ANNO 1. Capodistria -16 Settembre 4867. Tv. 2. LA PROVINCIA GIOfiNiL£ DECU INTERESSI CIVILI, ECONOMICI EO HimSTIUTm DELL ISTRIA. Esco il 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per no anno f.si 3, semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. DELL' ISTRIA E DELLA CARSIA RISPETTO AL CARDIO. Memoria del D.r Pielro Kandler scrina per incarico della Giunta Provinciale dell'Istria. Le pretensioni, che nel ducato del Carnio si fanno udire sulla Garsia, sulla Contea d'Istria e sulla Libur-jiin, per fonderle nel ducato stesso, con effetto di formare un solo corpo di Stalo politico a principio di fusione, e come Stato da Corona, non sono più che un desiderio, ned hanno giustificazione nella storia, a legittimare e comprovare di una fusione* Che se anche, locchè però non si ammette, la storia potesse offrire qualche appiglio, per dedurre l'ipotetica esistenza d'uua fusione temporanea, essa1 proverebbe eziandio, che quella fusione ha cessato legittimamente, e da lungo tempo. Sembra che i propugnatori della incorporazione a principio di fusione, abbiano erroneo concetto del gius storico, se per questo intendono il gius storico, enunciato nel diploma 20 ottobre 4860, nelle ordinanze imperiali^ 26 febbraio 4861, nel manifesto 20 settembre 4865. Imperciocché il gius storico di queste léggi è l'opposto del radicale, è la proclamazione che l'Impero •l'Austria e delle parti sue integranti non I» rompe affatto col passalo, per ricominciare a nuovo la società umana dalle fasce, come avviene dell'uomo singolo, al quale, defunto ch'egli sia,subentra altro novello del tutto ; esso è la proclamazione che l'Austria, siccome corpo morale e società politica, continua, dalla sua prima origine fino al di d'oggi, attraverso le vicende,che sono segnate dalla storia, di ampliazioni, di combinazioni, di sottrazioni, di permutazioni nella formazione del corpo complessivo; sicché in quanto alla forma di questo corpo, ed alle condizioni stalisle e pubbliche del tutto e delle singole parli, questo gius complessivo e parziale è il prodotto di quella palingenesi, che i corpi sociali subiscono secondo progresso e regresso delle (òrme, del gius di stalo, del gius pubblico,.nel lento svolgersi della vita e nel cammino che fa la storia. Cosicché gius storico, siccome opposto al radicale, è il gius vivente, è il corpo complessivo di gius derivato da successiva abrogazione, derogazione,surrogazione; per cui l'un gius subentra all'allro, e persino nasce dall'altro, pel suo progressivo sviluppo, sempre col Articoli comunicati d'interesse generale si ricevono gratuitamente ; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Pagamenti antecipati. canone eterno che la legge posteriore deroga e non abroga; che l'abrogazione deve essere esplicita, e che la surrogazione vf ha soltanto, quando tutta intera la materia di legge- precedente è compresa in legge successiva. I propugnatori dell' annessione al Carnio confondono il gius storico colla storia del gius, e schierando dinanzi la loro niente le forme ed il gius che ressero l'umana famiglia, secondo le loro propensioni c desiderio preferiscono quel periodo o quell'avvenimento' che più loro aggrada, dandogli, attraverso un pò di caligine, quel!' aspetto che vorrebbero. Se-nonchè- quanto alla scelta del periodo, non vi ha ragione- che giustifichi la loro predilezione, ove non si voglia risalire all'epoca, nella quale Sem, Cam e Japhet si spartirono I» terra, allora liberamente occupabile, ancorché umida ancora pel diluvio che l'aveva allagata, o non preferiscaci le migrazioni dei Celti, degli Argonauti, dei- Ciapidi, derLihurni, dei Traci, e l'Impero romano, ed il bizantino,. l'Impero romano di Carlo Magno, i Dogi di Venezia e l'Impero napoleonico; epoche, alle quali potrebbesi con eguale