Qualche nota sui sermoni e sugli ammaestramenti antico-russi contro il paganesimo e i loro possibili rapporti con la letteratura apocrifa e gli scritti antibogomili Simonetta Simi ms article is based on the examination of ancient Russian documents, »slova i poučenija, napravlennye protiv jazyčestva«, and their relationships with the apocryphal, Bogomil and antibogomil literature. Lo studio della tradizione mitologica dei popoli slavi presenta numerosi problemi: in primo luogo la mancanza quasi assoluta di fonti primarie. Come è stato notato più volte, le fonti del paganesimo slavo sono posteriori rispetto alla sua effettiva esistenza e sono in massima parte opera di osservatori esterni. Questa scarsità di materiale apre nuovi orizzonti di studio, propone molteplici possibilità interpretative, ma ha spesso dato luogo, soprattutto negli ultimi anni, a lavori pseudoscientifici (cfr. la riedizione della famigerata Velesova Kniga, un'opera senza dubbio inventata), assolutamente fantastici e privi di qualsiasi reale connessione con quella materia che tradizionalmente viene chiamata »mitologia slava«.1 Per evitare che la scarsità di documenti sul paganesimo slavo porti a ricercare spiegazioni e conferme in ambiti misticheggianti o leggendari occorre uno scrupoloso riesame delle fonti in nostro possesso: tra queste fondamentale importanza rivestono i cosiddetti slova i poučenija napravlennye protiv jazyčestva, sermoni e ammaestramenti scritti contro il paganesimo che rivelano quanto fossero vive nella memoria collettiva degli slavi orientali, ancora nei secoli XII-XIV, le antiche credenze pagane. Agli slova i poučenija2 è dedicato questo contributo. Le principali fonti inerenti alla tradizione slava orientale3 in nostro possesso sono costituite dalla Povest' Vremennych Let (XI sec.), dallo Slovo o polku Igoreve (XII sec.), da una copia paleo-russa della Chronika loanny Malaly (X sec.)4 e da SP tramandatoci in copie tarde (dal XIV al XVII secolo), ma risalente probabilmente ai secoli XI-XII. Tra queste è proprio SP a fornirci il maggior numero di informazioni sulla vita e le credenze dell'epoca. Gli Slova i poučenija, napravlennye protiv jazyčeskich verovanij i obrjadov furono riuniti da Tichonravov nel quarto volume delle Letopisi russkoj literatury i drevnostej (Mosca, 1862) e quindi ristampati da Ponomarev nel terzo fascicolo dei Pamjatniki drevnerusskoj cerkovno-učitel'noj literatury (1897). La raccolta di Tichonravov-Ponomarev fu, poi, ripresa dall'Azbukin nel »Russkij filologičeskij vestnik« di Varsavia in una trattazione, poco critica e non sostanziale, N. Mikhailov, 1995, p. 5; N. Mikhailov, 2002, pp. 17-23. D'ora in poi SP. V.N. Toporov, 1998, p. 239. Svod drevnejšich pis'mennych izvestij o slavjanach, 1, (I-VI vv.), Moskva, 1991, p. 265. 107 Qualche nota sui sermoni e sugli ammaestramenti antico-russi contro il paganesimo della lotta della Chiesa contro il paganesimo. Con la pubblicazione dei due volumi di Bor'ba christianstva s ostatkami jazycestva v Drevnej Rusi5 N. Gal'kovskij analizzô gli scritti della raccolta di Tichonravov-Ponomarev, fornendo preziose informazioni sui manoscritti e sugli sborniki che li contengono. Ancora ad SP Anickov dedico nel 1914 la prima e la seconda parte dell'opera Jazycestvo i drevnjaja Rus', dimostrando che nei documenti da lui pubblicati i dati relativi agli dèi russi non appartenevano alla redazione primitiva, ma furono interpolati più tardi. Nel 1922 alcune fonti riguardanti la religione pagana degli Slavi orientali, tra cui annali russi e cronache polacche, vennero parzialmente pubblicate (in lingua originale e traduzione tedesca) e commentate nel libro del finlandese V.J. Mansikka, Die Religion der Ostslaven, I. Quellen. L'autore cita ovviamente anche SP, ma si limita ad utilizzare l'elenco dei sermoni fornito da Gal'kovskij, senza alcuna informazione bibliografica. Per molti anni Mansikka risulto essere l'autore maggiormente citato e probabilmente il più conosciuto dagli studiosi. Forse per la scarsa reperibilità (almeno fino alla ristampa del 2000) del secondo volume di Gal'kovskij, Drevnerusskie slova i poucenija, napravlennye protiv ostatkov jazycestva v narode, SP fu conosciuto essenzialmente attraverso la sua pubblicazione. Gli autori degli slova i poucenija si prefiggono