ANNO XXV. Capodistria, 16 Febbrajo 1891. N. 3 L DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-Jrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Ognio.no a, casa sua l'arto II. 4. San Girolamo, di cui si fece un cenno nell'articolo 17 del n. 4 di questo giornale (1890), viene annoverato, coni' era d'attenderselo, dal Gliubich tra gli uomini illustri della Dalmazia (pag. 155-160). Il G. rammenta la controversia fra lo Stancovich ed il Capor ; del proprio aggiugne le seguenti linee, che qui riportiamo senza toccare nemmeno la interpunzione: „ ... noi in una lettera diretta al Prof. Vinc. „Belloni in Colorno {La Dalmazia. Anno III. n. 5), il „quale testé publicava un Compendio storico della vita „e degli scritti di S. Girolamo, abbiamo dimostrato chiaramente, che al tempo, cui accenna il S. Dottore, la ,Liburnia era sita in contine della Pannonia e della ,Dalmazia non l'Istria, e ehe in quella si deve porre „la patria del Santo, e propriamente là, dove la pone ,,1'Appendiui e il celebre alemanno Funk (Lex. real.)." * Il prof. Leonardo D'Andri, che pubblicò nella Porta Orientale del 1858 il lodatissimo suo articolo intorno alla patria di S. Girolamo, non ricorda affatto il G. La soma delle argomentazioni prò e contra l'i-strianità del grande dottore della Chiesa si muove ancora in un denso dubbio. Chi sa però che un giorno alla tradizione popolare della nostra Sdregna — fatto rispettabile per quella buona fede, la quale deve valere sino alla prova categorica dei contrari — non si ritrovi qualche documento storico, resosi ormai indispensabile dopo la sentenza di queir acuto maestro e indagatore delle patrie memorie, il Kandler, il quale a' tempi suoi conchiuse „che della patria del Santo non si ha vestigio" (vedi II. Ediz. dello Stancovich). Tale giudizio, se assai poco giovò a noi, non ridondò neppure a vantaggio dei terzi. 5. Guglielmo (Padre) di Cherso. Stralciamo la intiera biografia. Mandato a Roma dai Padri Francescani a compiere il corso filosofico e teologico, venne eletto da poi a tenere publiche lezioni sulle prime cattedre del suo ordine, e Nicolò IV postolo a parte del grave ministero curiale, a suo penitenziere lo scelse, e poscia si servì dell' opera sua con rilevante costrutto in favore della Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Cristianità in Oriente presso il Soldano d' Egitto Melec-Seraf, e presso Argone re de' Tartari. Ripatriò con soddisfazione di tutti, ma dopo tre anni tornò di nuovo in quelle terre, ove intento era negli oggetti statistici di quel regno. Ma di tale lavoro oggidì nulla ci resta. * Cerchiamo di precisare 1' epoca rilevando, che il papa, del quale si fa menzione, era Girolamo Masci, dell' ordine dei francescani, inalzato agli onori del triregno nel 1288 ; che fu poi pontefice per oltre quattro anni. Il detto ordine monastico, fondato da San Francesco d'Assisi nel 1209, conta tra le massime sue celebrità Ruggero Baccone. Dr. E. N. Seminario o Collegio ii Capodistria (Continuazione vedi N. 7 e seg.) Il mese di Novembre 1706 che fu l'anno secondo della nuova condotta, subentrò al governo di questo Collegio il P. Cesare di S. Maria sotto il di cui reggimento a di 25 luglio 1708 soddisfatta la Città del profitto letterario, e morale di questa Gioventù per l'assistenza, e buona educazione de Padri, fece la Donazione del med.o Collegio alla Relig.e con tutte le rendite per il sostentamento di quattro religiosi maestri, e proseguimento della Fabrica, che sono ducati ottocento annui. Presentata la Supplica per la conferma dell' atto fatto tra la Città e Relig.e al Serenissimo Collegio di Venezia, non fu nè ammessa, nè rigettata, rimanendo sospeso 1' assenso, restano i Padri in quella medema condizione, che sono i P. P. Bernabiti in Udine, et i P. P. Gesuiti in Brescia, et in Venezia ; contentandosi le nuove religioni, che entrano in questo Dominio, per loro stabilim.to del silenzio, che è l'assenso praticato in questi tempi dal Prenci'pe. E con tutto ciò godono ugualm.te il jus delle altre Case stabilite in altri Dominj riguardo alla Relig.e. Supposto ciò riverentemente supplicano gì' infrascritti Oratori 1' E. E. V. V. che essendo imminente la convocazione del Cap.lo Prov.le, non rimanga privo questo Collegio del ius commune alle altre Case di eleggere il suo Vocale, che uritamente con il P. Rett.e si trasferisca al Cap.lo Prov.le, con reintegrarli, qualunque volta ne fossero giudicati incapaci per difetto dalla licenza di cotesta S. Cong.e non confermata dopo il p.o quinquennio, senza veruna colpa de med.iOr.ori: o dichiarandoli, non ostante, capaci d'intervenire con gì' altri al sud.o Cap.lo. Si supplica della Gr.a per evitare nell' attuale Cap. lo Prov.le qualunque incontro, et occasione di disturbo: non intendendo questi Religiosi allontanarsi in minima parte dalla dovuta dipendenza delle Sagge, e discrete deliberazioni dell'E. E. V. V. che della Grazia ecc. In fede ecc. Questo Memoriale fu, sottoscritto dal P.re Rette e tutta la famiglia, inviato al F.gen.le assieme con un altro foglio in bianco, dove si doveva fare 1' altra copia, come è solito nella S. Cong.e dove si ricevono duplicati. Ricevuto il rettoscritto Memoriale in Roma dal P. Gen.le fu consegnato al P. Pr.or Gen.le, il quale lo mutò, non si sà perchè, nella forma e tenore, ebe