ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno Vili. - No. 430 Redazione e Amministrazione CAPODISTRIA Via Santorio 2( ■ tei. 128 MARTEDÌ’, 20 dicembre 1955 Prezzo 10 din ABBONAMENTI: Annuo din. 420, semestrale din 220, trimestrale din. 110 Spedizione in c. c. p. Giornata dell’APJ gli amichevoli colloqui jugo - abissini PROSEGUONO NELLA CAPITALE ETIOPICA Tbiorni mire belliciste quelle forze che vedevano nell’aggressione Tunica via per sottomettere i popolo pacifici come il nostro. Il nostro esercito, pilastro di uno Stato socialista, é solo una forza di difesa e mai ha minacciato gli altri popoli. Le forze amanti della pace di tutto il mondo sanno che nell’Armata Popolare Jugoslava hanno uno strenuo difensore della pace, un dichiarato avversario di ogni aggressione. La nostra popolazione, che per la seconda volta festeggia quest’anno unita ai popoli della Jugoslavia la Giornata dell'Armata, ha particolari ragioni per manifestare il proprio attaccamento e la propria riconoscenza a quest’esercito. La gioventù deve alle forze armate del nostro Paese se oggi può guardare con sicurezza al domani. Essa deve considerarsi orgogliosa di poter militare delle file di un simile esercito. Entusiastichefaccoglienze riservate ad Ädis Abeba al Presidente Tito -1 commenti della stampa Il President.” Tito, accolito solennemente mercoledì scorso nella capitale .etiopica, ha avuto vari colloqui con Vlmperatore Hailè Selas-.siè. Accolto alle porte di Addis Abeba dal Sovrano, etiopico, il Maresciallo Tito ha ricevuto in segno di omaggio le chiavi della città. Conclusasi la cerimonia, Hailè Se-lassiè ha invitato il Presidente della Repubblica Jugoslava al palazzo imperiale, dove si Svolgono i colloqui e i ricevimenti. Il giorno seguente', giovedì, aveva luogo appunto al palazzo imperiale un pranzo di gala al quale prendevano parte il Maresciallo Tito e il suo ,seguito, i membri della famiglia imperiale etiopica, dignitari, ministri e personalità. Du- PROBLEMI DELLA GESTIONE SOCIALE TRE COMPITI Erano trascorsi pochi mesi dall’inizio dell’insurrezione armata dei nostri popoli e il Comitato Centrale del Partito Comunista — l’organizzatore e l’animatore della -lotta — decise di organizzare la prima unità partigiana di una certa consistenza sul tipo di quelle di un esercito regolare. L’esperienza di quei primi mesi di lotta aveva insegnato che per far fronte alle massicce offensive nemiche non bastavano soltanto i nuclei e i distaccamenti partigiani organizzati su base territoriale. Occorrevano unità maggiori, addestrate anche al combattimento frontale, capaci sopratutto di spostarsi combattendo da una regione all’altra. Sorse così, il 22 dicembre 1941, a Rudo nella Serbia, la prima brigata «proletaria» composta prevalentemente di lavoratori dell’industria e delle miniere distintisi per disciplina ed attaccamento alla causa della rivoluzione popolare. La costituzione di questa prima brigata segna la nascita dell’Esercito popolare jugoslavo, che ha la sua Giornata celebrativa appunto nella rciorrenza del 22 dicembre. Il nostro esercito sorse dal popolo e da esso attinse la sua forza. Non c’erano caserme, né magazzini, nè generali. Scuole dei quadri di comando del nostro esercito sono stati i campi di battaglia, le 7 grandi offensive nemiche, le grandi marce di trasferimento per centinaia di chilometri sulla neve, attraverso i valichi più impervi, sempre nel fuoco della lotta. Scuola di ardimento erano i combattimenti quotidiani, nelle più complesse combinazioni tattiche, in ogni angolo del vastissimo campo di battaglia che era allora il nostro Paese. Solo un esercito del popolo, la forza armata di una rivoluzione popolare, poteva dimostrare tale spirito di sacrificio. Da ogni battaglia, l’esercito partigiano usciva più forte e più temprato di prima, più numeroso. Nella primavera del 1945, le sue quattro armate passavno all’offensiva generale con uno slancio che sorprendeva il mondo intero, liberando tutto il territorio nazionale e dando così un grande contributo alla vittoria delle forze democratiche del mondo sul nazifascismo. Il Partito Comunista ha educato i cittadini jugoslavi all’amore per il suo esercito perchè l’esperienza storica di tutti i popoli ci insegna che una rivoluzione non può mantenere integre le proprie conquiste se non dispone di una sufficiente forza armata. Nel nostro caso, questa verità è stata nuovamente confermata. Il nemico di classe, i traditori interni sconfitti nella lotta non erano liquidati e senza il nostro esercito li avremmo visti passare nuovamente all’ attacco per strapparci ciò che la rivoluzione ci ha dato. Nelle nuove circostanze del dopoguerra, l’esercito ha potuto svolgere un grande ruolo in difesa della pace nel mondo. Perché forte, perchè bene aquipaggiata, l’Armata jugoslava ha fatto meditare a lungo e poi costretto a desistere dalle loro LUBIANA, 15 — Il Presidente. delTUniane socialista dei lavoratori della Slovenia, Miha Marinko ha parlato al Plenum dell’organizzazione sui problemi della gestione sociale. Dopo aver rilevato resistenza di un' certo disorientamento e incertezza che la gestione social” sia la causa delle nostre difficoltà economiche, il compagno Marinko ha affermato: «In opposizione a questi fenomeni di pusillanimità e di dubbio bisogna sottolineare grandissima importanza, il valore, l’effetto positivo e materiale raggiunto con lo sviluppo delle forme della gestione sociale, in particolare tramite i Consigli degli operai e i Comitati amministrativi nella produzione. Tali forme e la loro essenza socialista si sono affermate in tal guisa che ogni stasi del loro sviluppo significherebbe un passo indietro e arrecherebbe un gran danno alla causa del socialismo. Ogni limitazione significherebbe soffocare l’iniziativa e smobilitare le forze socialiste e progressiste delle nostre masse». Dopo aver citato esempi concreti dei Successi attenuti dalla gestione sociale, il compagno. Marinko ha detto: «Dare la colpa alle forme democratiche di gestione costituisce una tendenza a ritornare al sistema centralistico e distributivo». E ancora: «Le tendenze alla limitazione delle competenze degli organismi dell’autogestione e l’opinione che forse sia meglio attendere prima di sviluppare ulteriormente le forme e le competenze della gestione sociale, riflettono concezioni a-narchiche della democrazia e, in sostanza, sono punti di vista di tipo borghese in merito alla vita economica, con i pericolosi fenomeni di sciovinismo, di un ristretta egoismo locale e delTindebolimento della nostra unità. Tali vedute o tendenze rivelano la mancanza di o-rientamento allo sviluppo della nostra economia, che si deve rafforzare appunto con lo sviluppo della gestione sociale. E’ superfluo il timore che, nell’attuale contingenza, si possa compromettere la gestione sociale. La causa di alcune difficoltà va ricercata oltre che in condizioni economiche oggettive, anche in un’insufficente conoscenza dei fini socialisti, in un’insufficente lotta delle forze politiche per l’attuazione di tali scopi attraverso ie nostre forme della gestione sociale.» Pasisamdo alTamalisi della situazione attuale nel campo economico, il compagno Marinko ha indicato tre compiti fondamentali: «Primo: risoluta attuazione delle decisioni del Comitato esecutivo che costituiscono una radicale modifica della vecchia politica economica, che era in contrasto con lo sviluppo delle forme della gestione operaia e sociale. Secondo: integramento del sistema economico nel senso esposto dal compagno Kardelj e cioè eliminazione delle anomalie e delle lacune nella ripartizione del reddito na- zionale, per impedire le speculazioni al realizzo di guadagni con il rialzo dei prezzi, per stimolare giustamente i collettivi di lavoro e i loro organi di gestione alla razionalità e all’aumento dell-» produttività del lavoro. Terzo: ingaggiare le forze politiche soggettive affinchè, attraverso gli organi della gestione sociale, abbiano a manifestarsi gli intenti socialisti nello sviluppo della nostra economia.» Il compagno Marinko ha rilevato poi che i Consigli degli operai, superate le difficoltà 'iniziali inevitabili, s.i isono ormai consolidati, e vanno assùmendo decisamente il significato di forza politica. In seguito è venuto a parlare anche delle deficenizie in questo campo. A - tale proposito ha detto, fra l'altro: «Il riorientamento della nostra politica economica impone che i collettivi di lavoro prendano di petto l’attività pratica, al fine di ottenere i risultati desiderati. I nostri Consigli degli operai dovrebbero risolvere molto più energicamente i problemi della gestione razionale, della diminuzione dei costi di produzione, dell’organizzazione de! processo produttivo, della ripartizione giusta dei posti di lavoro, ecc.» In relazione a ciò il compagno Marinko ha ventilato' la proposta di formare commissioni (speciali nei collettivi, iimoarticate di esaminare tutti questi problemi e suggerirne le .soluzioni più appropriate. Intime il compagino Marinko ha toccato i problemi della gestione sociale anche nel commercio, con particolare riguardo ai Cams'iglUdei consumatori, e nel campo della cultura e dell’educazione, specialmente la necessità' di abilitare i consigli scolastici ai problemi, oltre che materiali della scuola, anche a quelli dell’educa-alone ini gemere. PROTESTE IN ITALIA TRIESTE, 18 (Tamjuig) — Gli ex combattenti del Friuli hanno protestato oggi in um comizio a Pordenone contro le sentenze pronunciate martedì slconso dalla Corte d’Assise di Udine a .carico di sei ex partigiani. ranite il pranzo, Tlmperatore etiopico ha pronunciate un brindisi che nelle sue parti più importanti suona così: «Eccellenza, per diverse ragioni voi siete il benvenuto iin Etiopia e questo avvenimento .sì è trasformato in festa popolare. Voi siete il benvenuto anche come il capo stimato di urna grande e nobile nazione, ohe è ammirata da tutto, il mondo e in particolare dall’Etiopia che, come il vostro Paese, ha grandi tradizioni militari e un passato di lotta per Desistenza nazionale. Voi isiiete il benvenuto perchè il popolo etiopico, come tutti gli altri popoli del mando che sono Stati chiamati a difendere la patria col proprio sangue, ammira profondamente i successi militari delì’Ee-cellsmza vostra, il vostro straordinario eroismo .sul campo di battaglia e le difficoltà con le quali il destino vi ha messo a confronto, nonché la vostra incrollabile fiducia nel futuro e nella gloria dei popoli jugoslavi. Vostra Eccellenza è infine benvenuta perchè i due popoli ie i capi dei laro Stati sono uniti da una profonda amicizia senza riserve. In campo intemazionale questa lamicizia si manifesta con una duratura collaborazione . . . Noi speriamo che durante la vostra visita, voi sarete in grado di valutare di persona la sincerità e la profondità della stima e dieli’am-minazione che vi circondano.» Prendendo a sua volta la parola, il Presidente Tito ha detto d’esser commosso dall’accoglienza riservatagli dall’Imperatore, dal Governo e dal popolo etiopico. «Siahbene geograficamente molto distanti — egli , ha detto — ii popoli delTEtiopiia e della Jugoslavia sono vicini l’uno all’altro sia per le lotte sostenute in passato per Tinidipendenza nazionale, sia per la pacifica collaborazione nel mondo.». Il Maresciallo Tito ha .infine espresso, a nome dei popoli jugoslavi, l’augurio che il popolo etiopico possa felicemente prosperare. Nella giornata di venerdì, quindi, ha avuto luogo al teatro «Hailè Se-lassìè» .inaugurato di recente', uno spettacolo folcloristico in onore dell’ospite jugoslavo. Si è poi svolta una paratia militare durante la quale sono .sfilati squadroni di cavalleria, un reparto dell’Aviazione