ACT A Hí.STRIAE I. UDK/ÜDC: 655.4/.5(497.13)(01):945.36+949.7I2/.713 Istra VENEZIA E L'ISTRIA NELL' ATT1VITA EDITORIALE DELLA SOCIETAISTRIANA DIARCHEOLOGIA E STORIA PATRIA Cnuseppe CUSCITO prof., Université di Tricste, 34100 Trieste, ÎT prof., Univerza Trst, 34100 Trst, IT SINTESI Ad evitare un noioso íntervento elenchistíco tuteo appoggiato alio spoglio dei 90 volumi degli "Atti e Memorie delta Société Istriana di Archeologia e Storia Patria" fondaia a Parenzo riel 1884, la presente ricerca e stata condotta su tre percorsi strettamente collegatí tra loro: la comprensione delle spinte profonde e delle fmalita extrastoriche che hanno sollecitato fino a non molto tempo fa il vivo intéressé delta storiografia triesüna e istriana per la presenza di Venezia in htria; una rapida analísi dei tnetodi seguid e dei contenuti offerü dalla -Societa Istriana al mondo degli studi; il diverso approccio e la modificata valutazione storiografica di quelle vicende che possiamo registrare in questi ulthni anni aü'interno delta stessa Societa Istriana. A differenza di Attilio Tamaro, principe degli storici "irredentisti" di Trieste, che aveva avversato i! Kandler per il suo lealismo asburgico, Bernardo Benussi e gli storici istrianí, pur se d'ispirazíone liberaí-nazionale, ne hanno sempre tessuto gli elogi perché hanno riconosciuto in lui il massimo cultore della loro storia bimillenaria, che in settori ancora quasi ínesplorati aveva celebrato il passato dellTstria, rivendicandola, di fronte a Slaví e a Tedeschi, alla civiita italiana, Trieste, ístria, "Litorale" sono stati da lui studiati, specie oelíe pagine della sua rivísta "LTsíria", con lo scopo preciso di riscoprire le istituzioni che avevano costituito il genuino volto romano e itálico delle citta della regíone. Del resto il caso dellTstria era diverso, perché qui una tradizione política e culturale veneto-italíca era lunga e radicata in molti secoli di dominio della Serenissima. Cosí, accanto alia rivista "L'ístria", assume fondamentale importanza, nell'economia della produzione kandleriana, quel Códice diplomático istríano (scritto fra ii 1853 e il 1864) che resta tuttora un prezioso monumento documentado per l'ístria medievale1 . In quanto studíoso del Medioevo, il Kandler si mostra attento speciaimeníe alla storia giuridica e delle istituzioni, come suggeriscono i molti statuti di citta da luí editi, i document! del Códice, le question! di diritto variamente affrontate per interpretare i G. Cervani, Píetro Kandler storico di Trieste e deit'Isiria, i n AMS Í XXil n.s. (1974), pp . 4,9-10 . Giuscppc CUSCITO: YENEZtA H L'ISTRIA NEIXTOTIVIT A EDITORIALE DELLA SOCIETA..., 53-60 rapporíi che legarono succes si vam ente queste terre al Patriarcato di Aquíleia, ai conti di Gorizia, a Venezia e alla Casa d'Austria, per non parlare delle giurisdizíoni minori. Nel suo periodico, che e come "il grande magazzino" di tutti i temi di cui ebbe ad occuparsi, egli prospettava l'istria come "ideale patria comune delle genti adriatiche di paríala e di civilta italiana" e fissava modi e mete del la sua i od agine aperta ad ogni forma di testimonianza del passato2 . Se poi voígiamo anche uno rápido sguardo a quel gruppo di studiosi che, sullo sfondo del!' "Archeografo" costituiscono I'Olimpo storiografico triestino, possiamo rilevare che, pur attenendosi scrapolosamente a un rigoroso método scientifíco, finivano