mm ORGANO DELL'UNIONE ANTIFASCISTA ITALO-Si A VA PER I CIRCONDARIO DELL’ ISTRIA Pirezione - Redazione - Ammin'. Via Santorio 26 - Capodistria tel. 170 ANNO V, No. 237 Capodistria, Lunedi 7 aprile CONTRO LA RISP0STÆ PELLA MOSTRI POPOLflZIONE ALLE MÆM0VRE i neofascisti Un grido, un grieto solo irrompente dallé nesire cittatíine, dai nostri vi!-laggi, dalle citiá della Jugoslavia é stata la risposta delia¡ retara gente alia teppa neofascista che al di ¡ü della linea di demarcazion|e, spalleg-giigfe dal Governo di Roma, ci ha falto vedere in piaña luce quali sono le pretese deU’attuale política! estera italiana. Trieste ha servito di pretesto per inscenare la gazzarra al grido di Filióle, Pola, Dalmazia e persino di Montenegro. L’imperialiismo »fraccione di Mússolini, fomentatore di guerre e portatore d¡ Iutti nel mondo, risorge in Italia in tutta la Sua impotente rabbia di sconíitto e rialza la cresta centro coloro che giá una volt a l’han-no fatto ridiscendere a testa bassa e a piedi scalzi dai colli e dalle coste che can tanta Itronfia boria aveva cafpestato. Dali’Isonzo, da Punta Grossa sino al Vardar il nostro papólo ha dimo-strato di non essere piü quello del-I’epoca di Pasic, che la Iotta condotta contro 1 conquistatori di ogni colare lo ha temprato rendendolo cosciente d1»! suo diritta, unito e pronto a di-fendere questo suo dttritto aid ogni costo. E ad esprimere le aspirazioni e la decisione del popoio s’é levata nel supremo consesso statale la voce del Capo del Govierno, Maresciallo Tito: «Vogllono ció ch’é nostro e ció ch’é nostro non lo di amo», «Nessuna decisione presa su Trieste in nostra assenza potra impegnarcin, «ia nostra forza fe nel nostro diritto». Questa monolítica unitá d’azione del nostro popoio e del Governo ci rende ancora piü decís i nella lotta in dlfesa di ció che abbiamo raggiunto a nrezzo di migliaia di vite umane. La decisa risposta d»¡ nnstri pó-poli alia gazzarra in piazza, e alia manovra ricattatoria del Governo di De Gasperi, ha fatto scemare negli ambiento ¡rredentistoci italiani l’eofo-ria, espressa in titoli cubitali sulla loro slampa, per quello che avrebbe-ro dovuto essere 1 risultati della tanto strombazzata riunione di Londra. La nostra azione ha fruttato un atteg-giamento piü rassicurante degli occidental! e la dl’lusione dello sciovini-sroo italiano. E’ ¡nel nostro diritto, peró, di non essere sodcüsfatti solo da affermazioni rassicuranti. Dove si discute diet ndstro popoio ó nel nostro diritto chiedere che ivi siano presentí i rappresentanti di qu»?I Governo che ha da sempre d¡-mostrato di tenere a cuore i nostri dirltti, le nostre conquiste sociaii e cazionali: del Govierno della RPFJ. Senza di ció ogni decisione presa non ha, per noi, nessun valore. Trieste non deve (essere la piazza d’azione dei manganeili della Celere, delle manette dei carabinieri e campo di manovra dell’accozzagiia neofascista. Alia stregua di Fiume, prima della secón da guerra mondiale, Trieste non deve essere il facile pretesto di nueve richieste del «retro-terra», la testa di ponte d!i nuovi ap-netiti imp-erialisti che la teppa neofascista giá grida nelle piazze e alia quale si uniscono, perché comuni so-no (le loro aspirazioni! e j. loro intento, gli agento cominformisti al soldo di Mosaa. Questa é la volunta della nostra popoíazione, questa é la volontá del popoio triestinoi. Da questa volontá nessuna manovra di piazza, nessuna subdala manovra diplomática né fiu-mi d’inchiostro menzognero e di parole nell’etere riustíjranno a smuo-Vj'rci. La decisione della popoíazione del r.ostro circondario di difendere le conquiste ottenute nella lotta di liberazíon; e nella difficile opera di edificazione socialista é og.gi indiscu-tibile. Nei giorni scorsi, I,e dimostra-zioni di migliáia e migliaia di person:?, le mozioni di tutte le categorie, dagli ex perseguitati politici, agli ex colonj ed ai sacerdoti, lo dimostrano. Questa nnione e questa fermezza che caratterizzano la lotta in difesa dei nostri dirltti sollevano nuovamen-te una endata di calunnie ¡dell’irre-dentismo sciovinlsta italiano contro la nostra zona. Dopo il «Dio stramale-dica g,li ingíesi» delle passate sefti-maa; e l’anticipata euforia per la conferenza di Londra, é n uovamente di turno ¡a campagna di caiunnie contro la Zona Jugoslavs del TLT per tener gonfio il nericolante pal-lone den’imperialismo italiano dinanzi Ella propria opinione pubhlica e per gettar,'? polvere negli occhi all’opinio-ne pubbiica mondiale. Nessuna campagna menzognera puó rsró smuovere la nostra popoíazione. Essa é uttlfia, decisa nella lotta, pronta ad agni atto dii solidarieiá verso il pctpolo trüestino che in ben piü tíiíficiii condizioni lotta per far aí-fermar? la propria volontü ed j: pro-pri diritti. M. B. UMITA' D' INTENT! E D’AZIO NOSTRISDIRITT La popoíazione di Trieste e della zona angloamericana, indignata per le gazzarre fasciste del 20 marzo e dei giorni seguenti e per i provve-dimenti del O. M. A. con i quali viene estesa a Trieste la legge eletto-rale italiana sugli apparentamenti, che costituisce una truffa a danno del popoio lavoratore, nonchè per l’accondiscendenza dimostrata dai governi della Gran Bretagna e degli USA verso gli appetiti imperialisti-ci del Governo di De Gasperi, ha elevato la sua voce di protesta per qiíesíi nuovi soprusi. II deciso atteggiamento preso dal cómp. Tito nel suo discorso ha dato nuova fiducia alie masse triestine ed ha infuso nuove energie alia loro lotta in difesa dei propri interes-si, cid che è dimostrato dai nume-rosi telegrammi inviati dalla popo-lazione al comp. Tito. Le organizzazioni democratiche ed I lavoratori delle fabbriche hanno inviato mozioni di protesta contro le manovre degli Imperialisti italiani che vorrebbero riportare a Trieste la camorra della burocrazia remana. I lavoratori delTILVA dicono nella loro protesta, fra l’altro: «Noi lavoratori dell’ILVA, che piü degli altri abbiamo sperimentato lo sf-ruttamento e Voppressione nazio-nale, chiediamo che non venga fatta altuna concessione al nazionalismo italiano. Esso non ha alcun diritto su Trieste poiché esso é sempre sta-to nemico degli interessi di Trieste. Noi díctamo: Via le maní da Trieste! I provocatori fascisti se ne va-dano! Noi abbiamo ottenuto, dopo tante lotte, almeno il mínimo di liberta, lottiamo ora per l’uguaglian-za nazionale ed abbiamo creato la lavoratori italiani fratellanza fra i e sloveni!» I lavoratori portuali, sempre in prima fila, hanno anch’essi riaffer-mato ha volontá di impediré il ri-torno del fascismo a Trieste. Cosí puré quelli della F. NI. S4 Ai, dei cantierii panettíeri, falegnami. Tutta la classe operaia, insomma, ha detto all’unisono: «Moi piü il fascismo a Trieste!» A quella dei lavoratori si é unita la voce di tutta la popoíazione. Gli abitanti di Servóla, s. Anua, s. Mad-dalena, Opicina, degli altri rioni cittadini e delle localitá dell’altiplano, tutte hanno elevato le loro proteste contro le velleitá del ri-sorgente fascismo e le mire imperia-listiche di Roma. rf .. . LETTERE DS SOLÉDÁRÍCTA' antifasciste di Trieste si sono fatte portatrici delle unanimi proteste dei \ Jk Ë B Æ, WBfüBtíB IÎI ‘W'tÊffl M‘W’F’ cittadini. Il Comitato esecutivo ¿él- » WÉfmM & §I»1.W L l’O. F. ha inviato al segretario generale dell’ONU una letterá nella quale denuncia i nuovi provvedi-menti antidemocratici prresi dal G.-M. A. in accondiscëndenza ai circo-li irredentisti e sciovinisti locali ed alie mire impérialiste del Governo di Roma; chiede che vengano ri-spettate le disposizioni del Tratta-to di pace e data soddisfazione alie giuste rivendicazioni della popola-zione triestina, in pariicolare di quella slovena. Tutte le organizzazioni Slovene di Trieste hanno inviato ai ministri Eden ed> Acheson una lettera nella quale richiamano l’attenzione dei Governi inglese ed americano sulle deleterie conseguenze che derive-rebbero da un’eventuale comparteci-pazione delVItoMa alV’amministra-zione della zona angloamericana e ricordano tutto il male compiuto daU’Italia ¡a Trieste nei riguardi della popoíazione slovena, in partico-lare durante i venticinque. anni della sua dominazione, nonchè l’attuale comportamento del Governo di Roma verso la minoranza slovena vívente in Italia. In tutte le organizzazioni base del-l’UAIS e mei collettlvi di lavoro del Cireoimdario hanno luego delle riunio-ni’ di massa durante le quali si discute sugli sviiknppi della situazione riiguarido a Trieste e sul discorso pro-nunciáito dal compagno Tito lunedi scórsió. La postra poipolazione esprime la sua gratitodiiime per il termo atteg-giamento assunto dal Marescialio Tito in difesa dei suoi interessi. Testimo-ni ne sono i numerosissimi telegram-mi che vengono' inviati ¡da taili riunáo-¡ni. I ¡lavoratori dell’ex «Ampelea» di Isola cosí dicoino ¡nel loro ¡mieisisagigio: «Aipprendenido il discorso ¡da Voi pronuncíate alTAssemtolea Federale, Vi ccimunjchiaimo di essere imeonidiziona-t amen le solidali con la ¡posizione decisa, presa n¡ei CQibfiromti deila sub-deia íniainéiy'ra prcimossa d¡a¡i governo italiano nei riguardi de.1 nostro Territorio. Abbiamo iottato pier essere finalmente litoeri e non voigliaimo che nes-su¡no si permietta di discutere sul Postro ¡destino polohfe questo lo abbiamo g'iá deciso con il sangue nella Lotta di Liberazione e ciofe di voler rima- nere per seimipre uniti a tutti i fra-térni popoli della JugoS’.avia socialista.» Lettere di soliidiarietá vengono puré imviate dai nostri collebtivi ai lavoratori di Trieste. Cosí ¡ lavoratori deU’Arrigoini, deH’Amipelea e de:!a Ce Langlaide hanno recapitato, tramite una delegazione di operal, una lette-¡ra alie operaie dello «Jutificio Trie-stiino», lettera che peró il Comitato aziendale, diretto dai cominlormisri, si fe guárdalo bene di portarla a co-rioscenza degli operai. Sabaro—pomerlgigio un migliaio di ex-coioin,] del buiese si so¡no dati con-vegno' nel loro centro distrettuale oe-miainifestare ¡la loro decisa volunta, noin solo di non voler nuovamente ’! rilorrio airinumano sfruttamento d?i vari Antcinimi, SauOe. ¡ecc. ma dli es-ser prenti a lottare affinché le conquiste, da loro ottenute nella lotta comiume con tutte le geníi dei nostro territorio, siano pórtate anche al di la della linea d¡¡ demarcazione. A Maresigo ¡s¡ sono ¡riuntl gli ex-perseguitati politici vhe hanno rievo-cato le nefandeizize perpétrate in qu-e- GRANDSOSE MANIFESTAZIONI POPOLAfíl M TUTTO SL PñESE Frémito di passione per Trieste In tutta la Jugoslavia si son,0’ svol-te e si stamno svoilg-endo tuttora im-poneinti mainiíestaziani di ¡protesta conibro le mainovre ¡della diplomazia italiana, tendenti a risolvere il problema ¡dii Trieste a ¡daono deg¡li ¡inte-ressj del ¡nostro paese e centro il fa-voreiggiamiento ¡dlei governi britanni-co ¡eid1 atníeriiicaino ¡dellie pretese ¡deu’im-perialismo ¡italiano. A Belgrado, pitre 200 mila persone hanno ¡manifestato la ¡loro solidarietü alia pioilitica dei Governo' ed al ferino attegigiaimeinto assunto dal .compagino Tito n¡e¡l suo recente discorso. Le masse dei lavoratori della ¡capitale1 si sono riversate suille strade ¡a nelle piaizze ¡ed ¡hanno esipiresso ¡lai ¡loro; vo-lo¡nta di cpporsi a qualBiasi manotvra per costringere In JUgoslaivia socialista. alta irinumcia dei siuoi diritti su Trieste;. Anche a Zagabria le manifestaizio-ni hanno avuto uin’imiponeinza seniza precedenti. Oltre 150.000 perenne han-no affoltato la piaizza ¡dalla Raputobliea ascoltainido ¡le parole d¡. vari oratori ohe ¡hanno so.ttol¡iinea.to la volontá dr tutto ¡1 popoio ¡di .non ¡permettere una rinascita del fascismo in Europa e di impe¡di¡rie .che venga data soddisf azione agli appetiti ¡deirimperalismo ¡ita-liainoi. In Bosnia le ¡manlíestaizioaíi scino¡ proseguite per tutta ¡la settimana. A Saraijevo, 70 mila dimestranti ¡hanno riaffermato la volontá d¡ esigere ü rispetto dei diritti del nostro ¡paese a¡ Trieste, i Anche a Fiume, Pola e melle altre localitá 'deUTstria, a Luissimipiccolo, Pisiino eic.c., ceintinaia di migliaia di mamifestainti ¡hanno esterinato ¡la loro scii'dar.iiatá con le parole del .compagino Tito e ccn l’azkme del governo. II Comitato esecutivo idlall’Unióme degli Italiani ha a.pprov.at.0. una mozio-ne ¡nella quale protesta contro le pre-tese ímperialistiche del Governo ¡di R.om¡a, su Trieste e si appeíla al pópelo italiano, aífiniché esso stromohi, dal suo maseare, ogini velleitá d,el ¡ri-sorgente fascismo in T,talla. In tutto il tótbrale sloveno il pepo-lo ha manifestato oomipattamente, Grandi manifeatazioni ha¡nno avuto luego ad Ajdussima, ¡Postumia ed in altre localitá. A Lubiana le dimostrazioni si sano protraitte per divers,i .giorni. Partico-larmente impoineinte ¡fe stata l’aoco-gilieinza tribútala ai depiutati al loro ritorno tía Belgrado,. 60 ¡miila persone gli ihamino attesi alia stazione. Ai ma-nifestainti ¡hamino parla,to i ccmpagnl AvSiC, LesikioSellc e Rieigiein¡f ¡che hanno, sotteiineato Ja comipattazza del papólo sloveino ¡nella lotta ¡per -una giüsta soluzione del protoileima di Trieste ed in ¡difesa cLeigli interessi ¡delle poipola-zio¡ni siovene oltre ,¡, eonfiini della madre patria. Il Comitato Cit'tadino Po-polare di Lubiana 'ha apiprovato una risoluziohe ¡nella quale condanna ¡la con.vocazione ¡della oqinferéniza di Lo¡n-dira senza la¡ ¡parteciipaziane del nor str¡o paese. I lavoratori della cultura e ¡dell’arte della Slovehia, hanno elevato anch’essi. ¡la loro voce ¡di protesta. ¡H noto scrittore ¡Bevüc France, vice presidente deU’Assemibilea Popolare Slo-vema, ¡ha paríalo alia Radio di Lubia-na riaffermaradio ¡l’nniitá del popoio sloveno mella lotta per i proipri diritti su Trieste. In tutta la Dalmazia hanno avuto luego -ccmiizi ¡di protesta e manlfesta-zioni. A Spalato, Sebenico ¡ed ¡in altre localitá ¡il pepolo ha manifestato per alcumi giorni di seguito. Anche nel ¡Montenegro si sono s.v,ol-te dimostrazioni in ogini localitá e cosí puré ín ’ tutta la Croazia e nella Macedonia. A ¡Stooplje, 50 mila persone hanno elevato la loro protesta cootro la ooinvoicazione della coinferen-za ¡d'i Londra ¡e ia¡ ¡política imperialista del ¡Governo italiano. Tullo il ¡nostro paese è percorso ¡da un frémito di indigin azione per le mire imperialistiohe del ¡Governo di Roma e ¡per l’aipipoggio che ¡i governi i¡n-gjleoe eid americano ¡danno allé sue pretese su territorio ■étnicamente ju-g'oslayi e liberaii con il sangue dei nostri ■ combattent!. ste Ierre dal fascismo italiano contro il quale -seno pronti a iottare come durante il verntieinquennio fascista. 