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PONI • DECRETV IRTVTEM • PIETATEM? • PVBLI CANDIDO • II A • IVL AMVLA • ITTI • VIRI • I • D • III • I • IVN PROCVLVS • C • APPVLEIVS • CELER • SEX • COSSVTIVS • SECVNDVS SSIMVM • VIRVM • OVIDOVID • CONSE ES • EOVESTRIS • DIGNITATIS • POTVERIT M • SVAM • CONVERTISSE • NEC • VLLO BORET-0-D-E • R • F• P.D • E•R• I * C VNC < PRAECIPVVM • VIRTVTVM RTVNAM • LOCIS • VR • AMPLIFICAVERIT A • SACRATISSIMVM • PRINCIPEM VS • VT • INCOLAE • OVIBVS • FERE • CEN.SE T • VT • PLENIOREM • 1NDVLGENTIAM EGISSE P -H • O ADQVE - E -R-P- V - STATVAM MQVE • NOSTRVM • BASI • 1NSCRIBI OVE • TANTI • VIRI • SOLVENDO • NOS CE • GLORIEMVR • CENSVER 10^- OVADRATO ■ II • COS La leggenda che qui "registriamo fu letla dal P. Cortinovis nell' ullimo quarto del secolo passato, su base di pietra scoperta in Aqui(eja, e sulla comunicazione dello stesso fu pubblicata dal conte G. R. Carli nelle sue Anlichita italiche III. 61. L'Orelli nella sua bellissima raccolta delle inserizioni antiche »1 N 3654 registra altra inserizione che dal Cortinovis fu letta su altra fac-ciata della stessa base, e che diamo qui sotto, e fa cen-no di decreto di decurioni scolpito su altra facciata della base, dicendo di averle tratte dagli atti del Marini che la registra come di Perugia. Appena puo dubitarsi che le leggende regislrate dal Marini non sieno lo stesse di quello coinunicate dal Cortinovis al Carli, ma con ragione puo dubitarsi, deli' esattezza nell' indicare il luogo della lapida che da uno si dice perugina, dali' altro equileje-se. Nen sappiamo ove esista oggidi il marmo; non lo vedemmo nella raecolta delle lapidi in Aquileja, ne del Museo Imperiale di Vienna, ove ripararono molte lapidi aquilejesi; la presenza della lapida in Perugia non fa-rebbe ritenere che ivi siasi rinvenuta, avendone precise indicazioni in contrario; ne farebbe meraviglia sspenrlosi come le lapidi di quella e d'altre citta viaggiarono ben piu lontano^n tempi vicini ed in tempi diseosti; forse il Marini equivoco nell' indicare il luogo o di esislenza o di rinvenimento. Attestano la scoperta in Aquileja il Cortinovis ripe-tuto dal Carli e meglio le copie di leggende aquilejesi, formatesi in Aquileja, che ivi si conservano, che gira-rono di molti, in tempi e di persone che ne sapevano ne curavano cio che allrove si scoprisse di cose anti- ' che, meno a distanza quale fino a Perugia. L'abbate L. Brumati ci favori-copia di questa leggeuda, copia che ci pare stata nelle meni del Moschettini gia Inspettore delle Antichita Aquilejesi, e che da alcuni supplementi, e da spiegazione fattane ri sembra avere esercitalo 1'ingegno di un amatore deli'antichiia del secolo passato. II quale raccostando la primi e la terza parte della leggenda come noi diamo in fronte, suppli come meglio pote le lacune, che il marmo originale offeriva, pero in modo che a noi sembra imperfetto di troppo. Quelli che re-gistrerono la leggenda e tra questi anche il Marini, dis- sero che fra la prima e la terza parte v' erano Iettere cancellate o mancanti, pero senza indicare la distanza. Noi ricorremmo ali' ipotesi che la terza parte della leggenda, perche scritta in linee complete, e comincianti in linea precisa perpendicolare, formasse precisamente la meta della base, in un solo masso di marmo; e che la prima e la seconda parte formassero 1'altra meta in altro masso di marmo; raccostati poi i due massi per formare una sola base; la quale cosi avrebbe avuto forma conveniente a base di statua equestre. L' esempio di una stessa base formata da due massi sarebbe invero in-dizio di grettezza, ma non unico; che spesso si rinvie-ne scritta una stessa leggenda sopra piu pezzi bene av-vicinati, da avere figura di