413 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 received: 2023-03-11 DOI 10.19233/ASHS.2023.22 I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771) Aleksandro BURRA Istituto IRRIS di ricerca, sviluppo, e strategie della società, cultura e ambiente, Čentur 1f, 6273 Marezige, Slovenia e-mail: aleksandro.burra@irris.eu SINTESI Il saggio introduce e commenta il Catastico dei beni del soppresso monastero benedettino di S. Nicolò d’Oltra del 1771. Questo rappresenta non solo una testimonianza singolare e particolareggiata delle situazioni patrimoniali e materiali dei monasteri in genere di quest’area, ma contribuisce a rafforzare alcune interpretazioni storiche, in particolare relativamente all’ingresso del podestà capodistriano, fornendo al contempo molte indicazioni sulla topo- nomastica e la società di quel periodo, al tramonto della Repubblica di Venezia. Parole chiave: monastero benedettino, Repubblica di Venezia, Capodistria, Valdoltra, Ancarano THE PROPERTIES OF THE BENEDICTINE MONASTERY OF S. NICOLÒ D’OLTRA (1771) ABSTRACT The essay introduces and comments on the Land registry of the assets of the suppressed Benedictine monastery of S. Nicolò d’Oltra of 1771. This represents not only a singular and detailed testimony of the patrimonial and material situations of the monasteries in general in this area, but helps to strengthen some historical interpretations, in particular regarding the entry of the Koper’s podestà, while providing many indications on the toponymy and society of that period, at the end of the Republic of Venice. Keywords: benedictine monastery, Republic of Venice, Koper, Valdoltra, Ankaran 414 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 INTRODUZIONE Il «catastico» dei beni del soppresso monastero benedettino di S. Nicolò d’Oltra del 1771 costitu- isce un documento importante, un viaggio vero è proprio in un tempo definito, gli ultimi anni della Repubblica di Venezia, all’interno di un sistema linguistico, prettamente veneziano, con la presenza di numerosi termini tratti dal mondo agricolo, alla pari dei tanti toponimi ed antroponimi (cognomi), oramai consegnati all’oblio, evidenziati in questo lavoro come del resto le unità di misura allora usate, diverse da quelle attuali, che di rimando restituiscono un’immagine di una società con tratti distinguibili e peculiari di fine Settecento.1 Attra- verso il commento al catastico si vuole ampliare la conoscenza storica e sociale del territorio capodi- striano, in un quadro comparativo, dando rilevanza al lascito benedettino in regione. RIFERIMENTI SUI PRIORATI ISTRIANI DELL’ABBAZIA BENEDETTINA DI S. NICOLÒ DI LIDO: D’OLTRA (PRESSO CAPODISTRIA), PARENZO E S. PIETRO DEL CARSO (PRESSO BUIE) Per un inquadramento storico della parabola benedettina in Istria bisogna fare necessariamente riferimento alla voluminosa opera di Ivan Ostojić (1965) sui benedettini in Croazia e nelle regioni contermini, in particolare il terzo tomo che tratta anche del fenomeno in Istria, includendo tutti i pos- sibili monasteri dell’ordine esistiti nei vari distretti episcopali, e parzialmente anche il testo di Danilo Klen (1969)2, su San Michele di Leme, entrambi in lingua croata. In merito poi ai possessi istriani di S. Nicolò di Lido, S. Nicolò d’Oltra (presso Capodistria), S. Nicolò dello Scoglio di Parenzo e di S. Pietro del Carso (presso Buie), delle loro affittanze e locazioni, che divennero frequentissime dal XV secolo, ha trattato Federico Babudri, il cui contributo storiografico è stato rivolto quasi esclusivamente alla storia reli- giosa ed in particolare a quella parentina. Uno dei 1 Il presente saggio è stato elaborato nell'ambito del progetto di ricerca «FACING FOREIGNERS Between the Medieval and Early Modern Period in the North Adriatic Towns» (ARIS J6-4603), e il programma di ricerca «Practices of conflict resolution between customary and statutory law in the area of today's Slovenia and its neighbouring lands», finanziati dall'Agenzia Slovena per la ricerca e innovazione (ARIS P6-0435). 2 L’autore sostiene che la prima collocazione dei monasteri benedettini tra la fascia marittima abitata da genti di origine romana e l’interno popolato da popolazioni slave pagane sia motivata dall’esplicarsi della missione dei monaci in ambito politico-religioso, che comportò la pacificazione e la cristianizzazione di quest’ultimo elemento, associata ad un opera altrettanto vigorosa di civi- lizzazione, attraverso anche il più evoluto metodo romano di coltivazione della terra (Klen, 1969, 15–19; Fonda, 1968, 10–11). Interessante notare a riguardo che invece per Ostojić i monasteri benedettini istriani si distribuirono parimenti tra la costa e l’in- terno della penisola, in particolare nella parte occidentale della stessa, laddove ogni quarto o quinto monastero maschile sorgeva in prossimità di un centro cittadino, mentre gli altri o erano vicini a qualche villaggio o lontano da questi in aree disabitate, e spesso sui resti di antiche costruzioni pagane o paleocristiane di origine romana (Ostojić, 1965, 79). 3 Nel Catastico di Paren le scritture vanno dal 1114 al 1636 e si riferiscono solamente all’abbazia parentina, furono inserite a partire dal 1568. 4 Interessanti le considerazioni dell‘autore a riguardo dei rilievi e della fattura dell‘unico sarcofago ancora presente nel monastero, probabilmente opera di un maestro veneziano o opera di importazione veneziana (Oter Gorenčič, 2012, 559). documenti in cui mi sono imbattutto, utilissimo per ulteriori ricerche e studi su questa problematica, già condotti in passato per il priorato parentino nel saggio di Marino Budicin (1987, 261–299), è sicuramente il regesto del Catasticum Histriae, nel quale sempre Babudri (1909), trascrisse documenti che interessano in generale i beni dei monasteri di S. Nicolò d’Oltra, di Parenzo3, e di S. Pietro del Carso, databili dal 1070 al 1491. Per quanto concerne, invece, il monastero d’Oltra va menzionato il lavoro di Francesco Semi del 1935, che, oltre alla descrizione delle opere d’arte di questo cenobio capodistriano, citò alcuni mano- scritti e documenti dell’Archivio di S. Nicolò d’Oltra, senza però annotarvi la collocazione archivistica (Semi, 1935, 24), corredando il tutto ad una biblio- grafia essenziale di opere a margine del suo lavoro. A riguardo mi sia permesso di segnalare l’opera dello Squinziani (1882), importante anche per aver fornito un primo quadro a livello regionale dello sviluppo dell’ordine benedettino e in particolare di S. Nicolò d’Oltra. Tra i saggi più recenti quello di Mija Oter Gorenčič (2012)4, che offre uno sguardo complessivo sul patrimonio architettonico dei benedettini e degli altri ordini religiosi nel Capodistriano fino all’anno 1500, nonché specificatamente a questo monastero il saggio di Ines Unetič (2015, 609–624) in lingua slove- na. Altre opere hanno toccato invece marginalmente quest’ultimo priorato svelandone alcuni aspetti della vita monastica, che riportiamo a seguire (Tommasini, 1837, 331, 350; Tommasini, 1993, 197; Naldini, 1700, 219; Vincoletto, 2012, 91). Per quanto riguarda invece le fonti di Archivio rela- tive al priorato di San Nicolò d’Oltra queste si trovano sparse in diverse buste del fondo di S. Nicolò del Lido dell’Archivio di stato di Venezia (ASVe S. Nicolò del Lido) e per la storia più recente all’Archivio regionale di Capodistria. In particolare nella busta numero 2 ad esempio dell’archivio veneziano si trova un altro voluminoso codice intitolato Catasticum Scripturarum Monasterium S. Nicoli de Littore Congregacionis Cassi- nensis. Si tratta del regesto delle scritture del convento di S. Nicolò del Lido compilato nel 1726 sotto l’ab- bazia del Padre rettore Leopoldo Capello. Alle pagine 415 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 374–563 del volume si trovano sunteggiati ben 403 documenti (compere, donazioni, affitti, investiture, vendite, ecc.) che riguardano i possessi del succitato convento nel territorio di Buie e Pinguente ed i prio- rati di S. Nicolò d’Oltra e di Parenzo. Quelli relativi al priorato capodistriano riguardano espressamente le pagine da 480 a 563 e sono dello stesso tenore5. Nelle buste 16–20 dell’archivio di S. Nicolò sempre presso l’archivio di Venezia troviamo quanto riportato dal Budicin relativamente ai documenti in esso riassunti, in parte inseriti sia nel Catasticum Histriae che nel Catastico di Paren, ricordato pure dal Babudri nel suo studio sulle antiche chiese di Parenzo6. I fascicoli, invece, della busta 39 e 40 riguardano interamente i “Beni in Parenzo” e va sicuramente segnalata la prima per la presenza di alcuni disegni di possessi del monastero di S. Nicolò di Parenzo, siti tra il mare e le mura cittadine ed in località Marturaga, a nord della città (a riguardo dei contenuti del fasci- colo vedasi sempre l’articolo del Budicin a pagina 262–263). Aggiungiamo ancora, come aveva fatto lo stesso Budicin (1987, 263), un fascicolo della busta 72 del fondo Aggiunti sopra monasteri contenente: Istria: N.ro l, 9 agosto 1775 Pietro Madonizza di Giovanni compra gli intrascritti beni erano di ragione del soppresso convento di S. Nicolò del Lido (Capodi- stria, d’Oltra); N.ro 2, 9 agosto Ded. Co. Giulio, e F.lli Colletti q. Nicolò comprano gli infrascritti beni che erano di ragion del soppresso Convento di S. Nicolò”. Per quanto riguarda l’Archivio regionale di Capo- distria importante per il monastero di S. Nicolò d’Ol- tra è il fondo Madonizza ed in particolare la busta 24 e 25–28, di quest’ultima il fascicolo 17, con i due “catastici”, che risultano essere uno la derivazione dell’altro con la differenza che se uno indica la stima delle possessioni corredandola di una minuziosa descrizione, addizionando progressivamente il valore conseguito delle stesse proprietà, l’altro il cosiddetto catastico “con gli acquarelli”, denominato dal perito proprio “Catastico dei Beni”, praticamente privo di stima dei beni, oltre alla descrizione fornisce dei dise- gni particolareggiati per ogni possessione e una pianta complessiva dei beni in acquarello. Solo per quest’ul- timo disegno abbiamo riscontrato una possibile copia contemporanea alla stessa presso l’Archivio di stato veneziano nella collezione Miscellanea, della quale non conosciamo né la datazione né l’autore. Trattasi verosimilmente della stessa mano, data la grafia e la fattura del disegno, inoltre anche la numerazione sostanzialmente inalterata dei lotti e la presenza degli stessi cognomi dei proprietari con minime variazioni depone a favore di questa ipotesi. 5 Interessante sarebbe a riguardo un’eventuale analisi di questi documenti in chiave comparativa tra i vari priorati, in parti- colare per capire il periodo delle donazioni e delle vendite in relazione ad eventuali contingenze, quali pestilenze, guerre, razzie piuttosto che ad altri fattori da determinare. 6 Infatti, egli cita il Catastico delle scritture appartenenti alla Rettoria di S. Nicolò dello Scoglio di Parenzo – anno 1726 che allora si custodiva nell’archivio “Polesini”, ed era stato tratto dal “catastico generale” di padre Capello. INTRODUZIONE AI SISTEMI DI MISURA DI LUNGHEZZA, DI SUPERFICIE, PONDERALI, DI CAPACITÀ E MONETARIE USATI NEL CATASTICO DEI BENI DEL SOPPRESSO MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA Argomento della presente parte è l’antica metro- logia usata nel Catastico, che trova origine nel siste- ma di misurazione romano, modificato ed adattato nel corso dei secoli, alle varie caratteristiche locali e veneziane, attenendosi sia alle misure di tempo che di lavoro e a quelle antropomorfe. L’esame si è rivelato per alcune misure non sempre agevole ma è certamente importante per comprendere meglio i documenti relativi all’asse- gnazione dell’affitto, delle rendite, delle decime e della rendita annuale complessiva dei vari poderi, nonché per valutare le prestazioni e gli obblighi dei contadini in relazione anche alle dimensioni delle proprietà in un quadro comparativo. Accanto ai nomi delle misure presenti saranno indicati tra parentesi anche i simboli, in stampatel- lo, con cui vengono indicati nel documento. Le misure di lunghezza utilizzate nel documento sono il passo veneto (P), equivalente a 5 piedi (P i), ovvero a 1,74 metri, da non confondersi con la pertica veneta o cavezzo pari invece a 6 piedi (2,08 metri) (Benussi, 1928, 234). Dalla misurazione di Benussi il rapporto del passo veneto sul piede è di 1:5, ovvero di 0,347 metri. Prendendo spunto da quanto sopra nel catastico ad es. P: 5: 2 ½ andrebbe letto come 5 passi, 2 piedi e mezzo, pari cioè a 9,57 metri (1,74 m x 5 + 0,35 m (arrotondato per eccesso) x 2 ½). A seguire la moltipli- cazione tra la lunghezza e l’altezza con fonda (si inten- de probabilmente lo zoccolo di pietra a fondamenta) restituisce la superficie degli spazi e viene indicata con lo stesso simbolo dal perito, presumibilmente il passo quadrato, come del resto è stato riportato nella trascri- zione. Ad esempio una lunghezza di P: 2, moltiplicata per un’altezza di P: 2 :1 ½, mi darebbe una superficie pari a P: 4:3 passi quadrati. Per la superficie degli appezzamenti del mona- stero viene invece espressamente indicata “la misura padovana” dei campi (C), delle quarte/quartieri/ (Q ͭ ⁱ) e delle tavole (T ͤ) o pertiche quadrate. Un campo pa- dovano corrisponde a 38,625726 are (0,386 ettari) e si divide in 4 quarte da 210 tavole, ovvero 840 tavole o pertiche quadrate (ogni tavola o pertica quadrata a sua volta è pari a 36 piedi quadrati) (Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, 1877, 483). Ne consegue che una quarta è pari a 9,65643 are e una tavola a 4,5983 m² (vedi tabella 1). 416 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Nella perizia dei beni del monastero parentino il Duodo afferma esplicitamente a riguardo delle misure di tutte le rendite percepite dal suddetto che queste sono state ridotte “alla Misura Veneziana” (Budicin, 1987, 296). Pertanto, a ragione crediamo sia stato impiegato lo stesso metro anche riguardo i beni di Valdoltra, stimati sulla carta una quindicina di giorni dopo. In merito alle misure ponderali dei cereali e dei legumi notiamo nel documento l’uso frequente di staro/a o, staio/a, (anche stajo) (Stª), quarta/e (i) (Q ͭ ͤ) e quartar(i)olo/i (Q ˡ ⁱ) usati per indicare i quantitativi prodotti di cereali e legumi in particolare. Pertanto, lo staio veneziano è pari a 83,32 litri, dove la quarta parte appunto “la quarta” equivaleva a 20,83 litri e il quartariolo (la sedicesi- ma parte dello staio) a 5,2075 litri (Herkov, 1978, 379).7 Se le misure dei grani andarono progressiva- mente ad uniformarsi attorno allo staio veneziano, mantennero tuttavia delle differenze a livello locale per quanto riguarda i nomi in primis delle misure inferiori, infatti, in alcune località istriane troviamo a riguardo staroli o corzi, mezzene, scatte al posto delle quarte o quartaroli con valori di riferimento in litri a sua volta differenti sul territorio istriano (Herkov, 1978, 378–379) (vedi tabella 2). In penisola erano diffuse varie misure di traspor- to: predominava il carro, ma buona presenza aveva pure la soma, o trasporto a schiena d’animale. Il carro veniva usato di solito per il trasporto della legna e del fieno, come nel catastico in questione, ma anche per le derrate agricole. A titolo puramente indicativo e solo per il Buiese disponiamo del dato relativo alla misura della capacità per il carro di fie- no, che variava nelle varie località del territorio da 672,42 kg a 560,06 kg (Visintin, 1998, 619–620). In merito alle misure di capacità dei liquidi, nel caso particolare parliamo di vino e olio, ci soccorre 7 Nel saggio di Herkov notiamo che in diverse parti dell’Istria, inclusa Capodistria e il suo distretto, era in uso dividere lo staio non in 4 quarte bensì in 3 quarte, pertanto la quarta aveva qui una capacità superiore, variando di conseguenza anche il quartarolo, che sempre a Capodistria era pari a 1/12 di staio veneto e non a 1/16 come a Venezia (Herkov, 1978, 371–372, 381). 8 Infatti, secondo Darovec, il rapporto tra orna, secchi e bozze è di 1:5:25, ovvero un’orna sono 64,976 litri un secchio è 13 litri e una bozza 2,6 litri (Darovec, 2004, 278). 9 Per lo stesso autore nell’ultimo quarto del XVIII secolo, in base anche ai dati ufficiali dello Scottoni del 1773, era in uso questa ripartizione delle misure inferiori, fermo restando un valore dell’orna di vino pari a circa 65 litri (Darovec, 2004, 263). 10 Nel XIV secolo, l‘orna d‘olio anche a Pirano era pari a 64,7 litri (Mihelič, 1989, 25). ancora la nota relativa alla stima dei possessi be- nedettini di Parenzo, sempre del perito Duodo, che senza distinguere tra i due liquidi afferma essere »Brente Pesole quatro formano una Somma, che è Secchi tre e Mezzo, Sei Secchi de quali formano una Barilla, o sia un Mastello Veneziano, l’orna dell’Oglio è simile alla Veneziana« (Budicin, 1987, 299). Questa precisazione è importante perchè ribadisce ulteriormente che il perito non usava i rapporti delle misure locali: la barilla o il mastello veneziano o l’orna per il vino è pertanto pari a 6 secchi e non ai 5 secchi come era in uso nella parte settentrionale dell’Istria8, variando pertanto il valore in litri di questa misura inferiore. Nelle stime del Duodo considerate dunque una barilla o un mastello, al plurale mastelli (M i), o orna di vino, conta 6 secchi(e) (S ͤ) o 24 bozze (B ͤ), ed è pari a 64,3859 litri (Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, 1877, 742–743; Benussi, 1928, 236). Un secchio (la secchia) pertanto è pari a 10,73 litri, alla sua 4,125 parte la bozza, che corrisponde a 2,6 litri (Darovec, 2004, 263)9 (vedi tabella 3). Per l’olio stando a quanto affermato dal perito fa riferimento l’orna alla misura veneziana, orne al plurale (O ͤ), pari dunque a 65 litri10, mentre la quarta parte di questa il miro, plurale miri (M ⁱ), vale 16,25 litri (Darovec, 2004, 301). Nel docu- mento compare anche una terza misura inferiore, sul nome del quale e sui rapporti con le altre mi- sure superiori possiamo, seguendo il simbolo della grafia, soltanto ipotizzare trattarsi della bozza (B ͤ), pari alla 6,25 parte del miro, ovvero a 2,6 litri (Darovec, 2004, 301) (vedi tabella 4). Nella rendicontazione del perito compaiono per quanto riguarda le unità di misura delle monete: il ducato (D.), la lira (L.) e il soldo. Sia per i beni mo- nastici di Parenzo che di Valdoltra il Duodo ci dice Tabella 1: Unità di misura superficie (Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, 1877, 483). Tabella 2: Unità di misura cereali e legumi (Herkov, 1978, 379). Campo Quarta/e Tavola/e Piedi quadrati Ara/e 1 4 840 30.240 38,62 1 210 7.560 9,65 1 36 0,045 Staio Quarta/e Quartarolo/i Litri 1 4 16 83,32 1 4 20,83 1 5,20 417 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 espressamente, che i Ducati valgono l’uno 6 lire e 4 soldi, ovvero 124 soldi. Trattasi pertanto del ducato d’argento11 (valuta corrente) e della lira veneta o lira di piccoli o più semplicemente lira, dove appunto la sua ventesima parte era il soldo (Benussi, 1928, 231; Darovec, 2004, 67, 75)12 (vedi tabella 5). I BENI E IL “CATASTICO” DEI POSSESSI DEL MONASTERO DI S. NICOLÒ D’OLTRA Già nei secoli XI e XII anche S. Nicolò di Lido, come molti altri monasteri veneziani, possedeva numerosi beni e priorati sulla costa istriana, e anche nel padovano, nel mestrino, nel ferrarese, acquisiti, secondo la relazione dello stato del mo- nastero di S. Nicolò di Venezia del 1650, attraverso la pratica delle donazioni13 »ed ampliati grazie ad una continua ed accurata amministrazione, quasi sempre condotta direttamente dagli stessi mona- ci« (Mazzucco, 1993, 358). Proprio il mancato conseguimento dell’indipendenza di qualsivoglia priorato nella diocesi capodistriana e la sua conse- guente elevazione ad abbazia indurrebbe a pensare che questi finirono per diventare uno dei “mezzi di penetrazione sottile e lungimirante, che spesso la Serenissima preferì all’azione diretta” (Fonda, 1968, 214). Del resto bisogna anche considerare che le abbazie venete erano rette da abati imparentati con le più importanti famiglie della Repubblica, famose per ricchezze e prestigio spirituale, date le tante reliquie di santi in laguna, e molto ben tutelate dal governo veneto (Fonda, 1968, 214). È bene ricordare che in generale il priorato o cella quale ad esempio S. Nicolò d’Oltra era membro e parte integrante dell’abbazia madre, ovvero in questo caso di S. Nicolò di Lido, costituendo un’unità amministrativa e giuridica della stessa (Grossi, 1957, 114). 