AMO XI Capodistria, 16 Novembre 1877 N. 22 DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti bì ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gra-tnitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. NUOVA SERIE di Effemeridi Giustinopolitane (Cont. V. n. 21) Novembre 16 1656 II vescovo Bonifacio impone a don Giorgio . Gregorich, cappellano-curato in Costabona (Castrimi Bonae), di cessare l'abuso di celebrare la messa in lingua illirica. - 10. 17 1686 II vescovo Naldini investe il comune di Pi- rano delle decime del Carso e della decima di tutte le case in loco. - 10. 18 1421 Francesco del fu Odorico Spellati consegna alla mensa vescovile 1' annua libra di pepe qual vassallaggio del feudo Monte Moro nella contrada d' Oltra - 10. 19 1484 Ducale Mocenigo cbe officia il pod. e cap. Marino Bonzi a permettere al nostro fontico il ritiro del frumento dalle Marche, dagli Abruzzi e dall'Apuglia. - 1, - 243.b 20 1423 Alessandro Zorzi pod. e cap. arrola Antonio di Giovanni de Ingaldeo tra i nobili del patrio consiglio. - 1, - 56. 21 1493 Ducale Barbarigo che accorda al nostro co- mune una fiera dai 14 ai 24 giugno, purché si tenga fuori della città e non si ammettano drappi forastieri ne di lana nè di seta. - 2. 22 1589 Ducale Cicogna che ordina di sostituire al ponte di legno un ponte ad archi di pietra, lungo 93 passi, e così congiungere la città al Castel Leone, al qual fine assegna 500 ducati. - 12, - 191. i 23 1475 Sisto IV trasloca l'arcivescovo di Antivari, F y Simeone Vosich di Montona, al nostro vescovato, \ onorandolo del titolo di arcivescovo di Patrasso. ; 14, - I, - 288. 24 1653 Baldassare Bonifacio-Corniani da Kovigo eletto a nostro vescovo. - 22, - Vili, - 738. 25 1414 II patrio maggior consiglio, presieduto dal pod. e cap. Pietro Zaccaria, investe il consiglio minore dei Quaranta d'ogni suo potere, e promette di farne buono ogni deliberato. -1, - 41.b 26 1571 11 vescovo Bareti investe Valengo del fu Marquardo Apollonio da Pirano della decima in Castagnoli, detto anche Albuzano o Villa Franca presso Corte d'Isola. - 18. 27 1469 II capitolo del duomo dà a Giovanni de No- vallo un fondo incolto situato in Tribano, coli'obbligo che lo pianti a viti e gli consegni l'annuo curuscongium cioè la dodicesima parte del vino. - 29 28 1476 Ducale Vendramin che notifica al pod. e cap. Luigi Barozzi la cassazione di Nicolò de' Verzi dalla castellania di San Servolo, e la nomina di Tisio Lugnani. - 1, - 213. 29 1724 II pod. e cap. Giustiniano Cocco (secondo reggimento) ordina ai capo-torchi di far avere alla mensa vescovile il due per cento sull'olio, come di diritto. - 10. 30 1474 II patrio consiglio, con a capo il pod. e cap. Pietro D.r Molin, elegge Giacomo Scribani a sopracomito della civica galera. - 1, - 205. COERISPOOEKZE Pisino li 11 Novembre PARTA pEOLOGicA Quanto prima escirà una carta sinottica geologica dei paesi litorani Austro-ungarici; cioè Gorizia, Istria, Croazia e Dalmazia compresa la Carniola ; ed io ebbi l'occasione di vederne una pro^a di stampa. L'autore è il chiarissimo D.r Guido Stache I. R. Consigliere Superiore Montanistico, e Capo - Geologo all' istituto geologico dello Stato in Vienna; ed a suo tempo darà alle stampe la descrizione geologica dei paesi suddetti, cui fece già varie relazioni, avendoli percorsi più volte fino dal 1857. Io sono persuaso, che chiunque abbia un' po di sentore pella geologia, vi troverà piacere, non fosse altro che di riscontrare e comparare gli appezzamenti indicati per colori delle varie formazioni geologiche dei sopradetti limitrofi paesi; a chi poi non abbia che soltanto cognizioni di geografia sarà pure gradito di vedere insieme sott'occhi cotesti paesi, di cui spesso e per molti rapporti interessa di ravvisare le situazioni, le distanze e le diverse topografiche correlazioni. Non creda però taluno di poter colla detta carta economicamente tappezzare l'intera parete d' una stanza. La carta è di formato quanto basti per prendere conoscenza geologica dei paesi; è corretta e nitida ne' suoi dettagli, come la si può pretendere oggidì che si esigono tali cose possibilmente perfette e di buon gusto. La Dalmazia vi figura di più come corpo maggiore, la Carniola poi per lo screziato delle formazioni. Sono quattordici i colori che distinguono quattordici formazioni o gruppi di esse, di cui il quadretto di spiegazione è già lezione fondamentale pella nostra geologia. Non v'ha dubbio che ogni società qui in Provincia ne acquisterà un esemplare, però amerei che in parecchie case private ove per segno di civiltà c'è addobbo di litografie, di fotografie e vi si trovano libri e indizi scientifici, possa occupare un posticcino anche cotesta carta. (M ©$5 2 °a© © ® ® -<-- DELLA VITA E DEGLI SCRITTI di Giuseppe Pasquale Besenghi degli Ughi Istriano (Fine, V. i dite numeri precedenti) Ma la poesia per le nozze di Elisa di Colloredo con Massimo Mangilli di Udine è delle più belle poesie ! d'ogni secolo e d'ogni nazione. V'ha dentro tutta l'alta melanconia del Leopardi condita delle grazie delicate del Parini e del Foscolo. Si apre con una magnifica descrizione della fata morgana, che si lascia addietro j mille miglia quelle del Pindemonte e del Torti. Dice che le giovanili illusióni dileguano; che