PUBBUCITA (prezä per mm d'altezza, larghezza 1 colonna): commerclall L. 1.50 — flnanzian, legali, cronaca L. 2.50 — Concessionarla escluslva UNIONE PÜBBLICrrA ITALIANA S. A. LUBIANA, Via Belenburg n. 1 — Tel. 24 83 Lubiana, 20 marzo 1943-XXI SI PUBBLICA 06NI SABATO ABBONAMENTI: Annuo L. 25 — Semestrale L. 13 — Sostenltore h. 1000 Spedizlone In abbonamento postale n° Grupp» — UN NUMERO CENT 6 O DIREZIONE — REDAZIONE: LUBIANA, VIA WOLPOVA 12 — Tel. 2195 Jldi^Usita ddla ^uccca Non vi e dubbio che la propaganda costituisce un mezzo formidabile di offesa e di dilesa destinalo a rivo-luzionare le tendenze delle masse; ma a tal line e anche necessario che la propaganda sia adeguata alio spiiilo e aU'intelligenza di coloro che ne sono i destinatari. Basta questa semplice con-siderazione per comprende-re come gli Angloamericani abbiano errato sin dal primo momento neW imposlazione del loro sistema che si conclude in un pettegolezzo da cortile, immeschinito da va-lutazioni arbitrarie e da un cumulo di menzogne tanto palmari da intensificarsene I'inconsistenza al piCi superficiale esame critico. In veritä I'errore e del tutto giustificabile solo che si tenga presente la tipica menlalitä anglosassone. Slamo nel vero e proprio trion-lo del parlamentarismo, os-sia in un mondo in cui I'im-postura ha decisamente il sopravvento contro la logi-ca piu elementare. A iorza di vivere nel mito della propria potenza e di giudicare il mondo come I'appendice necessaria della madrepatria, gli Inglesi sono giunti a quella speciosa va- hi ^uatta potta at matsimp di ieniiione iuttc iti cnet-•/iti umana a imptime un ii^Mö di nohilta ai popoti cht! hannc fii Pit til ?i afftontatla.- MUSSOLINI lutazione per cui i cittadini di tutti gli stati debbono avere le caratteristiche di educazione e di sensibilita che sono peculiari degli An-glosassoni. Da do stesso discende come tutta la propaganda anglo-americana aifondi nel ri-dicolo, non solo perdendo qualsiasi eflicacia ma rea-lizzando un effetto totaU mente contrario a quello prefissosi. Bisogna che sia anzitutto chiara quella che puö essere definita, per le potenze del-I'Asse, la religiosita di questa guerra. Germania, Italia, Giappo-ne sono arrivati al conilitto non per un fine egemonico ma per una realta spirituale che scaturisce dal loro mi-sticismo combattivo, nella considerazione di tutti i fatti e fenomeni sociali; una religiosita che non si lega a un rito specifico, ma germina da tutta una consapevo-lezza che e conseguenza di maturazione storiaa e di educazione civile. I popoli del Tripartito sono forti anzitutto di una co-scienza morale in cui la per-cezione del dovere e quanto mai lucida e netta. Essi non impegnano battaglia fidando esclusivamente su il Potenziale delle armi, ma sulla seQsazione precisa del cöm-pfto da realizzare in vista di una patria migliore: e questa sensazione non vive sol-tanto sui fronti della Russia e deirAfrica e del Pacifico ma si estende su tutti i popoli nel loro complesso. Gli effetti del bombarda-menti aerei sulle citta Italians si concludono, appunto p4r questo, nella continua d^nigrazione dell'Inghilterra, confermando la fede nella vittoria di una civilta che rion cerca il successo ten-tando di precipitare nello scoramento gli inermi ma abbattendo I'altezzosa traco-tanza nemica sul campo del-I'onore. ■Religiosita di questa guerra, dunque, ossia partecipa-zione totale e cosciente alia hice di una fede inesauribile: religiosita tutt'altro che nuo-va nella nostra storia, che cotiobbe la religione del Ri-sorgimento e la certezza an-siosa e volitiva dell'lndipen-d&'nza. Bisognerebbe rinnegare venti anni di Fascismo, re-stituire I'ltalia alia famelica insipienza del partiti, ridurla alia schiavitii del piu basso parlamentarismo perche pos-sa tramontare questa nuova certezza: ma il solo pensie-ro e talmente assurdo che neanche il piu grigio cervel-lo inglese potrebbe formu-kirlo. Nel processo di educazione del popoli si possono compiere passi verso la con-quista, mai verso il tramonto. Se ne accorgeranno gli Angloamericani quando fi-nalmente saranno tratti dal-I'oscurantismo della barbarie alia scuola della civilta. GioY. Baiiisia Foniana MX.?-:, TVOrt: ■ tfittiinc -tra I Fame, uccisioni di bimbi, distruzioni... che m'importa? VERSO LA META La recente riunione del Direttorio Nazionale assume particolare rilievo sia perche dimostra la continuita dell'azione degli organi dirigenti, rivolta non soltanto a diretti scopi bellici ma anche all'assistenza di quel fronte interno la cui com-patta aderenza e adesione alia prima linea costituisce un postulate per la Vittoria, sia perche prova ancora ruia volta la vigile e fattiva atti-vita del Partito, che si dimostra realmente «sempre piii e sempre meglio necessario e insostituibile elemento d'unione tra Stato e popolo». Questo carattere risalta maggiormente dalla relazio-ne Famesi sulla discrimina-zione delle cariche. Quella distinzione tra «il sacro e il profano» voluta dal Duce, e stata realizzata nella sua tra-duzione pratica dall'apposita commissione riunitasi dopo le decisioni prese nella riunione del Direttorio Nazionale del maggio XX. E', piu che giusto, ancor piii naturale che uomini cui resta affidata la direzione di attivita particolarmente im-portanti per la vita nazionale, siano allontanati da quelle tentazioni d'ordine materiale cui non molto facil-mente riescono a sottrarsi. Mentre la guerra stronca tante giovani vite non si puö ammettere che vi siano nel fronte interno individui che indirizzino la propria atti-vita unicamente verso un egoistico tomaconto: ciö si ripercuote in danni materiali e ancor piu di carattere morale che possono incrinare pericolosamente I'organismo nazionale, il quale invece deve interamente, dal piü umile lavoratore al Gerarca piü altolocato, combattere ed accettare tutti i sacrifici che si rendono necessari come viatico alia Vittoria finale. La discriminazione, fatta secondo determinati criteri d'opportunita che sono stati chiaramente delineati nella relazione, si basa tuttavia sul fondamentale principio per cui tutti i' fascisti investiti di fujizioni di portata politi-ca o di pubblico interesse non possono assumere o con-servare incarichi amministra-tivi senza il nullaosta del P. N. F. Ciö rileva maggiormente la funzione di disciplina, che il Partito ha sempre avuto nella Nazione e che, lungi dall'assumere un irero carattere di polizia, per un accostamento anche naturale, ci riporta alia memoria I'austera e rigida atti-■vdta esplicata dagli antichi Censori romani, soprattutto nei riguardi delle piü alte personalitä politiche. Inoltre, mentre altrove ve-diamo varii partiti conten-dersi il potere e nella reci-proca lotta illudere il popolo con le piü allettanti pro-spettive (vedi il piano Be-veridge), il Partito fascista ritrova, nella sua stessa uničita, la spinta e I'impegno morale per realizzare quella attivita assistenziale diretta a migliorare le condizioni del popolo, di cui si e fatto ed e stato sempre garante. Infatti, laddove e stato possibile inserirsi senza tur-bare I'attivita dei normali organi burocratici dello Stato, il Partito e sempre inter-venuto con quella dinamica e realizzatrice operosita che ne contraddistingue il carattere e per cui va dimo-strando veramente di