ANNO IV. Capodistria, 16 giugno 1872: R 1Z GIORNALE DEGLI INTERESSI CIVILI, EGO-N-O-IMC-I,. AJ.lI HI STRITI U DELL' ISTRIA, ed 0rgas0 ufficiale per gli atti dilla società. agraria istriana'.. Esce il I ed il 16 d'ogni mese. ASSOCI AZIONJ-5 pur un anno f.ni 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. TTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. .V. 295. Ordine del Giorno. Seduta di Comitato dei 27 giugno 1872. (IIL. dell'anno Sociale 1871-72.) 1. Lettura* ed approvaz'one del verbale- deb-Fanteriore Seduta di Comitato del 25 aprile a. c. 2. Comunicazioni della presidenza. 3. Conversazione sull'ordine rial ginrnn ili fui. li 000 posti a disposizione della Laugoteneiì-aa per costruzione di abbeverato.}, mentre nel* 1871 fummo rimessi a c prire le relative esigenze coi ei-vanzi del sussidio dato per animali bovini. Mostrava inoltre il danno che viene alla previe,eia del sistema adottato dall'i, r. Ministero di ri-sguardare come civanzo-le somme di denaro-non e-sborsale, ma però già assegnate ai vari eomiu/i, lotf-cliè' diminuiva il sussidio dell'anno successivo a danni» di altre comuni, che pur aveano bisogno di sussidio e che non peteano essere ajutate perchè si do -vcaiio rispellare gì, assegni anteriori anche di fronte alla t: asculnnza-ed-alla deplorabile-inazione dei eomuni anteriormente sussidiati. Laceri quindi a nome della presidenza ed erano accetate dal Comitato' le seguenti proposte. 1. di chiedere all'ir r. Ministero-d'Agricoltura un assegno diretto e speciale per abbeveratogli. di stabilire la decadenza dal sussidio già accordato per tutti quei comuni^ che non- osservassero i termini prescritti. di mantenere come per lo innanzi la massi-mar di sussidi rilevanti per ottenere in una serie di anni un numero di opere utili e riguardevxdi, m puf fé-co f soverchio frazionamento dei sussidi si sarebbe-improduttivamente sprecato il denaro dello Stato. d.) Modello
  • Giuseppe Camus » . . . » 1 .- iì Nicola Camus lì . . . V -L ti Raimondo Francich * . . . * 1 .-n Adamo D.r Mrach » . . . -n 1. - v Petech Luigi v . . . » 1.- » Francesco Ricci n . . . » 1.- 7> Antonio Dundich v . . . » 1. - Somma f. 875.' BBBBaaBBaBBHQBHHSBBHBHHBBBRBHBHBBHBBBHIM GIOVANNI ANDREA D.r DE MANZONI | Dobbiamo registrare un' altra grave perdita : Giovanni Andrea D.r de Manzoni, medico, cessò di vivere a Capodistria il giorno 1° di questo mese; morì pianto e benedetto. L'illustre estinto naque a Capodistria il 6 giugno 1798; nella sua città ebbe il primo avviamento agli studi; li continuò a Pàdova; ove; neb fanno 1818, ottenne l'alloro modico. Giovane buono,, modesto, studiosissimo ebbe amici i precettori; fra i quali, primo, il Brera; pubblicò, nell' occasione della laurea, dotta monografia sull'uso medico dell'acido prussico e del-'aqua coobata di lauro-ceraso, lavoro lodato assai e citato dal Giacomini nelle sue opere. Ritornato subito alla sua città natale, occupò il posto di medico del'Comune e cominciò quella sua vita di studio e di affetto. Disimpegnò mirabilmente le mansionii di fisico distrettuale-fino a quando volle cessare da quell' ufficio. Altri, più; che noi, atti ad apprezzare i singoli avvenimenti, che, spessi e-continui; meritarono all'illustre trapassato fama larga di valentissimo, potrebbero tessere condegna storia della Sua vita modica, noi, profani allà nobilissima scienza, non possiamo che ripetere quello che le migliaja dei da Lui redenti dissero e dicono e con quella fede, che è effetto della intuizione della verità e che nei continui fatti trova' la sua origine ed il suo alimento; noi possiamo>solamente asseverare ohe la bella, nobile presenza dèi Compianto, era sempre argomento-di oonforto, spesso-arra di salvezza. Giovanni Andrea de Manzoni era medico dótto, attento, consenziosissimo;; egli era dotto ed attento perchè consenzioso; per Lui là professione era un-apostolato, l'esercizio un sacro dovere; egli sentiva quale alta* missione aveva assunto, e, conscio della immensità dell'atto-di. fiducia di che il sofferente, o chi spasima per lui, fa omaggio al medico,, quando ricorre a lui per salute, non can-sava studio alla sua mente nè fatica al suo povero corpo onde sollevarlo; soggetto per estrema; sensibilità a soffrire all'aspetto dell'altrui infermità, non risparmiò, fincHè le forze fisiche glielo consentirono, a