ANNO V. — 34. Sabbato 15 Gingno 1850. Esce una volta per settimana il SabbatO. — Prezzo anticipato d abbonaraento annui fiorini 5. Semestre in proporzione. — L' abbonamento non va pagato ad altri che alla Redazione. SUL COMMERCIO DI TRIESTE prima deli' apertura del Porto-franco. La storia del commercio di Trieste non comincia gia colla dichiarazione del porto-franco, e molti documenti e comprovazioni ci accadde di vedere in carte dei t^mpi passati, alcune delle quali abbiamo anche fatto di pubblica ragione nell'operetta: Documenti per servire alla conoscenza delle condizioni di Trieste-, Trieste, Llovd 1848. La dichiarazione del porto-franco fu piuttosto lo esaudimento di desideri nudriti da lungo tempo, fino dalla dedizione di Trieste alla Časa d'Austria, desideri fatti piu vivi per le sventure recate dalle incursioni e conquiste dei Turchi, ed in procinto di vedersi effettuali dali'imperatore Carlo V. II porto-franco fu pensiero grandioso da uomo di stato, calcolato sull' estensione di vastissimo impero mandato ad effjtto con mezzi di principe poten-te; mentre il pensiero dei Triestini era umile e ristretto quale il comune e non usciva dalla sfera di persone che non potevano spingere i loro pensieri al di la degli og-getti che colpivano i loro occhi nelle abitudini di vita municipale, od alzarsi a mezzi alti e potenti. Che sep-pure avvertirono questi mezzi, non era di loro il valer-sene, o'd il superare gli ostacoli, posti essenzialmente dal dominio sui mare Adriatico che eseroitavano con mano ferrea i Veneziani. Diamo ora alle stampe un memoriale dei merca-danti triestini porretlo ali'imperatore Leopoldo 1, poco dopo 1'anno 1673, traendolo da raccolta di carte d' il-lustre famiglia che diede valenti diploinatici, i quali si occuparono degl' interessi mariltimi deli' Austria. E ri-marchevole come in questo memoriale i mercadanti triestini traessero gli argomenti a pro di Trieste dalle no-tizie dell'epoca romana, raccolte piuttosto per tradizione, quindi non tutte conformi a storia; ma pure le traessero fino da quei tempi remoti nella persuasione che la condizione dei tempi romani dovesse essere maestra e con-sigliera di cio che doveva farsi per riporre Trieste in migliore stato. La quale credenza la vediamo in tutti i tempi, in tutte le classi dei triestini, in ogni provvedi-mento da prendersi, fino a che nei tempi nostri tolti i modi fino allora usitati a propagare siffatte tradizioni, furono quelle prese a dileggio, senza poi surrogarvi altro che fosse sorgente di pari sapere, o che divenisse re-taggio comune del popolo che non si compose anovella famiglia, ma che venuto a rinforzare 1' antica, doveva ap-propriarsi cio che non puo togliersi e forma le memorie I proprie almeno del suolo. In questo memoriale si rav- I visano i pensieri ripetuti in diplomi dei tempi di Carlo ' V, della comunicazione delle due monarchie Austriache la Spagnuola cioe, e la Germanica, al contatto delle quali doveva servire Trieste, . Ed in questo memoriale si toccano le causa che toglievano a Trieste di collocarsi in quella posizione che gia ebbe nei tempi remoti, e che sarebbe stata migliore d'assai per la mancanza d'Aquileja, che gia fu emporio piu interno deli'Adriatico. Queste cause si erano il dominio deli'Adriatico, argomento di tante questioni, di tanti reolami, causa di guerre sanguinose, inantenuto colle ne-goziazioni diploinatiche, non rotto per forza d' armi, ces-sato per la debolezza in cui cadde il governo Veneto, per nuova vitalila che prese 1'Austria. L'origine storica di questa dominazior.e non fu come sembra a noi bene chiarita in quelli scritti che per cornmissione del governo furono redatti in sostegno del diritto dei Veneti; noi crediamo ravvisarla in istituzioni che risalgono ali' epoca della Repubblica romana che ebbero migliore sviluppo da Augusto, che furono modificate da Trajano, e si allarga-rono da poi collo scemare, poi col cessare del dominio degli imperatori bizantini in queste regioni, colla noncu-ranza delle cose di mare che ebbero i potentati del me-dio tempo. Se la giurisprudenza prendera in questa terra quell'estensione, cui sembra indiretta, se ripigliera quella direzione che gia ebbe, il mare diverra argomento ad esercilazioni anche per cio che riguarda il diritto pubblico. E seppure a questo dovessero rimanere indifie-renti i diritti altravolta accampati, e le argomentazioni per sostenerli, valeranno queste a chiarire la storia dei tre secoli che precedettero il 1700, a svelare le cause di dejeiione di popoli, d' immiserimento di citta, a svelare le cause di risorgimento o avviato, o incipiente, o facile. Riputiamo quindi opera non oziosa per queste rive deli'Adriatico, la pubblicazione di consultaziono data al Veneto principe in sui principio del secolo XVII, tratta pur quosta dalle carte di cui pili sopra abbiamo fatta parola. Altra volta ci accadde di registrare in questo giornaletto (annata K) j dibattimenti lenuti dagli oratori austriaci, e dagli oratori Veneti in sostegno delle loro ragioni; a quei dibattimenti di avvocati non faranno di-sperata compagnia, la consultazione, che pensiamo essere lavoro di giureconsulto del governo Veneto. La quale non sembra a noi perfelta per due ri-guardi, 1'uno non avendo pošto in tutta luce le origini storiche di queli' impero sui marp, le quali avrebbero segnato la misura deli' estensione del diritto abusato come crediarao, per trarne effetti di vantaggio economico; 1'altro avendo interamente sorpassato quel dominio parziale di mare, che quantunque subordinato ali' imperio non ces-sava di spettare alle singole citta, alle provincie, in e-stensione ed intenzioni inlnori, estensione che sembra adottarsi oggidi come misura dol diritto di stato. Ma noi