ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno Vili. No. 400 Redazione a Amministrazione: CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 MARTEDÌ’, 24 maggio 1955 Premo 10 din — M lire ABBONAMENTI : Annuo din. 420. semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in c. c. p. TROMBONI SFIATATI Gli sauordi del mondo sull' incontro di Belgrado innanzitutto una precisazione. Riteniamo che vecchi tromboni de! giornalismo fascista di tutti i tempi (quali Gino Alessi, Ugo d’An-drea, Giovanni Ansaldo et similia) non rappresentino in nulla il modo di pensare del popolo italiano. Confidiamo inoltre che essi non siano nemmeno qualificati per parlare in nome del governo italiano. Della prima cosa ci diciamo certi, per la seconda esprimiamo la convinzione nostra che sia così. Precisato un tanto, non ci resta che fare altre debite precisazioni su quanto i citati tromboni scrivono dopo aver trasportato «alla frontiera orientale d’Italia» la loro penna e la loro screditata intelligenza politica. Su quale quotidiano trovino ospitalità e greppia, inutile dirlo. Nessuno più del giornale sul quale scrivono è degno di loro. Per il suo passato ed il suo presente. E nessun collaboratore è di loro più degno per quelle colonne. Da una settimana : tromboni si sono dati agli articoli di fondo per dimostrare: 1) che Attila è alle porte e che le frontiere orientali d’Italia sono più che mai le frontiere della «civiltà occidentale e cristiana»; 2) che le potenze occidentali «costringendo» il governo italiano all’accordo con la Jugoslavia per Trieste «ci hanno rimesso»; e, 3), che essi, e solo essi, sono maestri di «indipendenza». Dunque «Attila sarebbe alle porte» semplicemente perchè le quattro grandi potenze hanno firmato raccordo che restituisce all’Austria la sua indipendenza. E semplice-mente percne tra Jugoslavia ed Unione Sovietica avranno luogo colloqui per normalizzare i rapporti fra i due paesi. Due fatti che il mondo intero ritiene distensivi e corrispondenti all'attuale1 situazione e alla nuova atmosfera che aleggia nella politica internazionale. Per gli Ansaldo (usi a ragionare in termini di «Assi» più o meno d’acciaio) invece il Trattato di Stato austriaco ed i colloqui jugo-so-vietici rappresentano una calamita che «lascia scoperte le frontiere orientali dell’occidente». Perciò si affrettano ad offrire a tutti i Mac Carty di questo mondo la garanzia che — se verranno dati loro milioni di dollari, milioni di soldati e armi a profusione — essi faranno della frontiera orientale d’Italia «l’antemurale della civiltà». Insomnia, i due avvenimenti di pace spaventano, come logico, coloro che sempre hanno fatto professione di odio e di guerra. Coloro, che parlando di «antemurale della civiltà», non fanno altro che confessare i vecchi sogni di trampolini di lancio per vecchie avventure e vecchie «lezioni di civiltà», quali quelle da loro ammanite al mondo con le aggressioni del 1935 in Abissinia, del 1936 in Spagna e del 1939—1941 contro tutta l’Europa. Spaventati dal pericolo che la collaborazione fra i popoli n lasci senza «lavoro», i vecchi tromboni si affrettano dunque ad offrire la loro penna e a promettere la primogenitura del sangue del loro popolo al primo padrone che si degni di prenderli sui serio. E dichiarono tranquillamente che l’accordo italo-jugoslavo per Trieste fu «impesto» al governo italiano dagli anglo-americani. Ossia che il governo italiano rinunciò ai suoi udirittì» per compiacere il padrone del momento. Perchè delle due l’una: o il governo italiano giunse all’accordo di Londra convinto di contribuire alla pace internazionale e a quella del suo paese (come noi ci ostiniamo a credere e come pensiamo che sia) oppure ha firmato quell’accordo solo convinto di fare un« buon affare» pagato in dollari o sterline. Come dimostrano di pensare gli articolisti del «Piccolo». Nel qual caso, secondo gli stessi articolisti, Italia ed occidentali avrebbero fatto un affare magro. Se così fosse — e noi lo neghiamo — il magro affare lo avrebbe fatto la pace di tutti. Come sempre avviene quando le firme ad un documento internazionale non sono espressione di sovranità ed indipendenza dei paesi firmatari. Data questa patente di servilismo al governo del loro paese, i tromboni sopracitati consigliano, richiedono ed insistono perchè tale governo ragionii — in politica estera — in termini di battaglioni, di reggimenti e di divisioni straniere da accampare in Italia per fronteggiare lo «scoperto» alla frontiera orientale. E quasi si offendono di non essere presi in immediata considerazione. Dopo di che si impancano a maestri di indipendenza. Usi a servire, appare loro inconcepibile che piccoli popoli e piccoli stati, abbiano il culto della propria sovranità e vogliano valersene per servire la causa della pace internazionale. Accade così che almanacchino di una Jugoslavia asservita a Mosca, di una Jugoslavia in funzione neutralistica al servizio di Mosca ecc. ecc. Data la loro «coscienza nazionale» e ìa loro «indipendenza» (ampiamente da essi dimostrata quando leccavano i piedi a Hitler col «Patto di Acciaio» e l’esaltazione del Küstenland) i tromboni non possono che essere gli alfieri di quella «cupidigia di servilismo» citata dal defunto senatore italiano V. E. Orlando. I popoli jugoslavi invece sono ben felici di aver scelto — e seguito a prezzo di enormi sacrifici — la strada opposta a quella indicata in ogni tempo dai vari Ansaldo. E di continuare a seguirla. Convinti che un popolo serve la pace solo se opera per la pace. E fà l’interesse del suo paese solo se segue una via di dignitosa e attiva indipendenza. Senza padroni ieri, o senza padroni oggi. In dignità e parità con tutti i popoli. Senza pretesa di fare da «antemurale» a nessuno. Checché ne dicano gli sfiatati tromboni di una stonatissima orchestra. La prossima riunione con i capu: sovietici è in armoniaj^con la 'politica di ^coesistenza del nostro Paesel • • ergasi - 1 La prossima riunicne# ai massimo livello itra la delegazione sovietica e jugoslava ohe avrà luogo a Belgrado, continua ad essere al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica in Jugoslavia ed all’estèro. Non mancano a proposito nella stampa estera commenti basati su un’interpretazione erronea di quella che è la politica estera jugoslava e di conseguenza sugli scopa che l’incontro di Belgrado si prefigge. La «Borba» di domenica, nel suo articolo di fondo, rileva ohe l’arrivo delle massime autorità sovietiche a Belgrado rappresenta in primo luogo un notevole passo nel processo di normalizzazione e di miglioramento dei rapporti statali jugo-sov tetici. E’ interessante tale messa o punto per il fatto ohe numerosi commentatori esteri vogliono le conversazioni belgradesi dedicate in primo luogo ai rapporti tra d due partiti comunisti. Tale supposizione viene in un certo senso avvalorata del fatto ohe a presiedere la delegazione sovietica sia il segretario generale del partito Nikita Hruščev e da un recente articolo apparso sulla «Pravda» moscovita nel quale sdì parla di ideologie e di sistemi comuni tra i due paesi. Dopo aver rilevato che la Jugoslavia attua una conseguente politica di coesistenza attiva e di attiva collaborazione tra tutti i popoli e gli stati, la «Borba» continua: «Sulla stessa linea, la Jugoslavia tende a normalizzare i rapporti statali ju-go-sovietici senza considerare le differenze nelle loro .istituzioni, si- tare esclusivamente di stata è qui ancora più esplicitamente messo in rilievo poiché vengono sottolineate appunto le differenze dei due sistemi politici, k cui esistenza sarebbe un ostacolo a una fruttuosa conclusione dell’incontro, qualora le conversazioni venissero .affrontiate dal lato ideologico. suo risanamento riceverebbe un contenuto più oonoreto contribuendo nello stesso tempo ad aumentare la reciproca fiducia e comprensione nel mondo e ad un uso più efficace delle gesta pacifiche e concrete che oggi vengono fatte sia ad Occidente che ad Oriente. La prossima riunione di Belgrado Nello stesso articolo si espongono è in completa armonia oon da po- anche gli scopi più particolari delle làttea di attiva coesistenza sin qui prossime coversazioni: «Tutto ciò crea le possibilità obiettive che alla riunione belgradese si accetti una dichiarazione comune rappresentante il bilancio delle conversazioni: cioè fino a che punto si è giunti nei rapporti statali Jugo-sovietiCi; nel quadro dei principi sui quali dovrebbe isvilupparsii la collaborazione intemazionale.» E fuor di dubbio — continua la «Borba» — che sarebbe di grandissima importanza per la stabilizzazione mondiale l’accettazione e la formulazione chiara di elementi sostanziali della poljiltica di attiva coesistenza quali sono la parità di diritto di tutti i popoli e stati, grandi e piccoli, un rispetto conseguente dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità di tutti paesi, il diritto di ogni popolo e di ogni paese alla propria difesa in armonia con la carta dell’ONU, la non ingerenza negli affari Interni di altre nazioni, la condanna di ogni aggressione, del’espansionismo e del 1 egemonismo, il rispetto reciproco tra le nazioni e la loro attiva reciproca collaborazióne, la soluzione di tutte le vertenze e problemi aperti perseguita dal nastro Paese ohe contimjerà ad attuarla nello spirito dei principi e degli scopi chiaramente e più volte proclamati. In oooasiofae delle celebrazioni per il decennale della Liberazione, il Maresciallo Tito ha passato in rivisita i reparti della prima Divisione Proletaria a Posltumia. Nel discorso pronunciato in tale occasione, egli ha messo in rilievo il 'glorioso cammino percorso dalla Prima Proletaria. Egli ha sottolineato che ci troviamo in un’epoca di normalizzazione della situazione internazionale, epoca in cui le prospettive della pace sono di giorno in giorno migliori. «Nonostante ciò — ha aggiunto il compagno Tito —-noi dobbiamo perfezionare ulteriormente la nostra armata non perchè vogliamo qualcosa di altri, e perchè vagliamo fare la guerra, ma perchè vogliamo essere forti, perchè gli uomini ci rispettino, perchè oggi ci troviamo ancora in un tempo nel quäle gli uomini apprezzano più la forza che le qualità morali.» sterni e concezioni politiche ed è per vie pacifiche ed altri principi convinta che il prossimo incontro Hamomratw« < belgradese darà i suoi frutti in questo senso». Dunque, che da parte democratici. Sulla base dii questi principi de-!; mocratici di collaborazione interna- BREVI šio senso», vunque, one aa parie muoraiuoi cu eonaDorazione iHDtema-* ^-------------------------------- jugoslava si cercherà di dare alle zionale, lo scambio di idee sulla ai-j * SECONDO QUANTO conversazioni belgradesi un cara*- (unzione mondiale e sulle vie del' un’agenzia d’informazio SI VOGLIONO BOICOTTARE GLI ACCORDI DI GINEVRA MANOVRE INTORNO PERICOLOSE AL VIET-NAM Fra due mesi in Indocina dovranno, in base agli accordi di Ginevra, riunirsi i rappresentanti del Viet Nam meridionale e del Viet Nam settentrionale per concordare i modi e le condizioni della campagna elettorale in visita delle elezioni che nel luglio 1956 dovranno decidere sull’unificazione del Paese. A due mesi da questa prima scadenza ginevrina non si può dire che la situazione sia chiara nel Viet Nam, particolarmente a Saygon dove le rivalità interne vengono rifocola-te da pericolose manovre internazionali tendenti a mettere in forse le stesse decisioni della Conferenza di Ginevra. La disputa fra l’imperatore Bao Day, da Cannes, e il primo ministro Ngo Di'em, da Saygon, potrebbe risultare non pericolosa per la pace, e magari chiarificatrice. Così come il conflitto aperto fra le forze del governo di Ngo Diem e le truppe dèlie varie sette religiose e politiche. A patto però che su gli uni e su gli altri non influisse l’azione, ormai quasi ufficiale, di quelle forze che tentarono inutilmente un anno or sono, di opporsi alla conclusione di una tregua per l’Indocina. Lasciate a se le forze che si contrappongono nel Viet Nam Meridionale, esse finirebbero con il risolvere direttamente le loro questioni ed il popolo dei due tronconi vietnamiti finirebbe col-far prevalere la sua volontà in senso democratico ed unificatore. Le interferenze straniere invece perpetuano ed aggravano i dissidi e denunciano il chiaro scopo di perpetuare la divisione del Viet Nam se non addirittura di riaprire in tutta la sua pericolosità il conflitto indocinese che la conferenza di Ginevra ha chiuso dopo sette anni di spargimento di sangue. Nella attuale situazione internazionale, caratterizzata da schiarite distensive, ogni indice di politica di intrigo e di potenza non può che allarmare. Anche se si riferisce ad aree lontane e periferiche della diplomazia internazionale. Dopo i chiari motivi della conferenza di Bandung, ogni tentativo di ingerenza negli affari interni dei popoli asiatici non può che accrescere le diffidenze dei popoli coloniali e dei Paesi che solo da pochi anni hanno conquistato la loro indipendenza. Allarme e diffidenza che potrebbero solo rendere più difficile il cammino di una vera pace quale il mondo auspica. Purtroppo attorno al Viet Nam non solo non mancano gli indizi di intrighi ed ingerenze straniere, ma si sono avute conversazioni fra i rappresentanti di due grandi potenze i (qua.li hanno preso decisioni in merito all’Indocina senza consultarne la po- IL PIU' QUALIFICATO «Nel concludere la sua omelia il vescovo Santin ha ricordato con parole di profondo rammarico e commozione il dramma della terra istriana e del suo popolo. Nessun calcolo politico, nessuna esibizione di falso nazionalismo vi è nel doloroso, incessante esodo dei nostri connazionali — egli ba soggiunto —; una feroce persecuzione ohe dura da dieci anni continua a cacciare via queste famiglie, quesiti bimbi, questi lavoratori chini sulla terra, chini sulle reti, a cercare onestamente il pane ohe la loro terra e il loro mare avevano sempre assicurato. E mentre questa iniquità viene consumata quotidianamente, si scambiano discorsi di buon vicinato, si firmano inutili carte; ma nessuno si muove ad impedire una tale Agno-xninma.» (Da «Il Piccolo» dali' 11 ' ap). Così coloro cui poteva apparire una esagerazione oppure uno spunto polemico il fatto che a Trieste si è inscenata una solenne messa domenicale per diffondere dal pergamo di S. Giusto e sulle onde della radio l’odio razziale antislavo — perciò da noi definita «La messa dell’odio» — ritraggono una nuova conferma di quella realtà, ribadito per lunghi anni su queste colonne. La nuova prova è stata fornita da quel vescovo usurpatore della diocesi di Trieste, che non ha esitato a violare le prescrizioni liturgiche per conferirà), col generoso contribrfo della municipalità di Trieste, alla messa domenicale di S. Giusto uno spiccato tono teatrale che serva da richiamo per l’azione di propaganda. Nel caso in esame, affinchè il successo risultasse maggiore, il ve-, sito i più eminenti titoli di merito scovo Santin ha approfittato della per essere bollati dalla storia col solennità religiosa della Pasqua per marchio dell’infamia per quanto è versare lacrime di coccodrillo sul successo e sta succedendo nella ter-«dramma della terra istriana» dove ra istriana, riteniamo inutile spen-— servendosi dei suoi fidi collabo- dere parole per sbugiardare il falso rotori, dei suoi C. L. N., delle varie pastore. Ciò che invece è da rile-Marie Pasquinelli e col generoso vare sulle, «feroci persecuzioni» profluvio dei miliardi sia del go- fabbricate dal vescovo Santin, è il verno di Roma che della Pontificia coraggio di cui hanno fornito lumi-commissione di assistenza — tutto nosa prova gli intellettuali italiani ha fatto e sta facendo per creare che,j, autoproclamandosi «persegui -«la terra bruciata» con l’esodo a pa- tati perchè italiani», per primi si gamento degli italiani. E che anche sono affrettati ad abbandonare la in questa circostanza l'odio semina- «trincea della italianità nella terra to dal distributore delle benedizio- istriana» per assurgere al ruolo di ni dai balconi delle case del fascia «cacciati via» con la propria mobì-abbia avuto la massima diffusione, lia e gli altri beni mobili al proprio nessuno può contestarla. Basti il seguito, ben caricati in autotreno e fatto che propria in quel giorno la con le spese di trasporto a carico rete radiofonica italiana ha messo del popolo italiano. Strano inoltre c » in sottordine financo il regnante appare il fatto che certe persone, i pontefice di contro al suo «assistente cuj nominativi corrispondono alle seat. soglio» ossia al vescovo Santin, t; inf2ia|i v s. — P. G. — P. ponendo in onda nelle trasmissioni j? _______ j q _____ p y A ________ g p serali non già la «allocuzione pa- A M\ __ G q _ je qimU 'non squale al monda cattolico» del pn- miHerfì ddh ,oro Ua_ ino, bensì le parole ai aizzamento ' . , allodio del secondo. Il che rivela hanita che le spmge a non farsi a servizio di chi e di quali circoli scrupolo di ricorrere a qualsiasi . . 