un solo masso. Ouesta supposizione di statua equestre non ci par-ve male adatta a persona che fu comandante di corpo di cavalleria, e che ebbe rango di cavaliere romano, come si indica nella leggenda, e meglio nella carica di prefelto dell'Egitto che si concedeva ai cavalieri. La forma cosi segnata di base a statua equestre, ci permi-6e di calcolare il numero delle Iettere che stavano in ogni meta di linea, cio che ci guidd al supplemento della parte mancante che tentiamo. La quale mancanza cre-diamo dovuta non a cancellazione fatta di proposito siccome spesso si riscontra nelle inscrizioni degli impera-tori romani, ma venuta da manumissione delle pietre e dal loro impiego per uso di muratura. II monumento alzalo al personaggio onorato por-tava in fronte la leggenda destinata a perpetuare le cariche civili e militari da lui sostenute, gli onori avuti. C ' MINICIO • C • F VEL • ITALO • ITTI 'VIRO-I-D PRAEF • COH • V • GALLOR • EQVIT PRAEF • COH • T • BREVCOR • EQVIT • C • R PRAEFCOHTT-VARCEO- TRIB -MILIT -LEG -VI • VICT PRAEF • EO-ALAE-I-SIGN C-R-DONIS •DONATOA DIVO VESPASIANO • CORON • AVREA • HAST • PVR RROC PROVINC HELLESPONTI-PROC PROV-ASIAE OVAM MANDATV • PRINCIPIS • VICE • DEFVNCTI • PRO • COS REXIT • PROCVRAT PROVINCIARVM • LVGDVNENSIS • ET • AQVITANICAE • 1TEM • LACTOREAE PRAEFECTO • ANNONAE ■ PRAFECTO • AEGYPTI • FLAMINI • DIVI • CLAVDI DEC • DEC Apprendiamo da questa che Cajo Minicio fu dap-prima (juartumviro in Aquileja, supremo magistrato poli-tico della colonia, poi prefetto della quinta coorte di cavalleria gallica, prefetto. della prima corte della cavalleria di Breuca di cittadini romani, prefetto della seconda coorte della cavalleria di Varci, poi colonnello della sesta legione vincitrice (che stanziava in Ispagna), poi prefetto dell'ala prima di cavalleria signana di cittadini romani; fu donato dali'imperatore Vespasiano di corona aurea, di asta pura, indi procuratore deli' Ellesponto, del-1'Asia che governo in surrogazione al defunto procon-sole, procuratore della Lionese deli' Aquitsnia, e della Lattorea, prefetto aH'Annona, prefelto dell'E»itto, Flami-ne CIaudiano. L'onore della statua veniva decretato dal consiglio decurionale d'Aquileja mentre erano consoli Tiberio Giulio Candido, Aulo Giulio Ouadrato ainbedue per la seconda volta, consolato questo che corrisponde ali'anno 105 deli'era volgare; quell'anno medesimo nel quale Trajano creava la flotta Aquilejese con giurisdizione dal-PAdige ali' Arsa, sottraendoia alla giurisdizione della flotta Ravennate che ebbe allora titolo di pretoria, quel-l'anno in cui Trajano restituiva in Aquileja il tempio di Beleno distrutto o guasto da incendio, menlre probabil-mente era presente in Aquileja. II decreto del collegio decurionale fu inciso sulla base della statua, porta la data, terlio Idus Junias, ed in fronte i nomi di due dei quartuinviri. La quale circostanza di leggervi i nomi di due soltanto, fa supporre che la suprema magistratura della colonia Aquilejese fosse bensi poggiata a qualtro persone in luogo di due, come era solito delle colonie; ma che o non tutti quat-tro fossero contemporaneamente in carica che per l'am-piezza della citta era gravosa, ma due fossero in attivitž, due supplenti, come anehe si costumolnel medio tempo in qualche nostra cittž; o che per P ampiezza appunto della citta, le mansioni fossero ripartite tra due e due, ognuno dei quali aveva pero titolo e rango di quartum-viro. Nel decreto appariscono i nomi dei cinque che furono dal consiglio incaricati di provvedere alla redazione del decreto = Senatus Consulto seribendo adfue-runt, cioe al Senatusconsulto del collegio d'Aquileja, che per essere di metropoli e tanto insigne, aveva anehe rango illustre, e