ANNO Vili. Capodistria, 16 Maggio 1874. N. 10. LA PROVINCIA giornale degli interessi civili, economici, amministrativi DELL' ISTRIA, ed organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti - si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali della Società agraria istriana. N. 171. Avviso di Concorso. Allo scopo di contribuire al miglioramento degli animali bovini delle nostre razze da lavoro la sottoscritta Presidenza della Società agraria istriana apre il concorso di premi per tori e vacche da accordarsi anche quest' anno da appositi giurì secondo le modalità del seguente regolamento. CAPO I. Degli animali da premiarsi. §. 1. La razza da premiarsi sarà di massima quelli da lavoro. §. 2. I tori riproduttori presentati al concorso dovranno aver raggiunto l'età di almeno due anni e mezzo. §. 3. Il toro premiato non potrà essere castrato prima che non sia trascorso almeno un anno, dacché ottenne il premio, e durante quest'arno dovrà essere destinato alla riproduzione e rimanere nell' Istria. §. 4. Le vacche esposte al concorso dovranno iver raggiunto l'età di almeno tre anni e non sorpassare quella di cinque. §. 5. Gli animali esposti al concorso dovranno «sere di provenienza dello scompartimento territoriale, in cui si conferisce il premio, ed «ssere stati nello stesso allevati. §. 6. Nessun animale può concorrere al premio per due volte o in due scompartimenti. §. 7. Anche là ove fosse destinato un premio per vacche, questo verrà conferito a tori, qualora non si presentassero vacche all' esposizione o le presentate non fossero meritevoli di premio. §. ,8. Qualora si presentassero all'esposizione tori e vacche non meritevoli di premio, sia per mancanza di pregio sia per difetto delle richieste qualifiche, il premio non verrà conferito. §. |9. Il proprietario originario o successivo del toro premiato resterà obbligato a permettere la J. monta dello stesso almeno per un anno dal giorno del conferimento del premio. Egli avrà però il diritto di riscuotere una tassa per ogni monta non superiore di fiorini uno, nè potrà essere astretto ad indebolire il toro con accoppiamenti troppo spesso ripetuti. §. 10. L'espositore che ingannasse il giurì o mancasse ai patti, e specialmente per quanto risguarda le condizioni portate dai §§. 3-9, dovrà perdere il premio e restituire la somma ricevuta e verrà a ciò costretto dall'autorità politica distrettuale. CAPO II. Dei premi. §. 11. Per facilitare il conferimento dei premii viene divisa l'Istria in otto scompartimenti territo-riali §. 12. Il primo scompartimento è composto dei distretti giudiziarii di Veglia, Cherso e Lussino con un premio per tori di fior. 50 ed un secondo di fior. 30. §. 13. U secondo scompartimento è composto dei distretti giudiziarii di Dignano, Rovigno e Pola con due premii per tori, l'uno di fiorini 90, l'altro di fior. 60, ed un premio per vacche di fior. 50. §. 14. Il terzo scompartimento e composto del distretto giudiziario di Pisino con tre premii per tori, nno di fior. 80, e gli altri due di fior. 60 per cadauno, ed un premio per vacche di fior. 50. §. 15. Il quarto scompartimento è composto del distretto giudiziario di Albona con due premii per tori uno da fior. 50 e 1' altro da fior. 40, e 3 premii por vacche, di cui uno da fior. 30 e due da fior. 25. §. 16. Il quinto scompartimento è composto dei distretti giudiziarii di Montona e Parenzo con un premio per tori di fior. 100 ed uno per vacche di fior. 50. §. 17. Il sesto scompartimento è composto dei distretti giudiziarii di Castelnuovo e Volosca con un premio di fior. 70 per tori e due premii da fior. 50 per vacche. §. 18. Il settimo scompartimento è composto dei distretti giudiziarii di Pinguente e di Capodistria con due premii per tori, l'uno di fior. 100 e l'altro di fiorini 50, ed un terzo premio per vacche di fior. 50. §. 19. L'ottavo scompartimento è composto dei distretti giudiziarii di Buje e Pirano con due premii per tori, il primo di fior. 100 ed il secondo di fior. 50, ed uno per vacche di f. 50. §. 20. Ogni espositore riceverà fior. 1 d'indennizzo di viaggio per ogni animale bovino presentato all'esposizione e che non appartenesse al distretto giudiziario dello scompartimento, nel cui capoluogo si tiene 1' esposizione, rimesso al giurì della stazione di Veglia di decampare la questo importo in casi meritevoli di speciale riguardo. §. 21. Il giurì di ogni scompartimento proporrà alla presidenza un premio di fior. 50 per quel possessore di un toro premiato nell'anteriore esposizione, il quale comproverà di meritarsi a preferenza di altri quest'indennizzo per essersi prestato con zelo durante l'anno decorso alla riproduzione col toro premiato, avuto anche riguardo alle spese, alle cure ed alla difficoltà dell'allevamento e del mantenimento. Questo premio potrà essere anche diviso in due premii da fior. 25, qualora speciali condizioni sembrassero richiederlo. §. 22. GÌ' importi non impiegati verranno restituiti alla presidenza della Società agraria istriana. CAPO III. Del Giurì. §. 