sortiamo dal proposito, che fu unicamente quel!o di dare materiale e vi ritorniamo. "Sacra Cesarea M.ta Sig.e Sig.e Clementiss.ma " La Monarchia Romana Dominatrice deli' Vniuerso si d resa al Mondo vero specchio di valore, e di poli-ticho gouerno. Fu ponderato da quel'prestantiss mo Se-nato di Trieste, vltimo reccesso del' Adriaticho disposto dalla natura per uera scala del' settentrione, onde con prouida risolut.ne facendone meritattam.te gran caso ui piantorono una Loro Colonia, ne s' ingannd il giuditio di si gran Sonato. Perche da cosi ill.e principio flori sempre Trieste, 6 sotto La R;publica Romana e sotto 1'An-tiohi Cesarj come non meno sotto gl' auspieij de gPAu-gus.mi Imperatori e Sereniss.mi Arciduchi Austriachi fu sempre Citta di grido, e Mercantile, col commodo della qualle si da di mano una con I' altra Monarchia Austriaca onde monto ž tanto credito che signoreggiando questi litti fu sempre da tutti li Geograffi denominato questo mare, Golfo di Trieste, cio che hora modernain.e i sig. Venetianj lo fanno passare col titolo di Golfo di Ve-netia. " Sorta quasta Sereniss.ma Republica si e sempre tissa in cuore la dnminat.ne di questi Mari e cho Venetia fosse 1' emporio Fonticho deli' Iljilia e tutta Germunia col concorso di tutto le mercanzie e conoscendo che uni-cam.te Trieste gl' era d' ostacolo non lascio cosa a dietro per tirarselo soggielto: ma gPAugust.mi Imperatori mi-rando 1' importanza del' pošto, alludendo aH' incorotta fedolta di questi Popoli non se uolsero mai priuarsi d' un Porto che gl'serue di Porla a!l'ampiezza d'un Mare; Cosi delusa in piu inodi la Republica et auueduta d' non poter colpire a linea relta reggird col' mezzo di molti colori e prelesti per inposesarsi et arrogarsi la Ss.ia di questi Mari; sfoderd in priino loco il'preteso Jus per certa donatione aserta da tal' Pontefice ma veduto che niuna raggione essencialm.te glieP apporta come che il sommo Pontefice non poteua donare ci6 che non era suo ma d' altri Prencipi et in graviss.mo loro pregiudicio e cosa elcmenlare che non po riceuere niun atto posses-sorio s'applicarono ad'una coperta e colorita forza: per che sotto pretesto di netar il' Mare di Corsari posero li lor legni armati in Golfo apostandone continuam.e a'Capodistria sito tanto concentratto che mai Corsari s'im-pegnano ma solo perche cosi commodam.te aguatono P enlrala et vscila d'legni di que*to Porto: onde li po— ueri Patroni e Marinari per liberarsi da loro slrapazzi e proseguire liberam.te i viagii elesero tacitam.te intra-prendere e fare di uolonta cio che hauerebbero conue-nuto fare per forza, sottoponendosi a certi Mandatti di Transito a Capod'Istria, con li qualli pagando la recogni-tione d. 1'Transito gl'era concesso libero Pasaporto; " Con queste forme s' ando per molti Anni scher-mendo: chi faceua li mand.ti andava libero; chi uoleua arrischiare et non pregiudiccre le raggioni, d liberta dolla Nauigatione se era preso la commodaua al' meglio; d che facendo ricorso alla clemenza del' Prencipe gratioss.ino ordinaua alii ss.i Ambasciatori o Residenti Cesarj in Ye-netia qualli andauano in Senato, et instando che fossero mintenute le Capitolationi e liberta del'Mare; La Sereniss.ma Republica non uolendo ridursi a' quesli cimenti cometteua la liberatione, ordinando al' Rettore di Capod' Istria d'usare la destrezza tenendo in esercitio il Jus del' preteso loro Dominio con la recognitione per debole che fosse, e scansar P occas.ni di ricorsi, sapendo che non la poteuano sustenlare per niuna ragg.ne, come si ricaua daPanessa Ducal'in A. " Doppo che la Sereniss.ma Republica applico il pensiero alla pace col' Ottomano usando aperta conue-nienza con li Corsari e stabilito fermo accordo, che non infestasero no i lidi ne i navigli Veneti gli permeteuano liberam.te scorrere questo Golfo senza ostacolo, sbar-cando e facendo horribil' straggie, e molti schiaui nella Puglia, d Marcha, e vidno a Fiume, S. Vitto, ricoveran-dosi nelli porti Veneli, fornindosi de lor bisognij; et in-contrando in legni Veneli non solo licentiauano et licen-tiano ma persino se in un legno Ponteficio, o di V.a M.a Ces.a, et delia M.ta Cattolicha, se fosse trouatto un ma-rinaro d passaggiero sudito Venetto, riteneuano inca-tenauano questi, e lasciauano libero il' Venetiano, presu-mendo forsi con questo pretesto ottenere il' loro intento e poter roinare questo Porto, mentre 6 sortendo in mare sarebbero infalibil' preda di Corsari 6 sgomentati dal' timore deponerebbero ogni pensiero dalla Navigatione ;-"Auueduti dunque noi infelici Mercanti che solo dalla Assistenza Diuina, et intrepidezza de nostri Marinari di-pendeua la nostra salute, e scampo de le nostre M ircantie piu tosto che infracidirsi nell' otio e desister affatto dal' negotio s' ingiegnasiino ad' imicatione delli Fermani poner sopra due Marciliane habili a navigare in Puglia dove piu certo e il' periglio qualche Periera per ponerle in stato da difender le vite e robbe da mano di Piratti. " Ma la Repubblica che con occhi d' Argo osserua et applica al' tutto, ueduto di non riuscirli il' colpo in-fierita maggiorm.te usd la maggior rigidi zza che in al-cun tempo hauesse pratichato non lasciando intrar ne vscir legno da questo Porto prendendo indifferentem.te tutti come chiaro apparise dalli appreso notati časi ed espressione d' accidenti seguiti. Adi 4 Febraro 1673. Fu preso dalla Barcha Armata di Capod' Istria il P.n Leonardo Tortora di Biseglia, che per eser liberatto pago ducatti quatrocento, e cinquanta sono D.ti.......N.° 450. II' P. Cesaro Bonafe di Rauenna pago ducati tre- cento.............. 300 II' P. Primiss Masar di Trieste pago ducati doi- cento, et quatordici D.ti........ 214 II' P. MicheP Moise gli hanno tratenuto la Marci-liana doppo presa mesi tre et mezzo, con danno di D.ti quatrocento....... 