tednik Slovencev videmske pokrajine ČEDAD / CIVIDALE • Ul. Ristori 28 • Tel. (0432) 731190 • Poštni predal / casella postale 92 Poštnina plačana v gotovini / abb. postale gruppo 2/70% • Tednik / settimanale • Cena 1000 lir Št. 21 (523) • Čedad, Četrtek, 24. maja 1990 GUIDATO DAL DEMOCRISTIANO LOJZE PETERLE Un governo nuovo nella vicina Slovenia La Slovenia ha dunque da mercoledì scorso un nuovo governo, guidato da Lojze Peterle, giovane leader dei democratici cristiani, il partito che nell'ambito della coalizione Demos ha ottenuto il maggior consenso degli elettori. Il passaggio di consegne è stato rapido anche per evitare vuoti di potere, pericolosi sempre, ma a maggior ragione in una situazione difficile e complessa come quella jugoslava. Ed è stato un passaggio senza scossoni. Quello proposto da Peterle e votato a grande maggioranza in Parlamento, quindi anche da comunisti, socialisti e liberali, non è un governo monocolore ma nemmeno di coalizione. Non si basa infatti su accordi tra le forze politiche, vi fanno però parte tra gli altri 3 membri della Lega dei comunisti della Slovenia -Partito del rinnovamento democratico, 1 liberale e 5 indipendenti. Un terzo dei ministri (9 su 27) insomma non esce dalle file della coalizione Demos, vincente alle elezioni. Il principio che ha guidato il presidente dei democratici cristiani sloveni nella scelta dei ministri è stato, a detta di tutti gli osservatori, quello della competenza professionale, delle capacità. Di qui il largo consenso ottenuto in parlamento sia pure in mancanza di un programma dettagliato e che ha sorpreso lo stesso presidente del consiglio. Una buona partenza dunque per affrontare i problemi in primo luogo di ordine economico in cui si dibatte la Slovenia e cioè risanare l'economia, affermare la sovranità nazionale nella cornice della confederazione jugoslava, accompagnare ed incoraggiare il processo di democratizzazione, modificare la costituzione. Tutti compiti più che impegnativi. Ma vediamo più da vicino co-m’è composto il governo o meglio come sono rappresentate le diverse forze politiche in campo. Dei 27 componenti il nuovo governo 5 sono democratici cristiani, 5 sono indipendenti, 4 fanno parte dell’Unione democratica slovena, 3 sono comunisti, 3 i verdi, 2 i socialdemocratici, 2 provegono dal partito degli contadini , altrettanti da quello degli artigiani, 1 è liberale. Vale la pena di sottolineare che un ministero è dedicato agli sloveni nel mondo e quindi anche alla comunità slovena in Italia. Di questa problematica si occuperà l’indipendente Janez Dular, slavista e buon conoscitore anche della nostra realtà. Tra le altre cose ha colaborato anche con il campo di ricerca tenutosi in Val Canale, dove ha guidato la ricerca in campo linguistico. Presidente del parlamento sloveno era stato nominato alcuni giorni fa il dottor France Bučar, rappresentante dell'Unione democratica slovena. Ricordiamo che nel parlamento sloveno ci sono i rappresentanti di nove diversi partiti, sei di questi sono collegati nella coalizione Demos che con 126 rappresentanti su 240 ha la maggioranza. Oltre al presidente anche i due vicepresidenti rappresentano i partiti del cartello Demos. GIOVEDÌ 17 MAGGIO INSEDIATA LA NUOVA AMMINISTRAZIONE A RESIA Un applauso per Paletti Un saluto anche in resiano “per Giovedì sera 17 maggio, nella sala consiliare del comune di Resia si è tenuto il primo consiglio comunale dopo le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio scorso, con le quali la lista "Alleanza Democratica”, composta da Pei, Psi ed indipendenti, ha ottenuto la maggioranza della fiducia da parte degli elettori resiani. Come sindaco è stato eletto con 11 voti Luigi Paletti, molto noto non solo nella valle, ma anche fuori da essa per essere stato per oltre vent anni presidente del Gruppo folkloristico Val Resia. Assessori sono risultati rispettivamente Lino Di Lenardo (11 voti), e Nevio Madotto (14 voti), segretario della locale sezione del Pei ed WH . )) attuale presidente del Gruppo folkloristico, quali effettivi, Ennio Bortolotti (11 voti) e Dino Valente (11 voti), segretario della sezione di Resia del Psi. Un lungo e caloroso applauso da parte del numeroso pubblico presente in sala ha salutato la nomina del nuovo sindaco e della giunta. Due ragazze componenti del gruppo folkloristico ha donato al neo eletto sindaco un mazzo di fiori. Luigi Paletti, davanti al consiglio ed ai numerosi partecipanti alla seduta provenienti da tutte le frazioni, ha fatto un discorso col quale, impegnandosi lui stesso per il bene della collettività, ha invitato tutta la popolazione a collaborare affinchè in Valle si lavori e si viva come in una famiglia unita per il bene di tutti. Ha concluso il suo discorso in resiano perchè: "Sono Resiano ed è giusto anche per questo che io vi saluti in resiano. Non dobbiamo dimenticare le nostre radici. Ci dobbiamo impegnare a difendere le nostre tradizioni e fare in modo che la nostra cultura viva. Dobbiamo essere sempre e dappertutto orgogliosi di essere Resiani." Ha fatto pure Un mazzo di fiori per il neo sindaco ^egue a pagina 2 Drug tiedan voto za 3 referendume Drug tiedan, v nediejo 3. an v pandiejak 4. junija puojdemo spet votat. Na treh referendumih bomo muorli poviedat, ka-kuo gledamo na dva velika problema našega današnjega življenja: na lov, ali jago kot ji pravimo mi an na pesticide, strupe v kmetjistvu. Seviede na moremo nič posebnega predlagat, proponiti če prekrižamo "ne" pride ree, de pustmo vse ku sada; če prekrižamo "ja" pa de smo za abrogacion, za tuo de se zbrišejo zakoni, pravila sada v veljavi. Rezultat tega pa je nova zakonodaja, nove norme, ki jih bo muoru sprejet Parlament. Kimet dandanašnji nuca ni-mar vič kimičnih preparatu za-tuo, de vic pardiela, de se rieši plevela an vsieh sort parasitu. Teli strupi pa ostanejo tudi na sadju an zelenjavi, ki predejo na naše mize, v naše tonte an so zlo nevarni za naše zdravje. Od tu referendum pruoti pesticidom: če udobijo "ja" pomeni, de bo muoru parlament narest buj stroge leče, buj sever. Buj komplikano je z dviema referendumam povezanih z jago. Z adnim bi tiel tisti, ki so ga proponli, odvzet jagram možnost, pravico hodit po njivah an senožetih od drugig gaspodarju. Takuo, ki se vidi, po teli pot bi se jaga zaparla, saj ne more obe-dan jagat samuo na njega zemlji. Z drugim referendumam bi beri na 2. strani Na Videmskem živijo Slovenci pravi AIS V Furlaniji-Julijski krajini ne živijo Slovenci in prebivalstvo slovanskega izvora, pač pa samo in izključno Slovenci, ki govorijo slovenski knjižni jezik ali v raznih slovenskih narečjih. To je edino znanstveno pravilno stališče, medtem ko je vsakršno umetno ločevanje z znanstvenega in kulturnega vidika povsem neutemeljeno. To je v skrajni sintezi stališče, ki ga je Vsedržavno združenje italijanskih slavistov AIS v petek 18. maja izročilo in orisalo ministru za deželna vprašanja Maccanicu v zvezi z njegovim zakonskim predlogom o naši zaščiti. Dokument sta ministru v imenu združenja slavistov AIS posre- dovala profesorja dall'Agata s pizanske univerze in Colucci z rimske univerze. Pred srečanjem sta se predstavnika AIS srečala tudi s senatorjem Stojanom Spetičem. Zaključek italijanskih slavistov je torej jasen: posebne značilnosti narečij videmske pokrajine in njihov posebni zgodovinski razvoj ne morejo biti utemeljitev za umetno ločevanje od slovenskega jezika in ostalih slovenskih narečij. Iz znanstvenega in kulturnega vidika je nevzdržno tudi ločevanje med Slovenci videmske in Slovenci goriške in tržaške pokrajine. beri na 2. strani V senatu o Sbvenc V senatni komisiji je končno stekel postopek za sprejem zakona o pravicah slovenske manjšine. Tokrat je torej šlo brez običajnega zavlačevanja. Torkova seja komisje za ustavna vprašanja je bila posvečena Maccanicovemu vladnemu osnutku in drugim parlamentarnim predlogom o zaščiti slovenske manjšine. Prav te dni je minilo 20 let odkar je sen. Paolo Sema predložil prvi osnutek globalne zaščite Slovencev. H Matajur decide Una tappa per "uomini veri", la terza del Giro ciclistico del Friuli Venezia Giulia per dilettanti che si è conclusa venerdì pomeriggio nei pressi del rifugio Pelizzo, sul Monte Matajur. La gara ha preso il via a Medu-no alle ore 13.00 toccando le località di Pinzano, Majano, Buia, Ge-mona, Tarcento, Cividale e quindi con l'ingresso in Ponte S. Quirino ha incominciato ad interessare le nostre Valli. Come previsto dagli addetti ai lavori la svolta della corsa si è avuta sulle rampe del Monte Matajur. Infatti, oltre alle difficoltà altimetriche previste dal percorso, la corsa si è rilevata ancora più dura e selettiva per i corridori