7 . _ , mezzo per indurre gli italiani a far- sia triestini che romani si trovi e <, e con ciò a inse- open la BAI. Questo fat o compro- ^ nd /o ai laburisti, il 5% ai liberali e soltanto lo 0,5% al partito comunista, ai nazionalisti e agli indipendenti. Anche se i laburisti ottenessero la maggioranza dei voti, non è detto che debbano risultare anche vincitori. Alle scorse elezioni i laburisti raccolsero 230 mila voti in più dei conservatori, ma persero la maggioranza al parlamento. Data la concentrazione degli operai nelle città e la disposizione dei distretti elettorali, ai laburisti è necessario il 2% dei voti in più per avere alla camera dei comuni lo stesso numero dei seggi dei conservatori. PREZZI POLITICI o prezzi economici? Uno degli argomenti più dibattuti al recente Congresso dei Sindacati della Jugoslavia è stato quello dello standard di vita. Sull;'argomento ;ci sarebbe molto da dire, come anche sulle canse che determinano la stasi nelle paghe reali dei lavoratori, stasi che è in contraddizione con la linea costantemente ascendente della produzione. CI soffermeremo, per esigenze di spazio, solo su di un argomento, trattato al Congresso, poiché l’applicazione delle decisioni, scaturite dalla discussione in materia, sono destinate ad avere una vasta ©co nella nostra opinione pubblica. Si ieria è destinata ad avere una vasta ri alimentari (pane, grassi e zucchero), degli affitti e di alcuni servizi comunali. E’ noto che i prezzi politici, nonostante le compensazioni concesse dallo stato, rappresentano un freno alla produzione, so non altro perchè tra il produttore ed il mercato s’inserisce un fattore amministrativo, il quale, appunto perchè tale, non possiede sufficente elasticità per potersi adattare alle varie situazioni ed esigenze del mercato. Oltre a ciò, i prezzi politici hanno un’influenza diretta sul consumi • particolarmente sul tanto deprecato ed esagerato consumo del pane in Jugoslavia (prima nella media mondiale), che non è dato tanto dai consumi operai quanto da quello degli agricoltori. Ad esempio, in determinate circostanze (del granoturco sopratutto) i prezzi di alcuni mangimi, destinati all’ingrassamento dei suini, supera di gran lunga l’attuale prezzo del pane. I contadini, ed è purtroppo un listama usuala, vendono il propria graneturco a par l’ingrassamen-ta dal suini acquistano H pana. Inoltre, i prezzi politici, in fondo, non sono che una forma apparente e illusoria di mantenimento dello standard di vita a un determinato livello poiché i rimborsi dello stato e le dotazioni di copertura dei passivi nelle aziende comunali, in ultima analisi sono i lavoratori a pagarli. Hanno di positivo il fatto che garantiscono la stabilità dei prezzi a differenza di quelli economici, soggetti alle oscillazioni del mercato. Al Congresso dei Sindacati è stata proposta l’abolizione dei prezzi politici rimasti ancora in questi settori e il passaggio ai prezzi economici. Gli aumenti, derivanti da tale passaggio, dovrebbero essere compensati da corrispondenti aumenti delle paghe e di tutte le altre indennità percepite dagli operai, dagli impiegati e dai pensionati. La proposta ha incontrato una notevole opposizione da parte di alcuni delegati, basata sul fatto che la produzione, le capacità produttive e la disposizione attuale degli alloggi non sono tali da frenare le oscillazioni oppure anche il graduale aumento dei prezzi economici, oscillazioni • aumenti che non potrebbero essere accompagnati, per evidenti motivi di vario ordine, da corrispondenti aumenti o meno ancora oscillazioni delle paghe. Fra le due opposte tendenze, si è giunti ad un compromesso, decidendo di proporre agli organismi statali l’abolizione solo dei prezzi politici del pane e dei grassi, generi per i quali 1’esistenza di riserve statali à garanzia di stabilità dei rispettivi prezzi. Il Congresso ha inoltre proclamato ehe nessun passaggio deve danneggiare l’attuale standard di vita dei lavar« k©ri. M. B. Entrambi i partiti si sono imps-gnati nella campagna elettorale, piuttosto amorfa nei suoi inizi, con programmi che poggiano principalmente su parole d’ordine di politica estera. «Pace nel mondo e pace in casa» è il motto dei conserva-tori. «Benessere e pace nel mondo» quello dei laburisti. In effetti, il «LEIT-MOTIV» dii entrambi i programmi è la pace: quindi tema squisitamente di politica estera. I conservatori puntano le loro speranze Sulle carte di Eden. Affermano: non si adopera forse Eden oon tutte le sue forze per la pace nel mondo? Non è sfiato forse durante il governo conservatore che si sono spanti vari e pericolosi focolai di guerra? La conferenza di Ginevra non è forse Opera di Eden? E la prossima conferenza quadripartita non è forse un successo comune dell’attuale premier e dei suo predecessore Churchill? In realtà, la conferenza quadripartita è il tema principale di tutti i comizi elettorali dei conservatori. I laburisti non mancano però di rispondere a tono. Sono state forse esaurite tutte le possibilità dalla diplomazia britannica durante il governo conservatore? I soli negoziati al mas'simo livello non sono sufficienti per la pacificazione nel mondo e forse che Attlee il quale ha già trattato con Stalin, Truman, Maljenkov, Bulganin e Mao Tze Tung, non è la persona più adatta a partecipare ai prossimi colloqui con l’Unione Sovietica, Attlee che è un socialista e può facilmente trovare un linguaggio comune con gli uomini dell’Oriente Europeo? Ber quanto riguarda i programmi di politioa interna dobbiamo anzitutto cdnstatare una certa cautela in quello dei conservatori. Contiene alcune constatazioni generali, ma poche proposte concrete. Si afferma che l'economia della Gran Bretagna è andata continuamente consolidandosi negli ultimi anni e che il popolo guarda con fiducia all’avvenire. Poco si dice di quanto è stato fatto e ancor meno di quan-toto si intende fare. I laburisti, da parte loro, accusano i conservatori di non aver mantenuto fade alle promesse elettorali del 1951 e constatano che dopo 4 anni di governo i prezzi dei generi di largo consumo sono aumentati del 13% mentre i salari solo del 4%. Il valore della sterlina è sceso di 17 scellini. Per i conservatori è certamente difficile dimostrare agli operai che le loro condizioni. di vita sono migliorate, se questi, buste paghe e lista delle spese alla mano, comprovano il contrario. Non vanno certo poi a vantaggio della campagna elettorale dei conservatori i continui grandi scioperi. Per ricordarne soltanto alcuni, menzioneremo quello lunghissimo degli elettricisti e dei meccanici delle tipografie londinesi che per lunghe settimane lasciò la capitale britannica senza quotidiani e periodici, quello delle miniere del carbone, dello Yorkshire conclusosi in quesiti giorni, quello dei minatori della Scozia e quello dei lavoratori portuali, iniziatosi lunedi. Un piano decennale per> lo sviluppo turistico del Capodistriano CAPODISTRJA, 21 — E’ stato dato recentemente in discussione il ■proigetto di un piano decennale per lo bvtìhippò! del 'turismo nel Capodistriano. Siooome l’arigomen-to, per la sua palpitante attualità, desta largo interesse fra la popolazione locale e essendo d’altra parte giusto ohe l’opinione pubblica partecipi attivamente alla soluzione di un problema per essa tanto vitale, riteniamo opportuno, come a suo tempo promesso, parlarne più ampiamente. LE PROSPETTIVE Per la sua lega geografica, òhe permette il comodo e rapido afflusso di turisti dall’Europa centrale e settentrionale, dima ideale, pittoricità e varietà di paesaggi, ecc.) la costa istriana del Capodistriano rappresenta gauajato di più ideale si possa pretendere. Non solo. Essa completa, fondendosi in una sola unità territoriale, le attrattive turistiche della Slovenia, realizzando il binomio «mare—montaignal», unico nel suo genere per le comodità e la brevità delle comunicazioni. iMa a questi requisiti basilari, non corrisponde, in verità, l’attuale attrezzatura turistica, per cui il potenziamento delle capacità richiede 1’intervento e l’aiuto dilla Repubblica popolare slovena che nella sua politica turistica, deve prestare le maggiori attenzioni a questo territorio, mentre il distretto di Capo-disitria, dal canto suo, deve considerare il turismo quale uno dei suoi rami economici fondamentali, cosa che finora non è avvenuta. Esistendo, infatti, ogni presupposto per un più rapido sviluppo del turismo (quivi compresi principalmente gli 'investimenti nelle attrezzature) esso rappresenterà senza dubbio una fonte ricca, e quel che più conta, stabile del reddito pubblico. IL PROBLEMA CENTRALE In base a precisi dati statistici, il turismo rappresentava nell’anteguerra, nonostante la grande concorrenza dei centri sul versante adriatico occidentale, il secondo ramo in or- dine d’importanza nell’economia di questa zona, inferiore di poco all’agricoltura, partecipando nella misura del 20% al reddito pubblico. Questo nel 1941, in pieno periodo bellico, quindi. Il Comune di Pira-no ad esempio, cui appartenevano 'Forforose e Strugnano, aveva una capacità in gran ve e: na j ■ d parte ottusi. Mia moglie la (11» dei pomo ori, poi pas guardò e riguardò e con or- si sono aperte mostre ed esposizioni che già da una set- mente, percorrendo più sicu-timana richiamano molti vi- ro la via più fedele all’irn-sitatori. Per la precisione, pressicnismo. Qualche nota ben nove sono le sale che superiore in alcune panora-ospita.no le mostre in questio- miche. ne; alcune di queste sono da Alli'auitostamane la (sotdie-consideraisi manifestazioni tà filatelica ha allestito, di prim’ordine, come ad e- con l’ausilio idi apassionati senapi© la ricchissima e rara attivisti, una davvero ricca raccolta di riproduzioni fo- messe di collezioni, mentre toigrafiche che trascina il vi- l’organizzazione dei sordo-sitatore veramente in una muti espone nella sua sede «Pola attraverso i secoli». un’interessante studio illu-Qiueista collezione, ripro- strato della vita e dell’istxu-dotta dall’obiettivo di Alojz zione offerta agli stessi. Po-Orel, è ricca di ben 140 co distante è aperta una ras-esemplari di tutte le epoche, segna esperantistica molto inmentre accanto ad ogni vec- Pressante, ehia copia spiccano le at- La Camera degli artigiani tualj panoramiche ohe iralp- ha nella sua sode alcune mi-presentano gli stessi angoli gliaia di campioni, Oipera visivi. Agli occhi di chi d'cjgni ramo statale, eoope-guarlda sii presentclao certe rativistìco e privato dell’atti-riprese che mostrano quan- vita artigiana. Questa è la to la città abbia mutato con prima esposizione del generi correr degli anni. Con re e desta molto interesse, questa esposizione, onganiz- come del resto quella degli zata dalla Società polese, sono Stati, ricomfer Radio Capodistria ASCOLTA E PARLA Corso di inglese 10 lezione Nelle lezioni precedenti »vete imparato a parlare di oggetti e di persone rispetto alla posizione da essi occupata. Diciamo per e-jsempio: This man oppure This table, parlando di un uomo o di un tavolo che ci sta vicino. Se invece l’uomo o il tavolo in questione si trovano fuori portata di mano, diciamo: That man is hare. That man is there. Sapete pure parlare di oggetti e di persone in una maniera generale dicendo: a turistica allievi della scuola dell’indù- n)an’ a dog’ * cat’ a house' °r*’ stria navale al Mercato, ope- alle pere, poi alle „elanzane. Giunse perfi-to, non so per quale Ägione, a fare la cura dell'insalata. Mi ricordo bemis-jimo di questa cura, perchè per tre mesi di fila dovetti cangiare insalata e insalata, jìenit’altro che insalata. Ed all? fine dei tre mesi ero diventato di un bel colore gial- goglio disse: «Ho fatto un bel lavoro.» Io non le risposi nemmeno e sdegnato mi cacciai sotto la tenda stanco morto per la fatica. Avevamo due lettini campo, piccoli, modesti dolci e la lingua penzoloni quasi ad aspettane una parola di ringraziamento per avermi leccato i piedi. Impugnai un legno e la minacciai. Mi guardò " lungo, presa. Poi gli occhi le s cero minacciosi e battè con uno zoccolo per terra. In una simile situazione il bastone giova poco. Valgono da di più le gambe. E mentre Mi la vacca si metteva a testa oltre alla parola «a» ne esiste una altra che non abbiamo ancora u-sato: si tratta della parola «thè», detur- tò'graf ica ohe'segue ìedeìmen- che denota una persona o un og- meti il senso artistico e le ra dei futuri canticrimi. La cf|pap:l'tà tjacniche dell’Oral. settima mostra è quella fo-appunto, la pazione dei testi originali te lo sviluppo dei nostri goMo sP8Clflco dl CU1 s' sta pir‘ delle vecchie stampe. maggiori obicttivi industria- Iando m un det8rmmato Interesente si presenta poi li, mentre merita anoora Stato ascoltando- '““S“’1 ln la .piima mostra della sezio- menzione quella belila colle- una stanza normale comP<>sta da di belle arti, allestita ad zione di lavori presentata quattro pareti m inglese walls, ' ' Circolo della dalle allieve della scuola pro- un Pimento - in inglese floor, ori vi espon- fessicnale ed economica fern- u,‘ soffitto ,n mglese ceiling, gono 60 lavori ad olio, ac- minile, dalla quale usciranno ne iniziativa del Marina. 16 autori vi espon- Guardatevi intorno ora ed indica- * accorsi subito troppo piccali, gambe mi sporsero fuori dal ga precipitosa abbandonandolo e pesavo qualcosa co- polpaccio in poi. Ed io non do il legno-. La bestia si mine 20 kg. di meno. Mia mo- b° una sfatura straordinaria, se stille mie orme e mi a-,je ;nvece s’era ingrassata. Sono alto un metro e sessan- vrebbe di certo raggiunto «ventosamente ingrassata. ta ad anzi spesso mia moglie (anche se da giovane ero diamente in seguito venni a mi dice: «Mario, carissimo, tu uno specialista dei cento me-fapere che le lunghe pa&seg- &'ei troPPo piccolo per me.» tri piani) se non mi avessi Late con cui lei accompa- Per inciso devo dire che mia trovato davanti un albero nava la cura facevano capo moglie ha un metro e ein- sul quale mi arrampicai con .A una solitaria osteria del- Quantadue di altezza. tutte le energie che avevo che erano bassa per investirmi con le Londra. Ispezione allo scheletro del dinosauro del museo di storia naturale quando le lunghe corna, mi diedi a fu- buonie (lavatrici ,qia neha te oo1 dito> 1 utla dopo 1 *ltr*’ le vita economica che in quel- pareti deUa stanza dovo vi tro’ opere di due'pittori accade- la domestica. vate- m'ntr* io stesso indi®»nd» mici. In Via I. Maggio nel- In genere, si può dire ohe quolls dcl!* mia' dlC0 lo stesso tempo Antonio Go- questa sia la prima volta glia esponeva 56 quadri, la che a Pola si svolgano oosn- LETTERA DA VIENNA LA PIU BELLA DOMENICA AUSTRIACA That is a wall . . . and that is . . . and . . . that is a wall . . . and . . . that is a wall . . . Ora indicando il pavimento diciamo : That is tha floor. Guardando in su, diciamo: That is tho ceiling. Ecco ancora dua precisazioni. La stanza dove mi trovo ha due finestre — in inglese windows, — mecialità filetti di manzo e Y j: o---------—_ prio ero stanco. Poi improv- Per tutto a periferia, che aveva come . corti e nan corth Pre" ancora in corpo. si subito sonno perchè pro- La vacca assistette alla mia w sera («Da# il pomeriggio e primo giorno dell’Austria li- Babilonia e Giudea, re di tut- Stadtpark è più semplice- la fine dell’occupazione stra- 8 una P°rta- Indico col dito una s schoenstm o- bera, non Vienna, che ha as- t’i luoghi celesti e terrestri, mente: indipendenza nella niera. Musi duri e scuri al dopo raltra 18 due fin8str8 8 di- salita e poi si mise tranquil- esterreichische Sonntag» — sistito alla firma del trattato nato e cinto di gloria, re di collaborazione fia i popoli. Caffè di Amaducci, luogo di That 1S a window . . . and.. Come ebbe più o meno a di- ritrovo di tutte le persone ™at is a wmdow- Ma parlando re il vecchio generale Koer- delle quali non si conosce dell’umca Porta d’ingresso di que- .