ANNALES 3/'93 strokovno delo UDK/UDC 784.4(497.12/.13 Istra) I CANTI DEI TRE RE IN ISTRIA: TRADIZIONE ORALE E FONTI A STAMPA Roberto STAREC prof. etnomusicologo, 34100 Trieste, Facolta di Magistero, via Tigor 22, IT prof. etnomuzikolog, 34100 Trst, Facolta di Magistero, via Tigor 22, IT S/NOSS/ L'articolo ¡Ilustra i canti dei Tre Re e la pratica rituale del la Stella nell'lstria veneta in occasione del!'Epifanía, collocandoli in un quadro tradizionale che, in ámbito italiano, copre l'intera area che fu della Repubblica di Venezia. L'uso, presente in passato e in parte ancora oggi anche nell'lstria slovena e croata, avrebbe avuto origine in época controriformistica nell'area cattolica di lingua tedesca a nord delle Alpi. Nelle modalitá della questua é rilevabile la persistenza di alcuni aspetti pre-cristiani di ritualitá propiziatoria propri della cultura rurale. Attraverso la documentazione raccolta dall'autore e attraverso le fonti bibliografiche, viene esaminata la diffusione dei diversi modelli di canti dei Tre Re in Istria, raffrontati sia con i canti di tradizione órale dell'area veneto-friulana-lombarda, sia con fonti a stampa sei-settecentesche. In occasione dell'Epifania in molte localitá dell'lstria si usavano dei canti, in italiano o parzialmente venetiz- zati, che rievocano la venuta dei Re Magi. Generalmente venivano eseguiti da gruppi di ragazzi o di adulti che andavano di casa in casa e ricevevano offerte in denaro 0 in natura (la bonamán). Tale pratica rituale era quindi una sorta di "servizio sociale" offerto alia comunitá che ne ricompensava gli esecutori. L'impiego nella questua epifanica dei canti dei Tre Re é documéntate per tutta l'area veneta (incluso il Friuli) e si estende ad ovest in area lombarda fino alia provincia di Como e al Canton Ticino. L'uso é ancora vítale in molte localitá, soprattutto della regione alpina. 1 gruppi di cantori sono talvolta abbigliati da Re Magi e in genere sono muniti di una stella, di varia forma e dimensione, collocata in cima ad un'asta, che puó essere illuminata internamente con una candela o un lume ad olio (oggi piu spesso con una torcía elettrica). Di regola la questua ha luogo la vigilia dell'Epifania, ma anche il giorno stesso (o comunque in tali date si conclude, dopo aver avuto inizio giá nei giorni an­ tecedent). Cristianizzazione di feste che si richiamavano a culti solari (cosí come il Natale), l'Epifania conserva ancora a livello folclorico dei caratteri pre-cristiani, di ceri- monialitá propiziatoria di tipo agrario, di "modello má­ gico" offerto alia natura perché essa vi si conformi garan- tendo la produzione agrícola dell'annata. In gran parte della pianura veneto-friulana tuttora per l'Epifania si accendono dei grandi falo (veneto brugnelo, friulano pignarúl). La stella luminosa sembrerebbe indicare un adattamento, in senso Cristianizzato, di questi fuochi rituali accesi nei campi per portare fertilité. In diversi centri il compito della questua spetta ai coscritti, co- sicché essa risulta anche assimilata ad una festa di tipo iniziatico, attraverso la quale viene riconosciuto l'in- gresso della "classe" nella comunitá del villaggio. La pratica religiosa extraliturgica della Stella verosímil­ mente ha ricevuto un impulso decisivo dalle autoritá cattoliche in época controriformistica, ma forse sulla base di usi preesistenti. Una larga parte dei canti im- piegati descrive in