a causa del maltempo, che iniziatosi un'oretta prima delTarrivo della carovana sulla vetta del giro, ha scaricato sugli atleti secchi d'acqua e potenti raffiche di vento freddo che hanno contribuito a sgranare il gruppo. Con alcuni minuti di ritardo sulla tabella di marcia prevista, in piena bufera, appariva sotto lo striscione d'arrivo la maglia gialla di Vincenzo Galati del Gs Caneva Record Mar-Colnago, che partendo a Savogna in contropiede, staccava ad uno ad uno tutti i preten- segli e a pagina 7 il Giro Friuli ELETTI VENERDÌ1 SCORSO A S. PIETRO IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE Marinig atto terzo Grimacco: è il movo CMabm sindaco Il sindaco e la giunta eletti venerdì a S. Pietro. Da sinistra: Blasetig, Vogrig, Marinig, il segretario Topatigh, Dorbolò e Chiedo Con gli 11 voti della maggioranza di lista civica Giuseppe Firmino Marinig é stato rieletto venerdì scorso, per la terza volta, sindaco di S. Pietro al Natisone. Poche le novità all'interno della giunta: assessori effettivi sono stati eletti Giuseppe Blasetig (vice-sindaco al posto di Adami) con 11 voti e il confermato Luigino Chic-chio con 10. Conferme anche per Bruna Dorbolò e Lucio Vogrig, entrambi con 11 preferenze, guali assessori supplenti. Il primo consiglio comunale della nuova legislatura, accesosi per alcuni botta e risposta tra il capogruppo della minoranza De Chiabudini e Marinig, si é concluso con un intervento di quest'ultimo, che ha assicurato il tempestivo e coerente impegno della nuo- va amministrazione per garantire la crescita di S. Pietro e delle valli. "Per fare questo - ha affermato Marinig - c'é la necessità della massima coesione tra i rappresentanti eletti nella lista civica. Alcune posizioni non sempre comprensibili al suo interno hanno determinato un calo dei suffragi, ora non dobbiamo sbagliare ma ricambiare la fiducia della gente che ci ha votato ". Sarà il democristiano Elio Chia-bai a guidare per i prossimi cinque anni il comune di Grimacco dove, com ò noto, alle ultime elezioni amministrative la DC ha ri-conquistato dopo 15 anni la maggioranza dei consensi. E' stato eletto con 11 voti nella prima seduta del consiglio comunale svoltasi lunedì scorso. Assessori effettivi sono stati eletti Bruna Manzini che avrà anche il compito di vicesindaco (12 voti) ed Ettore Angelini (8 voti). Assessori supplenti sono Gus Renato e Trusgnach Egidio entrambi eletti con 12 voti. I consiglieri di minoranza Natale Chiabai, Lucio Paolo Canalaz e Giuseppe Crai-nich, tutti e tre socialisti, si sono astenuti. Questa la scarna cronaca del consiglio comunale di lunedì, convocato del resto soltanto per eleggere sindaco e giunta e conclusosi in un'ora circa. Una seduta che sarebbe stata senz'altro più breve se non fosse intervenuto il capogruppo dell'opposizione Crainich. Questi ha ringraziato l'amministrazione ed il sindaco uscenti per il lavoro svolti in tutti i 15 anni trascorsi, per il risveglio della comunità che hanno determinato. Crainich ha lamentato poi la procedura seguita dalla maggioranza che sulla proposta della giunta non ha coinvolto tutti i consiglieri, denunciando soprattutto il vuoto dei contenuti. "Realizzeremo il programma che abbiamo proposto agli elettori e che ringrazio nuovamente per la fiducia" ha risposto il sindaco Chiabai. Gli ha fatto eco il capogruppo Ferruccio Floreancig promettendo "Cercheremo di lavorare tanto e parlare lo stretto necessario". Tri referendumi s prve strani Resia: applauso a Luigi Paletti segue dalla prima riferimento alla Legge Maccanico dicendo che anche Resia deve farvi parte e che non si devono dividere gli Sloveni in categorie. Il sindaco uscente comm. Pericle Beltrame, facente parte della minoranza insieme ai consiglieri Mario Di Bernardo e Sergio Barbarino, nel suo discorso ha fatto un resoconto di tutte le attività che sono tuttora in corso che dovranno passare all'esame della nuova amministrazione. A distanza così di dieci giorni dalle elezioni è entrata ufficialmente in carica la nuova amministrazione comunale composta dai dodici candidati della lista "Alleanza democratica" " e dai tre della lista della Democrazia cristiana, che per i prossimi cinque anni sarà alla guida del comune di Resia. La Cividale Card acchiappaclienti Si sta avvicinando a grandi passi il 2 giugno, giorno in cui verrà inaugurata a Cividale del Friuli e a Villa Manin di Passariano la mostra sui Longobardi. Tra le varie iniziative in programma per questo evento, sul quale torneremo sul prossimo numero più diffusamente, c'é da registrare quella che riguarda la "Cividale Card", un servizio messo a disposizione dall'Associazione Commercianti di Cividale in collaborazione con la Banca Popolare locale che permetterà di avere sconti nei negozi di Cividale che aderiscono all'iniziativa. La "Cividale Card" verrà presentata lunedì prossimo presso la sala conferenze della sede di rappresentanza di Udine della Regione Friuli-Venezia Giulia. La cerimonia sarà presieduta dall'assessore regionale al Commercio e Turismo Gioacchino Francescutto. se abrogala, zbrisala možnost ja-gat. V glavnem bi paršlo do praznine v telem sektorju, ki bi jo muoru z novimi, buj adegvat-nimi lečami napunt parlament. Za de bo vsa stvar še buj zapletena je trieba reč, de pri telem zadnjem referendumu, če tudi v naši deželi udobi "ja" se na nič spremeni: Furlanija-Juljiska krajina kot dežela s posebnim statutom ima kompetence na polju jage an seviede tudi soje leče, ki so drugačni od daržavnih. Adna od želji tistih, ki so referendume proponli je de se o te-lih problemih začne razmišljati, de se začne drugače gledat na okolje, na naravo oku nas, z buj spoštljivo očjo, z buj veliko ljubeznijo, ki v zadnji istanci pride reč tudi skarb za usodo, za jutrišnji dan človieka na zemlji. Glede telega pa ni do sada bluo velikih rezultatov, saj smo le malo poslušali an brali o referendumih, takuo de vic ku kaj-šan na vie še za ki votat. Če pri parvem referendumu so vic al manj vsi zatuo, de se reči spremenijo, de začnemo buj varvat naše zdravje an počas odpravimo pesticide iz našega kmetjistva an življenja, ni takuo za 2 referenduma o jagi. Združenja jagrov so že začel vabiti ljudi naj na gredo še votat, naj boj-kotajo tele volitve. Taki kampaniji pa je tele dni odgovoriu predsednik republike Francesco Cossiga, ki je skuoze časopise an televizijo dau vie-det, de v nediejo 3. junija ob 8. uri puojde votat. Una correzione firmata Pelizzo Egregio Signor Direttore, vorrà per ragioni di obiettività e per riguardo verso gli elettori che mi hanno votato (e che ringrazio ancora), correggere il dato pubblicato sul Novi Matajur del 17 maggio c.m. Quale candidato alla D.C. ho riportato nel Comune di Cividale 3717 voti pari al 47,4% e nel Collegio complessivamente 5880 voti, pari al 48,81% (e non il 44,6% come riportato dal Suo giornale). Con i migliori saluti avv. Giovanni Pelizzo Ringraziamo l'avv. Pelizzo per la precisazione, che ci permette di rilevare un errore nel conteggio dei voti e quindi delle percentuali (1500 voti invece dei reali 1005 al Pei nelle provinciali del comune di Cividale), errore del quale ci scusiamo con l'avv. Pelizzo e con i lettori. L’A.I.S. HA CONSEGNATO ALL’ON. MACCANICO UN IMPORTANTE DOCUMENTO Non c’è slavo che tenga I professori dall'Agata e Colucci rispettivamente docenti all'Università di Pisa e di Roma, hanno consegnato la settimana scorsa a nome dell'Associazione italiana slavisti al ministro Maccanico un documento che ci riguarda da vicino e quindi pubblichiamo integralmente. L’Associazione italiana slavisti (AIS), presa visione del "Disegno di legge recante provvedimenti a favore delle popolazioni di lingua slovena delle province di Gorizia e Trieste e di quelle di origine slava della provincia di Udine ", approvato dal Consiglio dei ministri in data 17.11.1989, ritiene necessario esprimere alcune osservazioni per contribuire a un dibattito culturalmente e scientificamente fondato, nella convinzione, peraltro, che i cambiamenti avvenuti in questi ultimi tempi nell'Europa orientale richiedano un approfondimento della conoscenza del mondo slavo nel suo complesso. 1. Risulta di difficile comprensione la molteplicità delle definizioni nelle quali la popolazione slovena del Friuli-Venezia Giulia dovrebbe riconoscersi. Particolarmente sorprendente risulta la distinzione tra "popolazione di lingua slovena" per le province di Gorizia e Trieste e "popolazione di origine slava" per la pro- vincia di Udine, nonché quella fra "lingua slovena" e "idioma locale di origine slava". A questo proposito si fa presente che l'espressione "idioma locale di origine slava" è scientificamente inadeguata, non esistendo in tutto il mondo slavo un solo dialetto o "idioma" che non sia stato localizzato e definito come appartenente a una delle lingue slave nazionali (polacco, russo, serbo-croato, sloveno ecc.). La distinzione delle lingue e dei dialetti slavi è del resto riconosciuta non solo dalla comunità scientifica internazionale, ma anche dalla cultura universale nel suo complesso. 