6*52- Anno I - N. 5 QUINDICINALE DEI SINDACATI UNICI DEL DISTRETTO DI CAPODISTRIA Capodistria, 1 novembre 1946 Prezzo Lire 5.— LOTTA A FONDO CONTRO LO SCIOVINISMO dumetitaM L salati? Rafforzamento dell’unione fra i lavoratori delle varie nazionalità Questo fu il 5.0 punto approvato all’Assemblea distrettuale dei Comi- ; tati Aziendali ed Agricoli dei Sindacati Unici. La particolare composizione etnica del nostro Distretto, dà a questo punto, un’ importanza capitale, poiché ì è proprio qui che speculano le forze : antipopolari. E’ proprio questo, che impedisce, a parte dei nostri lavoratori, una chiara visione della nostra situazione. E’ proprio per ciò che molti lavoratori della città credono al pericolo di una oppressione slava, verso di essi, lavoratori italiani. Dimostreremo ora con la massima semplicità e chiarezza che cosa sia in fondo questa tanto strombazzata questione nazionale e quali interessi •ssa in realtà mascheri. Tutti saranno in grado di constatare che : 1’ elemento di nazionalità italiana vive nella città, l’elemento di nazionalità slava vive in campagna ; cioè i primi sono gli o-perai, i commercianti, gli artigiani, i negozianti, ecc. ; i secondi sono i lavoratori dei campi, cioè, i contadini. Fatta questa differenziazione, domandiamoci: Perchè fra gli abitanti della città (operai, ecc.) ed i contadini vi è odio ? Perchè gli uni sono operai, ecc. e gli altri contadini ? O perchè i primi sono italiani e gli altri slavi? Alcuni diranno : Perchè italiani e slavi ! Altri diranno : Perchè slavi e contadini e italiani, operai ecc. (o cittadini). Altri, diranno altro ! La reazione dirà naturalmente, sempre in modo, che gli uni siano divisi dagli altri. Come risponderà un lavoratore ? Per rispondere senza sbagliare, un lavoratore dovrà esaminare bene : Perchè questo odio - come è sorto questo odio - chi è la causa di questo odio - chi ha interesse a questo odio. Dopodiché saprà certamente rispondere, e saprà quale dovrà essere la sua via. Esaminiamo ora : hanno tutti i contadini uguali interessi ? No, sarà la risposta! Vi è il contadino, grosso proprietario, cioè ricco ; vi è il contadino, piccolo proprietario, povero ; vi • il colono, anche povero. Esaminiamo poi: Hanno tutti i cittadini uguali interessi ? La risposta è analoga. Vi è il contadino, nobile proprietario di terre, ricco ; vi è il cittadino negoziante, a volte ricco e a volte no; vi è il commerciante, a volte ricco e a volte no ; vi sono i proprietari di fabbriche, ricchi ; avvocati, dottori, professori, alcuni ricchi, altri quasi poveri; gli artigiani, generalmente poveri; vi sono infine, gli operai, pescatori, commessi, impiegati, assolutamente poveri. Che cosa penserà il grosso e ricco contadino, (disonesto) proprietario di terre, sulle domande che prima noi abbiamo fatto? Penserà: Oggi io possiedo tanti ettari di terra, vivo bene, mangio e bevo alle spalle dei miei coloni, posso io desiderare altro ? Sì 1 Allargare la mia proprietà (rovinando i più piccoli vicini), avere una casa migliore, vestirmi meglio, ecc. Ora al potere vi sono gli operai ed i contadini (poveri), che hanno un matto desiderio di portarmi via la terra per darla ai coloni. Posso io rinunciare a vivere bene (senza lavorare), ad una bella casa, ecc. E no, perdio! Come faccio allora ? Posso dire ai miei coloni che mi aiutino a lottare contro il potere popolare, perchè vuol portarmi via la terra per darla ad essi. E no! Come dirò allora? Dirò: I dirigenti del potere popolare sono dittatori, ignoranti, disonesti, ecc. Approfitterò di qualche errore che essi commettono, per far credere al colono (che io ritengo ignorante) che il potere è contro di lui; agli operai dirò : Vi vogliono snazionalizzare questi sciavi (anche se lo sono io, che importa, tanto 1’ essenziale è di conservare la mia posizione). Li metterò l’uno contro l’altro. Al piccolo proprietario dirò che anche a lui porteranno via la terra. Lui ci crederà perchè è molto pio, ed il prete la cui parrocchia possiede una cinquantina di ettari di terreno, gli farà credere che il comuniSmo è un mostro sanguinario, che mangia i bambini e che gli porterà via la mucca. Anche lui mi aiuterà. Che cosa penserà il disonesto cittadino proprietario - nobile o no - di terre? Penserà prima di tutto come il proprietario contadino : Olè, io non ho mai lavorato, ho sempre vissuto molto bene, stimato, rispettato, leccato, ed ora questi vili plebei, vogliono farmi lavorare. Prima comandavo io, ora comandano essi! Come posso fare? Ma io sono colto . .., gli operai invece, sono ignoranti .. . Prima di tutto devo far credere agli operai, ai pescatori, agli artigiani, ecc. che il potere popolare è contro di essi ; poi approfitterò del fatto, che qui siano venuti i partigiani jugoslavi che proteggono il potere popolare, e dirò agli operai, ecc. (che sono italiani) : sono venuti gli sciavi, ci vogliono snazionalizzare, ci vogliono far parlare sciavo, ci vogliono portare via Dante - che essi non sanno nemmeno chi sia, ma questo farà effetto -così grideranno Italia, Italia ! oppure : Stato libero, Stato libero ! In una maniera, sarò salvo, perchè il capitalismo italiano (al potere) mi salverà, nell’ altra anche, perchè mi salverà l’imperialismo anglo americano. Dividerò i lavoratori. Ed il pure disonesto negoziante ricco, che cosa penserà? Io ho sempre vissuto, comperando la merce a 15 e vendendola a 30. Mi sono fatto ricco, ho una bella casa, comodità, ecc. Io non desidero che di continuare così, aprire un’ altro negozio, magari, e guadagnare di più, così potrò comperarmi anche la macchina. Però, ora mi vengono tra i piedi quelli del potere popolare e mi rovinano i piani. Piantano Cooperative di qua e di là, che comperano a 15 e vendono a 20, perchè non vogliono