Intorno Phanas e Tarsattica. Chiarissimo signore. Fiume li 23 ottobre 1849. Nell' eslimato foglio Istria lessi con piacere al N. 51, 1'articolo sull' antica geografia della Liburnia e Giapidia, tranneche avrei preferito di non vedervi fatta menzione del mio nome, poiehe non vi e merito mio. Confesso, che di fronte a di lei sentenza esterno dubbieta con molta cautela: siccome peio mi preme di di-radare possibilmente se non togliere le nubi, in cui e avvolta 1' origine e la condizione antica di questa mia patria, non posso tralasciare di far constare a lei qual-che- mia difficolta sul proposito di quell' articolo, segna-tamente circa la situazione di Phanas e della Tarsattica. Gradišča le inie premure e si compiaccia di comunicarmi il di lei sentimento. Io sono persuaso, che la Tarsattica antica, di cui faftno menzione Plinio, Tolomeo ed altri scrittori, non sia da cercarsi nell'odierno Tersatto: ma non posso collo-carla nell' odierno Buccari. Rilengo inoltre, che la Tarsattica, essendo di provenienza celtica questa parola, forse da Taurach o Taursach, esisteva prima deli'epoca deli' occupazione romana nei grande regno di Bardyle e di Agrone. Io penso, che I'antica Tarsattica era qui, ove at-tualmente e Fiume,— che irruenti popoli barbari P avevano danneggiata, — che Carlo Magno 1'aveva distrutta,— che dopo P anno 840, quando i Chroboti si fecero indi-pendenti dai Franchi, e tenevano le terre di la deli' E-neo, siano state fabbricate abitazioni sul vicino colle, ed alla nuova villa dato il nome della pertinenza passata, che, poi si disse Tersatto,—che in seguito, col favore di qualche anno di pace, nacque sull' antica Tarsattica nuo-vo luogo abitato, cui, essendo alle sponde di un fiume, che in slavo dicesi Reka, diedero quegli Slavi il nome di Reka, e dalla voce slavica Reka nacque in seguito la denominazione italiana di Fiume, — che la denominazione tedesca di ©t. aSett arn ^pfhumb, poiehe ^flaumb non e nome tedesco, fu preso per S. Vito al seno flanatico, ed in questa diversita vedesi appunto la poca familiarita dei signori verso il popolo, e la diserepanza del giudizio, mentre i duminatori meglio instruiti diedero nome ana-logo per deterininare la villa o la citta; il popolo poi, le di cui idee erano limitate, nomo la villa nella sua lingua fiume, siccome aila sponda di un fiume era situala. Gli argomenti, che mi si presentano per sostenere questo pensiero, sono i seguenti: I. La terra, ove attualmente e Fiume, era abi-tata, nomata, presidiata, e di aualehe considera-zione sotto V impero ai Roma. a") Vedonsi tuttora traccie di lungo, alto egrosso muro di costruzione romana a cemento dal piano di Fiume pel Calvario sul declivio del monte sopra la fiumara nella lunghezza di circa 1000 klafter sino alla sominita, che domina le terre opposte. Ouesto muro si vede nuo-vamente sotto Lopacza, sempre sul declivio del monte alla riva destra della Recsina, e poi oltre la Recsina, a poehi passi d' interruzione da quello di Lopacza presso Jellenje, e da Jellenje in piu luoghi sulle montagne verso il Cragno. A poca dislanza dal Calvario di Fiume, sulla direzione di questo muro esiste un casolare, di costruzione istessa, avente P ingresso accanto al muro ed un solo fenestrino, questo verso il declivio del ^jnonte, rispettivamente al di fuori del muro. Ouesto era certamente un muro destinato a difesa militare contro 1' ini-mico, poiehe non vi si vede un altro scopo ragionevole. Se poi si considera la sua continuazione sulle terre di Grobnico, nei Cragno sino Oberlaibach, vedesi, che era opera di grande potenza. Non e qui momento di svol-gere le diverse opinioni sul tempo, in cui venne eretto