essere elemento necessario e insostituibile di unione tra Stato e popolo. Un'altra evidente manife-stazione di questa peculiari-tä ci viene offerta dalle ul-time disposizioni prese dal Direttorio Nazionale. Alle dirette dipendenze del Partito vengono infatti poste la nuova Associazione Fami-glie dei Caduti e feriti civili e la costituzione dei Centri di Assistenza per i danneg-giati dalle offese nemiche. Le dolorose esperienze del- la crudelta nemica che, soprattutto in questi ultimi tempi, ha infierito con i bom-bardamenti aerei sulle no-stre citta, ha visto d'altro canto gli organi del Partito prowedervi con stile rapido e realizzatore sino a raggiun-gere in breve tempo quelle organiche e piü complete forme di assistenza che sono state recentemente deliberate sotto le direttive del Duce. II combattente che in prima linea sente la necössitä e la bellezza della lotta per la potenza della propria Patria, acquista pure maggiore fiducia nel proprio sacrificio sapendo che il fronte interno e in linea con lui, oltre che per un naturale legame di sentimenti, per la disciplina e I'austerita dei costu-mi cui e pure rivolta la vigile attivitä del Partito: ma conservera anche quella se-renitä necessaria per chi e lontano dai propri cari, sapendo che i danneggiati civili per le barbare incursio-ni nemiche, vengono raccolti ed assistiti con una attrez-zatura e con mezzi sempre piü adeguati alle reali ne-cessita della situazione. E' inoltre attraverso questa attivitä svolta dal Partito che vediamo realizzarsi quella distinzione tra «il sacro e il profano» che costi- Rettili e pavidi Avevamo giä stigmatizza-ic col marchio dell'infamia quel ret t ill velenosi che die-tro il velo dell'anonimo cre-dono di riformare il mondo o annientare chi da loro fa-stidio, inviando lettere ano-nime a Gerarchi e Dirigenti. La lettera anonima e di so-lito compilata o da una biscia per mordere vigliacca-mente il suo antagonista op-pure da un pavido che sa molte cose e non ha il co-raggio di dirle chiaramente, alia luce del sole, con per-fetta lealta fascista. Nel primo caso I'anonimo e un vigliacco per natura e degno soltanto del nostra schifo, quando I'oscurita cela la sua bassa personalitä, ma di schiaffi e pedate allorche lo si riesce ad individuare, la sua lettera del cestino qppure della cloaca. 11 pavido non ha ragioni da oppor-re, poiche venti anni di Fascismo devono avergli inse-gnato che nessuna veritä ri-mane indifesa se necessaria alia pulizia di taluni angolini. Anche se I'anonimo e con-servato per timore di rap-presaglia non esiste giusti-ficazione, poiche il fascista deve aver fiducia nel potere di difesa dei suoi Gerarchi. E poi, quando si ha nell'ani-mo quella fede dei nostri Martiri anche il sacrificio e niente se si apporta un qualsiasi contributo al benessere della Nazione. E' meglio vivere un giomo da leone che cento anni... ...da rettile o da pavido. * fxdma Umü SABATO. 20 MARŽO 1943-XXl tuisce una delle piii singolari impronte dello stile fascista. Con la loro azione gli organi del Regime sono tesi verso un compito di profondo significato morale in quanto promosso da quell'alto sen-timento di solidarieta che deve ispirare e regolare la vita di ogni Italiano. II sacri-ficio di sangue della popo-lazione civile viene consa-crato tra i valori ufficiali che concorrono al raggiun-gimento della Vittoria, men-tre la vigile disciplina del Partito, eliminando le possi-bilita di uno sfruttamento da parte di alcune categorie, ne assicura il significato alta-mente spirituale. II Partito dimostra cosi di essere veramente in linea e di formare un nesso insosti-tuibile tra i combattenti in trincea e il fronte interno di cui rinsalda, attraverso la sua molteplice attivita, la ferma fiducia nel Duce e I'incrollabile certezza nella Vittoria. I. Liciira Lucchesi ORIZZONTI La libertä ed i suoi paladini Col solito clamore da fiera la propaganda nemica va da tempo insistendo sul motivo della liberta. Prima francesi e inglesi e, da alcuni mesi a questa parte, americani e bolscevichi si dichiarano paladini dei popoli oppressi, di-fensoii della liberta e dell'in-dipendenza delle piccole na-zioni. II motivo non e nuovo; al contrario, e alia radice di questa guerra che e appunto una guerra per la conquista della liberta, non della liberta equivoca che promettono le democrazie e il bolscevi-smo loro alleato, che in fatto . I no nel 1870», il che poteva fare pensare a un'analoga intenzione per quelio che ri-guardava I'ltalia; al «Temps», (16-1-1940) per il quale la pace «avrebbe dovuto essere i'espressione della volonta unilaterale del vincitore», fino alia teatrale dichiarazione di Churchill e Roosevelt sul «Potomac», nella quale I'ac-cenno alia tutela della liberta dei popoli e un diversivo per distrarre I'attenzione del mondo dalla ben piü impor-tante e piü concreta questio-ne delle materie prime delle quali essi si risei-vano, fin da questo momento, se non il di libei-ta e indubbiamente un monopolio, il diritto di distri-imbattibile campione, ma del- buzione, in omaggio all'altro iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Not ci slamo spesso soffer-mati, in questa rubrica, suUe incognita della guerra. Ab-biamo ciofe sostenuto e soste-niamo che 1 calcoli apparent! non sono la veritä sostanzia-le e Che i risultati della guerra dipendono da un numero infinito di fattori i quali non solo non possono essere dominati, nel loro in-sieme, dalla mente umana (e meno che meno dalle modeste menti dei chiacchieratori da cafffe) ma sono in parte assolutamente imponderabili. Sta ora facendo capolino addirlttura una nuova dot-trlna polltica secondo cui «una guerra puö cambiare 11 suo carattere durante il suo corso». Precisamente! La storia ci offre esempl non dimenticati di guerre intraprese per un determinato fine e andate a sfociare in tutt'altre m6te impreviste e imprevedlbili. Possiamo dire che in questa guerra giä alcunii fini par-ticolari' si sono spostati, altri nuovi ne sono comparsi al-rorizzonte. Plii grande di tut-ti Č il fatto nuovo che quella fatale lotta fra continenti, che sembrava un awenimen-to tanto lontano e depreca-bile, 6, si puö ben dire, in at-to. Nessimo ha pensato, sca-tenando I'attuale guerra, che si sarebbe giunti a tanto. cd invece ecco che ci slamo. Appare certo fin d'ora Che ringhilterra, proprio co-lei Che ha scatenato la guerra, farä le maggiori spese del conflitto. Ma altre formidabiU forze sono entrate in lizza. I fronti di battaglia e gli indici stessi della potenza miUtare appaio-no soggetti a possibili sposta-menti; la durata della lotta si prolunga. Lo scopo della guerra del-I'Asse 6 diventato assai espli-cito ed evidente anche ai piü refrattari e si chiama: difesa della civiltä occidentale. Si Serrano le file. Mentre questo programma difensivo cementa milioni di animi anche fra i non belli-geranti, e mentre una formula comune pare sia stata cosi trovata per tutti gli europei dal Capo Nord al Capo Mata-pan, il campo avverso 6 cor-roso da problemi storici de-stinati a provocare inevita-bili fratture. Ci sono punti su cui per parlar chiaro, Russia e In-ghUterra, Russia e America, la liberta vera che, per essere tale, non puö essere disgiunta dalla giustizia. In questo momento decisivo della storia dell'Europa, non