l'amore è j simile a quel fiore d'America, Clie ne' silenzii della notte il verde Tesoro spande delle foglie : l'alba Vago di tutta sua beltade il trova : Ma langue e cade in sul mattino il fiore : Una lieve lasciando aura di odore. Poi passa a dire dell' infelicità di chi una volta ha amato e più non ama: .... indarno S'orna natura : indarno ella rivela Le meraviglie, onde la man di Dio La benedì. Più a me non parla il mare, La foresta non parla; Stupido il solitario astro contemplo, L' astro tanto a pensose anime caro ... : e si lagna che col fuggire del tempo felice non fuggano parimenti dall'anima quelle dolci memorie che ora lo tormentano. Dice che certi cuori son tanto grandi, che non possono trovare in altri eguale corrispondenza d'amore, come fu di Saffo: 0 rupe erta di Leucade ! Sepolcro Tu desti a lei che a te pace chiedea. Io quell'onde solcai Che sotto la nembosa isola mugge; E a quella rupe e a quell'onda mirando Sclamai: era destino, o ad amar nata, Che tu perissi : ingrato fa, non empio Lui che festi co' tuoi versi immortale ; Cuore la terra al tuo non avea eguale. Compiange poscia la sorte di certe povere anime: Batton cuori quaggiù che niun gl'intende; Eternamente miseri, dannati A errar vedovi sempre, una non trovano Una che a lor risponda anima sola. O vita! Allegri giorni E non inglorii a me pur promettevi E fè ti tenni e lunghi anni sperai O speianze mie povere! .... Volgendosi indi alla sposa le parla del vuoto che troverà nelle feste e nelle pompe del vivere; le parla del desiderio con cui tornerà spesso agli anni giocondi della sua fanciullezza: Oh, quante volte l'ombra Sospirerai del noto arbor del chiostro, E le garrule sere e le innocenti Pugne e le corse intorno a lui gioite! Ogni larva più dolce ha il suo tramonto ; Muor la gioia e il dolore: Solo l'amor de' primi anni non muore. * / Si sdegna delle mollezze e delle facili corruzioni del tempo nostro, al cui paragone gli sembra meno rea la gelosia, che in altri secoli armava di stilo la mano de' mariti. Esorta la sposa a tenersi immune dal malvagio costume, e a non imitare l'infedeltà di quella Emma, che tra V ingrate e sola. Qui segue, o signori, una strofa d'impareggiabile bellezza; io risparmio il tempo necessario a recitarvela, perchè l'altezza e la civile e politica importanza delle tre ultime strofe mi trascinano. Tu di figli farai Elisa/ il genial letto fecondo, Figli cari che a te speme e riposo Saran nei dì del tuo vivere estremi. Ma pensa, oimè ! che fruiran del Sole In un selvaggio secolo, che chiuse Ha dell'oprar magnanimo le porte. Come la prole d'Israel, prostesa Sotto i stranieri salici, de' fiumi Fea a risentir di patrii inni le rive; Noi pur esuli e servi, Noi pur stranieri della terra, al pianto Cresciuti e da sì lungo odio percossi, Chiediam con viso pallido ed anelo La patria nostra avventurosa al cielo. Figli, che la letizia D'Italia afflitta accrescano, dar vuoi ? Non al fasto ridicolo o alla matta Avarizia od al turpe ozio gli edùca, Ah, fu troppa, per Dio, troppa infinora La viltà del patri/io italo vulgo, E l'ignavia e la barbara ignoranza; Ben è tempo che alcun ne lo rinfami. Non il sangue purissimo, celeste, Non di servi protevia e di cavalli; Ma virtù vera e amor de'sacri ingegni, E nelle liberali arti eccellenza Ettrno fanno e glorioso un nome; Numero gli altri son, pecore e zebe ; Chi è peso inutil della terra, è plebe. Troppo è forse severo Il canto ch'io nel tuo nome leggiadro Intuono, Elisa, e a te grave fia forse; Ma non sarà che manchi Chi i bei lacci di rose e l'auree frecce E di Cupido e di Imeneo ti cianci. Una non facil musa, Che più il cipresso ama che il mirto, appresi Ad onorar con pia mente illibata: Musa che lascia i prati e le convalli Odorose di fiori a color mille E volentier la nuda alpe passeggia: S'asside in sulle vette aspre de' scogli Ed al canuto mar guarda e sospira; Musa agli sciocchi ed a' tiranni in ira. Vi chiedo perdono, o signori, se vi ho tanto trattenuti colla recita di questi versi; ma non ho saputo negar a me stesso il piacere di tuffarmi in questa onda di armonie e di splendori veramente lirici. Qui c' è forza e delicatezza ad un tempo; ricchezza di pensiero e parsimonia di parole; qui nobiltà di sentimenti e novità di espressione iu materia trita e ritrita, come sono i versi per nozze. La famosa canzone del Leopardi nelle nozze della sorella Paolina ha un degno riscontro nei versi del poeta istriano. A questi medesimi anni, che corsero dal 1830, appartengono le poche prose, che ci restano del Besenghi. Sono la più parte articoli di critica letteraria, che palesano il finissimo gusto che avea nelle cose di lingua e di stile. Giudicava di materie che perfettamente conosceva, ben diverso da certi critici che non sanno scandere un verso e fanno il Radamanto de' versi altrui ; ma la toga,che si affibbiano, non copre le loro orecchie. Argutissimo è il Saggio di novelle Orientali, ove sotto il pseudonimo di Cucibrech, città molto trafficante sul golfo di Bengala, pare che si deva intender Trieste. Mena lo staffile sopra magistrati, letterati e mercatanti ; pare che sia la stessa materia, che ha dato argomento agli Apologhi. Sotto il nome di Mazzafrusta dipinge sè stesso. Finge di aver trovato in un