ANNO IX Capodistria, 16 Novembre 1875 N. 22 LA PROVINCIA DELL' ISTRIA, organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali della Società agraria istriana OTTAVO iOXGKI SSO GENERALE DELLA SOCIETÀ AGRARIA ISTRIANA (Contiti. e fine, vedi pagina 1735) Conclusioni 1. Fino a che la malattia persisterà, fino a che si ricorrerà, fosse pure solo in parte, a sementi estere; fino a che il metodo inaugurato dal signor Pasteur per confezionare semente sana non sarà universalmente applicato; finche ogni allevatore non si preparerà personalmente la semente necessaria ai suoi allevamenti, l'allevamento precoce sarà utile, perchè servirà a riconoscere le cattive sementi e le farà scartare dall' allevamento ; 2. Senza pregiudicare in nulla per l'avvenire, il grado d'utilità degli allevamenti autunnali, come mezzo d'aumentare la produzione della seta, non v'ha luogo attualmente a consigliare la pratica di simili allevamenti, tanto dal punto di vista economico che da quello della riproduzione. QUESITO IX. Relatori: Marcij, Maillot Vantaggi delle deposizioni isolate per la riprodu- zione. Conclusione Il Congresso raccomanda specialmente la pratica degli allevamenti per deposizioni isolate, sia per servire di mezzo a delle ricerche scientifiche, sia per produrre delle sementi che offrano garanzia più certa di vigore, o de'bozzoli d'un tipo più uniforme. QUESITO X. Relatori'. Felice Franceschini e Melissari Quali bozzoli devonsi scegliere per la riproduzio- ne ? I più ricchi di seta, i più precoci, ecc. sono o no preferibili agli altri? Conclusioni 1. È necessario che i bozzoli destinati alla confezione, presi da un allevamento, siano scelti fra i meglio conformati ed i più ricchi di seta, essendo questi degli indizi di vigore. Si scarteranno molto rigorosamente tutti i bozzoli deboli. 2. I bozzoli provenienti dai bachi che sono saliti pei primi all'inramatura non sono da preferirsi agli altri. Devonsi sempre scartare i bozzoli prodotti dai bachi ritardatisi, anche allorché provengano da allevamento, ch'ebbero una splendida riuscita. QUESITO XI. Relatore : H. Mares È possibile con dei fatti ben sicuri, constatare dei risultati differenti nell'allevamento dei bachi da seta, a seconda che si nutrivano i bachi di foglia di diverse varietà di gelso ? Uno stato particolare della foglia, fisiologicamente o chimicamente, ha cagionato delle differenze nei risultati dell'allevamento? Conclusione In mancanza di esperienze precise, in numero sufficiente, la soluzione di questo quesito è rinviata al prossimo Congresso. Il sig. relatore compiuta per tal modo la sua esposizione, addimostra il bisogno di diffondere e popolarizza™ fra le masse le buone e sane dottrine bacologiche, per cui propone al Congresso di scegliere un Comitato perchè dalle conclusioni dei Congressi internazionali ed ora prelette, raccolga quanto v'ha di buono e pratico onde compilare un manuale popolare di bachicoltura da distribuirsi gratuitamente fra la popolazione della nostra Provincia. Il D.r Cristoforo de Belli interpella il sig. relatore se ritiene che questo manuale abbia da contenere qualcosa di speciale per l'Istria., perchè altrimenti non lo trova necessario standone molti a nostra disposizione pubblicati già in Italia. Il sig. Sottocorona replica cbe i manuali pubblicati in Italia trattano troppo scientificamente la materia e quasi sempre riflettono l'allevamento della razza giapponese, mentre il manuale proposto dovrebbe tratture gli argomenti in modo cbe dalle intelligenze anche meno elevate possano venir compresi e con riguardo speciale alla razza nostrana che deve sola dominare, risparmiando così l'oneroso tributo che annualmente viene pagato al lontano Giappone. Il barone G. Polesini non crede opportuno di decidere ora se si debba o meno pubblicare il proposto manuale, ma che invece il Comitato, che all' uopo sarà scelto, giudichi se convenga o no una tale pubblicazione. La mozione del bar. de Polesini è accettata. Sorge indi la questione se tale Comitato debba essere scelto al momento, oppure rimandata la nomina al Comitato sociale. II Congresso dopo breve discussione delibera di passare tantosto alla nomina. Risultarono scelti a farvi parte i signori: barone G. Paolo de Polesini, Tommaso Sottocoroua e Toin-masi Pietro. Il signor Presidente quindi invita il sig. Andrea Danelon a dare lettura del suo referato sulla gelsicoltura. Il signor Segretario, pregato dal relatore, legge quanto segue: Rispettabile Congresso ! Nella Seduta di Comitato del 20 Dicembre p. p. venni nominato referente al Congresso Agrario qui radunato, affidandomi lo speciale incarico di trattare sulla propagazione, allevamento e coltivazione del gelso. A malincuore accettai, sentendomi povero di cognizioni specialmente scieutifiche;_ma compreso del dovere che tutti abbiamo di cooperare pel bene di questa nostra Società, n'assunsi l'impegno. Sarebbe un' illusione lo sperare che questa nostra Provincia nel volgere di pochi anni possa divenire un paese setifero colla sola propagazione del gelso ; la scarsa sua popolazione, la ristrettezza e povertà dei fabbricati ce lo contrastano vivamente. Non potrei quindi farvi una proposta generale che si adatti a tutta la nostra Provincia. Nelle nostre piccole città, dove si trovano non poche persone intelligenti, spetta a loro il cercare l'equilibrio fra le piantagioni dei gelsi, e la possibilità di utilizzarne coi bachi la foglia, eccitamenti a questi uon ne occorrono, la