11 Nel 1543 il ducato d’oro veneziano cambiò solo la denominazione in zecchino, ed era pari a 7 lire e 12 soldi, restando il nome del ducato alle monete d’argento coniate dal serenissimo Girolamo Priuli; le due monete vissero la lunga vita della gloriosa Repubblica sino alla sua caduta (Papadopoli-Aldobrandini, 1907, 213, 270). 12 Nel 1845 il ducato era ancora in vigore e valeva 124 soldi, pertanto rimaneva in vigore il cambio ducato/lira pari a 1:6,2 (Cle- mentini, 1845, 23). 13 Nel caso istriano le donazioni venivano fatte dai vescovi locali, dai sacerdoti o dai possidenti cittadini, comprendendo anche i monasteri preesistenti, quali ad esempio S. Anastasio diventato S. Nicolò dello Scoglio di Parenzo (Ostojić, 1965, 82, 118). La riforma veneziana in materia religiosa, oltre a denotare lo spirito Settecentesco, volto a dare un nuovo significato e ruolo nella compagine sociale e statale alle istituzioni religiose, rappresentò un punto di svolta sia per l’abbazia madre che per il priorato capodistriano, anche se è bene dire rag- giunse risultati solo parziali nel suo complesso. »È tuttavia di grande importanza per avere comunque dato avvio ad un processo di trasformazione che otterrà consensi all’estero e sarà assunto a modello da paesi come l’Austria, dove un’analoga anche se più radicale e diffusa riforma troverà attuazione negli anni successivi« (Maguolo, 1998, 47). Per quanto riguarda specificatamente S. Nicolò d’Oltra al «Magistrato sopra i Monasteri», Alessan- dro Duodo, venne affidato l’incarico di registrare i beni posseduti dal Monastero di S. Nicolò di Lido, compresi, naturalmente, quelli situati sul territorio Capodistriano. Su commissione del suddetto ufficio e del magistrato sopraccitato il “pubblico perito fiscale” Alvise Francesco Duodo, dopo aver con molta cura misurato e stimato tali beni, li descriveva uno per uno in un documento redatto il 27 ottobre 1771, anche se è più verosimile che una prima ste- sura sia stata fatta in loco, mentre quella definitiva probabilmente fu trascritta a Venezia. Ipotesi che trova conferma anche dalla presenza appunto delle due copie del catastico nell’Archivio regionale Tabella 3: Unità di misura vino (Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, 1877, 742–743; Benussi, 1928, 236; Darovec, 2004, 263; Darovec, 2000, 520). Tabella 4: Unità di misura olio (Darovec, 2004, 301; Darovec, 2000, 522). Orna Miro/i Bozza/e Litri 1 4 25 65 1 6,25 16,25 1 2,60 Mastello Secchio/i/e Bozza/e Litri 1 6 24 64,38 1 4,125 10,73 1 2,60 Tabella 5: Unità di misura monete (Benussi, 1928, 231; Darovec, 2004, 67, 75). Ducato Lira/e Soldi 1 6,2 124 1 20 418 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 di Capodistria, che ricordiamo essere coincidenti nel contenuto, ma divergenti unicamente per la mancanza quasi completa in uno della stima del valore dei suddetti beni e nell’altro, che tratteremo a seguire, dei disegni in acquarello degli stessi14. Il Catastico dei beni del monastero di S. Nicolò d’Oltra, che pubblichiamo si conserva, manoscritto ad inchiostro nero, sempre nel fascicolo 17 dell’Ar- chivio regionale di Capodistria del fondo Mado- nizza (PAK, 302). Esso consta di 48 pagine rilegate con copertina di cartoncino e numerate all’interno con numeri arabi in alto a destra per ogni seconda facciata, con alcuni fogli lasciati bianchi e senza numerazione. Le dimensioni del catastico sono pari a 30 cm di altezza e 22,5 cm di larghezza. Le prime 43 pagine riguardano esclusivamente i possessi monastici del territorio di Capodistria, le pagine a seguire riguardano invece i beni dello stesso a Mug- gia, in prevalenza case, le ultime, da pagina 46 a 48, contengono delle utili tabelle riassuntive in cui emergono le rendite del monastero divise in livelli (affitti), rendite, decime, e della rendita annuale complessiva (in base alle entrate riscosse nel 1770), incluse le dimensioni delle proprietà, suddivise in quattro categorie, ovvero campi, bradi, boschi e campi decimali. Nel testo sono evidenziate nel dettaglio le caratteristiche di ben 76 beni immobili. Per ogni singolo possesso viene data la qualità della sua coltura (arativo, prativo, boschivo, oliveto o frutteto, saline), la posizione topografica, la su- perficie (espressa nella misura padovana), la stima del suo valore, il tipo di possessione, i nomi dei possessori, conduttori e affittuari con l’ammontare delle rispettive decime (che si pagavano in ragione dell’8 o del 10%) (Budicin, 1987, 266) ed affitti, nel caso dei contratti di locazione. Similmente poi sono elencate le case in numero di 8, che il 14 Il documento presenta una copertina di cartoncino colorata ed è composto da 55 pagine numerate alla stregua di quello trascritto, sempre in grafia del Settecento, con la presenza di alcuni fogli lasciati bianchi, e di dimensioni pari a 32,2 cm di altezza e 22,5 cm di larghezza. Da pagina 3 dello stesso fino a pagina 31 troviamo una descrizione e misurazione dei songoli appezzamenti del monastero nella misura padovana, come del resto avviene nel catastico che trascriveremo, poi fino a pagina 33 troviamo elencati i livelli (gli affitti di case e fondi) di Capodistria e di Muggia, si continua da pagina 35 fino a 49 dando invece descrizione e fornendo le superfici dei possessi di Buie (S. Pietro del carso), a pagina 50 dello stesso sono presentati quelli di Pinguente, mentre a pagina 51 si ritorna a trattare dei livelli di Buie (sopra fondi). Il documento si conclude con la pagina successiva attraverso un utile resoconto conclusivo delle superfici dei beni monastici nelle località sopraccitate. Nel presente documento alla descrizione di ogni singolo appezzamento di terreno fa da corredo sulla facciata a fianco un disegno della sua pianta, con relativa numerazione che rispetta quella del testo (e della stima del catastico og- getto di trascrizione) nonché con la segnalazione dei vari confinanti. I disegni sono colorati ad acquerello - giallo, rosso e verde. I terreni boschivi sono indicati con tutta una serie di alberi stilizzati. Va sottolineato che queste singole piante sono state in effetti estrapolate da un unico disegno che raffigura praticamente la planimetria di gran parte degli appezzamenti di terreno descritti in questo catastico sia per d’Oltra che per Buie. I due disegni complessivi delle proprietà, eseguiti a mano e con riga, sono di autore anonimo risalente al XVIII secolo. 15 Il toponimo anticamente indicava un’area diversa dall’attuale, ovvero era la »contrada che si estende dall’ “aquar” di S. Caterina (Valle Oltra) ad oriente fino alla fattoria del vescovo, compresa« (Gravisi, 1920b, 197–198). 16 La parte sud-occidentale della penisola, quella che corrisponde ai territori del monastero e grossomodo al nuovo comune di Ancarano, è stata sotto le competenze di Capodistria nel periodo veneziano, per passare a quella di Muggia durante l’Austria Un- gheria e ritornare sotto Capodistria nel 1923 (Cernaz, 2015, 26). Nel 1920 quindi le proprietà del monastero erano site in diversi comuni censuari del territorio allora ancora muggesano, l’area del Vallon faceva capo al comune censuario di Monti, mentre quella del Cavriola, del Gordia e del Moro al censo di Valle Oltra (Gravisi, 1920b, 191, 201–202). monastero possedeva ed affittava a Muggia e nel Capodistriano, vicino a Porta Pusterla in città, e presso l’odierna località del comune di Ancarano15. Il perito fiscale registrò nell’inventario accanto ai terreni, gli orti, gli edifici (la casa dominicale, le case coloniche), anche gli arnesi e gli altri beni mobili esistenti. Le proprietà del monastero16, si estendevano su un’area collinare che era delimitata a meridio- ne dal mare a oriente andava dal Monte Moro al Monte di Vallon, seguitando per il Monte Gordia a settentrione, fino al Monte Cavriola degradando poi ad occidente ai piedi di quest’ultimo fino al mare, corrispondente all’odierno comune di Ancarano con annesse anche alcune aree della presente mu- nicipalità capodistriana. Nel rapporto dello stesso perito notiamo 76 beni di proprietà del monastero divisi in alcune parti o unità distinte costituenti. Interessante notare anche la presenza della fondamentale distinzione tra pars dominica, da cui l’abbazia traeva direttamente i frutti e una terra tributaria la pars massaricia, data a vario titolo ai coloni. Proprio la casa dominicale e ai suoi terreni di pertinenza diretta occupano le prime 22 pagine del resoconto, a seguire troviamo appunto alcune unità costituenti distinte della parte colonica aventi cia- scuna degli appezzamenti non contigui, distinti in: una Possessione grande dove erano stati consegnati ai coloni dei bovini, che univa i terreni identificati con i lotti dal numero 8 al 15, una Possessione pic- cola a partire da pagina 28 del rapporto, includente i lotti dal numero 16 al 30 e infine una Possessione nuova da pagina 33 a seguire costituita con i lotti dal numero 34 al 67. Nelle ultime pagine del docu- mento seguono ancora altri appezzamenti agricoli sciolti e le case. 419 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Se partiamo dalla parte dominicale vediamo che essa comprendeva accanto all’edificio del comples- so monastico segnato con il N°:1, con i suoi fondi, cortivo, orto, e piazzetta a dirimpetto alle fabbriche dello stesso, anche una casa non affittata e altri appezzamenti non contigui dal numero 3 al 7 della stima, tenuti prettamente a bosco, dal valore stima- to con i mobili di ducati seimilacentosessantasette, lire una e soldi cinque, ovvero si trattava della parte più pregiata o di valore in riferimento alla stima complessiva. Particolarmente interessante la descrizione della figura architettonica del complesso monastico d’Oltra. Nel documento però non è sempre defini- bile con certezza la collocazione dei vari edifici o meglio dei vani monastici, per la quale si deve far riferimento alla tipologia dei monasteri benedettini 17 I complessi monastici benedettini, fatte salve alcune costanti di fondo, furono sempre realizzati in base a organismi spaziali e strutturali e con tecniche costruttive e modi figurativi propri dei momenti storici, delle aree geografiche e delle relative cul- ture nel cui ambito furono concepiti. Tra i punti cardine di questa impostazione la chiesa chiudeva a settentrione il vuoto del chiostro solitamente porticato delimitato ad oriente da una sala riscaldata con il dormitorio al primo piano e annessi bagni e latrine, a meridione di solito era ubicato il refettorio con la cucina, il cellario e le cantine cingevano lo spazio ad occidente (Piva, 1999, 37, 56, 60, 63). Lo scriptorum e gli armaria adiacenti dove venivano custoditi i libri erano anche parte degli ambienti monastici, ma erano appannaggio delle abbazie, dati gli ingenti costi dei materiali e della pergamena. in generale e che richiederebbe un ulteriore stu- dio di approfondimento per poter formulare delle ipotesi restitutive del complesso17. In questa fase pertanto forniremo una descrizione sommaria degli ambienti principali. Completamente assente invece risulta essere invece la descrizione e relativa stima delle opere d’arte contenute nel cenobio e riportate invece nel lavoro del Semi. Comunque dagli scritti del vescovo Naldini sappia- mo che »La fabbrica del Priorato, òsia del Monastero, come volgarmente appellasi, è di moderna struttura, compita in parte à nostri giorni. Porge nel suo ingresso un moderato Chiostro cinto di Loggie con officine al di sotto, e di celle con corridori al di sopra. Racchiu- de più appartamenti, con degna simetria disposti…« (Naldini, 1700, 219). Aggiungiamo che il convento era cinto dalle mura, per attuare effettivamente quella Immagine 1: I possedimenti del monastero (ASVe Miscellanea, 1416). 420 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 separazione dal mondo esterno, propria dell’essenza monastica, laddove accanto all’edificio principale a due piani con soffitto, al quale era accostato un cam- panile ad oriente, vi erano ancora due costruzioni più piccole di un piano all’altra estremità del complesso, che il perito stesso identifica nel granaio e nella scu- deria con solaio. Accanto all’edifico principale vi era anche una chiesa, che non compare in questa piantina e nella stima, che costituiva la parte settentrionale del complesso, e sulla quale assenza sono state avanzate delle ipotesi18. L’edificio principale possedeva un ingresso a tre arcate sul lato meridionale; su tutta la facciata erano disposte in fila delle aperture disposte perpendicolar- mente a forma di finestra. Queste al piano terra forni- vano luce alle “fabbriche”; a quello superiore invece si trovavano appunto le celle dei monaci che davano sul corridoio. Queste presumibilmente in numero di 2019, assieme al tinello, avevano dimensioni variabili, divise per la maggior parte da pareti di “paradane di cotto”. Si accedeva alle stesse attraverso un uscio contornato di pietra, detto “scuro di porta”, composto da due parti di legno, con tanto di catenaccio. Le fine- stre delle stanze, di solito una per cella, sempre con contorno in pietra, erano in vetro in telaio di legno e possedevano le scura. Il perito dimostra non solo di essere un buon os- servatore, annotando meticolosamente tra l’altro che alcune celle, le Camere 5, 6 e 7, erano state unite per creare un camerone più grande, ma anche di essersi informato a dovere sulla struttura, quando accanto alla dodicesima Camera, posta a “levante avanti alla chiesa”, aggiunge “detta la Camera del Podestà” 20. Trattasi dell’unica camera ad essere stata denominata con un attributo dallo stesso e parimenti ad aver avuto, sull’intero piano dell’edificio, una cappa del camino in sfondo di muro con riquadro di pietra con tanto di tromba (canna fumaria), con inoltre la pos- sibilità di accedere ad una terrazza munita di panca in prossimità ad un tinello. Proprio il nome di questa stanza, comparso a sorpresa in questa specifica, rappresenta certamente un elemento importante a sostegno di quanto scriveva l’Alberi nel suo lavoro, dove annotava senza riferimenti bibliografici che: 18 Secondo la Unetič la mancata visualizzazione della chiesa è motivata dal fatto che »era stata già allora modificata la destinazione d’uso (funzione) dell’intero complesso (nel periodo in cui veniva a completarsi l’acquisto del monastero da parte della nobile famiglia di Capodistria) o dall’inesperienza del disegnatore, che avrebbe dovuto raffigurare la navata della chiesa in assonometria dietro l’edificio del monastero (i due corpi edilizi si sarebbero parzialmente sovrapposti) (Unetič, 2015, 610). 19 Interessante notare che il perito nella sua relazione con camera, indica tutti gli spazi chiusi da una porta nell’edificio monastico. 20 Nel documento con questo attributo non poteva essere indicato il preposito (chiamato anche priore) o il rettore (Naldini, 1700, 219), che veniva posto a capo del priorato dall’abate, con funzioni similari in loco, senza però portare tale nome, attribuito solo a chi governa un monastero indipendente (Grossi, 1957, 115). 21 Alla fine del Settecento Gian Rinaldo Carli nelle sue corrispondenze dimostrava di conoscere bene il liquore apprezzato non solo in Istria, ma a Venezia, a Milano e a Torino, che prendeva il nome proprio dalla parte occidentale di Ancarano, toponimo andato in disuso (Squinziani, 1882, 46–51; Gravisi, 1920b, 198). 22 Trattasi presumibilmente del calefactorium, stanza, munita di una stua, ovvero stufa, e di finestra con grate in ferro e porta, dove i monaci si recavano per riscaldarsi, per breve tempo durante la giornata, o cospargersi il grasso su sandali, scarpe, selle e briglie o riprendersi dopo un salasso (Marigliano & Zorzin, 2001, 60). In questa abbazia sbarcavano i podestà di Capodistria, che erano nominati dal Senato veneto e qui erano attesi dal podestà fino allora in carica, i quali a loro volta partivano per Venezia dopo aver fatto le consegne; i nuovi podestà solevano assistere alla parten- za dei predecessori e quindi si recavano a Capodistria con una solenne cerimonia. […] In seguito l’abbazia decadde, e successiva- mente venne soppressa essendo cessata la ragione della sua esistenza, allora la cerimo- nia dello scambio delle consegne podestarili continuò nel monastero dei Serviti a Capodi- stria. (Alberi, 2001, 372–373) Potremmo pertanto arguire che il presunto pas- saggio delle consegne tra i due rappresentanti del potere veneziano, prima che si compisse il rito civico dell’insediamento podestarile a Capodistria, avvenisse proprio in questa stanza, laddove i due avrebbero potuto conversavare amabilmente seduti al caldo davanti al fuoco del caminetto durante i mesi invernali o con la possibilità di recarsi sul terrazzo col tepore primaverile ed estivo, confortati da un buon vinello liquoroso locale, magari l’Arzioli21. Dalle celle del primo piano si giungeva al pianterreno attraverso una scala di pietra a due rami, presumibilmente da intendersi due corrimani, in prossimità della chiesa, che dimostra tutta la funzionalità dell’architettura bene- dettina, volta ad agevolare l’ufficio sacro dei monaci, in particolare delle ore liturgiche delle vigilie, la preghiera della notte, oggi più comunemente chiamato mattutino (Marigliano & Zorzin, 2001, 50). Un disimpegno al termine della scalinata con un lavandino veniva chiuso in varie direzioni da delle porte. Verosimilmente nella parte orientale del complesso al pianterreno accanto ad una stanza denominata stua22, troviamo il sito del forno, con piano, cielo e bocca in cotto, e l’adiacente cucina pavimentata sempre in tavole con la quale comunica per mezzo di una porta. In quest’ultima stanza aperta sul chiostro si trovavano le scansie “di tolle vecchia”, la “scaffa”, il lavandino di cucina o acquaio in pietra concava, adagiato al muro e il caminetto costituito dalla solita cappa e canna fumaria. 