1 ANNO XII Capodistria, 16 Settembre 1878 N. 18 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso a Redazione. Effemeridi delia città di Trieste e del suo Territorio Settembre 16. 1292. — Il comune di Trieste, il patriarca d'Aqui-leia e Arrigo conte di Gorizia, e contemporaneamente podestà di Trieste, accettano la mediazione dei Signori di Padova per trattare e conchiudere la pace con la Repubblica di Venezia. - 29, III, 221. 16. 1426. — Il maggior consiglio, aderendo ai desi- dera del duca Federico il bello, richiama dal baDdo inflitto dalla J3aUa ai cittadini Antonio da Vedano, Boncine (Omóbono) de Belli e Giusto de Petazzi, restituisce loro i beni confiscati, e li aggrega al patrio consiglio. - 13, 46.b 17. 1254. — Papa Innocenzo III delega i vescovi di Ca- podistria, di Pola e di Pedena per prendere in esame la vita e i costumi di Arlongo dei Visgoni, eletto a vescovo di Trieste dal capitolo della cattedrale. - 3, VIII, 692. 18. 1414. — Il maggior consiglio dà pieni poteri ai giudici locali e a dieci cittadini (da scegliersi) di agire contro certi forastieri che invasero il territorio triestino per danneggiare i cittadini o i territoriali. - 13, 2.b 18. 1514. — Il patrio consiglio invia ser Girolamo Pel- legrini a Capodistria a fine di conchiudere una tregua di due mesi per poter raccogliere pacificamente le entrate. - 5. 19. 1800. — Arrivano a Trieste tredici navigli di di- versi stati, carichi di sale per conto della Repubblica Cisalpina, preda fatta dagli Inglesi. - 7, 1299. 20. 1785. —La comunità elvetica delibera all'incanto la fu chiesa di S. Silvestro per fiorini 2120 pari a lire italiane 5565. - 8. 20. 1791. — Pio papa VI smembra dalla diocesi di Gradisca le due diocesi di Trieste e di Pedena, ripristinando la diocesi triestina cui aggiungeva ed incorporava quella di Pedena. - 12, IV, 230. 21. 1773. — Si leggono ai Padri Gesuiti la bolla papale ed il decreto sovrano dello scioglimento e soppressione del collegio, del seminario e delle scuole dirette da essi : ogni loro edificio viene convertito in quartieri militari: i sacerdoti Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. erano 15, un maestro e cinque laici. - 8, -e 23 I 94. 22. 1355. — (Varino). Pace concbiusa tra il patriarca d'Aquileia ed il comune di Trieste. - 9, 124. 22. 1521. — Il capit. Bartolomeo Tizioni o (GianiBart. Biccioni) invita a se in castello Luca de'Mirez, Domenico de Orso e Alessando Francol sotto pena di mille ducati e del bando dallo stato.-16. 22. 1539. — Giacomo di Giovanni Bertosio, procuratore di ser Franc. Bratti, giustinopolitano, chiede al vescovo Pietro de' Bonomo la reinvestitura di alcuni feudi in Castelli presso San Servolo, e in Ocisla in Carso presso San Pietro di Madras, ora Clanez. - 16. 23. 1450. — (Assisi). Papa Nicolò V trasferisce il ve- scovo Silvio Enea Piccolomini dalla sede di Trieste a quella di Siena, sua patria.-27,1,406. 23. 1517. — Ordine letto ai Cicci ed ai Morlacchi di uscire entro cinque giorni dal territorio triestino, ove non possedessero dei beni immobili. - 6. 24. 1221. — Il vescovo Corrado Boiani della Pertica di Cividale prende sotto la sua protezione 1" ospedale eretto presso la città di Trieste da certo Cazelo. - 3, Vili, 689. 24. 1525. — Si proibisce ai cittadini di uscire dal territorio in riflesso che in Corgnale, sui Carsi ed al molino di Risano s'era sviluppata la peste - 10. 24. 1838. — Si dà principio alla demolizione della torre così detta del Porto. - 8. 25. 1306. — Marino Badoer, podestà di Trieste, accusa d'aver ricevuto 600 staia di frumento li 12 dello scorso agosto per conto del comune, il qual frumento era mandato da Marco Marcello con la barca di Margarito Spalatino. - 28,91.b 25. 1327. — (Avignone). Papa Giovanni XXII trasferisce frà Guglielmo Franchi dei Minori di S. Francesco dalla cattedra di Sagona in Corsica a quella di Trieste. - 27,1,164, - e 3, XVI, 396. 25. 1715. — Il comune assolda per anni cinque qual medico della città il dottor Sguario in luogo del dottor Benzich, e gli assegna ducati 390 all'anno - 8. 26. 1514. — Tregua conchiusa in Trieste con i Comuni di Muggia, di Capodistria, d'Isola e di Pirano con la quale si obbligano vicendevoimente a tutelare il libero commercio, a punire i ladri e ad avvertirsi ove scambievolmente l'imperatore o la Signoria di Venezia intendessero d' invadere il territorio delle parti contraenti. - 5. 26. 1776. — Papa Clemente XIII conferma Aldrago Antonio de' Piccardi, nobile triestino e canonico-decano della cattedrale, a vescovo di Pedena. - 23, V, 301. 27. 1422. — Il comune riconferma per due anni in rettore delle civiche scuole ser Federico ' da Padova, il quale si obbliga di provvedere d'un correpetitore i ragazzi, purché gli si accordi la solita abitazione, l'annuo stipendio di ducati 50 d'oro ed il salario degli studenti. - 13, 37." 28. 1303. — 11 comuue d'Umago delega Valesio del fu Purili e Pellegrino per rinnovare col vescovo di Trieste, Eodolfo Pedrazzani, i patti stabiliti col di lui predecessore Brissa de' Toppo. - 1, II, 12. Y 28. 1421. — Il maggior consiglio accorda a Ianexio mastroferraio per anni due una casa da lui abitata e 40 lire annue di piccoli, col patto di mantenere iu tutto punto il civico orologio, stando però a carico del comune le corde necessarie. - 13, 34.1 29. 1299. — Brissa de' Toppo, vescovo di Trieste, pronuncia sentenza contro il castello di Umago che gli andava debitore di 27 staia di frumento. - 4. 29. 1418. — Il maggior consiglio proibisce ai cittadini d'assentarsi dalla citta e suo territorio per arruolarsi alla milizia senza la debita licenza, e ciò sotto la penale di cento ducati. - 13, 19b. 29. 1512. — Il podestà e capitano di Capodistria muove lagnanze al comune di Trieste, perchè alcuni de' suoi dipendenti di questo osarono durante la tregua fermare alcuni giustinopo-litani e predare loro il grano che dalla Carniola ; portavano in patria. - 5. 30 1291. — Il maggior consiglio manda a Treviso I Matteo Baiardi e Zofredo de Aurelia, muniti di pieni poteri, per trattare e conchiudere la la pace con Venezia. - 18, XIV, 360. 