ANNO XXIV. Capodistria, 1 Gennaio 1890. N. 1 LA PROVINCIA 11 ci »"7 DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-Irimestre in proporzione.— Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. CENTENARI ISTRIANI tratti dalla mia raccolta "Annali Istriani" 290 Germano da Pola, Giusto da Trieste, Pellegrino da Umago e Rufo da Imparo muoiono martiri per la fede di Cristo ; la stessa sorte subisce anche San Pellagio da Cittanova, là ove tutto giorno sorge presso Umago una chiesa in suo onore. 590 Alle molte calamità che tormentavano le città Italiane vi sopraggiunge una fieris'sima pestilenza. 790 In quest1 anno figura Unfrido qual conte della Rezia e dell' Istria. ,990 Ha fine il Ducato dell'Istria, v.i subentrano li Sponheim. indi li Andecbs di Merania, l'ultimo dei quali fu Eurico, esautorato per la parte presa nell' uccisione dell' Imperatore Filippo. 990 In quest' anno il vescovo Pietro regge la chiesa triestina. j 990 Sergio di Pola dona lì 2 settembre diverse terre, situate in liumiano, al monastero di San Michele sul monte di Pola. 1090 Engelberto di Ortenburg della Casa degli Eppen-stein tenta d'usurpare il Marchesato d'Istria, ma essendogli andato fallito il colpo, ottiene nel 1112 la Contea di Pisino, che conservò fino l'anno 1139. 1090 Popone occupa il Marchesato d' Istria e lo governa sino all'anno 1112, anno di sua morte. 1190 Fra Martino, dell' Ordine de' Benedettini, cuopre in quest' anno la carica di abate di Santa Maria Formosa in Pola, e quella di S. Andrea, situata sull' isola di Serra presso Rovigno. 1190 II Capitolo di Trieste si elegge a vescovo il concanonico della cattedrale, Don Voscalco detto anche Wolfango. 290 II vescovo di Veglia, Fra Lamberto dei Conventuali, introduce in questa città 1' ordine dei Minori Francescani. 1290 Alberto conte di Gorizia imprigiona Udalrico fratello di Conone signore di Momiano, in una chiesa presso Cormonsio ove si era nascosto. 1290 II Senato ordina che il Capitano pedestre per l'Istria notifichi al Doge la perdita di cavalli caduti in servizio dello stato. 1290 II Senato delibera li 12 ottobre d'incontrare un nuovo imprestito per sostenere la guerra in Istria. 1290 II Senato ordina al podestà di Capodistria di far -v pervenire le rendite della villa di Po miniano, im-, pegnate da qualche tempo a certo Papolicardo. 1390 11 Signore di Duino, Ugoue VI, dichiara nel suo 2 ultimo codicillo di andar creditore da Alberto duca I d'Austria di fior. 3000, che gli aveva antecipati « nella costruzione della fortezza di Trieste. 1390f Giovanni Loredano viene trasferito dal vescovato * di Castello (Venezia) a quello di Capodistria, ove i muore lì 22 aprile 1411. 1490 11 vescovo di Capodistria delega Apollonio de Apollonio per mettere al possesso di certi beni, posti nella villa di Ceruschie (ora TrusJee) il capodistriano Ser Simone del fu Giovanni Nucio, cui il feudatario Giovanni degli Spelati gli aveva ceduti nel 1473. 1490 I patroni dell'arsenale di Venezia inviano al pod. e cap. di Capodistria, Domenico Malipiero, prò-vigioni da guerra perchè ne consegni parte alla città e parte al distretto. 1490. Federico III impegna a Gaspare Rauber per fior. 4000 Renani il castello di Duino con tutte le sue rendite, affitti e dipendenze. 1490 Giorgio Durer capitano austriaco nel castello di Piemonte in Istria. 1490 Gian Filippo del fu Santo Gavardo da Capodistria, benemerito pei servigi prestati a Venezia nella guerra di Ferrara, viene con ducale 30 marzo premiato dell'introito della civica pesa e del dazio del vino del distretto. 1490 Prolungamento della Cattedrale di Capodistria fino al campanile ; nel prolungamento si aggiunge l'atrio bruciato dai Genovesi nel 1380. 1490 Erezione del convento dei Padri Minori di S. Francesco presso Ossero. 1490 Una nuova tribù di Slavi viene ad abitare il Carso di Trieste. 1490 Si sviluppa la peste nella villa di Ceruscolo o Truscolo (ora Trushe). 1490 Ser Nicolò di Vicenza copre in Capodistria la sede di Maestro precettore. 1590 Papa Sisto V accorda indulgenza plenaria a chi visiterà la chiesa di Santo Spirito in Duino nel dì della Pentecoste e in quello della sua Consacrazione. 1590 Concessione fatta ai vini dell' Istria veneta di entrare in Carintia, purché dal porto di Trieste o da quello di Duino percorrano la via di Caporetto. 1590 Nicolò Rauber, capitano di Trieste, ordina ai cittadini li 11 agosto di tenersi questa notte bene armati a difesa della patria, minacciata dai veneziani, e quindi ogni seconda notte. 1590 Dispaccio 28 agosto che esenta da ogni dazio della pesa tutte le granaglie che giungono a Trieste per transito. 1590 Si estinguono le nobili famiglie di Capodistria gli Schienca e i Giroldo, questi ultimi erano feudatari di Calisedo. 1590 1 Serviti erigono in Duino il loro convento con annessa chiesa. 1690 Fra Paolo Naldini, vescovo di Capodistria, celebra lì 28 e 30 maggio il sinodo diocesano. 1690 S'incendia la sala d'armamento in Trieste, non rimanendo un solo fucile per difendere la città. 1690 Un forte uragano scatenasi in Trieste e suoi d'intorni, rovescia in città i campanili di S. Nicolò e dell' ospedale, schianta nelle campagne non pochi olivi. 1690 Leopoldo I elegge in abate di S. Andrea in Bi-striza nella Schiavonia Don Agostino de Carli di Capodistria. 