vecchio scartafaccio intitolato: Storia segreta di Cucibrech, fra le altre notizie: "Come Mazzafrusta non fosse uomo da lasciarsi sbeffare e bistrattare; e sapesse all'uopo adoperare lo scardasso ed il pettine del garzuolo e vender datteri per fichi. Come egli non avendo mai fallito, riè truffato, nè fatto il ruffiano, il calunniatore, la spia, nè dovendo un soldo a chicchessia, si ridesse t U È ti f v fate^ S delle chiacchiere di certe carogne che si ardivano di porre il becco ne' fatti suoi; oscura vilissima ciurma ch'egli non degnava d'un guardo, e non valeva la polvere delle sue scarpe. Come se ne vivesse modesto, solitario, amico ai buoni ; e facesse le corna in viso agli Asini Potenti; e gli scuoiasse e gli sbatacchiasse nel fango.,, Nell'articolo: Sul Teatro tedesco di Trieste, parla assai dell 'Avola del Grillparzer, di cui nota il principale d.fefcto, eh'è la mancanza del carattere. Si mostra favorevole alla scuola romantica, e deplora la povertà del teatro italiano nell'apparente abbondanza di produzioni drammatiche. E qui narra un vaghissimo aneddoto, di cui fu testimonio in casa della brava attrice Teresa Fini, quando egli era studente a Padova. Leva a cielo Schiller; e dice che per le due fiabe di Carlo Gozzi il Mostro turchino e la Zobeide, darebbe quattro Albergati e quattromila Federici. La Francesca da Rimini, tragedia che aveva scritto da giovine, andò perduta per la morte della Teresa Fini, a cui l'aveva consegnata. Andò parimenti smarrito un suo poema col titolo : Il Moglicida — come alcune belle memorie eh' egli andava scrivendo sul Friuli e sull' Istria. L' illustre professore C. A. Combi, istriano, mi fece vedere un libro del secolo scorso, che parla del territorio di Monfalcone nel Friuli, da cima a fondo postillato dal Besenghi. Quelle note talvolta lunghissime suppongono una vastità di letture ed una finezza di critica incredibile in una mente tanto poetica; si leggano i capitoli, ove parla dell' Isonzo e dei Timavo. Il prezioso libro, che può dirsi un manoscritto del Besenghi, è proprietà della famiglia Freschi. Più che cento volumi postillati in simil modo restano di lui. Restano parimenti inedite molte sue lettere, delle quali un bel saggio pubblicava nel 1864 l'avv. Madonizza; in esse parla assai della Grecia e delle critiche fatte a' suoi versi. Possono stare con onore fra le lettere del Foscolo e del Giusti. Negli ultimi anni della sua vita si ridusse a vivere in Venezia. Moltissimi ancora lo ricordano: di bassa statura; con cappello a larghe tese; di faccia rubiconda; con occhi mobilissimi e scintillanti; rapido nei moti della persona; più rapido ancora nella parola sempre immaginosa ed ardente. L' ottimo Pierviviano Zecchini mi scriveva dell' occasione che strinse il Besenghi in amicizia col Tommaseo. Discorreva egli un giorno col grande Dalmata del poeta istriano; il Tommaseo volle conoscerlo, e pregò il Zecchini che un dato giorno lo conducesse a pranzare con lui. Dopo molto schermirsene il Besenghi acconsentì. Parlarono di letteratura, di politica, di filosofia; vennero a toccare della fede e delle pratiche religiose. Il Besenghi si trovò stretto dalle forti e vivaci argomentazioni dell' illustre suo ospite; e dopo qualche giorno, mosso anche dalle memorie della fanciullezza, si arrese ai consigli dell' amico. Il Tommaseo gli mandò in casa lo stesso suo con-\ . fessore, ch'era un cappuccino ; e da quel tempo, che fu nell'anno 1854, il Besenghi trovò in parte quella pace ch'egli "pensava di aver per sempre perduta. Dopo le vicende del 1848 egli tornossene a Trieste, ove, preso di colèra, finì nel 24 settembre nel 1849. Quattordici giorni prima di morire scriveva al sacerdote Antonio Carbonich; "Caro amico! Ho bisogno della "vostra carità; vale a dire ho bisogno che mi ascol-" tiate in confessione. Sono però sano abbastanza, ma 11 non sicuro di quello che può avvenire: essere in grazia " di Dio è il miglior farmaco della terra. Vi attendo " dunque domani a quell'ora che più vi piacerà, giacché " non esco di casa. Addio. „ Fu sepolto nel cimitero di Sant' Anna di quella città, ove alcuni egregi Triestini l'anno scorso si proposero di erigergli una memoria sepolcrale. Tali furono la vita e le vicende di questo uomo singolare, il quale se avesse meglio saputo signoreggiare le sue passioni, starebbe certamente fra i nomi più gloriosi dell' Italia moderna. L' esempio giovi a chi coltiva gli studii, nè sa togliersi alle seduzioni della vita galante. Ciò non ostante i pochi versi del Besenghi vivranno più assai dei grossi volumi di qualche altro moderno. Callimaco nell' Inno ad Apollo ha un bellissimo apologo. Dice che l'invidia accostossi un giorno all'orecchio del dio e gli disse: "Io non so ammirare quel poeta, il cui canto non sia vasto come "il mare. Apollo le diede d'un calcio e rispose: È " grande la corrente dell' Eufrate, ma mena con sè " molta sabbia e molto fango. Le Ninfe non attingono " per Cerere acqua d' ogni fiume ; ma quella soltanto " che stilla limpida e pura da sacro fonte ; poche " goccie, ma fiore di tutte le acque. „ E tali sono i versi del Besenghi. Fi ne V" Scuola li Viticoltura ed Enologia / * IN CONEGLIANO Scopo ed organizzazione della Scuola La Scuola di Viticoltura ed Enologia di Cone- gliano