^mo di insalata naturai- visamente mi svegliai. Mi lamente a brucare l'erba ai ^ P» bella domenica austria- di Stato, non il popolo che Gerusalemme rivolgiamo a '° . ’ c sembrò che crollasse il mon- piedi dell'albero a significa- co —• la chiamano i trienne- ha fatto ala alle vetture dei voi, imperatore, e a tutti i „ , , Dunque mia moglie decise do- Un cumulo di rumori, di re che m’ero mtìsiso in salvo *) una fitta pioggerella ha quattro ministri degli èsteri vostri sudditi la nostra paro- ner, Ü presidente socialista con precisione l’attività. Oggi dlC0; ™ “ ths door ri campagna ed io da strida orrende, di canti acu- si, ma che se fossi disceso tentato di tormentare Vien- delle potenze occupanti ap- la. Annunciamo che inonde- màrito comprensivo accettai. tissimi. Sollevai il capo stu- avrebbe pensato lei a met- na. Turbare la gioia popola- plaudendo nel più sincero dti remo con la guerra il vostro Son crediate che ci fu da Pefa,tto> inorridito. E mi por- tere a po-sito i conti in so- Te> velare di nebbiolina gli modi. paesello». Qui il vecchio he «arte sua intimidazione- ri- ltai una man° all’orecchio. I speso. Meno male che all’al- edifici illuminati, il superbo La, Paggio — se è conces- un sorrisetto arguto e sorvolisi persuaso soprattutto rumori cessarono per incan- ba un cane fece fuggire la castello di Schoenbrunn, i so l’apparente assurdo della Repubblica austriaca. i trafficanti, i contrabbandie- Ri°aPitollamo. indicherò successi-Theodor Koerner, generale ri> * lenoni che procuravano «™ent8: una delle quattro pareti paesello». Qui il vecchio ha dell’imperìal regio esercito donne agli occupatovi, i «fi- della stanza’ 1 pavimento, il sof- un sorrisetto arguto e sorvo- fino al 1918, divenne sociali- nanzierì» che compravano ad htto- una deIIe “aestre 0 flaal- au . ... ____ _____ __oo____________________________________ , . ha la alcune righe. Si rifà serio sta subito dopo la catastrofe est, 0 ad ooest metalli gabel- “entV Port*’ Th*‘ “ * W*U’ ™ ja ^questione dev'la cura e m* ritrovai sul palmo vacca e così potei ritornare viali del parco, le alture del sottolineato la giornata di so- e legge: «Calpesteremo il vo- del primo conflitto mondiale. Ver cipolle o stupefacen- a ls t * oor- -at ls t!la idle ciliege e per lo spasi- della mano un grillo che, alla tenda. Mia moglie s’e- Semmering rutilanti di bici, le del popolo austriaco. A se- stro paese e lo consegneremo Tentò di opporsi alla cata- tl possati per bicarbonato. “?• no che in quel momento per eternare i suoi senti- ra appena levata dal letto e dal neon modernissimo ai ra> migliaia e migliaia di vi- alla spada e al fuoco. Innanzi- strofe del secondo conflitto Oggi tutta questa gente ve- a 15 a wm o«- i» is thè d.»r. smeva le labbra di mia mo- menti melodiosi, non aveva con voce allegra mi accolse tradizionali palloncini di car- ennesi se ne sono andati al tutto, però, ordiniamo di at- mondiale e i nazisti lo rele- de finire il suo regno o, per nltss*n^,a * p°r *' trovato sede più confacente dicendomi: «Fai bene ad al- ta. Una giornata di pioggia Prater, sono saliti sulla Rie- tonrtarr-.; nalln rsttn ,1; an*n*,r, ,v, ,1; ir, mr,„n 7- ip® °' * 1S 18 oor- Av»n- V. ; „ J z z. : _________r . ri i i •. i » il . r o n ri anirv\Mv ttnAi/I/ ite. G/PC- C*l/7 CPt/C/G _ r fino a renderla uggiosa qual- metri di altezza (mentre ùi Riuscii peraltro a convin- che u mio orecchio destro, zarti presto. Il mattino ha che avrebbe potuto rovinare senrad solo per godersi da na affinchè possiamo tagliar- ttrlache il miglior sistema Mia moglie continuava a l’oro in bocca.» - ... • *“* ^ '----- ^ ferie era ac- dormire tranquillamente, ed (»raparsi in un magnifico 10 irato contornato da alberi »1 mezzo del quale si sa tenderci nella città di Vien- garono in campo di concen- lo meno, diminuite le possi- . iffinchè possiamo tagliar- tramento. Dopo il 1945 fu biliià di accumular milioni ' ' otn r*y' la testa. Annienteremo Borgomastro di Vienna e poi alle spalle di tutto e di tutti. JOAN: Hell° Mr- Morris. i l’economia austrìaca INS.: Hello, loan. Avanti, avanti. tìbe elevata la nostra tendi Veramente all’inizio non m della mia opinione, ed mi gli inquilini del piano tratto, in seguito, mi dissert che le loro scommesse toano 10 contro 1 per mia toglie e che io avevo fatto Nere loro somme ingenti sei confronti degli abitanti itila cas'a dirimpetto. Dopo però quando le feci rile-'«re che i soldi che avrem-oo dovuto pagare per l’al-/rgo, con la tenda sarebbe-m stati risparmiati, si arre-se e si convinse che era melili) l’aria pura della tenda the non quella putrida delle tifflere d’albergo. Arrivammo regolarmente a KX, un bel paesino dell’I-*ria e per la prima notte Avemmo cercare una camelli albergo perchè la ten-con tutti gli annessi e essi, che avevamo spetto come bagaglio appres-ito, regolarmente l’avevano tanziata di diverse stazio-Cercammo la camera, ma ■te erano occupate e fu giocoforza trovare asilo s'u |tta panchina di un discreto Ordino, che aveva come u-tta cattiva caratteristica di re troppo dura e di non ire provvista di imposte. Con le ossa rotte di primo Ir-*ttino, alla stazione, avem-la gioia di assistere all’ar-della nostra tenda. Me " misi sulle spalle e ci in-t?mninammo verso una lo-J'tà distante cinque o sei ‘ilometrii che sembrava Ila apposta per noi. Anche moglie era contenta per- ii- sul posto alberi di citte si inseguivano uno die-r° l'altro. Cominciai ad essere sitan-’’ òopo i primi due chilo-^ri. La tenda con tutte le ,ie suppellettili pesava ab-tttanza e poi il sole veni-D giù a picco a fiaccare i Mùscoli. Il sudore mi cola-ä dalle gote a rivi ed ogni j 1° andavo a sbattere con Diedi su qualche pietra j”e (i° penso lo facesse con jtt arte) , sporgeva dal ter-l110- Ad un certo punto mi Vetti fermare perchè non ìf Potevo più. I paletti del-,. lenda mi avevano scorti-,l° la schiena, da una scardila suola pendeva come 1,‘a grande lingua. Mia mo-,'f comprese la situazione f tti disse che potevo/ fer-„'"'mi. C’era un alberello ttminzito che in mezzo a No Ni N sole gettava un pò di ra sulla strada torrida. ,1 doglie si fece premura, non aveva portato Nrieno le valigie, a porsi l’ombra benefica con la iTa che io ero sudato e che avrebbe potuto forse far e un pò di frescura. k K altri tre chilometri fu- i, - una tragedia. E come fcv .latto questo non fosse ba-I 0 dovetti ritornare indie- .. Riuscii a frenarmi in tem- siasi festività di una grande h ruota girando lo offriva o tutto e faremo in modo che presidente della Repubblica Oggi __________ , , non trovai di meglio che po. So soffrire in silenzio, città. Ma non il 16 maggio, le toglieva ai loro occhi) il anche Fultima creatura spa- q garanzia che la presenza produce quasi il 250% di ciò IOAN,- Think you, Mr. Morris. panorama della prima serata risca dalla vostra terra. Sot- dei socialisti al governo fa- che produceva nel 1937. Ha ins.: Tu cì puoi fare un gran di Vienna libera. La grande toporrem-o grandi e piccoli cesse si che il frutto sociale ricostruito oltre 100.000 case. UN RECORD DELLA NOSTRA CINEMATOGRAFIA MOMENTI DECISITI (Dal nostro corrispondente) Luibiana, maggio. Un nuovo record dell’iimdustria Qijnemafografiio* nazionale. L’ottavo film sloveno «Momenti decisivi» (Il fiume rosso) è stato girato e preparato per 1« proiezione- in soli 66 giorni! Questa sua vittoria la Triglav Film l’ha festeggiata molto, modestamente. Il film, che già si proietta nelle sale einematografìphe affollatissime, ha riportato enorme successo non solo per la sua interessante trama, ma anche per il suo -alto livello artistico. La «prima» è stata presentata ai delegati del congresso degli ex combattenti a Lubiana, dato che il film è stato ultimato appunto nella ricorrenza del decennale dell* liberazione. L’idea è del regista zagabres« Branko Belan. Ed eoooci al contenuto: Il ferito giunto in autolettiga all’ospedale è uno sloveno che viveva nell’ille-galità. Perciò al dottor Koren (Stane Sever) non è difficile veder chiaro sul rigoroso ordine ricevuto dai «domobrani» di salvare il degente a qualunque costo. Egli decide di salvarlo, sì, ma idi preparare contemporaneamente un piano per 'la sua fuga. La «sorella Maria» provvede a dare il sonnifero ai domo-brani ohe piantonavano il ferito. Tutto sembra andare per il meglio quando avviene l’imprevisto. L’ufficiale domobrano si sveglia ed adirato uccide il portiere. La stessa sorte toccherebbe al primario dott. Koren se questi non scaraventasse contro l’aggressore un candelabro, freddandolo. Ormai jbiscigna decidersi di abbandonare in fretta l’ospedale. Loro primo rifugio è una famiglia operaia della periferia. In seguito riescono a p'assare .di posto di blocco ed attendono la pattuglia parti-giana di collegamento ohe li porta al fiume che fa da confine tra il territorio oqoup'ato e que,Tlo liberato. Il loro tragitto è reso difficile dalle gravi condizioni in cui versa il ferito. Il passaggio del fiume non è cosi facile come si credeva in quanto ostacolato dai combattimenti in corso. La barca ohe provvedeva al traghetto è stata affondata. L’unica imbarcazione rimasta a disposizione è quella di proprietà del padre dell’ufficiale domobrano ucciso. (Il vecchio ha riconosciuto nel medico l’uocisare di suo figlio poiché la sua foto è stata affissa su un manifesto, e trama la vendetta. Il caso vuole ohe la moglie dell’ucciso che deve avere un bambino ha bisogno di un intervento chirurgico. Il professore, vistosi in pericolo, vorrehbe fuggire, ma in lui prevale il medico. Decide di salvare il nascituro e lo salva. Il vecchio viene per portar via il medico, ma saputo del suo intervento e udendo i vagiti del neonato, la sua sete di vendetta si calma ed egli trasporta il medico al di là del fiume. (Questa part* del film è psicologicamant* e ar-tisticament* la migliore.) MAVIL ^ . ----- -- ---- ,-------- ------- -------- -- ----- ------- ------ piaoere. Joan. Ecco un quadro ruota del Prater, illuminata alle più terribili torture per del lavoro collettivo venisse Ha ricostruito, sopratutto, la che ho appena comperato: si nei suoi vagoncini stipati di consegnarli -in seguito alla equamente diviso, od accan- propria volontà di pace e di chiama «Brezza marina». Due popolino felice, con la sua morte ignominiosa. Prendere- tonato, a profitto dell’avvenì- indipendenza. E nella rico- barche navigano in mare sotto mo il vostro piccolo stato e re di quelle stesse forze lavo- struzione economica, come un magnifico cielo, in cui si di quella sera poteva esser spazzeremo via tutta la po- ratrici che lo producevano, nella' volontà di un domani vedono delle nuvole che la Per la verità, non tutti a di collaborazione pacifica, U brezza allontana. Vuoi descrivere Vienna hanno esultato per la popolo austriaco ha festeggia- questo quadro ai nostri ascol- tatori, per favore? Cominciamo storia recente e le sue luci di quella sera poteva esser presa ad esempio della tena- polazione». Il vecchio alza gli eia ricostruttiva, delle diffi- occhi dal libro e li volge ver- ....... . ... ... ,.. r __________ __________ . colta e della vittoria del po- so il castello del Belvedere firma del trattato di stato e to il 15 maggio, polo austriaco sulle distruzio- dove, domenica 15 viaggio, ni della guerra, sull’occupa- con una firma, quattro gran-zione nazista prima e qua- di potenze si decisero a re-dripartita poi. Un’immensa stituire la libertà al «piccolo ruota risorta dalle rovine a stato» ed al piccolo popolo sfavillante di tripudio di lu- che seppe dimostrare di non ci nella sera del 15 maggio voler rinunciare alla propria indipendenza. Nè di fronte 1955, Costruita nel 1897, la gran- ai «grande» Mola Muhamed de ruota del Prater vide gli nè di fronte ai «grandi» che ultimi guizzi di splendore lo seguirono nei secoli, fino della Vienna absburgica. Nel cui oggi. Gli occhi del vec-f <5,39 — sotto il tallone nazi- chio brillano di intelligente sta — essa venne tolta ai ironia e di volontà fatta del-suoi proprietari ebrei (finiti la speranza di un piccolo po-nelle camere a gas di un polo che si è rifiutato di ag-ccmpo nazista), dopo il 1945 giogarsi al carro altrui e, passò allo Stato, come ex bene tedesco, ed oggi è in corso una causa civile per la sm a conclusione della sua tragedia degli ultimi diciasette anni, chiede solo una funzio- ristituzione agli eredi dell an- ne di pace e di. collegamento tico proprietario. Un po, oo- jra { «grandi» la cui risacca me si vede ,la storia di mal- delle sfere di influenza giunta parte delle industrie au- ge jino a; m0i confini senza, striache, dei pozzi di petto- orami, più intaccarli. I dillo di Zisterdorf. Una storia piantatici chiamano questa che, sia pure attraverso dolorosi indennizzi fissati dal trattato di Stato, è stata regolata. con la firma del 15 maggio. Una firma che lascia libera l’Austria,la sua economia, i suoi pozzi di petrolio e la sua grande ruota del Prater. Per la gioia di grandi e piccini delle generazioni presenti e future. Tutta la settimana che ha seguito la firma del trattato : Petar Zmitko e Hinko ri Pdet foro ncordi. Ricordi Smrekar, pittori. Ci tono poi del passato che prendono f^uni ‘a™n da§d “p!tori spunto dalla gioia presente. Zajc, Berneker, Dolinar Un vecchio, con tanto di moschettoni bianchi, ricorda ai sui compagni di sedile co- e Napotnik. Tutti questi lavori, in numero di 97, occupano intera- me nemmeno il grande asse- ment® d Padiglione che dio dei turchi nel 168S abbia P^nde il nome di quel idea-piegato la volontà di vita di- llsta. che f" Rlhard Jak°Plc. Vienna e degli austriaci. Per 11 PlU?re rioveuo cui imporrar« maggior efficacia alle *ava darc °Pere dl P°lso al~ sue parole, trae di tasca un _sua f«™4« Pattaste che vecchio libro ingiallito e leg- badare 31 suo Panale terge il terribile proclama che naconto. il sultano lanciò allora ai Di particolare interesse viennesi. Legge con voce sono le tele dei primi rivo-ieratica, oome se venisse dal luzionari della pittura slove- passato. Legge e noi lo ascoltiamo. ln un ascolto che è na, di quegli artisti che si meritarono fama e riconosci- meditazione sulla storia di mento fuori dei confini delim popolo posto al quadrivio la Slovenia, ove non erano dell’EUr<\na. Ai confini del- compresi. Queste tel-e sono l’immediato occidente e del- d» annoverarsi fra le mi- l’immediato Oriente. gliori che artisti sloveni ab- «Per grazia di dio, signore Riamo mai creato. dei eielo — nei Mela Muhamed, &>-r di legge il vecchio Muhamed, S riese ed ermipetente Ziir La Mostra annovera anche lavori giovanili dei primi imprassiamisti a si arresta al Lemut Vladimir: Pola (litografia) USI E COSTUMI DI UNA TRIBÙ’ DEL KENIA TRA IKIKUIU Nella zona centrale del Kenia si trova il paese dei Ki-kuiu. Gli abitanti sono circa un milione, tutti agricoltori • ligi a regole di vita che si tramandano di secolo in setolo. La vita di un Kikuiu è caratterizzata da vari stadi. Il primo è quello in cui gli vengono bucate le orecchie, qualndo ha appena quattro o cinque anni. Il passo più importante però è quello della circoncisione, la cerimonia mediante la quale i giovani dei due sessi diventano automaticamente membri di u-na classe che agisce come un organismo unitario in tutte l* questioni relative alla vita della tribù. Ai nostri giorni una ragazza partecipa alla cerimonia a una età variabile tra i 12 e i 16 anni. Lo stadio successivo è il matrimonio. Esso è preceduto da una forma limitata di relazione amorosa, considerata sacra. 