gran mola dell'interesse ne darà sufficiente impulso, e se questo uon fosse bastante, meno al certo lo sarebbe la mia povera parola. Sarebbe però di grande utilità il poter propagare il gelso nella campagna ondo eccitare il contadino ad allevare il filugello. Tale coltura oltre l'interesse materiale porta il bene d'ingentilire l'allevatore. Ad ottenere un tale scopo altro mezzo non trovo che d'interessare le persone più influenti delle varie località, acciò col consiglio e coll'esempio influissero ad estenderne la piantagione, sicuro come sono che il nostro Shbilimento Provinciale di Pomologia potrà fra non molto somministrare ai bene intenzionati belle piante, delle migliori qualità a prezzi convenienti. Trovo inutile parlare a questa eletta radunanza sull'allevamento del gelso; tutti conoscono che più ampie saranno le buche o le fosse e meglio concimate, miglior riescita farà l'impianto, vi dirò solo: non piantate a maggior profondità d'un piede. Permettetemi ora di darvi un consiglio pratico che alcune volte vi potrà esser utile. Piantate i gelsi vicino alle vostre case di campagna, sulle capezzagne dei vostri stabili, utilizzate i vostri fossi di scolo con laterali piante a basso fusto, ma guardatevi di far un piantamento generale in uu vostro terreno, amonochè non sia esso in posizione d'esser abbondantemente e spesso concimato; altrimenti il gelso colle sue forti ed estese radici vi depaupererà dopo pochi anni il terreno, le piante scemeranno di loro vegetazione e finiranno col darvi pochissima foglia e poco nutriente. Cosa ora devo dirvi sulla sua coltura che voi non conosciate ? Fate colle prime potature in modo di dar alla pianta una forma rotonda ed ariosa. Giunta che sia al punto d'esser annualmente sfogliata, ogui tre o quattro anni rinnovellato i suoi geti con una potatura generale. Se sia più conveniente il farlo nel febbraio o Marzo, o dopo utilizzata la foglia, cioè nel Maggio o primissimi di giugno, dovrà deciderlo sul luogo l'attento agricoltore: cioè' se i suoi gelsi saranno vegeti e robusti, potrà prima della potatura utilizzare la foglia, se all'incontro la loro forza vegetativa lasciasse alcunché desiderare, dovrà tagliarli prima del muoversi della pianta. Nou divido l'opinione di qualcuno di mondare l'albero l'anno stesso della sua potatura sottraendogli una parte dei suoi virgulti ancor giovani onde dar forza ai lasciati; tale moudatura la farei invece l'anno veniente dopo raccolta tutta la foglia, e qui vi consiglio una buona pratica, cioè di accorciare allo sfoglio una o due quarte le cime dei geti lasciati, ciò vi faciliterà gli anni venienti la sfogliatura e vi manterrà la pianta stessa più vegeta. Ora che ho finito devo pregarvi di perdonare alla mia pochezza e di prendere nota della mia buona volontà. A. Danelon m. p. Compiuta tale lettura, il bar. G. Paolo de Polesini osserva, che fra le tante varietà di gelsi, quella che meglio converrebbe diffondere sarebbe la sterile non producente frutto (more). Le campagne impiantate a gelsi producenti frutto sono annualmente danneggiate pel continuo calpestio di fanciulli ed anche di adulti, che non badano per nulla al danno che arrecano alle messi purché possano cibarsi del frutto del gelso. Perciò esso trova di raccomandare e favorire con ogni mezzo la diffusione dei gelsi sterili, ed all'uopo dichiarasi disposto ad offrire gratuitamente a richiesta dei possidenti Istriani di tale specie di gelsi fin ove può giungere il numero delle piante di cui esso trovasi provvisto. 11 congresso accoglie con animo riconoscente l'offerta del preopinante. Il D.r Suran desidererebbe che la Società Agraria si prendesse cura di cercare in ciò 1' appoggio e la cooperazione anche dell'orto pomologico annesso alla stazione enologica testé instituita nella città di Parenzo. È accettata tale mozione. Il sig. presidente indi interpella il Sig. Leopoldo Slocovich, se eventualmente può oggi stesso dare lettura del suo referato sulla viticoltura. Il signor Slocovich esterna il suo rincrescimento per trovarsi nell' impossibilità di adempiere il compito assuntosi per cause indipendenti dal suo buon volere, e propone invece cbe il Congresso voglia passare all' esame del progetto di Statuto per una Società Enologica Istriana stampato e distribuito gratuitamente a tutti i soci per cura della Presidenza. Il signor presidente pone indi a voti la mozione del sig. Slocovich. È accettata per urgenza. Il D.r Cristoforo de Belli domanda la parola, che gli è concessa. Esso osserva, che l'idea di una simile associazione sortendo da noi deve aver di mira non soltanto il lucro ma beusì anche l'interesse agricolo. Una società enologica come la vuole il presente progetto di statuto riescirebbe puramente una società di speculazione, la quale non gioverebbe che indirettamente al progresso della viticoltura, mentre noi dobbiamo cercare con tutti i mezzi disponibili di favorire direttamente ed immediatamente qualsiasi ramo della nostra agricoltura. Questo è il motivo principale per cui il preopinante ritiene, per ora almeno, non corrispondente allo scopo una siffatta associazione. Ma oltracciò esso osserva pure che è assolutamente impossibile di ottenere un unico oppure alcune poche varietà di tipi di vino nell' Istria, poiché la diversità delle uve è infinita, come è dato campo di osservare nella piccola mostra organizzata in quest' occasione per cura della nostra società e della stazione enologica provinciale. La provincia nostra riguardo ai vini, che se non identici pure hanno fra loro molta affinità, può dividersi in varie regioni. Ora dunque il preopinante trova molto più pratico l'istituire in ciascuna di queste regioni un consorzio, per modo che invece che una società enologica generale, centrale, si avesse un determinato numero di consorzi enologici, ognuno facente per se e sotto sorveglianza di un unico ed abile enologo, che dirigerebbe contemporaneamente la parte tecnica di tutti questi consorzj. Per tal modo più facile anche sarà la provvista delle uve ed il loro trasporto, ciocche sarebbe riescito difficilissimo con la società generale per la conformazione stessa della nostra penisola, lunga e stretta, senza un centro ove da ogni lato potervi iu breve tempo arrivare. 