ANNUflRIO PEL S ECO N DO GIN N AS 10 COMUNALE SUPERIORE f RIESTE PVJ&PLKATO ALLA FINE DELL’ ANNO 5C0LA5TIC0 1913-1914 - ANNO SECONDO .--- TRIESTE Stabilimento Artistico Tipografico G. Caprin 1914. ANNUARIO — DEL — SECONDO GINNASIO SUPERIORE COMUNALE TRIESTE PUBBLICATO ALLA FINE DELL’ ANNO SCOLASTICO 1913-1914 TRIESTE 5TABILIMENTO ARTISTICO TIPOGRAFICO 6, CAPRIN 1914. 1/1^ ALBERTO DE BROSENBACH LA POESIA DI CAIO VALERIO CATULLO H a 120 : a o . .. \ ■ m \ A..; OJ JUTA •• AV 01AO Una strana irrequietezza si difforideva nelle genti delle re-gioni itaiiche verso la seconda metä de! primo secolo a. C., irrequietezza che nasceva da tante cause lontane e quasi obliate, da aleune recenti ne perö valutate esattamente, come in un corpo gigante le cui membra per mio squilibrio singolare si fossero ostinate a vivere indipendenti, senza obbedire ehe a tratti agli impulsi ehe partivano dal cervello e, improvvisamente, per un misterioso ricomporsi dell’armonia organica (se non piuttosto per una inaudita inversione nella scaturigine deli’ e-nergia), si fossero messe ad agire concordi trasmettendo al cervello non meno d’impulsi di quanti ne ricevessero. La civitas si estendeva a poco a poco alle provincie, con-ferita a volte, a volte carpita, senza ehe paresse, allo spirito conservatore deH’Urbe. Cadevano a lino a uno gli argini eretti dall’orgoglio regionale e dalla tradizione tra provincia e pro-vincia; il settentrione d’Italia esondava su Roma nella quäle, per un favorio ora mai secolare, filtrava il mezzogiorno ellenico, grave di pensiero, decadente di raffinatezza, modificando e cor-rompendo. Gli elementi eterogenei si fondevano in un’unitä complessa ehe avrebbe determinato un novo profilo nella stirpe dominatrice. S’iniziava la nova era, nasceva la gente italica. L’edificio secolare dello stato, opera Iaboriosa di un’ari-stocrazia ora mai esausta negli sforzi delle generazioni verso il futuro, si sgretolava inaspettatamente, come per un capriccio del tempo, ehe si fosse accanito a corrodere in silenzio la com-pagine interiore, risparmiando il decoro di fuori, che per l’urtö d’un sol uomo avesse a cadere, ma cosl, quasi senza far rumore. In questo contemperarsi delle stirpi, nell’ eguagliarsi dei diritti, nel disfaciniento di una tradizione, ferveva nella nazione giovane un Iievito di rinnovamento che s’apprendeva dagli uoniini alle cose e da queste a quelli, con un'alterna vicenda di marea che scopriva a tratti visioni meravigliose. In questo riavvicinamento delle stirpi, si modificava il pensiero politico e letterario, nascevano dissidi improvvisi, conseguivano stati d animo novi, sentimenti complessi. La tradizione letteraria, erta sulle colonne delle creazioni di Plauto, Ennio e degli altri artefici della parola nell’era re-pubblicana, ehe ritenevano non denegabile 1’iinpronta deli’arte ellenica, ehe erano apparse meravigliose ai contemporanei per la rivelazione ehe vi avevano avuta della insospettata duttilita della lingua di Roma, si disfaceva anch’essa a un’onda travol-gente di canti, ehe nasceva lontana e giungeva con un sentore aspro di vita recando strani fiori divelti da vette inaccesse, e presentati alla meraviglia degli uomini come un ammoniinento deli’ etä nova. Donde nasceva il novo canto? Era la lusinga del setten-trione alla Dominatrice del Lazio perche lo chiamasse a sč ma-ternaniente? Infatti esso veniva giü da Verona, recato da uu giovane Valerio, disceso da una famiglia antichissima di Roma, passata a dimora nella Cisalpina in tempi lontani, e ritornante ora fatalmente alla terra dei padri per muoversi, cosl voleva il giovine predestinato, in un mezzo nel quäle il suo ingegno si fosse potuto spiegare liberamente, per dare, come fu, 11011 alla nazione, che non intese se non piti tardi, ma al mondo il canto perfetto, onde egli fosse, fuori della legge del tempo, 1’eguale di tutte le etä, mentre fosse vivo il sentimento della verä poesia. La lirica di Caio Valerio Catullo e espressione del conflitto di un’ anima quasi sopravvissuta a un tempo passato, ne per tanto in tutto diversa dali’anima collettiva del mezzo nel quäle essa si estrinseca, e perö in continuo dissidio. II rispetto pauroso della divinitä concepita astrattamente senza imagine e accennata appena dalla nomenclatura molteplice, la subordinazione del-1’uomo all’idea dello stato, derivati nel poeta, come nei piti, dalla stirpe antichissima, I’ abito irrequieto e appassionato dell’etä che fu sua, nella quäle, movendo da tante manifestazioni apparite casuali, andava determinandosi quasi insensibilmente la coscienza della capacitä espansiva nell’ individuo anche se fran-cato da un’idea politica tradizionale, compongono nell'uomo ima fisionomia nova e complessa ehe lo leva alla significazione di un rappresentativo. Queste inclinazioni ehe si rivelano giä a 1111 primo esame come portati storici, si combinano con una singolare natura mista a un tempo di melanconia e di passione, di timidezza e d’audacia, onde la vita, nella sna visione poetica, riesce a un’ unitä organica temperata di reale e di fantastico, ehe tiene a un tempo deli’ iniziato e del fanciullo. Come il fanciullo nella sua fantasia sognante sublima a creatura prediletta e cliiama del nome piii caro 1’ oggetto ehe 1’ uomo non vede ehe nel suo reale, e si compone cosi una realtä nella quäle alla sua visione appaiono i lineamenti del sogno, cosi il poeta, nel primo turbamento profondo ehe scuote la sua anima quasi inconsapevole, rapisce alla realtä la creatura mortale alla quäle si e tenacemente appreso e la anima del suo sogno d' arte nutrito lungamente nel suo secreto negli anni degli studi sereni e raccolti. E la creatura ambigua ehe fu la moglie di Metello Celere, la rappresentativa della decomposizione morale di quell’eta, s' identifica nel sopravvissuto del passato con la divina ispirata di Lesbo, di cui gli uomini e le cose avevano dato a Catullo tempra presso ehe eguale, e Clodia diviene Lesbia e vive infame e meravigliosa nel nome datole dal sogno. Ed e con anima saffica in voce nuitata ehe il poeta porge la prima offerta del suo ingegno alla Desiderata. Ma questo imaginare ehe sforza la vita fuori dal confine mortale, estendendosi e palpitando nel passato ehe si tramuta nell’ora, 11011 sosta a questa audacia e, di un battito d’ale che viene dal core icario vago deli’infinito, varca il limite del cielo ed esalta la creatura terrestre alla specie e alPessenza del divino. £ la sementa ch’egli gitta, e non sa, perchč fiorisca in messe di fiori meravigliosi nel Trecento, perche indi germogli la canzone petrarchesca alla Vergine, dove 1’ accostamento del-1’uinano al divino, anziche abbassare la divinitä fino ali’uomo, esalta piuttosto questo, nelle sue manifestazioni sentimentali, al sublime dal quäle esse naturalmente procedono. E perö, in tutte le espressioni dell’amore di Caio Valerio Catullo č coininisto il sentimento della divinitä, come anche vi e presente il pensiero della niorte, che nasce improvviso nell' uomo quando la sna vita, ch’ egli avverte mortale, sia piü piena, per la mi-steriosa simpatia ch’ e nei contrari. E dali’ angoscia deli’ anima che ripugna al pensiero della fine, nasce la speranza della con-tinuazione di lä dal destino, se pur il desiderio della morte non e destato dal grande sdegno per lo scempio che altri fa della sua patria. Cosi la poesia di Caio Valerio Catullo e universale, dacche essa deriva da quei sentimenti che sono immanenti nel-1’uomo fuori da ogni necessitä storica: 1’amore la patria dio la morte. Due sono gli aspetti della poesia catulliana. Uno, nel quäle gli elementi vissuti e i contemplati simpaticamente riescono a una espressione complessa e governata da una severa disciplina d’arte, l’altro, nel quäle i sentimenti universali, per la loro stessa intensitä, si trasformano in una poesia appassionante e convulsa, che ha la natura del grido senza parola, come la poesia nuda d’ imagini di Giacomo Leopardi di Heinrich Heine di Alfred de Müsset in certi brevi canti profondamente vissuti. Infatti, nelle grandi crisi sociali, se non a pochi solitari, con-templativi o deli' azione, rimane di solito oscuro donde esse in-coinincino, dove siano per finire, quali fenomeni siano per creare. E nella convulsione profonda che corse allora la gente italica, e parve d’ agonia mentre era di nascimento, come nella Francia della Rivoluzione e neH'Italia del Romanticismo, nel tragico confiitto dello stato con 1’ uomo, nasceva 1’ anima moderna: Catullo, come disse un critico tedesco, e il giovine Goethe della Sturm- und Drangperiode di Roma. Nella inversione di valori che traeva seco il rinnovamento, 1’ anima umana, che per 1’ amore aveva avuto la fredda voce cotidiana della contempla-zione estetica, traeva dal suo mistero profondo i modi della adorazione mistica. L’ amore di Caio Valerio Catullo si svolge traverso le quattro fasi comuni della passione: l’attesa, 1’appagamento, la stanchezza, 1’ addio, Fin dal suo primo nascere il sentimento di Catullo ha i caratteri del raccoglimento religioso, per l’ignoto ch’e nella creatura che lo suscita: Ille mj par esse deo videtur (cann. LI) egli canta traducendo dalla poetessa di Lesbo nel primo stupore della visione, e intensifica 1’ espressione rievocata da un affine stato passionale, con parole che hanno un acre sapore di empietä: ille si fas est superare divos (ib.) La sua aspettazione e stato di beatitudine ch’esclude il desiderio; fino a questo momento Lesbia, precorrendo le Bea-trici trecentesche, Da per gli occhi una dolcezza al core Che intendere non puö chi non la prova. E perche dal raccoglimento che adora dinanzi al mistero il poeta ascenda alla salutazione della divinitä, basta che essa fatta benigna patisca di essere contemplata presente senza che «tegantur lumina nocte» (LI). Cosl nel carme LXX essa £ giä fatta la creätura che Giove potrebbe contendergli; ch&, perl’a-nalisi di questo singolare stato del poeta, non fa d’uopo ri-spettare 1’ ordine dei canti, in quanto certi elementi del sentimento che per il predoniinare d’ un’ impressione a volte rimangono subcoscienti, a volte invece, possono affacciarsi con una par-venza di novitä, solo perche altre sono le circostanze nelle quali nasce il momento poetico. Cosi, dal limite della divinitä, che e il vertice celeste della scala intensiva, il poeta discende agli affetti umani universali della famiglia, che segnano il limite terreno Dilexi tum non tantum ut volgus amicam Sed pater ut gnatos diligit et generos (C. LXXII) Nei canti deli’ appagamento e dovunque sensibile l’ansia dell’ espressione suprema, di !ä dalla quäle non resti lo scon-tento inferiore della prova fallita. Essi appaiono pervasi di un’ ebrietä che si comunica dali' uomo alle cose: Fulsere quondam candidi tibi soles (Carm. Vlllj in un’ estensione panica nella quäle la materia si anima dal-1’ U0I110 : Aut quam sidera multa cum tacet nox Furtivos hominum vident amores (Carm. VII). Ma 1’ amore di Caio Valerio Catullo reca in se fin dal suo nascere, ne il poeta 1’ avverte, un gernie di distruzione oscuro e implacabile : esso e 1’ amore di un sopraggiunto. E perö dopo la prima fiamma che annienta im passato purificando, nella pausa inevitabile della passione, affiorano i sentimenti della stanchezza che possono trovar pace soltanto nella fraternitä spirituale che d’ altro abbisogna che di carezze. E nascono le prime tristezze con le gelosie del passato, con l’amaro dell’oggi, l’in-certo del domani e il primo dissidio. Ne questo e d’oc-casione, come potrebbe parere, ove non si volesse seguire Io svolgersi di ima vita interiore di lä dalla espressione sensibile della poesia; non £ ripicco di donna amante verso 1’uomo iin-pulsivo e geloso, ma nasce da cause ben piü profonde: esso e dissidio di anime rappresentative che ripetono nel caso individuale la tragedia ch’era nella stirpe. Come nei sopravvissuti dell’idea tradizionale 1’anima re-pubblicana s’ agita scomposta e incapace dell’ atto che fermi lo stato che si scompagina e ricompone nella monarchia inevitabile, cosi 1’ anima di Caio Valerio Catullo, antica nei suoi lineamenti piü profondi, contrasta invano alla vertigine del dissolvimento morale che e nella cercatrice, nella rappresentativa della crisi morale-sociale, nella discendente estrema della famiglia antica che nelle magistrature aveva dato alla nazione il meglio delle sue energie, e ha nell’ anima la marea degli elementi contrad-dittori che non potranno ricomporsi in una egualitä passibile di carattere. E il dissidio dell’uomo si estenderä, nella esaltazione della propria virtii sopra le anime mediocri, dalla creatura amata all’ etä fiacca e ambigua, onde verrä al canto im singolare carattere di contrapposizione dell’ uomo al tutto. E 1’ espressione «amata nobis quantum amabitur nulla» che e il motivo egemonico della poesia catulliana, e sarä grido di passione e rimpianto inconsolabile, che escluda ogni domani che non appartenga all’indimenticata, verrä avvicinandosi nel suo valore etico al-I' «odi profanum vulgus et arceo» oraziano. Da questa contraddizione insanabile nasce nel poeta len-tamente, traverso molti stadi ritardativi, quel singolare com-plesso sentimentale che e espresso mirabilmente dal distico: Odi et amo quare id faciam fortasse requiris? Nescio, sed fieri sentio et excrucior (LXXXVi inimitabile autoritratto psicologico nella sua espressione paradossale. Quindi il dissidio profondo hell* tioino dalla visione delicata e dali’ anima fanciulla, combinandosi con altri sentimenti venuti da altre esperienze, compone alla sua arte una fisionomia della quäle ii dolore 1’ ironia la negazione segnano i lineamenti limitativi. che si contrarranno nel sogghigno sinistro del carme LXXXI: Non ideo, Gelli, sperabam te mihi fidum In misero hoc nostro, hoc perdito amore fore, Qnod te cognossem bene constantemve putarem Aut posse a turpi mentem inhibere probro, Sed neque quod esse videbam Hane tibi, cuius me magnus edebat ainor. Et quamvis tecum multo coniungerer usu Non satis id causae credideram esse tibi. Tu satis id duxti: tantum tibi gaudium in omni Culpast, in qiiacumque est aliquid sceleris, ultimo scherno alla fede nell’ amicizia. Tale fu l’uomo. Ed alla sua anima complessa e contraddit-toria. (che 1’ esperienza non fa che sviluppare le inclinazioni delle quali preesistono i germi), nascevano anche di qua dalla gioia, i canti dei sentimenti antitetici delle melanconie improv-vise degli odi nati di nulla. Cosi nel carme LI Ille mi par esse deo videtur Ille si fas est superare divos Qui sedens adversus identidem te Spectat et audit Dulce ridentem, misero quod omnis Eripit sensus mihi: nam simul te Lesbia, aspexi nihil est su per mi Vocis in ore Lingua sed torpet, tenuis sub artus Flanima demanat, sonitu suopte Tintinant aures geminae, teguntur Lumina nocte che 6 canto deli’aspettazione, c’e un carattere di solennitä che viene alle persone e alle cose dal duplice accenno agli dei in gradaziorie intensiva, c’ e spiritualitä trecentesca nello «spectat et audit dulce loquentem» scevra dal tunuilto dionisiaco ehe esprimeranno i canti deli’ appagamento, e forse