per combatiere una battaglia a colpi di eodicí. di document!, di s tro rica ture contro la marea slava3. Non meravigiia perciô che nell' "Archeografo Triestino" del 1885 il Puschi si affrettasse a presentare gli "Atti e Memorie délia Societa istriana di Archeologia e Storia Patria" appena apparsi, metiendo in rilievo che si trattava di un'inizíaüva di "egregi patrioti"4 . E nei molti studi su statuti di citta, nelí'edizione di fon ti, di rendiconti, di relazioni, di epigrafí ricorrenti nelle due riviste sorelle possiamo trovare la molla ídeale che ispirava quella storiografia. Anche la scelta degli argomenti - culto délia romanita, rivalutazíone délia venezianita délia regione e délia friulanita di Trieste - s vela la passions política che l'animava5. Contrariamente a quanto facevano gli eruditi dell'italia ris orgimen tale, qui si preferiva guardare a Roma come a principio di distinziooe nazionale, perché il Medioevo nella regione fu un'epoca di preponderanze tedesche. Ma il quadro storico del Medioevo regionale sembra mutare improwisamente iieiía storiografia triestina e ístriana quando sul territorio si instaura stabilmente il dominio veneto dopo il 12676: e queila l'occasione per sviluppare 11 grande mito della "veoezia­nita" che giustifica il motivo deU'italianita "perenne" di queste terre, Venezia e aiiora idoleggiata come una specie di patria italiana ante lîtteram e viene dennita "madre patria dei nostri comuni". Cosí con lo studio dei rapporti fra l'istria e la Serenissima si veniva a ribadire implicitamente la plena italianiíá del territorio, mentre F "Archeografo" e gli "Atti e Memorie" parlano frequenteniente di dedizioni spontanee a Venezia, rispetto a cui quella di Trieste agli Asburgo - come rüevava il Cervani - sarebbe stata una vergogoa per la storia locale . E anche di fronte alie forti contraddizioni della política veneciana, cui si dovevano addebitare íl sorgere della "piaga" slava in seguito al ripopolamento della regione e le 2 Ibid., pp. 13-14 3 G. Cervani, L, 'apporta del!' "Archeografo Triesíino" sgiisíudi sioridgiuiiani della fine dell'Otlocento, inAMSU ! n.s. (1952), p. 156. 4 Á. Puschi, Swíefri istriana di Archeologiae Storia Patria. Atti e Memorie, in "Archeografo Triestino" XIE n.s. (Î885), p . 232. 5 G. Cervani,L'apport a ... di,, p. 159, 6 G. De Vergottini, Per la revisítme delle liste cronologiche per l'istria medievale, in AMSIXLIX (1937), p. 52. 7 G. Cervani, L'apporto ... dt.,p . 165­ Giuseppe CUSCITO: VENEZIA E L'JSTTRIA NELL'ATTIVITÄ EDITORIALE DELLA SOaETÄ... , 53-60 frequenti spoliazioni, gli storici nostrani erario poriati a distinguere tra Venezia, fatta ü assurgere a "campione di civiltä e di liberta", e i suoi - taiora - cattivi rappresenianli . In occasione del ein qu an ten ario della Societä Istriana di Archeologia e Storia Patria celebrato nel 1939, Camillo De Franceschi rilevava che "per ottenerc un'autorevole storia delFIstria occorreva la raccolta sistemática e il piü possibile completa delle sue fonti sparse e occultate negli archivi e nelle bibiioteche, oitreché deüa provincia, di Venezia, del Veneto e di altri piü lontani paesi", lavoro enorme cui non era bastata la vita operosissima del Kandier. Per questo furono favorite in tutti i modi la ricerca e la Irascrizione dei documenti medievali e moderni, le indagini archivistiche e diplomatiche, che, oltre alle esplorazioni