30. 1382. — Il maggior consiglio accorda amnistia a tutti i cittadini, mandati al bando in vita, condannati nella persona o nelle robe. 31, 24.a 30. 1509. — Il duca di Brunswick proibisce al civico consiglio d'ingerirsi nelle cose degli Ebrei, come voleva l'agente del vicedomino, che intendeva véndere a profitto del comune i pegni ch'erano presso gli Ebrei. - 5. BACHICOLTURA Educazione autunnale dei filugelli L'educazione autunnale dei bachi non ha nulla d'impossibile, sebbene non si veda il vantaggio di preferirla a quella del fin d'estate, la quale è più probabile, e verrebbe anche provata da una esperienza fatta già a Milano, con buonissimo esito, da un ricco proprietario^competentissimo in materia, e con cartoni conservati fino a luglio colla macchiua frigorifera Orlandi, cartoni che schiusero bene, dando bozzoli compitissimi. Tutto ciò che diciamo lascia intatta la questione rispetto ai vantaggi noverati nella nota dei signori Bolmida di Yokohama *), salvo l'anticipare la educazione di qualche poco, per non incorrere nell'inconveniente di una foglia troppo dura e delle fredde pioggie autunnali, le quali sono forse più da temersi dei caldi dell'ultimo periodo dell'estate, mentre la conservazione dei cartoni è assai più sicura. In quanto poi ai gelsi, lasciamo da parte la questione del danno di una seconda sfrondatura, la quale ha un incontrastabile valore fisiologico, ma forse non economico; perchè il gelso è pianta che deve servire ad uu fine industriale. Sfrondando tardi, ci riduciamo a raccoglierne sempre meno gli anni appresso: ma questo danno e il deperimento stesso del gelso nou sarebbero forse compensati da uua seconda raccolta di bozzoli ? Vero è che un tale esperimento non racchiude un'idea nuova. Infatti la notabile casa francese Maynard, per alcuni anni (ci sembra dal 1859 al 1861), fece un commercio su vasta scala di seme bachi disposto per gli allevamenti autunnali, conservandolo in casse appositamente costruite e calate appositamente in ghiacciajè, non esistendo iu allora stabilimenti frigoriferi, come quello Susani in Lombardia, e non essendosi ancora affacciata l'idea di prevalersi dell'ibernazione montana: mezzi che acquisterebbero ancor maggiore importanza, se potesse attecchire l'idea dei signori Bolmida. Tale idea implica un fatto che, verificato a dovere, ci darebbe certamente il vantaggio di procrastinare la laboriosa faccenda dell'educazione di parte dei filugelli in epoca non tanto imbarazzante per le altre faccende campestri, come il sistema attuale dell'educazione primaverile. Concludiamo, che l'esperimento è bene sia fatto di nuovo, attendendo bensì anche noi che i risultati abbiano a rassodare le speranze ccncspftBrtfìif proponenti, e dietro questi darci motivo di più esplicite asserzioni, senza le riserve che per oggi non dobbiamo dissimulare, trattandosi di un esperimento pieno, a priori, di gravi dubbiezze, che qui non è il luogo di svolgere. X. *) INVITO Al BACHICULTORI EDUCAZIONI AUTUNNALI DI CARTONI SEME BACHI Giapponesi Da qualche anno s'è dato principio al Giappone, ad educazioni autunnali con seme annuale espressamente ibernato. 11 sig. Otaka, ufficiale del dipartimento d'Agricoltura e Commercio e Direttore della Filatura Imperiale Giapponese, ne fece l'esperimento su assai vasta scala e con abbastanza buon esito da raccogliere bozzoli bastanti per produrre 170 balle di seta d' ottima qualità. Con simile esempio sotto gli occhi e considerato il vantaggio incalcolabile che ne risulterebbe per la nostra agricoltura, introducendo uu raccolto autunnale in Italia, mi decisi di tentare un esperimento anche da noi, contando sulla coopcrazione dei sig. Bachicoltori. A questo scopo l'inverno scorso, tosto che giunsero i Cartoni, ne mandai una quantità in sito altissimo del Mon' Cenisio, ove la temperatura si mantiene costantemente fredda e da prove teste fatte, essi nascono assai bene e i bachi presentansi vispi e sani, ciò che indica la buona conservazione. Messi all'incubazione duraute questo mese od anche iu principio di Settembre, la temperatura sarà quasi più propizia che in primavera, perchè andiamo gradualmente incontro a giornate più fresche invece d'aver a temere i soffochi; col fresco il baco si nutrisce meglio e forma il bozzolo più consistente. La foglia essendo piuttosto dura, occorrerà nei primi stadi usare speciali cure nel coglierla sia per procurasi la più tenera, sia per non pregiudicare la rendita del gelso nella successiva primavera; come converrà aver cura di darla tagliata fina. Il Settembre poi la foglia avrà fluito di crescere ed allora non porterà più danno a coglierla come d'uso, tant'è vero che in molte località sfrondano allora i gelsi per dare la foglia alle bestie. Ho buona fiducia che apportandovi le volute cure se ne avrà dei buoni risultati, tuttavia non esigo compenso che ad opera finita. Spero perciò di trovarmi coadiuvato largamente iu questa prova dai sig. Bachicultori« che mentre arrischiano ben poca cosa, giacché nell'autunno la foglia non ha prezzo e la mano d'opera non è scarsa, è possibile che ne traggano discreto utile e contribuiscano a procurare una nuova risorsa all'agricoltura. g. Bolmida di Yokohama. Milano, Via Lauro 6, — Torino, Corso Principe Amedeo, 5. Scuole serali per gli adulti Sotto questo titolo l'Unione del 9 corrente pubblica un assennato articolo sull'opportunità d' introdurre anche in provincia cotesto nuovo e valido mezzo di educazione popolare. Il nostro periodico espresse altra volta il suo parere in proposito e ne caldeggiò la proficua istituzione. Diceva allora, se ben ci rammentiamo, che tutti quelli che non hanno imparato prima, hanno sacro dovere d'imparare poi; che quello che non si fece da fanciulli, si dee fare da adulti ; poiché ciò che una volta sarebbe stato agevolato per la pieghevolezza della mente, dee venir agevolato dalla maggior voglia e dalla maturità della vita. Proseguiva poi : „ Vergogna somma per un padre e una madre avere un figlio alla milizia (e quanti, pur troppo, non ce ne sono in oggi?) lontano da