ha lo scopo di impartire l'insegnamento teorico-pratico su tutto ciò che riguarda la coltivazione della vite, la fabbricazione del vino e l'utilizzazione dei residui lasciati da queste due industrie. L'insegnamento comprende due gradi, a seconda dell'Istruzione precedentemente avuta dagli allievi e della posizione alla quale intendono prepararsi in avvenire. All' insegnamento di primo grado, o corso inferiore diviso in due anni, vengono ammessi giovani (preferibilmente contadini) che abbiano assolte le scuole elementari, che abbiano oltre i 15 anni, e che intendano di prepararsi all'esercizio pratico della coltura della vigna e della preparazione e conservazione del vino in modo da diventare degli attivi ed intelligenti coloni, vignaiuoli, cantinieri, castaidi e sorveglianti. Al corso superiore invece, diviso in tre anni, vengono ammessi giovani che siano licenziati dalle scuole tecniche o dai ginnasi e che intendano poscia amministrare o dirigere aziende agro-viticole proprie od altrui, o farsi agenti e direttori di società enologiche, o di case di commercio di vini. I licenziati delle sezioni agronomiche degli istituti tecnici sono ammessi come studenti del 2. do anno, come pure vi sono ammessi i licenziati dal liceo, purché superino un esame d'ammissione per l'agronomia, la chimica generale (inorganica ed organica) e il disegno. Candidati all'insegnamento della scienza vengono pure ammessi a specializzarsi delle materie insegnate all'istituto, permettendo loro di frequentare le lezioni, esercitarsi nei laboratori, e utilizzare il ricco materiale didattico di cui la Scuola già in parte disporrà prossimamente. Nel corso inferiore l'istruzione teorica è limitata a Ire lezioni giornaliere nella lingua italiana, aritmetica, geometria, contabilità, disegno, scienze naturali, agri-toltura, viticoltura ed enologia ; il resto della giornata rieae impiegato nei lavori pratici obbligatori in vigneti teli'istituto e di altri, o nelle cantine della Società Biologica provinciale in Conegliano. In questo corso gli illievi, pel lavoro che prestano, ricevono l'istruzione gratuita, più lire 50 annue, oltre a dei premi speciali che ponno giungere ad altre lire 30 all'anno. Col tenerli tontinuamente occupati in tutti i lavori manuali che ii presentano in una azienda, si intende di ottenere da pesti allievi null'altro che della mano d'opera più ac-tessibile ed intelligente di ciò che presenta l'ordinario contadino ; null'altro, cioè, che un bravo contadino. Pel corso superiore l'istruzione teorica varia da 5 a 6 ore giornaliere nella storia naturale, specialmente botanica e geognosia fisica, chimica generale, esercitarmi di analisi chimica qualitiva e quantitativa, chimica agraria e enotecnica, micologia con esercitazione microscopiche, agronomia generale, viticoltura ed enologia, con ispeciale riguardo alla parte economica e tecnologica, contabilità agraria e esercitazioni relative, disegno a mano libera, planimetrico, di macchine e {ostruzioni con esercitazioni di misurazioni e rilevamenti, inoltre dimostrazioni pratiche in campagna e nelle cantine, escursioni, esecuzione pratica dei lavori sotto date norme; di più, lingua francese e tedesca libera. Gli allievi di tutti e tre i corsi sono tenuti a rersare anticipatamente lire 40 annue come tassa scolastica ; gli allievi del 2° anno ed eventualmente anche pelli del 3° fauno un deposito di lire 40 per rotture « danni al materiale dei laboratori ; di questa somma i chi compie l'intiero corso vien restituito quanto sopravanza, Per le lingue straniere facoltative la tassa è li lire 10 anticipate al semestre per una sola lingua, i di 16 per entrambe (tedesca e francese). Al corso supe- j riore vengono ammessi anche uditori ad una o più ma- i terie col pagamento di una tassa di lire 8 mensili, oltre ! la tassa speciale per le lezioni di lingue, se intendono di frequentarle, e il deposito per le esercitazioni nel laboratorio chimico. Una parte degli studenti regolari, meritevole per profitto e che comprovi le ristrette con-jdizioni di famiglia, potrà essere esonerata, per deliberatone del Consiglio d'amministrazione della Scuola, dal pagamento della tassa scolastica principale. L'anno scolastico comprende due semestri, il primo dei quali comincia alla metà di settembre per jterminare al primo di febbrajo; il secondo incomincia »i primi di marzo per finire al 31 di luglio. Per gli (allievi del corso inferiore i lavori pratici continuano [senza interruzione finché appartengono alla Scuola, salvo !i giorni di permesso che il direttore durante le fiere concede individualmente. La viticoltura essendo nel Veneto e in generale ia Italia esercitata come parte di aziende agricole complesse, nell'istruzione prima precede la parte generale dell' agricoltura, poi successivamente nelle dimostrazioni e nelle escursioni viticole vengono prese in considerazione anche le altre speciali colture, specialmente poi quelle che hanno più o meno diretta attinenza od analogìa colla coltura della vite. ì Gl'insegnamenti nell'anno scolastico 1877-78 sa- j ranno impartiti come segue; I Prof. G. B. CERLETTI, direttore, Enologia nel 1° e 2° anno del corso inferiore; Viticoltura nel 2° anno del corso superiore ; Prof. E. COMBONI, Elementi di