diritto far sosta, e pretendere la restituzione di quel gius di stato e go-vernamentale, che allora valeva, ed al quale ha succeduto un altro. L'Impero d'Austria è da< lungo tempo composto come è presentemente pel manifesto del 4804, per i trattali internazionali' sorvenuti; l'interno suo, nelle singole parli che lo costituiscono, è ordinato come trovasi attualmente da leggi, ed il regno d'Tlliria da leggi- del 1847, 4849, da leggi del 4849, da ordinanze provocate dallo slesso ducato del Carnio e della Carinlia, per cui Carnio e Carinlia ne furono avulse, e se ne formarono due corpi di stati da Corona, con totale separazione del ducato del Carnio dal regno dell' llliria e dal Litorale non per fatto soltanto, ma per fatto e per gius, di mutuo consentimento,, con sanzione dell'Imperatore; ciocché dura da 48 anni pacificamente.. Se la mozione dei. propugnatori è' tutta loro personale, non è alla legislatura eh' eglino possano proporla, la quale non può disporre dei diritti che derivano alle parli interessate dal gius del 4849, senza il loro consenso, a meno che non intervenisse alta necessità di- stato, la quale certamente non interviene. Questa necessità di stato sembrano essi volerla dedurre da ciò che nell'Istria si parla lo sloveno nelle sue parti 10 montane. Ma vi sì parla anche il serblico, anche il croato, anche il dal notino, anche il rumeno nelle parli inferiori della popolazione rustica nell' agro aperto; e alle spiaggie, nelle città, borgate e castella interne, specialmente \erso il mezzogiorno, si parla italiano ed esclusivamente italiano, con di più che la lingua nobile, la lingua amministrativa è l'italiana. Il dedurre dalla lingua ragione di stalo, porterebbe l'Istria contemporaneamente a Roma, a Mosca, a Zagabria, a Zara, a Bukarest, nè le velleità dei propugnatori porterebbero a cancellare le condizioni linguistiche di queste regioni. Dicono che i Turchi,in certa regione d'Asia minore, abitala da Greci, volendo che si parlasse il turco, avessero fatto tagliare la lingua a chi avesse passato la puerizia; — ma è una storiella da camino. E se questo desiderio di annettersi l'Istria fosse della legittima rappresentanza del ducato del Carni», della Dieta, mancherebbe eguale desiderio della legittima rappresentanza della marca d'Istria, desiderio che non fu ancora manifestalo, e può dubitarsi che sia giammai per manifestarsi. Là petizione dei propugnatori sarebbe vera petizione di cangiamento di confini di un territorio corrispondente a corpo politico di Provincia. È quesito a l'arsi, a {chi spelli fare tale cangiamento, ed in quale1 procedimento. La legge Schmerling 5 marzo 4862, art. VII, fissa il canone, che le comuni possano di mutuo consenso unirsi anche a fusione. Se non hanno possibilità di governarsi a comune, vengono unite per legge provinciale. La legge provinciiiL può disgregare comuni già uniti, qualora abbiano i mezzi di stare a sè. Questa, che è legge di stato, riconduce all'antico canone romano e del medio evo, che vietava formazione di comuni senza assenso del senato, ed in Istria sensa assenso del patriarca, il che fu conservalo dalle leggi di Francia, anche per l'illiria, dal quale canone erasi scostalo il 1848. Questa legge Schmerling esige legge provinciale, quindi sanzione di principe, non aulodeliberato dei corpo medesimo, che vuole cangiali i propri confini territoriali. Nella gerarchia legislativa, portata dalle ordinanze imperiali 26 l'ebbrajo 1861, è proclamato il canone die legge parlamentare provvede a quelle materie, che tassativamente non sono assegnate alla legislatura provinciale; nè alla legislatura provinciale si assegna il cangiamento dei confini provinciali. Nel comune di Trieste, perchè cività imperiale esente da provincia, il cangiamento dei confini e assegnato