1 Kikuiu non baciano le ragazze sulle labbra. Essi cc)nsider tfc inocula il filtro del-pito particolare nei confron- ^ amore, ti del marito. Il divorzio è Vi sono poi varie altre molto raro e il marito lo specie di magie: quella desti- chiede solo nel caso di steri- nata a curare, a odiare, a di- lità da parte della moglie, se sprezzare a ipnotizzare eoe. questa si rifiuta ai doveri co- La magia ipnotica viene u-niugali, se pratica la strego- sata per lo più nei tribunali neria, se ruba, se lo abban- ed è assai interessante osser-dona o per scandaloso adul- vare l’uso che se ne fa in u-terio. Naturalmente, la mo- na disputa nella quale quasi glie ha pure il diritto di tutti gli interessati sono do- chiedere il divorzio per gli tati di potere ipnotico, stessi motivi. . , , .. „ Le formula piu odiosa di be un gruppo di visitatori magia e quella detta «orogi». c.evono passare la notte nel- Essa si serve del veleno ot- tenuto da erbe note agli stregoni che si specializzano in queste attività. La politica attuale, però, la casa di una data famiglia, ogni moglie è libera di sciegliere chi vuole tra gli ospiti della sua stessa età e dargli da dormire per la notte. Ciò non viene considerato come una colpa e il marito non prova nessun sentimento di gelosìa. Una colpa CURIOSITÀ invece, è l’invitare segreta-mente un uomo nella sua capanna. Vi sono inoltre dei tabù che controllano le relazioni tra. una donna sposata e un estraneo. I rapporti tra le mogli sono quanto mai simpatici, si basano sul possesso in comune del marito e si chiamano a vicenda «collega» o «co-moglie». Nessun uomo oserebbe mai fare un lavoro domestico: scandalizerebbe le donne e non riuscirebbe a trovare u- na ragazza disposta a sposar- radici nientemeno che lo. Certi clan (■organizzazio- XVI secolo! ne dei kikuiu) si specializza- La oosa ,ha awto Mizio no nelle ceramiche, h don- - ^o Giovanni Battista ne fabbricano cestini si, con- Tercasio> emillente giurista ciano le pelli e moiri, anzi de] XVI seooI si aoc^rse di SI vestono di pelli. 1 giovani essere ossimo alla morte „ PROSSIME LE CONSULTAZIONI IN INGHILTERRA Documenti e . . . sterline per essere ammessi alle elezioi Il 26 maggio, cioè dopodo- le maggiori città eleggono più nel corso della campagna larlo dalla lista dei can; dati. Il controllo delle sj se viene effettuato con s; golare rigore da speciali; indipendenti. Il giorno delle elezioni, unità elettorali — che pos, no essere aperte nelle seuc pubblici. 7 alle A inizio i.) i dente d/ La magia è assai cliausa tra i Kikuiu, i quali ricorrono ad essa per vari scopi. La forma più odiosa e meno popolare di magia è quella distruttiva. Lo stregone può agire per il bene o per il male. In questo caso sta semplicemente curando un è che tutto quanto concerne malato. Ha fatto un taglio sul naso del capretto, vi ha messo dentro un medicamen-la magia deve venire abolito, to. ed ora lo fa succhiare al paziente assieme al sangue. Si sta svolgendo a Roana di fanciulle prese possesso nenti a una setta religiosa la un processo ohe dura igià da del famoso castello. Ma nel quale non mavant’anni. Esso ha le sue 1861 un decreto proibì nuo- delle duecento e più esisten- co e muoiano perohè colpite settantenne deputati. Succede spesso che letterale, e in piu ripre;. una città elegga candidati II conto delle sue spese. Qu di più di un partito. Interes- loia egli non si attenga Sante è notare che coloro i questo obbligo oppure alt quali si trovano per ragioni ri le cifre spese, la comnj di forza maggiore fuori del- sione elettorale può cane* la propria unità elettorale possono delegare un’altra persona a votare per loro, Gli elettori che non possono votare perchè ciechi o per altra minorazione fisica possano esprimere il voto per posta. Ogni cittadino britannico o in altri edifici pubblici 21 an- sono aperte dalle ni può essere candidato in Prima che abbia una qualunque delle 360 cir- votazione, il presidente coscrizioni, indipendentemen- la commissione eletto^ te dal fatto che egli abbia mostra ai candidati o ai ; abitato o sia mai stato in ro rappresentanti le quella zona. Non possono es- vuote che quindi si, sere candidati gli stranieri, Chiuse le operazioni di i condannati per gravi de- to, le urne vengono a; Ut», i minorati psichici. So- è/ ha luogo lo scrutinio no ugualmente esclusi dalla presenza dei candidati. I cj candidatura i giudici, gli didati hanno diritto a imprenditori statali, g'i ecclesiastici delle chiese . anglicana, cattolica e scozzese e i membri della Camera dei territorio. Naturalmente Lords. I membri delle commissioni elettorali, gli Sceriffi del-, le contee e i sindaci non possano vanire eletti deputati nelle località in cui prestano servizio. Gli appartenenti sceriffi e gli altri funzi alle Forze Armate non pos- ri ai quali è affidato l’< sono accettare nessuna can- ne pubblico devono im didatura e, in certi casi, nep- che qualsiasi cosa turbi pure gli impiegati statali. competizione elettorale. Ogni candidato deve depo- vengono commesse delle sitare 150 sterline in con- regolarità da parte dei d tanti prima di presentare al- didati o dei loro rappres, la commissione elettorale i tanti, le elezioni possono] propri documenti. Qualora s'ere annullate. Per irregr, _ sentendo la musica si preci- diretto. Egli si è sposato la egli venga eletto oppure ot- rità qui si intendono la e è altro che una pitano sul disco grammofoni- bellezza di 18 volte! Ora è tenga almeno un ottavo del ruzione, l’intimidazione, il mani, avranno luogo in Gran Bretagna le elezioni generali per il rinnovo della Camera dei Comuni. Il popolo inglese sarà chiamato ad e-leggere 630 deputati. Prima del 1951 il numero dei depisti era fissato in 625. Attualmente il Parlamento britannico è composto da 321 conservatori, 291 laburisti e 6 liberali. Degli altri 7 posti, 3 sono vacanti, 2 appartengono al Partito Nazionalista Irlandese, 1 ai laburisti irlandesi e 1 ai laburisti indipen- che abbia compiuto danti. Nelle precedenti elezioni la percentuale dei vc(tan)ti fu dello 82,6%. Ai conserva-tori andò il 48,73% dei voti e ai laburisti il 48,04%. I liberali ottennero soltanto il 2,53% dei voti. La Gran Bretagna è suddivida in 360 circoscrizioni e-lettorali ognuna delle quali comprende, grosso modo, circa 60 mila abitanti. La grandezza delle circoscrizioni varia a seconda della natura del sf IL MANIERO DELLE PUSTE Fanatismo religioso che ha sconvolto il mondo - Le zanzare combattute a su on di musica - Diciotto mogli e una trentina di figli per Bruce Steel ripetere il conteggio dei vi qualora ritengano che e; non sia avvenuto regoti mente. La legge elettorale briti, nica è piuttosto severa j quanto riguarda la corn« ne e ogni atto intimidatori Indipendentemente dal li credo politico, i sindaci, nel tendono ad usare abiti, europei, ma le donne li considerano brutti e capaci unicamente di nascondere le deformità del corpo. La religione dei Kikuiu privo di eredi. Chiamò allora l’awocato ‘Giavam.nl Campanini e, al cospetto di testimoni, dettò le sue ultime vo- vamente l’esistaniza del mo- ti. Alcuni «insegnati» di que- daU’elettricità. nastero e si presentarono al- ste sette, hanno talmente in- # lora tre famiglie le quali as- fluito su certi fanatici super- serivano di avere dai diritti ì’iizioni di aver soroassato or- L’inglese .Bruce ‘Steel detie-su di esso. Erano questi i ha- mai il limite del sopportalbi- ne, senza tema di sbagliarsi, remi Campammo, i canti le. I quattro bambini sono il record mondiale per il mu-Guerrieri e i conti Viviami. stati appesi alile gambe con mero di matrimoni che ham-Ebbe inizio così nello scorso la testa in giù e picchiati si- n'° avuto lui per protagonista secolo un processò che seni- no a farli morire. Uno di egli «alta società», si balla oggi diciottesima maglie lontà. Lasciò ;il suo castello *0,alle. ?e ^ Altri bambini sono stati e fili altri possedimenti a do- Pa,trjm™10 deli ormai di- atrocemente tormentati nella __ _______ ^ __ ____ dici fanciulle di diverse fa- meintlcato Tercaslo> 'ma 11 S°- stessa maniera, ma non fino In tutte le sale da ballo volte con una Peggy e tre pagma elettorale "nella sua u- mdiglie, i cui nomi furano oi- vemo Sl “PP086 a tale «enten- a]ia morte. a farlo, sono sta- del mondo, persino in quelle volte con .una Ruth. nità la somma di 450 ster- Il .grande scrittore am - ‘ - - ?a- Per CU1 la questione tu at- ti ,gfo stessi genitori. La pò- dove hanno t accesso libero Tutti aspettano ora se tra- unet pdl due penny per ogni cano Ernest Hemingway, èi u .anche la V0t0 controllato allo scruti- to per le sue osservar - Per c0?‘ nio. Ulteriori 100 sterline mordenti e concise. Eco: .inumani .genitori. la samba. Dove ha avuto o- tramare a passeggiare sulle possono essere pai spese per suo giudizio sulle gioì ti e scartarne di tre secoli jj caso ,ha pravooato sen- bigine questa danza che m nate della marcia nuziale del le personali necessità nel gi- donne americane: Oggi fa. Necessario pure hinter- sazio(ne il Brasile ed breve ha conquistato i, dan- Lohengrin! - - vento , di un psichiatra per- ha S605S0 tatto mondo cu]_ zatori di tutti i paesi? ohe c e qualcuno ohe si do- turajp manda persino se il defunto ' g tutto fare ad esaminare dacumen tutta la vita. Nel castello a-vrebdbro potuto alloggiare anche i famigliali delle singolari eredi .in caso di .guerra, Quando qualcuna delle ragazze sarebbe morta, il suo Xercasio fosse stato del pasto avrebbe dovuto esser priso da una fanciulla della stessa famiglia e in nessun caso straniera. Sorse così una specie di «azienda» molto ricca, dato che i possessi fruttavano parecchio. Al castello era annessa pure una chiesa dedi- Paparino imberbe Jomo Kenjata, il capo dei Kikuiu. La «samba carioca»è oggi il ballo più popolare in voga normale, alTatto di stesura del Due studiosi, appartenenti a Rio de Janerio. Da qui, testamento. Infatti, la sua ad una università americana, essa è passata oltre oceano idea di lasciare la proprietà hanno constatato che le zan- per arrivare in Europa dove a dodici vergini costrette a- zàre femmine, che portano è stata accolta con vivo cu- rim an e re tutta la vita tali non la malaria, sentono due mo- tusiasmo. Sembra però che Nella chiesetta di un vil-è poi tanto normale ... dulazioni musicali, due vere questa sia la seconda volta laggio vicino a .Lione, si sta- * canzoni. Una serve per invi- che la samba ha varcaot IA- ya ,battezzando un neonato. tare Taltra femmina al carmi- tlantico. La prima volta essa ... ,, Nel Brasile, nel piccolo ne «banchetto di sangue», è venuta dall’Africa assieme A1Ia cerimonia si presentò fucata a S. Filippo e a S. Già- paese di MalacaohetS, si è mentre la seconda melodia agli schiavi negri che i bian- re un .giovincello al quale il corno. Sorse in poche parole verificato, in occasione del ha la funzione di invitare i chi avevano acquistato per prete si rivolse dicendo: Vi ro elettorale. facile trovare un ago in Il candidato^ è obbligato fienile che tra le dita di : per legge a depositare già donna! Sui noslri schermi non esclude formule ed erbe magiche. Se uno si occupa di caccia va a visitare lo specialista per la magia inerente la caccia. Un uomo che deside- un monastero. venerdì santo, un fatto terri- «'mariti» a campiere i loro la cura delle piantagioni. NON ESISTONO PECCATI PICCOLI Il dottor Perry Aswell, benché giovane, è uno specialista assai quotato per malattie di bambini. Nella sua clinica lavora quale infermiera Aprii, la 'di lui moglie. I due vivono di comune accordo sino al .giorno in cui Perry non fa la conoscenza del pittore Ottavio. Perry riesce a convincere il pittore ad installarsi nel suo gabinetto medico per ritrarre i pazienti. Qui Ottavio oono- Nel 1810, quando Murat Me: quattro bambini, dei doveri coniugali, divenne re di Napoli, le o- qual.i uno dl appena nove Ambo gli scienziati hanno spiti dell monastero dovettero mesi, sono stati sacrificati costruito dei fonografi che abbandonare la loro dimora, 'barbaramente. riportano tali suoni e—si ser- ra possedere un potere di at- ma con la caduta di Napoleo- Il misfatto è opera di un vano di -essi .per attirare le trazione su tutte le donne, ne, una nuova generazione gruppo di fanatici, apparto- zanzare malariche le quali, Nella samba, infatti, ci sono vari motivi che ricordano il ballo di una tribù del Kongo. Qui sotto vediamo ripro- rendete ben conto dei compiti difficili e dei doveri di un padrino? Mi sembrate piuttosto giovane per questo! Ma scusate signore, ròspo- CONTRASTO TRA FRIGIDITÀ' E SPREGIO DI C RTEZZÄ CELA LA FREDDEZZA il sex-appeal americano? dotto il miglior danzatore di se il giovane, io non sono il samba del mondo, che, a quanto parej trova piacere ad acconciarsi come un arlec-chino. sessuale, a- Eminen.ti ginecologi ed mancipazione sociale della see Aprii. In breve i due di- endocrinologi americani so- donna consistesse principal-ventano amici. Su richiesta stengono che il settantacin- mente nel raggiungimento di Ottavio, Perry dà, a ma- que per cento delle donne dell emancipazione lincuore, il permesso di fare americane sono «sess'ualmen- Una celebre suffragetta il ritratto di Aprii. Il dipin- te anestetizzate» vale a di- mericana ebbe a dichiarare: to presenta una Aprii grassa re incapaci di esaltarsi nel-e brutta tanto ohe Perry và le emozioni sessuali. Que-su tutte le furie. Egli si im- sto viene spiegato sopratutto bestialisce ancor più quando con la mancanza nella don-Oittaivio gli dice di essere na del necessario abbando-convinto che Aprii non è fe- nò. Idee. Colpito .daU’affermazio- L’accusa apparirà ancora ne dell’amico, Perry decide più grave se si pensa che di scoprire da solo la verità, sostengono che la frigidità In poco tempo constata che assoluta è del tutto rara e quanto detto da Ottavio cor- che è meno probabile per minciato a studiare volumi risponde al vero. Si accorge una donna di nascere con- di fisiologia e di endocrino-dà aver fatto dei propri pa- dannata alla freddezza che logia con lo stesso distacco ziemti e collaboratori dei sem- per un uomo. Naturalmente col quale si esaminano le plici automi che si muovono gli studiosi americani si so- scienze esatte. Era inelutta-solo dietro suo comando. tano serenamente il fatto di trimoniali, una dottoressa diventare madri. prese la parola per promin- Una piccola percentuale ciare una sola frase: «Mi .padelle donne americane devo- re che gli illustri colleghi no la loro frigidità all’in- dimentichino un particolare: conscia e morbosa inclinazi- nell’atto sessuale l’iniziativa «Nella competizione con gli one verso altre donne, dovu- spetta. a'H’uomo, e qui s'tia-uomini in un solo momento ta a una errata aspirazione mo parlando dei nostri uo-noi siamo perdenti, nell’at- all’autosufficienza sociale e mini:» Fu una doccia fredda. sessuale femminile. E, cWard perci& che i me_ Medici e studiosi tentano dici nei loro tentativi di cordi porre rimedio a questa reggere lo stato dì cose non situazione. In un dibattito devono trascurare questo che verteva sui rapporti ma- particolare. to sessuale. Questo va contro gli ideali di una donna che aspiri all’eguaglianza». Ha avuto allora inizio una vera e propria accademia sui problemi del sesso e le giovani americane hanno co- compare. Sono il padre . .. Loquacità scozzese Un turista, che aveva sentito parlare della scarsa loquacità degli scozzesi, volle accertarsi di persona della fdccenda, durante la visita ad un località della Scozia. Trovandosi in un cimitero, si rivolse al guardiano e disse: «Si sta tranquilli qui, è vero?». «Più tranquilli sotto terra», rispose l’uomo. Il turista, senza scoraggiarsi, cercò altre domande, ma ottenne in risposta solo monosillabi. Alla fine, sicuro di aver trovato un buon tema per lina conversazione, disse: «Siete vissuto qua tutta ta vita?». «No, non ancora», rispose l’uomo. (Da English Digest) Arriva l’estate e con la bella stagione arrivano pur: freschi e comodi abiti testivi. Questo è particolarmente' ziosi ed adatto a sopportare il caldo dei prossimi fl POI NON RIMASE I Sconvolto, ‘Perry si reca nello studio di Ottavio e contempla il ritratto