militare, varie unità di fanteria e della Guardia imperiale & infine autoblinde e carri armati. Il corpo diplomatico e le autorità presenti sulla tribuna d’onore insieme ai Carpi dei due Paesi hanno applaudito ripetutamente le forze armate etiopiche. Entusiasta era l’enorme folla che assisteva alla parata. Il Presidiente T.ito ha fatto poi visita ai membri della colonia jugoslava in Etiopia. Molti di essi vivano già da uno o due anni in questo Paesie1. A ricevere il Maresciallo Tito erano i funzionari dell’impresa «Jugio-Etiopia» e della società «Jugo-drva», fra le prime ad allacciare rapporti1 economici col Paese africano. Tra i presenti si notavano i medici jugoslavi dell’o-spedale S-Paolo di Addis Abeba. Uno dei medici1, il dott. Sava Nedeljko-vié, e uno dei due jugoslavi che sono saliti lo scorso anno sulla più alta vetta africana, .il Kilemangiairo, hanno porto al Presidente Tito i saluti della colonia jugoslava. Lo stesso giorno avevano inizio i colloqui ufficiali cui prendevamo parte, oltre ai due Capi di Stato, il Ministro etiopico Cehafa Tezas e il Ministro degli Esteri Aito Akilu Haptevold, l’Ambasciatare jugoslavo in Etiopia, di Segretario di Stato Koča Popovič e il segretario delila presidenza della Repubblica Jože Vilfan. I colloqui, proseguivano anche nella giornata di sabato. Nei circoli autorizzati si dichiara che le conversazioni jugo-etiopiche sono .state franche e molto amichevoli. Sono state esaminate questioni di interesse generale e reciproco. Nei circoli ufficiali della capitale .etiopica si sottolinea che la visita del Presidente della Repubblica Jugoslava darà utili risultati per Tapprofondimento e il rafforzamento della collaborazione jugo-etiopi-ca. Quesfopinione predomina sopratutto lin .seguito ai colloqui di cui dicevamo più sopra. Nei circoli della capitale sii .soggiunge ohe le convers'azioini previste saranno una felice continuaziione di colloqui .iniziati lo scorso amino. dall’Imperatore Hailè Selassiè in Jugoslavia. Ad Addis Abeba si ritiene che Fattuale scambio di opinioni comprenderà un vasi’» settore e si dice che da ambo le parti esiste il desiderio di prestare particolare attenzione alle forme concrete dei rapporti ju-go-e.'topici. Gli etiopici dichiarano che esistono reali premesse per una profonda amicìzia e una vasta collaborazione. Il consolidamento dei vincoli tra Addis Abeba e Belgrado non tornerà utile soltanto ai due Paesi, ma si ripercuoterà favorevolmente sulla situazione internazionale data la politica pacifi ta dei due Governi. Il giornale «Voice of Etiopia», edito in lingua amara e inglese, sotto-linea nel suo editoriale di sabato che la visita del Presidente Tito sarà fruttuosa in vario modo e porterà a un maggiore scambio commerciale fra i due Paesi. Il settimanale governativo «Etiope d’aujourdui», stampato in lingua francese e amara, dedica dal canto suo tutto lo spazio di cui dispone (Continua in IV pagina) IL PROCESSO DI UDINE UN’ INGIURIA all’ antifascismo Dieci anni or sono in un afflato di solidarietà e di comuni ideali, cementati nella comune Lotta di liberazione contro il nazifascismo, il tripudio per la conquistata libertà univa i combattenti del Friuli, della Benecia e della Slovenia. A dieci anni di distanza, all’indomani della sentenza della Corte di Assise di Udine contro i combattenti della divisione garibaldina «Mario Modotti», questa solidarietà e questa unità di lotta non può che trovare conferma in una indignazione comune. Non solo per motivi sentimentali o per ricordi della guerra combattuta fianco a fianco, ma anche per le preoccupazioni e l’indignazione comune agli antifa-fascisti al di qua e al di là dell’I-sonzo. Fatta questa premessa di solidarietà ci siano consentite alcune considerazioni di ordine politico. Non vogliamo richiamarci al testo del Trattato di Pace che vieta la persecuzione giuridica di coloro che combatterono a fianco degli eserciti alleati contro i nazifascisti. Né vogliamo ritornare al richiamo all’opportunità di non inscenare processi del genere, in una fascia di confine dove i comuni ricordi della lotta antifascista sono molto forti. Ricordi, è bene non dimenticarlo, che molta importanza hanno nella comprensione fra i popoli amanti della propria libertà e della pace di tutti. Dobbiamo fare però delle considerazioni politiche non secondarie, dettate dal fatto che tali processi si svolgono in coincidenza con l’entrata dell’Italia nella grande famiglia delle Nazioni Unite. Quanto tale entrata abbia trovato comprensione ed appoggio da parte del nostro paese è superfluo dire. Ma è appunto per ciò che non è possibile non rilevare che le Nazioni Unite sorsero nel 1945 sotto la bandiera della libertà e come conse- L APPORTO DI NUOVI MEMBRI rende l'ONU universale Soldati dell’APJ alle grandi manovre Dopo tre mesi di intenso lavoro si conclude oggi la decima sessione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite. Sono stati dibattuti 70 vari problemi dai più importanti, il disarmo e le nuove ammissioni a quelli d’ordine tecnico e procedurale. Alcuni sono stati risolti, numerosi altri -rimangono all’ordine del giorno della prossima sessione. Fra questi il primo quello del disarmo, che continuerà ad essere dibattuto speriamo in uno spirito di maggior realismo e di maggior comprensione in seno alla sottocommissione composta dai rappresentanti delle quattro grandi potenze più il Canadà. La decima sessione si è iniziata con 60 membri dell’ONU e si è conclusa con 76. L’annoso e importantissimo problema della universalità delle Nazioni Unite è stato finalmente portato a quasi completa soluzione. Ciò malgrado l’assurdo veto al consiglio di sicurezza di quella delegazione di Formosa che usurpa il nome e il seggio di un paese che non rappresenta e grazie alla buona volontà dell’Unione Sovietica che con gesto distensivo e conciliativo ha proposto il ritiro della candidatura della Mongolia esterna e del Giappone sino alla prossima sessione. 16 nazioni Albania, Giordania, Irlanda, Portogallo, Bulgaria, Ungheria, Romania, Austria, Finlandia, Italia, Ceylon, Nepal, Libia, Cambogia, Laos e Spagna sono finalmente alle Nazioni Unite. Le Nazioni Unite sono vicine all’universalità e senza questa qualifica essenziale il massimo consesso in- ternazionale non può essere in grado di affrontare e risolvere concretamente i problemi di importanti settori dello scacchiere mondiale. La Jugsolavia trae particolare motivo di soddisfazione dalla felice soluzione del problema delle nuove ammissioni anche per il fatto che dei 16 paesi sei sono suoi confinanti. Qualcosa di molto importante rimane però ancora da fare per l’universalità dell’ONU, dare alla Cina popolare il proprio legittimo posto e allontanare per sempre la delegazione di Chang Kaj Shek, Quanto questa delegazione possa nuocere alla soluzione dei problemi internazionali, agli sforzi distensivi in atto nel mondo, lo ha dimostrato in modo palese per tutti il veto da essa opposto al consiglio di sicurezza. L’ammissione simultanea dei 16 paesi rappresenta comunque, come dichiarato dal capo della delegazione canadese Paul Martin, una prova di un maggior desiderio di collabo-razione. La decima sessione dell’assemblea generale dell’ONU deve la sua storica importanza anche al fatto che in essa hanno trovato espressione quelle nuove positive aspirazioni che vanno annunciando l’inizio di un’era di pace e di collaborazione. La più importante manifestazione di queste tendenze è stata l’unanime votazione della risoluzione che costituisce l’agenzia internazionale per l’impiego pacifico dell’energia atomica. Immediatamente dopo viene per importanza la costituzione del fondo speciale dell’ONU per lo sviluppo economico dei paesi arretrati. Delle votazioni all’assemblea generale non si può dire che esse obbediscano alle leggi del meccanismo bloccardo. Numerose delegazioni decidono ora in modo indipendente. Le grandi potenze vanno perdendo gradualmente il controllo sui voti dei paesi piccoli e medi il che significa che questi vanno assumendo un ruolo sempre più costruttivo, sempre più importante nella soluzione dei problemi internazionali. Il problema più dibattuto in questa decima sessione è stato quello coloniale, e il dibattito ha dimostrato che Tanti-colonialismo va sempre più affermandosi. E se il problema marocchino è stato tolto dall’ordine del giorno e la delegazione fi (incese ha fatto ritorno all’ONU, ciò è dovuto soltanto al fatto che un tentativo di soluzione del problema tramite negoziati diretti fra le due parti in causa stava avviandosi a conclusione. E’ inoltre convinzione generale che le posizioni delle potenze colonialiste vengono ad essere ulteriormente indebolite dalle nuove 16 ammissioni. 10 almeno delle nuove delegazioni sono dichiaratamente anti-colonia-liste. Odni consuntivo esige una valutazione del positivo e del negativo. In questa decima sessione di negativo vi è stato l’insufficente fiducia reciproca. Se vi fosse stata più fiducia il problema del disarmo avrebbe potuto già essere risolto. guenza della vittoria degli eserciti e dei popoli alleati contro il nazifascismo. Vittoria alla quale hanno contribuito, con la loro lotta e con il loro sangue, i partigiani che oggi si condannano in base ad un articolo di codice penale la cui dizione é rivolta contro i criminali comuni che rappresentano un pericolo per la società umana. «Omicidio pluriaggravato e continuato», questa la formulazione del dispositivo della sentenza che condanna 1 garibaldini della «Mario Modotti»!!! Con ciò la Lotta di liberazione dei popoli viene ridotta ad una questione di profilassi sociale . . . contro chi si è battuto perchè la concezione giuridica ed umana della libertà divenisse una realtà dopo esser stata un’aspirazione motrice della lotta contro il fascismo. Inoltre, processi come quello di Udine trovano enunciazione giuridica, e deprimenti conclusioni penali, proprio mentre, nella nuova atmosfera di distensione internazionale, vengono restituiti alla libertà ed alle loro case gli ex prigionieri di guerra nazifascisti che si resero colpevoli di crimini doppiamente infami per la loro efferatezza e per lo scopo di oppressione e distruzione dei popoli al quale erano diretti. Dunque clemenza — in nome della distensione e della comprensione fra i popoli — per i criminali per i quali IVomicidio pluriaggravato e continuato» fu norma etica nell’oppressione e metodo di guerra contro la libertà dei popoli! Clemenza per loro, clemenza invocata ripetutamente, ma la gogna di un giudizio penale per gli uomini della Guerra di liberazione e della Resistenza antifascista! Nella contrapposizione delle due realtà, la legittimità della protesta e della preoccupazione risalta di per se. Tanto più che i processi contro gli uomini della Resistenza vengono aperti in seguito a denunce private, congegnate nei centri direttivi del fascismo, vecchio e nuovo, al solo scopo di gettare fango sull’antifascismo nel vano tentativo di elevare sull’altare delle vittime gli aguzzini ed i criminali di ieri. Nella speranza che i processi contro i partigiani possano riabilitare, politicamente e moralmente, le vecchie ideologie ed i vecchi metodi di una classe dirigente che ha cambiato camicia, ma non Tanimus. E’ notorio che 1 famigliari di brigatisti neri, di aguzzini della decima Mas e delle varie polizie antipartigiane vengono sollecitati a sporgere de-nuncie destinate a trasformarsi, nei cavilli della procedura giudiziaria, in processi contro la Resistenza. Se una prova fosse mancata, essa è stata offerta dal processo di Udine dove — patrono interessato — l’ex ministro della repubblichetta di Mussolini, Piero Pisenti, è comparso in veste di parte civile in un’aula