prima persona la venuta dei Magi, ben prestandosi appunto ad un'azione di tipo teatraliz- zato come il corteo della Stella. L'uso e i canti relativi sono documentad ampiamente nell'area germanofona (Sternsingen = stella, Dreikonig = Tre re), ma esclusiva- mente nell'ambito cattolico. Secondo i dati raccolti da Niko Kuret, i canti dei Tri kralji erano diffusi anche in 139 ANNALES 3/'93 Roberto STAREC: I CANTI DEI TRE RE IN ISTRIA, 139-148 tutta l'area slovena, incluso il Capodistriano (ma di que- sta zona non mi è nota nessuna versione edita).1 Per l'lstria croata, secondo quanto segnalato da JakovMikac, la questua epifanica (koleda) accompagnata dal canto dei Tri kralja era in uso nel Parentino (ad Antonci, Cerion, Kastelir, Kurjavici, Nova Vas e Vrznaveri) e a Kastav; Mikac riporta un testo da Nova Vas e un testo (con música) da Kastav.2 Non mi sono note altre lezioni ¡stro-croate edite. Mi è stato segnalato che la koleda epifanica si fa nuovamente da qualche anno a Lupoglav e a Karojba.3 Nei centri dell'lstria veneta dopo la Seconda Guerra l'uso non si è più mantenuto, solo in singoli casi è continúate ancora negli anni Cinquanta e Sessanta, i canti relativi sono tuttavia ancora abbastanza conosciuti. A Cittanova nel 1989 si è avuta una ripresa, dopo oltre trent'anni di interruzione. Ignoro se il rito si sia ancora ripetuto negli anni successivi, e se vi siano stati altri casi analoghi nell'ambito delle comunitá italiane dell' stria. Sulla base delle fonti bibliografiche, abbastanza numeróse, e delle mie rilevazioni dirette è possibile ricostruire in modo abbastanza esauriente la diffusione dei diversi canti impiegati nelle varie località. Meno ricco invece il quadro delle informazioni sulle modalita degli usi rituali. II canto dei Tre Re più diffuso è quello che inizia Noi siamo i tre Re/ venuti dall'Oriente/ ad adorar Gesú. Nella sua forma più estesa questo testo risulta di sei strofe composte da sette versi ciascuna (o piuttosto da dodici strofe, sei di tre versi, sei di quattro versi), ma moite delle lezioni documéntate (dalla Lombardia all' Istria) appaiono incomplète o frammentarie.4 La ver- sione a stampa piü antica conosciuta (senza notazione musicale) é in un libriccino senza indicazione dell'autore e delle data di pubblicazione (ma verosímilmente sei- settecentesco) Nuova operetta spirituale Sopra la venuta dei Santi tre Re Magi venuti dall'Oriente in Bettelemme ad adorare la Nascita del Redentore Gesú Bambino, stampato a Bassano (centro, attualmente in provincia di Vicenza, dove dal 1650 circa sino al 1860 fu attiva la stamperia dei Remondini, specializzata in opuscoli e incisioni di tipo e di destinazione popolare, che ve- nivano venduti dagli ambulanti in tutta Europa e anche piu lontano).5 Di questo testo, che risulta invece non molto diffuso nel vicino Friuli, ho raccolto varianti di tradizione órale provenienti da otto localitá istriane (Buie, Dignano, Mo- miano, S. Lorenzo del Pasenatico, S. Pancrazio di Mon­ tana, Sanvincenti, Torre, Villanova del Quieto), alcune simili dal punto di vista melódico, altre riferibili a modelli musicali ben differenziati; riporto qui la trascrizione (es. musicale n. 1) delle versione dignanese, da me raccolta nel 1983.6 Versioni a stampa (con música) del medesimo testo sono state edite da Giuseppe Radole (da Montana, Dignano, Rovigno e Buie) e da Luigi Do- norá (Dignano). Un'altra lezione istriana (senza mu- sica), pubblicata da Ranieri Mario Cossár, proviene da Montana; la seconda parte di questo testo non deriva pero dalla Nuova operetta spirituale, né presenta contatti con altri canti epifanici tradizionali (istriani o non) a me noti.8 Un'altro testo impiegato in Istria che ha ampia presen- za nell'area veneto-lombarda é Noi siam li tre Re d' Oriente/ che abbiam visto la gran Stella, del quale sono 1 N. Kuret, Slovenska koledniška dramatika, Ljubljana 1986. Secondo la cartina a p. 233 in due localitá dell'lstria slovena l'uso é cessato dopo il 1945, in un'altra era caduto prima del 1941. Le tre localitá non sono specificate. 2 J. M ikac, Istarska Skrinjica, Zagreb 1977, pp. 211-214 e 217-220. 3 Com unicazione personale di Josip M iličevič, Pisino. 4 Versioni con mušica sono in D . Coltro, Paese perduto, vol. 2. II giro del torototela, Verona 1976, p. 276 ; Id., Mondo contadino, vol. 7, V enezia 1982, pp. 326-327; Id., Cante e cantäri, Venezia 1988, p. 111 ; A . Cornoldi, Ande, bali e cante del Veneto, Padova 1968, p. 145 ; P. Ghidoli - G . Sanga - I .Sordi, L'Epifania nel Bresciano: i canti della "Stella“ , in A A . W ., Brescia e il suo territorio, M ilano 1975, pp. 152 e 155 ; H. In der G and, Scelta di canzoni popolari ticinesi, Basilea-Lugano 1933, p. 33 ; V . Paiola, Canti popolari vicentini, V icenza 1975, pp. 23-24; S. Pedrotti, Canti popolari trentini, Trento 1976, pp. 285 e 290 ; L. Peressi, Note folcloristiche su Claut. Tradizioni religiöse, in "Ce fastu?", XXXVI (1960 ), p. 128; G . Sanga - P. Sassu, Venticinque canti raccolti a Premana, in AA. W ., Premana, M ilano 1979, p. 667 ; G . L. Secco, Da Nadal a Pasqueta, Belluno 1987, p. 95 ; S. Sever, Cantiamo insieme. Le piti belle canzoni ticinesi, Locarno 1982, p. 64 ; L. Stefanutto, Claut chiuso (ra i monti, Pordenone 1981, p. 261 ; G . Zanettin, Centosessanta canti popolari giä in uso a Cembra (Trento), M ilano 1967, p. 25. 5 Cfr. R. M orelli, Otto canti della Stella ira Riforma e Controriforma , in "Culture musicali", n.s., 1-2 (1990), pp. 98-100. Ringrazio Renato M orelli che mi ha cortesemente fornito la fotocopia del volumetto. 6 Le versioni di Villanova e Torre sono pubblicate in R. Starec, La mušica di tradizione orale nel territorio di Cittanova d'lstria, in "Centro di ricerche storiche - Rovigno. Atti", IX (1988-89), pp. 351-352. La registrazione di Dignano é inclusa nell'album discografico Canti e musicbe popolari dell'lstria veneta (Albatros ALB/20), a cura di R. Starec, M ilano 1984. 7 G . Radole, Canti popolari istriani, Firenze 1965, nn. 15, 18, 20b; Id., Canti popolari istriani. Seconda raccolta con bibliografía crítica , Firenze 1968, n. 15; L. Donorá, Cosi si cantava a Dignano, in A A .W ., Dignano e la sua gente, Trieste 1975, p. 301 . 8 R. M . Cossár, Usanze, riti e superstizioni del popolo di Montana nelITstría, in "ll folklore italiano", IX (1934), p. 54. Dopo Noi siamo i tre re... e Li fu che ci chiamó... , il canto eos) prosegue: Anche in térra per guida/ vi sono le stelle/ e al divino Bambin/ si fanno ancelle./ A i piedi d'un Bambin/ ch'é in cielo immenso/ offrono i Re/ mirrá e incensó./ Alia famiglia di .../ vita giuliva/ e centa anni del cieii/ Lwiva ewiva! 