segue. Em.mi e Rev.mi Sig.i Il Rettore e Religiosi delle Scuole Pie di Capo d'Istria umilissimi Or.ri dell'Em.re V. V. riverentemente espongono ritrovarsi in detta Città da dodici anni à questa parte con licenza de Sup.i attendendo alla cultura della Gioventù secondo l'uso del loro Pio Istituto. E perchè nel prossimo Cap.lo da celebrarsi in Narni posssano godere quelle prerogative, che gli altri Colle-gii Naz.no e Ripa: supplicano umilm.te l'È. E. V. V. dell' Apostolico beneplacito di poter celebrare il Cap.lo locale, e secondo le loro Costituzioni appprovate dalla S. Sede assistere anco al Cap.lo Prov.lo Che ecc. La S. Cong.e rescrisse : — Prò inform.e et Voto ad. P. Pr.ore Gen.le Informazione e Voto del P. Pr.or Gen.le Agost.o di S. Tomaso d' Acquino La presente supplica a nome |del Rett.e e Religiosi delle Scuole Pie commoranti in Capo d'Istria, data all' EE. VV. a fine di essere ammessi al Cap.lo Prov.le da celebrarsi in Narni nell' Ott.e venturo, e preventivamente fare il Cap.lo Locale, come si usa negl' altri Col-legii dell'Instituto, deve essere attentamente considerata, trattandosi d'elezioni, nelle quali intervenendo Persona non canonicam.te eletta, rende necessariamente nulli tutti gl'atti de Congressi Capitolari. Ricevendo io dunque 1' onore di riferire su l'istanza predetta, e di dare il mio parere: pria di farlo ho procurato informarmi dell' uso, supposto non vi sia legge speciale fra le costituzioni delle Scuole pie, che parli de Collegii secolari. La costituzione nella parte 3. c. 4. parlando del Capitolo Prov.le dice ad quod accedent ministri locales Domorum illius Provinciae, et unus ex qualibet Domo ad plura suffragia electus. E benché in questa Provincia Romana vi siano tre Collegii secolari, però milita per loro altra ragione, godendo de Pri-vilegii Pontificii, et indulti Ap.lici. E vi è gran differenza godere de dritti de Collegii canonicamente stabiliti: e dubitare, se vi sia legittima erezione. Passer: t. de Elect. cap. 10. n. 1. Io non dubito, che 1' elezione de Snp.ri e convocazione de Cap.li spetti a tutti le Case, ò siino Collegii dell' Istituto. E che Collegio importi moltitudine coordinata, la quale vive con alcune leggi, sottoposta ad un Capo, che la regge Silu: V. eletcio 1. n. 2. Fabien: et olii apud Passer: 1. de de electio: c. 10 n. 7 de Eligent. condition: Mà come i Canonisti non tengono per Collegii quelli, che senza facoltà Ap.lica, o sia Ordinaria, o delegata, sono eretti, fondati ne dritti Canonici precisam.te C. Quidam, et Cap: de Monachis 18. q. 2 ex Conc: Calcedonensi, Glossa 161 quibus adde Conc. Trid: Sess. 25 de Befor : cap. 3. et Const: Clem: Vili et Greg. XFcome è il presente di Capo d'Istria, nel quale nè 1' Ordinario, nè la Sede Ap.lica ha dato veruna facoltà: ma solam.te col mero presuntivo permesso dal Prencipe, e del Vescovo stando impiegati all' educazione d' alcuni Giovani, con q.li convivono. Quindi sembra, che legittimam.te non possano convenire al Cap.lo Locale, mancando 1' essenziale qualità di Collegio. Ventilata la p.a difficoltà, e la più essenziale, supplita dalla benignità dell'EE. VV. questa, resta anche da supplirsi un' altra, che è fondata sul poco numero della Famiglia. Sono solam.te quattro (tutti però Sacerdoti, e capaci degl' Ufficii se fossero in Case reg.ri dell' Instituto) e come la S.ta d'Innocenzo X soggettasse le Communità tali, anche Apostolicamente erette agl'Or-dinarii de Luoghi : hanno bisogno adunque di special facoltà dell' EE. VV. essendo contro loro la presunzione, che non si viva con l'osservanza delle regole, e dell' Ap.liche Costituzioni, supposto il poco num.o della Famiglia : Venendo ancora escluse le Case di poco num.o ne Congressi Capitolari in altri religiosi Instituti. Passer. t. de Elect: c. 36 n. 10. Se non ostante le narrate difficoltà, et altre, che vi possono essere (quali devono riferire per procedere sinceram.te) restano servite 1' EE. VV. consolare gl'Qr.ri, si serviranno ancora con la loro Ap.lica Autorità supplire i narrati difetti, e dargli benignam.te quei dritti, che de jure non li competono. E supposto il poco numero dar facoltà al Sup.e d'intervenire a Cap.li Provinciali sino, che vi sia famiglia sufficente per la regolare osservanza, e canoniche elezioni. E col bacio della Sacra Porpora profondam.te inchinato mi rassegno. Rescritto della S.ra Cnng.e — Ostendatur rela-tio Parti. Fu risposto all'informazione del P. P.ror Gen.le Agostino di S. Tomaso d'Aquino posta di sopra con la scrittura di contro. _-——--——- INDICE DELLE CAUTE DI RASPO (Archivio provinciale) Filza 5. (Continuazione vedi N.o 8 anno XXIV e seg.) anni 1540, 1541 e 1542 pag. 377-388 Capitano Bernardo Giustinian Extimationcs damnorum Registro di sessantaquattro stime eseguite dai due stimatori giurati per danni recati ai campi da persone, bovi, cavalli, capre, cani, asini e pecore. Sono anche registrati danni recati dai sudditi di Lupoglao a sudditi veneti. anni 1540, 1541 e 1542 pag. 389-436 Capitano Bernardo Giustinian Pignorimi liber Registro di immobili, bovi, cavalli, pezze di formaggio, biade, vestimenta e utensili di cucina dati in pegno in vigore di sentenze. Loro incanti e rispettiva aggiudicazione fatta dal capitano sedens ad portam parvam Pinguenti, o in podiolo palatii, sub logia, in platea o dai giudici di Piuguente e vice-gerenti