pochi sono ancora gli illusi che si lasciano convincere delle promesse dei falsi pastori della civilta. Non giudi-CJino costoro freddamente i fatti passati e recenti e non awertono percio le patenti contraddizioni nelle quali cadono, sia con le loro afferma-zioni, sia coi loro atti, coloro che hanno la pretesa di atteg-giarsi a difensori disinteres-sati delle piccole e grandi na-zioni europee. Fin dall'inizio della guerra il motivo della liberta !e il motivo sul quale le grandi nazioni democratiche hanno preferibilmente insistito. Esse affermano di combattere per la liberta di tutti i popoli, anche di quelli, a sentir loro, che sono ora loro nemici; come si proponessero di tener |fede all'impegno assunto lo dimostrano le affeiTnazioni degli uomini responsabili e della stampa ufficiale franco-anglo-americana da Maur-ras, che, nell'«Action Fran-gaise» del 20-9-1939 afferma che «l'idea centrale deve essere il ritorno della Germania ai 26 stati che la componeva- loro diritto (che fino a prova contraria nessuno ha ancora loro conferito) di dirigei-e I'e-conomia mondiale. Nella crociata democratica, proclamata durante i primi mesi della guerra, dell'Italia non se ne era fatta pruden-temente parola. Si sperava molto nella sua non-bellige-ranza. Dichiarava infatti il 24 settembre 1939 il «Daily Express»: «La guerra che noi combattiamo ha per fine lo sterminio dell'Hitlerismo», e piü tardi Churchill, nel ra-diodiscorso del 13 novembre 1939: «L'Italia, che temem-mo staccata dalla sua storica associazione con I'lnghilterra 6 la Francia, ha adottato una saggiapoliticadipace». Quan-do ritalia, mantenendo I'im-pegno assunto con la Germa-! nia, dichiarö, a sua volta, guerra alle democrazie, la propaganda inglese allargo il bersaglio e fra i nemici della liberta venne compresa anche ritalia. Allora fra i re-gimi autoritari era compresa anche la Russia e a Londra e a Parigi le aspirazioni russe sui Balcani erano considerate come una minaccia per I'Europa. Scriveva infatti 11 «Temps» dell'8 dicembre 1939: «La minaccia russa che pesa Com'era da aspettarsi, la propaganda inglese non esitö a rimangiarsi tutto quanto ave-va precedentemente afferma-to sulla Russia bolscevica. Fu inviato a Mosca come inter-mediario Stafford Gripps che, tomato, disse meraviglie del «paradiso sovietico», fa-cendosi assertore di una stret-ta collaborazione anglo-russa anciae nel campo economico e sociale, col risultato che di li a qualche mese, nelle organiz-zazioni sindacali e nelle grandi Industrie inglesi, gli emissari sovietici potevano tran-quillamente erudire i lavora-tori inglesi sulle teorie di Lenin e di Stalin. Contempora-neamente, in conseguenza dello sviluppo delle operazioni militari, si verificarono due fatti: il maturarsi della que-stione Indiana, definita ener-gicamente nel Congresso, e I'mtensificarsi della propaganda bolscevica nell'Europa centro-orientale. Dopo i disastrosi insuccessi in Estremo Oriente e i tre-mendi colpi inferti alia potenza militare della Russia, ringhilterra si trovo anche a dovere fronteggiare la minac-ciosa situazione in India, de-teiTninata dal coraggioso at-teggiamento del movimento nazionalista indiano. In tale occasione I'lnghilterra avrebbe dovuto impegnarsi a tene-2-e fede alle ripetute afferma-zioni di battersi per I'instau-razione di un ordine nel quale si särebbe tenuto conto delle legittime aspirazioni di tutti i popoli. Quello che av-venne e noto. Non essendo riuscita ad indurre il Congresso panindiano ad accet-tare un nuovo compromesso cerca ora di imporlo con la forza. II secondo fatto riguarda da vicino i Balcani. La propaganda bolscevica, in stretta uniformita di vedute con la propaganda democratica, accusa I'Asse di Cannon! italiani sulla costa tunisina: a difesa America e Inghilterra non potranno giamma! intender-si, senza parlare del Giappo-ne e della Russia. Su tali punti mobili non si vede come la pace possa trovare un equilibrio stabile. A noi basti sapere, per ora, che di sicuramente stabile c'fe I'Asse su cui s'impemia la sicurezza dell'Europa. Molti, fino a ieri retrivi, questo stanno comprendendo; ciö ha un'importanza dawero deci-siva ai fini della Vittoria poi-chfe nella conflagrazione in-tercontinentale š dawero es-senziale che I'Europa sia una fortezza imprendibile. A. i. sui Balcani non puö lasciare indifferente I'ltalia e si puö credere che tale minaccia de-tenninerä la posizione della Potenza Fascista nel conflitto europeo». La stampa inglese dipinge-va la Russia come I'inferno dei vivi e, dai pulpiti delle Chiese anglicane, 1 vari arci-vescovi di Canterbury tuona-vano contro il regime dei «senza Dio». Ma per poco, che, delineandosi I'eventuali-ta di un intei-vento della Russia a fianco delle democrazie, la stampa inglese cambio sü-bito tono e comincio a prepa-rare il terreno per un'allean-za coi sovieti. II 21 giugno 1941 si apriva infatti il fronte dell'Est. opprimere le piccole nazioni e continua a ripetere di combattere per la loro difesa. Ora, quando si afferma di difendere il principio della nazione si assume implicita-mente I'impegno di difendere i valori spirituali che la co-stituiscono. E che, al contrario, il regime bolscevico sia sempre stato la negazione del sentimento della Patria e dei valori tradizionali della Nazione, e stato e puö essere sempre abbondantemente do-cumentato. Ancora nel 1936 nel «Programma dell'interna-zionale comunista» veniva af-fermato: «I comunisti parla-no apertamente che i loro I scopi non possono essere rag- giunti che mediante il vio-lento rovesciamento di ogni ordine sociale tradizionale»; e nel «Programma del Partito Comunista Russo» (arti-colo 13) che «il completo pro-gressivo annientamento di ogni pregiudizio religioso rientra nel nuovo ordine economico sistematicamente e consapevol mente realizzato». Nell' «A. B. C. del Comuni-smo» si affei-ma che «reli-gione e comunismo sono in-compatibili cosi in pratica come in teoria» (pag. 246). Si tratta di semplici esempi, ma la documentazione potreb-be continuare indefinita-mente. Se tali erano, quindi, le premesse, le conseguenze non potevano essere, come infatti furono, che una lotta senza quartiere contro la famiglia e contro la religione, con la conseguente instaurazione dell'educazione antireligiosa i cui nefasti risultati furono la distruzione nell'individuo di ogni principio morale, il mol-tiplicarsi della delinquenza giovanile e lo spaventoso au-mentare dei figli di nessuno. Piü tardi, per ragioni di po-litica contingente, i bolscevichi affei-meranno il principio «del rispetto assoluto delle opinioni religiose», ma il bol-scevismo rimane sempre un'esplosione di odio contro la religione e i suoi ministri e avra sempre dietro di se il ricordo incancellabile delle orribili stragi di religiosi compiuto in Russia agli al-bori della rivoluzione e in Spagna durante la guerra civile, in cui dodicimila furono i preti uccisi e trecentomila i secolari torturati ed assas-sinati. La Russia non ha mai se-riamente pensato di mantene-re le mirabolanti promesse che va elargendo ai quattro punti cardinali, e non esite-rebbe, pei suoi scopi imperia-listici, a mettere sotto il tallo-ne, prima delle altre, proprio le piccole nazioni. Lo ha di-mostrato, durante il conflitto russo-finlandese del 1939, con 11 suo