400 II' med.mo P. Michel' Moise fu preso per la fiera di Sinigalia et per il peteso datio, li fe- cero pagar D.ti cento........ 100 Et questo con danno di ducati sei cento . . . „ 600 MNe permeteno il' passaggio a ueruna Barcha senza che pachino il' Dacio intiero, che e di lunga magg.re di queIlo si paga a questo sup.mo officio„. uMoi Girolamo Caotorla Pod.a e Cap.io "Stante il'riconoscim.to del Transito Maritimo fatto in questa Mag.a Camera Fiscale da D.no Giov. Batta. Peiirinj per nome del'P. Giov. Batta. Golini per P infra-s.te ferarezze caricate nel' porto di Trieste, per con-dur sotto Vento, sopra la Barcha di P.ron Vido Gori-zan; Conced.mo al'rned.mo libero passaporto di poter passare per quosto Golfo non potendo esser impedito da Nauilij armati di pubblica ragg.ne e uaglia il' presente per giorni quindici solam.te in quor.rn etc. 6 cio s' in-tenda a partir da Trieste. Ferro sortito fasa vintisei........N.° 26 Accialli in Telia fasa trenta.......«30 Chiodi Barilli otto...........„ 8 Gomiere fasa sedici..........«16 Spiaggie di Ferro sei...........„ 6 uCapod' Istria li li Febraro 1673. "Girol.mo Caotorta Pod.a e Cap.nio u Noi Gerol.mo Caotorta Pod.a e Cap.nio di tutta /' Istria. "Essendo stata fermata e condotta in questo porto ali'hubidienza nostra della Galeotta che serve a questo pošto la Marciliana del P.ron Leonardo Tortora di Bi-seglia di Puglia, con carico d' oglio e mandole indiri-zatte per Terre aliene, et hauendo il p.ron rned.mo pa-gatto mediante 1'asistenza 'del sig. Giov. Balta. Pedrini in questa Mag.a Camera fiscale in bona Monetta, ducatti 450 di F. 6: 4 per Ducatto, che sono li dovuti dritti del Prencipe, Per questo Noi P habbiamo licentiato, la Marciliana con il Carico, che uadi al' suo destinato viaggio et lo accompagniamo con le presenti nostre accio d'al-cuno altro legno armatto di puhlica ragg.ne non li sia fraposto impedimento ueruno, In quorum etc. "Capodistria li 13 febraro 1673. "Girol.mo Caotorta Pod.a e Cap.nio "IPCadiut. Pret. MP. " II' P.ron Antonio Ciurano mosso dal' solito tiinore pose ogni sua sustanza per fare Marciliana alquanto piu atta a resister dalle mani d' Corsari Turchi, questa in- contrata nel ritorno pocho lontano da questo Porto, in circa mcza lega a hore due di notte fu inprou sam.te assalita da una Fusta, che non conosiuta uigilando alla propria diffesa procuro saluarsi nel miglior modo posi-bile per scansarsi dal' prudenza del pericolo mentre con silenlio prochuraua la detta fusta ahbordarla, senza il solito liro ne alcuna chiamata ali' ubidienza, ne meno ris-pondere alle uoci di chi era entro in detta Marciliana l che adimandauano, si dicluarasero chi erano, onde per la propria salueza e scampo furono astretti le gien'i di delto Patrone tirare alquante moschetate ali' aria per dar timore alli Agressori, e con taPmezzo fugindo si sal-uarono; dal' qual' suceso, portatone il Cap.io di detta fusta sinistra relatione al s. Pod.a e Cap.nio di Capod'Istria, ne diede parte in Senato e ne segui il' processo, et rigo-rosa sentenza contra il' detto p.ron Ciurano; " II' Catlalago di tante nostre infelicita chi uolesse precisam.te rasumere tropo attedierebbe il' Clementiss.mo orecchio, pietos.mo occhio di Vos.a M.ta Ces.a, se gl' e delto sol' in succinto de časi. piu recenti e che tuta via sono aperte le cicatrici accioche col' proprio della sua sourana ed'Imperial'Autorita benignam.te prouedi d'op-portuni remedii per rendere Consolali li suoi fedeliss.mi et vmilliss.mi Serui; " Resti dunque seruita la M.ta Vos.a di rifflet-tere gratiosam.te alla representatione di queste verita et alla serie di tanti infelici časi seguiti in pocho spa-tio di tempo oltre tanti altri, che per leuar il' souerchio attedio si trallasciano, potendo a sufficienza comprendere la sua somma Virtu a rhe stato calamitoso et infelice siamo ridolti, essendo cosi insidiatti et ristretti, che solo la Vigorosiss.ma destra Cesarea intraprendendo giustam.te il sustento delle proprie raggioni, et solieuo de suoi Popoli ingiustam.te oppressi puo trarci dali' abisso di que-ste miserif, mentre per altro noi siaino ridotti a termine di conuenire aflatto desistere il negotio, e nauegatione con desertatione di questo Porto, e scala, da che non solo procede imediatam.te rouina di questa citta, e Popoli con danno irreparabile de gli August.mi suoi statti ereditarij, ma per conseguenza anche il' detrirnento di tute le rendite e d a t i j in particolarm.te di questo sup.mo esatoratto Cesareo di Trieste rimossa la Nauigatione puo del' tutto serrarsi; Speriamo pero fermam.te la Sacra Cesarea Maesta col'Innimitabile sua Clemenza trouera op-portuno rimedio a cosi gran inalle ž solieuo di suoi fi-delliss.mi Popoli, e statti et a gloria del' suo Gloriosiss.mo Imperio a qualle prostratti si inchiniamo. DELL' IMPERIO DELLA SER.ma REP.ca DI VENET1A nel Mar Adriatico. "Ser.mo Prencipe. " II Dominio della Ser.ma Rep.ca sopra il Mar A-driatico e cosi celebre, e famoso, che forse non si trouera alcun' altro, del quale doppo la declinatione del-1' Imperio Romano piu Istorici, e piu Giurisconsulti hab-bino fatta ment one, et approuato di commun consenti-mento per legitimo, e giustissimo, nel che essendo tutti concordi, sono pero molto differenti neIPassegnare 1'origine, e uarij nell' allegar il titolo, formandolo chi sopra priuilegio concesso dal Papa, chi sopra priuilegio, e conces-sione deli' Irnperatore, et alcuni sopra la prescriltione, altri ancora sopra P antica consuetudine; L'opinioni, e ragioni de quali hauendo io confrontato colle publiche scri.tura, che per commandam.to di V.ra Ser.ta mi sono statte mostrate per douer meltcre insieme un' intiera re-latione, it