amo xi Capodistria, 16 Settembre 1877 N. 18 L DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso U Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. NUOVA SERIE di Effemeridi Giustinopolitane (Cont. V. n. 17) Settembre 16 1431 II pod. e cap. Ettore Bembo raduna il con- siglio per scegliere undici fiduciarii. quanti sono i rioni della città, e vedere quanti sono gli atti alle armi per difenderla, e per armarli si delibera di spendere 150 zecchini del dazio della muda, rimborsabili dal comune cui apparterrebbero quindi le armi. - 1, - 13. 17 1348 II partito patriarchino suscita la città con- tro Venezia, ne caccia il pod. e cap. Marco Giustiniani ed incendia il pubblico palazzo. -26, - III, - 156, 18 1411 Ducale Steno avverte il pod. e cap. Nicolò Capello che, ove i militi di Easpo, mandati a difesa del nostro comune, venissero in conflitto con i cittadini, l'esaminare e giudicare le parti aspetterà ai superiori dei rispettivi sudditi. - 1, - 46. 19 1775 II pod. e cap. Agostino Minotto prega il vescovo a voler estendere pastorale relativa al deliberato del senato circa la diminuzione dei giorni festivi. - 10. 20 1303 Taurino suddiacono giura al vescovo !di voler trattare coscienziosamente la vertenza Decime insorta tra il nostro capitolo ed il clero e comune d'Isola. - 18. 21 1485 II vescovo raccomanda alla pietà dei dioce- sani que' di Gemme che andavano questuando per la campana la quale serviva nonché agli officii divini a convocare il popolo tempore hostilitatis. - 10. 22 1489 Ducale Barbarigo che ingiunge al pod. e capitano Pietro Calbo di dover consegnare il dazio dell' olio che va in Friuli in questa camera come praticossi dalla conquista (1278) della città. - 1, - 258. 23 1 269 II vescovo Corrado e gli altri vescovi istriani radunati per ordine di Volrico duca e capitano del Friuli, eleggono a lor primate e patriarca di Aquileia il di lui fratello Filippo, duca di Carintia ed arcivescovo di Salisburgo, nomina che Roma mai riconobbe, - 27, - IV. - 262. 24 1464 Ducale Moro che officia il pod. e cap. Ca- stellano Minotto le paghe arretrate aFrance-sco Verga, castellano di Moccò, e a volergliele mandare d' ora innanzi mese per mese. - 18. 25 1450 II patrio consiglio, presieduto dal pod. e cap. Marco da Lezze, delibera sulle misure da prendersi per provvedere il legname per i ponti del territorio. - 1, - 121.b 26 1717 Domenico Morosini pod. e cap. minaccia della multa di lire dieci chiunque della villa Alber (Scofia) e della villa Canno osasse spingersi nei boschi della mensa vescovile per danneggiarli. - 10. 27 1398 Lodovico Morosini pod. e cap. notifica al senato la incursione dei patriarchini di Pin-guente sul nostro distretto e le loro rubacchierie commesse. - 1, - 53. 28 1538 Ducale Cicogna che ordina ai podestà di Pirano, di Umago e di Cittanova di riconoscere nel capitano Rizzardode'Verzi, procuratore del proprio padre Giacomo, dei figli del fu Cristoforo Verzi, Marco, Francesco e Nicolò, e di Antonio e Pietro del fu Luigi Verzi, il vero feudatario di San Giovanni della Cornetta. -4,-9-10. 29 1756 Carlo Camuzio da Tolmezzo eletto a nostro vescovo. - 22, - Vili, - 739. 30 1445 Ducale Foscari che officia il pod. e cap. Antonio Contarmi di provvedere ai bisogni di Castel Leone, forte importante. - 1, - 110.b. CORRISPOIDEUZE Pisino, li 8 Settembre Tanti luoghi nella Svizzera, in Iscozia ed altrove vengono ammirati come punti di vista di straordinaria bellezza. I paesani però a vederli non ne vengono forse gran fatto impressionati, e ci voleva che i forastieri ne avvalorassero la rinomanza. Nei paesi montuosi e collineschi vi sono sempre de' punti divista di sorprendente bellezza, ma spesso sono distanti dalle vie più frequentate e quindi ignoti a coloro che hanno senso estetico educato a valutarli. Uno dei paesi che offre dei panorama graziosi e magnifici è pure l'Istria, ma le strade postali frequentate dai forestieri attraversano come per disdetta i tratti meno belli; e se lungo via vi fossero qualche interessanti vedute, non fanno effetto j pel la noia del viaggio. Tutti coloro che fanno viaggio | sul vapore da Trieste a Pola dicono magnifico il pae- j saggio della costa dell' Istria, già noto dappoi che fu ì in apposito albo bellamente disegnato. Così mostrano I di comprendere ciò che è stato dichiarato bello, ma non credo che tutti ne abbiano piena persuasione, salvo per pochi singoli siti. Di siti pittoreschi ve n' hanno nell' interno dell' Istria parecchi, ma spesso sono fuor di mano, ed appunto perciò dovrebbonsi rinvenire, affinchè ne approfittino coloro che l'occasione porta in que' luoghi"; e credo che questo sarebbe uno del compiti del neoistituito Club alpino, e senza dubbio le fotografie comporrebbero un Album molto ricercato. Una serie di bellezze di questo genere si riscontrano lungo la via maestra da Pinguente a Covedo e verso Klaniz. Ma chi andrà appositamente per es. sul monte Babrini d'Albona o sul monte di Zumesco ed in molti altri luoghi deserti e lontani della città? Il bel colpo d'occhio che si presenta dietro alla chiesa di Gallignana è già molto noto appunto perchè prossimo alla strada postale; e di simili luoghi di facile accesso converrebbe far speciale menzione, così che ne faccio adesso riguardo alla foiba di Pisino. Questa è veduta di solito dalla strada postale che le sovrasta sul margine più elevato, ed apparisce un ) vacuo lungo e profondo eróso nella roccia calcare, al j cui orlo inferiore stanno poche case antiche col castello j e quinci si protrae la città. Tali cose, perchè vedute troppo dall' alto, si passano senza eccitamenti di