23. Il giurì sarà composto: a) di un rappresentante spedito a cura dell'i, r. Governo ; b) di una persona intelligente scelta dalla presidenza della Società agraria istriana per intervenire con speciali istruzioni e come delegato tecnico successivamente presso tutti i giurì; c) di due fiduciarii proposti dalle deputazioni comunali dei capoluoghi dello scompartimento di esposizione; d) di un rappresentante della Società agraria istriana. §. 24. La nomina dei fiduciarii comunali è riservata alla presidenza della Società agraria istriana. §. 25. Ove uno scompartimento sia composto di due capoluoghi giudiziarii (V Montona e Parenzo — VI Castelnuovo e Volosca — VII Pinguente e Capodistria — Vili Buje e Pirano) ciascuna delle due deputazioni comunali proporrà un fiduciario senza essere limitata nella sua proposizione ai membri della Società agraria istriana. §. 26. Ove lo scompartimento consista di tre capoluoghi giudiziarii, allora i due fiduciarii verranno proposti soltanto da due deputazioni dello scompartimento e sarà esclusa dal diritto di proposizione la deputazione di quel capoluogo, ove avrà sede il giurì (I e II scompartimento). §. 27. Ove lo scompartimento consista di un solo capoluogo giudiziario (III Pisino — IV Albona) ambedue i fiduciarii saranno eletti dalla relativa deputazione comunale. §. 28. Qualora una deputazione comunale non proponesse il fiduciario, oppure non lo facesse entro il termine fissatole, o in fine il proposto fiduciario non accettasse l'incarico, potrà la presidenza della Società agraria nominare un fiduciario comunale senza precedente proposizione. §. 29. I membri del giurì si ritengono eletti per un anno soltanto, ma possono essere rieletti. §. 30. Le prestazioni dei fiduciarii sono gratuite, è però ammesso l'indennizzo delle spese di viaggio. §. 31. Gli animali dovranno essere presentati prima delle 10 ore del mattino fissato per 1' esposizione. Ad animali che si presentassero dopo quest'ora non potrassi aver riflesso alcuno. §. 32. Il giurì nomina il proprio presidente dai membri che lo compongono. §. 33. II giurì giudica inappellabilmente a maggioranza di voti e consegna subito il premio. §. 34. I fiduciarii restano incaricati della vigilanza per la esecuzione dei patti assunti dall'espositore premiato. §. 35. Dopo compiuta 1' esposizione verrà fatto relativo rapporto alla presidenza della Società a-graria istriana dal suo rappresentante e dal delegato tecnico. CAPO IV. Della sede dei giuri e dei giorni di esposizione. §. 31 II giurì avrà sede per questo anno : pel II scompartimento a Dignano „ „ Pisino III » IV V „ VI „ VII per l'Vili Albona „ Parenzo „ Castelnuovo „ Pinguente „ Buje 37. L'anno venturo potrà cambiare la sede del giurì »ntro lo stesso scompartimento, esclusi però sempre Volosca e Lussinpiccolo. §. 38. L'esposizione ed il conferimento dei preinii avranno luogo per questo anno : in Albona ai 27 di Maggio fi Dignano » 30 » » lì Pisino V 31 » » ìì Parenzo V 3 „ Giugno fi Buje ff 5 V ff fi Pinguente ff 6 ff ìì „ Castelnuovo all' 8 „ „ Kovigno ai 30 di Aprile 1874. Tommaso Sottocorona vicepresidente Tommaso Bembo direttore anziano I. Hasch Segretario Niccolò Tommaseo. Un altro grande ci fu tolto dalla morte. Niccolò Tommaseo, la più splendida illustrazione delle lettere italiane del nostro secolo, dopo quella, insuperabile, del Manzoni, rese a Dio la forte anima il primo di questo mese nella città di Firenze. Non è dato a noi nemmeno di tentare una biografia dell' uomo insigne. Le vicende della sua vita furono così varie e fortunose, le prove del suo patriottismo così connesse coi maggiori fatti della patria italiana, le opere sue scientifiche e letterarie così molteplici e gravi di perenne insegnamento e di larghissima efficacia sulla nostra educazione nazionale, che parlarne per brevi cenni, come unicamente ci sarebbe consentito dall'indole di questo periodico e dalla insufficienza delle nostre forze, torna impossibile e troppo disforme dal debito proprio di un tanto officio. Noi, riverenti dinanzi al venerato nome, attendiamo che altri ingegni, condegni apprezza-tori di quell'ingegno altissimo, tramandino alla posterità, come più si conviene, gli encomii e il pianto, con cui i suoi contemporanei ne composero la salma nella pace del sepolcro. A noi bastino le lagrime, tanto più amare quanto più largo si va facendo intorno a noi il vuoto dei migliori conforti, della presenza dei più diletti e sicuri maestri, della virtù dei vivi e solenni esempii, fra tanta necessità di guerra gagliarda e sapiente, contro i nemici della patria, della società, della grandezza dello spirito umano. Togliamo da una corrispondenza della Perseveranza : Nel tempio di santa Croce sono state rese stamattina le estreme onoranze a Niccolò Tommaseo. È stata una mesta e solenne cerimonia, resa più solenne ancora dalla nessuna ostentazione di pompa. Non v' è stata che una messa cantata, con accompagnamento di organo ; ma migliaia di persone, fra le quali parecchie illustri per opere e per alta posizione sociale, l'hanno ascoltata con reverente raccoglimento, e con l'animo addolorato e commosso. Università, Licei, Società scientifiche e letterarie, Municipii erano rappresentati al mesto convegno. Vi assisteva tutta la Giunta Municipale di Firenze, il cui capo, l'onorevole sindaco