informatione delle ragioni di questa antichis-sima, e nobilissirna Giurisdittione, considerato il tutto, ho creduto, che quesla materia possa essere ben dilucidata, partendola in cnque considerationi. La prima tratterž il vero titolo, e possessione de quali consta questo Dominio^ mostrando, che non e aquistato, ma nato insieme colla Rep.ca conseruato, et accresciuto colla uirtu del-1' Armi, e stabilito colla consuetudine, che eccede ogni memoria. "La seconda sara in dimostrare, non essere uero, ne utile il dire, che la Ser.ma Rep.ca habbi il Dominio del Mar Adriatico per Priuilegio del Papa, 6 Irnperatore, ne meno per prescrttione. " La terza sara il Dominio del Mare comprenda i Seni, Porti, et altri Ridotti, et includa i Lidi ancora, e se questa Giurisdittione s' estenda a slaluir, et imporre a tutti i Nauiganti, facendo quelle ordinationi che ricerca la publica aultorila, et a punire i delitti commessi in Mare, et ad imporre grauezze a quelli, che si uagliano deli' uso d' esso. " La quarta sara in spiegar, e risoluere le opposi-tioni, che da alcuni vengono fatte in contrario. a Nella quinta sarano poste insieme Ie ragioni par-ticolari, e proprie della Sacca della Fornace, della quale si tratta d a abusiuam.te Sacca del Goio. " Et in q.te considerationi non mi ualero se non di cose che si possono mostrare per le scritture publiche, et auttentiehe di V.ra Ser.ta, o uero per testimonij de gl' Istoi ic;, e Giurisconsulti approuati. "II uero titolo, per il quale la Ser.ma Rep.ca ha il dominio del Mare, e quello stesso, per il quale ella ha la sua liberla, si che nel principio del suo nascimento per una stessa causa nacque libera, et hebbe I'Imperio marittimo, e questa causa fu P essere edificata, et insti-tuila in mare, che ali' hora non era sotto il Dominio d' alcuno. "E terminatione indubitata appresso i Giurisconsulti essere de jure gentium, ch' ogni Citta fondata nel suo proprio e libera, et ogni Citta libera o fondala nel suo, si come le Citta fondate in luogo dominato sono dal suo nascim.to soggette al Dominante. Quelle che nascendo in terre non soggette ad altri nascono libere per quella ragione che sono libere, per la stessa sono Pr.ne della Terra, doue hanno il luogo proprio, cosi ques' Inclita Citta nata nel Mare del qual non era alcun Patrone, e nata libera per la stessa ragione Pr.na dell'Aque dove hebbe il suo proprio, per il che tanto e ricercare Po-rigine delPImperio marittimo di Venetia, quanto ricercare P origine della liberla sua, o uero la sua fondatione. a questo non osta che ne tempi precedenti la Rep.ca Romana habbi signoregiato lo stesso Mare, imperoche non si ricerca per P edificalione d'una libera Citta, che il luogo mai in niun tempo sia stato dominato da altri, essendo che per P instabilita delle cose mondane non u' e ragione, che non sia statta soggetta a innumerabili mutationi, ma bensi ricerca che nel tempo deli'edifica-tione il luogo non fosse soggetto ad alcuno. "L'Imperio di tutto Adriatico per molti secoli inanzi il nascimento di Venezia fu del Popolo Romano, ma nel Dominio de Popoli auuenne queilo stesso, che ne priuati, cioe che ciaschuno per tanto tempo e Pr.ne della cosa sua, per quanto la ritiene in sua proprieta, nel qual mentre non li puo esser levata senza ingiustizia, ma se egli 1'abbandona, 6 non ne tiene, 6 non ne puo tener piu conto, quella disoccupata puo essere presa per pro-pria da qualsivoglia persona, che prima le meltera la mano sopra, cosi le cose che son soggette ad un Principe non li posson esser leuate senz' ingiustitia', ma se egli abbandonera la loro custodia, e non le gouernera, o perche non uoglia, o perche le forze li siano tanto mancato che non possa, saranno di quello che prima ne pigliera gouerno, 6 protettione, e per legge diuina, et humana dovranno stare sotto quello, mentre egli continuera a reggerle, anzi il Dominio cosi aquistato andera sempre prendendo mag.ri radici, e confermandosi per quanto m»g-gior tempo durera, in modo che hauendo continua'o per cosi longo spatio d'anni che non ui sia memoria in contrario, sara perfettam.te stabilito, e si potra dir aquistato per consuetudine. "Certa cosa e che inanzi P anno 400 della Natiuita di N. Sig.re Giesu Christo possedeuano gPImperatori le Aque del Mar Adriatico, e particolarm.te Ie Lagune, doue quest'inclita Citta e fondata, ma essendo inclinata la forza deli' Imperio in Occidente per occupatione di gran parte deli' Italia da Barbari, quest'Aque furono dagl' Im-peratori abbandonate, onde restando senza Dominatione per legge Diuina naturale, et humana poterono i Popoli, che si ritirarono per gl'innondationi de Barbari, instituir in quest'Aque una Rep.ca libera, e per virtu della sua natura Pr.na del luogo, che abbandonato da chi prima Io dominaua, era ali'hora senza Pr.ne, e disoccupato. " Ma mentre dico, che il Dominio del Mare sia naturale a qucsta Rep.ca, e nato insieme con lei, non uo-glio intendere che tutlo in un tempo sia aquistata la Pa-dronanza deli' Adriatico tutto, perche le forze del principio non erano tante da polerlo custodire, o guardar tutto: Ma nel suo principio hebbe il Dominio di quel tanto, che colla uirtu delle sue forze poteua custodire, e protegere, che fu il tratto tra Rauenna, et Aquileia, restando il rimanente senza Pr.ni come abbandonato dagl' Imperalori, e non dominato da Barbari, che s' impadro-nirono per non hauer forze marittime, sin tanto che Giu-stiniano mando per la ricuperatione d' Italia da Barbari Essercito terrestre, et Armata di Mare, co' quali raquist6 P Italia da med.mi, e ripiglio il Durninio, e custodia del— P Adriatico, nel che hauendo hauutto fauoreuole i Popoli di Venetia non loccd, ma lascio nella sua liberla la parte che e da Rauenna in qua, come