archeologiche, consegnarono ai 46 volumi di "Atti e Memo­rie" fino allora usciti una mole imponente di materíali documentari, di monografie e di memorie erudite. E tuüo ció - precisava il De Franceschi - fu avviato senza deviare dal tracciato di una meta ideale, che per gli irredenti era suprema ragione di vita: "La tesi deii'unica ininterrotta civilta italiana in Isíria, succedanea all'antica civilta latina, era stata, dal 1848 in poi, uno dei fondamenti giuridici delle nostre aspirazioni politiche in contrapposto aliaostentata superioritä numérica degli Slavi importati, rustici e incolti... Mal'amoredi patria non smimiivaii senso diobiettivitä edi giustizia degli storici nostri, che non avevano néi'animo né il bisogno di ricorrere ad arti tendenziöse per dimostrare la íegittírrata della causa-italiana delí'Istria"9 . Ii método poteva anche essere ineccepibile, ma la scelta dei temi é indicativa delle linee di tendenza allora seguite; Venezia per ragioni fácilmente immaginabili costítuiva un filone privilegíalo d'indagine, come risulta da un sondaggio negli "Atti e Memorie" del primo quarantennlo con un materiale diplomático di prim'ordine. Seguendo in parte l'ordine cronologico in cui fu edito e, in parte l'importanza storica che esso ha, possiamo cosí distinguere la mole dei materiali raccolti sotto il profilo che qui ci interessa. a) Nel primo gruppo trovíamo le Relazioni deiprovvedüori veneti di Veglia (II, 81) e del Provveditore sopra la sanitä (XVI, 117,292). Seguono le Relazioni dei Provvedi­tori Veneti in Isíria altempo della guerra di Gradisca (II, 3; V, 84); quelle dei Capitani di Raspo (IV, 303); dei Podestä Capitani di Capodistria (VI, 51,283; VII, 97,279; VIII, 87; X, 51,289, XI, 216; XIII, 191; XXIII, 65; XXVII., 17; XXIX, 3); del Provveditore generale sui porto franco di Trieste (XI, 203); dei Podestä ai cínque Savi di mercanzia (XI, 211); e i Dispacci al serenissimo principe (XXXIX, 25). Tali relazioni che i Provveditori veneti, come pure i Capitani e i Podestä veneti, dovevano daré al Senato sulle cose vedute e operate nei paesi de! loro reggimento so no di grande importanza storica in quanto ríflettono le condizioni politiche, economiche, sociali ed etnografiche delFIstria nel tempo di cui trattano. Ibid., p. 167. C.D.K, !l cinquantenario della Sacíela Istriana di Archeologia e Storia Patriar in AMSIXLVI (1934), pp.VH-XI. GmseppeCUSClTÓ: VENEZIA E L'ISTRIA NELL'ATTiVlTÁ ED3T0RIALE DELLA SOCIETÁ..., 53-60 b) Un secondo gruppo non meno apprezzabile, con indicazioni traite dal Sant'Ufficio riguarda i Processi di Interatiismo in Islria (II, 179; XVII, 150, 383; XVIII, 44,.248; XIX, 35; XX, 46,283); leLe.tte.re deiRettori d'Istría al tempo dell'interdetto di Paolo V contro 1a repubblica veneta (XII, 199); i! Concordato con la S. Sede (XX, 330); il Collegio di Capodistria (XV, 265); e il Cathasticum Histriae (XXV, 318). c) In un terzo gruppo possiamo raccogliere le Commissioni dei dogi ai podestá veneti neü'lstria (II, 3). d) L'ultimo gruppo di documenti, ma il primo per la sua impor tanza, dovuto alio zelo instancabile di Tomaso Luciani, é formato da que! Regesti che vanno sotto il titolo di Senato Misti e Senalo Secreti, íncooiincíati a pubblícare nel 1888 (vol. III) e finiti nel 1909 (vol. XXIII). Sotto i! nome di Senato Misti s'intende - com/é noto - la piü antica serie di deliberazioni e di decreti del Senato veneto comprendente