1790 Faraone Cassis, doganiere del Cairo, fugge con grossa somma di danaro dall'Egitto verso Trieste, e vi rimane in questa città, spedendo il danaro alle banche di Londra e Genova. 1790 Sopressione del convento delle monache Benedettine di S. Teodoro in Fola, a causa dell'insalubrità dell' aria ; vengono trasferite in Venezia nel convento di S. Giovanni in Laterano. 1790 Li 16 settembre viene nominato a vicario cattolico di Peroi Don Pasquale Manzini, canonico di Diguano. 1790 Gli ebrei di Trieste ottengono la concessione di esercitare la medicina. 1790 Smembramento della diocesi di Pola, 20 parrochie vengono assegnate alla diocesi di Trieste. 1790 Si erige nel castello di Valle la chiesuola sull'area dell' antica dedicata alla Madona Alta, ove un dì esisteva il convento degli Agostiniani, presso i quali secondo tradizione pernottò Alessandro 111. -----:---- QUARNERO 0 QUARNARO? Si dice Quarnero o Quarnaro? mi domandò un Tizio pochi giorni or sono, mostrando però predilezione per Quarnaro con P esempio di Dante. — Quarnero Quarnero, rispose un terzo ; si sa come Dante storpiasse i nomi geografici — Danoja -— Ostericch ecc.....— Adagio a ma' passi, — aggiunsi io, vediamo se Dante nel nostro caso storpiasse il nome per necessità di rima. No certo perchè Quarnaro fu la prima rima che si offerse spontanea poi seguirono varo e amaro. Si come ad Arli, ove il Rodano stagna, Si come a Pola presso del Quarnaro Che Italia chiude e i suoi termini bagna, Fanno i sepolcri tutto il loco varo ; Così facevan quivi d'ogni parte; Salvo che il modo v'era più amaro. Si ritenga quindi che ai tempi di Dante il Quarnero si chiamava Quarnaro ; e che col suo vero nome fu indicato dal sommo poeta. Tale lezione poi appare in tutte le scritture del trecento ed anche più in là. Così nel Berlingeri citato dal Benussi (l'Istria fino ad Augusto pag. 155). Per le molte tempeste ora è Carnaro Da naufraga detto gente e morta. E certo Dante avrà raccolto il nome dalla viva voce del popolo, e così P avrà sentito pronunziare con gli altri accenti crudeli dall'Istriani. E che i nostri nel 1300 prediligessero la desinenza aro alla moderna ero, ne abbiamo prova dall' odierno dialetto di Rovigno, avanzo degli antichi parlari istriani anteriori al veneto. Anche oggi, per legge di assimilazione i Rovignesi cangiano l'e del femminile in a. Esempi : la càmbara la camera, la cavara, la ConQagiénara, la cenerentola E così nel maschile : el zuvano il giovane marcanto mercante, suòrto sorte, e nei verbi cardando, credendo, daliberà liberato, vedanduli vedendoli. E così aro per ero che è il caso nostro : puóvaro per povero (Vedi Ive — Saggi di Dialetto Rovignese). Negli antichi dialetti istriani si diceva adunque Quarnaro. Ma le parole hanno la loro fortuna; ed oggi tutti in Istria diciamo Quarner, apocopato per modificazione introdotta dal dialetto veneziano che ha fatto scomparire la forma arcaica e dantesca ; e perciò in lingua italiana si ha a pronunziare Quarnero, secondo 1' uso. „ Quem penes arbitrìiim est et jus et norma loquendi". 11 mutamento dell' ar in er è legge costante nella pretonica — amerò, amerei lazzeretto sve-glierino ; e per buon suono il dialetto veneto modificò anche Par tonico in er. E quanto alla probabile origine del nome si ritenga pure una favola la derivazione carnarium divoratore di carne, per le frequenti tempeste : sono giuochi di parole dei filologi della vecchia scuola che andavano a tastoni. Più probabile la derivazione dal tema celtico cam roccia, come nelle vicine Alpi Carniche. (Benussi 1. c.). Nè è a cercarsi origine latina; troppo è noto come pei Romani il Quarnero fosse Sinus Fianaticus, poi Sìnus Liburnicus. Il carn celtico originò poi la voce Quarnaro dei Celti, e degli antichi Istriani, modificato da ultimo dai Veneti in Quarnero. Di modificazione del ar in er abbiamo poi esempi frequentissimi nei nomi dei luoghi Capraria Caprera, Ursaria Orsera, Poraria Porer. Si scriva adunque modernamente Quarnero', ritenendo che Dante abbia usato benissimo Quarnaro, non per la rima, ma perchè così si usava al suo tempo. P. T. --—3*5—---- NOTIZIE sullo stato della pubblica istruzione in Istria durante il dominio DELLA REPUBBLICA VENETA (Continuazione vedi numero 22. I Provveditori eletti Gio: Petronio Caldana Giudice, e Marco Caldana Sindico proposero „— che il n.ro dei Maestri sia portato da due a tre, cosicché vi sia il maestro di Aritmetica e Grammatica, il Maestro di Umanità e quello di Rettorica, il 1 con salario di Ducati 100, il secondo di 110, e il 3.o di 200 — in tutto Ducati 410. — La spesa già sistemata era di ducati 280, — 30 li avrebbe dati la Capella di S. Giacomo e 100 sarebbero stati compartiti sulle scuole laiche del Territorio. — Rimase stabilito poi che per anni cinque uou possa essere eletto Maestro nessun Terriero fatta eccezione soltanto per il Molto Reverendo D.n Domenico Corsi Canonico, il quale fu effettivamente Maestro anche dopo tale deliberazione. Nel 1681 fu eletto Maestro il Reverendo Sig.r D. Stefano Cucagna della città di Gorizia per insegnar Grammatica, poesia e prosodia con emolumento di Ducati 140. — Se vi saranno giovani così avanzati da poter essere instruiti anche nella Rettorica, avrà Ducati 160. Nel 1685 fu eletto Maestro il Sig. Marmilio Rai-naldi da Monte S. Polo p. insegnar Grammatica, U-manità e Rettorica con ducati 150 e casa per 1 anno. Nel 1690 — apparisce che rinunzia