casa, e non sapergli scrivere un rigo e non saper leggere s'egli scrive, e per 'tutto dover supplicare una persona, se occorre, mercenaria ! Nelle relazioni d'interesse poi, e ne' contratti con quello sgorbio per nome e cognome, cui si dà l'appellativo di croce; ciò non ostante col timore nell'anima d'essere gabbati; o dover ricorrere ad un terzo, e sempre cogli stessi timori d'inganno e di trufferia!, Noi ora riproduciamo il beli' articolo dell' Unione, colla ferma lusinga che la nobilissima proposta, troverà un'eco generosa nel cuore degli egregi patriotti istriani: Nella nostra provincia, che pure in fatto di civiltà a poche consorelle è inferiore, e di molte emula, non si pensò ancora d'introdurre le scuole serali per gli adulti, quantunque la loro istituzione sia oltre ogni dire pratica e quantunque meschina sia la spesa occorrente, poca e piacevole la fatica. Quale la causa? Per rintracciarla bisogna salire le ! scale delle podesterie: là, dove siedono periodicamente lo assemblee cittadine, chiamate non solo a provvedere all'azienda economica, ma anco a tutelare, per quanto è possibile la vita intellettuale e a darle incremento con felici iniziative; là, ove in permanenza funziona il gruppo di cittadini che si chiama "deputazione comunale»; là fanno difetto quel perspicace criterio e quella savia antiveggenza che dovrebbero persuadere quanto utili anzi quanto necessarie sieno (e specialmente nelle condizioni nostre) simili scuole, ed infervorare gli operosi ad introdurlo. Si ritengono generalmente sufficienti gli Asili d' Infanzia, i conservatoli'! privati, e le scuole popolari; ma dagli uni, anche se corrispondenti, il popolano esce ancora bambino per rientrare in seno alla rozza famiglia, per trastullarsi sulla pubblica via con compagni tristi, e quindi perdere in breve tempo tutto quel poco di buono che aveva acquistato ; e nelle scuole popolari quanti sono quelli che ritraggono certo profitto? Pochi assai: infatti l'essere numerosi; l'istintiva contrarietà allo stare rinchiusi e seduti per lunghe ore (mentre la natura li chiamerebbe al sole, all'aria, all'acqua); la fanciullesca spensieratezza fomentata dal non celato disgusto dei genitori che li vorrebbero seco al lavoro appena grandicelli : sono tutte circostanze che cospi^ rano a rendere in generale inefficaci le fatiche dei maestri ed a lasciare quasi analfabeti gli scolari. Tali essi crescono, e per di più ineducati ; e, fatti adulti, rarissimi sono quelli che abbiano l'opportunità di avvicinare con dimestichezza le persone colte; bazzicano bensì colle agiate, ma solo per riceverò comandi, rimbrotti, e per versare il denaro degli affitti e dei censi; ma un contatto a loro simpatico, a tutti utile, relazioni amichevoli, geniali, colle quali oltre che a rispettare s'abituino a voler bene, a provare un certo affetto, pur troppo uon esistono. Si tratterebbe, per conseguenza, di approfittare del loro riposo dnrante le lunghe sere (scemando ad essi di poco l'ozio, spesso dannoso, delle radunate dal pizzicagnolo e dal tabaccaio), e per una sola oretta chiamarli a ritrovo ed insegnare loro con metodi piani e con diletto accortemente intrammezzato, secondo lo sviluppo e la coltura, a chi leggere e scrivere, a chi conteggio, a chi un po' di storia e geografia, fornendo poi a tutti fondamenti di morale, contezza del perchè e del come delle pubbliche istituzioni e dei pubblici uffici, e rispondendo alle varie domande che, nel tempo stabilito, fioccherebbero. Si tratterebbe insomma di adoperarsi ad istruire ed educare i genitori, affinchè colla parola insana e coll'esempio malvagio non distruggano nei figli l'edificio che con tanti sacrificii si va erigendo; si tratterebbe (egoismo lecito perchè utile) di poter godere anche noi, prima dei posteri, ed almeno in parte, i vantaggi delle benefiche innovazioni, che adesso largo impulso ricevono dalla scintilla del progresso che scatta sopra ogni terra civile. Spesso ci corrono sulle labbra amare parole diretto al nostro popolo, perchè è rozzo, perchè è protervo, perchè nutre animosità versole persone agiate e colte; e talvolta vediamo infatti una turba inconscia di zotici farsi bandiera di una città, e per poco nou giungere ad infamare con atti quando selvaggi e quando ridicoli (e sempre basi di chiassose conclusioni a di lei vilipendio) quel nome, che abnegazioni, fatiche, denari e solenni sacrifici serbarono ognora immacolato. Ma per equità il biasimo dovrebbe ricadere non sul popolo ignaro di quello che fa, e per lo più docile strumento di irosi o fanatici, ma su chi neglige perfino le più facili occasioni di educarlo. Agli oppugnatori che, come a tutte le più nobili le, più sante istituzioni, anche a questa non mancheranno, e che, probabilmente (alcuni per fallace opinione, altri per simulata a meta non buona) si faranno a screditarla, a giudicarla inefficace, argomentando che pochi sarebbero i volonterosi, tanto scolari quanto maestri, e che quindi non pari alla fatica sarebbe il successo — rispondiamo essere dovere il tentare e colpa grave il masche- vare l'indolenza con profezie infondate ; che qualora la scuola avvenga con sistemi opportuni (tra i quali, a nostro avviso, primeggia quello di insegnare col dialetto e non colla lingua, perchè pochissimo di lingua il popolano apprende e molto invece essa gli difficulta la comprensione) non può non recare i frutti desiderati; che e poca e, come abbiamo detto, piacevole è la fatica, specialmente nei luoghi fortunati ove il contingeute degli insegnanti può essere numeroso e zelante del pubblico bene; che Inutilità della scuola sarà sempre maggiore quanto più saranno i locali d'istruzione. Condizioni poi importanti per l'effettuamento sono che gì' insegnanti si prestino gratuitamente a compiere la nobile missione, per non difficultarla od impedirla in via indiretta coli'aggravare il civico erario; che questi, ed i sorveglianti nominati dal Muuicipio, sieno persone alla buona, senza frascherie ; che nella scuola si accetti qualunque adulto senza far caso dell'età. Alle podesterie dunque, che