140 ANNALES 3/'93 Roberto STAREC: I CANTI DEI TRE RE IN ISTRIA, 139-148 1. NOI SIAMO I TRE RE Maria Gollessi in Giacometti (n. 1921), Paolina Hrvatin in Gortan (n. 1919) Dignano (=Vodnjan) reg. R. Starec, 1.10.1983 S i - - - j K t - F V -• • é - J v i ) □ § ! ------------- s = t m a 1 T i k— i 7 7 fr+ m - é -------im per a - do - rár Ge - Jú per a - do - rár Ge - jú. ï t t = / t é in bra - cio a Ma - ri - a che é ma - dre di lui »■:■ % che é ma - dre di lui. 2. Dov'é il bambinelo graziojo e belo é in bracio a Maria I: che é madre di lui :l 1. I: Noi siamo i tre re :l venuti da l’oriente I: per adorar Gejú :l. ✓ 3. E lui il Signore di tuti il magiore in quanti nel mondo I: ne furono giamai :l 141 ANNALES 3/'93 Roberto STAREC: I CANTI DEI TRE RE IN ISTRIA, 139-148 nuova ol>EREtrA S P I R I T U A L E Sopri ll venuu dti Sinti »re Ri Mai;! venuti daM1 Oriente in Btttelemtnt «M äJtrnn l* Ntititä itl kr'dfktt'ri CF. SU' B A M B I N O 'W-vr» I) A S S A N O. Ctn Linne* Jt' Su/niiri. ( 3 ) N o r lláme i tie R e , Moi liadlo i tre R e Venuti dall’Oriente Ad adorar G esú , Ch’ è un R e fuperiore D i tutti il Maggiore Di (Júanti che al Mondo N e furön giammai, K e fbron giamm ai, N e furon gtoftm ai. A i Ei U > E l fu c h e c í c h ia m d , Ei fu che ci chiam d, Mandando la Stella Che c i eondufle q o f , D ov’ h ’i BambineHa V ezzo fo , e bello In bracdo a M aría, Ch’ é Madre di, L u i, Ch’ h Madre d i L u í, Ch’ i Mftdft di L u i. ( S ) ÍZamabile S ignor, L ’aM íbilí S lg n ö r Si merita i doni Aflieme alsioftro cor. Percid abfiUm portgto Incenío odörato, E M irra, ed Oro In dono al R e D iv in , l a dono al Re D iv in ,. ín dono ai Re D ivio.. Quell’ r ' (7) f ( 8 ) ( 6 ) E quefla Mirra p o i, O r uoi fe n’ andiam, Quell’ Oro che portiam , E queda Mirra poi Or noi fe n’ andiam Quell’ Oro che nortiam C’ infegna del Bambino Ai nonri paed, Soccorra, o M arla, La vera Umanitá : Da cui venuti fiam. La voftra povertä. t i modra di paffionfe Ma qui reda ¡1 core D ’ lncenfo 1’ odore L’ amaro boccoue, In man al Signore, N e toglie 11 fetore L’ amara bevafida, In man al Bam bino, Di ftaüa immonda, Che per noi foffvirá, AI Bambi-ne! G-rth, In cui troviam G esb, Che per noi foffrirá, AI Bambinel Gesö In cui troviam G esii, Che per noi Foffrirä. AI Bambinel G e sii. In cui troviam G esit. Of F 1 N E. E ’................. J i ______ documéntate anche versioni con incipit variamente stor- piati, come Siamo qua dai tre lorienti, o Xe qua i tre orienti.9 II testo include tutte le otto strofe che com- paiono nella piu antica versione scritta conosciuta, quel- la dei Sacri canti overo Raccolta di varié Canzoni Spirituali Latine, e Volgari di Gianbattista Michi (sacerdote trentino vissuto nella seconda meta del '600), senza varianti sostanziali. Di tale volumetto, che raccoglie molti testi religiosi, di cui anche altri presentí ancora oggi o fino a tempi recentissimi nella tradizione órale, sono sinora note due edizioni, una stampata a Trento dall'editore Menauni, l'altra (che in base al frontespizio é la quinta ristampa) dai Remondini.10 Le strofe sono concaténate dalle rime (l'ultimo verso di ciascuna strofa rima con il primo di quella seguente), cosicché il loro ordine é rimasto piu agevolmente immutato nella tradizione órale (ma indubbiamente vi fu anche una diffusione a stampa e manoscritta, di cui si conoscono esemplari ottocen- teschi ricopiati a mano). Questo testo, del quale io stesso ho potuto raccogliere in Friuli e nel Bellunese una decina di varianti ancora vive nella tradizione, risulta meno diffuso dell'altro nel- l'area istriana. Di esso ho regístrate