del capitano stesso. Registro quindi dei pagamenti fatti al creditore e delle competenze dovute al cancelliere, al cavaliere, agli stimatori e al trombetta. anni 1540, 1541, e 1542 pag. 437-452 Capitano Bernardo Giustinian Instrumenta ecclesiarum I gastaldi, uscenti di carica, delle chiese e fraternite pin-guentine di S. Maria maggiore, S. Maria delle candele, S. Giorgio, S. Martino, S. Vito,_ S. Giusto, S. Maria di strana, S. Giovanni, S. Donato e S. Sebastiano presentano al capitano i registri della loro amministrazione, e cioè denari, olio, vino, biade di ragione della rispettiva fraternità e una distinta dei crediti e delle spese. Il capitano consegna poi registri, denari ecc. al gastaldo nominato per 1' anno seguente. anni 1540, 1541, e 1542 pag. 453-482 Capitano Bernardo Giustinian Inventariorum liber Quattordici inventari di beni mobili e stabili lasciati da individui morti entro i confini del capitanato, compilati per ordine del capitano, Vedasi il seguente dei beni lasciati da donna Gerra. a. 1542 La quarta parte de una caxa in pinguento in contra de torre nova confina la caxa de ser martin et la via comun una vigna in savero (?) per zapadori 5 confina martin persicli una vigna in savero per zapadori uno confina. .. Iuradori (?) uno baredo in contra de cela confina simon gambaro uno campo per una zornada de arar in contra doronisa (?) ... item per zorno uno de arar in diversi pezi in savero confina thoma sotonich uno pasteno in baredo per uno zapador in savero confina simo prodan uno piede de ulivar in savero confina thoma . . . due vaneze in blata confina francesco coran et laltra urbanazo (?) due vaneze de orto in contra de naranza confina m. lor. calegar una vaneza de orto in baredo soto san zorzi confina andrea cliersich ammalia una vacha piena sua due vache ala mita et una manza de anni 3, et dui vedeli de anno alla mita cum la fraternità di s. vido una cavala negra et una puliera de anni dui porcho uno de dui anni, porche due de uno anno et porzeleti quatro de mesi quattro uno cavechio bon de some 8, uno cavechio vechio de s. 16 6ote tre de s. 38 et de s. 16 et de s. 13 una brentesela (?) de s. 4. Brente 4 de meza vita sechie de aqua tre. alboli dui tristi, uno tamiso. uno criel dui scrigni boni de tenuta cadaun de brente quatro dui altri scrigni tristi, una piera de oio da orna ima una pignata da tenir oio de circa l. 14 de tenuta caldera de rame de tenuta de due sechie calderole due de una sechioia et de dui . . . una cadena da fogo, due fersore. uno spedo da rostir una grata caxo uno chazol. una caza forada una rasarola. una forchada da ludame. tre sesole tre... over f alzati (?) due manare mezane bone et una trista zape tre una bona et due triste dui eaponi tristi et uno bono due trivele bone pugnavt due bone, uno saclio de lana de s. 2 una vesta da dona de pano negro trista vino s. XX. anni 1540 e 1541 pag. 483-494 Capitano Bernardo Giustinian Relevatio testamentorum Presentazione nell' ufficio del capitano di quattro cedole testamentarie che vengono proclamate (stridate) sulla piazza di Pinguente. Annullata la contraddizione presentata nel termine prescritto contro una di esse, viene decretato che sieno relevate in publica e autentica forma secondo gli ordini vigenti. anni 1540, 1541 e 1542 pag. 495-620 Capitano Bernardo Giustinian Instrumentorum primus Duecentoventitre istrumenti di compera, donazione, vendita, permuta e di cessione. Locazioni e qualche inventario. Quasi tutti sono stipulati nell' ufficio del capitanato e scritti di mano del cancelliere alla presenza di due testi. Taluno appare scritto dal notaio pinguentino S. de Germanis. Sono anche registrate le stride di detti istrumenti fatte dal trombetta sulla piazza di Pinguente, le contraddizioni mosse a taluno di quegli atti e le istanze presentate per la ricupera di qualche stabile venduto. Le contrade di Pinguente, quali appariscono indicate in queste carte, sono le seguenti. In città : calusa, cantonis, porte parve, frachia, iarna, in platea, turris nove e turris nigre, sancti Iusti, supra reparo. Nel territorio: sub grisia, prope zudecham, selze, cella, sancti Ioannis, naranze, cerito, piloni, blata, fornacis. (Continua) G. V. — Portole —----—---— ILT o tizi e Il Dr. Ferdinando Pitteri fu eletto a voti unanimi podestà di Trieste il giorno 17 Gennajo p. d., e ancora continuano le dimostraziani di omaggio all' egregio uomo da parte di tutte le associazioni e della stampa, alle quali ci è cosa gradita aggiungere anche le nostre. Il giornale ufficiale del 26 gennaio ha pubblicato la notificazione relativa alle elezioni per la camera dei deputati del consiglio dell'impero, nella nostra provincia, in seguito alla patente imperiale del 23 gennaio con la quale veniva sciolta la camera. Al comitato provinciale pel centenario Tartini pervennero le seguenti ulteriori oblazioni : Dal sig. G. B. Dell' Oste quale ricavato d'un trattenimento dei filarmonici di Yisignano f. 30 ; dal sig. Marco cav. Venier di Napoli f. 5 ; dal sig. Dr. Apollonio di Umago f. 5 ; dal sig. Dr. Adamo Mrach quale ricavato d' una festa da ballo datasi a Pisiuo f. 75 ; dal sig. Nicolò de Franceschi, quale ricavato d'una festa da ballo datasi a Umago f. 92 ; dal prof. Giorgio Petronio di Lugo lit. it. 5 ; dal municipio di Visinada un contributo di f. 