h. £ Associazione annua Corone 10. Stati dell' Unione postale Corone 12. Semestre in proporzione. I manoscritti non si restituiscono. Redazione ed Amministrazione: Scrittoio della Tipografia Cobol & Priora. «EGIDA" Giornale commerciale, industriale, agricolo e politico. Volere è potere. Lessona Non sbigottir, eh' io vincerò In prttova. Dante Il giornale si pubblica tutte le Domeniche nelle ore antimeridiane. Prezzo delle inserzioni per ogni riga di testo : Avvisi commerciali in III pag. cent. 10, in IV pag. cent. 8.' Comunicati in III pag. cent. 20. Avvisi collettivi 4 cent, la paròla. Tassa minima cent. 20. Un numero separato cent. 20. Iti COfiGf^ESSO DELi Li fi SOCIETÀ POLITICA ISTRIANA La scorsa Domenica, a mezzodì, nella nostra sala della Loggia, si tenne l'annunziato congresso generale della Società politica istriana, con numeroso intervento di soci d'ogni parte della provincia. Presiedeva l'avv. Felice Bennati, presidente della Società. Il presidente apre il congresso e porge un caldo saluto a Capodistria ospitale ; saluta i soci convenuti, malgrado i calori, in numero cosi rilevante; scusa l'assenza del direttore-segretario Salata, impedito per grave lutto domestico: la morte del padre. Al valoroso compagno di lotta, che alla causa nazionale dedica tutto il suo vivido ingegno, vada in quest'ora di dolore il nostro affettuoso saluto (approvazioni). L'avv. Belli, podestà di Capodistria, porge quindi ai cogressisti il saluto della sua città, onorata di essere stata prescelta a sede del congresso. Fa voti che le deliberazioni si inspirino a sensi di illluminato patriotismo e al tradizionale senso pratico della nostra gente. Su proposta del socio on. Zurotti l'assemblea decampa dalla lettura del verbale dell' ultimo congresso, che è approvato. L'attività della direzione sociale. L' avv. Ventrela, dà lettura della relazione sull' attività della Direzione dall'ultimo congresso, tenuto a Parenzo il passato novembre. Enumera gli atti compiuti dalla Direzione, fra cui cita la costituzione della Commissione permanente agii affari comunali, la pubblicazione del bollettino sociale Vita autonoma, a proposito del quale addita alla gratitudine dell'intera provincia le impareggiabili prestazioni dell'egregio collega Francesco Salata, l'anima, a cosi dire, del periodico sociale e della Commissione permanente. Accenna ai convegni distrettuali dei rappresentati dei Comuni della Giunta e dei deputati dietali. Ricorda poi la progettata federazione delle Casse rurali, della quale fu già approvato lo statuto, e di cui sperabilmente potrà essere presto annunziata la costituzione. Rileva l'efficace intervento della Società nelle elezioni amministrative, per conservare i nostri comuni alla causa nazionale ; ed accenna alle vittorie di Draguccio, di Stridone, di Laurana, di Moschiena, di Portole, di Lussingrande. La relazione rileva poi la partecipazione della Società al plebiscito degli italiani contro il progetto di Rovereto, e per la rinnovata unanime affermazione che l'Università sorga a Trieste; nonché alla protesta per le novissime brutali violenze di Innsbruck. Rileva poi la impressione sfavorevole fatta in paese dal contegno tenuto dai deputati italiani alle Delegazioni di fronte alle nuove spese militari. La Direzione votò un ordine del giorno in cui protestando contro le nuove spese militari esprime la speranza che la Camera le avrebbe respinte, e si diceva dolente che gli italiani si fossero astenuti dalla seduta delle Delegazioni in cui quelle spese furono votate. In seguito a questo voto, l'on. Bartoli, delegato per l'Istria, s'affrettò a spiegare i motivi particolari che avevano determinato la sua astensione, e pose il suo mandato a disposizione della Società. Senonchè la Direzione, resasi conto delle ragioni addotte dall'on. Bartoli, considerando che il fatto per quanto doloroso non era tale da menomare la fiducia in lui posta, deliberò di non accogliere le dimissioni da deputato offerte dall'on. Bartoli. Enumerando quindi altri atti della Direzione, il relatore termina accennando al proposito di diminuire il canone sociale, per poter con l'aumento dei soci, estendere vieppiù le basi e l'influenza della Società (applausi). Commemorazioni. L'on. Bennati presidente dice: Devo piangere la perdita di alcuni nostri soci e specchiati patrioti, avvenuta dopo l'ultimo congresso. L'Istria ha perduto nell'avv. Egidio Mrach, uno dei pochi superstiti della prima Dieta dell'Istria, la storica Dieta del «nessuno» . Podestà di Pisino, l'avv. Mrach fu tra i più fervidi combattenti per l'italianità, contro l'allora minacciante pangermanismo. E un altro valoroso patriota perdemmo in Giorgio Zuppar, ex-podestà di Laurana, che fu tra i primi difensori della nostra terra contro l'invasione croata. Dedica poi affettuose parole a Giacomo Salata, ex-podestà di Ossero, maschia figura di cittadino e di patriota, di cui non soltanto la sua città ma le isole tutte del Quarnero che lo vantavano amante sviscerato della sua patria, piangono la immatura perdita. Altri egregi cittadini perdemmo : Antonio Bronzili, anima dell'amministrazione municipale di Rovigno, ancor giovine e speranzoso; e Francesco Timeus, di Portole, onore dell' insegnamento publico, per lunghi anni docente a Trieste e autore di un libro d'istruzione tuttora in onore. Invita 1' assemblea ad assorgere in manifestazione di cordoglio, per la perdita di tanti fedeli militi della causa nazionale (L'assemblea assorge in segno di lutto). Dovendo l'on. Bennati riferire sulle condizioni politiche e parlamentari cede la presidenza al vicepresidente avv. Sbisà. Sulle presenti condizioni politiche e parlamentari. Riferisce l'on. Bennati: Nel breve lasso di tempo decorso dall'ultimo nostro Congresso, l'attività parlamentare dei vostri deputati si ridusse a ben poca cosa, paralizzata come fu dall'inazione della Camera. Il Parlamento, convocato il 19 d'a-prile dopo una tregua di quattro mesi, rimase aperto brevi giorni. E le rare sedute trascorsero in lunghe e noiose letture di esibiti, in monotoni ed estenuanti appelli nominali, che frustrarono ogni utile pertrattazione. Tuttavia, se nulla di speciale ho da riferirvi sulla nostra attività, stimo utile intrattenérvi su alcuni avvenimenti che pure resero notevole a nostro riguardo la breve sessione. Dirò inoltre alcunché delle condizioni politiche interne, con particolare riguardo alla risollevata questione di un accordo cogli slavi nei nostri paesi, e della situazione parlamentare in genere. Dopo tanti anni di impaziente attesa, dopo tante promesse e tante legittime speranze, il Governo ci ha finalmente rivelato il suo pensiero sulla nostra questione universitaria : presentò, come vi è noto, un progetto di legge per la istituzione di una facoltà giuridica