guadagnare - ma mi rovinano ... ! - Quando saranno tutte cooperative, che cosa farò io ? Addio guadagni! Addio macchina! Dovrò lavorare, stipendiato, come un’ o-peraio, come un’impiegato, Ah, no! Ma io non posso dire all’operaio, ecc. che mi aiuti contro il potere popolare, perchè altrimenti non potrò più spellarlo, quello m’ accoppa. Bene! Siccome l’operaio, ecc. è italiano, dirò : Guarda che la tua nazionalità è minacciata; cosa, vuoi rinnegare la tua patria ! (capitalista naturalmente ; guai se anche là ci fosse il potere popolare). Ti vogliono togliere la lingua, ti vogliono togliere la cultura (ne ha poca, non fa niente, fa colpo), grida forte con me : Italia, I-talia! oppure Stato libero, Stato libero! Così in un modo o nell’altro, mi salverò, e lo scaglierò contro il contadino slavo. Ed il disonesto commerciante, cosa penserà? Ma guarda un po’! Andava così bene. Addesso questo scocciatore di un potere popolare mi viene tra i piedi. Comperavo dal contadino (povero) quasi per niente, rivendevo al cittadino - anche operaio - a prezzo alto, sognavo di comperarmi qualche altra macchina, qualche casa, qualche campagna, e invece, addio sogni ! Mi formano quelle maledette Cooperative, che comperano dal contadino a poco e vendono al cittadino ad un prezzo poco più alto. Ora, sono ancora poche queste cooperative, e si può ancora vivere; ma dopo, quando saranno tutte cooperative, che farò ? No, No e No ! L’ avranno a fare con me ! Andrò dal contadino e pagherò la merce oltre il prezzo che paga la cooperativa, così la rovinerò, perchè nessun contadino porterà i prodotti alla cooperativa. Dovrò pur farmi proteggere da qualcuno contro questo potere popolare. Ah ! Ah ! Mi unirò ai nobili proprietari, ai contadini ricchi, ai negozianti, ecc. e dirò in coro con loro : Salviamo operai, pescatori, ecc. italiani, l’italianità di queste terre minacciate dai «drugi». Vogliamo lo Stato libero, con un governatore (inglese o americano, con pieni poteri). Italia ! Italia ! Così gli operai, i pescatori, gli artigiani, ecc. udendo gridare forte con me il nobile, il negoziante, (italiani) capodistriani, piranesi e isolani - essi pure italiani - i capodistriani, i piranesi e gli isolani, offuscati dalla nostra sapienza e per solidarietà, grideranno con noi. Cosi sarò salvo, e meglio saranno salvi i miei bigliettoni ed i miei guadadni. Lavoratori, credo non sia neanche il caso di continuare, sarà chiaro il motivo per cui la reazione maschera gli inconfessabili e poco puliti loro interessi, dietro il comodo paravento dell’italianità minacciata. Vi sarà chiaro perchè si specula su ogni manchevolezza del potere popolare, per infrangerlo, vi sarà chiaro perchè si approfitta della difficoltà della nostra situazione economica per mobilitarvi contro il vostro potere. Dopo tutto ciò, che cosa resta da fare al lavoratore, che ha a cuore il suo avvenire, quello della sua famiglia, quello dei suoi figli, quello di tutta l’umanità? Unirsi ai coloni, ai contadini poveri, contro gli sfruttatori degli uni e degli altri, formare un blocco compatto, unico ; stringersi attorno al proprio potere, difenderlo, rafforzarlo. Spezzeremo così definitivamente il vecchio mondo dello sfruttamento e dell’odio, costruiremo assieme una società di liberi lavoratori, stretti in un imperituro circolo di fratellanza, e, padroni del nostro destino, marceremo verso un sicuro avvenire di benessere e di prosperità. Sono questi i difensori dell'italianità? Ecco la lettera che la popolazione di Pirano, memore dell indimenticabiie benemerenza (asciata del dott. SambO Bruno, invia al Presidente della Corte Straordinaria d’Assise di Trieste : Alla Corte Straordinaria d’Assise - Presidente Maclenich - Trieste I sottofirmati cittadini di Pirano dichiarano che il dott. SAMBO BRUNO era federale di Trieste, segretario politico di Pirano e Comandante del Presidio fascista di Pirano, dopo l’8 settembre 1943. Marchi Carlo suo aiutante, Bonifacio. Carlo e Apollonio Gnido sono pienamentè e personalmente responsabili di tutti i fatti, deportazioni e malversazioni subite dal popolo piranese e da quello delle località circonvicine. Inoltre all’ accusa (renerica che il popolo fa ai sumenzionati criminali fascisti, si accusano (rii stessi dell’ assassinio della Zacchigna e della Medina, ar-venuti il giorno 28 marzo 1944. Tale dichiarazione da parte del pepolo di Pirano, è basata sulle varie informazioni assunte direttamente dai testimoni oculari e dai colpiti dalle azioni del sunominati criminali, nemici del popolo. Per quanto sopra, il popolo di Pirano e dei dintorni, chiede l’estradizione del Sambo e dei suoi complici, affinchè siano giudicati a Pirano, luogo ore essi hanno operato t loro maggiori misfatti. Tale verità è scaturita dalla manifestazione di popolo avvenuta il 16 marzo. Seguono oltre 1500 firme. Vedremo V antifascismo del O. M. A. e dei suoi lacchè del C. L. N. Nelle frequenti conversazioni amichevoli, confidenziali, più o meno concrete ed aventi luogo durante le molteplici fasi della vita quotidiana, accade spesso di udire menzionare il problema dei salari e sentir dire che la colpa della sua parziale inso-iuzione ricade sulle autorità locali. 