11 Signor Leopoldo Slocovich appoggia le idee emesse dal D.r de Belli, e comunica inoltre varie osservazioni dei distinti enologi prof. Babo e Roesler, sentite iu colloqui avuti coi detti signori in occasione ch'esso trovavasi a Klosterneuburg quale inviato della Società Agraria per studiarvi la Filossera ; osservazioni appunto che si conformano alle vedute ora esposte dal D.r Belli. 11 D.r Amoroso sorge pure a propugnare l'istituzione di consorzi enologici, ed osserva inoltre che prima di tutto non sarebbe tanto facile raccogliere in provincia 50 mila fioriui per la costituzione della Società enologica generale, come vuole il progetto di statuto e che anche supposto si superasse questo ostacolo, tale somma sarebbe ben meschina per una Società Provinciale, e verrebbe quasi intieramente assorbita nella provvista dei locali ed attrezzi necessari, restando così fin da bel principio paralizzata la sua attività. Il D.r de Belli indi propone agli astanti il seguente ordine del giorno: „ Il Congresso intravedendo immaturo il tempo ' „ per la costituzione d'una Società enologica Provin-„ ciale, interessa la presidenza a promuovere la forma-„ zione di alcuni consorzi enologici nei vari centri che „ emergono iu Provincia nella produzione del vino. È accettata a grande maggioranza. Argomento XII. Eventuale deliberazione sopra oggetti non annunciati nell1 ordine del giorno. Il D.r Cristoforo de Belli, chiesta ed ottenuta la parola, ricordando con soddisfazione la cortese ospitalità ricevuta in quest'incontro dalla gentile città di Montona e le premurose cure dell'autorità municipale e del Comitato ordinatore all' uopo nominato, nonché il tatto veramente patriottico addimostrato dallo spettabile Municipio nell'approfittare di quest'occasione propizia per pubblicare l'elegante volume distribuito gratuitamente ai convenuti, e contenente un assieme di memorie storiche della città di Montona raccolte dal distinto dott. Kandler e che interessano nel tempo stesso l'Istria tutta, propone un voto di ringraziamento ed un saluto alla città intiera, all'autorità municipale, nonché al comitato ordinatore del Congresso. Il Congresso vi risponde per acclamazione. Il signor Flego, podestà di Montona, a nome della città rivolge gentili parole di ringraziamento a tutti i presenti. Il signor presidente indi ringraziando pure tutti i convenuti pel loro vivo interesse nel seguire con premura ed attenzione tutte le discussioni avvenute, rivolge ai medesimi un cordiale saluto e dichiara chiuso l'ottavo Congresso Generale della Società Agraria Istriana. Sciolta così la seduta i signori soci visitarono l'esposizione delle uve organizzata in quest'incontro per cura del direttore della stazione enologica provinciale, sig. cav. de Mayersbach e con la coadjuvazione della Società Agraria, nonché varie macchine enologiche della stazione suddetta colà fatte pervenire dall' Inclita Giunta provinciale. (*) (*) Un dettagliato rapporto sulle uve esposte verrà pubblicato fra breve. —-€38&—— NOTIZIE E DOCUMENTI per la conoscenza delle cose istriane Delle Memorie sacre e profane dell'Istria del dottor Prospero Petronio MS. 1680-1681. Al Dr. Pietro Madonizza Capodistria Egregio amico, Nel recentissimo passaggio per Venezia, mi sono dimenticato di consegnarvi un MS. che giusta precorse intelligenze, avrei dovuto, appunto in questa occasione, restituire al sig. Anteo Gravisi vostro cognato ed amico mio. Fategli, prego, le migliori scuse per me, e comunicategli contemporaneamente, a mezzo del nostro Giornale, le presenti mie Note, che gioveranno, spero, a rendergli meno penosa l'aspettativa. Il MS. ch'egli ebbe la fortuna ed il merito di ripescare fra le molte carte lasciate dai suoi illustri Maggiori, è precisamente un brano della tanto desiderata Parte I. delle Memorie sacre e profane dell' I-stria di Prospero Petronio. Di ciò io me ne rallegro ora tanto più, quanto che alcune Note del fu conte Agostino Carli, vedute recentemente, mi facevano quasi disperare di trovarne altri braui, oltre quelli pubblicati dal nostro Kandler nell'Istria (ann. 1847. pag. 100, 107-8, 120, 175-76-77, -191-92-93,) e gli altri pubblicati o accennati da me nella Provincia (ann : 1873-pag. 1341-42-43.)