NO VI. Capodistria, 1 g.ennaro 1872. K. 1. Gì ORNALE DEGLI IMEREUI CI l'I E f, ECONOMICI, iMlìHSTRAMFF DELL' ISTRIA, W ed organo ufficiale per gli atti della. società A guari a rSTRTAKA'... w il I ed il 16 d'ogni mese. BOCUZIONE per un anno f.ni" 3; semestre e quadriate in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso idazioM. Articoli co 111 unica ti d'ikiteress» ge-u-erale si stampano gratuitamente;. gH altri, e aelf ottava pagina soltanto, a soldi & per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione-. — Un numero separato soldi- 15. — Pagamenti anticipati. UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. ancora sugli aratrr americani; 'ogliamo dalla Gazzetta di Collegllano alcuni ragli aratri americani, cui riteniamo opportuno «ibblicare, stantechè in breve verranno esposti iblica asta quelli introdotti dalla Società agra-feiana.. Cosi scrive in proposito il eh. presidente di quel io agrario D.r Benedetti. «no quasi tr&nt' anni che si e in questa parte to esperito l'aratro americano dei due valenti, ni lombardi Luigi Ife Cristoforis, e Dott. Giu-1 Balsamo Crivelli,, i quali colla istituzione del ircciso confronto cogli aratri-Belga; lombardo,.. fi di non minor rinomanza, non dubitarono di ire 1!americano in relazione agli, scopi segu- di conservare da per se la linea retta; di svolgere e spolverizzare il terreno, senza larlo fuori, di luogo. di serbare inalterato il parallelismo col terre-modo che il lavoro discenda costantemente Regnata profondità, di diminuire il più possibile la potenza tra-la fatica stessa del conduttore. • a conte avviene continuamente delle novità di genere, questo celebre aratro venuto d' oliare incontrò, ostacolo alla sua diffusione, 1' os-inerz-ia de'lavoratori dei campi, la gretta igno-de: fittala li, e la critica disprezzante de'sedicenti unii, che voleano con tale rifiuto mantenere il-fama degli aratri da loro stessi modificati, lachè meno opportuni. Dopo sotto il nome ri americani si spacciarono de' modelli modi*-i capriccio, dimenticate le condizioni indispen-sgli scopi dello istrumento. [principiare di questo spirante anno si è a-un'associazione per ritrarre direttamente dal! ita un rilevante numero di aratri americani, ijina la elevatezza del prezzo forse deriva- ta dalle spese-di trasportò occorse nel lunghissimo viaggio, od, altrimenti- dalla consueta speculazione de'commercianti ei avvertì che anco in. Italia, quando-sì avesse un reale modellò, potrebbéroNCostruirsi tali islrumenti perfettamente eguali a quelli ohe direttamente dall'America, ci s«n pervenuti.-Xoi ch'eravamo in corrispondenza diretta, colla Ditta Fratelli Fumagalli- e Compatii Vercelli-ci procurammo un ricco campionaria di tutti gli- aratri da.essa fabbricati, e specialmente quelli che furono riformati a foggia degli americani piacquero a tutti indistintamente coloro- che gli hanno acquistati. O/a ci- porremo a descrivere le proprietà di questi attrezzi colle stesse parole dei fabbricatori; indi accenneremo ai prezzi ed alla facilitazione che ci hanno specialmente accordala : Aratri di tipo americano AQUILA'-. O'uesli aratri superano-(ulti gli altri finora conosciuti in Europa qer leggerezza, solidità e buon lavoro. 11 pregio principale e saliente di questi strumenti aratori consiste nella forte economia di forza animale che si ottiene net farne uso Si può calcolare la metà forza di quanto richiederebbe l'aratro Dombude,. che è pur uno dei migliori aratri. Gli tiratisi AOUtLA sono adattissimi per le ara-ure pre-fonde eslive ed autunnali,, perchè oltre aUpenetrar con facilità ne! terreno indurito, sminuzzano in modo straordinario la terra da essi smossa. In primavera poi hanno il gran pregio di potersi adoperare nei terreni l'orti ancorché alquanto bagnati, essendoché,, a differenza degli altri aratri,, che nellavorare comprimono e schiacciano il terreno, questi al contrario lasciano le fette ben capovolte e tutte increspate senza traccia di., pressione : per cui è un modo di farlo asciugare ed anticipare le semine. Di aratri AQUILA ve ne sono di sei dimensioni, segnate a norma della nomenclatura americana, e della precisissima costruzione, al puntò che i vomeri degli aratri qui fabbricati, possono applicarsi esattissimamente ai ceppi o pedali degli aralri" costrutti a Nuova York. J1 N. 18 1 fà ossia per un solo cavallo o per un bue, con coltro, e con un vomero di ricambio costa-- r L. 51 X. 19 !]2 ossia per una copp'a di mediocri Vuoi, con coltro, e con un vomero