sè stesso il danno, purché giovasse a chi lò invocava; Generoso,, prestava-l'opera sua senza compenso ai poveri; benefico,, frequentemente versava* soccorsi a' disgraziati ai quali fosse mancato, cubia salute, il- mezzo di sussistenza. Amò di caldo, proficuo amore il suo paese e questo affetto Lo persuase a mai abbandonarlo, come con grande vantaggio avrebbe potuto, perchè la fama della sua niente e del suo cuore portando, malgrado Lui, il Suo nome lungi di qui, gli spianava la via ad offerti lucri cospicui, a rinomanza invidiabile. Contento del plauso della propria coscienza, antepose mediocre fortuna alle ricchezze, l'amore e la gratitudine dei suoi concittadini agli omaggi forestieri. Dotato di acuta ed ordinata intelligenza coltivava con amore gli studi filosofici, inclinato naturalmente alle cose elette gustava e faceva suo prò delle bellezze della letteratura italiana e latina. Gli ultimi momenti della Sua vita furono come il suo corso posati e santi;.morì, come visse, esemplare. A tributare il debito omaggio a quell'anima benedetta il nostro Municipio curava acciocché la-pompa funebre riuscisse vera espressione del lutto generale. La rappresentanza cittadina seguì la bara, i corpi morali furono' invitati ed assistettero alla mesta cerimonia, i Municipi di Pirano e di Isola vi si fecero rappresentare dalle loro deputazioni, il collegio medico dell'ospitale di Trieste inviò suoi delegati. Tutta la città sospese gU affari ed una folla enorme di popolo volle accompagnare all'ultima dimora, Lui, che tanto aveva amato ed era stato oggetto di tanto amore. Le lacrime versate in quel giorno furono il più sublime attestato dell' eccellenza di Giovanne Andrea D.r de Manzoni, furono lacrime di riconoscenza. ■ Carlo D.r llii(Ìazzoni< Ecco un altro benemerito cittadino, di cui dobbiamo deplorare immatura la. morte ! Quante ama-rissime perdite in breve volgere di mesi! il Bufc-tazzoni fervido patriotta, sincero, egregio cultore della patria storia; era forse ib solò che potesse condegnamente raccogliere la eredità lasciata dai Rossetti, dai Kandler in fatto di studj storici e archeologici della città nostra e della Giulia tutta. Le iisHH tue memorie pubblicato nella continuatone déJT Archeografo Triestino, e la compilazione di questa effemeride letteraria, dovuta, interamente alle sue diuturne fatiche, fanno amplissima fede dell'amore grandissimo ch'ei portava ai severi- studi storici od archeologici, e della abnegazione esemplare gcii cui dedicava il frutto-delle sue veglie ad. illustrare-le memorie antiche di- questa sua patria-dilettissima. Uomo di meriti non comuni, fu modestissimo e timidamente riservato; fii schivo da lodi od onori. Di- principi libéralissimo, si tenne lontano da briglie e clamori politici, da cui,abborriva, giovando assai più alla- città sua nel silenzio- e nal ritiro del suo gabinetto-da studio. Siamo favoriti delia lettera che qui sotto pubblichiamo dell'ottimo nostro amico e distintopa-triotta Sig. Tomaso Luciani, e la pubblichiamo tanto più volentieri nella, cortezza, che i nostri principali Municipi' e distinti comprovinciali opprof-fittemnno di quanto offre il Sig, Luciani, dall'. Archivio, dei Erari in preziosi documenti, che illustrano il passalo deh'Istria e devono giovare al suo avvenire. 1/Archiviò «lei' larari fonte ricchissima di cose Istriane dal 80Q al 1800.. ALnoh. Sig,,Nicoìò de Madoniaz® Capodistria;, L'amichevole insistènza colla qualè m'invita a scri-rore perla "Provincia,, avrebbe svegliato innie-.la.ca-»)Ctenza.d'iistriatiOj.se,.già non amassi. 1'.Istria con amore di figlio La distanza materiale nelfà>quale da parecchi anni mi trovo, lungi dal togliere aggiunge anzi e ali sentimento, del,dovere calla intensità dell'affetto; ma 1' attuale mia posizione nell'archivio gonerale veneto corno «bbi a->diri»,in altra'oectoiona,-. mi toglie la poasibiiilà di tenermi al.corrente dei fatti odierni delia provincia e mi toglie quiàdi il piacere di prender parte alle questioni palpitanti • della* gioenatats Piacerebbe anche a me il discorrere, sulle pagine suo giornale, degli interessi civili, economici, .amministrativi ed arrandeila provincia, e scendere a-qual-ii>ore,. tra, e..par6on-s^ comuni, non si .va agnati, nàjsi,f»a-- ■ B& girili tacessi' della, provincia...