unicamente a legge parlamentare, dacché per lo statuto la cività esente non fa leggi, il che è di Dieta, ma i deliberali del Consiglio, sanciti dall' Imperatore, hanno fòrza di legge, ciò che si manifèsta nella forma della legge, di cui anteriormente non si ha e-sempio in Trieste, avendosi invece Ordinanze imperiali. La legge Schmerling accenna nei comuni i due casi, di mutuo consenso e di necessità di governo. Questi due casi sono all'intuito applicabili anche a Provincie; il mutuo consenso manca da parte dell'Istria, manca altresì per questa la possibilità di prestare il debito provinciale, per difetto di mezzi virtuali e materiali; manca quindi la materia e la relativa legge parlamentare. di shmóoqfiO I OtfW* Altre ragioni potentissime, desunte da gius fisico, impediscono questa fusione ad un solo corpo di stato da Corona, con unica rappresentanza legislativa provinciale. Un dorso di alla ed aspra Alpe, quale è la Giulia, accessibile per unico varco, che è quello di A-delsberg, fa del Carnio e del Litorale due regioni affatto distinte per suolo, per clima, Funa marittima, l'altra terrestre, con interessi economici affatto diversi, il Carnio essendo dalo alle industrie dei campi e ma-nufalturiere, l'Istria alle industrie di navigazione; al Carnio manca quell'elemento, che all'Istria è precipuo, il mare; all'Istria manca quell'elemento,che è precipuo al Carnio, la terra ed i metalli. Le condizioni sociali sono siffattamente diverse, che l'imperatore Francesco I non potè dare al ducalo del Carnio quella forma amministrativa e rappresentativa, che esso diede alle Provincie riavute nell'anno 1814, dandogli invece l'orina simile all'aulica; mentre al Litorale non potè dare quella forma che applicava al Carnio. La fusione desiderati, come non porterebbe lo spianamento dell'Alpe Giulia, non porterebbe nemmeno l'equiparazione degli elementi,che costituiscono la pubblica l'elicila dell'una e dell'altra provincia, ed alla quale non potrebbe provvedere colle sue leggi un'unica rappresentanza, della quale il maggior numero, se si componesse di Carniolici, ignorerebbe gì' interessi dell'Istria e la importanza loro; e se di Litoranei, la maggioranza non potrebbe valutare e promuovere la pubblica felicità del Carnio. (Continua) SULLA LINEA DF.LLA STRADA PROVINCIALE POSTALE ' NELL' ISTRIA. - fff^f t.ri^*-; fV«r ')li J[|f>|i»I)ì M! 'lisi I : - " ! lì ' ll> O' • Il sapientissimo sistema di strade, stabilito nel-l'Istria dai Romani, e che corrispondeva all'amministrazione politica della medesima, i cui centri erano le colonie ed i municipi, fu uno dei principali fattori dell'antica sua floridezza. Esso attraversò bensì, seb-ben deperendo, il medio evo; ma le condizioni create dal sistema baronale e dalla posizione disgregata dei municipii risorti, e più ancora negli ultimi secoli dalla divisione della provincia fra diversi potentati, furono causa che alcune strade perdettero la primiera importanza, di tutte poi venisse trascurata la manutenzione; in guisa the alcune s'abbandonarono affatto, altre terminarono coli'essere ridotte a orridi sentieri. In questo stato trovavansi in Istria al principio del secolo presente le strade, in massima parte difficili per le stesse cavalcature, unico mezzo di viaggiare anche per le donne; le carrozze erano arnese ignòto. Una [sola magnifica strada fu fatta costruire dall'imperatore Giuseppe II nell'anno 1786, colla spesa di circa 180,000 fiorini, oltre il Montemaggiore, la quale-però, a quanto sappiamo, venne costruita dall'erario soltanto da Bogliuno a Castua, mentre la linea da Bo-gliuno a Pisino fu continuata dalle comuni pel ripidissimo monte e per le gole di Pas, indi perla valle, rendendola più lunga del bisogno, per averla ovunque fatta lambire i colli, onde non tagliare i prati, e condncen-dola