0’ è chi racconta che i generi alimentari ricevuti da ogni singolo, mediante le carte annonarie, sono di gran lunga insufficienti ai bisogni dell’individuo, che i grassi scarseggiano, che lo zucchero mensilmente ricevuto basta solamente a pochi giorni, che non è possibile preparare certe ghiottonerie, un tempo facilmente realizzabili da ogni massaia, e così via. Coloro 1 quali seminano tali notiziuole, sono le solite persone che, a grosse lacrime, rimpiangono ancora il bel tempo che fu (per loro naturalmente) e le quali cercano ogni pretesto, speculano su ogni piccolo errore, sia pure insignificante, da parte delle autorità, pur di spargere il malcontento fra la popolazione che, in buona fede, le subisce diffondendole a sua volta. Trattasi però anche di singoli i quali, ascoltando solamente la voce del proprio stomaco, criticano le condizioni in cui attualmente si trovano, senza peraltro cercar di discernere le vere cause che 1’ attuale situazione ha determinato. Benché il vivo ed angoscioso ricordo della guerra appena conclusasi sia nitido ed indelebilmente impresso in chi T ha vissuta in tutta la sua crudeltà, esistono persone le quali non hanno una visione chiara delle tristi eredità che la guerra stessa ci ha lasciato. Bisognerebbe recarsi nei villaggi circostanti, meditare per un istante sulle macerie di paesi rasi al suolo dalla barbarie e dalla sete di dominio di chi voleva prostrare T umanità ai piedi di presunte razze superiori, per convincersi che siamo tutti economicamente poveri, molto poveri. Ora, trovandosi 1’uomo in tali precarie condizioni, è logico concludere che il tenore di vita sia di conseguenza basso. Che fare allora? Dobbiamo aspettare che qualcuno ci aiuti ad uscire da questa indesiderabile situazione? Dobbiamo attendere che da un immenso squarcio nella volta celeste ci giunga la santa manna? 0 chiedere, come molti erroneamente fanno, un aumento di salari? Niente di tutto ciò! Amici disposti ad aiutare il prossimo, senza chiedere in cambio qualcosa d’equivalente, non sono mai esistiti. Aspettare che il «santo cibo» ci venga inviato, a mezzo di un immenso paracadute, è senza dubbio irragionevole poiché viviamo nel 1946, mentre l’auspicato aumento salariale porterebbe ad un conseguente aumento dei prezzi, per cui, il rapporto fra salario e costo della vita, rimarrebbe quale esso è oggi. Ci rimane quindi un’ unica via d’uscita. E’ generalmente saputo che, da quando il mondo è in piedi, il fattore determinante il benessere della società umana, è stato quasi esclusivamente determinato dal lavoro, da quell’ opera sana ed apprezzata che ogni uomo, volendo, può in diversi modi dare. Soltanto con uno sforzo collettivo, dietro la scrivania, fra le macchine dell’ officina, o curvi tra le zolle dei campi potremo creare le condizioni ideali d’ esistenza. E tanto prima saranno queste raggiunte, quanto più concreto sarà l’apporto che ogni singolo sarà disposto a dare. Scuotiamoci dal dormiveglia in cui il passato regime ci aveva perfidamente spinti e, seguendo 1’ esempio dei popoli che tengono in mano le redini del proprio destino, cerchiamo di superarci a vicenda, di ingaggiare una lotta per migliorare noi stessi, per fecondare col nostro sudore la terra sulla quale viviamo. Qui, nella nostra regione, non sussistono più quei contratti per cui, il lavoro dei salariati andava a riempire le casseforti di singoli azionisti. Con il potere popolare, le condizioni di lavoro -sono del tutto diverse a quelle preesistenti. L’opera svolta dalla collettività va a diretto beneficio della stessa. Dipende quindi dal lavoro di noi tutti il poter giungere quanto prima all’ agognato aumento degli stipendi, ossia alla diminuzione del costo di ogni singolo prodotto e, concludendo, ad aumentare la differenza fra lo stipendio percepito ed il necessario al proprio sostentamento. Sia, compagni, la nostra attività più feconda d' ora in poi per poter un giorno, nel volgersi indietro, tirare un lungo sospiro di sollievo e dire ai nostri figli, del cui futuro siamo diretta-mente responsabili : Stimatevi a vicenda e continuate a lavorare assieme; le lingue diverse che parlate non sono un ostacoU alla vostra reciproca comprensione, ma rappresentano un’ abisso, artificialmente sca. vato, che è stato per sempre colmato da! sangue di tanti esseri innocenti. I nuovi Circoli di Cultura Popolare Ferve da qualche mese in tutta la zona italiana del distretto di Capodistria un intenso lavoro organizzativo per la costituzione dei Circoli di Cultura Popolare, con risultati sin d’ora soddisfacenti e suscettibili di ulteriori sviluppi. Queste Società culturali sono estrinsecazione della viva e finalmente libera volontà del popolo di crearsi dei ritrovi veramente democratici in cui democraticamente educarsi, completare la propria cultura generale e professionale e dare allo spirito ed al corpo, dopo il lavoro della giornata e nei giorni festivi, una sana ricreazione. Tali scopi vengono raggiunti mediante i programmi che ogni Circolo predispone e con le attrezzature di cui si fornisce. Vengono tenute conferenze su diversi temi di cultura generale, sociale, politica, secondo le richieste degli affigliati. Vengono fondate delle biblioteche circolanti, si aprono dei corsi professionali, linguistici, di musica, ecc. Si organizzano corpi bandistici, cori e sezioni filodrammatiche, nè si trascurano le gite collettive a scopo culturale, escursioni e la istituzione di squadre sportive. Primo ad organizzarsi è stato il Circolo di C. P. di Pirano che attualmente dispone di una bella sede e svolge una assai varia ed intensa attività artistica, culturale, e sportiva per merito dei suoi competenti ed instancabili dirigenti, dei numerosi soci e con la partecipazione del popolo di Pirano giustamente orgoglioso delle sue tradizioni artistiche e culturali. Segue Isola che a tutte le sue Istituzioni dà quella nota di nuovo e di gaio armonizzati con la propria caratteristica fisonomia di cittadina industriale, ricca di energie operose che non si accontentano di mezze soluzioni. Il C. C. P. di Isola avrà infatti una invidiabile sede, grazie al lavoro volontario dei suoi aderenti. È certo che anche in questa iniziativa gli isolani saranno all’ avanguardia e di sprone a tutti i centri italiani del distretto. Capodistria pare che prima di prendere l’iniziativa