—Ileo: Agostino Carli lasciò scritto, che le Memorie del Petronio, per assicurazione avutane da suo padre, il conte Gian Rinaldo, furono preda delle fiamme ancora nell'anno 1742. E difattilo stesso Gian Rinaldo nelle sue Antichità Italiche (Parte II pag. 313,) dopo riportati alcuni doliari ("iscrizioni su laterizii) soggiunge : Tutti i suddetti frammenti di doliari si ritrovavano in un Manoscritto dell'Istoria dell' Istria di Prospero Petronio patricio di Capodistria, e che ora non si ritrova, lo l'ebbi in mano nell' anno 1738, essendo agli studii in Friuli presse l'Abate Bini, e non ho potuto vederlo mai più. Ne cita dei pezzi il P. Ireneo della Croce. Comunque sia' di tutto ciò, la scoperta ora fatta dal sig. Anteo prova, a non più dubitarsi, che la speranza da me manifestata nel 1873, (Provincia p. 1342.) non era vana. Del MS. del Petronio, (ripeterò ora con crescente fiducia,) v'erano più copie e molti estratti in provincia e fuori, e quindi se ne perì utv esemplare, non tutti perirono. Giova insistere adunque, insistere e insistere nelle ricerche, e balzerà fuori anche il resto. Ma il MS. del Gravisi è desso originale o copia? Posto al confronto colla Parte II esistente nell' Archivio dei Frari (vedi Stancovich Biografie voi. II p. 267 e Bibliografia Istriana n.° 1036) credo di poter concludere ch,e, se anche non è tutto originale od autografo, certo formò parte di esemplare del quale il Petronio se n' è servito. I caratteri a stampatella delle inscrizioni romane sono evidentemente della stessa mano; le scritture del testo, di più mani, per gran parte combinano in entrambi i MS. e le aggiunte e postille sono fatte in entrambi collo stesso metodo. Il MS. Gravisi è in due formati: il minore di centim. 29 per 20, il maggiore di centim. 32 per 22. Sono in tutto carte 88 o pagine 176, e contengono i cap. Vili, IX, X, XI intieri, il XIII mancante, come par, della fine; ed inoltre un lungo elenco o prospetto (preparato e non compiuto), delle famiglie nobili di Capodistria, che non saprei a quale capitolo appartenesse, perchè ne manca il principio e la fine. Principia coi Borisi, e termina coi Tarsia; ma c' è una interruzione tra i Sabini e i Tornielli - Novaria, e di molte famiglie non havvi che il nome e i contorni dello stemma, non descritto, nè disegnato. Se non che prima d'innoltrarmi nei particolari di questo brano della Parte I, gioverà ch'io vi descriva ed informi un po'per minuto della Parte II esistente nell' Archivio dei Frari, perchè, visto ciò che questa contiene, ognuno potrà dedurre cosa conteneva e cosa ci manchi ora della I, e dove ci sia maggior probabi- lità di trovare qnello che manca. Il volume dell'Archivio ha il formato di centimetri 33 per 23, e conta, tra scritte e non scritte, paginate e non pagiuate, carte 360, più 5 cartellini interpolati. — Incomincia con carte, (notate bene, carte non pagine) 8 non numerate, prosegue con carte 67 numerate, poi una carta segnata 78 poi 16, non numerate, poi 6 numerate (da 68 a 73), poi 3 carte minori senza numero, poi carte 66 numerate (74-139) poi 2 minori senza numero; poi carte 30 numerate, (140-169). A questo punto per isbaglio di cucitura s'incontrano le carte 269 e seguenti fino e compresa la carta 278. Indi ripiglia la carta 170 e prosegue senza interruzione fino e compresa la carta 192, poi 1 carta bianca non paginata, poi le carte 193 a 261 compreso, altra carta bianca non paginata, poi le carte 262 a 268, altra carta bianca senza numero, e quindi le carte 279 a 297 inclusive e finalmente 11, carte non numerate l'ultima delle quali non è nemmeno scritta. Oltreacciò sono sparse pel volume n.° 13, carte semplici e 5 doppie con disegni a penna di città, terre, castella e nonché una carta, pur doppia, contenente, in forma di tabella indicazioni tratte da antichi Itinerari!. I 5 cartoliui poi sono distribuiti così : 2 fra le carte 71-72, 1 fra le carte 74-75, e 2 fra le carte 76-77. — Le 3 carte minori tra le 73 e 74 contengono inscrizioni romane di Trieste; le 2 tra le 139 e 140 inscrizioni di Pola. Importa inoltre notare che non è punto sbagliato, ma scritto correttamente nel frontispizio il nome del Tommasini, (Già: (sic) Filippo Tomasiui), e siccome anche nel frontispizio havvi tra le righe una giunta della quale la passata direzione dell' Archivio non tenne conto nella comunicazione fatta, prima del 1864, al Municipio di Capodistria, (Bibliog. Istriana toc, cit.), così non sarà inutile eh' io riproduca qui lo stesso frontispizio nella su^ interezza — Delle Memorie -dell' Istria - sacre e profane - con la più essata topografia - o sia descritte de luoghi, che sino - hora s habbia veduto: il tutto-tratto dall' opere de me-gliori Scrittori, et in spetie dalli scritti - dell'eruditissimo -Monsig.r Già: Filippo Tomasini - fu Vescovo di C. N. etc. - Parte seconda • MDCLXXXI 1° Ag.to — E dopo il frontispizio riporterò anche i titoli dei capitoli nei quali detta II Parte è distribuita. Li trarrò nella maggior parte dal corpo dell' opera, perchè nell' Indice parecchie indicazioni sono incomplete o vii mancano. Libro primo — Varie sorti di gente che si ritrovano nella Pro-vintia, lingue, habitationi etc. — Qualità de' popoli civili, ingegno, applicationi, esercitii. etc, — Qualità delle Genti basse, ingegno, esercitij, vestire, superstitioni etc. Qualità delle donne, costumi, servitij e vestire. — Sponsalitij, doti, giuochi, et usi di condur le spose alle case de loro mariti. — Alevar figliuoli, battesimo et altri usi, riti e solennità; de' Giuochi, feste e balli. — Fiere della Provintia et mercantie che in quella si trafficano. — Riti circa il sepelir li morti de' presenti Istri. — Animali grossi e minuti e loro utili: nova-mente d' altri animali, fiere, pollami, uccelli, serpi etc. — Formenti, segale, orzo, pira, biave etc. et loro modo di raccoglierle, et usi delli presenti abitatori per la conservatione de1 loro raccolti. — Modo di