esaminarle iu dettaglio. Ora però il Podestà fece costruire un sentiero per poter ;'andare senza pericolo sino al basso della foiba; e tutti coloro che vi andarono rimasero sorpresi delle bellezze non attese che godettero in cotesta passeggiata. Man mano che si va al basso, venendo prima al livello dei tetti della città, poi delle facciate delle case posto di fronte, e sempre trovando un rapporto diverso tra queste, le colline e il Monte Maggiore in fondo, e le balze rocciose attigue; poscia giungendo al basso ove si vede spiccare le pareti a picco in forme colossali, e facendo il giro d'attorno allo scoglio isolato, donde si guarda così bene il grottoso alveo del torrente e l'antro colle fauci spalancate, avide ad inghiottire qualunque massa d'acqua, si provano delle potenti e sovrane commozioni d'animo, che anche uomini di carattere triviale, con non altro pensiero che d'empiersi 10 scrigno e lo stomaco, ne andrebbero tocchi. Io sono persuaso che in molti paesi si conducono i forestieri a veder cascate d'acqua e burroni che sono molto meno interessanti; e sono persuaso che la foiba verrà visitata d'or' innanzi da tutti i forestieri cui piace 11 bello, e dai paesani che vi potranno trovare uno svago di nuovo genere, accompagnando le signore e signorine, le quali avranno campo di mostrare la loro disinvoltura (come si suol dire), e con leggiadre schiz-zinosità dar grato esercizio di bel garbo ai cavalieri serventi della comitiva. Cosina, nel settembre Per quanto il nostro tronco ferroviario, inaugurato fino dal 20 settembre dell'anno scorso, non abbia un'assoluta importanza per l'Istria, pure chi viaggia da quella parte, iu alcuni punti assai amena e pittoresca, aggradirà di leggere qualche notizia dei paesi cui toccò la sorte di essere stazione alla nuova ferrovia o di quelli che vi si scorgono a certa distanza nel passaggio del treno, e che per le venerande loro vestigia parlano eloquentemente dell'antico nostro passato. Alle 6 e 15 del pomeriggio parte il treno da Di-vaccia per alla volta di Pola. Divaccia è un paesetto collocate sull'altipiano del Carso a poca distanza del Monte Be e del Timavo su- j periore, fiume che quantunque di breve corso fu celebrato al pari del Nilo da poeti e prosatori, e fu confine di quella maravigliosa Repubblica che perì di vecchiaja "spossata ma onorata,, (1). Secondo i geografi, Divaccia lambe un punto del confine storico dell'Istria, il quale partendo da Duino | arriva in linea trasversa per Sessana al Porto di Fiaaona. Da Divaccia passando le grotte di Corgriale e San Canciano sopra i monti della Vena (Ocra) e tra laude incolte e di poca vegetazione si arriva a Cosina. Da qui, dopo brevissime soste a Podgori, Rachitovi, salutato il monte Tajano, giunge il treno a Pocecai, poco lungi da Pinguente. Pinffnente è uno de' più antichi luoghi abitati del- I l'Istria montana, e appartenne al pago de' Subocrini. Fu detta Pinguenturn quasi a pinguedine terrae — J ed ha in oggi poco più di 400 abitanti. Fino dal tempo del Tommasini era celebratissimo il suo pane, ch'egli chiama — il più bello dell'Istria — ed aggiunge che l'aria e la terra di quel paese sono tali da 1 poter dare alimento a piante esotiche, come palme, 1 carubbe, melarancie, pistacchi, i quali davano frutto come I si vedeva in una possessione del buon vescovo a un 1 miglio da Pinguente. (2) Nel 1420 questa terra fu occupata dalla Repubblica; J nel 1511, distrutto il celebre castello di Raspo, posto i sul Carso, ella divenne residenza di quel capitano, ch'era ] quasi una riproduzione del Maestro de' militi o del Co- | mes limitaneus — Mark-graf. Gli abitatori dell'agro pinguentino, benché sloveni, parlano un dialetto assai spropositato, specialmente nelle declinazioni e conjugazioni, con iscambi nel denotare il sesso, e con modi perfino esprimenti il contrario del sesso che vogliono rendere. Frammischiano maniere latine ed italiane con accenti di suono romanico. (3) 11 ! loro vestimento è assai semplice : un berretto di feltro o un'altro conico di filo bianco, un farsetto di griso ; castano scuro, calzoni " ora lunghi [ed ora corti dello , stesso panno. Il Kandler asserisce che nel territorio pinguentino fino sulla altura di Raspo si devono trovare traccie dell'antico dialetto istriano, "non fosse altro in qualche nome di località, di condizioni speciali del suolo, in alcune interiezioni appassionate, nel linguaggio che si , adopera coi bimbi, e in certune di quelle voci, per lo più monosillabe, che servono a contenere e dirigere gli animali nella corte, al pascolo e sul lavoro,,. Secondo l'anagrafe del 69 sopra un'estensione di J 386.09 chilometri quad., il distretto giudiziario di Pinguente (nel politico dipende da quello di Capodistria assieme a Pirano) aveva 1 città, 75 villaggi, 15,278 abitanti ; per ciò che spetta all'ammalia aveva fino a quel- j l'anno 149 arnie, 1678 buoi, 1926 vacche, 12 tori, 464 vitelli, 86 (cavalli, cavalle e puledri), 316 muli, 51W asini, 23,586 pecore, 158 capre e 2599 majali. (1) Kandler--Duino. — (2) Tommasini--Commentarii. — (3) Combi - Cenni etnografici sull'Istria Anche l'industria nel pìnguentino è abbastanza in fiore e vi si trovano delle fonti di vera ricchezza. V'hanno Ira altro una fabbrica di potassa ed una di mattoni ; nel comune di Lanischie eccellente qualità di carbon fossile, a Tuttisanti del calcare carbonifero, a Sovignacco una miniera di minerali che offrivano un tempo ottimo materiale alla fabbricazione dell'alarne di rocca e del vitriolo di ferro. Quel distretto è anche ricco di marmi, di pietre da murare, e secondo il Tommasini di una varietà