questo muro; basti qui P.enunziare, che fu opera di grande potenza, e muro di difesa, che la costruzione per la sua qualita, e romana, e che sembrami piu probabile 1' opinione, avere i Romani eretto questo muro dopoehe, 125 anni avanti Ia nascita di N. S. G. C., sdtto Sempronio Terditano cacciarono i Gia-pidi dal Timavo. Sarebbe stata incongrua la vista di difesa, se di tratto in tratto non erano postate guardie di osservazione, e se ad opportune distanze non vi erano presidi militari. Ouesto muro doveva essere confine di stato prima deli' occupazione illirica di Giulio Cesare, perche entro lo stato non aveva scopo, e perche ragionevolmente non dovevano rimanere esposti i sudditi se ve ne fossero stati all'al!ra parte, ove attualmente e Tersatto. Un presidio militare doveva essere qui, ove il muro discendeva al mare, presidio per cambio delle guardie al muro, e per difesa della costa contro i Liburni, che erano forti in mare. Dimora di militari numerosi, condotta di apparati e di vettovaglie, a luogo stabile, desio di sicurezza di pescatori e di agricoltori, erano molivo di concorso d' uo- mini, di fabbricazione di čase, di unione sociale, di na-scimento di villa. Castua sarebbe lontana dal muro, in altro luogo propizio non vedonsi traccie di antico luogo abitato, e qui percio bisogna stabilire il presidio militare ed una villa, una comune. b) L'arco antico, che vedesi tuttora nella nostra citta vecchia, e della di cui origine non si hanno dati precisi, e di stile romano. I macigni di cui e formato senza traccie di eleganza, sono legati senza cemento. La sua situazione rende possibile la corrispondenza col sud-detlo romano muro. Rilevasi, che la sponda del mare non gli era in addietro piu lontana di 20 klafter.— Tali re-lazipni fanno conchiudere, che 1' arco non ergevasi in luogo solitario. c) Strade militari romane mettevano al luogo, ove attualmente e Fiume. L' una veniva da Segna radendo il mare, e andava al Monte Maggiore nella linea per-corsa dalla strada di Giuseppe II, poi scendeva a Vra-gna. L' allra veniva da Pola traversando il Monte Maggiore, e verso Fiume dirigevasi piu bassa della prima. Altre due strade venivano P una da Trieste per Materia e Lippa (per linea diversa dalla presente), 1' altra da S. Canciano lungo il corso del Timavo, ove appellasi Reka nella Piuka, melteva a Feistriz e si univa colla strada di Adelsberg.— Unite le strade di Trieste e di Adelsberg scendevano a Fiume sino al mare, mettendo cosi alla prima suddetta strada marittima.— Oggidi ancora, pas-sando da S. Giovanni di Plasse per la campagna Miller direttamente al mare tra le campagne Terzy e Zencovich, vedonsi torricelle antiche, che somigliano a quelli tanti castellieri trovati nell' Istria, i quali servivano per le romane guardie stradali.— Altro argomento e questo per conchiudere, che, dove alla sponda del mare converge-vano tante strade, e strade militari, doveva essere un luogo abitato e presidiato. d) Tralascio di far menzione di lapidi romane, che abbiamo, poiche, sebbene contro la probabilita, mi si potrebbe chiedere, se veramente a Fiume appartengono e non piuttosto ad altra regione? Mi limito duttque di accen-nare, che in occasione di fabbriche in Fiume furono sca-vate antichita romane oggidi conservate, tra le quali noto parecchie urne funebrali di pietra con entro ceneri, monete dei primi imperatori romani, spille, specchietti di metallo, ampolle lacrimatorie. Non si puo dubitare per cio, che nei tempo dei primi imperatori romani vi erano qui sepolture cittadine. Considerando nell' insieme i premessi monumenti, muro di difesa, arco, strade e memorie di sepolture, si e obbligati di conchiudere, che qui abitavano a presidio militari romani, che qui era un comune, il quale aveva nome e forme, e che questo comune, di fronte ad altri Iuoghi non presidiati, doveva essere di qua!che consi-derazione. II. L' antica Tarsattica non era nell' odierno Ter-satto, ma era qui, ove attualmente e Fiume. Premesso, che la terra, ove attualmente e Fiume, era sotto la dominazione romana luogo abitato, presidiato e di qualche considerazione, passo ad appoggiare il secondo punto, che questo luogo era P antica Tarsattica. 