50; dal municipio di Pola f. 200 ; una colletta iniziata a Montona per cura del sig. Giovanni Dr. Corazza ha fruttato 1' importo di f. 53.40 anziché f. 43.40 come erroneamente fu pubblicato (vedi ultimo numero della Provincia). Togliamo dall' Indipendente : La direzione del nostro Museo d' antichità ci comunica l'elenco degli oggetti donati durante l'anno decorso, che arricchirono la biblioteca e le collezioni, unitamente al nome dei generosi donatori, a cui rende le più sentite grazie. Il signor Bahhnfelt di Friburgo spedì i numeri d'un suo giornale di numismatica ; il dott. Benussi la sua monografia sul Postel, chiave rustica usata nella campagna di Rovigno ; il dott. Bertolini di Portogruaro una dissertazione sui Numeri. Opuscoli di archeologia e numismatica inviarono il dott. Bormann di Vienna, il cav. Botti di Reggio- Calabria, il dott. Buschan di Wilhelmshaven, il conte Ferdinando Colonna, il cav. Desimoni di Genova, l'avv. dott. Carlo Dompieri, il sig. Diining di Qnedlinburgo, il dott. Yiucenzo Joppi, il cav. de Luschin di Graz, il dott. Carlo de Marchesetti, il sig. Angelo Menegazzi, il dott. Luigi Meschinelli di Napoli, il ministero dell'istruzione pr.blica d'Italia, il sig. Guglielmo Morth da Pola, il cav. Poggi da Genova, il bar. Eugenio Ritter da Gorizia, la Società morava per la coltivazione del suolo, il cav. Stefani di Vienna, il sig. G. Uzielli di Roma. Il prof. Giuseppe Vatova inviò 1' opuscolo : Una giostra a Parenzo li 14 febbraio 1745 descritta da un cavaliere giostrante. Parecchi istituti e direzioni di essi inviarono programmi e relazioni. Inoltre il signor Vincenzo Bertossi donò un capitello romano in marmo, il cav. Besso sette lucerne di terracotta venute da Calcedouia, il dott. Bozza quattro diplomi, il signor Giuseppe Caprin una collezione di vedute di Grado, il dott. Defacis delle vedute di Trieste e una collezione di monete, il canonico Deperis fotografie di lapidi e di mosaici della basilica di Parenzo; la signora Gambillo diede una freccia messicana, l'ing. Geiringer delle figurine greche, il bar. Giuseppe de Morpurgo delle publicazioui della Società degli antiquari del nord, il dott. Moser degli oggetti antichi istriani e degli articoli di paleontologia, dai capitani Morth e Pe-trovich pervennero parecchi oggetti e monete, dall' ing. Righetti un oggetto romano di terracotta, dal dott. Pietro Tomasin un anello antico di bronzo, dall'avv. Venezian una medaglia di rame, dal cav. Vidich uno stemma della famiglia Bonomo, dal signor Wram di Gorizia varii oggetti in bronzo, dal signor Zahn delle vedute di Salona. Medaglie e monete furono donate dai signori Ci-madori, Diining, Carlo Ottavio Fontana, E. Menegazzi, Ràcke, Rinaldi di Padova, cav. E. Salem, Timeus, dott. Tedeschi, Vesnaver e Zampieri. Inoltre dall' avv. Venezian furono rimessi al Museo fior. 300 pervenutigli da un anonimo da Vienna a questo scopo. Devesi infine ricordare che scopertosi nella villa di Barcola un nuovo edificio romano, il signor ingegnere dott. Eugenio Geiringer, eoi concorso dei signori Adolfo Gentili, dott. Federico Perugia e Giuseppe de Sartorio, ne imprese a vantaggio di questo istituto l'esplorazione estendendola su d' una superficie di circa 800 metri quadrati. A questi benemeriti la Direzione significa in modo particolare la propria riconoscenza, e del pari porge vive grazie ai signori avv. Gioachino Coen, Domenico Idone e Antonio Pogorelc, che quali proprietari dei terreni gentilmente permisero le ricerche lasciando che le medesime fossero quindi proseguite per cura del Museo. Le disposizioni preparatorie per l'installazione dell'esposizione d'arte industriale in Trieste procedono alacremente e si prevede che l'esito sarà brillantissimo, visto il numeroso concorso di espositori tanto dalle nostre provincie quanto dal Regno vicino. Perciò i locali messi gentilmente a disposizione della Società degli Amici dell1 arte dal curatorio del civico Museo Revoltella non basteranno ad accogliere tutti gli oggetti insinuati e si sarà costretti di prendere ancora altro locale, cosicché la esposizione avrà luogo contemporaneamente in due differenti locali. Ci dispiace dovere rilevare che gli artisti triestini s'insinuarono in numero piccolissimo, e non solo come espositori, ma anche come concorrenti ai premi stabiliti. Non si sa spiegarsi questo fatto. Certo, questa indifferenza degli artisti triestini devesi deplorare per il fatto che, col lievo del portofranco, gli industrianti dell'Austria-Ungheria faranno certamente grande concorrenza alle nostre industrie. Questa circostanza spiega anche il grande interessamento che 1' esposizione trova nelle provincie austriache. ----------- PER MQNS. GIOVANNI DE FAVENTO 11 comitato promotore del quale abbiamo pubblicato l'appello nel nostro numero del 16 Decembre p. d., ha presentata V istanza per il permesso di aprire la colletta pubblica, all' i. r. luogotenenza, e n' ebbe la seguente risposta: Allo Spettabile Comitato promotore per un tributo d'onoranza in memoria di Monsignor Canonico Giovanni de Fa-vento a mani del Signor Avvocato Dr. Girolamo Vidacovich. Trieste. Ad evasione dell'istanza di codesto spettabile Comitato d. d. 19 Dicembre 1890, tendente a conseguire il permesso ad aprire ed effettuare una colleta di danaro per un tributo di onoranza in memoria di