su punti viziosi, per farle toccare i villaggi di Cerouglie e Novaco. Ciò nell'Istria austriaca. In quanto all'ex-veneta,' soggetta nel 4806 all'impero francese, togliamo dal rapporto sull'Istria del consigliere di slato Bargnani, incaricalo d'esaminarla, il seguente brano: « A due si possono ridurre le strade nella parte superiore della provincia, e queste, che corrono tra monti, appariscono, come pur troppo anche le altre, in sommo bisogno di ristauro. Una è quella che dal conline di Trieste conduce a Capodistria, l'altra che da Capodistria, passando per Pinguente e Montona, termina al confine di Pisino. Nella parte inferiore poi, ove il territorio presenta una superficie meno inchinata, una sola strada carreggiabile vi si incontra, ed è quella che cominciando da Pola passa per Dignano, Filippano, Canizza, e termina nel territorio di Castelnuovo al tragitto dell'Arsa, passato il quale si trova l'erta e scoscesa montagna di Segùs, che per vie anguste e pericolose mette ad Albona. » 11 progetto, dapprima formato da quel governo, di costruire una strada provinciale da Trieste per Ca-stelvenere e Buje oltre il Quieto, per terminare a Po-la, fu abbandonato, e probab.l «ente in seguito alla conquista anche dell Istria austriaca avvenuta nel 1809; venne quindi riattata la linea Capodistria-Pinguente, continuandola per l'erto monte di Tuttsanti, Draguch, Previs, sino a Pisino, e costruendo da quivi quelle per Rovigno e Pola. Aggregatasi l'intiera provincia, il governo austriaco riconobbe la necessità di continuare la costruzione delle strade. Si pensò ad una linea longitudinale fra Trieste e Pola, che possibilmente s'avvicinasse alle città della costa, e s'incominciò coli'ordinare alle comuni la costruzione d'una strada da Visinada a S. Lorenzo in Pasenatico, nell'intenzione di proseguirla pel culleo di Leme, tacendola riuscire alla villa Sossich ^tra Can-fanaro e Villa di Kovigno ) e poi direttamente per Valle a Dignano : locchè era conforme al succitato progetto francese. Fatto in istiie grandioso il tronco tra Visinada e San Lorenzo, iu poi del tutto abbandonato, e gli restò il nome di strada provinciale, per rammentare l'antica sua destinazione. Ciò avveniva intorno all'anno 1822, ed il governo dispose la costruzione d'una nuova strada provinciale, la quale, a spese delle comuni, fu condotta da Pisino, per Montona, Portole, S. Antonio e Capodistria, a Trieste, e divenne la strada postale. Ma riconosciuta troppo malagevole, per monti erti ed angolos.tà, questa linea, fu essa dopo venti anni abbandonata, e se ne prescelse (s'intende a spese delle comuni) una nuova, la quale, mantenuto il tronco Pi-sino-Coroiba, girando da questo villaggio ad angolo retto verso Parenzo, e poi presso Tizzano nuovamente deviando ad angolo retto verso Visinada, scende nella valle del Quieto al ponte del Porton, va indi su per l'erta di Crassizza a Buje, per poi discendere sotto Castelvenere nella valle di Siciole, e, attraversatala, dirigersi pel monte Toso a Capodistria e Trieste Co-testa è tuttora la strada postale. Se non che, come si vedrà in appresso, dopo altri venti anni d'esercizio si comprese che anche questa strada come postale e militare era troppo lunga, oltreché talvolta, per inondazioni del Quieto, intransitabile al ponte del Porton. A quest'ultimo inconveniente però si pervenne a portar riparo nell'anno passato, colla non difficile scoperta, che bastava in quel sito alzare, come fu fatto, d'alcuni piedi la strada. ft Nell'anno 1834 l'Istria era stata compresa nella linea doganale, e per conseguenza staccata dai porto-franchi e suoi emporii naturali di Trieste, Venezia e Fiume (quest'ultima per pochi distretti istriani). Per a-gevolare le comunicazioni coli'interno della monarchia, il governo statui di costruire a