al posto di Maestro il Sig.r Cristoforo Danesi — e che gli viene sostituito ad tempus il Sig.r Antonio Granata. Nel 1691 rinunzia il Granata e vengono eletti : l'Eccellentissimo Sig. D. Torricelli Torricelli Canonico — il Sig. D. Giacomo Baldini, — il Rev. Sig. D. Filippo Ravalicco e il Rev. Sig. D. Rocco Corbatto. Nel 1701 venne eletto VEccello Sig. Dr. D. Do-nado Fonda e il Rev. Padre Lettore Bartolomeo da Pirano M. 0. Pare che le riforme preposte nel 1680 non venissero tutte osservate, e che fosse perfino sospesa la nomina dei Provveditori alle scuole. Nel 1704 però fu ripigliata e allora o poco dopo fu eletto in Maestro : il Molto Rev.do S.r D. Giovanni Demola da Vicenza, che più tardi fu chiamato a un posto di professore nel patrio Seminario. Nel 1707 il Provveditor alle Scuole Apollonio del Senno domandò che i terrieri sieno esclusi per sempre dal posto di Maestri, facendosi forte sopra conformi deliberazioni prese nell'anno 1661 18 Aprile dal Consiglio Comunale di Capodistria e nell'anno 1691 da quello d'Isola, deliberazioni approvate già dal Senato. Queste particolarità risultano da un complesso di Atti esistenti nell' Archivio sotto notato. Senato Mar. Registro 174 — Ann. 1708 C. 126. Filza 798. 1689-1710. Capodistria. Il Vescovo di Capodistria Paolo Naldini progettò nel 1689, e instituì nel 1710, in una casetta presso il Vescovato, un Collegio o Seminario per instruire nell'idioma illirico 4. chierici della città o della diocesi, e parte col proprio, parte con carità raccolte, lo dotò dell' annuo reddito di ducati 203 lire 4. soldi 14. reddito che sperava di poter aumentare. Fu mosso a tale instituzione dal bisogno di provvedere alle Pievi rurali ove l'unico linguaggio de contadini è l'illirico o sia lo schiavo, linguaggio non praticato nè a Capodistria, nè in Pirano, ne in Isola-, e perciò in vacanza de' parrochi o capellani era in necessità di prevalersi de' soggetti non solo di alieno Dominio, ma per lo più meno abili, ignoranti o viziosi. (Sono parole del Vescovo). — Propone che 4. e non più godano la grazia della dozzina in parte o in tutto : gli altri che vi entrassero sopranumerarii paghiuo la dozzina intiera. Segue dicendo che essi potranno godere il comodo comune a tutti di apprendere le lettere umane nell'Accademia della Città senza alcun dispendio. Nel seminario si eserciteranno soltanto ne' religiosi costumi e nella lingua illirica, osservate del resto le regole del Seminario di Padova. Il Senato, sentite le giurate informazioni del Podestà Capitanio, e il favorevole parere dei Consultori F. Odoardo Maria e Antonio Conte Sabini (il Sabini era di Capodistria) approva, a patto che le rendite debbano sempre stare alla condizione laica, nè esser in alcun tempo sottoposte alle gravezze e fazioni eeclesiastiche; giusta legge 1605 circa il possesso dei Beni ecclesiastici. Nella risposta dei sunnominati Consultori (8 maggio 1710), detto del beneficio dei Seminari ordinati in o-gni Diocesi dal Concilio di Trento, è soggiunto : la provincia delV Istria per la sua povertà non ha mai potuto godere tal beneficio — poi è detto si doveva ricorrere «' luoghi esteri per la grande scarsezza de' sudditi che possiedano quel linguaggio (l'illirico) il quale nelle città non è usato, nelle ville non si può letteralmente impararlo. Senato Mar. Registro 176-1710. 7 Zugno C. 56.to » Filza 807. 1691. 15. novembre Isola. ^ Il Senato annuindo alle premure della Comunità d'Isola, ,proroga per altri dieci anni la permissione di „escorporare ducati 60 all'anno dagli utili di quel Fonetico, acciò servano col di più che volontariamente dargli abitanti vien corrisposto, al mantenimento del Precettore, supplito però che s'abbi all'altre spese et ob- „blighi necessari, e senza valersi mai del capitale e con «la condizione che sempre sii il Precettore forestiere e «d'abilità sufficiente.. Senato Mar. Filza 798 Anno 1708 — Inserta nel Decreto del Senato 5 Luglio 1708 relativo alle scuole di Pirano. 1708 — 21 febbraio Capodistria Il Consiglio di Capodistria assegna e il Senato approva a favore del Padre Filippo Maria Gavardo, figlio del dottor Giulio sacerdote Servita, annui ducati 50 per anni tre affinchè possa condursi in Padova per seguire in quella Università la laurea dottorale. Senato Mar. Registro 174 C. 263-4. 1708 25 Luglio — 19 e 23 Agosto — 20 Settembre. Capodistria ,11 Seminario eretto già nel 1675 in Capodistria, per la morale e scientifica educazione de' figli, a merito «dei chierici Regolari delle Scuole Pie venuti di Roma, «nel 1698, ad assumerne la direzione, prometteva sempre più fruttuoso profitto. E i Padri stessi sempre più «infervorati nell'amore et applicazione verso de' figli, si «mostravano sempre maggiormente inclinati a piantarvi «un formale Collegio, qualora fosse loro assegnato per «sempre quel luogo. Laonde i signori Sindici e Depurati (la Consulta, il Collegio) del Seminario proposero «di cedere, previa l'approvazione del Senato alla Religione dei Chierici suddetti, in perpetuo, il Seminario «medesimo, con tutta la sua entrata e le sue ragioni, «a tutto comodo e incomodo della Religione, a patto «che il Reverendissimo Padre Generale accettando pro-emetta e acconsenta : ,— che i Deputati della città, mediante l'ordinario .Collegio del Seminario, ne esercitino sempre la «sopra intendenza per la emenda di qualunque