sono i centri della vita cittadina, V iniziare l'utile, la necessaria, l'urgente istituzione: a tutti i buoni cittadini il sostenerla colla parola e coli'opera. Se vogliamo che la giovane generazione popolana cresca secondo le sagge norme dei sistemi moderni, educhiamo i genitori, educhiamo i parenti adulti. Giudizii di Mommsen sulle ANTICHITÀ DI A.QUIXj E J A. L'illustre Teodoro Mommsen, che investiga per ogni guisa le antichità d'Italia, corredandole di pellegrine illustrazioni e di giudizii nuovi, pubblicò nel Bullettino dell'Istituto di Corrispondenza archeologica, che si stampa in Roma, un articolo critico sulle Antiche lapidi di Aquileja, raccolte dal Dottor Carlo G-regorutti ; interessante argomento sul quale si trattenne altra volta La Provincia, e specialmente allorché si pubblicava nella Gazzetta di Venezia una dotta lettera di un nostro comprovinciale, del Cavaliere Tomaso Luciani, diretta al sullodato Mommsen. Noi siamo certi di far cosa gradita ai lettori, ristampando l'articolo del Bullettino suaccennato. Eccolo : "Per la storia antica non vi ha in tutta l'Italia superiore città più interessante di Aquileja. Qui fu la culla della civiltà romana; la fondazione di Aquileja, posteriore di poco alla guerra annibalica, a ragione si può chiamare il primo passo verso la realizzazione del grande progetto che dava alla razza latina, alla terra Italiana, già comprese fra il mare e l'Appennino, poi estese fino al Po, la frontiera delle Alpi. Per lungo tempo Aquileja rimase quasi isola di civiltà latina nello vaste e fertili contrade al di là del Po, dominando già di buon' ora col suo commercio l'Adriatico ; e quando poi queste furono tutte acquistate alla razza latina, ad Aquileja era destinata la sorte di divenire ciò che forse una volta furono le città greche ed e-trusche sull'imboccatura del Po, e che nei tempi posteriori furono Venezia e Trieste, dico il grande emporio dell'Adriatico. La sua caduta è contemporanea a quella dell'impero romano istesso; quando finì Aquileja, sorse Venezia. Ora, piccolo villaggio di terraferma, serba però, o piuttosto appunto perchè la fabbricazione posteriore vi è stata meno devastatrice che nei centri stabili, nel suo seno gli avanzi d'un primato commerciale ed intellettuale durato più di sette secoli. Aggiungerò una scoperta recentemente fatta per dimostrare come sia vero che le iscrizioni dell'epoca repubblicana nella Traspadana appartengono quasi e-sclusivamente ad Aquileja. Tra le pochissime scoperte altrove, forse la più antica era la dedicazione DIOVEI riportata nel C.I.L.I. n. 1435, voL V, 2799. Che fosse ' padovana sembrava fuori di contesa, trovandosi essa nel cimitero d'un villaggio poco discosto, detto Peraga. Ora però negli ultimi scavi d'Aquileja (come mi scrive il Gregorutti e secondo le sue lettere ho pubblicato nel vol. V p. 1073, 1095) scappa fuori da uno dei torrioni delle mura fra gli avanzi di un tempio assai antico l'identica iscrizione in un'identica colonnetta scanelata, emendando pure il testo, l'esemplare di Peraga essendo monco, in questa guisa: TAMPIA-L-F DIOVEI- Come sia avvenuto, che una colonna delle rovine di Aquileja sia stata trasportata in un cimitero di villaggio presso Padova, non Io capisco; ma fatto sta, che Padova ha da cedere la più antica delle sue lapidi ad Aquileja. Però questi avanzi non hanno giovato agli studii storici ed archeologici, quanto sarebbe stato possibile, anzi necessario. Il piccolo muuicipio non reggeva nè regge oggi all' antica grandezza ; è facile quasi più che | in ogni altro sito il formarsi ivi un Museo, ma quelle Muse tutelari che per questo si richiedono, hanno scelto altra residenza. Non voglio rifar qui la storia lunga^e ■ trista delle raccolte e degli scavi aquilejesi, ma credo ] un dovere annunziare ai lettori del Bullettino, i quali : forse non tutti lo sapranno, che ora cominciano, se i non ci_ lusinghiamo di vane speranze, tempi migliori per gli avanzi dell'antica città. Il Governo austriaco, che anche nei tempi passati non ha trascurato il dovere impostogli per l'ineguaglianza fra l'antico e l'odierno stato di Aquileja, ha ripreso recentemente gli scavi, e vi è buona speranza che saranno continuati con per- f severanza e successo. Ma oltre di ciò è surto filialmente un successore al Bertoli, un uomo capace ed appassionato, residente sul posto e raccoglitore, il quale, girando, copiando, acquistando, salva quello che l'antica barbarie ha risparmiato, dalla moderna, e che testé ha cominciato a far di pubblica ragione il frutto di tanti anni di pazienti indagini. E questo l'avvocato triestino, sig. Carlo Gregorutti, che nella sua villa a Passeriano, paesetto prossimo ad Aquileja, ha formato un bel Museo aquilejese, del quale ora ha pubblicato un bel volume di trecento pagine tutte quelle lapidi scritte che non si trovavano nella raccolta delle iscrizioni aquilejesi stampata nel 1872 nella prima parte del vol. V. del Corpus Inscriptionum Latinarum. L'editore di questo, forse, potrà essere accusato di parzialità, quando si fa a render ragione di un libro inspirato in primo luogo dal pensiero, altrettanto gentile quanto, direi quasi, patriotico, che tanti egregi monumenti non dovevano mancare nel C.I L., e che perciò si avevano da pubblicale in tempo e modo che fosse possibile farne entrare il contenuto, almeno nella seconda parte del suddetto V volume. Ma egli è di parere, che questa ragione non debba farlo ammutolire; è un servizio, come tanti altri, reso non alla persona, ma allo scopo dell'opera, e se egli più di altri ne sente l'importanza, non è da temere cbe nou gli si associi di buon cuore chiunque ama la scienza e la bella divisa, che pur è nostra: viribus unitis. __(Continua) Togliamo dalla „ Perseveranza" la seguente desri-zione di questo celebre nostro golfo, fatta dall'egregio Dottore C. Cornetta di Milano, che non ha guari onorò di sua visita le principali città dell'Istria, e che le descrisse in parecchi numeri del succitato giornale: Usciti del Golfo e Canale di Pola i piroscafi driz-zan la prora verso il sud ; voltano