c’ b contrappo-sizione del sentimente» che detta «i11e mi par esse deo» a quello che esprimono le parole «misero quod omnis eripit sensus rnihi», come se il poeta dicesse: beato e simile a un dio chi ha tanto di forza da vederti e udire senza turbamento; sebbene il tutto po-trebbe anche esprimere la gelosia nascente insieme con 1'amore: io soffro, cioe, ehe altri ti veda e ascolti. Chč nella poesia ca-tulliana, come essa e espressa da un’ anima ricca, nella quäle ogni affetto si tramuta in passione e si combina con un contrario, in dissonanze prima d' allora inaudite, c’ ä sempre qualche cosa d’ indeterminato ehe si completa nella vibrazione simpatica di chi legge, c’ e sempre 1’ elemento ehe sfugge ali’ analisi, co-mune alla lirica vera. La strofe LI b: Otium, Catulle, tibi molestumst: Otio exsultas nimiumque gestis. Otium et reges prius et beatas Perdidit urbes, ehe il Pascoli con altri aggiunge ali’ ode e ehe, conchiusa nella sfera dei sentimenti ehe la animano, esprimerebbe una vaga ansietä quasi presaga di mali di qua dalla gioia, mi pare ehe raffreddi il canto con quel suo carattere di ammonimento e di riflessione che contrasta troppo disarmonicamente col tutto. Ometto per brevitä e per l'affinitä dei contenuti psicologici, d’ analizzare le altre poclie poesie deli’ aspettazione e, a illu-strare quanto esponevo nelle pagine antecedenti, passo a un tentativo di definizione di alcune poehe altre poesie, ehe se-gnano il progredire d e 11 a passione fino al nascere del primo dubbio. II carme V «breve e amplissimo» č della gioia ehe nel suo espandersi travolge e annienta quanto non e di essa. Vivamus, mea Lesbia, atque amemus, Rumoresque senum severiortim Omnes unius aestimemus assis. Soles occidere et redire possunt: Nobis ubi semel occidit brevis lux Nox est perpetua una dormienda. Da mi basia mille, deinde centum, Dein mille altera dein secunda centum Deinde us.que altera mille, deinde centum. Dein cum milia multa fecerimus Conturbabimus illa, ne sciamus, Aut nequis malus invidere possit Cum tantum seiet esse basiorum. t beatitudine solitaria che si contrappone alla vita ambiente e basta a se stessa, e esaltazione di vita che procede da una breve contemplazione della morte e si tramuta in audacia mot-teggiatrice che sperda di un sorriso la nube di un attimo. II carine VII Quaeris, quot mihi basationes Tuae, Lesbia, sint satis superque. Quam magnus numerus Libyssae arenae Lasarpiciferis iacet Cyrenis, Oraclum lovis inter aestuosi Et Batti veteris sacrum sepulcrum, Aut quam sidera multa cum tacet nox Furtivos hominum vident amores Tarn te basia multa basiare Vesano satis et super Catullost Quae nec pernumerare curiQsi Possint nec mala fascinare lingua e della gioia ancora, ma scevra del tumulto ch’ esclude la contemplazione, giä vi si insinua il raffronto dotto che raffredda e ritarda. Ma tiel carine VIII: Miser Catulle, desinas ineptire, Et quod vides perisse perditum ducas. Fulsere quondam candidi tibi soles, Cum ventitabas quo puella ducebat Amata nobis quantum amabitur nulla. Ibi illa multa tum iocosa fiebant, Quae tu volebas nec puella nolebat, Fulsere vere candidi tibi soles. Nunc iam illa non vult: tu quoque, impotens, noli Nec quae fugit sectare, nec miser vive, Sed obstinata mente perfer, obdura. Vale, puella, iam Catullus obdurat Nec te requiret nec rogabit ir.vitam: At tu dolebis cum rogaberis nulla. Scelesta, vae te! quae tibi manet vita! Quis nunc te adibit? cui videberis belia? Quem nunc amabis? cuius esse diceris? Quem basiabis? cui labella mordebis? At tu, Catulle, destinatus obdura, che si riattacca al precedente per il sentimento panico del «ful-sere quondam candidi tibi soles», non vi e piü vibrazione sim-patica dell’anima umana con le cose, essa sussiste nel rimpianto, ed e come una spezzatura che divide il canto in un polittico nel quäle a visioni di beatitudine nel passato si alternano stati di amarezza nell’ ora. Incomincia la «mens diducta» che detterä piü tardi i canti brevi dello strazio che non ha conforto se non nella morte e in dio. E 1’onda del suo canto s’indugia per meandri capricciosi, dove ha a volte un risuccchio breve di gioconditä repressa, a volte un gorgoglio iroso di sdegno che non dura, o si dispiega riposata e piü vasta riflettendo 1’ imagine complessa della vita d’allora, corsa giä dal solco sottilissimo e incolmabile del pen-siero greco, che la riga 'come il tempo fa dei dipinti antichi per piü desiderio che resti agli uomini della bellezza peritura, e canta 1’ epitalamio dal gioco molteplice, nel quäle all’ evoca-zione del dio si connette Taugurio all’uomo, dal quäle emerge scrridendo la testina d' un bimbo che suggellerä le «iustae nup-tiae», mentre ovunque s’insinua incoercibile la birichineria della «licentia fescennina». Perche il poeta, condannato da una tra-gica predestinazione alla passione che umilia, si compiace nella contemplazione dei maritaggi legittimi, degli amori nei quali uno non dia di piü di quanto riceve, e rimpiange sempre il suo stato che gli nega la serenitä dei connubi compiuti «bona alite-, anzi nella complessa elegia ad Alliuin LXV111 vv. 143-146 Nec tarnen illa mihi dextra deducta paterna Fragrantem Assyrio venit odore domum, Sed furtiva dedit muta munuscula nocte Ipsius ex ipso dempta viri gremio, riferisce alla natura del suo a more le disavventure delle quali incomincia a soffrire, e ne cerca la scusa della colpevole. Ma intanto nella multivola cercatrice alla curiositä saziata e su-bentrato indeprecabile il disamore, ehe si manifesta dapprima nel dispettuccio che ferisee tanto piü profondamente quanto meno la vittima se ne riconosca meritevole. E il rimbrotto di Catullo ha la voce del benefattore offeso dall’ingratitudine, senza odio, ma con tanto piü di secreta macerazione. E mentre la sna anima si scontorce nello spasimo che presente la fine deli’ ora soave, gli viene persuasivo di pensieri piü dtibitosi, un appello della morte alla casa dei padri: I’ linico fratello, diletto in vece della famiglia che non lo intende, e morto lontano nella Troade (Čarni. LXVIII vv. 19-24) O misero frater adempte mihi, Tu mea tu moriens fregisti commoda, frater, Tecum una totast nostra sepulta domus. Omnia tecum una perierunt gaudia nostra Quae tuos in vita dulcis alebat amor. II dolore di Catullo ehe sussegue la sciagura grande e irreparabile, ha la voce della contemplazione interiore, ehe dallo stupore precorrente alla coscienza deli’ora, trae la parola nuda ordinata nel ritmo che ha l’ansia prima del pianto. E, siccome suole avvenire, dalla morte contemplata vidna, dai luoghi natii riveduti, dalla iontananza, consegue nell’animo del poeta uno stato di riflessione. Infatti, di una fase della nostra vita si giu-dica meglio non solo se essa sia lontana nel tempo, ma ben anche e con piü di veritä se siamo lontani dai luoghi e dagli uomini nei quali e in mezzo ai quali essa si č svolta. E la conclusione? Alquanto piü di tristezza e un’incipiente pietä di se stesso. Si delinea in lui quello stato d’animo heiniano per- suasivo a Robert Schumann di un Lied indimenticabile: Ich grolle nicht und wenn das Herz auch bricht Ewig verlornes Lieb, ich grolle nicht: modo maggiore piü modo niinore col ritmo alterno dei polso in un cuore che si vuoti nell' ansia e si riempia nello strazio rinnovellante senza posa. E dopo di ciö? Non resta che di ri-tornare, per quella smania innana di vedere da vicino le cose per le quali si sia lungamente sofferto, e forse, perclie no? per la ripugnanza della confessione dinanzi alla disfatta. Sennonche la creatura dionisiaca agita la fiaccola della sua vita suscitandone scintille ehe si apprendono come ad alette di falene agli egnali tramortiti pur del barbaglio. E al ritornante purificato nella contemplazione della morte, essa apparisce la perfida dai multivoli ardori quäle il vituperio della Caeliana la trainanderä nei secoli. Ma allo sdegno ehe trabocca nel ritor-nato essa, se anche per poco, offrirä un viso e un’anima nova, ehe incuora ali’ affetto pertinace altri canti di passione pervasi di doloroso presentimento; per rientrare ancora nel tumulto del-l’orgia alla quäle I’ etä la faniiglia le cose 1’ avevano votata. Onde nell’anima di Valerio Catullo šara, rnentre egli vive, un’al-terna vicenda d’amore e d’odio di speranza e di disperazione che, traverso una lotta struggente, riuscirä a comporsi in un’ unitä tragica. Vediamo come i canti ripetano la vita. II carine LXX Nulli se dicit mulier mea nubere malle Quam mihi, non si Iuppiter ipse petat. Dicit, sed mulier cupido quod dicit amanti In vento et rapida seribere oportet aqua, quanto al valore poetico č un luogo comune d’ispirazioiie alessandrina, ricantato nelle piü scipite variazioni dagli elegiaci e dai vsrivrspot, ma come documento umano, assume nell’ opera del nostro poeta un valore ben piii significativo: 1’Unica vi apparisce di giä umiliata al livello delle altre donne, essa non e piü la «Lux mea qua vivere dulce mihist» (LXV1I1 v. 160); ma e evocata malinconicamente dal poeta dinanzi a sč stesso, viva del tristo abito femminile eh’egli le attribuisce, quasi in un colloquio con la sua anima; non ancora la voce osa vol-gersi riprendendo al «nitens desiderium» di un giorno, v’ e ancora nel canto breve la sospensione capace della speranza ehe la Indispensabile possa in un giorno vicino o lontano ap-parire migliore delPimagine ehe il sospetto geloso persuade. Ma giä nel carine LXX1I il rimprovero e rivolto alla donna amata: Dicebas quondam solum te nosse Catullum, Lesbia, nec prae me velle tenere Ioveni. Dilexi tum non tantum ut volgus amicam Sed pater ut gnatos diligit et generös. Nunc te cognovi: quare etsi impensius uror Multo mi tarnen es vilior et levior. Qui potisest? inquis, quod amantem iniuria tališ Cogit amare magis, sed bene velle minus, e in questi versi come un' eco dei versi precedenti, ma diversa e pili grande e la tristezza clie li ispira. 11 canto k una rievo-cazione del tempo migliore finito per sempre. «Dilexi» dice il poeta, cioe, fu allora un delirio breve, ne dei sensi soltanto. Ed £ come un brancicare ehe il poeta fa nella sua anima dietro gli affetti piii tenaci e piii puri di cui la sente capace, perche essi riuniti gli diano la misura del suo sentimento, novo al-1' anima antica che perö non vi aveva trovate le espressioni, con quel ehe d’indefinibile ch’egli vi sente attaccato. Ed e ap-punto questo dissolversi det sostrato sentimentale che stronca nel poeta il sentimento saldo e complesso dei primi tempi de-formandolo in un desiderio sterile e insonne. E a questo s’apprende vie piti tenacemente il poeta, con 1’ ansia ehe raddoppia 1’affetto per una di due creature egualmente dilette, quando 1’altra sia mancata per la morte. E ali’ anima giä piegata nel dubbio la perfidia degli amici da la gravezza ehe prostra nella negazione (carm. LXXII1) Desine de quoquam quiequam bene velle mereri Aut aliquem fieri posse putare pium. Omnia sunt ingrata, nihil fecisse benigne Prodest, immo etiam taedet obestque magis Ut mihi, quem nemo gravius nec acerbius urget Quam modo qui me unum atque unieum amieum habuit negazione che imprecherä con cuore eguale nel canto heiniano che il Carducci diede alle lettere nostre Gli amici a cui dissi d’ amor parole Peggio m’ lian fatto ed ho spezzato il cor. Miser Catulle, come eran lontani ora mai nel tempo e dal core i canti cui lo studio raccolto e sognante aveva dato novo impeto di voli! Sfumavano impallidendo nella caligine ehe scen-deva greve sull’ anima, le visioni complesse d’umano e di divino, pervase di ima serena gioia punteggiata di motteggio. Taceva 1’audacia aggressiva dei giovani e la timidezza desiderosa delle fanciulle negli emicori deli’ amebeo atteggiato drammaticamente, cui le riprese partendo quasi in istrofi, avevan dato le movenze deli’ode. Per una fatale reversibilitä il poeta riviveva il mito d'Attide, cui 1’ amore apprendendo la follia mistica aveva sforzato nell’ inevitabile, e ehe egli aveva contemplato in una evidenza allucinante, e come 1’ abbandonata di Nasso, si divincolava ora sotto il destino piü non avendo di suo ehe 1’ invettiva terribile. E intanto strane voci circolavano a Roma sul conto di Lesbia diffuse, o meglio resuscitate, dallo scandalo di Celio difeso da Cicerone. La Sapphica puella di Roma, per quella reversibilitä ch’ era nella vita interiore e di fuori di Caio Valerio Catullo, riviveva presente ben altro strazio che non avesse dato la commedia attica alla cantatrice di Lesbo. Non forse il carine XLV1II Disertissime Romuli nepotuni Quot sunt quotque fuere, Marce Tulli, Quotque post aliis erunt in annis, Gratias tibi maximas Catullus Agit pessimus omnium poeta Tanto pessimus omnium poeta Quanto tu optimus omnium patronus, ehe ha le movenze delle feroci ironie ehe faranno strazio di Aureli, pater essuritionum, Non harum modo, sed quot aut fuerunt Aut sunt aut aliis erunt in annis (XVI1I-XX1) e espresso dall’amarezza che piü non insorge a rivolta, perche nello strazio che dura il «surrepens imos torpor in artus» non ha lasciato alla rovina che la voce senza colore deli' allucinato che ripete senza mutamento le parole a una sua visione se-creta? Come se il poeta dicesse: vedi la tribolazione che b in me per la tua colpa, come se gli rimorda ora delle parole amare poiche tanta doveva essere d’ altronde 1’ infamia. E il canto si spoglia a poco a poco delle imagini, forse perche il pensiero dominante, che va assumendo i caratteri deli’idea fissa, esclude la vibrazione simpatica, e diviene pili preciso, piti breve, si fa grido ch’esprime nel suono I’ anima stravolta. Nessun conforto sarä nella brigata spendereccia alla quäle come al poeta le care follie han lasciato il <■ saccitlus plenus aranearum» e qualche tristezza nel core; l'Spu; avfxats jjidyxi vi si insinuerä contra-stando a Lieo liberatore (carm. XXVII). Minister vetuli puer Falerni, Inger mi calices amariores. Ut lex Postumiae inbet magistrae, Ebriosa acina ebriosioris. At vos quo lubet hinc abite, lymphae Vini pernicies, et ad severos Migrate: Iiic merus est Thyonianus. E Lesbia ? Ferita a morte dallo scandalo ehe piti le resta ora mai? Tanto, arda fino a ehe «dilabitur in cinerem» la fiac-cola dionisiaca della sua vita, e il cenere disperso segni della sna lieve ombra la «toga virilis» recente e 1’austero latielavio, metta un pulviscolo nella chioma bruna, si dissimuli nella ca-nizie veneranda, si posi dovunque ma cosi come un «tenuis situs araneosus» di dietro dal quäle sfumino nel non reale i lineamenti della creatura terrestre dinanzi alla quäle gli uomini erano stati «deis similes», in un’ora vicina e lontana. Neli’anima di Catullo il dissidio s’e composto in una fissitä di dolore che 11011 piange piti. £ la stasi della vita interiore nell’«a sč stesso» leopardiano: Or poserai per sempre Stanco mio cor. Nel ripiegarsi dello spirito, non piti sorretto dallo sdegno, sopra se stesso, ritornano con 1 incoscienza eh’ e dei moti ri-flessi, gli atti che ricompongano dalle cose estranee ciö ehe non č piti. Come nel lutto viene anche dalla persona ignota conforto, se ascolti paziente la parola onde