2. Risulta scientificamente dimostrato che la lingua slovena, una delle lingue slave, si divide in circa 40 dialetti locali che possono essere contenuti in 7 gruppi fondamentali: Carinzia, Carniola superiore, inferiore e interiore, Stiria, Pannonia e Litorale. Gli Sloveni della provincia di Udine (Valle del Natisone, Val di Resia e Valle del Torre) parlano tre di- versi dialetti sloveni, appartenenti, come i dialetti sloveni delle province di Gorizia e Trieste, al gruppo dei dialetti sloveni comunemente definiti del Litorale. L'appartenenza dell’ "idioma locale di origine slava" alla lingua slovena è attestata da un'innumerevole serie di studi scientifici (i primi, oggi ampiamente superati, risalgono alla seconda metà del XIX secolo), recepiti e messi a frutto con contributi originali dei glottologi e dagli slavisti italiani (si veda a questo proposito: G.B. Pellegrini, Introduzione all'Atlante storico-linguistico-etno-grafico friulano, ASLEF, ed. dell’Istituto di Glottologia dell'Università di Padova e dell'Istituto di Filologia romanza della Facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università di Trieste con sede in Udine, 1972). 2. Una relativa diffusione della lingua letteraria slovena e 1'"arcaicità" dei dialetti sloveni in uso nelle località della provincia di Udine suddette non è dovuta a una presunta e scientificamen- te inesatta estraneità di questi dialetti alla lingua slovena, bensì a fattori storici e amministrativi che hanno determinato la situazione linguistica attuale, ivi comprese le "forme idiomatiche peculiari", a tutt'oggi fonte inesauribile per lo studio della storia della lingua slovena da parte di molti specialisti europei e americani. Fra le cause che hanno determinato tale situazione vanno ricordate le seguenti: a) dall'insediamento (VII secolo) fino al 1866 gli Sloveni dell'odierna provincia di Udine rimasero isolati dal resto della nazione slovena sia a causa dì barriere naturali, sia a causa dell'appartenenza di essi nel tempo a unità statali diverse (Venezia, Austria, province illiriche); b) con il passaggio nel 1866 al Regno d'Italia il distacco dal resto della nazione slovena (all'epoca inserita nell'impero austro-ungarico) diventa definitivo; c) i pochi contatti con la lingua letteraria slovena, dovuti al mancato riconoscimento, da par- te dell'amministrazione italiana, del diritto di esprimersi nella propria madre lingua e, di conseguenza, al rifiuto di ogni forma istituzionalizzata (amministrazione pubblica, scuola, stampa) che implicasse un qualche riconoscimento dell’appartenenza dell' "idioma locale" alla lingua slovena, fanno si che i dialetti sloveni della Valle del Natisone, Val di Resia e Valle del Torre restino limitati entro l’ambito familiare e religioso; d) le interferenze friulane, venete e italiane rientrano nella logica di sviluppo valido per ogni dialetto in contatto con lingue di ceppo diverso. 4. La peculiarità dei dialetti sloveni della popolazione slovena della provincia di Udine, nonché il loro particolare sviluppo storico, non possono essere quindi assunti a motivazione di un’artificiosa distinzione di queste parlate dal resto della lingua slovena. Risulta pertanto insostenibile dal punto di vista scientifico e culturale la diversità di trattamento, prevista dalla bozza di legge in discussione, tra la popolazione slovena delle province di Gorizia e Trieste e la popolazione slovena della provincia di Udine. OTROC NA VIERJEMO DE NA VESTA KI NAPISAT - VAŠE DRUŽINE VAM MOREJO POMAGAT Moja vas čaka... vaš glas Moja vas. Dost krat san bla tiela an jest napisat kiek go mez moju vas, ma tisti od študijskega centra Nediža guorjo, de san previč stara. Me se pru huduo zdi na napisat kiek od Bijarča, tud zak sa' gor su samuo ni tri otroc an su že lieta ke čakan, de kajšan kieki napiše. Ne za se hvalit, sa’ vsak more poviedat soju go mez njega vas, ma Bijarč je te narlieuš vas od naših dolin, še vič, te narlieuš od Italije an zna še bit od sveta. Vsi kar jo te parvi krat zagledaju ta pod skalmi blizu Nediže, puna ar-dečih rož mies hramu an z zelenin puojan ta od skal do bie-lega proda ostaneju z ustmi od-parti an dieju: "Kajšna liepa vas”. Kar san bla jest mikana, je bluo puno otruok an če se nie čulu Nedižu šumiet je blua sa-mua za njih uriskanje. Cieu dan smu letal taz nega "Te konca” ču te drug an kar je biu daž smu bli vsi ta pod lobjo usednjeni go po uozah an smu norčoval an guoril. Buj smu čul naše glasi iti na luht, buj smu se veselil an uekal. "Paš a nas čujeju če po Spagnut?", smu se vprašal dok se nie parkazu če pred njih urata o Fei o Miljo Burjancovih, ke su živijel at v duorje an su nan trucal an uekal: "Al ju genjata, ke tle se na more prestat". Smu zamučal an minut, ma subtu s tisto dušpi-atno kuražo, ke se ima kar se je na punu smu pa nazaj začel. Takua je šlua napri za ure dok nie parletiela z lombreno Angelina Vinjudna an nan je jala: "Otroc, al ju znata tistu od krivapete, ke je z Barnasa gor po puoj paršla?" "Ne, ne, Angelina, povej nan ju!”. An ona je začela pravt, an nan jih je pravla usake sorte od strašil an krivapet. Mi smu bli vsi noma-lu zastrašeni an vas je mučala pod dažan. Ah, dost smu jih znal an dost smu jih pozabil! Kuo smu vsi ljubil našo vas, naše piesmi an naše judi! Kuo se more vse tuo-le pozabit? Kuo na znamu vič našin otrokan učit živiet tu ni vasi an vsi kupe se veselit zak Buah nan je dau gnadu živiet v telih liepih dolinah? Zaki na znamu vič poznat naše judi ku ankrat, ke če si šla čju nu vas tuk te nie mai blua, ku si po slovensku preguorila su te subtu odparli urata an su jal: "Tala je naša". Al se more usu tolo našo muac an bogatiju pozabit an proč vriec? Jest san sigurna, de obedan ke ima nomalo pamet bi na teu tuolega nardit. Zatuole mame, tete, none, strici an vsi navadita vašin otrokan guorit takuo, ki vaši su vas navadli. Povejta jim tiste pravce, ki naši te stari za stua an stua liet su pravli otrokan. Navadita jih ljubit naše doline an naše judi an za de boju vid-li, de otruok jih je šele puno, ke znaju stuort oživiet naše vasi, pisajta za "Moja vas” za de an lietos bo v Špietre velik senjan naših otruok. Na bajta se jih stuort pisat, usak naj piše takua ki zna. Če man kuražo jest ju morta miet an vi! Sa’ denita proč Novi Matajur, pokličita otroke an subit začnita pravt an jin stuort pisat. Če vaše dielu pride nomalo poznu jest bon tardila, de je vsa kauža taljanskih puašt. Vas bon čakala an štiela na Svet Petar an tega, ki ga na bo, špot naj mu je! Bruna Dorbolò Ne racizmu: liep koncert dol v Orsari Liepa prireditev mladine iz Orsarie. Organizal so an velik koncert, ki je šu napri dva dni, blizu Nadiže, za reč njih "ne" racizmu. Njih besiedo so parnesli predstavniki od "Gruppo antiapar-theid" an od "Coordinamento nazionale immigrati ”, sodelovalo pa je vič glasbenih skupin, med telimi tudi Doppio Malto, ansambel v katerim piejejo an godejo mladi iz naših dolin, Daniele, Franco, Gianni, Giampiero an Zanna an ki smo imiel možnost ga poslušat kajšankrat an tle par nas, na Sejmu beneških piesmi na Liesah, v gostilnah v Puošta-ce an v Škrutovem. Na prireditev v Orsariji je paršlo puno judi an tuole nam store dobro upat: v naši deželi ni prestora za raciste. Mislimo pa, de če je glih spoštovat an imiet rade te čarne, tiste ' dol od tuod" an takuo napri je pru tud, de kajšan začne spoštovat an bližnjega, Slovienje, ki tle žive. D piano va ma... lento Continua, anche se a ritmo lento, la sottoscrizione promossa dalla Scuola di musica di S. Pietro per l'acquisto di un pianoforte a coda, peraltro già a disposizione degli alunni ma non ancora interamente pagato. Questa settimana registriamo i contributi di Chiuch Irene, 50.000 e di Donatella e Sonia Simonitti, 200.000. E’ continuo, come si vede, l’interessamento di singole persone a questa sottoscrizione, mentre continua a latitare quello degli enti pubblici e delle aziende della nostra zona. Le Valli a colo Si sta svolgendo sotto il patrocinio della Regione l’XI concorso internazionale di pittura "Immagini delle valli del Natisone", organizzato dall’Associazione artisti della Benecia. Cuore della manifestazione è la Beneška galerija a S. Pietro dove avviene la timbratura delle tele, le opere devono essere consegnate entro il 24 giugno e dove verranno