la punta estrema meridionale della penisola istriana detta del Promontorio, e piegando tosto a nord - est entrano nel temuto Golfo del Quarnero, temuto dai naviganti per le terribili burrasche che le correnti dei venti vi producono, sbattendo facilmente le navi o sulle coste rocciose occidentali della lunga isola di Cherso. Frastagliate assai sono le spiaggie, che navigando non si perdono mai di vista; vestite, quelle di terraferma, da vegetazione arborea abbastanza rigogliosa fino ad un terzo dei monti che poi si fanno nudi e brulli; quelle delle isole, meno elevate, aride e spoglie d'alberi d'alto fusto. Si passa la punta Merlerà poi quella di Ubas, che contermina lo stretto e profondo seno ove ha foce l'Arsa, uno dei corsi d' acqua più ricchi dell'Istria. Pochi sono prima i villaggi che popolano codeste sponde ; ma via via che si va avanzando nel golfo, si fanno più spessi; primo trovi Santa Lucia, poi Babaz che serve di scalo alla grossa borgata di Albona, che sta in alto, nascosta fra i monti, poi Fianona, indi Berses che dà nome al lago vicino ; Moschicnissa, Lovrana, Ica e Volosca, tutti villaggi e borgate pittoreschi quant' altri mai, o nascosti in ombrosi seni, o sorgenti su verdi poggi, o pendenti sulla china dei monti tutti verdeggianti. E a mezzo della china stessa vedesi correre una retta linea che taglia boschi, campi uliveti: è la ferrovia che viene da Trieste e si dirige a Fiume. Su queste spiaggie la popolazione è alquanto mista, e tu trovi alternati un villaggio slavo da una borgata italiana, di cui la desinenza stessa dei nomi indicano le origini; l'elemento italiano però vi predomina assai. Siamo così arrivati nel Golfo del Quarnero. Qui vengono a bagnarsi in mare le estreme propaggini delle Alpi Giulie, e del Monte Maggiore, uno de' suoi ultimi e colossali contraforti. L'ampio golfo del Quarnero racchiude le tre graudi i;sole di Cherso, di Veglia e di Lussino, popolate tutte da gente svegliata, abile na-i vigatrice, dedita ai commerci e alla pesca. Trovansi in esse, oltre a molti villaggi, le piccole città e borgate di Veglia, Cherso, Ossero, Lussingrande e Lussinpicco-lo, tutti attivi scali di commercio. Queste isole, insieme a varie altre minori, quali Pervincbio, Unie, Arinello, ecc. appartengono all'Istria; mentre le vicine di Arbe, Pago, Albo, Selve, ecc. poste ad oriente di esse nello stesso golfo, appartengono alla più vicina Dalmazia. && I@im ©i mmm© Dalla Descrizione geognostica del Margraviato dell' Istria, opera recente dell'egregio professore Torquato D.r Taramelli, che abbiamo annunciato nel N°. 1 agosto decorso, togliamo il seguente cenno della rinomata caverna di Pisiuo (Foiba fovea), la quale forma uno de' più singolari accidenti oro-idrografici della nostra penisola : È un baratro a perpendicolo, sul cui ciglio calcare leggermente inclinato verso sud-est sorge la città di Pisino. È profondo 128m- e si svasa ad est, nella valle del torrente; è anche inciso verso nord est da una valletta secondaria, parimenti originata nella formazione marnosa. La bizzarra posizione dei massi sporgenti dalle pareti rocciose e dei cespugli, le muscose sinuosità, in cui si annidano centinaja di colombi, il contrasto colla dolce movenza dei colli cbe si stendono a nord, il dimoio grazioso delle case ed il castello, che torreggiano proprio sull'orlo della spelonca, danno a questo quadro i più magici tocchi di un fantastico paesaggio. Come fenomeno di erosione per opera di un torrentello normalmente umilissimo, è sublime. Sarebbe inconcepibile qualora a mezza altezza delle pareti calcari non si osservassero sui margini la ancor fresche fanghiglie, che il torrente depone quando turgido di acque melmose, si aggira vorticoso ed impaziente di subissarsi nella sotterranea cavità; e per questa erosione anziché della intensità della causa, non si avesse una misura della lunghezza de' secoli, ne' quali questa causa ha operato. E notisi che questo escavo fu l'ultimo episodio di un lavorìo di erosione ancora più vasto. Imperocché la valle del Fiume Foiba si continua orograficamente, per un solco trasversale, colla valle di Vermo e quindi colla Draga di Corridico, col canale di Leme e col seno di mare, che questo canale corrisponde. La Foiba di Pisino rappresenta, a mio modo di vedere, la misura della differenza tra la erodibilità delle rocce arenaceo - marnose della regione mediana e la erodibilità assai minore dei calcari, che si estendono nell'Istria occidentale. NOTIZIE In esito al dibattimento, tenutosi a Lubiana nei giorni 7 ed 8 del corrente, dinanzi quella Corte d'Assise, vennero gli arrestati signori Felice Bennati di Pirano, e Luigi Quarantotto di Rovigno, assolti dall' accusa per crimine di alto tradimento, e posti a piede libero. Una cordialissima stretta di mano agli egregi nostri comprovinciali! Anche i tre giovani Binder, Meneghini e Rez-zini, domiciliati a Trieste, furono accusati dello stesso crimine, e deferiti ugualmente alla Corte d'Assise di Lubiana; ma letto 1' atto d'accusa, fu aggiornato, dietro domanda del Procuratore di Stato, lo svolgimento del processo ad altra Sessione, per assumere ad audizione nuovi testimonii. _ Leggiamo nell' Indipendente del 12 m. in corso : "Come ben sanno i nostri lettori, il reggimento Weber, 22, il quale si compone nella sua grande maggioranza di triestini, istriani e goriziani, ha dovuto subire gravi perdite nell'attacco di |Banjaluka, che ebbe luogo per parte degl'insorti il dì 14 dello scorso agosto. Oltrecchè tra i morti, Trieste e le provincie consorelle contano parecchi dei loro figli, anche tra i numerosi feriti di quel reggimento, che ora per la maggior parte sono degenti negli Ospitali di Vienna e di Pest. Sarebbe stato invece desiderabile cbe quegli sventurati, anzicchè essere trasportati sin là, fossero stati diretti all'Ospedale Militare della nostra città, ove, più prossimi ai loro cari, avrebbero potuto gioire d'una loro visita e della loro amorevole sorveglianza. Ognuno che ha cuore in petto può facilmente comprendere di quanto sollievo debbano riuscire ad un povero ferito, le cure di una madre, la visita di un parente, le attenzioni ed i conforti degli amici e il dolce suono del natio idioma. Si è perciò che ci permettiamo di esprimere il desiderio che, ove quel reggimento dovesse subire nuove perdite, gli ammalati e feriti triestini (nonché quelli delle più prossime provincie, N. d. U.) venissero a preferenza trasportati fra noi, ove saranno circondati indubbiamente di quelle cure, che altrove indarno potrebbero attendersi.