disviluppiamo gli affetti ehe fanno groppo nell’anima, e tanto maggiore se essa ancora sia triste, per la simpatia delle affinitä, cosi Catullo, deposti nell’ annientamento ehe piti non combatte gli odi piti gravi, piega in un affratellamento tragico della creatura d’ eccezione con luomo volgare, quasi per conforto e per in vito a condividere 10 strazio, verso il rivale d un giorno, nel nome deli’ ainore ehe 11 ha divisi e ehe non e pili (carm. LVIII). Caeli, Lesbia nostra, Lesbia illa, lila Lesbia quam Catullus unam Plus quam se atque suos amavit omnes, Nunc in quadriviis et angiportis Glubit magnanimos Remi nepotes. Dove e diffusa ima volontä di alimentare il proprio dal-1’ altrui dolore, che la coseienza deli’ ora vituperosa muove forse anche nelluomo men degno, e sospeso tra 1’agonia e la ver-gogna si libra ancora una volta il richiamo disperato del tempo migliore. Chč 1 amore di Lesbia e eome I’edera tenace ehe si dibarba e lascia il cortice amico impresso del suo solco incol-mabile. E dalla stasi dolorosa che si rianima in un cotidiano patteggiare deli’ orgoglio con la passione, nel quäle il carattere si dissolve invincibilmente, nasce il canto deli’ Inevitabile (Carm. LXXXV11) . Nulla potest mulier tantum se dicere ainatam Vere, quantum a me Lesbia amata mea’ s. Nulla fides ullo fuit umquam foedere tanta, Quanta in amore tuo ex parte reperta meast. Nunc est mens diducta tua, mea Lesbia, culpa Atque ita se officio perdidit ipsa suo, Ut iam nec bene veile queat tibi, si optima fias, Nec desistere amare, ommia si facias. Ma neH’affetto inumano la čarne, prima quasi obliata nella lotta ineguale, improvvisamente si fiacca e la mortedentro vigile chiama. L’ inutile ch’fe nell’oggi, 1’invano deli'avvenire, la tri-stezza ch’e nel passato sterilmente vissuto, determina il sen-timento deli’ irreparabile. E nel silenzio di tutte le eose ch’e nell’ anirna, si leva improvvisa confortatrice la voce delta pre-ghiera, per non inorire (Carm. LXXV1). Siqua recordanti benefaeta priora voluptas Est liomini, cum se cogitat esse pium, Nec sanctam violasse fidem, nec foedere in ullo Divoni ad fallendos numiue abusum homines, Multa parata manent in longa aetate, Catulle, Ex lioc ingrato gaudia amore tibi Nam quaecumque homines bene cuiquam ant dicere possnnt Ant facere, liaec a te dictaque factaqne sunt; Omniaque ingratae periere credita nienii. Quare iam te cur amplius excrucies? Quin tu animo offirmas atque istinc teque reducis Et dis invitis desinis esse miser? Difficilest longum subito deponere amorem. Difficilest, verum hoc qua lubet efficias Una salus liaec est, hoc est tibi pervincendum: Hoc facias, sive id non pote sive pote. O di, si vestrumst misereri, aut si quibus umquam Extremam iam ipsa morte tulistis opem, Me miserum aspicite (et si vitam puriter egi, Eripite liane pestem perniciemque mihi), Ei mihi surrepens imos ut torpor in artus Expulit ex ommi pectore laetitias. Non iam illud quaero, contra me ut diligat illa, Aut, quod non potisest, esse pudica velit: Ipse valere opto et taetrum hunc deponere morbum. O di, reddite mi hoc pro pietate mea «Non eil’ella riami, suona la preghiera, ma ch’ io possa dimenticare.» £ il carme fmiebre deli’ amore che darä, nell’ora scettica, fatto memoria, le grazie al canto nell’amore di im’ora che non appaga, le saette allo sdegno nell’abbandono che non ha lacrime. Ma la vertigine interiore non resta e 1’ insidia della morte £ di tutte le ore ne smette per la rinascente preghiera degli anni fanciulli. E il poeta fugge dinanzi alla sua grande passione, consorte degli amici cari, vagabondo irrequieto per la terra estranea verso l’ignoto, esule dal passato sulla tomba del fratello, alla quäle darä 1’ offerta funebre negletta nell’ora del delirio. (Carin. CI) Multas per gentes et multa per aequora vectus Advenio has miseras, frater, ad inferias, Ut te postremo donarem munere mortis Et niutam nequiquani adloquerer cinerem, Quandoquidem fortuna mihi tete abstulit ipsum, Heu miser indigne frater adempte mihi. * * * Nunc tarnen interea liaec prisco quae more parentum Tradita sunt tristes munera ad inferias, Accipe fraterno multum manantia fietu Atque in perpetuom, frater, ave atque vale, donde nasce in noi una simpatica vibrazione di foscoliani ricordi: Un di, s’ io non andrö sempre fuggendo Di gente in gente, me vedrai seduto Sülle tua pietra, o fratel mio, gemendo 11 fior de’ tuoi gentili anni caduto. Ma i luoghi e gli uomini 11011 che la serenitä ma neanche la posa daranno agli sdegni del poeta, chč anzi 1’esule vi berrä il fiele onde avranno ansito i giambi infamanti all' imperator unicus e quando (Carm. XLVI) lam ver egelidos refert tepores, Iam caeli furor aequinoctialis Iocundis zephyri silescit aureis Linquantur Phrygii, Catulle, campi Nicaeaeque ager über aestuosae: Ad Claras Asiae volemtis urbes. Iam mens praetrepidans avet vagari, lam laeti studio pedes vigescunt. O dtilces comitum valete coetus, Longe quos simul a domo profectos Diversae variae viae reportant, la stagion lieta chiami, ritornerä errando romanticamente sui mari luminosi di visioni elleniche, stil vasello snelletto ch’ egli si sarä armato, tratto dal vento o spinto daH'impeto dei remi, alla patria, con la trepidazione del reduce che ricorda (Carin. XXXI) Paeninsularum, Sirmio, insularumque Ocelle, quascumque in liquentibus stagnis Marique vasto fert urterque Neptunus, Quam te libenter quanique laetus inviso, Vix mi ipse credens Thyniam atque Bithynos Liquisse campos et videre te in tuto. 0 quid solutis est beatius curis, Cum mens onus reponit, ac peregrino Labore fessi venimus larem ad nostruin Desideratoque acquiescimus lecto. Hoc est quod unumst pro laboribus tantis. Salve, o venusta Sirmio, atque ero gaude: Gaudete vosque, o Libuae lacus undae: Ridete, quidquid est domi cachinnorum. Canto questo dalle armonie complesse e profonde, che si combina di un risveglio degli affetti piü puri, di una speranza di pace giä pensosa della morte, di un riconosciniento rasse-gnato che la felicitä era vicina e non avvertita dall’esule che la cercava lontano: triade sentimentale cui il ritornare del passato con l’ironia che desta per il breve abbandono alla speranza nelT uomo che la estende alle cose, da un’ armonia dissonante suscitatrice d’ echi vicini e lontani. Vi e la stanchezza deH’anima foscoliana: Sento gli avversi numi e le secrete Cure che al viver tuo furon tempesta, E prego anch’ io nel tuo porto quiete. Questo di tanta speme oggi mi resta, il rimpianto carducciano: Ah ciö che amai, ciö che sognai fu invano, E sempre corsi e mai non giunsi al fine, E domani cadrö, e la sua virile malinconia: E quello che cercai mattina e sera Tanti e tanti anni in vano £ forse qui. Ma vi e soprattutto la sghignazzata tragica della negazione che disperde fredda le lusinghe di pace accennanti un attimo al riposo, nell’ insorgere singhiozzante del ricordo. E quind’in nanzi la vita del poeta e un trapassare d’ anima inaridita da amore in amore, senza pili entusiasmo ne affanno, in una luce grigia striata a tratti da un lampo d’odio. crepitante a volte d’una breve tempesta d’invettiva. Cosi il fiume del canto catulliano scaturito fresco e terso nella puritä silenziosa d’ una vetta alpestre, disceso, dopo un breve scroscio, per una pace di sacri recinti, bianchi di marini e di preganti teorie, con la voce del core che aspetta e spera, prorompente poi tra una lussurie di fiori agresti e di ubertosa vendemmia con la rapina dell’anima che tumultua e trabocca, deviava per una landa triste ed eguale col passo restio della tristezza ch’ esula e ricorda, e si perdeva lontano, sempre pifi lontano in una plaga d’acquitrino con qualclie gorgoglio giä fatto fievole per la vena scarsa agli ingorglii, nella tristezza scialba d’ un grande crepuscolo. Trieste, Febbraio-Aprile MCMXIV. Di questo breve studio, che io non considero per nessun rispetto definitivo, devo alcuni lineamenti alle seguenti opere: Giiisscini-. Storia della letteratura romana. Ferrero: Grandezza e decadenza di Roma. Pascoli: Lyra. Rapisctrdi: Lesbia e Catullo. R. Wagner: Rom. Westphal: Die Gedichte Catulls in ihrem geschichtlichen Zusammenhange NOTIZIE SCOLASTICHE COMPILATF. DAL DIRETTORE. ELENCO DEGLI 1NSEGNANTI. DIRETTORE: 1. Pietro Giurco, insegnö latino in V b, greco in V a — ore settimanali 11. PROFESSOR!: 2. Remigio Balloc, capoclasse della I b, insegnö latino e italiano in 1 b. italiano in V b e VI, tedesco in lil b — ore settimanali 21. — Insegnö pure stenografia nel 1 corso. 3. Giovanni Brusin, capoclasse della II b, insegnö, nel I semestre, latino in VI, tedesco in I b, II/;, IV a — ore settimanali 17. — Nel II semestre fu in permesso a scopo di studio. 4. Atanasio Chitter, custode del gabinetto di geografia e storia, capoclasse della VI, insegnö geografia in I b e II a, geografia e storia in IV a, V b e VI, geografia e tedesco in lila — ore settimanali 22. 5. Don Michele Giacomelli, esortatore ginnasiale, insegnö religione in tutte le 12 classi — ore settimanali 24. 6. Marino Graziussi, custode della biblioteca dei professori, capoclasse della lil a, insegnö latino, greco ed italiano in III a, latino in V a — ore settimanali 20. 7. Renato Marussig, custode del gabinetto di fisica e di matematica, capoclasse della V b, insegnö matematica in IIIc, Vb e VI, matematica e fisica in III b e IVa — ore settimanali 20. 8. Saverio Niccolini, capoclasse della I a, insegnö latino e italiano in Iß, latino in IVb, storia in II« e, nel II semestre, anche calligrafia in I« — ore settimanali, nel I semestre 20, nel II semestre 21. 9. Ugo Pellis, capoclasse della V a, insegnö tedesco in II o, IIIc, IV b, V a, V b e, nel II semestre, anche in I «;— ore settimanali nel I semestre 20, nel II semestre 23. 10. Mario Picotti, custode del gabinetto di chimica e di storia naturale, capoclasse della IV b, insegnö storia naturale in Ia, I b, \la II b, V a, V b e VI, fisica e chimica in IV b — ore settimanali 18. 11. Rodolfo Scarizza, custode della «bibliotlieca pauperum», capoclasse della III b, insegnö latino in III b e III c, greco in VI, tedesco e calligrafia in 1 a ; nel 11 semestre, invece del tedesco e della calligrafia in I«, il latino in VI — ore settimanali nel I semestre 21, nel II semestre 23. PROFESSORl SUPPLENTI: 12. Dott. Alberto de Brosenbach, capoclasse della W a, insegnö latino, greco ed italiano in IV a, italiano in IV b, storia in II b — ore settimanali 19. 13. Dott. Attilio Degrassi, custode della biblioteca giovanile, capoclasse della II a, insegnö latino ed italiano in II a, latino in II b, calligrafia in I b — ore settimanali 18. 14. Vittorio Furlan, insegnö. geografia in Iö e 11 b, geografia e storia in III b, III c, I VA e Vu — ore settimanali 20. 15. Federigo Ghersa, nel II semestre capoclasse della II/;, insegnö matematica in I«, II a, II b, [Vb, V a fisica in IIIc, matematica e fisica in III a — ore settimanali 22. i 16. Francesco Rigo, insegnö matematica in I b, geometria descrittiva in M b — ore settimanali 5. 17. Manlio Toniatti, capoclasse della Ille, insegnö italiano in II/;, III i», III c, V a, s.oria in III« — ore settimanali 17. DOCENTE DI G1NNASTICA: 18. Eugenio Paulin, insegnö la ginnastica come inateria d’ob-bligo nella I a e I b — ore settimanali 4 — come materia facoltativa nelle classi II e VI — ore settimanali 6. Diresse pure i giuochi ali’ aperto. ■w. ' v • ; • •/ # INSEÜNANTI 1NCAR1CATI: 19. Antonio Andrich, supplente alla civ. Scuola Reale di S. Giacomb, insegnö nel II semestre tedesco in I b — ore settimanali 4. 20. Luigi Draghicchio, supplente aila civ. Scuola Reale di S. Giacomo, insegnö nel II semestre tedesco in II b — ore settimanali 4. 21. Gino Farolfi, professore della civica Scuola Reale di S. Giacomo, insegnö francese in V b — ore settimanali 3. Insegnö pure il francese come materia facoltativa nel I corso, 22. Edoardo lurizza, ctistode del gabinetto di disegno, professore del 1 Ginnasio comunale, insegnö disegno in II a, III b, III c, IV a, IV/? — ore settimanali 10. 23. Guglielmo Krammer, professore della civica Scuola Reale di S. Giacomo, insegnö disegno in I a, II b, e II| a — ore settimanali 7. 24. Gino Venuti, supplente alla civica Scuola Reale di S. Giacomo, insegnö nel II semestre tedesco in IV o — ore settimanali 3. 25. Giuseppe Zolia, assistente effetfivo alla civica Scuola Reale di S. Giacomo, insegnö disegno in I b — ore settimanali 3. ASSISTENT!: • i . ‘ ' 26. Francesco Catolla, assistette ali’insegnamento del disegno in II b e III a — ore settimanali 3. 27. Bruno Valle, assistette ali’insegnamento del disegno in la, I b, II a, II b, IV a — ore settimanali 11. RIANO DIDATTICO seguito nell’ anno scolastico 1913-1914. (Le sezioni B e C appartengono tutte al ginnasio reale tipo ^4). MATERIE DOBBLIGO. CLASSE I (A e B). Religione, 2 ore per settimana. I Sem. Fedc. Simbolo apostolico, feste principali. II Sem. Grazia. Sacramenti e loro cerimonie. Lingua latina, 7 ore per settimana, 6 ore nel tipo A. Grammatica: Morfologia regolare: le cinque declinazioni; gli aggettivi, gli avverbi e loro comparazione; i numerali cardinali e.ordinali, i piii importanti pronomi; la conin-gazione regolare; alcime delle piii importanti preposi-zioni e congiunzioni. Gli elementi della sintassi. Lettura: 1 brani corrispondenti scelti dal testo. Compiti, dalla meta di novembre, uno di scuola ogni 14 giorni. Lingua italiana, 5 ore per settimana, 4 nel tipo A. Grammatica-. Avviamento alla retta pronuncia. Le parti del discorso. Nozioni elementari di morfologia, e sintassi della proposizione semplice e complessa, come e richiesto daH’insegnamento del latino. Regole ed esercizi di orto-grafia. Lettura: Spiegazione e ripetizione libera di vari brani di prosa e di poesia scelti dal testo, dei quali alcuni furono mandati a memoria e recitati. Riproduzione orale di altre cose udite, lette ed osservate. Lettura privata: Ciuffettino. Compiti, ogni semestre 6 brevi compiti di scuola e 3 di casa. Argomento dei componimenti: riproduzione di sem-plici e brevi racconti, prima narrati o letti dali’ insegnante. Lingua tedesca, 3 ore per settimana, 4 nel tipo A. Pronuncia e lettura. — Morfologia: L’articolo. 11 sostan-tivo. 11 pronome personale, possessivo e dimostrativo. L’aggettivo predicativo e attributivo. 