coltivar li Terreni, Vigne, Olivati, con la diversità dell' uve, et arti loro rurali. — De gì' Alberi, Arbusti, funghi ed alcuni Semplici rari della Provintia. — Pesci che si trovano nelle Marine d'Istria, et altri d' acque dolci, e come li primi si conciano e man-dono fuori. — Minere delle Pietre, Metalli, Acque dolci, sulfuree, e Bagni della Provintia. — Fondachi per 1' abbondanza de' luoghi in Provintia, misure diverse che si usano. — Sotto chi hora vive la Provintia, Governo publico etc. — Militia della Provintia e sue qualità. — Robbe che si fanno esito dalla Provintia, et quello vien introdotto; Utili ch'hanno gì'habitatori dell' Istria etc. — Incomodi e povertà dell'Istria. — Conversione della provincia, quando, o a che tempo seguisse. — Chiese, Abbatie, Benefizij e loro rendite. — Quali luoghi sijno nominati dalli autori antichi Incursioni fatte nell' Istria dall' anno 1379 sino l'anno 1571. — Magistrati o pubblici Rappresentanti Veneti nella Provincia tempo e salario che hanno dalli Camerlenghi di Comun in Venetia. — Delli remedij con che si potria accrescer questa Provintia e degl' abusi. — Le Città in che al presente è divisa la Provintia. — Enumeratioue delli Porti dell' Istria e luoghi littorali. De gì' altri luoghi fra terra e del Carso o Monti della Vena e Fiumi e altre acque della Provintia. — Delle Peschiere della Provintia. — Distanze delli Porti dell' Istria secondo il Portolano di Monsignor Gieronimo Contarini fa Vesco-di Capodistria. (Continua) Lezioni elementari di Agricoltura dettate da A. M. Vusio, parroco (Cont. Vedi pag. 1740) §. 5. L'umidità. — Ogni pianta oltre il calore, richiede un certo grado di umidità. Vi sono delle piante che richiedono molta umidità e molta acqua, come vi sono delle altre che ne richiedono meno. Per conoscere dunque l'umidità di una località, vi è un'istrumen-to che si chiama igrometro (misuratore dell'umidità); e per conoscere la qualità di acqua vi è un altro che si chiama pluviometro (misuratore dell'acqua). L'igrometro consiste in un capello attaccato da una parte ad un punto fisso, e dall'altra è legato ad una piccola lancetta imperniata. Siccome proprietà di molti corpi e specialmente del capello è quello di raccor- ciarsi quando l'atmosfera è umida, e di dilatarsi quando è secca, così questa lancetta quando l'umidità dell'atmosfera è media, segna lo 0.; quanto è più umida tanto più la lancetta ascende e segnai numeri 1-2-3:; quanto è più secca tanto più discende sotto lo zero, segnando parimenti 1 - 2-3. Il pluviometro consiste in un vaso di latta la cui superficie,è di 50 cent. quad. A questo vaso è unito un tubo di vetro graduato. Supponendo ora che la pioggia caduta nel tubo attraverso il vaso segni il numero 8, ciò vorrà dire che in 50 cent, quadrati di terreno sono caduti 8 cent, cubici di acqua; sapendo questo facilmente si può calcolare quanti metri cubici d'acqua sono caduti sopra un' ara o un ettaro di terreno. Un altro istrumento utile per l'agricoltore è il così detto barometro (misuratore dell'aria). Il barometro consiste in un tubo di vetro empito fino ad un certo puuto di mercurio. La parte superiore del tubo è chiusa, e l'inferiore aperta ed in comunicazione con dell'altro mercurio che si trova in una vaschetta. Quanto più si abbassa il mercurio che sta nel tubo, tanto più vicina è la pioggia-o'il temporale; e quanto prima il mercurio ritorna "al primiero posto, tanto piti vicino è il ritorno del bel tempo. Come il calore varia nelle diverse località così parimenti varia l'umidità tanto dell'atmosfera quanto dei terreni. Località che si trovano presso alti monti coperti di neve, o presso fiumi e mari, o boschi, sono generalmente le più umide. §. 6. Umidità. — (continua) In strettissima relazione all'umidità stanno la pioggia, la neve, il ghiaccio, la rugiada, la brina, la nebbia, la tempesta, il fulmine, il lampo ed il vento. L'acqua ed il mare dardeggiati dai raggi del sole a poco a poco si formano in vapori acquei ed evaporano. I vapori acquei quanto più fredda trovano la temperatura, tanto più si condensano formando tante bollicine di acqua. Queste unite assieme formano la nube, la quale finalmente si squarcia e cade sulla superficie della terra in forma di goccia. Questo fenomeno si chiama pioggia. Queste pioggie in media cadono in una località, ed in quale quantità è uno studio utile pell'agricoltore. Talvolta gli strati dell' atmosfera sono un po' più freddi, ed allora anziché goccie di acqua, vediamo cadere dei piccoli fiocchetti molto bianchi, e questo si chiama neve. La neve è per lo più di vantaggio per l'agricoltore, perchè le piante coperte dalla neve, sono assicurate dal freddo. Ma se per fatalità, mentre la neve si sciolge, sopraggiunge un freddo più intenso, allora la neve si cristalizza, si forma cioè in ghiaccia e questo, fenomeno riesce di gravissimo danno pell'agricoltore» Durante la primavera e l'autunno il sole succhiando l'umidità dalla terra, la trae a se in forma di vapore acqueo per formare poi le nubi; ma sopraggiungendo il fresco della notte, i vapori acquei riprendono la forma liquida, e così mentre stavauo sollevandosi pella forza di gravità, ricadono di nuovo, sulla terra e sulle piante, e questo fenomeno, si chiama rugiada. Quando questa rugiada è copiosa si può. considerare come una vera pioggia. La rugiada è quasi sempre benefica, perchè, ristora le piante e fa che per le prime ore dalla venuta del sole, di meno risentano i suoi