dove le sue responsabilità gli assegnavano ben altro posto. Questa speculazione del neofascismo non può essere tollerata, né consentita, senza incorrere in un giudizio negativo dei popoli. A svalutare tale nostra affermazione nulla conta la tesi secondo la quale i processi antipartigiani si svolgono nel quadro della «legge». Quadro in cui ogni paese é sovrano. Non vale a diminuire le responsabilità e i timori perchè la «legge» che oggi si invoca contro gli uomini della resistenza in Italia è stata salvata proprio dai condannati di oggi contro l’illegalismo giuridico ed umano di coloro che tentano oggi di riaffiorare dalla palude di vergogna in cui li rilegarono i combattenti della libertà di tutti i popoli in lotta contro il nazifascismo. Popoli che oggi hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di sentirsi preoccupati dai pericoli di rinascita fascista insiti in processi come quello contro i garibaldini della divisione friulana «Mario Modotti». COSTELLAZIONE elettorale in Francia La campagna elettorale per le e-lezioni del 2 gennaio si presenta caratterizzata dall’esistenza di due grandi coalizioni in lizza: il fronte repubblicano di sinistra e la coalizione del centro-destra. A capo della prima stanno Pier Mendes France e Guy Mollet, a capo della seconda Edgard Faure e Antoine Pi-nay, attuali primo ministro e ministro degli esteri. Il fronte repubblicano di centro sinistra riunisce i radicai socialisti di Mendes France, la maggioranza dei socialisti, l’Unione democratica della resistenza e i repubblicano-sociali. La coalizione del centro destra comprende invece la destra radicale capeggiata da Edgard Faure, i moderati, i gollisti, il movimento repubblicano popolare, gli agrari e gli indipendenti di Pinay. Se vogliamo semplificare questo quadro elettorale possiamo affermare che alla ribalta sono soltanto due personalità: Mendes France e Antoine Pinay. Mendes France ha alla base del suo programma la ricostruzione pianificata dell’economia, il rinnovo delle stretture politiche interne, la regolazione della situazione nel nord Africa tramite una coraggiosa politica che riconosca un determinato grado di indipendenza di quelle popolazioni, la regolazione dei rapporti con il Viet Nam, il miglioramento delle relazioni con la Germania occidentale, una politica estera in grado di consolidare l’indipendenza e l’autonomia del paese. Antoine Pinay sostiene una politica conservatrice. Non ha un ben definito programma per l’interno e in politica estera è molto ligio alle ab leanze occidentali ed auspica anche più stretti legami tra Francia e Stati Uniti. Accanto a queste due coalizioni sono ancora due partiti, alla sinistra quello comunista e alla destra il movimento fascista di Pouyade. La direzione del partito comunista ha offerto la propria collaborazione ai socialisti che però l’hanno respinta, malgrado i numerosi punti di contatto dei concreti piani d’azione delle due formazioni politiche. In alcuni dipartimenti tuttavia socialisti e comunisti si presenteranno uniti dato che i radicali di Mendes France si apparentano con i socialisti di Guy Mollet soltanto in 40 dipartimenti. Gli osservatori ritengono che presentandosi da soli i comunisti non ci rimetteranno, anzi potranno guadagnare una trentina di seggi. All’estrema destra troviamo non più De Gaulle, ma il movimento di Pouyade. Questo movimento non può contare su un particolare successo La partecipazione alle elezioni si preannuncia elevata. Nelle liste e-lettorali si sono iscritte anche quelle centinaia di migliaia di cittadini che per parecchi anni hanno rappresentato in Francia la cosiddetta armata degli astenuti. Non sono probabili sostanziali mutamenti nella ripartizione dei seggi all’assemblea nazionale. Tuttavia la prevista alta percentuale alla consultazione dimostra che la Francia desidera un sistema parlamentare più sano e più efficace. U-na recente inchiesta dell’istituto per il sondaggio dell’opinione pubblica ha dato per vincitore Mendes France, l’unico uomo politico del dopoguerra che offre alla Francia la garanzia che i suoi problemi verranno affrontati con energia ed efficacia per il bene del paese e per la collaborazione internazionale. Il Consiglio Atlantico Nessuna decisione di natura tale da far sperare in un mutamento della politica dei suoi membri verso la meta della coesistenza fra i popoli. Questa la constatazione principale che vien fatto di fare in merito al comunicato conclusivo del consiglio atlantico riunitosi a Parigi alla fine della scorsa settimana. Il consiglio atlantico è rimasto attaccato alle vecchie forme. Esso ha continuato a deplorare il cosiddetto «risultato negativo» di Ginevra, ha continuato a chiedere ai suoi membri nuovi sforzi economici per il potenziamento militare; la politica sovietica in Asia è stata poi definita niente meno che «una sfida al mondo libero». Certo è che non poca inquietudine ha destato presso le cancellerie occidentali il successo conseguito dalla diplomazia sovietica in Asia e nel Medio Oriente. Nell’opinione pubblica di questo vasto e importantissimo settore dello scacchiere internazionale le offerte di aiuti economici e tecnici pervenute dall'Unione Sovietica sono state infatti accolte con molto maggior favore della creazione di organizzazioni militari come ad esempio quella del patto di Bagdad che qualcuno ha voluto definire un capolavoro della diplomazia britannica. Comunque questa azione sovietica che più di una offensiva può considerarsi una contro-offensiva, ha prodotto in campo occidentale il positivo risultato di far maggiormente pensare alle misure politiche ed e-conomiche. Se prima abbiamo detto che il patto atlantico sorto come strumento della guerra fredda rimane ancora attaccato alle vecchie formule, dobbiamo tuttavia riconoscere che questa volta a Parigi si è parlato anche da aiuti economici e tecnici all’Asia e al Medio Oriente. Se questa è la risposta degli occidentali a quella che da essi viene definita «una sfida dell’Unione Sovietica», è da sperare che il vantaggio sia sopratutto dei paesi del »attore del Medio Oriente. VERSO LA CONCLUSIONE DELLA STAGIONE DELLA PESCA del settore statale Sviluppo CAPODISTRIA, 19 — 1 motopescherecci delle due imprese per la pesca del distretto di Capodistria, «Riba» di Isola e «Ribič» di Pirano, hanno pescato nei primi dieci mesi di quest’anno 14.700 quintali di pesce. Il primato va all’impresa isolana con 10.670 quintali. Questi dati si riferiscono al periodo fino al 31 ottobre, data coincidente con la chiusura della stagione del pesce azzurro, per la cui pesca la «Riba» é particolarmente attrezzata, disponendo di motopescherecci da 16 metri per la pesca estiva. La «Ribič» invece è attrezzata più per la stagione invernale, disponendo di reti e natanti armati per la pesca a strascico. Il settore peschereccio statale è in continuo sviluppo, colmando rapidamente i vuoti lasciati in questo importante ramo economico dal «trapianto» dei proprietari di pescherecci privati. Nel 1953, infatti, i motopescherecci dell’allora unica impresa statale avevano pescato 6.360 quintali di pesce. Nel 1954 un’altra impresa statale veniva ad aggiungersi alla prima, cosicché il pescato del settore statale raddoppiava raggiungendo i 12.420 quintali. Quest’anno tale limite è stato notevolmente superato già nei primi dieci mesi, per cui si ritiene che a fine dicembre si raggiungeranno i 18 mila quintali, previsti dal piano sociale del distretto per il 1955. L’aumento della produzione della pesca è stato possibile mercé l’armamento di numerosi motopescherecci per conto delle due imprese statali di Isola e Pirano. Le 8 unità della «Riba», delle quali soltanto 5 in piena efficenza, nel 1954, salivano nel 1955 a 16, perfettamente attrezzate per la pesca a saccaleva. UMAGO, 17 dicembre — Uno degli enti che più si fa notare per la sua attività ad Umago è l’Università popolare che costituisce, con i suoi numerosi ed efficenti corsi, il fulcro della vita sociale della cittadina. Chi giunge di sera ad Umago, quando la gente ha concluso le fatiche della giornata, ciò che più lo colpisce sono le finestre illuminate degli edifici scolastici. Nelle aule infatti diecine e diecine di persone occupano di nuovo i banchi di scuola, di nuovo con penne a quaderni in mano: come quand’erano ragazzi. Notevoli successi ha finora registrato l’Università popolare, particolarmente per quanto riguarda i lavoratori, ai quali viene porta attraverso i corsi la possibilità di ottenere una qualificazione che altrimenti non avrebbero. Attualmente sono aperti vari corsi: quello per gli edili conta 50 partecipanti; quello che prepara i tecnici edili agli esami di categoria è frequentato da 10 persone. Sono in preparazione altri corsi per i vari rami dell’industria. Funziona quindi egregiamente un corso di lingua croata e due di lingua tedesca, uno per principianti e l’altro per i già avviati, frequentati rispettivamente da 40 e 8 elementi. Tra poco entrerà in funzione anche un corso di esperanto. Questa molteplice attività dell’Università popolare si allargherà, così da abbracciare, oltre il centro di Umago, anche i villaggi viciniori. Dal canto suo, la Camera di Commercio di Pola, filiale di Umago, ha aperto un corso di abilitazione per i lavoratori del commercio della durata di un biennio. * Sono entrate in funzione nel territorio del Comune di Umago, già ai primi di settembre, le scuole economiche biennali, destinate ai giovani dai 15 ai 18 anni. Il primo anno si chiuderà il 31 marzo prossimo. Nella campagna i risultati sono soddisfacenti, anche perchè la partecipazione della gioventù à assoluta. A Babici, ad esempio, 50 giovani frequentano regolarmente le scuole in questione. Ad Umago, invece, i giovani sono più restii alla regolare partecipazione. Il quadro insegnanti di queste scuole è dato da sanitari, agronomi e tecnici agricoli. Legate all’attività delle scuole, sono pure in preparazione manifestazioni folcloristiche e artistico-culturali. * Proseguono intanto i lavori edili nella costruenda Casa della Cultura di Umago. Nei primi tre mesi dell’anno prossimo potrà entrare in funzione la sala del cinema-teatro. In questi giorni é stato acquistato alla fabbrica «Iskra» di Kranj un cinoproiettore del sistema «vistavi-sion». Apprendiamo infatti che il cinema della Casa di Cultura di U-mago sarà munito di schermo panoramico per le proiezioni col sistema «vistavision». In un secondo tempo e con l’ausilio di opportuni accorgimenti tecnici, potrà venirvi applicato il sistema «Cinemascope». * Hanno avuto luogo domenica scorsa nella varie basi di Umago le elezioni dei nuovi comitati dell’Unione Socialista dei Lavoratori. I comizi preelettorali erano stati tenuti nel corso di alcune riunioni di massa durante le quali si era discusso in modo particolare della nuova politica economica e delle conclusioni del IV Plenum dell’Unione Socialista della Jugoslavia. * Ove non intervengano all’ultimo momento difficoltà tecniche, peraltro in parte previste, verrà oggi estesa l’elettrificazione ai villaggio di Mazuria, Barloi e Bruttia. A festeggiare l’avvenimento, la popolazione dei tre villaggi ha preparato una serie di allegre manifestazioni. * Sono in corso ad Umago le elezioni dei Consigli dei consumatori. La base di Tribie dell’USL ha già votato. Com’é noto, i consigli dei consumatori vengono ad integrare Tapparato delle aziende commerciali allo scopo di dare suggerimenti e consigli sui prezzi, la qualità e il rifornimento delle merci. La piranese «Ribič», costituita appena all’inizio dello scorso anno, dispone attualmente di 15 natanti, 5 dei quali motopescherecci per la pesca al tonno e la caccia sottomarina, 8 per la pesca a saccaleva