421 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 In prossimità della chiesa, verosimilmente nella parte settentrionale, troviamo invece un’altra camera aperta sempre verso i chiostri e pavimentata in legno, denominata il “Folladore”, termine che deriva dal dialetto veneto, in cui il verbo “follare l’uva” significa ancora oggi pigiare la stessa e quindi fare il vino. Due cantine di diverse dimensioni, una più grande ed una più piccola sempre a settentrione del “Folladore” si aprivano con delle porte nella stessa direzione, munite di finestre con grate in ferro. Queste erano ben fornite di botti grandi e mezzane e anche di botti lunghe e strette (caratèlli), con numero congruo di barilotti e di imbuti di legno, latta e rame (le pirie) per il travaso del vino. Non potevano mancare brentelle, brentazzi e tinazzi (tini) destinati quest’ultimi a contenere le uve raccolte, dove immaginiamo, a piedi nudi, si schiacciavano i chicchi, tra il profumo del mosto, che richiamano alla memoria vendemmie passate. Il perito annota la presenza di un’altra cantina nella parte settentrionale dell’edificio con apertura sempre nella stessa direzione ed un’altra 23 Il tipo di cisterna del monastero corrisponde a quello adottato in varie aree europee, ma sviluppato sistematicamente soprattutto a Venezia e nelle zone da essa controllate o influenzate, come l’entroterra veneto (Udine), l’Istria (Pirano e Capodistria) e la Dalmazia (Zara). Le cisterne alla veneziana sono costituite da un invaso sotterraneo con sezione a forma di tronco di piramide rovescia, da un pozzo centrale e da piccoli raccoglitori laterali dell’acqua piovana, detti ‘cassettoni’. Scavato l’invaso, esso veniva rivestito interna- mente con uno spesso strato sigillante di argilla e poi riempito di sabbia. L’acqua, scendendo attraverso tombini e raccogliendosi nei cassettoni, passava attraverso lo strato filtrante di sabbia e raggiungeva, purificata, l’interno della canna del pozzo centrale. Questo sistema ha rappresentato a lungo l’unico mezzo di rifornimento idrico di Venezia; la sua applicazione accompagna l’intera storia ur- bana veneziana fin dalle prime fasi insediative, come testimoniano le innumerevoli vere da pozzo decorate (nel 1858 se ne contavano 6782), databili in un ampio arco cronologico a partire dall’VIII secolo (Treccani, 2023). ad oriente, contenente un “Pozzo di muro con fodra di pozzelana per tenir oglio” coperto di tavole e munito di catenaccio. Lo stesso Duodo si sofferma su Piazza de Chiostri, vero e proprio punto focale e nevralgico in cui conver- geva la vita monastica, dove spiccava la cisterna, per raccogliere l’acqua piovana, costituita da una vera da pozzo in pietra23, munita di arco di ferro con sopra una ruota della carrucola in ottone provvista di secchi in rame nonché di due catene, adagiata al centro di una pavimentazione “parte di lastre e parte di cotto in cortello”, che conferma essere quest’ultima opera an- tecedente l’ingresso dei Madonizza (vedasi a riguardo anche Unetič, 2015, 613). A meridione del chiostro però spostato a occi- dente si affacciava il granaio dal quale si accedeva attraverso una porta che dava sui Chiostri, dietro alla quale un corridoio portava al primo piano mediante una scala di pietra e poi attraverso una di legno si terminava in soffitto. In questo luogo il Immagine 2: Stralcio del catastico dei beni (PAK, 302, 17, 25). 422 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Duodo segnala crivelli in legno (strumento coperto di cuoio seminato di buchi per sceverare il grano) e pile per mescolare il frumento e una macina di ferro e altri contenitori dello stesso metallo, come il quantariol, presumibilmente usato per misurare la capacità dei grani. Al pianterreno invece trovia- mo anche una stanza detta “del Torchio”, che si apriva sui Chiostri, munita di cappa, canna fumaria con annessa una stanza, denominata “dell’Oliva” comunicante. Che la produzione dell’olio di oliva in queste stanze fosse rimarchevole lo testimonia la presenza nell’inventario dei mobili del monastero di macine delle Olive, e di ben tre torchi di legno per l’estrazio- ne, di cui uno vecchio, con tanto di caldare con cer- chio e manico di ferro, pile in pietra e vari recipienti contenitori (quali le orne). Ultimo vano in prossimità del granaio è la scude- ria sotto il fienile, dove presumibilmente si trovavano i cavalli o altri animali, data la presenza inventariata di mangiatoie e cassette per la biava, assieme a for- che di ferro vecchie, erpici e cariole. Apprendiamo inoltre dell’esistenza di una porta d’ingresso al mo- nastero ad occidente, con scalinata, che conduceva direttamente all’orto cinto dalle mura ad occidente, oriente, settentrione, mentre sul lato meridioniale vi era appoggiata una porcilaia e possiamo ipotizzare anche un pollaio. La presenza in prossimità dell’edificio monastico anche di un cortivo o corte oltre al già menzionato orto, trova conferma anche dal resoconto del perito, e inoltre compare con una colorazione differente anche sull’acquarello raffigurante l’unione di tutti i beni, ossia in verde scuro la prima e in verde chiaro il secondo, sempre però sotto lo stesso numero (N°:1 – vedi immagine 3). Dal catasto franceschino datato 1892, quindi di oltre un centinaio di anni posteriore al catastico, trova conferma che l’orto in prossimità del pozzo veneziano si estendeva ad occidente del palazzo, dove ancora oggi si trovano il giardino dell’albergo e la terrazza del ristorante dello stesso (Unetič, 2015, 616–617), allora circondato dalle mura, alla pari della corte24. All’epoca il primo doveva essere coltivato, probabilmente a fave, piselli, ceci, vecce, lenticchie, cavoli, insalata, cipolle, rape e succes- sivamente le carote, senza dimenticare anche le piante medicinali e della culinaria come la menta, il rosmarino, la ruta, la salvia, l’anice, il finocchio… (Moulin, 1988, 214–215). 24 Nel documento invece l’ingresso all’orto cinto dalle mura e provvisto di una porcilaia viene riportato dal perito come segue »Pie- tra alla porta d’ingresso del monastero verso ponente con scala simile di gradini N°:7 […] Fuori d’essa porta […] due pillastoni di pietra grezza, che sostentano gl’archi de’ tre descritti vanni […] Muro di chiosura nell’orto, ove fù cantina […] Stalla de’ suini con muro da due lati«. Tale descrizione appare invece conforme all’ingresso del monastero a meridione e non come scritto dal perito a ponente, e se così fosse deporebbe a favore di una diversa strutturazione degli spazi: l’orto sempre cinto dalle mura, sarebbe presente anche nella parte meridione del complesso. 25 Un ettaro è pari a cento are o a 10.000 m². Il documento del perito ci informa inoltre indiretta- mente anche sullo stato dell’intero complesso del mo- nastero, certamente “vetusto”, in quanto egli nella sua stima, in armonia con alcune case del possedimento, abbatte causa l’usura del tempo e l’oggettivo stato di abbandono il valore dello stesso di un terzo rispetto a quello complessivo dell’immobile. Se dal monastero passiamo ai suoi 67 appezza- menti di terreno vediamo che il perito nel documento introduce tre tipologie degli stessi: campi, bradi (terreni presumibilmente destinati alla produzione del fieno per gli animali), boschi e i campi decimali, ovvero terreni coltivati dai coloni dietro pagamento della decima. La ripartizione tra terreni a coltura, incolti allo stato brado e bosco è di 58:4:5. Per quanto riguarda poi il dato ben più importante della superficie di questi, rispetto all’unità di riferimento dell’epoca in campi, quarte e tavole o pertiche quadrate, rileviamo intanto dalla tabellina conclusiva della perizia, che i possessi conventuali erano suddivisi in 180 campi, 1 quarta e 45 tavole di terreni agricoli, altri 18 campi, 1 quarta e 160 tavole di terreni bradi e ulteriori 110 campi e 122 tavole di bosco, per un ammontare com- plessivo misurato in 308 campi, 3 quarte e 117 tavole, pari all’incirca a complessivi 119 ettari odierni25. Una lettura in percentuale certamente più significativa per capire la ripartizione dei terreni di proprietà del monastero depone a favore di circa un buon 58% di terreni ad uso agricolo, un 6% circa di terreni lasciati allo stato brado o prativo e un 36% circa di super- fici a bosco. Quindi semplificando su dieci ettari di proprietà più della metà servivano alla produzione agricola di uva, olive, cereali e legumi e ortaggi per l’uomo, senza considerare che una parte dei cereali prodotti era destinata anche per l’allevamento di polli e di capponi, rimanevano poi meno di 4 ettari di bosco per produrre legna e fascine, ma anche per il pascolo del bestiame e per mandare in pastura i porci, durante i mesi delle ghiande, e il rimanente, meno di 1 ettaro, era lasciato anche a prativo, presumibilmente per produrre fieno per i bovini. I terreni monastici risultavano particolarmente vocati alla olivocultura, che interessava ben 46 appezzamenti su 58 ad uso agricolo. Gli olivi si presentavano nella stragrande maggioranza dei casi assieme ad altri alberi (piantadella) alti, giovani e da frutto non specificati, che assieme ai vitigni, anche se non menzionati direttamente dal perito nella descri- zione degli appezzamenti, costituivano le produzioni agricole di punta o pregiate della penisola e come 423 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 tali erano anche ampliamente riconosciute per il loro valore anche dall’abbazia madre di Lido26. Dalle specifiche emerge anche la produzione di quantitativi importanti di cereali, sorgo, seguito dal frumento e dalla mestura27, complessivamente pari a circa 73 stara/staia annui, e di legumi, buoni 3 stara/staia. I bovini compaiono solo all’interno del- la Possessione grande a d’Oltra e risultano dati ai suddetti coloni a soccida (affitto di bestiame). L’al- levamento degli animali nella Piccola possessione 26 Sempre nella relazione dello stato del monastero di S. Nicolò di Venezia del 1650 si menziona esplicitamente »tra li beni e i campi in Istria possiede oliveti sparsi… item dalle vigne piantate e sparse per tutti i beni, e campi in padovana, mestrina e nell’Istria« (Mazzucco, 1993, 359). 27 Non viene specificata a differenza di Parenzo la composizione della mestura, presupponiamo pertanto si tratti di una miscela di diversi cereali, quali la segale, l’orzo, la pira… 28 In mancanza di note a riguardo nel presente catastico possiamo comunque affermare con buona certezza che l’importo complessivo è stato definito con l’aiuto dei ragguagli dell’economo provinciale di Capodistria, Francesco Benleva, relati- vamente all’ammontare della rendita dei possessi del monastero, come del resto, lo stesso perito rilevava, era avvenuto per i possedimenti del parentino (Budicin, 1987, 277, 299). è attestato parimenti dalle seppur misere rendite, provenienti da maiali, tacchini, galline e capponi. Il fieno, la legna e le fascine concludono l’elenco dei prodotti dei suddetti terreni. Se ci soffermiamo poi sul resoconto finale dei beni monastici notiamo, che l’ammontare comples- sivo di quelli S. Nicolò d’Oltra era di 15.425 ducati, 3 lire e 14 soldi28. Per quanto riguarda il titolo a cui erano godute dai gestori le proprietà del monastero notiamo Immagine 3: Rappresentazione grafica del monastero (PAK, 302, 17, 25). 424 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 sostanzialmente due tipologie: il livello29 e l’affitto semplice applicato ai fondi e alle case, spesso a carattere ereditario. A carattere esplicativo vorremmo soffermarci sui Fontanotto o Fontanoti, Andrea, Domenico, Giuseppe e Gio. Batta, che compaiono spesso nel resoconto del perito e attendevano sia alla Grande che alla Piccola possessione assieme ad altri terreni a vario titolo di livellario, di affittuale semplice o di proprietari sul Monte Moro, sul Monte di Vallon, sul Monte Gordia e sul Monte Cavriola (Morosini, 1777, 27). Infatti, ad esempio Andrea e Domenico Fontanotto erano proprietari di terreni, ma al contempo il primo conduceva anche in affitto semplice alcuni terreni del mo- nastero, il secondo invece era livellario del ca- nonico Brutti. Situazione che rende decisamente palpabile la complessità dell’articolazione della proprietà, assieme al forte nesso economico tra la struttura urbana e quella rurale le quali inevitabil- mente finivano per penetrarsi a vicenda. Tuttavia, non possiamo ignorare la forte influenza della nobiltà cittadina sul contado, visibile anche dai tanti possedimenti confinari al monastero, come ad esempio le saline del convento di S. France- sco di Capodistria e soprattutto le proprietà dei vari nobili, quali Nicolò de Belli e Andrea Tacco (proprietari di saline), Steffano Fin, Alvise Tarsia, Anna Burisa, Carlo Petronio, Giuseppe Gravisi, Gian Rinaldo Carli, il canonico Carlo Marigotti, ed in particolare il già menzionato Brutti. Signifi- cativo inoltre notare che i nomi di alcuni abitati o toponimi, quali ad esempio Fontanotti (Gravisi, 1920a, 201; Cernaz, 2015, 33) e Barisoni (Gravisi, 1920a, 201; Cernaz, 2015, 33; Bonifacio, 2018, 75)30 potrebbero essere stati originati proprio dal cognome (antroponimi) dei livellari o dei proprie- tari di dette proprietà monestarili. Nel documento del perito riscontriamo grande coerenza nel riportare i titoli nobiliari dei proprie- tari accanto a quelli degli “altri”, identificati come Sig. o S. o Sig.a, che rilevano senza ombra di dubbi 29 Il livello è un contratto agrario scritto (deriva dal latino libellum ovvero libretto), consiste in un possesso fondiario soggetto a censo annuo in natura o denaro o anche spesso concordato contro prestazione d’opera; ed era diffuso dal Medioevo agli inizi dell’Ottocento. Il livello veniva stipulato tra il proprietario (spesso un nobile, un monastero, una chiesa) e il livellario. La forma di contratto vigente più rispondente alle caratteristiche sopra richiamate è l’enfiteusi. Tale possesso o concessione era di lunga durata, solitamente a 29 anni, e poteva essere rinnovato. Erano concessi a livello molti beni della chiesa che in questo modo, da un lato, aderiva alla richiesta di concessione del temporaneo godimento (allo scopo di coltivazione, di abitazione) da parte dei singoli, dall’altro, evitava di perdere la proprietà del bene. »A partire dal X secolo il contratto di livello venne impiegato anche nei confronti di persone che non erano coltivatori diretti, in sostituzione della compraven- dita, la dove questa per qualche ragione non era praticabile. Ad esempio venne utilizzato largamente dai vescovi, accanto alle concessioni a carattere feudale, per alienare di fatto, quei beni ecclesiastici che in teoria non potevano essere venduti« (Barbero & Frugoni, 2001, 159–160). 30 Per Gravisi invece il toponimo potrebbe derivare dal termine dialettale burrisi, ovvero »borri, burroni scavati dai torrenti« […] Nel 1894: 11 case, 65 abitanti (Cernaz, 2015, 30). 31 Per quanto riguarda Villa di Rovigno, Radossi riporta nel suo articolo l’esistenza di molti voci sostanzialmente venete (masiera, squarzo, fratta, vedove di piantada, orto di terra, vench(i)er l vencaro), assieme ad altre palesemente slave (vertacchio di terra incolta, braida, valizza) (Radossi, 1997, 265). 32 Vedasi in Gravisi l’origine etimologica del termine riconducibile al sostantivo capra (Gravisi, 1942, 4–5). una società fortemente strutturata sul modello dell’Antico regime. Anche la lezione nella quale vengono riferiti soprattutto i cognomi non si ripropone in tutti i casi con la coerenza e precisione supposte in documenti del genere (per l’appunto il “catastico”), rivelando, a nostro parere, qualche piccola mancanza di scru- polosità dello scrivano (vedasi ad esempio Agostin/ Agostino in riferimento al Brutti, Fontannotto che lascia spazio ai Fontanotti per indicare il plurale), facendo trasparire forse anche poca dimestichezza a rendere voci appartenenti ad una lingua non conosciuta con la grafia italiana (vedasi Novach/ Novac). Nelle note al testo, ci siamo preoccupati di gettar luce anche sulle manifestazioni linguistiche del documento, che rivelano influenze sostanzial- mente venete/romanze, mentre l’influenza slava, a parte un cognome, e alcuni eventuali nomi di appezzamenti non è ravvisabile direttamente dal documento come lo era invece in altre aree della penisola31, trovando conferma per il territorio in questione quanto sostenuto circa 150 anni dopo da Giannandrea Gravisi (1920b, 186). Infatti, tra i cognomi più presenti a vario titolo di proprietà dei fondi, a parte quelli già menzionati sopra, troviamo: Pado(v)an, Manzin, Gavinello, Filippi, Miloco e unicamente il Novac o Novach appare una voce slava. Parimenti riscontriamo un’ampia presenza di toponimi romanzi o ricondu- cibili all’area romanza vedi: Monte Moro, Gordia, Vallon, Cavriola32; alla pari della denominazione dei terreni (vedi ad es. La Comara, Sermin, campo del Campaniel, campo del Mandrachio, prado di S. Caterina, prado del molo di S. Nicolò, Sora la Fontana, Anconella, Campo de’ (Sella?), Campo de Scabian, i Tressi drio le Case, Campi di Sier Jacomo, ed il Campo dei Olivi, Banei, Luoghi di monte Moro, Campi Nudi, Olivetti Albafior, Driosetta). Presumi- bilmente Pitrizza e forse Monte de’ Burizzi, posto nelle pertinenze del monte Gordia, nonché Casal de Cernivani posto sopra la suddetta chiesa di S. 425 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Caterina e la strada che andava a Muggia appaiono voci potenzialmente di origine slava. Neanche i soprannomi riscontrati, dai proprie- tari di fondi (vedasi gli unici due esempi rinvenuti per i Pado(v)an, Nazario, Zuanne, Pietro, Lorenzo, Andrea detti Santogobbo33, e Pietro Bratti detto Savon), non costituiscono una caratteristica di par- ticolare rilievo e un’occasione di riflessione data la loro provenienza romanza. Abbiamo tuttavia riscontrato dal confronto con altre fonti un’eterogeneità di genti di diversa provenienza. Infatti, Giannadrea Gravisi riporta che »numerose famiglie di Trevisani e Friulani fu- rono trapiantate nelle ubertose campagne di Valle Oltra e Capodistria« (Gravisi, 1929, 20; Gravisi, 1907, 3). Lo stesso aggiunge »vi predominano i seguenti cognomi: Colombin, Filippi, Fontanol, Marassich, Mauro, Miloc, Norbedo, Novello e Pe- truzzi« (Gravisi, 1907, 4). Egli afferma inoltre che i Marassich, detti Barisoni34, sono un cognome friulano di recente slavizzazione, che conservano come gli altri abitanti del luogo »assieme alla lingua, il tipo prettamente italiano« (Gravisi, 1907, 4). Per quanto riguarda invece i Miloc dice essere il cognome tipico della Bassa friulana, di Palmanova e di Udine (Gravisi, 1907, 4). Iacuzzi, Pado(v)an e Fontanot35 vengono identificati anche tra i cognomi italiani dallo stesso autore (Gravisi, 1907, 9). Come abbiamo potuto vedere il catastico è un documento rilevante non solo per la storia di que- sto monastero, della sua attività economica e dei rapporti di possessione delle sue proprietà immo- biliari, ma anche per la sua ricca documentazione sui cognomi del luogo. Lo stesso offre anche, con l’apporto illustrativo dei disegni in acquarello, sopra accennati, un contributo notevole alla to- ponomastica di questo territorio e conferma »l’e- sistenza in Istria di un’arte e tecnica topografica ancor poco conosciuta e documentata, ma degna della massima attenzione e che con il suo impegno al servizio delle strutture e dell’attività giuridiche, amministrative ed economiche fiancheggiava e completava sotto vari aspetti l’opera cartografica in Istria, la quale vanta oramai numerosi e validi risultati storiografici ed editoriali« (Budicin, 1987, 271–272). Riteniamo inoltre che proprio il confronto con altri “Catastici” di periodi storici antecedenti, vedi quelli che si riferiscono specificatamente 33 Nel Decarli abbiamo trovato Santi-gobi soprannome dei fratelli Zuanne e Simone Padovan, marinai del traghetto Gajetta nel 1800 (Decarli, 2003, 643). 34 Il Bonifacio sostiene che il cognome nella sua variante Barisone ha »per base l’antico nome Barisone /Parisone derivato dal greco-bizan- tino Parathôn “che supera nella corsa”« (Bonifacio, 2018, 75). 35 Lauro Decarli ci dice essere questo »un cognome tipico friulano diffusosi dai monti di Muggia ove la famiglia era stata introdotta dai monaci di San Nicolò d’Oltra. Con gusto discutibile pure »italianizzato« in Fontanotti. Nel 1945 vi erano a Capodistria 15 famiglie« (Decarli, 2003, 338). all’area istriana ed in particolare il “Catastico de scritture de’ San Nicolò d’Ultra”, manoscritto del 1569, custodito presso la Biblioteca centrale “S. Vilhar” di Capodistria, potrebbero documentare ulteriormente la continuità storica, materiale, de- mografica, linguistica, toponomastica ed umana del territorio. Inoltre, un siffatto lavoro permet- terebbe di valutare l’impatto sull’economia del territorio prodotta dal priorato benedettino, in quanto è risaputo che i monaci erano »l’assisten- za tecnica del Medio Evo« e contribuirono ad aiutare il »mondo contadino, ignorante, arretrato e povero« dell’epoca (Moulin, 1988, 203). TRASCRIZIONE DEL CATASTICO Per ciò che concerne la trascrizione del testo, si è scelta la preparazione paleografica, mantenendo cioè la trascrizione massimamente fedele all’origi- nale, non facendo uso di determinate parole accen- tate (vedasi trè per indicare il numero), evitando soltanto determinate abbreviature, rimodernando la punteggiatura ed adottando quasi dovunque l’uso moderno delle maiuscole e delle minuscole, rispet- tando in tutto il resto le caratteristiche grafiche e linguistiche del documento originale. In ultima istanza, va osservato come il Duo- do, si sia servito di talune abbreviazioni allora abitualmente ricorrenti, abusando in particolare di quelle indicanti, anche se incoerentemente, i punti cardinali, che abbiamo sciolto (come Tramontana, Tramont.a, Tram:na, Tram.a); sono molto frequenti, alla pari, delle abbreviazioni dei “titoli” (Nob. = Nobile, Co. = Conte, Sig., Sig.e, Sig.ra, Rev.do = Reverendo, Rev.mo = Reveren- dissimo), e di alcuni aggettivi ampiamente intui- bili (sud.tte/to/ta, pred.ta, seg.te, p.o = passo, 3. zo = terzo, 2.a = seconda), Come abbiamo visto, anche la denominazione del denaro è stata chia- ramente abbreviata (ad es. D. = Ducati, L. = Lire), come del resto lo sono le misure di superficie (C = Campo/i, Q ͭ ⁱ = Quarte, T ͤ = Tavole), parimenti a quelle di capacità dei prodotti della terra (Stª = Stara, Q ͭ ͤ = Quarte, Q ˡ ⁱ = Quartarioli, M i = Mastelli, S ͤ = Secchi (e), O ͤ = Orne, L ͤ =libbre) e ugualmente di alcuni nomi propri (Gio. = Gio- vanni ? , Fran.co = Francesco, Dom.co = Dome- nico). Si segnala inoltre nel testo la sostituzione dei pochi numeri romani (X a camera, Xmali) con il corrispettivo numero arabo. 