tutti, meno che gli italiani. Gli italiani non si preoccupano di vincerle, da quando ricevono i treni dell’amicizia. A quale scopo. Pensate che ricevono alimenti e vestiti bell’e pronti fino in casa! Anzi d’ora in poi, su proposta di Drew Pearson, creatore dei treni deil’a-micizia, riceveranno anche partite di armi leggere per far fuori i comunisti! In un impeto di gratitudine, l’agrario Budini ne ha fatti fuori due per proprio conto senza attendere le armi leggere di Drew Pearson. * Ora vorrei dare uno sguardo d’orizzonte anche al resto del mondo, come vuole questa rubrica, ma la cosa mi pare inutile, visto che oggi dell'Italia, (o almeno dell’Italia di De Gas peri) si finisce col parlare di tutto e dì tutti, meno che degli italiani. La stessa capitale L’Italia non è più Roma, ma è a Roma: è il Vaticano. Il quale Vaticano ha filiali sparse un pò dovunque nel mondo; nelle chiese, nelle banche, nelle industrie, nei... sentite questa... nei casinò. Nè è da escludere che anche quel piccolo accento debba un giorno o l’altro scomparire, allo scopo di ingrossare le file dei fedeli. D’altronde già sin d’ora tra sacerdoti e... sacerdotesse non c’è gran differenza, se non quella che le seconde godono in vasti strati della popoiatione maschile una mi-1 gliore reputazione. I &cm Chisciotte *ro SONO UN muz bmCMK ai / wa w i/ -e io -90M0m WMC w xicRMé oi questo tomo cho vi elisati ai . W U/, -enarro quzzouc t ’ io mo qio\ _x nome dito A asìr mmm'M w 0/ kk» OC (NOA! Cestii ^Tđlč, .'/VgSSONO/ oje (mi ^lorc reeaost 0 W<90' ./ QlCOC\PCti$(\RVlJr PERMETTETE? MI presento: io sono H personaggio più importante e piti ragguardevole del giornale. Sono quello che scrive 1 corsivi di seconda pagina per Natale, Capodanno, Pasqua, S. Giuseppe, quando tira la bora, quando non tira la bora, quando ritornano le « angurie » in Carnale. Sono un colosso. Le mie fra-ai sono pregiate. Sono conteso, anche. Una quindicina di giorni fa ho scritto £ pezzo di S. Giuseppe, nel quale (unire Lutile al dilettevole) facevo gli auguri a tutti 1 Pepi dell’universo. Beh lo credereste? La redazione, i giorno dopo, era invasa da caterve minacciose di Gervasi. Bal-dassarl, Anassagore, Camini. Con i „boy-scoliti" Fra frizzi lazzi, motteggi e litanie, la vita di noi boy-scout« trascorre piacevolissima. Oggi sono venuti a trovarci Don Bear! assieme al direttore di «Vita Nuova». Com’erano belli e fieri, chissà se un giorno anche noi potremo div«$ntare come loro? Subito il direttore di «Vita Nuova» da quei bravo giornalista che è assetato di cose nuove, è andato a visitare i gabinetti della nostra sede per vedere se ci fosse, per caso, il suo giornale. Ma io che sono un ragazzo ih quelli che hanno sale nella zucca avevo già strappato il giornale dal ehiodo; così il direttore di «Vita Nuova» da uomo curioso co-m’è ha dovuto chinarsi sulla tazza del gabinetto perchè proprio non si capacitava; allora Ronzino, quel ragazzetto biondo, che era insieme a me all’ospizio dei deficienti, gli ha dato un calcio nel sedere che lo ha mandato ad infilarsi dentro la tazza, dio buono come abbiamo riso! Poi abbiamo tirato la catena • chiusa la porta a chiave. Intanto Don Beari, da quel sant’uomo che è chiedeva a Don Paolo nostro grande maestro notizie sui boy-scouts, lo stato della nostra salute, se ci mancasse qualche cosa, ecc. «Donne» ha risposto Don Paolo sopra pensiero. Per fortuna stava ritornando il direttore di «Vita Nuòva», un pò pallido magari, dicendo che lui credeva veramente che i boy-scout« godessero ottima salute perchè erano allegri e vivaci. Don Beari e U direttore di «Vita Nuova» si sono intrattenuti con noi fino al pomeriggio; i due santi hanno voluto mangiare con noi pii ragazzi. Nei boy-eeouts eravamo proprio fieri di averli eon noi. Benzine addirittura