accanimento contro la piccola Finlandia, rea soltan-to di voler rimanere libera ed indipendente. Sarebbe stata allora anche per le nazioni democratiche un'ottima occasione per tradurre in pratica il loro affermato proposito di difendere la liberta del mondo, ma la Finlandia ebbe allora soltanto delle reiterate ma-nifestazioni di simpatia. Ora noi dubitiamo che cer-tl improvvisati zelanti si sof-fei-mino a considerare, alia luce dei fatti passati e recenti, se sia veramente possibile che la liberta venga da chi cosi facilmente, quanto subdo-lamente, la promette loro. Molte ormai sono le nazioni europee ed extraeuropee che hanno compreso da un pezzo che dietro le promesse di liberta del bolscevismo e dei suoi alleati si nasconde un brutale disegno di dominazio-ne mondiale e si sono schiera-te contro di essi. La propaganda comunista agita dei problemi che non esistono e che, comunque, non e certo il comunismo il piü adatto a ri-solvere. Essa cerca di scalza-re col solito gioco di busso-lotti i popoli balcanici dalle loro secolari tradizioni, valen-dosi dell'opera dei venduti e degli etemi scontenti. Dietro di essa c'e il ghigno satanico del bolscevismo oppressore che il Fascismo ha per primo affrontato e contro il quale le giovani forze della nuova Europa combattono la loro battaglia decisiva. Emilio Giorgi Juori sacco da "Roma II Naiaie di Tullio Questa volta i lettori ci scuserarmo: il fuori sacco da Roma si tmmischia nei fatti altrui e prende le mosse da Torino. Invadenza perö in parte giustificata dai fatto che la persona di cui oggi si vuol parlare 6 di passaggio per Roma. Oh! si capisce, uno di quei passaggi come li fan-no i militari, col moschetto in braccio e la tasca da pane sulle spalle; ma tant'6, I'ab-biamo incontrato e vi vogUa-mo raccontare la cosa. Si tratta del piü giovane dei combattenti dei Batta-gUoni «M»; si tratta di un sorridente ragazzo quattor-dicenne, Tullio Zara, nato a Torino. Ecco, vedete; anche queste son cronache di guerra, anche queste nostre parole vo-glion riferire le impressioni di un combattente che ha dato tutta la sua forza contro la barbarie russa; ma trcppo limpido 6 il sorriso di Tullio, troppo da fanciullo per non raccontare, tra gli epLsodi, quello magari piü in-significante ma certamente piü poetico. Tullio, nessmio I'aveva vo-luto prendere. Tu a combattere? Toma a casa che 6 me-glio! Era venu to a Roma con tanto entusiasmo per arruo-larsi, ma da ogni dove la solita cantilena lo resptngeva. A casa perö non era tomato. Aveva invece incontrato un vecchio conoscente, un ber-sagliere: «Presentati al mio colonnello, al colormeUo del III Che sta per partire alia volta della Russia» il vecchio conoscent'» -^veva detto; «qualche cosa di buono verrä luori.» E di buono ne venne la commozione del comandante ed una divisa, una divisa troppo grande per Tullio (i ber-saglieri, con quelle spalle!). E il novembre del 1941; i:: caserma si farmo gli ultimi preparativi. Ecco, si parte. II Natale sta per avvi-cinarsi e fiocca dal cielo, fiocca etemamente. Giä Tullio ha udito il cannone e la mitraglia in mezzo a qu^ paesaggio che ha lo strano sapore di un presepe, del pie-sepe della sua casa. Ecco Vo-roscilovgrad. Lä, dietro queUa altura velata dalla foschia stanno i nissi; ma lä, dice il colormello a TulUo, lä tu non puoi andare. ž Natale; i rossi hanno scatenato una offensiva di inferno. Nevica. Dal suo accan-tonamento Tullio guarda con nostalgia il paesaggio velato di nebbia, guarda gli auto-carri carichi di munizioni sfi-lare verso la prima linea, le autoambulanze tornare dal fuoco con 11 loro carico di dolore. Puö restare? fi solo; un I autocarro si 6 fermato di' nanzi a lui; egli si infila. ž la prima linea che lo attende. Dalla trincea russa una propaganda che sarebbe puerile se non fosse profonda-mente malvagia intona da tutti gli altoparlanti la canzone «Mamma». I compagni intorno a Tullio cadono e qualcuno ha I'attitudine della preghiera. Pol il Natale passa, passa la bufera ed il quattordicen-ne soldato viene aggregato a un battaglione «M» nei cui ranghi le azioni non si con-tano piü. Ora, nella stazlo-r:t di Roma aspetta il tre-no Che lo porterä su altro fronte, al di lä del mare az-zurro; ma quel Natale, Tullio, non lo poträ mal dimen-tlcare. Rk ü sroio DiTA m n sara solennemente rievocata ai fascist! di Lubiana ALLA FILARMONICA II 23 marzo, XXIV annuale della slorica adunata fii Piazza San Sepolcro in Milano, durante la quale Benito Mussolini seguito da pochi animosi reduci dalle irincee londava i Fasci di Combattimento, sara rievocata ai lascisti di Lubiana che dimostreranno anche que-sta volta di essere un'agguerrita pattuglia in terra occu-pata, pronta a tutto osare ag'i ordini del Duce. Provvedimenti disciplinari Un anno di sospensione dal PNF a due fascisti che usavano la doppia carta annonaria n Segretario Federale di Venezia ha preso il provvedi-mento disciplinare di sospensione dal PNF per il periodo di un anno a carico dei fascisti Prestopino Andrea e Tettoli Bernardino per il se-ffuente motivo: «Per aver usa- approfittanto del proprio trasferimento nella provincia di Lubiana.» II provvedimento disciplinare preso dal Federale di Venezia non ha bisogno di commenti. Ogni fascista puo trarne le dovute considera- te di doppia carta annonaria | zioni. IN PROVINCIA A Črnomelj Per festeggiare le nozze del Segretario Federale i came-rati di Črnomelj hanno r"c-colto una somma di denaro Che 6 stata devoluta per il miglioramento del rancio ai bambini che usufruiscono della refezione scolastica. Durante la refezione di martedi scorso 6 intervenutc ITspettore di Zona con altri Gerarchi; il camerata Cassa-nego ha pronunciato brevi parole illustrando il fauste av-venimento e distribuendo in sfeguito ai picooli pacchetti di dolci. I bambini beneficiati hanno espresso la loro gioia al Gerarca pregandolo anche di renders! interprete presse il Federale dei loro auguri di lelicitä. A Grosuplje L'11 corrente ha avuto luo-go la distribuzione di 76 pac-chi-dono per la Befana del Duce ai figU dei ferrovieri. La cerimonia, alia quale hanno preso parte le locali Autoritä civili e militari e le famiglie dei beneficiati, si 6 svolta in un locale dell'edifi-cio scolastico tra il piü vivo entusiasmo dei piccoli beneficiati ed ha avuto termine con il saluto al Duce. A Novo Mesto Domenica 7 corrente si 2 svolta al cinema-teatro Krka una manifestazione pugilisti-ca alia quale hanno parte-cipato atleti del Comandn Federale di Trieste e del locale Comando. Alia manifestazione, im-peccabilmente organizzata dal Comando comunale, ha assistito un folto pubblico, com-posto per la maggior parte da Ufficiali e nülitari del Presidio: erano inoltre pre-senti, fra le altre Autoritä, il Generale Maccario, Comai' -dante la Divisione, il Vice Segretario Federale di Lubiana Selloni, recatosi a Novo Mesto per offrire ai militari della Divisione doni del Partite, e il Coinmissarie civile Cons. Gen. Mannu-Ricci. La manifestazione, nella sala addobbata con i colori della G. I. L. L. e con bändle -re nazionali, ha riscosso vi-vissime successo. Nei sei combattimenti so-stenuti gli atleti hanne di- mostrato di essere fisicamen-te e tecnicamente ben preparati: fe stata inoltre am-mirata dalla popolazione la loro disciplina e il