„ Allo stesso giornale scrivono dall'Istria: Mi permetto alcune parole a rettifica dell'articolo Terra promessa, inserito nel pregiato di lei giornale, sotto la rubrica «Gazzettino di Città". Può darsi che qualche distretto dell'Istria, più favorito dai tempi, offrirà un raccolto tale da poter stare allegri; si accerti però che buona parte della provincia nostra e specialmente il distretto politico di Pisino potrà fare tutt'altro che baldoria. Il raccolto delle biade fu scarso quanto mai, quello dei legumi fallì quasi del tutto; l'uva, sul principio, anzi sino ai primi di agosto, bella e sana, quantunque più volte solforata, ammalò in proporzione incredibile in causa delle continue pioggie degli ultimi di luglio e della prima metà d'agosto; (nel distretto di Capodistria venne colpita in diversi siti dalla tempesta N. d, R.). Dunque? Vi sarà un discreto raccolto di formentone, ecco tutto ! Non le mando questa rettifica ad altro fine se non per porre in chiara luce le cose, e affinchè l'autorità finanziaria, solleticata dalla più che rosea di lei narrazione, non avesse ad impietosirsi verso gli abitanti di questa terra, tutt'altro che promessa. Pedena, nel settembre. G. Br. Parecchi giovani triestini ed istriani, dopo aver compiuti nel corrente anno scolastico i loro studii nel Ginnasio comunale di Trieste, hanno fatto domanda di essere ammessi nell' Università di Roma, come studenti dei varii corsi che ciascuno di essi ha indicato. I lavori ferroviarii da Chiusaforte a Pontebba sono assai progrediti; non mancano che i due ponti: l'uno presso Dogna, l'altro presso Pietratagliata. È ormai sicuro che nell'estate del 1879 il vapore trasporterà i viaggiatori al confine. Il tronco da Tarvis a Pontafel, lungo 23 chilometri, è finito, e la linea è quasi per intero provveduta delle rotaje. Sul territorio austriaco si sta edificando una grandiosa stazione, per la quale la spesa ascenderà a non meno di due milioni di franchi; e siccome l'opera viene alacremente condotta, è intenzione dell'Austria di presentare un fatto compiuto in modo che la stazione di Pontafel sia decretata internazionale. — Neil' anno venturo dunque seguirà una nuova congiunzione delle ferrovie italiane a quelle austriache, ed un altro valico sarà aperto al commercio d'Italia. La Commissione amministratrice del fondo sussidii per gli italiani bisognosi presso l'i. r. Università di Graz, ci favorì il Resoconto del decorso anno scolastico 1877-78, nel quale figurano da una parte gl'incassi derivati da obligazioni private e dall'interesse dei capitali, dall'altra le sovvenzioni conferite mensilmente a coloro che a lei con supplica si rivolsero. Durante questo periodo furono incassati i seguenti importi : Dall'Inclito Municipio di Trieste f. 200, dai Signori N. N. f. 20, Francesco Kunz f. 5, Vincenzo Puschi f. 5, Antonio Sebastianutti f. 5, Mass. D.r d'Angeli f. 10, Augusto Rascovich f. 5, Tancredi Avv. D.r Raicich f. 10, Lorenzo Pelarin f. 3, Giac. Cav. de Eisner f. 10, Carlo Girardelli f. 10, Rosario Currò juu. f. 10, Moisè D.r Luzzatto f. 3, Antonio Tocco f. 3, Avv. D.r Toniceli! f. 10, Girolamo D.r Vidacovich f. 5, Giov. B. Cav. de Preschern f. 10. Dalla Società filarmonico-drammatica in Gorizia f. 45.72, dall'Inclito Municipio di Albona f. 20, da alcuni cittadini di Albona f. 30; assieme f. 419,72, ai quali aggiungendosi gl'interessi di capitali in f. 81,90 ed il ricavato dell'incasso di due coupons del valore di f. 7,50 in argento, per cadauno f. 15,45, risulta l'entrata complessiva prò 1877-78 di f. 517.13. Furono poi conferite, dall'ottobre 77 a tutto luglio 78, 41 sovvenzioni nel complessivo importo di f. 442, ai quali aggiungendovi le spese di stampa, scorta e cancelleria con f. 11,69, risulta una uscita nell'anno 1877 e 1878 di f. 454,11 e con un civanzo cassa di f. 63,02, che unito al precedente saldo di f. 1592, forma un capitale complessivo di f. 1555,52, somma depositata a censo presso la cassa di risparmio di Graz, mentre il relativo libretto nonché la obbligazione della ferrovia Czernovitz-Jassy N. 17930 (int. etf. 5 p. c.) del valore nominale di f. 300, sono depositati piesso la questura dell' Università. Il dì 29 dello scorso mese, venne inaugurato il monumento a Dall'Ongaro. Questa cerimonia riuscì commoventissima. Vi assistevano il Ministro dell' I-struzione pubblica, parecchie autorità e letterati. Vennero pronunciati varii discorsi, tra altri dello stesso Ministro. Leggesi nel Diritto, che la .Ristori torma a calcare le scene. Eli'ha già formata una compagnia e partirà tra breve per Parigi dove darà un corso di rappresentazioni. Cose locali Il Municipio ricevette in dono da alcuni nostri concittadini il busto del compianto Avvocato Antonio Dottor Madonizza, eseguito dallo scultore Andrea Favento. L'apertura di questo ginnasio avrà luogo il 1 ottobre alle ore 10 ant.. L'iscrizione priucipierà il giorno 27 del corr. e continuerà fino a quello dell'apertura, dalle 10 alle 1 pom. Gli studenti che volessero aspirare all' esenzione della tassa od al sussidio del Fondo di beneficenza dovranno presentarsi alla Direzione Ginnasiale colla relativa fede di povertà. NECROLOGIA DOTT. G. VIEZZ0LI Un valentuomo ed un sventurato di meno sulla terra, esclamò di certo cfrn me, all'annunzio della sua morte, chiunque abbia conosciuto davvicino quest'uomo probo, questo cittadino di fermi principi, questo medico dotto e giudiziosissimo. E sventurato fu egli davvero, perciocché i buoni ed i valenti raro è che noi siano ; ma infelice non fu ; perchè infelicità non può essere "sotto l'usbergo del sentirsi puro,„ in chi sa e vuole