— * , - • Ma..... queste» eosr bisogna se fi*tengano te cuora gl'istriani che stanno in Istria, i quali, animati da.uno .; sìropiio, elevato» ed indipendente, non dovrebbero stancarsi di; parlarae-e di scriverne, essi' che sentono le pulsazioni quotidiane della provincia. Un compatriota lontane potrebbe; anche colla più* santa-intenzione, dire cose inutili,,inopportune o sgraditele quindi apparendodm-meritamente esigente o utopista, potrebbe nuocere forse anziché giovare a quella concordia e a quella operosità che sono condizioni indispensabili* per progrodi-, re-coi tempi e coglierne i benefici. Esclusi questi ed altrittali' argomenti.palpitanti, ho creduto per lunga» pezza-essere meglio eh io r:re ne stia silenzioso in disparte; ma intanto, come, le tlissi, altre * volte, io noti sono rimasto,colle mani in mano, c.hò anzi, approfittando della suddichiarata mia posizione, ho cercato e studiato in questo stesso archivio le cose istriane, delle quali non potrei dirle abbastanza quanto esso abbondi: certo oltre ogni supposizione dei nostri comprovinciali; E a questo studio,- a-questa ricerca-tanto più ho potuto applicarmi, quanto ohe entrano nella cerchia, dell'ordinamento generale dell'Archivio, al quale per volontà espressa del direttore nob. cav. Teodoro Toderini e del Capo Sezione-prof. cav. E. Geechetti, che cura particolarmente le cose- storiche, ai attende oggi più alacremente che mai. Facendo dunque il debito mio come Ufficiale dell'Archivio,.iam'incontro spessissimo in atti, documenti e notizie di cose istriane e ne .faccio appunti e ne traggo note e a servigio pubblico e per approfittarne io stesso quando che sia^ o additarli a-chi-vorrà e potrà farli oggetto di, studio particolare. Accadde in questo frattempo che l'onorevole Giunta provinciale dell'Istria, per dar corso a-deliberazione presa dalla Dieta-nella seduta-dei 13 ottobre 1871, domandasse a questa direzione un Prospetto sommario degli atti e documenti" istriani ih questo Archivio esistenti: Il numero stragrande, (non è «sagarazione il dirlo) e la dispersione di questi ia tutte le diramazioni dei vastissimo Archivio,.non permisero-che si eseguisca il domandate lavoro: in sostituzione del qnaie-però è stato compilato un copioso,indice dei dosameli i giù antichi e più importanti sparsi in. molte serie di pergamene, -- codici,— manoscritti, — atti dipi ornatici, - bollò, — ducali.. No risultò-un complesso di,'centinaia di atti die : tutti,, o. quasi, meriterebbero, di essere aggiunti al. già copiosissimo — Codice diplomatico istriani — raccolto e illustrato con tanta cura e sapienza dal benemerito e lagrimato Kandler nostro. Incaricato di questo lavoro ho potuto contemporaneamente mettere insieme altre ed altre indicazioni di caso istriane e esistente nei volumi àe\\e- Commissioni e dei Sindicati, negli Archivi della Compilazi ne delle leggile iu quelli dei Provveditori alia (Tamara dei confini, — aita sa >'à. — e sopra fèudi, -- nonché negli Archivi del- Santo Ufficio,.dai Savio Cassier, dei Deputati ed Aggiunti alleprovrismn.de!, danari pubblico, del Configli" dei X;. come ho potuto estrarre dall'Indice generale delle Relazioni dei pubblici rappresentanti, le •RelaziouÌ5che riguardano l'Istria. Questo sono, .— 6.8 dei Podestà e Capitani di Capodistria,--5 dei Provveditori di P.'la, — 12 dei Capita li di Raspo,—7 dei Provveditori di Veglia,- — 13 dei PravvediÉori in Istria, — 8 dei Prov-veditori sopra sali iu Istria-e Dalmazia; a tacere di altre 79 Relazioni dei Capitani in Golfo, dei Capitani contro Ùscoechi, dei t'rovve-irtori alla Sanità, dei Provveditori,generali da man, dei Provveditori sopra,boschi e roveri, e dei Provvedi tori'sopra-boni comunali; nello quali tutte, più o meno, sono cose elio toccano all' Istria, o spesso che spargono grandissima Lace sugli avvenimenti, le condizioni, le sorti della provincia. dal principio del secolo XVI fino a.tutto il so-colo XVIII. Se la natura -e la -estensione tlel suo Giornale lo « cedessero, io credo che sarebbe cosa utilissima il pub-i care le dette indicazioni sommarie, le quali non so- ; - un regesto, è vero, ma servirebbero non pertanto ai - ona guida a ricerche, e additando la copia e ia bon-• delle fonti, invoglierobbero più e più ailo studio dei- cose nostre. Ma giacché ho nominato alcune parti di questo Armo generale, lasci che dica brevi parole dulia sua