1 Le subdole manovre ¡dello sciovini-smo italiamo. tese a minare la señala italiana nella Zona B per póteme fa-re ®o¡ oggetto della loro ¡infame propaganda sono state oggetto di una di-scussione del Comitato Esecutivo del-l’Unione degli Italiani per il Circon-da¡r,io deli’Istria che alia fine della riunione ha ¡inviato al Gomitato Popóla) e Circo,ndariale ¡per ¡l’Istria una Reitera nella quale si dice fra l’altro: «L’tóiffáme siste¡ma pseto dal CLN par aiwin¡giiiar¡e le siue vittime é diagno dei suoi raRpreBecltaniti. II de'naro, offerio agli impiutiati sotto fo¡r¡ma di «¡eqiuiparazione», é ¡servito a legare projgiressivaime.nite coloro che a que! denairo avevano fatto abitadme, 5o¡rtam¡do¡li fi¡n¡o aí punto da divenir cÁSlaboratori del loro servirlo segreto d’infoMrtazioni, meit-tendoii corutro i comuni interessi del popoio lavoratore del nostro CipOondiario, cemoanido perlino di far mietitere in atto l¡e ddretiive di sabotare l’inisegn,amento nelle •'scuo-le itailiane, impartidlo dal rappire-sentante ¡d¡el Governo itialano Giu-beilli, con Tevidenite scoi», di aiccu-sare po¡i di questa siituaizione il Po-tere Po,potare, PAminiRtraziene Mililt'are diall’Armaita Jugosiava e l¡e istitaizioni d eimooratiohe. Di fronte a simili manovre, il Coimiiato Ésecuitivo detrUnione degli Italiani, sentendo/si respousabile veirso i proipri eoinnazionali delle sonti che potrébbe subiré l’ediuca-zdone del loro figli e puré della sor-té deg'i inségnanti medesiimi, maniré richiama rattenzione dei geni-tori, si appella al Comitato Popolare Circondariale dellTstiria affinché fatti a.naloghi non abbiano piü a ripeteirsi. Initeripreitando il sienitimento di tutti i democratiici italiani del Cir-condario dell’Iiatri'a, il Comitato Ese-cii.ivo delTUnione degli Italiani esi-ge che le nostre souple rispondano ai rogiuilsiti di fratellaniza a di arnore fra le popoiaizioni q¡ui conviventi e pos sapo e¡ducare una generazione ¡scevra di preeoncetti naziémalíslici, ¡razziaXi e reliigioisi. A tale sooipo propone una sem-pre piü sitreitfca collalborazione tra le souolie italiane e TUnione degli Italiani tramite i suoi Circoli di Cuitara. L¡e nostre scuole devono d'aire degli uomini liberi, in una libera so-cieuá so'Cial'ista.» ■LA MANIÍEST&IOM a viruhglio Dopo le granidioise mainifesíazioni popolari di luneidí scorso a Caipotíis-tria, Isola, Pirano, Buie ha avuto luo-g¡o mariedl 1 aprile ¡un’ailt-ra grande tíi-m,ostrazioin¡e a- Verteneglio. cui han-no parte,cipato cinca 6.000 ipersone. Anche ¡1 ¡popoio di q¡uel settore ha voluto uniré la sua voce alTunanlme protesta che in questi giorni si leva in tutto il nostro circondario contro le mainovre degli Irredentisti e ¡degli sciovinisti italiani sulla questione d'i Trieste. Sin dal ¡prime ore ¡del pomeriggio, folti gruppi d'i dimestranti sono iinico-mtaciati a¡d afflulre dalle localitá vi-cine ¡agitando bandiére ¡e scritte e cantando toral irivcluz'icinari. All’entrata (Continua in IV pagina) LA C0MFERENZA 0! LONDRA E GLI ÏNTRIGHI DI ROMA Si soino iniziaite a Londra gi'ove-di scorso le conveinsazioini tra i rap-prasenlianiti dei governi italiano, inglése e statiumiitenise «per i’esame dei provved'ime¡niti ¡nella zona A dei TLT a¡toi aid aissiiouirare una piü stretta colilaborazioine tira di "loro e con le auitoriitá locali». Quesite le parole -con le qiuali il 27 marzo ve-niva uffjqiaimente anniunciata la conifereiniza' ¡tiripa'rtita' di Londra. Nei giorni che hanno preefeduto i,l suo inizio non sono carto mancati i comimenti e le previisioni siutla poir-lata della conferenza. Sono State prosipitlltsiie tafite le ipotesi, anche que,lie piü asisuride quale ad eisem-pio la oeisisióne deil’Eimimimstra’zionie militare e civiile deila zona A del teritonio alie autorita iitaliane. Da questa pirceipeittiva limite si é poi paasati a to;ni piiu moídetraiti, sino a.1 pumlo che il ccirrilsipoindemte d¡a Londra del foiglio irreidentiGita il «Gior-nit.íc di Trieste» scrivava quattro giorni aiddietro che «¡piü si avVicina il comveigno tripartito e piü nelle previsión i degli ¡ufficiosi i suoi obi-ettivi dive,citano circos omití». Dopo il primo, memento di eiufoiria, depo reasru.- i'asiBfio ps¡r le conceisisicni elet- al G. M. A. di Triesis E’ state pubblicato ieri da testo del memorándum recapitato il 20 ma-zo di queGt’aminó dal Governo deila RF-PJ aill’Ammiiinistrazione Militare Alicata dii Trieste. Alia fine d¡e¡l memoriaie i,l Governo della RFiPJ esprime la aperamza che Sla pioisisiiblile adárve ñire a col toqui .amiichevoli, a¡l fine di trovare la vía per ,l,a soiluzione di almeno alcuní prcblemi fcndameniali della popola-zioine sloveina delta zona a¡ng,lo-am¡e-ricana .del TLT. PVajripia, dicicuimieintazioine miette in rüievo che l’uso della lingo a slovena non ¡fe tuttora consentito; neimmeno nei triibunali, per no¡n parlare degli en¡t,¡ amminisrrativj edi eooinomici. Le souc.'.e siovene si trovan,o, in ¡posi-zicine ¡d'iimipariiitá. risipietto a ¡quaile ita-llane. AUa .presiideinza delia zoma non c’é nciiÁjn ranpresein,tante ¡dalla ipo-potaizioaie sloveha. ecc. ÜIŒIIIÜEÜT© ÉkLhñ Il 3 c. m., in occasiane deli’VIII an-niversario deila sua costituzione, i membri del comanrío della «Brigaía Trieste», ciie combat è in seno a! IX. Cerco deH’Esercito Popolare di Libe-razione, seno stall ricevuti dal co!. Miles Eisrr.alovir. com¡andinte della YUJNA, intrattbnendosi con lui in cordiale colloquio. mum........................nu.......immun.mim..........mini LA “PERLA,. MA6610BE DEL "COVO DI TIA CATANA., MONS. SANTfflf - «IL PASTORE DELL' ANTICRISTO» TUTTOî IL POPOLO DI CAPODISTRIA HA VIBRAT AMENTE PROTEST/ TO CONTRO LE MANOVRE DEI cOIMiliNFORMISTI E DEGLI IRRE-DENiTISTI AI DANNI DEL T. L. T. Oitre il ciitato caso delle fami-glie di Rukavaic che, per non sot-tcottare alie asaunde ed ¡iiniumane Lmipasiizicni dei veaeovo Satín, abiu-raraino dalia reiligiome catfoliica, n;u-meresi altri aibiitanti ¡déi. villaggi di Vodke, Dañe e Brest sagtttrono ü lord eisempiio pasBáihiib al oulito or-to.de,siso. Ghl scrive, su pre¡eis.e infcirm¡azio-ni avute dal veaccvo Paigar, infor-mri'riraimaiin materia, fu in grado nel 1934 — prots'pei',t¡ain¡diO¡ alie alte afere del Vaticano (aliara non era di moda apedire teilagirammi a,l caird. feeiCiman, telegirammi che d’ailtron-ds eramo inutili poiché anche pres-s:> le ge.rarchie ecclesiastíche ed i cattolici del «Nucivo Mando» Mus-solini era in concetíO' di santitá, avcindo «sohiacoi'aito, ía te'sta al drago rosta in Italia,») i gravi danni den iv_ :i alia Chiiesa cattotica dalla mrni.iacsitá della pcíitica snaziona-¡izzs.lrice deba ge¡niti slaive della no-í¡.va Rogione, praticata dal' fascismo cc.n la voloníeresa oreíiazione e !a complkíi.á di ceiriti el.emenli del clero alto e baissó — fu in grado, ripsliamo di de,rumiara il folio che mógliaia di sloveni cattn-lici sia della Regione come della Jugcsliérvia, ccmprE.si numeirosi loro Sarcoí¡ácito, aveivano apostalaito dalla fciia cailtoliica perdhé non. potevamo tr.lleraire o parché esacerbati dalle asnbnde impasiizioni linguisitiiche in atto. Fu anzi in questa oocasiome che lo scirivemie irrconilró, sappure maische-raito dalle dovute cortósie, un rifiu-to.di ¡udfeimza da paixite del ger.ovese ca¡rd. Pi'zzardo, al!ora Segretario di Sta/to, il quale — infórmalo che l’airgomento da disciutieire' doveva es-ssre il biaaim&vole silenzio del Vaticano, dii tirante al deiiittuo'So ope¡rs-to del fascismo dentro, e fiuoiri delle chiese della Regione — volle evitare 1;1 riisichio d¡i nluovl patemi d’a-nimo dopo, il terror,e da¡ luii súbito pcic'hi annii prima (1931) quando, praslidenido l’Azione Cattolica, era stsllo peirisoinaimetnte oggetto di fe-rc¡ci aittaicchi, e giravi minaccie da paute del fascismo stesso. Frailifcanto Muissolini aveva inga,g-grato le «f&i'lildiich© bbittaglie del gramo,» con le quali voleva rendete 1’,Italia auitarchica per sfidare ed iriiildeirisi (sparando niultrite salve di peTínaochie coinitiro, lo sitramaledetto briitenniico Bdem) deille «iniique san-ziomi» che avevano saiiultaito le ,sue briigainitesclhe avivemitiuire imperial i in térra d’Africa eid il ou-i riicordo é ot.ato eiterniaito., come momuimerajto del diispxezz'O1 e delTodid faiscisita, in o-gni sede njuiniici,pa;le italiana mag-gicire o¡ mita,ore. E il vasioovo Sanitini — nota soid-diiisiaitito, deiilte1 baneimeretaze fasiciste giá áéiqiuMbé coin la SiUia azioine a fondo coimtiro la lingiua croata ¡nelle chiese e comitro i oatttoilici croati che nelilia «Italia ridonata da¡ Musso-limi a iDid» ¡eid in pierna «Era F¡a¡s¡cista¡» ard-ivano. usare ancora íl loro «barbara» iidiioima — initravvilde,. súbito lia magnifica poissi'biil'i'tá di salir,e s,gli ono:ri degli aditari, formando néjla' suia diócesi le legioni dei * «vediiti deila baittagliá del grano» di cui egli ERsuime il cómamelo agli or-dini del «Duce». La battaglia, che portó la dis'tiru-ziane e lo- sterminio dei vigneti — che CfCiatíiJtiuivano l¡a mag'gior risorsa i aricóla della Liburnia. — si conduise con esiito, trionlaie per il ve-sccivo, Sanílin che, co¡n «moitu pro-prioi» di sua maestà il re d’itaïia e d’Alibainia, noiniché impeiraitore a’Eti-ap.iia, veone insiga;’o del totolo di Grande Uifficiale délia Corona d’I-talia e, peir di piü, venue premíalo deil suo comandante supremo, oissia da Mussolini, con la mediagíia d’O.ro, nel montre gli aigricoltori della sua diócesi riseintono tattora i danni ca-us'ffiti ai loro vigneti da quella bat-taglia. La prava piü concreta e manifesta che il veiscovo San'tin fosse co-gnito dei danni derivamti agli agri-coltoiri dalla baíitaglia del gramo, che e-gld qu'inidi opérasse in mala fe-de e coin l’eviidente scopo di render-si maggioirmeitabe benemérito de¡l fascismo, quella, prava è data proprio dal suo alituale, organo di Azioine Gattoilica, oissia da «Viita Nuoiva,», la quale, nel suo numero del 15 dic. 1951, scrive téisitu'almienltéí «¡Durante ia sua permanenza a Fiiume (San-tin) feee piantare vito ed a,liberi da fruStS ntalla caitapaigma dal Seminario a Laurana.» Ció .significa che nella «¡campagna del Semine rio» -to cui reddiito anda-va a betaiíicio suo¡ e dei niuovi le-viiti da liui deistinati aid evaingeliiz-z,aire le getati della dtooeisi di Fiume nel obre dere, obbedire, e coimbaitte-rei» del itaesísi-á. di Pr.edaippio — il vesccvo Santon si guaindaiva bene dal comibatteire la batitaglia dfel grano, ben sapsn'do quatato piü rediditizi, pe,r il preiseinte e l’avve'nire, riisiul-iiessiro i viigneti e gli alltieiri da i'rulUto. La ateissa «Villa Nuovai» aggiidtaige, «sfidandcci a pro vare il contraria», che il veisicovo Satatin «fu l’uhiico che non anidó'a Roma a ricevere la medlaigilla d’o¡ro concesisa dal Goiver-no faisiciB'ta». E noi coinveniaimo pie-namen'te siu questo paintiicodare, porche era ovvio che il «Governo fascista», bein. compireiso dei gran-dd meriiti di questo vescovo «veramente italiano siugli spalti aii confini oirietatald della Patria'», gli riispiar-miEisise le noie ed i fastidi di un tungo viagigio da Fiuime a Roma e viceversa. Inolitrie la consegna delia me-d'agl'ia d’oiro, efifeitt,paita dal prefetto con «isolenne ed austera ceirimoniai», alia quale avrebibero presenzialto «¡eni'iuisiavitiiCEimieinltei» con carto,lina precet'to le «ibailde» camiicie neire e le formaeioni d¡e,Va G. I. L. di Fiu-¡Continua ia II pagina CpliitiitÉ sterica Nella í.mpossibilitá di smentire le gravi accuse tormulate contro il ía-scismo iu un mamoriale d i vescovo di Vicenza, mans, Ridolíi, noto per i suoi sentiment) di vera itaiia-nità, Mussolini oppose, con ¡mano nervosa, la annotazione: ;«Tutte falsitáH. Mo-ns. iSantin, apostolo della religio-!?,? dei Iltiorio in queste terre e con-ürauators dleli’opera del compianto «Duce», mella impossibiütá di smentire quianto atfermano oggi i sacer-«toti della Zona B ¡sulle elfettive con-dizicnl dei clero qui da¡ noi e sulla libertá diet omito religiosa, dichlara «nel modo piü esplicito che la lettera (da essi compjlata) è falsa». tarali oitteinuite dal GMA a Trieste, in aperta contraddizione con le clausule del trattaito di pace, anche gli sciovinisti italiani sono andati evi-dentemeitate a abatiere contro 1.1 muro della reailtá e devono eisisersi almeno pauzia tone tale resi canto che oitre certi limiiti non si puó decen-temenlte a,nid¡are¡. Ció non significa che a Roma si sia divaniuti piu mo-derati o piü oibieíitivi. Significa soto che fctrsie nei cireoili respons,abito italiam si é notaito con di,s¡ap¡piun¡to che la viá delile loro pireitese é piü difíiicile di quanibo ad essii sem-braisise n¡el momento deireuforia, So-pratutito ¡dieve eisis-emsii noitato che le ioiro gaizizairre, le imdnaiccie e le pressio-ni tao.n hanno, fatto, aileuna impireissione su chi erano- ¡d'irette: la Jiugoisilavia. II discorso deciiso e inieiquiivacaibile dii Tito, la, protata rieazione dei papoili juigosiavi alie pretese deli’impeirialiissno fascista, devono ave¡r falto comprendere a Roma, che certi siBitemi sono per lo meno passati d¡i moda, A Londra, i r.appnesenitanti italia-¡ni faranno mu,ove prasisioni sugili anig,lo¡ameiricani in ñame di queila alie¡anza atlainitica ohe per il gover-no itaiiano- é eviideintemente un meiz-zo per soisitenare le propri,e pretese a danino di chi non é membro di eissa. Per to governo italiano si ¡trat-ta dii mígiioiraire le propxie posizio-ni in zona A, prima di pxemere piü avaati in üirezione dalla zona B ed oiLre. La conferenza di Londra do-vrtibbe sarvrre a Roma per ouenere nuavie cónjceisisionii nella zona angloamericana del ¡tenritorio, quale condicione e preiceidente per avere mol-to di piü, in queila fase