delle versioni (al- quanto dissimili musicalmente) soltanto a Dignano e a Gallesano; riporto qui una versione gallesanese (n. 2) da me raccolta nel 1983.11 Versioni a stampa (con 9 Versioni con musica sono in D . Coltro, Mondo contadino cit., p. 326 ; C . Fabiani - C . Noliani, Ludaria. Noterelle storiche, tradizioni, canti, in "Sot la nape", XV (1963), p. 57; Id., Valle e Rivalpo. Noterelle storiche, curiosita locali, canti popolari, in "Sot la nape", XIX (1967), p. 45 ; P. Ghidoli - G . Sanga - I. Sordi 1975, op. cit., pp. 157 e 159; C . Noliani - G . Famea, Vos di Cjargne, U d ine 1988, p. 11 ; C . Noliani, Anima della Carnia. Canti popolari, U d ine 1980, pp. 83, 415 e 470 ; V . Paiola, op. cit., p. 21; S. Pedrotti, op. cit., p. 288 ; M . Rosina, Tradizioni cadorine, Belluno 1990, p. 70 ; G . Rupil, I tre Re delTOriente, in "Ce fastu?", Ill , n. 7-8 (1927), p. 12 ; G . L. Secco, op. cit., pp. 86 e 88-93; R. Starec 1989, Canti rituali del Friuli (libretto allegato al disco Albatros VPA 8497), M ilano-Bologna 1989, pp. 27-29; S. Zanon - B. Mazzotti - S. Cancian, Cento canzoni popolari della Marca Trevisana, Treviso 1938, p. 44. 10 Cfr. Cfr. R. M orelli, Otto canti della Stella (ra Riforma e Controriforma cit., pp. 96-98. 1 42 ANNALES 3/'93 Roberto STAREC: I CANTI DEI TRE RE IN ISTRIA, 139-148 2. NOI SIAM I TRE RE D’ORIENTE Anna Durin in Ghiraldo (n. 1913), Anna Debrevi in Capolicchio (n. 1915), Ercole Simonelli (n. 1931), Renaio Depetre (n. 1932), Remigio Lucchetto (n. 1934), Corino Moscarda (n. 1942) Gallesano (=Galižana) reg. R. Starec, 23.8.1983 1. Noi siám i tre re d'oriente che abiám visto la gran stela a la quál porta novela ma del Signore. 2. Ogi é nato il redentore salvatór di tuto il mondo il quale é nato in questo giomo per il pecato. 3. O signori vi ringrasiemo de le grasie e dei favori ed asieme col Signore la buona note. música) del medesimo testo sono state edite da Radole (provenienti da Dignano, Barbana e Visinada), da Rober­ to Leydi (Gallesano) e da Donorá (Dignano).12 Un altro canto epifanico conosciuto in Istria risulta dalI'unione della sola prima strofa Noi siamo i tre Re/ venuti dall'Oriente/ ad adorar Cesü con una seconda parte Gesú Bambino nasce/ con tanta povertá/ ecc. che si articola in numeróse e composite varianti. Questa giustapposizione trova corrispondenze nelle provincie di Gorizia (una versione di questo tipo ho raccolto a 11 La registrazione originale é inclusa nell'album discografico Canti e musiche popolari dell'lstria veneta cit. 12 G . Radole, Canti popolari istriani cit., nn. 17, 19a , 19b; R. Leydi, I canti popolari italiani, M ilano 1973, p. 8 5 ; L. Donora, Cosi si cantava a Dignano cit., p. 301. ANNALES 3/'93 Roberto STAREC: I CANTI DEI TRE RE IN ISTRIA, 139-148 U & C % I C A N T I * H&.CCOLTA W VARIE CAKZONÍ SPIIUTUAtl K YOLGAftl Ik «*n tarsi n«lfe aohnnifii UeHa N «á»V uíi, C ltc f lo c i iu D t t E p ifa n ía , © R esw rrssS© «® é i N o s t r o S ign or& GESU’ CRISTO, © on 1* fgg lt in fa á’ a l c ü n e nuorlef L od i a lia B ea tis« to 4 VERGI NE ! O p < fttti rjijettfvole é «ptárt ir ie, tacrolta, 1 ® 4 é a ill lu«e rt$¡¿avi Júmese!*U_ «musáata áa 'm lti «i-rorj. I N T R E N T O , P e r G ia m b a tt is ta M e n a u n i S tam p , m Loae sopra i tre Magi. T&rOI >i»mo 1¡ tre Re d T O riente , J.