di ricambio costa . .... L. 45 11 X. £9. ossia una coppia di grossi buo:, con col-t~o, e con vomero di ì icambio costa . li. 48 31 X. 5 .Imiti di tipo americani a cilindro d'introduzione recentissima. E qucnio vi ha di più bello e di più perfetto in fatto d'aratri in America. Ricevono il loro aume dalla forma dell' orecchio, il quale non è altro che un segmento di cilindro perfetto con ambedue le estremità foggiate alla maniera degli orecchi comuni, per modo clic le sue linee si mantengono sempre orizzontali alla superficie del terreno: la qual circostanza fa sì che il terreno smosso viene rovesciato molto uniformemente con forte economia di attriti, economia resa ancor più sensibile per la particolare disposizione, dell'angolo formato dall' orecchio e la speciale forma del vomero. 'l'ulto ciò poocura anche a questi aratri molta stabilità a mantenersi nel terreno, rendendone facilissimo e niente affatto faticoso il maneggio; le zolle smosse poi,, quando ii terreno è molto indurito, rimangono frantumate in minuti pezzi e quasi polverizzate. Anche i 01-L1XDK0, come gli AQUILA, possono usarci utilmente nei terreni forti alquanto bagnati. Si dividono in quattro dimensioni: 11 X. 0. ossia per un sei cavallo o per un bue, con coltro, e con un vomero di ricambio costa . L. 38 Il X. 1. ossia per una coppia di mediocri buoi, con coltro, e con un vomero di ricambio costa ........L. 45 Il X. 2. ossia per una copp;a di grossi buoi con Coltro, e con un vomero di ricambio costa . L. 48 Il X. 3. ossia per due coppie di mediocri buoi, con coltro, e con un vomero
  • H Melia di un anno dai 12 ai 18 piedi di altezza .... — 20 59 Olmo di un anno..... _, 15 40 I.odoguo - CeJtis australi» di un anno _ 50 \l Ibisco - Altaea Jrutex dì un anno . . _ 5 Cipressi di due anni..... — 50 ----- aratro per terre in piano fortemente in ci,!nato 9 In generale e particolarmente in regioni carsi che, coinè è gran p;;rte dell' Istria, si farebb molto bene di non dissodare terreni scoscesi, poicht le acque portano successivamente la terra sinossi nelle valli, di guisa che in una serie non troppa lunga d'anni, mancando terra arabile ed abbondami) sassi, il campo diviene deserto. Sfortunatamente molti di questi terreni erano co-ninnali e furono divisi fra i comunisti. Giustizia distributiva esigeva che ogni uno percipisse un po' d buono ed un po' di cattivo, sicché la divisione segni in linee verticali. Alcune particelle riuscirono molto strette, ed il possessore è obbligato di ararle dall'ai, io al basso e viceversa, per cui ogni solco diventa •un canale che abbrevia il processo di devastazione. Ove sia possibile si arano simili terreni in linea orizzontale parallela al piano, con ciò lo slavamente della terra viene alquanto frenato, ma I' aratura stes-sa eseguita coi soliti aratri, siano ad una o a due ale, non è che un lento trasporto di terra dall' alta al basso per la ragione che i -solchi versati in già non ritornano mai più a! medesimo punto quando con un' altra aratura versati in su, essendovi sempre un piccolo deficit di movimento a danno dell' altura. in paesi alpestri, ove T agricoltura deve essere esercitata quasi esclusivamente in terreni scoscesi, si ha già da secoli compreso che per conservare le terre possibilmente al loro posto 1' operazione dell' aratura debba opporsi piuttosto che favorire l'azione delle acque, e furono inventati aratri che versano ogni sollo indistintamente in su. La soluzione di questo problema sa un poco dell'novo di Cristoforo Colombo; lo scopo viene raggiunto ma con non indifferente complicazione e peso dell'aratro ed incomodo di colui che lo deve dirigere e maneggiare. Vi saranno forse degli aratri da montagna che hanno sciolto megf.io il problema, a noi non sono noti che tre sistemi, che procureremo di descrivere: 1. Sistema: Aratro che crediamo si chiami no-rico. Ha due vomeri e due coltri e tre manubri. —-Un vomere e coltro versa a destra; giunto 1' aratore a capo del campo, dà una mezza girata alla trave e subentra in azione l'altro vomere e coltro fissato a mezzo giro della trave che versa il solco a sinistra. 11 manubrio di mezzo serve ora per la mano destra, ora per la sinistra. 2. Sistema : Aratro che chiameremo transil-vano. La fabbrica Vidats di Test ne confeziona una quantità per la Transilvania. La differenza fra questo ed il norico consiste in ciò che i due vomeri e coltri sono fissati sulla trave diametralmente opposti. Occorre dunque ad ogni nuovo solco capovolgere totalmente l'aratro. — I manubri sono due, soltanto che con un congegno prendono la direzione opposta. 