senza distinzíone atti di materia civile, crimínale, política ecc. Datano dal 1293, ma fino ai 1332 sono andati smarriti; per il periodo dal 1332 al 1336 non esiste che I'indice, quindi la serie continua fino al 1440. In quell'anno si istitui la .serie Se nato Secreti durata fino al 1630 per i decreti politici e diplomatici di maggior peso, lasciando al Senato Misti i soli decreti d'indole amministrativa,iquaíisí suddivísero in Senato Terra períl governodipaesí diterraferma e Senato Mare per ií governo dei paesi al mare. 1 fatti speciali vennero raggmppati in serie specíalí diRogatorum. Nel 1630 poi anche le serie Senato Secreti si divisero in Senato Corti per i decreti di política estera e Senato Rettori per i decreti di política interna (III, 1887, pp. 209-210; XXXVII, 1925, p. 262). La notizie riguardanti 1 'Istria contenute in questi Regesti sono numerosissime e, sotto la rubrica Cose dell'Istria, furono distribuíte nei vari volumi di "Atti e Memorie" dal IIÍ al XXIII, fornendo aglí studiosi un magazzino d'ínformazioni rare e fino allora scoiio­sciute, traite dali'Archivio del Senato veneto; ne esceun grandioso musaico di storía, "ii cui valore - scriveva con giustificato orgoglio il Benussi - sará degnamente apprezzato da tutti coloro che vi attingono quanto alia storia política, ecclesiastica, sociale e 10 ammínístrativa dell'Istria si connette" . Da un calcolo di Francesco Babudri, si tratte­rebbe di 10.317 notizie sugli argomenti piü disparati di cui non é possibile daré comunicazione in questa sede. Mi sia consenüío solo una campionatura su un tema di grande importanza, come quello della immigrazione favorita dalla Serenissima per ripopolare lTstria e per i! reclutamento di manodopera: cosí da una deliberazione del Senato Mare del 28 setiembre 1595 apprendiamo che "atiese le benemerenze acquistate da Giorgio Filippino, capo dei Morlacchi di Parenzo, nella coltivazione di que! territorio, tostoché avrá condotto, asue spese, come promise, cinque famiglie di altragíurisdizione ad abitare nella Prov. delPIstria, sia concessa a luí ed ai figli esenzione da tutte le 10 B. Beimssi, La Sacíela hiriana di ArcheologiaeStoria Patria nei prims queiranto, anni di vita, in AMSI XXXVII (1925), p. 262. Gíuscppe CUSCiTO: VENEZ!A E L'ISTRÍA NEÎ.L'ATTIVITA EDITORIALE DiiLLASOCIETA... , 53-60 gravezze reali e personali"11 . E un'altra deliberazione del Senato Mare del 4 giugno 1605, ritenendo necessario che gil Istriani non contrastino oltre la venuta dei nuovi abitanti nella loro provincia e che i pubbiíci rappresentarsti diano loro ogni favore, stabiüsce che il Capitano di Raspo, udite te ragioni accampate sui terreni assegnati ai nuovi sudditi, pronunci il suo giudizio inappeüabile . Ognuno s'avvede de 11'importanza di tali regesti sotto diversi proiiii, ma allora essi interessavano soprattutto per dimostrare la tarda penetrazíone dell'elemento slavo neiristria rornano-veneta e per contrastare con successo quegli scrittori slavi e slavofili che - come scriveva Bernardo Benussi nel suo bilancio per il quarantesimo délia Societa ístriana - "approfitíando deil 'incertezza délia nostra sloria provinciale per mancanza di document!... si credevano leciti di ven iré alie conclusioni le piu assurde sul conto della 13 ' nostra coltura ed itahanita . In quei iibri-iamenta sempre il Benussi - si poteva leggere che la popolazione primitiva deü'Istria fosse