camerati-smo Che li ha siibito legati agli organizzati del luogo. Alia fine della competizio-ne il Cons. Gen. Marmu-Ricci ha voluto personalmente pre-miare con im done tutti i pugili, Che hanno dimostratc. alto spirito combattivo e ca-valleresce. A Kočevje Corsi di Cultura italiana nella ml-nera di Cocevie Nel mesc di germaio del corrente armo sono stati inaugurati, su invite del diret-tore della locale miniera car-benifera ing. Biskupski, due cersi di lingua italiana per il personale dirigente e per gli impiogati della miniera stessa. Neirämbito di questi corsi linguistici 6 state pure ini-ziato, in febbraio, un ciclo di conferenze in lingua italiana. II Vice Comandante dell.i G. I. L. L. di Kocevie, Aurelio Pomante, ha svelte una interessante prolusione su D'An nunzio scrittore, peeta e sol-dato Che 6 stata seguita con la piü grande attenziene dal numeroso pubblico presente; I'eratore ha anche illustrate la figura di Bruno Mussolini nella sua ereica \ata e nella sua gloriosa morte. A sua volta il Prof. Lupi ha iniziato le sue conversazioni con una descrizione del-ritalia nella sua posizione geografica e nel sue clima. In continuaziene di questa prima conferenza, il Proi. Lupi tratterä dell'Italia nel sue sviluppo politico ed eco-nemice. Queste conferenze sono se-guite con il piü vive interesse dagli iscritti i quali, oltre al-I'apprendimento della lingua, ne ricavane utili informazio-ni sull'Italia, sui suoi poeti, eroi ed artisti, e nen manca-ne di manifestare la lore sod-disfaziene sia attraverso la loro assiduitä sia con le calo-rose accoglienze tributate ad ogni eraziene. La Direzione della Miniera 6 da additarsi ad esempio. % (kiiacUtto. P^ttconicci a conforta, nell'esame retvi-■■•pettivo delle nostre modcste cro-riache musicali, la coscienza di mm professione di sincerita inte-(jrate che, se da un luic ci ha sol-lecitati talvolta consigli pruderi-zmli, ci permette d'altro canto — 111 quest'occasione — Vuso senzn i".strizioni di laudativi, svinco-landoci contemporaneamente da qualsiasi sos-petto di parzialith o filia. II Quartetto Poltronieri e nella fama, dilatatasi anche in Slovenia, e nei personali ricordi musicali di molti di noi offriva giä un'aprioristica garanzia di successo che Vaudizione diretta ha con-fermato senza compromessi. E ve-ramente> Varmonia della compagi-ne Strumentale, la perfezione stilistika, l'amorositä dello studio del testi e la classe di solista di Poltronieri autorizzano questo com-plesso alle pifi ardue esibizioni in-temazionali. II programnui, rinserrato nella fioritura delta musica da camera settece)ito-ottocentesca, additava un sagace intento informativo, in quanta gli esponenti scelti — Boc-cherini, Beethoven, Smetana — possono anche essere eretti a rap presentanti di diversi stili moven-tisi in orbite essenzialmente autonome e influenzate da dati evolu tivi in diretta dipendenza della cronologia (se per Boccherini I'af-fermazione di prototipa di una stile pud essere arbitraria e per Smetana necessitante di buona volontä, per Beethoven e assolw-tamente giustificata, ami indi spensabile). II Minuetto in mi bem. magg. del primo, miniatura accuratissi-ma di un mondo che ci ha tra-mandata un patrimonia mxisicale sentimentalmente inconsistente anche se pregevole per indugia e ri-finitura tecnica, ž stato reso dal quartetto can sensibilita rispetto-sa della tradizione, cio& un paca leziosa, sospirosa, fraseggiata, in-dulgente con opportunita a quelle pause impercettibili, a quelle in-finitesirmli sospensiani che tra-ducono musicalmente la caratte-ristica punteggiatura boccheri-niana. II Quartetto op. 74 di Beethoven sviluppa, sebbene con minore drammaticita, il motiva ca-stante a tutta la sua opera: quello del conflitto infrenabilu tra la vita dolente e tarpata nei suoi slanci eroici e la mxyrte ri-vendicatrice, nella sua pacifica-zione, di questi ideali delu^i. In alcuni brani di questo quartetto vibra infatti I'identica disperazio-ne titanica e redentrice dell'«.E-roica». L'esecuziane e stata appas-■lionata (persino nel macchinoso €presto> che mostra in certe sutu re imperfette una strana meccani-cita) e impeccabilc. Anche il Quartetto in mi min. di Smetana ž stato interpretato superhamente, benche la composi-zione non sem/pre amalgami le va-rie pa/rti secondo una preardinata armonia distributiva, dimodoche esse risultana talvolta interes-santi e compiute (come il notevo-lissimo cadagio») ma il piü delle volte laconiche e insuffidenti, quasi stremate da una fatica di in-trospeziane che procede nuda di giiistificazioni drammatiche. (In Smetana ž cioč motto difficile notare una slancia rettilineo verso wia qualsiasi forma di liberazio-nc; tutta la sua musica; o quasi; t' costretta in un'affaticata tor-tuosita che la fa ricadere perpe-tuamente su se stessa, con un ri-sultata di monotonia che pud anche essere scamhiato per impoten-za). Sollecitati dagli applausi entu-siastici del pubblico, gli artisti hamio concesso due brani fuori programma: nelVintervallo I'Ecc. I'Alto Commissario, insiem-e con il Vice Segretario Federale, si d degnato di esprimere ni compo-nenti il quartetto la sua personate ammirazione. II pubblico dal canto suo I'ha dimostrata con un'acco gtienza cordialissima, quasi frene-tica. L'esito trionfale del Qiuirtetto Poltronieri in Slovenia conforta lietamente il nostra consapevole orgoglio di appartenere a una patria meravigliosamente canora, che neppure in guerra deflette dalla sua-missione artisticamente educatrice. PER I COMBAnENTI CONCORSO ftcOHOsUci Classifica dei partecipanti al concorso dopo i risultati dell'S^ giornata del girone di ritomoT punti 29: Geniere Savio Primo; punti 28: Art. Palmieri Attilio, Art. Lorenzini Lindo, Vcsq. Bor-gnia Ezio, Cap.le Monticelli Fla-minio; punti 27: Cap. Magg. Perotti Emidio, Sold. Cicerone Eude; punti 26: Art. Palmieri Giuseppe, Cap.le Stradolini Odero, Geniere Ligabue Rosalino; punti 25: Geniere Bonfanti Liugi, Art. Bovo Virgilio, Cap. Magg. Benvenuti Val ter; punti 24: Aut. Ballanti Dante, Geniere DeUa Riva Emidio, Art. Piva Giovanni, Art. Bisconti PompUio, Serg. De Simone Antonio, Art. Volta Azzo; punti 23: Cap. Magg. Valisi Armando, Art. Paolorossi Giuseppe, Cap.le Sabodelli Luigi, Cap. Magg. Grigolato Giuseppe, Geniere Badiali Ismeno, Sold. Baraccani Artemisio, Vcsq. Bernini Vitaliano, Geniere Picciali Giuseppe, Cap. Magg. Cantero Espedito, Geniere Goldoni Imer, Cap.le Di Stasio Gaetano, Cap.le Berardi Primo, Cap.le Pani Antonio; punti 22: Art. Cesetti Nicola, Sei-g. Bernini Giustino, Sold. Barone Umberto, Geniere Bia-siolo Gino, Geniere Vittadello Armando, Art. Pesaresi Luigi, Art. Testolin Lindo, Cap.le Donati Nicola, Geniere Gallerano Paolo, Art. Tosato Bruno, Cap.le AngeUotti Giuseppe, Art. Tomei Tommaso, Art. Pompeo Domenico, Maresc. Scaglione Salva-tore, Geniere Ferrai Renato, Sold. Poiesi Giovanni; punti 21: Art. Grassi Alessan-dro, Serg. Pecorari Geo, C. M. Cometti Serafino, Geniere Tra-montana SUvio, Vcsq. Berti Os-valdo, Serg. Magg. Sciotti Vit-torio, Geniere Ostalda Giovanni, Cap. Magg. Passalacqua Angelo, Cap.le Massaccesi Greste, C. M. Mauri EmUio, Art. Bellotto Gino, Art. Cola Armando, Serg. Magg. Fornaciari TuUio, Cap. Magg. Remi Remigio, Art. Saluzzo Rocco; punti 20: CapJe Canciani Can-ciano, C. M. Bastianuto