3. Sistema. Aratro con un sola vomere a due ale non peraltro larghe ed un coltro con tavola di ferro mobile. Ad ogni solco si trasporta la tavola dalla parte che guarda in sud,-Questo sistema è a-dattato a terre molto leggere. Noi abbiamo veduto arare con un solo cavallo : un uomo guidava, teneva l'aratro, ed eseguiva ad «gni solcata iltra.doca-mento della tavola. Anello per .noi Istriani non sarebbe fuor Hi luo-di occuparci di questi aratri di montagna, che uno alquanto incomodi, ma che contribuiscono ef'fi-'sceiucnte -a conservare lo Hérivuei piatii fortemen-t i icliu.-Mi. Ecco un nuovo problema da sciogliere per I nostro illustre perfezionatore del patrio innngo-iro. — S. A \ V 2 & O VIVAIO DI VITI a Sacoe presso Rovereto Trovansi vendibili alcune mille barbatelle di riti di due anni e d'un anno solo ai seguenti prezzi. Viti di due anni. — Pinot noir, Negre ra, Marzemina, Riessling a frandhi o per ogni cento. Viti d'ini anno. — Pinot-noir, Negrara, Marzemina, Riessling, Pevere'lìa, Vernazza e Pinot-Mane a franchi 4 ogni cento. Le qualità sono garantite — I colli verranno messi franchi alla Stazione di Rovereto, ed imballati con ogni cura per modo, che le piante nulla abbiano a soffrire per quanto lungo sia il viaggio. FRANCESCO SCHOBER. Neil' aprire oggi il sesto anno di vita al nostro modesto periodico sentiamo il bisogno di rivolgere ai nostri carissimi comprovinciali una franca parola. Gli augurii che noi loro facciamo sono troppo noti e troppo sacri ad -ogni cuore patriottico, perchè occorra di esprimerli, -e non sia anzi quasi una profanazione mandarli velati ad affrontare le proterve ironie e le indecenti minaccio dei nemici nostri. Pel più lieto avvenire, a-lunque, basti il muto linguaggio dell'animo; e per fare il debito nòstro nel presente, manifestiamo schiettamente il nostro pensiero. Col solo intendimento di giovare, per quanto da noi si poteva, ai comuni interessi di questa provincia, abbiamo posto mano alla pubblicazione li un giornaletto, che nello stesso suo nome portasse il suo programma di fratellanza, di concordia, di condanna d'ogni municipalismo, di lavoro senza pretese, di vita famigliare. Era giusto, era ragionevole attendersi dai tanti, che grazie al cielo vi hanno fra noi dall'ingegno aperto e dal sentire generoso, un fido ajuto di consiglio ed opera; a noi, che dicevamo con piena sincerità di stendere la mano., fra tante -cagioni di vacillanza, assai più per essere sostenuti che per sostenere, non era passato alcun dubbio per la mente, che ti potesse venir meno la bontà, la cortesia, la pietà degli amici. Eppure (il dolore è franco) noi ti siamo ingannati. Salve poche eccezioni, i più ^operarono con noi, come officio nostro fosse pollo di andar filando un perpetuo soliloquio. Questa l'accusa. Noi potremmo ragionarla per lungo e per largo in modo da cavarne molte altre clic le stanno in grembo, colla rispettiva morale. Ma non abbiamo tempo, avendone pure la tentazione, di adirarci. Amiamo piuttosto insistere nelle domande, con quella fede eroica noi petite et accipietis, che noi ancora abbiamo l'ingenuità (li credere una virtù necessaria anche pe-gli affari di questo mondo, e che, ad ogni modo, ci salva dal sonno dello scetticismo. Eccoci, adunque, nuovamente a pregare assistenza, e, per ottenerla meno tarda e "(rabbiosa, a ripetere, con tutta brevità, -le sobrie, ìe umili esigenze del nostro assunto. ° -La Provincia è un giornale casalingo. Essa nr,n si è mai sognata di (latrai l'aria di una pubblicazione, in oui discutere, o parere di discutere, come fanno -tanti, le grandi questioni politiche e sociali. Campagntiola di buon senso, e che studia per se, e non per aggiustarsi indosso la toga, le cose maggiori, da adattare alla misura del suo paese, -lascia alle matrone dèlie città rumorose le alte faccende. Negli stessi argomenti, che più le interessano, ma che si allargano oltre la cerchia della sua provincia, perchè d'importanza comune alle provincie -sorelle, che soggiacciono allo stesso suo destino, non si fa innanzi ad occupare i primi posti, ma, presso alia folla dei galantuomini, prende la parola per essi, e Cerca di dir tutto e con tutta la forza delle sue «convinzioni e delle sue speranze, anche senza creste in capo; Quello a cui essa mira ditta-munente è contribuire a tenere sveglie le nostre attività per tutti i nostri domestici interessi; ajutare a che il movimento