disordine ,e per la conservazione del vero metodo d' insegnare, «impegnandosi e converso la città di prestare ai Padri «il suo patrocinio in quello che a loro occorresse. «_•— che sieno sempre quattro (4) li Maestri de-« stinati a insegnare il leggeremo scrivere, le regole ge-«nerali dell' aritmetica, la Grammatica, la Rettorica, e «la Filosofia morale, con quel di più che parerà allo «zelo e alla virtù dei Padri. - «che li convittori della città e dei luoghi della «provincia, che corrispondono al Seminario siano rice-«vuti col solito onorario di ducati 60 all'anno per ca-«dauno, e gli altri della stessa provincia, de'luoghi cioè „che non corrispondono al detto Seminario, non pos-«sino esser ricevuti senza P assenso del già nominato «Collegio della città, e per quello che riguarda l'onorario d'essi e de' forestieri possino stabilirlo i Padri «stessi. «— che sia a spese della Religione, perfezionata «la fabbrica del Seminario ed eretta una chiesa parti-«ticolare, permettendosene intanto ai Padri l'uso di quella «di S. Maria nova.. Così fu preso ai 25 Luglio 1708 nel Collegio dei Deputati al Seminario, con voti 11, ossia a pieni voti. Ai 19 agosto successivo fu approvato nel Maggior Consiglio (di Capodistria), composto di votanti 178, con prospere 144 contrarie 34. Il Podestà Capitanio Nicolò Contarmi accompagnò e raccomandò la parte al Senato con sua lettera 23 agosto a, s. 1708, dalla quale risulta tra le altre — che la dottrina e virtù dei Padri Rettore e Maestri attiravano non solo la gioventù della città e della provincia, ma anche scolari esteri a quel Seminario o Collegio. Il Senato al solito, prima di deliberare domandò altre ed altre informazioni al Podestà Capitanio, e volle sentire anche il parere dei Consultori in jure. Questi, tra le altre, notano: «che è interesse del Principe provvedere il propro ,Stato di buone scuole e collegi per la iustituzione letteraria e morale dei giovani affinchè i sudditi non siano «costretti di mandar i propri figli a cercarla in paese ,straniero: pur tuttavia, lodando lo zelo che vi pone «in ciò la città di Capodistria, e trovando buona la «cosa in massima, osservano: ,che si tratta — d'introdur nello Stato una nuova «Religione (Ordine) —• di far passar per sempre in pro-«prietà dell'ecclesiastico un luogo laico, - e di fabbricar «nuova chiesa. (Continua) Frequenti sono i discorsi tra gli agricoltori sulle misure da prendersi onde combattere nella prossima stagioue gli assalti della peronospora, e pur troppo ancora molte le incertezze. Stimiamo perciò opportuno pubblicare quanto ne lia riferito in proposito la direzione del consiglio agrario provinciale nella sua relazione sulV attività del consiglio stesso nell'anno or cessato, intorno alle: Misure contro la peronospora viticola Gli spendidi risultamenti delle numerosissime e riuscitissime prove comparative dei rimedi contro la peronospora viticola, visibili nel volgente anno nei due Poderi sperimentali in Parenzo e Pisino, hanno giovato moltissimo a persuadere i viticultori a ricorrere ai rimedi cuprici, e insegnare materialmente come si preparino e come si applichino detti rimedi. Infatti durante tutto l'estate fu a Parenzo e a Pisino un corso continuo di pratiche dimostrazioni ai possidenti e ai contadini, che numerosi ebbero a visitare cotali esperimenti, con tale efficacia di risultati, da non potersi attendere gli eguali da ogni qualsiasi altro modo di propaganda a voce o in iscritto. Risolto così completamente il problema tecnico, resta ad agevolare ¥ applicazione degli ultimi e constatati rimedi da parte di tutti i viticultori; compito questo che malagevolmente potrebbe venire adempiuto in ogni angolo della Provincia da questo Consiglio, al quale, per suo istituto, spettano altri compiti ben definiti e più generali. Siffatto compito essenzialmente locale rientra naturalmente nella slera dei singoli Consorzi distrettuali, come accenna tassativamente il rispettivo Statuto, e non potrebbe da questi trascurarsi, senza venir meno ad uno dei più essenziali loro doveri. Accennando, per chiarire le cose, a questa speciale distinzione tra le attribuzioni del Consiglio e quelle dei Consorzi, non s'intende però menomamente di eliminare dalla sfera d' azione di quest' ufficio centrale le misure che tengono a diffondere ed agevolare la lotta contro questo dannoso parassita; nello stesso modo che il Consiglio non ha mancato di assumere in propria iniziativa l'intiero problema delle prime prove delle viti americane quale rimedio contro alla fillossera. Se non che tra la questione delle viti americane e quella dei rimedi peronosporici a base di rame la differenza e sostanziale. Per le prime trattavasi infatti di sperimentare per fare tesoro dei risultati delle prove; pei secondi a vece l'effetto è già certo e sicurissimo, e basta ricorrere al rimedio per essere sicuri di preservarsi dal danno. Si tratta ora dunque solo di un lavoro di propaganda, che deve essere essenzialmente locale per conseguire risultati decisivi. Occorrerà pertanto che i singoli Consorzi non persistano a proporre rimedi che ormai hanno fatto il loro tempo, come è successo purtroppo anche ultimamente ; ma si attengano invece ai lumi offerti dalla pratica e sistematica sperimentazione in Provincia, ben accertati dal Consiglio, riponendo fiducia nei metodi da questo raccomandati. Gioverà