stità ed importanza, affinchè quelli fra' lettori della Provincia ,, ohe noi conoscono, possano formarsene un tncetto che non sia molto lontano dal vero. L'Archivio è detto popolarmente dei Erari perchè illocato in gran parte, fin dal 1818, nell'ex convento ei minori conventuali di S.ta Maria Gloriosa dei Erari: detto ufficialmente -- Archivio generale veneto perchè sc«oglie in se tutti gli Archivi (Iella vecchia Repubbli-i, (parte antica,) e tutti gli Archivi dei Governi che succedettero nella Venezia dal 1797, al 1866, (parte ìoderna). Limitandomi alla parte antica, (chè nella moderna Istria non ci entra, o ben poco,) dirò che giusta le l'ole statistiche pubblicate nel 1806, dal sullodato prof. !ecclietti e del sig. Francesco Gregolin attuale primo ìegretario, essa consta di LI Archivi comprendenti 100,752, filze e registri, 52,878 pergamene sciolte, e 6233, iisegni. — Dopo il 1866, e precisamente nel 1808, furo-o restituite dal Governo Austro-Uugarico a termini iella Convenzione internazionale 14 luglio dell'anno stesso, ben pezzi o numeri, tra filze, registri e do-aumenti sciolti, i quali tutti appartenevano agli Archivi veneti - antichi, ed erano stati asportati da Venezia a varie riprese dal 1805 al 1866. Per Filze s'intende un fascio di carte che originariamente erano infilzate in un cordone o spago, e che ora sono o cucite in volumi o impaccate in buste : per Registri s'intendono volumi, quasi sempre di pergamena, nei quali sono registrate (copiate) parti (deliberazioni,) decreti, terminazioni e altrittali atti. Ciascuna filza o registro contiene dalle 600 alle 1000 pagine. Le filze, generalmente parlando, sono più importanti dei registri, perchè questi contengono soltanto il deliberato o atto finale ed in copia, mentre quelle, composte più spesso di originali e di autografi, comprendono le intiere posizioni, gli atti cioè che precedettero e occasionarono il deliberato stesso con tutte le trattazioni secrete d'ufficio. Gli Archivi sono denominati dai Corpi legislativi e politici, dalle Magistratture civili, dagli Uffici amministrativi, dalle Cariche militari, marittime ecc. dalla Corporazioni religiose e laiche, (Monasteri, Conventi, Scuole, Fraglie - Fraterne, ) alle quali appartennero, Quindi nelle ii.titolazioni degli Archivi e delle serie degli atti che li compongono si hanno quasi a dire la pianta e il congegno della macchina governativa, e il movimento della vita popolare nella città e nello stato. Tra i molti Archivi tengono posto priircipalissimo quelli del Maggior Consiglio del Senato, del Collegio, e del Consigio dei X, il secondo dei quali, vastissimo, si suddivide in »S'enato misti, - secreti, - tema, - mar, - Rettori, - Corti - Militar, - Arseti af, - Fortezze, - Bancogiro, - Zecca - poste ecc. secondo che contiene parti miste (diplomatiche e varie,) o secrete; parti che si riferiscono a Venezia e alla Terra ferma (terra,) o all'Istria Dalmazia e Levante (mar,) ai Rappresentanti del Governo nello Stato (Rettori.) o ai residenti del Governo negli stati esteri (Corti), al militar ecc. La serie del Senato -mar consta di 247. Registri, e 1280. Filze, con 7 volumi di Rubriche (indici antichi.) In tutta questa serie le parti che riferisconsi all' Istria sono frequentissime, quasi sopra ogni pagina dei Regi-itri, ed io credo che anche la sola pubblicazione soiu- maria degli indici delle cose istriane comprese nel Settato-mar sarebbe utilissima per gli studiosi; basti dire che in essa serie è abbracciato, senza interruzione, il lungo periodo corso dal 1440 al 1.797, che è quasi dire dire tutto il periodo della compiuta dominazione veneta in Istria. Avuto questo elenco generale per base, riescirebbo più facile a qualunque studioso il ripescare nelle altro parti del vasto Archivio quello che potrebbe esservi pei* lui d'importante sotto ogni aspetto ed in tutti i rami, chè l'Archivio del Senato è come il-fondamento generale degli altri archivi i quali tutti, più o meno da esso •emanano e in -esso si appuntano. ■I documenti delle epoche anteriori al 1440 si hanno 'in altre serie più antiche, se anche mutilate, del Senato e del Maggior Consiglio; si hanno nelle citate pergamene sciolte nei Codici, liei MSS, negli Atti diplomatici, nelle Bolle, nelle Ducali, e si hanno nel Codice Trevisaneo, nei 9 libri dei Patti, nei 33 dei