Monsignor Canonico Giovanni de Favento, Le si comunica che l'Eccelsa i. r. Luogotenenza giusta dispaccio 4 Gen-najo a. c. N.ro 19756 non ha trovato di far luogo alla medesima, essendoché non si può accordare pubbliche collette di danaro che solamente per scopi pii o benefici. Capodistria, 9 Gennaio 1891 L' I. R. Capitano distrettuale Schaffenhauer m. p. Non ci attendevamo questa risposta, perchè sapevamo che il comitato aveva presentato l'istanza in seguito a informazioni attinte presso questa i. r. autorità distrettuale sul modo voluto dalla legge per ottenere il permesso, e che si era attenuto alle indicazioni ricevute, e precisamente come aveva fatto pochi giorni prima il comitato provinciale per il monumento Tavtini con lo stesso scopo di ottenere il permesso di aprire una colletta pubblica. Comunque sia, senza offesa alle prescrizioni di legge, il comitato rimane costituito col proposito di riuscire nei suo nobile proposito, che sta nel desiderio di tutti, sicuro che non vi può esistere opposizione di sorta a chè i discepoli manifestino i loro sentimenti di gratitudine e di omaggio al loro venerato maestro, nelle forme ideate dal comitato stesso ; e ad ognuno sarà libero offrire l'obolo suo perchè lo scopo sia raggiunto. Appunti bibliografici A Francesco di Manzano. Appendice alVArcheo-grafo triestino voi. XVI. fascicolo li 1891. — Caprin 1891. Anche la nota sentenza — Lauda post mor-tem — può avere le sue eccezioni. E ciò perchè del lodato è già assicurata la fama, specie nell'età già molto inoltrata; uè più lo possono lusingare le lodi, quando più è vicino alla meta, oltre alla quale „Non e il mondati rumor altro che un fiato" Anche nel lodatore appajono in tal caso sincere le intezioni : pur troppo le lodi ed i monumenti ai morti sono spesso argomento di vanità ai vivi; e non occorre dire di quell' altro difetto della gente latina: lapidi ai morti, lapidati i vivi. Ben fece adunque la Direzione dell' Arcineografo triestino a dedicare un apposito fascicolo al Conte Francesco di Manzano nell' occasione del nonagesimo natalizio dell' operosa vita di lui, come si legge nell' epigrafe dedicatoria. Segue un cenno biografico scritto dal Prof. Occioni Bonaffons. Da questo si ha che il conte Manzano nacque addì 8 Gennajo 1801 in Giassico villaggio del Friuli ; e che ricevette la prima educazione nel celebre collegio dei Soraascbi a Ci-vidale. Nel 1S19 passò ad Udine pel corso filosofico biennale illustrato dai Professori Zandonella, Aprilis, Cocconi, Pirona e Lomazzi. Ed io ricordo TAprilis, amico intimo di mio zio don Pietro Tedeschi maestro ed organista ad Azzano, buono e semplice prete; rammento di aver assistito ai funerali del dotto professore morto a Bannia, sua patria, nel distretto di Pordenone, nell'anno 1842 o giù di li; e come un' eco lontana sento sempre i discorsi recitati sulla sua fossa da molti illustri scienziati del Friuli. Non so se dell 'Aprilis fu mai dettata la biografia: certo egli era dotto professore di fisica a suoi tempi, e in tutto degno di vivere nella memoria dei posteri anche per redimere la sua fama da certe calunnie die si ripetevano, per via del suo testamento, apparso ai più strano ed effetto di lungo odio verso la cognata, mentre non era che conseguenza li avvenimenti previsti dall'Aprilis con la calma dello scienziato e che poscia si avverarono pienamente. Discorre quindi da par suo l'Occioni Bonaffons del Manzano, e ne compendia i fatti e le opere, dandoci un' esatta bibliografia degli scritti del vecchio venerando che spese tutta la vita ad illustrare la storia del suo Friuli. L'erudito Vincenzo loppi ci dà quindi notizie di un poeta friulano del secolo XVI, Scipione di Manzano, con la recensione delle opere in prosa ed in verso, edite ed inedite; onde è chiaro che il culto delle lettere è ereditario nella nobile famiglia Manzano. Alla chiama in questo nobile arringo non mancò il nostro eruditissimo Attilio Hortis letterato di fama italiana, con la sua dotta monografia — Pordenone e Trieste e un poemetto inedito dei fatti di Pordenone dal 1466 al 1468. — Di questi rapporti tra Pordenone e Trieste, rapporti strettissimi, provenienti dal comune principato austriaco, ben anteriore alle unioni con la contea d'Istria, di Gorizia, e colla Carnia, già fece un cenno il Kandler con la sua innegabile dottrina; se non che, giunto ai fatti del 1468, col suo stile sibillino saltò la sbarra, e s'impose la cuffia del silenzio per ragioni che tutti sanno e che qui è inutile ripetere. Ma l'Hortis non è uomo da portar barbazzale per nessuno; e senza inutili declamazioni rettoriche, con la calma dello storico espone i fatti. A Pordenone e a Trieste scoppiarono nello stesso tempo sedizioni: entrambe le città erano divise iu due parti; l'una voleva mantenute le libertà municipali; spalleggiava l'altra i capitani che per propria libidine di potere e per eccitamento degli Arciducali s'a-doperavano a imbrigliarle; miravano i primi per ajuto a Venezia, erano ajutati gli altri e fatti vincitori dalle milizie imperiali. Tutto ciò è chiaro come il sole oggi dopo i documenti pubblicati dal Cesca, e la stampa del poemetto iu cui l'autore però segue la parte imperiale. Cosa sia avvenuto poi è troppo noto. Venezia temporeggiò per Pordenone; nel 1420 avea già esteso il suo dominio sul Friuli; ma