Peruzd, rappresentava anche la Giunta Provinciale del Eegno di Dalmazia per incarico avuto dal presidente di essa. Gino Capponi, Atto Vannucci ed Augusto Conti rappresentavano l'Istituto Veneto di scienze, lettere e arti. V' era il Podestà e cinque altri rappresentanti del Municipio di Sebenico, patria del Tommaseo; il Municipio di Zara era rappresentato dai deputati al Parlamento Italiano Maldini e Seismith-Doda e dal signor Luxardo. Notavansi, fra gl'intervenuti il comm. Bontadini, segretario generale del Ministero di Pubblica Istruzione; il generale Lamarmora ; il generale Piola-Caselli con moltissimi ufficiali dell' esercito; il prof. Villari, che rappresentava la R. Accademia scientifica e letteraria di Milano; il Valussi, che rappresentava il Municipio di Udine; parecchi professori dell'Università di Pisa, venuti apposta, insieme al rettore dell'università per assistere a'funerali, e molte e molte altre egregie persone, nonché tutto il corpo insegnante e tutti gli alunni delle scuole fiorentine. Assistevano altresì alla cerimonia la signorina Caterina Tommaseo e il fratello Gerolamo, figliuoli dell' estinto, e i di lui nipoti venuti da Brindisi. Mentre eelebravasi la messa, la signorina Tommaseo, soprafatta dalla commozione, è svenuta e han dovuto portarla via della chiesa. Terminata la messa, il podestà di Sebenico, accompagnato dal Peruzzi, si è appressato al tumolo, che sorgeva nel mezzo della chiesa, e vi ha deposta una ghirlanda di alloro legata ad un nastro bianco, sul quale era ricamata in oro quest' epigrafe : All' anima cristiana — di Niccolò Tommaseo — dàlmata — le genti italiane — dall' un mare all'altro — unite nel dolore della comune sventura^ — e nella religione di quelli affetti — pei quali egli in pro d'Italia — scrisse, operò, patì — pregano pace da Dio — in questa chiesa — dove tanto tesoro — di grandi memorie e di speranze immortali — Firenze all' Italia custodisce. Durante la cerimonia era schierato in piazza Santa Croce un battaglione del 12. reggimento fanteria. Il Comitato promotore per un monumento a Niccolò Tommaseo ha pubblicato il manifesto che riproduciamo. Facciamo avvertiti tutti quei nostri comprovinciali che intendessero prender parte alla soscrizione aperta in Venezia, che la Redazione a loro comodo si farà. un dovere di accogliere le offerte per trasmetterle al Comitato centrale. MANIFESTO. Pervenuta appena in Venezia la dolorosa notizia della morte di Niccolò Tommaseo, surse spontaneo il pensiero d'innalzargli un monumento in questa città, eh' egli considerava ed amò come sua patria e dove ha reso segnalati servigii alla causa dell'indipendenza italiana. Il glorioso periodo storico del 1848-49, nel quale Venezia si meritò la stima e la simpatia di tutto il mondo incivilito, ebbe in Tommaseo uno dei primi e più strenui campioni. Compagno di Daniele Manin, divise con esso le prime lotte, il carcere, le cure del Governo e l'esilio. Niccolò Tommaseo è una di quelle personalità, le quali per l'eminente carattere vogliono essere additate ad esempio alle future generazioni. Come letterato e filosofo insigne, il nome di lui ed i suoi scritti rimarranno indelebilmente fattori di educazione e di civiltà nazionale; ma a perpetuarne anche materialmente la memoria e ad attestare la gratitudine de' suoi contemporanei, é opportuno, è doveroso, che se ne tramandi ai posteri in luogo onorifico la effigie. A compiere quest' atto di patrio dovere, i sottoscritti si unirono in Comitato promotore per raccogliere offerte allo scopo di erigere in Venezia un monumento al Tommaseo in una pubblica piazza, quale verrà assegnata dal Municipio, sul cui concorso essi hanno ogni ragione di confidare. Qualora le offerte superassero l'ammontare della spesa occorrente pel monumento, il civanzo sarà erogalo a costituire un fondo per l'acquisto dei manoscritti di Nicolò Tommaseo da depositarsi nel Civico Museo. Colla più ferma fiducia che il paese risponderà degnamente e presto al loro appello, i sottoscritti invitano i proprii concittadini non solo, ma tutti gli Italiani, a concorrere con offerte al patriottico scopo, e, riservandosi di indicare, ove occorra, le persone ed i luoghi, per consegnare le sottoscrizioni e le offerte, avvertono che frattanto esse potranno essere inviate al segretario del Comitato presso la Direzione della Gaz-setta di Venezia, che pubblicherà i nomi dei soscrit-tori. Venezia 7 maggio 1874. Il Comitato promotore: Girolamo Costantini Antonio Fornoni Giuseppe Giovanelli Giorgio Manin I. Pesaro Maurogonato Angelo Toltoli Paride Zajotti, segretario. Non abbiamo creduto di dover essere costretti a dimostrare coi lagni fatti l'ultima volta, la insussistenza dei motivi addotti da Vienna nel respingere la proposta della nostra Giunta provinciale di affidare la direzione della scuola agraria al Sig. Cav. G. Ricca Rosellini. Ne lo crediamo ora. Ma soltanto ci preme far sapere ciò che noi sappiamo da fonte sicura, e che non avrebbe dovuto rimanere chiusa alle indagini ordinate da Vienna ; che non è vero che il Sig. Cav. G. Ricca Rosellini non conosca la lingua tedesca, ma che invece 1' egregio professore ha studiato molto su libri