della civiltà si propaghi m ogni luogo anche da noi, e vi operi quanto gli -elementi che vi si trovano consentono ; favorire l'accordo dei volonterosi a questo fine'; proporle :e riproporre le migliorie possìbili, per quanto agli «omini faceti che si credono serii sembri ciò un facile trastullo; riferire, incoraggiare, lodare qualunque, benché minimo-, desiderio adempiuto; vivere della vita così della provincia come d' ogni sua più po-vera borgata, -raccogliendone -e diffondendone le notizie; afflare, insemina, e zelare i grandi pria-cipii anche nelle piccole cose. Oo-mmo vedo, pertanto, che la Provincia, puf riservandosi di considerare tratto tratto -questi vari i soggetti di studio nel loro insieme, vorrebbe essere^più che altro il giornale delle nostre corrispondenze di famiglia. Su di ciò non ci stanchiamo di rendere attenti i nostri comprovinciali, perchè ciò non può non persuaderli, che quanto loro chiediamo è altrettanto lieve che vantaggiosa opera. Guardiamoci attorno, e consideriamo se ci sia lecito stare impunemente colle mani alla cintola. Ai guai antichi v' è pericolo, pur troppo, che altri si aggiungano, e questi per fatto nostro, lasciandoci dividere da meschine recriminazioni e da sciocche gelosie. Inutile dire più oltre. Chi ha colpe si lavi, e chi si attribuisce il mandato di censore inesorabile fi-adi bene,, se ciò faccia per la sola carità della patria.. Riceviamo dal" signor Giàmianclrea marchese' Gravisi il seguente suo importante comunicato, cui raccomandiamo, caldamente all', attenzione dei nor stri lettori: Ai, piccoli, Ba-chicultom. Non ultimo ad appropriarmi le norme suggerite dai ristoratori della Sericultura, e fedele alS dettato (i Far poco per far bene,."'mi posi con coscienza a dar loro una pratica attuazione. Ma, osservando fin dal; principio del. confezionamento della semente, che doveva sciupare molle e bellte farfalle perchè,, malgrado la mia-costante attività^.esse venivano in istato libero contaminate da maschi difettosi, fui d'avviso, (e in ciò credo di essere il. primo a farne parola), d'isolare i bozzoli in quella guisa, che si usa press' a poco collo farfalle, ovviando così il fatto non solo,, ma anche il semplice sospetto della; corruzione. Sortitone un ottimo esito e senza certo spreco di tempo, volli; comunicare la cosa, confidenzialmente, alla mia prima guida; nella Bachicoltura,, mio cugino Gherardo Freschi, (*)' noto.bacologo e preside della Società Agraria» Friulana, il quale confortatomi di amorevoli espressioni, influì perchè io secondassi il cortese desiderio di alcuni miei amici a far pubblico il' ritrovato. Che se poi avessi a risvegliare- in corso di lettura l'antica sentenza = Partnriunt- montes- ecc. Ilo certezza; che il topolino, per quanto a taluni avesse a parere ridicolo, in vece di danneggiare,.arricchirà di buona galletta le bigattiere. Ed ora entro in argomento:* I. Per effettuare l'isolamento dà' bozzoli mi servirono molto opportunamente oltre mille calòtte, fatte di garza- a tessuto làrgo^ aventi allo ingiro dell'apertura un cerchio di filo di ferro del: diametro di sei centimetri. Sotto ciascuna vi poneva un bozzolo di quella partita, che prima imboscata, doveva essere anche prima a sbocciare. Escite lo farfalle con tutta agiatezza, combinava gli accoppiamanti fra le più leggiadre dei due sessi per forma, vivacità e colore, e con tale prigionia non me ne successe alcuno di non voluto. Adagiavalè poi? sotto conetti, o-gni posto dei quali era numerato, e subito altri bozzoli rimpiazzavano le vuote calotte. M'ebbi sempre allato nella bisogna un piccolo lel&jo • maneggiabile, dov'era férmo il pannilino per accogliere le coppie* e riempiuto e messo a luogo, veniva subito sostituito da un altro, finche vi fossero farfalle; là qual cosa mi economizzava dagli spessi andirivieni che sarei stato astretto di fare-. Di codesti isolamenti ho potuto averne meglio, di settecento. II. Adoprai poi certi, borsellini ger asciugare le coppie che hanno compito il toro incarco, li quali' sorvegliati attentamente dalla invasione del Der-me'stes, il piccolo scarafaggio che guasta le morte farfalle, dopo alcuni, giorni li vuotai, per conservarvi ih essi & mummie: Ho fatto pertugiare alcune tavole della grossezza, di. centimetri tre^làrghe venticinque, lunghe-un metro, con ferii del diametro di centimetri due-fi mezzo, capacità bastante al volume delle morte 5 coppie. Li quali furono schierati in sei diritte file,, distante 1' una dalL' altra- centimetri