Gino, Sold. Japoce Pietro, Geniere Idalgo Veronesi, Gen. Padovan Mai-io, Art. Fabbri Enzo, Cap.le Frasi Palmiro, Cap. Magg. Bo-lognini Ugo, Cap. Magg. Tenan Gedeardo, Sold. Olmeda Claudio, S. T. Fuoco Francesco, Cap.le Di Cosimo Umberto, C. Magg. Dalla Libera Giuseppe, Cap.le Frattale Mario, Sold. Brandi Franco, Serg. Magg. Munari Domenico, Art. Cicconi Nello, Sold. Sartori Aldo, Serg. Ramondelli Umberto, Conf. Pizzedaz Valentino; punti 19: Finan. Monaco Et-tore, Cap. Magg. Vescovi Giuseppe, Cap.le Revelant Giuseppe, Geniere Ciccocioppi Pasquale Geniere Sanchetta Armando, Serg. Zanellato Umberto, Sold. Morandini Rino, Cai-ab. Ortelli Antimo, Cap.le Paoletta Leonardo, C. M. Rizzato Luigi, Cap.le Pez Giovanni, Art. Orlandini Enrico, Art. Taverna Giuseppe, Sold. Sommacal Giovanni, Sold. Medeotti Elvio, Conf. Silenzi Stanislao, Cap.le Delia Costa Igino; punti 18: Serg. Umana Antonio, Geniere Berger Aristide, Sold. Del Mese Giorgio, Serg. Gusetti G. Batta, Cap.le Pinchi Renato, Cap.le Moschella Filip-po, Art. Vettorato Adelmo, Geniere Maiorana Giuseppe, C. N. Pisani Guido; punti 17: Cap.le Magg. De Metri Alfideo, Cap.le Schiavon UgO; Cap.le Gerla Mario, Cap. Magg. Modalo Carlo, Art. Ceccacci Di-rio. Mar. Manetti Luigi, Cap.le Bernecoli Gino, Serg. Pietro Cos-settini, Sold. Ferri Paolo, Art. Medici Ezio, Cap.le Coradini Benito, Car. Paoletti Onofrio, Geniere Parmigiani Giuseppe, Cap. Magg. Cuoghi Ezio; punti 16: C. M. Brumet Re nato. Sold. Montagnani Aldo, Vcsq. Bagnato Michele, Geniere Gardini Ivo, Geniere Schettini Mario, Sold. Vitrugno Vincenzo, Art. Mericco Carlo, Sold. Buttito Gaetano, Cap. Magg. NoveUi Mario, Art. Sciaboni Bernardino, Sold. Gallina Antonio, Mitr. Ro-gnalo Carlo, Cap. Magg. Calca-terra Bruno, Cap. Magg. Ferri Ugo, Cap. Magg. Stani Antonio, Conf. Trevisan Adelchi, Cap. Magg. Dal'Atrobrando Angelo, Geniere Paulin Firminio; punti 15: Geniere MioneUa An gelo, Art. Vettorato Adelmo, Geniere Fontana Mario, Marc. Sca-taglini Antonio, Serg. Revoloni Vittorio, Cap. Magg. Obad Ro-dolfo. Sold. Gobezzi Diego Cap.le Basanini Antonio, Fante Raggini Guerrino, Cap. Magg. Pesce Celestino, Carab. Pagnani Giorgio; punti 14: Sold. Finiti Fernando, Geniere Zumaro Bruno, Art. SboUini Giustino, Art. Rammudo Rocco, C. N. Pisani Guido; punti 13: Sold. Parimbelli Guido, Sold. Minoccheri Rodblfo, Geniere Giaroli Marino, Art. Galletti Vannino, Cap.le Barto-lini GetuUio, Geniere Gaudenzi Giovanni, Cap. Magg. Genardi Silvio; punti 12: Geniere Zigliotto Luigi, Geniere Valentini Gio-varmi, Sold. Bonazzi Gino, Sold. Rubboli Alberto; punti 11: Cap.le Croatto Egi-dio, Geniere Lanzoni Gino, Fante Fioravanti Rosa, S.T. Spi-nelli Rosario, Cap.le De Carla Antonio, Cap.le Baldin Tarqui-nio. Art. Pelati Enzo; punti 10: Casati Francesco, Cap. Magg. Petrofiini Francesco, Art. Bertani Anio, Art. Gallucci Remo, Cap. Magg. Klanischek Edoardo, Cap.le Benedetti Emidio, Cent. Sen-etti Leopoldo; punti 9: Cap.le Benedetti Au-gusto, Mitr. Bisan Nandino, Sold. Dionigi Elio, Art. Basso Mirco, Cap. Magg. Piccinini Ulderigo, Serg. Magg. Romagnoli Ezio, Sold. Brandi Franco; punti 8: Cap.le Maurizi Giuseppe, Sold. Zullato Silvio, Art. Gandini Regio, Sold. Gabessi Diego, Cap.le Andreotti Guido, Art. Ferrarini Bruno, Art. Oliva-dese Giuseppe, Art. Pirozzi Antonio; punti 7: Geniere Benzoni Emidio; punti 6: Brigad. Lucini Sisto, Art. Salvatori Guglielmo, Geniere Sappini Giuseppe, S. T. Feliziani Vincenzo, Cap. Magg. Martin Carlo, Art. Chiavaroli Alfonso, Art. Aldo Moglie, Sold. Simeoni Albino, Art. Minniti Andrea, Gaf. Marangoni Villiam; punti 5: Art. Vettorato Adelmo, Art. Draghini Antonio, Carab. Paoletti Onofrio, Aut. Mo-retti Luigi, Cap.le Ravazzini Remo, Art. Fioravanti Mario; punti 4: Art. CiUi Pasquale, Art. Verneiii Marino, Art. Sacchi Pietro, Mitr. Venturini Mario, Geniere Spadoni Nello, Geniere Giacchetti Ugo, Art. Pellizzola Lorio, Geniere Zuin Elio, Ten. Ferrari Vittorio, Cap. Magg. Ki-raz Venceslao, Art. Medici Ezio; punti 3: Cap. Magg. Buldorini Amelio, Serg. Magg. Ramagnoli Elio, Cap.le Lovatel Ugo, Geniere Come Giovanni. Cap. Magg. Tersin Alessio; punti 2: Art. Golette Vanino: punti 1: Cap.le Magg. Urdini Umberto, Cap. Magg. Luoghi Ezio, Art. Pilla Pietro. CORRISPOiDEiZA dei (niüiaü C. N. Privitera Giuseppe P.M. 100: II Podesta del Comune di Ai-done, da noi interessato al ri-guardo, ha rlpristinato il sussi-dio militare a favore di tuo padre. Fante Simone Franccsco P. M. 110: Ci siamo interessati del' tuo caso e ti riferiremo appena pos-sibile. Cap.le Bonini Franco P.M. 110: I trasferimenti pei condizioni di famiglia sono limitati a par-ticolarissimi casi. Puoi avanzare domanda di avvicinamento, di-rettamente al tuo Comando, sol-tanto se tua madre, che dichiari inabUe, e affetta da grave ma-lattia cronica, comprovata da certificato medico. Cantero Espedito P. M. 110: II mandate relative al premio di operosita e stato trasferito dairistituto di Previdenza di Torino aU'Istituto di Udine. Ho interessato U Direttore 'della pre-detta sede perche ti dia la pos-sibilita di riscuoterlo in Lubiana. C. N. Bartolini Luigi P. M. 110: Eri alle dipendenze dell'Ospe-dale e Istituzioni Riunite dl Ce-sena in qualita di salariato av-ventizio, perciö non ti compete il trattamento economico previ-sto dall'art. 6 del R.D.L. 15 Maggio 1941 N. 584. Nel caso tu fossi stato coniugato, avresti avuto diritto alia conservazione della sola aggiunta di famiglia. Concorso per le Segreterie universitarie fi indetto un concorso per esa-mi a venti posti di vice segretario nel ruolo del personale am-ministrativo (gruppo A) delle Segreterie universitarie. Al suddetto concorso potranno partecipare colore che abbiano esercitato, a qualsiasi titolo, presse le R. Universita e i R. Istituti Universitari, funzioni inerenti ai posti anzidetti per almene un triennio alia data del 16 aprile 1937-XV e che sia-no in possesso della laurea in giurisprudenza, o in scienze po-litiche, o in economia e com-mercio, o in scienze economico-marittime, oppure di altro titolo accademico ad esse lauree equipoUente. Agli effetti del comma prece-dente non costituisce interru-zione del triennio il servizio militare prestato nelle condizioni di cui agli articoli 1 e 2 del De-creto del Duce 6 dicembre 1935-XIV. Per I'ammissione al suddetto concorso si prescinde dal limite di etä. Per eventuali chiarimenti i militari possono rivolgersi al-rUfficie Combattenti. Uistorante „Pod lipo' LUBIANA - Piazza Borštnik, 3 Ottima cucina — Vini scelti — Servizio inappuntabile Si raccomanda •••••••••••••••••I Ladrogheriamedidnale ^cLWMlCCt 99' Bleiweisova 18 (di fronte al CafK Europa) off re arlicoH disinfettanti, oggetti di toeletta, galanterie, te medicinali, creme special! per la cura e la bellezza della pelle liVRANDE ALBERGO "UJXJOJN" LUBIANA - MIKLOŠIČEVA. 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II turbine che dal settembre 1939 imperversa sull'Europa, avvolse e trasciuö — per necea-»itä storiche — fino dal 10 Giu-gno 1940 anche l'ltalna: e il turbine con lin noine di fuoco e di sangue si chiama guerra. II turbine imperversa ancora, e quando tacerä ö il segreto di Dio. Vi ö una cosa che ö mille volte crudele. Essa k d'ordina-rio la conseguenza della morte; ma 6 pure prova di quanto sia superficiale ed egoista l'uomo, e'l ö la dimenticanza. Morire h ad essi, sacri alla morte e mo-renti, la visione di una madre stemprata in lagrime, la visiont; di una sposa sopra tutte le creature amata, la visione di figli rimastd orfani. 