il compito di ammaestrare i pagani attraverso citazioni del Nuovo e del Vecchio Testamento e attraverso le opere dei Padri della Chiesa. La propaganda della nuova fede si accompagna alla denuncia dei riti e delle credenze pagane. Indubbiamente, da questa acerba polemica religiosa non possiamo ricavare un quadro preciso e obiettivo delle usanze e dei riti dei popoli slavi prima della conversione; tuttavia, slova i poucenija contro il paganesimo ci forniscono, al di là degli intenti dei loro autori, preziose informazioni. In un periodo in cui i residui del paganesimo erano vivi nella memoria collettiva gli autori di SP sono costretti, per compiere la loro opera di evangelizzazione e rendere accettabile un insieme di norme altrimenti incomprensibile al mondo slavo di troppo recente conversione, a rammentare, condannandole, le antiche pratiche religiose e ad associarle a certune cristiane. Gli intenti polemici di questi evangelizzatori mantengono cosí in vita un duplice sistema culturale e spirituale, i loro sermoni e ammaestramenti codificano e documentano l'esistenza nell'ambito culturale slavo di un periodo in cui due diverse concezioni del mondo, due diverse religioni, pur contrastandosi, riuscirono a convivere ed addirittura a raforzarsi vicendevolmente. Com'è noto, l'adozione del cristianesimo non determino affatto la sparizione del paganesimo, anzi: lo scontro tra paganesimo e cristianesimo fu molto aspro e origino come reazione l'opposizione »proprio-altrui«, quella, cioè, tra il paganesimo slavo e il cristianesimo greco-bizantino. L'opposizione non impedi tuttavia forme di sincretismo; il folclore, come sistema aperto e non normalizzato, assimilo molto dal cristianesimo: molte immagini e concezioni pagane, vive nella quotidianità del popolo, furono accostate a festività e a santi cristiani.6 Analogamente i residui del paganesimo, 5 Di particolare interesse è il fatto che la pubblicazione del secondo volume, Bor'ba christianstva s ostatkami jazycestva v Drevnej Rusi. Drevnerusskie slova i poučenija, napravlennye protiv ostatkov jazycestva v narode (Mosca 1913), precedette di tre anni quella del primo, Bor'ba christianstva s ostatkami jazycestva v Drevnej Rusi (Char'kov 1916). 6 Come è stato notato più volte da vari autori, il Profeta Elia assunse la funzione e l'aspetto di Perun, Pa-raskeva-Pjatnica quelli di Mokoš, mentre San Nicola quelli di Veles o di altri spiriti e divinità pagane; la festa del Semik, la Trinità, cosi come la Domenica delle Palme (Verbnoe Voskresen'e), e la festa di Ivan Kupala, che nella tradizione cristiana corrisponde alla nascita di San Giovanni Battista, mantennero il culto della Simonetta Simi o la continuazione delle tradizioni pagane, mantennero funzioni rituali chiave anche all'interno del cristianesimo.7 La cristianizzazione della Rus' pose fine all'esistenza ufficiale della mitologia slava, distruggendone il livello superiore, talché i personaggi che vi appartenevano iniziarono ad essere considerati come negativi e/o come facenti parte del sistema demonologico;8 il livello inferiore risulto invece più stabile e dette luogo a svariate combinazioni con la nuova religione cristiana dominante. In questa sfera bassa, non ufficiale, il paganesimo continuo ad esistere nella maggior parte delle terre slave, dove la fede negli dèi non vacillava, ma, anzi, veniva attualizzata dalla lotta della Chiesa contro di loro. Nel lungo periodo di transizione dal paganesimo al cristianesimo, definito già in SP dvoeverie9 (He Mory TepníTb xpMcriaHï, flBoeBípHO :«MBym;MXï m Bipyrom^xï bï nepyHa, bï Xopca m gpymxï 6oroBï)10, dalla conversione ufficiale di Vladimir all'efettivo afermarsi della nuova religione fu soprattutto l'antica demonologia slava, l'insieme di dèmoni che non facevano parte del panteon »ufficiale« pagano a coesistere con il Dio e con i santi cristiani.11 Secondo la maggior parte degli studiosi, i documenti più antichi non nominavano mai le divinità pagane nella convinzione che il paganesimo fosse spento del tutto e che non fosse lecito rinnovarne la memoria. Nel corso dell'XI secolo si assistette pero ad una rinascita pagana, non soltanto nella lontana periferia, ma nella stessa Kiev, ad opera dei volchvy (gli indovini);12 nacque di conseguenza la necessità di afrontare il paganesimo vegetazione, quello del fuoco e dell'acqua. A questo proposito si vedano N.I. Tolstoj, 1998, p. 428; ma anche B. Uspenskij, 1982, pp. 31-112, 134-138, 150-156; V.N. Toporov, 1996, p. 167; Slavjanskie drevnosti, alla voce »dvoeverie«. 