di lignite molto dura e compatta, detta giajetto, con cui si possono fare bottoni, oggetti d'ornamento, specialmente di lutto, e che sono suscettivi di un bellissimo lucido. Di questo giajetto, dice lo stesso Tom-masini, si può anche stillare un olio che serve alla medicina. Pinguente, come gran parte de' paesi istriani, accoglie non pochi avanzi della veneranda antichità. Vi si veggono quindi frammenti di basi e capitelli corinti, archi e cornici con magistero lavorati, bassorilievi ecc. E Pinguente pure ebbe i suoi uomini distinti, tra i quali: Marcello Marchesini giureconsulto, economista, letterato e poeta (4), Lodovico Ingaldeo - Del Bello - Belgramoni, giureconsulto, e criminalista; il conte Francesco Boc-china, gentile poeta, e, bizzarra coincidenza, versato in materia di silvicoltura, come lo dimostrano il suo scritto Sulla regia selva di Montona e la sua corrispondenza epistolare con magistrati di Venezia e parecchi suoi comprovinciali. Dato un addio a Pinguente, e ai pochi resti apiena visibili, del suo Castello, ove si conservavano un empo pezzi di artiglieria, moschetti, squadroni, spade, picche, usberghi, e sostato alquanto a Rozzo (Rocium) litro pago dei suboerini, la cui valle ha pur traccio ii carbon fossile, passato il Planich (alto m. 1267) si rriva per Lupoglao e Cerouglie a Pieino. Pisino, fondato sul luogo di un villaggio preistorico, si estende sul fianco di un monte, che guarda sopra un profondo burrone, in fondo al quale s'apre la foiba (fovea - Xtà - il Burton vuole questa parola un avanzo Iella vecchia lingua celto-tracica parlata dalle razze primitive dell'Istria) (5). Pisino ha verso 3000 abitanti. Belli sono il suo campanile murato di pietra bianca e il suo castello con salde e massiccie mura, il quale con-ierva l'aspra pesantezza delle costruzioni feudali. Ha saracinesche e feritoje, torrioni, porte gravi, cortili e segrete. Le fosse che lo attorniano sono intagliate nel rivo sasso e vi scorre per entro l'acqua che viene dal Monte Maggiore passando per Bogliuno e Treviso, e che poi si sprofonda nella foiba, facendosi strada sotterra fino alle lontane rive del mare. Pisino ha un ginnasio superiore e nel 75 col suo distretto aveva 19 scuole popolari; cioè 5 maschili, 3 femminili, e 11 miste; ha innoltre un osservatorio bacologico ed una stazione telegrafica con servigio diurno completo ; ed è sede della società Alpina istriana fondata nell'anno scorso con 120 soci. La sua campatila copia di frumenti, di vini, di frutta e di bestiame. Ù distretto politico annoverava nel 69: 1110 arnie, 3939 tacche, 4068 buoi, 2449 vitelli, 547 (cavalli, cavalle e puledri), 53288 pecore, 797 capre, 5484 majali; il giudiziario invece, arnie 358, vacche 2504, buoi 2601, vitelli 1469, cavalli, cavalle e puledri 335, pecore 30,511, apre 247, majali 4128. (4) Luciani - Notizie e documenti. — (5) Burton - Note sui Cutellieri. Un'ora e mezzo da Pisino è Gallignana, posta sopra una sommità pittoresca; ivi si conserva sopra gli stipiti di antica porta uu pezzo di catena ed uii collare di ferro, strumenti dell'antica tortura. Recandosi dietro alla chiesa di Gallignana s' apre dinanzi ,uuo spettacolo inatteso di sorprendenti bellezze. "E qualche cosa di magnifico la distesa di quelle valli profonde, il lungo ordine di quelle molli e fiorite balze, le sparse ville, le onde scure del lago di Cepici, i monti che grado a grado s'adergono, 1' ultima Alpe d'Italia che leva accigliate le sue giogaje insino al cielo e tuffa i suoi piedi nel tempestoso Quarnaro (7).„ Un'ora più lungi di Gallignana è Pedena bagnata a' piedi dell'Arsa; luogo preistorico, secondo il Burton, attestato anche da recenti scoperte. EU'ha un bel campanile che le costò 12000 fiorini, ed è ricca di pascoli e di bestiame. Lasciato Pisino, il treno si dirige verso San Pietro in Selve, luogo che fu baronia bassa della Contea d' Istria e dove, nella sua chiesa, si seppellivano i Conti dominatori. A San Pietro nacque Simeone Brattolich, che da umile campagnuolo divenne vescovo. Da San Pietro il treno deviando per Sossich e Caufanaro va a Rovigno. Questa graziosa cittadetta fu appellata anticamente Rubiiinm, e non Arnpinum, come la dissero i vecchi nostri corografi (8), tra quali il Manzioli; ed è fra le più importanti città dell'Istria specialmente pe'suoi commerci e per l'industre operosità de' suoi abitanti, che sommano a 10000 circa, tra i quali escono i più prodi e più arrischiati marinari della nostra costa. Sino al sec. XVII in forza dei molti e gravi saccheggi a cui andò soggetta, Rovigno rimase nella cerchia del Monte di Sant'Eufemia, (Mons Rubens d'onde l'antico nome di Rubinum), ed appena dopo il 1650 si estese sulla terraferma lungo il colle detto di San Francesco. La sua dedizione alla Repubblica risale al 1330. Bella è la sua cattedrale ricostruita nel 1725-36 sul disegno dell'architetto Giovanni Doggi. Eli'ha di notevole l'aitar maggiore ricco di marmi e di statue, tre grandiosi quadri raffiguranti Gestì nell'orto, i Discepoli dormienti, la Cena, un San Francesco del Mengardi, la Maddalena, Sant' Antonio, il Battista, San Romualdo, ed un quadrettino su legno del secolo XIV, rappresentante il Precursore. Rovigno ha anche un Monte di Pietà, due Ospitali, una Casa di ricovero (an. 1400), — una Società operaja, una Fabbrica di tabacchi che offre lavoro ad un migliaio di persone: una Stazione telegrafica con servizio diurno limitato, un Capitanato di porto da cui dipendono oltre Rovigno, Orsera, Leme, Parenzo, Val di Torre, Cittanovaed Umago ; ed è sede di un Tribunale, (unico in provincia), della Camera di Commercio e