di origine slava, che Plstria fosse parte del regno di Teuta regina degii lüiri (sec. II1 a.C.), che agii apostoli slavi Ciriifo e Metodio spettasse il vanto di aver introdotto nell'Istria ii cristianesimo e la liturgia glagolitica, che un'ondata slava si fosse ríversata sullTstria dal monte al mare agli inizi del sec. XII, cosí che i Veneziani avrebbero trovato unTstria tutta slava. E lo stesso governo austríaco in un proclama del 1848 agli Siavi deil'ístria Ii incitava ad opporsi alie mene separatiste degli Italiani, ricordando che "il Litorale, prima che i Veneziani se ne impossessassero, era tutto sí a v« e che Venezia lo aveva in parte italianizzato"54 . Per contrastare questa stonografia interessata e tendenziosa, dopo il 1867, la Giunta provinciale istriana, con le dotazioni poste a sua disposizione dalla Dieta provinciale, aveva avviato la creazione di una Biblioteca e di un Archivio storico provinciale e aveva affidato a Tomaso Lucianí la trascrizione dei documenti dell'Archivio di Stato di 15 Venezia riguardanti ie relazioni fra ITstria e la Serenissima . La Giunta infatti, deside­rando tenere a Venezia un esperto corrispondente per gli studi di storia patria, fu ben lieta di potersi rivolgere al Luciani, che nel 1873 r!nuncio al posto di sotto-archivista presso i Frari di Venezia preferendo il contralto con la Giunta che lo impegnava a dedicarsi esclusivamente alia raccolta dei materiali da servire alia compiíazione della 11 Senato Mare. Cose áeü'ktria, in AMSIXIÍ (1996), p. 74. 12 Ibid., p. 109. Sui contrabbandí dei sali a Capodistria, Pirarlo e Muggia nella reiazione del Contariní (1587), cfr. AMSI VI, 1890, f). 413. Sugíi abusi rLeíFammimstrazione deifondac i e delle fragüeconírari aliafímlita di popolareefar coít i vare !a provincia nei prowediment i del Senato Mar e del 12 apriSe 1612, cfr. AMSIXÍI, 1896, p. 412. Per i prowediment i a favore di Muggia colpita da calamita naturali nei deliberati del Senato Mare del 7 novembr e 1572, cfr. AMSI, XI, 1895, p. 41. Per il contrabbando di sali a Capodistria, Pirano e Muggi a (1608), cfr. AMSÍ VII (1891), p. 146. Per trattative tra Muggia e Venezia nel 1411 (Senato Secrefci), cír. AMSI IV (1888); pp.270-271. 13 B. Benussi, l.x! societá ... dt.,p.25G . 14 Ibid. 15 Ibid., p. 251. M. Tamaro, m AMSI X (1894), p. 519. Giuseppe CUSCÎTO: VENEZIA E L'ISTRÍANELL'AITIVIT Á EDITORIALE DELLA SOCIETA;.., 53~<>0 storia dell'Istria16 Cosl dal 1873 al 1893 (a un anno dalla morte) il Luciani inviô periódicamente un ricchissimo materiale storico alla Giunta tratto dalle biblioteche e dagli archivi del Ve net o, di cui si giovô Carlo De Franceschi per il suo volume L 'Istria. Note storiche, uscito a Parenzo nel 1879. Lo siesso Luciani ne trasse quelle Notizie e documenti per la conoscenza delle cose istriane, apparse nel giornale "La Provincia dell'Istria" fra il 1873 e il 1874, e soprattutto il contributo Fond per la storia dell'Istria ne gli Archivi di Venezia piu volte ristampato, che ri su Ha í o scriíto piu dotto di questo collaboratore degli "Atti eMemorie"17, non menoesaltato per il suo forte impegno civile nella causa nazionale. Tutta una letteratura, frammeniaria ma imponente, aveva accompagnato e sorretto in quel tardo Ottocento il moto nazionale in Istria e Carlo De Franceschi fu il primo a chiedere l'opéra orgánica e completa: i'aveva sollecitata invano dal Kandler, invano 1 c I'aveva