e giornali tedeschi i progressi della scienza agraria in Germania, per cui quella lingua la conosce bene. Vogliamo ancora mettere in evidenza il fatto : che il fermo desiderio del Sig. Ricca Rosellini di voler conservare la sua cittadinanza estera venne considerato quale una ragione sufficiente per negargli il posto di direttore della scuola agraria per l'Istria, mentre si è permesso all' egregio Prof. Monà di conservare la cittadinanza estera e dirigere la scuola agraria in Gorizia. Malgrado questi bastoni nelle ruote noi ripetiamo sempre con animo sereno: Eppur si muove !..... CORRISPONDENZA. Leggiamo nell' Osservatore Triestino del 4 corr., in data di Volosca 2: Quest' oggi chiude vasi qui la seduta della Commissione distrettuale di estimo fondiario convocata il 21 passato Aprile per 1' emissione del parere sui reclami prodotti contro la tariffa di classificazione stabilita per la provincia dell' Istria. Dodici furono i ricorsi presentati ; sopra tre dei medesimi la commissione distrettuale passava all'ordine del giorno; quello prodotto dalla maggioranza dei membri della Commissione distrettuale veniva raccomandato per la voluta considerazione; per gli altri otto, cinque dei quali copie fedeli di quello del comune di Castua; il referente distrettuale proponeva il loro licienziamento in via di diritto perchè mancanti delle volute prove atte ad infirmare la tariffa provinciale, trovava di raccomandarli alla Commissione provinciale per le eventuali compatibili moderazioni della tariffa reclamata. La maggioranza però della Commissione distrettuale non ebbe ad accedere alla suddetta proposta del referente distrettuale, ma ametteva complessivo parere: presentarsi i ricorsi pienamente fondati e doverli quindi accogliere in via di diritto, e deliberava doversi mantenere ferma senza alcuna modificazione la tariffa votata dalla Commissione distrettuale alla chiusa del protocollo di classificazione del 11 Gennaio 1873. Notizie e documenti per la conoscenza delie cose istriane. Lettera di Bartolonuneo Evarkto Petronio agli Inquisitori di Stato in Venezia. Pirano decembre 1784. " L' Eccellentissimo Dolfin detto per agnome Rocchetta Matta fu Podestà e Capitanio di Capo d' I- stria, non si sa se per pubblico comando, o per arbitrio proprio, fece col mezzo di questo proto muraro, mistro Zuanne Dongetti, nel tempo della sua visita in provincia, levare dalla facciata della chiesa di San Giovanni in Salvore una lapide in cui erano incise alcune espressioni latine allusive al fatto dell' armi venete incontratesi con l'armata di Federico Imperatore. Papa Alessandro III corredò questa chiesa di una particolare indulgenza, che si dispensa nella seconda festa di Maggio, in cui quella Comunità annualmente fa fare una corsa detta de' barbari in memoria di essersi essa pure, prima della volontaria dedizione, unita all'armi venete con le proprie galere, delle quali si conservano ancora in questa camera detta dell'armamento alcune reliquie. Eassegno anche l'iscrizione che mi è sortito di avere„. Indipendentemente dal risultato dei molti studii vecchi e recenti fatti sulla verità o meno della battaglia navale combattuta nel 1174 e 1177, o in quel torno, fra 30 galere veneziane capitanate dal doge Sebastiano Ziani e suo figlio, e 75 galere messe sotto le insegne di Federico I Barbarossa dai suoi alleati di Ancona, di Pisa, di Genova, delle quali fu o figurò condottiero Ottone di lui terzogenito; sia falso cioè il fatto principale, o lo facciano apparir tale le frange the, come disse il Muratori, vi fecero i tempi susseguenti, noi Istriani dobbiamo tener conto del documento riprodotto qui sopra. Esso in vero non è decisivo pel fatto principale, ma confermando una antica tradizione istriana, ci fa conoscere come, quando e da chi sia stata levata la lapida abbastanza nota di San Giovanni di Salvore, e aggiunge due notizie che, se anche registrate in qualche Cronaca o Memoria che adesso non saprei precisare, certo non sono abbastanza note e volgari ; la notizia intendo che si faceva colà annualmente una corsa di barberi, e che nel 1784 si conservavano ancora in Pirano avanzi di galere istriane che avrebbero preso parte alla memoranda battaglia. Capisco che questo secondo tatto si risolve in una semplice tradizione ; ma in un' epoca nella quale la scienza spinge le sue ricerche fin entro le paludi e le torbiere ad iscoprire gli avanzi dei tronchi incavati che possono aver servito ai nostri progenitori dell' epoca detta preistorica per galleggiare sulle acque, non tocca a noi disprezzare una tradizione nostra che si riferisce a fatti assai clamorosi di soli sette secoli fa. Il documento suriportato esiste nell' Archivio degli Inquisitori di Stato fra le lettere dei Confidenti, e mi fu additato, or sono due anni dagli allora miei colleghi d'ufficio signori Giuseppe Dr. Giorno e Luigi Pasini i quali si occupano tuttora nel riordino delle carte appartenenti a quel gelosissimo tribunale. La presenza di questo documento fra quelle carte mi fa sperare che se ne troveranno degli altri non meno utili per la conoscenza delle cose istriane. Tra i fatti risultanti dalla breve ma precisa esposizione