426 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Alcuni termini riconducibili ad un registro cul- turale e linguistico veneto ritenuti oramai obsoleti sono stati, laddove possibile, tradotti in italiano, in modo da agevolare la comprensione del documen- to. Le traduzioni sono state inserite nelle note a pie di pagina in prossimità del vocabolo originario, in modo da favorire la lettura e la comprensione del documento. RAFFRONTO CON I POSSESSI DEL MONASTERO BEDENETTINO DI PARENZO (1771) A margine del presente commento al catastico di S. Nicolò d’Oltra ci è apparso utile delineare un confronto con i possessi benedettini del pa- rentino di S. Nicolò dello Scoglio, per verificare eventuali differenze nell’estensione e nella ripar- tizione dei terreni e delle proprietà, includendo anche la loro stima. Tredici giorni prima di Capodistria il perito Duodo aveva svolto lo stesso lavoro di stima a Parenzo. Il catastico parentino trascritto dal Budicin conta 38 pagine (Budicin, 1987, 264). Queste riguardano 49 beni immobili, tra cui a differenza di Valdoltra (Valle Oltra) si registra la presenza anche di una peschiera. Similmente poi al Capodistriano troviamo tra i possessi del mo- nastero locale anche 6 case, date in affitto nella località di Parenzo. Per quanto riguarda i possessi di questo mo- nastero si riscontra la presenza di 211 campi, 1 quarta e 14 tavole di terreni agricoli e ulteriori 56 campi, 2 quarte e 107 tavole di bosco, che complessivamente fanno 267 campi, 3 quarte e 121 tavole, pari tutti a buoni 103 ettari. La dif- ferenza tra i possessi d’Oltra e Parenzo ammonta pertanto a 16 ettari circa, in favore del primo. La lettura in percentuale della ripartizione dei terreni nel parentino, per riscontrare possibili correlazioni, vede invece crescere sensibilmente la percentuale di terreni agricoli al 79% circa, a monte di una riduzione significativa delle superfici boschive al 21% circa. Rispetto al cata- stico in oggetto quello di Parenzo presenta delle differenze riconducibili sia all’assenza registrata dei terreni bradi, che alla marcata prevalenza di terreni agricoli rispetto al primo. A riguardo delle culture di punta dell’agro istriano, la vite e l’olivo, nel parentino della prima parimenti non si fa menzione diretta negli appez- zamenti, mentre qui gli olivetti, sempre frammisti 36 La brenta, al plurale brente, dovrebbe valere circa 9,4 litri, stando a quanto asserito dal perito in merito ai beni del monastero parentino: »Brente Pesole quatro formano una Somma, che è Secchi tre e Mezzo« (Budicin, 1987, 299). Agli inizi dell’Ottocento, Visintin afferma che nel Buiese vi erano delle differenze notevoli relativamente al valore della brenta, aggirandosi dagli 11,3 litri di Matterada ai quasi 17 litri di Castagna (Visintin, 1998, 628). 37 L’inventario dell’eredità di alcuni membri della famiglia Fabris riporta espressamente il rapporto tra ducato e lira, pari non a 1:6,2 ma a l:6 (Radossi, 1997, 268). ad altre piante, occupavano un numero di terreni inferiore rispetto a Valle d’Oltra, pari a 10 appez- zamenti sui 42 terreni agricoli (Budicin, 1987). Altro capitolo a parte sono le rendite che fanno segnare tra i due possessi, e non solo per queste due coltivazioni, un divario marcato. Nel parentino infatti i quantitativi di vino si riducono rispetto a d’Oltra a 11 mastelli e a 1 brenta36, ovvero a buoni 7 ettolitri, l’olio pari- menti non supera le 5 orne d’olio, raggiungendo pertanto 3,25 ettolitri (325 litri). Notiamo inoltre che se le rendite di frumento erano grossomodo le stesse tra le due località, pari a buone 19 stara/staia, di molto inferiori ri- spetto a d’Oltra, risultavano essere i quantitativi di altri cereali, pari nel parentino a buone 6 stara/ staia complessive, tra segale orzo, sorgo, pira e anche il granoturco, presente solo in quest’ultima località, in assenza però di legumi. Il catastico parentino è invece muto a riguar- do alle rendite di animali, anche se questo non significa escluderne la loro presenza in passato, infatti, apprendiamo dell’esistenza di stalle per bovini, stallette per i suini, abbeveratoi per cavalli, però unicamente presso l’abbazia di S. Nicolò dello Scoglio (Budicin, 1987, 276–277). Se ci soffermiamo poi sul resoconto finale dei beni monastici notiamo che la valutazione effettuata dallo stesso perito fiscale, nello stesso torno di tempo, era pari a 6.577 ducati, 2 lire e 18 soldi. A conti fatti i beni del monastero valevano meno della metà di quelli d’Oltra. Tuttavia, il pa- trimonio “rimasto” dei monasteri pare fosse poca cosa se raffrontato a quello lasciato in eredità dal notaio “borghese” Vittorio Fabris qrn. Francesco e da suo fratello il canonico Pietro di Villa di Ro- vigno nel 1797 che, meno di una trentina d’anni dopo, fu valutato in 279.132 lire, pari cioè a qua- si 46.000 ducati (Radossi, 1997, 268)37. Una cifra secondo il Radossi che poneva la famiglia Fabris nella graduatoria delle più ricche e benestanti della provincia, gettando luce sulle condizioni materiali nel rovignese e dell’Istria oramai ex veneta (Radossi, 1997, 268), e nel nostro caso sulla “poca” consistenza del lascito benedettino in Istria. Tuttavia bisogna far notare che nei due monasteri di Parenzo e d’Oltra, negli ultimi se- coli, andò notevolmente diminuendo la presenza numerica dei monaci, ridottasi a uno o a due, che in più d’una occasione anche si interruppe, leggi pestilenze, provocando spesso l’abbandono del 427 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 sito. Questo stato di cose non poté che riflettersi negativamente sia sul loro ruolo e sull’impor- tanza nell’ambito della vita religiosa nelle due comunità, che sulla dissoluzione dei possessi dei monasteri. Può pertanto trovare conferma la tesi del Grossi, rispetto a quella suggerita dal Fon- da38, che “un monastero popolato è un monastero prospero”, in caso contrario inevitabilmente le implicazioni si ripercuotono direttamente anche sul patrimonio dello stesso comportando perdite, frantumazione dei feudi o assorbimento degli stessi da parte di altri (Grossi, 1957, 86). CONCLUSIONI Il Catastico dei beni del soppresso monaste- ro benedettino di S. Nicolò d’Oltra del 1771 fa luce su un segmento importante della storia lo- cale, rappresentando una diapositiva »a parole« dell’ultimo periodo veneziano in regione. Proprio attraverso la descrizione particolareggiata delle situazioni patrimoniali e materiali dei monasteri di quest’area è possibile ricavare dati diretti e per inferenza su molti aspetti riguardanti non solo la storia, ma anche l’economia e la società di quel periodo. In merito alla prima il documento fornisce proprio attraverso una nota del perito un tassello importante per quanto riguarda lo svolgimento della cerimonia dell’avvicendamento dei poteri podestarili, uno dei più importanti avvenimenti, che hanno segnato la vita politica e sociale di Ca- podistria durante il periodo veneziano. 38 L’ autore afferma che una »volta poi che i monasteri veneziani avevano posto un controllo diretto o indiretto sull’abbazia e sui suoi beni (si intende qui quelli in territorio istriano n.d.a) non si preoccupavano di ripopolarla né di rinvigorirla, badavano sol- tanto a sfruttarla economicamente il più possibile, affittandone le terre e, talvolta, persino gli edifici stessi« (Fonda, 1968, 215). Il catastico permette inoltre di individuare l’identità ed il ruolo sociale ed economico del monastero di S. Nicolò d’Oltra al momento della sua soppressione, dopo che la sua presenza aveva contrassegnato l’area per molti secoli. Di rimando ne risulta un’area ove si percepisce il ritmo dei rap- porti economici tra mondo urbano e mondo rurale, la complessità stessa dell’articolazione della pro- prietà, all’interno di una società fortemente strut- turata sul modello dell’Antico regime. Il catastico si presenta anche ricco di antroponimi e toponimi. La presenza di nomi e voci riconducibili sostan- zialmente ad un registro culturale e linguistico romanzo rivela invece la presenza di un patrimonio civile molto legato alla Repubblica. LAUS DEO SEMPER Addì 27 ottobre 1771. Capo d’Istria Esecutivamente alle venerate commissioni avute dall’ill.mo et ecce.simo sig.e Alessandro Duodo Ag- gionto al Mag.to ecc.mo Sopra Monasterj, mi sono portato in questa città a misurare, stimare, e formare i dissegni dè beni tutti erano di ragione del soppresso monastero di S. Nicolò del Lido di Venezia posti e situati in questa città, e suo territorio. E però dopo l’umile invocazione dè SS.mi nomi di Gesù e Maria dai quali unicamente procede ogni retta operaz.e, ho colla maggior possibile attenzione fatti i più dili- genti esami per rilevare la posizione dei beni med. si, e le rendite da questi provenienti, indi ho li stessi misurati, stimati, et in dissegno tratti come qui entro. 428 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Convento Muro di P: 435 P.i 4 Muro di mezzo simile di P: 78 ½ che dedotto P: 111 di vanno resta P: 67 ½ Muro sopra i chiostri verso ponente longo P: 6:2 ½ alto con fonda non compresa i Pillastri P: 4, fa P: 26 Tempiavo a tramontana largo dentro P: 8 P:i alte con fonda P: 5:2 P:i, fà P: 44 Tramezzera simile di P: 44 Altra tramezzera larga P: 6:2 ½ alta con fonda e frontespizzo P: 5:4 fà P: 37:3 ½ Facciata a tramontana longa P: 7 alta con fonda P: 5:2 ½, fà P: 38:2 ½ Muro di mezzo simile di P: 38:2 ½ Muro sopra i chiostri simile agli altri di P: 26 Muro del granaro a levante longo fuori P: 10 alto con fonda P: 5, fà P: 50 Tempiavo a mezzodì largo P: 3:2 P:i alto con fonda P: 5, fà P: 17:2 Tempiavo opposto simile di P: 17:2 Tramezzera larga P: 3:2 ½ alta con fonda sino al solaro P: 2:2, fà P: 8:2 Tramezzera opposta simile di P: 8:2 Summa muro P: 859 P.i 2 Controstà muro di P: 859 2 Facciata di muro della scuderia a mezzodì longa P: 7:3 alta con fonda P:4, fà P: 30:2 Facciata opposta longa P: 9:3 alta con fonda P: 4:2, fà P: 42:1 Tempiavo a ponente largo dentro P: 2:2 ½ altro con fonda, e spizzo P:4: 1, fà P: 10:2 ½ In S. Nicolò d’Oltra territorio di Capo d’Istria N°:1 Fabrica a Ponente Facciata di muro a ponente longa fuori dei muri P: 22, alta con fonda P: 5:2 ½, fà P: 121, che dedoto P: 11 di tre vanni, resta P: 110 P.i - Muro apposto simile di P: 121 che dedotto P: 20 da due vanni, resta P: 101 Muro sopra i chiostri longo dentro P: 6:2 ½ alto con fonda non compreso i Pillastri P: 4 fa P: 26 Tempiavo a tramontana largo dentro P: 3 ½ alto con fonda P: 5:2 ½, fà P: 17 ½ Tempiavo opposto simile di P: 17 ½ Facciata a mezzodì longa P: 11 alta con fonda P: 5:2 ½, fà P: 60:2 ½ Facciata a tramontana sopra i chiostri longa P: 6: 2 ½ alta con fonda non compreso li pillastri P: 4, fa P: 26 Facciata a levante non compreso la chiesa longa P: 14:1 alta con fonda P: 5:2 ½, fà P: 78 ½ Suma muro P: 435 P.i 4 429 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Tramezzera simile di P: 10:2 ½ Tramezzera larga P: 2:2 ½, alta con fonda fino al solaro P: 1:3, fà P: 4 Sumano i muri P: 957 P.i- E vagliono a L. 8 il passo L. 7656 Coperto di Coppi tavellado a ponente longo per Colmo P: 22, largo con pendenze e Linde1 P: 4:3, fà P: 101 P.i 1 Coperto Simile a ponente longo P: 11:1, largo con pendenze P: 4:3, fà P: 51:2 ½ Coperto simile a levante largo P: 14:1, largo con pendenze P: 6:2, fà P: 90:4 ½ Coperto simile a tramontana longo P: 8, largo con pendenze P: 7, fà P: 56 Coperto simile del granaro longo P: 9:2, largo con pendenze P:4, fà P: 37:3 Coperto della Scudaria longo P: 7:3, largo P: 3:3, fà P: 27:2 Sumano i coperti P: 364 P.i 3 E vagliono a L. 8 il passo L. 2916:16 Summa L. 10572:16 Controstà suma di2 L. 10572:16 Sotto detti coperti a ponente Solaro di legni e tolle serve da soffitta Longo P: 20:3, largo P:3 ½, fà P: 6184 ½ Soffitto simile a mezzodì longo P: 11:1, largo P: 4, fà P: 44:4 Soffitto simile a levante longo P: 13:3, largo P: 6:2 ½, fà P: 89:3 ½ Soffitto simile del granaro longo P: 9:2, largo P: 3:2, fà P: 32:4 ½ Soffitto simile a Tramontana longo P:7, largo P: 6:3, fà P: 46:1 Soffito simile alla Scuderia longo P:7, largo P: 2:2, fà P: 17:2 ½ Summano i soffitti P: 2938 a L. 8 il passo vagliono L. 879 Scala di legni, e tolle discende in suddetto solaro di gradini N°:21 a due vani e soffitto di tolle sotto scuro di porta in fondi con due bertoelle3 snodate e seradura con chiave, val L. 20 Summa L. 11471:16 Controstà suma di L. 11471:16 In suddetto Solaro 1 La “linda” è quella parte del tetto che sporge dalla facciata dell’edificio e serve per riparare quest’ultima dalla pioggia e dalle intemperie (Petriccione, 2020, 54, 150). 2 Con questo formula o stratagemma “da periti” il Duodo attraverso la ripetizione della somma dei beni dalla pagina precedente a quella successiva evitava di confondersi. 3 In italiano bandella o al plurale bandelle è la lama di ferro da conficcare nelle imposte di usci o di fibnestra, che ha nell’estremità un’a- nello nel quale si infila l’arpione che regge l’imposta (Boerio, 1998, 76). 430 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Solari di legni e tolle tavelladi della quantità de soffitti, dedotto quello della scuderia, che sono P: 275: 2 ½ a L. 5 il passo vagliono L. 1377:10 Corridore a ponente Fenestron a tramontana con piana, e antil di pietra, due scuri con N°:4 polisi in bertoelle e due cattenazzi, schione4, e due rame di vetri in tellaro sopra, val tutto L. 11 Fenestre a ponente N°:7, simile in tutto al suddettto vagliono L. 77 Altra simile a mezzodi val L. 11 Camera a levante di detto corridore Finestra a levante in pietra, scuro al di fuori in due parti con quattro polisi in bertoelle cattenazzo, e rama di vetri in tellaro di quatro portelle, val tutto L. 22 Paradana di Cotto, che divide questa dalla seguente Camera Longa P: 2 alta P: 2 ½, fà P: 4:1 a L. 5 il passo val L. 21 Summa L. 12991:-6 Controstà summa di L. 12991:-6 2.da Camera Due finestre simili alla suddetta verso levante vagliono L.44 Scuro di porta a ponente in pietra con due polisi in bertoelle, serradura con chiave, schiona e cattenazzo, val L. 12 Paradana di cotto, che divide questa dalla seguente camera di P: 4.1 come la suddetta a L. 5, val L. 21 3.da Camera Due fenestre di levante simili alle suddette e vagliono L. 44 Paradana di cotto che divide questa dalla seguente camera di P:4.1 come la suddetta a L. 5, val L. 21 4.ta Camera Pietra in Finestra a Levante, Scuro con due polisi in bertoelle e cattenazzo, rette di fillo ferro in tellaro, e Cattenazzo L. 9 Scuro di porta sopra il corridore a mezzodì con due polisi in bertoelle e serradura con chiave L. 4 Summa L. 13146:-6 Controstà summa L. 13146:-6 Paradana di cotto che chiude questa, e altre quattro seguenti camere dal corridore longa P: 9:1, alta P: 2 ½, fà P: 19:1 ½ a L. 5 val L. 96:10 5.ta 6.ta e 7.a Camere ridotte in una Paradana di cotto, che divide la suddetta camera da queste longa P: 2 ½ e alta P: 2 ½, fà P: 4:1 a L. 5, val L. 21 Altra paradana simile di P: 4:1 che divide questa dalla seguente al L: 5 il passo, val L.21 Pietra in fenestra a tramontana sopra i chiostri con scuro in due parti con quattro polisi in bertoelle, val L. 7 4 In italiano anello o campanella, trattasi di un cerchietto di fil di ferro o d’ottone attaccato alle portiere, tende etc, per farle scorrere al fine di aprirele o serrarle (Boerio, 1998, 626). 431 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Altre due fenestre seguenti simili L. 14 Scuro di porta a mezzodì sopra il corridore con due polisi in bertoelle, e seradura con chiave, val L. 6 Altri due Scuri di porta seguenti simili, vagliono L. 12 8.a Camera Fenestra sopra i chiostri a tramontana in pietra, scuro in due parti con quattro polisi in bertoelle, rame di vetri in tellaro di due portelle, val tutto L. 16 Summa L. 13339:16 Controstà suma L. 13339:16 Scuro di porta con due polisi in bertoelle e seradura con chiave, val L. 5 Seguono le camere a mezzodì del corridore Paradana di cotto che divide il corridore dalle seguenti camere longa P: 9 alta P: 2 ½ fà P: 18:4 a L. 5 L. 94:10 9.a Camera Pietra in fenestra a mezzodì, scuro in due parti con quatro polisi in bertoelle, rame di lastre vetro in tellaro di due portelle, val tutto L. 20 Paradana di cotto, che divide quella dalla seguente camera longa P: 2, alta P:2 :1 ½, fà P: 4:3 a L. 5 il passo val L. 23 Scuro di porta in essa con due polisi in bertoelle, saltello, saltador con seradura e Chiave, val L. 4 10.a Camera Due feneste a mezzodì simili alla suddetta e vagliono L. 40 Paradana di cotto che divide questa dalla segunete camera di P: 4:3 giusto la sudetta a L. 5 il passo val L. 23 Summa L. 13549:-6 Controstà summa L. 13549:-6 Scuro di porta sopra il corridore a tramontana con due polisi in bertoelle, cattenazzo, e seradura con chiave, val L. 5 11.ima Camera Fenestra a mezzodì simile alla suddette, e val L. 20 Scuro di porta a tramontana con due polisi in bertoelle, cattenazzo e seradura con chiave, tutto val L. 5 Coridore a Levante Fenestra a mezzodì con piana e antil di pietra, scuro in due parti con quattro polisi in bertoelle, due cattenazzi, e due saltelli con due saltadori, val tutto L. 1 Altra simile a tramontana, val L. 11 Altri tre fenestroni simili sopra i chiostri a ponente, vagliono L. 33 12.ima Camera a Levante avanti la chiesa detta la Camera del Podestà Fenestra a levante in pietra, scuro in due parti con quattro polisi in bertoelle, cattenazzo e rama di vetri in tellaro di quattro portelle, val tutto L. 24 432 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Altra fenestra seguente simile val tutto L. 24 Summa L. 13682:-6 Controstà summa L. 13682:-6 Nappa in sfondo di muro in riquadro di pietra, scuro in due parti con quattro polisi in bertoelle, tromba e camin sopra i coppi, val L. 20 Pietra in porta và al corridore con due polisi in bertoelle, e seradura con chiave, val L.12 Altro muro di porta a tramontana và in terrazza con due polisi in bertoelle, cattenazzo, manazzon, e pietra, val tutto L. 11 In terrazza Destro in sfondo di muro con sentar, tromba e capa, scuro sopra con due polisi in bertoelle, saltello e saltador, val L. 15 Gorna di latta vecchia con N°:12 ferri, che la sostentano, val L. 30 Pietra in porta tende alla seguente camera detta il tinello, scuro con due polisi in bertoelle e cattenazzo, val L. 10 13.a Camera Fenestra a mezzodì sopra il coperto della terrazza con rame di vetri in tellaro di due bertoelle, val L. 5 Altra finestra seguente simile, val L. 5 Summa L. 13790:-6 Controstà summa L. 13790:-6 Paradana di cotto che divide questa dal seguente corridore longa P: 4:1 ½, alta P: 2 ½, fà P: 9 a L. 5 il passo, val L. 45 Pietra con porta in essa paredana, scuro sopra con due polisi in bertoelle, cattenazzo, seradura con chiave, e schiona, val L. 10 14.a Camera Paradana di cotto che divide questa e le seguenti camere dal corridore a tramontana longa P: 9:2 ½, alta P: 2:1, fà P: 20:4 ½ a L. 5 al passo, val