7 Il pane, elemento importantissimo nei festeggiamenti nuziali pagani (korovaj), sotto forma di eucarestia, rappresento nella liturgia cristiana il Corpo di Cristo, l'acqua benedetta divenne fondamentale nel mistero del battesimo, quella santa fu considerata come il rimedio più efficace contro la presenza dei dèmoni, il fuoco e la fiamma furono concepiti come un sacrificio a Dio, la terra come l'essenza materiale del corpo umano. A questo proposito si vedano N.I. Tolstoj, 1998, p. 428; V.I. Toporov, V.V. Ivanov, 1974, pp. 243-258. 8 Secondo Ivanov e Toporov, all'interno della mitologia slava possono essere individuati diversi livelli a seconda delle funzioni dei vari personaggi mitologici, del loro carattere, dei loro rapporti con la collettività e del grado di individualizzazione delle loro realizzazioni. Il livello più alto è caratterizzato da un tipo più generalizzato di funzioni divine (giuridico-rituali, militari, economico-domestiche) e dai loro legami con il culto ufficiale (fino ai panteon delle prime compagini statali). Al livello più alto della mitologia slava appartengono *Peruns e **Veless ai quali puo essere collegato il personaggio femminile, Mokos'. Nel livello più alto possono essere inclusi l'antico-russo Svarogs (riferibile al fuoco è Svarozic, cioè, figlio di Svarogs), l'antico-russo Dazbogs e lo slavo meridionale Dabog (nel folclore serbo). Fanno parte del livello inferiore le divinità collegate al ciclo naturale (Rod ed altri, nella tradizione slava orientale) e la maggior parte di quelle femminili (rozanicy, bereginie, ecc.); le divinità del livello inferiore talvolta sono caratterizzate da un minore antropomorfismo rispetto a quelle del livello superiore, hanno funzioni più astratte e specializzate (Sud, il destino); si tratta di differenti classi di spiriti, animali e forze impure, poco individualizzati in stretto rapporto con tutto lo spazio mitologico, dalla casa, al bosco, alla palude; tra di essi annoveriamo: i domovye (spiriti della casa), i lesie (spiriti dei boschi), i vodjanye (spiriti delle acque), le rusalki (esseri femminili delle acque), le slavo-meridionali vile (spiriti dei vortici) etc. A questo proposito si vedano, V.V. Ivanov, V.N. Toporov, Slavjanskaja mifologija, in: Enciklopediceskij Slovar', Slavjanskaja Mifologija, Moskva, 1995, pp. 1314. La numerazione di tali livelli ci sembra una cosa abbastanza convenzionale, a questo proposito, si veda anche la teoria sulla tripla funzionalità nel panteon pagano (Dumézil, 1987). 9 Questo fenomeno fu notato già nell'XI secolo dall'igumeno del Monastero delle Grotte a Kiev, Feodosij, il quale definí dvoeverie tale mescolanza di due diverse forme religiose. A questo proposito si veda, M.P. Novikov, 1991, pp. 80-81. 10 Cn0B0 HmKoe^o Xpucmomo6u,a. u peBHumena no npaBoü Bmpm, in N.M. Gal'kovskij, 1913, p. 41. 11 N. Mikhailov, 1995, p.186. 12 Anickov, 1914, pp. 256-285; D. Angelov, 1979, pp. 418-420. Qualche nota sui sermoni e sugli ammaestramenti antico-russi contro il paganesimo in campo aperto, di descriverne le pratiche per meglio vituperarle, Ha pa3gpo8meHMe nbCTM HenpMid3HHHí. Ha olKopi TBonAmMMb TaKOBaw. Ha noSneHMe npaBOB^pHbiMi. M Ha npMHacTbe 6o8go%aro B^Ka. nocnoSmaro^MMi KHuri cmx'B. CTHX^. TBOPamMX'B g^noMi noBenfiHMM Bi wcTaBneHMe rpíxoB^13. Ció spiegherebbe l'interpolazione di passi relativi agli dei pagani in documenti che inizialmente non scendevano afatto in particolari, ma si limitavano a condannare il paganesimo in modo generico. Riportiamo a questo punto l'elenco preciso dei sermoni e degli ammaestramenti contro il paganesimo pubblicato da Gal'kovskij nel secondo volume di Bor'ba christianstva s ostatkami jazyčestva v Drevnej Rusi. Drevnerusskie slova i poučenija, napravlennye protiv ostatkov jazyčestva v narode (Moskva 1913, ristampa 2000): 1. O nocmn k HeBnMaMb b noHednnoKb 2 Hednnu. 2. CnoBo cb. rpmoprn, mo6pn>meno bk mon^n>xb w moMb, KaKO nepBoe no^aHu cyw,e A3uu,u KnaHAnucA idonoMb i mpe6u um Knanu. 