inoltre costituire speciali Consozi per la compera collettiva degli apparecchi d1 irrorazione e per 1' acquisto del materiale cuprico in grandi partite, preferibilmente estesi a più di un Consorzio distrettuale. Ili ciò non mancherà giammai la cooperazione del Consiglio, come non mancherà quell' appoggio materiale, che da parte sua potesse essere concesso nei limiti dei mezzi disponibili. Nello stato attuale della scienza, la peronospora idi cola non alberga che nelle campagne di chi la vuole, noe di chi non si cura scacciarcela. Non si tratta punto di un male ancora occulto, per cui occorrano visite sopra luogo e ricerche di specialisti per decifrarne la natura, come qualche Consorzio mostrò di credere. Il tempo delle ricerche è già trascorso anche nella nostra provincia. Ora occorre semplicemente di operare a tempo e secondo i dettami della scienza ; ogni discussione riuscirebbe del tutto oziosa e ridicola. 11 consiglio agrario in escuzione ai propositi qui sopra accennati, fatte le pratiche opportune ha diretto ai consorzi distrettuali la seguente circolare. : Eliminate le difficoltà provvenute da recente circolare dell' autorità politica locale, e declinando naturalmente ogni responsabilità pel ritardo causato da questi imprevvedibili ostacoli, la scrivente Presidenza apre la sottoscrizione per l'acquisto cumulativo del solfato di rame, esclusivamente a favore dei Consorzi agrari distrettuali come Corpi morali, e quindi con esclusione ielle sottoscrizioni a favore di singoli privati alle condizioni che segnano : 1. I Consorzi agrari distrettuali dovranno qui presentare le proprie domande entro il giorno 15 p. v. Gennaio coli'indicazione del N.o di chilogr. sottoscritti. 2. Per ogni 19 chilogr. sottoscritti il Consorzio dovrà qui anticipare una caparra di fior. Uno. 3. Le domande non accompagnate dalla caparra saranno nulle. 4. Il Consiglio agrario declina ogni ingerenza nei rapporti tra i sottoscrittori privati e il Consorzio, prenderà quindi semplicemente a notizia il modo in cui il Consorzio vorrà garantirsi rispetto ai singoli privati. 5. 11 prezzo sarà il puro prezzo di costo che si potrà ottenere all' ingrosso nel momento della chiusa della sottoscrizione. Stante i continui aumenti sui prezzi già patuiti, non si può prendere impegno alcuno. 6. 11 solfato di rame verrà direttamente rimesso ai singoli Consorzi previo esborso dell' ammontare a saldo sulla caparra. 7. Le prenotazioni avranno effetto per ordine cronologico, restando escluse le ultime nel caso non si potessero tutte coprire col materiale posto a disposizione del Consiglio agrario provinciale. In tal caso verrà restituita la caparra. 8. Non venendo rimesso a tempo debito il saldo del valore della merce, la caparra non verrà restituita e il Consiglio agrario provinciale potrà disporre altrimenti del materiale decaduto dall' inscrizione. 9. 11 Consiglio agrario provinciale pattuirà la consegna del solfato di rame non più tardi dei primi del maggio p. v. Già fino d' ora è esclusa la possibilità del ritiro entro Aprile, essendo tutte le fabbriche già impegnate. Parenzo, 27 Dicembre 1889. --—-------— Una nuova applicazione cooperativa dell' industria agraria L'associazione latti&ra di Bull Ci occupiamo spesso del movimento notevolissimo che, colla costituzione dei sindacati agricoli, vanno svolgendo operosamente e coraggiosamente gli agricoltori francesi. Essi non si limitano ormai più all' associazione per gli acquisti, ma si consorziano anche per le vendite dirette dei loro prodotti. Vogliamo segnalare oggi ai nostri lettori un esempio nuovo di questa tendenza, un tentativo originale e intelligente fatto dai coltivatori del cantone di Bruyéres nei Vosgi : esempio e tentativo degni, davvero, di studio e di considerazione specialmente nelle nostre provincie montane e dove la produzione del latte è un reddito di prim' ordine. 1 bravi allevatori di Bruj'éres hanno formato un consorzio per la conservazione prolungata del latte, il trasporto a grande distanza e la vendita di esso a Parigi. L' avvilimento di prezzo subito ultimamente dal formaggio detto di Géromé che si fabbrica nelle montagne dei Vosgi ha suggerito a quegl' intelligenti coltivatori l'idea di cercare un impiego più rimunerativo del latte prodotto nelle loro stalle. Ma la lontananza da qualunque grosso centro di popolazione esigeva anzi tutto 1' applicazione d' un processo col quale preparare il latte in modo da poterlo conservare a lungo in stato di freschezza e trasportarlo per un percorso considerevole senza pericolo di alterazione. L'ingegnere Guerin di Grandvillers (Vosgi) suggerì ai coltivatori di Bult la congelazione: un'esperienza di più mesi, 1' esame microscopico e ripetute rigorose analisi, il controllo del laboratorio municipale di Parigi, hanno provato che il latte congelato spedito ghiacciato e fatto sgelare quindi, anche dopo più giorni e persino più settimane di inerzia, non perde niente delle sue qualità del suo gusto e delle sue attitudini agli usi svariati ai quali si può destinarlo. Ricondotto alla temperatura del latte appenna munto, il latte sgelato nou se ne può distinguere nè per l'aspetto, riè pel sapore : sottoposto alla bollitura o alla scrematura, dà i medesimi risultati. Tale è il metodo ingegnoso che i coltivatori di Bult adottarono nello stabilimento della loro