di Aprii che sorregge un bimbo. A quedla vista, Perry ha come una rivelazione: un bimbo a-vrebbe cambiato la loro vita, solo così la felicità sarebbe tornata tra loro. no preoccupati di ricercare le bile quindi che tali giovani cause di tale fenomeno e affrontassero il matrimonio Sembra si sia appurato che con l’animo di chi entra in la mentalità puritana, la qu- un laboratorio, con uno ale identifica i problemi del sdoppiamento imbarazzante sesso con il peccato e quin- della propria personalità, di ne vieta lo scandaglio, quasi che dovessero assiste-ha influito ad influisce no- re a un esperimento esterno, tevolmente su tale stato di Di qui la frigidità, sorta in cose. forma dì difesa, simile a Le ragazze venivano alle- tante altre, che la donna ai-vate in uno stato di conti- Cestisce nella competizione nua colpa per qualsiasi atto con gli uomini, o pensiero che avesse i più C’è poi il cos'idetto «com-lontani riferimenti col ses- plesso Narciso» (chiamato so. Ogni passo della sua ere- cosi da Freud) e che provi-scita era sì indirizzato ver- ene da un eccessivo amore so il matrimonio, ma le ve- di se stesse. Le donne affieniva inculcata l’idea che nel- ricante sentono in modo ve- Volevo aiutare la Risento un pò di ver- II giudice domandò: — Qualcosa che non va, signorina Brent? Biore. L’ex ispettore disse: — Sentite, tutti, la mia opinion« questa: Non abbiamo bisogno di cercare l’autore di queste -più lontano della sala da pranzo in questo minuto. Io giurerà ^ quella donna è quello che cerchiamo! Armstrong domandò: — E il motivo? — Mania religiosa. Che ne dite, dottore? r ament e eccezionale tale complesso! In esse l’esibizione della propria nudità non è dettata da un senso di civetteria, ma da un’abitudine a considerare le pro- la vita coniugale il sesso non avesse il minimo peso. E* naturale perciò che quel sentimento di colpa perdurasse anche nel matrimonio e rendesse la sposa inerte nei rapporti fisici che essa prie forme da un punto di sopportava come peccati al- vista freddamente estetico, trui. senza quei riflessi che si tro- Queslo complesso di falsi vano invece nelle domne la-pudori può essere considera- tine. to l’estremo dal quale il Esse evitano persino il ba-pendolo della morale ameri- ciò dell’uomo che potrebbe cana si è spostato per raggi- danneggiare il loro aspetto Un’espressione di Silvana ungere l’estremo opposto, non e sciupare la loro freschez-Mangano nel film «Mambo» meno biasimevole per la don- za. Temono la gravidanza che le critiche americane na americana: la spregiudi- quale mezzo capace di ap-hanno condannato di comu- catezza. Le americane infat- pesantire il loro corpo, e sope accordo. ti, hanno pensato che l’e- no poche coloro che aooet- Fu uno strano posto. Ciascuno era pieno di cortesie . . . — Posso versarvi ancora del caffè, signorina. Brent? ... — Signorina Clay-thome, una fetta di prosciutto? — Un altro pezzo di lardo? . . . Sei persone, tutte all’apparenza nel pieno dominio di se stesse e normali. Ma internamente? I più diversi pensieri correvano in circolo intorno alla tavola come scoiattoli in gabbia . . . «Chi sarà il prossimo? Che avverrà? Chi sarà? che cosa sarà?» . . . «Riuscirà la cosa? Me lo domando. Ma vai la ^pena di tentare. Si è ancora in tempo . . .» «Mania religiosa, questo è il punto .. . Ma a guardarla non ci si potrebbe credere ... Se io mi (sbagliassi . . .» «E’ una pazzia ... è tutta una pazzia. Io ci perdo la testa. Lana che scompare ... le cortine di seta rossa . . . inesplicabile. Non riesco ad afferrare il nesso . . .» «Quell’imbecille ha creduto ad ogni parola che gli ho detto. E’ stato facile . . . Ma devo fare attenzione.» «Sei di quelle figurine di- porcellana . . . soltanto sei: quante ce ne saranno stassera? — Chi prende l’ultimo uovo? — Marmellata? — Grazie, vi posso offrire del prosciutto? Sei persone, che si comportano, a colazione, con perfetta nor- malità ... 11 pasto era terminato. Il giudice Wargrave si schiarì la voce. iDisse con il suo solito tono autorevole: .— Sarebbe il caso, credo, di riunirci a discutere la situazione. Vogliamo trovarci, diciamo fra mezz’ora, nel salotto? Ciascuno emise un suono che significava assentimento. Vera cominciò a raccogliere le stoviglie. — Ora sparecchio e lavo i piat- ti. Philip Lombard disse: — Vi porteremo tutto in cucina. — Grazie. Emily Brent si alzò in ptadu tna fu óostfrofcta a »«dere di nuo- vo. Feoe: — Oh, Dio! Emily Brent si scusò: — Mi dispiace, gnorina Claythorne, ma non so cosa sia, mi tigini. — Vertigini, eh? — Il dott. Armstrong le si avvicinò. — E’ più che naturale. Scossa ritardata. Vi darò qualcosa . . . _ No! — La parola le usci dalle labbra con la forza di un proiettile. Fece trasalire tutti. Il dott. Armstrong si fece di porpora. Non c’era da sbagliarsi quanto alla paura e al sospetto sul viso di lei. Il dottore rigido: — Come preferite, signorina Brent. La signorina replicò: — Non voglio prendere niente, assolutamente niente. Non voglio altro che rimanere qui seduta tranquillamente finché le vertigini non mi siano passate. Terminarono di sparecchiare la tavola. Biore si offrì: — Io sono un uomo casalingo. Vi darò una mano, signorina Claythorne. Vera disse: — Grazie. La signorina Brent rimase sola nella sala da pranzo. Per un poco distinse un breve mormorio di voci nella cucina. Le vertigini stavano passando. Si sentiva una sonnolenza, ora, come se volesse addormentarsi. Aveva un ronzio nelle orecchie: o veramente qualcosa ronzava nella stanza? Pensò: E’ come calabrone . . -im’epe. Un momento dopo la vide, l’ape. Si stava arrampicando su per il vetro della finestra. Vera Claythorne aveva parlato di api quella mattina. Api e miele ... Le piaceva il miele. Il miele nel favo, che si fa colare attraverso una piccola borsa di lino. Cola, cola, cola . . . C’era qualcuno nella stanza. . . qualcuno tutto bagnato e co- lante . . . Beatrice Taylor risalita dal fiume . . . Non aveva che da volgere il capo per vederla. Ma non poteva volgere il capo . . . Se avesse potuto gridare . . . Ma non poteva gridare . . . Non c’era nessun altro in casa. Era tutta sola . . . Udì dei passi: dei passi lenti o soffocati che le venivano alle spale. I passi incerti dèlia ragazza affogata . . . Sentiva nelle narici come un odore di umido e di molliccio ... Sul vetro l’ape ronzava, ronzava ... E allora senti la puntura. L’ape l’aveva punta sul collo . . . • * Nel salotto tutti aspettavano Emily Bfeftt. Vera Claythorna diala: — Devo andare a corcarla? Biore intervenne rapido: — Un Momento. Vera sedeti« di «»ove. Tatti gwardavane i*tam»flativaaBe«fce . — E’ perfettamente possibile. Non ho nulla in contrario, naturalmente ci vogliono delle prove. Vera disse: — Aveva un’aria strana in cucina mentre prfl* vamo la colazionne. I suoi occhi ... — Ebbe un brivido. Lombard disse: — Non potete giudicarla da questo. Ormai abbiamo un poco perduta la testa! Biore continuò: — C’è un’altra cosa. Lei è Tunica che abbia voluto dar spiegazioni dopo quel disco al grammofono, chè? Perchè non aveva evidenlamente da dame. Vera si agitò sulla sua sedia. — Questo non è completai vero. L’ha detto a me più tardi. ossf nn Wargrave domandò: — Che cos» vi ha detto, signorina thorne? Vera ripetè la storia di Beatrice Taylor. Il giudici — Una storia perfettamente possibile. Io personalmente non /nessuna difficoltà ad accettarla. E ditemi, signorina Claythorn* è sembrata turbata da un sertso di colpa o da un sentimeli rimorso per il suo atteggiamento nel caso in questione? Niente, niente del tutto —* rispose Vera. — Era completai” impassibile. Biore commentò: *— Cuori duri come le selci, queste r zitelle! Ed è tutta invidia, per la maggior parte! Il giudice Wargrave disse: — Mancano ora cinque minuti undici. Credo che sia il caso di chiamare la signorina ' Bre-'raggiungere il nostro conclave. Biore domandò: — Non volete prendere alcuna misura? Il giudice rispose: —• Non vedo quale misura si possa re. I nostri non sono, per il momento, che sospetti. Coniai prego il dott. Armstrong di osservare con la massima attenzio” comportamento della signorina. Andiamo ora nella sala da pr* Trovarono Emily Brent ancora seduta, cosi come Pavé/ lasciata. Vedendola alle spalle non si notava nulla di anormale, v fuori del fatto che non mostrò di accorgersi del loro ingresso f stanza. Ma poi le videro il viso, soffuso di sangue, con le labbra astre e gli eechi fissi. Bletfe gride: — Mio Dio, è »ort«! «OTTOLEGA CALCIO ISTRIANA AI BUIESI (3:1) il DERBY locale BUIE - UMAGO 3:1 (1:0) BUIE: Stankovič, Čekov, Pesek, Bonetti, Cassio, Monica, Levakovió, Smoje, Djukič, Mitrovič, Sain. UMAGO: Pelc, Bualovič, Kozlovič I, Kozlovič IL, Tesović, Grčić, Bola, Čamer, Dekeli, Vukelič, Devii. ARBITRO: Zigante di Buie. MARCATORI: al 16’ e 77’ Sain, di 52’ Corner e al 57’ Djukič. NOTE: Calci d'angolo 8:5 (4:2) per il Buie. BUIE, 22 — Presentatesi in campo largamente rimaneggiate, le due squadre hanno giocato una partita mediocre, scarsa di tecnica e gioco, sostituiti unicamente da buona volontà, il che è troppo poco per accontentare il pubblico che è rimasto alquanto deluso. Più male iti arnese per l’assenza di ben quattro attaccanti titolari, gli ospiti, hanno .afidato le proprie sorti unicamente alla resistenza della retroguardia, limitandosi ad azioni di contropiede. Il ohe, se in un primo tempo ha permesso loro di raggiungere il pareggio suU’l:l, non ha potuto impedire che l’attacco buiese CAMPIONATO DISTRETTUALE BUIE I RISULTATI Materada — Scoglio Olivi S. Lorenzo — Buie Buroli — Mondano Verteneglio — M. del Carso LA CLASSIFICA Buroli 14 12 t 1 34:15 25 Buie b 14 8 2 4 39:34: :18 S. Lorenzo 12 8 1 3 42:23 17 Villanova 12 7 2 3 31:23 16 Verteneglio 13 7 1 S 37:28 15 Seghetto 14 6 1 7 43:38 13 M. nei Carso 14 3 2 9 30:54 8 Materada 14 3 0 11 25:44 6 Mondano 13 1 0 12 11:53 2 facesse ancora breccia, (benché in verità sia apparso affatto irresistibile. I ibuiesi attaccano subito e già al 7’ impegnano seriamente la difesa ospite, costringendola in calcio d’angolo, rimasto peraltro in-fruttoso. Al quarto d’ora .gli ospiti, in contropiede, attengono a loro volta un calcio d’angolo, anche questo infruttuoso. Sul rimando e conseguente rinvio fiacco di un difensore umaghese Sain si impadronisce della palla, scende verso la porta e, dopo aver scartato due avversari, segna imparabilmente malgrado il tentativo disperato del bravo Pelc ohe, in precedenza, aveva salvato alcune situazioni pericolosissime. A questo punto gli umaghesi rimangono in dieci, poiché Kozlovič I., rimproverato dal proprio capitano per uno sbaglio fatto nell’azione della rete buiese, lascia indispettito il campo. I padroni di casa ne approfittano per insistere nella pressione, SOTTOLEGA DI FIUME I RISULTATI Nafta — Jedinstvo * 4:2 Torpedo — Locomotiva 2:1 Borac — Klana 3:0 (p. f.) Nehaj — Crikvenica 2:3 Abbazia ■ — Naprijed 5:0 Hidroelektra — Orient 1:3 Goran — Mladost 5:0 LA CLASSIFICA Orient 22 21 0 1 83:25 42 Crikvenica 22 16 1 5 58:28 33 Torpedo 23 14 4 5 42:24 32 Jedinstvo 23 14 2 7 84:45 30 Locomot, 23 12 4 7 68:39 23 Goran 23 11 3 9 43:48 25 Naprijed 22 9 4 9 40:34 2(> Abbazia 23 10 4 10 49:39 20 Mladost 23 7 4 12 34:40 18 Nafta 23 8 1 14 53:66 17 Nehaj 23 8 1 14 40:65 17 Borac 23 7 2 14 40:59 14 Klana 23 4 1 18 38:82 9 Hidroelektra 22 3 1 18 25:113 7 ma non passano più sino al termine del primo tempo, anohe per la buona prova della difesa ospite e, specialmente, di Pelc. Sono invece gli umaghesi che, al 52’, pareggiano con Čamer che sfrutta una papera di Stankovič per mettere comodamente in rete. Scattati dallo smacco i buiesi ripartono all’attacco e, cinque minuti dopo, Djukič, incuneatosi fra i terzini, segna imparabilmente. Da questo momento la partita perde d’interesse. I padroni di oasa rinvigoriscono i loro attacchi, mentre gli ospiti si rassegnano ormai alla sconfitta. Sullo scadere del tempo, dopo ohe la lunga pressione buiese era rimasta infruttuosa, Sain segna >il terzo goal, da posizione viziata di fuori gioco, non rilevato dall’arbitro. p. m. PISINO - DIG NANO P1ISINO, 22 — I padroni di casa, scesi in campo nella seguente formazione: Brajkovič L, Pilat, Hrelja, Martinčič, Braljkovič IL, iMilleitta, Lesjak, Kuhar L, Robin, Antončič e Kuhar II., sono riusciti a .imporsi largamente, ma soltanto alla distanza. Il primo tempo (2:1) è stato, infatti, albbasilanzt equilibrato. Nella ripresa, invece, il Dignano è sembrato crollare, mentre il Pisino riprendeva nuovo vigore. Altri tre goals, ma che sarebbero stati più numerosi qualora l’attacco pisinotto avesse sfruttato tutte le occasioni favorevoli, sancivano la larga vittoria dei padroni di casa. Hanno segnato: all’ll’ Kuhar L, al 15’ Kuhar II., ail 43’ Revelant e, poi, ancora Lesjak al 60’, Robin al 72’ e Kuhar II. airSO’. Ha arbitrato Kos, di Pa-renzo. (e) Il migliore lanciatore di martello jugoslavo, Gubijan in azione CON LA TRADIZIONALE STAFFETTA Saluto dell’lstria al compagno Tito CAPODISTRIA, 21 — LTstria tutta ha salutato anche quest’an-no la tradizionale staffetta che porta al Maresciallo Tito gli auguri per il suo genetliaco. Migliaia è migliaia di giovani hanno percorso ogni strada e località portando la simbolica fiaccola e i messaggi del popolo al Presidente della Repubblica. A POLA La popolazione dii Pola si è data convegno martedì scorso all’Arena, dove sono affluite nel pomeriggio le staffette locali. La cerimonia ha avuto inizio alle 14, quando alla tribuna si sono succeduti i portatori dei messaggi dalle fabbriche, dai rioni e dalle aziende. Prima ad arrivare è stata la staffetta deH'impresa pittori «Du-ga». Si sono succedute, poi, portando la simbolica fiaccola e grandi mazzi di fiori, quelle delle organizzazioni di base dell’Unione Socialista e di numerosi collettivi di lavoro. Alle 17.30 ha fatto il suo ingresso all'Arena la staffetta principale della Croazia, partita da Spalato due giorni prima e giunta in territorio istriano, a Ra-bac, alle ore 15.10 del 17 maggio, con una motobarca da Crikvenica, MALGRADO OGNI SCETTICISMO E SOTTOVALUTAZIONE PROMOSSA A PIENI VOTI la “recluta,, ai mondiali di hockey APERTA CON ONORE UNA NUOVA TRADIZIONE NELLO SPORT JUGOSLAVO — RISULTATI MAI OTTENUTI IN UN DEBUTTO AI MONDIALI — MERAVIGLIANDO TECNICI E PUBBLICO, I GIOVANI ROTELLISTI POLESI E GORIZIANI, PUR PRIVI DEI MIGLIORI ELEMENTI TRATTENUTI IN' PATRIA PER SERVIZIO MILITARE, HANNO PIEGATO ANCHE LA FRANCIA, SECONDA NEL RANGO EUROPEO PER 5 ANNI, PIAZZANDOSI AL 10. POSTO NELLA GRADUATORIA MONDIALE. (Nostro servizio particolare) POLA, 22 maggio — Appena a conoscenza diel s-uo ritorno a Po-la abbiamo cercato il Commissario tecnico della nostra rappresentativa di hockey a rotelle, il pole-se Claudio Steray, per raccogliere il materiale necessario alla stesura di questo servizio, meritatamente dedicato alla giovane squadra, per sette decimi composta da nostri concittadini. Gentilmente l’accompagnatore ufficiale ci ha messo a disposizione i dati necessari. UN VIAGGIO FATICOSO Dieqi giorni di preparazione collegiale, per quanto intensa, e sostenuta, non sono sufficienti a preparare una compagine per sostenere l’urto dei rotellisiti più quotati del momento. Tanto più che gli allenamenti collettivi di Pola avevano veste più di preparazione a-tletica che tattica o di sistema. Il nostro hockey ha vissuto o meglio ha attraversato un letargo di quasi un decennio, trovandosi all'improv-vi“ rimasto assai all’indietro nello sviluppo moderno che ogni ramo sportivo va di periodo in periodo assimilando. Anche i «collegiali» quindi, si sono svolti sulla base del vecchio triangolo, il quale se trova qualche favore per il gioco offensivo, ha le sue gravi lacune nelle falle laterali che s'i vengono ad aprire quando l’avan-trio viene tagliato fuori su contropiede. Dii ciò "erano consapevoli tutti. Aggiungiamo a ciò la tensione nervosa per ravvicinarsi di queste/ avvenimento (come tutte le cose che si'fa per la prima volta), la scomodila di un viaggio molto lungo, senza mettere alcunché di caldo nello stomaco, e faticoso. IL GIRONE ELIMINATORIO «D» A Monza hanno inaugurato 40 giorni fa un nuovo, modernissimo hotel, il «De la ville». Vi presero posto Jugoslavia ed Inghilterra. Si giocava sul campo del Monza (uno degli aspiranti al titolo italiano della serie A dì hockey), un at-trezzatissimo obiettivo. Il 13 maggio, in serata, le quattro competitrici (Inghilterra, Jugoslavia, Belgio e Norvegia) provarono la pista. Il 14 altre prove di pista, visite alla città, al grande outodromo dove Gigi Ferrari 3Ì allena sui 160 orari e si fa fotografare con i polesi; alfine con POLA, 22 maggio — Una moltitudine di sportivi ha accolto alla stazione ferroviaria lo sparuto manipolo di ragazzi in calzabraga blu e la scritta «Iugoslavia» sul petto. Entusiasmo ed abbracci da ambo le parti per la soddisfazione di un rientro a fronte alta, più che onorevole, dopo una prova imperata e dopo la sfiducia seminata in veste di derisione da parte di alcuni giornali. «Grandomania», si era scritto, cercando di negare ad un ramo pulitissimo del nostro sport la sua affermazione tra i quotati. E grandomania non c’è stata, se non nella mentalità del «competente», che non ha però visto niente gli male nell’uscita all’estero di una rappresentativa di rugby, dopo che questa ha provato la gioia di subire 60 reti a 3. «Pattinano da 12 giorni, vogliono già andare all’estero» ha scoirinato la didascalia di una caricatura, per mano proprio di un dirigente repubblicano della specialità, distintosi con questo in un largo e «disinteressato» aiuto att’hokey incassate dalla rappresentativa su ghiaccio, ha trovato modo batosta,, incassate dalla rappresentativa du ghiaccio, ha trovato modo dii scandalizzarsi alle due prime nostre sconfitte di Monza. Questa è nord, parzialità e sentimento dannoso da estirparsi dal nostro sport. I volti sorridenti e provati dei nostri ragazzi, dopo 10 giorni di lotte estenuanti con i migliori rotellisti del mondo, è il miglior colpo di spugna alle sfiducie ed alle sottovalutazioni. 