Fisica e di Chimica, 2° anno, corso inferiore; Chimica generale nel 1° anno; Esercitazioni di chimica analitica, 2a anno, corso superiore. Prof. A VIANELLO, Elementi di Storia naturala ed Agricoltura nel 1° anno; Contabilità agraria nel 2° anno, corso inferiore; Agronomia nel 1° anno; Computisteria agraria, 2° anno, corso superiore; Prof. P. OLIVERIO, Lingua Italiana, 1° e 2° anno, corso inferiore; Lingua francese e tedesca, 1° e 2° anno, corso superiore; T. FACHLEINER, capo vignaiuolo e maestro pei lavori pratici; G. SOLFERINI, e R. CALLEGARI assistenti. Inoltre, per l'apertura del nuovo anno scolastico, saranno nominati un professore e degli incaricati, pel Disegno, Matematica elementare e Fisica. Mezzi didattici Locali. La Scuola non è ancora fornita di tutti i locali necessari pei laboratorii chimico e microscopico e per uso di aule, pel fatto che la città di Conegliano decise, avanti di procedere ad un ampliamento, di a-quistare defluitivamente il caseggiato che già fu destinato a sede dell'istituto. Essendo però a quest'ora già stipulato il contratto d'acquisto, ancora in quest' anno l'onorevole Municipio di Conegliano ha preso impegno di dar mano alla costruzione di una nuova ala, reclamata dal numero considerevole di allievi che accorsero e accorrono a questa Scuola; è sperabile anzi che nel secondo semestre dell'anno scolastico che sta per a-prirsi, si potrà già usare dei nuovi locali. Intanto per questo non soffrirà, nemmeno momentaneamente, I' Istruzione ; mancando ancora il terzo anno del corso superiore, gli allievi del 2.0 si divideranno in isquadre per l'istruzione nel laboratorio provvisorio, e se le attuali aule non saranno sufficientemente capaci, il Municipio provvederà alla loro temporanea sostituzione. Colture. Al fabbricato dove ha sede la Scuola va unito un piccolo vigneto d'esperimento per lo studio delle principali varietà d'uve tanto nazionali che straniere. La Scuola conduce pure un poderotto di ettari 6.94, attualmente però ancora condotto a colonia. In esso si impiantarono quest'anno tre appezzamenti a vigneti ; altri lo saranno nel venturo inverno. Appena però il fondo sarà svincolato dalla conduzione a colonia (il che avverrà al San Martino dell'anno corrente), esso comin-cierà ad essere condotto ad economia ed ordinato in modo da dar l'esempio di un podere, nel quale armonicamente tutte le colture collimino a render più ricca ed intensiva la coltivazione della vite. La frutticoltura, l'orticoltura, i vivai saranno oggetto di attenzione speciale. Vigneti adulti per dimostrazione e lavoro agli allievi del corso furono messi a disposizione della Scuola dalla locale Società enologica provinciale e dai molti proprietari del distretto, che, a loro lode fanno a gara per mettere l'istituto in posizione di poter instituire anche praticamente gli allievi in tutte le diverse operazioni viticole. Gli allievi anzi del corso inferiore furono già adoperati, e lo saranno anche in avvenire, per impiantare nuovi vigneti e riordinare gli esistenti a vantaggio dei proprietari del luogo. H r* t> 1(4 Cantina sperimentale ed industriale. Il medesimo concetto di condurre un vigneto per istudi ed esperimenti ed altro, avente di mira l'industria ed il tornaconto tu attuato anche per riguardo alle cantine. Presso l'istituto si sta organizzando una piccola tinaja e cantina, che serviranno per esperienze e ricerche anche di laboratorio; invece le operazioni di trattamento delle uve e del vino su piede industriale, gli allievi hanno occasione di vederle ed eseguirle presso la Società enologica provinciale, sotto la direzione del cav. dottor Antonio Carpenè. La Società enologica di Conegliano, fondata per impulso e coll'ajuto di una prima anticipazione del Consiglio provinciale di Treviso, si fece centro forse il più importante degli studi e del progresso enotecnico non solo del Veneto, ma in confini assai più vasti ancora, e ciò sempre mantenendosi in quella saggezza amministrativa, e solidità finanziaria che devono costituire la base di ogni industria. Niun altro stabilimento enotecnico sarebbe quindi stato in Italia più opportuno per servire di modello e di istruzione ad allievi, dei quali una gran parte è destiuata poi ad applicare quelle cognizioni che a Conegliano si possono apprendere per teoria e mediante una illuminata pratica. Distilleria a vapore. Presso la Società stessa durante l'inverno funziona altresì una distilleria di vinac-cie a vapore, a sistema continuo, e che dà già immediatamente l'acquavite alla concentrazione domandata dal commercio. Agli allievi vien pure mostrato il sistema di utilizzazione dei poltoni e della loro lavorazione a cremor-tartaro ed acido tartarico. La distilleria fu organizzata in modo che gli allievi del corso superiore funzionano per turno da direttori ed assistenti, quelli del corso inferiore da lavoranti. Si stanno facendo le pratiche per avere un abile bottajo, onde dar nozioni agli allievi anche in quest'arte, che se non eserciteranno a sè, devono però conoscere per esserne giudici. Deposito di macchine enologiche. Siccome una raccolta di macchine acquistata per formarne un museo ha il difetto di invecchiar presto, e più che un utile diretto, viene ad avere un'importanza storica, l'istituto