possedula legitimam.te dalla Ser.ma Rep.ca, contentandosi di quell' altra parte, che e oltre Rauenna. Si che il primo Dominio della Rep.ca in Mare fu di quella sola parte d' esso, che e prossima a quest'Inclita Citta, ma in progresso di tempo fatti gl' Imperalori un' altra uolta deboli cercarono di man-dar Armata a Rauenna, et abbandonala quella parte, che e dal Fiume Otranto in qua si tirarono nella Puglia, il che mosse questa Rep.ca, che era anco accresciuta di forze in necessita di pigliar custodia piu ampia del mare, e tenerlo netto da Corsari per mantener sicura la Naui-gatione, incoroinciando daila Riuiera della Marca Anco-liitana, e dal Ouarner sino a Venetia, il che costaua o-gn' anno molto sangue de suoi Cittadini, e molto Tesoro. Seguite le cose per alcun tempo in questa tnaniera fu mossa guerra da Normani ali' Imperatore Costantiniano nella Puglia, il quale non essendo bastante da se stesso a diffendersi in quella Regione ricerco 1' agiuto della Ser.ma Rep.ca, il che fu occasione, ch' ella passasse colle sue Armi anco nella Riuiera della Puglia. Molte fattioni seguirono, mediante le quali P Imperatore conseruo il suo Possesso; finalm.te Alessio Comneno Imperatore hauendo sostenuta la guerra piu coll' agiuto Veneto, che colle proprie forze per 30 anni circa il 1111 abbandono 1'im-presa, ne mai piu mando Armata nell' Adriatico, per il che resto la Puglia occupata da Normani, i quali essendo senz'Armi Marittime, il Golfo in quella parte sin a Capo d' Otranto abbandonato dali'Imperatore non poteua essere protetto, saluo che daila Ser.ma Rep.ca onde per necessita di rendere sicura la Nauigatione a'suoi sudditi ella, che gia haueua forze in q.to Mare, continuo a cu-stodirlo, e difenderlo da Corsari, e dali' altrui incursioni, e ne aquisto il Patrocinio, come di cosa abbandonata, e non posseduta da alcuno; per il che si come s'e detto, ch' il Dominio del Mar e naturale sila Rep.ca principiato insieme con lei nella parte propria a quell'Inclita Citta, cosi anco insieme con lei si deue dire, che s'e amplifi-cato successiuam.te nelle parti d' esso Mare, stante che sono statte abbandonate da quelli, che le possedeuano prima, e prese in protettione, e custodia daila Rep.ca, sin tanto che ella s' e fatta Pr.na ^di tutto il Golfo, e perche cio eccede sei centinaia d' anni supra, e gia molto anco ha superato ogni memoria, si che .e confermato colla consuetudine immemorabile, di tal consueludine conuiene far gran capitale, perche la legge la presupone sempre buona, ragionevole, o lodeuole, mentre che sia:interue-nuto tutto quello era necessario a far cosa legitima, e che sia equiualente ad ogni contratto conueniente. Per dottrina de Giurisconsulti a stabilir una Giurisdittione, e consuetudine immemorabile si ricerea, che siano statti fatti atti giurisditlionali continuam.te da tempo, che non vi sia memoria in contrario, e che altri non habbino es-sercitato atto alcuno, se non con licenza, e clandesti-nam.te, e che quando alcun ha tentato di farlo, li sia statto prohibito, e tutto cio non occullam.te, ma con sa-puta, e tolleranza di quel!i, che hauerebbero potuto pre-tendere altrim.te, le quali cose tutte sono interuenute nella conlinuata possessione di questo mare da tempo, che non u' e memoria in cDntrario, o statto elletto continuam.te un Capitanio di Golfo, sono statte tenute Ga-lere, et altri Legni armati continuam.te per custodia or-dinaria, e statto prohibito efficacem.te, o con trattati, o con forze a qualunque altro Potentato il tener Legni armati, et i Pontefici, Imperatori, ed altri Prencipi hanno assentito a questa Giurisdittione, e confessatala in parole, et effetti, ricorrendo, et implorando 1' aiuto, e quando hanno uoluto trasportar Vettouaglie, et alcune cose per mare richiedendo licenza, o riceuendo Patenti daila Co-missione, acquietandosi anco quando colle licenze sono statte sempre datte leggi sopra la Nauigatione, cosi quanto al luogo, doue far scala, come quant' alla qualita delle merci, i contrattanti sono statti confiscati, e sono statte iinposte esattioni, e Datij, attioni tutte di Giurisdittione, e di supreino Dominio, non u' e memoria, quando hauessero principio 1' elettione di Capitanio di Golfo, ma bensi nel-1' anno 1393 si uede una littera scritta dall'Ecc.mo Senato al Cap.no di quel tempo con precetto, che scorresse tutte le Riuiere della Marca, Abruz, e Puglia, sin a Capo d' Olranto, e dal tenore di quella lettera appare, che il carico di Cap.no non comminciasse ali' hora. J2 notoria la custodia tenuta continuam.te del Golfo con Galere, e Vnscelli armati, difendendo da Corsari, e Ladri marittimi, e per opporsi a quelli che tentassero d' impatronirsene, e si sa insieme quante fatiche, sudor, e sangue ui sia stato impiegato; la spesa anzi profusione e notis.ma e niuno puo negare, che le spese fatte per necessaria custodia, e guardia non diano ragione sopra Ia cosa cu-stodita, e non approprino anco quando eccedano il va-lore di quella, ma le spese fatte, e sangue sparso per guardar il Mare ascendono a tal valore, che con quel pretio si comprarebbe la Giurisdittione di piu Mari pari a que-sto, dunq. ecc. L'hauer prohibito ad altri il tener Legni armati, o parimente cosa di molfantichita, impercio che nella Pace fatta co' Pisani in Brindisi doppo una lunga guerra fu conuenuto, che essi non potessero per qual si uoglia cosa entiar con Legni Armati nel Golfo. Nella pace fatta co' Genovesi, sopra la quale consiglia Angelo da Perugia, fu espressam.le convenuto, che essi non entrassero con Legni Armati nelPAdriatico. Nel 1377 quelli di Ferino offesi da gPAnconitani ricercarono la Ser.ma Rep.ca di tener altre Galere per guardia della loro Riuiera, e gli fu risposto di non poter consentire, che ne essi, ne