Commemorigli, e in qualche Codice a parte — sui fatti dell' Istria (1335) —• sulle antique furtsdictioni della città di-Veglia (1471,) ecc. ecc. Queste fonti più antiche esercitarono altre volte l'acume e la diligenza dei dotti: (vi attinsero anche i nostri Carli e Kliander,) e furono giù recentement» utilizzate da quasi tutti i Governi e le nazioni di Europa. A queste attinse particolarmente il prof: A. S* linotto pei Regesti delle cose del Friuli, del Patriarcato d'Aquileja,'di Gorizia, di Trieste, dell'Istria- — queste somministrarono documenti all' Arkiv filr Kun-de Oest: e alle Fontes rerum austriacarum pubblicata dall'Accademia delle scienze di Vienna, come di queste si giovarono colà particolari illustratori delle coso nostre ed austriache. — Finalmente nelle Raccolte dei professori Liubic e 3chafarik pubblicate dall'Accade- . mia delle scienze e delle .arti di Zagabria, (1868-70, > e dalla Società letteraria della Servia a Belgrado (1858-60-62), sebbene fatte collo scopo speciale d'illustrare la storia degli Slavi meridionali, s'incontra pure qualche documento che tocca all' Istria, e part:cilarmente alle ìsole del Qnarnaro (Veglia, Ossero e Cherso.) Tanto i Patti, che i Commemoriali nono forniti d'indici antichi abbastanza particolareggiati e copiosi, ai quali in questi ultimi anni è stato aggiunto per i tru primi volumi dei Commemoriàli un diligente Regesto in ischede. — Oltracciò gl'indici antichi dei libri Albwt e Blaticus o degli altri sette dei Patti, ricopiati nell' Archivio di Vienna a cura dei dottori Tafei e Thomas, furono pubblicati dal'Accademia di Monaco nel 1855, o Pindice ragionato o come si direbbe oggi, il Regesti» del Codice Trevisaneo è stato stampato ancora nel 1807 in Padova, nel Giornale della italiana letteratura diretto dalli sig. Nicolò e Girolamo fratelli da Rio, e precisamente nel tomo XVII, a cura del E. Domenico M. Pellegrini, sopra MS. che fu ritenute lavoro originale di A Zeno. s . Qualora la vostra gioventù istriana avesse a mano gli estratti, anche sommari, di cotesti indici o elenchi, avrebbe una facile norma e sicura per farsi un piano di studio, avrebbe un incentivo continuo a m'editare e illustrare almeno i principali momenti della storia provinciale, chè colla scorta di questi vedrebbe facilmente su quali fatti od indici si possa contare ad iscoprire la via tenuta dai Veneti per sostituirsi ai Bizantini sul mare Adriatico e sulle coste istriane, la via da essi tenuta per attirare a se, alleata e compagna, poi sotto di se, tributaria e soggetta, l'Istria; vedrebbe finalmente la via tenuta dagli stessi per escludere coi mareggi e colle armi i Patriarchi di Aquileja da ogni ingerenza temporale nell'Istria, e assogettarsi e tenere a segno alcune terre più restie e, in quei primordi, meno costanti nella devozione a S. Marco. E proseguendo coi « •tempi vedrebbe con eguale facilità ove esistono f documenti più veri per conoscere i fatti turpi ed atioci delia lotta che i Veneti hanno d ia «le si w. se . Pisino,. giugno.. Ci appressiamo all' epoea dell' elezioni comunali, e perciò riteniamo cosa non inutile d'intrattenerci brevemente sullo condizioni del nostro comune allo scopo di chiarire la situazioue, ed agevolare possibilmente lo scioglimento di un arduo tema buale si è la ricomposizio-L.a- dell'amministrazione comunale, Fino al 18(59 trattandosi di reggevo la cosa pulibl ca del solo comune di Pisino propriamente detto, il eoa pito, se non agevole, non era difficile, poiché la relai va cerchia di azione era limitatissima, e gli interea del comune si identificavano qua-d con quelli della citi el 18W9-però-le condizioni si- sono radiealmenl mutare venendo ai comune di Pisino. aggregate beni altre comuni censuarie, e non per libero loro consenti mento ma per legge provinciale, avente di mira scoi eminenti d'ordine e d'interesse pubblico, da tutti nq bene compresi. L'accenti-amento operatosi per. tal giusar quasi al l'impensata, senza.un previo accordo delle parti intere» sa-te dovette necessariamente creare delle serie difficili tà all'amministrazione comunale, e suscitare del malcontento nelle cornuti aggregate. 