e 2 battelli frigoriferi da trasporto dalle acque di pesca della Dalmazia I PREPARATIVI PER LE OPERE DI BONIFICA CAPODISTRIA, 15 — Il Consiglio economico del CPD ha discusso martedì sulle opere di bonifica nel golfo, i cui preparativi avranno inizio fra breve. Alla fine di questo mese, infatti, e agli inizi del prossimo arriveranno già dalla Gran Bretagna, dove sono stati ordinati a suo tempo, i macchinari, per cui sarà necessario preparare ogni cosa a puntino per l’inizio dei lavori, fissato inderogabilmente al 1. giugno del prossimo anno. Nel frattempo bisognerà provvedere anche alla messa in funzione immediata della grande draga ad aspirazione, il cui arrivo dalla Gran Bretagna è previsto per il terzo quadrimestre del 1956. Allo scopo bisognerà costruire circa un chilometro di tubature e il pontone portatore, come pure provvedere al personale che vi sarà addetto e che verrà inviato, a spese delle fabbrica fornitrice, a un periodo d’istruzione in Inghilterra. I progetti delle bonifiche sono in fase conclusiva presso l’impresa «Gradis» e anche i lavori di rilevamento e di sonda sono ormai quasi ultimati. A dirigere l’organismo sovrintendente ai lavori è stato designato Petrinja Danilo. Fervono i preparativi per il «Capodanno del bambino». Il comitato promotore ha già deciso che il giorno 30 corrente venga tenuta nei locali della Casa della Cultura di U-mago una fiera del giocattolo. Tutti gli alunni delle scuole elementari saranno condotti a questa fiera e muniti di appositi buoni-regalo con i quali potranno acquistare a proprio piacimento ciò che più desiderano. La fiera è organizzata dalle imprese «Trgopromet», «Istranka», »Knjižara», «Borovo» e dalla Cooperativa agricola generale. UMAGO — Fra qualche giorno l’Ufficio postale si trasferirà nella nuova sede, dove disporrà dei servizi di comunicazione fra i più modero! e di locali adatti. — E’ imminente l’inizio dei lavori per l’adattamento della «Casa rossa» per i pompieri. I mezzi finanziari sono già stati assicurati in gran parte dal Comitato popolare comunale e per il resto lo saranno con i contributi delle aziende economiche maggiormente interessate alla difesa dall’incendio. DIGNANO — Un allevamento di asini per l’esportazione verrà costituito nella fattoria sita nei locali, sistemati allo scopo, delle ex caserme austriache. L’iniziativa è della cooperativa agricola locale. ALBONA, 19 — Albona, Arsia e Santa Domenica formano un solo Comune. Sul suo territorio si contano 65 villaggi e 98 stanzio abitati da 21.796 persone. La superficie1 del Comune comprende 21.198 ettari. Le miniere di carbone rappresentano la base di tutta Teconomia. La produzione annuale di carbone raggiunge, in valore1, i 5 miliardi e mezzo di dinari circa. Quest’anno vengono aperte nuove miniere, vengono meccanizzati ulteriormente i pozzi esistenti e si ampliano le capacità produttive delle officine. Un posto importante hanno anche le cave di bauxite che occupano 775 operai e danno un prodotto lordo annuo di 59 milioni di dinari. Sul territorio del Comune si trovano pure ricchi giacimenti di marmo. Per ora è in sfruttamento una cava; ma in prospettiva verranno investiti notevoli mezzi per la meccanizzazione e l’ulteriore ricerca. Il marmo è di ottima qualità. Nel settore dell’industria assume un pasto di primaria importanza il cementificio di Valmazzinghi il quale si trova in oors'o di rimodernamento totale. Finora, in questa opera di ricostruzione, sono stati investiti circa 5 milioni di dinari in divise estere per l’acquisto di macchinari. L’ulteriore ricostruzione si effettuerà a tappe. Nella centrale (Zara, Sebenico) ai nostri porti. Tutti i natanti sono collegati via radio con le rispettive centrali, rendendo così possibile un efficace funzionamento commerciale. Alcuni motopescherecci dispongono anche di attrezzature per il sondaggio a-custico delle profondità marine. Benché questa innovazione non abbia reso in Adriatico servizi tanto preziosi come nei mari settentrionali, dove può segnalare la presenza di grandi banchi di pesce che nelle nostre acque non ci sono, ha portato tuttavia nuovi elementi alla tecnica della pesca è alla conoscenza ittiologica dell’Adriatico. Dei 14.700 quintali, pescati nel periodo dal gennaio all’ottobre di quest’anno, circa 10 mila sono stati acquistati dagli stabilimenti conservieri di Isola e Capodistria. E’ questo circa un terzo del fabbisogno di pesce fresco dell’industria conserviera del distretto. I rimanenti due terzi sono stati acquistati sui mercati della costa occidentale del-l’Istria e della Dalmazia. Il grande fabbisogno di pesce di quest’industria, tipica della costa istriana in genere, offre grandi possibilità per lo sviluppo ulteriore della flotta peschereccia istriana. Non solo Isola e Pirano, infatti, si sforzano per accrescere il numero dei motopescherecci e migliorare le attrezzature per la pesca, ma ora ci si è messo anche il Comune di Capodistria, che ha intrapreso i primi passi per la sollecita ricostruzione della sua già notevole flotta. Come Pirano alla pesca a strasci-sco, Isola a quella a saccaleva, anche Capodistrla intende orientarsi, almeno per ora, ad un ramo particolare. Il Comitato comunale ha, infatti, l’intenzione di armare una flotta di piccoli natanti da 12 metri, da impiégare principalmente nella pesca nelle acque viciniori (fino a Cittanova). Il compito di questa flottiglia sarà di rifornire di pesce fresco i mercati locali, che negli ultimi tempi accusano una grande mancanza di tale prodotto. Infatti, malgrado la buona annata di pesca nell’estate scorsa e durante quest’autunno, le pescherie del distretto erano sprovviste di pesce, e la situazione permane tale. Nella gara dei conservifici per accaparrarsi il pescato si sacrificava il consumatore che raramente poteva acquistare un po’ di pesce e, quando aveva la fortuna di trovarlo, doveva pagarlo a prezzi di usura, dettati dai piccoli pescatori privati. Per migliorare questo stato di cose sul mercato del pesce al minuto, si sono già intraprese a Pirano, Capodistria e Isola diverse misure. Se, poi, il progetto del Comune di Capodistria, come è da auspicare, venisse quanto prima portato a termine con la istituzione di un’impresa comunale per la pesca, sarà risolta una grave deficenza del mercato peschereccio locale. Alla più sollecità realizzazione dell’iniziativa capodistriana potrebbe contribuire la cessione da parte delle imprese «Riba» e «Ribič», specializzatesi ormai per la pesca d’alto mare, di alcuni piccoli motopescherecci che ad esse non servono più. Qualora ciò avvenisse, sarebbe più facile l’inizio di un’attività socialmente utile, della quale gli abitanti delle cittadine costiere e anche dei centri all’interno hanno grande bisogno. m. prima tappa la fabbrica raggiungerà una produzione di 110,000 tonnellate, e dopo la seconda tappa, cioè e ricostruzione ultimata-, darà 180 mila tonnellate di-cemento alTanno. Oltre a quella del cemento (si indica la possibilità di produrre vari prodotti in cemento, come ad esempio traversine ferroviarie, tubi, pali, ecc. Nel Comune di Albona si trovano attualmente in costruzione il porto di Rabac, la stazione di riparazioni automobilistiche di Piedalbona ed altri obiettivi minerari. L’agricoltura è in corsrf di incremento. L'anno scorso sono stati piantati 14 ettari di frutteti e 20 ettari di vigneti. Con la bonifica della valle dell’Arsa si guadagneranno 3.600 ettari di fertile terra. Sono necessari, all’uopo, 500 milioni di dinari. Le miniere di carbone parteciperanno all’opera con un contributo di 320 milioni. Il Comune di Albona, grazie soprattutto al prodotto lordo dell’economia, che raggiunge complessivamente gli 8 miliardi e 385 milioni di dinari, ha magnifiche prospettive di sviluppo. Già ora, con Un reddito nazionale di 172.00 dinari per abitazione, ess«, rappresenta il Comune economicamente più ricco dellTstria. (e- *•) VITA DELLE NOSTRE LOCALITÀ’ MOLTEPLICI ASPETTI deU'attività a Umago Un’inquadratura disila conca di Portorose ALBONA: IL COMUNE PIU’ RICCO DELLTSTRIA 172 MILA DINARI il reddito per abitante CtuahUt giùuuy ancata . e poi suoneremo la marcia funebre al vecchio e caro 1955. Un nuovo anno prenderà 1 >;uo posto, anno che tutti accoglieremo con gioia, anche se ci invecchia di 365 giorni, e per i cui festeggiamenti ci prepariamo con ansiosa aspettativa. Vetrine addobbate a festa, alberi tradizionali ecc., creano un’atmosfera che esercita un fascino particolare specialmente sui più piccoli. Per essi, anzi, la festa è già cominciata. A partire dal 15 dicembre, rappresentazioni teatrali e cinematografiche si susseguono per la gioia dei bambini di tutte le età. La compagnia del Teatro sloveno di Capodistria si prodiga nel presentare lavori che formano la delizia dei giovanissimi e continuerà a farlo fino a Capodanno. Non mancano neppure le marionette che, inutile dirlo, hanno la piena approvazione del giovane pubblico. Dopo Capodistria, la compagnia teatrale slovena, si esibirà nelle varie località del distretto. L’Associazione Amici dell’ Infanzia sta preparando i soliti pacchi dono per i bambini dei dintorni, mentre invita tutti i genitori a festeggiare il primo giorno dell’anno nuovo in seno alla famiglia in maniera che i piccoli sentano tale data nell’ambito della loro casa. Una mostra, tendente a sviluppare la fantasia dei bambini, verrà allestita dalia «Tecnica mmm i ., * *ßSä Popolare», mentre la «Bor» si è assunta l’impegno di procurare gli alberi che un’apposita commissione (la quale dovrebbe essere composta da volontari) sistemerà in vari punti della cittì. Le singole scuole ed enti poi, provvederanno ad allietare il Capodanno dei loro bambini. Così, ad esempio, l’Unione combattenti penserà ai figli dei caduti, la «Casa del giovane» allestirà una festicciola per i suoi abitanti e offrirà loro uno spettacolo nei locali del Teatro. I bambini che non hanno genitori saranno ospiti dei compagni di scuola su invito delle famiglie degli stessi. TURISMO COSTITUITA A PORTOROSE una Conferenza permanente PORTOROSE, 18 — Si è costituita a Portorose una- Conferenza permanente fra le organizzazioni turistiche del distretto di Capodistria. All’assemblea del nuovo organismo turistico ha presenziato il Presidente della Federazione turistica della Slovenia e Segretario del C. D. .della Lega dei comunisti del distretto di Capodistria, Jakopič Albert — Kajtimir. La conferenza permanente delle organizzazioni turistiche del Capo-distrìano si propone di sviluppare ulteriormente Fattività turistica, quale ramo economicamente specifico del luogo. ---------i CAPODISTRIA — Il dr. Vratuša, segretario particolare di Kardelj, ha tenuto venerdì scorso al Teatro del popolo, gremito di pubblico in ogni ordine di posti, una conferenza sui problemi più attuali della politica estera e Interna. ARSIA — Un nuovo tipo di regolatore di corrente elettrica è stato costruito nelle officine meccaniche della miniera su progetto dell’lng. Mari-novlć. L’apparato, già brevettato, sarà costruito in serie per il nostro mercato che, finora, era costretto a ricorrere all’importazione dall’estero. Con questo brillante risultato personale del giovane ingegnere la gestione della miniera ha registrato un DALLA IV. SESSIONE DEL CPD DI POLA ELEVARE LA PRODUZIONE nuovo successo nello sfruttamento razionale delle officine di Carpano, che già producono in serie armature in ferro per miniere che, oggi, si impiegano su vasta scala nelle sostituzione di quelle in legno. POLA — Il Comitato popolare comunale ha deciso formalmente l’istituzione della Quarta scuola ottennale (Italiana) cittadina. — Le imprese di Pola, Rovigno, Buie e Fiume, gestitrici delle cave istriane, hanno costituito un