altri uiolassero il Mare con Legni Armati, ma che si sarebbe proueduto a danni loro passati, et ad assicurargli la Nauigatione, et al Sommo Pontefice Gregorio X, che fece lo stesso vffieio per loro, fu risposto essere costante opinione della Rep.ca, che niun'altro tenesse in Golfo Legni, o Galere armate con risolutione di trattar da Ne-mico qualunque contrafacesse. In quell'istesso anno furon sforzati gl'Anconitani a disarmar alcune naui, e del 1391 lu prohibito a quelli d'Otranto 1'armar una Galera per custodia di quella Riuiera, e due anni doppo fu datta comissione al Cap.no di Golfo sopranominalo di scor-rere tutta la Riuiera sin al Capo d' Otranto, c combattere tutti i Legni armati, che hauessero ritrovato. Molti Olfitij sono statti fatti con diuersi per rimouere dal Golfo Galere, e Fuste, e molte sono statte anco combattute, ma notabil cosa e, che del 1460 hauendo il Re Ferdinando di Sicilia mandato di qua dal Faro alcune Galere, e Fuste armate in Puglia, fu dal Senato scritto, che quest' era con ofTesa della Giurisdittione sua, la qual il R6 doueua tanto piu impetrare, quanto in virtu di quella era statto prohibito al Duca di Calabria Suo Nemico di mandar Legni Armati in Golfo, come ricercaua; al che il Re Ferdinando rispose hauer mandato alcune Galere in Golfo per soccorrere le sue Terre in Puglia con ordine, che subito tornassero al Mar di sotto, il che credeua fosse statto eseguito: Lodaua il Senato di non hauer concesso al Duca Gio: di poter andare con Armata in Puglia, e Io ringratiaua d' hauer presa sopra di( Se la guardia di quella Riviera, e l'anno seguente essendo tutte le Galere e Fu- ste di quel Re in Pug-lia, fil datto ordine al Cap.no del Golfo di combatterle. £ notabile ancora che del 1463 a Papa Pio II uenne in pensiero d' armare alcune Fuste in Ancona, e significo questo al Senato per un Suo Ambas.re, al quale fu risposto esser noto a S. S.ta, et a tutti i Prencipi, che la Rep.ca haueua sempre tenuto quieto il suo Golfo, e clie haueua pocco prima costretto il Pren-cipe di Taranto ad uscire dove era entrato con X Ga-lere armate: percid supplicaua S. S.ta ž non offenderela Giurisdittione, che il Senato era deliberato di conseruar illesa. E fresca la memoria deli' instanze che fecero del 1542 delPanno segu:nte, cosi 1'Imperatore, come il Re di Francia di mandar Legni Arinati per causa della presa di Marano, e come alPun, et ali' altro fu negato costan-lem.te e PImperiali che haueuano armate alcune Galere furono' costretti a disarmarsi. Restano Documenti delPas-senso de Prencipi, parte con espressa confessione di parole, parte con imploratione deli'Anni Marittime della Rep.ca' d uero con pace, e conuentione nell' Istorie, e nelle Scritture politiche. Per le Istorie s' ha del 726 il Dominio Marittimo fu datto da Papa Gregorio II, e dal-PEsarco Ministro Imp.le in Italia. hauendo ricercato ambi due il Duca Cersospatto £ porger aiuto colla Sua Armata per la ricuperatione di Rauenna occupata da Longobardi, circa 1' anno 1000; tutte le Citta Maritt''mo di Dalmazia implorarono Pagiuto dalla Ser.ma Rep.ca contro i Naren-lani, che le tirannegiauano, e tentauano tiranneggiare, et usurpare le Riuiere, per il che uenutosi alPArmi fu da Dio fauorita la giusta impresa della Rep.ca, et i Naren-tani rimasi vinti si ritirarono da ogni loro pretensione sopra il Mare, confessandolo degnam.to sotto la protet-tione del Vincitore. Fu un espresso consentimento Imp.le P un;one fatta tra Cristoforo Au.o di Magonza Vicario Imp.le per terra, e colle forze della Rep.ca per Mare, benche fosse poi oppugnata, et espugnata. Fu anco un espresso consenso del Papa colITmperatore insieme Panno 1177, imperocho hauendo il Pontefice Allessandro III implorate le pie Anni della Rep.ca per difesa sua, e della Sede Apostolica dali'Imperatore, et havendo 1' Imperatore doppo la Rotta della sua Armata consentito di uenir a Venetia, P uno, e 1'altro confessarono in q.te loro attioni il legitiino Dominio Marittiino, e se bene alcuni pochi Istorici non fano mentione di battaglia, e vittoria marittima, attestano non di meno che il Prencipe Ziani incontro prima il Papa, e poi 1' Imperatore con potentis.ma Armata, o colP istessa gli condusse nella Marca Anconi-tana, et aggiungono che fu eletta la Citta di Venetia da ambe le parti, come quella che non soggetta ad alcuno h«ueua forze da impedire, che dali'una non fosse fatta uiolenza ali'altra, e cosi vengono ad attestare, che I'uno, e 1'altro di quei Prencipi uaiendosi del Dominio marittimo dePa Rep.ca lo consentissero. A questo s'aggion-ge che il med.mo Federico Imperatore del 1166 si messe in viaggio per la Terra Santa, scriuendo al Saladino una lettera comminatoria, e magniticando le forze de Christiani, che erano in suo agiuto, messo tra le principali 1' hauer in Compagnia la Rep.ca di Venetia, m i P hauer tante volte mandato potente Armata per aquisto, e difesa di Terra Santa ad instanza, e prcghiere de Pontefici Rnmani, la-sciando ptrd ben guardato, e cus'odito il Golfo, mostra non solo 1' assenso d' essi Pontefiri, ma anco quanto fosse | loro grato per seruitio publico della Christianita, che la Rep.ca hauesse forze non solo per protegere 1'Adriatico, ma anco (la mandar in parti lontane. .... Celebri furono tr& le altre la speditione fatta del 1090 ad instanza d' Vrbano II, e qurlla di 1122 a pre-ghiere di Calisto II, ma sopra tutto 6 notabile la speditione fatta a Costantinopoli del 1202 con cosi potente Arm ita, che insieme colla Nobilta francese, che u'era sopra, fu sufficiente a restituir il legitiino Imperatore scacciato il Traiano, e doppo la morte dello stesso Imperatore aquistar anco il Dominio della Citta, e deli' Im-perio, lasciando per6 tant'Armata in Golfo, che fu sufficiente