1 Di fatti l'ufficio comunale organizzato per 1111 pie; colo- comune avente unanimità di sentimenti ed uniti d'interessi non si attagliava più all'azienda vasta. ^ svariata del nuovo comune, e se l'amministrazione di ben diciotto pur proppo più 0 meno di ordinati patria monii comunali doveva necessariamente imbarazzare l'addettovi personale, l'aumento ognor crescente della attribuzioni delegate e le sempre maggiori esigenze deb le autorità dello stato verso il comune dovettero, senz'altro paralizzarne l'attività. Si cercò bensi di aumentare il numero del.persona, le d'ufficio onde agevolarne il compito, però lo si fece forse soltanto in parte, avendosi esitato a prendere misure radicali, incerti ancora dell'astensione dei nuovi reaii bisognile per non aggravare sino da principio di soverchie spese il nuovo comune. Da ciò una gestione talvolta non spiccia e forse non troppo regolare, la quale, anziché vincere, rese palese le difficoltà inerenti al nuovo ardimento L'altra parte la perdita dell'autonomia doveva nelle comuni aggregate naturalmente ferire l'orgoglio degli uomini fi o allora in-c o ti alla eo a pubblica, urtare piccole ambizioni, è torse anche ledere qualche particolare interesse. Da ciò il malco ito degli ono.aziori i quali alla lor volta seppero incantamento sobillare lo masse, che forse altrimenti avrebbero subito l'innovazione senza avvedersene. Tale malcontento, invero inevitabile in siffatte congiunture, dovette aumentare le difficoltà dell'amministrazione comunale per le molte divergenze che la mede? sima aveva a combattere, ed esercitare pur troppo uri influenza sinistra sulla posizione dei rispettivi comuni con grave loro detrimento, quantunque pel solo fatto, dell'aggregazione le condizioni loro 11011 avrebbero per nulla dovuto peggiorare. Di fatti coli'aggregazione vennero i comuni bensì privati della loro esistenza-indiv ir duale e doli'amministrazione diretta del patrimonio comunale, ma non già privati del diritto di iniziativa per tutto ciò che risguarda il loro particolare interesse, uè sollevati dal dovere di cooperare al bene comune. Imperché prescindendo che ad ogni individuo è libero e possibile di proporre e propugnare quelle misure che valgono a promuovere il benessere del suo paese, le comuni, e specialmente la maggiori, erano rappresentato per bene nel consiglio comunale e pessino nella rispettiva deputazione, ed oltre a ciò ciascuna aveva un apT posito agente o delegato chiamato a patrocinare particolarmente l'interesse del proprio comune, ed a stara ih continua diretta relazione coli'uffizio comunale e rispettivamente col podestà. Ad onta adunque dell'accentramento dell'amministrazione era lasciato libero e possibile- hIIo comuni di partecipare agli affari comunali, e dii iniziare e propugnare da se stesse tutte quelle misure locali atte a migliorare le loro condizioni. Se non che il risentimento per la perduta autonomi»! pose fatalmente fin da principio le comuni sopra via del tutto falsa e funesta. E di fa'ti e >>e non si iderarono come parti integranti di un vasto co munta si ritennero assoggettate quasi con violenza al linio del comune di Pisino. Desse si atteggiarono idi a vittime di un'organizzazione osteggiata crean-irtifieialmente ostacoli a tutte le emanazioni della je loro rappresentanza, paralizzandone l'attività molte trita costante opposizione passiva e pascendosi di ici illusioni con continui infondati reclami ed ingiu-recrimazioni. Non è adunque a meravigliarsi se da una parte per ifficoltà inseparabili dai primordi del nuovo organato, e dall'altra per l'atteggiamento ostile, l'oppo-me-e l'inazione delle comuni aggregate, le sorti di st'ultime non siansi nell' or decorso triennio dimol-nigliorate, quantunque dal lato dell'amministrazione iasi per loro fatto non poco. Giunti però ora al termine di questo primo perio-elettorale fa duopo che tutti gl'intelligenti ed onesti idini, senza, distinzione di classe -e di comune, si igano ad un fratellevole accordo per far cessare l'e-»nte dannosissimo antagonismo fra parti di un istes-pmune, e per iniziare con forze unite un avvenire liore in cui a mezzo di un'autorità municipale i llu-tta, forte e risoluta, sorta ed appoggiata dall' una-e assenso della rappresentanza e deila popolazione, il possibile prosperamento di ogni singolo comune, cooperato all'incremento generale dell'intero comu-loeale. Ma per conseguire tale intento fa duopo in primo 50 che particolarmente gli uomini intelligenti dei coli aggregati si persuadano e