ha messo nella minestra del direttore di «Vita Nuova» uno snarabeo stercorario. M direttore di «Vita Nouva» mastica le scarafaggio stercorario estatico con vero spirito cristiano. Nel pomeriggio prima di andarsene, i due apostoli ci hanno raccolti tutti intorno raccomandandoci di non dire mai brutte parole nè gettare bombe sui cortei degli antifascisti se non a colpo sicuro. Mentre loro parlavano abbiamo legato i lembi delle loro sottane attorno alla stufa cosi uscendo Don Beati e U direttore di «Vita Nuova» hanno sbattute violentemente per terra. Don Bear! e 11 direttore di «Vita Nuova» hanno bestemmiato orribilmente. Noi abbiamo singhiozzato. Quanto sei fragile creatura umana. Un nonnulla, una cosuccia, basta per distoglierti dalla retta via. Don Paolo, che è il nostre capo ha detto che domani faremo tutti la comunione. Tutti quanti a protestare e ad esigere gli auguri per loro. Urlavano accusandomi di partigianeria con i Giuseppi, di lercia camarilla. « Perchè? — gridava come un ossesso un signore distinto con caramella all’occhio sinistro. — Perché il giorno 27 febbraio non ha fatto gli auguri a tutti s Pro-cqpio?. Me lo sa dire, lei? Ma lo sa? » C’er» uno c^>e gl chiamava Na-buccodonosor. Almeno lui poteva tacere! Macché! Meno male che era una persona ragionevole e non appena gli prospettai le difficoltà tecniche causate dalia lunghezza chilometrica del suo nome, scosse la testa ed uscì mormorando: «Buon Dio, la solita fregatura...» Dovetti barricarmi in uno stanzino ed attendere. Sono uscito a riveder le stelle domenica scorsa, per Pasqua. Che pezzo, ragazzi! « Pasqua giornata di pace e di pinze, Pasqua di resurrezione, Pasqua del dUrt-track a Montebello con gli assi viennesi, Pasqua eoe. » Parole d’ un’ armonia sublime, modellate come statue di Fidia, liriche come la Sesta di Beethoven, vivaci come « Dove sta Zazà ». Io appaio sempre nel momenti determinanti della vostra vita. 1 giorni dei solstizi e deigli equinozi, ad esempio, ecco puntualmente in seconda pagina, terza colonna In alto, il mio articolo. Primavera; t ramoscelli in fiore; estate: i bagni, i bagni; autunno: cadono le foglie; inverno: fa freddo e difettano 1 corni-bastiti ili. Sempre così, sempre se stesse frasi. Eppure il lettore ai sente avvinto, ammaliato. Si getta a pesce da solo per leggere, per sapere che In estate si fanno i bagni ed in autunno cadono le foglie. Ma il cavallo di Battaglia è pur sempre il ritorno delle bancarelle di « angurie » in piazza tò^salE® — Mio tenero figliolo — disse Giacinto a suo figlio — piangi! Piangi perchè la situazione si fa d’ora hi ora più allarmante: il Fronte sta vincendo in Italia! Lo dicono tutti ormai... l’Orco sta per divorare Cappuccetto bianco — si corresse, alludendo alla Democrazia Cristiana. E così dicendo Giacinto si trasformò rapidamente in Orco. Sogghignando diabolicamente afferrò il gatto per la coda e lo ingoiò vivo. Cleofe il figliolo si mise a piangere spaventato chiamando aiuto. — Calma figlio mio — disse Giacinto vomitando il gatto — bisogna esset-e forti ed aver fede! Guarda tuo padre... Cleofe si rivolse versò il ri-, tratto del signor direttore, a-mico dì famiglia, ma Giacinto gli girò con forza la testa dalla sua parte. ■— Guarda me — disse, assumendo un’espressione da padre, — con quanta dignitosa fierezza accetto la cosa! Giacinto salì sul tavolo perchè sentiva che stava per tramutarsi in PatrissL — Se vogliono parlare con Giacinto bisogna che prima si lavino la bocca! — sentenziò, sputando con eleganza contro una copia dell «Unità». Cleofe intanto stava accarezzando il gatto svenuto. Ascolta cuor mio in quale terribile dilemma si trova Truman il Nostro; «Il Fronte specula sulla miseria», dice perciò io mando gli aiuti. Minaccio di toglierli qualora il Fronte s