11 presente e 1’im-perfetto indicativo e 1’ imperativo dei verbi deboli e forti. Compiti a scuola, dal novembre, in ragione di 6 per semestre. Geografia, 2 ore per settimana. Elementi di geografia astronomica, fisica e politica. Lettura di carte geograficlie; i piti semplici rilievi cartografici Matematica, 3 ore per settimana, alternando l’aritmetica con la geometria. Aritmetica: Le quattro operazioni con numeri interi e deci-mali, concreti e astratti. estese gradatamente a numeri piii grandi. Numeri complessi, risoluzione e riduzione all' unitä. Sistema metrico di pesi e misure. Esercizi preparatori per il calcolo delle frazioni. Geometria: Proprietä elementari di corpi semplici (cubo e sfera). Esercizi neil’ uso del compasso, squadretto, ecc : segmenti, angoli, triangoli. Rette e piani paralleli e normali. Superficie del quadrato e del rettangolo, volume del cubo, prisma quadrangolare retto. Compiti, 3 di scuola al semestre. Storia naturale, 2 ore per settimana. Nei primi sei mesi dell’anno scolastico, Zoologia,: mam-miferr e uccelli, con le proprietä biologiche piu evidenti, Negli altri quattro mesi, Botanica: Descrizione morfolo-gica e biologica delle fanerogame pili comuni e piu semplici. Disegno, 2 ore per settimana, 3 ore nel tipo A. Semplici motivi ornamentali derivati da forme geometriclie; vasi in alzato geometrico; foglie dal vero e farfalle. Calligrafia, 1 ora per settimana. Caratteri inglese e tedesco. Ginnastica, 2 ore per settimana. CLASSE II (A e B). Religione, 2 ore per settimana. I semestre: Catechismo grande: seconda parte (speranza) e terza parte (caritä); culto: divozioni, processioni, pelle-grinaggi, reliquie ecc. II semestre: Precetti, S. Messa, quinta parte (Novissimi). Culto: Cerimonie della S. Messa, paramenti, colori, libri, canto, ecc. Lingua latina, 7 ore per settimana, 6 nel tipo A. Grammatica: Ripetizione e completamento della morfologia regolare : le piii importanti irregolaritä nella declinazione, nel genere, nella coniugazione; i pronomi e i numerali non trattati nella I, I’ avverbio, la proposizione, la con-giunzione. L’accusativo c. inf., 1’abl. assol. e occasional-mente altre regole di sintassi delle piCi importanti. Lettura e traduzione degli esercizT corrispondenti dallo Scheindler. Compili, come in I. Lingua italiana, 4 ore per settimana. Grammatica-. Ripetizione della materia della I, completamento della morfologia. La proposizione composta. Spie-gazione ed esercizi pratici della coordinazione e della subordinazione. Lettura: Come in I, mirando ad arricchire la copia verbo-rum col trarre profitto anche dalla terminologia delle altre materie studiate nella classe. Esercizi di memoria e di recitazione. Lettura priv ata: „Giallino e Gialletto.“ Relazioni da libri vari. Compiti, come in 1. Lingua tedesca, 3 ore per settimana, 4 nel tipo A. Ripetizione della materia trattata in I — Morfologia: I verbi composti. I pronomi. I numerali. La coniugazione. Dia-loghi sulla scorta delle tavole murali Hölzel. Narrazioni varie. Compiti, come in I. Storia, 2 ore per settimana Miti e leggende antiche, cenni sui personaggi e sugli avve-nimenti piü importariti della storia greca e romana. Geografia, 2 ore per settimana. L’ Asia, 1 Africa, 1’ Europa meridionaie e la Gran Bretagna: sguardo oro-idrografico e politico. Esercizi cartografici. Matematica, 3 ore per settimana, alternando 1' aritmetica con la geometria. Aritmetica: Massimo comune divisore e minimo comune multiplo. Operazioni con le frazioni: sviltippo graduale. Frazioni comuni e decimali. Applicazione del concetto funzionale nella regola del tre : interessi semplici. Esercizi progressivi con numeri concreti. Geometria: Simmetria dei corpi e delle figure piane. Casi di costruzione delle figure piane (in sostituzione alle dimo-strazioni di congruenza). Poligoni regolari; cercliio; prisma, piramide; cilindro, cono, sfera (in relazione all’insegna-mento della geografia). Elementi variabili e loro funzioni. Compiti, come in I. Storia naturale, 2 ore per settimana. Nei primi sei mesi, Zoologia: rettili, anfibt e pesci. Degli invertebrati i tipi piü importanti (insetti). Negli altri quat-tro mesi, Botanica: Descrizione delle fanerogame meno comuni e di alcune crittogame. Disegno, 2 ore per settimana, 3 nel tipo -4. Gli elementi della prospettiva. Disegni di semplici corpi geometrici singoli o raggruppati. Teoria del chiaro-scuro. Disegni di corpi di rotazione e successivamente di corpi corrispondenti. Disegno ornamentale piano, tanto moderno che antico. CLASSE III (A, B e C). Religione, 2 ore per settimana. I semestre: Ripetizione generale del culto cattolico. II semestre: Storia sacra deli’antico Testamento. Lingua latina, 6 ore per settimana Grammatica (3 ore) Dottrina della concordanza dei casi, liso delle preposizioni. Lettura: (3 ore) Cornelio Nipote: analisi grammaticale, tra-duzione e spiegazione di alcune vite. Compiti, sei di scuola per semestre. Lingua greca, 5 ore per settimana. Manca nel tipo A. Grammatica: Morfologia regolare sino all’aoristo passivo. Lettura: Analisi e versione dei relativi esercizi. Compiti, dal dicembre, 1 al mese. Lingua italiana, 3 ore per settimana, 4 nel tipo A. Grammatica: Sintassi della proposizione complessa e del periodo. Esercizi di analisi logica. Lettura: Analisi e commento illustrativo di brani scelti di prosa e di poesia con riguardo speciale ali’ ordine e al collegamento dei pensieri e alle particolaritä linguistiche. Alcuni cenni biografici degli autori letti. Esercizi di memoria e di recitazione. Lettura privata: «II giovinetto filologo» (A). «Francolino» (B e C). Compiti, 4 di scuola e 2 di casa per semestre. (Descrizioni di oggetti ben noti allo scolaro, raffronti ovvii, riassunti di letture alquanto ampie). Lingua tedesca, 3 ore per settimana, 4 nel tipo A. Grammatica, Morfologia: La coniugazione (il congiuntivo e il passivo). Le proposizioni. Le congiunzioni. Lettura: Narrazioni dal Defant I ed Aesops Fabeln. Compiti, come in I. Storia, 2 ore per settimana. Avvenimenti principali del medio evo e deli’ evo moderno fino alla pace di Vestfalia, con particolare riguardo alla storia della Monarcliia austro-ungarica. Geografia, 2 ore per settimana. Gli stati d’ Europa tranne 1’Austria-Ungheria; 1' America, 1’ Oceania. Matematica, 3 ore per settimana, alternando 1’ aritmetica con Ia geometria Aritmetica generale: Le quattro operazioni coi numeri generali. Semplici calcoli algebrici. Qnadrato e cubo e relative radici; rappresentazioni grafiche. Elementi delle eqnazioni con applicazioni geometriche. Geometria-. Equivalenza e calcolo delle superfici. Teorema di Pitagora. Superficie e volume dei corpi piii importanti. Intuizione della dipendenza della superficie e dei volumi dai dati che li determinano. Aritmetica in unione con ia geometria-. Rappresentazioni grafiche. Operazioni abbreviate applicate alle misurazioni. Esempi di funzioni geometriche. Elementi delle eqnazioni con applicazioni nei casi richiesti dal calcolo geometrico. Compiti, come in 1. Fisica, 2 ore per settimana. Estensione e stato d’ aggregazione dei corpi. Calore. Ma-gnetismo. Elettricitä statica e galvanismo. Acustica. Ottica. Elementi di geografia astronomica. Nel tipo A invece dei calore, del magnetismo e deli' elettricitä si studia la meccanica generale dei solidi, dei li-quidi e dei gas. Non si prendono gli elementi di geografia astronomica. CLASSE IV (A e B). Religione, 2 ore per settimana. Storia sacra dei nuovo Testamento. Lingua latina, 6 ore per settimana Grammatica: Teoria deli’uso dei tempi e dei modi. Lettura: Cesare, de bello Gallico, 1, II e III. Compiti, come in III. Lingua greca, 4 ore per settimana. Manca nel tipo A. Grammatica: Ripetizione e completamento della coniuga-zione dei verbi in - w. I verbi in — |j.t. La coniugazione irregolare. Compiti, come in III. Lingua italiana, 3 ore per settimana, 4 nel tipo A. Grammatica: II verbo, l’uso dei tempi e dei modi. Traslati e figure. Dello stile. Elementi di prosodia e di metrica. Lettnra: Si sono letti e spiegati varT brani in prosa e in verso, contennti nel libro di testo; alcuni si sono inipa-rati a memoria. Brevi cenni biografici dei principali autori. Manzoni. I Promessi Sposi. Relazioni di Ietture private. Compiti, 4 di scuola e 2 di casa per semestre (di argo-niento simile a quelli della Ili, aggiuntevi narrazioni di avvenimenti e descrizioni di luoglii e di cose, disposizioni desunte dalla lettnra o svolte per esercizio). Lingua tedesca, 3 ore per settimana. Grammatica, Sintassi: La coordinazione e la subordina-zione. II discorso indiretto. Lettura: I brani narrativi del Defant II e vari dialoghi dal Deutsches Echo di Wolfram. Compiti, come in I. Storia, 2 ore per settimana. Ripetizione della storia dei medio evo da Rodolfo d’Abs-burgo. Storia moderna fino ai giorni nostri, con partico-lare riguardo alle province austriache. Geografia 2 ore per settimana. Geografiae statistica deH'Impero austro-imgarico. Delinea-zione delle rispettive carte geografiche. Matematica, 3 ore per settimana, alternando 1’ aritmetica con la geometria. Aritmetica generale: Le quattro operazioni fondamentali con numeri algebrici. Massimo comune divisore e minimo comune multiplo. Divisibilitä dei numeri. Operazioni con numeri frazionari. Equazioni di primo grado ad una e pili incognite. Rapporti e proporzioni. Equazioni quadra-tiche pure nelle applicazioni geometriche. Rappresenta-'zione grafica delle funzioni lineari e sua applicazione nel risolvcre le equazioni di prinio grado. Planimetrien Metodo euclidico. Costruzioni e calcoli geo-nietrici piii semplici. Compiti, coine in I. Fisica, 3 ore per settimana. I. sein., Meccanica dei corpi solidi, liquidi e aeriformi. Nel tipo A invece della meccanica (giä presa in III) si stu- diano il calore, il magnetismo, /’ elettricitä e gli element della geografia astronomica. II. sem., Chimica e Mineraloma. Dei fenomeni chimici. Analisi e sintesi chimica. Composi-zione dell’ aria atniosferica. Le leggi fondamentali della chimica. Elementi, simboli, formule ed equazioni chimiche. I principali metailoidi e le loro combinazioni; alcuni metalli piii comuni. Qualche combinazione organica (pe-trolio, alcool, ecc.). Disegno, 2 ore per settimana. Si continuarono gli esercizi su modelli naturah e dell'indu-stria artistica, ombreggiati e colorati a pieno effetto, tanto a pastello che ad acquerello. Primi saggi di disegno figurale, tanto da stampe che da gessi. CLASSE V (A e B). Religione, 2 ore per settimana. Apologia dei cristianesimo. Lingua latina, 6 ore per settimana. Lettura: Ovidio: Parti scelte dalle Metamorfosi, dai Fast/ e dalle Tristezze. Livio : Storie I —Cesare: Parti scelte dal libro VII. Grammatica: Ripetizione dell’uso dei casi. Esercizi stilistici. Compiti, 5 di scuola per semestre Lingua greca, 5 ore per settimana. Manca nel tipo A. Lettura : Senofonte, Anabasi I, II, III, V, VI e VII. Omero, Iliade, I, e brani del II Grammatica: Ripetizione della morfologia. La teoria dei casi. Le preposizioni. Compiti, 4 di scuola per semestre. Lingua italiana, 3 ore per settimana, 4 nel tipo A. Lettura di poesie e di prose degli autori principali dei secoli XIII e XIV, con le relative notizie biografiche e letterarie. L’Orlando Furioso.Ne\ tipo A, anchel’ Odissea (trad. Maspero). Compiti, 3 di scuola e 2 di casa al semestre. Lingua tedesca, 3 ore per settimana. Lettura di molti brani dal Noe (Antologia tedesca) p. I. Vari dialoghi dal Deutsches Echo di Wolfram. Grammatica: Ripetizione della morfologia secondo la grammatica dei Willomitzer. Compiti, 5 di scuola al semestre. Lingua francese, 3 ore per settimana. Manca nel Ginnasio. Grammatica: Regole di pronuncia - esercizi di lettura. Verbi ausiliari; le quattro coniugazioni regolari; i verbi irregolari piü comuni; i pronomi. Lettura: Brani semplici di prosa e di poesia ; brevi rac-conti per la riproduzione a voce e in iscritto. Frasi utili e ricorrenti nel parlar conume. Compiti, da Natale, in ragione di 4 per semestre, dei quali la metä circa dettature Storia e geografia, 4 ore per settimana Storia, 3 ore per settimana. Storia orientale, greca e romana fino ad Augusto. Geografia, (1 ora per settimana). Gli stati deli’Europa ineri-dionale e occidentale. Descrizione sommaria dell’America e dell’Australia. Matematica, 3 ore per settimana, alternando 1’ aritmetica con la geometria. Aritmetica generale: Continuazione e sviluppo della materia precedente: equazioni di primo grado con graduale ge-neralizzazione. Quesiti d’ intavolazione tratti dalla geometria, dalla fisica e dalla chimica, con una, due e piü incognite. Teoria delle potenze e delle radici nei casi piü semplici. Stereometria: Elementi di proiezione obliqua ed ortogonale. di corpi semplici (cristalli). Retta e piano, limitandosi ai teoremi fondamentali e partendo dalla realtä concreta. Proprietä, superficie e volume dei corpi (pristna, piramide, corpi rotondi). Poliedri regolari. Compiti, come in I. Geometria descrittiva, 2 ore per settimana. Manca nel Ginnasio. Pianta e alzato di corpi semplici. Concetto geometrico deli’ icnografia e deli’ ortografia di punti, linee ecc. Leggi fondamentali delle proiezioni del punto — Profilo e proiezione obliqua di poliedri. Intersezione di rette con piani, di piani fra loro e di poliedri con piani. Ombre e sviluppo dei poliedri. Storia naturale, 3 ore per settimana nel Ginnasio. I sem., Mineralogia. Breve esposizione della cristallografia. Descrizione delle specie piii importanti dei minerali e delle rocce piii comuni. Brevi nozioni di geologia. II. sem., Botanica. Caratteristica dei gruppi secondo il sistema naturale e degli ordini secondo principi morfolo-gici, anatomici e biologici, derivati dali’ osservazione di forme tipiclie. Elementi di fisiologia. Descrizione di alcune piante fossili. Nel tipo A, 2 ore per settimana, soltanto Botanica. Descrizione morfologica, anatomica, biologica, secondo il sistema naturale, delle specie piii importanti sia delle crittogame ehe delle fanerogame Nella sistematica si tenne conto specialmente delle piante utili e di quelle dannose ali’ uomo. CLASSE VI M). Religione, 2 ore per settimana. Dogmatica della Cliiesa cattolica. Lingua latina, 6 ore per settimana. Leitura: Sallustio, Bellum Iugurthinum. Dal Bellum Catilinae parti scelte. Cicerone: la I Catilinaria. Virgilio I e V Egloga ; dalle Georgiche «Laudes Italiae*; dali’ Eneide I e II libro. Grammatica: 'esercizi grammaticali e stilistici secondo il Casagrande. Compiii come in V. Lingua greca, 5 ore per settimana. Lettura: Omero, Iliade III, VI, VII, IX, XVI, XXII, XXIII (in parte) e XXIV. Erodoto, parti scelte dei libri VI, VII e Vlil. Compiii, come in V. Lingua italiana, 3 ore per settimana. Lettura : II Quattrocento e il Cinquecento (dali’ antologia prescritta). La Gerusalemme Liberata. Della Divina Commedia «L’Inferno.» Compiti, come in V. Lingua tedesca, 3 ore per settimana. Lettura: Brani vari dal Noe (Antologia tedesca) p. I. — Goethe: hermann und Dorothea. Alcuni dialoglii dal Deutsches Echo di Wolfram. Compiti, come in V. Storia e geografia, 5 ore per settimana. Storia, 4 ore per settimana. La storia romana da Augusto fino al 375 d. C. Quindi la storia del medioevo e la storia moderna fino al 1648. Geografia, 1 ora per settimana. Gli stati principali deli’ Europa, deli' Asia e deli' Africa. Matematica, 3 ore per settimana, alternando 1’ aritmetica con la geometria. Aritmetica: Logaritmi Equazioni di II grado, a ima e piti incognite. Risoluzione di equazioni superiori ehe facil-mente si riducono a quadratiche. Numeri irrazionali, immaginari e complessi. Metodo grafico per la risoluzione di equazioni quadratiche. Goniometria e Trigonometria (piana): Rappresentazioni grafiche delle funzioni goniometriche. Risoluzione del triangolo. Applicazione di leggi trigonometriche alla pla-nimetria e stereometria (geografia, astronomia e geodesia con misurazioni pratiche). Compiti, come in I. Storia naturale, 2 ore