1) Nell'odierno Tersatto, e su tutto il colle, cui sovrasta, non vi 6 monumento anteriore al medio evo. Per fabbricare il castello, la chiesa ed il convento, per adattare 411 gradini di pietra dal piano alla sommita del colle, per garantire e rendere possibilmente comoda questa estesa gradinata, fu necessariamente sopra grande spazio di fondo smosso il dorso del colle: eppure non si ebbe a trovare qualche memoria di tempi anteriori ali' evo medio. 2) Gli scrittori accennanti la Tarsattica, i quali vis-sero nei primi secoli deli' era corrente, non dicono che la Tarsattica trovisi sopra monte o colle. 3) L' Itinerario di Antonino enumera i seguenti Iuoghi di passaggio da Aquileja a Sissek: Ar/uileja, e Fontes Timavi (presso Duino), Anesica (Senosetsch), ad Malum (sopra il Formione), ad Titulos (Jablanacz), Tersatica, ad Turres (5 miglia tedesche tra Tersattica e Turres), Senia ecc. Constando, che questa era la suaccennata strada militare che andava radendo il mare da Segna a questo lido o viceversa, e non essendovi traccia, che questa strada, allontanandosi dal mare, si fosse diretta sulla sommita ove e Tersatto, per ritornare di piombo sotto il monte, ove convergevano le strade di Pola, Vragna, e Trieste ed Adelsberg, e segnatamente ove e Fiume; si puo conchiudere con fondamento, che la strada non passava per la sommita del monte, e che la Tersatica o Tarsattica, luogo di stazione, era qui alla sponda del mare ove e Fiume. 4) Claudio Tolomeo1, il quale fioriva al tempo di Antonino Pio, 160 anni dopo la nascita di N. S. G. C. scrive nei lib. 2, c. 17 "post Istriam Italiae, reliqua Li-. „ burniae, quae in IUyride est, maritima sequitur ora: „ Alvona, Flanona, Tarsatica, Oenei fluvii Ostia (la no-„ stra fiumara), Velcera, Senia, etc.„ Egli nota dopo Al-bona e Fianona, prima la Tarsattica, poi la nostra fiumara, poi Velcera, Segna, ecc. — Dunque di qua della fiumara e non sui monte alla sponda sinistra, ove e Tersatto, trovavasi la Tarsattica. 5) Meglio ancora spiega Palladio Fusco Patavino, DeoraIllyrici. Egli scrive: "PostArsiam igitur amnem, „ per oram oppida sunt: Albona et Flanona, ultra ad „ stadia 160 occurrit Tarsatica, oppidum prius Germano-„ rum cum amne, quod nune Flumen vocatur, hoc ipso. „ anno, quo haec condebam, a Venelis expugnatum et „ eversum (era 1'anno 1509). Ab eo mille non amplius „ passibus arx est in colle, in quam anliquum oppidi „ ipsius nomen translatum est.,, Questo autore, che seriveva nei 1509 nell' anno in cui i Veneziani eransi impossessati di Fiume, e bruciarono o seco via porta-rono gli archivi del munieipio e dei PP. Agostiniani, de-terminatamente dice, che 1' espugnata citta di Fiume si chiamava in addietro Tarsattica, e che questo nome passd al castello sui colle. 6) Cosi spiega nei secolo 17.° il padre Glavinich, il quale era guardiano nei convento dei Francescani in Tersatto, e poi provinciale deli' ordine. Ei dice in lingua illirica nelle sue Vite di Santi: Fiume S. Vito, che anti-camente si chiamava Tersattica metropoli della Liburnia, e soggetta ai principi austriaci. 