affermi. Ma questi puzzoni di frontisti stanno vincendo lo stesso. Allora tolgo i Soccorsi. Però Ponterosso. Ah, le finezze narra- , - „ , ______. . _» , , cosi il Fronte specula e si rai- «!i scherzi di parole! _______ _ _____, live! Ah. Sono capolavori di mente superiore, sono ! Vorreste comparare 11 mio pezzo sull’« al taio la rossa, la ros-saaaa » con i Fiori dei Male di Baudelaire? Baudelaire è un moscerino, un microbo, un pistillo. Adesso, però, basta. Debbo prepararmi: il 21 aprile è vicino. A fra poco, dunque. Vedrete con quale abilità interplanetaria, vi illustrerò come in primavera ! ramoscelli si adornano di gemme... forza! Per evitare ciò bisogna che aumenti gli aiuti, e gli i-taliani allora si ingrassano inneggiando al Fronte! Dio mio!, dice Truman. Capisci Cleofino caro? Essere o non essere! E Giacinto si coperse gli occhi con le mani. Poi si inginocchiò davanti un busto di Truman e. assieme a Cleofe, recitò preghiere in favore del Beneiux, i non e con me centro di wf E Cippico con chi è? Dopo aver mussolinegglato dal baldorie di piazza Sari Pietro con frasi tipo: «Chi non è con noi è contro di noi»,, «Foro dello cosci e?izo cristiana è suonata», «incondizionata azione», ecc., Papa Pacelli, evidentemente alludendo al recente caso Cippico, ha detto: «Si imputano alla Chiesta le colpe dì qualche suo membro degenere ohe essa per prima deplora, rimprovera ie tseveramenid punisce», Ora, se veramente mons. Cippi-co rappresentasse nelle alte gerarchie ecclesiastiche un caso isolato, se fosse un disonesto che ha commesso le sue truffe e i suoi' r ri l’avranno saputa leggendo i delitti esclusivamente per se al l’insaputa di coloro che gli stavano attorno, il Papa avrebbe ragione. Ma nèi caso specifico di Cippico, non si può assolutamente dire che egli abbia agito isolatamente. Quindi il Papa, che nelle cose vaticane evidentemente è molto addentro, ha mentito; ha mentito pubblicamente, davanti a decine di migliaia di persone, e quel che è peggio, ha mentito sapendo di mentire. Non è il caso adesso di rifare daccapo tutta la storia; i letto- A Trieste, in molta gente, l’oppressione fascista prima, l’airni-chillmento nazista poi e H « fair play » anglo-americano adesso, si sono cosi bene cementati nelle cellule ragionanti del cervelletto da impedire anche la più semplice logicità. Diamo un esempio; Tizio e Caio parlano di politica. « Se vinciamo noi, — dice Tizio — voglio farmi un pranzetto come a Pasqua. «Noi chi? li Frante popolare?», chiede Calo. « Macché, al contrario! » — sì arrabbia. Tizio. « Ho capito, Sei democristiano ». « Affatto! * « Saragatìano? > « Figurati! » « Pace lardi? » « Non lo conosco! * « Lucifero? » « Mai sentito nominare », « Giannini? M.S.I.? » « Puzzoni! » « Ma, insamma, noi chi allora? » chiede Calo spazientito. « Come noi chi? Noi italiani, si capisce? » e Tizio nei cBr questo esprime una meraviglia, molto vicina all’indignazione. Il fatto narrato può sembrare una barzelletta. Purtroppo Invece è accaduto davvero. Sempronio che lo raccontava era, in fondo, persuaso anche lui che la lotta elettorale In Italia si svolga fra italiani ed... eschimesi. Secondo il suo punto di vista, Tizio può già ordinarsi il pranzo. Tanto la vittoria « italiana » è sicura. Siamo perfettamente d’accordo. Bisogna però ancora intendersi sul significato di questa parola fra virgoletto! Sempronio mi diceva ancora che non vuole- il « comuniSmo » (ragiona con le espettorazioni di « Voce libera ») perché non gli lascierà mal godere in pace i milioni che un giorno potrebbe vincere alla Sisal (testuale!). Dimenticavo di dire che Sempronio è disoccupato e senza un soldo. Povera Italia se questi fossero davvero.i tuoi figli migliori! Valevole per '!