Pordenone rimase isola storica ai duchi austriaci fino al 1508 in cui l'Alviano che avea conquistato „la nobile Trieste" ottenne il „feu-do zentil" di Perdenone. Nel 1468 se Venezia diede rifugio ai Bonomo esuli triestiri, costretta dagli avvenimenti e dalla paura dei Turchi, per dire la cosa in termini chiari si abbassò fino a farci la spia. Anche è pur troppo degno di nota e dimostra la vecchia politica dell'assolutismo il fatto che nel 1466 fu mandato capitano a Pordenone quel Longar già tristamente famoso pel sangue sparso a Trieste, e viceversa da noi il Castelbarco già soperchiatore nei tumulti di Pordenone. Di tutto ciò parlerà poi diffusamente l'Hortis in libro che dopo molti anni d'indagini è composto ma non compiuto. E noi, se con vivo desiderio aspettiamo la pubblicazione, non vogliamo però importunare con la nostra fretta il chiarissimo autore, sapendo per prova come il ritardo tornerà I per mezzo suo profittevole alla scienza ed all' arte. L'Hortis tocca anche di molti altri punti di contatto tra Pordenone e Trieste. Anche altre città dell'Istria ne trovano nella loro storia; così Capo-distria che ebbe ascritti fra i suoi nobili quei Spellati, oggi Speladi, dei quali le sepolture erano presso la sagrestia della chiesa di San Francesco, e che per omicidio di un vescovo ripararono a Pordenone dove anche oggi esiste la famiglia Speladi1) Queste antiche relazioni poi tra Pordenone e Trieste, oltre che dal fatto della comune dominazione sotto il principe austriaco, provengono anche dal fatto della navigazione fluviale aperta fino a Pordenone, onde i frequenti commerci. Le barche passato il golfo entravano nella Livenza, e da questa, sopra la Motta trivigiana salivano per la Meduna nel Noncello, finme che scorre sotto le mura di Pordenone. Il Portus Naonis poi era a un miglio circa da detta città, nella località delle Grazie vicino al santuario. tTali relazioni marittime e fluviali erano vivissime anche nella prima metà del nostro secolo prima che si costruissero le strade ferrate; ed io stesso ne sono buon testimonio. Nel 18B8, dopo la morte di mio padre Luigi Tedeschi, agente della casa Mauroner a Trieste, la mia famiglia si trasmutò ad Azzano nel distretto di Pordenone in casa dello zio Pietro sacerdote, di cui sopra; e in quell'occasione tutti i nostri mobili furono caricati su di un trabaccolo che scaricò ogni cosa nel porto di Pordenone. Rammento ancora la forinola stampata: Nel nome di Dio abbiamo caricato ecc. . . forinola che a me fanciullo immaginoso suscitava l'idea di un lungo viaggio misterioso per terre incognite con grandi pericoli, e raffermava la fede nelP onnipotenza divina. Mi perdonino l'Hortis ed il lettore questo richiamo alle povere memorie della mia famiglia; e anche di piccoli fatti può giovarsi qualche volta la storia. E a quei di Pordenone tornando, rammenterò come tuttora si mostri nell' e-sterno del Duomo, un bassorilievo, rappresentante, dicono, Rodolfo d'Ausburgo. Segue il dottor Arnoldo Luschin — I memoriali „Nobilis Patriae Forojulii dell'anno 1386" (Lucifer Aquilejensis). —- Detti memoriali furono offerti al Luschin, e sono gli avanzi dell' archivio friulano dei conti di Porzia. Soiio importanti per la storia di Trieste e di molte altre città istriane. Yiene ultimo 1' erudito Alberto Puschi che illustra una moneta friulana inedita, proveniente da Tisana Latisana. „La tradizione scrive il Puschi, vuole che Latisana sia sorta sulle rovine dell'antica sta- ') Vedi l'opuscolo di Gedeone Pusterla — I Nobili di Capodistria. (pag. 17). — Capodistria. Priora 1887. zione romana di Apicilia i cui abitatori, al tempo delle invasioni barbariche, cercarono rifugio nell'isola Bibbione. Divenuta colà insalubre l'aria, i Bibbio-nesi tornarono più tardi in terra ferma, e si stanziarono nel sito già occupato dai padri loro, e l'appellarono — Latisana., — 10 stesso ho udito più volte a Portogruaro, a Fossalta e luoghi vicini ripetere da molti una tale origine del nome: Là finiscono i mali, là non ci sono febbri; la ti sana. Latisana. Belata refero. L'appendice all'Archeografo è adunque un degno contributo di egregie persone unite ad onorar© il conte Manzano, al quale auguriamo di poter celebrare anche il suo centenario nel primo anno del secolo venturo. Befana. Strenna dell' Indipendente per l'anno 1891. Trieste. Tipografia Amati. È un mazzo di fiori splendidi, olezzanti anche 1' inverno sotto i cristalli d' una calda serra, e offerti per la festa della Befana ai cortesi lettori dell'Indipendente. Il mazzo è bello, perchè i molti giardinieri — Athos, Benco, Boccardi, Caprin, Gia-nelli, Haydèe, Padovan, Picciola, Pitteri, Reggio, Rossi, Samigli, Ventura sono tutti valenti nell' opera loro. — E prima vi si ammirano certi erbucci del Caprin, poi una passiflora della Gianelli, la quale, nell' età bella, ha fitto il chiodo in certe sue malinconie, e due gherofani schiattoni del Pitteri, e fiori, fiori e fiori bellini e odorosi. Io, rinchiuso nel mio guscio, con questo po' di rovajo, m'im-baccuco, e penso ai zefiri della primavera di là da venire. Lo esagerazioni di Valerio Anziaie. Studi del Dr. Domenico Vasconi professore di lettere latine e greche nel R. Liceo Balbo di Casale. — Casale. Tip. Pane 1891. 