due abbondanti; eguale-distanz&aveano.fradbro-i-buchi Ibnglresse. Carta grossa, spalmata- con- collk forte, cui aggiunsi dello allume;. era. là base di'; queste nicchie fisse, e con colore ad olio- tinsi" e suolo e pareti; per togliere le inesattezze dell'aderenza, la scabrosità, e facilitarne là di&infeziòaa;. Congegnate in breve ora?maglio ebe cento nicchie per tavola^ e- pec làs loro* stabilità atte ad o-gni trasloco senza, sconcerto,, vi, adagiai- per* entro, le farfalle asciutte,, li? quali coprii con- quadrellini di carta più sottile e gommata* lievemente,, a. cui sovrapposi il numero, eoriisponileììte ali rispettivo, borsellino e conettoi. Questo è il mio. processo^ ili quaìè semplicemente io pubblico, come risveglio ad uno migliò-" re; ma caldamente insto> atì-effettuazione dell' isolamento suespresso,. perchè 1! ho riconosciul»- d'indubbia utilità.. i (*) Tògliamo dalla, lèttera diretta; dafsignor conte* Gherardo Freschi al. signor Gianandrea Gravisi, il seguente brano a proposito di codesto nuovo processo: il Trovai molto coscienziosi e nello stesso tempim » ingegnosi i tuoi processi di confeziona cellulare; anzi. » sarebbe desiderabile che tutti, gli allevatori seguisse— » ro il tuo esempio. È questo il metodo più sollecito >, a sicuro di far completamente sparire p abrina e flac-« cidezza. Ancho il tuo sfarfallamento cellulare mi pià-» ce, avvegnacchà permetta di fare - una. scelta raziona» » le di accoppiamento....... Ilamuscello, 14 novembre 1871 Gherardo Freschi., Pisino dicembre E noto come per la nostra posizione e pei vincoli del nostro passato fummo qui per l'addietro bersagliati da velleità e da,idee germanizzatrici, cui a tutta posata, sebbene indarno, si cercò per lunghi decenni a fa-migliarizzarci, costringendoci così a continua ed ardua lotta per non essere soverchiati dall'elemento straniero; poiché si fu qui appunto che il «lispotismo tedesco aveva piantato lo sue tende. Per buona sorte i tempi si sono cambiati, ma non per ciò cessò per noi la necessità della lotta, imperocché agli sforzi aperti del germanismo subentrarono i conati e le mene segrete e subdole dèlio slavismo d'oltre alpi. Epperò è sempre Pisino che deve sostenere il primo urto delle valanghe corruttrici iegli elementi stranieri che minacciano la civiltà e nazionalità istriana. Le sorti adunque e le condizioni no-tre non possono essere indifferenti pel resto della pro-r-incia, poiché se qui si avrà lena sufficiente a sostenete la lotta, tutta la provincia ne andrà salva, come la provincia tutta farebbe esposta a grave pericolo se qui, per qualsiasi causa, si avesse -a soccombere. Si è per ciò ciré ritengo di far cosa non del tutto ingrata ai lettori della " Provincia „ proponendomi di dare di quando in quando a guisa di cronaca locale, notizie delle cose e condizioni atte ad influire, sia pure anche indirettamente soltanto, sullo stato sociale, 'esponendo quanto si fa e quanto non si fa pel bene g li atta e la rimanente somma di f.ni 70.58. Quella società, ebbe delle inesplicabili contrarietà; eppure era l'unico mezzo di togliere l'accattonaggio. Ognuno sa già quanti soldi impiega alla settimana nel fare la carità: or bene, disse il fondatore della.pia associazione, mettiamo ogni settimana questi soldi in una cassa sociale: in ciascun rione vi sia un comitato relatore, il quale accolga le domande di soccorso e ne verifichi il bisogno: cosi non saremo più importunati sulla pubblica via e sulla, porta di casa; ar vremo la lieta sicurezza, che nella, nostra città nessuno, patisce la filine o il.freddo; e sparirà l'accattonaggio riprovato dal pubblico,decoro e dalla.moralità. Inaugurar ta con 270 socii, si ridusse a poco a poco ad un numero talmente esiguo che non avrebbe potuto più continuare la sua esistenza. HfECIMMLOGHA.. II! giorno 18 dello scorso dicembre morivaiin Trieste il Signor ANTONIO cavaliere de VICCO. benemerito e solerte Presidente di quella spettabile Camera di commercio, e moriva .compianto da ogni ceto di persone di quell'illustre emporio. E noi istriani dobbiamo pure deplorarne la mancanza, poiché ci fu sempre amico e prestante protettore in ogni incontro^ e specialmente quando si trattò del lievo della linea doganale, clic tanto svantaggiosamente pesava, sulla Provincia nostra. La bella e grata memoria che lascia il sig. cavaliere. de YICCO di sef serva di sprone a chi si trova eletto a simili cariche, onde imitare l'instancabile attività ed infonderla a suoi colleglli perchè dfeno