per settimana. Somcitologia: Elementi di anatomia e fisiologra umana, con riguardo ali’ igiene. Zoologia: Caratteristica morfologica, anatomica, biologica delle classi dei vertebrati e dei piii importanti gruppi degli invertebrati. Descrizione di alcuni animali preistorici. Religione israelitica. — Per la mancanza del prescritto nu-mero d’ allievi, non si pote aprire quest’ anno nel II Ginnasio un corso di religione israelitica. Ai diciotto scolari israeliti fu concesso di frequentare le lezioni di religione nel I Ginnasio, dove insegnö, un’ora alla settimana per classe, il dirigente della scuola popolare della co-nninita israelitica, sig. Emilio Schreiber. Materie facoltative. Francese. — Nel I corso libero di francese, due ore per setti-mana, approvato con D. Mag. 24/12/ 13-VI-940/2, il prof. G. Farolfi svolse questo programma: Regole di pronuncia, esercizi di lettura. Teoria dell’articolo, del nome, deli’ aggettivo, del pronome e del numerale. — I verbi ausiliari e modali. Le quattro coniugazioni regolari. Alcune regole importanti di sintassi con numerosi esercizi. Del partitivo. Applicazione di vocaboli e frasi con tra-duzioni dal libro degli esercizi. Lettura di prose e di poesie daH’Antologia del Serafini. Recitazione di alcuni dialoglii. A tre scolari della VI classe, fu permesso di frequentare nel I Ginnasio il II corso libero di francese, tenuto dal prof. G. Brumat. Ginnastica. — La ginnastica fu insegnata come materia facol-tativa dal docente E. Paulin in tre corsi, a due ore setti-manali, nella Civica Palestra di Via della Valle, e nella bella stagione sul campo dei giuochi. Stenografia. — Nel I corso libero di stenografia, istituito con D. Mag. 24/12/13-VI-940/2, a due ore settimanali, il prof. R. Ballocli si attenne al programma: Segni stenografici e formazione deile parole. Abbreviazione delle parole e sigle. Esercizi di lettura dagli «Esercizi di stenografia» di G. Caccini. A cinque scolari della VI fu concesso di frequentare nel I Ginnasio, il II corso di stenografia diretto pure dal prof. R. Balloc. ORARIO DEL GINNASIO. MATERIE I II III IV V VI VII VIII SOMMA Roligione 2 2 2 2 2 2 2 2 1(5 Latino 7 7 6 6 6 6 5 5 48 Greco — — 5 4 5 5 4 5 28 Italiauo 5 4 3 3 3 3 3 3 27 Tedesco 3 3 3 3 3 3 3 3 24 Storia — 2 2 2 3 4 3 I. sem. 4 II. „ 3 20 (19) Geografia 2 2 2 2 1 1 — — 10 Matcmatica 3 3 3 3 3 3 3 2 23 Storia naturale 2 2 — — 3 2 — — 9 Fisica e chimica . . . — — 2 3 — — 4 I. som. 3 II. „ 4 12 (13) Propedeutica filosofica . 2 2 4 Disegno 2 2 2 2 — - - — 8 Calligrafia 1 — — — — — — — 1 Ginnastira 2 (2) (2) (2) (2) (2) (2) (2) (16) Souima . . 29 27 30 30 29 29 29 29 230 — (-’!') 82) (32) (31) (31) (31) (31) (240) *) La giunastioa dev’essere iutrodotta »1 piu prosto coiue materi» d’obbligo, in tutte le classi. Orario del Ginnasio- Reale (tipo A). (Approvato con d. M. 21 aprile 1909 N. 4620). MATERI E 1 11 111 IV V VI VII VIII SOMMA Religione 2 2 2 2 2 2 2 2 16 Latino 6 6 6 6 6 5 5 5 45 Italiano 4 4 4 4 4 a 3 3 29 Tedesco 4 4 4 4 3 3 3 3 28 Francese - — — — 3 3 3 3 12 Storia -■ 2 2 2 3 3 3 3 18 Geografia 2 2 2 2 1 1 1 — 11 Matematiea 3 3 3 3 3 3 3 2 23 Geomotria doscrittiva . . . - — — — 2 2 — — 4 Storia naturale e geologia 2 2 — — 2 2 2 2 12 Chimica 2 2 — 4 Fisica — — 2 3 — — 3 4 12 Propedeutica filosotica . . . Disegno a mano libera . . . 3 3 2 2 — — — — 10 Calligrafia 1 1 Ginnastica*) 2 (2) (2) (2) (2) (2) '2) (2) (IH) Somma . . 29 28 27 28 29 29 30 80 228 — (30) (29) (30) (31) (31) (32) (32) (244) *, La Ginnastica dov’ essere introdoUu al jiiü presto cpmu materij d’obbligo in tuttc le elassi. Temi di lingua italiana. Classe V A Di scuola La voce del inare. — II venditore ambulante (bozzetto). Fere lo sole ’ fango tutto il giorno, Vile riman ne ’ 1 sol perde calore ; Dice om altier: «gentil per schiatta torno» Lui sembro ’ 1 fango, ’ 1 sol gentil valore. (G. Guinizcllo). Primavera. — II ritorno dal lavoro (La sera in una grande cittä— Piu deli’ ignoranza nuoce quella superficiale cognizione delle cose per cui si diventa presuntuosi. — Beato clii puö dire a se stesso: «Io ho asciugata una lacrima!» (G. Giusti). Di casa: a) Impressioni d' autunno; b) Importanza ed uti-litä dei fiumi. — Trovatori e giullari in Italia nel secolo XIII. — II dolore e il miglior maestro deli’ uomo: soltanto le grandi avversitä hanno temprato i forti caratteri. — La farna del Petrarca lui vivo. M. Tonlatti. Classe V B. Di scuola: Nella farmacia del villaggio. — Nori e nato I’ uomo per vivere dormendo, ma per vivere facendo (L. B. Alberti). — Poveri monelli! — La vita č un viaggio, una commedia, un mercato, una milizia. — Aver molto da fare & la piu felice delle brighe ehe si possano avere in questo mondo di brighe (A. Manzoni). Un casolare in mezzo ai campi deserti. Di casa: Triste autunno. — Poiche 1’anno e giunto alla fine, raccogliete, come consiglia il Giusti, il freno de’ vostri pensieri, considerate quel ehe avete fatto riflettendovi seriamente. Quelli che combattono per la propria gloria sono buoni e fedeli Soldati. — Per lo pifi sentiamo il bisogno di ciö che non abbiamo e non sappiamo godere di ciö che abbiamo: perciö siamo sempre o quasi sempre insoddisfatti e malcontenti. R. Balloc. Classe VI. Di scuola: a) Tristi ricordanze; b) Attraversö il 300; c) Cum his versare qui te meliorcm facturi sunt. — a) La mia camera; b) Oh se fossi vivo di qui a cent’ anni, quante ne dovrei vedere ! c) Triste chi cerca la gioia nelle altrui Iagrime: — a) Le distrazioni del signor Pancrazio; b) L’umanesimo; c) V’e üna curiositä riprovevole e un’altra eh’č fonte d'ogni sa-pere. — a) La bottega da caffe (bozzettol; b) La poesia epico-fonianzesca in Italia finö all’ Ariosto; c) Quod faciendum, fac cito. — a) Soliloquio; b) Le mäcchinazioni dei demoni contro i crociati; c) Magra scusa e quella: Cosi fanno gli altri. — «) Una villa (pittura di paesaggio); b) II pensiero politico del Macchiavelli; c) Gratus animus est virtus non solum maxima, sed etiam mater virtutum omnium reliquarum (Cicerone). Di casa: ä) Una chiesetta di campagna; b) Dante e Vir-gilio s’ avviano verso il luogo deli’ eterno dolore; c) Aut disce aut discede. — fl) I saltimbanchi; b) La vita e lavoro; c) La piü bella pagina d’ un libro h. quella su cui cade una lagrima. — fl) Senza tomba; b) Dante nelle prime tre bolge ; c) Cerca il tuo destino in te stesso. — Donde deriva questo nostro in-cessante malcontento ? R. Balloc. Temi di lingua tedesca. Classe V A. Todeskühl der Winter naht (Ein Spätherbstgemälde). — Auf des Meeres tiefunterstem Grunde (Ein Traum). — Es kommt selten was Besseres nach (Im Anschluss an «Vom Bäumlein, das andere Blätter hat gewollt». — Wie sich der kleine Heinz das Christkindlein um Weihnachten vorstellt. — Erlkönig. — Ei, artig Spielding 1 (Der Bauer erzählt). — Eine sternhelle und eine sternlose Nacht. Wenn im Lenze die Knospen erblühen.... Allerlei Nebenbeschäftigungen während des Unterrichts. — Sechse kommen durch die ganze Welt. Classe MB. — An eine matte Herbstfliege (Selbstgespräch eines Schwermütigen). — Im Reich der Lüfte auf einem Eindek-ker (Ein Traum). — «O das alberne Büumleim !» (Sticheleien und schadenfrohe Ergüsse einer Espe und einer Erle). — Des kleinen Fritz Protestschreiben ans Christkind. — «Ich traf in Erlkönigs Reich !» — Des Sängers Lied. — «Ei, artig Spielding!» (Das Riesenfräulein erzählt). — Auf dem Lande. — Der Alpenjäger. — Die Nibelungen zu Bechelaren. Classe VI. — a) Prometheus (Eine Charakteristik). — b) Der Leierkasten. — a) Schicksal und Anteil; b) Es nieselt..., es regnet..., es giesst mit Mulden. — «Durchs Fenster kommt ein dürres Blatt...... — a) Prosit Neujahr! iTrinkspruch); b) Selbstmord (Zeitungsbericht). — Eine Nacht im Gasthof. — Unterm Schatten der Kastanien. (Abriss aus einer Novelle). — Die Erstaufführung einer Oper. — Vive la France! (Nach einer Novelle Daudets). — Die Vogelscheuche. Auf der Lokalbahn. U. Pellis. Relazioni e letture private. Classe Vfl: Poesie scelte di Catullo (G. Luzzatto, 0. Sillich) Poesie scelte di Properzio (G. Dccorti, M. Salvatori). M. Graziussi. Schiller, Die Iungfrau von Orleans (Cornelia Taverna). — Suttner, Die Waffen nieder! (C. Tavernä). — Lagerlöf, Erzählungen (M. Salvatori). — Epische Dichtungen (G. Dccorti). — Goethe, Novelle (G. Luzzatto). U. Pellis. Classe V b : Schiller, Wilhelm Teil [G. Spitzer). - Goethe, Egmont (F. Grassi). -- Till Eulenspiegel (H. Miloch). - Grillparzer Das Kloster von Sendomir (G. Usiglio). — Chamisso, Peter Schlehmil (O. Almagiä). — Peters, England und die Engländer (B. Corazza). — Lessing, Minna von Barnhelm (G. Trojan). — Lessing, Emilia Galotti (A. Laurinsich). U. Pellis. Classe VI: Leonardo da Vinci (C. Rapotez). — Firenze ai tempi di Dante (R. Rizzoli). R. Balloc. I Gracchi (G. Iacopich). — La conquista delle magistrature da parte dei plebei (P. Polacco). — Mario e Silla (M. Rencel). — II 11 triumvirato {G. Rosa). A. Chitter. Schiller, Fiesco (G. Iacopich). U. Pellis. Storia deli’ anatomia {R. Rizzoli). M. Picotti. Episodio di Diomede ed Ulisse: Iliade X (G. Iacopich). — Ettore ed Acliille {P. Polacco). R. Scarizza I LIBRI Dl TESTO che si useranno nell’ anno scolastico 1914-15. Religione cattolica. Ciasse 1: Catecliismo grande dclla religione cattolica, Trento 1899 (Monauni) (d. m., 29-V-1899, N. 6274). Ciasse II: D. V. Monti, Compendio di liturgia (d. m. 30- 1-1912). Ciasse III: Panholzer, Storia sacra del V. e N. T. trad. Benetti, Trento, Monauni, (d. ni. 31-X-1907, N. 44141). Ciasse IV: Panholzer, Storia sacra, come sopra. Ciasse V: Endrizzi, Trattato di religione cattolica P. I. Ro-vereto 1906, (d. m. 9-IX-1906, n. 28623). Ciasse VI: Endrizzi, Trattato di religione cattolica P. 11. Rovereto 1908, (d. m. 25-VIII-1908, n. 26974) Ciasse VII: Endrizzi, Trattato di religione cattolica P. III. Rovereto 1910 (d. m. 19-IX-1910, n. 38789). Religione israelitica. Ciasse I: Siddiir kol lanakov, Formulario di preči ad uso scolastico. Vienna. Sclilesinger 1901. Ehrmann, Storia degli Isra-eliti, trad. Melli p. I, ed. III, 1909. Camerini, Breve compendio della fede, della morale e dei riti ad uso dei giovanetti ebrei. Classi II e 111: Siddiir kol lanakov, Formulario di preči, come sopra; Ehrmann, come sopra. Ciasse IV: Pentaleuco ebraico ed. Letieris, Vienna 1885 Ciasse V. Bibbia ebraica, ed. Lettcris, Vienna 1885 Breuer: Della Fede. Ciasse VI e VII: Bibbia c. s. S. D. Luzzatto: Lezioni di teologia morale israelitica Padova 1862 Lingua latina. Classi I-VII: Scheindler A. trad. e rid. liilg-Dalpiaz, Gram-matica latina, Trento 1890 (d. m., 3-IX-00, N. 25019). 3 a ed. Classe I: Scheindler A. trad. e rid. Iiilg-Dalpiaz, Libro di lettura e di esercizi latini per la prima classe. Trento 1911 (d. m, 10 IX-04. N. 29227), 3.a ed. Classe II: Id per la seconda classe. Trento 1891 (d. m. 17-1V-91, N. 8202), 2 a ed. Classe III: Cornelio Nipote, Teubner (editio minor). Iülg C., Esercizi di sintassi latina per la terza classe. Trento 1892, (d in. 1 l-VI-92, N. 12092). Classe IV: C. lulii Caesaris Comment. de bello Gallico, ed. Prammer-Vettach, Vienna 1906. — Iülg & Leveglii, Esercizi di sintassi latina per la quarta classe. Trento 1893 (d. m. 8-V-93. N. 9305). Classe V: T. Livii ab urbe condita, lib. I-III, ed. Teubner — P. Ovidii Nasonis, Carmina selecta, ed. Grysar-Ziwsa, Vienna 1897. — C. Iulii Caesaris Comment, come in IV. — Casagrande: Esercizi di sintassi latina, Paravia (d. m 13-VII-1901 N 19136) 8.a e 9.a ed. Classe VI: C. Sallustii Crispi, Catilina et Iugurtha, ediz. Heussner (Teubner). — P. Vergilii Moronis Bucolica, Georgica, Aeneis, ed. Güthling (Teubner) — Cicero, Ciceronis orationes selectae p I ed. Müller (Teubner). — Casagrande, come in V. Classe VII: Ciceronis orationes selectae p. II ed. Müller (Teubner). — Casagrande, come in V — Vergilii Maronis ecc , come in VI. Lingua greca. Classi III - VI: (Jurtius-Hartei- Weigel-Defant, Orammatica greca, Trento 1908, (d. m. 26-VI-1910. N. 25417). Classi III-IV: Schenkl- Weigel, Esercizi greci trad. Defant-Briani, Trento 1909, (d. m. 1 -IX-1910. N 35043). Classe V: Homeri Iliadis Epitome, ed. Hocliegger-Schein-dler, p. I. (d. m. 4-IV-97. N. 7800). — Senofonte, Crestomazia, SchenkI-Mtiller, Torino, Loescher (V. B. 1892 p. 132). Člasse VI: Honieri lliadis Epitome, ed Hochegger-Schein-dler, p. 1 e II. Vienna 1897. — Herodoti De bello Persico epitome, ed. Wilhelm-Lauczizky, Vienna 1897 (d. m. 21 -IX-97, N. 23731). Classe VII: Demosthenis orationes (Teubner) — Platonis Apologia ecc. (Teubner). Homeri-Odysseae epitome ed. Pauly-Wotke (Gerold, Vienna) p. I e II. Lingua italiana. Classe I: Nuovo libro di lett. italiane, p. 1, ed. Schimpff, Trieste 1911. (d. ni. 5-IX-1901. N. 30439). Classe II: Nuovo libro di lett. italiane, p. II, ed. Schimpff, Trieste, 1912 (d. m. 30-11-900. N. 8280). Classe 111: Nuovo libro di letture italiane, p. III. ediz. Schimpff, Trieste 1909 (d. m. 16-VUI-01. N. 20928). Classe IV : Nuovo libro di lett. italiane, p. II, ed. Schimpff, Trieste 1902 (d. m. 3-X1I-1909. N. 46580). - Manzoni, I Pro- messi Sposi, Hoepli 1900. Classe V : Chizzola. Antol. di poesie e prose italiane, p. I, Trieste, 1910 (d. m. 27-1-1911. N. 613). - L' Orlando Furioso, ediz. Picciola-Zamboni. -- Per il tipo A ancora: L' Odissea tradotta dal Maspero (.Le Monnier). Classe VI: Briani-Bertagnolli, Prose e Poesie dei secoli XV e XVI, Trento 1912, (d. m. 2-VI-1912, N. 25029). - La Ge-rusalemme liberata ed Mestica, Giusti, Livorno. - - La Divina Commedia ed. Polacco, Milano, Hoepli. — Per il tipo A ancora: L’ Iliade tradotta dal Monti (Le Monnier). Classe VII: Gentille, Prose e Poesie dei secoli XVII e XVIII. Trieste 1913, (d m. 2-XII-1913 N. 46220). — Vidossich, Compendio di letteratura. Trieste, 1910 (d. m. 6-XII-1910 N. 49998). — La Divina Commedia come in VI. Lingua tedesca. Classi l-III: Defant G. Corso di lingua tedesca, P. 1, 2a ed Trento 1898 (d. m. 16-XII-02. N 39006). Classe IV : Defant G. Corso di lingua tedesca, P. II, 3a ed. Trento 1894 (25-V-94. N. 10104) Classi V e VI: Noe E. Antologia tedesca, P. I, Viennä 1892 (d. m. 31-X-92. N. 23069). Classe Vil: Noe E. Antologia tedesca, P. II, Vienna 1898. (d. m. 23-1-00 N. 584;. Storia e geografia. Classi I-VII: Kozenn B. Atlante geografico, edizione italiana a cura del prof. dott. M. Stenta, Vienna, 1904 ^d. m. 8-V1-04 N. 19829). Classi II-VII: Putzger F. IV, Histor. Schulatlas, Vienna 1899 (d. m. 1-XI-00, N. 29941). Classe I: Gratzer, Testo di geografia per le scuole medie, Parte I, Trento, (d. m. 9-X-1905. N. 36121). Classe II: Gratzer, Testo di geografia per le scuole medie, P. II, Trento, 1908 (d. m. 28-V11-909. N. 27073). — Mayer F. trad- Reich, Manuale di storia per le classi inferiori, P. I, Vienna 1898 (d. m. 19-X-98. N 26702). Classe III: Gratzer, come in II. — Mayer F. trad. Reich, Id. P. II, Vienna 1898 (d. m. ll-VI-97. N. 12442). Classe IV: Gratzer, P. 111 Geografia della Monarchia austro-ung. per la quarta classe, Trento, 1910 (d. m. 12-X-12. Numero 37879). — Mayer F. trad. Reich Id. P. III, Vienna 1895 (d. m. 26-VIII. N. 18150. Classe V Bondi:: Evo antico, Trieste 1910 (d. m. 2-IX-12. N. 33921). Classe VI: Bondi: Medioevo, Trieste, 1913 (d. m. 19-V-13. N. 21993). Classe VII: Bondi: Evo moderno (se verrä approvato). Matematica. Classe I: Jacob, Aritmetica, P. I trad. Marussig. Trieste, 1912 Classe II: Jakob, Aritmetica, P. II, trad. Marussig (se verra approvata). Classe VI: Schlömüch, tavole logaritmiclie. Storia naturale. Classi I-1I: Sclimcil-LargaiolliStoria naturale del regno animale. Trieste, 1910 (d. ni. 2-III-1910. N. 3211). Beck de Mannagetta - Solla, Elementi di Storia naturale delle piante. Vienna 1911 (d. m. 22-V11-1911. N. 28343). Classe V: Scharizer-Anesi, Compendio di Mineralogia e Geologia. Trento 1907. (d. m. 5-II-1908, N. 1242). — Schmeil-Largaiolli: Elementi di botanica per le classi superiori delle scuole medie, (d. m. 31-VII1-1912. N 36599). Classe VI: Graber-Mik, trad. Gerosci. Elementi di zoologia ad uso delle classi superiori delle scuole medie, Vienna e Praga 1896 (d. m. 22-XI-95, N. 27531). - Per il tipo A : Fiumi. Trat-tato di chimica inorganica ed organica. III ediz. Trento 1905, d. m. 7-IX-1905. N. 32884). Fisica. Classi 1II-IV: Krist G. trad. Postet. Elementi di fisica per le classi inferiori delle scuole medie, edizione per i Ginnasi, Trento 1895 (d. m. 3-VI-94. N. 10726) Lingua francese. Per la classe V del tipo A : Zatelli D., Corso di lingua francese, p. I, soltanto ediz. IV, Rovereto 1910 Testo ausiliario: Ch. Lebaigue, Morceaux clioisis de litterature frangaise, classe de cinquieme, Ed. XIII, Paris, Belin Freres, 1909. Per la classe VI del tipo A : Zatelli D., Corso di lingua francese. P. II, III.a ediz. Rovereto 1913. - Libro di lettura: L. Herrig, La France litteraire, Vienne 1911. Libri ausiliari. Georges-Calonghi, Vocab. lat ital. p. I, Torino, Rosenberg 1910 (c. 14). — Sc/ienkel-Ambrosoli, Voc. greco, Vienna, Gerold (c. 10), — Peirocchi, Novo Dizionario scolastico della lingua ita-liana, Milano, Treves 1892, (c. 7). - Schmeil-Largaiolli. Chiav. analitica per la determinazione delle piante pili comuni Trieste Vogel. Ortliograpli.