11 nostro Iributo della memoria 6 il minimo che i no-stri eroi esigono. Noi non pos-siamo essere immemorL II ge-nio Š niemore, la vera civiltä Š memore, l'anima gentile ö memore e il sangue latino che scorre nelle vene di noi Ilalia-ni volge fiotti di memorie, in-nalza le sue voci di memoria, di rioordi, di amori. La memoria č il primo ele-mento, e come la fontana dalla quale zampilla l'acqua che le-tifica la cittä dei morti, ö l'anima che da vita alla religione cosi soave delle tombe, che ali-menta il culto, cosl pieno di me-stizia e di letizia, dei morti. Per i nostri morti non basta avere la caritä che ricorda, ma doveroäo tener conto) giiinsero fino a far tacere la voce di alti interessi e anche la voce della propria anima che subito, non senza dolori, perche ogni sacrificio Ö doloroso. sostituirono col-I'anima della Patria che Ii chia-mcva e dei Comandanti supre-Htl Che li guidavano e li sca-gliavano al fuoco. II popolo italiano ammira nei suoi Caduti la loro dignitä, il loro eroismo. II soldato ha la sua dignitä, anizi pochi servitori della socie-tä posseggono una dignita come la possiede il soldato. E don-de viene al soldato la gloria della sua dignita? Da quella regina delle virtu, da quell'im-mensa e preziosa cosa che ö il fondamento delle nazioni e la gloria dei popoli. Gli viene dalla giustizia. D'ordinario il soldato e giovane, ma non ogni giovane h soldato. Non ž neppu-re la forza. £ la potenza, ma la potenza messa a servizio della giustizia. II soldato š l'uomo del dovere, quindi ž l'uomo del sacrificio: il dovere č la sua vita e la sua gloria. E il dovere ha bisogna pure avere la caritä che riconosce, che paga i debiti del-. un nome, che mette un brivido la gratitudine, che sono pure i debiti della giustizia. Perchš Ü nostro dovere sia una legge cui nessuno puö sot- salvo non basta una riconoscen- trarsi; ma essere dimenticati e I'infrazione deUe leggi le piü sacre e le piü sante. Quindi essere dimenticati ö morire due volte, morire di due morti di cui I'ultima 6 piü crudele del-la prima. Vi nei giorni grandi, qual-che ritorno del pensiero ai cari, qualche pensiero vola dall'ani-ma nostra, bacio piü o meno caldo che si posa sulla gelida fronte dei morti; ma purtroppo il tem])o 6 terribile nel distrug-gore. Anche per le anime viene U novembre, viene I'autunno, si seccano in noi le foglie che stormivano tanti inni di rdcordi, e poi si levano i venti che por-tano via, come foglie secche, le nostre affezioni, i nostri amori, Ifc nostre promesse. Gli anni passano, le generazioni si suc-cedono rapidissime, come le on-de di un fiume, e i morti, anche 1 piü eroici, anche quelli che morendo ci fecero fremere, diventano degli stranieri, e torse qualche statistica in qualche archivio di Stato ne conserva i nomi che nessuno piü ricorda e che quindi non suscitano piü nessun rammarico come nessim pensiero. Purtroppo, e questa la storia dell'uomo nell'amore. Questo non sarä vero per 1 nostri Caduti, per i nostri ca-merati, caduti per I'onore, I'in-cipendenza e la gloria della Patria. Un popolo piü k grande, piü ciož ha impresso nella storia orme di civiltä, e piü possiede tesori preziosi. E i preziosi te-sori sono le sue tradizionl e i suoi avvenimenti. Un popolo senza tradizionl č un popolo nullo, e un popolo che non vive delle sue tradizionl 6 xm popolo decaduto. L'in-differenza e I'oblio, ecco la tom-ba delle tradizionl, la memoria, ecco la vita delle tradizionl, che sono poemi che cantano la vita di quel popolo, sono fanfare divine che eccitano l'attivitä di quel popolo, perchfe quelle tradizionl siano continuate e quel popolo continui ad essere degno della sua storia e dei suoi de-stmi, della sua missione, giac-ch6 un popolo che ha tradizionl ebbe una missione che non sl puö impunemente nš dimenti-care n6 interrompere, se non si vuole far cessare la vita d i quel popolo. I Caduti italiani vivono uella nostra memoria. Essi caddero per la Patria, sui colli e sul-le dune africane, caddero su-gli spalti delle ambe etiopi-che e sulle rive tenacemente contrastate dol Donetz e del Don, Hanno dato tutto, le loro forze, le loro gioie, le loro spe-ranze, la loro gioventü, il loro awenire, il loro sangue, la loro vita. Hanno dato tutto e il sacrificio, giä di per sfe generoso e alto, lo faceva piü generoso e alto una visione, che sorse innanzi Z.1 qualsiasi, che odori di reto-rica e sappia piü di orgoglio che di caritä; ma ci vuole una riconoscenza seria, sentita, at-tiva. La loro giovane vita immola-ta ci dice tutto, ci canta coll'elo-quenza del sangue il poema tra-gico della loro generosa e com-pleta immolazione cui precede una vita di disagi, di fatiche, di abnegaziani, abnegazioni che in molti casi, (e di questo pure ö nelle vene umane, il dovere si chiama immolazione, si chiama morte. E quando la patria h in pericolo, quando qualche nemi-co getta al di qua delle frontiere il suo occhio scrutatore per poi gettarvi le sue armate, nan i mari salvano la Patria daH'aggressioiie straniera, ma sono le masse dei soldati, le loro baionette, i loro cannoni e sono i loro sacrifici ehe difen-dono il suolo sacro della patria. La Patria li anima nel dovere, ispira ogni loro coraggio, crea il loro eroismo. Serg. Un. Enzo Casaburi Kegiime per // l<&ooMiori e Potenziale, e con partico-1 della vita civile, nulla abbia-lare cura si e proweduto al | no perduto in confronto agli ftltri rimasti all'abituale la- ll perche di questa guerra e stato dichiarato piü volte. II perche di tanti sacrifici dei combattenti della linea del fuoco e del fronte interno e ben conosciuto da tutti gli Italiani: si combatte per la grandezza della Patria e per una migliore giustizia sociale. Di quel che sarä questa giustizia sociale tutti i lavo-ratori hanno giä una chiara e concreta idea resa loro da fatti altrettanto chiari e con-creti. In vent'anni di esisten-za del Regime Fascista tutte le forze produttive della Na-zione sono state disciplinate II siluro e andato a segno: mönito a tutti i tentativi del nem ico DeEi COMUNISII NEi BALCANI Maio M. era nazionalista. Fu catturato da una ban-da di comunisti scesi dalle montagne al villaggio di M. (Balcani), nel mese di gen-naio 19Jf2. Nevicava e imbru- aspettare, misero in mezzo Maio ed altri tre prigionieri ed incominiciarono il viaggio per K. dove era il gran co-mando ed il tribunale dei- comunisti. Faceva un freddo secco e tagliente. Qvattro ore impiegarono per fare il per-corso sulla strada piena di neve dove era stato battuto un piccolo sentiero dai pe-doni. Alle tre del mattino giun-sero al paese e M. fu as-sieme ai compagni buttato dentro un casolare senza tet-to e senza finestre. La rima-s^ro ancora un giomo senza ricevere cibo. Solo le voci di insulto dei partigiani di guar-dia giungevano ai quattro prigionieri. La sera cald tri-stissima fredda e tempestosa. Alle due di notte entrd nella prigione improvvisata un gruppo di sei «compagni» che erano riusciti a primeggiare sugli altri per avere il privi-legio della esecuzione capita-le di Maio. Egli era sveglio ed accolse