pensò meglio di mettere a disposizione dei fabbricatori e commercianti di apparati e macchine enotecniche un conveniente locale destinato a raccogliere tutti insieme quegli articoli che nel commercio vengono più spesso cercati e più prontamente venduti. In tal modo l'istituto riuscì a mettere assieme uua raccolta di strumenti enotecnici, che mentre nulla costa alla scuola, presenta d'altra parte al fabbricante il mezzo più naturale di far conoscere ed apprezzare le migliori macchine e le nuove invenzioni. Gli allievi presenziano ed eseguiscono essi stessi gli sperimenti sulle nuove macchine, in modo che si possono formare un esatto concetto del loro modo di fuuzionare. •Laboratorio chimico e miscroscopico. La maggior somma tanto del bilancio di fondazione, quanto di quello di mantenimento per provvista di materiale, fu destinata al laboratorio chimico e microscopico. li laboratorio, oltre a mettere il corpo insegnante a portata di accompagnare l'istruzione con buon numero di esperimenti, è destinato alle esercitazioni di chimica e micologia pratica degli allievi e a nuovi studi per parte dei rispettivi professori. In tal modo fu stabilito che gli allievi del corso superiore abbiano nel primo anno il corso di chimica generale sperimentale, nel secondo lo esercitazioni di chimica qualitativa, nei terzo di chimica quantitativa; di più nel terzo anno, esercita- zioni di microscopìa. I laboratorii sono insomma destinati a far conoscere alla parte di allievi che riceve un' istruzione superiore, il materiale e i sistemi di usarlo per poter continuare anche più tardi gli studi e le ricerche scientifiche. Anche gli allievi del corso inferiore vengono esercitati ad usare gli strumenti più semplici, come il termometro, il gleucometro, l'acidimetro, e l'alambicco per la determinazione dell'alcool nel vino. Museo e raccolte. Per coadjuvare l'insegnamento nella storia naturale e scienze sperimentali si è iniziata la raccolta del relativo materiale, che però non può prendere un grande sviluppo, finché non si possa disporre del relativo locale, ora provvisoriamente occupato da un'aula. In esso vi saranno : 1. Una raccolta di minerali, di modelli di cristalli, e di petrefatti per l'insegnamento della geognosia; 2. Un erbario e raccolte botaniche e micofitologi-che per l'insegnamento della botanica, morfologia e micologia ; 3. Una raccolta di terreni, concimi, arnesi, modelli e figure di strumenti e macchine agrarie per l'agronomia; 4. Una raccolta di insetti, uccelli, e rettili utili e dannosi alla vite, dei preparati microscopici, dei fermenti, dei piccoli utensili, modelli e disegni di apparati viticoli ed enotecnici, delle tavole ampelografiche in cromolitografia, dei preparati di anormalità e malattie delle viti ; 5. Una raccolta di modelli per disegno e per la scienza della costruzione, nonché planimetrie e disposizioni dei più riputati stabilimenti enotecnici conosciuti. ; Biblioteca e sala di lettura. Un ampio locale fu destinato a biblioteca e saia di lettura ; in esso vi si raccolsero opere donate, specialmente di agricoltura, economia, enoctenia e scienze naturali, ed altre che pervengono periodicamente dai vari ministeri, o sono e saranno acquistate con fondi della Scuola. Vi si trovano inoltre 60 periodici di scienze naturali, agricole ed economiche fra i migliori italiani e stranieri, che pervengono come cambio della pubblicazione quindicinale, Bivista di Viticoltura ed Enologia Italiana, diretta dai professori G. B. Cerletti e cav. Antonio Carpenè. Sotto determinate norme d'ordine, la biblioteca è ogni giorno accessibile agli allievi; nell'inverno, durante le ore serali. Osservatorio meteorologico. Onde l'agricoltura e specialmente la viticoltura, che ora appena si affermano come scienze, possano a poco a poco svilupparsi e crearsi nuove basi scientifiche, presso l'istituto, e precisamente in mezzo al vigneto sperimentale funziona un osservatorio di meteorologia agraria: il quale, oltre agli scopi d'ordine scientifico generale, serva a fornire agli allievi la dimostrazione sperimentale di molti di quei principii e relazioni che tanta importanza hanno nei fenomeni agricoli annuali. Un riassunto di queste osservazioni giornaliere, esposte continuamente nell'atrio dell'istituto abituerà gli allievi a farsi un concetto esatto e valutare i diversi fattori che costituiscono la climatologia. Circolo enofilo. Recentemente si fondò a Conegliano nella sede stessa della Scuola un' associazione, che ha per iscopo di studiare i bisogni e promuovere il progresso dell'enotecnia locale e nazionale. In ogni seduta vengono assaggiati e giudicati almeno quattro vini nazionali o stranieri. Il circolo ammise come soci tutti gli allievi del corso superiore, tenendoli altresì esonerati dal pagamento pel contributo cociale; con lai mezzo gli allievi vengono senza spesa alcuna ogni inno a degustare oltre 50 qualità di vino, ed hanno uindi occasione di farsi un esatto concetto dei prodotti inicoli più ricercati ed accetti al commercio mondiale ; noltre essi si abituano, col prender parte alle discussi del circolo, ad esporre essi stessi con ordine e chiara anche avanti al pubblico il risultato degli studi intrapresi o fatti. Conclusione. Dato così un rapido sguardo alle