3. CnoBo HnKoe^o Xpucmonw6^ u peBHumenn no npaBOü Bnpn. 4. CnoBo u omKpOBeHie cmux annb. 5. CnoBo cm^o o^ Hame^o Iw 3namooycma^o _ o moMb KaKO nepBoe no^aHu BnpoBanu bk udonb u mpe6u umk Knanu. UMeHa umk HapeKanu.. 6. Cb. om^ Kupunna cnoBo o 3nuxb dycnxb. 7. CnoBo icmonKoBaHo Mldpocmbw w cmuxb annb u nppKb. U O mBapu u w óhíu peKoMoMb Hednnx. 8. CnoBo McauA npopoKa ucmonKoBaHo cmuMb IwaHHoM 3namoycmoMb o nocmaBnnww,uxb Bmopyw mpane3y pody u poMauuu,aMb. 9. CmambH pyMHH^eBCKa^o c6opHuKa, nocBHW,eHHan cyeBnpiHMb. 10. CmambH »w BdlHoBeHiu dyxa B -nBKa«. 11. npaBuna w Bnpyw^uxb b ^a^u u 3Bnpu nacoBu umaw,ux óhu obu do6pu wbu 3nu. 12. CnoBo cb. ome^ KaKo nodo6aemb xpucmiaHoMb Mumu. 13. KpamKiH cmambu, HanpaBneHHun npomuBb Bonme6cmBa u cyeBnpiü. 14. CnoBo 3namoycma o nnuamuxcA b 6onn3Hu BonxBoBaHueMb u Haoy3u. 15. CnoBo cb. om^ Moucen. 16. CnoBo cmuxb w^ o nocmn> ycmaBa ^epK0BHa^0. 17. CnoBo cb. ffwHucix o Mennw^uxb. 18. CnoBo IaHHa 3namoycma da He mnuwm no MnadeH^Mb nnaneMb. 19. Bk cy66omy cedbMyw no na^n noy-neme IoaH. 3namoycma eMe He nnaKamu o yMepmuxb. 20. CnoBo cb. Bacunin. 21. noyneHie IoaHHa 3namoycma o mpaxb u nnncamu. 22. noyneHie xpucmiaHoMb IoaHHa 3namoycma. 23. CnoBo cb. OmeKaKb dyxoBHo npa3ÓHoBamu. 24. CnoBo o Hednnu 6naMeHHa^o EBceBin. 25. CnoBo cb. wm^ IiaKoBa o óhu cmun Hednnu. 26. CnoBo o nocmn w Benu^nMb u w nempoBn ^OBnHbu i w ifiununoBn. 27. CnoBo IoaHHa 3namoycma o xpucmiaHcmBn. 28. CnoBo cb. HuifioHma o pycaninxb. 13 CnoBo HrnKoe¿o Xpucmomo6u,a u peBHumenx no npaBoü Bnpn, in N.M. Gal'kovskij, 1913, p. 41. Simonetta Simi 29. npumna u 3anoBndu ^HA. 30. CnoBo Joanna MunocmuBa^o o ucxodn dymu. 31. CnoBo cb. Bacunín o nocmn>. 32. O udonex BnaduMupoBuXK. 33. noy-nenie bk nomdnnoKK cm^a dxa. 34. McnoBndb KaM^a^o nuna no decnmocnoBÍw. 35. CnoBo ynumenbno HaKa3yemk o BnpoBaBMuXK bk cmpnuy u nexK. Per quanto l'esistenza di altri sermoni e ammaestramenti non sia afatto esclusa, il corpus ricostruito da Gal'kovskij costituisce la base indispensabile per l'analisi del paganesimo degli antichi Russi per almeno due motivi: da un lato i sermoni, pur tramandatici in copie tarde, risalgono probabilmente ai secoli XI-XII cosí da risultare tra i documenti piu prossimi all'epoca del paganesimo; d'altra parte, i loro autori sono interni alla tradizione slava, e le informazioni che ci forniscono probabilmente attendibili. Notevole e anche l'importanza filologica e linguistica dei codici che contengono SP dei secoli XIV-XVII, dal momento che testimoniano la presenza in questi testi tipicamente slavo-orientali di numerosi elementi di provenienza meridionale. Le parti che piu dettagliatamente descrivono le tradizioni pagane, e soprattutto quelle che nominano le divinita del panteon slavo, sembrerebbero interpolazioni di copisti o compilatori, verosimilmente tratte da un'unica fonte (in tutto SP queste parti descrittive sono quasi identiche tra loro): riuscire a capire di quale fonte si tratti aiuterebbe ad attestare in modo autorevole la reale esistenza di certi riti, o divinita pagane. La presenza in SP delle parti in cui vengono descritti gli usi, i costumi e le credenze degli antichi Slavi costituisce un'interessante rarita all'interno della letteratura antico-russa: attraverso questi passi possiamo ricavare informazioni sulla quotidianita e sulla vita dell'epoca. Posto che le interpolazioni di SP tramandate dai codici sono i passi che forniscono il maggior numero di dati sui culti e la »vita vissuta« dell'epoca, e importante stabilire quanto in SP (XIV-XVII) ci sia di originale e quanto sia ripreso da temi elaborati altrove, quale sia, cioe, il rapporto tra imitazione e rielaborazione nella letteratura russa antica. Prendiamo, dunque, in considerazione tre punti fondamentali: il rapporto tra SP e la tradizione scritturale (l'Apostolo); il rapporto tra SP e l'omiletica bizantina; il rapporto, in fine, tra SP e l'omiletica bulgara. SP contro il paganesimo e composto secondo uno schema piuttosto fisso, di origine molto antica, che puo essere rintracciato gia nell'Apostolo;14 secondo questo schema viene proposto ai fedeli, con intenti educativi, un elenco dei peccati, o dei comportamenti peccaminosi, derivanti, secondo la concezione cristiana, dalla debolezza della natura umana. Solitamente lo schema prevede un elenco di peccati quali la calunnia, la difamazione, l'invidia, la collera, l'ira, l'orgoglio, l'utilizzo di parole oscene e la partecipazione alle danze durante i banchetti, le rapine, le violenze, la vanita, l'amore impuro e la prostituzione, l'ubriachezza, la vendetta, la magia e i sortilegi, la golosita, l'assassinio, le superstizioni, i furti, l'avarizia e la cattiveria. Il contenuto del corpus di SP registrato da Gal'kovskij, per quanto concerne le parti relative alle verita di fede, i dogmi fondamentali del cristianesimo e la dottrina dei Padri,15 in massima parte non si discosta dalla tradizione letteraria antico-russa; molti 14 E.V. Petuchov, 1916, pp.3-4. 