procurino di persuade-thiunque, ehe se il respettivo loro comune venne rato dell'autonomia, ciò non sia avvenuto nò per mlso del comune di Pisino nè nel di lui particolare resse, ma per deliberato delle superiori autorità del-ìtato e della provincia, per viste d'ordine pubblico, agevolare e guarentire l'amministrazione comunale icìlitare i compiti che le leggi impongono alle coni, e per rendere possibile e semplificare il disbrigo olai e degli affari politici ed amministrativi ad esse landati dal governo; che sarebbe per ciò irragione->zza somma l'osteggiare il comune di Pisino per un' une che desso stesso dovette suo malgrado subire iscapito dei propri interessi particolari. Fa duopo ora che dessi si persuadano che dall'aggregazione i rani devono e dovranno ritrarre vantaggi e non dan-in quanto che con forze unite e con una ben ordina-imministrazione è possibile di attendere all'attivale di quegli scopi di utilità pubblica che i comuni i-iti sarebbero inetti a conseguire; ed in quanto *he e le più svariate misure di interesse pretamente logorar debbono nell' autorità centrale del comune un' razione pronta e decisa, come non era lecito di at-lere_ dai cessati organi locali sempre influenzati da lardi personali e da interessi particolari, e mancan-ipesso dei mezzi e della necessaria autorità. Fa duo-die si persuadano che per promuovere efficacemen-ed energicamente il bene delle loro comuni dessi deli smettere l'apatia e quella passiva resistenza fin qui lostrata verso gli organi legali, unendosi francamen-a tutti coloro, sia della città che del contado, che si ano del bene pubblico, alla rappresentanza comunali alla rispettiva autorità municipale, onde con ogni .■j izo legale rilevare lo condizioni depresse in cui des-: noi tutti versiamo. Fa duopo infine che si persua-1.0 che persistendo nella diffidenza e nell'atteggiamen-i ostile fin qui osservato verso i propri organi legali, \ rebbero ascrivere a se stessi le relative dannosissi-conseguenze ed assumerne di fronte al loro paese I all'opinione pubblica tutta la responsabilità. Abbiamo voluto fare questi pochi accenni sulle no- stre condizioni sociali per chiarire, come dicemmo, la situazione e togliere e prevenire eventuali malintesi; per che è necessario che al momento solenne delle elezioni tutti siano animati da sentimenti di conciliazione ed inspirati al vero bene comune, affinchè previo accordo e con vicendevoli concessioni possa con quanto vi ha di meglio costituirsi una rappresentanza degna di noi, della progredita civiltà dei tempi e che sia all'altezza della importante missione che le viene affidata; ed affinchè questa parte della provincia, fin qui in vero non troppo prediletta dal destino e dagli uomini, possa per proprio impulso occupare un posto non ultimo fra le maggiori comuni istriane e compire la missione civilizzatrice cui è predestinata Esposiziosie Hacologiea f satemsc.-jf:i©isait,B«i «a Btovereto. A v v S s o. Il tempo destinato per la Esposizione bacologica internazionale in Rovereto, si va rapidamente appressando, le insinuazioni per esporre, debbon farsi entro la metà del mese di giugno, ormai avviato, e la consegna degli oggetti ha per. ultimo termine il dì 25 Agosto. Il Comitato ordinatore crede perciò suo special dovere rivolgersi a tutti i bachicultori per sollecitarli a prendere in tempo opportuno le loro misure per mettere alla Esposizione quegli oggetti, che giudicheranno adattati per figurare, a-desso a Rovereto, e l'anno p. v. a Vienna nella grande Esposizione Mondiale. Chi non avesse il Regolamento, 0 le Module d'insinuazione, si rivolga al proprio Comizio o Società Agraria, e alle rispettive Camere di Commercio. L'interesse è comune, e perciò non si credo necessario aggiungere ulteriori sollecitazioni all'appello già pubblicato e diifuso. Rovereto 3 giugno 1872. Il Presidente Filippo CJe fiossi-Fedrigotlì. In relazione alla pubblicazione della decisione proferita dall' Eccelso Tribunale di Appello in Trieste nella questione se il Dominio del Litorale costituisca anche nei sensi delle leggi civili, una sola provincia, — offriamo adesso quella di conferma da parte della Suprema Corte di Giustizia in Vienna (Veggasi il nostro N.ro 7 —del giorno primo aprile 1872 —). N.ro 15362. Proposto il Ricorso revisionale di Emilia e Consor- ti (di Trieste) contro ii