per crearsi essa pure un Circolo di Cultura Popolare, abbia voluto darsi a matura riflessione e ponderare. Difatti, dopo un laborioso lavoro di preparazione, il Comitato Promotore del C. C. P., la sera del 9 corr. si è presentato alla numerosa assemblea costitutiva nella «ala grande della Loggia. Le 120 adesioni di quella sera furono il primo buon augurio di successo, ed in modo particolare ne è sicura garanzia la collaborazione preziosa del comitato direttivo il quale saprà soddisfare il raffinato buon gusto artistico e 1’ amore per la musica e 1’ arte filodrammatica del popolo di Capodistria, con trattenimenti musicali e teatrali organizzati e sostenuti da cittadini di provate capacità. Le molte adesioni pervenute in questi ultimi giorni confermano la fiducia risposta nel predetto comitato direttivo ed in modo particolare nel presidente del Circolo. Le solite basi su cui si è costituita questa nuova società culturale di Capodistria ed i criteri con i quali ne è stato formulato il programma saranno certamente di gradimento ad ogni buon cittadino, a qualsiasi classe egli appartenga. Oltre ai suddetti tre maggiori circoli si è costituito il 16 corr. quello di Semedella il quale ha già iniziato la sua attività con 1’ apertura di corsi serali di cultura generale e con l’organizzazione di un complesso corale. Prossimamente verranno attuate altre parti del programma. Anche Ancarano ha il suo circolo di cultura che è stato inaugurato il 28 corr. con riuscitissime manifestazioni culturali e sportive. Organizzatore e promotore di esso è il compagno Albino Pezzanin, che con ammirabile buona volontà e capacità è riuscito in breve tempo, nonostante non pochi ostacoli, a coordinare le varie iniziative di carattere sportivo e culturale della zona convogliandola nella nuova istituzione che promette ottima riuscita. Fra non molto verranno inaugurati i C. C. P. di Bossamarino che dispone già di un corpo bandistico, di Sicciole che si sta attualmente procurando i locali necessari e quello di Strugnano e di Bertocchi. E’ da sperare che i Circoli di Cultura Popolare già sorti nel nostro Distretto siano di incitamento per la creazione di nuovi e che fra non molto essi possano allargare la propria attività con scambi reciproci di visite-in modo da raggiungere quella completa unione e fratellanza fra la popolazione che anela unanimemente alla ricostruzione, su basi democratiche, di un vivere di pacifico benessere, ed al raggiungimento del la elevazione culturale di tutti gli strati della popolazione, con 1’ abolizione definitiva dei privilegi che anche nel campo culturale si erano imposti attraverso i governi antidemocratici del passato. L'tLIMEITIZIOIE DEL NOSTRO DISTRETTO L' ordinanza che riguarda 1’ ingrassamento e 1’ ammasso dei suini per il corr. a. soddisfa in pieno gii allevatori ed i contadini in generale. In altro prova che nel campo dell’ alimentazione le condizioni migliorano costantemente e che la situazione si avvia celelermente alla completa normalizzazione. L'obbligo d’ammasso, vige soltanto per gli allevatori che hanno più di 4 ettari di terreno, poiché nel nostro Distretto, specialmente per merito dell’ ordinanza sulla liquidazione del colonato, ben pochi sono i contadini che possiedono più di 4 ettari di terreno, cosi pochi saranno gli allevatori che dovranno consegnare i suini all’ ammasso. I contadini che coltivano da 4 a 6 ettari, hanno 1’ obbligo di consegnare un suino all' atnmaso. I contadini che coltivano da 6 a 10 ettari dovranno consegnare 2, rimanendo a loro disposizione i capi allevati in più. Data la scarsità di grassi dello scorso anno, ogni agricoltore certamente, avrà cercato di allevare almeno un suino, co-sichè quest’ anno il problema dei grassi sarà molto semplificato e diremo, quasi risolto. Un valido aiuto per 1’ alimentazione ci verrà dato dalla fabbrica di salumeria, carni insaccate e secche, che l’agenzia Regionale per il traffico della carne «Promes» costituisce a Postumia. Tale industria promette di fornirci ingenti quantità dei propri prodotti già prima di Natale, così il popolo lavoratore avrà un notevole miglioramento nelle condizioni alimentari. Anche le disposizioni per il traffico dei vini si addotta in maniera di soddisfare le larghe masse dei consumatori, accontentando nelio stesso tempo i produttori, perchè il prezzo è stabilito in maniera da ricompensare la loro fatica. Il prezzo dell’ anno scorso è stato altissimo a causa della siccità, che ha annientato una grandissima parte dell’ uva. Quest’ anno invece, i raccolti sono soddisfacenti, ed il prezzo di 5 lire al grado, soddisfa consumatori e produttori. Per quanto riguarda 1’ approvvigio-mento del pane, abbiamo avuto un sensibile miglioramento, non per il quantitativo, che, pressapoco è sufficente, ma per la qualità della farina impiegata. Già da qualche tempo il nostro pane è quasi bianco, ed è confezionato con farina nostra, prodotto con il grano della fertile Vojvodina e del Banato. Dunque lavoratori, possiamo guardare tranquilli al domani, perchè il problema dell’ alimentazione va per noi assolutamente scomparendo. Corriamo a grandi passi verso la normalizzazione. Ciò che invece dobbiamo continuare, è la lotta spietata e incalzante contro gli speculatori e borsaneristi, che ammucchiano viveri, sottraendoli al traffico pubblico, volendo ostacolare intenzionalmente la definitiva soluzione del problema economico che tanto sollievo darà finalmente alle grandi masse popolari lavoratrici. E’ forse necessario che il negoziante Cociani Nazario di Capodistria, abbia nella sua abitazione 3 ql. di farina, se anche lui riceve mensilmente per la sua famiglia di 4 membri, più di 10 Kgr. di farinacei ? Questa è speculazione. Quindi multa e. se questro di farina, che andrà a favore del fondo di ricostruzione. Anche lui contribuirà in tal modo (certo non volontariamente) a ricostruire i villaggi bruciati. NOTIZIARIO DEI. DISTRETTO Da Capodistria Conferenza Sindacale al Teatro S. Chiara Il giorno 17 c. m. ebbe luogo al Teatro S. Chiara una conferenza sindacale tenuta dal compagno Juraga. 