11 nostro Vascon, ora Vasconi, dotto professore nel Regno, ha già messo di molti punti sul suo nuovo i. Già noto per qualche altro buon lavoro, ci dà una nuova prova della sua erudizione con questi studi sulle esagerazioni di Valerio Anziate antico annalista saccheggiato già dal principe degli storici latini, Tito Livio, e poi maltrattato. Di Valerio Anziate tocca il nostro Occioni nel suo compendio della storia della letteratura latina con le seguenti parole — „Si rifecero a scrivere la storia delle origini di Roma Valerio Anziate e C. Lici- - ilio Macro, il primo in proporzioni assai vaste in settantacinque libri almeno, e l'altro in ventuno. Entrambi sono citati da T. Livio; ina il primo per altro è vituperato per le sue menzogne.» —*) In un compendio di storia pei giovani, l'Occioni non doveva dire di più? pure il poco che dice ci dimostra che ha mirato giusto, e che al caso saprebbe da per suo trattare la questione. Ma ecco materia ghiotta a cui abboccano i critici della scuola moderna. Il Yasconi tratta difusamente il suo soggetto, e dimostra quella larghezza di studi che è necessaria per il pieno possesso dell'argomento. Manda quindi innanzi un esatto catalogo degli annalisti, forse un po' lungo (30 su 80 pagine), e al capitolo terzo entra a parlare di Valerio Anziate. Seguono altre dotte disquisizioni: Cameade! chi era costui? Poco si sa della sua vita: i critici tedeschi | si ostinano a volergli imporre anche un praenomen: un nome si direbbe oggi. Questione veramente importante e tale da far andare in visibilio gli scolari addestrati un tempo dal maestro a rilevare le bellezze del testo, senza preoccuparsi di altre disquisizioni. E così via ci mostra da ultimo il Vasconi le corbellerie e le bugie rinfacciate da Tito Livio al suo autore. Conclusione: Le accuse di negligenza i sono immeritate; le esagerazioni non sono da attribuirsi a Valerio Anziate, ma all'ignoranza degli emanuensi. E se ciò non è provato può accettarsi come buona ipotesi. Tutto ciò, lo ripeto, dimostra i molti studi e l'ingegno del mio caro amico e ! comprovinciale. Ancora un' osservazione. Cosi fatte disquisizioni di alta critica dei nostri professori liceali sono indizio degli studi speciali si fanno oggi nelle università e nelle accademie; ma io (e con me molte altre persone competenti, lo Zanella per esempio,) temo che questo specialismo buono, buonissimo nelle Università, sia troppo seguito anche nelle scuole secondarie con grave danno dei giovanetti, che nel secondo stadio dell'educazione sentono naturalmente vivo il bisogno dello svolgimento, delle facoltà estetiche. Al terzo periodo, al giovine fatto conviene, per mezzo dell'alta critica, un ampio sviluppo della riflessione. Sono certo che il bravo Vasconi non tratterà simili questoni nella sua scuola: solo disapprovo il fatto, che per conoscere la valentia di un professore di scuole medie si richiedano gene-jalmente, da chi può ciò che vuole, simili saggi. Molto meglio eserciterebbero l'ingegno i giovani professori col compilare libri appositi per gli scolari, come fece I' Occioni e specialmente buoni te- ') Onorato Occioni. Storia della letteratura latina compendiata ad uso dei licei. Paravia 1883. pag. 73 sti d'autori prescritti, corredati di buone note, affinchè cessasse l'abuso del dettare in iscuola, o peggio, dei sunti che gli scolari fanno su appunti presi lì per lì dietro la spiegazione del maestro. I sunti sono la piaga delle nostre scuole, e un vero repertorio di spropositi. Nella fretta il giovane, che non ha lorze sintetiche, piglia tutto quello che può ; il particolare, l'aneddoto diventa essenziale; magari una lepidezza, un lapsus linguae del profes- * sore si stereotipa, e gira per molti anni nella scuola1). L'illustre Bonghi, quand' era ministro dell' istruzione pubblica, riprovò i sunti e fece buone leggi in proposito. Un classico latino annotato dal nostro Vasconi : ecco un' opera buona ed anche materialmente proficua che proponiamo all'amico! „Qui si parrà la tua nobilitade." P. T. -——•—i&ì—--- PUBBLICAZIONI Nell'annuziare ai nostri gentili lettori il nuovo Catalogo testé pubblicato dalla tipografia Cobol & Priora, non sapressimo trovare parole più adatte nè più autorevoli di quelle scritte dal nostro Tomaso Luciani allo stabilimento dei signori tipografi; l'egregio comprovinciale, si disse lieto d' esser entrato in relazioni d' affari con uno stabilimento che giova e fa onore all'Istria nostra. E infatti, in una piccola città eome Capodistria, e in questi tempi calamitosi, non è senza una grande e intelligente attività che si possa fare, quanto ha fatto questo nostro stabilimento tipografico. E in prova di ciò, e per giovare ai bravi industriali, per quanto e possibile a noi, pubblichiamo l1 elenco delle opere stampate durante gli anni 1889-90: Don Giovanni de Favento-Apollonio. — La chiesa cattolica, la sua dottrina e la sua storia. — Voi. IV, Storia della chiesa. — In 16° p. 270. Gedeone Pusterla. — 1 nobili di Capodistria e dell' Istria. — In 16° (con tabelle). Tre edizioni. ') Per rallegrare i facili lettori trascrivo dal vero un saggio di spropositi dai sunti di un ragazzo. Gemimele era un bel giovine che Giove fece rapire dall'uccello che come dice Dante, «sopra gli antri come aquila vola.» Le muse sono nove: Polina del canto e della lira; e sono anche dipinte sul sipario del nostro teatro diurno. Urania col mappamondo in