a guardarlo, et a ricuperare Zara, che ali' hora si ribello, senza inouer le forze, che erano in Costantinopoli: forse la piu notabile memoria e che del 1273 hauendo congiurato quasi tutta la Riuiera della Romagna, e Marca d' Ancona per usurpar il Dominio di quei Afari, e turbando il possesso della Ser.ma Rep.ca fu mandata potentissiina Armata per repriiner«li, e doppo alcune bat-taglie fu fatta pace con quelli della Romagna, de quali erano Capi li Bolognesi, e conuenuto che la Ser.ma Rep.ca continuasse nella sua antica possessione di dominare quel Mare, per il che quei della Marca reslati soli, ne potendo far resistenza, hebbero ricorso al Pontefice Romano Gregorio X, il quale tento di far command.to al Doge di quel tempo di desistere, a che auendoli risposto" che il Dominio del Mare era della Rep.ca, e uoleua in ogni modo difenderlo, e prohibir a tutti il tener Galere," e Legni Armati, e trattar da Nemico quelli, che hauessero preteso di tenerne. II negotio fu portato dallo stesso Pontefice al Concilio Generale di Lione, doue fu com-messa la causa degl'Anconitani alPAbbalte di Naruesa, il quale udite le ragioni šolam.te perche la Ser.ma Rep.ca non consenti di metter in litigio quello, che da tanto tempo possedeua, conobbe il Giudice, che gl' Anconitani non haueuano fondam.to alcuno, onde furon costretti d'-aquietarsi, e eedere. Fece primieram.te guerra la Ser ma Rep .ca al Re d' Vngheria tra le altre cause anco per il Dominio del Mare dirimpetto della Dalmatia, et in fine si fece la paoe in Torino del 1385, doue fu conuenuto, che la Giurisdittione di quell' Aque restasse alla Rep.ca: di quest' ultima guerra, e pace sono le scritture publiche nella secreta: le altre cose di sopra notate, o narrate sono tutte tratte dali'Istorie, essendo successe inanzi del 1231, quarido furon abbruggiate tutte le scritture publiche. Piu efficace proua si cava ancora da ricorsi fatti da diuerse Citta, e Principali posti sopra il mar Adriatico, quelli hauendo ric^uutte ingiurie nel mare da Corsari o' altri Ladri marittimi sono ricorsi a questo Prencipe, di-mandanlo ragione, e giustitia. Per le scritture publiche appare che del 1377 gPAnconitani presero ardire di far diverse nouita in Mare contro i mercanti di Fermo, et Ascoli: Ouei di Fermo hebbero ricorso ai Venetiani e dal Prencipe fu mandato in Ancona a ricercargli della correttio-ne, et emenda, et a dolersi delle nouitš fatte da loro in Mare, la cui guardia era costato tanto sangue. A che hauendo essi sinistram.te risposto, e non cessando di uiolar il Mare, fA mandata la una potente Armata per reprimergli, nel che uolendosi interporre Papa Gregorio XI, et hauendo percid mandato un Ambas.re d Venetia, li fu replicato con aperta risposta, non esserui al- tra maniera d' accommodam.to se non cessando gl'An-conitani di molestare la Nauigatione, perche la custodia del Mare della Rep.ca aquistata con tanto sudore, e san-gue da tanto tempo, che non u' e memoria in contrario, come ben era noto, e pero faceuano intendere alla San-tita Sua, e cosi erano per dir a tutto il Mondo, che uo-leuano soli custodir il Mare, e prohibir ad ogn' uno d' offender altri in quello, furono costretti infine gPAnco-nitani di desistere, e sodisfar ancora a danni datti nel Mar a quelli di Fermo, e d' Ascoli. Hebbero ancora ri-corso quei di Spoleti ali'Ecc.mo Senato del 1393 per essere statta presa una loro Barca sopra la Spiaggia di Recanati, onde fu commesso al Proueditore d' andar in Ancona, e sforzare gl' Anconitani alla restitutione, come cosa presa indebitam.te nel Golfo giurisdittionale della Rep.ca aquistato con sudore, sangue e spesa, e del 1458 costeggiando intorno la punta d' ltalia alcuni Genouesi con una Naue, una Carauella, et una Fusta, facendo danno particolarm.te alli Stati del Prencipe di Taranto, scrisse q.ta una littera al Doge auisando i danni riceuutti, e sug-giungendo che le forze sue sarebbero statte bastanti per risarcirsi de danni de suoi sudditi, che di tanto cio ha-ueua uoluto dame prima notitia a S. Ser.ta, sperando che rimediera, si che non sara necessario prouedere per altra uia ali' indemnita de suoi sudditi. E lo stesso anno essendo fugite due Galere del Re Ferdinando di Sicilia di qu& dal Faro, et entrate nel Golfo Adriatico, quel Re non giudicd che li fosse lecito perseguitarle, ma mando a pregare il Ser.rao Dominio, che essendo entrate nel Mar suo uolesse perseguitarle, e prenderle. In quei med.mi tempi del 1451 essendo fatte diuerse nouita, e prede da Corsari nell'Aque nella Marca, si che anche il Viaggio alla diuotione della Madonna di Loretto era im-pedito, quei della Riuiera mandorono ad auisarlo al Prencipe, significandoli che era uiolata la Giurisdittione del suo Mare, e che le prede fatte in quello erano con danno, e uergogna sua, pregandolo a prouedere eolla sua potenza, e giustitia, e massime per la sicurezza di quel-li, che doueuano andar alla Madonna di Loretto. La stessa instanza fu fatta del 1464 dali' Ambas.re del detto Re Ferdinando per le Riuiere della Puglia. Dal 1493 essendo statte predate da un Corsaro alcune robbe del Re d' Vngheria, i suoi Ministri hebbero ricorso al Prencipe, significandoli che P offesa era fatta a lui essendo occorsa nel suo Mare, e dimandando prouisione, accio la Nauigatione fosse libera, e quello che e di maggior momento, hauendo i Turchi fatta una ineorsione nella Marca Anconitana, e predati huomini, e robba. Papa In-nocentio VIII per un Breue, quale si uede ancora, ordi-no al suo Nuncio Apost.co Residente in Venetia di farne indolenza coll'Ecc.mo Senato, e signiDcarli chealPhonor suo apparteneua che il Mar Adriatico fosse tenuto libero da Corsari, e far anche officaci instanze accio uenisse refrenato 1' ardire di quei Turchi, che