& C h e abbram visto la grao S te l la , La qual porta no ie l la del S ignore . C om e e n a to i l R e d e n to r a , R ed e n to r e di tu l lo il M on d o , Q u a l ’ é nato nel p ro fcndo per il p ecca to . N o i abbiamo molto cava lca to , Segtiitando la gran S te lla (g iorn o . D e l l ’O rien le in questa térra, la noUe, e’l N c i andiamo p er sto contorno , Se l possiamo r itrovare, E rogliamo adorare q.uel gran Signore. E ancor per fargli on ore , V ogüam fargli un bel don o , Oro, Mirra, In c e n s ó bu on o a presentare . N o i veniamo ad adorare G esü Cristo al M on d o nato , 11 quale fu m andato R e d e ’ G iu d e i . Orsu d u a q u e fratelli m iei , Qui non é tempo da stare, Noi vogl iamo seguitare Ja nostra v ia . p u e s t o sa m o , e rer Rfessia, Qual' é nato di María > Gesd Cristo in carn e p u r a , N o i andiamo alia v e n t u r a , per adorare. San Martino del Carso) e a Trieste (dove, in diversi rioni deila cittá, é tuttora in uso da parte di gruppi di bambini), la sola seconda parte é documentata anche nel Veneto.13 La versione che qui riporto (n. 3) é stata da me raccolta a Parenzo nel 1990. Ha molte coin- cidenze con le versioni goriziane e triestine e con la versione istriana (senza indicazione di luogo) pubblicata da Radole.14 Analoghe aggiunte con riferimenti alia Pas- sione nella parte conclusiva si ritrovano in alcune delle versioni triestine. In alcune localita dell'lstria céntrale é documéntate un quarto modello testuale, che inizia Siamo i magi dell'oriente/ siam guidati da una stella, i cui caratteri interni farebbero supporre un'origine relativamente piu recente. Riporto qui una versione (n. 4) da me raccolta nel 1988 a Villanova del Quieto), dove la questua con la Stella era in uso fino ad una quindicina d'anni fa; una versione simile ho raccolto a Cittanova.15 Di questo canto sono state edite da Radole dueversioni con música (da Cittanova e da Materada); un testo da Montona é1 Á stato pubblicato da Cossár. Ad integrazione di questo quadro si puó ancora citare il "Canto di questua per i Tre Re" raccolto a Isola da Francesco Babudri (solo testo) agli inizi del secolo, che 13 Versioni con música sono in A . Catalan, Vose de Trieste passada, U d ine 1957, p. 196 (a p. 189 é riportata anche una versione parodística); O . A . Pellis, Lis Luzignutis di Borc San Roe, Gorizia 1991, pp. 90-91. M olte lezioni (solo testi) sono in R. M . Cossár, Una tradizionale canzone epiíanica triestina e le sue varianti, in "Lares", XIX (1941), pp. 193-200. Si veda anche A . Gentile, La íilastrocca dei "tre re“, in "La Porta orientale", XXVI (1956), pp. 445-451. Per la seconda parte si confrontino le versioni venete Quando Bambino nasse/ con tanta povertá in D . Coltro, Cante e cantári cit., p. 104 e Gesú banbin al nase in G . L. Secco, op. cit., p. 38. 14 G . Radole, Canti popolari istriani cit., n. 20a. 15 R. Starec, La música di tradizione orale nel territorio di Cittanova d'lstria cit., p. 350. 16 G . Radole, Canti popolari istriani cit., n. 21 ; Id., Canti popolari raccolti a Materada, Buroli e Visinada in Istria, Trieste 1976, n. 102 ; R. M . Cossár, Usanze, riti e superstizioni del popolo di Montona nell'lstria cit., p. 54. 1 44 ANNALES 3/'93 Roberto STAREC: I CANTI DEI TRE RE IN ISTRIA, 139-148 3. NOI SEMO I TRE RE Evelina Perchiani in Mitton (n. 1931) Parenzo (=Poreč) J = 98 ca. reg. R. Starec, 4.11.1990 É y y ^ : : = = _ — m-------s — m ...... ........l- ~ r - ......... .... 