d'Industria, e della Società agraria istriana. Il suo territorio dà vini in abbondanza e supera tutti gli altri dell'Istria, comprese le isole, nella coltura dell' olivo. Ha moltissimi strati di schisto marnoso. dai quali si formano il cemento idraulico; anzi sotto il nome di Sant'Andrea di Portland passa quello che si fabbrica sull'isola di Sant'Andrea presso Rovigno. Mirabili sono lo sue miniere di pietra bianca, le quali servirono a murare le Procuratie di S. Marco, vari altri palazzi di Venezia, e i Murazzi della Laguna. Secondo 1' anagrafe del 69 il distretto giudiziario di Rovigno (pel politico è soggetto a Pola) sopra una (7) Madonizza-Almanacco. — (8) C. de Frasceschi-'Provincia,,. estensione di 217« chilometri quad. aveva 13,634 abitanti, e i seguenti capi d'ammalia; 8,223 pecore, 1033 capre, 1373 tvacche e buoi), 302 (cavalli, cavalle e puledri), 320 muli, 535 asini, e 43 arnie. Le sue scuole popolari furono nel 75 in numero di 12 con un emolumento complessivo agl'insegnanti di fior. 6297. Fra i rovignesi si distinsero i navigatori Giovanni Narenta, Antonio Benussi, Gregorio Galucci, Nicolò Garzotto - Sorra e Vincenzo Beroaldo; gli scultori Del Vescovo Lorenzo ed Antonio, l'intarsiatore Scbiavone Sebastiano, il compositore di musica sacra Giovanni Masato, e quel Sebastiano Sbisà, economista, cbe fu già proclamato uno dei più profondi pensatori del nostro tempo (9). Lasciò scritto un Saggio sid diritto sociale - Alcune idee sul futuro stato degli enti morali -Saggio per dar forma solida e utilissima al debito pubblico con istituzioni tendenti a mettere in circolazione valori operativi - Saggio per la estinzione dei debiti delle comuni e delle provincie del regno Lombardo - Veneto - Saggio politico - economico - Ragionamento contenente annotazioni teorico - pratiche al Saggio stesso - Alcune idee sulla istituzione della pubblica amministrazione (10). Da Rovigno il treno che va a Pola, ripassa per Sossich e Oanfanaro, arriva a Zabronici, poi va a Dignano, altra fra le notevoli cittadelle dell'Istria. Dignano — Attinianum — s'asside sopra un' a-mena collina in mezzo a vaste campagne non tutte rallegrate di fiorita coltura. Conta 4700 persone ed ha tana graziosa cattedrale foggiata sul gusto di San Pietro di Castello con innanzi piazza patente. All'epoca romana formò parte dell'agro-colonico di Pola, alla quale rimase soggetta per molti secoli; passò quindi ai patriarchi di Aquileja, poi a Venezia nel 1330. Narra il Manzioli che nelle ultime guerre tra Venezia e l'impero, Dignano, assalito dal nemico si difendesse eroicamente e ne lo scacciasse. È pure rimarchevole in questa città il costume fantastico e pittoresco delle donne. Esse portano i capelli vagamente intrecciati di nastri e coronati di spilloni d'argento quasi a mo' delle contadine lombarde, una camicia a sgonfi eh' escono dagli sparati delle maniche, la sottana increspata e insaldata; coprono il capo con una mantellina di panno o verde (tovagliolo) o nero (cappa), ed adornano gli orecchi di magnifici pendenti. Dignano è patria di Giannandrea Della Zonca, assessore in Venezia, giudice al Maleficio in Salò, Vicenza e Brescia, direttore politico in Pola, presidente del Consiglio dipartimentale dell'Istria ecc. ecc. Ma è ormai tempo di giungere a Pola, alla città romana por eccellenza, come tuttora apparisce dalle venerande sue vestigio, che la rendono degna quant'altra mai di ammirazione e di studio. L'origine di Pola sembra grecanica, avendolo attestato anche indizii materiali ; sotto i romani ella fu colonia militare stabile di diritto latino (128 a. C.), ed ebbe 1126 soldati, 17 centurioni, 90 cavalieri con una popolazione di 12000 abitanti ; nell'anno 42 a. C. venne smantellata dai soldati di Ottaviano per pietà filiale verso Giulio Cesare ; poi ricostrutta fu chiamata Pietas lidia, indi Colonia Iulia, Pollentia da Polla madre di Vespasiano ed Herculanea da Commodo che s'era intitolato l'Ercole romano. I 12,000 abitanti di Colonia Pola aumentarono fino a 35,000 nel secondo secolo dell'impero. (9) JVIadonizza - Almanacco. — (10) Stancovich - Biografie. Nel 524 (d. C.) Pola divenne città vescovile: dai Longobardi e dai Franchi non ebbe molto a soffrire, anzi mantenne il carettere ed i vantaggi di capitale, continuando attivamente la sua navigazione e commercio. Sotto il Marchesato ereditario (1070) cominciò la sua decadenza, e andò mano mano aumentando sotto i patriarchi (1208-1230) specialmente per le discensioni tra Sergii e Gionatasi; nel 1331 passò in mano del Doge di Venezia ; nel 1379 fu presa ed incendiata dai Genovesi, poi occupata dal patriarca Marqnardo (1381), da Sigismondo re d'Ungheria (1412), e dall'imperatore Massimiliano (1506). Maltrattata così, Pola non era più riconoscibile, e sebbene fosse stata ripopolata da nuove famiglie negli anni 1562, 1578, 1585, 1647, 1657,-nel 1797 non aveva che 600 abitanti!! Oggidì ne conta invece dì stabili oltre 10500. Ne' tempi di Roma, sulla cima del colle, ove attualmente sorge il Castello, sorgeva il Campidoglio a doppie mura, con edifici militari, templi, cisterna. Giù pei fianchi all'ingiro la città nobile; a' piedi, nel sito della piazza odierna, il Foro; sul ripiano si alzavano due templi : quello d'Augusto tuttora sussistente, e di Diana. Tutta Pola poi era riunita di mura torrite con fossa, tagliate da 12 porte, di cui rimangono la porta Aurea, la Erculea e la Gemina. Nel sito del duomo attuale sorgeva il tempio di Giove Conservatore; esistevano poi i templi di Minerva, di Venere Celeste, di Ercole, di Esculapio, di Nettuno. Fuori delle mura distendevansi le