7) Antica tavola geografica stanipata in Lisbona, e munita di osservazioni delle academie di Parigi e Lon-dra, mette la Tarsattica nel luogo, ove attuajmente e Fiume, alla riva destra deli' Eneo. III. L' antica Plianas non era ove attualmente e Fiume. Leggesi nel foglio Istria N. 51: Pre Guido, autore del secolo ottavo che trascrisse le notizie da scritti assai piu antichi di lui, parlando delle Alpi Giulie, dice: " Qui montes finientes ipsam Italiam, descendunt ex parte „ ad mare Adriaticum, non longe a civitate Tarsatico pro-„ vinciae Liburniae, in loco qui dicitur Phanas „. Secondo le quali parole una catena di montagne sarebbe scesa al mare Adriatico, non lontano dalla citta di Tersatto nella provincia della Liburnia, pero su terreno, che allora si considerava Italia, dunque prossimo alla provincia della Liburnia ed alla prima citta di questa, Tersatto. — II non indicarsi da Pr6 Guido altra citta notissima del-P Istria, siccome Albona, Fianona o Lovrana, fa ritenere, che questo ramo di Alpi non terminasse presso queste citta, invece indico, che terminasse in luogo, che, per essere počo noto, si espresse qui dicitur Phanas, Po-tremmo dubitare che fosse scritto da Pre Guido Phanas o non piuttosto Flanas, da cui e Flanates; pero osser-veremo, che i Tedeschi dissero a Fiume Pftaum nel secolo 15.° e poi, che in carta del 1500 abbiamo letto =Ad S. Vitum apud Phlavon=: parlando delPodierna citta di Fiume. Ouesto estremo ramo delle Alpi Giulie sarebbe il Nevoso. A vista degli argomenti portati negli anteriori due paragrafi, tanto meno io posso aderire, che il luogo Phanas di Pre Guido fosse qui, ove attualmente e Fiume, quantoche lo stesso esimio scrittore del foglio Istria ne dubita, e .poiche mi pare, doversi formare altro giu-dizio da quelle parole. — Si vede scritto piu volte ©t. 93eit am oi = apud Phlavon = ha Pistessa derivazione, ed.accenna ilS. Vito apud Phlavon, nonseM Phlavon o de Phlavon. Convengo, che la citazione di Pre Guido e un po'imbarazzante; poiche, se intendeva accennare la discesa del Monte Maggiore o Caldiero, a-vrebbe indicato le vicinanze di Fianona come prossime ali'antico romano confine d'Italia: cio non pertanto si puo dubitare della concorrenza in Fiume; poiche abbiamo qui altre discese al mare non procul a Tarsatico, ed il Pre Guido poteva aver sbagliato nel non procul, e la Phanas sarebbe stata ad o juxta o prope Tarsaticam se intendeva 1'odierno Tersatto. Anche il Riger, metten-do AsSesia in Bribir, dice: prope Flumen S. Viti. Cosi prope poteva essere Phanas alla Tarsatica. IV. Esisteva un vescovo Tersaticense. Ouesto veseovato aveva la sede ove attualmente e Fiume. Carlo Magno era nell' anno 800 padrone delPan-tica Giapidia e Liburnia, e fece guasti qui ad Tarsacticam. Appena nell' anno 822, od 840 circa, i Chroboti di la deli' Eneo si resero indipendenti. Nell' anno 803 Carlo Magno aggiudico al patriarca d'Aqui!eja i veseovati: "unum Concor-diensem, alium Utinensem, tertium, qui apud Civitatem no-" vam Istriae constitutus esse noscitur, quartumRuginensem, " quintum Petinensem, sextum Tersaticensem.„ Ottone III imperatore confermo nel 996 questa aggiudicazione ri-petendo quei nomi di veseovati. Non e posta in dubbio 1'esistenza di questi due originali diplomi: ma il de Rubeis nega con pesanti argomenti la verita dei medesimi ritenendoli interpolati. In vista delle circostanze, che diro in appresso, ed in considerazione che i diplomi furono veduti e non con-trastati dal Palladio, io čredo, che i difetti delle date e delle forme si possano aserivere al concipiente, e che la conferma del 996 copiava le parole deli'803.