del Petronio mi pare essenzialissimo questo, che gl'istriani, allora non sudditi di Venezia ma indipendenti, si fossero uniti all'armata veneta contro il Barbarossa colle proprie galere. Ammessa la battaglia, la compartecipazione attiva degl'Istriani in favore dei Veneziani e contro il Barbarossa formidabile e formidato, abbenchè le forze navali di lui fossero le maggiori e si presentassero prime su quelle coste, io la trovo assai significativa, tanto che non mi parrebbe ardita la presunzione che i nostri col loro slancio e la pratica dei siti e delle acque potassero aver grandemente influito sull'esito della battaglia. Ad ogni modo, se le parole del Petronio non provano da per se sole il fatto, ben ne provano la tradizione, e una tradizione durata sette intieri secoli sulla faccia dei luoghi va rispettata e presa sul serio mi pare. Del resto chi si sentisse tratto ad esercitare 1' acume critico sopra questo avvenimento, che a pien diritto può dirsi veneto-istriano, non ha che a consultare, i Saggi di bibliografia veneziana e istriana, le Iscrizioni veneziane, e le Memorie raccolte in proposito dal nobile Angelo Zon. In esse troverà indicati a decine gli autori veneti e nou veneti, italiani e stranieri che l'hanno preso a soggetto di narrazione, di esame, di studio. Della iscrizione di Salvore é stato toccato per incidenza anche nell' Istria (1846 N. 30) in una lettera a me diretta dal Kandier, come di cose attinenti è stato toccato due volte nella Provincia (1868 N. 7, e 1870 N. 12). Essa iscrizione è stata prodotta e riprodotta in opere abbastanza note e diffuse: particolarmente nel Tommasini, (Commentari storici delV Istria) nel Man-zuoli, (Nuova descrizione dell'Istria) in Pietro Giu-stinian, nel Daru, nel Langier (Storie Venete), a tacere del Sansovino, dell' Olmo, del Bardi, del Marini e d' altri molti. Fu allora probabilmente (1784) che si trasportò la lapida in Altichiero, villa del Senator Angelo Que-rini. Nel 1830 poi o in quel torno, siccome afferma il citato nob. Zon, l'avrebbe acquistata il Sanquirico, e dal bazar Sanquirico sarebbe quindi passata nella villa Melzi presso il lago di Como. Sarebbe prezzo dell'opera seguirne ora le tracce. Intanto dirò che per opinione dello stesso Zon, la lapida più detta, certo non contemporanea al fatto, potrebbe essere stata collocata in San Giovanni di Salvore intorno al 1437, nell'occasione che fu ristau-rata e ampliata la chiesa, nella quale occasione la Indulgenza già concessa da Alessandro III, fu riconfermata da Eugenio IV, veneto di ca' Condulmer. Allora la Indulgenza o Perdono, la Sagra e la Fiera tenevansi nel dì d' Ognissanti ; ma nel 1458, Pio II, (Enea Silvio Piccolomini Senese e quindi concittadino di Alessandro III, che fu di casa Bandinelli, propter indispositionem temporis hiemalis, la trasportò alla seconda festa delle Pentecoste. Venezia, Marzo 1874. Tomaso Luciani. NOTIZIE. Apprendiamo dal Verbale della Seduta della Giunta prov., 14 Aprile p. p., che venne finalmente stabilito ed accolto dal Ministero dell' istruzione dal Municipio di Pola e dalla Giunta prov. il progetto di chiusura dell' anfiteatro. Il Comune di Pola, s'impegna entro due anni, di assumere e completare il lavoro e la pulitura interna del monumento verso la contribuzione per parte dello Stato di f. 4354.87 e per parte della Provincia di f. 2000, che uniti a f. 1000 di concorrenza votati dal Comune vanno a completare il presunto dispendio di f. 7354.87. La Giunta accordava al Comitato stradale di Pisino un ulteriore termine a tutto Gennaio 1875 pel pagamento delle antecipazioni dal fondo provinciale; assegnava f. 150 al tecnico stradale per servizio dal 1. Aprile a tutto Decembre 1873 ; e f. 200 per l'intiero anno 1874, in rate trimestrali postecipate. Si riservava di rispondere sulla chiesta antecipa-zione di f. 500, dai fondi dello Stato, chiesta per approntare pietrisco. Approvava in massima la divisione fra i comunisti di Montreo dei beni comunali di jugeri 38 circa, del valore di f. 2160, verso corispettivo da parte delle 72 famiglie partecipanti di f. 30, affraucabile entro tempo da stabilirsi verso corrisponsione del 6 p. °/o ipoteca sopra le singole porzioni del fondo assegnato, ed un contributo di f. 5. Approvava il conchiuso della Rapp. comunale di Pola, per la divisione del fondo comunale Castello di jug. 43 circa fra capi famiglia domiciliati nel Comune censuario di Medolino. I partecipanti assumono il pagamento del prezzo di stima f. 4786.39 ripartito ugualmente sopra ogni quota, da affrancarsi entro 15 anni, corrispondendo al comune frattanto il 6 p. % Avendo l'I. R. Ministro delle Finanze, con l'assenso del Consiglio dell' Impero, onde venire in soccorso delle classi più bisognose dell'Istria, posto a disposizione della Giunta prov. dai fondi dello Stato 1' importo di f. 40000 rifondibili nel termine di anni tre a decorrere dal 1. Gennaio 1875 senza interessi, allo scopo di impiegarli in pubblici lavori, a procurare guadagno agli indigenti, viene deliberato: 1. Di rilasciare Circolare a tutte le Podestarie della Provincia, perchè di tutta urgenza convochino la Rappresentanza comunale a deliberare se nel comune locale, ed in ispecie tra gli abitanti della campagna si renda assolutamente necessario uno straordinario soccorso in denaro ed approssimativamente quale ; determini la qualità dei lavori pubblici che di preferenza potreb • bero essere subito attivati ; ed assuma l'obbligo di rifondere al fondo provinciale entro il termine sopraccennato, e senza interesse, quel qualunque importo che potrà essere assegnato dalla Giunta prov. al rispettivo Comune. 