-grammatisclies Nachschlagebucli RAGGUAGLI STATISTICI C L A S S I Somttir 1 a I b [L a II b lil» lil« lik l\a IV/. V a Vb VI 1. Numero. AUa fine deli’ anno scolastico 1912-13 . 43 44 41 38 39 3« * 34 35 24 i . 339 Al principio deli’anno scolastico 1913-14 58 S2 42 46 j5 24 25 33 29 25 28 21 418 Entrati durante 1'anno ....... 1 * I * • * • 2 Inscritti quindi in tutto . . 58 53 42 47 35 24 25 33 29 25 28 2) 420 Di questi sono: a) scolari nuovi all’istituto, promossi . 5<’ 5° 2 1 1 3 4 3 • 2 . 122 » » ,i ripetenti . t 38 b 1 . . 2 . IO b) scolari deli’ istituto, promossi . . . . 37 29 20 19 32 25 25 24 21 270 „ „ ripetemi . . . 2 2 2 3 5 1 1 1 1 . . l8 Uscirono durante 1’anno H 91 ‘) I 4 5 2 3 3 . 1 42(‘ Rimasero alla line deli’anno pubblici 40 40 34 39 29 22 22 27 28 23 27 21 352 privati (4) (3) (7) (4) l») • i('J) d) (2) • • H'J‘ Somma . . 44 43 41 43 30 22 22 30 29 25 27 21 377 2. Luogo di nascita. Trieste 3 S 35 36 34 28 18 15 24 23 l8 14 16 296 Istria 4 3 8 2 4 3 1 l 5 2 33 Gorizia Gradišča 1 1 I 1 1 1 4 I 11 Dalmazia .... 0 . I 1 1 1 2 9 Altre provincie 2 1 1 1 2 1 8 Estero (comprcsa 1’Unglieria) 2 1 4 1 2 1 2 4 3 • 20 Somma . . 44 43 41 43 30 22 22 30 29 25 27 21 377 3. Lingua materna. Italinna 44 43 4i 43 29 22 22 30 29 24 25 21 373 I • . 1 2 1 . 1 1 • 1 Somma . . 44 43 4' 43 30 22 22 30 29 25 27 21 377 4. Religione. Cattolica 41 3 s 18 41 30 19 22 29 26 24 25 19 35 ‘ Evangelica 3 2 . . 1 6 Grecoorientnle . , . . . 1 1 Israelitica 1 4 2 3 . 1 3 1 1 1 17 Senza confessione Somma . . 44 1 43 1 41 43 30 22 22 30 29 25 27 21 2 377 5. Eti. Di anni 11 25 24 49 » >, »2 . . . 14 16 19 17 . . . • • 66 n » >3 4 2 14 14 10 10 12 . • 66 » » «4 1 1 6 9 14 6 b 9 13 65 » » 15 3 4 4 • 10 14 7 12 . 54 n » lf> 1 . 2 2 3 8 H n 11 52 » „ ‘7 1 . . 1 2 2 2 4 5 '7 « , J» 1 • 1 3 5 » 19 1 2 3 Somma . . 44 43 41 43 3° 22 22 30 29 25 27 21 377 1 Dumeri tra parentesi indicano le ragazze. la 1 b II rt II b 111« 11! III e IV« \U V« V b VI Somma 6. Domicilio dei genitori. Trieste ....... 42 42 41 42 30 22 22 29 27 24 26 19 366 Altrove . . .... 2 1 1 . 1 2 1 1 2 11 Somma . . 44 43 41 43 3° 22 22 30 29 25 27 21 377 7. Classificazione. (<' alla fine dell’atino scolastico 1913-14: Idonei con distinziotie 1(3) 3 (*) 1 2 3 2 o(l) 1 o(‘) 2 2 23(121 Idonei S(‘| 28 22 26(3i ISO 14 12 20 23(‘. U,1 15 l6 23 «O idonei in compl^sso s 6 5 0 6 (') 4 2 3 . . . 3Ka) Non idonei 4 S 4 6 5 3 5 4* 4 2 2 2 46' Amniessi a'l’esame di riparazione . . . 1 30 7 6 1 i8(>) > „ suppletorio . . . 0 2) 1 2 . 30 Somma . . <(k*) «K") 3«7) 33 •*) 2SO 22 22 27 '(2 28(‘) 23(2 27 21 35 2'('0 b) definitiva deli’ anno scolastico 1912-13 : Idonei con distinzione 2(*) 2 4 '(') 2 2 2 17(5) Idonei 290 2Bf) 26 28 22 280 210 19 224C0) Idonei in complesso s 6 7 4 2'0 I 4 5 . 3+‘0 Non idonei 4 3 5 4 5 5' 1 6 3 36 1 Somma . . 36{’) «0 10. >) 38 35'0 301 330 3V) 24 31I2(lb) 8. Tasse. a) Didattro, Nel I semestre eruno: Paganti 26 28 17 18 11 14 11 11 18 10 18 8 190 Esonerati della meta 11 4 4 5 5 2 3 6 3 4 3 3 53 Esonerati 10 15 21 22 '7 8 10 ih 8 II 7 10 155 Somma 47 47 42 45 33 24 24 33 .29 25 28 21 398 Nel 11 semestre erano: Paganti 21 22 22 17 15 17 11 21 19 '4 21 10 210 Esonerati dclla meta 9 S 3 2 2 1 1 3 3 3 1 2 35 Esonerati '4 17 '5 24 13 4 10 7 7 8 5 9 '33 Somma . . 44 44 40 43 30 22 22 31 29 25 27 21 378 Importo pagato nel I semestre cor. . . . 945 900 570 <>•5 40 s 45° 375 420 585 360 285 6495 n n n Ü 1. 11 • • 7^5 735 7o5 540 480 525 345 975 <>15 645 m 6825 Somma cor, . . 1710 1635 1275 1155 885 975 720 1095 12Ö0 825 1230 611i 13320 b) La tassa d’iscrizione a cor. 4, am- montö a cor 224 204 8 28 4 12 20 12 16 S2S La tassa per la biblioteca giovanile a cor. t«n OO I, ammonto a cor 53 42 47 35 24 25 33 29 25 28 21 420 9. Materie libere. Erancese . . . 14 8 22 Ginnastica 9 2 1 7 14 6 8 '3 • 2 . 80 Stenogrnfia 14 13 5 32 10. Stipendi. Numero degli stipendi 1 . 1 1 3 Importo totale ..... ..... 2C 0 210 320 730 BENEFICENZA. Gli scolari bisognosi e meritevoli ricevettero i testi scolastici necessari d a 11 a biblioteca pauperum della scuola, alla quäle il Comune assegnava per il presente anno 1’ importo di corone 1200. Alla bibliotheca pauperum pervennero in dono : Dalle li-brerie V.a Pichler di Vienna undici testi della Liturgia per la II e lil classe. Da parccclii scolari delle varie classi alcuni testi usati. Godettero stipendi: 1) Uno scolaro della \b, dal fondo civanzi di multe di finanza, di corone 200. 2 Uno scolaro della 111 a, della fondazione: Stipendi ginnasiali triestini, di corone 210. 3) Uno scolaro della III b, della fondazione A. Clemse, di corone 320. Fti concessa la refezione scolastica speciale a quattro scolari, che ne ritrassero un sensibile beneficio anche per la loro salute. Fondo per sussidi ad alunni poveri. (dal 2 luglio 1913 al 1 luglio 1914). At/iv O : 1. Libretto della Cassa di risparmio N. 200891 . Cor. 1337 26 2. Una cartella Rend. ital. 3% di nominali . . . Lire 1C00 (Serie 2;1). 1913 14/7 Ricavate dalla vendita delle «Notizie scolastiche».....................................Cor. 36.56 Trasporto Cor. 1373 82 e Lire 1000 Riporto Cor 1373.82 e Lire 1000.— 1913 1/10 Tagliando 1 Ottobre della Cartella di Rend. ital. (con la trattenuta del 20%) Cor. 11.— » 8/10 Residuo della compera di oggetti sco- lastici nella II! c.............................» 0.15 Per corrispondere all’ appello della Direzione : » 13 12 Dalla Fam. Pregel (III c)...................« 20.— » 17/12 Dalla classc IV b.........................>• 37.08 » 19/12 Dalla Fam. Tomicich (III c) . ... » 10.- » 20/12 » classe la..................... . . » 36. » 20/11 » » III/?.............................* 27.66 » 22/12 » » I b...............................» 6.— » 22/12 » . IV«...............................» 19.- » 23/12 » » II ö..............................» 7.80 » 23/12 » » V a...............................» 10.— » 23/12 » » \fb...............................» 6.— » 23/12 » scolara Trevisan della classe II b » 2.— „ 23/12 » Fam. Rangan (II b)....................» 10.— » 27/12 Dai sig.ri Rina e prof. Marino Graziussi nel I anniversario della morte del sig. Emilio Schifflin ...............................» 5 — Per corrispondere all’ appello della Direzione pervennero ulteriormente: 1914 5/1 Dalla classe III«......................... Cor. 22.84 5/1 » » III c............................» 12.— » 5/1 Dallo scolaro Francini della classe I a » 1.— » 5/1 Dalla Famiglia Polacco (VI) ...» 10.— 17/1 Dalla classe III a » 17.14 17/1 Ulteriore ricavato della vendita delle »Notizie scolastiche».......................» 3. » 18/1 Residuo di una riparazione in III b » 1.30 » 24/1 Interessi del deposito della Cassa di risparmio maturati dal 26 ottobre 1912 » 57.16 » 28/1 Dalla spett. Deputazione di Borsa . . » 100. Trasporto Cor. 1805.95 e Lire 1000 — Riporto Cor. 1805.95 e Lire 1000.— 1914 2/2 Dal sig. Angelo Vivante . . . . Cor. 10 — » 1/4 Per onorare la memoria della madre tlel prof. don M Giacomelli, dai colleglii » 41 » 1/4 Tagliando 1 aprile della Cart. di Ren- dita italiana (u s.) . • » 11.28 » 3/4 Per onorare la memoria della signora Marianna Giacomelli, madre del loro amato professore, dalla 111 b .... » 16.80 7/4 Per onorare la memoria del sig Vin-cenzo D’ Amore, padre del loro amato condiscepolo, dalla 111 b.......................» 9.— * 21/4 Per onorare la memoria della madre del prof don Giacomelli, dagli scolari della III.......................................» 13.62 » 29/4 Residuo dell’ acquisto di carte geogra- fiche dei dintorni di Trieste, da vari scolari delle classi III-VI.....................» 4.34 » 29/4 Per onorare la memoria del padre del prof. Sabbadini dalla scolara W. Senco vicli (V ä) . . . . » 5.— » 6/5 Civanzo della maggiolata (iV b e V b » 2.36 » 9/5 » da Nereo e Renata Zanetti (II a)........................ » 6 84 » 19/5 Civanzo della maggiolata (III«) . . » 13 10 » 20/5 Per onorare la memoria del padre del prof. Picotti, dal prof. on. Saraval . . » 10.— » 21/5 Per onorare la memoria del padre del prof Picotti, dai colleglii * 45 — » 24/5 Per onorare la memoria del sig. Seba- stiano Picotti, padre del loro amato professore, dalla classe 1« ...» 8.— » 3/6 Civanzo d’una gita (!«) .. * 4.— Trasporto Cor. 2006.29 e Lire 1000 - Riporto Cor. 2006.29 e Lire 1000 — 1914 3/6 Per onorare la memoria del padre del prof. Picotti, dal prof. Brusin lassente) Cor. 3. — » 10/6 Dalla classe 11 b invece d’ un acquisto » 7.- 1913-14 — Trovate a scuola, in varie occasioni » 1.68 Somma Cor. 2017 97 e Lire 1000,- Passivo : Per 17 vestiti, 2 cappotti e 2 paia di stivali Cor. 535 17 » 1 sussidio . . .... » 20. Somma Cor. 555.17 Civanzo: 1. Libretto della Cassa di risparmio, N.o 200891 2. Una cartella di Rendita italiana 3%» N. 397400, Cor. 1462.80 di nominali Lire 1000. - 1 luglio 1914 Saldo • • • Cor. 1462.80 e Lire 1000. II cassierc: R. Marussig. La Oirezione porge i piit vivi ringraziamenti ai generosi oblat ori. Aumento delle Collezioni scientifiche. liiblioteoa dei professori. Bibliotecario: prof. Marino Graziussi. DONI: Dal civico Magistrato: Steno Tedeschi: Studi filosofici ed altri scritti, Formiggini 1913. (2 copie). Enrico Anbei: Leon Bat-tista Alberti e i libri della Famiglia, Lapi, Cittä di Castello, 1913. — Archeografo Triestino, (vol. VII, fase. 2). — üalla „Societä degli insegnanti inedi." : Annuario sociale. ACQUISTI: Vvilamowitz-Leo : Die griechische und lateinische Literatur und Sprache. — O. Pianigiani: Vocabolario etimologico della lingua italiana, vol. 2. — G. Gentile: Scuola e filosofia. — G. Salvemini e A. Galletti: La riforma della scuola media. — G Gentile: Sommario di pedagogia generale. — G. Gentile: Som-mario di didattica. — Siegel: Methodik des Unterrichtes in der philosoph. Propädeutik. — Miillner: Methodik des geographischen Unterrichtes. — Scheindler: Methodik des lateinischen Unterrichtes. — /acob■. Methodik des mathematischen Unterrichtes. — Schanz: Geschichte der römischen Litteratur, vol. I-1I, III. — Siewers: Allgemeine Länderkunde vol. 5. — A. Bailly: Dictionnaire grec-francaise. — Fraccaroli: L’ irrazionale nella letteratura. - G. Cardncci: Opere (20 vol.). — Storia letteraria d’ Italia scritta da una societä di professori (vol. 8). -- Platone-. Dialoghi volgarizzati dali’ Acri (vol 2). — Klussmanh: Bibliotlieca scriptorum classicorum (vol. 3). — Rigutini-Bulle: Italienisches Wörterbuch (vol. 2). — Tommaseo e Rigutini: Di-zionario dei sinonimi — Menge: Repetitorium der lateinischen Syntax und Stilistik. — P. Premoli: Vocabolario nomenclatore (vol. 2). — Rüge, Windelband, Croce, ecc.: Enciclopedia delle scienze filosofiche: Vol. I, Logica. Leo : Geschichte der römischen Literatur, vol. I. C. Pascal: Dizionario dell’ uso ciceroniano. Lübker: Eallexikon des klassischen Altertums. A Matthias: Praktische Pädagogik für höhere Lehranstalten. — E. Rohde: Psyke (trad ital.), vol. I. -- O. Jäger: Homer und Horaz. — Baumgarten, Poland, Wagner: Die hellenistischrömische Skulptur. — Soltau : Griechische Geschichte — Frac-caroli: I lirici greci (vol. 2). liibUoteca deyli scolari. (Sezione A). BiblioteGario : prof Attilio Degrassi. ACQUISTI: Förster : 11 vangelo della vita Lessona: Volere e potere. — Lessona: Sommario di storia della filosofia. — Smiles: II carattere. — Smiles: II dovere. - C.arlyle: Gli eroi. -- Lipparini: Storia dell’ arte. — Mazzcni e Pavolini: Letterature straniere. — Vitelli e Mazzoni: Manuale della letteratura greca. — Vitelli e Mazzoni: Manuale della letteratura latina. — Castiglione: II cortegiano, ann. dal Cian. — Boccaccio: Novelle scelte del Decamerone, ann. dal Fornaciari Cellini: La vita, ann. dal Bacci. Tassoni: La secchia rapita, ann. dal Papini. — Petrarca : Le rime, ann. da Carducci e Ferrari. — Dante: La vita nuova, ann. dal Casini. Machiavelli: Istorie fiorentine (libri I-III), ann. dal Fiorini. Mazzoni e l’icciola: Antologia Carducciana. — Guicciardini: Prose scelte, ann. dal Fornaciari. -- Celli: La Circe e I capricci del bottaio, ann. dal Ferrari. — II Poliziano, I! Magnifico, Lirici del Quattrocento, scelta e note del Bontempelli. — Älbcrtazzi e Cesari: Poesie e prose d’ ogni secolo. — Machiavelli-. I! principe, ann. dal Lisio. — Dante-. La vita nuova, ann. dal Melodia. — Le cento Novelle anticlie, ann. dal Ma renduzzo. — Galileo, Le prose, ann. da Del Lungo. — Rasi: Monellacci. Jorick: Teatro spicciolo. — Jambo : Ciondolino. — Petrocchi: Nei bosclii incantati. Lombroso : Un reporter nel mondo degli uccelli. — Haydee: II ritorno. — Perodi: Clio re del popolo (2 copie). — Cordelia-. II castello di Barba-nera. — Angeli D. Stretta la foglia... Orsi: Re di spade Lombroso: Le fiabe di zia Marifi. Lipparini: Satanello. --Rontini: II paradiso dei fanciulli — Rosselli: Topinino garzone di bottega — Cordelia: L’ ultima fata. — Pierantoni Mancini: Dal Capo Bianco al Marocco. — Baccini M II pesce abitato. — Teresali: Come Orsetta incontrö Fortuna. -- Collodi C : La lanterna magica di Qiannettino. — Collodi C. Macchiette Cherubim: Impresa granehio, Ballettino e C i. — Garoglio -. Fior di vita. — Altobelli: Gara di cuori. — Tillier: Lo zio Beniamino. — Baccini I. • Una famiglia