1 tre ragazzi goriziani ed i sette: polesi ci hanno portato a casa un ruolino che non è stato mai raccolto da una squadra «recluta» ai campionati mondiali di hockey su pista: 4 vittorie, 1 pareggio, 3 sconfitte. E sotto ai colpi di stecca di questo gruppo di giovani volonterosi ed entusiasti, fia ceduto nientemdeno che una Francia, V. nel mondo nel 1954. Non possiamo far altro che stringere la mano a questi ragazzi in calzabraga con un sìncero e meritato — «BRAVI!». (f) l’organizzazione perfetta dell’HC Monza, ha luogo la cerimonia inaugurale. Alzabandiera, inni, strette di mano e mazzi di fiori. Dopo tanta nervosa attesa, viene il no-. etro turno. BELGIO — JUGOSLAVIA 10:1 (3:1) Sono in campo Batel, Cobalti, Pertot, Steppi e Mauri. Durante la partita si alterneranno poi anche Jug e Lonzar. Portiere di riserva è Močeni. Prima dell’inizio il console jugoslavo a Milano, Zoric, saluta i connazionali. I Belgi, IV. l’anno scc-rs'o ai mondiali, si accorgono subito delle debolezze offerte dal nostro sistema e deU’emozione che attanaglia le gambe della squadra recluta. Batel immobile guarda le palle entrare in rete una dietro all’altra senza tentare la parata. La rete della bandiera è segnata da Mauri e si può dire che nessun giocatore della nostra squadra renda in questa partita il 20% di quello che vale. Senza l’emozione, sarebbe andata meglio. INGHILTERRA — JUGOSLAVIA 7:2 (3:0) Questa è la partita che ha decretato una svolta decisiva nel rendimento della nostra squadra. Ed è anche caratteristica perchè segna un’incredible esperimento: l’adozione di un sistema fino al giorno prima sconosciuto, con risultati e-videnti. Dopo il 5:0 del primo tempo il commissario Steray e l’allenatore La Micela votano con decisione per il quadrilatero. Il centro Steppi esce, accanto al terzino Cobalti si schiera Makuc ed all’attacco fungono in due, Mauri e Jug. Risultato di questo tempo 2:2. Non si poteva sperare di vincere neanche con un’Inghiliterra, che ha dato i natali all’hockey su pista e che conta 12 primi posti a-gli Europei e 2 titoli mondiali, con un’attività di 29 anni. Ma anche questa volta la situazione sarebbe cambiata importando subito all’inizio la tattica migliore. Le due reti portano la sigla di Jug, nel corso di un periodo in cui i nastri NON ANCORA ESAURITE LE POSSIBILITÀ’ UMANE NELLA VELOCITA’ PURA SENZA LIMITI LO «SPRINT» La discussione sui limiti di velocità massimi, oltre i quali l’organismo umano non potrebbe andare, sarebbe a detta della scienza, un discorso da ciarlatani. 'Non esistono, infatti, norme prestabilite, nè risultati che possano costituire l’ultima parola della velocità pura. Il primato mondiale dei 100 metri piani è attualmente 10” 2. Da O-wens a Fütteret questo tempo, che per noi ha quasi del fantastico, si ripete continuamente, tanto da dare timpressione del massimo raggiungibile. Forse ciò è in un certo senso esatto, almeno per quanto riguarda l’attuale generazione, ’ ma non può in nessun caso rappresentare la possibilità ultima dell’umanità. Un 10” 1, o un 10” netto non sono infatti, impossibili. Il problema sta, invece, nel quando — forse appena tra qualche decennio — tali risultati saranno raggiungibili. IL RISTAGNO Qualsiasi confronto con le altre discipline sarebbe infelice, dal momento che la preparazione atletica ai grandi primati nello «sprint» ha già raggiunto la massima perfezione, mentre ai metodi di allenamento nelle altre discipline atletiche (mezzofondo, fondo, salti, lanci) cè ancor sempre qualche novità da aggiungere o qualcosa da modificare. D’altra parte, un miglioramento di appena 1/10 di secondo nei 100 metri piani equivale a ben 12” sul migliol Ma è anche vero che lo «sprint» mondiale, ;itegli ultimi vent’anni, non registra alcun progresso significativo. Dai tempi a oro di Owens, due o tre soltanto sono stati, infatti, gli atleti che l’hanno eguagliato. A META’ DELL’OPERA La tecnica del velocista di classe sui 100 metri si compone di due elementi fondamentali. Il primo è lo «start», ‘ossia la partenza, mentre il secondo consiste nella scioltezza durante la corsa. Fare una buona partenza significa essere già alla metà del successo. Un buon sviluppo della velocità sin dai primi balzi, dopo il colpo di pistola, non dipende tanto dalla capacità fisica dell’organismo, quanto da una perfetta concentrazione nervosa, sulla quale lo «start» appunto si basa. Più l’atleta ha classe, minore è il suo sforzo nel controllare i propri nervi. I migliori velocisti sbagliano, infatti, malto raramente. Il famoso Mall Patton, in tutta la sua lunga e brillante carriera sportiva, è scattato solo quattro volte in anticipo. Lo «start» è una serie armonica di movimenti di un automatismo perfetto, raggiungibile soltanto con una seria e lunga preparazione. I GRANDI «SPRINTER’S» Gli sportivi ricorderanno certamente Owens, Metcalfe. Etveli, La Beach, Me Bailey e altri famosi nomi della velocità pura. Il fisico di un Owens non conosce precedenti. La sua costituzione fisiologica, il suo peso, la sua altezza e il suo sistema muscolare erano molto vicini al tipo ideale dello «sprinter». Tuttavia egli aveva due imperfezioni organiche, sconosciute ai pubblici sportivi che lo acclamavano: proclivo agli strappi del legamenti, che gli procuravano acuti dolori, e un cronico mal di gola, conseguenza di una malattia patita nell’infanzia. Mall Patton aveva riflessi fantastici, per cui era in grado di prendere già allo start un buon metro di vantaggio sugli «sprinter» di maggior classe, ma non riusciva a sviluppare la massima velocità di cui era capace nei breve tratto di 100 metri, per cui, come Andy Stanfield, era più adatto ai 100 «notri. ». d. Le classifiche Finali: 1. Spagna 7 6 I 0 23 7 13 2. Italia 7 6 0 1 17 5 12 3. Portogallo 7 5 1 1 25 14 12 4. Svizzera 7 4 0 3 17 14 8 5. Cile 7205 9 17 4 6. Belgio 7115 5 17 3 7. Germania 7 115 11:25 3 8. Inghilterra 7 0 2 5 14 22 2 Torneo di consollazione 9. Francia 5 4 0 1 13 38 10. Jugoslavia 5 4 0 1 11 38 11. Olanda 5 4 0 1 27 98 12. Irlanda 5 1 1 3 10 10 3 13. Norvegia 5113 7 11 3 14. Danimarca 5085 1 32 O ragazzi hanno giostrato con padronanza sul campo. Il migliore dei nostri, Mauri. JUGOSLAVIA — NORVEGIA 2:2 (1:1) Due volte in vantaggio, i rudi norvegesi vengano due volte raggiunti con due stoccate di Mauri. II gioco è equilibrato e la partita tiratissima, ma il risultato non cambia, nonostante due paletti dei nastri. La formazione è la stessa che ha per la prima volta fatto us'o del quadrilatero. Qui finisce il girone eliminatorio di Monza, dove i nostri hanno fatto appena a tempo ad ambientarsi. LA CLASSIFICA: Belgio punti 6, Inghilterra punti 4, Jugoslavia punti 1, Norvegia punti 1. QUATTRO VITTORIE A PISTOIA Dopo il ricevimento finale di Manza, il giorno 16, attraverso ML lano, la «troupe» jugoslava raggiunge Pistola per battersi con Francia, Irlanda, Norvegia e Danimarca onde decidere sulla classifica dal IV. al XIV. posto. Alcuni atleti accusano la stanchezza, ma l’entusiasmo di aver imparate tante ©«se per ravvanire li galvanizza. Alloggio all’hatel Giappone, uno stravecchio ritrovo, non molto bene, attrezzato e pieno di gatti. Il 17, con gli autobus, visita alla «Montecatini-iterne», con rinfresco offerto dall’impresa, quindi, prova del fondo pista, (dimensioni 40 X 20 con la base di mattonelle), non molto felice, perchè stanca molto. Anche tecnicamente, Pistoia deve inchinarsi a Monza come organizzazione; mancano le doc-cie, tutte le nazionali si spogliano in uno stesso camerone, eoe. Dopo le s'olite cerimonie, con alzabandiera ed inni, il via alia prima contesa: JUGOSLAVIA — NORVEGIA 1:0 (0:0) In velocità, tecnicamente ed agonisticamente i nordici vengono dominati e le pregevoli trame dei nostri sono sottolineate da approvazioni. Due paletti ed un arbitro parziale ( come lo saranno tutti a Pistoia) fermano il risultato sul-l’l:0. Marcatore Mauri. JUGOSLAVIA — FRANCIA 1:0 (1:0) Risultato inatteso e una prova di più che gli azzurri vanno migliorando di partita in partita. I francesi speravano di piazzarsi tra i «quattro grandi», ma nonostante la loro esperienza, hanno perso una partita sempre aperta e durante la quale i nostri non si sono mai ritirati in difesa, sostenuti entusiasticamente dal pubblico. Il nuovo sistema ha funzionato in questa partita più che mai, specie nei tamponamento e nel contropiede. 1 migliori: Batel, Mauri e Cobalti. Gli altri in giornata di grazia-Ha segnato Mauri. JUGOSLAVIA — DANIMARCA 4:0 (2:0) Nonostante la maggiore esperienza i Danesi sono stati dominati dai nostri, che sembravano aver bevuto in pochi giorni tutta quell’esperienza di incontri internazionali, mancante loro all’inizio. Due reti di Pertot, una di Mauri, una di Jug e la partita è chiusa. OLANDA — JUGOSLAVIA 3:2 Veloce e prestante, forte sotto tutti i punti di vista, l’Olamda ha avuto ragione di una squadra apparsa un pò stanca per gli sforzi compiuti in precedenza. Risultato a scarto minimo e lotta ad oltranza. Le due reti per la Jugoslavia sono state segnate da Jug e Lonzar. Una rivelazione in questa contesa il giovane Lonzar. JUGOSLAVIA — IRLANDA 3:0 Qualche apprensioni in sede bleu per rincontro con gli Irlandesi, apparsi in precedenza coriacei e sbrigativi. Invece tutto si è svolto bene, per il pronto ritorno del nostro quintetto, che ha dominato la partita in lungo e in largo, passando 1 volta con Pertot e 2 con Mauri. UN DECIMO POSTO Quando 41 sipario è calato sul campo di Pistoia, i nostri nazionali sono scoppiati in selene d’entusiasmo. Speravano appena di evitare il fanalino di coda e sono in-. vece giunti a dover giocare nel torneo di consolazione il ruolo principale. Neanche la Francia infatti ha riscosso tante dimostrazioni di simpatia quante la nostra nazionale, una delle più giovani, la più disciplinata, (lo hanno detto pure . i giornali italiani) quella che sul terreno di gioco ha avuto più morale, ed abnegazione e temperamento nella lotta. Dai mezzi modesti e sopratutto dai modesti intenti che nutriva, la squadra ha raggiunto quello chie mai potevamo aspettarci. Di questo ile hanno fatto riconoscimento il pubblico di Pistoia, gli organizzatori, la stampa, ma sopratutto gli sportivi polesi e le autorità locali nel corso del rinfresco offerta Romanica sera al «Riviera» ROMANO FARINA •WROt'': ______ attraverso le isole di Veglia e Cherso. Il mattino seguente ha lasciato Pola, salutata ancora da una gran massa di popolo, per toccare, nella stessa giornata, Dignano, Valle. Rovìgno, s'. Lorenzo, Parenzo, Torre, Cittanova, Umago, Salvore, Buie, Visinada. Carojba e Pisino. Anche qui, come in ogni altra località è stata salutata alParrivo e. il giorno seguente, alla partenza per Fiume da una fólla entusiasta, riunita in comizio. Il percorso effettuato dalla staffetta principale della Craozia attraverso l’latria è stato di 305 chilometri, toccando le maggiori località e assorbendo oltre 550 staffette locali: A BUIE Prelevata ad Antenaie dalle mani dei giovani del distretto di Parenzo, la Staffetta è transitata mercoledì scorso per le strade .del Buiese, accolta anche qui da grandi manifestazioni di affetto. Attraverso Oilt'tanova, Umiago, Madonna del Carso, Caldania, Buie e Kra-šica oltre mille giovani l’hatUio portata fino a Porta Porton, dove è stata consegnata ai portatori del distretto di Pisino. A Cittanova, Umago e Buie, come in ogni località lia staffetta è stata salutata dalla popolazione che, citile a messaggi d’augurio, ha inviato al compagno Tito dei don . Rappresentanti del potere popolare e delle organizzazioni politiche si sono fatti interpreti, con discorsi d’occasione, dei sentimenti dei cittadini. A CAPODISTRIA E’ giunta mercoledì sera alle 18.20 a Capodistria la staffetta che reca gli auguri della popolazione del distretto al Maresciallo Tito, dopo aver percorso, salutata dappertutto da calorose manifestazioni popolari, s. Bartolomeo, Kreva-tini, Škofije, Plavje, Dekani, Šmarje, Ravne, Siedale, Portoros'e, Piran», Strugmano e Isola. In piazza deila Rivoluzione era ad attenderla una folla di circa 3 mila persone, alla cui presenza hanno parlato per l’occasione il presidente del CPD, Kralj Franc — Petek e il ten. col. Sužnjiević. Una giovane portatrice ha letto, fra gli applausi dei presenti, il messaggio augurale. La staffetta è partita poi alla volta di Dekani da dove, il giorno dopo di buon mattino, s’è rimessa in moto attraverso Risiano, Orni kal, Petrinje e Klanec, fino a Her-pelje, dove è stata presa in consegna dai giovani di quel Comune per essere fatta proseguire alla volta di Lubiana. Alla staffala, organizzata dalle società ginniche «Partizan», hanno preso parte complessivamente 1.245 giovani. TENNIS Costituita a Fiume una società tennistica FIUME, 22 — Per iniziativa di un gruppo di appassionati dello sport della racchetta si è costituito a Fiume un dub itemnistioo. Preceduta da un lavoro preparatorio, ha avuto luogo l’assemiblea del nuovo organismo sportivo, alla quale ha riferito il presidente del comitato promotore, dott. Veselinovič, rendendo nato che l’attività della società sarà svolta a Cosala sul campo della Nafta, principalmente, e su quelli dell’Ospedale civico e degli Affari interni. Istruttore sarà Jure Bakotić, che ha superato brillante-mente gli esami di specializzazione dopo un apposito corso à 'Spalato. I mezzi a disposizione del sodalizio sono, per ora, insufficenti, ma si spera di poterli trovare 4n qualche modo. Intanto l’Unione degli Sport di Fiume ha dato un primo aiuto, in verità simbolico, di 20 mila dinari. Dopo l’approvazione della proposta del nome sociale (Rijeka) e dello statuto sociale, è stato eletto il Comitato direttivo nelle persone dei compagni dott. Veselinovič, presidente, Vidovič G., vicepresidente, ing, Pavlovič, segretario, Bakotić, segretario tecnico, Zlata Grbac, cassiera, Nemamilk I. e Faraguna G., membri. Considerato che a Crikvenica e Abbazia già esistono clubs tennistici e che in altre località o’è la possibilità di costituirli, è stata prospettata l’opportunità di passare alla formazione di una Sottolega della sueoialità. (e) Austria-Scozia H (0:2) (Continua dalla I. pagina) degli avversari, dimostrando di attraversare una grave crisi. Al gioco velocp