raggi. Quando ili fresco della notte si fa più intenso allora i vapori acquei anziché sciogliersi in benefiche goccie di acqua si gelino ed allora questo fenomeno, si chiama brina.. La brina è sempre fatale e dannosa alla vegetazione. I vapori acquei anziché elevarsi ad una certa altezza per formare le nubi, si fermano immediatamente sopra la terra e questo fenomeno si chiama nebbia. La nebbia è per lo più utile, specialmente là dove è molto arido il terreno, perchè così lo ripara dirimpetto al sole da una maggiore aridità. ( Continua ) -----------!"J'i-f>®t?."" ■ —------- DALLA VENDEMMIA ALLA SVINATURA RICORDI PRATICI AI VINIFICATORI (Contin. e fine, vedi pagina 1732) Ridotti i mosti nel modo più conveniente consigliato dalla qualità delle uve, dalla qualità del vino che desiderasi fabbricare e infine dalla economia, interessa assai per l'ottima riuscita della vinificazione, condurre la fermentazione coi sistemi consigliati dall'enoctenia e non con quelli generalizzati dall' empirismo. Tanto pei vini bianchi, quanto per quelli rossi sarà di grande utile l'arieggiare i mosti colle rispettive vinaccie per alcune ore, mescolandoli, battendoli ed agitandoli con quest'ultime mediante appositi bastoni sempre prima che incominci il menomo seguale di fermentazione. L' aereazione dei mosti è una pratica additata dai più moderni studii e sancita dall' esperienza e non cesseremo di raccomandarla ai vinificatori in causa degli eccellenti risultati costantemente ottenuti. Daremo termine al presente articolo, col ricordare ai vinificatori che i migliori risultati s' ottengono facendo fermentare i mosti in tini chiusi ed a vinaccie sommerse. Si anticipi la svinatura e non si aspetti che il gleucometro segni zero. Spillato il vino ancor caldo e torbido, collocato in botti, riprenderà la fermeatazione e la compirà a meraviglia, purché si mantenga nel locale la temperatura conveniente da gr. 20 a 30 cent. L'epoca della svinatura non la si può fissare in via assoluta, perchè essa viene determinata dalla qualità delle uve, che non tutte esigono uguale trattamento e da molte altre circostanze. E conoscendo come nella vinificazione le prescrizioni assolute sono assurdi, così anche nel determinare l'epoca della svinatura raccomandiamo ciò che può tornare opportuno alla generalità, ammettendo il bisogno di svinare più tardi i vini provenienti ad esempio da uve molto zuccherine, povere di acidi, di tannino e di materia colorante. In quanto ai vini bianchi, è deplorevole che ancora oggidì prevalga il costume di ottenerli facendo fermentare i mosti colle vinaccie per più giorni, senza nemmen chiudere la bocca dei tini ed impedire che il cappello acetisca alla superficie. 11 vino bianco deve essere fabbricato col puro mosto, cioè senza le vinaccie, le quali gli somministrano soverchio color giallo ed asprezza eccessiva e gli tolgono quella delicatezza di fragranza e sapore, senza la quale i vini non hanno pregio veruno in commercio e risultano di difficile digestione, danno al capo e son quindi antigienici. Introdotto il vino nelle botti, cessata la fermentazione, non si trascurino le colmature settimanali. Il primo travaso s'eseguisca in dicembre, par la quale epoca riprenderemo la penna, se i lettori faranno buon viso ai nostri scritti, per richiamar loro alla memoria le principali diligenze da usare ulteriormente pel mi-' glioramento e buona conservazione dei vini. D.r A. Carpené. Bibliografia Cenno storico e progetto di riformi delle nostre istituzioni nautiche, per Vincenzo dottor Farolfi, professore di matematica e nantica in Trieste. — Trieste, tipografia del Lloyd Austro-ungarico 1875. Questo opuscolo, cortesemente offerto in dono dal professore Farolfi alla nostra redazione, contiene ottime idee sull'avvenire della istruzione nautica di Trieste e del Litorale. Dopo un caldo appello ai generosi figli che "in riva all'Adria apron le luci„ onde pensino, agiscano e propugnino perchè il mare, loro patrimonio, venga da essi goduto e sfruttato nel modo il più ampio ed il più onorevole, presenta il Farolfi in tre periodi differenti uuo specchio chiarissimo sul-1' attività marittima di Trieste. Il primo dei quali riflette l'epoca in cui quella città o non sentiva il bisogno della menoma coltura scientifico-nautica, o non era a lei offerto il molo di appropriarsela; il secondo data dall'epoca in cui furono create numerose scuole nautiche lungo il Litorale Dalmato-Istriano fino a' dì nostri ; nel terzo vengono proposti i mezzi più acconci per indirizzare i destini futuri della triestina navigazione a lungo corso. Nobili e generose sono le aspirazioni del professore Farolfi laddove dice che per incoraggiare lo studio della nautica fa d'uopo fondare numerosissimi sti-pendii da accordarsi precipuamente ai figli dì quelle borgate, e di quei comuni del Litorale ove una scuola nautica non esiste, e dove in principalità alla navigazione si dedicano. Il numero di questi stipendi, dice 1' autore dell' opuscolo, dovrebbesi portare al massimo possibile: con essi ripartiti rispettivamente in due, tre, o cinque anni di godimento per un allievo, verrebbe assicurata la possibilità di vedere uscire ogni anno dalle nostre scuole una quarantina di allievi della categoria inferiore, e quasi una ventina della scuola superiore, e ciò senza tenere conto degli allievi non sussidiati, il cui numero, seppur limitato, potrebbe ascendere ad una metà rispetto quelle dei primi. Ogni comune, ogni autorità, ogni