sue spese una strada commerciale, che dovesse mettere la prov ncia a contatto colla ferrovia meridionale, alla stazione di Divaza, presso Senosechi i nella Carniola. Incominciata nell'anno 1858 questa bella e costosa opera, viene tuttavia continuata : però, per le condizioni finanziarie dello stato, troppo lentamente, essendo completata appena la linea da Divaza a Socerga nel distretto di Pinguente. Giusta il progetto dovrebbe essa venir proseguita per le valli dei-la Brazzana, del Quieto e di Gherdosella, indi, salendo, riuscire a Pisino o per la volle di Verino o pel luogo di Gherdosel a. — Siccome poi un altro nuovo tronco di strada comunale, scorrendo da Zaule ( Noìhera ) sullo stradale di Trieste, si dirige per le ville di Lare-sana, Ospo e Gabrovizza a raggiungere presso Gemicai la detta strada commerciale in costruzione, questo tronco, al cui completamento alacremente si lavora, è destinato ad essere un importantissimo ramo della commerciale stessa, poiché congiungerà l'Istria interna con Trieste, mentre 1' altro da Cernical a Divaza l'unirà, come fu osservato, alla ferrovia. Ultimata che sia questa strada sino a Pisino, s'avrà la linea migliore pel livello e per brevità tra quante sinora furono esperite tra Trieste e Pola. (*) Con essa poi verrà finalmente provveduto alle esigenze dei traffici tra i distretti interni di Montona, Pinguente e Pisino con Trieste, dando un potente impulso all'agricoltura ed air industria di quelle popolazioni discoste dalla marina, che per la loro posizione sono chiamate a dare sfogo ai loro prodotti direttamente a Trieste, ed a ritirarvi per la via di terra molti generi d'importazione. Nessuna altra strada longitudinale, che. sia più vicina al mare, a\rà mai l'importanza commerciale di questa, perchè nessuna avrà un sì ampio territorio e si numerosa popolazione, che di necessita ne approfittino, essendoceli le popolazioni dei distretti alla spiaggia trovano il loro conto di esercitare il loro commercio per la via di mare, anzi che per la più dispendiosa di terra. Ad ognuno pertanto, che conosca l'Istria, non per averla veduta sulla carta geografica, ma per averla visitata in ogni sua parte e studiatene le condizioni, apparirà evidente che la strada commerciale princi- x pale tra Trieste e Pola non può passare che per l'interno; il mare poi offre l'altra strada principale ai distretti marittimi. Questa verità è istintivamente sentita dalle popolazioni; in guisa che la costruzione della strada e-rariale suddetta diede subito impulso ai comuni di progettare nuovi rami di strade per congiungersi alla medesima, tra i quali sono le strade Susgneviza -Bogliuno; Bozzo - Pinguente, già in costruzione; Gol-logorizza - Cerouglie - valle di Previs; Colmo - Coti; (*) Converrebbe però rettificare la breve ma ripida salita dal Calvario di Pisino a Pisinvecchio, e da questo luogo, abbandonando l'attuale linea sino a Cimino, volgere con un tronco uuo-vo a sinistra, per raggiungere la recente strada comunale da Liu-daro a Cimino in un conveniente sito, ad evitare le salite di. Lovrino, San Gio. e Paolo e monte San Giorgio. Pinguente, che è in istadio di progetto, e per cui sarebbe scansata l'attuale orrida linea pel monte di Tut-tisanti. Fu osservato di sopra, essere stata riconosciuta viziosa e troppo lunga 1' attuale strada postale. E si pensò dal governo a rimediarvi, ristanrando la abbandonata strada vecchia, cosìdetta provinciale, da Tizzano a San Lorenzo di Pasinatico, e costruendo a spese provinciali un nuovo ramo dall' or indicato luogo a Canfanaro, da dove per la strada comunale esistente si raggiungerebbe Sanvincenti. Per tal guisa verrebbe abbandonata la linea Visinada — Pisino — Gimino. Il governo spinge premurosamente 1' attuazione di questo progetto, pel quale, dicesi, la distanza