borgate per gli artieri, i marini, i mercatanti, la plebe, e gli schiavi; .vi erano i fori boarii, e i mercati (nundinae). Fuori ancora c'erano il Teatro (distrutto barbaramente nel secolo XVII), e l'Anfiteatro il più bello di quanti ne esistono; dalla parte del Teatro stendevasi il Campo Marzio, e lungo la via Flavia (via commerciale pel porto Fanatico) c'erano sparsi in gran numero sepolcri, monumenti, cippi, e statue. Tra le maraviglie che oggidì rimangono di Pola va annoverato il Porto, profondo da 30 a 35 metri, per cui le corazzate e i vascelli in pieno armamento di guerra possono accostare alla riva. Esso misura all'imboccatura 1400 metri (da Punta Cristo a Capo Compare) ed è appellato la Spezia dell'Adriatico, con tutto diritto. L' antiquario poi non tralasci di osservare oltre gli accennati monumenti, i molti oggetti minuti che vi si conservano nel tempio d'Augusto, e lì presso ; come fregi, bassorilievi, capitelli, statuo, bronzi, vetri, cotti, ecc. ecc.; nè dimentichi la porta d'Ercole e la porta Gemina. Pola in oggi è sede di un giudizio distrettuale, di un capitanato politico, di un ufficio delle imposte; ha poi un comando di fortezza, una direzione del Genio Militare, un ammiragliato, ha un arsenale, un grande ospitale militare, ed uno civile, una caposcuola, una scuola reale; nonché ufficii di posta, di messaggeria, di telegrafo ; un'agenzia del Lloyd, un museo d'antichità, una fonderia di ferro, due fabbriche di paste, una società cooperativa, una tipografia ecc. ecc. Furono distinti polesi: Bernardo da Pola, Rettore dei Giuristi e professore a Padova nel secolo XV. Filippa Lacea letterata nel XVI, Bartolomeo da Pola intarsiatore, e sortirono i natali in questa città i dogi di Venezia Paolo Tradonico, e Pietro Polani. Nel secolo presente s'illustrò Giovanni Carrara, nato a Pola nel 3 giugno 1806. Fu buon poeta e prosatore e custode operoso delle patrie antichità. A lui si deve l'esistenza della porta con scaliuate che metteva al castello romano, e fu per opera sua che il Genio Militare smise il pensiero di demolirla. Scoperse un basamento di statua eretta all' imperatore Caracalla presso l'antica porta di Esculapio, e infinite lapidi e frammenti di statue; avea anche in animo di fondare nella sua patria un Giardino archeologico, ma fu rapito immaturamente da morte nel dì 13 agosto 1850. I suoi concittadini gli eressero un busto in marmo, opera del Cameroni, e lo collocarono sotto 1' atrio del palazzo municipale, colla seguente epigrafe, dettata dal Kandler: In onore e memoria di Giovanni Carrara Polense il quale dalle romane antichità di cui era valente custode trasse sapienza caldo amore di patria arra ed auspicio di felice avvenire l'Istria tutta pose Visse soli anni 44 morì nel 1850 ____K. Dalle falde del Monte Maggiore Vi scrivo ad ora tarda da queste falde e come potete immaginare due sole righe buttate giù in tutta fretta e col lapis. Fra breve principierà la poetica ascesa di questo classico monte — il gigante istriano — come lo dicono qui, e come lo è difatti, specialmente a confronto del sistema di colline della nostra penisola, la cui ondulazione di lassù nemmeno si avverte. II caldo è assai molesto; ma non crediate che per questo motivo, e per l'asprezza della salita, e per altri disagi mi lasci andare a piagnolose geremiadi! Quando presso codesta Redazione si discorreva intorno la istituzione di un Club Alpino Istriano, avevasi in mente il modo di svilupparne l'attività e di darne un pieno indirizzo. Ma che ne avvenne? Secondo me, la Società Alpina Istriana è una qualunque Società del Buon Umore, la quale avrebbe lo scopo finale di fare del moto per digerir bene. Ora, che nelle gite Alpine non ci debba essere buon umore e buona digestione, chi lo potrà pretendere? Ma che di ciò solo se n'abbia ad occupare l'alpinista istriano, è troppo poco, mi sembra ; è troppo esclusivismo pel poprio fisico, che per quanto autocrate, voglia o non voglia deve subire la supremazia dello spirito. Fa dunque d'uopo, che la brava Direzione, composta com'è di forze intelligenti ed operose, pensi ad apprestare un indirizzo più conforme allo scopo elevato della Società, e a disporre per l'anno venturo una gita con un programma ben determinato e con proposito di ricavarne risultati più vantaggiosi alla nostra provincia. Dopo questa manifestazione dell' animo mio, emessa ben inteso, sine ira et odio, vi dirò, che sebbene anni addietro avessi già fatta questa salita, mi acccingo ora a rifarla di tutto buon grado, se non altro per mandare da quella eccelsa vetta un : Salve magna parens frugum Saturnia tellus ! --►<>•<-—— Le nostre scuole Dalla dettagliata, diligente e chiara relazione, della spettabile Giunta provinciale rilevasi come le autorità scolastiche abbiano compilato uno statuto di organizzazione per l'istruzione di perfezionamento, che devesi congiungere organicamente con l'insegnamento dello scuole popolari. Le stesse autorità hanno anche incamminato colle Giunte provinciali, colle Società agrarie, e colle Camere di Commercio del Litorale, lo necessarie trattative per l'istruzione di tale insegnamento tanto proficuo al bene della popolazione. Ma l'attivazione del corso di perfezionamento in un prossimo avvenire incontrerà moltissime difficoltà per la mancanza dei fondi necessari e per quella del personale insegnante in generale, ed in specialità di docenti atti ad impartire in modo efficace tale istruzione, essendoché Trieste conta 185 individui insegnanti, la Provincia di Gorizia e di Gradisca 171, l'Istria 223, quindi tutto il Litorale 579, i quali sono parte muniti dei