15 V.N. Toporov, 1998, p. 33. 111 Qualche nota sui sermoni e sugli ammaestramenti antico-russi contro il paganesimo sermoni e ammaestramenti sono anonimi, altri contengono il nome dei loro autori, altri ancora sono compilazioni tratte da fonti greche. L'originalità di queste opere consiste proprio nel loro carattere di accusa nei confronti del paganesimo ed è, tuttavia, spesso limitata dall'utilizzo da parte degli autori di modelli letterari bizantini; la presenza di elementi riguardanti la quotidianità in tali documenti costituisce una rara eccezione e dipende, essenzialmente, dal talento di un particolare scrittore e dalla sua minore o maggiore indipendenza rispetto ai canoni letterari dell'epoca. Nella Rus' la nuova fede penetro proprio grazie allo sviluppo di generi, già ampiamente valorizzati a Bisanzio, come l'omiletica; possiamo, tuttavia, rintracciare varie peculiarità della teologia russa antica rispetto a quella bizantina.16 Pur basandosi entrambe sulla patristica greca, la cultura della Rus' rimase pressoché estranea alle idee e ai metodi dei filosofi greci. La presente trattazione è volta a rintracciare i possibili rapporti tra il corpus di SP contro il paganesimo e una serie di documenti appartenenti ad altre tradizioni mitologiche, folcloriche e letterarie; in particolar modo concentreremo la nostra attenzione sui rapporti che intercorrono tra la tradizione letteraria antico-russa e quella antico-bulgara nel periodo preso in esame. La situazione che si venne a creare nel momento in cui il popolo bulgaro ancora pagano dovette accettare la nuova fede, dopo l'865, è del tutto simile a quella descritta per la Rus' del X secolo. La sopravvivenza delle tradizioni pagane in Bulgaria è attestata dalle notizie contenute in prevalenza in opere di scrittori ecclesiastici della fine del IX secolo (Čudo na Sv. Georgi i bâlgarina, un passo della traduzione bulgara della Cronaca di Manasse, le Responsa del pontefice Niccolo I alle interrogazioni dei bulgari, le varie Besedi e la Vita di Giorgio Agiorita).17 Il nostro intento è quello di confrontare questi documenti con gli slova i poučenija, napravlennye protiv jazyčestva nella convinzione che il rafronto permetta di rintracciare interessanti similitudini. I sermoni e gli ammaestramenti antico-russi contengono infatti alcune »stranezze«, che troverebbero una spiegazione nell'ipotesi di antigrafi slavo-meridionali. Mi riferisco a numerosi termini di evidente origine slava meridionale, alla costante menzione di vile, dive, samodive, samovile, navi ecc., chiaramente appartenenti alla tradizione mitologica slava meridionale ( m Bïpsrotb b neplHa m b xopca m bï MOKomb m b CuMa m bï Pbraa m bï bhah mx ^e hmchomï r. 0. cecTp^HM^.18), al fatto che in molti sermoni e ammaestramenti si parli chiaramente dei Bulgari19: He xs^bmu clTb ^m^obï m epeTMKï m 6onrapï u^e bï Bípí m bo KpœHbï TaKO TBopaTb;20 cnoB^He ^e Ha CBagb6axï BïKnagbiBaroqe cpaMOToy m HecHOBMTOKï bï Bïgpa nbroTb „ 0ro^unbCKuxï ^e m „ apaBMTbCKbixï nucaHÏM Haoy^bmeca 6onrape wtï cpaMHbixï oygï UcrMaromroro CKBbpHoy BïKoymaroTb m coyTb bcBxï «3biKï CKBbpH^ume m npoKHaTiume e più avanti leggiamo Stohï Hanama mhtm ^oy3M^í cpa^MHM m 6onrape m TbpKMeHu m whmko Mxï ecTb bï Bípí tom.21 Anche in 16 M. Garzaniti, 1988, pp.74-76. 17 D. Angelov, 1979, pp. 81-94. 18 Cn0B0 HmKoe^o Xpucmomo6u,a u peBHumenx no npaBoü Bmpm, in N. Gal'kovskij, 1913, p. 41. 19 Gli autori dei vari sermoni e ammaestramenti riconoscono nei Bulgari del Volga, di fede musulmana, coloro che hanno introdotto nella tradizione pagana slava determinati rituali. 20 CnoBo HmKoe^o Xpucmonm6u,a u peBHumenx no npaBoü Bmpm, in N. Gal'kovskij, 1913, p. 41; ibidem, nota 17, p. 45. 