condizio-interne della nuova Scuola di Viticoltura ed Enologia, ^giungiamo brevi parole sulla località dove essa ha sede. La città di Conegliano è posta sulla ferrovia da Venezia a Trieste, e circa tre quarti d'ora da Treviso capoluogo di provincia ; sita alle falde delle ultime pen-iici prealpine, ha avanti di se un fertile piano che si estende fino al mare, a terreni dapprincipio ghiajosi e sabbiosi, poi per successiva gradazione fino all'argilla limo delle lagune. Verso il nord invece continuano per alcuni chilometri delle dolci colline ed ondulami, poi cominciano le grandi montagne e vallate che conducono alla cima delle Alpi. In poco tratto di paese son quivi raggruppate delle colture le più svariate; nei terreni vicino al mare e nelle valli basse liavvi la col-tara irrigua o mista su terre strappate all' abbandono con lavori di prosciugamenti e di colmate ; seguono poi dei terreni profondi e ricchi, dove la coltivazione si mostra in tutta la sua potenza e ricchezza; vengono indi delle plaghe più asciutte e a terreno più sciolto e> colline dove trovano loro sede preferita la vite e il jelso e le piante da frutta; finalmente entriamo nella rana alpestre, dove 1' allevamento del bestiame, il caseificio, e la silvicoltura hanno loro stanza naturale. & vigna poi trovasi qua e là disseminata nelle più svariate tondizioni di terreno e clima; dai ronchi terrazzati nelle valli alpine a parecchie centiuaja di metri sul livello del mare, fin proprio alle rive dell' Adriatico dove vicino azionano le macchine idrovore per prosciugare i terreni poco più alti delle acque del mare. Il sistema di conduzione a colonia è qua e là interrotto di grandi »deri e dalle frazionate proprietà condotte per affitto o ad economia. Conegliano gode un clima dei più salubri e di nna posizione delle più ridenti e pittoresche; essa è diventata uno dei ritrovi autunnali preferiti dei ville-gianti di Venezia e Trieste. La cittadinanza assai colta, tranquilla, gentile, di modi cortesi, animata nell'agricoltura specialmente, di idee prudentemente innovatrici, è pure elemento che mentre da una parte rende aggradevole il soggiorno, dall'altra instilla negli allievi quella soddezza e serietà di propositi che sono arra per fare degli uomini utili a se, alle loro famiglie e al paese. Le inscrizioni ai corsi sono aperte fino a tutto 15 di settembre. Dalla metà alla fine di settembre avranno luogo gli esami d'ammissione nel primo anno del corso inferiore e quelli di riparazione per entrambe le sezioni. Quantunque le lezioni regolari comincino solo col 1» di ottobre, è bene che tutti gli allievi che intendono frequentare come studenti regolari la Scuola si rechino presso la stessa alla metà di settembre, per poter approfittare, ancor prima che l'uva sia vendemmiata, delle dimostrazioni ed escursioni che si intraprenderanno nei vigneti, ed esser presenti alle operazioni di vinificazione che avranno luogo presso la Società enologica provinciale in luogo. il direttore della scuola prof. Gu B. Cerletti Micolò Tessari (V. il N. precedente) Potemmo avere precise notizie biografiche intorno al nostro distinto concittadino. Nicolò Tessari nacque a Capodistria il 16 giugno 1835 da Giulio Tessari oriundo di Trieste e da Antonia Venuti capodistriana. Assolta l'i. r. Accademia di commercio e nautica a Trieste, fu uditore ordinario nell'i, r. Politecnico a Vienna, e poscia occupato nel laboratorio chimico di quella Università quale maestro candidato. Professore supplènte dapprima nel 3 860 per pochi mesi nella Reale di Trieste, passò in quella di Gorizia, ove, fatto effettivo, vi rimase dal 61 al 68, nel quale anno fu nominato direttore dell'i, r. Scuola Reale Supcriore Elisabetti-na di Rovereto. Con istraordiuaria assiduità e con ottimi risultati egli predilesse lo studio della Chimica. Ebbe cariche sociali, mandati governativi e onorificenze accademiche. Alla sua morte, avvenuta il 12 ottobre decorso, tutta Rovereto rimase addolorata; e la stima e la simpatia che la mente profonda e il tratto cortese gli avevano procacciate, vennero nella luttuosa circostanza con modi solenni manifestate. Nel Raccoglitore di Rovereto troviamo accennati i seguenti lavori, già pubblicati dal Tessari. Dei radicali organici e della loro importanza teorico pratica. 1863. — Il metodo sperimentale e la chimica moderna. 1870 — Compendio di Chimica generale compilato secondo lo stato attuale della scienza. 1869 — Monografia della concia delle pelli. 1872 — Sulla preparazione del Caffè con descrizione di una nuova macchinetta. 1875 — Cenni sulV insegnamento della Chimica nelle scuole reali. 