italiana a Rovereto. Il progetto governativo, se fu per tutti una sorpresa, per noi che 1' a-vevamo risolutamente osteggiato, fu una derisione, un insulto. Come appena ci fu resa ufficialmente nota l'intenzione del Governo di scegliere la città di Rovereto a sede della facoltà giuridica italiana, gli manifestammo nella forma più assoluta la nostra contrarietà, riaf- fermando unanimi il nostro postulato che Trieste dovesse esser la sede della nostra Università. Il Governo però, preoccupato più dell' impegno preso coi tedeschi di trasferire da Innsbruck le cattedre italiane, che del dovere di far paghi i nosfri voti e di corrispondere in modo efficace a questo riconosciuto nostro bisogno intellettuale, fu irremovibile ; e a dispetto nostro, e pur sapendo di fare cosa non giusta e non buona, tenne fermo al suo progetto. L'offesa atroce provocò una violenta reazione. L' energica protesta da noi elevata in seno alla Camera ebbe il consentimento di tutti gli italiani. K le città nostre, prima fra tutte la nobile Rovereto, e associazioni e comizi di popolo rifiutarono sdegnosamente il mal gradito dono. E veramente io non mi so convincere che il Dr. Korber abbia inteso di fare cosa seria nel presentare quel progetto di legge. Egli che ha pubblicamente riconosciuto il bisogno e il diritto degli italiani ad una propria istruzione superiore, deve pur essere intimamente convinto che sola Trieste fra tutte le città nostre è un centro adatto all'esistenza ed al conveniente sviluppo di una istituzione universitaria. E tale fu sempre il parere illuminato e sereno del Ministro dell'Istruzione, il quale mirò ognora a Trieste, e soltanto a Trieste, nello studio della nostra questione universitaria. Ma in questo impero felice, in cui la ragione politica, o meglio, la prepotenza del più forte domina ogni atto del Governo, la causa più giusta e più santa deve cedere alla così detta ragione di stato. Riconosciamo, ci dicono, il vostro diritto, riconosciamo la convenienza che 1' Università italiana debba sorgere a Trieste; ma come accontentarvi se gli slavi sono contrari e considererebbero come una «grave provocazione» l'esaudimento del vostro postulato, se vi si oppongono i tedeschi, perchè Trieste, e 1' ha detto il gran Bismark, ha da essere una citta tedesca ? Ecco le difficoltà dietro cui si trincera il Governo per negarci il soddisfacimento di un diritto riconosciuto, di un bisogno vivamente sentito. Ma, domando io, perchè si preoccupa ora tanto dell' ingiusta contrarietà degli altri, esso che in tante occasioni mostrò di saper fare senza alcun riguardo ciò che credette giusto, o ciò che gli convenne? A non uscire dal campo scolastico, come sorsero il politecnico di Brunn, il ginnasio sloveno di Cilli, e quello croato di Pisino, istituito odiosamente in casa nostra, ad onta delle nostre giuste proteste ? E venendo a un fatto più recente si è forse preoccupato dell'ingiustizia che commetteva verso gli italiani, ai quali negò sempre un eguale diritto per gli studi compiuti nel Rogno, quando riconobbe ai croati gli studi e i diplomi conseguiti all' U-niversità di Zagabria, dichiarando inoltre sufficente per essi la conoscenza della lingua croata, mentre col nuovo progetto esige dagli italiani la conoscenza della lingua tedesca? Senonchè per buona ventura l'infelice progetto governativo, venuto al mondo colla condanna della pubblica opinione, è, si può dire, nato morto. L' opposizione dei tedeschi, che, bontà loro, non ci vogliono neppure a Rovereto, ha persuaso lo stesso Governo dell' impossibilità di sostenerlo. E già si affanna ad escogitare spedienti di provvisori che lo levino almeno per il momento del grave imbarazzo in cui da solo si è ridotto. Il primo esperimento però gli è fallito. Al solo annunzio di un provvi sorio a Innsbruck, i tedeschi si sono ribellati. E le scene selvagge Che funestarono questi giorni le vie di Enniponte, significarono abbastanza contro l'intendimento del Governo di perpetuare uno stato di cose giudicato da tutti intollerabile. Noi stigmatizziamo nel modo più acerbo il contegno degli studenti tedeschi e della popolazione d'Innsbruck, ma ne chiamiamo responsabili in prima linea chi 1' ha voluto e provocato. Il sangue italiano sparso questi giorni a Innsbruck è tale una macchia sulla coscienza del Governo, eh' esso deve riparare e prontamente questa nuova grave colpa verso di noi ed al cospetto del mondo civile. Eccellenza Dr. Korber! I provvisori non ser v'olio che a inasprire la questione ormai fattasi acuta. Abbiate una buona volta il coraggio di affrontare e risolvere definitivamente il nostro problema universitario. Se siete veramente amico degli italiani, come vi compiaceste spesso dircelo, mostratelo coi fatti. E' un atto di giustizia che noi vi domandiamo, e per Voi sarà un atto di sapienza civile e politica. Dateci finalmente 1' Università a Trieste, a Trieste che è nostra e di nessun altro, a Trieste dove pulsa il cuore della nostra vita, a Trieste dove sorgerà forte e rigogliosa, onore e vanto della nostra Nazione (approvazioni). L'argomento, di vitalissimo interesse per noi e reso di maggiore attualità dai recenti dolorosi fatti di Innsbruck, mi ha fatto alquanto divagare dall'oggetto della mia relazione, al quale ora ritorno. Per manifestare più efficacemente al Governo la nostra disapprovazione ed il disgusto vivissimo che aveva provocato in noi il progetto governativo, che minacciava di distruggere d'un tratto le nostre più belle speranze sull'avvenire della vagheggiata nostra Università, decidemmo tosto di appoggiare coi nostri voti 1' ostruzione sostenuta con tanto accanimento dai giovani czechi e dai partiti affini. L'accentuazione del nostro contegno di opposizione, se dispiacque al dott. Korber e a suoi sostenitori, fu notata con viva compiacenza dai partiti di ostruzione, che videro in noi dei possibili alleati nella lotta ad oltranza da essi impegnata contro l'attuale Ministero. E infatti, per iniziativa del Dr. Pacack, capo dei giovani czechi, corsero tosto delle trattative per un accordo nella tattica parlamentare. Ne seguirono varie conferenze tra i delegati dei vari partiti ostruzionisti e i delegati nostri, per fissare i termini e ie condizioni dell'intesa. Senonchè le difficoltà sorte in ispecie nella questione universitaria per l'opposizione degli slavi meridionali e sopratutto l'affrettata chiusura della sessione impedirono che si venisse allora a concreti risultati. Le trattative però, coni' era facile a prevedersi, per l'avvicinamento seguito, esorbitarono dal campo parlamentare, e fu gettata l'idea di un accomodamendo tra italiani e slavi' nei nostri paesi, che potesse render meno aspro il conflitto esistente, e giustificare il nuovo orientamento politico degli uni e degli altri. I nostri si mostrarono disposti a trattare, ed invitarono i delegati slavi a concretare i loro postulati, specie depositate alla ganca popolare Capodistriana al piccolo risparmio ed avrete il °0. (Vedi, alterazioni della Banca in IV par/ina). quelli dal cui esaudimento facessero dipendere il loro appoggio alla nostra pretesa di una Università italiana a Trieste. E per quanto le concessioni da essi richieste quale compenso fossero tali e tante da dover escludere a propri la possibilità di una intesa, i nostri delegati, nella speranza 'li poter pur trovare le modalità,