• di caricatura Talloncino da ritagliare NIENTE DI PUF FACILE! Basta ritagliare e inviare a «Don Chisciotte» quattro dei talloncini segnati a fianco insieme a una vostra fotografia. Non dimenticate di mandarci l’indirizzo altrimenti con le vostre caricature saremo costretti a confezionarci un paio di mutande. vari giornali che ne hanno par-Ulto. Ma da quanto è venuto fuori, è risultato in modo inoppu-pn atti le che oltre alle alte autorità vaticane, il Papa stesso era et corrente della faccenda Cippico e che U Vaticano fece di tutto per soffocare lo scandalo, aiutato be-nignanQente dalla sua agenzia del Viminale. Ed è venuta fuori anche una fitta reti di imbrogli e di illeciti traffici, rete della quale Cippico mori era che una maglia delle meno importanti e che si stendeva dentrV a tutta la organizzazione écciesiìisttca e statale del Vaticano. Cippico, mons. Guidetti, prelati, Camerieri segreti, zucchero, valute' estere, gioielli, azioni, tutto un groviglio d’attività sotterranee «she si svolgevano tranquillamente sotto il manto nero della Chiesa.. Non hanno ammesso le stesse autorità vaticane che Cippico e soci, per effettuare le loro truffe avevano usato «abusivamente» 0 «falsificato» dei documenti vaticani? Il che vuol dire in effetti che nei circoli im cui si fa. il contrabbando di valuta e si commerciano al mercato nero vagoni di zucchero, ( documenti del Vaticano sono considerati una cosa normale, un salvacondotto eccellente. Caso isolato? Figlio degenere? Ma nemmeno per sag.no! Anzi, espressione tipica di tutto un mondo, di tutto un sistema, di tutto un legame corrotto che tiene insieme un’organizzazione ormai superata dalla Storia, « che per poter sopravvivere ha dovuto adottare i metodi e la prassi della società nella quelle s» trova. Oggi i legami che uniscono il mondo capitalista alla Chiesa non sono soltanto politici e spirituali; anzi sono dei solidi legami finanziari, sono pacchetti d’azioni, partecipazioni, finanziamenti, banche, società industriali, cosicché più di legami si può parlare di una vera e propria compenetrazione duna coesistenza. Capitalismo e Chiesta sono un tutto unico. he interessenze, le banche, gli istituti finanziari posseduti dalla Chiesta la stanno a dimostrare. Ed è recentemente venuto alla luce il fatto che nella sua spregiudicatezza nel compiere gl: investimenti, la Chiesa è cointeressata nella gestione dei casinò e delle sale da gioco dei principali centri balneari e mondani europei; Montecarlo, Biarritz, O-stenda, ecc. contro La cui immoralità si scaglierà magari qualche parroco locale nelle sue prediche. E’ fatale che la Chiesta, avendo accettato come propria la società capitalistica, ne abbia adottato pure i metodi \ed { costumi, cioè la mancanza assoluta di scrupoli e la concezione affaristica dalla vita. Nel Medioevo la Chiesa aveva abbandonato la capanna di Betlemme per i vasti latifondi, ora essa sta munendosi di pacchetti dazioni, e traffica in valuta. E* inutile quindi chiamare Cippico un figlio degenere quando esso non è che uno dei tanti, che ha avuto il solo torto di farsi pigliare. In quanto poi alla deplorazione e alla punizione è meglio non parlarne. Perchè il Vaticano ha parlato appena quando t giornali di sinistra avevano divulgato la notìzia che risaliva a molto tempo prima? E che dire della fuga?, a meglio della commedia della fuga? Stia contento Papa Pacelli che ora al Governo italiano e al Ministero degli interni ci stanno due suoi camerieri, a dire il vero non molto segreti, cosa che ha permesso di contenere lo scandalo entro limiti relativamente ristretti se comparati al marciume che si è potuto intruwede-re. Stia contento e stia zitto, e soprattutto guardi di osservare lo ottavo comandamento, special-mente quando sta parlando a decine di migliaia di persone. , — E’ molto ammalato; ce la farà, sf