diplomática che De Gasperi h-a delito essere iniziaíta sulbito dopo la conferenza atlántica di Listaoina. In altre parole, si vuole creare a¡ Triaste uno sitato di falto tale da pragiiudicare ogni po'sisiibilitá di diisouiteirie con la Ju)J¡M¡ayia. A Palaizzo C-hiigi s; é aríermato ¡che la oonfeirenza ionidine-se é soto «il paaso, iniziaie e r:assí-ouratore ahe poitrá íaci.itere .utae-riori svíiupipi per la saíiuizioine integróle dal problema del TLT». Si traüta natanaimenite deila soluizionq italiana. Roim¡a, la cui sovranita sul TLT é’cessata il 15 .setiembre 47 in base atol’,ártico,lo 21, parágrafo 2, diel trat-taito di pace, ha giá sin troppi pri-vilegi in zona A. Un atoro, passo sulla vi'a dalle coinicasisiioni sigmii-cheiretobe una nuova a ancor piü grave violiaziioine del tratóato di pace. Gli ammimlsitraittori íidiuiciari inglasi ed amaricam oltre i limito attaaii non pos.soino aidare, se non v-cigiiono preigiiludicaire da una parte ogni poisisibilitá di negoiziati di-retiti tra la Jiugoslaivia e Titalia. che Edén ed Acheison hanno comermato carne miigliore mez:zo per ris.oivere daifiniitivameinite l¡a qiuestione trie-stiina, e diaU’altra non vogiliono for-nline nidove armi alie sipeciulazioni di Mosca. Ceden/do ancora alie pretese dei governo italiano, Lonidira e Washinigtoin rendEireibbero in definitiva un cautivo sexvizio. alia causa dieiila defesa comiune comiro 1’ag-graasore. Gomunque, indiipenjd'etatem'ente dai ¡risiultiati della coinfereniza l¡otad;inese, i cui limito sono lá dov,e i tiraittati dlrentano pezizi di carta, l’assenza della Jugostevia non solo ne riduice fbrtemetate la pártate, ma ne invalida sositanziaimeinite a piriori le con-ciusiuta). Qualiunque queiste possano essere, non potranno avere alcun valore impeig,nativo, pe:r la Jugosliavia. Disicntere delle quesitioiriii del TLT slgniificié discutere direttametate degli inieressi naEioinaili iiugóslavi, e ció nota si puó oivviatnenie fiare in assenza delia párate piü intareásata. Noin basta dire che i riisjulltáiti della conferenza non preigindicíherianno ia soluzione definitiva dalia qúesltione nei s,uo ccimipléisso. Queisiti risultati, aiime-no nti.iie inteinizioni di Roma, ctovrelbberá po.rtare ad una maiggio-re itateirferenza iitadiana negta ai'fari ■ itateiroi d¡2¡l TLT, e- in quanto t,a.li pregiJudiicatao se,ríame,tata la ¡solü- ■ zioine deil proiblema. _L’opinione pub-büca jffigcisierva ha giá dimostrato Suilfiicentemenite dii considerare ii-leciío il solo accingersi alia discus-sione di queiStootai che itataccaho gli initeressd della JiU'gtjslavia. senza la parteicipaizione di queisita. Roma viuo-te ott enere in zona A una posizione tale da pater poi porre separata-mente la cosidldeMa qiueisitione deila zoma B. Non é affáitto di questa che si triatta. Non esiiste una qiacutiojie della zona B, ma una questo,orne del territorio di Trieste che deye es-¡sere risoíla d’aocoMo ¡tra i due pde-si interes'saiti. A Roma non si vuole que,sito, aacorido. Se gli ojéoidnnialj in-vece¡ lo xiltangono veramente neces-sairio, sono, araicora ton temipo a,d evitare di piragiudicairlo a Lonidird, non ceideinido a¡lle¡ pretese e- ai ricatti d.eU’iimperialiBmo iláüano. Renzo Franchi PAftXNA 2 «LA N O S TR A' L O T T A » IMPORTANTE BRANCHIA PELLA VITA ECONOMICA 8L MOSTRO COMMERCIO Elimínate le giacenze - Le vendite a rate -Una sede decorosa alia Cassa di Risparmio Ci si amo propoSÍi di -trattaire a-1-cupj qi¡;6Stj£¡ nj.. rig-parda-n^i, il nostro commaricio si-a interno che estero alio ssoppi Ri rdaí'e il- ppsjltt-o modesto di qye- s;a brantíiia drlla jo- stra vita económica e per porgare a conoscíenza pipi no'st-ri lettori"gli aspeiü aU-uai.L,e. le.... p-rdspettiva di tale rart^...' 3¡ .,,, ■ „ .Del pa'ssato «íoi suoi- punti, con le.tes5e.re, coi -pegq-zi e .vetafine qua-ái.vuot.i.non vogliamo parlare, Quan-ttiüeiue --ánche questa sia -sítala una fase inevitabrle- del nostro cammi-no, se non. per prenderlo come termine di confronto con le attuaü ce-nldizioni. Quella voilta — e non é un’epoca remota — la qualitá e l’a-spetto dei ..pirodotti ave-vano un’im-portanza -seeandaria, d-alto che per la-scarsiitá delle merci e per i rile-vanrti qiuantitativi di moneita- in cir-ccrlazione, tutt» veniva acquiis-tato. Ció natiuralmente raen stimol-ava le aziemde .co-mmer-ciali e meno ancora q-uelle -pxodiuttive a curare la qualitá dei lciro proidiotti, menfcre la reclame,, in ¡tutti i suo-i molteplici asipetti non esisteva. sL’tnJtroduzione repentina del nuo-■m sistema económico e la rivolu-ziafie ¡ich’esso ha p-roido-tito, - partico-lasrnenite- ne-1 campo commerciale, tra-om-osso in qualche difficoltá -le aziende di que-sto ramo che si sono tróvate ccn una scoirta notevole di merci della gestione precediente inven d-iibili causa. le mutate esigen-ze ¿ei consumatori. Dopo ofcto mesi del nuevo sistema, o co-n svendite a for-t-r, ribássi o con altri meto di, possisma - affe-rmare che le nostre azi-ead®. ccimmierciali sono riius-cite a lifceraiJiSi di questo n-on indif-ferente peso morto che ostaooilava la loro nórmale gestione e che oggi la cir-c.qlazione delle merci piuó conside-rsjgs-i; q-uaisi nórmale. Pptreihbe apparire che la vendita dejit- -merci piü costase, come i mo-b{.l-i;;e- simili -sia del totto- stagnante sia .por ii loro preizzo non lleve che por.,1a manicaniza del sistema di ve-n-oWite a rate. Dobbiamo accennare a tale . propcisjto che la falegna-meria «Rro-lete-r» di Rule ha intirodoibto in o.uie,sti gio-rni qu-el sistema a-ggiun-gend-ú pg-ró che dei s-uoi risu-l-tati praltici non -si puó ancora parlare. La vendita a rate é stata introdot-ta «raioh-e - in Ju'gcslavia é ció ha frito sorger-e riiohie-s-te analc-ghe sia ne'gli ambi-e-niti comme-rciali nost-ri che tra i ¡.eonaumatori. ■La-delé-gazio-ne per il commexcio del CPD di Capodistiria, interroigata dál ncairO reidattore, si éespressa in' serrS'.) sfó vori.* 1 * * * * * * * volé motivando ció con la mancan,za -di cer-s-onaie' esperto hc-h--só-l-o :pér da-vendita a rate ■ «na, in-'-ím ce-rt-o modo, - anche per __ _____JL——. ——_______________________ Qiarie per viaggi ■■■ sieüla Zona A sul rimbcriso. delle s-pe-se a-gli ope-rai, -impiegaii e dipendenti che vi-aggiano nella Zona britannico-amaric^na del TLT. "pg-r...i yiaggi di. se-r.vizio- n-ella Zo-n-a -britannico-a-m-ericana del TLT -spetta il ri-mibors.o d-eile spese di viaggio come seg-ue: 1. por una per-manenza nella Zona bi jlannico-ame-r-icana. minare di 8 ore viene ricóno-seiuto ai dipen-dent.i g .ciperai, dal 21° griuppo di paga in eu, il fcirfait di trasíerta riel'.’irapoilo di 1.000 MLilre, ag-li al-tfi di/penidienti e operad invece 800 Mi.,: re; 2. par una .permain-enza da 8 a 16 ore viene rieo-ncisiciuito- ai dipendenti e o-perai dal 21° giruppo di paga- in su- il íoriait di trasfe-n'.a nell’iimpor--t.o. d-i 1.700 MLire, aigli alitri d-ipen-denti invece 1.500 MLire; 3. per ulna perm-anenza per piü di 16- o-re viene rico-nosciuto ai dipen-idtoti e cpeirai dal 219 gnuppo di paga in su il fo-rfait di tra-sferta nelTirnipor'to di 3.000 MLire, a-gli al--t-ri dipcnidenti e o-pe-rai inve-ce 2.800 MLire. ■ Met'.'fciríait di íra-sfenta sono co.m-pre-se- tuitt-e le. spese di viaggio ed anche il’ trasporto. L» presente disposizione ha viigcire inmediato.; il commercio ÉtiBua-le. Nella vendita ratéale, d^fíatiti,: r,es^zioine -de-lle rate. cadre,bió,e.....se noin su ,ogni nego-zio, pe-r lo meno s-u tut-t-e le azien-de ccim-mercia-li. e-d al-tre-ttanto vale deíl-a 1-espon.sabiliitá per la cónce-s-sio.ne delle vendite a rate. Tali fatti porte-reibbe-ro- immancatbilmente ad un aumento d-el per-s-onale ammini-sitr-a-tivo e a-d un notevole aumento della mole di la-vo-ro nelle aziende cc-mi^a-erciali che il per-sonale a-ttu-ale non sareibbe in grado di as-sol-vare. , Comunque la sumenziona-ta deleigiazione non, escinde rintradu-zione d-e-1 siet-ema di vend-ite rateali, anzi la da per centa in un prosisimo futuro eid é in questo senso che le azienld-e commer-ciall dovra-nno pre-paransi sia per q-uamto rig-uarda la prapariaziooe profasisionale dei qua-dri carne per la areaeione di coir-ris-pondienti f-on-di di risenva pro-pri per non davar -rieorrare, in caso di vendite rateali, a creiditii ihancari. La vendita dei moibili e merci si-mili. pe-ró puó riteneirsi ugualmen-te a un livello discreto, poich-é al posto della. venidita a rate esiste la Cassa di Risparmio che a tale sicopo concede, con una certa larg-he-zza, a palto di avere le doviute garan- zie, crediti pagaibi-lí in rate men-siíi con scadenza m-asisi-ma di dieci roasi. Di quea.ti crediti- la popola-zicne si -serve con un ritmo sempre eréis,cenite per fare gli a-cqiuiisiti in parola. Nel 1951 la pre-detta Cassa ha conce-sso a tale scopo 249 pre-s-titi, mentre solo fino al 31 marzo 1952 ne ha co-ncesiso ben 142, cifra che rio-n denota, come a prima vista si' pcltirebbe cred-ere, una diminu-zipne n-ella capacita d’aQquilsto del-la popolazion-e, ma- u-n airriocihi-men-to di quali-tá e di assortim-ento- ded-le me-rci esisien'ti, che semipre piü co-rriap-ondono al guato della no-stra po-pola-zione la quale di coinseguen-za ricorre anche al crédito- per po-ter fare 1’acqui-sto. A proposito della Caissa, di Riisparmio do-bbiamo dire ohe la- sede di queis-ta, co-rtie anche il n-umeiro del pers-onale non cc-rriispondono affatto alie mutaite eisigenze e ohe urgo-no provvedi-memti in mérito. iSull-a speci-alizzazio-ne dei negozi, sulla capacitá profesis-ionale dei di-penden-ti, siu-iraBsortimenito attuale, sulla reclame e in geneire s-ul commercio estero rimamdiamo i lettori al prosisimo numero. MB OALANO I COSTI DELL*INDUSTRIA EDILE della Valle dei Quieto Mimoima dw'é? Non é un paesaiggio delle Alpi in pieno invernó e nemmeno una va-langa pre-cipitaitasi su qiualche straida di Tolmino. La foto che qui -so-pra ripontiamo é stata faitlta il 3 aprile c. m. a poichii ohiilomietri da Ca-podistria, Rsisa ci presenta la cava dii Cernika-l, a meta strada fra Capodistria ed Erpielle, ricoiperta dadla neve-, II noisitro foitografo chie si recava a Fiume, ha doivuto proprio qiu-i meltitere il punto al proprio viaggio. La -neve s’era erta a barriera inlsoirmonltabile per ie quatibro ruóte dell’au-to-molbiüe. Ne ha appr-ofititato per fare una' foto che ci mos-tra- le p-az-zie di ginesta piii-mavara. - Sui fio-ri e campi -araiti sono -soes-e- le- raif-fiche- -della boira, e il fredido che ci ha fatto l-evare di nuovo i paistrani ereduti sepoliti per ailouni m-eis-i, Sulle a-litiure é ridiscesa la neve. Ma la primavera do-v’é? UN NUOVO STIMOLO ALLA PRODUZIONE AGRICOLA LA RIDUZIONE DEL PREZZI DELLE MERCI PER L1 ÄGRCIOLTURÄ E LA PESCA Superfosíati 80 per cento, solíato di rame 35 per cento In questi giorni -i-l Camitato Popo-lare C-ir-coindariale ha emanato -un’-or-di-namza -c-he i-ncomtrerà -sen-za idluibbio il favore di tutti i ncstr.i- -produ-ttori agri-coli e de¡ pesica-tori, sia di quelli asso-ciati ne-1 sette-re cocperativistico che d¡ que-lli individúan. Ccin tale ordinanza si iprev-ede -una notevole riduzio-ne -di ip-rez-zi pe-r -t-utti -i proidio-tti neiceissari ad -i-ncre-menitare la nostira a-g-ricoltura- e ,1a pesca. I euperfosfati haSno, ad ese-mpio, una -riduzioine d-eai’80%; ál calcio ciana--m-ide del 65%; il soif ato- di rame del 35%; -le macchine agricole di -pro'du-ziorn-e nazi-cuate del 50%, quelle d’impon azicne del 20% e-cc. Ta-li ridu-zioni sono previste per tutte le cooperative, aziende a-g-riccle statali e prodütto-ri ,-in-d.ividiuali. Que-sti ultimi non po-trainmo ibe-nef-iciiare s-olo -delle ridu-zioini- ccm-cesse per 1-e macchine agricole. - Le riduzio-ni in -parola nc-n si o-tí-e-r-ran-no per -quantita-tivii i-Uiimi-nati di merci, ma -per i qusn-titaitivi iindispen-sab-iili ad una deter-minata ecoin-omia a-gricola. A tale scopo i Oomítati Po-polari lo-cal-i saran-no tra - poco for-niti di sipeciali toucin-i ch’essi distri-bu-irarido gratuit aimante alió singóle cooperative agricole, prc-prietari privât 1, ai p-escat-or-i regi-stra-ti," tenehdo presente solo le neic-cesi-tá dei-la loro t-erra e rlsp-etti-vamante -della -loro aï tre-zz atu-r a peseh»r ec c i a. La societá storiograíica degli studenti piranesi Fr-a gli -studlein-t-i déll Ginna-siio-Li-ceo di Piiramo- si è canstituita una s-ocistá -stciriio|g'¡rafiioa, coin 1’totendi-manto -d-i ©ocuBíiml d'el-le ri-cerc-he di ca-rattere stoiriiço. N-al'l’assam>bleai. geineral-e d-egli stu-dent-i memibiri è ElÜato compítete) cid -a-ppro-vaito- -un pircigramm-a- idi lavo-ro, che, tira- ’Ta-litiro, pre-veide aicune te-si ch-e saranno svoilite d-aigli studenti a tall -uoipoi imeariicia-tii- e che verramn-o po-i, dapo una oeinnllba, puibbliicate su u-na ispeciale almanmaiaco stori-co. Dcibbiamo saillult-sire con la piü grande sf-mpati-a -l’-Mziiaitivia degli stuideinitii- di Pilr&no, -aiugiuranido-ci che anche -neilile alit-re scu-ole del Cinc-onda,rio s.i pas-s-i q-u-aratto pirima- ad un tal g-cíneire -di attiviilà slí/tameinte educativa. Tale mis-ura s’i-nquaidra in que! complesso idiii -opere c-he il Po-tiere populare intraprende -oindie sti-mo-lare al mass-im-o- grado la -nost-ra produzione agrícola -e per -date -la possibilité alla postra agriccl-tura d-i fornire il mer-cato di pro-dc-tti ag-ricoliii a b-uon pre-z-zo, sen-za che per q-uesto a-bbia a sof-frinne lo standard di v-ita del con-tadi-no. Per coiprire- la di-fferenza -tira il p-rezzo -corren-te -dei prodotti ie q-uel-lo ridotto l’Ammi-niistrazion-e Militare dell’A. P. J. ha s-tanziato un foin-do spéciale sul quale -potrainmo rivalersi le azien-d-e camim-erciali. Ban,che -la misura giun-ga- co-n un pó -di rita-r-do per il fatto che- la -gra-n part-e dei lavor-i riguarda-nt-i la semina- volgono a-1 loro termine, essa potra uig-ualment-e daré u-n nuo-vo impulso alla g-iá a-lacre at-ti-vitá dei -no-Btr-i contadi-ni e-d -essere un fattore non indifferente per l’aumento della pr-ciduzioinie agrie-ola. Volevano ungere e sono scivolati Dina-n-zi a-1 Tribunale Popolare circon-d-ariale è s-tato célébrait© gio-ve-di il pa-oeeisso co-ntro Fe-rmo