tra Trieste e Pola verrebbe di confronto all' attuale strada postale per Pisino abbreviata di quattro ore (?). In ulteriore appoggio del medesimo s'accampa, che avendo cessato Pisino d' essere sede dell' autorità provinciale, e divenuto luogo secondario, la strada postale debba ora venir posta in comunicazione colla nuova residenza di tale autorità, stabilita a Parenzo. Il terzo argomento, che viene addotto, si è, che il commercio è più attivo alla costa che nell' interno. Al che tutto noi ci permetteremo qualche ossservazione. Che questa nuova linea s'avvantaggi per brevità e facilità di confronto alla presente strada postale, è incontrastabile, ma è del pari fuor d' ogni dubbio, che ove venisse condotta a compimento la strada erariale in costruzione da Socerga a Pisino, e rettificato il tronco da Pisino a Gemino, la linea Zaule (o No-ghera) — Pisino — Pola sarebbe più breve o per lo meno uguale in lunghezza alla nuova in progetto per Tizzano — San Lorenzo-- Canfanaro — Sanvincenti; però in ogni caso la supererebbe di molto nel livello della linea, poiché percorrerebbe lunghi tratti di valli con una sola importante salita, che sarebbe quella dalla valle di Gherdosella alla valle di Verino; quando la nuova postale avrebbe quattro salite, cioè quella del monte Toso di Capodistria, poi quella di Ca-stelvenere, indi l'altra di Visinada, e finalmente l'ultima di Canfanaro. Senza far calcolo poi, che la nuova postale non toccherebbe Parenzo, poiché la linea v'è una lega e mezzo distante, osserveremo che, se il commercio è più vivo alla costa che nell' interno della provincia, il commercio terrestre si dirige dall'interno ai luoghi della costa e viceversa, ma un movimento commerciale terrestre tra Pola e Trieste pei distretti marittimi non esiste, nè è possibile, approfittando questi della via di mare, e soltanto pochi luoghi, più lontani da ques-sto e più vicini a Trieste, esercitano i loro traffici conquesta città per la via di terra. Tutto l'interno dell' Istria invece è chiamato a dare sfogo ai suoi prodotti a Trieste ed a Pola direttamente per la via di terra : locchè rende indispensabile una breve e buona strada longitudinale tra le menzionate due città, che percorra il mezzo dell' interno. Quanto più vicina alla costa sarà la strada postale istriana, tanto meno profittevole anzi all'atto inutile sarà essa per tutto l'interno della provincia, senza che nemmen torni di vantaggio ai luoghi della costa, avendo questi la meno dispendiosa e più sollecita via del mare. Ai luoghi della costa pertanto interessa d'avere nei riguardi del commercio, non già una strada postale che li percorra da Trieste a Pola o vi passi vicina, ma molte e buone strade che conducano all' interno, tagliando tutta la provincia dalle montagne alla marina. Importa inoltre ai luoghi al mare d'a-vere dietro a sè paesi possibilmente floridi, poiché soltanto allora potranno esercitare con essi quel vivo scambio di generi d'importazione ed esportazione, atto a promuovere anche la floridezza di loro stessi Sta dunque nel vantaggio dei luoghi al mare di desiderare che le parti più interne dell' Istria acquistino tutto quello sviluppo agricolo, industriale ed intellettuale, di cui sono capaci; ed uno dei più sicuri mezzi a ciò si è una strada commerciale longitudinale, a cui non tarderanno di far capo altre secondarie. Chè se questa strada porrà l'interno in grado di versare gran parte delle sue produzioni a Trieste e Pola, come luoghi di maggior consumo, ne verserà sempre un'altra abbondante agli altri centri commerciali minori della costa. (*) L'interno dell' Istria, discosto dal mare e rinchiuso dalle montagne e montuoso esso stesso, fu sinora, più che non era da supporsi, negletto, quasi fosse un paese di pochissimo conto, e immeritevole di