titolo corrispondente di splendidis-simo. Ouesto numero di delegati alla redazione non e costante, in altra lapida che registra decreto Decurionale, i delegati sono tre soltanto. Avressimo potuto supplire i nomi mancanti nella leggenda nostra, ma non avendone base probabile che per uno solo, abbiamo preferito di ommettere anehe questo. Pare a noi che il decreto nella parte espositiva narri coma questo Caio Minicio Italo (il nome famiglia-re ed il coguome non sono rari in Aquileja) divenuto , cavaliere romano e si prossimo in dignita a senatore, abbia usato della sua posizione guadagnando la grazia deli' imperatore nell' unico intendimento di giovare alla patria sua, stimandosi sovra ogni altro felice se per lei' po'eva dare ogni opera sua. II consiglio decurionale considerando che questo nobile proponimento fu di Cajo Minicio allorquando amplio con fondi urbani certo luogd pubblico (non sapressimo se villa od altro) che intitola-vasi della Fortuna, considerando che per interposizione di Caio Minicio, gl'incoli d'Aquileja furono dali'Imperatore Trajano ammessi a partecipare delle cariche mu-nicipali, dallo quali in precedenza erano eselusi; considerando che C. Minicio ha sempre operato a cio che 1' imperatore si mostri sempre piu indulgente verso Aqui-leja, decretava che in onore di personaggio si ottimo e propenso pel comune venga alzata statua di bronzo su pedestallo marmoreo, e sulla base venga inciso il decreto coi quale volevano altestate le v.rtu e la carita patria di tant' uomo ecc. ecc. Dal qua!e decreto apprendiamo che C. Minicio abbia ingrandito a proprie spese qualche pubblico luogo, ed abbia ottenuto un cangiamento nella costituzione rnu-nicipale d'AquiIeja, derogando a quella massima che ri-servava le cariche soltanto ai cittadini Aquilejesi; ai quali forse riescivano gravose. Poco dopo questi tempi anehe Trieste otteneya per intercessione di un proprio cit-adino che fu senatore in Roma, P aggregazione alla curia, e la partecipazione alle cariche, dei piu ricchi e vir-luosi del suo agro tributario, dei Catali. Sembra che in Aquileja gl'incoli non fossero eselusi dal consiglio decurionale, ma dalle cariche soltanto, ciocche spiegherebbo perche i decurioni si mostrassero grati al cavaliere Minicio; P ingresso degli incoli nella Curia Aquilejese fu richiesto, non gia daila primitiva costituzione della colonia romana, cho fu veramente militare e cittadina; ma daila condizione di emporio mercantile alla quale si alzo Aquileja dopo 1'aggregazione del Norico e delle Panno-nie ali'impero Romano, specialmente nei tempi di Au-gusto, di Tiberio e di Nerone; e piu che mai ai tempi di Trajano, le di cui beneficenze furono continuate e completate da Adriano, cui per adulazione si dieil titolo di restitutore e fondatore di Aquileja. Allorquando il consiglio decurionale d' Aquileja al-zava statua a C. Minicio, questi era assai progredito nel-P eta, prossimo agli anni 80, almeno piu che di 70; imperciocche tra i tempi di Vespasiano che lo dono di co-rona aurea per imprese militari, e Panno 105 in cui fu collocato ii segno d'onore, corsero pressoche quaranta anni, e prima sostenne varie milizie, e prima dello mi-lizie fu sommo magistrato d'Aquileja in eta di Irenta anni almeno. Noi supplendo le hcune del decreto lo leggiamo cosi: Publius Tullius Ma........... . . . Gamula Ouatuorviri Juri dicurtdo. Tertio Idus Ju-nias. Senatus Consulto seribundo adfuerunt .... Proculus, Caius Appuleius Celer, Aulus Junius G. . . . . . Sextus Cossutius Secundus. . Quod verba fac-ta sunt in hoc: Caium Minucium Clarissimum Virum quidqtiid con-sequi gratiae Augusti per honores equestris dignitatis potuerit, id omne ad augendam liane patriam suam con-tulisse, nec ullo se