Pie-tro, La-s-an Gi-a-como e Kozina Luciano, imip-u-tati il primo di corruz-io-ne ,il s-e-conld-o dii -av-er accottato qiua-le ipulbb-lico funzi-onario' dena-ro e o-g-gafcti vari, pe,r cc-mip-ieire -una cois-a ilieigale. Cumulativamente s-ul primo e sul terzo- grave anche l’ac-c-uisa di aver ai-utato tale Matev-lic Iva-n da Matteria a vareare illegal-mente la linea di demairca-zione e ri-pairare a Trieste. I fatti -si- -sono svolt-i nel segmente modo. II Fermo Pie-tiro- è proprle-■tario di un camion registrato a- Triaste e -col guale -lavo-rava ne-1 ci-r-can'dario iisitria-no-, effet-tiu'anido tra,s-po-rti va-ri sino al mese di feibSb-raio del 1951, guando a-i proprietairi d-i calmions -ragi,Strati a Trieste è stata tolta la facoltà di lavorare nella zona e quindi di lus-ufruiire di buoni di benziina a prezzo inferiore. Per cii,teme-re guesiti -buo-ni, il Fe-rmo- prese -conitatti con il Lasan Gia-co-mo, -referente -dis-trettuale per gli au-toit.ras-porti a Biuie e con Va-lenti-c Eugenio-, avente ain-alog-a- fun-zione a:l C. P. D. -d-i CaipoidiiSit-ria, su-oi co--nciscenti da -tem-po e-d1 a,i quali offri den-aro eid ogg-eitti vari, -ri,cevendo, coime controvaloire, buo-ni di ben-zina a -preizzo i-nferiare, paute dei q-u-ali aidóperó per con-to s-uo e parte vendette -a Trias-te a- prezzi, ele-vaiti. Dal Vailientic oit-tenne buoni per 800 lirtri, co-mpen-sati con 10.000 diinia-ri, 2.000 liire eid- u-n paio di acarpe -da- uomo. Anche dal Lasan ricev-ette -biuoni pe-r 1.710 litri, co-m-pensati con 7.500 di-nari, 7.500 lire, 2 tooir-se nayl-on, 1 orologio da poiiso, fazzoletiti -di- sata, a-ocendisigari, lamente d-a barba eid altri articoli. II Fermo ed il Koiz-in-a- soinci inol--t-re i-mipuitialti di ave-r aiiuitato- neii -meis-e di giiu¡gino-/ 195-1,- il Mate-lie (cognato -del Fermo) a vareare clanld-eisfinam-eirute la li-nea di demarcará; ne. I tire aivevano c-omce,rtato as-sie-me il piano nella tra-torla atíi-acemte al pos-to di blo-cco di Scoífie, -poii, memtre i pirimi diue varcarvano la linea -di demarcaizione e si a-ppo--sitavano in zona A ini luogoi ad-a-tto par conitro-lilare se ,1a linea- era lito-era ed il pass-agigio- posisibile, il terzo riim-aneva, in atites-a. Al momento oipportuno, i dlue fece,ro un seigmale al- M-alte-lic, e questi vareó la linea di demarcazioine. Per que-slto «iseirviz-io» ii Kozina -ricevette 1.000 din. Nel -corso d-eil proicesso gli impu-ialti hanno ammesso in parte le loro' coipe irimetit-endosi alia olemen-za. dei giuiditci. Sono- s-tati conidia-nnati: Fermo Pil etro a -diu-e anni e 4 mesi di ca-rcexe, Lasan Giaicomo a 1 anno e idiue mesi di cancere e il K-ozina Luciano ad 1 anno e due mes i. II proceisso a- carico di Valenitic Eu-gen verrá celeib-rato a- parte. ■ II -coiHettivo deill’i-mpresa «Síobo-dai», che gestisce da forn-ace di calcina e -lia foirin-ace laterizi- -dieilla Valle del Quieto, è uno dei piü aittivi dal Circonldario. Seguif-a a varie impre-s-e niel -l-uglio 1951, 1’attiua-le gasitioine ha -Einiziít-uitito mess-o a punto il meiachincirio e proivveidiuto a-ll-a c-oistouizioin-e1, d-i n-u-orvi, forni -e iacali, Cotnoretoineihit-e, .la 'foinn'aice oail-cina è abata idoita-ta -da -diu-e nuavi forni deilila capaicáta di 10 -viagoni al mese. N-eilll-a -formaioe l-aterizi- si è ccistruito un gigamtaaco aaciftigaitoio copento, -magiazzihi, Redific-io per la mensa * g.li uff-ici. II laivoiro de-i il-ateirázá, come è noto, è iSibagiomMe, e va daiU’aiprile alií’cltltoibre. (La- fownace callcina lavara intveic-e tiutito- l’anno.) II piaino par rimiminienite- -stag-iane prievede la pro-diuzioin-e di 400 m-ii-a m-attoni, 360 mila coppi, 350 mila foii-aiti, 52 -mi-la tabe-lloni. La iprcidluizictie a-v.rá u-na di-min-u-ziotme dell -costo -nelle -seg-uieinti mi-surle; naaitlton-i da- 10 dim. a 8.50 al pezizo, coppi da 17 a 14, foraiti da 16 a 12. E‘ melle previBioni dell’im-preisa di smiisltiaire per l’estieiro parte; detlla proidluiaione. ¡Sempra durante -i-l -corso- deilila presísima iSItaigione, -s-arà prowe-duto alia cositlrulzicine di -un alltro giranide aisiQi-uig-aitolio-, La t-eittoia del fohno, che i-n quelsti gioimi ha cedufo im parte perché veicichila, ver-rá imrvece riirJnovaita -quanto prima-. Neilla- for-nace cal-dina isaramno m-essi in opera- i tai-mam e vaigomcimi per colie-gare la caiv-a di pieit-ra al foirno. Vemardi -seanso u-n sistema di tu-toature, colleig-alto all’aicquedotto, ha pcintalto per la prima volita- alla fo-r-nace il-altarilzi l’aicqua dolce. F-inora si attingerva al Quieto che, asls-ando uin pó sailiso, rpregiudicava la qualitá diella ptroduizionie. La- filiale -s-imjdacale del collabtivo «S-lclb-Glda» -sli iriunlisce- im media ogini 15 giotnnli1 ie comunique itutlte le vo-l-te che ha -deli problleimi da affronr tare. In- seno- a essa- harano avuto luogo svariaite icomfeireinze, che vex-r-anno ulte-rionmenite amplíate per numero -e tema. Nom si è ancora giun-ti -alia fotnmaEioinie di gnu-ppi d-i -studio. TulbtaiVila questo único meo mella atltiwita della filiale sindacale veirrá ellimilmafo -con la fo-rmaEiome di una ipiacol-a biihliotecai Otltimo il f-uimziomaimeinitoi del con-siigl-io oipeir-aáo-. Ad oigmi riunioime -di Leggete e diffondete LANOSTRA LOTTA Ai primord-i -diíi qu-esta primavera la- costa Ietiiia-na, con i s-uoi paeset-ti imicaEt-o-nati come tainte .gemme sull’az-zu-rno car-ico del ma-re, ris-p-lende di bellezza. Pero non somo solo le meraviglie delila1 nat-uira- ad impressionar-e favo-r-evol-mieintie- il vilsitialtare,! -m,a aln-cihe l’operositá 'delle s-u-e ' -ge-mti c;he_sem,-b-rá rinvigorita dai -rag-gi tie-pidi di1 questo solé di marzo. Que-Ho che co-lpisce in m-odio partí* colare e il 1 avoro febibri-l-e di centi--naia dii. pescato-ri -in-teso a compiere i pr-eparativi "per lai pesca idel ipestíe azzurro che avrá ateitsim veir-so la meta -di aprile. No-n si co-n-oscono sos-te i,n -questi ipe-irio-di -di, «pumita-». Le ba-rcihe so-no- a riva per essere carena-re e ve-mi ciare. Sui r.ustici sost-eign-i in le-gno-, -mos-se idalla br-ezza. 1-e- «saccaieve.» on-d-egglano e m-a-ni veloci. a-rmate 'da aghi, forse tramamdati -da padre im-fig-l-io, 1-e cuci-om-o -e .irattio-pp-amo. Le baile ida «napa» si assoti-glia-no velo-cem-anit-e ip-e-r essere sios-tit-uitie a-lle p-e-z-ze -logc-re -e marc-i-e -ch-e hanno mag-giorimente -risenitito -1’usura d-eig-li -ain-;ni¡ pr-eceid-ein-t-i. Nelle off-icine, eotito gli noctli vi-gili /del moboiristi di ib-ord-o-, i moto-ri ven-goino ir-evistoinati ie ni-miom-tati -nelle im--bEircáizian-i. 0gigatt-o d-i particoiare -c-u- ra sono -i ,gr«uppi elett-rogeni ed -¡ fa-■nali, me-z-zi esisan-ziali per qu-estq tipo -a¡ pesca. Otere ai -prapa-rativ-i maiteriali, -mo-n mi-no-re cu-ra viene ded-i-cata alia foc-ma-zion-e degli equiipaggií. «Compito delicato piü di quamto si possa crede-re — diioomo i dirig-enti d'elle cooperative e dette -iimipines-e statallj — perché qu¡- si tra-tta di v-i-noere ancora la¡ vec-chia montalitá dei pescatori che tende a-d geeom-unare su una barca i •miglion sehza tener co-nto di un equo ipendiim-ento collettivo.» Tutti questi comp-lessi proto-lemi de-viono essere -rïsolti -i-n tempo, seco-ndo quanto stabilito. Mulla deve mancare, perché -trascurare l’eseouzione di un compito compr-otnobte ti successo ¡della -pesca -la- c-ui stagi-ane sta’ora -pee a-pni-rsi. Paré, iin linea genera-ie. le previsiioinii ¡somo ¡b-uo-ne e giá le -prima imbarcaiziioni, irimesse a ¡niuov-o, cora tutta l’atCr-eizzat-uira -a bordo, diondola-no ipi-gram-emte -sulTonda, in attesa di ricevere il via. ( * A daré -u-n mag-gior -imcenitivo ai, pre-pair-ativ-i sono le buone- n-otizi-e. Secundo al-cuni pescatari della ílottiiglia delT«Ampe-lea», sar-ebbero stat-i, avVi-statij fort i -c-oinicentram-anti di sgombni -in una localitá car-atterlstica per questa ipesca-. mersi -tteiacE - «nrH ALCUNI ASPETTI DE1¿ «PALACE» HOTEL Dl PORTOROSE JLTstii-tuto per l’increm-ento delTeco-nomia cura sopratutto la selezione d-elle ipiú imiporta-nti varie,tá di uva1 pier la vüniifi-caizione. Moite variété dielte mostré ¡uve ipiú -pregiate somo degenerate. Si tra-tta -di- fare una ac* c-uraita selezione di viti die comservi-no immmtate le caratteristiche qualitative e quantitative. Tu-tte questi vit-j. venig-oin-o a-nnualmen-te seig-nate- con dei segni speciali. Ammo ¡per anno se ne osserva ¡la vegetazione e la pro-duzicine qualitativ a e quant it at iva. Le v-iti ¡che si mante-ngono costanti, doipo 5—6 a-n-m, ¡gié -pos-so-no essere prese -im -con-siderazi-o-ne ;pe-r la ri-pr-o-diu-zione. Naturalm-e-nte -ci voglioino piü anni per essere si-curi che le ca-rabteristische siano costanti. -Niel -pode-re -deUTsti.tut-o vi é un vligneto siperimeintale dove si osserva quali viti e qual-i iportaiininesbi sono i piü adatti per 11 mestro territorio. Nelle diverse localité, presso le Coop. A-g-ric. di prc-d. sarann-o quest’an-no fc-r-ma-ti dei -piocoli vi-gn-eti sp-erimen-taili -che servirán-no di guida nel futuro rimnovamen-to. Si spetim antaño con suicces-so i nuo-vi mez-z-i per com-battere le im-lattie e ©li inset-ti dammosi alia v-ite. FRUTTICOLTURA Sulla medesima linea e nel -modo idéntico .procede il la-vo-ro ¡per l’in-c-rem-ento deüa frutticoltura che occupa il seeomdo posto nelTa-gricoltura del Circo-nda-rio. A-llo -scopo di stu-diare i-l coimportamento delle diverse variété di allberi fruttiveri. vi s-o-n pr-e-sso la- s-cucla agraria frutteti sperimentali di peri, peschi e kaki. Per fo-nnire ai fr-u-tticoltori i-n avve-nire delle piamti-ne fruttifere s¡ sono formati 2 viva-i (1 a Si-cciole e uno preEso ¡la Cc-op. Ag-r-icola di prod. di Anearan,o) -che, tra un. anno, dairanno ai inostri frutticolto-rii circa 20.000 piante ¡da frutto. ZOOTECNIA Ció che os-tacola- lo svi-lu-pao del-lá no-stra zootecnia é la scarsiié di fo-raggio. L’istitu-to s-tai svolgendo luna altiva pr-oipaganida per aumienitanne la prodiuz-icme e mi-aMo-rar-ne la qualitá. E’ da notare che qu-est’arano é auimen--tata -notevolmante la -superficie ded-i-cata alTeriba medica, la «regina delle foragigere». -N-e-i campi s-peri-meintali delT-Istituto si semitn-aino tniacugll di piante f-oiragigere, quali Te-r.ba medica -e il’avema, l’erbal medica cc-n l’or-zo, «Teriba medica -con il fieno gre-cn. * Si i.rat-rodiucono diverse m-u-ove legu-mi-nose da fciraggio: tritoglio a-l-es-sandri-no, tri-foglio bianco, sulla, soja . ecc. Si fanno esperimiernti iper conservare i ca-scami delle mos-tre industrie che, nel pas-saito, -non ve-nivano utiliz-zati. Trattasi i-n primo -luogo idiei ca-scam-i deiripüustria de-lia pesca, dalla ia-vo-razioine'; del pomedor-o -e delle vi-nacce dístillate. Nel silos dellTsti-t-uto, che si trova ad Ancara-no, vi s-o-no co-n-servati, per es. 500. ql. di vi-nacce. -Se -prendíamo in consid-era-zione che la viticultura é i-l principa,le raim-o della mostra agricoltiura e che produciamo o-ltre 200.000 q-1. di uva, vedremo quale ,sia rimpo-rtanza d-elle vina-cce, che -han,no un valore nutritivo parí ad u-n -buon -fieno e so-no be-ne- ass-imilat-e ed accettate dal biestiaime -bovino e dai sui-ni. Nel-la stailla dellTstitufo -gic-malmen.te si c-on-sumanq 14 íkg. di vi-nacce, -oltre 4 di fresio per capo, cora otti-mi risu-ltatj. Per quel che -rigua-rda i resti -del pesce, comt-ementi un’alta percentuale d¡ sosta-nze iproefciiohe in -grado di so-stituire co-mpletamente ¡¡ massim-i -con-centrati, sarebbe supe-rfluo parlare. ORTICOLTURA ED AGRICOLTüRAI IN GENERALE Ne-1 cam-po de-Ua ico-Lt-ivazioine dalle piante -e-rbacee si initroducomo nuove va-rietá orteinsi. Si -potreibibero citare i campi Siperimentai-i cora 28 vari-etáí d-¡ piselli, 12 nuove varietá di poon-o-dori, 30 varieta idi fag-ioli. g¡ramtu-rchi ibriidi e varié piante da orto. Per 1-a prima volta «s'i é semi-nato, su -una su-perfi-ce ¡di 1 ha, tino sp-eciaile cávalo da fora-ggio. E’ -da motare che lTatituto dedica-una particoiare -cura aille ¡coiture che si ada.ttamo a-lle receinti toomifiche dei terrera,i sal-si. SERVIZIO FITO-PATOLOGICO Non -viene -trascura-to i-l servizio fi-to-patoloíSiico. II principale compito di questa seizioine ié -di orga-nizzare be-ne la lofct-a- centro -il ¡piü ¡tem-ibi-le ini setto de-lle ¡nostre pia-ntie colti-vate —« la dor-ifora della ¡patata-. Non meno temibi-li -nemic-i. ¡del ,-nostro agricol-tore sono la mosca ojearla, il touip-resti-de del ciliegiio (Co-pnodis -t-eimebrioinis), -il puinteruolo ¡dei meidi-cai, -ecC. -Con-tro gl¡ inset-ti e le mala-ttie delle piante col-t-ivate si sperimentano nuo-vi mezzi -di lotita e si sugge-riscoinio i m-igliori m-etodi per -cambabtierli. ■ Queste sareb-bero le -primci-pali at-tiviité delTIstituto, presso il quale si cura anche l’imcremento della suirni-co-ltura e della polllcoltura, e la propaganda agrícola. esso gli opesriai iintefve'ngono con ciriticihe, ddseimilrae, s-ugg-eritnen!tíy spelsso viraciiss-imi. L’ess-emipio se-giuenite itnld'iica a sufficenza quale concetto e-sisi abbiamo delle proprid t'unz-ic-ni nel quattro della gestione direitta- della azienda: una- diecina di igloiimi- fa, durante una sed-uta del coinisigl-io, -alc.umi operai hanno no-tato che i re»tá della próduzione 1951 avrabbero i-nitra-lclato 1’ attivitá della muava stagione, e quin¡d,i proposito un’i-ntera giomait-a di l-avoro vtílcinit-ario (-domn-e-niiica 30 marzo) per prcrviv-eid-eire a -siistemaxli alfiro-ve. Moas. Santin (Cont. dalla I. pagina) roe, «brgo-gliois-e e fiere del Ioto ve-scovo», assiutnava un significato eé una impont-an-za di gran l-unga su-¡ pe.rio-ri alia conisegna in Roma, la «-do-miinartjric-e del mando-», doive ái inicoxo-nano papi ed impexa-tori. •A Villa del Nevoso, dove il fascismo aveva trapiantaito- dei piuxo sanig-ue italici e perció dei fedelis-simi al regime, il v-escovo Santin (ipreoocupaito che quesite i 163 aventii di.ritto di voto daglj elanchi elettorali. Lo stesso si fece anche in altre loealitá. Se si aggiunge poi a tutto ció lo Spiegamento iin forze dell’apparato propagandístico sciovinista, alimenta- , '‘tibí ~uj!