ufficio di consultazione e rappresentanza comune che ha il compito di facilitare l’aiuto e la collaborazione tecnico professionale reciproca. Primi risultati di questa collaborazione sono l'istituzione di una rappresentanza commerciale comune per l’esportazione e la decisione di provvedere sollecitamente alla meccanizzazione della cava di Cane-gra. — In occasione della settimana del traffico, è rimasta aperta dall’ll al 18 e. m. una speciale mostra didattica, che ha ottenuto un grande successo di visitatori. Nei primi dieci mesi di quest’anno si sono avuti a Pola 37 incidenti, 6 con conseguenze mortali, 9 con feriti gravi e 8 con leggeri, mentre 1 danni materiali oltrepassano il milione di dinari. — Il 26 c. m. si terrà a Pola l’Assemblea annuale del Consiglio sindacale comunale. — Un successo di pubblico senza precedenti ha ottenuto mercoledì scorso la replica dello spettacolo de l’«Ora degli Italiani» al CIC Gramsci. — Si è costituita la settimana scorsa la Società culturale operaia cittadina che conta 360 membri, lavoratori delle fabbriche e dei cantieri. POLA, 17 — Nella recente IV. sessione del CPD di Pola .sono stati esaminati i problemi attuali del distretto. Il Presidente, Dobrič ha toccato quelli generali riguardanti l’attività del CPD. Dopo aver rilevato che la inevitabile necessità di organizzare Tapparato, relativamente alla nuova sistemazione territoriale del (distretto e 'dei comuni, ha prevalentemente ingaggiato l’opera del CPD, il relatore s:i è soffermato più a lungo sui problemi economici, (sociali e culturali. Ecco' quanto ha detto essenzialmente: Il CPD s’i è impegnato a fondo per la realizzazione delle entrate1, riuscendovi sufficentememte (95%). Inoltre sta ora raccogliendo i dati per la compilazione del bilancio 1956, informandosi al principio di ridurre le uscite per attività poco o del tutto improduttive, e quelle finora destinate al istituzioni quali, (Stazioni agricole e vivai, che possono essere finainz^ariamenite autos uffic enti. Non potendosi ancora analizzare dettagliatamente l’esecuziome del piano sociale 1955, è facile però constatare sin d’ora che la produttività del lavoro e l’effetto raggiunto dalla produzione nel distretto di Pola in relazione all’esecuzione del PIRANO, 17 — Dopo un lungo intervallo, ci siamo recati nuovat-mente ai Cantieri di Pirano per informarci, sul pasto, circa l’andamento dei lavori e i problemi che riguardano particolarmente quel collettivo. Il principale di tali problemi, anzi in problema base dei Cantieri in argomento è rappresentato dalla mancanza di macchinario per le lavorazioni in ferro e dalla insufficienza di attrezzi per quelle di legno,- cosicché numerosi operai devono servirsi dei propri. Come esempio classico può essere citata la mancanza fimanico di una gru elettrica. Il macchinario ora in uso è quasi tutto antiquato e poco efficiente causa l’ulsura. Il compressore è insufficiente anche per lé lavorazioni attuali. A tali mancanze vanno aggiunte quelle di locali per uffici e magazzini. Attualmente gli uffici sono divisi in due caseggiati, uno nel recintai del cantiere e l’altro all’e sterno, L’inconveniente di questa suddivisione forzosa è aggravato dalla mancanza di collegamento telefonico fra gli uffici stessi, il che comporta intralcio al lavoro e perdite di tempo non indifferenti. Anche l’arredamento degli uffici lascia alquanto a desiderare. Nel piano per il decorso 1955 erano previsti gli stanziamenti e gli investimenti per rimediare a questo stato di fatto non lusinghiero, ma la mancanza di mezzi non ha consentito quasi nulla di concreto Va notato a questo punto che una parte del macchinario occorrente ai Cantieri può es’sere acquistato' alTdnter-no perchè di produzione nazionale. Nel piano per il 1956 si è tenuto conto di questa situazione, confidando che nel nuovo1 anno saranno accordati imezzi che consentano ai Cantieri uno sviluppo' corrispondente alle ordinazioni in continuo aumento'. Le flotte pescherecce sono in pieno sviluppo, T Azienda marittima di Pirano sta ingraradendosii. Ne deriva che i Cantieri devono trovarsi in grado idi sopperire alle occorrenze slia delle flotte che dell’Azienda le cui navi abbisogneranno di riparazioni ed altro, quale è il caso del piroscafo «Gorenska» riparato di recente nei cantieri. Non appare fuori luogo accennare al fatto che pure da Trieste provengono ai Cantieri di Pirano offerte per la fornitura di natanti in legno-. Attualmente .il numero degli operai occupati nei cantieri supera i duecento. Lei crisi che si profilavano con Taibbandomo del loro posto di lavoro da parte degli illusi e dei cercatori di «migliore fortuna!», sono state non s'olo superate, ma l’effetto lavorativo risulta aumentato,. Fra i tanti lavori effettuati dai Cantieri, citiamo la costruzione di 6 pie1-scherecci per il Distretto, di una maoma per Fiume, la già menzionata riparazione del «Gorenska», la riparazione di alcuni natanti della piano sociale, sono rimasti abbastanza indietro nei confronti dell’aumento del fondo paghe: A un aumento dèi reddito pubblico del 13% corrisponde, infatti, Taumento del 21% del fondo- paghe. Le ragioni di questa sproporzione vanno ricercate soprattutto: nell’esistenza in quasi ogni azienda di molti" posti di lavoro improduttivi e nella mancanza di uno sfruttamento d-elTorario lavorativo; nelle defi-cenze di organizzazione del processo produttivo con particolare riguardo alFinsufficente sfruttamento delle capacità dei mezzi di produzione, ossia alla mancanza fra le aziende di una fattiva cooperazione nella produzione. Problemi a parte .sono rappresentati poi dalla copertura idei deficit negli obiettivi passivi con il guadagno di quelli attivi di una stessa azienda, cosa del tutto antieconomica, che si riscontra in ispeeie fra le Cooperative a-gricole generali, e gli investimenti di. carattere locale, i cui mezzi venivano finora impiegati spesso senza una seria valutazione del tornaconto economico; lo sfruttamento irrazionale dei fondi finanziari in a-gricoltura e alcune uscite superflue. Relativamente ai problemi della produzione si è rilevato pure che Marina da guerra e delle aziende pescherecce. L’ammon(tare /degli, dnvestimenti previsti nel piano per il 1956 si aggira sui 70 milioni di dinari che non appaiono una cifra esagerata quando si tenga conto che dal 1945 all’ottobre 1954 ben pochi sono stati gli investimenti per i Cantieri, dato che non era stata ancora decisa la sorte di questo territorio, che gli stabilimenti per Tindustria conserviera del pesce: di Isola lavorano solo con il 50% del loro potenziale, che manca una flotta costiera e che le spiagge turistiche istriane sono solo in parte collegate col vecchio «Portorož». In questo caso si tratta di investimenti per il rimodernamento e il potenziamento di Cantieri già e-sistenti e in funzione, non già- di fabbriche da costruire ex novo, quindi di investimenti il cui frutto è immediato. Dato che le direttive vigenti .in materia di investimenti tendono precisamente a questo scopo, tutto da a credere che gli investimenti attesi dai Cantieri di P.irano saranno cosa fatta mel-l’amno entrante. FIUME, 19 — Oltre un miliardo, per l’esattezza 1.173,000.000 di dinari, sono stati spesi quest’anno per la costruzione di alloggi. Le abitazioni già ultimate sono 115, mentre altre 334 sono in via di esserlo fra breve. Il fondo alloggi cittadino, che nonostante tutto quanto si è costruito nel doppoguerra è ancor ben lontano dal supplire alle sempre crescenti esigenze, verrà così notevolmente allargato. Per inciso diremo che, dal 1945 al 1954, si sono costruiti a nuovo o adattati radicalmente circa 1.500 alloggi per una spesa aggirantesi attorno ai 3 miliardi e mezzo di dinari, il che con quello dell’anno in corso porta il numero delle abitazioni cittadine alla notevole cifra di 18.330 (5.058 edifici). Osservando le cifre alla luce dell’effetto ottenuto si può subito rilevare che, con uno sforzo finanziario di simili proporzioni, si dovevano ottenere migliori risultati. E le ragioni di ciò vanno ricercate nell’irrazionalità delle costruzioni, i cui progetti, invece di adeguarsi, come sarebbe logico, al principio osservato altrove e cioè dare al popolo il maggior numero di abitazioni comode e a buon prezzo, seguono criteri troppo individuali, con una marcata tendenza allo spreco di mezzi. Il costo medio di un alloggio, a dar retta alle cifre di quest’anno, si aggira sui 3 milioni, ma conside- Ie aziende economiche trascurano . il problema .specifico dell’istruzione professionale, cosa ohe potrebbero fare invece con successo tramite stipendi a scopo di studio. Parecchi miglioramenti, e in iispe-cie un ridimensionamento dei cri-.ter) di ass'egnazione degli aiuti e degli stipendi, dovranno essere apportati nel campo deilTassistenza sociale e sanitaria. La (sessione del CPD ha eletto, fra l’altro, il Consiglio per l’agricoltura e le foraste, mentre i vicepresidenti Fleg, e Vranjican hanno parlato, sul sistema di lavoro del-f’amminis,trazione degli organi dei Comitati popolari e delle assemblee degli elettori, il primo, e sui problemi del mercato agricolo, il se oonido. Relativamente a quest’ultimo problema, il vicepresidente del CPD, Vranjican ha richiamato l’attenzione dei delegati sulle deficenze del mercato agricolo e sulle misure da adottare subito per sanare la situazione, in primo luogo la messa in pratica di misure adeguate affinchè de Cooperative agricole, secondo le recenti disposizioni legali in materia, venganoi messe in grado di assumersi l’incarico degli acquisti, provvedendo nello stesso tempo ac-chè fra esse e la rete commercialte, alTinigrosso ,e al minuto, sia regolato celermente e quanto più effiea-cementei il problema delle contrattazioni preventive. D’altra parte, in previsione del potenzi amento degli acquisti, che renderà possibile un movimento del mercato agricolo molto più grande- (il 60% in più dello (Scorso ammo), bisognerà intraprendere le più efficaci misure per l’elevamento della produzione agricola, non tanto con nuovi investimenti, quanto con lo sfruttamento massimo delle possibilità e delle riserve esistenti. Allo scapo bisognerà compiere ogni sforzo per assicurare agli agricoltori sementi di qualità, concimi chimici e letame, aniticrittogamici, mazzi di produzione moderni, organizzare servizi efficenti, coordinare e Sfruttare meglio l’industria di riproduzione e, soprattutto far sì che le cooperative agricola divengano l’agente primo e elemento fondamentale della produzione agricola. Del pari sarà necessàrio potenziare la rete commerciale, sia al-Tiwgrosso che al minuto. Per il commercio del vino, sia per quanto riguarda Tacquiisto come per la vendita sul mercato interno ed e-sterno, s’arà1 incaricata la nuova a-zienida, sorta dalla fusione dell’«I-stra Vino» con la «Vino export». Al miglioramento del commercio contribuiranno poi le fiere periodiche, da organizzarsi nei centri maggiori. ti- rando che un certo numero di abitazioni «popolari» (quelle di via Mi-lanovič e via Trieste) viene a costare meno di due milioni ciascuna, il costo medio dei rimanenti va di parecchio oltre i 3. Senza tema di sbagliare molto, possiamo liberamente dire 4. Il che pecca molto, in eccesso, tenuto conto delle possibilità del momento e, in difetto, nei confronti delle relative impellenti necessità. Siccome questa tendenza a spendere molto (con i soldi degli altri!) è una caratteristica generale dei nostri costruttori, già messi di fronte agli alti prezzi del materiale edilizio e del costo della manodopera, dovuto quest’ultimo all’ancor scarsa meccanizzazione del lavoro, bisogna introdurre, immediatamente e radicalmente, nuovi criteri nell’approvazione dei progetti, appunto