attesa dal Combi e dal Luciani, forse piu di lui preparati e agguerriti ; tuttavia toccô a lui settantenne compierla con quel titolo modesto di Note storiche che - secondo il giudizio dei contemporanei - da piu di quanto prometía. Egli infatti senti per l'lstria quelle che il Balbo aveva ser,tito per l'Italia; il "bisogno politicc e sociale" délia storia, In tal modo egli intendeva daré agli Istriani, con la coscienza del proprio passato, piu salda fede nel proprio avvenire político ed economico; contrastare le ambizioni straniere sull'Istria, germaniche e slave; far giungere alFltalia, con la docurneoLaziorse dei suoi 10 diritti, il monito al suo dovere nazjonale verso questa estrema régions orientale . Ma il tema délia venezianita sollecitava l'interesse di quegli studiosi anche sotto il profita araldico ed epigráfico; cosí negli "Atti e Memorie" de! 1895 Giovanni Vesnaver pubblicava un contributo su Stemmi e iscrizioni vende di Portole nell'htria, che gli consentiva di concludere sulla sólita linea dell'impegno civile: "e qui la storia a dimostrare che tutte le manifestazioni délia vita civile nel nostro paese non furono mai • 20 altrimenti che latine prima e italiane poi" . Al di la dell'edizione di fonti, non mancano anche alcuni studi specifici per lo piu sotto il profilo istituzionaie, come quello del De Veigottini su/_a costituzioneprovinciale dell'Istria nel tardo Medioevo21 , dove il noto storico del diritto riieva la mancanza di una organizzazione provinciale ordinaria in Istria fino alla fine del sec. XVI, quando il podesta - capitano di Capodistria - era ormai veramente divenuto ü governatore dell'î­ 22 stria veneziana che aveva finalmente raggtunta la sua sistemazione a provincia . In effetti, mentre il Friuli era passato sotto la Repubblica nel corso di un biennio (1419­ 1420), il marchesato d'Istria, in feu dato fin dal 1209 al patriarca di Aquileia, diventô veneziano solo a varie riprese e con hmghissimi intervaiíi fra loro (ira la dedizione di 16 E. Genzardi, Tomaso Luciani scrîttorc e patriota islriano, in AMSIXXXII (1920), p. 117. 17 ID., TomasoLuciani... cit., in AMSl XXXIII (1921), pp. 14-15. 18 F. Sata ta, Un precursora: Curio De Frtmceschí, iri AMSI XLI (1929), p . 10. 19 Ibid. 20 G. Vesnaver, Stemmi e iscrizioni venete di Portole ueU'Isiria, in AMSi XI (1895), p. 411. 21 AMSl XXXIX (1927), p. 99 ss. 22 Ibid., p. 31. Parenzo riel 1267 e la conquista di Pietrapelosa e Pinguente nel 1421 corro no 154 an ni!}, cosí che il carattere frammentario del passaggio deli'Isíria sotto la Repubbüca aveva 23 cancellato per Venezia le tracce del nesso provinciale istriano . Sempre sulla linea di una storia delle istituzioni, Gregorio De Totto studianegli "Atti e Memorie" del 1939-40 il sistema feudâle neil'Istria veneta34 . Non mancano in prosieguo di tempo ricerche su temí specifici, come ad esempio quella su L 'impero e ta "fideliías " delle citta istriane verso Venezia pubblicata dal De Vergottininel 194925 o quella su / reggitori di Pola pubblicata da Sergio Celia nel 196126 o la monografía di Cario De Franceschi iunior sulla Storia documentata della cantea di 2 7 Pisino , che peraltro interessa solo marginalmente i rapporti fra l'Istria e Venezia. Fqrse il contributo piu nuovo e stimolante apparso negli "Atti e Memorie" di questo dopoguerra per una rinnovata impostazione metodologica dello studio in parola si legge nel