í> it tíJiediobi leísif to da¡ milioni goveirn.ativi, ¡g. queilo cominformista, uniti nell.’Í!nteinto di Safincare .la volontá della mlnoranza slovena, nonché le consie£uenze di una pcnliiifcica discriminatrice e nega-trice di, ogni diritto democrático, giá illustrata in precedenza, possiamo ben comprendere in quale cl¡ma di, «libieritá» e, d,¡i «dlemocrazia», g.l¡ sio-v abbiano potuto recarsi alie ur-ne. Pegcio ancora evvenne nella Be-, necia. Tale clima ha potuto manifestarsi poi -alia prima iriunioine del oonslglio reigionaile, allorché il consigliere Toros, che prtesiedleva i lavo.ri in quali-tá di coinsi.gjliiere pió anziamo ira gli eletiti, votle salutare i rapipresentantv degli Sloveni nella loro madre lin-gua. Le sue parole fu.ro.no somimerse da u.n uragano di fischi e schiamaizzi. Duemila anmi di «oiviltá» danno ben miseri fruitti! IL PROBLEMA SOCIALE DEGLI SLOVENI IN ITALIA Se 1.1 problema sociale dalla, snino-rainza siloveina si inquadra in quello piü ampio e generale dell'talUa, ove il despotismo della claisse padronale ha raggiunto livelli paragoinabili sol-tanto a quelili dei. reigimi coloniali (e non di tutiti!) e lo sfruttamento del capolo lavoratcine non si diffe-reniziiia aflf.atto da quello delTe.poca fascista, ma semmai é piü intenso ancora, tale problema sociale presenta tuttavia, dalle caraütentistiche .tuitte proiprie. Questa. caratteiristiche dieri-vano apipuinto da un’altrq problema, contingente e del tutto iparticolare, che trae le *ue originiv dalla política del Governo di Roma, política che si serve dei metodi e dei meizzi giá soipra documen.ta.ti e che tende a.U’uinico fine di eliminare sis,temáticamente la minoranza slovena vívente in Italia. Sara bañe pero rile,vare aicuni fat-ti che infíuiscono in modo determinante sul comiplesso del problema. E’doveroso pireimetitere an '.¡nitro che reconcomía del goriziano in generale — il commiercio, la piteóla industria e l’artiigianato i.n pa.r.ticolare, — ha Súbito un colpa moríale cr,n la per-dita de¡ merca,ti melle valli dellTson-zo e del Vipacco ricangiuntesi alia madre patria, per cui essa si dibatte oggi in difíieoltá enormi. Glj im-premditori di lavorl, gilí esercent.i di neigozi e locali puibblici, gli artigiani si trovan,o suiH’orlo della rovina. Per tatnponare in qualctle modo le falle apertesi con la riannessrone alTItalia, ma sopratutto per salvare la. propria faooia di fronte a «aloro cui andava predicainido il auo ccsvi-scerato amora» per Gorizia «ia. santa», il Governo italiano ha concesso la cosidettá «zona franca», che peiró non ha porta,to afioun .beneficio effet- raggiunto. il so Gorizia e Bergamo sono considerate le roccaforti della Democrazia Cristian,»!) | : 1 ; . | |il j Le tasse sono esoribitanti. Bastí pensare che P« °Sni cuota di carro del peso di oltre 10 ql. (propriété malto cornu,ne fira i piccoli contadini) de-vono essere pagate 1000 lire (500 per i mezzi di trasporto di. pesa infe-riorei) * che la taes,a viene applicata perfino sulla famiglia (ahe i eesuiti della D. C. proclamano di voler di-fendeire), seinza voler ipoi menzianare tuitte Je altre tasse edi imposte che viainno aidl iimpimigluare :1e casse del-l’erario statale te di cuï la maggior parte va a beneficio deu’imimenso ap-parabo burocrático e poliziesco dello stalo o per finanziare quei partitl e quei movimeiniti (come lo diimosfra il recente process,o control gli spioni del C. -L. N, in Capodistria) che se-guono ed appogigiano la política anti-popolare ed imperialista, del Governo di Roma. .(Continua ai pressimu numero) ITINERARl PELLA TERRA ISTRIANA ALL’ OHBBA DELL’ARENA DI POLA MASCBVA i L Pit)’ SIliDBO POBTO APBIJITiCO Dai ripidi clivi del Campidoglio dove fumavano gli incensi che i sacerdoti di Giove bruciavano in onore del padre dsgli dei, scende-vano al Foro linde casette bianche P I mtm m n i,, Il celiabre scultore jugoslavo Ivan M estrovic, dimorante negli U. S. A., ha donato alla R. P. F. J. la maggioranza delle sue opéré formant! la sua col-lezione privata. ■— Si traita di 132 Pregevoli lavori, dej quali presentiamo (Ha donna col violiuo». Ncssaina clitlíá .de.irls'íiria ha nel-l’awícepdrjríi' dei secóii,' súbito cambíLmcnlti cosí rhiHiMSli' e proion-di ccoüe Pola. Neí Ccmpo demagra-i'ico ed edilizio, dalU’epoea romana al 1848, da!,a de.Ha seconda e defi-niit'iva rinascita, ha aviuito tanti al,ti e bzssi, ch’eEisá .sareibbe morta in-dubaicmenile se la natura atessa non l’avesse Salvíta, adagiandola nel piü bello, vasto e sicuro pbrto di ibutto l’Adriatico. Ma s’ingaiméreb-be a partito .chl nella moderna Pola speiraisse d’imlbatteTisi, (né afíer-mando ció initendo al.liuidere all’Are-na ed agli alitri reis.ti del dominio Toimatno), in quaOcíhe vesttgia della ci'ttá latina. In essa tutto é recente, ne la siu-parficié atínjale é quella che acco-glieva la vefiuata Pieitas Julia. La quale é dubbio che superítase il peirimetro, formato dalle -poche vie che oggi girano inítomo al Casrtello, e contaase 30.000 abitaraiti, per la semplice ragiome che l’Anfiteatro coiniteneva 25 mila spetíatori, un tauon numero dei quali poiteva, del resto, eissere fomiito dail territorio polenise, in quell’epoica, perché an-cqira non colpiito dalila malaria, po- AL COSPETTO DI ■L TRIGLAV, VECCHIO RE DELLE ALPI GIULIE Vess su tern i ■ I e li ti id iíat i ell’ ardí e pareti di mentó ghiaccio La montagna è generosa, rivela £u££o l’íncanío della sua s£upenda natura, ma falvolta chiede la víífima da ímmolare al suo altare A ricevere il visitatore di questo meraviglioso angolo delle Alpi Giu-lie orientali son sempre le fredde e tenebrose acaue del lago di Bo-hjnj. Racchiuso fra muraglie di roccia e pendil boscosi, sembra un occhio severo che ci avvolge d’uno sguardo profondo, quasi diffidente, come temesse di vedere in noi i profanatori della sua pace millena-ria. Pace, rotta solo d’estate dall’alle-gro scampanio dei campani dei gregi e dai canti dei pastori. Pace; solenne d’inverno, quando le aride pietraie riposano coperte dalla mórbida coltre di neve. Malte volte mi son trovato ad arrancare, sotto il peso dello zaino e degli sci, su per l’irta mulat-tiera che porta al simpático rifugio-albergo «na Komno». La salita é lunga e faticosa, tale da far dimen-ticare le soddisfazioni che la mon-tagna generosa donerá una volta sereno . delle sue al- tivo alLeconomiá della zona. La disoccupaziome, .che in Italia as-sume proporziomi sempre piü tragi-che (si parla di ciirca 3 milioni e mezzo dj disoccupaibi e ció ¡n base a Statlstiche ufficiali, quinde aííeralte nella, loro effettiva coinsistenza), irag-giunge a Gorizia una. percentuale fra le piü alte regístrate in Italia, supe-rata isaltainto da IBerjgaimo (non a ca- tezze. Sudaii ed affannati, dopo Vultimo pendió si depone il fardello e si guarda intorno. Ma gli occhi non resistono alVabbaglio del sole e della neve; la potenza del contrasto dei colorí vividi ferisce. Bisogna sbattere piü volte le pal-pebre, poi cautamente socchiuderle e . . . laggiú nel fondo ammicca. CONSUNTIVO DI ALCOMIMESI DI flTTIVITA' DEL DRflMMfl ITALIANO DI FIDME VARIO IL REPERTORIO SCARSO L'INTERESSE DEL PUBBLUCO Tre ore d’allegria nella commedia - Magistrale Vinterpretazione di Angelo Benetelli ■ In preparazione un nuovo lavoro L’attivitá del draroma italiano di Fiume in quesiti ultimi mesi é sta-ta veramente, motevole Perl quello che concenne ¡1 repertorio, ainche se scarso pubblioo abbia assistito a que-ste. irappresentazloini, cosa che ha dato. ¡motivo a.l qucíidiano di Fiume «La Voce dei Pcpoto» di aprire un’in- chiesía- i Ma su questo argomento parleremq in seguito. Vogliamo soffermarci’ sull’attivitá del comiplesso .artístico idii Fiumie, co-nosciuto ed aippreazato anche ne.1 Cir-condario istriano dei T. L. T. per le sue molteplici iprestazi.ani. D.urzin'te questa ílulgicinei iteafirale 1951—1952 il dramim.a italiano ha messo in scena ben cinque lavorl, un altro é i.n preparazione. Ipnanzitutto i¿ teatro ha aperto íe sue scer.e a una ccmimieidia in t.re atti di, Aldo Ce Benedetti, «G.l¡ ultimi cinque minuíi», per la regia di Piero Rismondo e 1’interpretazione principa!« di Gianna Depoli e Neceo Sca-glia. A questio primo lavoro hanno preso parte ¿ nuovi attori del dram-ma italiano prescelti in un co.ncorso banidito dalla direzione del Teatro del Pcpolo, e precisamente: Anmy¡ Fran, Ermanno Sbell, Aldo Bressan, Vojlco Borcich, Cario Ceceada. .OsvEfido Raimciupi,! ¡l’aiEipirezzatoi re-gista di tanti lavori goldoniani. ha pasto invece in scena una commedia in tre atti e cinque quadri di Ro-bcr; C. Sheriff, «A casa pqr. le set-te», un semi-giallo dove ha brillato aneara una volita la maturita ar-,ti-stica di Cario Monitini nel ruolo di David Preston e quella. di Ada Ma-scherc.ni nella parte di Janet. Ales-sandro Damiani e stato un ottimo avv. Pethe.rbridge e iMairia Piro una graciosa Pegigy Dobscn. I,n «A c^sa pe- la sette» Nereo Scag.lia ha so-stenuto la jjarte délTispqJtore 'He-ming.way. Nereo Scaglia .cltre che essere un attore ca.pace, é puré un regiista alie prime armi. In questa veste ha alie-stito la cemmedia semi-sentimentale «Tre mesi di prigione» di V.ildrac, data anche con grande successo pres-so le Case di Cultura della periferia dei)® ci.ttá. Amimi.raía l’ardita sce.no-grafia: mobili ridotti alio stretto ln-dispensabile e tutto il resto in rilievof sulle scene móntate. ^ ) Nel repertorio ,non poteva mancare^, j il noto commediografo ¡italiano Luigi" j ANGELO BENETELLI Chiarelli. Di lui é stato .dato il grot-tesca in tre atti «La mascheira ed il volto», vice.nria c.he si svolge i.n una cittadiina sul ¡lago di Ccmo ai giorni mositri. Con questo lavoro, dopo uin’asseinza di oltre due anini. é riapiparso sulle scene Rainiero Bruñid,ni .nella parte delil’avvocato Luciano Spina e Nidia SfMigc.i ha so-stenuto il .ruolo di Wanda Serení. La Sfdligoi, presceha nel giá citato con- wm. mmm -y# mxmm GIANFRANCO GIACHETTI corso, é una vecchia conoscenza del puibblico della .zona «,B» .per aver parteoipato alia, rivista «Tutta. Fiu-tne» «he tanto entusiasma suscitó inel Circondario. 11 maggior successo II dramm.a italiano l’ha coito i!nidu.b,b i ámente ¡con «Nina, no fair la stuipida». ntessa in scena da Nereo Scaglia per I’inter-. pretazione dii ‘Ainjgelo Beinetelli nel ruolo del maestro Buganza. Se si con-siderano le sedüci ¡chlamate alia ri-balta e gli applausi a scena aperta si avrá appeina una pallida idea dai successo ottenuto. Uin, ipubblico eterogeneo oceupava í.utti ..i piosti de! teatro la sera de.l 16 marzo, icoisi icilamorcsam.ente entusiasta .che il critico ¡d.al «.Rijeictci I.iist» ha voluito lintitolare la sua re-censiome con queste tre semplici .parole che ccimipendiano tutta la sera-ta: «Tire ore d’allegria». E di fatti i'al.'.egrja era generale. Tutti gli attori hanno dato i.l me-g’io di sé sitessi per la riuscita di' queeía ccmimedia di RoSBato-Giainca-p,ci, dagli, ilnterpreti ipiri.nci.plali a,He ccmiparse. In primo piano dá notare Angelo Benetelli, attore vienez.ia.no che a suo tempo fece parte delle imlsMor.ii icompaginie veneziaine, da Za-go a Baseggio, da Micheluzzi a Gia-chetti. Nereo Scaslia non poteva ave-re a sua disposizione migiiore interprete, al quale molto si dove diel magnifico esito idel lavoiro. «Nina, .no fa.r la stupida» fu sicritta mole decenni or scino da Arturo Ros-sato-Giancaipo, e proprio per Gian-fra.raco Giiiacihetti. Egli me fu il primo 'i.nteinprete e fece ,1a fortuna della, sua cc.mpa.gnia «he din- queilTepoica anidava alia deriva. Giachetti il grande attore del teatro vemeziano, fu insupera-bile nel ruolo del maestro Buganza. Della sua comip¡a.ginia aweva falto parte il Beiraetelli: chiaro allora che salóle arme del maestro, Angelo Be-meteLli doveva creare il suo m.iglior personagg.io. Mentre si replica. «Nina, no far la siupida», il dramima italiano prova un’a.ltra corrlmedia ¡brililante. «La bozela tíiaH’oio» d¡ .Selvático. Selvático é un oommiediiiograía che ri,sanie de! mon.do goldciniano, ipur facen-do agire i suoi. personagigi .nell’ 800. - Il suo é un. lavoro che si aseoüta volentieri e siamo certi che 1.1 nostro pubblico lo acco,glie,rá con mc'.ta sod-disfazione. Bruno Picco fiducioso e sereno adesso, il profondo lago. Volgendo lo sguardo, finalmente avvezzo a tanta luce e splen-dore, si dimenticano /afiche e di-sagi e incantati si fissa il quadro magnifico che la natura presenta. Torméntate pareti di ghiaccio, creste affilate che innalzano ai sof-fi del vento vessilli di vütoria, sus-seguirsi di ondulati pendii, lontano fino alia sella del Bogatin. Boga-tin, il monte attorno al quale sono fiorite dalla fertile immaginazione dei semplici pastori le piü belle leg-gende della vallata. E giá si immagina la vertiginosa discesa che .seguirá, lo 'scivolare leggero sulla neve verso il piccolo laghetto del Km. Piccolo specchio immobile, come condannato per magia a riflettere impassibile le pro-fonditá del cielo e l’ira degli ele-menti impazziti. Ed ancora a destra, creste e gob-be imbottite di neve profonda, mentre lontano, nascosto dagli arcigni dirupi della Cima degli Avvoltoi, troneggia il vecchio re delle Gm-lie, il Triglav. Nella mente si affollano prógetti di escürsioni future, lo spirito esul-ta al pensiero della soddisfazioni di domani. Una breve visita al simpático custode del rifugio, un buon té caldo, poi súbito via, fuori, giü pella breve discesa verso il rifugio «na Kraju», forse meno camodo del primo, ma piü intimo. ■ Le giornate sono brevi, Varia si fá piü fredda e pungente. Giá il solé tramonta accarezzando le cime nevóse con i suoi ultimi raggi di luce vermiglia. La vecchia custode, sempre arzilla ed allegra, si fa avanti premurosa e serve gli ospiti numerosi. Cucina semplice e cibi saporiti. Soddisfatti da una giornata cosí piena di avvenimenti sempre nuovi e sempre piü belli, si va a sedere in un angolo, al tepore della stufa. Si ascolta apatici il ciarlare degli ospiti ed il tramestio delle stoviglie in cucina. Si fá buio, si alza il vento, che sibila nel camino e sbatte le imposte. La sbanza si vuota: é l’ora di andaré a dormiré. m —— fežSii ..isSl ■ÜÉB Un breve saluto alia