nuova impresa cooperativa. L' associazione da essi formata possiede un' officina a Bult dove ogni giorno il latte appena munto vien chiuso in appositi vasi e ridotto sotto T azione di un freddo intenso allo stato di ghiaccio ; e ha stabilito un magazzino di deposito e di vendita a Parigi. Il costo della preparazione e del trasporto sale a 11 centesimi per litro, a cui bisogna aggiungere l'importo delle spese generali d'amministrazione e di quelle di deposito e di distribuzione, destinate ad attenuarsi sempre più coli' accrescimento della clientela. Il buon successo della nuova associazione, come in generale, quello di tutti i consorzi di produttori per la fornitura diretta ai consumatori, dipenderà in grandissima parte dalla lealtà che vi sarà osservata. Ci associamo interamente a questa riflessione dell'autorevole Réforme sociale ; se la si trova opportuna in Francia, in Italia convien pure che sia meditata. Nessuna frode nessuna falsificazione: impeccabilità assoluta e superiorità genuina nella qualità del prodotto fornito. A queste condizioni gli sarà aperto e mantenuto uno sbocco sufficiente. 1 coltivatori di Bult hanno compreso questa necessità e per ottenere l'intento si sono volonterosamente sottoposti a una severa vigilanza vicendevole. Lo statuto sociale contiene, in questo riguardo, le regole più rigorose e precise. 11 bestiame dei soci deve esser visitato periodicamente da un veterinario. E prescritta la vendita immediata d' ogni animale colpito da una malattia o da un vizio qual sia. Non si accetta il latte d' una nuova stalla senza la previa constatazione di sanità di tutti i suoi animali. Il latte dev' esser fornito all' officina di congelazione puro, non annacquato, uè scremato, un'ora al più tardi dopo la mungitura. Si rifiuta il latte proveniente da vacche gestanti per due mesi prima del parto e fino a due mesi dopo ; si rifiuta parimenti il latte riconosciuto povero di crema e quello nel quale P esame microscopico riveli l'esistenza di germi estranei alla costituzione di un buon latte. Queste cautele diligentemente osservate assicureranno senza dubbio ai coltivatori di Bult il premio dovuto alla loro iniziativa e ai loro sforzi perseveranti. — La società degli agricoltori di Francia ha conferito frattanto una medaglia d' oro ali' associazione lattiera di Bult. (dalla Cooperazione Rurale) pensò son molta saggezza di affidare 1' incarico dell' epigrafe all' illustre filologo e letterato avvocato Niccola Castagna, siccome a quello che era legato coli'abate chersino da vincoli di amicizia e di sincera estimazione. E il prelodato sig. Castagna vi si sobbarcò volentieri al pietoso incarico, e spedì al dott. Giampietro l'epigrafe, accompagnandola da una bellissima lettera. (L'Istria) Negli esami finali del corso speciale sull'innesto delle viti americane, tenuto nel volgente mese presso l'istituto agrario provinciale in Parenzo, risultarono i-donei gli allievi seguenti già licenziati dalla scuola bienuale di viticultura, enotecnica e pomologica. Autouio Sason da Verteneglio con punti 11.3 su 12 NicoK-Tromba da Sissano (Pola) „ „ 10.3 , 12 Francesco Ferentich da Pisino „ „ 9.7 „ 12 Nazario Gavinel da Capodistria „ „ 9.7 , 12 Olivo Bonetti da Buie „ „ 8.8 „ 12 Il che si reca a pubblica notizia, per norma di chi intendesse valersi dei giovani suddetti, nei lavori d'innesto delle viti americane resistenti alla fillossera, j e nelle cure successive ai relativi impianti, ricordando che nel precedente corso ebbero già ad abilitarsi i seguenti altri allievi : Giacomo Fonda da Pirano — Pietro Cerovaz da Fratta — Giovanni Felluga da Isola — Augusto Delise da Isola. ILT o tizi e La spettabile famiglia del tanto compianto abate Moise non poteva lasciare le di lui ossa senza un segno che le distinguesse fra le molte altre del camposanto di Cherso ; perciò si propose molto lodevolmente di erigere al compilatore della più completa grammatica d'Italia un monumento. L'egregio giovane dott. Gianpietro Moise poi, nipote del grammatico, Cosse locali L' altare a sinistra di chi entra nella nostra chiesa concattedrale è dedicato al Santo Girolamo. I frequentatori ricorderanno la grande tela, sulla quale si scorgevano appena su di un fondo verdastro incerte traccie ; per rilevare la figura del Santo e di un leone accovacciato ai suoi piedi. Oggi quella tela è splendida di colore e vi si ferma 1' occhio con piacere su di un paesaggio ricco di vegetazione della vergine foresta, e spicca la bella figura del Santo, ritirato in quel sito riposto a meditare, la fiera , ai piedi. Il ristauro è opera del nostro Bartolomeo ' Gianelli, a lui commessa dall' amministrazione della chiesa, con sapiente avvedutezza, e con quell' amore che sempre dimostra per migliorare le condizioni del monumento affidato alle sue cure. Ora due parole del quadro, perchè ne resti memoria. L' autore è ignoto, ma certo del 1600 e pennello di buona scuola ; si trovava nella chiesa di S. Chiara a memoria dei nostri vecchioni, però in dimensioni minori ; soppressa quella chiesa fu trasportato e collocato dove si trova, con 1' aggiunta tutto intorno di altrettanta tela, onde coprirvi tutta la superficie della nicchia. Un barbaro pittore per coprire 1' aggiunta tela, e armonizzare l'insieme, \i distese sopra uno strato di colore a colla caravella ; si pensi il lavoro che costò al