corseggiauano il Mare con uergogna, e sprezzo della Ser.ma Rep.ca, ag-giungendo che cosi facendo sarebbe opera gloriosa, o gratis.ma alla Sede Apos.ca. In q.ti ultimi tempi ancora Papa Gregorio XIII fece pregare I' Ecc.mo Senato di li-berar il Golfo dali' infestatione d' una Galera del Mar che di Vico, dicendo che alla Ser.ma Rep.ca spettava la custodia d' esso Golfo. Non e da tralasciare una sorte d' attestatione de Pontefici Romani, che il Dominio di q.to Mare s' aspetti alla Rep.ca, la quale hanno fatto alcuni d' essi nel concedere la X.ma particolarm.te per le spese della guardia del Golfo. V' e un Breue d' Adriano VI del 1523. Vno di Clem.te VII del 1526. Vno di Pao-lo III del 1536. Vno di Pio IV del 1564, che di cio dicono espressam.te, e fosse chi ricercasse piu minutam.te nei tempi d' inanzi, e doppo ne trouerebbe de gl'altri dello stesso tenore. Similin.te manifesto consenso de gl' Imperatori sono le sei Bolle Imp.li d' Henrico V., Lo-tario II. Federico I. Henrico VI. Ottone IV., e Federico J. P esemplare delle quali e nella Secreta, doue cia-scuno d' essi pgtuisce, che i sudditi Venetiani possano transitare per le Terre, e Fiumi deli' Imperio, et i sudditi Imp.li per il Mar, e Fiumi di Venetia. La Pace con Carlo V., e Ferdinando nel 1529, doue si conuiene, che i sudditi possano negoliare in terra, et in Mare sin tutto P Adriatico, lo mostra un'altro Capitolo doue dice che la Ser.ma Rep.ca continui a possedere, come in quel tempo u' haueea Armata dentro: Adunq. quei Prencipi consentono la possessione deli' Adriatico. La ceremonia ancora dello Sposar il Mare, che annualm.te si fa in pre-senza de gl' Ambas.ri particolarm.te del Papa, e deli' Imperatore, che mai e statta interrotta, e un inditio deli' attestatione di quei Prencipi. ( Cnntinua.) DISSERTATION PHYSIQUE sur la cause de l'air malsain et pestilentiel du terri- loire d' Ai/uilee. • • (Continunz e fine. V. N. antecedente). Les' trois etats de la societe humaine les unes et les autres, par interet, pour s'amuser, passer le temps ou pour s' instruire, appelleront ce physicien pour le con-sulter, et le faire travailler. Les gens de bonne foi le p»yeront, mais le vrai philosophe ne voudra exiger que ce que la sagesse lui diete de recevoir pour ne pas pecher contre son etat de philosophe. Les gens mal intentionnes, trompeurs, qui pretendent montrer beaucou i d' esprit a tromper les autres et qui ne s' en font nul serupul auront recours a ce philosophe pour en retirer quelque conseil avantageux sur leurs fabriques, que le vice et P ignorance ont etablis, et que la confusion dirige. Voyant depenser leurs argents, leurs sequins a pure perte, ils enragent et il faut qu' ils changent de systeme sans cependant changer leurs naturels: ils se voilent du manteau Je la sagesse, empru.ntant les termes du langages de la bonne foi; cherchant parmi leurs confreres trompeurs, celui qui a la figure et la mine d' un honnete homme pour mieux en imposer: belles paroles, bouche de miel, tout est en usage parmi les trompeurs. Le philosophes tirant P ana!yse de ces pretendus braves gens, s' apergoit que le fond de leurs ames ne contient que des intentions tres-dloignees de la sincdrite.et de la droiture. Ce phi-losophe ne daigne point conlracter des ecrits avec pa-reils masques, craint de ferir son honneur, et porter atteinte £k sa since'rite; pour eviter toutes les chicanes il se retire apres avoir confondus par sa sincerite et sa science, ses adversaires qui ne trouvant aucune raison pour le condamner, lo traitent et lui accordant les di-plomes de fou, de girouette, et de lunatique. Ce phi-losophe ne fait pas plus d'attention a toutes cescalom-nies, qu'a des chiens qui aboyent dans les rues: la sa-gesse et la prudence doivent lui servir de bouclier pour amortir les fleches venimeuses de la medisance, Le noble gentilhomme converse avec ce philosophe, il en retire un avantage s'ilveiit proliter da ses avis. L; negaciant en retire un avantage pour le bien et 1' utilite de son coinmerce ; 1' artisan et le paysan une perfection dans son art, et une augmentation dans 1' agriculture. Ouant aux quatres personnes respectables auxquelles se presente celte dissertation, la bonne reputation me dit beau-coup de choses a leurs avantage. Je n'ai pas 1'honneur d'etre connu d'elles; je n'ai pas 1'honneur de les connaitre; fusse que la sincerite de mas sentiments et de mon peu de cspacite juints avec leurs sagacite nous mettent a meme de nous rendre des services mutuels, pour le bien et 1'avantage de la societe huinaine. Ce sont des tels desirs qai doivent nous differentier da Pa-nimal, car selon moi je regajrde un fourba comma una bčte feroce qui a emprunte les habits et la figure d'hom-me pour mieux devorer sa proie. Devons nous nou.. mettre au dessus de toutes ses betes feroces, etnous en tSloigner pour eviter leurs surprises. Venons-en aux remed.es pour procurer la salubrite dans l'air du territolre d,Aquilee etc. * * Par Pexperience quej'ai faile dans la Hongrie et dans le Duche d'Holstein sur des maladies epide niques produites par des airs rnareo*geux qui ravagereut dans 1* espace de six mois quanlites d'habitans et de bčtes ži corne: et pour la pratique du cours de 8 ans a preser-ver, a guerir de la peste, a Constantinople, a Smyrne, Salonik, Alexandrie et autre lieux de Lavant, ja suis physiquement certain que le mema remede est possible dans le pays d' Aquile'e. Primo c' est de deputrafacter P air par un feu qui forme P alkaly, et qui detruit le coagulum; c'est-a-dire 1' obstruction que le brouillard epidemique produit dans la respiration da 1'air dans cliaqua individus. En pla-Qant quatre fabriques a foyer aux quatre coins du pays d'Aquilee: a quatre lieux a la ronde de chaque f