secondo il principio suaccennato. Il problema dell’alloggio é elemento integrante, diremmo anzi, decisivo per l’elevamento del tenore di vita della popolazione. Per questo motivo, a una giusta politica d’investimento dei mezzi che tenga conto tanto delle possibilità quanto delle necessità e di conseguenza, inasprisca il concetto dell’economicità delle costruzioni, deve informare costantemente l’opera degli organi responsabili e mobilitare la nostra opinione pubblica, evidentemente la più interessata. e. AI CANTIERI DI PIRANO PROBLEMA CENTRALE: MODERNIZZARE GLI IMPIANTI NON SOLO A FIUME INASPRIRE IL CONCETTO dell’economicità nelle costruzioni — ROVIGNO — I pescatori della cooperativa «R. Devescovi» hanno organizzato in queetl giorni una caccia ai delfini che, quest’anno particolarmente numerosi, danneggiano molto la pesca, uccidendone 10. — Oltre 3 mila bambini riceveranno il pacco dono per il Capodanno presso le organizzazioni capillari dell’Unione socialista. — Il gruppo artistico del Ginnasio italiano ha concluso un giro nelle località interne dellTstria, rappresentando con grande successo a Dignano e Albona l’eporetta «La piccola Olandese». — Sono iniziati i lavori per l’erezione del monumento ai Caduti, alto 10 metri e rivestito di lastre in marmo bianco, che sorgerà in piazza Valdi-bora. — Fra la seconda metà del mese corrente e il 15 gennaio prossimo avranno luogo le Assemblee annuali delie organizzazioni capillari dell1 U-nione socialista, dell’Associazione combattenti e della Gioventù popolari. Il Tribunale di Pola ha esaminato recentemente il caso di Biasol Nicola, da Dignano, il quale, contrariamente alle disposizioni di legge, non esitava a tagliare parte del suo bosco, provocando un grande danno all'economia forestale. Giudicato colpevole, il Biasol è stato condannato alla pena pe-cunaria di dinari 4000. La stessa pena è stata inflitta a Sto-ković Ruža, di Orihi (comune di Dignano) per essersi resa colpevole del medesimo reato. * Il trentacinquenne Gobbo Guglielmo, operaio presso il cantiere navale «Scoglio Olivi» di Pola, è stato arrestato per aver più volte asportato del materiale di proprietà del cantiere. L’ultima volta, però, gli è andata male, facendosi pescare con del filo di rame avvolto attorno al corpo. Dovrà scontare quattro mesi di prigione. RADIO CAPODISTRIA (dal 20 al 26 dicembre) MARTEDÌ’, 20 — 6.15: Notiziario —• 12: Ritmi e canzoni — 12.30: Notiziario — 12.45: Il problema del giorno — 17: Oggi da noi e nel mondo — 17.10: Notiziario polese — 17.30: Il romanzo alla radio — 18: Galleria musicale: Pagine Haydniane — 18.40: Musica leggera — 19: Notiziario — 19.15: Lo sport — 22.30 e 23.40: Musica da ballo. MERCOLEDÌ’, 21 — 6.15: Notiziario — 11: L’angolo dei ragazzi — n.30: Canta il coro dell’Armata popolare jugoslava di Belgrado — 11.45: Musica operettistica — 12.30: Notiziario — 12.45: Il problema del giorno — 17: Oggi da noi e nel mondo — 17.15: Le più belle canzoni richieste — 18: Galleria del nostro paese; Il risorgimento sloveno e macedone — 19: Notiziario — 22.30 e 23.40: Musica da ballo. GIOVEDÌ’, 22 — 6.15: Notiziario — 12 e 12.50: Musica per voi — 17: Oggi da noi e nel mondo — 17.35: Palcoscenico musicale: Dalla colonna sonora del film «Rose Marie» — 18: Nella giornata dell’Armata popolare jugoslava — 18.15: Concerto del giovedì: Nicolò Paganini e František Sor — 19: Notiziario — 22.30 e 23.40: Musica da balio. VENERDÌ’, 23 — 6.15: Notiziario — 12 e 12.50: Musica per voi — 17: Oggi da noi e nel mondo — 17.15: Mosaico musicale — 18: Dal mondo del lavoro — 18.40: Appuntamento con l’opera — 19: Notiziario — 22.30 e 23.10: Musica da ballo. SABATO, 24 — 8.15: Notiziario — 12 e 12.50: Musica per voi — 17: Oggi da noi e nel mondo — 17.30: Le cariatidi della musica contemporanea: B. Bartok — 18.25: Canzoni popolari nel mondo — 19: Notiziario — 22.30 e 23.40: Musica da ballo. DOMENICA, 25 — 7.15: Notiziario — 10: Mattinata musicale — 10.30: La donna e la casa — 11: Concerto sinfonico domenicale — 12 e 12.45: Musica per voi — 17.15: Nostro scenario: «Confessione a Francesca», radiodramma di Vittorio Calviero — 19: Notiziario — 22: La domenica sportiva — 22.10 e 23.10: Musica da ballo. LUNEDI’, 26 — 6.15: Notiziario — 12 e 12.50: Musica per voi — 17: Oggi da noi e nei mondo — 17.30: La trottola: radiogiornale per i ragazzi — 18: Finestra musicale — 18.40: Solisti al microfono — 19: Notiziario — 22.30: Musica da balio — 23.10: Canta Rudi Schuricke. Autori jugoslavi tradotti in Italia Nel numero precedente, fornendo un quadro schematico delle opere letterarie, in prosa e in poesia, nonché teatrali di autori classici e moderni italiani, tradotte nelle lingue dei popoli jugoslavi, abbiamo rilevato che tali opere sono numerose. Ora, tracciando un quadro inverso, ossia delle opere di autori jugoslavi tradotte in Italia e che del pari contribuiscono alla reciproca conoscenza fra i popoli jugoslavi e il popolo italiano, possiamo premettere che non meno numerose risultano le opere di autori jugoslavi tradotte in Italia, j Dell’Ottocento croato gli Italiani hanno conosciuto non solo il più celebre lirico, Pietro Preradović, ma anche il più classico epico, Ivan Mažuranić e il più popolare romanziere, August Senoa. Il classico poemetto «La morte di Smail Aga Cen-gić» del Mažuranić é stato tradotto in italiano due volte nell’Ottocento e una volta nel Novecento. La più recente versione dello, stesso poemetto é stata pubblicata a Genova nel 1949. In una serie di articoli pubblicati nel «Corriere di Trieste» Umberto Urbani ha lumeggiato non solo la figura del bano-poeta Ivan Mažuranić, ma pure quella di suo nipote Ivan Mažuranić e di Ivana Mažuranić. Del primo ha pubblicato la novella «Le donne più belle del mondo», della seconda alcune delle celebri «Favole antiche», che meritarono all’autrice il titolo di Andersen della Croazia. L’edizione integrale di «Favole antiche» verrà pubblicata dalla «Marzocco» di Firenze. Il dott. Franjo Trograničić, traduttore del poemetto di Ivan Mažuranić, ha pubblicato nella sua versione anche i bozzetti del nipote «Dall’alba al tramonto» e, di recente, le «Poesie» del poeta croato Vladimir Vidrić. Tredici anni dopo la prima versione italiana del precitato poemetto, il lettore italiano ha potuto conoscere anche il più grande romanziere croato, August Senoa. Fu nel 1882 che il giovane spalatino Bego pubblicò a Bologna «Il garofano dalla tomba del poeta», che deve essere molto caro sopratutto agli sloveni perchè il garofano, che la gentile Neža donò al romanziere croato era cresciuto a Kranj, sulla tomba di France Prešeren. Domenico Santagata, animatore dell’Acoedemia di Bologna, rileva nell’introduzione che basta leggere e rileggere il racconto del Senoa per rettificare ogni idea sui croati, il cui solo nome era divenuto in Italia ingrato finché essi erano serviti da strumento della odiosa politica del «divide et impera» per tenere l’ Italia soggiogata dal dominio straniero. Il raguseo Ivo Vojnovič aveva fatto conoscere già nel 1904 l’auto-versione italiana della prima parte della «Trilogia Ragusea». Nel 1935 lo «Istituto Romano Editoriale» pubblicò il dramma «La signora dal girasole» del Vojnovič precitato. Sempre del Vojnovič, uscì in italiano anche il quarto canto di «La morte della madre dei Jugovič», dedicato all’esercito serbo liberatore. Del dott. Ante Trešić-Pavičić sono usciti in italiano i quattro drammi della tetralogia romana «Finis rei-publicae». Il poemetto di Jela Spi-riđonović-Savić «Pergamene del fratello in Cristo stratonico» uscì a Trieste nel 1927 e così la versione di «Sangue impuro» (Nečista krv) di Borisav Stankovič, pure a Trieste nel 1928. Milan Begović è il solo drammaturgo jugoslavo, che fece una breve apparizione nel 1924 a Roma, dove venne rappresentato il suo «Avventurieri davanti la porta». Del Begović vennero tradotti anche «Volo nuziale» e «Senza il terzo». A Trieste è uscita nel 1929 anche «La cronaca di Visoko», pubblicata da Umberto Urbani sotto il titolo «Streghe e demoni». Nel 1937 uscirono a Milano «I fuochi di S. Giovanni» di France Bevk e alcune novelle serbo-croate, raccolte sotto il titolo della novella di Ivo Andrić «Il ponte sulla Zeta». La versione integrale del classico poema nazionale (Gorski vijenac) «Serbo della montagna», di Pietro II. Petrovič Njegoš, pubblicata nel 1939 a Milano, ottenne un grande successo in Italia. Il prof. Enrico Damiani, morto recentemente, nel suo «Avviamento agli studi slavistici in Italia» segnalava per lo studio della letteratura serbo-croata, lavori in italiano di Ivan Trinko «Storia politica letteraria ed artistica della Jugoslavia». (Ivan Trinko, figlio della Benecia, nato e vissuto in Italia, può considerarsi uno fra i più grandi divulgatori in Italia della cultura jugoslava e slava in generale, sia come autore che come traduttore delle altrui opere. Fra l’altro, egli compilò anche una grammatica per la conoscenza della lingua slovena.) Segnalava inoltre i lavori di Maver: «Ivo Vojnovič»; di Cronia: «Lazar Lazarevič» e di Umberto Urbani: «Scrittori Jugoslavi». Per lo studio della letteratura slovena, lo stesso Damiani citava nella «Enciclopedia italiana» la già menzionata «Storia» del Trinko; di A. Cronia: «Oton Župančič»; lo studio di Bartolomeo Calvi: «Il crisantemo bianco», ossia Ivan Cankar e la critica. Per la storia della letteratura slovena il Damiani cita la «Zgodovina slovenskega slovstva» del Glaser, quella del Kidrič e il «Pregled slovenskega slovstva» di Anton Slodnjak. Nel 1942 la Reale Accademia d’Italia ha pubblicato il volume «Italia e Croazia» che, oltre a saggi di diversi autori, contiene scritti di Maver sulla «Letteratura croata in rapporto alla letteratura italiana»; di Cronia «Notizie italiane intorno alla Croazia e ai Croati». Lungo per noi e noioso per i lettori sarebbe citare tutti i poeti croati le cui poesie, tradotte in italiano, uscirono nella varie riviste, rassegne ed antologie italiane. Vennero pubblicate liriche di Djuro Arnold, del Preradović, del Radičevič, del Jovanovič, del Bagović, del Ce-tinec, di Silvio Strahimir Kraniče-vić ecc. Il grande poeta croato Vladimir Nazor, pubblicò in riviste italiane molte autoversioni liriche. Merita un cenno speciale la «Nuova rassegna di letterature moderne», edita a Firenze dal 1903 al 1908, che, per la storia della slavistica in Italia, fu una miniera. Essa, nella rubrica speciale per la letteratura serbo-croata, pubblicò l’intero ciclo di Kosovo e fra i moderni, il bozzetto storico di Josip Kosor «Bontà slava». Petar Preradović, il maggiore lirico croato del secolo scorso, venne tradotto anche da Ivan Kusar. Nel libro «Poeti jugoslavi del Rinascimento», pubblicato a Trieste figurano, tradotte dal Kusar, sette poesie del Preradović e quattordici del poeta sloveno Kette. Nel volume «Poeti croati moderni», pubblicato da Garzanti a Milano nel 1942, il dott. Luigi Salvini, ha fatto seguire ad una ampia illustrazione della lirica croata moderna, ben 135 liriche di 60 poeti croati, da Antun Gustav Matos, Milan Begović, Vladimir Nazor e Miroslav Krleža ai più giovani, tra i quali troviamo Olinko Delorko, Antun Nizeteo, il fiumano Josip Velebit, lo spalatino Drago Ivaniševič. Da segnalare ancora fra le traduzioni di maggior mole «Sempreverde e rosmarino», dello stesso Salvini. (Continua) ATTUALITÀ’ Il Maresciallo Tito, Comandante supremo del-l’APJ, passa in rivista un reparto di artiglieria. GARANZIA DELL’INDIPENDENZA DEL PAESE E DELLA PACIFICA EDIFICAZIONE SOCIALISTA L’APJ-ARMATA MODERNA Sono passati 14 anni dal 22 dicembre 1941, quando il Maresciallo Tito formò la I. brigata proletaria. Questo era il primo passo alla formazione di unità regolari, alla