2. D'invitare con Circolare i comitati stradali a voler far conoscere se, pel caso che dopo l'assegno fatto ai Comuni, civanzasse qualche importo, sia consigliabile di farne impiego in qualche opera stradale, e quale, indicando approssimativamente l'occorrente dispendio, che verrebbe poi rifuso, al fondo provinciale dai fondi di essi comitati nel modo sopraespresso. 3. Di comunicare queste prese disposizioni agli i. r. Capitanati distrettuali colla ricerca di voler indicare quali sieno i Comuni e le località che a loro parere abbisognano di essere a preferenza contemplati con l'assegno d' una conveniente sovvenzione. Assegnava al comune di Racizze altri f. 50 per sollievo di famiglie indigenti. La Giunta faceva i passi opportuni onde la Dieta sia convocata un mese prima od un mese dopo il termine del 15 settembre, conforme il voto già emesso dalla Dieta stessa nell' anno 1869; e ciò onde lasciare liberi all' epoca delle vendemmie e della confezione del vino, i signori deputati che sono nella massima parte agricoltori. Rifiutava per mancanza di fondi disponibili per questo titolo al comune di Barbana soccorsi per una micidiale epidemia bovina. Da una relazione portata dall' Osservatore Triestino del 6 corr. rileviamo che i rilievi della Commissione di revisione politica della ferrovia istriana, procedono alacremente. La Giunta provinciale è rappresentata nella visita di tutta la linea dall'assessore Dr. Stradi e dal tecnico provinciale signor Crismanich. Alle pertrattazioni concernenti le stazioni ferroviarie di Pola, Dignano, Villa di Rovigno, Rovigno e Pisino partecipò pure il rappresentante della Camera di commercio Dr. Campitelli. A Rovigno sono occupati circa 300 operai ; nel distretto di Pisino 138 ; in quello di Pinguente in vari punti 350. Circa una metà degli operai appartengono alla popolazione indigena. Nel mese scorso si è dato principio alla produzione del pietrisco in varie località impiegando operai indigeni. A proposito dell'impiego di operai ci scrivono da Colmo molte lagnanze e proteste contro le dichiarazioni contenute nel giornale ufficiale 1' Osservatore Iriestino N. 74 sulla capacità ed attitudini della popolazione rurale dell'Istria, nei lavori che si domandano per la costruzione della linea. Dove si sollevano lamenti della miseria, si risponde, rinfacciando la pigrizia, coli'indicare i lavori della ferrovia quale fonte di guadagno, ed in fin dei conti appena poco più di 400 operai indigeni furono occupati su tutta la linea. Eppure il contadino dei distretti interni della provincia è sveglio, abile nei lavori di terra, indurito alle fatiche, tanto tè vero che era accolto con manifesta preferenza sulle linee ora compite S. Pietro-Fiume e Carhtadt. Il giorno 3 corr. ebbe luogo in Trieste la prima seduta della Società Adriatica di scienze naturali, la quale società ha per iscopo: "lo studio delle condizioni fisiche dei prodotti naturali del mare Adriatico e della sua costa boreale - orientale, e la comunicazione vicendevole di tutto ciò che riguarda il progresso delle scienze naturali. Il primo bilancio della banca agricola industriale della Dalmazia, con la sede in Tran, ha dato con la chiusa del 1873 un utile di fior. 8. 84 per azione di fior. 50, cioè il 18. 68°/0- La banca di Udine avverte che prende tutte le disposizioni necessarie per effettuare anche questo anno, l'importazione per conto dei soscrittori della semente bachi originaria giapponese. COSE LOCALI. Avviso: — Nel giorno di Domenica 14 Giugno p. v. alle ore 6 pom. sarà tenuto un Giuoco di Tombola in Capodistria, il cui netto ricavo andrà diviso per giusta metà tra il Civico Spedale e l'Asilo di Carità per l'Infanzia. I premi stabiliti sono: Quaderna . . . f. Venti Cinquina . . . „ Trenta Prima tombola . „ Cento Seconda tombola . „ Cinquanta II prezzo di ogni Cartella è di soldi 20. I registri delle Cartelle si terranno aperti dal 4 Maggio fino al giorno della Tombola in questa città, nei posti che verranno stabiliti con appositi avvisi. Questo Municipio invita tanto il rispettabile pubblico di Capodistria, che quello delle vicine città a concorrervi numeroso, nell' intento di procacciare a se im' ora di sollievo e a due pie istituzioni il ristoro di nna generosa carità. Dal Municipio di Capodistria, 26 Aprile 1874 Il Podestà Dr. «le Belli. La rappresentanza comunale ha deliberato nella sua ultima seduta di domandare alla Giunta provinciale l'importo di fior. 5000, per ristauro della strada di Verzaluzzo, dai fondi posti a disposizione dallo Stato a patti stabiliti per venire in aiuto alla popolazione bisognosa della provincia. Il comitato stradale distrettuale ha chiesto fiorini 2000 dello stesso fondo, ed ottenne dalla