L. 104:10 Pietra in fenestra a mezzodì sopra i chiostri, scuro in due parti con quattro polisi in bertoelle, e rama di vetri in tellaro di due portelle, val L. 10 Paradana di cotto, che divide questa dalla seguente camera, longa P: 2:1, alta P: 2 ½, fà P: 9 a L. 5 il passo val L. 45 Scuro di porta sopra il corridore con due polisi in bertoelle, e seradura con chiavi, val L. 5 15.a Camera Paradana di cotto, che divide questa dalla seguente camera, longa P: 2:1 alta P: 2 ½, fà P: 4:3, a L. 5 al passo val L. 23 Summa L. 14032:16 Controstà summa L. 14032:16 Pietra in fenestra a mezzodì simile alla suddetta val L. 10 433 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Scuro di pietra sopra il Corridore con due polisi in bertoelle, cattenazzo, e seradura con chiave, val L. 5:10 16.a Camera Due fenestre sopra i chiostri simili alle suddette, vagliono L. 20 Paradana di cotto, che divide questa dalla prossima camera, longa P: 2:1 alta P:2 ½, fà P: 4:3 a L. 5 il passo val L. 23 Scuro di porta in essa con due polisi in bertoelle, e due cattenazzi, val L. 5 Altro scuro di porta sopra il corridore con due polisi in bertoelle, due cattenazzi, saltello, saltador con seradura, e Chiave val L. 6 17.ima Camera Paradana di cotto, che divide quella e seguenti camere dal corridore a mezzodì, longa P: 7:2 ½, alta P: 2:1, fà P: 16:2 ½, a L. 5 il passo val L. 82:10 Altra paradana di cotto, che divide questa dalla stimata scala longa P: 2:1, alta P: 2 ½, fà P: 4:3 a L. 5 il passo, val L. 23 Fenestra a tramontana simile in tutto alle soprastimate L. 10 Summa L. 14217:16 Controstà summa L. 14217:16 Paradana di cotto che divide questa dalla seguente camera P: 4:3 come la suddetta a L. 5 il passo val L. 23 18.a Camera Due fenestre a tramontana simili alle suddette L. 20 Paradana di Cotto che divide questa dalla seguente Camera P: 4:3 come le suddette a L. 5 il passo val L. 23 Scuro di porta sopra il corridore con due polisi in bertoelle, cattenazzo, seradura con chiave e schiona val L. 5 19.a Camera Paradana di cotto, che divide questa dal corridore a levante di P: 4:3 come le altre a L. 5 il passo val L. 23 Fenestra a tramontana simile alle suddette, e val L. 10 Scuro di porta sopra il corridore a mezzodì con due polisi in bertoelle, cattenazzo, saltello, saltador con seradura, e chiave L. 5 Suma di L. 14326:16 Controstà summa L. 14326:16 Scala di pietra a tramontana a due rami di gradini N°:12 patto a mezzo di quadrelli, muro di mezzo, due fenestre a tramontana con ferrata di bastoni N°:40, rame di lastre vetro in tellaro di quattro bertoelle l’una, e rette di fillo ferro, tutto val ferri L. 260 20.a Camera Paradana di cotto, che divide questa dalla seguente camera simile alla suddetta di P: 4:3 a L. 5 il passo val L. 23 Scuro di finestra a tramontana in due parti con quattro polisi in bertoelle, rama di lastre vetro in tellaro di due portelle, val tutto L. 8 434 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 21.a Camera Scuro di fenestra a tramontana in due parti con quatro polisi in bertoelle, rama di vetri in tellaro di due portelle, val tutto L. 6 Altra finestra seguente simile L. 6 Paradana di cotto che divide queste due camere dal corridore, longa P: 6:2 ½, alta P: 2 ½, fa P: 13:2 ½ a L. 5 il passo val L. 68:10 Summa L. 14698:-6 Controstà summa L. 14698:-6 Scuro di porta inessa in due parti con quattro polisi in bertoelle, cadenazzo, saltello, saltador e seradura con chiavi, val L. 5:10 22.a Camera in granaro Finestra a mezzodì con piana, e antil di pietra, scuro in due parti con quatro polisi in bertoelle, due saltelli, saltadon e due cattenazzi, val L. 11 Altra fenestra simile a tramontana, val L. 11 Altre due simili a levante, vagliono L. 22 Scalla di legni e tolle discende dalla soffitta in granaro in due rami di gradini N°:19, val L. 12 Paradana di cotto, che divide questo granaro dal corridore, sitto della scala e sitto del torchio, longa P: 5 alta, P: 2 ½, fà P: 10:2 ½ a L. 5 il passo val L. 52:10 Scuro di porta in essa tende in soffitta con due polisi in bertoelle, e cattenazzo, val L. 3 Scuro di porta và al corridore con due bertoelle snodate, e seradura con chiave e schiona, e parte di tolle ai fianchi, tutto val L. 6 Summa di L. 14821:-6 Controstà summa L. 14821:-6 23.a Camera ove stà il Torchio Paradana di cotto, che divide questo dal corridore della seguente scala longa P: 2:2, alta P: 1:3, fà P: 3:4, a L. 5 il passo val L. 19 Scuro di porta in essa con due polisi in bertoelle, e seradura con chiave L. 5 Scala di pietra a due rami di gradini N°:20 con patto, e muro a mezzo, e due fenestre a mezzodì con ferrate a mandola di bastoni N°:44 in pietra, scuri vecchj in due parti con quatro polisi in bertoelle e due cattenazzi, val tutto L. 170 In pian terreno cameron sotto il torchio a uso de coloni Pietra con finestra a ponente con ferrata di bastoni a mandola N°:16, rette di fillo ferro in tellaro di legno val tutto L. 34 Altra finestra seguente simile val L. 34 Salizo di tavelle longo P: 6: 2 ½, largo P:2:3, fà P: 16:4, a L. 2 il passo val Pietra in porta tende ai chiostri, scuro con due polisi in bertoelle, cattenazzo con seradura, e chiave, val L. 33:16 L. 12 Summa di L. 15129:2 435 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Controstà summa L. 15129:2 Stanza del Torchio Due fenestre a mezzodì in pietra con ferrate di bastoni ad mandola N°:32, rame di vetro in tellaro di quatro portelle rotte e vagliono L. 64 Nappa con tellaro di legni, e tolle con maschera di tolle, tromba in trasporto di muro e camin sopra i coppi, val L. 20 Scuro di porta và ai chiostri in due parti con quatro polisi in bertoelle, due cattenazzi, seradura con chiave, saltello, e saltador, e schiona L. 7 Stanza dell’Oliva Paradana di cotto, che forma il sitto da tenir l’oliva, val L. 16 Fenestra a mezzodì simile alle due sopra stimate, e val L. 32 Scuro di porta tende al suddetto torchio con due polisi in berdoelle, val L. 5 Folladore a tramontana della chiesa Salizo di tavelle Longo P: 4:2, Largo P: 4:1 Fà P: 20: 2 ½, a L. 2:10 il passo val L. 51:5 Pietra in finestra a levante con ferrata a mandola di bastoni N°:12, scuro a rabalta con 2 polisi in bertoelle, val L. 18 Altra fenestra seguente simile, val L. 18 Summa di L. 15360:-7 Controstà summa L. 15360:-7 Pietra in Portancin a bugne con piana, dadi, bugno, mezole volto e feraglia, scuro in due parti con sei polisi in bertoelle e tre cattenazzi, val tutto L. 26 Pietra in porta sopra i chiostri, scuro in due parti con quattro polisi in bertoelle, due cattenazzi e seradura con chiave, val L. 24 Cantina a tramontana della suddetta Salizzo di tavelle longo P: 4, largo P: 2:4, fà 18: 4 ½, a L. 2:10 il passo val L. 47:5 Volto di mattoni a (felzo?), longo P: 4, largo con monta P: 4, fà P: 16 a L. 12 il passo val L. 192 Finestra a ponente con ferrate di bastoni N°:9, val L. 8 Altra fenestra a levante in pietra con ferrata a mandola di bastoni N°:14, scuro con due polisi in bertoelle e cattenazzo, val tutto Fenestra a tramontana con ferrate di bastoni N°:9, val L. 18 L. 9 Scuro di porta seguente con due polisi in bertoelle, e cattenazzo, val L. 4 Altra Cantina Fenestra a levante con ferrata di bastoni N°:9, e rette di fillo ferro, val L. 9 Summa di L. 15696:12 Controstà suma L. 15696:12 Altra fenestra a mezzodì simile alla contrascritta, val L. 9 436 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Scuro di porta a tramontana con due polisi in bertoelle e seradura con chiave, val L. 5 Corridore a Tramontana Fenestron a levante in pietra con ferrata di bastoni N°:40 a mandola, scuro in due parti con quatro polisi in bertoelle, cattenazzo, due saltelli, e saltador e due rame di vetri (…), val tutto L. 50 In Stua Fenestra a tramontana con ferrata di bastoni N°:6; rama di vetri in tellaro di due portelle, val tutto L. 4 Scuro di porta con due polisi in bertoelle, cattenazzo, e schiona, val L. 3:10 Sito del Forno Fenestra a levante con ferrata di bastoni N°:9, rama di vetri in tellaro di due portelle, val L. 8 Altra fenestra simile a tramontana L. 8 Solizzo di tavelle longo P: 3:2 ½, largo P: 2:2, fà P: 8:2 a L. 2 il passo val L. 16 .16 Forno con muro da due lati con pian, ciel e bocca di cotto, e tapon di ferro, val L: 60 Summa L: 15860:18 Controstà suma L. 15860:18 Scuro di porta con due polisi in bertoelle, e seradura con chiave tende alla seguente cocina, val L. 5 In cocina Finestra a tramontana con ferrata di bastoni N°:15, rama di vetri in tellaro di 4 portelle, val L. 24 Altra fenestra seguente simile, val L. 24 Altra fenestra seguente con ferrata di bastoni N°:4, e rama di vetri, val L. 4 Scaffa di pietra concava in muro, scuro in due parti con quatro bertoelle snodate, val L. 10 Nappa in tellaro di legni e tolle, maschera di tavelle, tromba in sfondo di muro, camin sopra i coppi e larisino sotto di cotto contornato di sassi L. 40 Salizzo di tavelle rotto longo P: 3:3 ½, largo P:4, fà P: 14:4 a L: 1:10 il passo val L. 22:-4 Scansia di tolle vecchia, val L. 1 Scuro di porta và ai chiostri con due polisi in bertoelle, seradura con chiave e schiona, val L. 5 Summa L. 15996:-2 Controstà suma L. 15996:-2 Coridore a ponente della Cocina Scuro di porta a tramontana con due polisi in bertoelle, due snodate, tre cattenazi fenestrella sopra con ferrata di bastioni N°:11 e rama di vetri in tellaro di due portelle, val tutto L. 44 In cantina a tramontana Pietra in fenestra a tramontana con ferrata di bastioni N°:9, scura a rabalta con due bertoelle snodate, val L. 7 Altre due fenestre seguenti simili, vagliono L. 14 437 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Fenestra a mezzodì sopra i chiostri con ferrata di bastoni N°:5 , e scuro a rabalta con due bertoelle snodate, val L. 6 Altra fenestra seguente simile, val L. 6 Scudo di porta a tramontana in due parti con quatro polisi in bertoelle, e cattenazzo con seradura, chiave, fenestra seguente con ferrata di bastoni N°:7, e scuro con due polisi in bertoelle, tutto val L. 15 Rastello (Bastello?) vecchio che chiude la sotto scala, val L. 2 Pozzo di muro con fodra di pozzelana per tenir oglio, coperto di tolle, cattenazzo, seradura, e chiave, val L. 100 Summa L. 16190:-2 Controstà suma L. 16190:-2 Pietra in porta a levante con due polisi in bertoelle, cattenazzo con seradura, chiave e, schiona, val L. 12 Andietto a ponente della sunnomina scala stimata Scuro di porta và alla scala con due polisi in bertoelle, cattenazzo, saltello, saltador, e seradura con chiave, val L. 6 Altro scuro di porta simile a mezzodì, val L. 6 Fenestra a tramontana in pietra con ferrata di bastoni N°:8, rama di vetri in tellaro di due portelle, val tutto L. 11 Salizo di tavelle longo P: 4, largo P: 4, fà P: 3:1 a L. 3 il passo val L. 9: 12 Scaffa di pietra in muro, val L. 2:10 Scuro di porta tende al seguente corridore in due parti con quatro polisi in bertoelle, cattenazzi tre, e saltello con saltador, val L. 8 Corridore a ponente del suddetto Saliso di Tavelle Longo P: 3, largo P:1 ½, fà P: 3:1 ½, a L. 3 il passo val L. 9:18 Pietra in fenestra a ponente con ferrata di bastoni N°:14, rama di vetri in tellaro di due portelle, e rette di fillo ferro, val tutto L. 22 Summa L. 16277:-2 Controstà suma L. 16277:-2 Scuro di porta tende al seguente mezzado in due parti con quatro polisi in bertoelle, due cattenazzi, seradura con chiave, manazon, e saltello con saltador, val tutto L. 6 Mezzado a mezzodì del suddetto corridore Pietra in fenestra con ferrata a mandola N°:16, e rama di di lastre vetro in tellaro di quatro portelle, val tutto L. 28 Altra fenestra seguente simile, val L. 28 Salizzo di tavelle longo P: 4:4, largo P: 2: 4 ½, fà P: 13:4 ½, a L. 3 il passo val L. 41:14 Scuro di porta tende ai chiostri con due polisi di bertoelle, e due snodate, cattenazzi N°:3, seradura con chiave, manazzon, e riquadro di pietra, val tutto L. 18 Chiostri a levante Salizzo di tavelle longo P: 12, largo P: 1:4, fà P: 21:3 a L. 2:10 il passo val L. 54 438 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Simile a ponente di P: 21:3, a L. 2:10 il passo val L. 54 Simile a mezzodì longo P: 7:4, largo P: 1:4, fà P:14 a L. 2:10 il passo val L. 35 Simile a tramontana di P:14 a L. 2:10 il passo val L. 35 Sei pilastri di muro, che sostentano i volti sopra, vagliono L. 42 Summa di L. 16618:16 Controstà suma di L. 16618:16 Simile delli oltresti a ponente N°:6 L. 42 Simile a mezzodì N°:4 L. 28 Simile a Tramontana N°:4 L. 28 Piazza de chiostri con pozzo a mezzo Salizzo parte di lastre, e parte di cotto in cortello longo P: 7, largo P: 7, fà P: 49 a L. 3 il passo val L. 147 Pozzo, (sine?) cisterna con carnia di cotto, e vera di pietra viva, moleton di ferro con arco sopra, ruota d’otton e due secchi di rame con due cattene, val tutto L. 310 Sopra la scuderia in fienile Quatro scuri di fenestra con tre polisi in bertoelle, e cattenazzo per cadauno, vagliono L. 12 Tromba per il fien, val L. 3 In scuderia Fenestra a mezzodì con ferrata di bastoni N°:6 , scuro con due polisi in bertoelle, e cattenazzo, val L. 3 Atre tre fenestre seguenti simili L. 9 Altra fenestra a tramontana con ferrata di bastoni N°:9, rama di vetri in tellaro, val tutto L. 9 Summa di L. 17209:16 Controstà suma di L. 17209:16 Altra fenestra seguente con ferrata di bastoni N°:7, rama di vetri in tellaro di due portelle, val L. 8 Scuro di porta a tramontana in due parti con quatro polisi in bertoelle, due cattenazzi uno d’esse con seradura, e chiave, e schiona L. 7 Scuro di porta nella stanza a ponente in cui non v’è altro, con due polisi in bertoelle, e cattenazzo L. 3 Altro scuro simile a levante all’altra stanza, che altro non è, val L. 3 Grapie5 vecchie per tre poste con tre colonne di legno, e due bellanzini, vagliono L. 6 Scuro di porta a mezzodì in due parti con quatro polisi in bertoelle, cattenazzo N°:4; uno d’essi con seradura, e chiave, e schiona L. 8 Pietra alla porta d’ingresso del monastero verso ponente con scala simile di gradini N°:7, scuro con tre polisi in bertoelle, e tre snodate, cattenazzi N°:3, uno d’essi con seradura, e chiave, altra seradura, e chiave, schiona e battador6, val tutto L. 100 5 Erpice in italiano. 6 Trovato sotto la voce Bataor, in italiano battitore o martello, ovvero l’arnese ch’è appiccato alla porta per uso di picchiare (Boerio, 1998, 68). 439 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Summa L. 17344:16 Controstà suma di L. 17344:16 Fuori d’essa Porta Due pillastoni si pietra grezza, che sostentano gl’archi de’ tre descritti vanni, vagliono L. 44 Muro di chiosura nell’orto, ove fù cantina, longo P: 12, alto con fonda P: 1 fà P: 12 a L. 5 il passo val L. 60 Altro seguente longo P: 1:2 ½, alto P: 1:3 fà P: 2:2 a L. 5 il passo val L.12 Stalla de’ suini con muro da due lati, longo tutto P: 2:4, alto P: 1:2, fà P: 3:4 ½, a L. 5 il passo val L. 19:10 Coperto di coppi tollado longo P: 1:2, largo P: 1:1, fà P: 1:3 ½, a L. 5 il passo val L. 8:10 In detto Orto Muro di chiosura a mezzodì longo P: 5, alto P: 2:1, fà P: 11, dedotto P: 3 del vodo del porton volta P: 8 Muro a levante e longo P: 24, alto P: 2: ½, fà P: 52:-4 Muro a tramontana longo P: 24, alto P: 2:1, fà P: 52:4 Muro a ponente longo P: 24, alto P: 2:1, fà P: 54:3 Summa muro P: 168:1 A L. 5 il passo val L. 841 Scuro del porton in due parti con 6 polisi In bertoelle, tre cattenazzi, e due ferri in muro per il treso, tutto val L. 18 Appieno Summa L. 18347:16 Controstà suma appieno L. 18347:16 Batto il terzo con L. 6076:17 Resta il valor netto in L. 12153:14 Fanno da L. 6:4 l’uno D. 1960 L. 1:14 Il fondo d’esse fabriche, cortivo, orto, e piazzetta avanti le fabriche, che confina tutto a levante, ponente e tramontana il N°:9, ed a mezzodì il N°:22, della quantità tutto di tavole padovane N°:1658, fanno C:1 Q ͭⁱ :3 T ͤ :188 in ragione di D. 100 il campo val D. 197:2:-7 Summa tutto D. 2157 L. 4:-1 Cosichè le fabriche dominicali del presente N°:1 con il suo fondi, cortivo, orto, e piazzetta di rimpetto alle fabriche stesse, vagliono ducati due mille cento cinquanta sette, lire quatro e soldo uno. Seguono i mobbili esistenti nel Monastero cioè Caldara grande per il torchio dell’oglio con cerchio, e manico di ferro, pesa L ͤ : 50 7 Altra caldara pure con cerchio, e manico di ferro, pesa L ͤ : 51 Altre due mezzane con manico di ferro L ͤ : 25 Due secchielli di rame, pesano L ͤ : 5 7 L ͤ = libbra sottile veneta di 12 once, pari a 0,301 kg o libbra grossa sempre di 12 once, ma dal peso 0,477 kg (Benussi, 1928, 233; Kandler, 1855, 199). 440 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Piria di Rame, pesa L ͤ : 7 Cazza di rame, pesa L ͤ : -8 Suma Rame L ͤ : 138:8 a L. 2:2 la suddetta, val L. 291:-4 Punta da batter la macina, con alquanti corpi spettanti al torchio, e parte ferri da fabrica, tutto pesa L ͤ : 85, a soldi 10 la libbra, val L. 42:10 Una trifora di ferro, val L. 1 Una gratticola di ferro, val L. 4 Una cazza da spumar, val L. 10 Una piria di latta, val L. 10 In Tinazzera Tinazzi grandi N°:8 a L. 20 l’uno vagliono L. 160 Piane sotto di legni sopra sassi, val L. 8 Cavichio fine tinazzo longo d’Albeo, val L. 7 Due tinazzetti picoli, vagliono L. 15 In Cantina Botti grande N°:7, a L. 10 l’una, vagliono L. 70 Summa L. 599:14 Controstà suma di L. 599:14 Botti mezzane N°:12 a L. 6 l’una, vagliono L. 72 Caratelli piccoli N°:4, vagliono L. 8 Barilotti N°:7, vagliono L. 7 Pirie di Legno N°:3, vagliono L. 3 Orna vecchia, val L. 1:-5 Scion da rame pesa L ͤ : 2, val L. 4:10 Brentelle N°:6, vagliono L. 3 Brentazzi N°:4, vagliono L. 3 Piane per le botti, vagliono L. 20 Tina da Oglio coperta di tolle sotto una Pietra concava per ricuperar l’Oglio, che trapella, e val tutto L. 48 Pietra da oglio in quadralunga coperto di tolle con serradura, e chiave, val L. 86 Altra pietra d’oglio pur quadrilunga coperta di tolle con seradura, e chiave L. 80 Altra pilla di simil figura chiamata l’arca coperta di tolle con seradura, e chiave L. 90 441 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Pille di pietra pure da oglio N°:2 grandi, vagliono L. 48 Altra piccola, val L. 5 Una orna d’albeo vecchia per l’oglio, val L. 1:10 Pirie di latta N°:2 L. 1:10 Summa L. 1081:-9 Controstà summa di L. 1081:-9 Pietre vecchie antiche, e rotte servivano ad un camino, vagliono L. 6 Un pozzo di legno d’olmo L. 1:10 Sacchi ridotti dal N°: di 50 in N°:47, aggiustati, vagliono L. 94 Pilla da oglio L. 4 Tine N°:6 insorte per porre l’Olive, vagliono L. 15 N°:14 sporte di corda per l’oglio vecchie, vagliono L. 6 In Granaro Quattro pille da misciar formento, due rotte, vagliono L. 1 Una brenta serve di mezina, ed un mezin cerchià di ferro8, un pitinal, ed un quantariol9, vagliono L. 3 Un crivello di legno, val L. :-6 Altri di corame N°:3 vagliono L. 4 In Scuderia Due forche di ferro vecchie, vagliono L. 3 Due cariole per la (Grapa?), vagliono L. 3 Tria, borzola, e pettine, vagliono L. 4 Una magnadora vecchia, val L. :12 Cavezzon con Cadena, val L. 3 Una cassetta per la biava, val L. 2 Un anzin di ferro, val L. 1 Summa L. 1233:17 Controstà summa di L. 1233:17 Un maggio pesa L ͤ : 15, a soldi 10 la libbra, val L. 12 Un pallo ferro pesa L ͤ : 15, a soldi 12 la libbra L. 9 Una zappa pesa L ͤ : 6, a soldi 12 la libbra, val L. 3:12 8 Trattasi probabilment di antica macina a mano per cereali in ferro. 9 Contenitore cilindrico in ferro con manici. Antica misura per aridi corrispondente alla quarta parte d’una quarta, o sia la sedicesima dello staio (Boerio, 1998, 545). 