formazione delila nuova Armata popolare jugoslava. Sotto la guida appunto del compagno Tito, i nostri popoli creano per la prima volta nella loro storia un’autentica Armata popolare. E l’Armata realizza uno dei più importanti fattori della lotta di liberazione, ias'oe da questa lotta con un inconfondibile carattere popolare e rivoluzionario. Questo carattere ha infine offerto la possibilità all’Armata di registrare Un enorme sviluppo in dieci anni di pacifica attività. Dieci anni di faticoso lavoro dei nostri popoli e dei nostri dirigenti, volto al rafforzamento della nostra Armata, hanno dato veramente grandi risultati. Raro o quasi unico è il caso di un popolo, di un Paese che sia riuscito a potenziare come il nostro, attraverso enormi difficoltà, la forza del proprio esercito. Subito dopo la liberazione bisognava (rinnovare il Paese distrutto bisognava crearsi un’industria e tutto un sistema di elettrificazione. In altre parole, bisognava trarre il Paese da una secai arie depressione. E nello stesso tempo era necessario potenziare le forze armate, creare i quadri dirigenti e l’industria militare. Questa non era una strada facile; e appunto per questo la libertà e l’indipendenza del Paese venivano a dipendere sempre di più dalla vigile pnelstanza dell’Armata. In questi dieci armi dunque le Mezzi corazzati dell’APJ alle grandi manovre forze armate jugoslave hanno protetto iil libero sviluppo del Paese. Questo era anche il ruolo d,i esse, e tutto ciò che è stato fatto per potenziarla, è stato fatto proprio in questo senso. Oggi c.i sono al servizio dell’Armata 75 accademie e‘scuole militari per la preparazione e la specializzazione degli ufficiali e disi cadetti. Ci Sono poi numerosi corsi tecnici quali quello cartografico e astronomico, quelli per i radar e 'le torpèdini, ecc. Un’alta percentuale degli ufficiali è passata fino« ra attraverso 2 -3 accadiemie o scuole militari. Se subito dopo la liberazione soltanto il 4% degli ufficiali proveniva dalle scuole militari, oggi la totalità dei quadri è in possesso della fondamentale preparazione scolastico-m,iltare. Questo significa che l’apparato dirigente dell’Armata è senz'altro preparato dal lato tecnico e che può portare a termine tutti d compiti che gli vengono affidati. Nei trascorsi dieci anni l’Armata è divenuta una moderna forza militare. Anche per quanto riguarda ristruziome, questa viene impartita con i metodi più moderni, dalle dimostrazioni pratiche ai films. E i-noltre è nata dal niente tutta una industria militare. Nella vecchia Jugoslavia non. c’era neppure una fabbrica ohe lavorasse per l'eserciito, ed ora ben 50 complessi industriali forniscono di mezzi bellici l’Annata. I soldati jugoslavi dispongono di armi che vanno dal fucile ai più complicati ordigni: alerei a reazione, navi, carri armati, cannoni. Tutto ciò è in esperte mani, in mani che sono state sottoposte a una lunga preparazione. Le varie manovre che l’Armata ha tenuto hanno dimostrato che i quadri odierni corrispondono perfettamente allo scopo e secondo le esigenze della più moderna tecnica militare. Il cammino percorso dalle forze armate jugoslave ci sembrerà ancora maggiore se si considera in che sitato esse erano alla fine del- IL CERCHIO DI E. WALLACE — Io direi che non verrà giù dal camino — disse ~ Yale, vedendo che l’ispettore se ne preoccupava. — Ora, se vogliamo fare le cose a dovere, sarà meglio che passiamo nell’altra camera e che chiudiamo quest’uscio. Così dicendo, chiuse a chiave la porta che metteva nel corridoio. Parr e Sandro passarono nell’ufficio e chiusero a chiave l’uscio dello studio nel quale rimaneva Yale. Stettero in silenzio. Udirono che Yale si muoveva nello studio, e si metteva a sedere. L’ora si avvicinava. Poi un rumore venne: un rumore strano, sordo, come se Yale si fosse lasciato pesantemente cadere sopra una sedia. Perr saltò in piedi. — Che è stato? — gridò. — Nulla di male — rispose la voce di Yale. — Ho inciampato in qualche cosa . . . Stiano quieti. Si misero a sedere per altri cinque minuti; poi Parr chiamò: — Che c’è di nuovo Yale? Nessuno rispose. — Yale — egli chiamò più forte — mi sente? Non vi fu risposta, e Parr, scagliandosi bruscamente contro l’uscio, ne ruppe il chiavistello e si precipitò nello studio, seguito da Sandro. Disteso sul pavimento, coi polsi tra le manette, le caviglie strette con corregge e una tovaglia sulla faccia, giaceva lungo e tirato Leonardo Yale. La finestra era apertà, e nell’aria c’era un forte odore di etere e di cloroformio. La busta coi biglietti di banca che avevano veduta sullo scrittoio era scomparsa. L’ispettore Parr si chinò e strappò dalla faccia di Yale il tovagliolo bagnato di narcotico. Questi aprì gli occhi e si guardò intorno. — Che c’è? — domandò, con la lingua spessa. — E’ quello che vorrei sapere anch’io — gli rispose Parr, sospirando. — Chi sa di dove se ne saranno andati? Yale scosse la testa. — Non lo so, non lo posso ricordare — disse. — La porta è chiusa? Sandro corse alla porta: era chiusa, con la chiave all’interno; non potevano essere usciti da quella parte. Ma la finestra era aperta . . . Parr lo aveva subito notato, appena era entrato nella camera. Vi corse e guardò giù: vi era un bel salto di circa ottanta piedi, e nessun segno nè di una scala nè di un qualunque altro mezzo di fuga. — Non so cosa sia successo — riprese a dire Yale, quando si fu alquanto rimesso. — Me ne stavo qui seduto, quando all’improvviso mi hanno gettato sulla faccia un panno e mi sono sentito afferrare da due mani tanto poderose, che non ho potuto resistere; prima che potessi dibattermi o gridare, ho perduto i sensi. — Ha udito quando l’ho chiamato? — chiese Parr. L’altro scosse la testa: — Non ricordo più nulla dal momento in cui mi hanno gettato sulla faccia quella tovaglia fino a quando mi hanno trovato qui. In tutta la mia carriera, non mi sono trovato mai di fronte a un mistero simile. Debbo andar subito a render conto del-l’avvenuto al signor Froyant — aggiunse alzandosi lentamente — e lei, signor Parr, farebbe bene a venire con me per darmi il suo appoggio morale. Mi attendo di trovare quel vecchio su tutte le furie . . . Lasciarono lo studio tutti insieme. Yale chiuse i due usci e se ne mise le chiavi in tasca. * Ora l’ufficio di Yale era silenzioso e deserto. Dieci minuti dopo che il rumore dell’ascensore aveva segnalato la partenza dei tre amici, questo silenzio fù rotto dallo scatto di una serratura; i battenti del grande armadio nello studio si aprirono lentamente, e ne venne fuori Anna Drummond. Chiuse l’armadio e, un po’ perplessa, stette un momento a contemplare la stanza. Poi si tolse di tasca una chiave, aprì l’uscio, uscì nel corridoio e richiuse dal di fuori. Non chiamò l’ascensore; all’estremità del corridoio c’era una scaletta' che serviva solo al guardiano del palazzo per accedere al suo alloggio al piano superiore. Anna discese questa scaletta; In fondo c’era, una porta che comunicava col cortile del fabbricato attiguo; l’aperse, uscì nella strada e subito si confuse tra una folla di commesse e d’impiegati i quali, diretti alle loro case, in quell’ora ingombravano il marciapiede. * La Banca delle Società Commerciali è autorizzata a offrire una ricompensa di 10.000 sterline a chi sarà in grado di dare informazioni che possano condurre all’arresto e alla condanna del capo della banda conosciuta col nome di «Cerchio Rosso». Oltre a questa ricompensa, il Segretario di Stato promette piena impunità (a meno che non si sia già reso colpevole di reati di sangue) a qualunque membro della banda stessa che voglia fornire le informazioni e le prove necessarie per la punizione dell’uomo o della donna che impersona il «Cerchio Rosso». Ad ogni fermata tranviaria, alle vetrine di tutti gli uffici postali, in tutti i posti di polizia questo annunzio spiccava stampato in rosso. Leonardo Yale lo vide mentre si recava al suo studio, lo lesse e passò oltre, domandandosi quale effetto farebbe sopra 1 minori membri della banda alla quale dava la caccia. Anna Drummond lo lesse dall’alto di un omnibus, ad una fermata dove il veicolo si arrestò per raccogliere un passeggero, e sorrise enigmaticamente. Ma lo stesso avviso fece ben altra impressione sopra Anseimo Froyant: leggendolo, le sue guance si colorirono, i suol occhi si ravvivarono e parve quasi ringiovanire. Lo aveva letto per istrada ed era subito ritornato a casa di corsa. Quivi, chiuso nel suo studio, prese da un cassetto del suo scrittoio l’elenco che egli aveva compilato con diligenza, diremmo quasi con passione, di tutti ì numeri di biglietti di banca che il «Cerchio Rosso» gli aveva portati via; ne fece di suo pugno un’altra copia e la indirizzò, insieme ad una sua lettera, a un famoso studio di procuratori che egli sapeva specializzato nella ricerca dei valori perduti o rubati. Il giorno dopo, la ditta Heggit, che aveva già reso qualche utile servizio al signor Froyant, mandò a visitarlo uno dei suoi soci, il signor Giacomo Heggit, ometto ancor gagliardo, ma affetto da un incurabile e molesto raffreddore. — Ho avuto la sua lettera, signor Froyant — disse egli — e posso assicurarla che questi biglietti ben difficilmente saranno rimessi in circolazione coi mezzi generalmente qui adoperati. Fatto è che il migliore degli specialisti per questo genere di operazioni... è scomparso; perciò non faccio offesa a nessuno se ora lo nomino . . . — Chi era? — domandò Froyant avidamente. — Brabazon — rispose l’ometto. L’altro rimase a bocca aperta. — Appunto — confermò Heggit. — Si può dire che, in tutta Londra, non c’è stato altri che abbia fatto tanti affari in denaro rubato. E che cosa devo fare, signor Froyant, se rintraccio uno dei suoi biglietti e scopro la persona che lo ha rimesso in circolazione? — Deve darmene immediatamente avviso — rispose Froyant — a me e a nessun altro. Ma badi che queste sono cose dalle quali può dipendere la mia vita: se, per una combinazione qualunque, il «Cerchio Rosso» viene a sapere che mi adopero per ricuperare il mio denaro, per me non ci sarà più nessuna via di scampo. PINO TOMA2IC TRIESTE, 18 — Una commemorazione solenne del 14. anniversario della morte gloriosa di Pino Tomažič e dei suoi compagni sotto il piombo del plotone d’esecuzione fascista si è svolta, sotto gli auspici dell’Associazione partigiani di Trieste, al Poligono di tiro di Opčine, sui luogo dell’esecuzione. nati alla vita civile: 18.606 meccanici; 60.172 minatori; 6.085 elettricisti; 69.444 autisti; 208.413 telefonisti; 16.113 cantabili; 27.822 infermieri; 82.753 qualificati dèi vari rami. I sanitari dell’Armata hanno dedicato 410.111 ore alla prevenzione delle malattie infettive fra la popolazione. Il servizio veterinario militare si è occupato del bestiame di singoli contadini e di cooperati« ve per complessive 1,307.485 ore. Nelle accademie medico-militari e negli ospedali dell’Armata sono sitati curati dal 1949 al 1954 ben 95.384 cittadini. Per concluderle, bisogna notare che il rafforzamento dell’Armata jugoslava ha contribuito al prestigio del nostro Paese nel mondo. Con una tale forza armata è sitato possibile assicurare il successo aglj sforzi della Jugoslavia nel mondo, sforzi intesi1 ad assicurare la pace e la libera coesistenza tra i popoli. Pertanto l’Armata rimane il fedele alleato di tutti coloro che rispettano la pace e isi battono per la pace. Essa esiste per servire la pace e il progresso. DANE KNEŽEVIĆ maggiore dell’APJ PROBLEMI DEL MERCATO DEI PRODOTTI AGRICOLI la guerra, quando disponevano praticamente di soli trofei militari. Alla efficienza dell’Armata si affida oggi non solo il nostro popolo, ma anche1 altri popoli di pacifici Paesi. Dal 1945 ad oggi molta cura è