200 lavoratori fra i più coscienti di Capodistria, erano presenti e furono soddisfatti ampiamente della chiara esposizione del compagno Juraga, che analizzò profondamente uno dei basilari principi su cui poggia il movimento sindacale : L’ unione di tutti i lavoratori senza distinzione di nazionalità, li comp. oratore, tratteggiò con una evidenza elementare la situazione politico-sindacale e con parole incisive e suadenti, smascherò l’opera disgregatrice, che la reazione, svolge nella nostra zona, con grave danno pel movimento sindacale, facendo leva su sentimenti particolari del popolo lavoratore, che a ragione dell’ignoranza politica in cui l’ha mantenuto il fascismo, si lascia in parte ingannare, facendo in tal modo il gioco della reazione. Il compagno Juraga, ripetutamente applaudito durante la sua chiara esposizione, termina : Io vi salato e vi raccomando di non esitare di, trovarsi qui quando la vostra organizzazione sindacale vi chiamerà. Vi ripeto ancora una volta : „Siamo tutti fratelli”. Certamente i lavoratori intervenuti hanno ritratto da tale riunione degli utili inse-gnamentii e hanno ora più chiara la visione dei problemi che oggi si presentano di fronte alle masse lavoratrici. Più di uno di essi ha espresso il desiderio, che simili riunioni abbiamo luogo più spesso, elevando in tal modo il grado di comprensione dei lavoratori, rafforzando lo spirito collettivo, e stringendo sempre più stretti rapporti tra i lavoratori deile varie categorie. Meritato riconoscimento a dei lavoratori Se i nostri Sindacati Unici hanno enormemente migliorata ia propria struttura or-ganizzativa od il funzionamento, hanno tuttavia, ancor molto da fare, per portare effettivamente i Sindacati Unici del nostro Distretto, all’ altezza dei gravi e complessi compiti, che è chiamato a svolgere. Ancora poco numerose categorie di lavoratori, sfuggono ai controllo, perciò non si possono conoscere i problemi di questi lavoratori e le loro necessità Una delle categorie un tempo disprezzata è stata certamente la categoria degli spazzini, umile e laboriosa categoria, senza pretese, ma che nella sua umiltà, svolge un lavoro di capitale importanza per il bene della popolazione, cura l’igiene della città. Nell’ occasione della settimana della sanità, questi lavoratori, s’ erano volontariamente offerti a prestare per qualche ora, extra orario, la loro opera per una più accurata pulizia. Naturalmente la reazione, sempre al-l’erta, approfittò per spargere la sua velenosa bava, naturalmente contro il potere popolare, disse, che il potere, aveva imposto in maniera dittatoriale agli spazzini il lavoro straordinario, prendendo quindi di mezzo, anche quei lavoratori, che volontariamente pulivano, per il bene pubblico, perciò, anche per la reazione. Il Comitato Sindacale Cittadino si preoccupò di convocare subito gli spazzini, per chiarire bene la questione. Chiarita, con scorno della reazione, parlando un po’ sulla loro situazione, risultò eh’essi ave vano una paga con cui non veniva riconosciuta equamente la loro utile, ma necessaria opera. Immediatamente i Sindacati si accordarono con il Comitato Popolare, e dopo pochi giorni la paga fu aumentata, portandola ad un livello giusto, tenendo conto del particolare, lavoro di essi. Così da circa 5.600 L. mensili lo stipendio fu portato a L. 7.700 con aggiunta un’ indennità orario di lire 3 per lavori nocivi. Abbiamo cosi avvicinato anche questa modesta categoria, conoscendone quindi le condizioni o le necessite, migliorandole in comune accordo. Collocamento Alcune cifre potranno esprimere chiaramente quanto, e duro lavoro, abbia svolto tale ufficio. Dalia data di fondazione ad oggi, si sono ufficialmente iscritti quali disoccupati n. 1974 fra operai ed operaie delle diverse professioni. E’ bene tener presente che nessuno di questi operai era occupato al giorno della Liberazione. Sono stati inviati al lavoro dal nostro Ufficio (esclusi Isola e Pirano) nelle diverse aziende ed industrie del nostro Distretto u. 685 operai d’ ambo i sessi. Fuori del Distretto, Albona, Prestranek, ecc. n. 169 operai. Nella R. F. Slovena n. 836 operai. Quindi un totale di 1.680 operai. Da questi dati, si può senz’ altro dichiarare, che ufficialmente nel Distretto vi sono 294 disoccupati di ambo i sessi. Considerando che il nostro Distretto è il maggiore della zona B, ed ha una'popolazione di 55.000 abitanti circa, possiamo affermare senza tema di essere smentiti, che la disoccupazione, quasi non esiste, se teniamo poi presente che molti dei prenotati possiedono casa e campagna e che si sono iscritti con la sola prospettiva di migliorare le proprie condizioni. Come in ogni cosa nuova, anche all'inizio del nostro lavoro, abbiamo incontrato, non poche difficoltà, che però, per la pazienza o la buona volontà, sia dei col-_ ; locatori, come degli operai disoccupati, che ' dei datori di lavoro, sono state superate, portando nel lavoro di collocamento quel visibile miglioramento, che, ancora qualche sforzo di buona volontà, potrà incamminarsi verso la definitiva normalizzazionó. Manifestazione di popolo Mercoledì 23 c. m. ia nostra Isola, operaia, ha assistito ad una imponente manifestazione di popolo, che ancora una volta ha voluto dimostrare la decisa volontà di mantenere il potere popolare. Già dal mattino, la cittadina viveva in un’ atmosfera di festa, in ogni casa, in ogni sede sventolavano le bandiere italiana e slovena con la stella