442 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Altra simile pesa L ͤ : 7, a soldi 12 la libbra, val L. 4:-4 Una strappa uva pesa L ͤ : 5, a soldi 12 la libbra, val L. 3 Badille e due ronconi, vagliono L. 4 Ferramenta vecchia, fù nel torchio L ͤ : 8, a soldi 10 la libbra, val L. 4 Una mola da guar con suo zocco, val col manico di ferro L. 3 Ramo d’albeo da marangon vecchio, val L. 2 Una civiera10, val L. :10 Tinazzi vecchj per porre l’oliva, val L. 24 Due scale per coglier l’olive, vagliono L. 1:10 Due scale da fabrica, vagliono L. 1 Macina dell’olive per far l’oglio con suoi ordigni, val L. 80 Due torchij di legno per l’estrazione dell’oglio L. 60 Altro torchio vecchio, val L. 10 Summano li Mobbili L. 1455:13 Sona da L. 6: 4 l’uno D. 233 L. 3:1 N°:2 Una casa posta ai piedi del Monte Moro inaffittata cioè Facciata di muro a levante longo fuori P: 9, alto con fonda P: 3:2, fà P: 30:3 Facciata opposta simile P: 30:3 Tempiavo a mezzodì largo dentro P: 3 alto con fonda, e frontespizzo P: 3, fà P: 9 Tempiavo opposto simile di P: 9 Tramezzera largo P: 3, alta fino al solaro P: 1:3, fà P: 9 Altra simile P: 9 Summa Muro P: 97:1 e val a L. 5 il passo per esser cadente L. 486 Coperto di coppi tollado, parte già caduto, ed il resto cadente, longo tutto P: 9:1, largo con pendenze, e Linde P: 3:3, fà P: 33:1 ½, e val a L. 5 il passo L. 166:10 Solaro di legni, e tolle longo P: 8:2, largo P: 3, fà P: 25:1 a L. 3:10 il passo, val L. 88: -4 Scuro di fenestre a mezzodì in due parti con quatro polisi in bertoelle, val L. 3 Altro scuro simile, val Legni in muro per soffitta, vagliono L. 3 L. 20 Paradana di cotto cortelato longa P: 3, alta P: 1:3, fà P: 4:4, a L. 3 il passo, val L. 14:-8 Summa L. 781:-2 10 Recipiente dei contadini intessuto di vinchi per uso di trianare o trasportare sassi, terra o simili (Boerio, 1998, 157). 443 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Controstà suma di L. 781:-2 Altra paradana simile alla controsta di P: 4:4, a L. 3 il passo, val L. 14:-8 Scala di legni, e tolle discende in piano di gradini N°:11, val L. 8 In pian terreno cocina a tramontana Nappa in tellaro di legni e tolle con maschera di tolle, tromba in trasporto di muro, camin sopra i coppi, val L. 18 Scaffa di pietra in muro, val L. 3 Fenestra a mezzodì con ferrata di bastoni N°:6, e val L. 7 Camera a mezzodì Fenestra in pietra con ferrata di bastoni N°:6, val L. 10 Scuro di porta tende alla seguente stanza con due polisi in bertoelle, val L. 3 Stanza di mezzo Fenestra a levante con ferrata di bastoni N°:5, val L. 6 Scuro di porta d’ingresso in due parti con quatro polisi in bertoelle, e val L. 4:10 In Cortivo Arpe di ferro N°:4, vagliono L. 20 L. 875 Muro di chiosura a tramontana, longo P: 1:2 ½, alto P: 1:2 ½, fà P: 2:1 a L. 3 il passo val L. 6:12 Forno ivi annesso con muro da tre lati, coperto di coppi con pian, ciel e bocca rotta, val L. 30 Suma appieno L. 911:12 Batto il terzo con L. 303:17 Resta il valor netto L. 607:15 Fanno da L. 6:4 l’uno D. 98 L.- :-3 Fondi della stessa casetta, e cortivo, confinante a levante, mezzodì e tramontana il seguente N°:3, ed a ponente il N°:27 mediante rugo detto aguar11 del Monte Moro della quantità di tavole padovane N°:251, sono C:- Q ͭ ⁱ :1 T ͤ : 41 a ducati 60 il campo, val D. 17 L. 5: 15 Le fabriche nette del terzo vagliono come sopra D. 98:-:-3 Il Valore delle fabriche al N°:2 con suoi fondi e cortivo è di D. 115: L. 5: 18 11 Con il termine “aguar” che compare ben 50 volte nella trascrizione il perito presumibilmente intende il letto o il greto, sparso di ciottoli e ghiaia, del torrente o meglio il torrente stesso, proveniente dal sopraccitato monte nel presente caso. In questo siamo confortati anche da Giannandrea Gravisi che introducendo il territorio del muggesano, a cui faceva capo a quel tempo anche Valle Oltra, afferma: »Il paesaggio ha un aspetto ridente: costituito da colli e dossi verdeggianti, solcati da piccoli torrenti (»aguári«)« (Gravisi, 1920b, 185). 444 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 N°:3 Pezzo di terra in riva A:P:V, e olivi posto sopra il Monte Moro. chiamato i Luoghi di Monte Moro, quali li fanno lavorare per conto dominicale, confina a levante Nob. Sig. Co. Agostin Brutti, mezzodì parte sudetto Sig. Co. Brutti con mezzo fosso, parte Marina mediante strada e parte il N°:28 mediante detta stradda, a ponenete parte detto N°:28, parte il N°:27 mediante Bugo detto Aguar, e parte la suddetta casa colonica al N°:2, ed a Tramontana parte il N°:9, parte il N°:60 decimale, parte il N°:24, e parte Lorenzo Gavinello, di campi Padovani N°:18 Q ͭⁱ :- T ͤ : 50 a ducati 60 il Campo, val D. 1083: L. 3: 10 N°:4 Pezzo di terra in riva boschivo di terzo (taglio?) spinoso, e pascolivo posto sopra detto Monte Moro, confina a levante consorti Jacuzzi della Villa de Croattini parte, e parte Nob. Sig. Co. Alvise Tarsia, mezzodì parte detto Sig. Co. Tarsia e parte Nob. Sig. Co. Agostin Brutti, a ponente parte detto Sig. Co. Brutti, e parte li Nⁱ: 33 e 43 decimali, ed a tramontana parte li Nⁱ: 43, 51, e 54 decimali, mediante detto Aguar, e parte detti Jacuzzi mediante Aguar suddetto di fanno C:27 Q ͭⁱ :3 T ͤ :41 a ducati 24 il campo val D. 66: L. 1: 1 NB. (Nota bene) che nella suddetta suma è compreso altro pezzettino di bosco seguitto pure N°:4, che confina a levante il N°:34 decimale, mezzodì il N°:62 pur decimale a ponente il N°:27, mediante aguar, e parte il N°:47 anco decimale ed a tramontana li Nⁱ: 44, 48, e 39 pure decimali. N°:5 Pezzo di terra in riva boschivo di trefoglio, spinoso, e pascolivo posta sopra il Monte de Valon, qual bosco cresce per conto dominicale, e il pascolivo vien goduto dai colonni come il suddetto al N°:4, confina a levante li consorti Jacuzzi della Villa di Croattini con mezzo rugo detto aguar del Monte Valon, mezzodì li Nⁱ:54, 51, 50 e 45 decimali, a ponente parte il N°:36 decimale, e N°:16, e parte Domenico Fontanotto tutto mediante rugo detto aguar del Monte di Gordia ed a tramontana parte il N°:6 seguente a parte il N°:11 e parte suddetto Domenico Fontanotto di quantità alla suddetta misura padovana di C:13 Q ͭⁱ :- T ͤ :111 a ducati 24 il campo val D. 3154: L. 1 :-1 NB: che nella suddetta suma vi è compreso altro pezzetto in Monte Moro segnato N°:5, confina a levante col N°:12, mezzodì, e ponente, col N°:61 decimale, ed a tramontana col N°:21 mediante aguar N°:6 Pezzo di terra in riva boschivo di trefoglio; qual cresce per conto dominicale spinoso, ed il pascolivo goduto dalli colonni posto sopra il Monte di Gordia, confina a levante, parte il N°:11, parte Domenico Fontanotto, parte il suddetto pezzo al N°:5, mediante rugo detto aguar, parte il N°:36 decimale, e parte il N°:19, mezzodì parte detto Fontanotto, parte li Nⁱ:20 e 18, e parte il N°:19, a ponente parte il N°:18, parte il N°:55 decimale, parte Domenico Fontanotto livellario del Sig. Co. Canonico Brutti mediante rugo detto aguar del Monte Cavriola, ed a tramontana parte il seguente pezzo al N°:7, mediante detto aguar, parte S. Zuanne Manzin con mezzo detto aguar, parte Giorgio Barison con mezzo aguar di quantità alla predetta misura padovana di C:27 Q ͭⁱ :1 T ͤ :172 a ducati 24 il campo val D. 659: L. - : - N°:7 Pezzo di terra in riva boschivo con spini di tre foglie, cresce per conto dominicale, ed il pascolivo goduto dalli colonni posto sopra il Monte detto Cavriola, e Driosetta, confina a levante parte Sig. Zuanne Manzin senza Fosso, parte il N°:6 suddetto mediante aguar, parte Domenico Fontanotto livellario del Sig. Co. canonico Brutti, e parte li Nⁱ:20 e 10 mediante detto aguar, mezzodì parte il N°:9, parte il N°:8 seguente, parte il N°:17, e parte Sig. Zuanne Manzin, a ponente parte detto N°17, e parte Gasparo Filippi mediante consortiva, ed a tramontana parte Giuseppe Fontanotto, parte Giorgio Barison parte Pustogna, e parte Antonio Iniloco senza fosso della quantità alla Misura Padovana di C:38 Q ͭⁱ :3 T ͤ :182 a ducati 24 il campo, val NB. Che nella suddetta suma v’è compreso altro pezzettino di simil quantità posto sopra lo stesso Monte Cavriola, e confina a levante il N°:16, mezzodì il N°:9 a ponente il Zuanne Manzin, ed a tramontana il N°:17, ed è seguito come il suddetto col N° 7. D. 935: L.1 : -5 Rapporto ed unisco il valore de beni tenuti in casa La Casa dominicale al N°:1, val compresa i Mobbili, ed esclusa la chiesa D. 2391: L.-: 18 La casa innaffittata al N°:2 D. 115: 5: 18 Li campi al N°:3 D. 1083: 3: 10 445 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Il bosco al N°:4 D. 667: 1: 1 Simile al N°:5 D. 315: 1: 1 Simile N°:6 D. 659: -: - Ed il suddetto N°:7 D. 935: 1: -5 Tutti i beni fatti lavorare in casa, e la dominicale coi mobbili vagliono D. 6167: L. 1: -5 E rende annualmente un ‘anno per l’altro, tratto dall’ultimo decenio Formento Stª: - Q ͭ ͤ : 2 Sorgoturco Stª: - 1 Q ͭ ͤ : 2 Mestura Stª: - 3 Q ͭ ͤ : -: 2 Legumi Stª: - Q ͭ ͤ: 1 Legna Carra N°: Stª: - Q ͭ ͤ : - ¾ Fassine N°:215 Fieno Carra N°:1 ¾ Vino M i :8 Oglio O ͤ : 5 M ⁱ: 3 B ͤ : 21 e dal torchio oglio O ͤ : 8 M ⁱ: 2 B L : 11 ¼ Sporche però delle spese de lavoradori, e del mantenimento del torchio Nel Monte Cavriola Possessione Grande Segue la casa colonica condotta da Domenico Fratti, figli, e Germani Fontanotti N°:8 Facciata di muro a mezzodì longo fuori P: 22, alto con fonda P: 3:3, fà P: 79:1 Facciata opposta simile P: 79:1 Tempiavo a levante largo dentro P. 3:4, alto con fonda, e frontespizzo P: 4:3, fà P: 17:2 ½ Tempiavo opposto simile P: 17:2 ½ Tre tramezzere simili P: 17:2 ½ Facciata a mezzodì della tezza longa P: 8, alto con fonda P: 4, fà P: 32, che dedotto P: 6 di due vanni, resta P: 26 Tempiavo a levante largo dentro P: 3, alto P: 4:2 ½, fà P: 13.2 ½ Tempiavo opposto simile di P: 13:2 ½, che dedotto P: 3 di vanno, resta P: 10:2 ½ Suma Muro P: 260:3 ½ e val a L. 7 il passo L. 1824:18 Coperto di coppi tavellato longo per colmo P: 22, largo con pendenze, e Linde P: 5:2, fà P: 118:4 a L. 9 il passo, val L. 1069:-4 Coperto della tezza tavellado longo P: 8, largo con pendenza, eLinde P: 4 fà P: 32 a L. 8 il passo, val L. 256 446 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Summa L. 3150:-2 Controstà suma di L. 3150:-2 Sotto il n.mo coperto Solaro di legni, e tolle longo P: 10:1, largo P: 3:4, fà P: 38:3 a L. 3:10 il passo, val L. 135:-2 Fenestra a ponenete in due parti con 4 polisi in bertoelle, val L. 2:10 Altra fenestra simile a mezzodì L. 2:10 Altra fenestra seguente simile L. 2:10 Scuro di pietra con due polisi in bertoelle e val L. 3:10 Altra stanza Scuro di fenestra a mezzodì simile alli suddetti, val L. 2:10 Altro scuro di porta simile al suddetto, val L. 3:10 Altra Camera Scuro di fenestra a mezzodì in tutto simile alli suddetti, e val L. 2:10 Altra simile a ponente L. 2:10 Scala di legni e tolle discende in cocina di Gradini N.o 12, parapetto di tolle, scuro di porta in fondi d’essa scala, val tutto L. 14 Cantina a Tramontana Facciata di muro a tramontana longo fuori P: 4:2, alta con fonda P: 1:3, fà P: 7 Summa L. 3321:-4 Controstà summa di L. 3321:-4 Tempiavo a levante longo P: 2:2, alto con fonda e spizzo P: 2:2, fà P: 5:4 Tempiavo opposto simile P: 5:4 Summa Muro P: 17:3 e val a L. 7 il passo L. 123:-4 Coperto di coppi tavellado longo P: 4:2 largo con pendenza, e Linde P: 3:3 ½, fà P: 16:1 ½, a L. 8 il passo, val L. 130:-8 Fenestra a levante con ferrata di bastoni N°:5, scuro sopra senza ferramenta, val L. 6 Altra fenestra opposta simile L. 6 Bastello alla porta on due polisi in bertoelle, cattenazzo, e quatro gradini di pietra, val L. 12 In Caneva12 Fenestra a mezzodì con ferrata di bastoni N°:6, val L. 6 12 »Cànova (ven. anche càneva) s. f. [lat. tardo canăba (forse dal gr. κάνναβος «scheletro ligneo»), che designava le baracche, unite in villaggi, sorte presso i campi militari romani come abitazioni di vivandieri, mercanti, donne], region. – 1. Bottega dove si vende vino al minuto, talora anche pane e altri commestibili: era una canova, poteva vendere vino soltanto a fiaschi (Pratolini). 2. ant. In Toscana, il magazzino delle biade o grani per l’approvvigionamento delle città e degli eserciti; a Venezia e altrove, il magazzino del sale« (Treccani, 2023). 447 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Altra fenestra seguente simile L. 6 Scuro di porta in due parti con 4 polisi in bertoelle, val L. 5 Altro scuro di porta tende alla seguente stanza con due polisi, ed una bertoelle, val L. 3 Stanza seguente Scuro di porta a mezzodì con due polisi in bertoelle e val L. 4 Summa L. 3622:16 Controstà summa di L. 3622:16 Scuro di orta va in cocina con due polisi in bertoelle, val L. 3 In Cocina Scaffa di pietra in muro val L. 6 Nappa in tellaro di legni, e tolle, maschera di tolle, tromba in sfondro di muro, camin sopra i coppi, e val L. 15 Scuro di porta a mezzodì con due polisi in bertoelle, a cattenazzo val L. 4 In Follador Coperto di coppi tollado longo P: 4: 1, largo con pendenze, e Linda P: 2:3 ½, fà P: 11:1 ½, a L. 6 il passo val L. 67:16 Tezzon e Stalla Solaro di legni, e tolle serve di tobiadura, longo P: 11:1, largo P: 3:4, fà P: 42:3, a L. 3 il passo val Scuro di porta con due polisi in bertoelle, val L. 127:16 L. 3 Altro scuro di porta ad altra stalla con due polisi in bertoelle, val L. 3 Nel Sottoportico Legni di tobiadura N°:15 di pioppo vagliono L. 15 Summa L. 3767:-8 Controstà summa di L. 3767:-8 Forno con muro di quatro lati, con pian, ciel e boca di cotto, e coperto di coppi, val L. 60 Muro di chiosura a ponente longo P: 3:2 ½, alto con fonda P: 1:2, fà P: 4:4 ½ a L. 5 il passo val L. 24:10 Bastello di liste in due parti con quattro polisi in bertoelle e cattenazzo, val L. 8 Summa appieneo L. 3859:18 Batto il terzo con L. 1286:13 Resta il valor netto in L. 2573:-5 Fanno da L. 6 l’uno D. 415: L-:-5 Fondi d’essa casa, cortivo, ed orto posta sopra il Monte Cavriola e Driosetta, confina a levante il suddetto N°:7, a mezzodì il seguente N°:9, ed alli Monti il suddetto N°:7, della quantità di C:1 Q ͭⁱ :- T ͤ :188 a ducati 100 il campo val D. 122: L. 2: -7 Valore della casa con suo fondi D. 537: L. 2: 12 448 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 N°:9 Pezzo di terra A. P. V. con piantadelle alte, e olivi posto parte a piedi del Monte Cavriola, verso ponenete sopra la Marina, e appiedi del Monte Moro chiamato Olivetti, Albafior e sul Monte tre (Tressi?), le vignade, il Tresso sotto sotto la casa, Due Tressi a mezzo, ed el Tresso di sotto, il Campo del consejo, Sotto le vignade, Campo sotto il monastero, il Campo dell’Aria, le Piante longhe, il Campo dei Comari, e la Valetta a piè del Monte Mor, fra essi campi stà il monastero al N°:1, che tutto unito confina a levante parte l suddetto N°:8, parte il N°:10 seguente mediante aguar, parte il N°:24, parte il N°:60 decimale, parte il suddetto pezzo N°:3, e parte il N°:27, a ponente la Marina mediante stradda, e parte il Sig. Zuanne Manzin con tutto il fosso, ed a tramontana parte la Sig.ra Santa Gavarda senza fosso, parte il N°:7, parte il N°:16., e parte il suddetto N°:8 di C:54 Q ͭⁱ :2 T ͤ :151 a ducati 60 il campo val D. 3280: L. 4: 17 N°:10 Pezzo di terra A. P. V. con piantadelle alte N°:14, e olivi posto appiedi del Monte de Gordia chimato Campo di Là del Aguar, confina a levante il N°:61 decimali mediante aguar del Monte Moro, mezzodì il N°:24 mediante suddetto Aguar, a ponente il suddetto pezzo al N°:9 mediante aguar del Monte Cavriola, e parte il suddetto pezzo al N°:7, ed a tramontana il N°:20 di C:3 Q ͭⁱ :- T ͤ :- a ducati 60 il campo val D. 180: L.-: - N°:11 Pezzo di terra A. N. posto sopra il Monte Gordia chiamato i Campi Nudi, confina a levante Domenico Fontanotto conduttore, mezzodì parte il N°:5, e parte il N°:6, a ponente detto N°:6, ed a tramontana Gio. Batta Fontanotto di C:3 Q ͭⁱ :- T ͤ :64 a ducati 36 il campo val N°:12 Pezzo di terra A. P. V. con piantadelle alte N°:6, e schiera d’Olivi N°:2 posto sopra il Monte Moro confina a levante, e mezzodì Lorenzo Gavinello senza fosso, a ponente parte il N°:61 decimale e parte il N°:5, ed a tramontana il N°:62 decimale di C:1 Q ͭⁱ :1 T ͤ :147 a ducati 60 il campo val D. 110: 4: 12 D. 85: L. 4: -2 N°:13 Una casetta in Sermin con muri cattivi, coperta di coppi, cioè Facciata di muro a levante longa fuori P: 4, alta con fonda P: 2, fà P: 8 Facciata opposta simile di P: 8 Tempiavo a mezzodì largo dentro P: 2, alto con fonda, e frontespizzo P: 2:1, fà P: 4:2 Tempiavo opposto simile P: 4:2 Suma muro P: 24:4 E val a L. 5 il passo, val L. 124 Coperto di coppi tollado tutto vecchio, longo P. 4, largo con pendenze, e Linde P: 2:2, fà P: 9:3, e val a L: 4 il passo L. 43:-4 Scuro di porta a mezzodì con due polisi in bertoelle, seradura con chiave, e schiona, val L. 6:10 Suma appieno L. 173:14 Batto il terzo con L. 57:18 Resta il valor netto di L. 115:16 Sono da L. 6:-4 l’uno D. 18 L. 4: -4 N°:13 Pezzo di terra A. N. posto appiedi del Monte di Sermin, chiamato in Sermin, sopra cui v’è una casetta di muro coperta di coppi, del valor come in minutta di D. 18 L. 4: -4 confina a levante parte il N°:25, e parte il Sig. Antonio di Venezia, mezzodì saline del suddetto convento di S. Francesco da Capodistria senza fosso, a ponente saline del Nob. Sig. Co. Andrea Tacco consorte col rev.ssimo Capitolo da Capodistria senza fosso, ed a tramontanail fiume Risan di C:6 Q ͭⁱ :- T ͤ :95 a ducati 36 il campo val D. 220 L. -: 9 Suma in tutto D. 238 L. 4: 13 449 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 N°:14 Pezzo di terra prativo posto a S. Nicolò d’Oltra, chiamato Prado del Molo di S. Nicolò, confina a levante parte il N°:23, e parte il N°:27, mezzodì la Marina, a ponente, e tramontana al suddetto N°:9, di C:7 Q ͭⁱ :1 T ͤ :55 a ducati 40 il campo val D. 292: 3: 16 N°:15 Pezzo di terra arativo posto a levante del Molo di S.ta Cattarina, chiamato Prado di S.ta Cattarina, confina a levante il Nob. Sig. Carlo Petronio senza fosso, mezzodì il Nob. Sig. Carlo Canonico Marigotti senza fosso, a ponente parte prado del Rev.mo Sig. Canonico Zoratti con tutto il fosso, e parte saline del Nob. Sig. Nicolò de Belli con tutto il fosso, ed a tramontana saline del Sig. Zuanne Manzin con tutto il fosso di C:4 Q ͭⁱ :- T ͤ :33 a ducati 50 il campo val D. 202: -: - Tenuti tutti li suddetti beni dal N°:8, sino al N°:15 ambi inelusive alla parte dai colonni Domenico, Fratti, figli, e Germani Fontanotti Animali bovini in consegna alli detti colonni per L. 600 sono da L. 6:4 l’uno D. 96: 4: 16 Rapporto ed unisco il valore della Possessione grande tenuta dai suddetti Fontanotti La casa colonica al N°:8 con suo fondi, cortivo, ed orto D. 537 L. 2: 12 La terra al N°:9 D. 3280: 4: 17 La terra l N°:10 D. 180:-: - Al N°:11 D. 110: 4: 12 Al N°:12 D. 85: 3: -2 Al N°:13 con la casetta sopra D. 238: 4:13 Il prado al N°:14 D. 292: 3:16 Il suddetto prado al N°:15 Gli animali bovini consegnati D. 202: -: - D. 96:4: 16 Il valore della Possesion Grande con la casa colonica ed animali è D. 5024. 