21 CnoBo cb. ^pu^opw, u3o6pmmeHo B~b monu,mx^, in N. Gal'kovskij, 1913, p. 23-24; a questo proposito si veda anche D.A. Kazačkova, Kam vaprosa za bogomilskata eres v Drevna Rusija prez XI v., in: »Istoričeski Pregled«, n. 4, Sofija, 1957, pp. 45-78. Simonetta Simi Cmamtn »w BdlnoBeniu dyxa B HHBKa« e scritto: cu^ 6o H^iu epeTM^M raaronroTb „ KHur' cpaHMHbCKMX^ u oTb npoKHaTbix'b 6onrap'b.22 La presenza di divinita pagane di origine slava meridionale, le frequenti polemiche riguardo al rapporto tra Creatore e creazione (xto ^e 6o Mo^eTi Í3o6p,£cTM Bcew TBapu TBopeHbi» hm w6pa3a oyKa3aTM cB^Toy... tBm ^e i ^unoco^u xang^McTui noynumaca TrneTHbiM'B i nocny^uma TBapu nane TBop^ u noKnoHaxyTb TBapu mhamm Eru a Ea TBop^ He B^gy^a... ga HeKnaHaiTeca TBapu ho TBop^ro Bcfixi B^fl^,... 3aHe KnaHaxyTbca ugonoMi u TBapu i Tpe6bi MMb TBopaT)23 ed il parallelo tra le genti pagane, gli eretici ed i Bulgari dovrebbe indurre ad indagare piu attentamente sugli evidenti rapporti esistenti tra queste opere antico-russe (SP), gli apocrifi e gli scritti contro il bogomilismo. Nel noto apocrifo Chozdenie Bogorodicy po mukam (anche questo testo, del resto, puo essere considerato come uno scritto antibogomilo, cfr. N.A. Mescerskij, 1976, p. 185)24 non puo non farci riflettere il passo: Ta oyTpuw Tpow Ha xipca Beneca nepoyHa. Ha Ebi w6paTuma 6,coMi. 3hhmmi. B,poBama25. L'episodio venne aggiunto dall'ignoto traduttore bulgaro per stigmatizzare il paganesimo ancora perdurante in Bulgaria;26 e interessante notare a questo proposito la stretta coincidenza di un passo dello Chobo u omKpoBenie cmux anHb (MHa^e Eorbi. MHorbi nepoyHa u Xopca flbia, TpoaHa, u mhim mhosm)27 con quello gia citato sulle divinita dello Chobo HnKoe^o Xpucmonrn6^ (Gal'kovskij, p. 41). Le credenze pagane, mantenutesi vive in seno alla popolazione bulgara, sono riflesse con particolare chiarezza in alcuni degli apocrifi sorti in terreno bulgaro durante i secoli XI-XII. Evidente e, inoltre, sempre in Chobo HnKoe^o Xpucmonw6^ la coincidenza con un passo del Videnie apostola Pavla (u Bug,x w6naK wraeffb, pacnpocTepTi Hag hmm Mup Bec. u p,x hto cue rcu. u pene ce ec 6e3aKoHue cMtmeHo ci mhtboki rp,mHHx).28 L'eredita pagana che si era conservata a lungo tra la popolazione bulgara (e che fu particolarmente forte tra la fine del IX e l'inizio del X secolo) fu un terreno favorevole per la nascita di tendenze ereticali ed antiecclesiastiche; le credenze pagane in esseri demoniaci contribuivano a minare il monoteismo cristiano ed a raforzare la concezione dualistica del mondo, secondo cui il mondo visibile era sottomesso all'autorita del diavolo. Senza aver avuto alcun ruolo costruttivo nella nascita del bogomilismo, l'ancor vitale paganesimo aveva creato condizioni favorevoli alla sua difusione. Questa situazione si riflette esattamente nella Rus' dei secoli X-XI; a partire dall'XI secolo, infatti, la dottrina bogomila aveva cominciato ad esercitare la sua influenza anche nella Rus' kieviana. L'affinita etnica e linguistica, esistente tra Bulgari e Russi, era un valido presupposto per la creazione di condizioni favorevoli al contatto tra i due popoli e ad una reciproca influenza. Lo stato di Kiev, realizzandosi secondo il modello bizantino, era definitivamente entrato 22 N. Gal'kovskij, 1913, p. 97. 23 Chobo icmonnoBauo Mldpocmbto w cmuxb annb u nppKb. M wu,b. O mBapu u w dniu penomomb uedmnx, in N. Gal'kovskij, 1913, pp. 76-83; cfr. Chobo cb. rpuzoprn, u3o6pmmeuo Bb monu,mxb, in N. Gal'kovskij, 1913, p. 17-35; anche secondo E. Anickov (1914, pp. 297-298, 120-123) nella lotta contro il paganesimo ci si avvalse delle stesse accuse rivolte nei confronti delle eresie manichee e bogomile. 24 V.V. Mil'kov, 1999, p. 121. 25 V.V. Mil'kov, 1999, pp. 583-597. 26 D. Angelov, 1979, p. 88. 27 N. Gal'kovskij, 1913, p. 51. 28 V.V. Mil'kov, 1999, pp. 535; per un confronto cfr. N. Gal'kovskij, 1913, p. 43 (u Bugtx wónaK KpoBaBi, pacnpocTepTT. Hago bcémt. MupoMi u Bocnpocuxi rnA rcu mto ce ecTb u pe^e mm ce ecTb MnTBa MnB^bcKa OMtmeHa c 6e3aKoHueMb). 