i carnefici con freddezza e dignita perche sapeva di dovere andare alia morte. Uscirono insieme. Percor-aero circa un chilometro ed andarono in un luogo che serviva per uccidervi gli anti-comunisti e veniva per que-fto chiamato «cimitero dei riconoscimento dei sacro-santi diritti di chi lavora. Nei campi, nelle officine, tutte le migliaia di oscure e anonime persone costituenti la grande massa dei lavora-tori sono state inquadrate nei rispettivi sindacati di ca-tegoria ed hanno avuto, in virtu dei contratti collettivi di lavoro, un equo tratta-mento economico e si sento-no protette dalle norme di previdenza. Si e proceduto con ponderatezza, ma senza incertezze. La meta indicata da Mussolini e una: andare verso il popolo. Se pur non e nello stile fascista volgere lo sguardo al lavoro compiuto ma bensi a quello da compiere, pur-tuttavia chiunque ripensi al tempo della lotta di classe, deve serenamente riconosce-le il grande beneficio materiale e morale conseguito dalla classe lavoratrice nello Stato Corporativo. Non piü le sterili e dannose lotte tra capitale e lavoro, ma fusione urmonica di tutte le energie per il benesser 3 della Na-iio-ne, ch'e poi il benessere di tutti i cittadini. Anni di eroismi, anni di lavoro t^nace, anni di duro sacrificio costituiscono, per cosi dire, il piedestallo gra-nitico sul quale si leva ful-gida la doppia cifra romana del Ventennale della Rivo-iuzione. Nella ricorrenza del Ventennale 11 Duce ha voluto ancora una volta dimostrare il suo Interesse per i lavora-tori ed ha deliberato nuove previdenze di carattere sociale, che considerate in se ed in rapporto alle altre nazioni, ci dicono chiaramen-te come tra tutte le masse lavoratrici, quelle italiane siano meglio protette, guida-te e assistite. Ed ecco I'istituzione di una Stella al merito del lavoro; ecco I'aumento delle pensioni d'invalidita e vec- \ oro. Poi ancora il raddop-pio degli assegni familiari ai richiamati. Provvedimen-to che trascende ogni con-siderazione di carattere con-tingente in quanto le somme accantonate verranno paga-te ai combattenti alia fine della guerra, per cui dascu-no di essi si troverä cosi in quel momento nelle migliori condizioni per attuare I'in-serimento nella vita civile. Qualche cosa di intoccato, piü importante e significa-livo che non il modesto < pacco vestiario», toccato ai vincitori di Vittorio Veneto. Non meno importanti so-TiO le altre previdenze deliberate e cioe mezza mensi-lita e una settimana di sa-lario a impiegati e operai degli stabilimenti ausiliari; ciumento delle retribuzioni alle maestranze femminili addette alle Industrie mecca-niche e metallurgiche; pre-mio di assiduita ai minatori; cinque mensilita di assegni familiari ai dipendenti dello Stato e degli Enti ausiliari aventi carico di famiglia. Fondamentali poi le prov-videnze stabilite per la co-struzione di nuove case eco-nomiche popolari. La realizzazione di questi benefici voluti da Mussolini comportera una spesa di al-cuni miliardi, che lo Stato si assumera perche un nuo-vo passo in avanti sia compiuto verso quel raccorcia-rhento delle distanze sociali tutt'ora in via di perfezio-namento. G. B. F. cani». Lung oil cammino Maio cantava una canzone senti- chiaia; ecco tutte le "forme mentale slava che dice: «per- össicurative mantenute ai lo e poteva servire per un partigiano che guidava la slitta; il capo non ne aveva bisogno perche ne indossava "'ZZZ'n. u^n nMrM.nr,±n hMn T.'n..... ^^Ono fare al- che morire giovane'» ... e da queste note stranamente dol-ci m quel momento tragico trassero i nemici motivo di schemo: «Canta ancora, Maio, che ci piace sentire la tua voce-». Maio tacque. Poi nspose: «Non canterd piü per non fare cosa che piaccia a voi-x>. Erano giunti nel luo-go deWesecuzione. Uno dei bolscevichi il quale aveva un grosso martello, ordigno di tortura, improvvisamente lo colpl ad una gamba sopra il ginocchio: «Ormai le tue combattenti per la durata del richiamo alle armi. E questo onere viene assunto dallo Stato perche quelli che torneranno nel giomo della Vittoria alle competizioni ^ima Uftea SETTIMANALE DELLA FEDERAZIONE DEI FASGI DI COMBATTIMENTO DI LUBIANA Dlrettore responsabile LUIGI PIETRANTONIO TIpografla cMcrkun 8. A. Lubiana uno altrettanto bello. L'osser-vazione divenne ordine e fu niva.Egli era in istrada quan- j eseguito all'istante: il prigio-do si sentl chiamare per nome ' niero, svestito del suo indu-dai partigiani che emettevano ! mento, fu fatto entrare in- grida selvaggie. Maio, sor-preso, rimase terrorizzato e si copri molto col suo cappot-to di pelliccia, per cercare di non farsi riconoscere. Parti una fucilata. II suo destinata-rio, che non fu colpito, si fer-md. Facilmente se ne impos-sessarono, gli tolsero le armi e lo spinsero ad urtoni verso il comando. Li era se-duto a tavolino un capo e vidno a lui erano due commis-sari politici. Non furono scambiate molte parole. II capo ed i due commissari non poterono pero trattenersi dal-l'esprimere la loro gioia per la preda di recente arrivata. «Ecco l'orso*, disse uno al-ludendo alla pelliccia di Maio, che taceva. «Pagherai per tutti, orat, ribatte un altro per provocarlo... ma non ebbe risposta. II capo (era Seku-lič) chiamo died dei suoi armati e dette ordine di accom-pagnare il prigioniero a K. Intanto fu notato che il cap-potto di Maio era troppo bel- tanto in una stanza buia e fredda dove si accoccold per terra. Poco dopo fu fatto al-zare per ricevere insulti e schiaffi da chi glie ne volle dare. Alle undid di sera i died armati, che erano fuori ad Maio M. tra strada, tieni». Maio sop-porto il grande dolore dell'ar-to rotto, vadilo e cadde sulla neve. Si acui a questo spetta-colo la barbarie del partigia^ no che fu indtato a colpirlo all'altra gamba egualmente sopra il ginocchio, fratturan-dogliela. La vittima, per terra, si contorceva in atroci spasimi ma non dava segni di debolezza e non imprecava. II feroce partigiano allora gli si avvento contro con un coltello e gli lacerd il petto. Quindi ne strappo il cuore e glielo mise nella mano sinistra. II sangue sgorgd dal petto e dalle vene appena straziate e si mescold a quello delle gambe che aveva giä fatto una chiazza grande nella neve. I «compagni», ebbri di in-dvilta, fecero presto a sca-vare una fossa poco profon-da dove buttarono il corpo coprendolo con neve e terra. La mano sinistra che strin-geva il cuore fu appoggiata al petto del martire. Piccolo par-ticolare: il vestito e le scarpe erano stati prima «recupe-rati*. leonardo Paradiso COLORI asciutti - ad olio - smalti - vernici a smalto - pennelli e tutti gli utensili per pittori - stucco pervetrai - ecc. — poteteacqui-stare a prezzi vantagRiosi presso: Fr. MEDIC FflBBRICA OLII - SMALTI - COLORI Resljeva cesia 1 - LUBIANA RISTORANTE Via Bleiweiss 8 LUBIANA Rinomalo luogo di ritrovo della piCi dislinta clientela OTTIMA CUCINA -VINI ASSORTITI Tratlamenlo signorile Mcda T. Lubiana, Via S. Pietro 2 negozio di vendita di tutte le miiiuterle per tucire: bottoni, ornamenti d'alta moda, merletti, ciiiture ecc. OCCA8IOIVE Per signora: 3 bellissimi abiti da sera nuovi, 2 niantelli di lana quasi nuovi si vendono a prezzi assai favorevoli. Pellicceria ROTT, Mestni trg S Airboir Society a g. I. 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