esposti i lavori giudicati più meritevoli da una giuria di esperti. In palio tre premi-acquisto di 1,5 milioni, 1 milione e 500 mila lire. La mostra collettiva verrà inaugurata il 30 giugno prossimo e rimarrà aperta sino al 9 luglio. OD SREDE 30. MAJA ZGODOVINSKA RAZSTAVA V BENEŠKI GALERIJI pragom V sredo 30. maja ob 18. uri bo v Beneški galeriji v Špetru otvoritev razstave "Soška fronta 1915 - 1917”. Organizirala sta jo Društvo beneških likovnih umetnikov in Beneški študijski center Nediža, pripravil pa jo je Goriški muzej iz Nove Gorice. Razstava prikazuje del bogatega slikovnega gradiva, ki ga muzej hrani v svoji zbirki. Prav bi bilo, da bi si jo ogledali tudi šolarji in študentje. Urnik galerije je od 17.30 do 19.30. Za šole in skupine po dogovoru (tel. 727152). Vojna pred našim 26 - LA PROIBIZIONE DELLA LINGUA SLOVENA NELLA VITA RELIGIOSA DELLA SLAVIA FRIULANA Missionari tra un popolo che parla una lingua diversa L'accenno alla resistenza in altre diocesi é significativa, perché sembra voler dire che il clero da solo non ce l’avrebbe fatta a resistere e l'appoggio almeno della curia locale sarebbe risultato indispensabile. E’ ben difficile, se non ingrato, attendersi qualcosa di più dalle vittime, ma certo il Trinko si sentiva parzialmente colpevole, perché, venuto meno l'appoggio della Curia romana e di quella udinese, non ha creduto bene di buttarsi allo sbaraglio. E’ un'ipotesi che non si può scartare, dato che i valori traditi sono elencati e sottolineati proprio da lui e dai suoi confratelli ed in ultima istanza, se non in prima, spettava proprio a loro dare una testimonianza personale. Ma forse il problema centrale del clero sloveno era quello di riuscire, con un’eventuale resistenza, a salvaguardare quello che stava perdendo, non solo a dare una testimonianza di principio. Aveva ben affermato il Trinko che la lingua nessuno sarebbe mai riuscito a strapparla dal cuore del suo popolo. La strategia "perdente" aveva finora dato risultati eccellenti per la sopravvivenza etnica del popolo. Ma ci sono momenti, anche nel piccolo, in cui una difesa di principio avrebbe potuto sortire effetti non solo utili, ma anche esemplari. Il tarlo efficienti-stico era ormai la dimensione vera di chiesa ad ogni livello. Si sa che molta parte del potere della Curia romana é derivato dai frequenti ricorsi delle chiese locali per dissidi interni e vicendevoli. A lungo andare sembrò utile un centro di grande potenza e prestigio per dissuadere forze estranee dall’in-terferire nella vita interna delle comunità. Ma dal consolidamento di questa linea risultarono i privilegi nei confronti del resto della società civile riassunti nell'istituto del Concordato. E' evidente che in un contesto simile la testimonianza evangelica é relegata nel dissenso o nella sconfitta dei più deboli. Si può concludere allora che non c'era spazio per un comportamento diverso da quello della protesta verbale per chi, prete o laico, si identificasse in quel modello di chiesa. Aggiungiamo che il tema attorno a cui verteva la questione di principio: senza predicazione in lingua slava un'intera generazione avrebbe patito un danno irreparabile, non era "razionalmente" condivisa da nessuno, nè dai preti, nè dalla gerarchia, nè dal popolo. Sembra incredibile, ma è così! Il popolo lo dimostrerà per primo con il silenzio più assoluto sull'argomento: non documenti nè personali nè collettivi e neppure anonimi, la grande arma che in ogni tempo è servita alla gente per far giungere il proprio pensiero a chi di dovere. I preti poi hanno dimostrato praticamente di non crederci con l'assenza di quello spirito di sacrificio di cui pure ventilavano la minaccia destabilizzante. La gerarchia da sempre, perché non è ragionevole che si sacrifichi dal momento che è nata e si è confermata per gestire il sacrificio altrui Ritorneremo su questo argomento, ma fin d'ora diciamo che ormai l'estrema spiritualizzazione del messaggio cristiano, la linea reazionaria assunta dalla gerarchia, l'atteggiamento feudalmente parassitario espresso dal clero per amore o per forza, erano tutti segni visibilissimi che il religioso contadino si era esaurito senza rimedio. Altri tempi, altri problemi, altre lotte sarebbero maturate, ma tutte da inventare e, ciò che è peggio, sulle macerie della precedente civiltà. Nogara, sebbene dimostrasse di non gradire molto le pressioni di Trinko, non può sottrarsi al fascino della sua cultura e personalità. Gli risponde a stretto giro di posta, fornendo indicazioni che in genere riservava solo a lui, considerato come rappresentante ufficiale della Slavia. "Lei sa come, non appena sollevata la questione, io subito, in giornata, ne ho avvertito la S. Sede, poiché é mio vanto seguire in tutto le direttive che vengono dalla Cattedra di S. Pietro. Me ne sono poi occupato a Roma, prima e dopo il mio pellegrinaggio in Terra Santa e due volte ne ho parlato col Santo Padre. Due sacerdoti sloveni poterono conferire a lungo con mons. Pizzardo. Alla S. Sede furono inviati ricorsi. Mi consta positiva-mente che per incarico del Vaticano, almeno due volte, persona di fiducia conferì in merito con Capo di Governo, il quale personalmente ha emanato e mantiene l'ordine perentorio. Quale esito e la risposta della S. Sede, lo può dedurre dalla lettera, di cui accludo copia. Quid faciendum? Sto trattando col Prefetto per vedere se sia possibile ottenere che, almeno nei paesi più isolati, si possa continuare a fare il riassunto nel dialetto locale della predica fatta in italiano. A sgravio poi di coscienza manderò la sua lettera alla S. Sede. Se alcuno spera di poter ottenere di più, scriva o vada a Roma; parli con la Segreteria di Stato ed anche, se può, col Capo di Governo. Se otterrà qualche cosa, sarò io il primo a goderne. Intanto invoco l'aiuto del Signore ed anche supplico i sacerdoti interessati a fare quello che é possibile: si considerino, se occorre, come Missionari che si trovano in mezzo ad un popolo, che parla una lingua diversa dalla loro" (1). In tutta la documentazione che riguarda questa vicenda non si é trovato alcun cenno da parte delle gerarchie alla questione di principio: cioè del sacrosanto diritto di un popolo di lodare Dio e di istruirsi nella propria lingua. Non lo si é affermato o riconfermato e neppure contestato, ma semplice-mente ignorato. E questo é il sintomo più palese della cattiva coscienza e delle finalità estranee sottintese in quella strana e conclamata impotenza di Nogara e della S. Sede. In Alto Adige la Curia ed il suo Vicario Generale hanno resistito ed ottenuto, ma probabilmente quelli non si erano fatti "un vanto di seguire in tutto le direttive che vengono dalla Cattedra di S. Pietro ", Hanno per- so la fede? Di certo hanno perso la coreografia dei Balilla e delle Piccole Italiane. Impressionante la dimostrazione del carattere strumentale e per nulla teologico della cosiddetta struttura gerarchica della chiesa che ne dovrebbe rappresentare un elemento essenziale: nella circostanza in cui avrebbe dovuto attivare la sua funzione di testimonianza profetica e di guida dei fedeli, proclama la sua impotenza e... aizza i peones! E’ un caso minimo, neanche risaputo; non ne risulta perciò intaccata la benefica funzione storica e tanto meno il carisma conclamato dell'infallibilità. Fra le tante cose poi che non quadrano in questa risposta é quel balordo paragone con i Missionari. Primo criterio di un missionario é imparare la lingua del popolo cui deve annunziare il Vangelo. Che ci andrebbe a fare altrimenti? Il clero slavo si vedeva costretto ad un annunzio sterile per un sottinteso concordatario, dove, non la violenza fascista, ma l'interesse generale del Concordato spingeva la gerarchia a sacrificare il "poco" per il "molto". Il Vangelo conferma che S. Pietro ha detto delle bugie, ma che poi si é pentito amaramente. Chi ora ne occupa il posto, lancia il sasso e nasconde la mano. La conferma verrà tra poco. Faustino Nazzi Nota: 1 - ACAU, Lingua Slava, lettera dell'8-11-1933. LA CRONISTORIA DEL VIAGGIO CHE IL NOVI MATAJUR HA ORGANIZZATO PER I SUOI LETTORI TRAMITE L’AGENZIA AURORA DI TRIESTE H diario della crociera in Albania to frequenti, invece, i bunker. Si arriva a Tirana, nella piazza principale, dove é situato il museo storico, che ripercorre le tappe più importanti della storia albanese, dalle prime tracce delle tribù illiriche, alle lotte per l'indipendenza dalla dominazione turca, ai giorni nostri. Il tempo di visitare il cimitero dei caduti della seconda guerra mondiale, l'ottimo pranzo corredato da uno spettacolo in costume, e poi si ritorna a Duraz-zo. Qui ci fermiamo presso un anfiteatro del