113 Qualche nota sui sermoni e sugli ammaestramenti antico-russi contro il paganesimo in seno a quella cultura dell'est ortodosso, alla quale la Bulgaria medievale aveva da tempo aderito. Dalle terre bulgare partí un flusso incessante di opere letterarie; tra queste opere c'erano non solo monumenti letterari ufficiali, destinati ai bisogni della Chiesa e dell'aristocrazia, ma anche opere di carattere popolare, con contenuti apocrifi o eretici, sorte in Bulgaria sotto l'influsso della dottrina bogomila. Come testimoniano le cronache, negli anni 1024, 1066-1068, 1088 si svilupparono una serie di sommosse strettamente collegate all'insorgere di una reazione pagana (volchvy) contro la Chiesa e la religione cristiana ufficiale. L'insoddisfazione aveva cominciato a manifestarsi sotto forma di concezioni e predicazioni dualistiche. Il breve brano sotto l'anno 1071 testimonia chiaramente la concezione dualistica dominante fra i volchvy;29 il passo noto come Povestvovanie o volchvach si costruisce sulla base di un materiale letterario già preparato, è evidente in essa l'influenza delle cosiddette »favole bulgare« e delle opere apocrife30; nella gran parte di SP vi si fa riferimento, la Cmamtn »w edlHoeeHiu dyxa e uneKa«, per esempio, attesta: cu^ 6o h^ím epeTu^u raaronrot „ khmfb cpanuHbCKuxb u oTb npoKHATbix'b 6onrapb. Troviamo lo stesso tipo di citazioni anche in Cnoeo ce. rpmopw, mo6pn>meno ev mon^n>xv dove è scritto: Toro ^e wcupuga cKa^eTb KHura nb^MBaid u cKBbpHbHaw... „tonb Hanama mhth roy3u^B capa^uHu u 6onrape; lo stesso significato hanno citazioni del tipo kom^hm ennuHCKÍA u 6acHu ^m^obckía dello Cnoeo cm^o o^ Hame^o Iw 3namooycma^o - o moMv KaKO nepeoe no^aHu enpoeanu ev udonv u mpe6u umv Knanu. UMeHa umv HapeKanu, oppure del tipo noraHÏM enuHu dello Ce. om^ Kupunna cnoeo o 3nuxv ôycnxv e del noyueHie xpucmiaHoMv loaHHa 3namoycma, del npumua u 3anoendu ^H".31 Sia in SP contro il paganesimo che in Beseda presvitera Kozmy, gli aggettivi elleni, giudei, saraceni o bulgari, significano eretici, non conformi alla dottrina ortodossa; nella Cmamtn »w edlHoeeHÍu dyxa e uneKa« si esprime chiaramente quale sia la colpa più grande degli eretici: BcBm 6o ecTb TBope^b Eorb, a He pogb.. GguH BflbiMaeTb Bcegpb:*:uTenb. M^e eguHb 6e3caMpaTeHb u He nom6aromuxb TBpe^b.. (epeTUKu) He pa3§Míma TBop^ cBoero, cb3gaBmaro ux u BgoxHlBmaro Bb Huxb glxb ^m3hm.32 La lotta contro le eresie del tempo è il motivo 29 Povest' vremennych let, I, Moskva, 1950, p.118. 30 V.V. Mil'kov, 1999, p. 96. Ci permettiamo di dissentire con l'interpretazione di Mil'kov riguardo alle poco ri-levanti coincidenze tra i »libri bulgari«, il Povestvovanie o volchvach e, quindi, anche tutti gli slova ipoucenija napravlennye protiv jazycestva ad essa correlati. Sebbene, infatti, come afferma il Mil'kov (Mil'kov, 1999, p. 101) l'annalista non identifichi le eresie bulgare con il paganesimo, crediamo con questo breve articolo di aver già addotto sufficienti prove su quanto le eresie bulgare, e più propriamente gli scritti antibogomili (stranamente si veda lo stesso Mil'kov, 1999 a p. 105), siano strettamente connessi alle testimonianze tramandateci sulle credenze e gli usi del paganesimo slavo (ricordiamo l'equivalenza semantica evidente nei sermoni tra gli aggettivi bulgari,pagani, elleni ed eretici). A questo proposito si confrontino, inoltre, i numerosi passi della Beseda Kozmy alle pp. 99-100, 102, 103, 111, 117, 122, 123-125, 133, 143, 145, 153-154, 158, 163-164 dell'edizione di A. Vaillant, Le traité de Cosmas, in Textes vieux-slaves, Paris, 1968. 31 N. Gal'kovskij, 1913, p. 97, 24, 61, 68, 188, 275. 32 Riguardo al rapporto del passo citato con quello del Povestvovanie o volchvach, si veda V.V. Mil'kov, 1999, pp. 358-365 ed in particolar modo pp. 95-96. Ci permettiamo ancora una volta di notare che troppo spesso il Mil'kov assimila gli slova i poucenija napravlennye protiv jazycestva, perdendo di vista il loro ruolo e le loro funzioni, con una più generica concezione slavo-pagana del mondo; proprio concordando con la premessa dell'autore, sul fatto, cioè, che il Povestvovanie o volchvach non possa essere considerato come una testimo-nianza dei movimenti eretici medievali, riaffermiamo la sua stretta correlazione con i sermoni e gli am-maestramenti contro il paganesimo. Il Povestvovanie costituisce un utile riferimento cronologico per testimoniare la »rinascita« del paganesimo nella Rus', lo stesso autore del resto, più avanti (cfr. Mil'kov, 1999, pp. 105-106), afferma che il carattere dualistico non appartiene ai volchvy, ma ai loro