—Abbiamo altri diplomi antichi di esecuzione conosciuta, ove si vede, che il donante od il concipiente seguiva le parole det-tate dal donatario, e sappiamo quanti cambiamenti nasce-vano in quei tempi coi veseovati e loro giurisdizioni. Ragiona il de Rubeis, che altri autori non fanno menzione dei veseovati Utinense, Ruginense e Tersaticense, e che non si conosce, esser stati in attivita questi veseovati: siccome pero sin da quel tempo appartenevano al patriarcato di Aquileja, i veseovati di Concordia, Cittanova e Pedena, il diploma di Carlo Magno, e 1' altro di Ottone III sarebbero pur stati validi per questa porzione. Si sa, che intorno a quel tempo erano grandi pievanie la U-tinense e la Rubinense, quella nel Forojulio, questa nel-P Istria, e cosi poteva essere stata prima delPinstituzione di veseovato, e dopo lo scioglimento, una grande pieva-nia la Tersaticense. Una pievania o parocchia ecclesiaslica corrispondeva alla estensione territoriale del governo civile, di una contea o parocchia civile, e vediamo dirsi gli amministratori o prefetti civili di allora comites paro-cliiani. La prima Modrussa era una pievania, cui nell' amministrazione civile dei Chroboti sovrastava un zupano, che altrove avrebbesi detto Comes paroehianus, e quella pievania apparteneva al grande veseovato Croati-cense. Essendo nell'anno 1070 colPinstituzione del veseovato di Zagabria, cessato il veseovato croaticense, la Blodrussa rimase isolata, e fu per molto tempo capitolo collegiato, amministrato dali' arcivescovo di Spalato sino a che nel 1460, essendo lo spalatense passato sotto il dominio veneto, fu instituito un veseovato di Modrussa. — * Esisteva il veseovato di Segna prima del 1185, ma in quell'anno appena gli fu attribuita sede in Segna con ag-giunta di alcune parocchie, che prima appartenevano al vescovo di Veglia.— Era stato instituito nel 1461 un veseovato di Ottocharcz, che poco ha durato.— Nel Placito istriano del secolo 9.° vedo gran numero di veseovati d' Istria, che poco dopo non esistevano piu. Penso, che nella Tarsattica, in vicinanza di tanti pic-coli veseovati, mentre da Fianona a Segna non vi era altro luogo di qualche considerazione politica o centro di giurisdizione, poteva essere stato un veseovato, che avesse giurisdizione di qua e di 1& deli' Eneo, segnata-mente di qua deli'Eneo sulla Piuka e nell'Istria con quelle 16 parocchie sino Vragna e Berscliecz, le quali poi per tanto tempo appartenevano ali'arcidiaconato di Fiume, e che in seguito, essendosi limitata la sua giurisdizione a questa parte soltanto, fosse cessato il vescovato, rima-nendovi il capitolo collegiato, o la grande pievania colle 16 parocchie minori per passare poi alla dipendenza del vescovo di Pedena o di Pola. Penso, che il vescovato Tersaticense aveva la sua cattedra ove attualmente e Fiume, perche la Tarsatica era qui,— perche in Tersatto non vi e traccia di sede ve-scovile, — perche nei protocolli municipali del secolo 16.° vedo accennarvi cattedrale il capitolo ed il duomo di Fiume,— e perche essendo il capitolo assai antico, in ad-dielro con arcidiacono di giurisdizione, arciprete e 10 ca-nonici con 16 parocchie, e non constando, che mai fosse stato altrove, essendovi memorie sin dal secolo 13.°, che lo pongono sempre in Fiume, e trovando nei protocolli municipali del secolo 16.° accennato P arcidiaconato, qui a tot centenis saeculis existit, devo conchiudere, che la sede del vescovato era qui ove rimase il suo capitolo. Gradišča 1'assicurazione della mia stima, con cui sono di lei divotissimo servitore Giov. Kobler. Cenili su Rovigno. 1708 a Nativitate Dni. Nri. D. O. M. et B. M. laus et gloria. (Continuaaione e fine — Vedi num. anlecedente.) 