riguardi e cure. E sì che questa regione ha delle magnifiche valli, ricche di fieni, d'argille per la fabbricazione d'eccellenti coppi, mattoni e pentole; i suoi colli producono squisiti vini e frutta abbondanti, il cui prodotto potrebbe venire grandemente aumentato; il gelso che qui dà una seta migliore che alle spiagge, è coltivato in piccolissima quantità, mentre potrebbe estendersi in ampie proporzioni; abbondante la pianta di sommacco, copiosi i depositi di carbon fossile, allume ecc; il popolo ha germi d'intelligenza ed attività, i quali se in gran parte sono latenti, non attendono che una benefica influenza per isviluppare. Questo sviluppo succederà, tostochè opportune strade apriranno loro specialmente i mercati di Trieste e Pola ; la facilità dello smercio delle loro derrate li animerà ad accrescerne sempre maggiormente la produzione, e imprimerà all'agricoltura ed all'industria quello slancio, che è necessario per portare questa povera e trascurata, perchè mal conosciuta, regione a parità delle meglio progredite della provincia. La pubblica amministrazione dovrebbe seriamente pensare a provvedervi con ogni sollecitudine, se vuol recare colà il progresso civile, e rendere possibile a quegli abitanti di sostenere 1' opprimente peso delle pubbliche imposte e della reluizione dell' esonero del suolo, che a grave scapito dell' erario dello stato e del provinciale si manifesta in un'enorme somma d'arretrati pagamenti. (**) Dal sin qui esposto abbiamo potuto vedere che il governo è in procinto di cangiare per la terza volta, ed anzi, calcolata la linea francese Capodistria — Pin-guente — Pisino — Pola, per la quarta, la linea della strada provinciale postale tra Trieste e Pola. Sarà que- (*) Su questa corrente dei traffici da ogni paese interno dell'Istria alla costa, e di là ai più grandi centri del commercio, sarà bene che tutti gli studiosi di questo gravissimo argomento pongano la maggiore attenzione. Nota della Red. (*") Il distretto di Pisino è sin oggi in arretrato di fiorini 160,000 soltanto per l'esonero del suolo. Tsla l'ultima? Ne dubitiamo assai. È egli poi opportuno procedimento codesto d'affrettarsi a cangiar la linea attuale, mentre è in costruzione la erariale commerciale suddetta, che potrebbe venire poi riconosciuta preferibile? Lasciamone il giudizio al governo ed al pubblico. Questo sì diremo, che, facciasi correre la posta per dove si voglia, per terra o per mare, ciò poco importa all'interno dell'Istria, ma bene gì'importa moltissimo, che la strada erariale in costruzione venga con tutta sollecitudine ultimata sino a Pisino, poiché anche senza essere postale, essa per se sola sarà l'apportatrice a quei popoli d'una vita novella. Questo risorgimento avrà il pieno effetto appena allora, quando sarà anche completata la linea Pinguente Rozzo — Vragna -- Bogliuno — Susgnevizza, e quando una nuova strada da Pinguente per la valle di Cotle, Draguch, valle di Previs e Cerouglie, Gologorizza e sua valle del Dol, andrà al ponte di Sumberga, e di là per la valle dell'Arsa a Barbana, e che un nuovo ramo da Moschenizze a Cosliaco apra una nuova comunicazione con Fiume. Ci pensi a cui tocca. IL DOTT. LODOVICO BRUNETTI DA ROVIGNO. Cogliamo ben volontieri F occasione, che ci porge il recente successo ottenuto dal professore D.r Lodovico Brunetti all'esposizione universale di Parigi, per congratularci coli'Istria tutta, cui egli appartiene per nascita, dacché ogni suo trionfo, raccolto sul campo della scienza, si riflette pure ad onore della provincia, che gli diede i natali. Alcuni cenni basteranno per porre in luce l'importanza della sua invenzione. Istituita per la prima volta una regolare cattedra di anatomia patologica all'università di Padova, fu posto a presiederla il Brunetti, già educato alla scuola