certificati di abilitazione al Magistero e parte dei certificati di maturità. Contansi nella città di Trieste con territorio 19000 fanciulli obbligati alla frequentazione delle scuole, Gorizia e Gradisca 30000, l'Istria 33000, tutto il Litorale quindi circa 82000 ; per cui su ogni individuo insegnante qualificato cadono circa 142 scolari. Per ridurre questa sproporzione in un rapporto possibilmente giusto fra il numero dei fanciulli obbligati alla frequentazione delle scuole e quello del corpo insegnante venne attivata nell'anno scolastico 1876, oltre i già esistenti corsi preparatori per le scuole magistrali, anche una nuova classe preparatoria presso la scuola magistrale di Gorizia. L'anno scolastico 1875-76 sarà nella storia dello sviluppo dell'azienda scolastica memorabile per l'attivazione della prima scuola cittadina nell'Istria a Lus-sinpiccolo. Nuove scuole miste di una classe nella stessa provincia furono organizzate a S. Pietro dei Nembi, a Rukavaz, a Draguch, a Castagna, a Moschienizze, a Matteria, a Bresovizza, a Fontane, e una scuola femminile a Castua. Sei scuole furono ampliate di una classe; cioè le scuole a Pisino e a Pinguente, la scuola maschile la scuola femminile a Pola, la scuola maschile, e la femminile a Rovigno. Nello stesso anno furono costruiti due edifici scolastici uno in Visinada e l'altro in Lovrana. Per quest' ultimo furono accordati fior. 800 dai fior. 8000 concessi dal Consiglio dell'Impero quale sussidio per le scuole popolari dell' Istria. Delle 171 scuole organizzate con docenti qualificati, in questa provincia erano 68 italiane, 26 miste e le altre slave. Il numero dei maestri approvati ascende a 223; cosicché essendo il numero dei fanciulli obbligati alla frequentazione circa 33000, cadono sopra ogni mase-tro approvato 144 [scolari. Degl' indicati maestri erano 36 superiori, 16 j maestre superiori, 87 maestri, 32 maestre, 20 sottomaestri. 32 sottomaestre. Oltre 1' ordinario insegnamento fu adottato anche quello della pomologia nei dis. di Capodistria, Parenzo e di Volosca, dell' economia rurale in quello di Parenzo e di Volosca, dell'allevamento de'bachi in quello di Capodistria, di Parenzo e di Volosca, dell'apicoltura in quello di Parenzo e di Volosca. La proporzione dei fanciulli obbligati alla frequentazione della scuola e che l'hanno effettivamente frequentata è la seguente, però giusta le inesatte relazioni degli ispettori scolastico-distrettuali: Nel distretto Fanciulli obbligati alla frequentazione Che frequentarono la scuola Rovigno 1200 758 Capodistria 4906 2526 Lussino 4477 3611 Parenzo 2548 1804 Pisino 2595 1004 Pola 3955 2088 Volosca 4696 1596 Somma 24377 13386 NOTIZIE Fra gli importanti argomenti pertrattati dalla Giunta provinciale nella seduta XI del 17 aprile notiamo i seguenti : Autorizzava il dipartimento contabile provinciale in conformità al relativo deliberato del Consiglio scolastico provinciale a sostenere dal Fondo provinciale la spesa occorribile per l'impianto di un catasto scolastico giusta la modula approvata dal Consiglio stesso. Rinnovava l'invito alle Podesterie che non vi avevano ancora corrisposto, e con riferimento alle precedenti circolari 16 gennaio e 7 luglio, a voler procedere senza ulteriore ritardo alla compilazione del prospetto delle strade campestri comunali ed alle successive pratiche di pubblicazioni ed approvazione, onde sia data con ciò la dovuta esecuzione alla legge 28 sottembre 1875. Rimetteva alla Luogotenenza le informazioni richieste sopra i due reclami di uniforme tenore, presentati da alcuni comuni e proprietari di fondi nella valle inferiore del Quieto, al Ministero dell' interno, all' effetto che venga rejetto il progetto di bonificazione della detta sezione di valle, compilato dall'ingegnere idraulico Dottor Fannio. Prendeva notizia della costitutuzione avvenuta delle nuova rappresentanza comunale di Barbana. Dichiarava, sulla rinnovata domanda dellaPodeste-ria di Dignano, che l'autorizzazione ad incontrare altri mutui fino alla concorrenza di f.ni 5000, giusta il deliberato comunale 11 novembre 1874, potrà essere dato soltanto sotto le condizioni del precedente conchiuso 14 luglio a. c.; cioè all'evenienza di un dimostrato bisogno, e dopo che sarà indicato l'impiego da farsi della relativa somma, e provveduti i mezzi per la sua graduale ammortizzazione. Dalle poche notizie, che la ristrettezza del tempo ci permise di raccogliere, siamo venuti a sapere, che il X Congresso della Società Agraria, avuto luogo com'era stabilito, in Cherso, nei giorni 8 e 9 del corrente, fu lieto per le fraterne dimostrazioni scambiatesi tra i comprovinciali raccolti nella ospitale città; ma che pochi furono i soci convenuti, causa in gran parte il luttuoso avvenimento della morte del Dottor Cristoforo de Belli, presidente di quella Società. A nuovo presidente venne eletto il marchese Giampaolo Polesini di Parenzo, e a sede del futuro XI Congresso fu scelta la città di Rovigno. Nella elezione suppletoria del grande possesso fondiario istriano, avvenuta in Parenzo il dì 3 corrente, riuscì eletto a voti unanimi, l'avvocato Nazario dottor Stradi di Capodistria; e nella contemporanea elezione di Gorizia, pure suppletoria e dello stesso collegio, riuscì eletto a grande maggioranza l'ingegnere Raffaele Vicentini. Siamo informati che i deputati d' estimo fondiario del distretto di Volosca, con riflesso alle disposizioni »vessatorie ulteriormente abbassate dalle eccelse autorità „in merito alla diminuzione delle loro competenze, hanno »sospeso i lavori d'estimo speciale». CRISTOFORO Dottor de BELLI Annunciamo, col più vivo