Gianelli il ristauro. —■ La pala è ora un ornamento del nostro duomo. Altre ve ne sono che attendono da tempo i rimedi dell' arte, necessari onde poterle conservare, e ci affidiamo alla su accennata amministrazione della chiesa la quale ha dimostrato di saper apprezzare la bravura del nostro Gianelli, ed il suo amore per conservare le cose d' arte della nostra città. In omaggio ai sentimenti del defunto suo consorte conte Girolamo Kota, la nob. signora contessa Teresa nata Demori ha inviato la cospicua somma di fior. 300 all' ili. signor podestà, con la preghiera di devolverne tior. 100 al fondo intangibile dell' ospitale civico, e precisamente in aumento del capitale denominato 9 gennaio 1878, tior. 100 ad incremento del patrimonio del civico asilo di carità per l'infanzia, e fior. 100 al gruppo locale della società,Pro Patria" ■-------- Bollettino statistico municipale di Novembre 1889 Anagrafe: Nati battezzati '25, fanciulli 14, fanciulle 11, morti 20, maschi 7 (dei quali 2 carcerati) femmine 4, fanciulli 3, fanciulle 5, nati morti una femmina. — Trapassati-. 3. Luis Antonio fu Antonio d' anni 73 ; M. B. (carcerato) da Cigliano d'anni 23; 10, B. G. (carcerato) da Spalato d'anni 49; 18, Machnich Andrea fu Giuseppe d'anni 63; 19 Bertoch Giacomo fu Antonio d'anni 58; 20, Giasche Orsola fu Nicolò d'anni 77; 21, Pavanello Domenico fu Giovanni d'anni 54: 23, Dugan Pasquale fu Antonio d'anni 73; Bolcich Giovanna fu Biagio d'anni 81 ; 26, Lonzar Nicolò fu Nicolò d'anni 63 — più fanciulli 3, fanciulle 5 al di sotto di 7 anni, nonché una femmina nata morta. — Matrimoni: 9, Garsinich Antonio - Verzier Domenica di Lorenzo? — 11, Silvio Vittorio Glessich - Luigia Mirica di Nicolò; — 16, Bernardo Giurco - Paolina Carbonaio di Giov. Maria; — 17, Benedetto Lonzar - Marianna Ciasca fu Giuseppe ; — 20, Zubalich Silvestro - Antonia Destradi fu Antonio; — Z'ò, Vattovaz Giovanni - Schipizza Maria di Giovanni; — 24, Dellasavia Giovanni - Maria Valentich di Giovanni. — Polizia : arresti per schiamazzi notturni 1, per vagabondaggio 1, per violenze e contegno sospetto 1, per offese e calunnie 1; — denuncie per mi-naccie e maliziosi danneggiamenti 1, per ferimento 1. — Usciti dall'i, r. Carcere 16, dei quali 5 dalmati, 4 triestini, 2 goriziani, 3 tirolesi, slavoni 1, italiani 1. — Sfrattati 12. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 2, per litri 136, prezzo al litro da soldi 28 a M2. — Certificati per spedizione di vino 3 per litri 344; per spedizione di sardelle salate 6, per barili 98 del peso dì chilogr. 4295; di sardoni salati 5, per mastelle 280, del peso di chilogr. 4973 ; di salamoia 4 per barili 9 del peso di chilogr. 640. — Passaporti per animali bovini 1 per capi 1. — Nulla osta per 1' estradazione di permesso di viaggio marittimo 1. — Libretti di lavoro 11. — Animali macellati-, buoi 47 del peso di chilogr, 11096, con chil. 474 di sego ; armente 20, del peso di chilogr. 3008, con chilogr. 162 dt sego; vitelli 41, castrati 86. — Licenze industriali 1, per vendita al minuto di commestibili. Bollettino delle malattie zimotiche. Capodistria: Angina difterica: colpiti in novembre 3, morti 1, rimasti in cura 2. Lazzaretto: nulla affatto. -- —---- Appunti bibliografici Commemorazione di Giacomo Zanella letta il dì 4 Agosto 1889 al II." Istituto di scienze lettere ed arti, dal socio effettivo Giuseppe De Leva. Venezia Tipografia Antonelli ISS'J. Un opuscolo di pag. 35. Il professor De Leva, nome carissimo a tutti gì' Italiani, e in particolar modo agi' Istriani, ha mandato per le stampe un suo discorso sul poeta Zanella, discorso cominendevolissimo così per l'elevatezza dei concetti, come per la sobria venustà della forma. Il De Leva considera nello scrittore il patriota, e sotto questo aspetto lo presenta esempio alla gioventù. Perciò conchiude il suo discorso così: ^Intanto auguriamo alla patria nostra che egli rimanga V ideale della gioventù che sorge, a persuaderla che solo il perfetto accordo fa 1' uomo e lo scrittore crea le opere veramente insigni e la vera e durevole grandezza." Ognuno vede come il lodatore sia quindi degno del lodato, e viceversa. Anche il De Leva è uno di quegli uomini del buon tempo antico, in cui l'arditezza della scienza severa e non spavalda si accompagna al sentimento e ai nobili ideali da molti rinnegati per libidine di facile fama. Singolare è questa felice armonia degli spiriti nella regione veneta, dove certe stranezze non hanno attecchito finora, e speriamo non troveranno mai buon terreno. Con questi concetti direttivi il De Leva esamina le opere dell' amico poeta. Il poeta vicentino è passato per la scuola dei classici; „le sue poesie attestano il progresso che andava facendo nella cultura greca; ma nutrite d'altro e più sano alimento, brillano d'una vita nuova, rigogliosa, la vita del sentimento e del pensiero moderno. Non c' è più in esse imitazione degli antichi : l'imitazione si restringe all' espressione. „ È dunque un felice innesto del pensiero moderno sulla forma antica, non un ritorno al mondo antico senza tenere conto delle condizioni mutate; e poiché il pensiero domina la forma, il poeta non fu spinto a rinnegare l'armonia e la natura del verso italiano. E questa stessa temperanza lo governò in modo da non fargli credere necessarie certe arditezze di frasi e di metafore, ritenute oggi