3: 12 E rende un ‘anno per l’altro tratto dall’ultimo decenio Formento Stª: 13 Q ͭ ͤ : 2 Qˡⁱ: 2 Sorgoturco Stª: 23 Q ͭ ͤ : - Qˡⁱ: - Mestura Stª: 9 Q ͭ ͤ : 3 Qˡⁱ: 2 Legumi Stª: 2 Q ͭ ͤ : - Qˡⁱ: 2 Oglio O ͤ : 8 M ⁱ : 1 B ͤ : 15 Vino M i : 66 S ͤ : 4 Fassine N°:1236 Casizzi il bisogno Legno Cara 1 3/4 Fieno Cara N°:1 Perziutti N°:2 Ovi N°:100 Dindj N°:2 450 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Pollastri N°:4 Capponi N°:4 Galline N°:4 Uva buone ceste N°:2 Tutta l’uva marzenina Possessione, detta la Possessione picola N°:16 Casa Condotta da Andrea, e Fratti Sig. Zuanne Fontanotto posta sopra il Monte Cavriola. Facciata di muro a mezzodì longo P: 3 ½, alto P: 3, fà P: 9:1 ½ Facciata opposta simile P: 9:1 ½ Tempiavo a Levante largo P: 2:4, alto P: 5:1 ½, fà P: 9:1 Casa annessa Facciata a levante longa P: 4:2 ½, alta con fonda P: 2:4 ½, fa P: 13 Facciata opposta simile P: 13 Tempiavo a mezzodì largo dentro P: 5:2, alto con fonda, e frontespizzo P: 3:2, fà P. 13:2 Tempiavo opposto simile P: 13:2 Due tramezzere simili P: 26:4 Segue la Stalla Facciata a mezzodì longa P: 6 ½, alta con fonda P: 2:2, fà P: 14:3 Facciata opposta simile P: 14:3 Tempiavo a levante largo P: 4:1 alto con fonda, e frontespizzo P: 2:3, fà P: 10:4 Tempiavo opposto simile P: 10:4 Summa muro: P: 158:2 E val a L. 6 il passo L. 950:-8 Controstà summa di L. 950:-8 Coperto di coppi tollado Longo P:3:1, largo con pendenze, e Linde P: 3:2, fà P: 10:4 ½, a L. 6:10, val L. 70:17 Coperto di coppi tollado annesso Longo P: 4:2 ½,, largo con pendenze, e Linde P: 6:1, fà P:27:4 ½, a L. 7, val L. 195:-6 Coperto di coppi della stalla tollado longo P: 6, largo con pendenze, e Linde P: 4:3, fà P: 28:1, a L. 6 il passo, val L. 169:-6 Sotto il primo Coperto Solaro di legni, e tolle longo P:3, largo P: 2:3, fà P: 7:4, a L. 3 il passo, val L. 23:-8 Scuro di fenestra a mezzodì con due polisi a bertoelle, e cattenazzo, val L. 2:10 Fabrica annessa Altra fenestra a levante scuro in due parti con quatro polisi in bertoelle, val L. 2:10 Scuro di porta và alla seguente camera con due polisi in bertoelle, e due cattenazzi, val L. 4 451 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Scuro di fenestra a mezzodì in due parti con quatro polisi in bertoelle, val L. 3 Scuro di porta và alla seguente camera con due polisi in bertoelle, e cattenazzo, val L. 4 Scuro di fenestra a mezzodì con due polisi in bertoelle e cattenazzo, val L. 2:10 Altro scuro seguente simile, val L. 2:10 Altro scuro a ponente simile, val L. 2:10 Summa L. 1432:15 Controstà suma di L. 1432:15 Parè di tolle, che divide questa stanza in due, scuro di porta in esso con due bertoelle snodate, val tutto L. 10 Scalla di legni e tolle discende in cocina di gradini N°:10, e parapetto sopra di tolle, val L. 10 Solaro di legni e tolle longo P: 5, largo P: 3:4, fà L. 19, a L. 3:10, val L. 66:10 In pian terreno In Cantina Scuro di porta a mezzodì con due polisi in bertoelle, e cattenazzo, val L. 5 Stanza a Levante Della Cocina Scurazzo di fenestra a mezzodì senza ferramenta, val L. 1 Scuro di porta và in cocina con due polisi in bertoelle, e schiona, val L. 4 In Cocina Nappa in tellaro di Legni, e tolle con maschera, tromba in sfondo di muro, e camin sopra i coppi, val L. 12 Scafetta di pietra rotta, val L. 3 Scuro di fenestra a mezzodì con due polisi in bertoelle, val L. 2 Summa L. 1546:-5 Controstà suma di L. 1546:-5 In Stalla Scuro di porta alla Tezza con due polisi in bertoelle, e cattenazzo, val L. 4 Scuro di fenestra a ponente con due polisi in bertoelle, e cattenazzo val L. 2 Scuro di porta della Stalla con due polisi in bertoelle, e cattenazzo, val L. 3:10 Solaro di legni e tolle longo P: 5, largo P: 4:1, fà P: 21 a L. 3 il passo, val L. 63 Forno con muro da quatro lati, e due pillastri che sostentano il coperto di coppi, con pian, ciel e boca di cotto, e val L. 50 Summa appieno L. 1668:15 Batto il terzo con L. 556:-5 Resta valor netto L. 1112:10 Fanno da L. 6:-4 l’uno D. 179 L. 2: 14 452 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Fondi della stessa casa cortivo, e orto, confina a levante, e tramontana il N°:7, a mezzodì il N°:9, ed a ponente il suddetto N°:7 della quantità alla suddetta misura padovana di C:1 Q ͭⁱ :1 T ͤ :- a ducati 100, val D. 125:-:- Il valore della suddetta casa con suoi fondi è D. 3040: L. 2: 14 N°:17 Pezzo di terra A:P:V: e olivi posto sopra il Monte Cavricola chiamato Campo de’ (Sella?), Campo de Scabian, i Tressi drio le Case, Campi di Sier Jacomo, ed il Campo dei Olivi con entro tre corpi di beni decimali seguenti alli Nⁱ:57, 58, e 59, confina a levante, e tramontana il suddetto N°:7, mezzodì parte s.o N°:7, e parte il N°:16, ed a ponente il Sig. Zuanne Manzin mediante consortiva parte, e parte il suddetto N°:7 di C:18 Q ͭⁱ :- T ͤ :138, a ducati 60 il campo, val D. 1089: L. 5: -6 N°:18 Pezzo di terra A:P:V: con piantadella alte e Olivi posta sopra il Monte Gordia chiamato Sora la Fontana, confina a levante il N°:6, mezzodì parte detto N°:6, e parte il N°:20, a ponente parte il N°:7, e parte Domenico Fontanotto livellario del Rev.ssimo Sig. Co. Canonico Brutti, ed a tramontana il N°:55 decimale di C:3 Q ͭⁱ :- T ͤ :167, a ducati 60 il campo val D. 191: 5: 15 N°:19 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte N°:12, e Olivi, e parte A: N: posto a piedi del Monte Gordia sui Banei, confina a levante li Nⁱ:46, 44, e 47 decimali, mezzodì li Nⁱ:47 decimale, e parte il Nⁱ: 21, a ponente, e tramontana il suddetto passo al N°:6 di C:6 Q ͭi :1 T ͤ :113, a ducati 55 il campo val D. 351: L:- :18 N°:20 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte, e Olivi posto nell’aguar di mezzo a piè di detto Monte di Gordia, confina a levante parte il N°:6, e parte il N°:21, mezzodì il N°:10, a ponente, e tramontana il detto N°:7 mediante aguar di Cavriola di quantità di C:2 Q ͭⁱ :3 T ͤ :54, e val a ducati 60 il campo val D. 168: 5: -6 N°:21 Pezzo di terra A:P:V: con piantadella alte, e Olivi posto di là dell’aguar sotto la Rivata, confina a levante il N°:4, mediante aguar del Monte Moro, mezzodì il N°:5 mediante il detto aguar, a ponente il suddetto N°:20, ed a tramontana il suddetto N°:19, di quantità di C:1 Q ͭⁱ :1 T ͤ :49, e val a ducati 60 il campo val D. 78: L. 3: -2 N°:22 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte, e olivi chiamato Campo del Campaniel, confina a levante il N°:9 mediante consortiva, mezzodì parimenti, a ponente il monastero mediante consortiva ed a tramontana il suddetto N°:9 C:2 Q ͭⁱ :1 T ͤ :-, e val a ducati 60 il campo val D. 135: - : - N°:23 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte ad Olivi detto Campo del Mandrachio appesso il Molo, confina a levante, e tramontana il N°:27, a mezzodì, ed a ponente il N°:14, di C:1 Q ͭⁱ :2 T ͤ :-, e val a ducati 60 il campo val D. 90: - : - N°:24 Altro pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte, e Olivi posto a piè del Monte Moro detto La Comara, confina a Levante parte il N°:61 decimale, parte il N°:3, mezzodì parte detto N°:3, e parte il N°:60 decimale, a ponente detto decimale, ed a Tramontana parte il N°:9; parte il N°:10 mediante l’aguar di Monte Moro, e parte il N°: decimale C:1 Q ͭⁱ :2 T ͤ :141, a ducati 60 il campo, val D. 100: L. -: -9 N°:25 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte N°:8, e olivi, posto a piè del Monte Sarmin detto pure in Sarmin confina a levante il Reverendo Sig. D. Antonio Genzo, a mezzodì il Sig. Santorio da Venezia, a ponente il suddetto pezzo al N°:13; ed a tramontana Antonio de’ Zorzi di quantità di C:1 Q ͭⁱ :1 T ͤ :187, val a ducati 60 il campo, D. 82: 2 : -4 N°:26 Pezzo di terra A: N: 13 posto in detto loco verso il fiume Risan anco chiamato in Sarmin, confina a levante il Nob. Sig. Co. Steffano Fin, mezzodì Antonio de’ Zorzi, e parte il suddetto pezzo al N°:13, a ponente detto N°:13, ed a tramontana il fiume Risan di C:2 Q ͭⁱ :- T ͤ :173, a ducati 40 il campo, val D. 88: 1 : -9 N°:27 Pezzo di terra prativo in pertinenze di S. Nicolò d’Oltra chiamato Prado del Molo di S. Nicolò, confina a levante, e mezzodì la Marina, a ponente parte N°:14, e parte il N°:23, et parte il N°:9, ed a tramontana parte detto N°:9, e parte il N°:28 ambi mediante aguar del Monte Moro, di quantità di C:5 Q ͭⁱ :- T ͤ :168, e val a ducati 40 il campo D. 208: L. -: - 13 Arativo nudo. 453 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 N°:28 Pezzo pascolivo ivi annesso chiamato Anconella goduto da tutti due li colonni, confina a levante la Marina, mezzodì, e ponente il suddetto N°:27 mediante l’aguar, ed a tramontana il N°:3 mediante consortiva di C:1 Q ͭⁱ :3 T ͤ :114 a ducati 40 il campo, val D. 75: 2: 13 N°:29 Pezzo A:P. d’Olivi, posto nelle pertinenze di Gordia chiamato Pitrizza, confina a levante, e tramontana Domenico Fontanotto, mezzodì il seguente pezzo al N°:30, ed a ponente Giorgio Barison di C:1 Q ͭⁱ :2 T ͤ :169 a ducati 60 il campo, val D. 102: -: -9 N°:30 Pezzo di terra in riva boschivo di foglie tre spinoso, e pascolivo anco chiamato Pitrizza, confina a Levante Domenico Fontanotto, mezzodì parte stradda comune tende da Gordia a Buje e parte Gio. Batto Fontanotto, a ponente Giorgio Barison, ed a tramontana detto Barison e parte il suddetto pezzo al N°:29 di C:2 Q ͭⁱ :3 T ͤ :36, e val a ducati 24 il campo D. 67: L. -: -3 Rapporto ed unisco il valore della presente possessione detta Possessione Piccola La casa colonica con suo fondi, cortivo ed orto descritta al l N°:16, val D. 304: 2:14 La terra al N°:17 D. 1089: 5:-6 La terra al N°:18 D. 191: 5: 15 La terra al N°:19 D. 351: - :18 La terra al N°:20 D. 168: 5: -6 La terra al N°:21 D. 78: 3: -2 La terra al N°:22 D. 135: -: - La terra al N°:23 D. 90: -: - La terra al N°:24 D. 100: - :-9 La terra al N°:25 D. 88: 2: -4 La terra al N°:26 D. 88: 1: -9 Il Prado al N°:27 D. 208: - :- L’altro al N°:28 D. 75: 2: 13 La terra al N°:29 D. 102: - :-9 Ed il bosco al N°:30 D. 67: - :-3 Li Beni vagliono D. 3138: 5: 12 Ivo animali in consegna per L. 194 sono da L. 6:4 D. 31: 1: 16 Posessione, ed animali D: 3170: 1:-4 E rende annualmente per quanto si è tratto dall’ultimo decennio. Formento Stª: 5 Q ͭ ͤͭ : 2 Sorgoturco Stª: 12: - Mestura Stª: 5: - Legumi Stª: 1: 3 Vino M i : 36:3 454 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Oglio O ͤ : 3 M ⁱ: 2 B ͤ : 15 Fassine N°:633 Legno Carra N°: ¾ Persuttio uno Pollastri N°:4 Capponi N°:2 Ovi N°:30 Uva cesti N°:2 Carisi il bisogno N°:31 Pezzo di terra A: N: posto sopra il Casal de Cernivani, condotte ad affitto semplice da Andrea di Giambatta Pizzamuj stà sopra la suddetta chiesa di S. Caterina, confina a levante a mezzodì Nob. Sig. Co. Agostin Brutti, a ponente Sig. Carlo Petronio, ed a tramontana stradda comune và a Muja di C:1 Q ͭⁱ :- T ͤ :38, a ducati 36 il campo , val E paga all’anno in contadi L. 7 Beni decimali D. 41: L. 4: - N°:32 Pezzo di terra A:P:V: con piantadella a frutto N°:3, e olivi posto in Monte Moro condotto ad affitto semplice da Andrea di Zuanne Fontanotto, confina a levante il seguente pezzo al N°:33, mezzodì il N°:41 decimale, a ponente il Nob. Sig. Co. Agostin Brutti, ed a tramontana il N°:44 decimale di C:- Q ͭⁱ :2 T ͤ :190, e val a ducati 60 il campo D. 43: L. 3:10 N°:33 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte N°:4, posto in Monte Moro, condotto ad affitto semplice Andrea di Zuanne Fontanotto, confina a levante il N°:43 decimale, mezzodì il N°:40 pur decimale, a ponente parte il Nob. Sig. Co. Agostin Brutti, parte il N°:41 decimale, e parte il suddetto pezzo N°:32, ed a tramontana il N°:51 pur decimale mediante aguar del Monte Moro, di C:1 Q ͭⁱ :- T ͤ :115, e val a ducati 60 il campo D. 68: L. 1:-6 Li suddetti due pezzi vengono condotti dal Fontanotto, sopria i quali paga decima, ed affitto contadi L. 22 Il valore di suddetti due pezzi di terra è D. 101: L. 4:16 N°:34 Pezzo di terra A:P: con olivi posto in Monte Moro possesso da Andrea di Zuanne Fontanotto, confina a levante il N°:35 decimale, mezzodì il N°:62 anco deimale, a ponente il N°:4, ed a tramontana il N°:39 decimale, di C:1 Q ͭⁱ :- T ͤ :53, e val a ducati 60 il campo D. 63: L. 4 :5 Capital della decima è D. 6: L. 2: -6 N°:35 Pezzo di terra A: P: con olivi posto in Monte Moro possesso da Antonio Miloco, confina a levante il N°:37 decimale, mezzodì il N°:62 pur decimale, a ponente il suddetto pezzo al N°:34, ed a tramontana il N°:39 decimale, di C:- Q ͭⁱ :2 T ͤ :150, e val a ducati 60 il campo D. 40: L. 4: -8 Capital della decima è D. 4: -: -8 N°:36 Pezzo di terra A:P:V:, e olivi posto sopra il Monte Gardia possesso di Antonio Miloco, confina à levante parte il N°:5, e parte il N°:45, decimale mediante aguar del Monte Gordia, mezzodì li Nⁱ:52; 49 decimali mediante aguar del Monte Moro, parte il N°:46 decimale, a ponente parte il N°:19, e parte il N°:6, ed a tramontana il detto N°:6 di T ͤ :3561, e fà C. 3:3:40 e val a ducati 60 il campo D. 227: L. 5: 5,Capital della decima è D. 22: L. 4: 17 N°:37 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte N°:8, e olivi posto in Monte Moro posesso da Antonio Filippi, confina a levante, il N°:38 decimale, mezzodì il N°:62 pur decimali a ponente il N°:35, ed a Tramontana li Nⁱ:39 e 42 decimali di C:3 Q ͭⁱ :- T ͤ :128, a ducati 60 il campo val D. 189: - :18 Capital della Decima è D. 18: 5: 13 455 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 N°:38 Pezzo di terra A:P:V: con piantadella alte N°:4, e olivi posto in Monte Moro, possesso da Mattio Novac, confina a levante il N°:42 decimale, mezzodì il Nob. Sig. Co. Agostin Brutti, a ponente il N°:37 suddetto, ed a tramontana il N°:42 decimale di C:1 Q ͭⁱ :- T ͤ :124, e val a ducati 60 il campo D. 68: L. 5:6 Capital Decimale è D. 6: 5: 10 N°:39 Pezzo di terra A:P:V: con piantadella alte N°:6 posto in Monte Moro, possesso da Mattio Novac, confina a levante il N°:37 decimale, mezzodì parte detto N°:37, e parte li Nⁱ:35, e 34 decimali, a ponente il N°:4, ed a Tramontana li Nⁱ:48, e 49 decimali mediante aguar del Monte Moro di C:- Q ͭⁱ :2 T ͤ :90 e val ducati 60 il campo D. 36: L. 2:13, Capitale della Decima è N°:40 Passo di terra A:P:V: con piantadelle alte N°:2 posto in Monte Moro possesso da Domenico Fontanotto, confina a levante il N°:43 decimale, mezzodì il N°:4, a ponente il Nob. Sig. Co. Agostin Brutti, ed a tramontana il N°:33 di C:- Q ͭⁱ :1 T ͤ :- e a ducati 60 il Campo val D. 15 Capitale della Decima è D. 3: L. 4: - D. 1: 3: 2 N°:41 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte N°:8, e olivi posto in Monte Moro possesso da Domenico Fontanotto, confina a levante il N°:33 decimale, mezzodì, e ponente il Nob. Sig. Co. Agostin Brutti, ed a tramontana il N°:32 decimale di C:- Q ͭⁱ :2 T ͤ :97 a ducati 60 il campo, val D. 36: L. 5: 15 Capitale della decima è D. 3: 4: -6 N°:42 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte N°:4, e olivi posto in Monte Moro possesso da Lorenzo Gavinello, confina a Levante il N°:32; mezzodì il Nob. Sig. Co. Agostin Brutti a ponente il N°:38 decimale ed a tramontana li Nⁱ:49; e 51 decimali mediante aguar, e parte il N°:33 C:1 Q ͭⁱ :1 T ͤ :30, e val ducati 60 il Campo D. 77: -:18 Capitale della decima è D. 7: L. 4: -8 N°:43 Pezzo di terra A:P:V con piantadella giovani N°:12 posto in Monte Moro possesso da Mattio Morbido, confina levante, mezzodì, e tramontana il N°:4, ed a ponente parte detto N°:4, e parte li Nⁱ:40, e 33 decimali C:1 Q ͭⁱ :1 T ͤ :112, a ducati 60 il campo, val D. 83: - : - Capitale Decimale è D. 8: 1: 17 N°:44 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte N°:3, e Olivi posto a piedi del Monte Gordia, possesso da Pietro Padoan detto Santogobbo, confina a levante il N°:48 decimale, e parte il N°:4 mediante aguar mezzodì, e ponente il N°:47 decimale, ed a tramontana il N°:46 decimale C:- Q ͭ ⁱ :1 T ͤ :-, a ducati 60 il campo val D. 15: L. -:- Capitale Decimale è D. 1: L. 3: 2 N°:45 Pezzo di terra A:P: d’ olivi posto sopra il Monte Valon, possesso da Pietro Padoan detto Santogobbo, confina a levante il N°:53 decimale, mezzodì il N°:52 anco decimale, a ponente il N°:36 pur decimale, ed a tramontana il N°:5, di C:- Q ͭⁱ :2 T ͤ :110, e val a ducati 60 il campo D. 37: L. 5:-6 Capitale della decima è D. 3: 4: 18 N°:46 Pezzo di terra A:P: con olivi posto ai piedi del Monte Gordia possesso da Pietro Padoan detto Santogobbo, confina a levante il N°:36 decimale, mezzodì li Nⁱ: 48, e 44 decimali a ponente il N°:19, ed a tramontana il N°:36 decimale, di C:- Q ͭⁱ :1 T ͤ : 60, e val a ducati 60 il campo D. 19: L. 1: 15, Capitale Decimale è D. 1: L.5: 15 N°:47 Pezzo di terra A:P:V: con piantadelle alte N°:3, e olivi posto sopra il Monte Gordia, possesso da detto Pietro Padoan detto Santogobbo, confina a levante parte il N°:44 decimale, e parte il N°:4 mediante aguar del Monte Moro, mezzodì il N°:21, a ponente, e tramontana il N°:19, di C:1 Q ͭⁱ :1 T ͤ :-, a ducati 60 il campo val D. 75: -: - Capitale Decimale è D. 7: L. 3: 2 N°:48 Pezzo di terra A:P: con olivi posto ai piedi di detto Monte Gordia, possesso da Nazari Padoan detto Santogobbo, confina a levante il seguente N°:49 decimale, mediante aguar, mezzodì il N°:39 decimale mediante aguar, a ponente il N°:4; ed a tramontana li Nⁱ:44, e 46 decimali mediante aguar di C:- Q ͭⁱ :1 T ͤ :166, a ducati 60, val D. 26: L. 5: -6 Capitale Decimale è D. 2: 4: 10 456 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 N°:49 Pezzo di terra A:P: V: con piantadelle alte N°:14, e olivi posto a piedi del Monte Valon presso l’aguar dal Monte Moro, possesso da Nazario Padoan detto Santogobbo, confina a levante li Nⁱ: 52, e 51 decimali, mezzodì li Nⁱ:42, e 39 decimali, mediante aguar, a ponente li Nⁱ:48,e 46 decimali mediante aguar, ed a tramontana li N°:36 e __ mediante aguar di C:- Q ͭⁱ :3 T ͤ :166, e val a ducati 60 il campo D. 52: L. 3: 10 Capitale decimale è D. 5: L. 1: 11 N°:50 Passo di terra A:P: con olivi posto sopra detto Monte Valon, possesso da Nazario Padoan detto Santogobbo, confina a levante il N°:5, mezzodì il N°:51 decimale, a ponente il N°:52 pur decimale, ed a tramontana il N°:53 anco decimale di C:- Q ͭⁱ :1 T ͤ :169, e val a ducati 60 D. 27: L. -: -9 Capitale della decimale è D. 2: L. 4: 8 N°:51 Passo di terra A:P: V: con piantadelle alte N°:8, e olivi posto a piedi del Monte Valon, possesso da Lorenzo Padoan detto Santogobbo, confina a levante N°:54 decimale, a mezzodì il n°4 parte, e parte li Nⁱ:33; e 42 decimali mediante l’aguar del Monte Moro a ponente il N°:49 decimale, ed a tramontana il N°:50 suddetto decimale di C:1 Q ͭⁱ :2 T ͤ :-, e val a ducati 60 il campo D. 90: -: - Capitale della decimale è D. 9: - : - N°:52 Pezzo di terra A:P: d’olivi posto ai piedi del Monte Valon, possesso da Lorenzo Padoan detto Santogobbo, confina a levante li Nⁱ:45, e 50 decimali, mezzodì li Nⁱ:51, e 49 anco decimali, a ponente il detto N°:49, ed a tramontana il N°:36 decimale di C:- Q ͭi :3 T ͤ :107, e val a ducati 60 il campo D. 52: L. 3: 19 Capitale decimale è D. 5: L. 1: 13 N°:53 Passo di terra A:P: d’olivi posto sopra il Monte Vallon, possesso da Lorenzo Padoan detto Santogobbo, confina a levante, e tramontana il N°:5, mezzodì il N°:50 decimale, ed a ponente il N°:45 pur decimale, di C:- Q ͭⁱ :3 T ͤ :162, e val a ducati 60 il campo D. 56: L. 3: 10 Capital della decima è D. 5: 4: 1 N°:54 Pezzo di terra A:P: V: con Piantadelle alte N°:12, e olivi posto a piedi del Monte Valon, possesso da Zuanne Padovan detto Santogobbo, confina a levante e mezzodì il N°:4 mediante aguar del Monte Moro, a ponente il N°:51 decimale, ed a tramontana il N°:5 di C:1 Q ͭⁱ :- T ͤ :50, a ducati 60, val Capitale della decima è D. 6: L. 2: -4 N°:55 Pezzo di terra A: P: V: posto sopra il il Monte Gordia, possesso da Antonio d’ Andrea Fontanotto, confina a levante parte il N°:6, e parte il N°:18, a ponente Domenico Fontanotto livellario del Rev.ssimo Sig. canonico Brutti mediante aguar, ed a tramontana detto N°:6, di C:4 Q ͭⁱ :1 T ͤ :13; e val a ducati 60 il campo, D. 255: L. 5: 17 Capital decimale è D. 25: L. 3: -4 N°:56 Pezzo di terra A: P: d’olivi posto sopra il Monte Cavriola, possesso da Mattio Novac, confina a Levante parte il N°:7, e parte Andrea Fontanotto, mezzodì detto N°:7, a ponente e Tramontana parimente, di C:2 Q ͭⁱ :- T ͤ :-; e val a ducati 60 il campo, D. 120: -: - Capitale della decimale è D. 12: L. - : - N°:57 Pezzo di terra A:P: d’ Olivi posto sopra detto Monte Cavriola, possesso dalla Nob. Sig. ra Co. Anna Burisa suo affittuale Giacomo Busan, confina a levante parte il N°:17, e parte il seguente pezzo al N°:59 decimale, mezzodì il N°:58 decimale, e parte il detto N°:17, a ponente, e tramontana detto N°:17 di C:1 Q ͭⁱ :3 T ͤ :53; a ducati 60 il campo val D. 108: 4: 17 Capitale della decima è D. 10: L. 5: -9 N°:58 Pezzo di terra A:P: V:, e Olivi posto sopra il detto Monte Cavriola, possesso da Andrea di Zuanne Fontanotto, confina a levante parte il seguente N°:59 decimale, e parte il N°:17, mezzodì, e ponente detto N°:17, ed a tramontana il suddetto N°:57 decimale, di C:1 Q ͭⁱ :- T ͤ :45; a ducati 60 il campo val D. 63: L. 1: -6 Capitale della decima è D. 6: 2: - N°:59 Pezzo di terra A:P: V:, e Olivi posto sopra detto Monte Cavriola, possesso da Mattio Novac, confina a levante, mezzodì, e tramontana il N°:17, a ponente parte N°:58 decimale, e parte il N°:57 pur decimale di C:- Q ͭⁱ :2 T ͤ :24, a ducati…, val D. 31: L. 4: -8 Capitale della decima è D. 3: L. 1: 1 457 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 N°:60 Pezzo di terra A:P: V:, e olivi posto sopra il Monte Moro, possesso dal Rev.ssimo Sig. Canonico Brutti, suo affittuale Antonio Filippi, confina a levante il N°:24 parte, e parte il N°:3, a mezzodì detto N°:3 mediante consortiva a ponente il il N°:9, ed a tramontana il detto N°:9 mediante aguar del Monte Moro