rammarico, la morte del Dottor Cristoforo de Belli, avvenuta nel dì 3 del corrente, alle 6 del mattino, in Capodistria, sua patria. Aveva 59 anni, ed apparteneva ad una distinta famiglia istriana, che per antichissime e illustri memorie e per uomini della pubblica cosa benemeriti, tiene uno de' posti più e-letti fra il patriziato della nostra provincia. Egli era medico di questo Comune, membro del Consiglio Sanitario Provinciale e Locale, deputato alla Dieta Istriana, presidente della Società A-graria Istriana, vicepresidente del Consiglio Scolastico Distrettuale, e podestà di Capodistria dall'anno 1870 al 1874. L'eletto ingegno, l'estesa dottrina, il provato patriottismo, e la proverbiale operosità dell'or compianto trapassato, Lo hanno posto nel novero delle più care e simpatiche illustrazioni della nostra provinca, le quali contribuirono al suo risveglio morale e materiale, e di cui rimarrà sempre in lei viva e benedetta la ricordanza. FUNERALI Sentita la notizia della gravissima sciagura, la deputazione comunale di Capodistria ne porgeva, commossa, il luttuoso annuncio, mediante circolare a stampa ; così pure la direzione della locale Società di Mutuo Soccorso, interprete de' sentimenti degli artieri e degli operai. La salma venerata fu posta in una stanza terrena dell'avita abitazione, tappezzata a gramaglia. Spiccavano sulla parete principale gli stemmi a chiaroscuro dell' Istria e di Capodistria, eletta fattura di uu amico dell'estinto; a' piedi di Lui scorgevasi lo stemma della famiglia de' Belli, la quale anche ne' secoli scorsi avea dato alla provincia distinti personaggi, tra cui bastino notare un Giulio ed un Ottoniéllo. Sul terzo giorno del decesso, alle óre IO1/*, vennero con imponente rito celebrati i funerali. La fu una dimostrazione così sincera e universale, che ne rimarrà a lungo viva la memoria. Precedevano il convoglio i fanciulli del locale Asilo, i ricoverati dell' Ospedale, la banda civica, il clero della Concattedrale, e parecchi giovani recanti a due a due le ghirlande regalate da varii sodalizi e privati; cioè dalla Società del Progresso, dalla Operaia, dalla Ginnastica, e dall' Agraria di Trieste ; dall' Agraria istriana, dalla città di Eoviguo, dal Consiglio Scolastico di Capodistria, dalla Società di Mutuo Soccorso di Capodistria, dalla gioventù pure di Capodistria e da alcuni amici e parenti dell'estinto. I cordoni della bara, portata da laureati e studenti universitari, erano sostenuti dall' avvocato A. Amoroso per la Giunta provinciale istriana, dal cavaliere M. Rismondo per la Società agraria istriana, dal cavaliere dottor G. Nicolicli pel Consiglio sanitario provinciale, dal podestà dottor P. de Madonizza pel Municipio di Capodistria, dal dottor P. de Gravisi pel Corpo medico • dal dottor G. de Manzini quale amico del defunto. Venivano poi le seguenti deputazioni: Da Trieste: Il Consiglio provinciale sanitario — la Società del Progresso — la Società di ginnastica — la Società operaja — la Società agraria — la Società di scienze naturali — il Comitato d'imboscamento del Carso. Da Albona: Il Municipio. Da Bnje : Il deputato provinciale avv. Silvestro nob. de Venier — la deputazione comunale. Da Capodistria: Le autorità governative, militari e scolastiche — la rappresentanza comunale — il Consorzio sali — l'Ospedale — l'Asilo infantile — il Monte civico — il Monte Grisoni — l'istituto Grisoni — la Società di mutuo soccorso — la filarmonica — la tipografia Appolonio. Da Isola: Il deputato provinciale G. Zamarin — la deputazione comunale — il Consiglio scolastico locale. Da Montona: Il Municipio. Da Muggia : La deputazione comunale — il Consiglio scolastico locale. Da Orsera: Il Municipio. Da I'arenzo : Il Municipio. Da Pirano : Il Municipio — il Consorzio sali — la Società di mutuo soccorso — il Consiglio scolastico locale — le Scuole reali — le Scuole popolari — La Direzione della casa di ricovero — la Società filarmonica. Da Pisino: Il Municipio — la Società alpina i-striana. Da Pola: Il Municipio. Da Rovigno: Il Municipio, rappresentato dal suo podestà Matteo avv. Campitelli. Seguiva le deputazioni una lunghissima schiera di cittadini e comprovinciali, tutti concordi nel tributare gli estremi onori all' egregio trapassato, che coli' esercizio delle più nobili e patriottiche mansioni s'era acquistato in vita uu titolo all'universale gratitudine. Fra i giornali che parlarono dell' egregio nostro trapassato ricordiamo: 1' Indipendente di Trieste, il quale in un luugo articolo sulle onoranze funebri a lai» fatte disse fra le altre cose: "Bisognava assi-„ stere ai funerali per comprendere come questo ,, commovente ufficio era un alto tributo di stima al „ compianto defunto; bisognava assistere a quello sfi-„ lar della lunga colonna, in coda alla quale svento-„ lava la bandiera azzurra della Società Operaia di Ca-„ podistria, per rinfrancarsi nella idea che la morte può „ togliere la vita agli uomini intemerati, ma non può „ distruggere la loro santa memoria. E l'Adriatico di Venezia: "Nel dottor Cristoforo de Belli è una nobile vita „ che si chiuse di cui si onorava e giovava la patria „ ne'suoi più vitali interessi. D'ingegno vivacissimo, „ di dolce e insieme energico carattere, di alto sentire, „ che in lui, degno rappresentante di una delle più illustri „ famiglie dell'Istria, era connaturato, e gli guadagnava „ le più vive simpatie di quanti lo avvicinavano, fu „ costantemente una voce animatrice, un ricercato esem-„ pio, una forza gagliarda nei movimento civile della „ sua patria. E 1' Unione di Capodistria: "A 59 anni, nella pienezza di una salute