e no, fino al 18 Aprile!.» (Die. di Lucas) L’ITALIA: — Dottore, ho qualcosa sullo stomaco! (Di*, di Lucas) FRONTE DEMOCR Alno ( POPOLARE — Sono ottani'otto anni che questo mascalzone combattei (Dis. .44 Lucas) Pio XII: — Dicono che per pulire le maochie di Cippico no» e’è niente come la benzina amo risana! (Dis, di Lucasi Q)cm CliLòciolta Giovani, guardatevi dai pecchi, essi sono capaci di lutto! lo, un tempo, stimavo il signor Oreste. Il signor Oreste ha *.essuntaclnque anni ed è uno sporcaccione: guarda le ragazze con occhio languido, sorride maliziosamente e sussurra paroline sentili si, ma non prive di allusioni sessuali. Lo incontrai, il signor Oreste, Qualche tempo fa. '■Dunque, signor Oreste, come Va?* gli dissi guardandolo con mclizia, in maniera da fargli imprendere che con quel «come ya’* intendevo alludere alle sue uuuenture amorose. 'Non esistono più donne», ri-guardando in giro con oc-shio da intenditore, «Beh, non sì può proprio dire t,ie non ci siano più donne», dis-** sorridendo», forse è lei, si-Vaor Oreste, che, oh... non che sia *ecchio, no... ma...». 'Ti sbagli, ragazzo mio! ha “'dea difesa di voi giovani è tii ,_re a tutti che noi siamo vecchi. *a, vedi, agli Uomini piace vedere un bel pezzo di gamba ben letta, ir.guainata magari in una calza velatissima; oggi, invece, n‘ente più gambe, proibito! Og-Bi> gonne lunghe e pesanti. Pauh! 'Non era più estetico, più ga-più sano a vedersi le gonne citre il ginocchio?» 'Già» approvai, «ma è la moda» 'Macché moda e moda! Di pri-“•ùpera, allo sbocciar dei fiori, dj primo olezzo dell’aria novella, tepore del sole, le ragazze si off rono, come per una forza innata misteriosa, al Dio dell’Amore, sono belle, dì primavera, le Jtgazze fasciate da vestitimi di ,a fiorata, corti, aderentissimi * fianchi e svolazzanti sulle giacchia; sono stupende, le ra-fze- Quando odorano di sole, di rlu, dì salute. Che significa, mi omando, questa moda delle gon-*f pesanti e lunghe che sanno di monastero! «E come non bastasse, ora che hanno proiettato il film; «Per hi suona la campana?», tutte si So.io tagliali i capelli cortissimi se II sono arricciati, come Ma* 'u, la bella, dell’ «ingles». «Beh, anche questa è moda», eAfoda un corno!», gridò. *La e °da deve ingentilire, abbellire un°h storpiare. La moda non ha diritto di uccidere la prlmave-l della donna. Ne hanno così pone, di primavere, queste povere fanciulle...j,. E rivolto a una ragazza che ci Passava accanto coti l’acconciatu-,,a dei capelli alla «Maria del-‘•agles», e con le gonne lunghe e Pesanti fino alla caviglia; «Afa guardale, queste sceme! Quest’anno non invoglieranno nessuno a farsi sotto». Per fortuna, la ragazza tirò pia senza voltarsi. Poco dopo passò Erminia. Erminia è una ragazza alla quale avevo dedicato molte ore di complicati ragionamenti sulla necessità fisica e spirituale dello amore, alla quale necessità, lo essere umano non può sottrarsi. Il signor Oreste la guardò con disprezzo, e prima che io riuscissi ad avvertirlo che quella non era da criticare ad alta voce: «Questa poi», disse indicandomela con il mignolo dall’unghia lunghissima, e Voti 0ra„nque, u M ApViie, per D. C, • »ceiba ie dirà tan 5»n«o « sollievo, °* tanto lavoro. (Dii. di Erio) felicità e di benessere. Oggi se uno vuole una macchina, non ha che da recarsi dal proprietario e: «Lei che è così gentile, le dispiacerebbe regalarmi la sua automobile?» E il proprietario: «Oh, no, si figuri», e cosi dicendo regala la sua automobile ai nullatenente e, mentre ti beneficiato si allontana, l’ex proprietario lo saluta e gli augura un buon viaggio. Come vedete il mondo è cambiato. Il mondo, non è più di forma sferica leggermente schiacciato ai poli, come tempo addietro, erroneamente, si credeva. Quale forma abbia, per il momento, non