Giunta provinciale fior. 1600. Una impresa privata rappresentata da un nostro concittadino il sig. Giovannini è intenzionata di collocare nelle prossimità della nostra città una fabbrica li concimi confezionati con le scoppature e pozzi neri iella città di Trieste. La nostra popolazione agricola deve far voti perchè il progetto sia effettuato. Il concime che l'impresa intende confezionare è ä riconosciuta efficacia e sarebbe una vera fortuna, quando ne fosse assicurato l'acquisto, per i nostri agricoltori e reso facile e continuo il trasporto dal luogo di deposito ai campi. Abbiamo qui da un paio di settimane la compagnia comica di Teodoro Cuniberti, che ha pensato ii dare un corso di rappresentazioni nel nostro teatro sociale in attesa di aprire la stagione di primavera ili' Armonia in Trieste. Recitano in dialetto piemontese, ed il nostro pubblico si diverte mille mondi ; e ben a ragione perchè oltre il piacere per moltissimi, di sentire la prima rolta il parlare di quella parte d'Italia, si prova il godimento di assistere a produzioni bellissime, nuove per noi, ed eseguite assai bene. Bersezio, Zoppis, Pietracqua ecc. fanno conoscere la vita di quella savia e robusta popolazione eh' è la Piemontese, e segu|ndo le vere ispirazioni dell' arte,, intessono nell'orJrtb semplice delle loro commedie, la discussione delle più gravi questioni sociali, politiche e religiose con lo scopo di dirigere le menti ai più giusti scioglimenti. Gli attori sono distinti, e noi ci stimiamo fortunati di esserci potuti procurare per tante sere un gradito ed utile passatempo. VARIETÀ. Ili CAFFÈ »I CICORIA. Sotto il nome di caffè cicoria si comprendono tutti i surrogati del caffè, qualunque sia la materia prima dalla quale provengono, i quali, trattati con acqua bollente, danno un liquido che non ha coli' infuso di caffè altro rapporto che quello che appare alla vista (e anche questo entro certi limiti e per le persone non abituate a osservare di confronto i due liquidi), e un principio amaro, dovuto alla torrefazione, il quale i fisiologi pretendono abbia taluna delle propietà del caffè, quella, cioè, di rendere meno facile la denutrizione, principio del resto comune a tutte le sostanze organiche, quando sono parzialmente decomposte dal calore, e che noi produciamo, a cagion d'esempio, tutte le volte che facciamo abbrostolire del pane. La caffeina, e quell' aroma caratteristico del caffè che ce lo rende tanto gradito, mancano affatto. Il caffè di cicoria rassomiglia al caffè come l'acqua arrossata con una materia colorante appropriata, rassomiglia al vino, Sebbene gli effetti sull'organismo sieno diversi, si può dire che la caffeina e l'aroma hanno pel caffè l'importanza che ha 1' alcool e I' abboccato nel vino. La caffeina accresce la sensibilità del sistema nervoso, sotto l'influenza sua il cervello si sente più libero, più lucido, gli paiono quasi meno gravi i guai della vita, la percezione è più facile e più vivace. Una simile surrecitazione cerebrale la produce anche il vino, ma è più fugace ed è susseguita da una prostrazione fisica e morale. Ciò che non avviene col caffè. Mancando la caffeina e 1' aroma, non si ottiene un infuso di caffè, ma un liquido bruno qualunque. Come mai dunque il caffè di cicoria è entrato nelle abitudini di tutti i paesi, e da qualche tempo ha invaso anche il nostro caffè ? Facciamo un po' di storia. Quando sullo scorcio del secolo XVII si incominciò a conoscere in Europa il caffè, i medici, che ne studiarono le proprietà terapeutiche, ne paragonarono l'infuso, pel suo colore e per la sua amarezza, a quello di cicoria. La cicoria non era caffè, ma era pure la pianta che, da noi, poteva dare un decotto che gli rassomigliasse. Da qui, probabilmente, i primi tentativi di fabbricazione, i quali datano, ornai, da oltre un secolo. Al principio dell' attuale, l'industria del caffè di cicoria era sorta in molti paesi d'Europa, ed era fiorente sopratutto in Prussia e in Olanda. Ma l'impulso maggiore lo ebbe nel 1807 dal blocco continentale, il quale, facendo crescere smisuratamente il prezzo dei prodotti che ci venivano d' oltre mare, diede origine, come tutti sanno, a molte e importanti industrie, e, fra queste, a quella pello zucchero di barbabietole. Sgraziatamente, però, mentre lo zucchero di barbabietole non differisce punto, quando è raffinato, nè per le sue proprietà fisiche, nè per le chimiche, nè per le fisiologiche, nè per le organiche, dallo zucchero di canna, il caffè di cicoria e gli altri surrogati del caffè ne hanno quasi appena le proprietà ottiche. Il caffè di cicoria si prepara, o si preparava piuttosto, colla radice di cicoria amara, tagliata in pezzi, torrefatta in tamburini simili a quelli del caffè, e macinata. Per dare alla polvere così ottenuta la lucentezza e l'untuosità del caffè, s' aggiunge, verso la fine dell' operazione, o anche dopo compiuta, circa il 2 per °/0 di burro o di lardo. Fin qui nulla di male. Per rendere l'infuso più aggradevole all'occhio e comunicargli una colorazione rossobruna, si aggiunge spesse volte dell'ocra (ossido di ferro) rossa o bruna, o anche della polvere di mattone. Il caffè di cicoria era stato