volume de! 1981-82 a firma di Giulio Cervani che si soffermava su un bilancio critico delle prime dieci annate degli "Atti del Centro di ricerche storiche di Rovigno". Rilevava lo studioso triestino come la coüaborazione italo-iugosJava intorno agli "Atti" rovignesi avesse prodotto risultati significaíivi per lo sforzo compiuto nel ripensare la storia deiristría al di la degli antichi nazionalismi di opposta estrazione e dei miti tardo-otto­ceníeschi, nel tentativo di cogliere nuove prospettive riportabili alla piu vasta storia de i l'Eu ropa moderna e contemporánea. In questo nuovo quadro critico, la presenza di Venezia .non viene sottovalutata, ma non e piu vista come determinante per lo sviluppo socio-econooiico della provincia istriana conforme all'ottica della storiografia liberal­nazionale: si tratta di un nuovo approccio al fatto storico che prevede non solo il ricupero delle élites domínanti, espressione di gruppi di potere, benst anche ii riconoscimento di gruppi eceti sociali subaltemi e sommersi m a non per questo irrilevanti28; e un approccio storico, questo, atiento alla condicione contadina e deíla proprieta, al mancaío rapporte, in época veneziana, fra citta e territorio in una fondamentale unita di popolo proprio mentre pestilenze e calamita di ogni genere, afflusso di Morlacchi e di immigrati di altre provenienze alterano ü tessuto sociale e demográfico della provincia2-9 e Capodistria e Muggia entrano ormai in una fase di forte declino perl'aumentata concorrenza di Trieste austríaca30 in relazíone ai traffici col retroterra sloveno e croato. 2 3 !bid.,p.l2. 24. G. D e Totto, Feitdi ejeuâatari ndiist ria veneta, in AMSÍ LI-L1I (1939-40), pp. 55-107. 25 AMSI I n.s. (1949), p. S7 ss. 26 AMSI IX n.s. (1961), p. 43 ss. 27 AMSI X-Xrin.s. (1964). 28 G. Cervani, GH "Atti" del Centro di Ricerche síorichedi Rovigno. Un decemúo díattwilá (1970-1980), in AMSI, XXIX-XXX n.s. (1981-82), p. 377. 2-9 ibid., p. 383. 30 ibid., pp . 381-382. GiuseppeCUSCITO: VENEZIA E I..'ISTRI A N EIX'ATTI VITA ED1T0R.IALE DELLA SOCIETA..., 53-60 POVZETEK Da bi se izognili dolgoèasnemu navajanju naslovov vseh 90 publikacij "Atti e Memorie della Societd !striana di Archeologia e Slona Patria " (Akti in spomini Istrskega društva za arheologijo in domoznanstvo), je prièujoèa raziskava potekala v treh tesno povezanih smereh: spoznavanje globljih vzgibov in zunajzgodovinskih namenov, ki so donedavna zanimali tržaško in istrsko zgodovinopisje, temeljeèe na beneški prisotnosti v Istri; kratka analiza uporabljenih metod in vsebin, ki jih je razikovalcem ponudilo istrsko društvo; drugaèen pristop in spremenjena zgodovinska obravnava dogodkov, ki smo jim v poslednjih letih prièa znotraj samega istrskega društva. Med najbolj inovativnbni in spodbudnimi ptispevki, v poslednjem èasu objavljenimi v "A tti e Memorie ", je èlanek avtorja Giulia Cervanija iz leta 1981-82, v katerem je omenjena študija metodološko drugaèe zastavljena. Avtor ugotavlja, da je italijansko-jugoslovansko sodelovanje pri rovinjskem "Zborniku" (Atti) dalo pomembne rezultate, zlasti še zahvaljujoè naporom, ki so bili vloženi v obravnavo zgodovine Istre na naèin, ki presega starodavne nacionalizme razliènega, nasprotujoèega si izvora ter predstave, ki izvirajo s konca prejšnjega stoletja, v prizadevanju zaznavanja novih vidikov, ki bi jih bilo mogoèe vkljuèiti v širšo zgodovino sodobne Evrope.