FRAN STURM - A CINQUANT' ANNI DALLA SCOMPARSA II termine "scomparsa" del titolo non é, purtroppo, l'abituale eufemismo. Fran Sturm, il primo docente di filologia romanza presso la giovane Universitá di Ljubljana e, in quell' época, decano della Facoltá di Lettere, fu prelevato nella notte dal 12 al 13 marzo 1944 nella sua casa di Ljubljana da due sedicenti poliziotti in borghese, mai identificati (si era nel periodo dell'occupazione nazista), con la motivazione di un urgente confronto con un ufficiale partigiano catturato. Non fece mai ritorno a casa e vani furono i tentativi fatti dalla famiglia e dal rettore dell'Universitá presso le autoritá militari tedesche e presso la polizia. Non si é mai saputo nulla, né é stato ritrovato e identificato dopo la guerra il suo cadavere. Tuttavia, un motivo c'era: lo Sturm era stato uno dei membri fondatori dell'OF (Fronte di Liberazione Nazionale) fin dall'occu-pazione italiana della cittá nell'aprile del 1941 e lo smembramento della vecchia Jugoslavia, ed era l'organizzatore della rete clandestina all'Universitá. Nacque a Kosana sul Carso nel 1881, fece i suoi studi universitari a Vienna tra il 1902 e il 1908 (romanistica e germanistica), e lí discusse con successo la sua tesi di dottorato di ricerca col tema: Romanische Elemente in der slowenischen Mundarten von Innerkrain (1911). Fu per due anni professore di francese in un liceo a Vienna e insegnó la stessa lingua al liceo di Ljubljana a partiré dal 1911. Creatasi dopo la guerra l'universitá, collaboró con la appena istituita cattedra di studi romanzi fin dall'anno accademico 1921/22, per diventare, nel 1927, il primo docente di ruolo per la filologia romanza. Per ovvie ragioni il compito primario della cattedra era quello di far progredire lo studio del francese, diventato nell'insegnamento medio la prima lingua straniera. C'é stata, di conseguenza, una grande necessitá di creare in pochi anni un numero sufficiente d'insegnanti qualificati. Lo Sturm si mise al lavoro con tutto il fervore: dall'amore per la lingua francese nacque anche l'idea di un grande dizionario francese-sloveno. Chi scrive queste righe ricorda ancora, nel 1938 e 1939, l'uscita dei primi volumetti del dizionario, accessibili per quanto riguardava il prezzo anche ai liceali. Certo, lo scoppio della guerra rallentó il ritmo del lavoro e l'occupazione italiana interruppe la pubblica-zione: furono stampate solo le pagine fino alia lettera C. Benché dedito alio studio del francese, Fran Sturm curo anche quello dell'italiano e, forse in maggior misura ancora, quello del friulano. Proveniente egli stesso dalla zona del Carso, per esperienza propria si era formato l'idea dell'importanza dell'influsso 1 romanzo non solo nella lingua letteraria slovena ma anche nelle paríate occidentali, vale a diré nelle zone attigue al territorio romanzo o addirittura étnicamente miste. In particolare gli parve importante constatare gli influssi linguistici friulani e veneti distinguendoli, possibilmente, tra di loro e non solo dall'influsso dell'italiano letterario. Una minuziosa esplorazione diede alio Šturm la possibilitá di affermare che i prestiti dal friulano verso lo sloveno (sempre lo sloveno delle zone occidentali) risultano interessanti per lo studio dello sloveno, giacché si tratta di constatare l'apporto lessicale straniero; tali prestiti, poi, diventano oltremodo preziosi per la romanistica, special-mente per il friulano. Permettono, infatti, di stabilire la cronología di un fenomeno fonético di estrema importanza, cioé la palatalizzazione delle occlusive velari davanti ad a. Tale fenomeno é ben noto al friulano e, piü ampiamente, al ladino (largo sensu), oltreché al francese. E' mérito dello Šturm aver constatato (si veda Cefas-tu?, vol. VIII (1932) e IX (1933)) che i prestiti antichi dal friulano alio sloveno non conoscono tale palatalizzazione. Tanto per daré qualche esempio: Kobarid da Kabored, Kranj (con metatesi) da Carnia tra i toponimi, oppure pogača da FOCACEA, koštrun dall'ant. frl. castrón, fruga da FRUGA (v. REW3 3546). Oggi, le rispettive parole in friulano suonano Cjargne, fujace, cjastron; fruje si trova in Engadina soltanto. I prestiti in sloveno provano, infatti, che la palatalizzazione ladina non é contemporánea a quella della Gallia settentrionale. Lo Šturm colloca il fenomeno tra l'XI e il XIV secolo: una delle prove sarebbe la sostituzione della labio-dentale/con la occlusiva p (si confrontino gli esiti del lat. FILIOLU si. pilun, cr. piljun, pijun). Altro fenomeno fonético che attiró l'attenzione di Fran Šturm fu quello della sonorizzazione delle occlusive sorde latine in posizione intervocálica. Giacché i toponimi nel territorio oggi sloveno dimostrano una duplice soluzione, la conservazione della sorda oppure l'innovazione, ossia la sonorizzazione, il problema di tracciare un limite si pone da sé. E' nota la celebre linea wartburghiana La Spezia-Rimini, fissata appunto in base all'esito delle sorde intervocaliche, mentre i limiti per il lato orientale non sono stati determinati. Ebbene, lo Šturm ebbe l'idea di sfruttare i dati offerti dai toponimi latini o prelatini che gli slavi dal VI secolo in poi appresero dalle stirpi celtiche o illiriche latinizzate. Cosi si poté stabilire una linea approssimativa che lascia toponimi con la sorda conservata a oriente (Beljak, Ptuj, Logatec, Koper), mentre conoscono l'innovazione toponimi a Occidente (Meglarje in Carinzia, Kobarid, Čedad). Con queste ricerche Fran Šturm diede un contributo importante nel campo della romanisjica. Lo ricordiamo come fondatore degli studi di lingüistica romanza aH'Universitá di Ljubljana, gli riconosciamo indubbi meriti pedagogici e, alio stesso tempo, vediamo in lui l'iniziatore e l'animatore di quel filone di ricerche sulle interferenze slavo-romanze in ambedue le direzioni che oggi attirano molti ricercatori. E' giusto rendergli un omaggio a tanti anni dalla tragica fine. Mitja Skubic 2