  • progredire sulla via del progresso civile ed economico; ma accordo non ha da significare rinuncia a diritti legittimamente acquistati e goduti, né diminuzione qualsiasi della nostra politica individualità. Sé gli slavi intendono il desideralo accordo a tutto loro vantaggio, e si argomentano di assopire in noi con una pace apparente quello spirito di conservazione e eli difesa, che finora ha opposto una cosi efficace resistenza ai loro piani di conquista, s'ingannano a partito, ....... Ben sappiamo quali sieno i loro sogni, quanto sia forte l'appoggio ch'essi godono presso il Governo che li favorisce a nostro danno: ma altrettanto ' forte è il nostro sentimento nazionale, che ci la sacra l'italianità di questa terra che è nostra, e che noi sapremo difendere malgrado lutto e contro tutti (approvazioni, applausi i. Ci si neghi pure l'Università con tanto diritto e da tanfo tempo invo cata, si neghino pure scuole ilalianc, mentre si profondono danari per scuole tedesche e slave nei nostri paesi ; si slavizzino chiese ed uffici, soppiantando mar mano con elementi iu gran parte forestieri, gii italiani che ne furono finora lustro e decoro: non per ciò verremo meno a noi stessi. Temprala nella lotta contro le violenze e le sopraffazioni, la gioventù nostra crescerà più forte e più accesa nell' idea nazionale, e saprà difendere con sempre crescerne energia il sacro retaggio che noi le tramanderemo immacolato 1 approvazioni . Solo io vorrei che ;ti italiani, senza distinzione, di tendenze sociali e nella coscienza che alla tutela della italianità vanno indissolubilmente congiunte le condizioni fondamentali del benessere economico di queste terre, si rendessero ragione della gravità del momento, e sentissero il dovere di cooperare alla comune difesa. Uniti e concordi, noi sapremo trovare nella nostra coscienza nazionale la forza necessaria per resistere a tutti i nemici. E ai loro sogni di conquista potremo coraggiosamente rispondere : Noi siamo qui alla difesa di questa terra, di questo mare, che furono, sono e saranno italiani. Di qui non si passa, (approvazioni, applausi). Certo io non m'illudo delle difficoltà che riconosco enormi, Ma ho forte fede nell'avvenire, che non può mancare ad un popolo che abbia coscienza ili sé, e tenda perseverante a prepararlo. Nò d'altronde le condizioni interne dello Stato sono tali, che, il Governo possa assistere indifferente al malcontento ch'egli suscita intorno a sé e che gli accresce di giorno in giorno il numero dei nemici. Onil'io penso che possa finalmente ravvedersi della politica falsa e pericolosa ch'egli segue verso di noi italiani. La situazione politica interna è grave quanto mai. Il Governo impotente a frenare il parossismo nazionale ch'esso ha fomentato con una serie di errori e di debolezze, non trova appoggio da nessuna parte. Il Parlamento, ormai sfibrato da lunghi anni di inazione e minato nella sua esistenza da molteplici e varie leu denze centrifughe, non sembra più in grado di funzionare, e ili risolvere i gravi compili che gli incombono. il compromesso coli'Ungheria, preparato così laboriosamente dai due Governi con gravi sacrifici per que sta parte dell'impero, attende da tempo l'approvazione costituzionale. I trattati di commercio coli'Italia e colla Germania devono pur essere rinnovati a tutela di vitalissimi infe-•tuissiv li-Governo ha bisogno ili veder volati i mezzi di copertura del debito che lo Si at-u- ■ ■ Un da .incoili rare per supplire alle ingenti nuove spese militari deliberare- dalle" Delegazioni. Ci sono bilanci, ci sono leggi importantissime che attendono da anni l'esame e l'approvazione della Camera. E il Governo è li. che si affatica invano a escogitare nuovi mezzi per conseguire un accordo, sia pure momentaneo, fra i due maggiori partili contendenti, gli czechi e i tedeschi, che gli permetta di provvedere alle urgenti necessità di Stalo che lo in calzano da ogni parie. Che farà il Governo? Continuerà, come finora, a violentare la costituzione, usando e abusando del £ 14, forse per far pesti re siti-■••partili eli ostruzione la responsabilità di questo • palliato assolutismo? <• tenterà nuove elezioni, nella speranza di cambiar l'accia alla rappresentanza parlamentare., o quanto meno eli rendere più facile l'accordo fra i nuovi eletti, se mandati alla Camera con nuovi pro-granimi ? I più sono d'avviso e,he il Governo si atterrà a questo i.éeonclo espediente, anche perchè riconoscono le gravi difficoltà costituzionali e finanziarie di risolvere senza il concorso del Parlamento i seri problemi che imperiosamente reclamano una soluzione. E il modo, stesso come fu licenziata la Camera alla chiusa dell' ultima sessione, senza una parola di saluto e» un gentile arrivederci farebbe palese l'intenzione del Governo eli sba-rarazzarsi eli un Parlamento che- gli nega ogni fiducia, e dal quale non può attendere alcuna cooperazione. Avremo dunque nuove elezioni, e l'orse- assai presto, se la situazione ogni di peggiorata, convincerà il Governo dell'inutilità eli tentare un ultimo esperimento colla riconvocazione della Camera. Comunque sia il nuovo Parlamento, lieti sarà gran che diverso dell'attuale, nè noi abbiamo da sperare vantaggi in un qualunque mutamento. Nemici gli slavi, non amici i tedeschi, ostile il Governo, noi saremo anche in avvenire abbandonati a noi stessi e alle nostre deboli forze. Tuttavia dobbiamo prepararci alla lotta, e vincere: fosse pure per il solo vantaggio di esser lì a protestare contro le frequenti ingiustizie che si commettono a nostro danno, e ad affermare in faccia al mondo i dolori di un popolo oppresso, che attende e confida in un migliore avvenire (approvazioni vivissime, applausi prolungati). La deliberazione. 