segni di esistenza. Asmiasacfo liOjlio^raOco.. Gian Rinaldo Carli — organo del Circolo' educativo - Milano 1871. Scopo di questo giornale è di promuovere la pubblicazione di libri educa* tivi con premii d'incoraggiamento,, e d" innalzare-al Carli, istriano, uno de' più benemeriti economisti, storici, ed archeologi del secolo decorso, modesto monumento nella celebre galleria Brera, che si può chiamare il secondo Panteon italiano, dbpo quello di S. Croce di Firenze. Il nuovo giornale è diretto dai piranes;i professori de Castro padre e figlio. Plesso il' signor Giovanni Cerni vani librajo di qui, trovansi ia vendita i seguenti Almanacchi : Almanacco igienico popolare del dottor Paolo Mantegazza — anno VII — 1872 — Igiene-di Epicuro — Milano presso Gaetano Brrgola e-ditore — sol. 25. Almanacco delle industrie igieniche del dottor Maza e Wirchow con prefazione del professore Vincenzo de Castro — an., 1872 Milano, Natale Battezzati. Almanacco del'Medico di. se stesso — 1872.' — Venezia Coen ( sol. 25 ). Almanacco pei fanciulli — KS72 — Coen (sol. 25): Calendario per l'anno bisestile — 1872?-pubblicato per cura della.Società Agraria di Gorizia — anno XXXI — Gorizia tipografia Pater-noli i. Quanto prima i due Almanacchi per l'anno in corso di Cantoni e dell'Ottavi; inoltre le Autologie eli Paolo Tedeschi professore a Lodi. A v v i s o. Il signor Francesco Tommasich è incaricato > della vendita di semente bachi giapponese annuale riprodotta in Bfianza. -■ i i i n———— T£P. U1 GIUSEPPE TONDELLI. NICOLO' de MADONIZZA RedaUw». SUPPLÌM £ N T & della Provincia N." 1. — 1." Gennaro 1872. Vedi la Cronaca del numero antecedente. (Continuazione) 1825 (giugno.) L'i. r. Commissario rtecipa la superiore risoluzione di dichiarare la Fureria pertinente allo Stato, qualora il Comune non ne nostri in guisa migliore la proprietà. — Anno stesso li giugno al novembre.) Ristauri della facciata del inte, della Foresteria, dell'arco del palazzo vecchio; mande relative ed approvazioni. — 1827 (marzo.) La-Cesteria viene eompellata dall'i, r. Commissario di ìcontraro entro 8^giorni il decreto del giugno 1825. — imo slesso (maggio.) Il Podestà conte Rota risponde eia Foresteria è un'ampliazione del palazzo vecchio, ita mediante denaro comunale, e che il palazzo apparine alla città da epoche remotissime, prima ancora che ipodistria nel 1278 si desso alla Repubblica Veneta. Bere cosa certa che la riforma dell'antica fabbrica co-male della Casa della Fesa, avvenne principalmente mezzo di redditi comunali, e che la Repubblica collise soltanto in via secondaria con speciali sovvegni,. iiiisce col manifestare che in caso di insistenza da par-deli'i. r. Amministrazione Demaniale, la Podesteria è sposta di difendersi alla via civile. — Anno stesso paggio.) L'r r. Commissario domanda quali titoli pos-lfar valere il Comune intorno alla proprietà del palazzi nelle varie sue parti. — Anno stesso (m. s.) La Pode-ieria produce il relativo rapporto di riscontro. — Anno «so (giugno.) Il Comune affitta al sig. Leonardo de loielli la. casa comunale n. 2. — Anno-stesso (agosto.) Comune, accompagna al Commissariato il fabbisogno i ristauri occorrenti pel tetto del palazzo comunale, e [ chiede 1'approvazione. — Aimo stesso (dicembre). ;i. r. Commissario ordina il pagamento di f. 15 pei «tauri del palazzo comunale. —Anno stesso (m. s.) i'i. r. Commissario partecipa avere il governo delibero non essere tenuto il Demanio, quale possessore della 'o Testiera, disfar valere il suo diritto dii proprietà;.ma-sere invece tenuto a far questo il Comune di Capo-istria (il quale comparisce come atto: e, e si esterni se itende d'impetire l'eccelso Governo. — 1828 (marzo.) ,a Podesteria, avendo abbondantemento già confutate i eccezioni dell'i, r. Procura Camerale, chiede 1' auto-zzazione udi poter intraprendere gli opportuni passi giudiziali di confronto all'i, r. Ispezione Demaniale,, tanto onde promuovere le giudiziali decisioni sul diritto incontrastabile di sua proprietà, quanto onde tenere assicurato quel jùs di possesso che non intende di aver mai perduto sopra i locali della Foresteria di Palazzo per la spontanea sua concessione in uso tem-porario dei pubblici Rappresentanti. „ — Anno stes-i (aprile). L'i. r. Commissario ordina alla Podeste-a di radunare in vicinia i cittadini di Capodistria; e ìalora la maggioranza di essi opinasse d'incoare la e, dovranno dichiarare a protocollo che si obbligano sottostare per quote alle spese, poiché la cassa colmale non avrebbe i fondi necessaria — Anno stesso raggio). La Podesteria dimostra il diritto ed il dove-di rappresentare e tutelare gl'interessi de'suoi -aministrati lei sola; e per l'accennata deficienza di fondi sa si lusinga di poter far fronte alle periodiche e non orbitanti .spese forensi. •— Anno stesso (luglio). L'i. r. immissario consiglia la Podesteria di non mettersi in ia causa, senza fondamento, avendo la Procura Came- rale trovate fondatissiine le ragioni dell'i, r. Demanio La invita a riflettere seriamente sul partito che sta per prendere..