preparato originariamente per falsificare la polvere del caffè, poi come surrogato del caffè. La prima era una frode, il secondo un errore, sebbene spesse volte volontario. Ma come chaque jacobin a son jacobin, anche il caffè di cicoria ebbe, e prestissimo, le sue frodi e i suoi surrogati. Alle radici di cicoria, la cui coltivazione è poco rimuneratrice, si sostituirono, in tutto o in parte, le barbabietole e le carote, e forse con vantaggio delle proprietà sapide del prodotto, in causa specialmente della maggiore quantità di zuccaro che contengono, il quale si caramelizza, in parte, durante la torrefazione, dando origine a quel prodotto amaro citato più sopra, e, in parte, rimane inalterato, e rende meno necessaria 1' aggiunta dello zuccaro. L'orzo, il frumento, la segala, le fave, i piselli, i ceci, il granoturco, i lupini, le ghiande, le castagne, i pomi di terra, il pane, la radice di irius aquaticus, l'arachide, il galium aparine, il giunco odorato, la radice d'agrifoglio, la rosa canina, il sium sisarum, ecc. ecc. entrano anch' essi, a seconda delle convenienze economiche, o del capriccio individuale, nella composizione del così detto caffè di cicoria, o più propriamente delle polveri che si vendono come surrogati del caffè, e, conveniamo, senza alterarne, essenzialmente, le proprietà. Il caffè di cicoria, come il caffè comune quando è in polvere, si presta, come tutte le polveri, assai facilmente a inumerevoli falsificazioni, molte delle quali difficilmente riconoscibili anche con mezzi chimici. Ma il caffè di cicoria si trova, anche sotto questo rapporto, in condizioni più sfavorevoli del caffè comune in polvere. Nel caffè comune le sofisticazioni, in causa della grandissima differenza del prezzo, si fanno col caffè di cicoria, o coi suoi surrogati, mentre, pel caffè di cicoria, le sofisticazioni, per essere rimuneratrici, devono essere fatte con sostanze di pochissimo valore. Citiamo alcune di quelle, delle quali la medicina legale ha constatato la presenza in altri paesi (del nostro non sappiamo nulla) : residui di trutta secche, grani e farine avariate, residui delle birrerie e delle distillerie di cereali, nero animale residuo degli apparecchi di decolorazione, residui di concerie di pelli, torba, segatura di legni duri, come il mogano e simili, gambi di cavoli torrefatti, sabbie, terre, ocre, ceneri di torba, e in Inghilterra, horribile dieta, il fegato di cavallo abbrustolito. Fortunatamente non tutto il caffè di cicoria è sofisticato in questo modo (basta pel nostro assunto che lo possa essere), e v' hanno molti fabbricanti onesti che s'acconteniano di sostituire alla radice di cicoria altre radici innocue, o farine di cereali e di leguminose, che valgano, come già si disse, per la preparazione dei surrogati del caffè, quanto e meglio della radice di cicoria. Ma ciò non toglie nulla alle conseguenze che necessariamente derivano dalle cose che abbiamo detto, che, cioè, il caffè di cicoria non ha, nè può produrre sull' organismo gli effetti del caffè, nè averne le proprietà aromatiche. Si dice che il caffè di cicoria è il caffè del povero : così non fosse, il povero impiegasse invece il danaro, sciupato nel caffè di cicoria, nell'acquisto di pane e di carne. L'igiene e l'economia domestica ne ritrarrebbero indubbiamente vantaggio, e lo Stato e i cittadini risparmierebbero qualche milione di lire, che annualmente emigra per pagare questa merce eteroclita. Che se proprio l'abitudine di pigliare, dopo il pranzo, una bevanda nera e calda, e quella di annerire il latte e di dargli quel non so che di amaro che ricorda il caffè, non può essere vinta, noi consiglieremmo di far tostare dell' orzo, del frumento, della segale, ecc., in un tamburino da caffè, macinarli, e servirsene poi come della polvere di caffè. Si avrebbe una bevanda che ha le proprietà utili dei surrogati del caffè, nutriente, aggradevole, e, pel modo col quale è preparata, esente da sofisticazioni. Il barone Bibra, che meglio d'ogni altro ha riassunto gli studii fatti sui surrogati del caffè, suggerisce come i più adatti le barbabietole, poi i cereali, e specialmente 1' orzo ; indica come un surrogato d'eccellente sapore il seme degli asparagi ; infine sconsiglia di far uso della cicoria, specialmente non mescolata con altri surrogati, come quella che produce un'azione soporifera sul sistema nervoso, senza che ne abbia alcuna delle aggradevoli che possiede il caffè. (Balla Perseveranza) Errata-oorrige. Il lettore si sarà accorto di una ommissione di parola nell'articolo datato Capodistria 1 Maggio, inserito nell'ultimo numero pag. 1452. Ecco il periodo completo : La Giunta prov. che ha dimostrato sempre di comprendere quanta parte delle sorti della novella istituzione spettasse a quello cui ne sarebbe affidata la direzione, ha proeeduto con tutte le cautele possibili nel fare la sua scelta, e dopo molte ricerche, dopo aver interrogate competentissime autorità ebbe la fortuna di trovare la capacità necessaria, nella persona del Cav. Giuseppe Ricca Rosellina professore di ag.-onomia nel R. istituto tecnico di Udine, addetto in qualità di agronomo a quella R. stazione agraria di prova.