del celebre Rokitansky in questo ramo di studi anatomici. La specialità delle sue applicazioni Io condusse a persuadersi, che i metodi di conservazione delle parti animali, adottati dagli anatomisti, erano lontani dal corrispondere alle esigenze della scienza. Ed invero i preparati conservati nei liquidi alcooli-ci, od altrimenti medicati, erano troppo fàcilmente putrescibili e di manipolazione difficile, specialmente per le osservazioni microscopiche; di prezzo elevato, e poco veritieri, quelli di cera; le petrificazioni di Segato e Messedaglia e le disseccazioni di Gorini e Marini, oltre che d'ignoto processo, di nessuna pratica applicazione. A riparare a questa mancanza, il Brunetti si pose indefessamente alla ricerca d'altro mezzo, ed i suoi studi furono coronati del più splendido successo. Dal marzo 1861, che segna l'epoca d'un primo preparato secondo il suo nuovo sistema, andò egli mano mano perfezionandolo sì da presentare i singoli pezzi liberi d'ogni liquido, flessibili, inodori, mantenuti nel loro volume naturale, maneggiabili senza riguardo. Le parti animali tutte conservano non solo i caratteri anatomici esterni, ma altresì i rapporti dei tessuti più delicati, la struttura interna e perfino gli elementi del tessuto primitivo in tutta la loro integrità. io Il metodo è semplicissimo, la spesa minima, la durata lunghissima, quasi senza fine. L'indole di questo periodico non ci consente di entrare in più minuti particolari scientifici, per cui chiuderemo col riferire soltanto, anche su queste colonne, che l'eccellenza del ritrovato del nostro D r. Brunetti si meritò l'ammirazione generale. Ond'è che i suoi preparati s'ebbero i primi onori all'esposizione parigina, e a lui fu aggiudicato uno dei grandi premi. Quello però che accresce di gran lunga il merito del D r. Brunetti si e il nobilissimo disinteresse, con cui egli fece palese la propria invenzione dinanzi il congresso medico internazionale, raccoltosi di questi giorni nella stessa Parigi. L'eccezionale distinzione, tributatagli dal giuri dell'esposizione, venne coronata dal plauso entusiastico di un congresso, rappresentato dalle maggiori celebrità mediche d'Europa. L'Istria, io ripetiamo, deve registrare con orgoglio questa splendida onoranza, resa ad uno de'suoi, ed è perciò che rileviamo con intima soddisfazione, essere divisamento così della Giunta provinciale come dei principali nostri Municipi lo esprimere con particolari indirizzi il sentimento della Provincia all'illustre D r. Brunetti, per mettere di tal maniera, se così ci è lecito esprimerci, lo stesso nostro paese a parte della sua rinomanza. — C. B. Capodistria, settembre. Li 26, 27, 28, 29 agosto si tennero in questo Ginnasio superiore gli esami di maturità sotto la presidenza del signor ispettore e consigliere Antonio Stimpel. Di diciotto candidati, undici dichiararonsi idonei per passare agli studi universitari, mentre sei furono rimessi ad un secondo esperimento. Uno tra essi si ritirò durante l'esame a voce. Degli undici ben dieci ottennero la nota di distinzione. Gli esami continuarono per qua-rant'ore, e siamo in grado di assicurare, che fu usata la più scrupolosa diligenza perchè il verdetto di maturità uscisse veramente stillato. Si potè ammirare l'amore infinito che si pone alle lingue morte, ma avremmo desiderato, che la parte che si fa alla tedesca fosse fatta anche all' italiana, pur sì bene inse-segaata in quest'anno. Appena alla chiusa si udì, quantunque molto fuggevolmente, la meravigliosa armonia de' versi danteschi, con estetici conienti e con alcuni tratti intorno alla storia letteraria d'Italia. Molte cose vorremmo notare intorno all' insegnamento ginnasiale, con particolare riferimento a questo nostro istituto, ma ciò ne condurrebbe troppo lungi, ed è argomento