robusta „ e di una vita attivissima, colto da subitaneo morbo, „ egli venne rapito in pochi giorni all' affetto di molti. „ alla stima di tutti. Oh quanto è doloroso il veder „ diradarsi le file di coloro, nel cui petto costante e fer-„ vido alligna l'amor di patria! E tale era Cristoforo „ Belli. "D'indole retta, di natura placida, franco e digni-„ toso ne' modi, d'intelletto perspicacissimo, tutta la „ sua vita dedicò a disimpegnare nobili officii e quale „ medico valente e caritatevole e quale magistrato ze-„ lante e integerrimo. . . . „ Quanto grande ed estesa fosse la riputazione ,, di questoVigile patriotta, e quanto profondo e generale „ il dolore per la sua perdita, lo attestarono i fuuerali „ splendidissimi per concorso e per forme inusitate. Notiamo in fine le epigrafi che tappezzavano i muri della nostra città, e che contengono il più bello e sentito elogio pel compianto istriano : CRISTOFORO I).r de BELLI nato nel novembre mdcccxix muore nel settembre mdccclxxvii fu operoso strenuo benefico è pianto sarà esempio virtù dolcezza vigore dottrina costrinsero all' affetto pregate II CRISTOFORO D.r de BELLI medico insigne cittadino illustre padre esemplare intemerato fissò con pupilla secura la maestà della morte settembre mdccclxxvii III educato a severe virtù esperto nel soffrire CRISTOFORO D.r de BELLI fidente intelletto e sentimento dedicò alla patria morì esemplare settembre mdccclxxvii Cose locali L' Unione, cronaca capodistriana, N. 23, del 9 settembre, venne sequestrata, perchè, da quanto apprendiamo, il brano riportato da un periodico romano La Vergine, in elogio della Cantica del nostro chiarissimo prevosto capitolare, finiva coi notissimi versi 113 e 114 del canto IX dell'Inferno di Dante, ... et surtout pas trop de zel ! chiudeva un celebre ministro le sue raccomandazioni ; pas trop de sci! FILOSSERA A Losanna le sedute del Congresso Internazionele 'sulla Filossera proseguirono alacremente. Il rappresentante della Compagnia ferroviaria Tolone - Marsiglia e-spose i risultiati ottenuti dall'impiego del solfuro di carbonio, del quale la società suddetta aveva preso l'iniziativa. Essendo nata una forte discussione fra i rappresentanti della Francia e della Svizzera, i quali ultimi non ammisero punto l'efficacia del solfuro di carbonio, ma avrebbero voluto addirittura che venisse distrutta la vite infetta, i rappresentanti dell' Italia dichiararono prudentemente di non poter convenire nella esclusione del detto solfuro, senza prima averne fatta una estesa esperienza. Avendo i delegati dell'Austria-Ungheria dichiarato di avere pieni poteri per firmare una Convenzione, i commissarii italiani e quelli degli altri Governi risposero di non avere poteri uguali, e che per essi la Convenzione, altro non era che uu progetto da non interpretarsi come obbligo per parte dei Governi che rappresentavano, Nell'ultima seduta poi del Congresso di Losanna giunse ai componenti la notizia che la Filossera era presso Basilea. Questa notizia pare non sia ancora accertata, È certo però che dopo le discussioni del Congresso si è manifestata sempre più la gravità di codesto nuovo flagello che potrebbe avere conseguenze gravissime sulla economia pubblica, specialmente se penetrerà nell'animo degli agricoltori la convinzione che solo doloroso rimedio pel male sarà quello di schiantare e bruciare le vigne appena constatata la presenza del terribile insetto. AVVISO Il notajo Vittorio Rumer, residente a Capodistria, ha aperto il suo studio al piano terreno della casa N. 310 in piazza del Brolo. N 3392 Avviso di concorso Essendosi resi vacanti peli'anno scolastico p. v. quattro stipendi provinciali maggiori per studenti di Università o di Istituti politecnici, di fior. 200 per ciascuno, e sei stipendi provinciali minori per studenti di Ginnasi o Scuole reali, di fiorini 100 l'uno, ne viene aperto il concorso a termini del deliberato dietale 30 settembre 1871. Coloro pertanto, che intendessero di aspirare ad uno dei suddetti stipendi, faranno pervenire a questa Giunta provinciale le loro istanze di sei settimane, decombile dalla prima inserzione del presente avviso *) corredando le istanze stesse degli attestati scolastici dell'anno precedente e del certificato della seguita iscrizione presso un'i. r. Università o Istituto politecnico. Entro lo stesso termine produrranno le loro istanze anche coloro che credessero di avere un titolo al conseguimento di un sussidio straordinario per lo studio delle belle arti ossia della pittura, della scultura e della musica vocale ed istrumentale. Coloro che avessero di già presentate le loro istanze,, restano dispensati da ogni ulteriore insinuazione. Dalla Giunta provinciale dell'Istria Parenzo 24 agosto 1877 (Osser. Triestino) *) 28 agosto. Ricevuto il prezzo d'associazione dai signori: Don Angelo Marsich — Trieste — anno corr ; — Presidenza Consorzio Sali — Pirano — anno corr ; — Antonio Bartolo — Pirano — anno corr; Belli D.r C. — due quad. corr;— Brutti conte Francesco —Capodistria— un quad. an. corr;; — Babuder direttor G. — Capodistria — un quad. an. corr;, — Borisi conte Francesco — Capodistria — an. corr; — Bello del d.r Nicolò — Capodistria — due quad. an. corr ; — Genzo «Giovanni — Capodistria — un. quad. an. corr; — Manzoni de D.r Domenico — Capodistria — an. corr ; — Rozzo Pietro — Ciapo-distria — un quad. an. corr.; — Tomasich Andrea — Capodistria — un quad. an. corr.; — Società Lcggia — Capodistria — due quad. an. corr; - Stradi D.r Nazario — Pirano — an. ctorr; — Tominz Raimondo —>. Trieste — an. dee. e corr; — Paivani Eugenio — Trieste — an. dee. e corr.