rossa, simbolo della fratellanza, mentre gli altoparlanti della casa del popolo, trasmettevano in tutta la città gli inni della rivoluzione e partigiani. Verso le 18.30 la popolazione incominciò ad affluire ed affollarsi sotto la Casa del Popolo, quando i lavoratori delle fabbriche Arrigoni e Am pelea incolonnati con in testa la gloriosa bandiera „Rossa”, si. incontrarono fermando un unico corteo, a cui si unì tutta la popolazidne, che ormai s' era ammassata numerosa. Il corteo sfilò disciplinato per le vie della città al suono dell’Internazionale e gli inni dei lavoratori. Oltre 3000 lavoratori si raccolsero quindi dinanzi alla Sede del Comitato Popolare. Il presidente prese la parola porgendo il saluto ai manifestanti, disse che la manifestazione porgeva fine a tutte le voci della reazione, secondo cui fra poco, non esisterà più il potere popolare. Indubbiamente, lavoratori, ben diversa sembra la vostra volontà ! Così egli concluse. Parlò un compagno sloveno, quindi un’agricoltore, i quali affermarono che mai e poi mai la reazione ed il capitalismo, potranno affermarsi dove il popolo ha installato il suo potere. Il popolo d’ìsola è pronto a tutto per difendere le sue conquiste, e non accetterà delle decisioni di Parigi, se non quelle che corrisponderanno ai suoi desideri. Il corteo si fermò nuovamente, e fra canti ed inni popolari, sfilò nuovamente per le vie della città sciogliendosi sotto la Casa del Popolo dopo il breve discorso di un’ operaio. ___________ Da Pirano -Gettere dei lettovi Da Isola Rieducare la nostra gioventù Se vogliamo che le conquiste realizzate dalle forze popolari siano prodromo di nuove e sempre più audaci conquiste, un categorico dovere s’impone oggi ad ogni organizzazione popolare e ad ogni onesto democratico a cui stiano a cuore ii progresso sociale e l’avvenire del popolo. La rieducazione della gioventù ! Le condizioni morali e materiali dei nostri giovani sono 1’ eredità più tremenda lasciataci dal fascismo. Urge iniziare una profonda e delicata azione di rieducazione morale, onde riportare la gioventù a quegli ideali di giustizia e di progresso, da cui il fascismo l'ha disposta, avvelenandola. Duro e difficile sarà il compito di rieducazione, troppo grande è siata la pressione che il fascismo ha esercitato sulle inesperte menti dei giovani, però, una profonda analisi sulle cause per cui ia gioventù rimane ancor ogifi insensibile ad ogni idea di progresso e di civiltà, ci sarà di guida e ci fornirà la comprensione necessaria per portare a compimento tale opera Fin dalla più tenera età essi hanno respirato i’ ammorbata aria del fascismo, il quale, ha usato tutte le sue armi per fare dei giovani il principale sostegno del suo dominio, d' oppressione e di terrore. Possiamo condannare i giovani se si sono lasciati ingannare? Il fascismo ha saputo fare presa nella fantasia dei giovani, creandosi apparenze rivoluzionarie, chiamando la sua essenza ultra ■ reazionaria : „Rivoluzione fascista”. Non v’è ideale, di cui il fascismo neu si sia attriti di frontiera, suscitati dalle borghesie, jugoslava da una parte e italiana dell’altra (allora dominanti) che tenevano desto nei popoli qui conviventi, 1’ odio reciproco, onde scagliarli l’un contro l’altro, nel-1’ eventualità d’ una guerra d' espansione imperialistica. Fra i giovani del nostro Distretto, il fascismo ha avuto facile presa, innestandosi alla tradizione dell’ irredentismo, alla cui ombra la nostra gioventù è cresciuta (infatti essere stato irredentista significava essere benemerito fascista). Ecco perchè buona parte delle nostra gioventù è stata ingannata ed ha creduto nel fascismo I II crollo del fascismo mettendo a nudo la sua impalcatura, intessuta di frodi e di ipocrisie, ha distrutto nei giovani, ingannati nei loro più generosi sentimenti, con ogni ideale, la fiducia negli uomini e nelle loro istituzioni. Le forze retrive e più reazionarie, compiono il resto, abusando dello smarrimento in cui oggi giace la gioventù, facendo leva sui residui del nazionalismo istillato nei giovani dal fascismo, essi gridano loro : „Non interessatevi di politica, essa è falsa. Vi si inganna nuovamente. Si vuol esercitare l’oppressione verso di voi. vi si vuol snazionalizzare” La reazione cioè, usa tutti i mezzi per far credere alla gioventù che è stata la politica ad ingannarla; non la politica del fascismo, di cui queste forze rappresentano i resti. Se fino ad oggi le nostre organizzazioni popolari, alle prese con gravi problemi, economici e politici, presi dall’immediato, appropriato manipolandolo a suo talento, 110n hanno potuto prestare ai giovani, l’at-creandosi in tal modo un’ atmosfera taie j tenzione e la cura necessaria onde sottrarli da ingannare l’inesperta gioventù, che ha alla triste influenza della reazione e dei-scambiato per super uomini, miserabili l’educazione fascista, che già il potere po-’ J' '_- " polare, ha acquistato una sufficente forza, tutta l'attenzione delle nostre organizzazioni, sarà rivolta costantamente verso i giovani, per trarli dalle passive posizioni in cui si trovano, per vincere la loro diffidenza, per ridare ad essi la fiducia negli uomini e nella società, forgiando ai giovani una rinnovata coscienza, facendo della nostra gioventù quella eh’ essa dev’ essere : „La principale forza di progresso, l’avanguardia della democrazia popolare!”. pigmei in sgargianti divise, e per grandezza. 