notte. C'é la luria piena che illumina di luce fredda le distese di neve. Sembrano perfettamenie lisce ora; la luce lu-nare ammorbidisce i contorni ed arrotonda le forme. Poche stelle brillano nel cielo e soffia vento da nord. E’ buon segno. Domani ci sa-rá il solé. Nei piccoli letti, ;avvolti nelle: ' grosse coperte, si socchiudono gli occhi ed in atiesa del sonno si pen-sa ... E’ stata davvero una giornata ben spesa. C’era solé. Molto solé. Ne risente gli effetti la pelle del viso, che brucia tutta arrossata. Molte volte pero il solé si nascon-de e la natura s’infuria, allora guai all’inesperto. Nella tormenta, accec-cato dalla neve e del vento, non é fucile trovare ha via giusta ed una notte passata all’aperto pud essere fatale. Un portatore, Vanno scorso, lascid la vita quassü, sulla via verso la valle dei sette laghi. Gente semplice e forte, i porta-iori. Valligiani. Conoscono ogni an-fratto di questo altiplano, da balabial pascolano quassü le greggi. Ep-pure la natura é piü forte. II portatore fu sbattuto dai vento, ubria-cato dai frullare disordinato e vorti-coso di neve, indebolito dai freddo feroce, cosí che smarri la pista, vagó nell’ignoto e infine si arrese. Fu trovato dai compagni il giorno dopo mezzo sepolto dalla neve. Tristi ricordi. La montagna é generosa, dona innumerevoli piaceri e bellezze, ma chiede talvolta la vittima da immolare al suo altare. L’alpino. La rassegna degli llaliani di Pala Il Circolo italiano di cultura di Pola si prepara intensamente a varare per la settimana che chiude il mese di maggio la abitu-ale rassegna artistico-culturale degli Italiani della cittá. Questa rassegna vuole essere un consuntivo di tutte le attivitá della minoranza italiana polese nel campo dell’arte e della cultura in genere. Cosí ac-canto ai noti complessi della So-cietá «Lino Mariani», «Livio Bot-teefaro» ecc. con i loro gnuppi co-rali, mandolinistici, filodrammatici, ai presenteranno anche gruppi italiani sparsi nelle varié fabbriche e organizzazioni di base del Fronte popolare. Inoltre saranno presentí gli alunni italiani della Scuola di música, i pionieri delle scuole elementan e quelli delle ottennali. Nell’ambito della rasegna verranno anche allestite una mostra di pit-tura, un’állra di fotografié e ci sa-rá infine una serata letteraria. ^4« ^ úsiásC*î&ttàAM/ Cara arnica, che diesideri disaute-re con noi suilila moda, eccoci a .te proáiti ad aiQCO.nitenit.arti. E’ 1.a prima vo-llta che c’i:n.conitriaimo aullé pagine del nos't'ro giomale: ten-diamoci la mano per farci un augurio di ireiciproca comprensione, che non manioherà, ne siamo ce.rte; se verrai gentilmente collaborare con noi. Gradiiremo semjp.re un tuo con-siglio, iun fiuo aiuito, ed anche l’es-preiasione di qiualche fiuo deisiderio. Dunque, faltto il nosftroi , patito d’aimiicizia, polssiamo ritornare all’ar-gomenjto che ci siamo prefisse di trattare. Non ti chiedo1 se ,sei otpe- Abito per giov|netta in due tessuti diversi, di facile realizzazione perché puó essere coníezionato con avanzi di sloffa o con due abiti non piü usabili. raia, tarpiaga'ta, massaia, imtellet-tuaie, stiudeiniteasa, no.n ha imipor- ■ tanza. E’ ún falto che alia domna, ad ogni donna, ¡place vestir« di continuo. case nuove e otrigiinali. Nulla di male, anzi- Se dev’essere la personifica, zicne dalla gentilezza e della grazia (almeno lo dovreibbe e.s-sere), é giusto che anohe. la sua apparenza esteiricre contribuisca a raggiungexe questo fine. • Ma ... c’é sempre -un ma ... e in faltito di moda divenita maiiuscolo! La moda OHimbia spesso ed é bizzairra fino aH’iniverosimile! Fac.ciamoci cui una idomanida: inídub-biamente ci piase vesitire bene; ma siamo in grado ai seguiré sempre «l’uiltimo grido»? Noin senito- le risposte, ma poaso immaginarle. E se ce ne fos-sero di aífermative, po¡r.ró un’altra demanda: é ragionevole vestiré, sen-za un pó di rifleissiome, seico.nJdo le ultime naiviitá? Amica, tu che sei entusiasta delle cose - rruo.ve e originan, non teneirmi il broncio! non f.ramilendermi! II mío molto é «se-guiamo la moda del 1952»! Pero non mi limito a questo. Dico ancora: s.cegliamo1 con iprudemizia i mo-del'li dei nosíiri a.bi.ti e gli aiccessori che completano rabnigliamcnto, te-nenido conto del nostro físico e della nostra eta. Non f.utte le novitá della moda si Eida'íí.no ad ogni persona, quin-di, nel vestiré, appelliamo in primo luogo ai boom gusto, che non' cam- ■ bia mai ed é sempre origínale. Burn gusto ,é sinónima-, di semplicijtá e quindl di eleganiza. Sed d’accordo, ami.ca? Rico-id,a che portando un abito eoce-ntrieo, corri sempre il riiaühio di appairiire riidicol-á di fronte aigli altri e non é detto che ec-centricitá siignilichi eleganea. Se yuoi seguiré il mió consiglio, non ricercare ,t,roppi artifici; sarai sicruiramente elegante se, tenendo corito deilla tua età e del too físico, saiprai sccgüere con gusto tra i mo- ,-!oríí che ti s'U.ggeiris'Cono «semplici-tá». Abito nrimaverile in mórbido tessuto Erigió chiaro, coa orlature di velluto al coüetto 11 alia tasche. polá'.isislmo e fiítb di amen» bar-S<■•! el le. La cadmía' ded1!’imperó' -romainp e i,l auissegiuerjíe governo dei Baihari non ihcrinaroiio la flónideaza dell« cittá che continuó a manitenere il auo primato. in Istria. .Nei seco-li posteriori — ¡maisBiíhe, pc.i, verso la fine del Trecento. —, ridotta la giá opulenta metrópoli dei Biizanitlni e dei Paitrianchi d’A-qiuilea in un scindiido' viliaggio di peslcatctri e agricolltori insidiata dalla malaria, l’Arena divenne una cava ineisauriibile di pieitra lavoxkta e una ricca miniera idi •piomib®, fd cui pclesani, veneiziani pisani e fie» navas,i, alreltiti in gara, alütimigevatw» a piene mani. E sarite piü infelic» doveva incointrare ü Teatro, ©he arizzava al cielo i auoi marmi pre-zicsi aul colle Zaro: di ess© noji i ximastO' un saisso. Ma ai giorini di Roma imperiale era un’altna cosa: lassü, siulila vaga altura -dalle doici curve, donde lo sg-uando .si spinge olitxe i breví promonitori i qiuaili, auccadenidosi come le qiurnite d’un padcoscenico, ohüudono il foirmiidaibüe porto di Pola; la&sü, dicevo, quasi ogni sera diecimila speilitatoxi riidevano alie buffonalte, spesso felici e spiritose, delU’istrione Sergio- Pódense, gloria, a quanlto pare, conciittaidina. -Dai xlpidi clivi del Campidogdio, d&ve fu-mavano gli incensi che i sa-ceirdoiti di Giove bruciavano in o-nore del Padre degli Dei, scemde-va-no al Fo.ro le linide casette qua-drate, uni’te fra loro dai festoni smeraldiní dei semprevexidi: proifiu-ma-ti giaxdinetti pemsili ne remite» vano atnpoir piü piacevole itl safi» giarno. * Pola ccmi-nció a de,cade-re rapida-mení.e ver-so la me-‘.á del XIII secólo dcipo che i Pa'.ria-nefai d’Aqui-leia, per moitiivi lora pairtiicolari, ebbero inalzato a cap.itale d'ella provincia la piü giovane, ma ambizio» sa Capadits.tiia. Da-nte — sempre ammesiio che ci si-a stato — deve averia trova-ta giá in uno sitato di triste abbandio.no, se dalTarco dei Sergi, o msiglio da Po,rtarolta ali’aib» bazia di San Michele, della quale egli SE.re.bbe Eita-to espite, i sepolGri scoperchiati e vuoiti facevano tutto «il loco varo», .rendendo, massim« di ncilite, molto malege.vole il cam-mino. Le case abba.nidonaite a poco a -poco andarono in xovi'ne as-tru-erado le vie e le piarse; la maittt'ía fece il resto. -Rolo seg-no di vita in quella moría. -go-ra, Podio -delle faizioni politj-ch-e, le zuiffe -san.gui-ncise fra i par-tigiani del Pa.triairca e quel'U di Ve» nezáa, camuifati questi ultimi da -«Pailtito. Pcipod-BX»: -lo.tíe q-uasi se-colciri ooinchiuueisi tra-gicEme-nte la sera del vener.di santo -del 1271 con la d'iisiinutzione della famiglda Sergi, atíbEiitutá degli .sitoc-chi -d-ei rivali Jo-nEitais-i. Da queLFepoea Icmtana Pola ste-rjtó a rifarsi, lo ri.dilco,, fino al 1848; e si rimiise in sesito- per mérito deH’ACQtria, che la trasfoxmió nel primo porto di guerra della mo-narchia- -dánutoian-a: e i mille abi-taniti, c!he- allo-ra -eissa con-taiva no* avrotroiro- a-vuito sicuramente- la íor-z.a di assimila-re le pare-achie mi-glivna di slav.i, teidesehi e u-ngheresi arao-rsivi da liuOte le partí dellTm-pe-ro, senza il valido aiuto del rimsí-n-erlte -d-eUTsItri-a, di Trieste e, fino al 1868, ancha del Veineito, grazie ai quali por la diuralta di seitltamit’ainjai — qusnto, cioé, ne oar.se,ro dai 1848 al 1918 — .poté ma-nfe-nere in vita una maig.gic.raniza iitalian®, -di marca —- salvo poichisisilm-e ecic'eziont no-n irredentiste. Un rieme- della cittá si chtamó per fungo tempo C-ro-azia, e i Croad orano .piü di qiuaititromila, ma, che si sEippia, mai ebberro una scuolia paga'ta -dalla . provincia o dai Silvia-,no eira-rio. 11 quale, te-ñero sol-tarjto della cultura d-ei suoi tedeS-chi, fra i qu-a-li numerosi «sfiguru» vano» gli italiani amanti della imperial pagnatt-a, aveva aperto- a Pol» un gimnasio siuperiare, una scuola inferiere e una sciuoila popolare tn li-pgua -te-utonica. E i Croad? Quelli che non fu,remo asscirbiti. dagli isti-1-Uti scqlaíittcl itad-iani o- tedeschí della ciVá do-vefltero actcomitentarsi della moíde-sta scuola che la Cixi-lí* e Metüdio aveva, non se,nza intrai» ci buror.ratici, sirtemata n&i loca,li, non trqppo ccimciii, del «Nairodni Dcm» di viale Giovanni Carrara. Alfredo Bencivenní Riceviamo e pubblichiamo. Ho letto ce« meraviglia nelParti» celo «,LA CULTURA SOCIALISTA E I LAVORATORI DEL NOSTRO CIFjCONDAR-IO», apparso sul nu-mJ-ro del 31 marzo sccibo, le cri-Uche rivo.’iíemi per non aver svolfo ai-aúna atitivitá qu-ale yice-pres-iiden-te deirUniiversitá Pcipolare. A questo proposito faacio cssemvaxe di aveo -appreso solo dal/l’articolq- qi-tato di rJicciprire q-uesta carica, lufa ti ti non mi é stata mai comunícala, ni p;r iscritito n-é a voce, tale-' mia nc-mlna. Nel ncivembre 1951 fui invitato a paiteieipare ad una riunione ri-... guaidants l’sojviitá de-U’Universita Pcpolai-e, riunione alia quale non v,Fv'.jei eoje-i- presente per impegni - d.-.iva-r'i i dai mió lavoro presso la Rodip. Da. e,llora non ho a-vuto piü a’elma c-rinuaicazione día parte del-l’Ente in’ qüs’iíione. E’ quj.rii eviideñ-te che tutte le cn.rohe mememi non possono ri-g-uaada-mTf. F,rameo Laurenzi Abbiariio appuralo che il'comita-lo direttivo dei’Universitá Popolare di. Capodistria ha mancato, per ne-gligenza, di avvertire ü compagno Laurenzi d'csser stato nominato vi-ce-presidente di quest’Ente, Era per-fettamente impassibile:, quindi, che il Laurenzi svolgcsse una qualche attivitá per VUniversitá Popolare.Naturalmente quanto noi affermavamo nel nostro articolo del 31 scorso non viene invaliduto, con la differenza che la responsabilitá dell'insuffi-enza del lavoro svolto, ricade esclu-sipamente sugli altri membri del comitato direttivo dell’Ente. VBIL ŒBORNftTA BEL GIROME 03 RÊTORNO DEL GA tWPIONA TO CBRCONDA RB A LE Divisions della posta ira Pirano e Medusa Hegli ultimi minuti la villoría umaghes© ÀMiGHEVQLl pALCISTlCHE ISOLA-KRIM 4-0 VERTENEGLIO - SALINE 4 - 2 Vittoria convincente su un awersario duro a moriré VERTENEGLIO —. E ALINE 4 : 2 SALINE: Piecinq'Pe,tronío, Fonda, G¿‘raldi, Zamîek, Petr-onio II, Gira,ldi II, Salveistrini, Beynardi, Viderais e Vaitta. VERTENEGLIO: Fernetiti, Berraar-d:ii, Barnaiba, Sitarman, Petoieelli, Buirsi-c, Ferneiiit’i II, Sain I, Sain, II, -Simi'ioviic, Gmezida. ARBITRO:: Gravaigma. MARCATORI : îSmilo-vitc al 6’, Bureic ê,1 9’ del I. temara. Sain Romano al 31’ del I e a>ll’8' del II. tempo, Fatronio II al 6’ e Va/tta al 24’ délia riptresâ. La palla dUniaio è al Saline, ri-pneisa poi immediatamente dai rossi di Smiloyich che pairtono, d’impeto, portandosi cositantemente sotito la porta di Piccini, passato ieri dall’ala sinisira a gnaaidiano délia porta in sosrtiíiuzioine di Bartole. I verdi di San Boirtolo, si laiseiano sorprenderé dalla faga dei locali e debole è la 1ot0‘ reajzione alla costante pressions delil’atitaicco ventemegliese. E’ già al terzo minuto che Sain Romano manca una facile oocasione par se-graa.re, ma tre mimuti più tardi Smi-]ovil apprcíitrta di una misichda sui 16 me,tri, per iseignare, con una for-mitdËBM-e s¡toiecait>a, nell’angolo de-s.tro idella porta. Al 9; Buirsiic aposta il pallóme sul lato destro del campo, riesee a superare la difesa salinara e a se-'Iniare, ida una diistanea di nove metal. Salvo, quialiche rara discesa, i SEÍáfiiairl non riescono a riprendensi e Piccini viene, cosibamtemente im-¡pagina'tq; imdjrtjraniJoici anche due1 belle párate. Al 31; è Sain Romano che porta a tire il yanitaggio della propria siq-UEidra. Sino alia fine del I. tempo ,i veritenegliesi dómi-niavano II campo. Il II. tempo ha visto, una gradúale ripiresia dsi verdi che si por,taño sotto la porta di Ferneltti. Un fallo, di Barntefba provoca un calcio di rigore che Patircnio II realiizza al 6’. Dalla itaïcasa, il palíeme resta appannag-gio del verlteneigliesi eid all’8’, Saín Romano, con un tiro, lungo a parábola, riascie a .segniaxe l’ultiima rete per la siua- squadra, rete che Piccini avreíbibe potuto anche evitare. Il Saline butóawia non si smonta e si ri-prende can lena, piremenido sulla pauta awersaria. Al 24’ Vaitta, quasi aúlla linea di fondo, rjpremde un calcio di punizio-ne e, dalla difficile poisizione, rie,sce a s,aginare la seconda rete per i ver-di del Saline. L’iu-lrteriore pre&sione non obtiene fruitta alauno per man- ciainizá di peneitraziione degli arttac-cánitif verdi. Abibiamo visto ieri un Verteneglio veloice, sitorigativo, legato in tutti i siuoi ranghi, ,che ha sapiuito s-frut,tare a fondo il siuictoeSBO miziale. La sua dlifesa, ira parti,colare PetocelM, ha sapulto renidere infriuitltuosa ogni veileiità del Saline, il quale inivece ci è pariso al dli soitito delle sue po,s-silbil-iità. Lo scoraiggiamenito è affio-raito nelle sue file, speciialmemte nel prima tempo, mentre è mane,ata la precisdone nei palsisaggii e nel tiro a ISO.LA: Rusisignan, Delise, Dagri, Depase I, Pugliese, Milloich, Diu-dine, Benvemiuiti, Bologna, Zaro, Riuasiignan II. KRIM: Poljanec, Nagode, Markovič, Bulc, Novak, Valenčič, Boiuc, Hočevar, Krašovec, Bergelj, Zabu-kcivna, Ravnikar. ARBITRO: Lanzar. MARCATORI: Bologna al 15’ Depuse al 25’ e Bologna al 40’ del primo tempo. Nella ripreis-a Ben-veiniutl al 30’ II Krim di Lubiana é sceso nel ciinconldario isiiciuro di una siua villoría, senltenidoisi tanta siioumera da lasiciare a casa il portiere titolare e ben 4 dei migliori giocatori, ma rete. La mediana non ha svolto il suo ruolo di collegamenito fra gli avanti e la difeisa, beniohe Petronio II, coime g-ioico individuale, ci sia gio; prssisione ccstante sine alla fine appariso il migliore tra i .siuoi com-pagni. B. M. quieisita- volta gli aspiiti isono rimasti con le olassiche pive nel saoco. I padroni di caisia, in vena ai pro-dezze, hanno faiito chinare Paljaneic per ben quattro, volite a raccoigliere la palla nel suo saoco, senza contare una rete anmullata per posizio- ne di fuoiri gioico di un attaocante isolano. II quadrílatero isolano ha faitto da padrone in campo, dimoistrando cosí la fonza initirinisecia di que,sita squa-dra, senza dlulblbio la migliore della zona. Del Krim poco da dire, si tratta di giovani elementi, qualauno di siciuro awvenire. La squadíra ha pra-tioato u,n gioco molto slegato, e mameava Tintéisa fra i vari repartí, iDoipo poiOhi miniuti di gioco, l’Iso-l.a seigna can Depaise, ma la rete viene annuililaita. Al 15’ miniuto, su un lungo tiraverisone di Milloich, Bolo-gna di teísta metite in rete. Poico do-po il Krim poitreiblbe pareggiare, ma Ruisisignan in tuffo salva in exitre-mis. Sara Dapase II, al 25; che au-menterá te reti per i padroni di casa, ció nuevamente di testa su tiro dalla bandierdna. Gli iisolami premono continuamente e oirmai il Krim sembr,a rasse-gnato. Qiualche aizione di contro-piede r.iimane senza esiito. Al 40’, Bo-logna realiaza una azione combina-ta dial diuo Milloch — Zaro e met.te nel sacco día poiflhi passi. Nella riptresa, il Krim si chinde in difeisa; tatltica alqiuanto strana, per una squadra che pende per tre reti a zeiro. Ed infatti Benvenuiti al 30’ coirona la vittoria i-solana con un tiro d-a distanza che pasea disolto al coirpo del pontiere oispite, t-uffa-toisi con indecisione. I RISULTATI Verteneglio — Saline 4:2 Partizan — Umago 2:3 Pirano — Medusa 0:0 Isola — Stella Rossa (Non disputato) Buie — Strugnano (Non dispuiato) ‘Aurora — Oittanova (Non disputato) LA CLASSIFICA Isola 35, Pirano 29, Umago 26, Aurora 22, Partizan 21, Strugnano 20, Saline 16, Medusa e Verteneglio 13, Stella Rossa 10, Buie 8, Cittamova 5. PROGRAMMA PARTITE CALCIO Buie — Verteneglio Saline — Partizan Umago — Aurora Medusa — Stella Rossa Cittanova — Isola Strugnano — Pirano Campionato Zona distretto di Capodisirla — III giornata Partizan B — Isola B Branik — PHramo B Aurora B — Stella Rossa B Jadran — Medusa B Riposa Ilirija Campionato Zona distretto Buie Cittanova — Buie Villanova— Verteneglio Riposa Momiano Matterada — Seghetto M. del Carso — Salvore S. Lorenzo — Umago ATLETICA LEGGERA Cosa si è fait,o nel inostr-o circonida-rio per lo isvi'iuipipo delí’átletica leg" géra, la regina dello sport per eccel-lemza? N.uilla o quasi. Della itrentina e più di cire olí spcrtivi -esisitenti, solamente 4 hanno seziont di atlética ieiggera e precisamente: ,¡1 C. S. Pirano, l’Aurora, il C. S. Buie ed infine lo- S. D. Partizan, con un complesso di una sessanitina di atleti aitivt, parte dei quali è aifiillatà al CONI. E’ un qiuadro desoiantie. purtroppo, dovuto jnpli errori riipetiutisi negü an-ni passa-ti, quanido si for.zava il.calcio ed il ciclismo, cih'e effettivamente Sono ben syiluippati da moi. Ma è inutile riandare al passato. si traita di aidlottáre i proweidimeniti necesisari per -por fine a questo stato1 di cosé. In primo luoigo, appeina nal 1951 ha a Vu: o inizio ,1’atletdca leggera nelle siciüole, ed è stâta fatita urna leva di giôivani, che ha ipontato alia Tuce urna quarantina di eilentoniti ohe hanmo lar-ghe ipossiibiiità idi riuscita. .Si traita in massima parte di stu-dan.ti d!eí liceo C. Corabi, del ginnar sioi Silove-no di Capbdistria e dellTsti-tuto magistrale sloveno di Portoirose. Ma per poter uilteriormente aiilargare l’att'ività sportiva, necessliano caimpi, attrezzi, nrezzi finanziari ecc. Il che è difficile a trovarsi, dato che le société sportive ne difettano. Per ov-viare a ciô necessiterebbe magigior comprensioins da parte dei memibri del CAMPIONATO DISTRETTUALE La vittoria degli umaghesi ottenuta in zona Cesarini «MAGO - PARTIZAN 3-2 (1-1) Partita povera di contenuto técnico UMAGO: Novacico, Lenandiuzzi II, Lenairduizizi I, Boise, Sreičkovič1, Beinniic, Smiloiviich, Korniak, Le-narduzzi III, Giraldi, Sodomacco,. PARTIZAN: Vatovec, Pascuiin, Ca-ideniaro, Berltok, Milanovic, Filipovič, Leidjanaic, Groiridanavic, Te,s-savic, Jeliacic e Moisitnak. ARBITRO: Sabaidin I. L’incomtro di ieri ha faitto perveni-re alio sitadáo di Ca¡poidistria un cer-to numero di sponfcivi, ma ben presto gilí acconsi col deisiderio di go-d-ensi ‘uno spettaco-lo- dii conteniuto tronico aiblbastanza notevole, soino rimaslti deluisi in qiuamto ,sda da piarte del Pamtizam che dall’Umago beh poico si é pcltiuito Tisconitrare di gioco técnico. Bd eaccici aLla aronaca: .Vince il campo il Partizan, mía i primi a por- tare seri pericoli aH’attaaco sono gli oisipiiti che, al 3’, con una perfetia intesa Giraldi, Lenamduezi III que-sti lanciava nuovameinite a Giraldi, pero, per lluisicita fiuilmiinea di V-ato-vec Tiaaioine sfiuma. L’Umaigo- pare abbia a preinidere déciisamente le reidini deilTi-nicontro in siuo favore, ma icjuiatílrci miniuti piü tardii é di Par-tizan che, co-n unteziohe di contro-pieide, meitte Leidjanac in biuona po-sizione per pasis'are in vantaggio, ma qiuefiiti, invece di tirare, preferi-sce il pais.saggio a Jelacic che manda altisisimo sopr.a la traversa. II gioico y iprende con. fas,i alterne, senza nessuna consegiuienza né di contenuto técnico né di fase positiva, tanto che il pubbliico é costretto a far senitire le su-e proiteste per il gioco sconclusionaito delle due com-pagini. DI VIS IONE DELLA POSTA A S. LUCIA PIRANO - MEDUSA 0-0 Occasion! máncate d’ambo le parti PIRANO: Segaia, Rosso, Vasco,tto, Contento1, D,udine), Sitimac, Da-ipretito, Bonifacio, Sanitomarco, Razaa, Muiesan. MiEDUSA: Deponte, Stradi,, Santin, iBulssiaind, Tiuircinovici, Parenizan, Pairovel, Depangheir, Sabadin III, Saibadiiin II, Salbadin I. Le due squadlre sono entrate in carnpo alle 15 precise, pero l’artoitro non si faceva vedere. Doipo 20 mi-nuiti di attesa, i diue CEipitani si met-tevano d’aacouido ,che la partita la dirig&sse Luignani di Trieste che, a dire il vero, ha arlbitnato abba,stanza bene. II Pirano non e piu quello, di una voV.a e cio si e vis,to non soilamente damenica scoinsa aid Isoia, ma anche ieri a S. Luoia contiro un Medusa molto forte, spacialmente iri difesa. II pareggio non é caísiuale, i medu-sani se lo ,sono be,n me¡ritato ed il mérito va sipecial,miente a Santin, Tuncinovic e Depararte, che hanno faitrto tatito per non lasciar passare l’atitacco pir-aneise. II primo tempo ha visto entrambe le siqualdire di ugiual fomza e sia il Meidutsa q.uarato il Pirano hanno a-v-uto ocoEBfoní d’oro per portarsi in vanitiagg.io1. Infatti al 16’, su di un calcio d’angolo battiuito dal Madiusa, Segal,a entra a vuoto e Contento bicoca la palla con le mani. L’aitoi- CSMPI0NA10 ITAUSMO 10. GIORNATA DEL GIROME DI RITORNO Milan supenaia ¡’Inter s‘insedia neila seconda poltrona La Triestina raggranella punti. Viva iotta nelle retrovie tro indica il discheitito biaraco e Pa-rerazan del Medusa ,si appresrta al tiro, paró .abaiglia e manida íuoiri. Al 28’ é Siantoanamco del Pirano che si manigia una ¡ríete; tira forte alto da poichi metri e la palla rien-tra, niuoviamemte in campo reispinta dalla traversa. Sempre nel I. tempo, é Santcimarco che, piü volite, sba-glia facili palloni e marada ftUOiri. Da parte sua il Mediusia sbaglia varié voilte cora Saibadiin I, che, solo da-vanitl al partiere, non ha siapiuito se-gna,re e coisi portare la propria squ-aidta in vantaggio. Iil II. teimpo- ha cambíalo faccia ed hia visito coraibinuamente il Pira-no in attacco. Come giá detto, il Medusa si é salvato gr-azie alia buona gicirnlaita dei suai diferaisomi. E’ da notare uraa reite anrauMata diali’arbi-tro che la Medusa, su azione di contrapiede, era riuscita a mettere in &sig.nq con Saibadán III. La rete non é staita concesisa per fuori gioco dello síesGo Sslbladin III. Del Pirano : migiiori in campo: Sególa, Stimac e Dapratto. Si ri.prende l’Umago che cerca di coordinare le prqprie file e sembró quasi ci iriesoa; nasce cosí la prima azione della gionmaita. Lemarduzzi III si iracarica del tiro definitivo che finisce pero a lato. Ora è l’Uma-go che preme in area avverisaria, ma senza convinizione tanto che Sodo-maaco non trova migliore posizione che tiir.are un pal,lone d’oro fra le braccia del portiere. Anicoxa al 31’ oocaisioine per/dutia dalTUmago, al 32’ bella azione combinata del Par-tizan che sciiupa paró questa prima bella siua azione, tirando a lato. U,n minuto più tard! il Partizan, con un’azioraé di contirojpiede, metie-va il Tesisoiviic in condizloni. di ef-fett'uare un tiro da sinisitra a destra nella rete umoghese. Quasto goal è seirvito da doccia fredda aU’Umago che, dopo 5’ si portava all’attacco e ave-va la -soddliisfazione di vedere il proprio sforzo premiato dal pareg-gio oittemuto da Smilovic. II secondo tempo vedeva l’U-ma-go con dlue varianti poichè Sodoma-co ipreradeva il posto di ala deüfra e Smi-lovich quello di ala siniisitra, cambio che a mulla è s-ervito. Ar-riviamo coisi al 18’ qiuando l’arbitro - rilevava una carica a-i danni di Jelacic che, incaricato del tiro, non a-veva difficoltà a mettere in rete con un tiro secco e angolato sulla sinistra dell’eisteirirefatto Nov,acco. La rea-zione d'&U’Umiago fu vivace tanto da acciumulare ben 5 calci d’angolo a suo fa.vore in meno- di 15’ tutti in-frutilluoisi. Biatt-i e ribaitiüi,, il Partizan, rirtirato nella propria area di-feradeva a denti stretti il risiultato comseguito fino ahora. Anriviamo casi al 42’ quarado un nuovo furioso attaicico dairUmago provooava una violenta miaahia nell’axea del Par-tizan che gli friutitava cosí un nuovo calcio d’aingoilo. S’inoariCava del tiro .Sreckoivič che, dalla banioleri-na, meltiteva direltit-amerate in rete. Queislto goal metteiva le ali aH’attac-co umaiglhese che, pairitilto a tutta andatura sitmirageva in assedio i di-femsari roisisi del Partizan, i quali, preocoupati di liberare, laisiciavano Giraldi libero che, con un tiro di rar,a pcibenza meiiteva impaxaibilmen-te in rete, (44’). A mulla va-lise il pronto reagire dei lco&H per cul un mlmuto dopo l’ar-biitro, che ha direitto- l’incontro con severa ,proií>az,zia di decisione, poneva termine alia poco técnica, ma dura partita. M. P. STELLA ROSS A — JADRAN 2 : 1 JADRAN: Gregorič, Bolčič, Bertok, Obad, Caliigaris, To,scan, Gregorič II, Gregorič III, Zupin, Gombač, Prašnikar. STELLA ROSiSA B: Bertok, Zamel-ila I, Carraro I, Angelini, Apollo-nio. Carraro II, Raisman, Zane-lla II, Zanella III, Zanella IV, Modic. .ARBITRO: Eler. , Un pubblico numeroso ha presen-tiarto airincontro Stella Roisisia B — Decani, in quanto gli sportivi di quest’,ultima sQuaidira sono a-ccorsi compatitamente per sosteraere i pro-p-ri beniamini nella traisferta di An-caraino. Ieri perd lo Stella Roisisa č risiultato supeiriore alte prevrsioni battendo il oapolis-ta. per due reti a una. Il magigiore artefice della vittoria e Raisiman autore di due reti, mentre il purato della bandiera per la Jadran e sitato segnato da Prašnikar. M. DEL CARSO — UMAGO B 1 : 1 MAD. DEL CARSO: Luibiana, Pir-■sil, Prodan, Braico, Tuldak, Vidak, Peric, Babič, Giurisevič, Bernar-,dis, Villenovič. UMAGO B: Modalen, Navacco, Varčno, Eva, "Ziugnaic, Petrovich, Giraldi, Dagri, God-ais, Zaoohiigna, 'Latin. ARBITRO: Sabadin. MARCATORI: Giraldi 17' I. tempo (Umago); Vilanovič 4’ II. tempo (Mad. del Carso). Coratro ogni previsione il M. del Cariso e riuscito a togliere all’Uma-go B il primo punto dah’ annata. Partiito a granide andaitiura TUmago perveniva al succesiso al 17’ con Giraldi segnando a irarta viuo-ta. Verso la fine del primo tempo ciuispava l’occasione di radidopipiare il vantaggio calciando nelle mani del partiere il rigore concesso giusita-menite dall’arbitro. La ripresa ha un volto ben diverso; parte il M. D. Canso e perviene già al 4’ al pareg-della pantita, senza alterare il risul-tato. ISOLA B — BRANIK 6 : 0 ISOLA: Turk, Deipase, Orlini, Prelaz, Carboni, Viezizoli, Bacci, Zaro, Bernardi, Gamdiolfo. BRANIK: Vatovec, Milevie, Prodan, Krvalic, Vuk, Glavinia,, Palciq, Auibar, Valkovic; Prelec, Koicia-n-icic. ARBITRO: Divo. I ragazzi di Zaro hanno oititenuto una isonante victoria sulla prestante, ma ancor inesperta squadra del Branik. Con un gioco pi-ácevole, di buon contenuto técnico, essi si so-no siubiito portati alfaittaroco, dando mo-lto filo da torceré alia difesa av-vansaria, -costretiba ad un massacrante lavoiro di ostruzionismo. E’ marilto del difensoiri della sqiuadra dii Šmarje infaitti .se il punteggio non è stato ancor più largo. II primo tèmipo si è concluso con una rete a favore deill’Isola B, se-gnaita da Bacci al 15’. Nel II tempo la difasa del Branik, coimportataisi sino ahora egregiamente, ha dóvuto cadeire di fronte all’incializare degli arttaochi isolani. Già al 1’ realizza-va la seicorada relie, quindi al 10’, Bernardi aumentava il boittino e poi ancora B-acci al 16’ e Bernardi al 35’ poirtavano a 5 le reiti di van-tpiggio. Al 43’, Dagri segnava ancora, sigillando, con un bellissimo pallone, la maritata viititoria. D. Campionato jugoslavo di calcio - I. Lega STELLA ROSSA E DINAMO AL COMANDO DEI DUE 6IR0NI I niSULTATI Juvsatus — iSampdoria 2:1 Atalanta — Udimese 3:0 Fierentiaa — Como 5:0 Laz'io — Padova 5:0 Mi’sm — Inter 2:1 Na pol i — Torino 4:0 Novara — Luccliltse 1:0 Pro Patria — Bologna 2:0 Triestina — Palermo 2:0 LA CLASSIFICA Juvcníiis |46, J'dilEa 40, Inier-naztcnale 39, Lazic 32, Spal, Na-po-ü Florentina 3!, Novara 30, Safflpdcr'a e Palermo 28, Pro Patria 27, Bologna 25, Torino e Triestina 24, Udinese, Lucchese, Pa-dwvá e Como 23, Atalanta 22, Le* Enano 10. R’taltati -, corTarmaiati i prqnostici í si sono a’vuñ nelíia d-ecima giornata del gíreme di ri,torne del campionato itrf.iamp túi. calicio serie A. S¡ potrebbe dice chi í prjdroni di casa hanno manto'.uto foös al loro aipipetlativo, vtncer.dj drppsrtutto le squadre ospi-ti; foxse un pó sor.pradiente il risul-tato di, npbatp a Tonino, ove la Juve - ha b start o dii minima «lisura la '¿km-,doria. La, Trice- tmc. batter.,da seccamente ¡1 P&tertno, ha t: ©grain el! at o due pre-z.