tenersi molto al di sopra di ogni morale de- gradazione. E questo seppe e volle sempre il Dottor Viezzoli nella incontaminata sua vita, la quale pareva dover andare al di là del termine cui giunse; ed ebbe, invece, nella morte del suo Eugenio, una scossa, a cui l'animo virtuoso potè bensì reggere apparentemente, ma non la dilicata complessione, che d'allora in poi venne progressivamente decadendo. Chi ha toccato di queste ferite, sa com'elle riapronsi e rincrudeliscono ad ogni sopravvenienza di sciagure. Esercitò nobilmente la sua nobile professione in questa città, dove si trasferì giovanissimo dalla natia Pirano, e fu tra i seguaci e gli ajuti del Dottor Gobbi, che tenevalo iu gran pregio; e di questa città fu consigliere municipale, savio e coraggioso ; sostenne officio di medico per più che 40 anni nella civica casa dei poveri, ed ebbe la soddisfazione di serbarla illesa dal morbo indiano in tutte le invasioni ch'esso fece tra noi; e del resto non cercò altri incarchi, tutto intento alla famiglia ed a studiare, versatissimo com'era, oltrecchè nelle scienze mediche, in quattro letterature, tra le quali gli era carissima ed alla mano, come a pochi, quella del Lazio, chiave massima perchè madre della italiana, che naturalmente aveva tutto il suo amore. Trieste e l'Istria bau dunque fatto nella morte del Dottor Viezzoli, una perdita gravissima, dolorosissima fece la valorosa donna, la quale gli fu moglie devota fino all'estremo, nè si consolerà mai dal uou trovarsi più allato uu così fido, un così tenero, un così rispettabile amico per quanto nel suo fratello, il Cavaliere Achille Carcassonue, eli' abbia sempre avuto, ed ora più che mai, uu secondo padre de' propri figliuoli. Benedica Dio a quell'egregio; ed a questi ed alla loro madre largisca i tesori della pace e della speranza, che sono uua cosa con quelli della Fede. Trieste, nell'agosto 1878. A. Cavalieri. COMMEMORAZIONE Il giorno 3 del corrente si compiva l'anno dacché ebbe a mancare la cara esistenza del Dottor Cristoforo de Belli. Interpreti del sentimento di quanti lo conobbero, rammemoriamo la triste data, con dolore, ricordando le bellissime doti che fregiavano il nostro benemerito concittadino. La Bed. Appunti Bibliografici Gli Zingani in Italia ii I CULTORI lo dico seguitando, che molti sono i cultori di quest'arte zingaresca e che a voler dire di tutti si dovrebbero recitare le letàne. E poiché in questo nostro cantuccio le acque scendono limpide e fresche dalla Vena e dal Monte Maggiore, coi loro canali freddi e molli, senza impaludare nelle lame e nelle gore, così penso di tenermi breve per non aver l'aria di mettere in mostra cotesti messeri. Prima di tutto si ha a dire che con molte variazioni i temi delle suonate o stuonate sono due: ateismo e glorificazione della materia. Il primo è il tema prediletto dei poeti, l'altro dei romanzieri e di qualche giornalista. Non già che i prosatori non si atteggino anche essi a Capaneo, e non diano al bisogno agli altri una mano ; ma in generale i poeti, gente ardita, tutta fuoco si sono presi l'incarico di buttar giù Giove dal trono, mentre gli altri più positivi lavorano ad inaugurare il santo regno e la semplice e nuda religione della natura. Tra i primi non mi so decidere di annoverare il Carducci, C' è ne' suoi versi potenza d'ingegno, inspirazione, e anzitutto un'arte così fina e classica che lo innalza sopra tutti gl'imitatori e gli ultimi zingani che con le più scordate cornamuse intuunano la furfantina, e coprono le classiche armonie della lira del maestro. Gioverà però rammentare che i metri delle Odi Bar-lare, e quell'altra bella invenzione di sopprimere le majuscole al principio d'ogni verso le sono novità con tanto di pelo. Sono stranezze già tentate nel secolo di Leone X da Claudio Tolomei, dotto il Sottile, che fu perciò rimproverato da scrittore contemporaneo "di a-vere inventato cosa con cui si corrompe l'essenza della nostra lingua,. 1 versi di Agostino Ricchi, commediografo dello stesso secolo, non cominciano da majuscola se il precedente non finisce con punto fermo, due punti o punto virgola. Si vede che i nostri sono iu progresso ! E neppure mi regge l'animo di annoverare tra gli Zingani il Rapisardi ; perchè se il concetto è scapigliato la forma è quasi sempre eletta. Peccato che il gentile cautore delie prime liriche si abbia lasciato ottenebrare la mente dalle teorie di Darvin, di Spence, di Male-schott ecc., e giuri in quelle col fervore di un neofìto, e compianga la cecità altrui e speri nella futura loro conversione. Caro signor Mario, per conto mio l'assicuro, gli è come aspettare il corvo, direbbe il padre Cesari, Dio Io riposi. Gran chiasso ha fatto testé lo Stecchetti, nella selva dell'arte rompendo ogni rosta come le cagne di Dante; e chi ci ha gusto a quella roba legga i Postuma e Polemica. La bella edizione elzeviriana del Zanichelli a Bologna è fatta apposta per attirare gli sguardi della gente per bene; ma viceversa poi offende la vista. Chi sa che questa marioleria del cartoncino elegante fuori, e dei caratteri minuti dentro non sia uu colpo dato alla botte ed uno al cerchio ; l'arte cioè di cavar denari di tasca, e salvare insieme l'anima dei lettori, che infastiditi gettano via il libro por non lasciarci gli occhi. Visto il vento che tira e i facili onori, da ultimo è scattato fuori un certo P. E. Guarnerio, un giovanotto professore appena uscito dall'Accademia di Milano, con uu suo Auxilium (Bologna Zanichelli) che non è certo nè da Cristiani nè da Turchi, perocché si attacchi con certi suoi versi alla giubba del maestro — lo Stecchetti, e pare gli dica : caro amico, amico caro sono qua io a darti una mano nella guerra contro gì' idealisti. E proprio la favola della mosca che dice al cavallo, cavallo un po' zoppo e duro di bocca: noi corriamo. Perchè poi la Parodia delle litanie della Madonna fosse compiuta, , ecco che questo Auxilium viene alla luce, come leggesi nel cartoncino, proprio il Venerdì santo dell'anno 1878 ; appunto, credo io, nell'ora che i Parascevesalamefaghi (mangiatori di