opportune a dir cose nuove non sempre vere, e a significare con la stranezza dei traslati e delle similitudini le avventate ipotesi e i superbi fastidi dei nuovi Capanei. „Molto meno, continua il De Leva, c'è nello Zanella imitazione della natura: la natura è ritratta, ma più col colore dell' anima che delle cose." E così deve essere: l'imitazione della natura non basta ; tocca al critico sindacare la natura deW imitazione. Gli antichi di fatti con 1' animo effuso nella contemplaziore della bellezza esterna, plastica, non sempre ebbero occhi, se eccettui Yir- gilio, ad ammirare l'interno, l'anima e le lagrime delle cose. Questo è effetto della scuola cristiana, che c'invita a scrutare nel fondo della coscienza; quindi il romanticismo, con le sue esagerazioni. Ma noi Italiani abbiamo sempre da natura l'educazione classica, le intemperanze dell'analisi non ci piacciono; perciò accogliamo il buono della nuova scuola, non i difetti. E se questi erano troppi, se il romanticismo minacciava di farci cangiare natura, non occorreva perciò rinnegare tutto, e tornare a una cruda imitazione dell' antico. Felice il poeta vicentino che ha saputo tenersi nella giusta via del mezzo. E quanto al movimento scientifico dell' età nostra, il poeta l'ha studiato a fondo : testimonio la bellissima ode — La conchiglia fossile. „L'ammirazione, scrive il De Leva, per la grandezza della scienza e 1' orrore per gli orgogliosi trascendimenti di alcuni de' suoi cultori: ecco l'emozioni intimamente congiunte dell' animo suo, i simultanei e più potenti generatori delle sue ispirazioni. Il vero scientifico è per lui sorgente di poesia, in quanto vi fa campeggiar l'uomo, sente il vincolo che lo congiunge alla natura materiale e visibile, riconosce il punto che segna il confine tra esso e il regno eterno dello spirito ; ivi giunto, medita, soffre, combatte ; ma poi que' confini egli li passa rifugiandosi in Dio, onde i contrasti si acquetano, l'armonia della vita e delle cose si ricompone:" Non si poteva meglio rappresentare il concetto direttivo della poesia dello Zanella. I forti, generano i forti, dico i forti di calma e severa grandezza, non di forza nervosa ed effimera che si manifesta in scatti e tensioni di lottatore da palco scenico. Discepolo dello Zanella è Antonio Fogazzaro il migliore romanziere, piaccia o non piaccia, ai fabbricatori di fama commerciale che misurano la lode a seconda della solidità della dita editrice. Ma ad un tratto l'astro dello Zanella s'ec-clissò ; e il poeta ebbe paura dell' opera sua ; vedendo gli eccessi. Non così lo storico. „Per vero, scrive il De Leva, in tutti i mali sociali, a noi che guardiamo all'avvenire con la logica dei fatti, che è il telescopio della storia, può essere di conforto questa salda fede che 1' umanità, trabalzata da uno all' altro estremo, trova pur sempre una via di mezzo per la quale procede innanzi lenta ma sicura verso il bene e la moralità" Si l'umanità procede ; fa qualche volta quattro passi indietro, ma riacquista il tempo perduto facendone cinque ; e cosi progredisce. „Ma andate a dirlo in un momento di sfiducia ad un anima così sensibile, delicata, eccitabile come quella dello Zanella!" Egli visse in tempi in cui parve che, nelle scuole specialmente, il regresso fosse non di passi, ma di chilometri sulla via del bene, considerando le cose da un aspetto solo. E chi è senza peccato scagli la prima pietra. Lo stile da ultimo di questa commemorazione, stile didattico, sobrio, svolgentesi in periodi serrati, pure armonici saldi, senza attaccaticci sdruccioli, ma anche senza tronche giaciture giova moltissimo a rendere accetto questo discorso accademico, ad ogni ordine di persone. P. T. * ili * PUBBLICAZIONI Il nostro Albino Zenatti per le nozze Yenezian — Bertucci ha riprodotto con la tipografia Carne-secchi — Firenze — Una stanza del Furioso musicata da Bortolomeo Trombonino — ed edita in Roma la prima volta da Andrea Antico da Montona. nel MDXVII. La trascrizione delle note dell'Antico è eseguita dal D.r Oscar Chilesotti. È un' edizione bellissima di cento esemplari. Ed ecco così il nome di un modesto istriano associato all' Ariosto, ed ai primi tentativi della musica italiana e dell' arte tipografica musicale. Ed ora sfidiamo gli Slavi a rannodarci a Zagabria e a storpiare il nome dell' Antico da Montona in Antic con la pipa. Scliweiger-Lerckeufeld, A. v. e De Angeli F. — L'Adriatico. (Traduzione dal tedesco). Milano, Val-lardi, 1889. Volume di pag. 608 iti 4. con numerose incisioni e carta. Più che l'Adriatico e le sue spiaggie sono, in quest'opera del fecondo scrittore austriaco, descritte le terre e città che sorgono dalle sue coste. Il traduttore, prof. De Angeli, pur attenendosi nell'insieme e nella disposizione al testo originale, modificò ed aggiunse in più parti quanto gii sembrava necessario od opportuno per illustrare paesi e popoli di nazione italiana. Dopo la prefazione del traduttore, viene una descrizione generale dell'Adriatico, e poi quella di Trieste ed Aquileja, dell'Istria e del Quarnaro da Fiume a Zara, a Spalato, a Ragusa, alle Bocche di Cattaro fino a Corfù. Indi le spiaggie della Puglia, del Molise, delle Marche, della Romagna, con particolari note su Urbino, Rimini, Ravenna. Finalmente Venezia, con la sua Chiesa di San Marco, il palazzo de' Dogi, il Canal grande e le Lagune.