e consistente degli scozzesi i bianchi austriaci non hanno saputo opporre una. resistenza organizzata e, men che meno, minacciare la loro rete. L’incontro è stato turbato, nella ripresa, da una serie dii incidenti fra 'giocatori e v’è stato anche un tentativo d’invasione del campo. L’àrbitro italiano Bernardi è stato costretto a espellere 41 terzino austriaco Barschandt. Le reti sono State segnate, nell’ordine d« Robertson e Smith nel primo tempo, e da Lyddel e Relly nella ripresa per la Scozia. Il -goal austriaco è stato ottenuto da Oovirfc. ALTRI RISULTATI: A Rotterdam: Olanda — Svizz»-ra 4:1 (2:0). A Madrid: Spagina - Inghilterr* 1:1 (0:1). A Helsinki: Finlandia — Ungha-ria 1:9 (0:5). |Pirano - Nova Gorica 0:9 [0-4] PIRANO: Kobal, Rupena, Gregorič, Bičić, Bernardi, Hvasti, Salve-strtni, Jakomin, Stefani, Hajdero-vié, Piccini. NUOVA CORIZA: Mrljak, Silič, Gulin, Besednjak, Krajnik, Kogoj, Kusmin, Križaj, Vodopivec, Gorjan, Markič. ARBITRO: Guardijančič di Lubiana. PIRANO, 22 — E stata una di quelle partite che lo spettatore annoiato di solito commenta: «Era meglio andare a letto». Difatti, sul campo di S. Lucia abbiamo visto un grigiore assoluto al quale non riusciva a dare vivacità nemmeno il continuo rintocco delle nove reti. Eppure la partita poteva risultare interessante se gli azzurri goriziani avessero avuto di fronte un avversario, non diciamo della stessa levatura tecnica, ma almeno dotato di una certa buona volontà. La sconfitta del Pirano era scontata in anticipo, però sinceramente non ci attendevamo un tale divario di reti e di gioco. Rupena, Gregorič, Hvasti e compagni sembrava si muovessero al rallentatore. Gli altri non erano da meno. Co-si abbiamo visto un soliloquio dei goriziani non solo quando le reti cominciarono a piovere abbondanti, ma anche prima del 26’ che segnò l’inizio della disfatta. E’ appunto al 26’ che Kobal respinge cortissimo un tiro di Vodopivec e Gorjan, accorrendo, non ha difficoltà a segnare. Fino allora una serie di fuori gioco aveva frenato lo scattante quintetto goriziano. Qualche secondo più tardi, Markič intercetta un pallone sulla linea dei Sedici metri. Bernardi potrebbe fermarlo, ma alza le mani e guarda l’arbitro che però tace. Il fuori gioco, al quale Bernardi s’era abituato, effettivamente non c’è e Markič, di rincorsa, realizza la seconda rete. Al 27’ Kobal fa l’unica cosa buona della giornata: para un rigore concesso daU’arbitro per fallo di mano di Bernardi. Al 36’, da quasi metà campo, Markič fogge sulla sinistra tra l’indifferenza della difesa piranese e, giunto dinanzi al portiere, realizza la terza rete. Al 39’ la situazione si ripete e Markič segna nuovamente. Il vantaggio del goriziani aumenta a cinque reti all’ll’ della ripresa per opera di Kobal che s'i lascia sfuggire di mano un facile pallone che, intercettato da Gorjan, viene infilato in rete. Al 22’ i piranesi sono a «un pel» dalla segnatura su uno spiovente da calcio d’angolo, che però viene fermato da Gulin, sembra, all’interno della porta e con le mani, ma l’arbitro non concede. Al 23’ Kobal viene sostituito in porta da Piccini, ma non ha miglior fortuna del suo predecessore e difatti, un minuto più tardi, deve raccattare la palla in fondo al sacco, inviatavi da Križaj. Al 29’ Kuzmin, con uno spiovente, realizza l’ottava rete e un minuto più tardi Markič, superando Salvestrini, chiude l’abbondante messe di goals. Paghi del risultato, i goriziani, sino allo scadere del termine, giocano poi al gatto e al sorcio. AURORA — GRAFIČAR 0:3 (0:0) (Continua dalla I. pagina) senza esito, e di una. .. traversa. Al 42’ la più (bella rete della giornata: dopo una triangolazione degli avanti del Grafičar, Čebular riceve un dosato pallone da Kroupa e scocca un (bolide, ohe dopo aver sfiorato il montante sinistro della rete di Dobrigna, finisce nel sacco. Sul tre a zero e in sordina l’arbitro Kraljič, che ha arbitrato molto bene, manda le squadre agli spoggliiatoi. La nazionale jugoslava di hockey a rotelle, fotografata a Pola prima della partenza per l’Italia. Da sinistra in piedi: Jug. Steppi, Pertot !.. Robert Gorše (segretario della Federazione e C. T. per la rappresentativa di hockey su ghiaccio), La Micela (allenatore), Steraj e Co-)»*.lti (aooompasttatori), Mauri, Močeni, Peracchi Accosciati: Batel, Oataalti. Makuc • Lnkht IL GIRO D’ITALIA ANCORA A MAGNI la maglia rosa dopo 9 tappe SUPPLEMENTO DI CRONACA SPORTIVA AL N. 400 DELL’ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI CALCIO INTERNAZIONALE CALCIO JUGOSLAVO SI AFFILANO LE ARMI per l'atteso incontro di Torino Rivoluzione ([completa nei ranghi della rappresentativa jugoslava -Riconfermata la fiducia alla formazione italiana vittoriosa a Stoccarda flOniENTH IL DISTACCO RII Banali siali rapimi Ricuperi e anticipi nella sosta del campionato LUBIANA, 22 — Si affilano armi nei campi opposti per il prossimo incontro fra le nazionali azzurre di Italia e Jugoslavia. Anche a giudicare dalle sole apparenze, sia a Firenze che qui a Lubiana, dove gli atleti stanno dando ali ultimi ritocchi alla preparazione per il grande e atteso confron-fo, si può concludere che si inten- IVICA HORVAT è stato «recuperato» da Tirnanić per Italia — Jugoslavija de fare le cose molto sul serio. Possiamo ritenere per certo, quindi, che domenica prossima avremo a Torino un incontro che sin d'ore promette di non deludere l'attesa degli sportivi dei due paesi, i quali, al di là del risultato, si augurano una bella manifestazione calcistica. I RIVOLUZIONATA LA JUGOSLAVIA Dopo la deludente e incerta prova contro la Scozia (fino a un certo punto, però, se si pensa che i pur tirchi ospiti nordici hanno regalato giorni fa ben quattro palloni allo squadrone austriaco nella sua tana viennese, ricevendone di ricambio uno soltanto!) il Commissario unico della rappresentativa jugoslava, Aleksandar Tirnanić ha rivoluzionato addirittura la formazione, vista domenica 15 c. m. a Belgrado. Lo schieramento per Torino è stato, infatti, cosi prean-nunoiato: Beara, Belin, Stankovič, Boškov, Horvat, Krstić II, Ognjanov, Veselinovič, Zebec, Vidošević, Vukas. Riserve saranno Kralj, Stipić, Pa-jevič, Bobek e Mitič. Un semplice sguardo ai nomi della nuova guarnitura fa balzare agli occhi due fatti salienti: l’esclus'ione di Čajkovski (il grande «Cik» sta attraversando un malaugurato periodo di cattiva forma), Bobek (retrocesso al ruolo di riserva perchè anche lui giù di tono) e Milutinovič, tutti e tre colonne del Partizan, cui fa riscontro l’immissione di elementi nuovi nella mediana e all’attacco (Kr- lere. Sotto sotto, comunque, ci dev'essere una ragione ben più solida che non la cattiva forma di un Bobek e di un Čajkovski o di un Milutinovič, la cui classe indubbia e la cui esperienza internazionale possono valere sempre almeno quanto la buona forma dì un Vidošević, di un Veselinovič o di un Krstić II., ottimi elementi, ma ancora acerbi. C’è poi la questione di Zebec centroattacco e qui sta, forse, il busillis. Zebec, alla sinistra della rappresentativa nazionale e della squadra diel Continente, gioca quest’anno nel Partizan da centro mediano, facendosi preferire nientemeno che a quel Minda Jovanovič, titolare del ruolo, che più volte ha rivestito negli anni passati la casacca nazionale! Zebec a centravanti, fra Veselinovič e Vidošević, due dei migliori cannonieri del campionato di quest’anno (due centrattacchi, diremo noi) potrebbe fare — perchè no? — ciò che Hidegkuti fa per Puskas e Ko-csis; rifornire loro, cioè, i palloni da rete, mentre Vukas, mezz’ala originaria nell’Hajduk e Ognjanov, due uomini di classe indiscussa, tanto più che per le loro ricche doti tecniche e fisiche sono in grado di fare molti Chilometri senza stancarsi, e perdere la lucidità delle azioni. Questa, naturalmente, può essere soltanto una supposizione, ma non ci meraviglieremo di vederla confermata sul posto. Il che varrebbe dire che la rappresentativa jugoslava punterebbe su una tattica intelligentemente offensiva, con tutte le precauzioni del caso (Horvat e Stankovič!) in difesa. Probabilmente, anzi, sarà proprio cosi. COME A STOCCARDA Non meno seria, e circondata da discrezione, è la preparazione del- Portieri: Viola e Costagliela, terzini: Magnini, Giacomazzi e Ballacci, mediani: Chiappella, Terrario, Moltrasio e Bergamaschi attaccanti: Boniperti, Menegotti, Galli, Pan-dolfini, Frignami e Pivatelli. Come si vede c’è tutta la squadra vittoriosa sulla Germania, più Boniperti, allora indisposto, e le BRANKO STANKOVIČ anche lui «ricuperato» la nazionale azzurra (a proposito, che casacca indosserà per dovere di ospitalità?). La Commisiane selezionatrice ha comunicato, dopo l’allenamento di giovedì scorso a Firenze (2:2 con i cadetti), la rosa definitiva dei candidati: EGISTO PANDOLFINI che a Stoccarda fu il migliore uomo in campo, sarà presente anche lui «riserve» Bergamaschi, Costagiiola e Ballacci. Dal che si può dedurre, senza tema di sbagliare, che si vuole ridare fiducia agli uomini di Stoccarda. E se si fa così non si fa male. In questo caso la formazione per Torino poterebbe essere la seguente: Viola, Magnini, Giacomazzi, Chi-appella, Ferrarlo, Moltrasio, Boniperti, Menegotti, Galli, Pandolfi-ni, Frignani. Ballaci, Bergamaschi e Pivatelli possono benissimo sostituire nell’ordine Giacomazzi (del quale si dice sia un pò giù di forma), Chiappella e Galli (che a Stoccarda è stato di una linea ’ inferiore ai compagni e che tuttora non sembra aver trovato la forma migliore), mentre Costagiiola dovrebbe senz’altro assistere alla partita dai bordi del campo, poiché la candidatura di Viola non può essere posta nemmeno in discussione. Se così sarà, il compito che attende. la rappresentativa jugoslava sarà molto difficile. Non ci sorprenderebbe perciò se i rivolgimenti. adottati da Tirnanić nella sua formazione, indicassero anche un pò d’ansia giustificata. b. a. 3 Sorprendente la Scozia AUSTRIA — SCOZIA, 1:4 (0:2) VIENNA, 20 — Dopo il pareggio ottenuto a Belgrado, l’undici scozzese ha piegato nella capitale austriaca l’undici di Ocvirk con un punteggio che non ammette discussioni. La rappresentativa austriaca è stata per tutta la partita in balia (Segue in II. pagina) Per colmare in qualche modo il vuoto lasciato nel campionato dalla sospensione in preparazione all’incontro con l’Italia sono state giocate mercoledì scorso le partite della XX. giornata dei massimo campionato calcistico jugoslavo. Ecco alcune cronace abbreviate. HAJDUk — LOKOMOTIVA 3:1 (2:0) — Al pìccolo trotto i «maestri del mare» hanno regolato a Zagabria il fanalino di coda, Lokomotiva, ormai rassegnata alla mala sorte. Assicurarsi il margine di due goals di vantaggio nei primi 45 minuti, gli spalatini se la sono presa nella ripresa ancor più alla leggera, permettendo alla Lokomotiva di ridurre le distanze e minacciare il risultato. Riscuotendosi però dal torpore, l’Hajduk si riprendeva, riuscendo a segnare un terzo goal e rimettere dalla sua le sorti dell’incontro. Le reti sono state segnate nel seguente ordine: ai 18’ da Senauer, al 42’ da Mato-■šić, a conclusione di una bella azione di linea, al 53’ da Sintek, che sorprendeva Beara impreparato su una punizione da 16 metri e, infine, da Rebac al 67’. DINAMO — SARAJEVO 2:2 (0:2) — La Dìnamo ha potuto e-vitare l’onta di una sconfitta in casa soltanto a un paio di minuti dal termine, quando le Sorti sembravano ormai decise a suo sfavore. Evidentemente la crisi in cui si dibattono da parecchio tempo i campioni di Jugoslavia non è stata ancora superata, a parte il fatto che parecchi titolari erano assenti per foirza maggiore. Gli ospiti erano andati in vantaggio già »1 4’ con una rete di Jusufbego- CAMPIONATO JUGOSLAVO I. Lega 1 risultati: Vojvodina željezničar -Spartak - BSK Proleter - Crvena zvezda Radnički - Vardar Dinamo - Sarajevo Zagreb - Partizan Lokomotiva - Hajduk Zagreb - Lokomotiva BSK - željezničar Vardar - Proleter La classifica: 2:2 3:1 1:3 2:0 1:0 2:0 Hajduk 21 13 6 2 53:19 32 BSK 22 14 3 5 52:36 31 Dinamo 21 12 5 4 46:40 29 Partizan 21 11 3 7 53:30 25 Crvena Zvezda 21 10 5 5 42:30 25 Vojvodina 21 8 8 5 40:31 24 Sarajevo 21 8 6 7 40:28 22 Spartak 21 7 5 9 41:39 19 Zagreb 22 8 5 9 30:35 21 Proleter 22 6 6 10 27:41 IS Radnički 21 7 2 12 24:31 16 željezničar 22 7 1 14 28:46 15 Vardar 22 4 6 12 21:38 14 Lokomotiva 22 3 5 16 23:68 9 vić, contrastata per fuori gioco rilevato dal segnalinee, ma concessa egualmente dall’arbitro Lemešić. Allo scadere del primo tempo il Sarajevo segnava ancora con Živkov, che sfruttava un errore del- IL PARERE DI VITTORIO POZZO SULL’ATTUALE SITUAZIONE DEL NOSTRO CALCIO CRISI DI GIOCO E TECNICA GIAMPIERO BONIPERTI giocherà a Torino, malgrado le voci che lo dicevano indisposto stić II., Ognjanov, Veselinovič e Vidošević), nonché il ritorno di Horvat e Stankovič nelle retrovie. L’esclusione degli «assi» del Partizan e la loro sostituzione con i giovanissimi dell’Bajduk e della Vojvodina all’attacco e nella mediana, come pure il «recupero» delle vecchie volpi Horvate e Stankovič, in difesa fanno ritenere in un mutamento radicale del precedente piano strategico per Torino. Prevarrà nella mente di Tirnanić la tesi di una tattica difensiva o offensiva? Sono interrogativi che probabilmente troveranno una risposta definitiva soltanto sul terreno di gioco, ammenoché non si nasconda qualche trucco che, all’ultimo momento, potrebbe portare a delle sorprese (da non dimenticare l’altro «recupero», Mitič, e che Bobek è pur tuttavia tenuto in riserva!) che •* *i n«wi è posaibil* pravede- BELGRADO, 21 —- Vittorio Pozzo zo, l’ex Commissar io tecnico dei la nazionale italiana, che ha presenzia 10 in qualità di osservatore per conto della Federazione calcistica italiana all’incontro Jugoslavia— Scozia di domenica 15 c. m. ha scritto per il giornale belgradese «Sport» ili seguente articolo: «A giudicare di quanto si è po-tutto vedere, domenica 15 maggio aflp stadio di Belgrado, si può affermare che in realtà il calcio jugoslavo attraversa una crisi. E precisamente crisi di gioqoi e di tecnica, almeno nello site manifestazioni apparenti. La squadra nazionale infatti, mai avrebbe mostrato, um condotta tanto incerta e um tale mancanza di temperamento, che nel passato furono tante volte manifestate e in base alle quali la rappresentativa jugoslava si è guadagnata 11 prestigio europeo. «Stavolta il gioco, della squadra jugoslava è stato confuso e senza contenuto, cosicché in fin dei conti, a dir la verità, non si saprebbe che risposta idare alla domanda sui suoi migliori o peggiori giocatori. Ogni singolo dellundici jugoslavo ha fatta in maggiore o minore misura cose buone e brutte. Ognuno ha posto sulla bilancia degli os-„ servatoti tecnici i propri lofi positivi e negativi. «Beara, che in alcuni interventi di classe ha salvato la propria squadra dalla catastrofe, porta sulla coscienza ambedue le reti subite. Bobek si è distinto nei primi venti minuti di gioco con alcune finezze tecniche, ma è caduto poi in una crisi di debolezza, quasi dì timore. Ciò che più meraviglia, Čajkovski che, una volta, era la mobilità impersonata è riuscito ad attirare su di se l’attenzione soltanto a tratti. Ilei* Zeba», giaaatore aalaiMssim* non si è messo in vista nè come autorità, nè come personalità. Vu-kas appariva soltanto di tempo in tempo per scomparire subito nella penombra. Tutto l’attacco ha agito come slegato e dominato da, un avversario molto deciso. La difesa, che all’inizio del gioco è stata sicura e coraggiosa, prima della fine della partita è divenuta confusionaria e fallosa. «Quando la squadra gioca così, allora nessuno può 4alvars\i dalia critica. Nemmeno in parte. E nessuno s’è salvato dagli appunti del suo stesso pubblico, che non ha fatto, complimenti ai propri giocatori. Sì criticava, si fischiava (e ciò rumorosamente) sulle tribune, manifestando così Tinsoddìsfaliane, e confermando con questo malumore la situazione della crisi tecnica nella quale si trova attualmente la rappresentativa jugoslava. «In ogni parte del mondo il pubblico è lo stesso: se una volta aveva una squadra forte e piena di temperamento, non può