secondo secolo a.C., poi ritorniamo all'hotel dal quale eravamo partiti. Un'orchestrina, accanto alla spiaggia, gli ombrelloni variopinti, il mare luccicante delle cinque del pomeriggio lasciano un’emozione da "Amarcord" di Fellini. Detta così, la cronaca non dà molto l'idea di come sia in realtà l'Albania. L'impressione é che, se paragonata ad una medaglia, di essa abbiamo visto soltanto la faccia che hanno voluto farci vedere, non la medaglia intera. Ma non si può dimenticare la straordinaria umanità, ed il senso di amicizia e di rispetto, degli albanesi. Le ultime parole che dedichiamo loro sono per i bambini, che accorrevano a noi appena mostravamo una penna o una caramella, e per un incontro nelle strade di Tirana. Un ragazzo ci fa: "Viva l'Italia", ed una di noi gli risponde: "Viva l'Albania ". * * * Quarto giorno, e siamo già sulla via del ritorno. Sostiamo all'isola di Hvar, la più lunga dell'Adriatico, nota località turistica. La cittadina vanta numerosi monumenti storici e culturali, tra i quali uno dei più antichi teatri d'Europa. La nostra ultima fermata avviene a Split (Spalato), città che si é sviluppata nel e intorno al palazzo fatto costruire da Diocleziano, uno degli esempi più belli dell'architettura del tardo impero romano. Una visita alla città, conclusa al mercatino, e poi, poco prima della cena, l’imbarco. Restano da registrare l'ultima serata danzante, quella dei saluti, e, la mattina dopo, la dolce maestosità di Vene- 213 Michele Obit La penna inizia a riempire il notes quando già siamo alla fine del primo giorno di viaggio. Dopo la partenza abbiamo fatto conoscenza con la nave "Dalmacija", che sarà in questi cinque giorni la nostra casa e ci condurrà in Albania. E' un piccolo labirinto, quello nel quale ci siamo trovati a passare le prime ore sul mare Adriatico, ma poi a poco a poco le sale, i corridoi, le cabine, i ponti sono diventati familiari, così come le facce dei compagni di viaggio e dei marinai. C'era il primo sole della crociera, ed ovviamente si é approfittato per uno spicciolo di abbronzatura e per respirare la buona aria del mare. La sera c'é stato il cocktail di benvenuto e la presentazione degli ufficiali di bordo. Una simpatica fotografa ha suggellato con il flash la stretta di mano di ognuno di noi con il capitano. Poi, dopo una cena che non ha potuto non sorprendere per la sua bontà (e sarà sempre così) siamo passati nella sala delle feste, dove la seppur piccola pista da ballo é diventato l'angolo preferito di molti. Non fosse per una lieve "scossa di assestamento" " non ci saremmo resi neppure conto di essere in alto mare. Si va a letto a tarda ora, dopo lo spuntino di mezzanotte. Il rumore delle macchine disturba appena il nostro sonno. E la nave va. » * * Secondo giorno. Il mare tranquillo e la buona compagnia fanno passare il tempo anche troppo frettolosamente. Si costeggiano le coste jugoslave. La nave rallenta quando si passa accanto a Dubrovnik, città non grande ma che, caratterizzata com'é da un sistema di fortificazioni che comprende duemila metri di mura di cinta, da quasi l'idea di essere forte e inespugnabile. A mezzogiorno, puntuali come il miglior orologio, si attracca a Kotor (Cattaro), situata nel fondo di una bellissima baia, circondata anche lei da mura fortificate e ricostruita per il 70% dopo il terremoto del '79. Da Cattaro é prevista la partenza per la prima escursione, quella che ci conduce a Cetinje, residenza dei re montenegrini. La strada per raggiungerla, strettissima, é da Veduta dall’alto di Cattaro brivido: venticinque serpentine, con l'autista dell'autobus che strappa applausi ad ogni curva ben riuscita, fino a quasi 900 metri d’altezza. Il panorama da quassù é stupendo. Si prosegue, attraverso una vallata dove il verde dei prati, tutti falciati a puntino, si mescola al grigio delle rocce che affiorano. La nostra guida racconta che i terreni del Montenegro sono poco coltivabili, una parte del territorio é chiamata addirittura ' oceano di pietre". Una sosta a Njegoše, luogo natale di Petar Petrovič Njegoš, il grande poeta, capo religioso e sovrano del Montenegro. Si riparte per Cetinje, cittadina che dà l'impressione di Viuzza Interna di Hvar Boulevard di Tirana, come si nota privo di auto essere abbastanza trascurata, nella quale, racconta la guida, "non c'é granché, ma quello che c'é é importante". C’é, ad esempio, il palazzo dell'ultimo re del Montenegro, Nicola I, ora museo, che visitiamo. All'interno stanze con armi personali, croci, trofei, sale per ricevere gli ospiti, sale da pranzo, altre stanze ognuna con il proprio colore preminente. Poco lontano dal palazzo c'é un altro museo, questa volta monasteriale. Conclusa la visita ripartiamo per Cattaro, percorrendo un'altra strada che dà ancora di più, con i suoi panorami, l'idea della bellezza del litorale montenegrino. Siamo la seconda nave di turisti che sbarca in Albania, la prima jugoslava. Il porto é quello di Du-razzo. Colpiscono, più che altro, una fila di persone sedute a terra accanto a dei capannoni (stanno lavorando?), ed i militari che controllano ogni angolo del piazzale. Si parte in autobus verso un hotel, dove vendono souvenir. Durazzo é una città vecchia e decadente, percorsa solo da gente a piedi o in bici, qualche taxi, qualche carro, autobus arrugginiti. Verso Tirana, capitale dell'Albania, lontana circa 40 chilometri, troviamo campi lavorati quasi esclusivamente da donne, pochissimi mezzi agricoli, bestiame ai lati della strada. Mol- il gruppo del Novi Matajur che ha partecipato alla crociera Flash sul “mistero” Albania Come ci è apparso un paese che risente ancora di un regime dittatoriale Se l'avessi saputo, sarei venuto anch’io. E' la frase che gli amici ripetono quando raccontiamo loro della nostra crociera e dell'Albania. Proprio in questi giorni sono apparsi sui giornali vari servizi su questo vicino ma misterioso paese. Il "mistero"" Albania é dovuto al sistema politico chiuso in cui l'Albania é vissuta per 45 anni, da quando il capo comunista Enver Hoxha istituì una rigida "dittatura del proletariato ", in pratica un governo a partito unico di stampo staliniano. Altri sistemi politici rivedettero e ripudiarono, alla luce dei fatti, quell’impostazione. In Albania fino a qualche giorno fa sono rimaste in vigore le idee di Hoxha, la cui tomba é collocata su una collina da cui si domina, con splendida panoramica, la città di Tirana. Alla guardia della tomba stanno due soldati, immobili. A lato riposano con Hoxha gli eroi della rivoluzione. Contrasta il pur modesto sfoggio di marmi (così quello delle statue di Hoxha e di Stalin sparse un po' dovunque) con la fatiscen-za e la povertà dei condomini, delle merci esposte nei negozi e dell'abbigliamento della gente. Il monumentalismo é comunque una presenza obbligata dei regimi mi- litaristici e dittatoriali. Si parla di mutamenti. Non sarà facile. Al porto di Durazzo davanti alla nostra nave c’é un grande spiazzo. Già dall'oblò si vedono al lavoro uomini e donne (quasi tutte con uno scialle bianco sulla testa) intenti a ripulire il piazzale con una scopetta ed una paletta per raccogliere la scarsa spazzatura. Attorno gruppi di giovani, supponiamo operai, che se ne stanno in piedi o seduti a chiacchierare e fumare in piccoli gruppi. Diversi uomini in divisa paiono più intenti a passare il tempo che a controllare la situazione. Rare le automobili e gli altri automezzi, numerose le biciclette. In città la bicicletta, salvo i vecchi autobus, é il principale mezzo di locomozione. Se la bicicletta fosse una scelta, e non un piccolo lusso, vedremmo qui la realizzazione di un grande sogno delle nostre città soffocate dal traffico. Prima di andarci, ci hanno detto che oltre alla guida turistica, avrebbero messo con noi un poliziotto. Chi può dirci se il nostro amabile accompagnatore sia o no uno della polizia? Acconsente a tutto, ma si attiene al programma e, nonostante questo sia intensissimo, rimane qualche quarto d'ora per girare da soli. La guida-poliziotto (se tale é) discorre disinvol- tamente su qualsiasi argomento. La religione? Questione stretta-mente privata. Le chiese? Chiuse al culto e adibite a musei, scuole, biblioteche, e così via. Su Gorba-ciov invece é prudente: intanto sono state ristabilite le relazioni fra Albania e Urss; per il resto bisogna aspettare. Entusiasmo per l'Italia, meno - ovviamente - per la Jugoslavia. La gente, naturalmente, aspetta. E "dopo ", a che serviranno gli innumerevoli "bunker ", disseminati dappertutto, nella campagna, negli orti, dietro le scuole e perfino sulla spiaggia? La gente aspetta e lavora, con i ritmi suoi. La campagna appare come un quadro idilliaco: uomini, donne, ragazzi, anziani, tutti al lavoro; chi zappa, chi vanga, chi pascola qualche bestia... E molti si prendono il giusto riposo, seduti in cerchio a piccoli gruppi nei campi dove spicca su tutto il bianco degli scialli delle donne. Un quadro che qui da noi non si vede più da decenni. Là tutto sembra essersi fermato, anche se il museo storico di Tirana (molto bello) mostra come la storia di un popolo orgoglioso come quello "shqipetaro" non sia rimasta mai ferma nei secoli, ma si sia sempre sviluppata nella lotta per la libertà, per l’indipendenza e la giustizia. Paolo Petrlcig L'ultimo baluardo rosso: che se ne faranno gli albanesi delle migliaia di bunker sparsi su tutto il territorio? Spettacolo di folklore albanese all'Hotel Tirana RODIU SE JE 25. MAJA 1900 LIETA POTLE’ JE ŠU V BELGIJO AN... PREBERITA NJEGA §TQRJO Veseu rojstni dan, Toni! jr: 'ffc-.