1’ atmosfera teatrale da palcoscenico in cui essi si agitavano. Aiutiamo i giovani L’ esasperato nazionalismo fascista ha facilmente ingannato larghi strati di popolo e, specialmente, l’elemento italiano nel-1’ Istria, già incline al nazionalismo per gli Verità di fatti Per ragione d’ economia e per semplificare maggiormente il lavoro di confezionameli«) del pesce in scatola, alcune macchine industriali degli stabilimenti Arrigoni ed Ampelea, vengono trasportate all’Am-pelea (stessa ditta) di Roviguo. Ciò significa che le scatole vuote non verranno più fabbricate nella fabbrica di Isola e poi trasportale a Roviguo per essere ultimate, ma bensì che le scatole verranno fabbricate direttamente nella fabbrica di Rovigno completando la confezionatura del pesce conservato, direttamente sul posto. Ciò permette di eliminare una fortissima spesa di trasporto ed un non trascurabile intralcio ai regolare svolgersi della lavorazione, con un conseguente risparmio, nell’ interesse della nostra economia e di tutta la collettività. Non poche furono naturalmente le speculazioni della reazione, a cui non parve vero di poter dire agli operai che i Ti-tini si preparano ad andarsene portandosi via le loro macchine, lasciandoli in miseria. Però gli operai hanno compreso chiaramente quale sia in realtà il vero motivo, e non si sono certamente lasciati smuovere dalle ignobili insinuazioni della reazione, che ancora una volta sarà convinta che incondizionata è la fiducia che i nostri lavoratori nutrono per le proprie organizza, zioni sindacali e per il potere popolare. Scuola apprendisti Dal 21 al 30 settembre in. s. la scuola professionale per apprendisti d’Isola, ha esposto la sua tradizionale mostra didattica. Con il 7 corr. mese la scuola ha iniziato il nuovo anno scolastico, che per iniziativa delle organizzazioni sindacali, non avrà quest’anno un programma esclusivamente teorico, ma bensì teorico-pratico, poiché nella scuola stessa è in corso l’allestimento di un’auia che debitamente attrezzata, fungerà da laboratorio per la preparazione pratica. I nostri apprendisti avranno cosi la possibilità, elevandosi nel campo teorico e culturale, di migliorare le proprie capacità professionali. La Gioventù e la sua Palestra Nel mese di settembre ad Isola è stata inaugurata la palestra „Mario Moro”. Mai prima d’ora la. gioventù d’isola potè avere una sua palestra, onde poter sviluppare la propria cultura fisica. Oggi la gioventù antifascista a suon di sacrifici e di buona volontà, con un’ instancabile, volontario e continuo lavoro, essa ha creato la propria palestra, che le permetterà di risvegliare tutte quelle attività sportive che la guerra aveva interrotto, riportando i giovani ad una sana attività ed alla necessaria serenità di spirito. L’orchestra Cipci all’ Rmpelea Aderendo volentieri all’invito delle filiali sindacali dell’ Ampelea ed Arrigoni, la popolare orchestra diretta dal M.o Cipci, ha eseguito nei giorni scorsi il suo programma musicale all’ Ampelea, di fronte a circa 1000 lavoratori. L’arte profonda e la perfetta esecuzione di ogni singolo brano ha riscosso, come dappertutto, un grandioso e meritato successo. Tutti i lavoratori che hanno partecipato, grati dell’ alto godimento provato, esprimono a tutti i componenti l’orchestra il loro più sentito ringraziamento, sperando di assistere ancora qualche volta, ad un così magnifico programma. Fascisti alla resa dei conti Nel mese scorso ha avuto luogo a Pirauo il processo a carico dei fascisti: Contento Lorenzo, Contento Albino e Apollonio Leonida. li Contento Lorenzo, è stato condannato a mesi 20 di lavoro obbligatorio ed alla restrizione della libertà personale, alla perdita dei diritti civili per 3 anni. Egli, marcia su Roma, ha partecipato a spedizioni con le squadre d’azione fasciste, ha percosso, svolto azioni violente contro elementi del popolo nel 1921. Fra le sue altre benemerenze, v’ è anche quella d’aver con altri fascisti, devastato la sede del Circolo di Cultura Saciaiista di Pirano nel’22. Contento Albino, anche lui, squadrista, marcia su Roma, ha svolto nel 1921 attività violente a danno del popolo e delie organizzazieni popolari, ha panecipato con altri fascisti e con il Contento Lorenzo al-l’irruzione ed alla devastazione del «Salotto Blù», bastonando diverse persone ai Pirano. Per queste ed altre benemerenze, è stato condannato a 16 mesi di lavoro obbligatorio, alla restrizione della libertà personale ed a tre anni di perdita dei diritti civili. ' Apollonio Leonida, come fascista, squadrista, marcia su Roma, ha attentato al l'esistenza del popolo, in special modo gli antifascisti, ha oppresso e perseguitato istituzioni popolari democratiche, ha collaborato strettamente con il regime nazifascista, eco., ha cagionato con la sua attività collaborazionista; morte, lesioni, offese e danni a più persone. Ha partecipato ad azioni squadriste; seminando strage e terrore in tutta l'Istria Nell’ anno 1925 con altri noti criminali, ha aggredito di sera 1’ anlifascista Viđali Lorenzo, bastonandolo a sangue e tentando di gettarlo in un pozzo, con l’intenzione di annegarlo, l'intervento della popolazione impedì tale misfatto. Per tutto ciò ed altre benemerenze fasciste, è stato condannato ad otto anni di lavoro obbligatorio, alla restrizione della libertà personale, alla confisca di tutti i beni ed alla perdita dei diritti civili, per cinque anni. Così ad uno, ad uno, i criminali scontano i loro misfatti. Il popolo non perdona ai suoi nemici, che sono anche nemici del progresso e della civiltà. tari laiionaii iisliiìti nel DMo di CAPODiSTRIA nel mese di settembre 1946 Indubbiamente una delle maggiori difficoltà che il potere popolare ha dovuto affrontare nel nostro Distretto, è stata quella dell’ approvvigionamento. Mancanza di mezzi di trasporto, lontananza dei centri di rifornimento, disorganizzazione ecc. Tutto con grandi sforzi, è stato ottimamente superato, dimostrando che anche in questo campo il Potere Popolare s’ è interessato profondamente, onde poter rifornire celermente e regolarmente i viveri tesserati alla nostra popolazione. Non si può invece dire