11 dott. Lins. udita la relazione dell'oli. Bennati, è tenuto conto eludei contegno dei deputati nostri alla Delegazione s'è già occupata la Direzione e . che perciò l'incidente fu esaurito, propone eli approvare il contegno della deputazione italiana nella questione universitaria e nelle trattative con gli slavi, e di esortare i deputati a votare alla Camera contro le maggiori spese militari approvate dalle Delegazioni. Approvato ad unanimità. Per i fatti d' Innsbruck. L'avv. \~enlrelta rileva che più volte fu detto che le proteste sono l'arma elei deboli, perchè vane. Tuttavia se la nostra protesta rimarrà inefficace, essa proverà almeno che gii italiani dell'Austria non piegano il capo all'offesa (applausi). Non a torto l'Austria fu detta il paese delle inverosimiglianze. Non sempre ili Austria un diverso intento spinge l'un popolo contro l'altro. Ad Innsbruck, a 1110' d'esempio, italiani e tedeschi gli uni con la protesta della loro civiltà, i secondi con la brutale prepotenza del numero proseguono 10 stesso intento: allontanare da Innsbruck le cattedre italiane. A questo proposito rileva che gli italiani vollero sempre il trionfo del giusto: via le cattedre italiane da ferra tedesca, come vollero allontanate da terra italiana le scuole tedesche e slave. In questo senso diedero anche aiuto ai tedeschi, ma ne ebbero in cambio abbandono, 0 peggio, videro i tedeschi alleati degli slavi contro di essi. Dice che il progetto eli Rovereto fu itn tentativo del Governo eli rompere l'anello della solidarietà italiana, ma fu vano. I colpi eli bastone regalati dagli študenti di Innsbruck agli studenti italiani furono poi il segno della gratitudine germanica per l'ospitalità che l'Italia diede in ogni tempo ai tedeschi che. ancor nei tempi oscuri, venivano a chiedere la luce della scienza nelle Università nostre 1 bravo). Accusa il Governo eli aver con le sue tergiversazioni: col portare la questione universitaria, questione ili eli cultura, nel campo politico, anzi poliziesco, cercato eli allontanare la Scuola superiore dal suo ambiente naturale : Trieste. Propone perciò un ordine del giorno in cui. deplorati gli atti di violenza perpetrati a danno degli italiani ad Innsbruck, che dimostrarono ancora una volta I' insostenibilità della permanenza delle cattedre italiane nella inospite Innsbruck, si rinnovi il voto che l'Università italiana sorga a Trieste, e si invita 11 Governo a dare sollecita soddisfazione a questo legittimo postulato culturale dei popolo italiano (appro-vazioui'. L'ordine del giorno Ventrellà è approvato per acclamazione. Il bilancio e il canone. L'avv. Belli dà quindi lettura elei bilancio, già esaminato dai revisori, il quale vione approvato con un ci-vanzo eli cor. 1040. Si approva pure di mantenere per quest'anno, in attesa della progettata riduzione, il canone annuo a cor. 10. I.a durata in carica della Direzione. Viene pure approvata la riforma dell'art, ti dello statuto, nel senso che la Direzione rimane in carica due anziché un anno. Il socio dott. Lius avrebbe voluto che la durata in carica fosse di tre anni ; ma poi aderì alla proposta del biennio. La rielezione della direzione. 11 presidente dà .comunicazione di telegrammi d'adesione dell'oli. Venier e degli asessori provinciali, dopo eli che si procede alla votazione per l'elezione delle cariche sosiali. Risultano eletti: a presidente 1'on. Bennati (prolungatissimi applausi): a vicepres. gli on.li avv. Tullio Sbisà e avv. Guglielmo Vareton (applausi); e direttori i sig.i dott. Carlo Apollonio, avv. Belli, avv. Ettore Costantini, Vittorio Mrach, Giuseppe Quarantotto, F. Salata e avv. Ventrellà (applausi). "Anche i revisori L. Venutti e L. Costantini vengono rieletti. Agli studenti ad Innsbruck. L'òn. Fedele Camus propone e l'assemblea approva di inviare un telegramma di plauso agli studenti nostri ad Innsbruck. Dopo eli che il Presidente ringrazia gli intervenuti ed il Congresso é dichiarato chiuso. I congressisti si radunarono poi a cordiale banchettto nella sala maggiore dello storico Palazzo Tacco, addobbato per l'occasione. Allo spumante l'on. Bennati disse che l'odierno congresso ha segnato una nuova tappa, ma che la meta è ancora lontana e la via lunga e irta di difficoltà. Neil' aspra lotta che dobbiamo sostenere contro tanti e cosi accaniti nemici ci sia eli conforto il pensiero che ormai 11011 siamo più soli (bravo!); ma ci accompagna nella lotta il plauso e il sentimento d'una intera nazione (bene!), la quale mira a noi come fratelli pugnanti per la stessa causa, la causa dell'italianità (applausi). Brindarono poi applauditi l'on Belli, podestà di Capodistria, l'avv. Franco, podestà di Buje, l'on. Davanzo e il signor Giuseppe Cobol. Jti nostri Abbonali ! Rinnoviamo la preghiera a tulli quei Sigg. Abbonali che non si sono posli in regola con 1' amministrazione, di farlo quanto prima, affine di evitare la spesa di un nuovo invilo speciale per noi sempre spiacevole. X'j^mmirjistra^ione. Iròisjp o xxcLeTìed.o Abbiamo letto l'articolo del «Proletario» di Pola portante il titolo: «La stolta accusa», col quale tenta eli rispondere al nostro: «L'Insulto». La risposta è insolente e, diciamo francamente, sleale: eia questa infine in n-iun modo viene smentito l'aiuto prest ato, direttamente o indirettamente in politica è tutt' uno, ai croati niar-cianti alla conquista del municipio dell' italiana Pola dai falsi apostoli di pace, mal compresi delle dottrine eli Cristo e eli Marx. Che- cosa risponde l'articolista ? Esso, italiano, collaboratore di un giornale italiano destinato per lettori italiani, ospite di una città italiana, trova un piacer matto eli obbedire a' suoi padroni e negare, 11011 per convinzione, l'italianità eli Pola, una delle città più patriot tiche della provincia. E che, non è forse patriottismo quella lotta combattuta ogni giorno da Pola contro le mene del governo, il quale, premuroso di far eli lei un porto eli guerra austriaco, tenta con ogni mezzo eli piantarvi colonie eli gente a lui devota, cui uno solo è l'incarico: imbastardire la città, uno solo il programma: reprimere ogni estrinsecazione del sentimento nazionale? Non regge l'obbiezione, cui noi per inconcessa ipotesi ammettiamo, che se vi lià città nell'Istria elove il patrimonio d'italianità è stato maggiormente calpestato dai maggiorenti del partito nazionale italiano, questa è la nlarmoreà Pola, la quale oramai 1 sempre secondo l'articolista) nel suo attivo ha tutta una storia di dedizioni, eli pusillanimità, di affarismo. Ma tra il rendere responsabile Pola, negandole il carattere italiano con sfacciata imprudenza, e biasimare l'opera individuale di alcuni, indirizzata indubbiamente al benessere della causa comune, passa una differenza enorme. Che se anche per motivi d'opportunità, sempre però allo scopo eli utilità e (ii pace cittadina, si ritenne conveniente di lasciare una piccola ingerenza a quel gruppo di persone, eh' è emanazione del governo profondente colà una massa di quattrini per 1' unico suo [»orto di guerra, non sarebbe stato meglio, ogregio articolista del «Proletario», che i socialisti, cui nessuno nega il diritto di affermarsi nelle prove elettorali, e che cessano di essere predissequi di gente che tutto