• i I Naša^ji|b^ospa presve- I t^r«J#rameata, pri»*! Velikonočnega Obhajila t v Fari Sv. Lenarta *. 1923 j S * 25. maja lieta 1900 se je rodiu v Garmiškem kamunu Antonio Bucovaz, Podhoščan po domače, takuo de pru tele dni praznuje 90 liet življenja. Za telo lepo parložnost mu vsi voščimo puno zdravja an veseja v življenju, ki ga ima pred sabo. An mož, ki ima 90 liet življenja mislimo, de ima zaries puno reči za poviedat. Paš ka' jih je preživeu! Seda živi go par Mariji Blasutig - Jurcovi iz Gorenjega Barnasa, ki že vič liet je v Belgiji an je puno poznana, saj do nomalo liet od tega je darža-la "Cafè Matajur" v Moignelee. Ma varnimo se na Tonja Pod-hoščanovega. Lieta 1929, miesca luja, je pozdravu družino an parjatelje an šu v Belgijo. Od tekrat je šlo skuoze 61 liet an v vseh telih lietih nie nikdar vič paršu damu. Se nie varnu an za pokazat nieki ženici, de ni imiela ražona. Tala žena, ki je že vič liet od tega umarla, kar se je napravju za iti v Belgijo mu je bla jala: "Ti ja si za iti po sviete, buojš je de ostaneš tle doma!". Toni pa je šu an gor je ostu. Od tekrat, ki reči se je zgodilo tle, deb se varnu, lohni bi na za-poznu vič obednega, vse se je spremenilo: vasi, ljudje, senože-ta, hosti, poti, življenje, izik... Toni se ni nikdar poročiu, tudi zatuole, če ga kajšan vpra- ša, ima pront odgovor: "Vsi tisti, od mojih lietih, ki so se poročil, so že umarli, ist pa sam šele tle!”. Kar je šu v Belgijo je nesu za sabo kieki, de ga bo spominjalo na rojstne kraje an lepuo jih je ohranu, kot relikvije: pasaport, ki mu ga je dau talijanski kraj Vittorio Emanuele 2. Pasaport, ki ga je nucu samuo tekrat, ko je šu v Belgijo. Notar štier podobce iz liet 1922, 1923, 1925 an 1927, tiste, ki nam jih duhovnik da za velikonočno obhajilo. Župnik v Podutani je biu v tistih lietih gaspuod Gorenščak. Ka' je napisano na telih santinah, morta sami videt na fotografijah. Tuole je tudi an odgovor vsi-em tistim, ki pravejo de tle par nas ni bluo nikdar slovienske besiede. Je an odgovor tudi tistim, ki takuo zvestuo pišejo po-vsierode kjer je moč San Leonardo di Cividale, San Leonardo del Friuli... Na podobce, ki jih pobožno hrani Toni Podhoščan je napisano San Leonardo degli Slavi. An tuole je bluo lieta 1925. Zaries, de bi se Toni Podhoščan varnu tle v njega rojstne kraje bi ušafu vas an drug sviet, an sviet, ki nie njega zak tisti, ki so imiel srečo tle ostat, ga nieso znal kot takega ohranit. Pametna ideja luošt kupe hosti za bit buj močni V Barde, v Terski dolini, so se ložli kupe deset gaspodarju hosti an takuo se je rodiu že petnajsti "Consorzio forestale privato". Zgodilo se je nomalo tiednu od tega. Do seda imajo vsega kupe 300 etarju hosti, ki bojo gledal lepuo valorizat an sevie-da pametno pardielat an obdie-lat, za imiet dobar zaslužek. Pobudi je dala nje podpuoro tudi Gorska skupnost Terskih dolin. Muormo še doluožt, de le v telim kraju je še drugih pet konsorcju: "Attimis"; "La Mont": "Taipana", "Platischis" an "Montemaggiore" v Tipani. Tle par nas pa so ložli kupe njih hosti v Podboniescu - konzorcij "Montefosca" - an v Svetem Lienartu - konzorcij "Spik". Ul/H* fnyrMumt intru i/rotn ut j/aùtru uttrriJd Lavoratore finii • ir utr / f. Jaia i/i nn.>vt/IA ttLADA &G.\€}A Čedad lep biser Spet se vrnemo v Čedad z besedami, ki so jih napisali učenci drugega razreda dvojezične špetrske šole. Tokrat imata besedo Andrea in Erika. Pri pouku se učimo o starih mestih. Mi vemo, da so stara mesta imela obzidja. Učiteljica se je zmenila z Danielom, da nas pelje v Čedad. Šli smo na Trg upora in smo videli visoko obzidje. Tam je tudi en spomenik in blizu je ena plošča, kjer je pisano v latinščini. Šli smo skozi ena velika vrata, ki so jih morali zapirati ob deseti uri zvečer. Ljudje so vedeli, da se morajo vrniti v mesto, ker so zvonovi zvonili in še danes zvonijo vsak večer ob deseti uri v spomin na tiste čase. Šli smo na Hudičev most. Ljudje pripovedujejo, da je hudič pomagal čedadcem zidati most. Hudič je rekel, da prva duša, ki bo šla čez most, bo njegova. Čedajci so poslali čez most najprej enega psa in hudič je moral vzeti psa. Slikali smo se v ozki ulici in tudi pri jarku. Vrnili smo se veseli v šolo. Andrea Blasetig Anche gli alunni di terza e quarta della scuola bilingue dl S. Pietro hanno visitato assieme alle maestre la città ducale TUTTOSPORT VSE O ŠPORTU I risultati ESORDIENTI (Torneo) Valnatisone - Forti & Liberi 1-3 PALLAVOLO FEMMINILE Us Friuli - Pol. S. Leonardo 0-3 PALLAVOLO MASCHILE Ospedaletto-Pol. S. Leonardo 3-1 Prossimo turno PALLAVOLO FEMMINILE Pol. S. Leonardo - Zenit Udine PALLAVOLO MASCHILE Pol. S. Leonardo - Tarcento Le classifiche GIOVANISSIMI (finale) Udinese 7; Manzanese 5; Valnatisone 4; Chiavris 3-, Reanese 1. Per le semifinali si é qualificata l’Udinese. ESORDIENTI (finale) Percoto/A 25; Cividalese, Buo-nacquisto, Manzanese 19; Azzurra 17; Gaglianese 16; Valnatisone 15; Chiavrìs/B 14; Com. Faedis 2. PULCINI (finale) Nimis 26; Buttrio 24; Com. Faedis 19; Buonacquisto 14; Valnatisone, Stella Azzurra 11; Torreanese 7; Fulgor 0. PALLAVOLO FEMMINILE Socopel 32; Pol. S. Leonardo 24; Cassacco 20; Atl. Codroipese, Us Friuli 18; Paluzza 14; Zenit Udine 12; Vb Carnia 10; Percoto 8; Reman-zacco 4. PALLAVOLO MASCHILE Como 38; Lav. Fiera 34; Ospeda-letto 32; Arteniese 28; Team 87 26; Vb Camia, S. Giorgio Nogaro 18; Pol. S. Leonardo, Tele Uno, Atl. Codroipese 14; Tarcento 6; Faedis Il Matajur decide il Giro del Friuli Caldo amatoriale: e Azzida... rinasce Il vincitore dopo l'arrivo denti alla vittoria concludendo la sua fatica in 3 ore 14'01" alla media oraria di Km. 37,110. Questo successo permetteva al ciclista siciliano che difende i colori di una nostra squadra regionale di iniziare la sua marcia trionfale verso la conquista del giro. Infatti, vincendo anche la quarta tappa che si concludeva a Sauris, ancne questa naturalmente in salita, e controllando i suoi avversari nell'ultima, confermava di essere il più forte. Buona la prova dei ragazzi della Polisportiva Valnatisone, guidati dal ds Bressan: Nicola Moratti, Alfonso Sciandra, Carlo Di Bernardo e Walter Bello, che hanno portato al termine il giro, nel quale hanno combattuto ad armi pari con i migliori dilettanti italiani. Una nota di merito per Massimo Bello, che nella speciale classifica dei giovani si é classificato quarto. Al termine del giro sono state diramate le convocazioni per la squadra del Friuli-Venezia Giulia che parteciperà al Giro d'Italia dilettanti; ne fanno parte, oltre che il vincitore del giro, due ciclisti della Polisportiva Valnatisone: Nicola Moratti e Carlo Di Bernardo. Si é recentemente costituito il Gruppo sportivo amatori Azzida, denominato "Trattoria alla Rinascita", che svolge attività calcistica partecipando ai più disparati tornei che vengono organizzati nel mandamento. Attualmente la squadra, con altre 17 formazioni, sta partecipando al 12° torneo "Renzo Macorig" di S. Giovanni al Natisone. Nei 32. di finale la "Trattoria alla Rinascita" si é classificata al primo posto segnando 20 gol e subendone 4; nella fase successiva ha ottenuto il secondo posto, passando così agli ottavi di finale. Fanno parte della formazione: Andrea e Paolo Corredig, Dorbo-lò, Juretig, Cernoia, Cumer, Manzini, Cosson, Zufferli, Bellida, Alfonso. L'idea di costitutire una formazione amatoriale é maturata qualche anno fa, dopo le tradizionali sfide Azzida nord - Azzida sud. Naturalmente i ragazzi hanno scelto la categoria amatoriale per praticare il calcio non a livello agonistico, bensì amatoriale nel vero senso della parola. E' questo il principale scopo della fondazione della squadra, che oltretutto sta ottenendo dei lusinghieri successi. dalla prima pagina I»,«GeattiG.l. Buona prova per Massimo Bello Ai celibi rimane... solo il