mano, e con sopra il mappamondo un huco come nel sipario, pel quale i comici guardano in platea; e, quando c'è poca gente, esclamano con lo stile dell'Alfieri: „Oh quanto poca nel teatro gente!" Ulisse fondò la città di Salamina: Anche nella tragedia del Foscolo, l'Ajace, l'eroe si volse ai barabba di Porta Ticinese travestiti da Greci dicendo: o prodi salamini; e i Milanesi fischiarono il Foscolo, e la tragedia, per via di quegli altri salamini (luganeghe) ohe si mangiano a Milano. Cialea moglie di Diomede, s'innamorò di Cillaperi figlio di Stentelo. E éosì via al fine fine. Chi volesse compilare un libretto raccogliendo gli spropositi dei sunti, farebbe ridere anche Leopoldo secondo in Piazza della Borsa. Antonio prof. Zernitz. — Saggio di una biografia di TJgo Foscolo, tratta dalla sua corrispondenza epistolare. — In 16.° Gedeone Pusterla. — San Nazario protovescovo di Capodistria. — In 8°. Tre edizioni. Alberto prof. Casagrande. — Elementi di grammatica greca. Editore G. B. Paravia, Torino. In 16° (con molte tabelle). Carlo prof. Mason. — Primo graìlo alla lettura di Omero, 'IV.aSo? A. B, F. A. Alberto prof. Casagrande. -— Raccolta di esercizi greci per i ginnasi e licei. — In 16°, con dizionario greco - italiano, italiano - greco. Editore G. B. Paravia, Gedeone Pusterla. —- La Necropoli di San Can-ziano nel suburbio di Capodistria. — In 16°. Simeone Vascotti. — Lorenzo Viviani, commedia in 4 atti. A. Cobol editore. Joannes de Favento-Apollonio. — Quaestiunculae theologicae. — In 16°. Paolo Tedeschi. — Il sentimento nazionale degli istriani studiato nella storia ecc. — Editrice la gioventù di Capodistria. — Tre edizioni di 3000 copie per la distribuzione gratuita. —• In 16°. Oreste prof. Cerosa. — Descrizione popolare della Peronospora viticola, con incisioni. — In 16°. Carlo prof. Mason. — Vocabolarietto del Cornelio Nepote. Ad uso dei giovanetti del III corso ginnasiale. — In 8". Alberto prof. Casagrande. — Esercizi di sintassi latina. — Con dizionario italiano-latino, latino-italiano. — In 16°. Giovanni Bennati. — Rime Istriane. — Edizione di lusso fuor di commercio. Bernardinus M.a Polotti. — Or do divini Offìcii prò ecc. — In 16°, con scematismo per la provincia di Padova. Don Francesco Petronio. — San Nazario. Cantica. — In 16° con molte annotazioni. (Seconda edizione). Alberto prof. Casagrande. — Saggio di Sinonimi e Neologismi della lingua latina ecc. ecc. — In 8°. — Editore G. B. Paravia, Torino. Giovanni Vesnaver. — Indice delle carte dì Raspo. — In sedicesimo. Canonico Pietro Stancovich. — Biografia degli uomini distinti dell' Istria, seconda edizione con saggio di annotazioni. — In 8°. Prof. Lorenzo Schiavi. — Doralice Schiavi eli Tol-mezzo vissuta al princìpio del 700. — In 10°. A. Cobol. — La Concordia, anno V, 1891, guida scematica per l'Istria e per la Dalmazia. — In 16°. C. A. Combi. — Porta Orientale, con prefazione ed annotazioni di Paolo Tedeschi. — In 16°. Giovanni Bennati. — Echi Istriani. — Edizione di lusso in 16° fuor di commercio. Nicolò Del Bello. — La Provincia dell'Istria, studi economici. — In 16°. Domenico Manzoni. — Mondoro e U. C. 1. racconti istriani. — In 16°. Più 42 opuscoli di minor importanza. Sono poi in corso di stampa: Gedeone Pusterla. — 1 rettori dì Egida „ Giusti-nopoli, Capodistria" — In 16°. Tomaso Luciani. — Proverbi e modi di dire usati in Albona. — In 16°. Prof. Stefano Petris. — Spoglio dei libri del Consìglio della città di Cherso. — In 16". ----ÌSS—---— INDICE DEGLI SCRITTI DI P. T. NELLA PROVINCIA II lingua e letteratura V Vasconi Domenico. Il mito di Scilla e di Cariddi nell'Odissea. Ap. P. T. XXIY, 11. Ventura Giulio. Naufragi. Versi. Ap. P. T. XX, 6. V. G. L'antico dialetto di Veglia. XX, 14. Viani Prospero. Appendice all' epistolario e ad altri scritti giovanili di Giacomo Leopardi. Ap. P. T. XIV, 16. Versi originali e tradotti da G. Biadego, Fraccaroli e Patuzzi. Ap. P. T. XXII. 19. ViIlari Pasquale. Nicolò Machiavelli e i suoi tempi. Ap. P. T. XII, 20, Visconti Venosta G. Il curato d' Orobio. Romanzo. Ap. P. T. XX, 24. Vlacovich Nicolò. Considerazioni sulle scuole medie.-Ap. P. T. XXII, 19. Vrcklickg. Quattro odi del Carducci tradotte in boemo. Ap. P. T. XXIV, 13. Z Zanella Giacomo. Storia della letteratura italiana dalla pace di Aquisgrana ai giorni nostri. Ap. P. T. XIV, 10. — Item. Due lettere. XXIII, 7. — Item. Vedi de Leva. XXIV, 1. — Item. Vedi Szombathely XXIV, 17. Zenatti Albino. Una centuria di proverbi triestini. Ap. P. T. XVIII, 8. — Item. Arrigo Testa ed i primordi della lirica italiana. XXIII, 17. — Item. Calen-' dimarzo. Ap. P. T. XXIV, 19. Zenatti Oddone. Una canzone capodistriana del secolo XIV sulla pietra filosofale. Ap. P. T. XXIV, 8. —• Item. La vita comunale di Trieste nel 1426, studiata nel quaderno di un cameraro. Ap. P. T. XXII, 16. Zernitz Antonio. Gli anelli nella storia, nella poesia e nelle superstizioni. Ap. P. T. XVIII, 8. — Item. Le rimatrici e le letterate italiane del cinquecento. (Nel Programma del ginnasio di Capodistria) Ap. P. T. XX, 17. — Item. Saggio di una biografia di Ugo Foscolo, (nel Programma come sopra) Ap. P. T. XXII, 16. Zievolo (Per un). Lettera al sig. Isidoro del Lungo. P. T. XX, 1. Zingani in Italia. Ap. P. T. XII, 17, 18, 19. Zumbini. Studi sul Petrarca, Ap. P. T. XII, 14 e 15._ (Continua)