1709. E di memoria deplorabile questa degli olivi, che sono stati tutti persi in quest'anno 1709 stati seccati dal sommo rigore del freddo, principiato dopo fatta la bene-dizione deli'acque della vigilia deli' Epifania; alla notte fece buora fresoa con freddo eccessivo, con giaccio grande, e conlinuo sino quasi tutto il mese questi rigidissimi freddi a tal segno, che non s' ha memoria de' simili, e fecero sentire li suoi mai effetti con la slrage di tutti gP olivari seccati, in modo che in quest' anno non ebbe olio di sorta, come non fossero olivi; col beneficio poi del caldo diedero segno molti di germogliare, e la maggior parte hanno principiato repullulare dalle radici, na-scendo molte pollette attorno, sperandosi che nei luoghi serrati col tempo, come preservati dal morso degl' animali possino rivivere in poehi anni, quali poi ingioveniti saranno di maggior frutto; ma quelli nei luoghi aperti restarono aCfatto destrutti per non potersi riparare da detti animali. E perche quest' eccidio fu universale nel-1'Istria, il Principe serenissimo invigild alla preservazio-ne impartindo ampla autorita ali' eccellentissimo signor podesta e capitano di Capodistria ad accudire a tal e-mergente, e rilascio ordini rigorosissimi con pene afflit-tive, e di poter sino ammazzar impuni gli animali, che si trovassoro intorno essi olivi, ma niente sono stimate quc-ste pene, facendo tutti a suo modo cosi con gl' animali, come liberamente tagliare col pretesto delli secchi, anco li rami verdi degl' altrui olivi. 1711. Quei poehi olivari, ch' erano rimasti in parte verdi si seccarono anche questi, e polle novelle in quest' anno fecero qualche accresciinento, ma ne aeguitd altro fla-gello, che Nel mese di luglio incomincio una pestilenzia negli animali Bovini, e si ando anco dilatando per gli altri luoghi deli' Istria, facendo strage de' bovi, il che pose 1' eccellentissimo Magistrato della Sanita di Venezia in gran gelosia, e vigilanza, rilasciando rigorosissimi ordini e precauzioni, facendo che siano subito essi bovi morti, sepelliti in profonda fossa, e coperti poi di calcina viva, praticandosi tutte le diligenze, ed avvertenze alle becca-lie prima d' ammazzar d' essi animali. Pier Francesco D.r Costantini Pub.° Nod.° di V. A. per mano fedele feci estraer la presente copia dali' au-tentica carta scritta di pugno, e carattere dali'ora q.m signor Antonio Costantini Pub.° Nod.°, e cio in questo di 2 novembre 1786, ed in fede.... Riempiture. La prima stamperia che si apri in questo litorale fu quella di Antonio Turrini in Capodistria nell' anno 1622, 1'anno seguente alla pubblicazione di una prima gazzetta in Venezia. Lo stampato fu la relazione del passaggio pel Veronese della imperatrice Eleonora. Due anni piu tardi questo stampatore era fissato in Trieste, ove si aminoglio colla figlia naturale di un pa-trizio. In quest'anno 1624 fu stampata la storia della guerra di Gradišča di Biagio Rith, nel seguente 1625 furono stampate le leggi municipali di Trieste in latino colla traduzione italiana del Dr. Cesare Cagnarone. La stamperia triestina fu coetanea ali'instituzione di un'a-cademia letteraria (1625), tutte e due durarono breve tempo. II Turrini stampo fino al 1629 altre cosarelle = versi occasionali, = produzioni occasionali, — produ-zioni academiche = le rime di Giovanni Battista Bratti Giustinopolitano — Porazione di Bortolo Verzi in occa-sione di partenza di podesta da Capodistria; poi non se ne seppe altro. FL • IOVINVS • EX • PP M1LITVM • HISTRICORVM ET-FL • PAVLVS • BIARCVS PATER• ET FILIVS-DOMVM A • FVNDAMENTIS IVSSERVNT • FABR1CARI E di Temesvar. Parla di soldati delle navi sull'1-stro, i quali ebbero titolo dalla flotta I1ISTRICA cioe da-nubiana.