1876. "Oltre a queste opere (leggesi nel detto giornale), pubblicate ed edite dalla Tipogr. Sottochiesa, altri suoi scritti rimasero più 'o meno completi: un' Analisi dell'acqua dello Spino; una Chimica delle sostanze alimentari ; uii nuovo Compendio di Chimica rifatto dietro gli ultimi progressi della scienza.,, "Possano essi trovare chi dia loro l'ultimo tocco, e raccolti gli sparsi materiali li volga a quel fine che s'era proposto l'illustre autore.,, (Unione) Macchine agricole Non è molti anni che parlando in Italia di questo potente mezzo di avanzamento agrario, si aveano sulle labbra i nomi di un Clayton, di un Garrett, di un Walter Wood, in una parola dei più riputati costruttori forestieri ; ma ora invece nella costruz ione di queste macchine subentrarono i nomi di Fogliano di Torino, di Vecchi e Biggi di Piacenza, di Luppi di Mantova, di Chinaglia di Ostiglia, di Dal Lago di Vicenza, di No vili di Venezia; egregi costruttori di trebbiatoi, di locomobili, di ventilatori, di trinciaforaggio e così via. A questi si possono aggiungere ancora quelli di Ferrara, di Reggio, di Firenze, di Pavia ecc. Un beli' esempio della perizia italiana nelle macchine agrarie, lo ha dato quest'anno la recente Esposizione pavese, e noi ci procuriamo qui il piacere di registrare i nomi di alcuni artefici, che meritarono gli encomi degli intelligenti: Lavori agricoli preparatorii Aratri e ravagliatori di Tomaselli da Cremona, distinti per solidità ed eleganza di costruzione, e per la curva data all'orecchio. Aratri di Treviso Pietro da Voghera (Medaglia di rame). Aratri Sala. Aratro seminatore di Terrari. (Menzione onorevole). Butoir di Olmi Pier' Luigi. (Medaglia di rame). Erpici di Nocchi Ambrogio da Pavia (Medaglia di rame). Estirpatori ed erpici di Casale. Spazzasolco di Bignami Luigi da Fiambo. (Men-. zione onorevole) Voltorccchio dei fratelli Fumagalli di Vercelli. Lavori di semina e di raccolta Falciatrici e mietitrici di Nidisio e Brandiroli. (Medaglia d'argento dorata). Locomobile e trébbiatojo a otto cavalli di Dell' Era e C. (Medaglia d'oro). Locomobile e trébbiatojo a sei cavalli di Cattaneo ing. Angelo da Pavia. (Medaglia d'oro). Pesatore automatico applicato alle trebbiatrici di Avanzi da Piacenza. (Medaglia d'oro.) Seminatojo dei fratelli Murre di Torino. (Medaglia d'oro). Sgranatoio di Dell' Acqua, parroco di Villanterio. (Medaglia di rame). Trébbiatojo Cantoni dell' officina meccanica e fonderia di Legnano. Trébbiatojo a mano con meccanismo a leve alternative di Dagnino Giuseppe da Varzi. (Medaglia di rame). Trébbiatojo a mano con volante di Torti Pietro da Pavia. (Medaglia d'argento). Tecnica agraria Pompa di Alberto Biva. Solforatrice a getto continuo del Fojadelli. (Medaglia d'argento). Strettojo idraulico per olio di Guller Melchiorre da Intra. (Medaglia d'oro). Torchio — Calzoni di Bologna Torchio — Mure di Torino Torchio a leva multipla, senza ingranaggio, costruito dall'Agenzia enologica di Milano. E ;p i z o o z i a In seguito alla grande estensione presa dalla peste bovina nella Galizia, Bucovina, Bassa-Austria, Moravia e Boemia, edin seguito alla epizoozia scoppiata in Germania, il Consilio federale risolse di proibire per ora l'impostazione del bestiame cornuto dall'Austria e dal principato di Lichtenstein in Isvizzera. Le infrazioni di questa proibizione sono punite cou multa sino a franchi 500, più l'indennizzo dei danni derivatine. Sullo stesso argomento scrive il Iournal de Dèbats: La peste bovina, che infieriva sì nel Belgio che nell'Olanda, si estese ai dipartimenti francesi confinanti col Belgio. E si sono avuti pure non pochi casi ad Eibingen presso Buedesheim, a Langenlonsheim, presso Kreznach. FILOSSERA Il Memorial de la Loire racconta, che un coltivatore della Franca-Contea ha fatta un'osservazione, la quale potrebb'essere infinitamente utile agli agricoltori in genere e ai vignaiuoli in ispecie. Egli aveva istituito dei semenzai intercalati di cavoli e di rape per guarentire le sue viti dal gelo. Tale effetto è stato completamente raggiunto; ma, nel tempo stesso, si riconobbe che tutti gli insetti che vivevano nella terra, e particolarmente i vermi di scarafaggio, se ne erano andati. Ora si* crede che lo stesso effetto possa dalla stessa causa essere prodotto riguardo alla filossera. Quindi il consiglio che, nelle regioni infestate dalla filossera, si facciano degli esperimenti (Gazz. di Berg.) DORIFORA L'amministrazione delle Poste della Germania del Nord ha constatato da qualche tempo parecchie spedi-dizioni d'insetti pericolosi, chiusi in scattole, provenienti dagli Stati-Uniti. In questi giorni a Brema, dice la Nordaeutsche Allgemeine Zeitung, si sono sequestrate quattro dorifore viventi, contenute in una scattola in ferro destinata a Doeboln in Sassonia. Questi scarabei sono stati uccisi tosto, e il raccoglitore al quale erano indirizzati sarà processato. Esiste in fatti una legge di data recente, la quale commina pene severe ad o-gni individuo riconosciuto colpevole di avere importato il terribile nemico delle patate, sia allo stato perfetto sia a quello di larva. (Pcrs. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FKA TRIESTE-CAPO DISTRI A col piroscafo GITJSTIISrOPOLI Col giorno 1 Novembre 1877, fino a nuovo avviso, verrà attivato (tempo permettendo) il seguente: Oli AMO partenze nei giorni feriali: Da Trieste per Capodistria I. corsa alle ore 11 ant Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 8 ant. II- „ „ 2i/2 pom. II- » » „ 4 pom partenze nei giorni festivi: Da Trieste per Capodistria I. corsa alle ore 11 ant. II- » „ 5'/4 pom. Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 8 ant. II. „ „ „ i pom. Prezzo di pa^aggio Per ogni persona indistintamente soldi 40. .Ragazzi sotto i 12 anni soldi 20. Il punto d'arrivo e partenza in Trieste è il Molo s. Carlo, ed in Capodistria il Porto. Trieste, nell' ottobre 1877 L'IMPRESA