— Anno- stes9® (agosto). L- i- r- Commissario trasmette il Rapporto originale (si restituì senza tenerne copia) dell' Uffizio Fiscale, coll'ordine di dichiarare entro 24 ore se il. Comune intende ancora d'incontrare la causa civile a tutte sue spese. — Anno stesso (settembre). La Podesteria.rassegna un nuovo rapporto col quale dichiara di essersi) maggiormente persuasa de' suoi I diritti dalla lettura'. deKsuccitato atto dell'Ufficio Fiscale. — 1829 (febbraio), L! i- r. Commissario rimette aicu-ni documenti chiesti dal- Governo ai sig. Chiodo, direttore generale degli Archivi in Venezia, acciochò la Podesteria li ispezioni, e sì convinca.della pochissima probabilità che le rimano di vincere la cauta, le cui spese, ripete il Commissario^, sarebbero importanti.— Anno staso (marzo.) La Podesteria risponde che noa le riescono nuovi tali documenti, da lei posseduti e più-volte esaminati; e che è sempre disposta, di- comprovare i diritti del Comune sulla- Foresteria. — ISSI (novembre.) La. Podesteria (Podestà-Rizzardo Maria de Rino — Delegati Giorgio de Baseggio e Francesco D.r de Coiiibi) invita il delegato D.r Combi a dare informazioni e schiarimenti sullo sfato attuale della- vertenza. — Anno 'stesso (m. s.) Il D.r Combi risponde colla seguente relazione che crediamo opportuno di riportare per mettere iu chiara luce questa-prima fase dei litigio: » L'i. r. * Amministrazione Demaniale alcuni anni addietro in-» sorse, a-spiegare per primo una-pretensione di proprie-n tà sopra dottato in luogo di sortire con petizione contro il Deli inanio, compilò il sottoscritto una ragionata e ben documentata.scrittura.di risposta, che tu anche ricopiata » in simplo e duplo coi relativi allegati. Fu eletto il Dr. ;> o ... a rappresentare la Comune, e fu al medesimo 5> trasmessa per la sua produzione la detta approntata v risposta, li Dr. C... che prima di impegnarsi in ;> causa tendeva ad avere un'auteeipazioue che non gli v tu mai data, respinse la trasmessagli risposta sotto pretesto apparente di ravvisarvi negli allegati una n qualche impertesione. di ordine, da prima regolarsi, ma col sostanziale intento di chiamare a r-ò danari, frisi volissime ed affatto inconcludeiiti essendo le. sue osti nervazioni. Intanto giuoco di scherma con due o tre ?> termini richiesti, sempre in aspettativa di essere fornito « della insistita provvista di fondi; e.finì poi col rinun-n ciare il patrocinio disgustato del non vader giungere ;» tale provista. L'intolieraaza avversaria .dell'i, r. Uffici ciò Fiscale approfittò di queste scissure tra cliente v ed avvocato, ed accusò la contumacia di risposta o r petizione mai presentata, sebbene dal sottoscritto all' lestita fin sulle prime; ed è appunto sopra la detta v accusa che restò dai Tribunale appuntata l'irrottila ii zione degli atti pel giorno di domani. Il sottoscritto ;i delegato, non autorizzato ad agire a! foro di Trieste, v e inabilitato a procurare il patrocinio legale di altro v avvocato in sostituzione al rinunciante D.r C. . . a (sebbene ne abbia privatamente prevenuto ed impeli guato ii D.r de Baldini), non poteva mettere aleuti v riparo all'accaduto Lmcovenieute, procedente dal di-ii lotto di una provista di fondi, senza di che noa fu, D ne è, e non sarebbe mai combLiabiie di avere l'ap-» poggio di un leòale autorizzato in Trieste. Kon può v quiiidi ii sottoscritto dare altra opinione, se non che it sia da procurarsi Li ogni modo la restituzione in intie-n ro o irr via privata convenzionale o in via ordinaria ii giudiziale, e quindi, postisi in pristino, introdut're la ii risposta che sì compiega cogli anteattì, restituendo il «• Comunicato'. " — Anno stesso ( m. s.). Si autorizza 1' arvv. de Baldini a rappresentare il Comune nella causa contro il Fisco, e gli si rimettono gli atti. — Anno stesso (m. s.) L'avvocato de Baldini scrive di aver ricevuto le carte e che potò ottenere la recessione della contumacia, obbligandosi di