avrebbe tradito, che avrebbe innalzato un altare all' affarismo, che avrebbe disperso il danaro pubblico, che avrebde mercanteggiato con i partiti militareschi, che andrebbe a cercare 1' appoggio del governo (quest' è rettorica bolsa, altro che la nostra!), per diventar seguaci di coloro che hanno preso a prestito la parola internazionalismo, mutan dola in guerra all'elemento italiano, se i socialisti, diciamo, avessero pensato a schierarsi anch' eglino contro il partito governativo sì da fiaccargli per sempre le corna? Le quali invece esso sempre più allunga a danno dei liberali e dei socialisti, questi come quelli indiscutibilmente italiani. Del resto non è questa la prima volta che un partito, il quale siede al potere, commetta qualche errrore, cui gli avversari poi con pravo animo chiamano delitto; ma è slealtà in-travvedere in ogni azione 1' affarismo, lo sperpero del publico danaro, il tradimento. Fatti ci vogliono, egregio scrittore del «Proletario», non parole; questi voi avete lasciati nella penna; di più, de' fatti fa mestieri ricercare i motivi determinanti ed esaminare eziandio le conseguenze. Noi questo fatto constatiamo: che i socialisti mettendosi in lotta con i liberali, pur sapendo di restarne soccombenti, fanno il giuoco dei croati sempre reazionari e oggi alleati de' clericali. Non è forse un dispettuccio questo, cattivello piuttosto, e un favoritismo concesso, diciamolo pure sconsideratamente e involontariamente, alla reazione? Plasmiamo la storia secondo il modo di vedere dell' articolista del «Proletario» e, poiché non gli va a fagiuolo la parola «tribù croate», domandiamogli esplicitamente: Non è forse il popolo croato, che tende a snazionalizzare queste terre? Dovendo la risposta suonare affermativa, come fanno i socialisti di Pola conciliare le loro azioni con quanto scrive da Pola il signor Gino Piva, loro capo, sulle colonne del «Tempo» di Milano, . che ligi riproduciamo letteralmente : «E' un assioma che ad invadenza nazionale bisogna opporre difesa nazionale :........... ed allora perchè non deve avvertirsi quale un dovere civile quello di salvare il patrimonio naturale di un popolo; e come non considerare, dal punto di vista socialista, che tale salvataggio e la difesa contro due elementi di invasione, come il tedesco e lo slavo, non saranno per tornar utili alla causa della libertà? Il pericolo incalza più di quello che non si creda e chi dimora in questi paesi può avere dati fin che vuole per dimostrarlo. C' è dunque una questione italiana nella quale non bisogna fuorviare l'opinione socialista, perchè è tale questione che con l'azione socialista ha uno strettissimo nesso. Io auguro che i socialisti ci pensino e che non si diano allo spasso di un avvenirismo facilone, per il pudibondo timore di venire meno alle loro doti internazionalistiche.... Così Gino Piva sul «Tempo» in una corrispondenza da Pola. Noi, cui sangue ardente fa tremar le vene e i polsi, noi che riconosciamo ai proletari il diritto alla lotta per il conseguimento de' loro ideali e, non ignari delle teorie giuste di Mazzini, di Marx, di Engels, salutiamo con gioia gli odierni movimenti democratici, francamente ripetiamo agli scrittori de «La stolta accusa» e agli operai di Pola il vecchia adagio: naturimi expellas furca, tarnen usque reeurret. E poiché noi, quanti siamo italiani soggetti all'Austria, oggi siamo gli oppressi dai tedeschi e dagli slavi e la nostra non è opera d' aggressione ma di difesa, e il sentimento nazionale non è cosa che si possa cancellare pur professando idee ultrainternazionalistiche, affermiamo modestamente dalle colonne del nostro innocuo giornaletto che mal inizia la propria attività un partito, il quale offènde la nazionalità di un paese, ond' è emanazione, e che offesa non è solo la guerra a questo direttamente mossa ma anche qualsivoglia appoggio, da cui abbia a risultare il trionfo de' suoi secolari nemici. Viva l'Austria! «Viva l'Austria!» ecco il grido col quale una masnada senza nome, senza patria, prona al reato più comune, che va dal furto del piattino all' agguato notturno, dal ricatto allo spionaggio, desiderosa del torbido, come quello che viemmeglio si presta alle ribalderie, copriva le ingiurie lanciate contro gli onesti cittadini di Trieste e le offese vomitate contro l'Italia e il re e l'eroe di Caprera e i partiti liberali de'nostri paesi, mentre intanto 10 zelo della polizia s'occupava di ghermire gli onesti cittadini difenden-tisi dai rifiuti di tutte le galere. Del resto ad onta della protezione loro concessa dalla polizia, quei farabutti, sventolanti degli stracci dipinti in giallo e nero e che volevano rappresentare bandiere patriottiche, quei pretesi salvatori dell'Austria e ladri di piattini e cucchiaini, suscitarono 11 legittimo, giustificato disgusto degli onesti, i quali improntarono una grandiosa dimostrazione con canzoni nazionali, che lo zelo poliziesco non potè frenare. Intanto dalle case dei galantuomini si gettavano immondizie d'ogni qualità sulle teste degli amici della polizia, la quale ben comprendendo che anche la pazienza de' cittadini ha un limite e ch'essa non sarebbe stata capace alla fine di difendere i propri adetti dall' onesta irà dei cittadini, con prudenza li consigliò di ritirarsi nelle proprie tane, ond' escono sempre quando si tratti di inveire contro l'Italia e gì' Italiani. Queste dimostrazioncelle di gente arruolata fra la feccia della città, gente, che lancia sassi e ingiurie sotto gli occhi della polizia, naturalmente non meriterebbero parole di commento - perchè sono state già condannate dagli onesti —, se non e-mergesse chiaramente la connivenza della polizia con i farabutti, che tendono insidie all' alma Trieste ; noi pensiamo attoniti e disgustati a quei fatti e, considerando le nostre sventure con la speme, che non abbiamo perduta, diciamo: quo usque tandem?». LiE BOJVIBE Nella vicina consorella Trieste succedono fatti inspiegabili e d'una gravità così eccezionale, che anche noi sentiamo il dovere di parlarne alcunché. La polizia fa una perquisizione nei locali della «Società Ginnastica», Versate i vostri capitali alla 7}aqca popolare Capodistriarja, a sei etnni fisso, e vi renderanno il k % % garantito netto di tassa rendita. ; Vedi operazioni della Banca in IV pagina). la quale riesce infruttuosa: vi ritorna e scopre delle bombe scariche e il rispettivo materiale: arresta per ciò e poi rimette in libertà l'egregio avv. Mrach, presidente, e il signor Salvator, segretario della «Società Ginnastica», nonché altri cospicui membri della medesima. E poiché in una perquisizione fatta alla «Vita dei Giovani» furono trovate carte di tenore politico, spicca mandati d'arresto contro parecchi altri rispettabili cittadini, alcuni de' quali però per