matrimonio I preliminari prima del match Celibi-Ammogliati 1-3 Celibi: Corredig A., Floreancig F., Floreancig A., Degrassi, Pepé, Pinatto, Gubana, Simonelig, Petri-cig, Strazzolini E., Moreale Giorgio, Moreale Gianluigi, Carbonaro, Franz, Jussa. Ammogliati: Ciccone, Duriavig, Gosgnach, Pieniz, Szklarz, Moratti, Panzani, Bellida, Bacchetti, Martinig, Miano, Strazzolini S., Bordon. Marcatori: al 14’ Bellida, al 18' Bacchetti, al 45’ Miano (rigore), al 55' Pieniz (autogol). S, Pietro al Natisone, 19 giugno. Si é ripetuta sabato la tradizionale sfida calcistica fra i celibi e gli ammogliati del comune di S. Pietro al Natisone, che ha richiamato un buon pubblico di appas- La redazione sportiva del Novi Matajur partecipa al dolore di Claudio ed Anna Venica per la dolorosa e Improvvisa scomparsa del 11-glioletto Fabrizio. sionati ai bordi del campetto "di sfogo ", che per tutto l’arco della gara ha incitato i propri rappresentanti. Più numerosi e chiassosi i celibi, che sul campo sono stati però sonoramente battuti dai più esperti avversari, che dopo essere passati in vantaggio hanno amministrato come hanno voluto la gara. L’autore della prima rete l’incontenibile Luciano Bellida, lesto a spingere il pallone in gol su respinta di Corredig sul precedente tiro di Ivano Martinig. Nonostante la voglia di strafare i celibi non sono riusciti a pareggiare, anzi hanno subito la seconda rete ad opera di Arnaldo Bacchetti, che ha approfittato del solito pasticcio degli avversari. In apertura della ripresa, in seguito ad un atterramento in area, veniva decretato il calcio di rigore trasformato da Massimo Miano. Ancora alcune clamorose occasioni in contropiede fallite per eccesso di tecnica non portavano all’arrotondamento del risultato, che veniva definitivamente sancito dall'autogol di Pieniz. Voglia di sci e... di neve A colloquio con Fulvio Degrassi dello Sci club Monte Matajur Com'è composto 11 consiglio direttivo dello Sci club? Oltre al sottoscritto, che é presidente, ci sono il vicepresidente Manlio Dorbolò ed i consiglieri Marino Gosgnach, Giuseppe Gallo, Giuseppe Petricig, Mario Cont e Roberto Bevilacqua. Abbiamo un gruppo di circa 120-130 soci. Quale attività avete svolto? Abbiamo iniziato ad ottobre con il corso di presciistica al quale hanno aderito circa 40-45 iscritti. Era in programma per i soci la gita sociale, che é stata annullata per mancanza di neve. Dovevamo organizzare tre gare sociali sempre per i nostri soci sul Matajur; la gara zonale che doveva vedere al via atleti da tutta la regione non si é potuta svolgere. Nonostante questi contrattempi l’attività non si è fermata. Con il nostro gruppo di ragazzi (per la categoria "giovani” sono Stefano Zufferli, Davide Clodig, Davide Dor-gnach, Gianmarco Laurencig, Andrea Cosmacini, Barbara Pinatto, Lavinia Dorbolò, Arianna Tru-sgnach; per la categoria "allievi" Nicola Pinatto, Manuel Manzini, Cristina Specogna, Caterina Tru-sgnach; conclude la categoria "cuccioli” con Flavio Petricig e Flavio Podorieszach) abbiamo iniziato a fine novembre con le uscite di allenamento a Sella Nevea, a Natale ci siamo andati una settimana per continuare la preparazione. E’ iniziato poi il periodo delle gare. Quali le affermazioni ottenute? I buoni risultati non sono mancati. La migliore performance é di Flavio Petricig, che nella categoria "cuccioli” si è confermato fra i cinque atleti più forti della regione, da Trieste al Tarvisiano. Portare un nostro giovane atleta ai livelli dei concorrenti di club che vanno per la maggiore é certamente una grande soddisfazione Foto ricordo dell'annata appena conclusa per tutti noi. Infatti nell’ultima gara di qualificazione zonale per l’accesso ai campionati italiani Flavio si é piazzato al quinto posto su ottanta iscritti. Ha quindi gareggiato nelle finali svoltesi a Sella Nevea, ma per alcuni problemi si é classificato 40° su 100 concorrenti. Poteva fare meglio, ma l’emozione l’ha tradito. Nella categoria "giovani" ci sono stati dei buoni risultati con Lavinia Dorbolò, Arianna Trusgnach e Barbara Pinatto negli slalom speciali studenteschi. Sfortunato invece Gianmarco Laurencig, che in estate si é infortunato in allenamento, ricominciando praticamente da zero a Natale: ha perso praticamente tutta la stagione. Come vedi il futuro? In estate torneremo in Austria ad allenarci per le solite tre settimane, scaglionate tra agosto e metà settembre, sotto la conduzione tecnica di Enrico Tonazzi, fratello del più famoso Marco, e del sottoscritto per la parte atletica, mentre un aiuto viene dato anche da Manlio Dorbolò. Voglio ringraziare il Power Training Center di S. Pietro che ci ha messo a disposizione per tutto l'anno la propria palestra e gli attrezzi. Per poter continuare la nostra opera chiaramente ci serve il contributo dei nostri sponsor, che sono la Hobles di S. Pietro, l’Edilvalli di Cemur, l'Edilmateriali di Brischis e l’Al-ltransport di S. Pietro. C'è in progetto ora l'acquisto di un nuovo furgone, quello che abbiamo non basta. Ci verrà consegnato dalla Formula 1 di Podorieszach. I ragazzi sono stati bravissimi nell’ottenere dei buoni risultati durante questa stagione avara di neve, sul Matajur. Spero che il prossimo anno con l’arrivo della neve gli impianti tornino a funzionare e ad essere efficienti per potersi allenare tre volte la settimana, in modo da ottenere migliori risultati. Paolo Caffi Gli amatori Azzida in una recente formazione ŠPETER Barnas Velika žalost v mladi družini Se je klicu Fabrizio an je imeu samuo dva miesca, saj se je rodiu 16. marca. Le malo cajta pa so tata an mama imiel za se veselit z njim. V torak 15. maja zjutra ko je Fabrizio zaspau ga je ložla mama v zibielo, mali otročič pa se ni nikdar vič zbudu. V veliki žalost je pustu mamo, Anna Manzini, tata, Claudio Ve-nica iz Manzana, none, žlahto an vse parjatelje mlade družine. Pogreb majhanega puobčja je biu v Barnase v četartak 17. maja popudan. Puno judi se je stisinlo okuole družine. Anni an Claudiu, pru takuo vsi žlahti, naj gredo naše kondo-ljance. Špeter Zapustila nas je Carmela Sittaro V čedajskem spitale je umarla Carmela Sittaro, uduova Blasu-tig. Učakala je lepo starost: 81 liet. Žalostno novico so sporočil si-nuovi, neviesta, zet, navuodi, pranavuoda an vsa druga žlahta. Nono Carmelo so podkopali v domači britof v Špietre v saboto 19. maja popudan. Naj ji bo lahka domača zemlja. Sarženta Dva floka roza Od sriede 2. maja v hiši mlade družine tečejo dvie zibiele. Notar mernuo spijejo dvie lepe či-čice, Romina an Nicoletta. Njih mama je Orietta Fon, njih tata pa Faustino Crucil iz Pičiča. Doplih zibiela, doplih veseje. An za telo rojstvo so zaries vsi veseli, mama, tata, noni an vsa žlahta, pru takuo vsi vasnjani, saj imiet dvojčete v vasi nie pru vsakdanja rieč. Romini an Nicoletti želmo, de bi bluo njih življenje puno lie-pih reči. Mami Orietti an tatu Faustino pa... doplih čestitke. ČEDAD Dolenj Tarbi - Čedad Se je rodiu Andrea V čedajskem špitale se je tele dni rodiu an puobič, dal so mu ime Andrea. Puobič je parnesu puno puno veseja vsiem parjateljam, ki so ga pru težkuo čakal, posebno pa mami, Marisa Bordon - Stama-dova iz Dolenjega Tarbja, tatu, Nello Del Fabbro iz Čedada an vsi žlahti. Malemu puobčju, ki bo živeu z mamo an s tatam v Čedade želmo, de bi bluo njega življenje srečno an veselo an de bi mu dat puno veseja mam an tatu. PODBONESEC Landar Je paršla Fiorella Luigi Causerò an Sandra De Santis sta ratala mama an tata. Parve dni maja se je rodiu njih parvi otrok: 'na liepa čičica, kateri so dal ime Fiorella. Rojstvo male čičice je parnes-lo puno veseja mami, tatu, pru takuo vsi žlahti an parjateljam. Fiorelli, ki bo živiela z mamo an s tatam v Landarju želmo zdravje, veseje an srečo. SREDNJE Oblica - lpplis Se je rodila Martina Nona Romilda nam je paršla vsa vesela pravit, de je spet ratala nona. V čedajskem špitale se je v nediejo popudan rodila liepa čičica, dal so ji ime Martina. Nje srečna mama je Jole Predan -Starnadična goz Oblice, srečan tata pa Albino Dugaro - Skauni-ku goz Dugega. Mladi par, ki živi v Ipplisu, ima še adno čiči-co, Simono, ki nomalo cajta od tega je dopunla 26 miescu. Za rojstvo male Martine so pru vsi kontent, žlahta an parja-telji, posebno noni Romilda an Genio Starnadični goz Oblice, Maria an Bepic Skaunjakovi taz Dugega. Mali Martini, pru takuo sestrici Simoni, želmo puno liepih reči v življenju. GRMEK Topoluove Francu v spomin Smo bli že napisal, de blizu Milana je umaru naš vasnjan Francesco Filippig Bajentu. Ker je teu počivat v rojstni zemlji, njega pogreb je biu v To-poluovem v saboto 14. obrila. K zadnjemu počitku so ga spremljali vsi vasnjani. Telekrat publikamo njega