di saltimbanchi — Baccini I.: I pic-coli viaggiatori. — Baccini /.; Come andö a finire il pulcino — Angeli L. Nespolino. — Alfani: Ernestino e il suo nonno. — Collodi C.: II viaggio per I’ Italia di Giannettino. — Collodi C.: Storie allegre. — Nuccio: I racconti della conca d’ oro. Boni: II figlio di Pinocchio. — Baccini I : Memorie di un pulcino. — Evangelisti: Cento favolette classiche. — Farina: Mio figlio ! — Sienkievicz: Quo vadis ? — Verne: Ventimila leglie sotto i mari. Verne: L’isola misteriosa — Verne: Cinque settimane in pallone. — Cantü: Margherita Pusterla. Jambo: Ciuffettino (6 copie). — Bassi: Mitologia greca e romana. - Fanciulli-. L’ omino turchino. — Jambo: La storia d’un naso. — Lombroso V.: Storie vere di zia Mariti. — Benco: Trieste. — Caprin: II Trecento a Trieste. — Tasso: La Gerusalemme liberata, ann. dallo Spagnotti. — Gould : All’ entrare nel mondo. — De Marchi: üli Elleni — Prunaj: Visioni del passato. DONI: Mioni: Una Cicarma (dallo scolaro Laurinsich della II a). — Pellico: Le mie prigioni - Ruffini: II dottor Antonio (Polonio, II a). — Malot : Senza famiglia (Prodan, II a). -- Vertu!: Michele Strogoff (Vesnaver, II a). Jarnbo : Burchiello ; Jambu : L' anello dei Faraoni; Cioci: Fiaccolino (Villevich, II a). — Gi-gliati: Pensieri e Racconti; Brocca Fior di ciclami ; Pinoccliietto poliziotto; Guglielmo Tell (Stefenelli, II a). — Dallo scolaro fanesich della III/;: Salgari. II capitan Tempesta, Le pantere di Algeri, Un dramma sull'Oceano Pacifico, La caduta di un impero, La scotennatrice, La rivincita di Janez, Le tigri di Mon-pracem, Sandokan alla riscossa, Le dtie tigri. /Ilotta : La prin-cipessa delle rose, Gli avvoltoi di Lhassa, II deserto di ghiaccio; Verne -. Michele Stragoff \Jambo: Ciuffettino ; Fabiani: Le vicende di un soldo ; Olivieri-Sangiaconio: Gli schiavi bianchi.: Salgari: II re della montagna, l predoni del Sahara, 1 pescatori di Tre pang; Motta: I ribelli del fiume sacro; Verne: L’isola misteriosa. Biblioteca deyli scolari (sezione B). ACQUISTI: Undici atlanti geografici del Kozenn-Stenta. Tredici atlanti storici del Putzger. A. Chitter. Jtesoconto della Biblioteca degli scolari. per l* anno scolastico 1913-14. Introiti ■. Civanzo 1912-13............................... ... . . Cor. 2 14 Tasse da 420 scolari a cor. 1 ....... 420.— Da scolari per libri sciupati . . . . » 3.45 Cor. 425.59 Esiti: per acquisto di 85 libri nuovi . .... Cor. 186.57 per legature dei libri acquistati e di libri ricevuti in dono » 85 01 per acquisto di 11 atlanti geografici e 13 atlanti storici » 139.88 Varie............................................................» 126 Cor. 412.72 Civanzo Cor. 12.87 A. Chitter. — A. Degrassi. Gabinetto di Geogvafia e Storia. Custode: Prof. Atanasio Chitter. ACQUISTI: Un globo girevole in tutte le direzioni con circolo nieridiano, quadrante per la misurazione della latitudine, ecc. — Un globo semplice con nieridiano. — Haardt-. I planisferi. — Kozenn: La Palestina. - Baldamus-. Carta storica delPImpero Franco. Baldamus-. Carta storica della Germania 911-1125. — Baldamus: Idem 1125-1273. Baldamus-. Idem 1273-1500. —Baldamus : Carta storica del secolo XVI. Baldamus-. Idem del secolo XVIII — Baldamus: Idem secolo XIX. (due carte a e b). — Schwabc: Carta della Grecia Antiča. - Schwabe: Carta storica della Germania e della Gallia. Gabinetto dl Matematica c Desvrittiva. Custode: Prof. Renato Marussig. 1. MATEMATICA. Tavole: Funzione logaritmica (Fonda VI). - Sezione aurea (so), graf.) (Almagiä V b). — Rapporto inverso (Bruna V b). — Costruzioni di Triangoli (Cont.) (Grassi, Blank V b ; Notillian, Presca, Marchesini, Battich, Gregoretti IV a). 2 DESCR1TTIVA. Modelli (ceduti dal Primo Ginnasio): Punto nello spazio. Retta parallela a un piano di proiezione — Retta parallela ali' asse di proiezione. — R normale a un piano di proiezione. — R. parallela al piano dei profili. — R. inclinata verso i tre piani. — Due rette che si tagliano. — Due rette parallele. — Due rette che s’ incrociano. — Un triangolo con proiezione. Due triangoli di lamiera. Un rettangolo di lamiera. — Due piani inclinati in lamiera. — Un quadrello — Due piani di proiezione, in legno. Gabi netto di lisica. 1. ACQUISTI. Parte generale: Filo di rame con isolazione e senza. — 3 fiamme Bunsen con rubinetto e senza. Tubi di cauciii di vario diametro e varia qualitä. — F’iccoli cunei di legno 2 supporti di Gauss — 2 lampade a spirito e 3 reti di filo di ferro. — Raccolta di turaccioli. — Siringa. Modello di nonio lineare — II metro (in legno). 1 dm8: cavo e in legno. Meccanica: a) generale e dei sulidi: Bilancetta a mano. Scatola dei pesi e 4 pesi vari in ferro Macchina d’ Atwood. — Telaio con vari modelli di macchine e dei pendolo ; paralle-logramma delle forze (Giorgomilla IV a). — Dinamometro. — Rotaia di König (piano inclinato di Galilei). — Livella. - b) liquidi: Apparato per il principio di Pascal. — Apparato per la spinta verso l'alto. — Tubo a U e vasi comunicanti. -- Corpo galleggiante e raccolta d’areometri di Baume - Diavolino di Cartesio. — Tubi capillari. — Picnometro. — c) aeriformi: Tubo barometrico di Kolbe. - Aneroide di Vidi. Modello di pompa aspirante e di pompa aspirante-premente ; modello di pompa per incendi. — 2 sfere per determinare il peso specifico deli’ aria — Dasi metro. Acustica: Figure di Chladni. - Unisono. — 8 verghette di legno per la scala diatonica. Ottica: Specchio concavo-convesso. — Disco di Hartl e accessori. - 1 prisma acromatico, 1 di cristallo, 1 di vetro Flint (con supporto). — Lampada per la luce omogenea, e accessori. — Disegni per scoprire il punto cieco. Calore: Apparato di S’Gravesande. - Pirometro. Dila-tometro a compensazione. — Termometro: semplice e con piü scale. -- Termometro a massimi e minimi di Six. — Termoscopio di Looser e accessori per le principali esperienze dei calore. — 50 gr. di metallo di Wood. — Apparatino per esperienze di conduzione e convessione termica. — Piccolo apparato* di Hey-landt e accessori Cilindro di panno per la solidificazione dell’ acido carbonico. Magneiismo : Ago magnetico e piccolo magnete cilindrico. 3 magneti d’acciaio e 2 a ferro di cavallo [secondo Rosenberg) Li-mature di ferro, polverino, aghi da calza, - Bastone di ferro dolce. Elettricita : a) statica : Bastoni e strofinacci. — Elettrometro assoluto, per i’ istruzione — 2 conduttori sferici isolati. — Rete metailica flessibile. — Elettroforo. — 55 gr. di amalgama di Kienmayer. - Pištola elettrica. - Scampanio elettrico. Danza elettrica. — Sgabello elettrico. — Apparato per 1’ accensione deli’etere. — Bottiglia di Leyda. — Scaricatore. — Quadro di Franklin — b) Calvanismo: Modello dimostrativo della pila. — Elementi di Daniel, Buusen, Grove, Cupron (4 Modelli) — 4-f-l elementi a secco di Hellesen. - Serrafili semplici e di Holtz. — Interruttore unipolare. Commutatore di Rumkorff. — Capsula a mercurio. — Fili di acciaio per 1'esperienze d’incandescenza. Voltametro di Kolbe. — Resistenza di 10 lampadine (secondo Rosenberg) - c) Elettromagnetismo■. Piccola bobina d’induzione, interruttore a ruota e manubri, per gli effetti fisiologici — Motorino di Ritchie (modello). — Supporto per tubi Röntgen. — d) Termoelettricita: Apparatino di Seebeck. 2. RIPARAZION1: alla macchina di Winter — a tre elettroscopi (pendolino elettrico, elettroscopio condensatore di Volta ed elettroscopio di Bolmenberg) — a due giroscopi — a una calamita a ferro di cavallo — ali' inclinatorio — al globo di Erone. Gabiuetti di Storia naturale e Chintica. Custode : Prof. Mario Picotti. DONI: Un beccofrosone (Dir. Prof. Ottone Crusiz). — Alcune conchigiie e due limuli imbalsamati (sig.na I. Paulin) — Un coccodrillo (C. Forti, II a). — Alcuni minerali di rame (G. Lettich, M a). — Un pipistrello (L. Prezioso, IV/;). - Un pezzo di pirite (A. Wiedemann 1 b). — Un corno d’ alce e due conchigiie * (F. Schwarz, I b) Alcuni insetti (B. Grioni, V b) — Un favo d’ alveare (B. Caruana, II b). — Minerali (L. Stefenelli, II a). -Una stalattite (I Simonetta, II a). — Una corazza d’ armadillo (G. Sabbadini, I b). — Minerali raccolti sull' Etna (prof. Picotli). — Varie fasi delia fabbricazione delle matite (dalla fabbrica L.. Hardmulli). Alcuni minerali del ferro (Calligaris IV a). — Un pezzo d’orpiniento e di micaschisto (Marchesini IV fl). - Un pezzo di calcare e di pirite (Jugovaz, III b). ACQUiSTI : a) per il gabinetto di Storia naturale: Una serie di campioni di rame. - Alcuni minerali e pe-trefatti delle Alpi tridentine. — Un modello per la dimostrazione degli assi cristallografici. Una raccolta di preparati micro-scopici di vegetali e di animaii. — Una raccolta di preparati mi-croscopici-istologici. — Tavole di morfologia vegetale. — Due preparati di isopodi e crostacei nell’ alcool. — Un piccolo mi-croscopio. — Alcuni tesclii di animaii vertebrati. — Un gambero imbalsamato. (Degli acquisti fatti 1' anno scorso e pubblicati nell’ annuario 1912-13 si legga a pag. 80 riga 14: Una raccolta orntologica-morfologica di alcttne estremitä e alcune serie di tavole vegetali morfologico - anatomiche, dali’Atlante botanico Kny (parte 1-VI). b) per il gabinetto di Chimica: Un apparato elettrolitico, uno di Kipp ed uno in vetro, per la distillazione. -- Alcune bottiglie di lavatura, per 1’ acqua distillata, di Wulf. — Bicchieri, matracci, störte, imbuti, cilindri semplici e calibrati e tubi in vetro. - Un refrigeratore di Liebig. — Alcuni filtri e tappi di caucciü. Qualche reagente. — Delle fiamme Bimsen. Uno spettroscopio. Gabinetto di Disegno. Custode: Prof. Edoardo Iurizza. DON1: Una conchiglia (G. Abba, III b). — Un vaso di ceramica ed una conchiglia (G. Bändel, III b) — Dne vasi di terracotta * verniciata ed alcune bottiglie (P. Ianesch, III b) — Un’ ala ed una conchiglia (P. Iugovaz, III b). RIASSUNTO DE! DECRhTI P1Ü IMPORTANTI pervenuti a questa scuola. D. Min. 16-VI-1913. N. 2444 abolisce i temi di versione dalla lingua d’istruzione nel greco anclie per la VI classe del Gin-nasio. D. Luog. 1 l-IX-1913. N. Vli-623/2 comunica che il Ministero ha concesso al prof. Giovanni Brusin uno stipendio per un viaggio di Studio in Italia e Grecia. — II Mag. Civico con D. 9-X1I-1913. N. VI 1112/1 notificava che il Consiglio comunale gli aveva accordato il necessario permesso di assenza per la durata del secondo semestre di quest’ anno scolastico. D. Mag. 22rIX-1913. N. VI-861 1 : il prof. A. Depangher viene trasferito per riguardi di ufficio alla Scuola reale all’ Acque-dotto. A questa scuola e destinato il prof. R. Balloc. D. Mag. 23-IX-1913. N. VI-802/1 comunica che il Consiglio comunale nella seduta del 18 settembre ha nominato gli ono-revoli avv. dott. Camillo Ara, Teodoro Costantini e avv. dott. Nicolö Vidacovich a inembri della Deputazione ai ginnasi. D. Mag. 2-X-1913. N. VI 1090/2-12 comunica che il Ministero non ha trovato di prendere alto della denominazione data ai due ginnasi; per questa scuola quindi si ripristina la denominazione «Secondo Ginnasio Superiore Comunale». D. Mag. 29-10 1913. N. VI 986/1 : la Giunta municipale adottö la massima che nelle scuole medie conninali non venga assegnato un assistente di disegno alle classi con meno di trenta allievi. D. Luog. 3-X1 1913. N. V1I-1556 (com. Minist. 22-X-1913. N. 1163) rende obbligatorl gli esercizi oratori nelle due nltime classi delle scuole medie. D. Mag. 18 XI-1613. N. Vl-766/2 approva 1’ introduzione dei giuochi di campo. D. Mag. 24-XI-1913. N. VI-674/1. II Sig. Angelo Benedetti e nominato bidello di questo Ginnasio. D. Luog 12-XII-1913 N. VH-1636 (com. Minist. 4-X1-1913. N. 27864) ricorda die nei concorsi per posti di professore di scuola media sono ancora da prendersi in considerazione candidati che abbiano 1’ abilitazione in gruppi aboliti. D. Luog. 18-XI1-1903. N. Vll-902/12: le vacanze di Natale durano fino a tutto il 4 gennaio. D Luog. 19-X1I-1913. N. Pres. 2171/4: raccomanda provvedi-menti a proposito dello sciopero degli scolari delle scuole medie e li avverte che un nuovo tentativo avrebbe per loro gravi conseguenze. D. Mag. 24 XII-1913 N. 940/2 approva 1’istituzione del I corso di francese e del I corso di stenografia, quali materie facoltative. D. Luog. 26-XII-1913 N. VII-1734 estende gli effetti della legge militare § 57 (permanenza nell’ ufficio civile in caso di bi-sogno) anche agli insegnanti. D. Luog. 31-X1I-1913 N. VII-1568: prende a grata notizia il rapporto principale della direzione pro anno scolastico 1912-13, da cui si rileva che le condizioni deli’istituto furono tanto in linea disciplinare quaiito in linea didattica nel loro complesso favorevoli. D. Mag. 10-1-1914 N. VI-958/8-13 assegna la dotazione stra-ordinaria di 10.000 corone, pro 1913, per 1’acquisto delle collezioni scientifiche. D. Mag. 17-1-1914 N. VI-958/8-13: alle Direzioni delle scuole medie e proibito di acquistare mezzi didattici, finche i re-lativi importi non sieno messi a loro disposizione D. Luog. 26-111-1914 N. VU-560 accorda ai candidati all' inse-gnamento. V. Furlan e M. Toniatti di far 1’anno di prova in questa scuola, il primo sotto la guida del prof. A. Chitter, il secondo sotto la guida dei professori R. Balloc e G. Farolfi. D. Luog. 28-1V-1914 N. VII-731 avverte che le escursioni estive non devono pregiudicare !’ osservanza delle prescritte pra-ticlie religiöse. D. Luog. 23 V-1914. N. Vll-225,2 (com. D. Minist. 10-V-1914 N. 21670) stabilisce la cliiusa delle lezioni nelle scuole medie per il 4 luglio, nel quäl giorno si celebrerä 1’ ufficio divino e si distribuiranno gli attestati. D. Luog. 3-V1-1914. N. V1I-885/3-13 accorda al candidato al-l' insegnamento Mario Levi di continuare in questa scuola I’ anno di prova sotto la guidadei prof. R. Balloc e S. Niccolini. EDUCAZIONE FISICA. II programina degli studi per i Ginnast prescrive ehe la ginnastiea sia adottata quäle materia d’obbligo, con dne ore settimanali, in tutte le classi senza eeeezione. Per non rendere vani i benefici effetti di tale riforma, ehe eerca principalmente di alleviare per mezzo degli esereizi del corpo lo sforzo mentale degli scolari, fa d’uopo inserire le ore della ginnastiea, per quanto e possibile, nell’orario antimeridiano. In questo modo si evita pure la perdita di tempo ehe cagiona agli allievi il ri-torno alla scuola nel pomeriggio e si evitano le eonseguenti numerose domande di dispense dalla frequentazione della gin nastica, ehe tolgono ogni efficacia alla benefica innovazione. La Direzione lia cercato perciö ripetutamente di ottenere ehe anehe questa scuola fosse dotata di una propria palestra nell’edificio scolastico, ma finora senza successo. Tuttavia non si poträ indugiare pili a lungo, perche non e neppure immagi-nabile ehe una scuola moderna la quäle nel prossimo anno šara frequentata da 500 scolari, resti ancora priva della palestra e del-1’ oratorio. Per corrispondere, almeno in parte, alle esigenze legali la Direzione ha dovuto introdurre per quest’anno come materia d' obbligo la ginnastiea nelle due sezioni della prima classe, poiche con difficoltä le riusci di ottenere per sole quattro ore antimeridiane alla settimana 1’ uso della palestra deli’ attigua Scuola Reale, ehe ne abbisogna tutte le mattine e buona parte dei pomeriggi. Per le altre classi la ginnastiea dovette restare materia facoltativa; le lezioni si tennero nella Civica Palestra di via della Valle, i giuochi nel campo sotto il castello. II ntimero degli allievi ehe presero parte alle esercitazioni fu di 154, rag-gruppati in tre sezioni, come apparisce dalla seguente tabella. TABELLA STATISTICA delle varie sezioni di giimastica e giuoclii ali’apcrto. Corso Classe Numero degli ailievi iseritti, per classi e corsi Ore settima- nali Somma ' comples-siva delle ore OSSERVAZIONI I 1 a 38 2 53 obbligatoria, esentati 4 II. I/; 36 2 54 obbligatoria, esentati 5 III. / II« 1 II b 9 l 21 I 30 2 52 facoltativa IV. 1 III a 111 b lile 7 ] 14 27 6 I 2 52 facoltativa V. 1 1 IV rt IV b ( IV c 8 1 13 23 2 J 2 i 52 I facoltativa Totale: 126 Nelle prime due classi fu svolto, per quanto era possibile, il programma emanato di recente dal Ministero. L’ insegnante cercö di esercitare gli alunni p i 11 clie fu possibile ali’ aria aperta, anclie durante i mesi d’ inverno, in modo ehe di 53 lezioni, 28 furono temite all’ aperto, nel cortile o sul campo I giuoclii eseguiti furono i seguenti: I CORSO. (Classi I a, I b). 