evitare le noie di una lunga istruttoria credettero opportuno di rifugiarsi all' estero, e, mentre nulla è accertato nè oggettivamente nè soggettivamente, con novissimo insulto alle leggi fondamentali, la polizia dichiara sciolta la «Società Ginnastica» e la «Vita dei Giovani». Prescindendo dall' esporre i motivi per cui i famosi decreti di Cristoforo Busich non furono dettati certamente da una imparziale conseguenza dei fatti, perchè, fino a prova del contrario, una società non può mai essere dichiarata responsabile dell'a tività individuale dei soci, dobbiamo osservare che l'autorità di Polizia avrebbe dovuto bene attendere l'esito dell'i-struttoria iniziata prima di emanare un decreto, che non è per niente affatto sufficientemente motivato s'anco si citi il § 24 della legge 15 novembre 1867 N. 34 B. L. I. Non sono lontani i tempi, ne' quali le spie ficcavano carte o nastrini compromettenti nelle tasche de' tranquilli cittadini o li facevano commettere qualche altra imprudenza per poi acchiapparli e trovar loro in dosso il corpo del delitto. Se così fosse anche con la «Società ginnastica» e colla «Vita dei giovani», come farebbe il signor Cristoforo Busich a rimangiarsi i suoi deliziosi decreti di scioglimento? Ma già alla Polizia poco importa di cercare l'oggetto ed il soggetto del reato e prestando fede a vili calunnie, a basse insinuazioni di una stampa libellista, condanna quella società che fino a prova del contrario apparisce vittima dell' attentato e la sopprime d' un colpo. Ed è però che noi non possiamo in niun caso approvare il deliberato della Delegazione municipale di Trieste riprovante il supposto attentato, perchè attentato veramente non esiste e gli autori sono da ricercarsi chi sa fra quale casta di persone, e perchè poi un ente, qual' è la Delegazione municipale, superiore ad ogni sospetto, non può essere tocca dalle insinuazioni di una stampa disonesta e venduta. tori, poiché questa curiosità molesta le api e ridonda a danno del prodotto. In questo mese il sole essendo molto cocente è bene ombreggiare alquanto l'apiario, specialmente se è esposto a mezzogiorno, affinchè le api non soffrano un eccessivo caldo. z. NOTE AGRARIE Per le api nel mese elie siamo. O'tre agli ultimi sciami che possono produrre le arnie-madri, quando sino a tardi fosse stata umida o fredda la primavera, le arnie popolate nel mese di maggio possono produrre qualche novella famiglia che, essendone ordinariamente debole, si unirà ad altri sciami, come avviene nel mese di giugno. Si tolgano dall' apiario le tele dei ragni, perchè queste sono vere trappole per le api ; come nello scorso mese, devesi vegliare affilici gl'insetti non entrino nelle arnie a-diminuire e guastarc i favi, spet wnte la farfalla della tignuola (teli api {(ìallevia alveari) che verso il tra-mon > furtiva mente cerca, nel momento incui è meno soi ,'égliata, l'entrata dell', arni a dellè api guardiane per introdursi e deporre le uova, da cui in breve nascono voraci bruchi, i quali riducono le povere api alla rovina. Se le calotte o campane furono collocate a tempo e sopra arnie ben popolate, in questi giorni possono essere piene di profumatissimo miele, ad a queste si sostituiscono altre vuote, alla cui parte superiore si appiccicano pezzetti di favo o fogli artificiali che servono di aiuto alle api. Giova avvertire di non essere curiosi e troppo frequentemente voler visitare le calotte o le campane, come fanno i novelli ed impazienti apicol- CRONACA PROVINCIALE Da Binino Società sussidiatriee per studenti poveri del Ginnasio reale provinciale di Pisino. — All' appello diretto dalla Presidenza della Società sussidiatriee per studenti poveri del Ginnasio reale provinciale di Pisino corrisposero ancora i seguenti Signori : da Trieste : Avv. Ubaldo Dr. Fillinich cor. 20. — Alfonso Fabris cor. 20. — Iacopo Liebman cor. 5. — Giuseppe prof. Depase cor. 5. — Avv. E. Dr. Ghersel cor. 5. — Luciano Malabotich cor. 5. — F. Cuizza cor. 2. — da Pirano : Giovanni Viezzoli cor. 5. — Dr. Giorgio Rosso, medico, cor. 3. da Parenzo : Agostino Tornasi cor. 10. da Pola : Antonio di Domenico Benussi cor. 6. da Lnsa in piccolo : G. B. Premuda cor. 10. da Pisino : Pio prof. Dallapiccola cor. 5. — Don Valeriano prof. Monti cor. 5. — Giuseppe Dr. Cech cor. 5. — Giusto Peschle cor. 3. — Raimondo Ivancich cor. 5. — Liberale Zandegiacoino, per onorare la memoria di sua figlia Adele cor. 3. — Raccolte a una cena da R. S. cor. 11.50. Il 15 del c. m. ebbe luogo la chiusura dell' anno scolastico ai noctro ginnasio reale provinciale. La festa riuscì degna della circostanza, e vi partecipò pure l'assessore provinciale on. A. Tornasi, il quale tenne un in-dovinatissimo discorso eccitando i giovani a studiare e a far onore al patrio ginnasio, eh' è il faro di luce, i cui benefici raggi si proiettano sulla provincia intera. Lo scorso anno scolastico ebbe una frequenza di 157 scolari, di cui 25 da Pisino, 119 da altri luoghi della provincia e 13 da paesi diversi. Prima classe con eminenza la riportarono 16 scolari, prima classe 101, seconda classe 13, terza classe Ile interinale l'ebbero 16 alunni. La lingua materna di 152 scoiati è l'italiana, di 1 la tedesca, di 4 la slava. Questi ragguagli statistici sono riportati nel nitido programma, eh' è preceduto da uno studio importante del prof. Largaioli sulle notizie biologiche e fisiche del lago di Cepich e sulle mostruosità del Cavedano (Squaliuscavedanus), che il distinto professore rinvenne in detto lago. Durante il giorno 19 si tennero poi gli esami di ammissione per la Ia ginnasiale : di 22 scolari uno solo fu rimesso ad altro esame. Da Tribano (Buie) Grande festa prò Lega Nazionale. A unire vie più la patriottica nostra popolazione nel santo ideale, .a cui ci guida la lingua di Dante, i nostri giovanotti indissero per il 31 m. c. una festa campestre, che mira al benessere morale-economico della nostra «Lega nazionale». Il programma di questa festa prò Lega comprende giuochi diversi, canti, altri numerosi passatempi ancora, ai quali seguirà il ballo, durante il quale suonerà la ben conosciuta banda di Buie. Raccomandare ai. patriotti vicini e lontani di rendere tale festa, con nunu . 