fotografijo v spomin vsieh tistih, ki so ga spoštoval an imiel radi. PIŠE PETAR MATAJURAC Lepo križarjenje in profesor Ivo Nisem bil prvikrat na lepi ladji "Dalmacija". Pred sedmimi leti sem z njo potoval, ne, pardon, plaval od Pule do Aleksandrije v Egiptu. Potem, ko smo si ogledali zgodovinske spomenike ob Nilu, z nameniti muzej v Kairu, Piramide in Sfinge v puščavi, smo iz Portsaida zaplavali proti Cipru. Z našo plovbo in potovanjem, smo bli objeli Grčjo, nje velike otoke. Šli smo v Turčijo, v Efez. Obhodili so lep kos mediteranskega in jadranskega morja. Peljali smo se mimo reke Jordana, preko od Izraelcev okupirane Palestine. Obiskali smo Jeruzalem, Betlehem, Izrael in znane kibuce v tej deželi. Pluli smo gor in dol po Jadranu in Mediteranu štirinajst dni in videli nekaj od sedmih ču-dežov sveta. Bili smo dol, kjer se je Jezus rodil in dol, kjer so ga križali. Šli smo po kalvariju, kjer je križ nesel, kjer je podkopan bil. Šli smo na Golgoto, pa tudi na Getsemanski vrt, kjer je krvavi puot potil in kjer so ga ujeli, ko ga je poljubu izdajalec Judež Iš-karjot. Takrat sem bil sklenil, da bom o tem potovanju pisal spomine, vtise, pa zdravje, razne težave, čas in druge okoliščine mi tega niso dopustile, zato sem tu le mimogrede omenil, kaj sem doživel s prvim štirinajstdnevnem križarjenju po Sredozemskem morju, s čudovito ladijo Dalmacijo. Po sedmih letih sem imeu spet prijetno presenečenje: isti kapi- novi matajur Odgovorni urednik: JOLE NAMOR Fotostavek: ZTT-EST Izdaja in tiska k JjOT Trst / Trieste Settimanale - Tednik Reg. Tribunale di Trieste n. 450 Naročnina - Abbonamento Letna za Italijo 28.000 lir Poštni tekoči račun za Italijo Conto corrente postale Novi Matajur Čedad - Cividale 18726331 Za SFRJ - Žiro račun 51420 - 603 - 31593 «ADIT» 61000 Ljubljana Glonarjeva 8 Tel. 329761 letna naroč. 80.— din (800.000 din) pos. izvod 3.— din (30.000 din) OGLASI: 1 modulo 23 mm x 1 col Komercialni L. 25.000 + IVA 19% tan, Nikola Kraljevič, resen in simpatičen mož, ki zna biti vljuden in dostojanstven do gospodov in zna prav tako vljudno stisniti roko najmanjšemu na ladiji. Tako se čutimo na "Dalmaciji" vsi ena družina, brez razlik. To sem bil kapitanu "Dalmacije" dolžan napisati že pred sedmimi leti. Napisal sem zdaj, hitro, da ne bom zamudil drugih sedem let. Lepo je bilo, tako na prvem, kot na drugem križarjenju z "Dalmacijo". Skoraj vsi poznani, pa tudi nepoznani obrazi, od prvega do zadnjega, so bili vljudni z nami. Vsa služba, od mize do postelje, je bila okej! Vsem vam, ki ste bili in ste večina Dalmatinci, na brodu "Dalmacije" v imenu Novega Matajurja, glasila beneških Slovencev, časopis, ki je sodeloval za to lepo križarjenje, srčna vam hvala. Zdaj pa bom govoril o stvareh, ki me bolijo s tega križarjenja, pa vi niste krivi. Prav tako niso krivi organizatorji. Ne morem čakat sedem let, da bi napisal svoje vtise o tem potovanju, ker časi minevajo, starost se veča in s starostjo minevajo tudi spomini. Vendar je še vsa moja želja na tem da bom pisal o potovanju v Sveto zemljo, čimprej ker imam o tem tudi zanimive beležke in fotografije. Če takoj pišem o zadnji plovbi z "Dalmacijo", imam najmanj dva razloga, ki me hitro potiskata. Prvi: izlet je organiziral Novi Matajur za svoje naročnike in bralce, s pomočjo potovalne agencije Aurora iz Trsta. Križarjenje se je udeležilo lepo število naših bralcev, in bi bilo lepo, če bi naše uredništvo s takšnimi ak- cijami še nadaljevalo. Vseh izletnikov, Slovencev in Italijanov, je bilo 226. Drugi razlog, zakaj pišem o tem izletu, je profesor Ivo iz Črnegore. Na avtobusu, ki nas je peljal iz Boke Kotorske do Cetinja, kjer Je bilo pred vojno glavno mesto Črnegore, je bil naš spremjevalec, in je bilo bolje za vse nas, če bi bil ostal doma. Prav gotovo ni bil naš sprevovodja zastonj. Kot jaz, so ga plačali vsi Benečani, da jim je za tisti denar usiljeval okrutno sovraštvo do Albancev. Sem prisegel prijateljem na avtobusu, da ne bom molčal, tudi zato, ker smo se skupaj prevozili 2000 kilometrov, zato da bomo spoznali zgodovino, lepoto, kulturo, jezike, šege, navade in gospodarski razvoj krajev. Zato smo tudi plačali! Lepo je bilo poslušat prof. Iva, ko je govoril o velikim pesniku, kralju Petroviču Njegošu, o borbi črnogorskih ljudi za svojo samobitnost, o kulturi in revščini kmetov, ki so nosili z mulami zemljo (pri nas pa s košami ljudje na hrbtu), v majhne kotline, dolinice, ker je vse okoli samo goli kras. Po tistim kraju, kjer smo se po Črnigori vozili, je svet tavžent-krat slabši, kot par nas. Zato mi je bilo še tavžentkrat bolj nevšečno, kadar je profesor, Ivo, govoril o mizerji, o revščini v Albaniji. Takrat sem pomislil na naš star pregovor, ki pravi: "Lonec se kotlu smeje, ker je črn, in ne ve, da sta črna obal' V tem, kar sem videl, je črnogorski kotel, bolj črni, kot albanski lonec! Pa pridem nato, zakaj sem bil jezen. Profesor Ivo je naenkrat pozabil govoriti o svoji lepi Črni gori in začel metati strup na Albanijo. Jaz ne bi bil želel, da pojde moj denar za izlet proti Črno gori ali pa proti Albaniji. In v tem je bil profesor Ivo (svojega priimka ni povedal), brutalen, nesramen, šovinist, nacionalist, hudoben ra-cist. Natolceval nam je o terorju, o mizerji, o krutem političnem, stalinističnem sistem v Albaniji. To ni bilo njega opravilo. On bi nam bil moral govoriti o Črnigori. On je šel izven svoje naloge. Iz vsake njegove besede je zvenelo 'Kosovo polje". Njegove tri "Kati-linarje" proti Albaniji, so bile globoko nesramno nesramne. Lahko bi napisal sto strani, kar je hudobnega povedal o Albancih, pa ni prostora. Naj bo dovolj, da povem njegovo največjo zlobnost, hudobijo. Na avtobusu nam je dejal, med drugim: "Varujte se albanskih otrok, ki so kruti." Ker je rabil lepo italijanščino, je dobesedno dejal: 'State attenti, soprattutto ai bambini albanesi, che sono oltremodo feroci!' Mislim, da je takrat z mano za-rjul avtobus: "Ooooh." Mi smo zvečer odpluli iz kotorskega zaliva v opljuvano Albanijo. Dol smo bli pijonirji. Otroci so nam za čingum nosili rožice. Bili so lepi, zdravi otroci, kot so lepi vsi otroci tega sveta. Iz njih oči je sijala do nas ljubezen, in če te otroci vabijo, je njih vabilo iskreno, odkritosrčno, zato se moraš vrniti nazaj. Zato smo sklenili, da jih bomo spet obiskali, v brk šovinističnega profesorja, ki nam ni povedal svojega priimka, pa je kljub temu šel s francoskim potnim listom v Albanijo. Vse povedano. Vas pozdravja vaš Petar Matajurac Upravni odbor in osebje Zavoda za slovensko izobraževanje izrekata občuteno sožalje učiteljici Sabini Tedoldi in družini ob težki in nenadni izgubi dragega očeta. Kadà greš lahko guorit s šindakam Dreka (Mario Zufferli) torak 15.30-17/sabota 10-12 Grmek (Fabio Bonini) sabota 12-13 Podbonesec (Giuseppe Romano Specogna) pandiejak 11-12/sabota 10-12 Sovodnje (Paolo Cudrig) sabota 10-12 Špeter (Giuseppe Marinig) srieda 10-11 Sriednje (Augusto Crisetig) sabota 9-12 Sv. Lienart (Renato Simaz) petak 9-12/sabota 10-12 Bardo (Giorgio Pinosa) torak 10-12 Prapotno (Bruno Bernardo) torak 11-12/petak 11-12 Tavorjana (Renzo Marseu) torak, četartak an sabota 11.15-12.15 Tipana (Armando Noacco) srieda 10-12/sabota 9-12. Guardia medica Za tistega, ki potrebuje miediha ponoč je na razpolago »guardia medica«, ki deluje vsako nuoc od 8. zvičer do 8. zjutra an saboto od 2. popudan do 8. zjutra od pandi-ejka. Za Nediške doline se lahko telefona v Špietar na štev. 727282. Za Čedajski okraj v Čedad na štev. 830791, za Manzan in okolico na štev. 750771. Poliambulatorio v Špietre Ortopedia doh. Fogolari, v pandiejak od 11. do 13. ure. Chirurgia doh. Sandrini, v četartak od 11. do 12. ure. Ufficiale sanitario dott. Luigino Vidotto S. LEONARDO venerdì 8.00-9.30 S. PIETRO AL NATISONE lunedì, martedì, mercoledì, venerdì, 10.30-11.30, sabato 8.30-9.30. SAVOGNA mercoledì 8.30-9.30 GRIMACCO: (ambulatorio Clodig) lunedì 9.00-10.00 STREGNA martedì 8.30-9.30 DRENCHIA lunedì 8.30-9.00 PULFERO giovedì 8.00-9.30 Consultorio familiare S. Pietro al Natisone Ass. Sociale: D. LIZZERÒ V torak od 11. do 14. ure V pandiejak, četartak an petak od 8.30 do 10. ure. Pediatria: DR. CHIACIG V sriedo od 11. do 12. ure V petak od 11. do 12. ure Psicologo: DR. BOLZON V torak od 8. do 13. ure Ginecologo: DR. SCAVAZZA V torak od 8.30 do 10. ure Za apuntamente an informacije telefonat na 727282 (urnik urada od 8.30 do 10.30, vsak dan, samuo sriedo an saboto ne). Dežurne lekarne Farmacie di turno OD 26. MAJA DO 1. JUNIJA Čedad (Fontana) tel. 731163 Tavorjana tel. 712181 Manzan (Brusutti) tel. 740032 Ob nediejah in praznikah so odparte samuo zjutra, za ostali čas in za ponoč se more klicat samuo, če ričeta ima napisano »urgente«.