1. Clii tardi arriva male alloggia. A. Giuoclii di corsa: ! 2. La muraglia Chinese. I 3. I pescatori. B. Ginochi con le palle : C. Giuochi diversi: 1. II volano. 2. ! birilli. 3. La palla vihrata. 1. I vivi e i morti. 2. A mosca cieca. 3. II giuoco delle Grazie. 4. II ballo ginnico. II CORSO. A. Giuochi di corsa: B. Giuochi con le palle: C. Giuochi diversi: (Classe II a, II b). I 1. II vello d’oro. | 2. II terzo e di mira. 1. La palla svedese. 2. La palla vihrala. 3. La palla al balzo. 4. II trucco ad archi. { II tiro alla fune. A. Giuochi di corsa: III CORSO. (Classe III a, III b, III c). j 1. II terzo e di mira. I 2. I treni staffette. B. Giuochi con le palle C. Giuochi diversi: 1. La palla svedese. 2. La palla vihrata, 3. Le bocce. 4. La palla al balzo. 5. II tamburello. { II tiro alla fune IV CORSO. (Classe IV a, IV b, V b). A■ Giuochi di corsa: { Diverse gare di corsa. 1. La palla a cavallo. 2. La palla svedese. 3. La palla vihrata. 4. La sfida con la palla. 5. II tamburello 6. II calcio. 1. II tiro alla fune. 2. Getto della palla di ferro 3. Lancio del giavellotto La Civica Palestra di Ginnastica fornl gli attrezzi necessari Durante 1’ anno scolastico furono intraprese sotto la gtiida dell’ insegnante di ginnastica, le seguenti passeggiate: Numero progressivo. Data Classi Numero dei partecipaiili j VIA E META Durata 1 9/2/14 II fl, 111 c 45 Vedetta Alice (paleggio con la neve). 3 5.30 2 12/2/14 11«, II £ 37 Vedetta Alice, Tre biciano, Banne Scorcola. 2.30—6.30 3 2/3/14 III fl, IIIb 19 Cacciatore (giuoco). 3 5.30 4 5,3/14 111«, VI) 49 Opcina, Prosecco Contovello Barcola 3-7 5 30/5/14 I a 25 Monte Santo un a giornata A quest’ ultima escursione gli alunni furono pure accom-pagnati dal capoclasse prof. S. Niccolini. B. Giuochi con le palle: C. Giuochi diversi: Oltre a queste, nel corso deli’ anno, si fecero le seguenti gite o visite d’ istruzione : II prof. Marussig (21 novembre 1913) con parecchi scolari della V b si recö nella valle della Rosandra, fino alla cascata. II prof. Picotti (7 dicembre 1913) con dodici scolari delle classi V a, V /; e VI, partiti di buon mattino da Trieste, raggiun-sero alle 12 la vetta del Taiano, coperta di neve abbondante. Anche il prof. Pellis (11 gennaio 1914) gnido sette scolari della V a sul Taiano, la eni vetta essi raggiunsero rapidamente malgrado I’ impetuosa tormenta di neve ed il freddo intenso. II prof. Marussig (31 gennaio 1914) insieme coi prof. Fa-rolfi, Ghersa e Niccolini, condusse la classe V b a visitare la sezione meteorologica e sismologica del locale i. r. Osservatorio Marittimo, dove per la squisita gentilezza del Direttore cav. Mazelle e per le dotte illustrazioni de’ suoi colleglii, gli scolari poterono interniere il funzionamento de’numerosi, interessantissimi apparati e ritrarne anche speciale vantaggio per i loro studi. II prof. Picotti (20 febbraio 1914) accompagnö gli allievi della V a al Civico Museo di Storia Naturale per visitarvi le collezioni di mineralogia e di petrografia. II 1.o maggio, giorno destinato alle scampagnate, soltanto i pifi arditi vollero sfidare le minacce del tempo : I prof. Pellis e Picotti con trenta ragazzi dei corsi superiori, dopo aver per-nottato a Gorizia, per Podberdo salirono al passo del Mosic fra il vento e la pioggia. In causa della nebbia e della neve ancora abbondantissinia, invece che per Wocheiner-Feistritz, dovettero ritornare per Podberdo. I prof. Giacomelli e Toniatti con una trentina di scolari della III b e III c, recatisi per ferrovia a Draga, salirono sul Castellaro. Dopo aver cola riposato e preša la refezione, si spin-sero a Carpelliano, donde ritornarono a Trieste. I prof. Brosenbach e Valle con aleuni allievi della IV a si recarono a Borst. I prof. Degrassi e Ghersa (10 maggio) con gli scolari della II a e il b si portarono per ferrovia a Sesana, donde, sfi-dando la pioggia dirotta, si recarono a Lipizza, e da Lipizza a Basovizza, dove pranzarono. Ritornarono a piedi fino a S. Giuseppe, poi col treno a Trieste. II prof. Graziussi (17 maggio) condusse parecchi scolari della III a a Gorizia, dove visitarono il bosco di Panowitz; alla sera furono di ritorno a Trieste. I prof. Marussig e Picotti (16 giugno) condussero gli scolari della IV a e IV b a visitare F Officina comunale del gas illuminante. Le classi I a, I b, Ha, IIb, guidate dal prof. Picotti, visitarono in varie giornate il Museo civico di storia naturale, la Stazione zoologica ed il Giardino botanico. AIF educazione fisica degli scolari contribuiranno certamente anche i giuoclii di campo, ehe dal Ministero sono raccomandati quäle oggetto facoltativo. Vennero per quest’ anno introdotti a prova e furono affidati alla direzione dei prof. G- Bartoli della vidna Scuola reale e A. Chitter, ehe occuparono gli scolari in esercizi di orientamento sul terreno e di valutazione delle distanze e ii addestrarono alla lettura delle carte topografiche. Quest’ anno per 1’ incostanza del tempo non si poterono fare che quattro passeggiate sul terreno piii conveniente nei dintorni della cittä, e precisamente: il 4 aprile con 35 scolari della IV a e IV b, il 25 aprile con 9 scolari della V a e V b, F 11 giugno con 30 scolari della III a, III b e III c, il 20 giugno con 26 scolari della IV b e V a. Del resto la posizione stessa deli’ istituto e propizia allo sviluppo fisico degli scolari. In realtä tanto l' anno passato quanto specialmente in questo molto rare furono le assenze per malattia di scolari e d’ insegnanti. In questa plaga ariosa e soleggiata, lontana dal frastuono e dal polverio, si avvantaggiano i nervi ed il sangue. Essendo fissato il principio delle lezioni alle 8 e 15’, gli scolari possono senza aleun disagio salire quassfi una volta al giorno, per restarvi quattro o cinque ore. Purtroppo il parco attiguo all’ edificio non e stato ancora regolato, chč altri-menti si potrebbero condurre gli scolari all’ aria aperta dopo ogni ora. Da principio si erano udite delle lagnanze riguardo all'ubi-cazione della nuova scuola, a motivo della distanza e della salita; ma ben presto i genitori si avvidero dei benefici effetti che i ragazzi ritraevano appunto dalla quotidiana passeggiata e dalla salubritä del sito. In varie occasioni la Direzione fu coadiuvata dall’ Egregio Capo-medico scolastico D.r A. Iellersitz, che tenne agli scolari piü anziani una interessante conferenza su importanti problemi di igiene sessuale, e dal D.r Ugo Hirsch, che disinteressatamente (poiche purtroppo al II Ginnasio non e assegnato ancora il medico scolastico) sottopose ad accurato esame gli scolari delle due sezioni della 1 classe, completö le cedole sanitarie di quelli delle altre classi e rivaccinö quasi tutti. CRONACA L’ anno passato la Giunta municipale aveva deliberato di intitolare qucsto Istituto «Ginnasio Superiore Comunale Francesco Petrarca». Ma, poiche il Ministern ebbe a dichiarare che non poteva prendere atto di questa deliberazione, la Giunta decise di ripristinare la denominazione «Secondo Ginnasio Superiore Comunale». Collocato insieme con la Scuola Reale nel nuovo edificio di via Paolo Veronese, il 11 Ginnasio non ha potuto, per 1’an-gustia dello spazio, neanche nel suo secondo anno di esistenza, avere il suo completo assestamento, perche e ancora privo delle collezioni di mezzi didattici pivi necessarie, dei gabinetti, degli uditori, della sala di disegno, della palestra e deli’ oratorio. Fortunatamente ai primi dello scorso dicembre furono iniziati i lavori per aggiungere ali’ edifizio la nuova ala destinata al Ginnasio, che sperabilmente šara compiuta nel prossimo autunno. Al principio deli’ anno scolastico risultarono inseritti nelle classi I-V del Ginnasio-reale 195 scolari e 9 ragazze, nelle classi I-Vl del Ginnasio (classico), in base alla distrettuazione fissata dalla Giunta municipale, 198 scolari e 16 ragazze; dunque assieme 25 ragazze e 393 scolari, ai quali se ne aggiunsero due nel corso deli’ anno. La III classe del Ginnasio-reale con 46 inseritti si dovette sdoppiare, sicchč le classi, ch’erano State nove nel 1912-13, sono divenute quest’anno dodici. Uscirono dal collegio il prof. Antonio Depangher, trasfe-rito alla Scuola Reale all’ Acquedotto, e il D.r Enrico Anbei, assunto in qualitä di prof. supplente al 1 Ginnasio Comunale. Entrarono a far parte del collegio il prof. Remigio Balloc, qui trasferito dal I Ginnasio, e i candidati all’ insegnamento Francesco Rigo, Vittorio Furlan e Manlio Toniatti, dei quali i due Ultimi iniziarono pure I’ anno di prova al principio del II semestre sotto la guida dei professori R. Balloc, A. Chitter e G. Farolfi. Verso la fine dell’ anno scolastico fu pure concesso al candidato esaminato Mario Levi di compire da noi 1’ anno di prova inco-minciato 1’ anno scorso al I Ginnasio. Inaiiguratosi il nuovo anno scolastico il 19 settembre, il giorno seguente principiö 1’ istruzione. II 4 ottobre si festeggiö 1’ onomastico di S. M. 1’ Imperatore con 1’ ufficio divino, al quäle assistettero gli insegnanti e gli scolari cattolici delP Istituto, ed il 19 novembre venne celebrata la messa da requiem per S. M. la defunta Imperatrice. 11 16 ottobre, nel centenario della battaglia di Lipsia, gli insegnanti durante le lezioni di storia nelle classi IV-VI illustrarono degnamente 1’ importanza di quell’ avvenimento (D. Luog. 30-VI-13. N. Vll-887) Compiendosi il 2 dicembre il 65.o anno di regno di S. Maestä 1’ Imperatore, I’ Istituto fece vacanza. Dal 7 al 23 gennaio la Scuola fu assiduamente visitata dail' lllustrissimo Consigliere aulico cav. Nicolö prof. Ravalico, che nella conferenza plenaria tenuta il 24 gennaio come ci fu largo di utili suggerimenti cosl, rrlevato I’ ottimo andamento dell’Istituto, ebbe parole di pieno elogio per la collaborazione concorde del corpo insegnante con la direzione, e per la co-scienziositä, la proficua attivitä e la fusione dei docenti. II primo semestre si cliiuse il 21 febbraio, il giorno seguente incominciö il secondo. (D. Luog. 3-11-14-Vll-225). Nei giorni 27-30 aprile, il Rev.mo Monsignore dott. Carlo Mecchia, Commissario vescovile, assistette in tutte le classi alle lezioni di religione riportandone la piCi favorevole impressione. In occasione del trasporto delle salme di Sua Altezza I. e R. il Serenissimo Arciduca Francesco Ferdinando e di Sua Altezza la duchessa di Hohenberg fu sospesa 1’ istruzione nel giorno 2 luglio. Le iscrizioni degli allievi per la 1 classe nella sessione estiva si fecero nei giorni 1, 2 e 3 luglio ; I’anno scolastico si cliiuse il 4 luglio. Malgrado qualche inconveniente causato dal cattivo fun-zionamento e dali’ insufficenza dei caloriferi, le condizioni igieniche degli scolari e degli insegnanti furono ottiine anclie nell’ inverno. Molto rare, come giä detto, notaronsi le assenze degli scolari, degli insegnanti restarono lontani dalla scuola alcuni pochi uno o due giorni per lievi incomodi, i prof. M. Giacomelli e M, Picotti una settimana per gravissimo lutto domestico. ElENCO DEGLI SCOLARI rimasti fino alla chiusa dell’anno scolastico 1912-1913. (Con 1'asterisco s'indicano gli scolari ehe furono dichiarati idonei con distinzione). a Ginnasio classico Bambule Albino Bornettini Alessandro Bortolotti Giuseppe Bresquar Bmno Calligaris Giulio de Calö Emanuele Cattai Raffaello Collarich liiccardo Coletti Alvise ♦Devescovi Tullio Dolezal Giu eppe Francini-Brnni Daniele Gašperini Giuseppe Glassovich Antonio ♦Giurco Doris Albertini Natale Bacchia Tranquillo Banelli Benvenuto *Barison Bruno Basso Giuseppe *Bettioli Dolores Boico Vasco Borri Duillio Bragadin Guido Brainovich Luciano Brandolin Armando Brugnara G iorgio Capponi Giovanni Casagrande Aobille Benedetti Carlo Benussi Gino * Berce Mario Borri Giordano Candotti Luciano Coeiancieh Mario Decleva Kaust o Fori anc ich Paolo Furlan Allbnso Ierchich Marcello CLASSE la. *Hreglich Komana lacopich Vittorio *Lana ltalo *Longo Antonia ♦Lovisato Armando Osele Gemma Pagliaro Bruno Pagliar .'-ergio Paropat Giorgio Perna Aldo Petronio Giuseppe Polaeco Oscarre de PriviteUio Pietro Querei Kuggero Rizzi ltalo CLASSE II a. Ceseutti Narciso *Curto Luigia Fenyö Emilio Forti Carlo Furlan Antonio (iiulivo Giorgio Laurinsich Luciano Leustik Luciano ♦Marsilli Mario Pauli Paolo Paulina Ernesto l’elosi Enrico Polonio Erailia de Privitellio Luigi CLASSE lil a. Liposich Vittorio Maddalena Giuseppe Matkovich Giorgio Menegazzi Guerrino Millossovieli Bruno Morpurgo bar. Giuseppe *Muck Eduard o Nani Mario Niederkorn Bruno Papale Angelo chironi Biscardo Sebitscb Greste Siclierl Antonio ♦Smerchinicb Giovanni Tamburlini Bruno Urdieh Lodovico ♦Valerio Manlio Venexiani Enrico Vicario Giuseppe Villicb Claudio Zalateo Pietro Zorzini Ferruccio ♦Zorzini Marino de Zuccoli Alberto Prodan Giovanua Biavitz Umberto Hutter Giuseppe Segon Pietro Simonetta Iolanda ♦Stefenelli Lidia Tuni Manlio Vesnaver Attilio Villevich Mario Visentin Antonio *Vittes Aurelio Zanetti Nereo *Zanetti Renata Rapotec Mario Sabich Bruno Saffaro Lorenzo Sessa Carmela Staudinger Leone Trojan Mario Valentini Mario Vatta Ottone Wenghersin Angelo Zecehin Pietro Artelli Filippo Batich Oesai'e Bonetti Mario Calligaris Guglielmo Caporali Carlo Casagrande Gastonn Defranceschi Carlo Dellamartina Virgilio Dionisio Daniele Gregoretti Adriano Basilio Pilade Cherubini Antonio Chiandussi Luciano Corona Gaetano Decorti Guido El e fante Pietro Eieich Giuseppe Furlan Vincenzo (ilassovich Oarmelo Dusatti Carlo Fonda Bartolomeo Furian Egone *Iacopicli Giulio Lazzari Paolo Löwenthal Mario Lucatelli Angelo Baricli Guido Battagliarini Yittorio Bidoli Bruno Braeehetti Giorgio Cainero Carlo Caruaua Giulio Codriir Pietro Cozzi Mario Damiani Medardo Decleva (Jastorie Degan Pietro Devescovi Ferrueeio Gridelli Ferrueeio Hammer Anselmo llirsch (iuido Aiza Ernesto Balisch Ruggeri Beltramini Bice Beltramini Giuseppes Bertoli Paolo Bisiak Marcello Borsieri Clemente CLASSE IV