salame nel venerdì sauto) avranno celebrato il loro santo convivio a Milano. Basti citare per saggio di questa letteratuia sala-minia la chiusa del sonetto — Amore Noi ti cantiamo, e liberi poeti Da te invochiamo i fior, gli unici fiori Che faccian belli della vita i greti. E nudo ti vogliam, come la mano, , Senza minio, nè ipocriti rossori, Amor di carne ed alma, amore umano! Chi non sente la bellezza di quei greti della vita, bisogna ben dire che abbia l'anima greta. E quell'amor di carne quanto è carino! Quegli zotici però del Ministero della pubblica istruzione, che non hanno ancor capito la riforma, ex abrupto gli tolsero la cattedra, mandandolo, credo io, a insegnare il greco in Citèra, e ciò dietro protesta di quell'altro zotico che è il sig. Sella, il quale, dopo quel bel saggio d'estetica, trovandosi di aver affidato in quelle mani due figliuoli, a tamburo battente li levò dalla scuola. Fuor di metafora, accenno a questo fatto, affinchè non si creda che nelle scuole di questa Italia già abbastanza calunniata, gli Zingani possano impunemente dar lezioni di alta letteratura. Ed anche giovi notare come tutti i giornali seri, politici e letterari riprovino questi eccessi, ad eccezione della Rivista Europea, dopo l'abbandono del Gubernatis, caduta in cattive mani. E adesso si avrebbe a fare una lunga sequenza di romanzi scapigliati. Peggiore di tutti è il Tronconi col suo — Madri per ridere, che ha eccitato a Milano l'indignazione di tutti gli onesti, anche pubblicamente manifestata. Fortuna che il cartoncino è nero con su le parole rosse: i colori del diavolo, alla larga, o mamme. E voi giovani se al caso lo vedeste sul tavolino dell'amorosa; ed ella se ne tenesse, alla larga. Sevi riesce, so la ci sta, per amica del quarto d'ora, peggio per lei, passi ; ma per compagna di tutta la vita, no; ve ne prego in nome di vostra madre, di tutte le buone madri italiane, che non sono, viva Dio! madri per ridere! Avrei ancora a dirvi di tre o quattro giornalucci da scapestrati come la Farfalla che svolazza a Milano, la Meteora di Cagliari ecc., ma non meritano l'onore di una confutazione. Basti dire che quelli della Farfalla, per scimmiottare la Boemia francese, un bel giorno misero in mostra, all'ora del corso, alle finestre dell'officio due belle farfalle, due madamine che facevano un diavoleto. Tutti guardavano in su; che stamburata! E quanto alla Meteora, come saggio del genere, bastino questi tre versi: Alla mia Gatta Miao, miao, miao, — Sì t'ho capito, t'è venuta la foja, vuoi assolutamente un bel marito. E via di questo trotto. E dire che nello stesso numero c'è un componimento — La Baudiera Italiana — del nostro bravo Vascon, professore del R. Ginnasio di Cagliari, versi che, se non brillano per la forma, contengono dei bellissimi pensieri e vanno lodati per altezza di proposito ! Furono dallo stesso Vascon declamati ai giovani per l'inaugurazione della bandiera. Via; un po' di pudore c'è sempre. I compilatori della Meteora, visto che quel miao, miao, stuonava maladettamente, accolsero di mal grado, e solo dietro preghiere degli amici, i patriottici versi del nostro professore. Perchè, domando io, che relazione ci passa tra la foja d'una gatta, e i santi entusiasmi nazionali? Altra volta degli strenui oppositori a questo stomachevole carnevale zingaresco. P. T. Varietà Secondo le ultime e più accurate indagini fatte sulla popolazione del nostro globo, la popolazione attuale sarebbe di 1,439,145,300 anime; ma questo totale non è però basato su calcoli concludenti, specie riguardo alla China, all'Africa, all'Australia e alla Polinesia. L'Europa . . avrebbe 312,398,480 abitanti L'Asia ... „ 831,000,000 L'Africa . . „ 205,219,500 „ L'America . „ 86,116,000 L'Australia . ( . ___ La Polonia . ( » 4,411,300 Sopra ogni miglio quadrato della superficie del globo, v'ha una media di 589 abitanti. Pubblicazioni CALENDARIO GUIDA SCEMATICA ISTRIANA _ per l'anno 1879. Raccolta d'indicazioni esatte sui dicasteri, scuòle, istituti pubblici e privati con indirizzi dei commercianti ed industrianti esistenti nelle città e nei comuni della provincia del Marchesato dell'Istria, con un Calendario mensile per l'Agricoltore, contenente tutti i lavori da farsi nei campi, nei prati, nei boschi, nelle risaie, negli orti, nei giardini e nei pomari^ con istruzioni pel viticoltore sul governo e solforazione delle viti e per la vendemmia, per l'olivi-cultore sulla propagazione dell'olivo e trattamento delle olive, per l'estrazione dell'olio, pel bachicultore sulla coltivazione dei gelsi, confezionamento e conservazione del seme ed educazione del baco da seta, pel coltivatore delle api ecc. ecc., nonché alcuni mezzi per distruggere gli insetti dannosi all' agricoltura e regole generali per lo stallaggio e pel letamajo. Nei fascicoli I e II del volume VI Mi'Archeografo Triestino, leggonsi oltre molti articoli di patria storia, assai interessanti, in ispecie dell'Hortis, del Kunz, dell' abb. Marsich, anche un lavoro del Dottor Pervanoglù sul Timavo, del Dottor Marchesetti sul Castello Fucino (Aggiunte e correzioni), del Dottor Gregorutti sulle Iscrizioni inedite aquilejesi, istriane e triestine. NAVIGAZIONE A VAPORÌTGIÒRNALIERA FBA TRIESTE-C A PO DISTRI A col piroscafo G1TTSTINOPOLI Col giorno 3 Settembre 1878, fino a nuovo avviso, verrà attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO partenze nei giorni feriali : Da Trieste per Capodistria I. corsa alle ore 9 ant. escluso il Venerdì II. „ „ „ 12 mer. III. „ „ „ 6 pom. Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 7 ant. II. „ „ „ IO1/2 „ escluso il Venerdì III. „ „ „ 4i/2pom. partenze nei giorni festivi: Da Trieste per Capodistria I. corsa alle ore 9 ant. II. „ „ „ 12 mer. IU. n 1? r> 71/4 pom. Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 7 ant. II. „ „ „ 10i|2 „ III. „ „ „ 6 pom. Prezzo «li passaggio Per ogni persona indistintamente soldi 40. Ragazzi sotto i 12 anni soldi 20. Il pnnto d'arrivo e partenza in Trieste è il Mol« S. Carlo, ed in? Capodistria il Porto. Trieste, nell'Agosto 1878 L'IMPRESA