11 ^wi t nienti «^jici ga nazionale», crediamo veramente inutile, oggi, in cui si dà aspramente la caccia all' italiano e che dimostrar si deve come noi siamo sinceri figli del nostro bel paese. Da Parenzo Scuole popolari. Il 15 del c. m. si chiuse l'anno scolastico alle nostre scuole popolari, contrariamente agli anni passati, in cui la chiusura aveva luogo il 31 agosto. Nella scuola maschile durante il 1903-04 erano inscritti 273 scolari, dei quali 135 furono promossi, 73 non promossi e 65 non classificati. Nella scuola femminile erano inscritte 235 scolare, delle quali 120 furono promosse, 77 non promosse, 38 non classificate. Altre nomine. Oltre alle nomine riportate nell' ultimo numero, appren- do che, su proposta della Direzione dell'Istituto di credito, la Giunta provinciale ha nominato il-sig. Tomaso Depangher-Manzini a ragioniere, il sig. Giovanni Ghersina a I ufficiale liquidatore e il sig. Giglio Privileggi a I ufficiale contabile. Alla scuola d'agricoltura. Col 1. dicembre 1904 comincierà il XXII corso d'insegnaniento e di educazione presso la Scuola-convitto annessa all'Istituto agrario-stazione sperimentale provinciale di Parenzo. L'istruzione è professionale, pratica ed educativa come si conviene a figli di possidenti o agricoltori che intendono prepararsi a diventare fattori di aziende agricole od a esercitare la professione per confo proprio; ed ha per fondamento principale l'esercitazione nei campi, nelle vigne, nell'orto. nei vivai, nella cantina, ecc., alternata opportlinamente, con lo studio al tavolo e nel gabinetto. Il corso di studi lui la durala di ."> anni, ai quali può far seguito anche un IV anno facoltativo di complemento per meglio esercitare i giovani nella conduzione dell azienda agraria ed addestrarli nella vita pratica. Per l'ammissione verrà data preferenza ai figli di proprietari agricoltori. nari e domiciliati in Istria. Le domande di ammissione devono essere presentate alla Direzione dell' Istituto entro il .'50 settembre. La retta annua è di cor. 300 per i giovani della provincia e di corone 400 per gli altri. Da ( 'licr.io 11 Icone di S. Marco. Venne aperta una sot toscrizione per coprire le spese della riparazione dei leone di S. Marco, che si trova già in lavoro presso uno scultore veneziano. Finora furono raccolte oltre 500 cor., elargite parte dai chersini domiciliati fuori (li ('berso, e parte dalle famiglie di qui. Mancano ancora 300 cor., imporlo che non sarà cortamente difficile raccogliere. tanto più clic molli di quelli ai quali a suo tempo fu inviata la circolare non hanno ancora risposto. Da l'mano La festa prò Lega Nazionale», che si doveva tenere a Metti il giorno 24 corr., fu rimandata ad altra domenica da destinarsi, perchè appunto quel giorno si tiene a Pirano un puhlico giuoco di tombola. COMUNICATO ) AVVISO 1)1 CONCORSO Si cercano alcuni maestri o maestre abilitati per le scuole popolari con lingua d'istruzione italiana, ed una maestra giardiniera, per giardino frò-beliano indipendente, e ciò per le scuole popolari della Lega nazionale in Dalmazia. Per ulteriori informazioni rivolgersi ai gruppi della Lega Nazionale in Rovereto. Gorizia, Capodistria ed al Consiglio direttivo dei gruppi dalmati della Lega Nazionale in Zara. ) La Redazione si dichiara estranea tanto riguardo alla l'orina «pianto al contenuto e non assume alcuna responsabilità Inori di quella voluta dalla Ic^r. DA UNA DOMENICA ALL'ALTRA Decesso. Mercoledì 20 in. e. mancava ai vivi il signor (uova/ini Depangher fu Michele, possidente ed industriale. Fu ottimo padre, integerrimo cittadino, caldo patriota e diede nuovo impulso all'industria cittadina con l'erezione di una fabbrica per la confezione delle sardine. Perciò la sua dipartita ò pianta da tutto il paese e specialmente dal gran numero di operai e operaie occupati nella sua ben avviata fabbrica. I funerali, cui partecipò largo stuolo di cittadini, riuscirono imponenti. Ai desolati superstiti le nostre più sentite condoglianze. Lauree e nomine. Questi giorni s'è laureato in filosofia all'università di Graz il giovane concittadino Gian-nandrea Gravisi Barbabianca già abilitato all'insegnamento dellageografla. Il giovane concittadino Domenico de Favento ha subito con distinzione gli esami di farmacista all'università di Vienna. Vive congratulazioni. •j.** La rappresentanza comunale di Grisignana ha nominato medico di quel comune il nostro concittadino dott. Domenico Marsieli. finora medico all'ospedale di Pola. La gita per Parenzo. Come già da noi annunziato domenica 31 in. c. la nostra «Società operaia» farà una gita di piacere col piroscafo Santorio alla volta di Parenzo per rendere omaggio a quella «Società operaia» e alla gentil consorella. La partenza da Capodistria seguirà alle 2 iK)iu.: da Parenzo alle 9; il prezzo di passaggio per andata e ritorno è di cor. 1.20 per persona. La direzione della Società operaia e il comitato con la bandiera moveranno dalla sede sociale alle ore 1 :t/4 alla testa della banda del «Corpo musicalo Capodistriano», la quale rallegrerà poscia il tragitto e sulla piazza di Parenzo darà un concerto con scelto programma. Sul vapore ed a Parenzo verrà distribuito un sonetto d'occasione. Lo scopo filantropico della gita, il cui netto ricavato andrà devoluto al fondo della li Sezione soci vecchi ammalati e il piacere di salutare la gentile e patriottica consorella istriana ci fanno fin da ora prevedere un numeroso concorso. Congresso del Club canottieri „ Liberta»". Sabato sera alle H.30, presente uno scarso numero di soci, ebbe luogo il congresso del Club »•ano! i ieri «Liberi,as» per l'approvazione del consuntivo 1903-04. Oltre alla lettura del verbale dell' ultimo congresso e alle proposte eventuali, figurava nell'ordine del giorno anche un regolamento interno, clic venne presentato ai soci per l'accettazione. Tanto il protocollo (pianto il resoconto finanziario, vengono accettali ad unanimità dopo brevissima discussione. Invece uno degli ultimi articoli del regolamento interno e precisamente quello riguardante i diritti dei soci di far uso della tettoia sociale e del pontile per gli esercizi di nuoto, solleva una discussione a-ninialissima alla quale prendono parte tutti i presenti. Da ultimo viene, accettato a piccola maggioranza la proposta della direzione e si approva il regolamento senza alcuna modi ficazione. In chiusa il signor Eliot. Giuseppe Cobol lamenta la troppo scarsa partecipatone di soci al congresso; non dispera tuttavia nel buon andamento del sodalizio, cui augura le più prospere sorti. Provocazione. Niun altro titolo è meglio appropriato ad indicare quella sfilata di gente, la quale reduce dal pellegrinaggio di Barbana passò venerdì verso sera attraverso la piazza di Capodistria facendo sventolare gonfaloni muniti di nastri bianchi-rossi-azzurri e cantando in idioma slavo canti verosimilmente religiosi. Noi, diciamo francamente, scusiamo questi incoscienti contadini di Decani, Ma resego, Scoffie ed altri luoghi, i quali per opera di certi mestatori lasciano infiltrare la politica anche iicHe cose religiose, ma non scusiamo assolutamente le autorità, alle (piali incombe il dovere 11011 solo di reprimere ma anche di prevenire eventuali disordini. I quali, se questa volta non si sono avverati, più che alla pazienza dei cittadini lo dobbiamo al caldo eccezionale, che