nascondere che, malauguratamente, non l’ha più. Nella è più doloroso che ricordare ... «S/cjno stepi sul posto', ossia ci siamo recati a Belgrado persuasi di trovare l’undici scozzese debole e rassegnato, ma sperando di vedere all’opera una squadra jugoslava convincente nella dimostrazione delle sue migliori caratteristiche. L’utilità di presenziare alle partite è di grande importanza e interesse, ma non nel senso in cui ritenevamo. «Della squadra scozzese che per anni non veniva in questa parte del continente, si può dire molte buone cose. E’ una squadra che con un’efficacia simile a quella mostrata a Belgrado, ha lasciato , un’impressione molto diversa da quella ai campionati del mende dell* seerte on- ta difesa avversaria, dopo che alla mezz’ora la Dinamo sciupava con Lipušinović un calcio dii rigore. Nella ripresa i padroni di oasa svolgevano un gioco migliore, riuscendo prima a ridurre le distanze con un goal di Čajkovski II. al 5’, e a pareggiare poi con Dvornić ali 88’. PARTIZAN — ZAGREB 1:3 (1:2) — Lo squadrone di Čajkovski è incappato in urta s'evera sconfitta in casa propria ad opera dello Zagreb, la cui vittoria è stata pienamente meritata. Gli o-spiti sono stati superiori in ambo li tempi e con un pò più di fortuna ■avrebbero potuto mietere un bottino più grosso. Bobek, Čajkovski e Milutinovič hanno particolarmente deluso. La prima rete dello Zagreb è stata segnata al 15’ da Tu-šak, ma dopo quattro minuti Herceg pareggiava per il Partizan. Gli ospiti reagivano vivacemente, riportandosi in vantaggio ai 25’ con un goal di Medved. A un minuto dal termine della ripresa ancora Medved portava a tre le reti degli ospiti, dopo che al 75’ il Partizan sciupava un calcio di rigore con Mihajlović che calciava in bocca al portiere zagabrese- A Zagabria, Belgrado e Skopje si sono uncontrate domenica rispettivamente Zagreb — Lokomotiva, BSK — Željezničar e Vardar — Proleter per gli incontri della XXI. giornata. Formato ridotto, quindi, per la preparazione ad Italia — Jugoslavia, essendo le altre compagini prave dei migliori uomini, impegnati, come si, sa nelTallenaimento collegiale a Lubiana. Il piccolo «derby» zagabrese è terminalo con la vittoria per 2:0 (1:0) dello Zagreb, cosa scontata ormai in precedenza. Il BSK ha superato di stretta misura sul proprio campo l’undici dedi ferrovieri di Sarajevo (1:0), mentre il Vardar, ricevendo in casa propria il Proleter di Osijek ,ha conquistato i due punti previsti (2:0) in un incontro fiacco e privo l’interessi. ROMA, 23 — La parte introduttiva del 38. Giro d’Italia è terminata. Nelle prime nove tappe, sono stati percorsi 1.510 dei 3.844 km, senza che tuttavia le posizioni possano dirsi chiarite. Naturalnmente, come ogni anno, la decisione cadrà sulle Alpi, dove gli scalatori daranno battaglia per conquistare le posizioni di testa nella classifica. A differenza degli anni passati, però, il Giro di quest’anno vede maglia rosa sin dalia seconda tappa uno dei favoriti, Fiorenzo Magni, avvantaggiato di poco più di mezzo minuto sul favoritissimo Coppi, mentre Koblet, il terzo dei grandi, appare ormai tagliato fuori dalla gara per il primo posto, dato che gli otto, e passa, minuti perduti nella seconda tappa Torino — Cannes non saranno così facilmente ricuperabili. Tutti vedono in Coppi il vincitore. E non hanno torto. Il campionissimo si trova in ottima forma, in posizione invidiabile in classifica, cosicché la scalata alla maglia rosa rappresenta per lui solamente un problema di tempo, dato che è impossibile pensare che Magni, anche s'e conosciamo la sua volontà e classe, possa competergli nelle grandi salite e nelle impegnative prove a cronometro individuali. Ma l’avvenimento più saliente della settimana è costituito dalla vittoria della recluta Fantini sul traguardo di Acqui, dove si è preso nientemeno che la soddisfazione di battere un velocista del nome di Benedetti. Se aggiungiamo alla vittoria di Fantini quella ottenuta da Miessina nella prima tappa, dobhiamo constatare che gli e-sordienti, quest’anno, si stanno facendo onore. Per poco le vittorie degli esordienti non crescevano a tre nella tappa di Genova, dove tutti si aspettavano di salutare vincitore il giovane Boni, in luga da oltre 60 km, ma che proprio quando stava per assaporare la vittoria, a sol i 200 metri dall’arrivo, è stato raggiunto e superato di forza da Astrua e dallo spagnolo Bottela. Astrua si ATLETICA LEGGERA Nuovi records mondiali MODESTO, 21 — Il primatista mondiale del giavellotto, l’americano Ted Held ha lanciato l’attrezzo alia misura fenomenale di 81,75 metri nel corso di una riunione di atletica leggera fra Università. Il record precedente (80,41 m.) da lui stesso detenuto, è stato così superato di oltre un metro. Durante la stessa riunione sono crollati altri due primati mondiali. La staffetta dell’Università del Texas ha migliorato il record delle 4x100 yardes nel tempo di 40”2, inferiore di 3 decimi di secondo a quello precedente. Il mezzofondista Wess Santee ha corso il mezzo miglio in l’48"5, migliorando di un decimo di secondo il record ufficiale, ma bisogna tener presente che questa non è ancora la migliore misura, avendo il giornalista americano, Spurrier corso giorni fa l,a distanza in l’47’’6. aggiudicava la tappa davanti a Bo-tella e Boni. Grandi risultali nella prova a cronometro a squadre sul circuite del Lido di Albaro, dove i giovani della Torpado, capitanati dallo scatenato Defilippis, vincevano la gara alla spettacolosa media di 46,647 km. Defilippis vinceva pure la tappa, lasciando nella sua scia Magni, Koblet e Coppi, i quali perdevano però, soli pochi secondi. Benedeti, lo sconfito d iAcqui, si rifaceva a Perugia, dove vinceva la volata finale su una decina di corridori. Oggi i girini hanno disputato la nona tappa, la Perugia — Roma di km 170. Ha vinto Gastone Nencini, coprendo il percorso in 4 ore 40’ 32”. Secondo si è classificato Fausto Coppi. Quindi, nell’ordine, Albani, Benedetti e Monti. La tappa è stata caraterizzata da una lunga fuga di Fabbri, Fornara e Martino i quali scattati a Marni, si facevano raggiungere dal gruppo a 20 chilometri dall’arrivo. Scattava poi anche Koblet che, però, alle porte dello stadio Olimpico vaniva raggiunto. 1 Le posizioni in classifica rimangono immutate con Magni maglia rosa. LEGA REPUBBLICANA SLOVENA SEVERE SCONFITTE delle spadre istriane no. La Scozia ha fatto a Belgrado cose che in questo momento interessano poco il pubblico italiano, ma che sotto ugualmente importanti. La Iugoslavia, invece, ha lasciato un’impressione, sulla quale avremo il tempo di tornare in questi giorni prima dell’incontro di Torino, dopo l’influenza pratica che la partita eserciterà sulla formazione della squadra. «Oggi è certo questo: ritenevo che, alla partita Jugoslavia-Scozia avrei potuto analizzare le difficoltà che gli jugoslavi possono creare ai nostri «azzurri». Invece ho visto qitali difficoltà possono creare gli scozzesi a una squadra continentale. Detto modestamente, a giudicare dai fatti di Belgrado e ritornando col pensiero a quelli che avverranno fra dieci giorni a Torino, la squadra nazionale italiana considererà il proprio avversario, la Jugoslavia, come un ostacolo superabile, ciò che non si potrebbe dire invece della Scozia. «Se domenica ,invece della Scozia, avessero giocato contro la Jugoslavia gli «azzurri», ritengo che l’avrebbero battuta, o almeno, sul campo, sarebbero stati migliori nella stessa misura della Scozia. Questo è tutto ciò che si può dire nell’attesa del confronto di Torino in base agli elementi della partita di domenica a Belgzado. Ma a questo si pdssono sicuramente aggiungere dei nuovi, che staranno la conseguenza dell’incontro con la Scozia. «Il Capitano federale, Tirnanić ha dichiarato dopo la partita che l’undici jugoslavo ha la possibilità di impegnarsi tanto quanto ritiene necessario a seconda del valore dell’avversario. Domenica la Scozia è stata sicuramente sottovalutata. Ciò non averrà certamente contro i rappresentanti idei nostri oolart il SO maggia a Tarma.» AURORA - GRAFIČAR 0:3 (0:0). GRAFIČAR: Bele, Lenarčič, Snoj, Kožuh, Miler, Hočevar, Hanžič, Cu-čnik, Kroupa, Čebular, Sajevic- AURORA: Dobrigna, Turčinovič,, Samtin, Luglio, Orlati, Vatovec, Ka-vallič I, Hočevar, Pečarič, Ramani,. Tolto. ARBITRO: Kraljič di Kranj. MARCATORI: Hanžič al 52, Kroupa al 61’ e Čebular all’87’. NOTE: Spettatori 500 circa. Al 39’ del primo tempo Hanžič in seguito a uno scontro con Luglio rimaneva a .terra e doveva abbandonare il campo per rientrare nella, ripresa. CAPODISTRIA, 22. — Sconfitta secca per l’Aurora, quanto immeritata. Non già che i locali abbiano giocato bene, anzi tuitt’altro. Ma gli avanti eapodistriami hanno spreoato numerosissime occasioni offertesi loro in ambedue i tempi, mentre gli attaccanti ospiti le hanno sfruttate tutte. L’Aurora ha attaccato in prevalenza, spècie nei primi 45’ allorché ha avuto una netta supremazia iterritoriale. Poi, anche per lunghi periodi della ripresa, ma Pečarič, Kavaliò I e Tatto, hanno sprecato ancora occasioni d’oro per realizzare. Gli ospiti hanno praticato un gioco di squadra, non appariscente, ma redditizio: .tre -discese, tre reti, due delie quali da attribuire alla difesa: capodistriana. LEGA REPUBBLICANA SLOVENA I RISULTATI Krim — Slovan 2:0' Branik — Isola 3:1 Aurora — Grafičar 0:3 Pitano — Nova Gorica 0:9 Postojna — Triglav 0:4. LA CLASSIFICA 39’ l’incidente di Hanžič, al quale, nei tentativo di colpire di testa un pallone rovesciato di Luglio, si piglia una scarpata in fronte, rimanendo intontito. Trasportato a bràccia fuori campo, fa ritorno nella ripresa per... segnare la prima reto del Grafičar. Nella ripresa azione capodistriana, poi contropiede avversario e Hanžič, da distanza ravvicinata, .tira ,Dobrigna esce, ma incespica e la palla finisce in rete. Al 17’ Orlati, invece di rimandare, dribbla, poi perde la palla ohe perviene a Kroupa, il quale segna. L’Aurora preme poi sino al 40’ fruendo di una serie di calci d’angolo rimasti (Segue in II. pagina) Al giovane Raznmovió il circuito di Preluka FIUME, 22 — Un tempo poco ? topàzio ha in parte fatto perdere interesse per la corsa "ciclistioa, organizzata domenica ad Abbazia sul tradizionale circuito di Preluka dal cluib cidisico «Rijeka» ed al quale hanno partecipato società di Fiume, Pola, Karlovac e Capodistria onta oltre 30 ciclisti. Dopo un’inizio di stagione piuttosto in sordina, questa prova ha confermato che i ciclisti fiumani non hanno perso nulla delle qualità, che li avevano portati sempre nelle prime posizioni nel oors« degli anni precedenti. Agli anziani »i sono sostituiti ora i giovani, pieni di buona volontà, che in breve tempo sono riusciti a dare alla sooietà le prime soddisfazioni. La gara di Preluka è stata, infatti, dominata in pieno dai ciclisti fiumani, i quali hanno vinto con Razumović individualmente, e con Jugo, Runko e Ivančič a squadre. E’ mancata questa volta la favorita Proleter di Capodistria, che ha dalla sua tutta una serie di incidenti, ohe hanno pregiudicato le su# reali possibilità. Uno dei favoriti, Visiotin, si è visto togliere di gara già dopo il primo giro per la rottura del telaio con conseguente rovinosa caduta, risoltasi per fortuna ia danni di lieve entità. Sfortunata pure la prova di Bonin, caduto a soli tre giri dalla fine, quando si trovava nel gruppetto dei migliori. Bešič, invece, è giunto in ritardo a oatua di dolori viscerali. La corsa ha avuto i primi scossoni dopo il quinto giro. Un paio di tentativi, operati dai ciclisti di Pola e Karlovac sono stati frustrati, finché partiva in salita il fiumano Razumović. Pochi davano credito alla sua impresa, cosicché egli poteva, nel breve tratto di un giro, accumulare oltre 2’ di vantaggio, ohe gli sono bastati, poi, a rintuzzare ©-gni tentativo degli avversari per raggiungerlo. ORDINE D’ARRIVO 1) Razumović (Rijeka II) in ora 2, 27’57”; 2) Kisić (Karlovac I) a 2’7”; 3) Jugo (Rijeka I) g. t.; 4) Matticchio (Scoglio Olivi) a 47”; 5) Sanzin (Scoglio Olivi; 6) Runko (Rijeka 1); 7) Geromella (Scoglio Olivi); 8) Ivančič (Rijeka I); 9) Međunić (Karlovac I); 10) Miku-lan (Karlovac I); tutti con il tempo di Matticchio: 11) Bonin (Proleter) a 4'37"; 12) Fatur (Rijeka I) a 5’45"; 13) Besić a 6’13” 14) Kljun (Rijeka II) a 6’41”; 15) Zaborski (Karlovac I) a 11’24”; 16) Bara-kovski (Karlovac II) s. t.; 17) Kisič I. (Karlovac I) s. t.; 18) Burič (Scoglio Olivi) a 12’5”; 19) Belo-klaić (Karlovac II) a 13’; 20 Bubrić (Karlovac II) a 16’51”; 21) Mara-ković (Karlovac II) s. t.; 22) Savor (Karlovac II) a 21’. CLASSIFICA A SQUADRE 1) Rijeka I (Jugo, Runko, Ivančič) in ore 7, 31’36”; 2) Karlovac I (Kisić, Medunič, Mikulan) s. t.; 3) Scoglio Olivi (Matticchio, Sanzin, Geromella a 2’. LEGA INTERREPUBBLICANA SLOVENO CROATA VITTORIA POLESE in trasferta a Maribor Krim Nova Gorica Grafičar Aurora Slovan Postojna Triglav Isola Branik Pirano 15 12 2 14 11 2 15 11 1 15 6 2 15 13 15 14 15 15 1 59:13 28 1 59:14 24 3 42:23 23 7 17:30 14 9 22:34 S3 7 12:23 12 9 2737 11 8 22:32 10’ 4 1 10 17:42 9 3 1 11 17:46 7 6 0 4 4 5 1 4 2 Ed eccoci alla cronaca. Nei primi minuti, dopo qualche manovra d’assaggio, l’Aurora si fa sotto, ma la difesa degli ospiti regge .bene la pressione. Mischie e situazioni pericolose bì susseguono neh’area degli ospitai ma, o per la 'bravura del portiere, o per la precipitazione degli attaccanti capodistriani, tutti i palloni fuori. Il vanno fuori, li gioco mantiene la »tessa flsonomia, salvo .qualche sporadico contropiede degli òspiti, sì-sa alla fin# dal primo tasnpo. Al a»loi d’angolo di 10:0 a lana lavora MARIBOR - SCOGLIO OLIVI 0:1 (0:1) SCOGLIO OLIVI: Tunis, Lorenzin, Butković, Vlaćić, Pavkovič, Crnobori,\ ßddjtctro, i, Gllgorijević, Colić, Drosina, Tarticchio. MARIBOR: Grizolt, Donko, Fi-šingel, Zagorac, Braidić, Rajninger, Požar, Božić, Vidio, Petrovič, Panič. MARIBOR, 22 — Lo Scoglio Olm è riuscito a raccogliere due prezjisfasómii) punti siuil’insidioso campo di Maribor con una rete realizzata al 45’ del primo tempo da Gligorijevié. La vittoria dei po-lesi è dovuta più ad una accorta tattica di gioco che ad una superiorità tecnica ed agonistica. Nel primo tempo lo Scoglio Olivi e, in parte, il suo avversario hanno praticato un gioco aperto, poggiando le azioni sulle due ali. La leggera supremazia territoriale degli uomini di Butković § stata tramutata in vantaggio ad opera di Gli-gorijevió proprio allo scadere del primo tempo. Nella ripresa lo Scoglio Olivi si è rinchiuso in difesa, mentre la sua area veniva costantemente assediata dagli avversari. Le loro azioni erano però talmente mal combinate che nessuno degli attaccanti è riuscito ad awere la .possibilità di un .tiro netto. .Naturalmente il merito và ascritto anche allo Scoglio Olivi, la cui area brulicava di piedi. Gli attaccanti del Maribor si sono dimostrati troppo lenti per cui à più veloci palesi riuscivano sempre a soffiar loro la palla. La supremazia territoriale dei marburghesi durante questo periodo è dimostrata dalla differenza di Tale supremazia, nella! 1 maggior parte dei casi, si manifestava però al centro e tre quarti di campo per sfumare dinanzi alla porta. Molto 6.pesso, anzi, il Maribor veniva messo in pericolo da rare, ma veloci e pericolose puntate del quintetto avanzato palese. RIJEKA - LJUBLJANA 2:0 (0:0) RIJEKA: Ravnik, Legan, Šaliho-vić, Zikovlć, Mihovilović, Dunaj, Milkovič, Radakovič, Veselica, Can-juga, Peršič. LEGA INTERREPUBBLICANA ‘ I RISULTATI Borovo — Kladivar 6:0 Maribor — Scoglio Olivi 0:1 Tekstilac — Branik 6:1 Rijeka — Ljubljana 2:0 Šibenik Trešnjevka 7:1 Split — Segesta 5:1 LA CLASSIFICA Rijeka 18 10 4 4 38:20 24 Borovo 18 11 1 6 34:16 22 Split 17 10 2 5 34:19 22 Trešnjevka 18 9 4 3 37:27 22 Ljubljana 18 7 5 6 32:20 19 Segesta 18 8 3 7 29:28 19 Šibenik 17 8 2 7 32:27 18 Tekstilac 18 7 4 7 28:30 18 Scoglio Olivi 18 5 4 9 22:27 14 Maribor 18 3 3 10 23:35 13 Branik 17 5 2 10 22:37 12 Kladivar 18 4 1 13 22:57 9 LJUBLJANA: Bencik, Čretnik, .Paridur, Gruden, Sočan, Čeboihui, čekov, Marjanovič. Dolenc, Hader. MARCATORI: al 73’ V«®alica e ah’81’ Milkovič. ARBITRO: Križuuć d» Spalata.