ugualmente per Trieste, ove non c’ è il potere popolare, scarso di mezzi di trasporto, ma dove invece v’ è un G. M. A. il quale non manca certamente di mezzi tuttavia fa mancare i generi tesserati alla popolazione, e che ogni tanto si ricorda che anche il popolo di Trieste deve mangiare, e per quel mese avrà quindi i viveri. Ecco quanto è stato distribuito nel nostro Distretto nel mese di settembre: 1) farina per pane tipo comune 316.191 Kgr. ; 2) farina bianca 88.101 Kgr ; 3) farina gialla per polenta 57.303 Kgr.; 4) farina di segala 33.222 Kgr ; 5) fiocchi d’avena 400 Kgr. ; 6) piselli 16.850 Kgr ; 7) pasta 33.610 Kgr. ; 8) zucchero 18.832 Kgr. ; 9) lardo 17.922 Kgr.; 10) olio 928 Kgr.; 11) caffè 747 Kgr. ; 12) sapone da bucato 6.810 Kgr ; 13) cioccolato 536 Kgr. ; 14) sale 52.467 Kgr. ; 15) latte in polvere-zucch. „Nestle” 1.875 barattoli; 16) sapone per toeletta 1.628 pezzi; 17) cacao 170 Kgr.; 18) biscotti 40 Kgr. ; 19) formaggio in scatola 280 Kgr. RICEVIAMO Al Redattore di ,,Ricostruzione" con preghiera di pubblicazione. Giacché ii nostro.giornale ci fa appello, richiedendoci articoli e collaborazione, desidero chiedere alcuni schiarimenti e muovere alcune osservazioni, non con lo scopo di distruggere, ma con la speranza di evitare nel futuro errori e difetti, migliorando L’ organizzazione ed il lunzionamento dei-1’ 1. R. A. S„ che, in tal modo, potrà sempre meglio assistere quei lavoratori che per varie ragioni ricorrono ad esso. Ho avuto 1’ occasione di constatare in alcuni operai, un certo malcontento verso ii nostro istituto Assicuratore, per il mancato rimborso totale delie spese incontrate, per medicine e strumenti che non si trovano nella nostra zona e che i lavoratori sono costretti a comperare a Trieste o altrove. Citerò ora un caso concreto di un compagno che corto di vista abbisognava degli occhiali. Presentatosi esso, al medico delia cassa ammalati, dopo la visita, fu dai medico inviato a Trieste a proprie spese a fornirsi degii occhiali adatti, pure a proprie spese. II medico l’assicurò che tutto gli sarebbe stato rimborsato dali’I. R. A. à. Senonchè quando si presentò munito di regolari fatture per ritirare le spese incontrate gli fu risposto : Non ti rimborseremo tutto, ti rimborseremo 1000.— lire. All’operaio che chiedeva spiegazioni di ciò, fu spiegato: A noi, risulta che le lenti costano tanto, tanto costa l’intelaiatura, totale lire 1000.—. All' operaio non rimase che andarsene, rimettendo di sua tasca le altre 1100.— lire (gli occhiali costavano lire 2 100.—). Questo fatto non è isolato, ci sono altri fatti consimili. Non è possìbile avere una più esauriente spiegazione? Noi ci chiediamo, perchè mai il responsabile che conosce il luogo dove vendono le lenti per 150.— lire e gli occhiali completi a lire 1000.—, non fornisce gii occhiali, agli assicurati che ne hanno bisoguo, per mezzo dell’ 1. R. A. S.? Farebbe risparmiare tempo e danni agli operai, e non creerebbe malcontenti. Se viceversa non conosce dove trovar gli occhiali, e, a lui teoricamonte risulta, che gli occhiali a Trieste costano mille lire, la realtà è ben diversa. A meno che l’Istituto, nostro assicuratore, non sia in grado di controllare i prezzi nei negozi di Trieste ed impedire agli ottici fornitori di speculare, rialzando il prezzo. Ciò che non è possibile! Con la speranza di ottenere spiegazione a quanto sopra è esposto, fraternamente salutiamo segue firma. Lavoratori! Leggete e diffondete il vostro giornale REALTA’ Pubblichiamo la lettera di un lavoratore piranese occupato a Lubiana Carissimi compagni, Mi scuserete se ho tardato, mancando alla mia promessa, però vi farò sapere ora, come vanno realmente le coae in Jugoslavia. Prima di tutto vi comunico che ho avuto occasione di parlare con gii ultimi partiti da Portorose e dintorni, tutti si trovano coutenti, lavorano a contratto, e con 10 ore di lavoro ricevono 200—220 dinari al giorno, senza tanto affaticarsi. Ricevono carne anche 4 volte ia settimana, ed altri generi in abbondanza. Vi spiegherò ora la situazione mia, e dei compagni che si trovano con me qui a Lubiana. Fate sapere ai signorini di Pirano specialmente, che nel mese di agosto, con i supplementi abbiamo ricevuto: un pacco U.N.R.R.A., */i Kgr. di lardo, */> litro di olio, ‘/s Kg'r- di carne, 5 Kgr. di farina bianca, ed altre cosette ancora. Che non credano, che qui in Jugoslavia i lavoratori muoiono di fame. Cari compagni, siamo felici di trovarci in compagnia dei compagni sloveni, lavoriamo con essi e, con essi, combattiamo quel germe che vorrebbe ostacolare ancora 11 nostro cammino, ma questa volta non riuscirà, siate sicuri che fra breve raggiungeremo la nostra meta. Voglio dirvi sul lavoro volontario ! Al mattino della domenica si parte alle ore 5 e si ritorna verso le ore 16, si riceve il pranzo a volontà. Oggi siamo stati in un paese che dista 25 Km. da Lubiana. Si va a ricostruire ciò che il nazi-fascismo ha distrutto, bruciato. Fra tutte queste rovine si pensano tante cose, a cui dovrebbero pensare anche i lavoratori che oggi stanno lontani da noi. Credono forse che in Jugoslavia vi sia oppressione, e non siano riconosciuti i nostri diritti? No, compagni, qualunque cosa ci appartiene ci vien data, adesso le paghe verranno aumentate dal 10 al 15% ed i viveri ribassano di giorno in giorno, gli operai che hanno compiuto 11 mesi di lavoro, hanno avuto 15 giorni di ferie, pagate a 10 ore il giorno. La maggior parte degli operai sono andati a passare le ferie all’ estero con delle grandi riduzioni. Noi avremo il camion gratuito per venirle a passare a casa. Così cari compagni, arrivederci a presto. Mario Mart Redatoi* responsabile : LORI BRUNO Redaxieae : Vìe dell'Annunziata 801-A • Telefono 76 Stab. Tip. GIULIANO - Capodistria