presentare la risposta entro 30 giorni dall'intimazione. — lc33 (luglio.) La Rap presentanza Comunale (Podestà Bartolomeo Caiamu-ro Morgaute e sopranominati Delegati) assente verso alcune riserve cne le stanze del primo piano dell'edificio comunale detto Monte di Piata, possano essere messe in comunicazione colle altre abitate attualmente dal sig. Commissario. — 1835 (dicjmb.e.) L'i. r. Commissario (Millossovich) comunica la sovrana risoluzione colla quale viene stabilito che i locali pei Commissariati e per l'abitazione del Commissario esistenti nel Litorale sono da ristaurarsi a spese dello Stato; e che in quello Comuni ove il Commissario e i suoi offi-cii occupa edifìcii che furono già-in origine eretti appositamente per collocare gratuitamente le Autorità regie, e tenuti presehtemente, questi debbano in avvenire servire al medesimo oggetto senza pagare speciale pigione; incombendo allo Stato i ristauri qualora la Co- i i«!in0-nijn sì fosso già dieluavafa 6 non si dichiarasse .li assumerne essa le spese. Entro 48 ore attende la dichiarazione.— Anno-stesso (m. s.) La Podesteria.dichiara che essa si addosserebbe le spese dei ristauri del pa-lazzo,, qualora lo S:ato le assicurasse un corrispondente canone di affitto. — 1836 (maggio.) L'i. r. Commissario, in risposta alla suddetta dichiarazione, comunica che non può essere presa in veruna considerazione la domanda fatta di un affitto; chs peraltro i restauri .d'ora innanzi si faranno a spese dello Stato. — f337 (gennaio.) Il Comune accorda-alf i. h Ufficio Fiscale la chiesta dilazione di giorni 90 per. produrre :a sua implica m? punto; ài provocazione. La medesima dilazione chiesiiii ed accordata iu maggio, in agosto e in novembre» 1838 (t'ubbraio.) L'.i. r. Cóimmssario v'hiede li entro ore se la Rappresentanza Comunale tai'slSl disposta di cedere in uso pegii Ufficii dell i. r. CoaWM-'s^ sariato e Giudizio Distrettuale. i locali ove trovasi la Poj desteria ed il Monte di.Pietà; nel «pialo caso le verretw bero restituite per proprio uso lor località della ve,«ohi£ casa comunale occupate dagli i, r. Ufficii. (Allora bt IM desteria si trovava dove adesso sta l'i. r. Ua-sa distret-. tuale, e questa nel locale dell'odierno Monte, il quaje.eraH nei locali presenti dell» civica cassa.) —■ Anno stes-o (na^ s-.) La Podesteria ri-ponde di aderire alla domanda scn^ precliè lo Slato riconsegni il vecchie*.;.alazzo.rutauraì,o.« sue,spese. — Anno stesso (febbraio.);L'i. r. Ufficio Fisca», le domanda a ottiene una proroga, come sopra di 90 giots ni - in giugno una proroga ui 30 fci-Jtni - in luglio una dj 90 - iu ottobre una di 90. — 1839 (febbraio.) Un'altra proroga di 90 giorni - in agosto un'altra di 90 giorni -.-in novembr&uii'alh'a.di. 90 gior ii. — 1840 (marzo). L'ivi r. Ufficio Fiwaìe doasauda e,d ottiene egualmente una proroga di 9.0 giorni - i» maggio, m'altra di 90 giorr^d — Anno stesso (luglio.,) Il Qora»ne>:4»i»auda una atl^J zione di 60 giorni ad duplicandum. 1843 -(genna.io.jL Lettera all'avvocata Baldini con cui lo si prega diri-, mettere la Replica Pisciale. — Anno stesso (febbraio);, La Replica ed altri documenti ritirati dai D.r de Com--bi si passano al Di' de Madoiiizza perchè, presenti 1%, Duplica. — Anno steso (settembre). Il Comu e a.va.'jzaL la Duplica. — Aimo, «tesso (ottobre) Irrotulazione ue^lh atti. — Anno stesso (dicembre) Sentenza dell' i. r. Tii.-r hunale Provinciale di Trieste. - ?T»dU causa ino.;sa tou-s » petizioni 11 giugno-1829 2L 9966dui-I i. r. Ufficio Fioraie.-w per l'i. r. Demanio, attore, contro la comunità di Capo-. « distria rappresentala dal Podestà e dai Delegala cq-i5- munali, e difesa. ùttll'Avv. D.r de Baldini, R. C- in 55. punto: ehe- venga_ ingiunto- alla.Comune di Capptfci ir stria di far valere entro il tesraiae legale i Livi vant»«:. » diritti di qualunque sorte sulla pubblica fabbrica 55, detta — la Foresteria - collocata nella piazza di Ca> ■n podistria, e ciò sotto la comminatoria ehe non fat'^n-5r doli valere nel termine; suddetto le verrà inipusht H 55. perpetuo silenzio: — irrqtulati gli atti ai 3 ottobre a. e. — L'i. r. Tribunale, civico provinciale giudi*».; ». .Non. ir farsi luogo alla petizione, e non essere perciò tenuta. 55 la Comunità di Capodistria a far valere i suoi dirir-n ti sulla pubblica fabbrica detta — la Foresteria — sot,,. 15. to comminatoria di perpetuo silenzio. — Compensiate fra le parti le spese di Ute. (Con-1.ma) ■'* TIP. DJ GIUSEPPA TOA'OHLLL iNlCOi.0" Uè iU.vOOMZZA UeJultoro.