9 & Noi se - mo i tre re T L _ H .. m w~ ve - nu - ti da l’o - rien - te per a - do - rár Ge - Ju Ge - Ju bam - bi - no na - see con tan - ta po - ver - tá Ï 0 ' 1 0 né fa - se pe’in fa ~m fi -m------»— p-HT' j ...0 sar - se né fo - go per seal dar- se i4> 8 ^ v PTÏ-------------- ......... nF=j=] -H--J4- ~1t~T---F---f--- —0-------—F--é -------- 0-------- m m -À--•----- 0 Ma ri - a Lu i - gia sant’ A - na so spi - ra Jr v « ^ = j= . H..... - r - i- —¿y-------—A ------$ ----- Æ — 0 ------- M 0 4 --- A «y 0 m H — L®®*® ma é na - to a Be - tie - me tra un bu - e un a - Ji - nél l’a - si - ne - lo di Ma - ri - a san Giu - se - pe_in corn - pa - gnia be a - ta la - fe - sta del no - stro Si gnôr = £ ± T — - = % = -------- P 3 - w - 4 «j y —é------ m -------9-----m---- j trni' • 1 il im i 1 m 9 m ...... —9— 9——-■) é sta - to_in co - ro - na - to con spi é sta - to fra - ge - la - to con lan ne pun - gen - ti ce bo - Ten - ti IP Cri - sto i - no cen - te é mor - to per noi. Noi semo i tre re venuti da l'oriente per adorár Gejú. né fase pe'infasarse né fogo per scaldarse Maria Luigia sant'Ana sospira Jr_ Gejú bambino nasce ma chi Jé nato al mondo beata la festa con tanta povertá tuti lo vol sapér del nostro Signór é nato a Betleme tra un bue un ajinél l'asinelo di María san Giusepe in compagnia con lance bolenti Cristo inocente é stato incoronato con spine pungenti é stato fragelato e morto per noi. 145 ANNALES 3/'93 Roberto STAREC: I CANTI DEI TRE RE IN 1STRIA, 139-148 4. SIAMO I MAGI DE L’ORIENTE Lidia Pamich in Ravalico (n. 1941), Barbara Bek in Poropat (n. 1944), Matteo Giurgevich (n. 1911), Mario Crevatin (n. 1922), Bruno Ravalico (n. 1940), Antonio Ravalico (n. 1946), Bruno Giurgevich (n. 1947). Villanova del Quieto (=Nova Vas) reg. R. Starec, 30.10.1988 L Siamo i magi de l'oriente siam guidati da una stela mira questa é proprio quela I: che ci insegna a Betlém :l. 2. Questo é il luogo già predeto dal profeta ebreo Michea questo é il re de la Giudea I: nascer qui un Dio dovrá :l. 3. Or poniamo questi doni la famiglia sacra e pia ritomiám per quela via I: che ci insegna i nostri cuôr 1 46 ANNALES 3/'93 Roberto STAREC: I CANTI DEI TRE RE IN ISTRIA, 139-148 si differenzia dai precedenti in quanto il racconto non é ¡n prima persona.17 I versi sono endecasillabi a rima baciata; l'inizio é Corono i magi acl adorar el solé/ s¡ come l'ava al flor córere suole. Sullo svolgimento dei rituali, come giá accennato, non molto ci dicono le fonti bibliografiche. Domenico Rismondo cosí descrive l'uso di Dignano:18 La sera della festa dell'Epifania compagnie di uomini o di giovanotti usavano andaré a visitare famiglie amiche o quelle dalle quali potevano sperare qualche lucro. Indossavano questi una clámide bianca, si mettevano una corona in testa, sulle spalle un mantello e preceduti da una stella lucente, pallida immagine della stella dei Magi d'Oriente e del chiarore apparso ai pastori, an- davano nelle case a cantare il canto dei "Tre re". La venivano serviti con vino ed altre offerte, e talvolta anche ricompensati con denaro. Se per caso in qualche famiglia non erano stati sufficientemente bene accetti, 0 non ricompensati secondo loro a dovere, si trovava talvolta lo sfacciato che all'uscire di quella casa cantava: Tanti ciódi ca zi in la porta tanti diavoli ca ve porta. Ranieri Mario Cossár atiesta per Montona l'accom- pagnamento strumentale al corteo.19 In quella notte alcuni uomini, accompagnati dal