feliciorem quam si patriae la-boi et. Ouid de ea re facere placuisse de ea re ita cen-suerunt= Cum Caius Minicius vir clarissimus hunc praecipuum virtutum suarum finem habens. . . ad Fortunam locis urbanis amplificaverit; ct super cetera beneficia sua a-pud sacratissimum Principem Trajanum Augustum sit consecutus, ut incolae quibus fere censemur, muneribus participes sini, et ut pleniorem indulgentiam maximi Im-peratoris consequeremur semper egisse; pro honore op-timi atque erga rempublicam pronissimi viri statuain ae-ream cum basi marmorea poni, decretumque nostrum basi inseribi quo testati virtutem pietatemque tanti viri solvenflo nos ... . aliter . . . publice glorie-mur. Censuerunt. Tiberio Julio Candido iterum, Aulo Julio Ouadratd* iterum Consulibus. Ci siamo provati a supplire Ia parte mancante del decreto decurionale, meno per esercitazione, di que!lo che per le importanti notizie che da sulle condizioni municipali di Aquileja, eolla speranza che altri alleltato da queste si accinga a fare cosa migliore e piu perfetta e compisca quell' ultimo verso, al quale non siamo allet-tati come lo fummo per gli altri. Dell' altra inserizione che sta di fronte al monu-mento e che ricorda le milizie, gli onori, le cariche a-vute da C. Minicio non diremo parola, perche non sarebbero queste argomento municipale o provinciale soltanto. Pero non taceremo della sesta legione vincitrice che sotto Augusto e Tiberio fu nelle Spagne, che prodamo imperatore Galba, e che Vespasiano trasporto nella Germania; che di essa viene fatta menzione in monu-mento triestino, della fine del secolo I in onore di per-sonaggio che fu di Roma, governatore nelle Spagne e nelle Pannonie, ed al quale fu devota la plebe urbana di Trieste; ed e questi quel Calpetano Ranzio Ouirinale del quale ebbimo occasione di parlare in questo medesimo giornaletto; al quale fu alzato nel campidoglio di Trieste, dinnanzi al tempio delle divinita capitoline, statua equestre; la di cui base ricuperata sta ora nel mu-seo tergestino di antichita. L'Ireneo nostro, lo Scussa ed altri ancora registrano altra lapida tergestina ora mi-seramente perduta, la quale dicevasi esistere in antica cappella convertita, or corre qualche secolo, in časa pri-vata, presso la piazzelta Cavana; lapida in cui si men-ziona la legione medesima. Era lapida su cui leggevasi come un Lucio Arnio Basso, militare, che dee ritenersi triestino, ordinasse per testamento tempio o memoria a Mercurio, su terreno che fu dato per decreto del comune, e che noi congetturiamo non essere gia stato entro la citta, ma fuor le mura, nel Rione di S. Michele eSs. Martiri che fu miniera di pietre antiche, tolte poi in buona parte per le ricostruzioni nella parte ivi prossima di citta. Ouest'Arnio Basso dopo avere militato nella legione XV Apollinare, nella quale si inserivevano i triestini, dopo d'avere militato nella I coorte pretoria, dopo essere stato capitano di coorte di cittadini romani, capitano nella legione XIV Gemina, nella legione II Aufida, fu capitano o centurione nella sesta legione vincitiice. MERCVRIO • AVG • SACR L • ARNIVS ■ L • F • PVP • BASSVS MIL • LEG • XV • APOL MIL • COH • I • PRAE 7 • COH • II • C -R • 7 • LEG- XIin-GEM 7 • LEG • II • AVF • 7 LEG • VI • VIC T • F • I LOCVS DATVS * D • D E questa leggenda che registra un triestino sic-como militante nella sesta legione vincitrice, ci da indi-zio forse, perche la plebe urbana di Trieste serbasse cara memoria di Calpetano, che fu colonnello della le- gione medesima; perche un aquilejese fosse arruolato alla legione medesima. * = Ecco quanto il Borghesi scrisse della legione VI (Annali dell'Inst. XI pag. 150). "Due legioni si ebbe-ro col numero VI, ambedue d' antica