Decreto dell' I. R. Tribunale di Appello 24 febbrajo 1872-N. 842 —, col quale, nella causa promossa dai fratelli Pietro e Giuseppe (di; Pirano) contro i sudetti, in punto di pagamento di f. 500, — fu riformato il Decreto della I. R. Pretura Urbana in Trieste 14,—• decembre 1871—K. 33552,,—che-ordinava agli Attori di depositare f. 30 — in garanzia! delle spese di lite,, liberando gli Attori, dall'obbliga su-detto ; — Ritenuti i motivi addotti dal tribunale di Appello;-, ed osservato, che le circostanze, essere stata dichiarata, Trieste città immediata, ed aver la, propria Dieta, come l'hanno l'Istria ed il Goriziano, nulla,influisce sulla divisione geografica dell'Impero in Dominj della,Corona, e può tanto meno alterarla.— in quanto che tutte e tre queste Diete stanno in relazione di affari colla,medesima Luogotenenza, con quella cioè istituita a Trieste, e la quale è il Dicastero per l'Istriane por Gorizia, eon Gradisca; — La I, R. Suprema Corta di Giustizia ha. trovato di respingere il ricordo revisionale, e di confermare perciò il reclamato Decreto dell1 L R. Tribunale di Appello. — Tale si ò il tenore della decisione della I. R. Sùt prema Corte di Giustizia 8 maggio anno cor. N. 4705 —, abbassata, con Rescritto Appellatorio 23 —• detto N. 2390, che si comunica alle Parti per notizia e regola. Imp. Reg. Pretura Urbana Civile. Trieste, 5, giugno 1872. Tromba. Hotizie. ^aesiaessie ESiichi «tei sfg,. Glasinititdrea O s'avari. Tutti quelli che sono stati favoriti di Semente di bachi nostrana confezionata colle più attente cure da questo solerte e scrupoloso bachioultore ottennero i più splendidi risultati; e per darne un esempio, vi fu chi da un'oncia, di sua Semente ricavò oltro Funti Cento di bellissimi Bozzoli. Speriamo che per l'anno venturo Egli avrà la compiacenza di confezionarne in maggior quantità onde un maggior numero di allevatovi di Bachi possa vantaggiarsene, e che si persuaderà, eziandio di darle un valore.. E" nuovo Albergo "Alla Città eli Trieste,, aperto! primi di questo mese dal Signor Nicolò Gazzulli - nel là< nostra balla, giazza è ammobiliato con lusso e buoi gusto-, e- fornito di buona. Cucina, di Tino eccellenti e di. ottima Birra. Esso offre al forestiere ed agli ai ventori quanto si può attendersi in una grande città Auguriamo-all'intraprendente Sig. Gazzulli un nume roso concorso che valga a. compensarlo della spesa chi ha incontrato col fornire la. nostra. Città di'un Alberg corrispondente alle attuali esigenze od al numeroso eoa Gorso* di persone che- ogni dì, e specialmente le festa ci. portano i battelli a.vapore delle due imprese che te» gono la; linea Capodistria - Trieste; Ed a proposito di queste due improse vorremmo che cessassero da-gare puerili e da, improvvisi e capri» ciosi cambiamenti di orario, e che la preposta autoriti marittima tenesse fermo, senza riguardi, alle disciplin saggiamente emanate per un esatto servizio a comod dei passeggieri, onde questi! non sieno collocati come cose materiali ed affatto secondarie; Ci scrivono da Vienna che il Sig. Yidulich- nostri deputato al Reichsrath non solo è predelista, ma propugna la linea ferroviaria Divaccia direttamente pe Pola, per la quale, l'Istria, che egli rappresenta, reste rebbe privata delle linee dirette Trieste - Pola, tanto do siderata, dagli istriani nel loro interesse. Nell'ultimo Congresso degli azionisti della SocietJ del Lloyd austriaco^ il sullodato Sig. Vidulich, è stati nominato Consigliere di quella amministrazione, a cu va annesso pingue emolumento. Ai lettori istriani il commento. Ci scrivono da Pola che le elezioni municipali eb« bero fine sabato 8 corr. - Vennero nominati dagli eletJ tori del II. e III. Corpo in gran parte dei forestieri per amministrare il Comune- I Polensi saranno rari nel nuovo consiglio, tanto più che nel I. Corpo tutti gliie-letti sono impiegati dell'i, r. Marina. La famiglia del defunto D.r Giannandrea de Manzoni, vivamente commossa per le solenni dimo-.j strazioni di stima e di affetto, fatte alla di lui memoria durante il mortorio del 3 corr., manifesta i sensi della sua incancellabile riconoscenza a tutte quelle persone che vi ebbero parte, e a tutte quelle che colla loro presenza al camposanto ne onorarono l'avello. Capodistria, giugno 1872. TU' DI UiliSKl'i'iS TONDELLI. NICOLO' de MADONIZZA ReiaUnre