tiene tutti nelle proprie case e che diede occasione solo a pochi di vedere l'osceno spettacolo. Speriamo adunque che l'autorità politica, tanto zelante per la quiete publica, e che l'autorità comunale, che deve tutelare il decoro del paese, impediranno il ripetersi di simili insilili al sentimento nazionale di una intera città. All'i, r. corpo di gendarmeria poi, che ieri ha visto passare dinanzi alla propria casa i gonfaloni dimostrativi, rivolgiamo la seguente domanda: «Come si comporterebbe esso, se qualcuno domani si mettesse in capo di passargli dinanzi con bandiere bianche-rosse-verdi, sia pure durante una cerimonia religiosa?» Ma già, la legge è uguale per tutti !.... Banda in piazza. Venerdì sera i filarmonici del nostro «Corpo musicale» si produssero sulla piazza del Duomo svolgendo uno scelto programma e rimeritandosi molti applausi dal publico. Elargizioni al gruppo locale della „Lega Nazionale". Raccolte al banchetto della Società politica istriana dal distinto signor Angelo Corazza, cor. t>9. Versati dai Conti Giovanni Ballast,relli e (ìiulio Anguissola di Piacenza, per festeggiare l'incontro con Giuseppe Cobol, cor 10; da questi ultimo poi cor. 2 per aver ricevuto gratis dall'aulico Carlo Czer-mak l'artistica targhetta della Società, di beneficenza fra studenti italiani all' università di Innsbruck. Consorzio registrato a garanzia limitata Kit le seguenti operazioni : I. Accorda prestiti verso cambiale con garanzia di almeno due firme, per un termine non inferiore ad uno e non superiore a sei mesi, al (>% più 1 i "/,, per spese di provvigione. Previo avviso di otto giorni dalla loro scadenza, le cambiali potranno venir rinnovate, qualora venga restituito un quinto della somma o quella frazione minore che, in ogni singolo caso, fu dalla Direzione se di sua spettanza, altrimenti dal Consiglio di Amministrazione eccezionalmente accordata. IL Sconta cambiali, con almeno due tirine, a scadenza non superiore a sei mesi al (>'"„ più 1 ,°/<. per spese di provvigione. 111. Apre conti correnti garantiti con malicvaria di due o più firme solventi, per la durata massima di due anni al ti",, più 1 /." „ per spese di provvigione. in'. Ih veste denari in effetti di sicurezza pupillare ed in ipoteche di sicurezza praminaticale a condizioni da stabilirsi. V. Dà prestiti a debitoriale, verso rimborso in rate mensili per la durata fino a cinque anni, con garanzia di almeno due. firme al 6% più '/4% annuo per spese di provvigione. VI. Assume amministrazioni per conto di terzi a condizioni da stabilirsi. VII. Fa il servizio di cassa per conto di terzi a condizioni eia stabilirsi. Vili. Assume incassi e pagamenti per conto di Società cooperative di produzione, di consumo e di ditte protocollate a condizioni da stabilirsi. IX. Riceve valori in custodia e provvede per l'incasso dei medesimi, verso una provvigione di l/s% sino a corone mille e 1 °/00 sopra corone mille, per il termine massimo di sei mesi. X. Accorda sovvenzioni verso pegni di valori pubblici, non oltre i '/5 del loro valore di Borsa, al 6 % e-scnte di spese di provvigione. XI. Assume operazioni di cambio e compravendila ili titoli, cartelle e promesse di lotteria ecc. ecc., anche in l'orma rateale. XII. Riceve somme di denaro: A. in ham-ogiro per qualunque importo, non prelevando però più di 500 corone al giorno, a vista al 2 ''//Volt . in Conto corrente 1. per qualunque importo prelevabile verso preavviso di tre giorni .,i 'i H' ai ,) /„. 2. per qualunque importo, a tre mesi fisso, prelevabile verso preavviso dì quindici giorni al 3'/4"/„. 3. per qualunque importo, a sei mesi fisso, prelevabile verso preavviso di ventilili giorni al 3V.,°/o- 4. per qualunque importo, a un anno fìsso, prelevabile verso preavviso di un mese al 3:i/j%- ('. al piccolo risparmio rilascia ad ogni singola ditta non più di un libretto, per versamenti mensili non superiori a Corone 50 ad eccezione del primo versamento che viene accettato per qualunque importo. 11 piccolo risparmio non potrà essere mai superiore all'importo massimo di Corone 1000. Rimborsi si effettueranno con preavviso di cinque giorni al 4%. I». in deposito prestiti ipotecari per qualunque importo, a sei anni fisso, (Vedi progetto votato dal Consiglio di Amministrazione addì 5 Decembre 1903) al 4 '/,%. Tutte le condizioni indicate sono valevoli fino a nuovo avviso. Ogni domanda evasa di sovvenzione o mutuo sarà valevole entro i primi quindici giorni da quello dell' accettazione da parte della Direzione o del Consiglio. Capodistria, 1 maggio 1004. LA DIREZIONE AVVISO La Banca popolare capod i siriana per facilitare il cambio della moneta spicciola ed in argento riceve in versamento a titolo di deposito ed in pagamento la moneta stessa purché sia consegnata in sacchetti sigillati e muniti del timbro della ditta che effettua il versamento. 1 sacchetti devono esser completati in questo modo: Pezzi da 2 Cent. 1000 pari a Cor. 20 » 10 » 2000 » » » 200 » 20 » 1000 » » » 200 » 1 Cor. 1000 » » » 1000 » 1 Fior. 500 » » » 1000 » 5 Cor. 200 » » » 1000 -r i -i- BANCA POPOLARE CAPODISTRIANA — e — Associazione di Commercianti ed Industriali ORARIO D' UFFICIO : Nei giorni feriali dalle 9 alle 12 ant, e dalle 3 alle 6 pom. Nei giorni festivi dalle 9 alle 12 ant. Il Direttore di turno si troverà negli uffici nei giorni feriali : dalle 9 alle 10 ant. e dalle 5 alle 6 pom. Nei giorni testivi: dalle 11 alle 12 ant. Achille Piacentini, redattore responsabile Capodistria, Tip, Cobol & Priora. Comperate sencipre i fiammiferi della „LEGA NAZIONALE" Nuova Società Citt. di Navigazione a Vapore fra C A P( )DISTRIA-TRIESTE Col giorno 4 Luglio 1904 fino a nuovo avviso i piroscafi sociali seguiranno (tempo permettendo) nelle gite giornaliere, il seguente orario nei giorni feriali : l)a Capodistria per Trieste I corsa ore 5.45 aut., II corsa ore 7 aut., III corsa (post.) ore 9 aut., IV corsa ore 1.30 pom,. V corsa (post, ore 4.15 pom., VI corsa ore 8.30 pom. Nei giorni festivi : I corsa ore 5.45 aut., II corsa ore 7 ant., Ili corsa (post.) ore 9 ant., IV corsa post, ore 5 poni. I»a Trieste per Capodistria Nei giorni feriali : 1 corsa ore 7.45 ant., II corsa ore 11 ant., Ili corsa (post.) ore 12.05 mer., IV corsa ore 2.45 pom., V corsa ore 6.15 pom., VI corsa ore 9.30 poin. Nei giorni festivi : I corsa ore 7.45 ant., II corsa ore 11 ant., Ili corsa (post.) ore 12.05 mer., IV corsa ore G poni. Prezzi di passaggio : I posto soldi 20 — II posto soldi 10 indistintamente. Accetazioni e nolo delle merci da convenirsi col capitano. — Il punto d'approdo a Capodistria è il l'orto a Trieste la Riva della Sanità. Facilitazioni doganali accordate col decreto dell'I. R. Direzione di Finanza dd. Trieste 28 marzo 1902 N. 11277. Capoilixtria, 26 Aprile 1904. LA DIREZIONE