di C:2 Q ͭⁱ :2 T ͤ :180, a ducati 60 il campo, val D. 162: L.5: -6 Capitale della decima è D. 16: 1: 15 N°:61 Passo di terra A:P: V:, e olivi posto sopradetto Monte Moro possesso dal Sig. Nazario Albis, confina a levante parte il N°:5, e parte il N°:12, a mezzodì il N°:3, a ponente il N°:24, ed a tramontana il N°:10, mediante aguar del Monte Moro di C:2 Q ͭⁱ :- T ͤ :105, a ducati 60 il campo val D. 127: L.3: -2 Capitale della decima è D. 12: 4: 13 N°:2 Pezzo di terra P: V:, e olivi posto sopradetto Monte Moro possesso dal Lorenzo Gavinello, confina a levante parte il N°:4, parte il N°:34 decimale, e parte li Nⁱ:35, e 37 pur decimali, a mezzodì Nob. Sig. Co. Agostino Butti senza fosso, a ponente il N°:12, ed a tramontana il n°:5 di C:- Q ͭⁱ :2 T ͤ :85, a ducati 60 il campo val D. 35: L.5: 15 Capitale decimale è D. 3: L.3: 13 N°:63 Pezzo di terra A:P: V: con piantadelle alte N°:6, e olivi posto in aguar di Manzin presso il Monte de Burizzi, possesso dal Sig. Nazario Albis, confina a levante il seguene pezzo al N°:64, a mezzodì detto Sig. Zuanne Manzin, a ponente, e tramontana Sig. Nazario Albis mediante l’Aguar di Manzin di C:1 Q ͭⁱ :- T ͤ :100, e val a ducati 60 il campo, val D. 67: L. -: 10 Capital decimale è D. 6: 4: -8 N°:64 Pezzo di terra A:P: V: con piantadelle alte N°:12, e olivi, e parte boschivo, possesso da Antonio Fontanotto, confina a levante e tramontana il Sig. Zuanne Manzin mediante strada comune, a mezzodì detto Sig. Manzin, ed a ponente il suddetto decimale al N°:63 di C:2 Q ͭⁱ :2 T ͤ :145 a ducati 60 il campo val D. 160: L. 2: 4 Capital decimale è D. 16: L. -: -5 N°:65 Pezzo di terra A:P: V: con piantadelle alte N°:6, e olivi, posto appresso il Casal dè Cernivani, possesso da Nazario Padovan detto Santogobbo, confina a levante, e tramontana il Sig. Carlo Petronio, mezzodì il conduttore, ed a ponente stradda comune va a Muja, di C:1 Q ͭⁱ :- T ͤ :133 a ducati 60 il campo val D. 69: L. 3: -2 Capital decimale è N°:66 Pezzo di terra A: P: con olivi N°:12 posto appresso il Casal dè Cernivani possesso da Nazario Padovan detto Santogobbo, confina a levante, ponente, e tramontana il Sig. Carlo Petronio, ed a mezzodì Nazario Padoan detto Santogobbo possessore di C:- Q ͭⁱ :1 T ͤ :78 a ducati 60, val D. 20: L. 3: 10 Capitale decimale è D. 6: 5: 17 D. 2: - : -7 N°:67 Pezzo di terra A: C: con Olivi N°:6, la terra lasciata in abbandono posto in Contrada di Monte Moro possesso da Andrea di Giambatta Pizzamus, confina a levante il Sig. Antonio Bernardelli mezzodì, ponente, e tramontana il Nob. Sog. Co. Agostino Butti di C:- Q ͭⁱ :2 T ͤ:124 a ducati 66, il campo, val D. 39: - : - Capital decimale è D. 3: L. 5: 12 Rapporto, ed unisco il valore de’ beni decimali Sul raguaglio però della solo decima che si riscuote Il N°:34 D. 6: L. 2: 6 Il N°:35 D. 4: -: 18 Il N°:36 D.22: 4: 17 Il N°:37 D.18: 5: 13 Il N°:38 D. 6: 5: 10 Il N°:39 D. 3: 4: - 458 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Il N°:40 D. 1: 3: -2 Il N°:41 D. 3: 4: -6 Il N°:42 D. 7: 4: -8 Il N°:43 D. 8: 1: 17 Il N°:44 D. 1: 3: -2 Il N°:45 D. 3: 4: 18 Il N°:46 D. 1: 5: 15 Summa D.91: L. -: 10 Controstà suma di D.91: L. -: 10 Il N°:47 D. 7: 3: -2 Il N°:48 D. 2: 4: 10 Il N°:49 D. 5: 1: 11 Il N°:50 D. 2: 4: -8 Il N°:51 D. 9: - : - Il N°:52 D. 5: 1: 13 Il N°:53 D. 5: 4: -1 Il N°:54 D. 6: 2: -4 Il N°:55 D.25: 3: -4 Il N°:56 D.12: -: - Il N°:57 D.10: 5: -9 Il N°:58 D. 6: 2: - Il N°:59 D. 3: 1: -1 Il N°:60 D.16: 1: 15 Il N°:61 D.12: 4: 13 Il N°:62 D. 3: 3: 13 Il N°:63 D. 6: 4: -8 Il N°:64 D.16: -: -5 Il N°:65 D. 6: 5: 17 Il N°:66 D. 2: -: -7 Il N°:67 D. 3: 5: 12 Tutte le decime vagliono D.261: L.4: -7 E rendono tale decime un anno per l’altro tratto dall’ultimo decennio 459 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Mestura Stª: - Q ˡⁱ: ½ Sorgoturco Stª: - Q ˡⁱ: 1 ¾ Vino M i : 2 S ͤ :4 Oglio O ͤ : - M ⁱ: 2 B ͤ : 2 ½ N°:68 Una casa di muro coperta di coppi posta in Contrada di S. Domenico in Porta Busterla, condotta ad affitto semplice dal Sig. Lodovico Boldrin, e paga D. 24 Facciata di muro a mezzodì sopra la strada longo fuori P: 3:3 ½, alto con fonda P: 4:1, fà P: 15: 2 ¾ Facciata opposta simile di P: 15: 2 ¾ Tempiavo a Levante per mittà col Sig. Bonifacio Sereni, largo dentro de’ muri P: 7:2 ½, alto con fonda, e frontespizio P: 4:3 ½, fà P: 35:81, mittà P: 17:3 Tempiavo opposto largo dentro P: 7:1, alto con fonda e frontespizio P: 4:3 ½, fà P: 33:4 Altro muro seguente per mittà col Nob. Sig. Marchese Giuseppe Gravisi, largo P: 4:2, alto con fonda P: 4:3, fà P: 19:1, mittà P: 9.3, Suma Muro P: 92 -½ E val a L. 14 il passo Coperto di coppi tollado lungo per colmo P: 3:3 ½, largo con pendenze, e linde P: 8, fà P: 29:3 a L. 11 il passo val L. 1289: -8 L. 325: 12 Sotto detto Coperto Solaro di legni, e tolle longo P: 7:2 ½, largo P: 3:82 ½, fà P: 26:1, a L.6 il passo val Scala da mano discende in suddetto solaro, val L. 157: -4 L. 2: - Summa L.1774: -4 Controstà suma di L.1774: -4 In 2.do solaro Solaro di legni, e tolle P: 26: 1 simile al suddetto, e val a P: 7:1 il passo L. 196:10 Camera sopra la strada a mezzodì Scuro di fenestra sopra la stradda in due parti con quattro polisi in bertoelle, rama di vetri in tellaro di quattro portelle, e piana di pietra, val L. 26 Altra fenestra seguente simile, val L. 26 Paradana di cotto in cortello, che divide questa dalla seguente camera, e corridore longa P: 3:2 ½,, alta da un solaro all’altro P: 1:3 ½, fà P: 5:4 ½, a L. 6: 10 il passo, val L: 38: -7 Camera a Tramontana della sudetta Fenestra a tramontana con piana di pietra, rama di vetri in tellaro di due portelle, val tutto L. 8:10 Parè di tolle, che divide questa dal corridoretto, scuro di porta in esso in due parti con quattro polisi in bertoelle, saltello, saltador, e cattenazzo, val L. 25 In Cocina Scaffa di pietra concava in sfondo di muro con scanzia sopra, val Nappa in tellaro di legni, e tolle, maschera di tolle, tromba in trasporto di muro, e camin sopra i coppi e larisino sotto di cotto, val L. 8 L. 28 Summa L. 2130:11 460 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Controstà suma di L. 2130:11 Fenestrella a ponenete sopra la corte con lastra di vetro del N°:17 in tellaro, val Fenestra seguente con rama di vetri in tellaro di due portelle, val Parè di tolle che divide questa dal seguente corridore, scuro di porta in esso con saltello e saltador, val L. 1:10 L. 4 L. 18 Nel Corridore Armaro in muro con scanzia, scuro sopra con lazzi in due parti, e riquadro di tolle, val Scala di legni, e tolle discende in pian terreno di gradini N°:15, paradana di tolle, e banda di liste14, val L. 8 L. 25 In pian terrado mezzado ietro la bottega Suolo di tolle longo P: 1:4, largo P: 2:2 ½, fà P: 4:2 ½ a L. 3 il passo val L. 13:10 Fenestra a tramontana sopra la corticella con rama di lastre vetro, val NB. che li parè da due lati il condutore asserà eper suoi L. 3 In Bottega Due rabalte a mezzodì sopra la stradda con piane di pietra, e scuri a offizio, e due cattenazzi L. 12 Summa L. 2215:11 Controstà suma di L. 2215:11 Scuro di porta fra le dette rabalte in due parti con quatro polisi in bertoelle, con due cattenazzi, e seradura con chiave, val L. 8 Suolo di tolle longo P: 2:1, e largo P: 2:2, fà P: 5:1 ½, a L. 3 il passo, val L. 15:18 In Legnera Parè di tolle che divide questi dal seguente ingresso, val col scuro L. 8 Nell’ingresso sopra la stradda a mezzodì Scuro di porta a mezzodì con due polisi in bertoelle, cattenazzo, seradura con chiave, saltello con seradura e chiave, saltador, schiona e piana in pietra, val L. 22 Sumano le fabriche appieno L. 2269:-9 Batto il terzo con L. 756:9 Resta il valor netto L. 1513 Fondi d’essa casa, e corticella, che tutto unito confina a levante il Sig. Bonifaccio Sereni, mezzodì stradda pubblica detta di S. Domenico in Porta di Busterla, a ponente Nob. Sig. Marchese Giuseppe Gravisi, ed a tramontana il suddetto Sig. Serenni di P: 27:3 ½, a L. 10 il passo, val L. 277 Summa tutto L. 1790 Sono da L. 6: -4 l’uno D. 288: L. 4: 8 Paga all’anno (L. o F.?) 1441 Muja 14 Probabilmente qui si intende un muro di pietrame listato (o semplicemente listato), costituito da pannelli di muratura in pietrame alternati verticalmente a ricorsi semplici o doppi di mattoni. 461 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 N°:69 Una casa con bottega in piazza condotta ad affitto semplice da Zuane Speter, confina a levante casa, o lozza pubblica della città, mezzodì stradda pubblica va alla Piazza, a ponente Nicolò Zaccaria, ed a tramontana Sig. Nicolò Valon, (?) Facciata di muro a mezzodì longa P: 3:1, alta con fonda P:5, fà P: 16 Facciata opposta per mittà col Sig. Nicolò Valon, longa P: 3:1, alta con fonda P: 5:4, fà P: 18:3, mittà P: 9:1 ½ Tempiavo a levante largo dentro P: 6:81, alto con fonda, e spizzo P: 5:2, fà P: 33:2 per mittà colla lozza pubblica, mittà P: 16:3 ½ Tempiavo opposto per mittà con Nicolò Zaccaria, simile al suddetto di P: 33:2, mittà P: 16:3 ½ Suma Muro P: 58:3 ½ a L. 12 il passo val L. 704: -8 Coperto di coppi tollado longo per colmo P: 3:1, largo con pendenza, e Linda P: 7:1, fà P: 23 a L. 11 il passo, val L. 253 Sotto detto Coperto Solaro di legni e tolle longo P: 3, largo P: 6:1, fà P: 18:3 a L. 5 il passo, val L. 93 Suma L. 1050: -8 Controstà suma di L. 1050: -8 Scala di legni, e tolle discende il suddetto solaro di gradini N°:10 con banda di tolle, val In 2.do Solaro L. 6 Solaro di legni, e tolle simile al suddetto di P: 18:3, a L. 5 il passo val L. 93 Parè di tolle, che divide la cocina dal sito delle scale, e scuro in esso con due bertoelle snodate, val tutto L. 18 In Cocina Scuro di fenestra a mezzodì sopra la stradda con due polisi in bertoelle, val L. 2 Nappa in tellaro di legni, e tolle con maschera, tromba, camin sopra i coppi, e larisino sotto di cotto L. 18 Nel sito della scale Scuro di fenestra a mezzodì simile al sudetto, val L. 2 Scala di legni, e tolle discende in 3.o (terzo) solaro di gradini N°:12 con paradana di tolle, e val L. 12 In 3.zo solaro Solaro di legni, e tolle longo P: 3, largo P. 3 fà P: ___ a L. 5 il passo, val Fenestra a mezzodì, scuro sopra con due polisi in bertoelle, val L. 3:10 Summa L. 1204: 18 Controstà suma di L. 1204: 18 Altro scuro seguente in due parti con quatro polisi in bertoelle, val L. 4 Scala di legni, e tolle discende in pian terreno di gradini N°:12 con maschera di tolle, val L. 12 In pian terreno cioè in bottega Scuro di porta sopra la stradda a mezzodì con due polisi in bertoelle, seradura con chiave, cattenazzo, e schiona, val L. 10 462 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Scuro del rabalto con tre polisi in bertoelle, tre cattenazzi, e due antili di pietra, val L. 15 Scuro di porta seguente con due polisi in bertoelle, e cattenazzo, val L. 8 Armaro in muro con tre scanzie di tolle, val L. 2 Suma appieno L. 1255: 18 Batto il terzo con L. 418: 13 Resta il valor netto L. 837: -5 Fondi della stessa di P: 19:2 ½ a L. 6 il passo val L. 117 Suma tutto L. 954: -5 Sono di L 6: -4 l’uno D. 153: L: 5: 12 e paga all’anno L. 60 N°:70 Altra casa in Contrà di chiesa picola innaffittada, confina a levante Martin, e Fratto Pulgar, mezzodì stradda pubblica, a ponente Francesco di Domenico Rizzi, ed a tramontana androna serve di scolo alle aque piovane. Facciata a mezzodì longa fuori P: 2, alta con fonda sino al primo solaro P: 3:3 ½, fà P: 7:2 Facciata opposta longa P: 1:3 ½, alta con fonda P: 5 - ½, fà P: 8:3 Tempiavo a levante per mittà colli Fratti Pulgar, largo P: 5, alta con fonda P: 5:3, fà P: 28, mittà P: 14 Tempiavo opposto simile di P: 28 per mittà con Francesco di Domenico Rizzi, mittà P: 14 Suma Muro P: 44: - ½ E val a L. 11 il passo val L. 485: -2 Coperto di coppi tellado tutto fracido longo P: 2;-, largo con pendenze e linde P: 6:3, fà P: 13:1 a L. 8 il passo val L. 105: 12 Sotto detto coperto Solaro di legni, e tolle longo P: 1:3 ½, largo P: 5, fà P: 8:2 ½, a L. 3 il passo val L. 25: 10 Summa L. 616: -4 Controstà summa L. 616: -4 In 2.do Solaro Solaro di legni, e tolle simile al suddetto di P: 8:2 ½, a L. 3 il passo val L. 25:10 Parè di tolle a mezzodì, che chiude la mancanza del muro, val L. 4 Nappa in tellaro di legni, e di tolle con maschera, tromba, e camin sopra i coppi, e larisino sotto val L. 10 Scala di legni, e tolle discende in terzo solaro di gradini N°:12 con parapetto di tolle, val L. 10 In 3zo solaro Solaro di legni, e tolle simile al suddetto di P: 8:2 ½, a L. 3:10 il passo, val L. 29:15 Scuro di fenestra a mezzodì sopra la stradda con due polisi in bertoelle snodate, e cattenazzo, val L. 5 Scala di legni, e tolle discende in pian terreno di gradini N°:12, maschera di tolle, scuro in capo con due polisi in bertoelle, val tutto L. 14 463 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 In pian terreno Scuro del porton sopra la stradda con due polisi in bertoelle, altre due al portello Summa L. 714:-9 Controstà suma di L. 714:-9 Seradura di zocco con chiave, e cattenazzo, e schiona, val L. 12 Summa appieno L. 726: -9 Batto il terzo con L. 242: -3 Resta il valor netto L. 484: -6 Aggiungo i fondi d’essa casa colla mittà dalla contradella o via Androna a tramontana tutto di P: 12:2 ½, a L. 4 il passo val L. 50 Suma tutto L. 534: -6 Fanno da L. 6:4 l’uno D. 86: L. 1: -2 Innaffitata Livelli N°:71 Affitto di L. 15 pagabile dal Nob. Sig. Co. Gio: Rinaldo (…) Carli di Capo d’Istria sopra un pezzo di terra nella Contrada Fauvazan, suo capitale D. 48: L. 2: -8 N°:72 Livello L. 18 pagabile in cadaun’ anno nel mese d’agosto da (Dria?) Vittoria figlia della di Maria Covrer sopra una casa, e Corte in Capo d’Istria posta in Porta Bosedraga, suo capitale D. 58: -: -8 N°:73 Livello di L. 2 pagabile dalla Sig.ra Chiara Vida sopra un campo in Mompian, era possesso da Pietro Bratti detto Savon, suo capitale D. 6: 2: 16 Deve dare per decorsi L. 20, sono D. 3: 1: -8 N°:74 Livello di L. 3 pagabile dagli eredi del (…) Sig. Pietro Sereni sopra un baredo in Contrada di Campel, o via Vergaluzzo, suo capitale Deve dare per decorsi L. 14, sono D. 9: 4: -8 D. 2: 1: 12 Summa D. 128: L. - : 12 Oltresto importare dei livelli è D. 128: L. - : 12 N°:75 Livello di L. 5 pagabile dal Sig. Co. Santo Grisoni com’erede della Sig.ra Ca. Chiara del fù Co Francesco Sabini in Novembre, suo capitale D. -: 5 : - N°:76 Altro livello di L. 5 pagabile dalla Sig.ra Antonia Trauner di Muggia come erede del fu Scolastico Trauner in novembre, suo capitale D. -: 5 : - L’importare dei livelli e, decorsi D. 129: L. 4 : -8 Rapporto, ed unisco tutto l’importare de’ beni di questa ragione La Casa di questa ragione dominicale coi mobili e beni tenuti in casa vagliono com’oltre D. 6167: L. 1 : -5 La Possessione grande coi animali bovini, val D. 5024: 3 : 12 La Possessione piccola colla consegna d’animali D. 3170: 1 : -4 La Terra al N°:31 tenuta da Andrea di Gio. Batta Pizzamus val D. 41: 4 : - 464 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 Li due pezzi di terra alli Nⁱ:32, e 33 tenuti da Andrea di Zuane Fontanotto, vagliono D. 101: 4 : 16 Li beni decimali vagliono D. 261: 4 : -7 La casa in Capo d’Istria al N°:68, val D. 288: 4 : - 8 La casa in Muja al N°:69, val D. 153: 5 : 12 L’altra casa in Muja innafittata al N°:70 D. 86: 1 : -2 Li livelli come sopra importano D. 129: 4 : -8 L’importare di tutti i beni di S. Nicolò d’Oltra D.15425: L. 3 : 14 Quali rendono in tutto un anno per l’altro tratto dall’ultimo decenio quanto segue Formento Stª: 19 Qˡⁱ: ½ Mestura Stª: 17 Qˡⁱ: 4 ½ Sorgoturco Stª: 36 Qˡⁱ: 3 ½ Legumi Stª: 3 Qˡⁱ: 4 ½ Vino M i : 113 S ͤ : 3 Oglio O ͤ : 27 M ⁱ: - B ͤ :15 Contadi L. 271:10 Legno carra N°:2 ¼ Fassine N°:2084 Fieno Carra N°:2 ¾ Perziutti N°:3 Dindj N°:2 Capponi N°:6 Galline N°:4 Pollastri N°:8 Ovi N°:130 Uva cesti N°:11 Summario 465 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Case Campi Bradi Boschi Campi Decimali N°:1 N°:1 C:1: Q ͭⁱ :3: T ͤ :188 N°:2 N°:1 ‒ : 1 : -41 N°:3 18 : ‒ :50 N°:4 C:27: Q ͭⁱ :3: T ͤ :41 N°:5 13 : ‒ : 111 N°:6 27 : 1 : 172 N°:7 38 : 3 : 182 N°:8 N°:1 1 : ‒ : 188 N°:9 54 : 2 : 151 N°:10 3 : ‒ : ‒ N°:11 3 : ‒ : -64 N°:12 1 : 1 : 147 N°:13 N°:1 6 : ‒ : -95 N°:14 7 : 1 : -55 N°:15 4 : ‒ : -33 N°:16 N°:1 1 : 1 : ‒ N°:17 18 : ‒ : 138 N°:18 3 : ‒ : 167 N°:19 6 : 1 : 113 N°:20 2 : 3 : -54 N°:21 1 : 1 : -49 N°:22 2 : 1 : ‒ N°:23 1 : 2 : ‒ N°:24 1 : 2 : 141 N°:25 1 : 1 : 187 Suma N°:5 C:129: Q ͭⁱ :3: T ͤ :93 C:11: Q ͭⁱ :1: T ͤ :88 C:107: Q ͭⁱ :1: T ͤ :86 Oltresta Suma N°:5 C:129: Q ͭⁱ :3: T ͤ :93 C:11: Q ͭⁱ :1: T ͤ :88 C:107: Q ͭⁱ :1: T ͤ :86 Case Campi Bradi Boschi Campi Decimali N°:26 2 : ‒ : 73 N°:27 5 : ‒ : 165 466 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 N°:28 1 : 3 : 114 N°:29 1 : 2 : 169 N°:30 2 : 3 : -36 N°:31 1 : ‒ : -38 N°:32 ‒ : 2 : 190 N°:33 1 : ‒ : 105 N°:34 1 : ‒ : -53 N°:35 ‒ : 2 : 150 N°:36 3 : 3 : -40 N°:37 3 : ‒ : 128 N°:38 1 : ‒ : 124 N°:39 ‒ : 2 : -90 N°:40 ‒ : 1 : ‒ N°:41 ‒ : 2 : -97 N°:42 1 : 1 : -30 N°:43 1 : 1 : 112 N°:44 ‒ : 1 : ‒ N°:45 ‒ : 2 : 110 N°:46 ‒ : 1 : -60 N°:47 1 : 1 : ‒ N°:48 ‒ : 1 : 166 N°:49 ‒ : 3 : 106 N°:50 ‒ : 1 : 169 Suma N°:5 C:136: Q ͭⁱ :2: T ͤ :148 C:18: Q ͭⁱ :1: T ͤ :160 C:110: Q ͭⁱ :-: T ͤ :122 C:18: Q ͭⁱ :-: T ͤ :175 Oltresta Suma N°:5 C:136: Q ͭⁱ :2: T ͤ :148 C:18: Q ͭⁱ :1: T ͤ :160 C:110: Q ͭⁱ :-: T ͤ :122 C:18: Q ͭⁱ:-: T ͤ :175 N°:51 1 : 2 : ‒ N°:52 ‒ : 3 : 107 N°:53 ‒ : 3 : 162 N°:54 1 : ‒ : -50 N°:55 4 : 1 : -13 N°:56 2 : ‒ : ‒ 467 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 N°:57 1 : 3 : -53 N°:58 1 : ‒ : -45 N° 59 ‒ : 2 : -24 N°:60 2 : 2 : 180 N°:61 2 : ‒ : 105 N°:62 ‒ : 2 : -83 N°:63 1 : ‒ : 100 N°:64 2 : 2 : 145 N°:65 1 : ‒ : 133 N°:66 ‒ : 1 : -78 N°:67 ‒ : 2 : 124 N°:68 N°:1 N°:69 N°:1 N°:70 N°:1 Tutto Summa N°:8 C:136: Q ͭⁱ :2: T ͤ :148 C:18: Q ͭⁱ :1: T ͤ :160 C:110: Q ͭⁱ :-: T ͤ :122 C:43: Q ͭⁱ:2: T ͤ :107 Che tutti sono come segue cioè Campi proprj N°: C:136: Q ͭⁱ :2: T ͤ :148 Bradi proprj 18 : 1 : 160 Boschi proprj 110 : ‒ : 122 Campi decimali 43 : 2 : 107 Summano tutti 308 : 3 : 117, e case N°:8 Alvise Francesco Duodo Perito Fiscale con giuramento 468 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 POSESTI BENEDIKTINSKEGA SAMOSTANA SV. NIKOLAJA V VALDOLTRI (1771) Aleksandro BURRA Inštitut IRRIS za raziskave, razvoj in strategije družbe, kulture in okolja, Čentur 1f, 6273 Marezige, Slovenija e-mail: aleksandro.burra@irris.eu POVZETEK Knjiga s popisi premoženja (Catastico dei beni) zatrtega benediktinskega samostana Sv. Nikolaja v Valdoltri iz leta 1771 je svojevrstno in podrobno spričevalo ekonomskih in materialnih razmer, običajev, življenjskega standarda in kulture tega kraja. Dokument vsebuje pomemben element, ki potrjuje obstoječe zgodovinske interpretacije glede izmenjave podestatskih oblasti. Slednji velja za enega najpomembnejših dogodkov, ki je zaznamoval politično in družbeno življenje Kopra v beneškem obdobju. V popisu je možno zaznati tudi utrip odnosov med mestnim življem in podeželjem, kompleksnost artikulacije lastništva znotraj tedanje družbe, ki je bila strukturirana po modelu starega režima. Dokument je tudi bogat z antroponimi in toponimi, ki jih lahko v veliki meri pripišemo romanskemu kulturnemu in jezikovnemu registru in potrjuje prisotnost civilne dediščine, tesno povezane z Beneško republiko. Ključne besede: benediktinski samostan, Beneška republika, Koper, Valdoltra, Ankaran 469 Aleksandro BURRA: I POSSEDIMENTI DEL MONASTERO BENEDETTINO DI S. NICOLÒ D’OLTRA (1771), 413–470 ANNALES · Ser. hist. sociol. · 33 · 2023 · 3 FONTI E BIBLIOGRAFIA Alberi, Dario (2001): Istria: Storia, arte, cultura. Trieste, Lint. ASVe Miscellanea – Archivio di Stato di Venezia (ASVe), fondo Miscellanea mappe. ASVe S. Nicolò del Lido – ASVe, fondo S. Nicolò del Lido. Babudri, Francesco (1909): Catasticum Histrie: Regesto de’ documenti riguardanti i beni posseduti da S. Nicolò del Lido di Venezia in Istria. Atti e me- morie della Società istriana di archeologia e storia patria, XXV, 3–4, 317–368. Barbero, Alessandro & Chiara Frugoni (2001): Dizionario del Medioevo. Bari – Roma, Laterza. 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