lo si sa; ma verrà 0 giorno in cui lo sapremo, e in quel giorno, vecchi e giovani, sapienti e no, uomini e donne, onesti e disonesti, tutti assieme, canteremo fino a notte inoltrata accompagnando 11 nostro canto con trombe e lio- j comi. Ed ora, dopo tanto sfoggio di erudizione cercando di non manifestare troppo la mia soddisfazione per essermi guadagnato ti diploma di «intelligente e colto» passo all’ultima puntatine del diario la quale, per essere l’ultima, mi dà un di VON DE G A .SPERI Togliatti forse comprende meglio la lingua russa — ha detto De Gas peri — quando travisa il significato della mia frase «costi quel che costi», eppure mi ero espresso in italiano! Togliatti ha risposto di aver capito benissimo nonostante De Gasperi abbia detto «costi quel che costi». LOGICITÀ’ Anche Truman fa della prop agamia elettorale prò Fronte popolare: Ha invitato il fascista Franco ad aderire al Piano Marshall! CI P Pico Si, D e C sono le iniziali del «Don Chisciotte» ma non per questo noi siamo democristiani. Vero è invece che la sigla D.C. oltre che significare Democrazia Cristiana voglia dire anche Don Cippico. CONTE TERZA SFORZA Il settimanale «On. Pahnil io» anticomunista, democristiano co si scriveva in Gennaio del 1947 sul conto dell'un. Sforza: «Conte della spazzatura, italiota, ed «esule» mantenuto a spese dell’erario e dei contributienti fino al 1949 quest’uomo non vergognò di ritirare ogni mese, tramite il consolato italiano di Bruxelles, i quattrini che regolarmente gli passava Io Stato, allora regio e fascista. Primo fra i più tristi servitori dello straniero, senza giustificazioni di sorta, non mai per seguitato; costui agì soltanto in funzione della sua smania di ambizione». SIGLE D. A. — Diciotto Aprile D. C. — Democrazia Cristiana D. P. — Dovrà Pompare. PENSI BRINI Però questa radio Trieste! Dice che non c’è nulla da fa re o radersi con una certa lam- _ _ ____________ po-crema o lasciarsi crescere la barba! Invece io non mi rado con !a nostra luna di miele?» mi " * domandò Eliana con un fil di voce, cingendomi il collo con le sue morbide braccia. «Sulle coste de’ Pacifico, in Egitto, nelle Haway, dove vorrà, tu. mio amore. E suggellai quest’affermazione con un lungo, appassionato bacio d’amore- Eliana, ovvero il colonnello a riposo, appoggiata la sua bella testa canuta sulla mia spalla pianse di felicità. «Vuoi che ti dia la lettera?» «Che m’importa della lettera quatido ho te?» «Sei certo di amarmi? Non vorrei che un giorno tu maledissi il mio nome». «Mai maledirò il tuo nome, mia regina, dal momento che non lo conosco nè voglio conoscerlo». / «Perchè non vuoi sapere il mio nome?» «Perchè il nome non conta». «Non conterebbe nemmeno se mi chiamassi Eliana?» «Eliana?» I «Se mi chiamassi Eliana tu rni ameresti ugualmente?» «Ma Eliana è un colonnello a riposo...» «Ebbene? Può forse un colonnello a riposo far morire un amore come il nostro?» «Veramente... non so...» E, come in un sogno, la contessa E-liana mi appare vestita da colonnello a riposo, con medaglie e filetti d’oro sul berretto. E’ bella, Eliana in quell’uniforme; forse più bella che vestita di bianco. «Sei bella, tanto bella» dico estasiato. «Bello, devi dire, bello: sono un colonnello. Eh, perbacco!» «Sì, Eliana, sei bello, meravigliosamente belio, stupendamente bello, superbamente bello!» «Oh: là là, non dire» e cosi dicendo mi passa la mano sulla bocca. «Aprimi, sono libero: ho scontato la mìa pena». Entrato che fu il colonnello ci baciammo appassionatamente. «Dove andremo a trascorrere Vita della signora Curie •Quando io entrai, Pietro Curie stava nel vano di una porta-finestra che dava su un balcone. Mi parve giovanissimo, benché avesse allora trentacinque anni, fui colpita dall’espressione del suo sguardo chiaro, da un’apparenza