ícgí proti cini, che -le .psrmettono un nitro saíttoo in avamti, fuori dalle brutte acque detla classifica. I mulet: i si rtccvamo era a quota 24 e, se si maníierrcmo n-ell’nttiuaiTe forma,, pos-si amo sperare b-ene. Con la vittoria, straippata con ¡ denti dal Milán sull’Inter, ¡ rossoneri mdlamisti hanno scpravvanzato i loro riva-li -e s¡ scino insediati al secondo posto nella graiduatoria. L,e> squaidre Idi centro h-amino conso, Hdiato le loro iposizioni. Del resto enano previste le affermazicni dlella-Lazio siui biancih-i patavimi che, no-noBtan-te la loro ¡b-uon-a vcf.ontá, in-cramiiinciano a vaciillare e s-i trovaino in terreno scottante sotío i pieidi. La Fiorentiina ha suoniaito, per ccsi dire, il Ccmo ccin 5 reti. Severa la scon-fitta Uidiraese1 ¡m quiel dli, Bergamo, ma si E-é che gili ata!.a,ntiini, pu-r pemiul-timii iin olassifi-ca, non voglioino regalare ineimimemo uní p-uinto aigli, a.vvier-sair¡ e cosí disco rosso per i «furla-nuss». | II fanalino di coda ha diovuto ato-bassare bandiera a Ferrara, suibenldo 3 reti centro una. Ogmi rete suenava come una campana a monto per le reclute legnamesi che h^Jino avu'o solamente un anno di vita niel mas-simo' gtrone' «ateístico: I parfenoipei'non siherzano, e que-sta volta a -pagare lo scc-tto é stato il Torino, che ha inicaippato in una dalle sue piü Ibruittie sccinfitte. Quattro reti soino troppe, e di ció i d¡> rigenti tori-nesi tíovfebbiero renderee-ne canto, dato che la squadra non si trova i-n posi.zicne ira-viffiafcile, a pachii puinti com’e dalTArtatonta, Pa-dova, Udiraese, Cotnp e Lucchese che si ibatitono a denti stretti per non retrocederé. A Busto Arsizio i petreniani sono stat¡ piiegati per 3 reti aid 1, in una gama piaña. SA desi dlanrao sotto' a tottoi sipiano per m-aintenere -le dlistaraze con i capolista die-I giirone. La sorpresa inivece é scaturitia1 á Zagaibria, ove lili fanialtoo rnosso di ccid3 deil gircine si é preso il luisso d» ibatte-re iil Sarajevo, sebbane di stiretta misura. -Nel secoimdo gironie ,le cose vanno com la atessa fisonomli-a. II Dinamo' e la Vojvcidiina si sono appaiati alia Lclkcimotiva i-n testa alia graduatoria. Multo positiva la trasferta esterna def&a Vojvoidina, che, siuil difficile campo del Rabotraicki, é riuscita a batiere quesPuitima squaidra per un secco 3:0 ohe non aimtmatíe dtscus-eicini. I sierfoi hanrao intieniziomi serie e icih'iissa che r.cn riiescano a, mettere un,a ipoteca sulla vittoria fínate. La Lcikorootiva ha úovuto ab-bas-sar« 'bandiera nei confronti dei dinamite; giocatorl deflla . . . Dinamo, che hanmo reallzzato toen 5 retí, sutoen-dome solamente due. La squadra deiila Caisa Céntrale idelll’Armiata Jugoislava 1,1 partizan, h,a, battuto per 6:3 la reletta Masiva. LMinicicntro ha peró idiimioisitrato die enitraimlbi gil lunldtci posseigigoino fo-rti — Sarajevo 3:2 Rabotnički — Vojvodina 0:3 LA CLASSIFICA I Girone Šibila Rossa e Hajduk 8. Var-da'r 6, BSK e Zagreb 5, Sarajevo 4 punti. II Girone Dinamo, Vojvodina e Lokomotiva 8, Partizan 6, Rabotnički 4, Mačva 2. La SteUla Roissa, ibattendo netta-m-ente siul proprio terreno ¡gli spala-tini, si é atffiameata a questi ultimi nell comando delta clasisáca idel priimo girane. Il BSK, che era stato battiuto dli miiniima misiuma dómame a scorsa da,;, gioicatori adrlatici, si e preso una Gonainte riyiilncCita suii imiaiaédiQinl del Vairdar, seiglnainidlo la bellteizzai ' idlil 6 reti, centro una squáidra che ¡poi non va tanto uníale. Si veid'e che ¡ belgra- «ozioa á = pronuncia s,c italiana ž = prenuncia j framceise «Jo-ur» La declinazione del come — II nominativo 1. Kdo je tu? — Chi é qui? Tu je tovariš, učiteljica, qui c’é il com-paigno, la maestra. Kaj je tu? — Che ocsa c’e qui? Tu je 'zvezek, svinčnik, miza, pero. — Qui c’e il quaderno', la -mabita, il tavolo, la penina. Kdo é ii prcinome interrogativo per le persone al nominativo. Kaj é il preñóme interrogativo per le cese al nominativo. Tu _ qui. II sostaintivo in s’.ovono ha íce generi: il genere sii riconosce dalia idesinenza. I maschi-M terminano in consonante, i femmiinili ¡n a e. i n-eutri ira o — e. iL’articolo in s'.o-veno non esiste. 2. Ali je zvezek star? (ali = par-t te sila interrogativa). Il quaderno 6 vecichio? Al; je knjiga nora? — II libro é nuevo? Ali je pero novo? 1— La penina é nwva? Star, nova, novo: seno ag-gettivi. II genere degl; aggettiv; si riconosce dalla desi-nenza che é la st.essQ dei síostantivy... Ri,cordate: dotoer dan, dober večer, dobro jutro. Buon giccno, touana sera, touon mat-ti-no. Kakšen je kruh? — Come é il Radio Trieste 'Zona Jettjjosfava LEZIONE D! SLOVENO mima, nimlamia, nimate, ni- painei? — KalkSna je juha? — Come é il brodo? Katcšno je pero? Coime é la pen-na? — Kakšen, a, o, pronoml inter-rogativi per gli aggettivi. Ali je zvezek star? Ne, zvezek ni star. — No, ¡I quaderno non é vac-chio. Ne = no. Ni — non é: forma negativa del, verbo -hiti. Ail presente: nisem, nisi nii, nismo, niste, niso. LEZIONE IV. L’accusativo. Kaj imai učenec? Che cosa ha lo scclaro? Učenec ima zvezek, knjigo, pero. Lo scolaro ha il quaderno, il libro, la penina. Koga vidi -učenec? Chi vede lo sco-lairo? Učenec vidi prijatelja, učiteljico merje. Lo sedlar,a vede l’amico, la miaestrai, ill rraar-e. Quindi: kaj? pro-nome interrogativo per le cose aT-1 ’ aiocius a t i v o. Koga? ip r cn,oim,e i n,i erar o -gativo per le persone aH’accusativo. AV.’accuisat'ivo ; sostantiy; machill hanno la terminaiziorna a, i feirimi-nil¡ o. i neutri soino uguaili ai ma-schili. IMa = vece del verbo ime:.,¡ — av,ere. Al presente: imam,, imaš, ima, imamo, imate, -imajo. Vidi = voce del verbo videti — vedere. Al presente: vidim, vidiš, vidi, vidimo, vidite, vidijo. (NDrriErtj, rnaijo. LEiZiIOiNE VI. Dativo,. U(ûein.ec odgovairja uči- LEZIOiNE V. 1. — Regola dii prenuncia: bel- biamco promiuraria toeiu. Prav = giu-sto, pronuncia praiu. Poslušailci - ascol-tatoiri, proiniuinicii-a - poslušalci. Stevnik = il numeral«, pronuncia Stevnik. La L e la V finali o davant; a consonante si pron-unciano u. 2. — I siorin-i della settimana: nedelja,, ponedeljek, torek, sreda, četrtek, petek, sobota — domante a, Cumedt, martedi, mercoledi. giovedi, venerdi, s ato-ato. 3. — II genitivo risponidie alia do-ma-nda: Koga? dl chi? per le persone? C ega? di che cesa? per le cose. Il genitivo si forma -per i maschil; con la desihisniza s, por i fcimminiOi can la-desineiraza a e par : neutri con la desi-nenza a. Si usa: a) quarado sague ad espressione d; quantiitá: kcffko -kruha? — guanta pone? Mnogo kruha, ¡mato kruha. —' Motrtio pane, pclto ipame. Krožnik juhe — um piatto di torodo. Kozarec ■yede — un foicchier d'acqua. Liter mleka — un itero di latte. Manj v-iina — meno vino. b) Se il verbo e negativo: tovariš nima, svičmifca — il compagno -non ha la imatita — učenka nima 'torbice — la acolara non ha la borsetta. Učenec nima črnila — Lo scolaro non ha l’iiindhiostro. 'Nima = forma negativa del verbo imeti. Ai presente: nimam — non ho. cer.itgíio cte'ccmdariale per l’educazio-ne física, come pure delle societâ sportive, le quali forzano 11 calcio come atitivitá base. iPrciradtem'o esempio da Isola, ove il Comüta,to Cittadino del P. C. e del potere viene ánc,cintro a,gli sportivi, facendos; prom-otore per la costruzio-ne di un campo ;per l’aitletica, per la pat.,] acan estro e per la pallavolo, ed il cui lavoro potrá essere realizzato pure -con il contritouto volcntario degli sportivi e dei cittadini. Da quanto sepra espesto, résulta che lo svilu.ppo sportivo potrá essere' realizzato cen la coHa'bdrazicnie tra sooietá, le onganiz-zaition; iS;POrtlve e quelle di massa. Dctotoiiamo inol-tre fár presente che i íri'OSitírl sportivi nom sono ass-icurati présso MAS, Oositringendo per ció le scicietà sportive ad assl-curare soto qüalcuno degli atleti (dato che la máracaniiza di mezzi non -consente di fado per tutti) presso l’Assicuratri-ce Tpiestina che, -iin caso d’infortun-io, paga din. 180 ®ionna4ieri. II che -rap-presen-ta un’altro ostacolo per lo svi-luipp'O dello isipoirt fra i giovani. Un’altro iprolbl-ema è queillo deil a scârsiità di. iqualdri tecnici. Per risol-verlo neiciessiterebbe far ri-coirso alie commission,i reipiubiblicane dello s-port, per l’inivi-o di linsegnanti di educa-zio-ne fiisica nelle sciuole che dovrebtoe-ro, nel contempo, curare lo sviiuppo déH’atletica leggera fra i giovani. Per 1 prirnü mesi della corrente sta-gioine è stato elaborato il saguente pro.gr amm*: 1) . 20 aiprile riuni-one id’apertura a Ca- podistr-ia con ilibera partecipazio-n¡e. Verranno effettuate le seg-uen-ti gare maschiili: corsé dei 100 e 400 e 1500 m ipiami, 80 qstacoli, salto in alto ed in lungo, lame i del disco, del peso e dal giavellotto. -Per le gare femiminili inyece si a-vrà la corsa m. 80, salto in alto ed i-n lungo, getto del peso e la-n-cio del .disco. 2) 27 aiprile. Incontro triangolare di atletica leggera a Capodistria con la, par-teoiipa-zione degli atleti di Pola, Fi-urne >e dal cireonidario. 3) 2 e 4 maggio — Staffetta a- squa-dre a Pirano. 4) 11 maggio — riunione interna a Cape,distria. 5) 25 maggio — Pentathlon e triathlón a Capodls-tria. 6) 8 ©iiugn-o — Incontro Trieste—Istria (imasohUe -e femlmlnile). 7) 22 giugno — Riuinioine di propa-,ganda a Bule. 9) 29 giugno — Leva dei giovani a Capcidistria (masohile e femm-imi-í-e). S. A. UNITA’ DTNTENTI E D’AZIONE (Continua dalla I pagina) i-n paese ogn-i -gruppo iimiprowisava un com-izio durante il quale prende-vano la parola opérai e contaidini. Quindi tutti i gruppi si scino dati con-vegno 'in piazza. Qui l’ammassaimento della folla era veramente imponente. Al-tie grida ed ovazicini hanno accoito il comp. Go-r-ian Antonio allorchè si a-pprestô a parlare. «Atotoasso la reaziome clero-fascista!», «Lasciateici edificare in pace 11 socialismo!», «Mai più il fascismo a Trieste!», «L’altrui non voglia-mo, .il nostro non diamo!» gridavano i manifesta,nti. Presa- la parola, il comp. Gorian ha rilevato ohe i; nuovo fascismo italiano si -illuide suille sue forze mentre in,vece esso sarà liquídate come lo fu raell’ultim-o conflitto. Egli ha sottoli-neat-o puré ccme i comiifoirmlsti si siano uniti al reaizlonari ed ag-li ir-rademtisti italiami pur di attac-care I Jegittimi i-nteressi della Jugoslavda socialista. «Ma l’unltà dei nostrl po-poli — egli ha concluso — sapra in o-gini ¡caso risponflere decisaimente a tuttj, al; insuilti e a túitte le provoca-zionüi» Fra vitoraintii e -frenetlci applausi, altr.i -oratori si sano susseguiti alia tribuna, firequiantemente Interr-otti da lumgihe divazroinf aU’lnidirizzo della RiFiPJ, deil PCJj a de; comipagno Tito. A conclus,lome è stato aipiprovato l’in-vio di una mo-zione di solidar,ietà e di gratituídiine al compagno Tito per le ferme parole pronun-ciat-e nal suo discorso, idoipoidiohè la folla si è sparsa per le vie del ipaese proseguendo la manifestazione. II telju — Lo scolaroi niapoinlde al maestro. Učenika odgovarja učiteljic; — La acolara rispcinde alia maestra. Vinu dcdaimo vade — Al vino aggiun-giiarno deiraoq.ua. Le «Jesiinaraze dei scataintivi all dativo sano: u per i maschili e per ,;, neiutri. i per i femmiinili. Komu da sestra darilo? A chi d-á la sorella il regalo? Čemu ne dodamo vode? A che cosa non ag-giun-giamo dell’acqua? II Dativo risponde alia dom,aínda. Komu? per le ipersone. Cemu? per le cose. Vertoi: odigovar-jsim da eidscvarjad = risperidere: AH presente: cidlrtovarjaim, odgovarjaš, odgovarja, odg a varj amo, odgovarjate, odgovarjajo. Da = voče del verbo dati, dare. Al presente: dam, daš, da, damo, da-ste, dajo. ircidam — yace del verbo dcdat.i = agigtdngere. Al presen!e: dcidam. dodaš, doda, dodarho, de disté, dodajo. Per ric-ordare la iprcmuracia dalla v seimi — comsonainte, leggete ad alta voce questa breve poesía d; Župančič. Civ čiv, čiv, čiv še dolgo bcm živ vivió ancora a lungo Živ, ža-v, živ žatv že dcl-g,o b-cm1 ad-raiv. Saré .ancora sano Civ čiv, živ žav Vse prav? Vse ¡prav. Tutto- bone? tutto bone. Smorrimentl Petrertié Ararte,nio da Vijiisa.no 10, ha amarrido aúlla srtrada lócila—Ca-poldiEiiiria iá 3 c. m. la propria carta d’id'eratátá. Es.sa non. sará valida se non resitiit'uiita ail pircprieitario. * Apollonio Er-minio, da Prade 83, ha smairri-to la propria carta d’i-dentitá il 25 mar-zo scc-rso fra Ca-pod-iHtria a S. Caniziiamo. II documento .noii sará piü v-a-lildo se ñora resti-íuiiito ■all’init&ataitario: * Sieffé Mr-rio, da Oaipodisitaña, vía-dall’Anr.iUinzterta 9, ha ismarriito i,l 1 c. m. a Trieste la propria carta d’id’erati-tá. Con ció la dichiara noh valida. Invalidamenti Bullo Aldo da Pi-rarao, via Goiina 12, d'tehiaira non valida la sua carta d’ideratiità rubatag'ii ad Alesisan-dria (E'gitto) ove si brovava in vi-Eigigio quale marittimo. * G.unjaS Erminio, da Varaganel-Kariiom'ga 12, diicíaia-ra non valida lia .prcipria carita d’iiieratirtá, rruba-tagiii alia staizicrae cuiteié-crariere d,i TrieElte il 19: u. s. * Boni-vento1 Sergio-, da Capodisitria, via Maree,ni 3, dicihiara non valida la ' propria carta d’ideritita da lui carriibiEita cera qu-elia del Ccmunc di T-ricnte. * Zilparaicié Ana, in Hrveitin, da Smairje (Krcitcrá) diichisra non valida la pretoria carita d’identità, ru-bErtsiie a Trieste il 31 u. s. * Fiiippi Nei-etío, da Prové 26, dichiara non valida la propria carta d’âdamiiità ida liui cani-bierta con eje ella dol camiurae di Trieste. Dírettore responsabíle CLEMENTE SABATI Stampato presso lo stabil, tlpog «JADRAN» Ca]3odistria Pnhblinaz1''nP autorizzata