cittadino dell'Istria e Dalmazia, dovrebbero insistere sulla indispensabilità di codesti stipendi, a costo anche di una riduzione delle scuole nautiche stesse ; giacché altrimenti (così l'autore sullodato) renderebbesi o impossibile o sterile ogni e qualunque radicale riforma, che pel bene avvenire della nostra marina si intendesse. E di questo bene avvenire non abbastanza si è parlato fin' ora perchè anche noi non applaudiamo alle idee esposte nell'opuscolo dal prof. Farolfi ; anzi qui torna a proposito di ricordare cosa disse più volte quell' e-gregio pubblicista friulano, eh' è Pacifico Valussi. L' I-stria, diss'egli, circondata in parte dal Quarnero e dal golfo di Trieste, è fatta per il mare, per la navigazione, per partecipare largamente a quel movimento marittimo al quale dovrebbe essere chiamata tutta la penisola italiana, se la gioventù nostra si formasse la coscienza chiara dell' avvenire a cui il paese è predestinato. Educata ai viaggi marittimi, portata di frequente in altri paesi ed a contatto con varii popoli, essa acquisterà i nobili ardimenti, che rigenerano gli animi ed i corpi e le società intere, e ridarà alla nazione italiana il vanto di civile in fra tutte. X. Coerenti al programma di accogliere nel nostro periodico quanto si riferisce agi' interessi civili della provincia, pubblichiamo alcuni documenti intorno al Seminario o Collegio di Capodistria, tratti da un vecchio Libro intitolato — Seminario Q. — ed esistente nell' Archivio comunale della stessa città; documenti, che potranno servire di lume a chi vorrà tessere un quadro della coltura istriana ne'secoli decorsi. E poiché abbiamo accennato al nostro Archivio comunale, ci sia lecito qui esprimere un voto, che, cioè, pongasi mano una volta a dar sesto, per quanto è possibile, alle carte rimaste salve, e si tenti così di dar vita, con quella scorta, ad una istituzione tanto profìcua agl'interessi civili del nostro paese. Ora ecco i documenti intorno al Seminario o Collegio di Capodistria (Pag. 2) Elustrissimo Eccm0 Podestà e capitatilo Ha sempre conosciuto la sapienza Pubblica, che F Istituzione di un seminario, e per dir meglio Collegio in questa città sia un opera buona, e santa, massime nei tempi correnti, ne' quali la città stessa redenta dalle ingiurie della peste dell'anno 1G30 sostiene una gioventù numerosa piena di talenti, e spirito, ma insieme di ozio, e povertà, senza scuole, e Maestri. Supplichiamo per tanto humilissimamente Noi deputati, che per grazia del Serenissimo nostro Principe, venghi ravvivato e restituito il collegio nato ancora l'anno 1612, in Virtù di premurose Ducali dell' Eccel, Senato, ma poi estinto nella guerra di Gradisca dell'anno 1617, e nel contagio prenominato; dovendo nello stesso Collegio tre Precettori forastieri, ripartite le classi, insegnare massiuiamente a' cittadini, et a tutti agli altri dell' Istria leggere, scrivere, aritmetica, e tutta la grammatica con stipendio di ducati 400 fra tutti. Vn altro llettorica e Poesia con ducati 250, ed uno Logica e Filosofìa con ducati 200, che con altri ducati 150 necessari per altri impieghi, ed occorrenze in tutto importeranno ducati mille annui, ottocento de' quali si ricavarebbono dalle coufraterne laiche di questa città e Provincia in conformità dei pubblici Decreti già stabiliti, e praticati, ma con nuovo inscusabile comparto rispetto alle alterationi de' tempi, e gli altri duecento che tuttavia corrispondono al Precettore attuale questa Magnifica Camera, e Fontaco; le spese necessarie perla fabbrica del luoco si haveranuo o con l'aggregazione di qualche famiglia al nostro Conseglio, o con il servire gratis nelle Cariche di Monte, e Fontaco, applicando a tale effetto i salarii, o in qualche altra licita e commendabile forma. Tutti i Voti di questa povera Patria e Provincia sono occupati per impetrare questa speciosissima gratia, nella quale speriamo concedersi ogni nostra buona fortuna, confidando, che il Collegio medesimo stabilito sopra gli accennati sodi e validi fondamenti, e con quelle buone regole, et ordini, che saranno prescritti dalla Virtù di Vostra Eccellenza, et approbati dall' Eccel. Senato habbia da riuscire durevole, anzi eterno a nostra consolazione immortale, et a gloria altrettanta della pubblica Regia Misericordia. Grazie. ! rogali (pag. 3) Dominicus Contareno Dei gratia Dux Venetiarum Nobili, et Sapienti Viro Laurentio Donato de suo mandato Potestati, et Capitaneo Justinopolis, fedeli dilecto salutem, et dilectiouis aflectum. Ommissis. S'è goduto poi, che da Voi disuasi cotesti Agnti dell'esseguir la missione degli ambasciatori habbino ristrette le loro instanze in scrittura, propenso però sempre il pubblico affetto a render consolata la Città nel possibile vi dicemo circa il ravivar il Seminario, che dobbiate distintamente informarvi sopra quello rappresentano in detta scrittura, osservando quali massime, quai rendite siano per destinar al sostentamento di questa buon' opera, perchè riesca durabile, e ci aggiungerete quel di più, che stimarete adeguato in tale proposito. Dat. in Nostro Ducali Palatio, die prima Decem-bris, Indictione XIII . 