oppositori; ci pare ancora una volta, doveroso precisare che proprio nell'intento polemico degli autori di SP contro il paganesimo Simonetta Simi principale utilizzato come modello in SP, ma si riflette anche nella letteratura canónica (Kormčaja kniga, Chudye nomokanuncy) e nella formazione dei vari indici in cui venivano incluse le opere che la Chiesa aveva dichiarato nocive ed inadatte alla lettura.33 Gli autori di SP si mostrano come »difensori della retta fede«, portatori della teologia cristiana trinitaria, essi lottano contro l'estendersi di ogni manifestazione divina al di fuori delle tre Persone, cosa che condurrebbe al politeismo delle genti pagane; per essi l'accettazione della fede trinitaria costituisce la conditio sine qua non per essere ammessi al battesimo e, quindi, alla comunione con Cristo. Di grande aiuto al clero russo nella lotta contro gli eretici furono la Beseda presvitera Kozmy (X-XIII secc.) e tutta una serie di opere antiereticali composte in Bulgaria quali: Pis'mo patriarcha konstantinopol'skogo Feofilacta carju Bolgarii Petru, Sinodico della domenica dell'ortodossia, Sull'attivita dei demoni di Psello, Contro i Bogomili di Eutimio Zigabeno, Sinodico dello zar Boril, Codice di Stefano Dušan, ecc.34 Prendendo, per il momento, come esempio la Beseda presvitera Kozmy, possiamo immediatamente rintracciarvi numerose e consistenti somiglianze sia con lo Cn0B0 HnKoe^o Xpucmonwó^ u peBnumenn no npaBoü Bnpn, che con lo Chobo cm^o o^ Hame^o Iw 3namooycma^o - o moub KaKo nepBoe no^aHu BnpoBanu Bb udonb u mpeóu uMb Knanu. MueHa uub HapeKanu. Innumerevoli sono le parti della Beseda che immediatamente ci rimandano al corpus di SP (vedi nota 30, p. 10), la coincidenza delle citazioni neotestamentarie nei vari documenti e impressionante e molto simili risultano essere le descrizioni degli usi e dei costumi delle genti pagane e degli eretici bogomili. La struttura dei tre componimenti e quasi identica, l'intento degli autori delle tre opere e comune e consiste sempre nel voler ammaestrare le genti nella retta fede, denunciando le atrocita commesse dagli eretici; come gia detto, per eretici si intendono anche i pagani, e in quest'ottica, appunto, che paganesimo ed eresie si mescolano e che le influenze dell'uno sulle altre si fanno sempre piu evidenti. Letteratura Afanas'ev A.N., Poetičeskie vozzrenija slavjan na prirodu, I-III, Moskva, 1865-1869. Angelov D., Il Bogomilismo. Un'eresia medievale bulgara (titolo originale: Bogomilstvoto v Balgarija), Roma, 1979. Aničkov E.V., Jazyčestvo i drevnjaja Rus', Sankt-Peterburg, 1914. e nella sua funzione consiste il principale legame con le opere di carattere dualistico (scritti bogomili, o meglio ancora, antibogomili). In riferimento al passo citato della Cmambx »w BdÜHOBemu dyxa B HriBKa« e all'interpretazione data-ne dal Mil'kov (Mil'kov, 1999, pp. 95-96, 101-102), concordiamo pienamente con lo studioso sul fatto che ideologicamente la concezione cosmogonica slavo-pagana non sia identica a quella bogomila, ma dobbiamo dissentire fortemente sull'assenza di un'opposizione dualistica all'interno del paganesimo slavo; come potremmo considerare la ricostruzione dell'osnovnoj mif (Ivanov, Toporov, 1974), presente in tutte le tradizioni, se non come manifestazione di un'opposizione dualistica? L'affermazione, inoltre, che Rod non possa essere assimilato né ad un Bog-Tvorec, né al suo antipodo Bes, ci lascia piuttosto perplessi; Rod fa indubbiamente parte del livello inferiore del paganesimo slavo, non puo, dunque, essere considerato come una divinitá superiore. La possibile confusione tra Rod, come divinitá che genera la vita, e un Bog-Tvorec e chiaramente ascrivibile ad un'interpretazione cristiana posteriore. 33 Riguardo agli indici, si veda D. Angelov, 1979, pp. 423-424, 74 e sgg. 34 D. Angelov, 1979, pp. 11-36. 115 Qualche nota sui sermoni e sugli ammaestramenti antico-russi contro il paganesimo Azbukin M., Literaturnoj bor'by predstavitelej Christianstva s ostatkami jazyčestva v russkom narode (XI-XIV vek), 1896. Begunov Ju.K., Kozma presviter v slavjanskich literaturach, Sofija, 1973. Brückner A., Mitologia slava (titolo originale: Mitologia siowianska), Bologna, 1923. Buslaev F., Istoričeskaja christomatija, 1861. 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