fondazione, cioe ia Ferrata che risiedeva in Oriente, e quella ch' ebbe il so-prannome di Vincitrice non saprei dir quando, ma sicu-ramente innanzi Nerone. Una pietra correlta dal Keller-mann, ci parla di un suo centurione che dopo la spedizione britannica di Claudio fu donato dei premj militari OB • RES • PROSPERE • GESTAS • CONTRA • ASTVRES, della qual guerra non trovo altro sentore. "Qucsta legione era da prima in Ispagna, ove le medaglie di Acci e di Saragozza la ricordano sotto Au-gusto e sotto Tiberio. Fu dessa che fece prencipe Gal-ba (Tac. Hist. I. V, c. 16), ed al cominciare deli'impero di Vespasiano fu fatta venire dalla Spagna in Germania per la ribellione di Civile (Tac. I. IV, c. 68; L. V. c. 14). Otto figuline e quattro marini dello Steiner ci attestano, che si fermo nella provincia inferiore, finehe ai tempi di Adriano fu trasportata in Inghilterra. Troviamo infatti che sotto Antonino Pio vi lavorava alla costruzione del vallo (Orelli n. 845), ed impariamo da Tolomeo e dal-1'Itinerario antoniniano, che aveva i quartieri a Yorck, nei quali perseverava quando Dione seriveva la sua storia, ed anche ai tempi del terzo Gordiano. Fa meravi-glia come fin qui non si sia veduta memoria di lei sulle medaglie legionarie di Gallieno e di Carausio, sembrano che a quei tempi dovesse sussistere ancora, giacche dalla Notizia si ricorda il Praefectus legionis sextae sub dispo-sitione Dncis Brittanniarum §ERIE DEI GEIEIDIHI dei R.R. P.P. Cappuccini in Capo d'Istria, dali' anno deli' erezione del cenobio fino al presente 1850. (Continuasione c fine, vedi N. 37.) Padre Antonio da Capo d'Istria nel 1691 „ Giov. Batta. 99 S. Cassano 99 1694 59 Antonio 99 Capo d*Istria 71 1696 95 Marco 99 99 99 1697 99 Mariano ,9 Montona 99 1700 JJ Antonio 9) Capo d' Istria r> 1702 » Giuseppe M. 99 Prata 99 1704 99 Antonio 59 Capo d'Istria 99 1705 rt Clemente )> Conegliano Capo d' Istria 99 1708 99 Marco 99 99 1700 n Giov. Batta. 99 Arcis 99 1711 99 Giov. Giacomo » 39 Venezia 99 1713 99 Innocenzo Mestre 99 1714 Padre Lorenzo da Venezia nel 1717 99 Bortolomeo 99 Solagna 99 1720 J? Giov. Batta. 99 Arzignano 99 1722 9) Beltrame n Conegliano 59 1723 n Innocenzo 99 Mestre 99 1725 99 Santi 99 Venezia 9) 1726 99 Lorenzo 99 3) 99 1729 99 Francesco Maria #99 Udine 99 1732 99 Francesco Maria 9> Belluno 99 1734 99 Giro lamo 99 Venezia 99 1737 99 Giocondo 55 Bibano 99 1738 99 Girolaino 95 Belluno 99 99 1740 99 Antonio Maria 99 Asolo 1743 99 Tommaso 59 Udine 99 1745 99 Gabriele 99 Venezia 55 1748 99 Giov. Batta 9) Udine 59 1749 99 Antonio 99 Venezia 99 1750 99 Gitolamo 99 Belluno „ 1752 99 Felice Antonio n Palma 95 1753 99 Gabriele 99 Udine * 1756 99 Felice Fortunato 99 Venezia .'1759 59 Mariano 99 Moggio Venezia 1762 99 Federico 99 n 1764 99 Giuseppe 95 Alano 7) 1765 99 Angelo Maria 99 Sacile ^ 99 176S 99 Arcangelo 99 Padova 2 JK 1770 D Giuseppe Maria 95 Arcano 1 X: » 1773 99 Gabriele 99 Tiene „ 1776 99 Giuseppe Maria 99 Gemona 99 ' 1779 99 Modesto 19 Tiene ,9 1782 a 99 Felice i ialle Valli 1785 Zaccaria da Zoldo n 1788 59 Dionisio r. f^-1 r 99 1791 99 Vincenzo 95 Bassano 99 1794 59 Giorgio 59 »i 99 1795 99 Cherubino 99 Venezia 9, 1798 99 Fortunato » Cadore 99 1801 99 Gabriele 99 Venezia 99 1804 59 Francesco 59 Treviso n 1809 n Filippo 99 Verona 99 1815 59 Mariano n Moggio 99 1822 59 Filippo 99 Verona 99 1823 99 Ignazio 95 Vicenza 99 1825 99 Tiziano 99 Venezia ■ 99 1828 99 Innocenzo 99 Cadore 79 1829 99 Ignazio 99 Vicenza 9! 1830 » ,9 Serafino 99 Alano 99- 1832 Ignazio 95 Vicenza 99 1834 95 Antonio. 59 Salgareda 9? ' 1837 99 Claudio 97 Malamocco 5» 1640. 59 Angelo Vigilio 95 Lonajo 55 1841 99 Gianfrancesco 55 Soave 5) 1743 59 Bernardo 59 Rozzazzo 95 1844 95 Tiziano V Ceneda 55 1845 (fine)