1674. Pier''Antonio Grattariol seg.'o (pag. 4) Nicolaus Sagredo Dei Gratia Dux Venetiarum Nobili et Sapienti Viro Laurentio Donato de suo mandato Potestati, et Capitaueo Justinopolis fideli dilecto salutem, et dilectiouis affectum ecc. Osserviamo dalle vostre diligenti informationi sopra l'instanza di cotesta fedelissima città unirsi a' de-siderii della medema gli Voti di tutta la Provincia per l'erettione d'un Collegio che vaglia ad instruire nelle buone scienze, e discipline la gioventù, come altre volte fu procurato, ma non hebbe effetto, per gì' accidenti travagliosi, e funesti di guerre, e pesti in quelle parti. Noi però abbracciando sempre- voloutieri tutte l'occasioni di comprobare a cotesti fidelissimi sudditi la nostra paterna diletione, tanto più pronti concorriamo ad annuire col Senato alla presente instanza, quanto che riguardando unitamente alla miglior coltura del genio sviscerato, e divoto di quella spiritosa gioventù verso la Signoria Nostra, si possono sperare agli incontri dal virtuoso impiego d'essa notabili vantaggi al nostro servitio. Resta dunque, che si stabilisca il modo della continuata susistenza del Collegio, che si vede dalle medeme vostre informationi divisata. Con la con-tributione a misura del potere delle scole, e fraterne della città, e della Provincia, per il mantenimento de' Maestri; con l'aggregazione de soggètti a cotesto Conseglio per l'acquisto de' stabili aggiustati al bisogno, e con 1' impiego per qualche tempo de Cittadini nelle cariche di Monte e Fontico, senza sallario per supplire all'altre occorrenze di utensili, e cose necessarie, Do-verete notificare a cotesti amatissimi sudditi la nostra propensione di compiacerli iu così giusto lodevol desiderio, e li animerete insieme a proseguire nel buon proposito; Col stabilire quante famiglie,, e con quaL esborso debbano aggregarsi al Conseglio, quanto tempo habbiuo ad esser essercitate le Cariche di Monte, e Fontico senza sallario, e quello possa contribuirsi dalle scole, e fraterne, che doveranno concorrervi a misura de beni liberi e soprabondanti, che godessero. Quando poi fatti li computi dell'importare delle suddette provvisioni, conoscerete per vostra prudenza, che siano valevoli a mantenere il Collegio nella conveniente stima, e decoro, et lo parteciperete, avisandoci insieme distintamente del numero, e condition delle scole, e fraterne, che rimaranno obbligate di contribuire, e quanto per cadauna, quali beni, da quanto tempo, e con che fondamento vengono da esse posseduti ; Chi doveranno essere li direttori del Collegio, se Laici, Ecclesiastici, o-pure Regolari, e con ogn'altra particolarità, che cono-scerte opportuna di pubblica notizia, acciò che possiamo con tali lumi divenire col Senato alle proprie de-liberationi. Dat: in Nostro Ducali Palatio die 21 martii, Indictione XIII 1675. GBatta Nicolosi seg.io (Continua) NOTIZIE Nella seduta della Camera dei deputati eh' ebbe luogo in Vienna il 3 corr. il deputato Vidulich, capitano provinciale, e consorti hanno diretta una interpellanza al ministro del commercio, in qual modo pensi garantire gli interessi della popolazione del Litorale di fronte al trattato di navigazione da conchiudersi quanto prima con 1' Italia. Furono accordati dodici posti gratuiti nell' istituto comprovinciale dei sordo-muti in Gorizia, a dodici poveri istriani, cioè a cinque maschi e sette femmine. Da una dettagliata tabella pubblicata dall' Unione del 1° settembre p. p. sull' esito della leva militare nella provincia politica dell'Istria nell'anno corrente (aprile e maggio) togliamo i seguenti risultati: nel numero di 251557 abitanti (anagrafe 1869) furono coscritti 4426, esentati 803, visitati 3335, dichiarati inabili temporariamente 2094, inabili per sempre 344, fatti soldati 862; della marina attiva 502 e riserva supletoria 42, dell'esercito 177; della milizia provinciale 141, non comparsi 288. Al ministero di agricoltura, industria, e commercio del Regno si va studiando un progetto, in forza del quale ai Comizii agrarii ad alle Camere di commercio attualmente esistenti si vorrebbero surrogare le Camere di agricoltura, industria e commercio, composte di tutti gli industriali e commercianti, e della classe interessata più direttamente ai progressi dell' a-gricoltura. Nel Congresso delle Camere di commercio, che avrà luogo iu Roma nel corrente mese, si agiterà questa importante questione. A tutte le Camere s'in-vierà il volume stampato per cura del ministero di a-gricoltura e commercio, contenente il regolamento e il programma del Congresso. Cose locali L' Unione cronaca capodistriana, periodico favorevolmente conosciuto nella nostra provincia, il cui provento è destinato a benefizio dell'Asilo infautile di questa città, ha pubblicato il resoconto dell' amministrazione per il primo anno 9 ottobre 1874 - 25 settembre 1875. 11 civanzo risultò di fiorini 128 34; e furono consegnati all' Inclito Municipio fiorini cento. Ogni parola d'elogio sarebbe superflua per raccomandare alla pubblica estimazione la egregia redazione del periodico, la quale, sempre fedele al suo programma, ha saputo creare un elemento di civiltà notevole nel nostro paese e sovvenire con una somma cospicua una istituzione santissima che versa, purtroppo, in poco felici condizioni. Gli studenti iscritti nel nuovo anno scolastico 1875-76 nel Ginnasio superiore sono 134; e nelle Scuole magistrali 114. Il mercato delle uve venne aperto il 27 settembre e chiuso il 29 ottobre p. p. Furono portate alla pubblica pesa uve Refosco » 4 pom. Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 ant. » ti » » » 5'/4mer. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza da Trieste al Molo S. Carlo, da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, 3 Novembre 1875. L'Impresa.