tra- dizionale terzetto, formato da un violino, un clarinetto e un basso, vanno in giro con una grande stella luminosa, dall'intelaiatura di legno ricoperta di carta, a cantare delle canzoni epifaniche di questo genere: Noi siamo 1 Magi dell'Oriente...Ricevono in regalo ova, lardo, sal- sicce, prosciutto e molto vino, che ripongono in certe botticelle (barile), che portano a tracolla. Con i regali viene approntata una buona mangiata (fraiada), in qual­ che famiglia, alia quale segue il bailo sino a mezzanotte inoltrata. In conclusione la pratica rituale della Stella e i canti dei Tre Re in Istria vanno inseriti in un quadro tra- dizionale che, in ámbito italiano, copre l'intera area che fu della Repubblica di Venezia (con alcune propag- gini ai margini di essa). L'uso non si arresta al confine lingüístico italiano. Tuttavia i canti epifanici sloveni e croati dell'lstria, purtroppo scarsamente documentad, non appaiono connessi in forma diretta al repertorio paraliturgico veneto. Per i canti sloveni sembra probabile piuttosto un influsso dall'area germánica. Sarebbe de­ siderable una maggior conoscenza dei testi epifanici istro-croati e del quadro di diffusione di canti analoghi nelle altre parti della Croazia. Dei modelli testuali epifanici documentad nell'area Istro-veneta, i due maggiormente diffusi sono gli stessi che hanno (avevano) una piu ampia presenza anche nelle altre regioni dell'area della Stella. Degli altri due dpi di canti dei Tre Re diffusi in Istria, uno trova cor- rispondenza con testi presentí nella zona triestino-go- riziana, l'altro sembra circoscritto soltanto ad una parte dell'lstria céntrale e, a mia conoscenza, non ha punti di contatto altrove, cosicché non é da escludersi sia di provenienza lócale. 17 F. Babudri, Fonti vive dei Veneto-Ciuliani, M ilano s.d. (1926), p. 184. 18 D . Rismondo, Dignano nei Ricordi, in "Pagine Istriane", XII (1914), p. 21. 19 R. M . Cossár, Usame, riti e superstizioni del popolo di Montona nell'lstria cit., pp. 54-55. ANNALES 3/'93 Roberto STAREC: I CANTI DEI TRE RE IN ISTRIA, 139-148 POVZETEK V prispevku so s tradicionalnega vidika orisani napevi, ki jih pojejo v nekdanji beneški Istri ob prazniku Treh kraljev ter obred Zvezde, ki v italijanskem kulturnem prostoru zajemajo celotno območje nekdanje Serenissime. Šega iz preteklosti, ki se je ohranila do danes in je prisotna tudi v slovenski in hrvaški Istri, naj bi izvirala iz časov protireformacije v katoliških deželah na nemškem jezikovnem območju severno od Alp. Iz načinov pobiranja miloščine je razvidna trdovratnost nekaterih predkrščanskih oblik žrtvovanja, značilnih za podeželsko kulturo. S pomočjo izvirnih listin in knjižnih virov je avtor prikazal razširjenost različnih tipov napevov o Treh kraljih v Istri. Primerja jih tako z ljudskimi napevi, ki so se ohranili z ustnim izročilom v beneško-furlansko-lombardski krajini, kakor s pisanimi viri iz 17. in 18. stoletja. . s A c r iIC AvN T I f/tfft CobtPttl sp h ittiÎi jr tožim „ t Pôt&tiit D â ifthtîrfftifclîe foîèflnîfâ delil CfetOflcîfidrte.fipifTanîài eM u rtH * «o r» dl tfo jm SgflWCr I E S V* C H R I S T O , cm r sgghnta č A ltm m * lo it ffl* Scofifpm F E R G I t { E > © péfttta dHettecoI&sSeltiW ftÎtijfâcçoîti^ : data ift lacé da Prt. p îo i B attifà M lfhl _ . dî fio tne. w*4Ut 9rfvf%éAt f&m&rft eéïf?ft& * IN TRENTO y ËT EN jBASSAftO Pcr Gïoî ArtconfoRertionaini Cm LiçetJtA tipSnptrifri 1 48