andata alla preparazionie politico-morale dei militari. Sono state così trasmesse in media osgni anno circa 1 milione di informazioni varie, si sono avute 700 mila conferenze sui vari rami della tecnica, della ecien-za e della vita sociale del Paese. Alcune diecine di migliaia di ufficiali, sottufficiali e soldati hanno sostenuto con successo gli esami di preparazione poliitico-iideologica. Nelle varie Case dell’Anmata sono state tenute fino alla fine del 1953 intorno a 50 mila «serate» comprendenti concerti, letture di lirica e di prosa, recite e spettacoli vari. Dal 1945 ad oggi l’Armata ha fornito di istruzione scolastica 405.513 soldati analfabeti. Potremmo continuare ad allineare cifre su cifre: sulle visite ai musei, alle gallerie d’arte, ai cinema, sulle competizioni sportive e sui concorsi vari; e tuttavia non riusciremmo ugualmente a dare una Idea precisa dellìemorme attività che ferve in igeino all’Armata al fine di formare la personalità di soldato e di cittadino dei suoi- appartenenti. Oltre ad avere perfettamente corrisposto al sluo principale compito — quello della difesa della patria — l’Armata ha notevolmente contribuito alla edificazione socialista del Paese. Dal 1945 ad ogga i soldati jugoslavi hanno offerto alla ricostruzione 156,539.516 ore di lavoro. Le unità dell’Armata si sono particolarmente prodigate nel cancellare i segni della guerra, n-el-l’edificare nuovi ponti, strade e ferrovie, caserme, stadi, edifici vari. Molti esempi dimostrano inoltre che ,i soldati jugoslavi sì sono sempre trovati ai primi posti quando si trattava di.salvare beni e persone da incendi, allagamenti, frane. L’Armata ha infine porto un altro grande aiuto all’economia del Paese specializzando circa mezzo milione di soldati che sono poi tor- I. Il movimento discordante dell’offerta in rapporto alle aumentate necessità, la mancanza dello sviluo-po di una base materiale e tecnica, un'organizzazione non sufficen-temente moderna e la penuria delle riserve alimentari, ecco le cause della tendenza al rialzo dei prezzi e della mancanza di stabilità sul nostro mercato dei prodotti agricoli! La tendenza al rialzo costituisce, dunque, la caratteristica fondamentale nel movimento dei preizzi dei prodotti agricoli su un mercato dove la legge della domanda e dell’offerta gioca liberamente. Qualora si osservi più da vicino la fluttuazione dei prezzi da qualche anno in qua, prendendo come base quelli realizzati dai produttori agricoli con la vendita dei loro prodotti alla rete commerciale, all’industria e agli altri maggiori consumatori ai prezzi cosidetti «d’acquisto aU’ingrosiSio», o direttamente ai consumatori individuali sul mercato al minuto, si constata che il livello generale dei prezzi dei prodotti agricoli segue la media realizzata dai produttori, come è indicato qui sotto: Indice 1953 1954 1955 (base 1938 = 100) 1550 1729 1961 (base 1952 = 100) 113 126 143 Questi dati sono calcolati sul sopravanzo normale del mercato di ogni anno, di una stima, cioè, dell’a li-quota del sopravanzo negoziato dai produttori sia con il mercato all’ingrasso, sia direttamente sul mercato al minuto. Se poi c.i si vuol rendere conto del movimento «netto» dei prez- zi, non tenendo cioè conto dell’in-flueniza esercitata dai mutamenti dei rapporti fra il mercato all’ingrasso e quello al minuto, si otterrà il seguente movimento di prezzi: Indice 1953 1954 1955 (base 1952 = 100) 103 113 130 ■ Ciò significa che il livello generale idei prezzi dei prodotti agricoli accusa, nel periodo 1953—55, un rialzo del circa 40%; se, naturalmente, isi tien conto del movimento nella struttura del Sopravanzo del mercato, ossia valutando a circa il 30% il movimento «netto» dei prezzi. I prodluttoiii agricoli,, nel 1952, hanno venduto i loro prodotti 13,7 volta e nel 1955, secondo una stima approssimativa, 19,6 volte più cari in rapporto al 1938 . Il movimento dei prezzi non è stato uniforme per tutte le categorie dji prodotti agricoli, nemmeno per certi generi pregi singolarmente. Ecco com(e appaiono ,gli indici, stabiliti per anno, secondo la struttura del mere alto : sopravanzo dei Indice prezzi 1953 1954 1955 Cereali 101 112 135 Piante industr. 108 115 130 Piante alim. 78 81 89 Foraggi 87 81 131 Frutta 105 168 130 Uva 101 166 112 Allevamento 116 134 154 Questa diversità di movimento dei prezzi ha provocato delle modifiche ■nei rapporti paritetici dei prezzi dei prodotti, agricoli, influendo non soltanto sul livello generale dei prezzi, ma anche sulla produzione agricola come tale. Osservando il movimento di questi rapporti e paragonandolo alla situazione d’anteguerra, confrontando cioè gli indici di movimento in rapporto al 1938 e valutando a 100 il livello generale dei prezzi dei prodotti agricoli, si ottiene la seguente tabella: 1953 1954 1955 Cereali 98 97 104- Piante industr. 85 81 :>i Piante alim. 114 106 102 Foraggi 93 81 116 Uva 78 114 69 Frutta 80 115 78 Allevamento 108 112 114 Possiamo completare questo Stl- dio sulla fluttuazione dei prezzi paritetici nei confronti del 1838 in base agli stessi prezzi realizzati dai produttori, esaminando separamen-te la paritetioità dei prezzi d’acquisto all’ingrosso e di quelli del mercato al minuto. Diverse misure influiscono, in effetti, più marcata-mente s'ui prezzi della rete distributrice, che non su quelli del mercato. In realtà sono i prezzi del mercato a correggere .sovente la pariteticità stessa, e non è raro il caso che compensino l’eccessivo prezzo pagato dalla rete camme ciale ai produttori. La tabella seguente permette di vedere singolarmente il movimento della pariteticità dei prezzi d’acquisto airingross'o e di quelli del mercato di consumo: S s a s © o l/ì o g o -4-» p tfl O p s s- W) fi Ut W) fi Ut bl) fi i fi 1—1 fi H-1 1953 1954 1955 Cereali 92 117 87 122 94 123 Piante ind. 83 — 79 — 79 — Piante al. 124 108 110 105 111 96 Foraggi 90 133 73 120 106 159 Frutta 77 84 119 111 74 87 Uva 71 86 110 123 69 69 Allevam. 107 110 110 113 113 115 Il lato più caratteristico del movimento dei prezzi dei prodotti a-gricoli dopo che il mercato è divenuto più libero è il regresso del la pariteticità dei cereali e delle piante industriali, accompagnato da un miglioramento costante della pariteticità dei prezzi dell’allevamento del bestiame. (Continua) Scambi culturali italo-jugoslavi STUDENTI DI ZAGABRIA OSPITI A VENEZIA Su invito del Teatro studentesco «Ca’Foscari» di Venezia, i bravi componenti dell’As soci azioni? universitaria «I. G. Kovačič» di Zagabria, sono stati ospiti, nei primi giorni di questo mese, in quella città. La mesisa in scena dei due lavori del commediografo cinquecentista Marin Držič, «Tripče de Utolče» e «Novela od Stanca», ha a-vuto luogo con grande successo. Il folto pubblico dei presenti ila applaudito calorosamente anche a scena aperta, i bravissimi interpreti zagabresi e la stampa non ha mancato di commentare favorevolmente i due spettacoli, mentre la RAI ha dedicato loro ben due ua-smissìoni. Il Teatro studendestoo di Zagabria si è cimentato, in questa occasione, con un genere che gli è del tutto muovo, abituato com’era ad autori moderni. L’esito, però, non ha deluso. Riportiamo un commento de «Il Gazzettino»: «... le commedie sono state recitate con brio ed abilità. Se dovessimo lodare i migliori ci troveremmo piuttosto imbarazzati in quanto tutti gli attori meritano un sincero «bravo» . . .». PAOLO SILVERI CANTERA’ IN JUGOSLAVIA L’«Otello» e il «Rigoletto» avranno in questi giorni, al Teatro del Popolo di Zagabria, un eccezionale interprete: Paolo Silveri, che più volte ospite dei maggiori teatri lirici del mondo, è considerato uno dei migliori cantanti del nastro tempo. Ad un giornalista che lo intervistava, Silveri ha dichiarato: «Nel-tebbraio del 1956 festeggerò il dodicesimo anniversario del mio debutto. Ho studiato canto presso la ’ Scuola musicale di Arezzo e al conservatorio di S. Cecilia. Dopo aver ottenuto il primo posto a un grande concorso lirico di Roma, le scritture cominciarono a piovere dappertutto . . .» Dopo aver commentato con entusiasmo il piazzamento ai primi tre posti dei nostri cori ad Arezzo, Silveri ha detto: «E’ con particolare piacere che vengo da voi. Ho sentito parlare molto di Zagabria e del suo pubblico. Mia suocera, Alda Alloro, un tempo famosa cantante, è stata ospite 30 anni fa dell’Opera di Zagabria e me ne ha parlato con sincero entusiasmo». ir caleidoscopio NON LICET JOVI LA POLIZIA stradale di Amsterdam ia messo giorni fa in contravvenzione deputato al Parlamento olandese, 3. S. Posthumus, fermato mentre in automobile percorreva a grande velocità una delle vie centrali della città, mettendo in serio pericolo l’inco-umità dei passanti. In tasca gli è stato trovato il testo di un discorso che avrebbe dovuto pronunciare il giorno dopo in Parlamento, dal tema «II, traffico automobilistico e la sicurezza dei cittadini». E’ proprio il caso di dire: non licet Jovi! LA FAME E’ CATTIVA CONSIGLIERA CERTA STAMPA in Italia, facendo rumorosa eco a quella vaticana, continua a fare una grande propaganda sulla miracolosa apparizione del Cristo all’attuale Papa Pio XII., durante la grave malattia da cui fu affetto circa un anno fa e che lo portò quasi in fin di vita. La visione papale ebbe per effetto — così si afferma — la guarigione immediata. Si grida, dunque, al miracolo su quella stampa che, a quell’epoca ne ascriveva il merito alla scienza medica, in particolare al prof. Paoluccl il quale, sostituiti In tutta fretta i medici che fino allora non erano riusciti a curare l’infermo, seppe ben diagnosticare la natura del male e eliminarlo radicalmente. Ecco cosa diceva allora lo stesso prof. Paolucci In un’intervista al «Figaro»: «Il Papa stava morendo letteralmente di fame. La cosa era molto pericolosa, tuttavia, a dir così, semplicissima: bisognava nutrire l’infermo con una dieta appropriata. Lo feci, e ciò è tutto». Il pericolo stava dunque nella denutrizione dell’organismo che, per il mal di stomaco, non poteva ricevere il cibo. Nulla di più facile, quindi, che se Papa Pacelli sostiene di aver visto effettivamente il Cristo in persona, la fame e la debolezza gii abbiano giocato un brutto scherzo. Tanto, i miracoli — anche se ascoppio ritardato — sembrano divenuti ormai sintomi della febbre elettorale (In Italia ci saranno presto le elezioni!), la quale ultima è frutto della fame ... di voti che, come ogni fame, è sempre cattiva consigliera! L’ATTIVITÀ’ DEGLI UCCELLATORI POLESI UNO SCRICCHIOLO da Parenzo al Congo POLA, dicembre — Gli uccelli si dipartono dai luoghi natii non appena la stagione comincia a guastarsi, facendo presagire che le rigidità invernali sono ormai vicine. C’è della gente appassionata che si interessa della vita, delle abitudini, dei cambiamenti e delle migrazioni delle migliaia di specie di volatili che cinguettano tra le fronde in primavera. Questa gente, oltre a soddisfare una propria bella passione, collabora con gli istituti statali ortonologici e quest’ultimi, al di sopra di tutti i confini, si fanno pervenire dati di studio. Parliamo oggi degli uccellatori, i quali ogni certo periodo fissano ad una zampetta dei volatile un piccolo anello con il numero e lo rilasciano in libertà. In base ai dati che fornirà l’uccellatore africano, indiano e spagnolo che cattura il pennuto contrassegnato, sapremo i «corsi» degli uccelli. Questo è un campo interessantissimo di studio. Ci siamo recati in questi giorni da Gino Giotta, uno dei tre uccellatori polesi che fanno l’uccellagione per diletto e studio e non per scopi commerciali. Da questo appassionato, che pratica l’attività da 25 anni, abbiamo avuto dati a sufficenza. * Un bravo uccellatore conosce o-gni specie d’uccello della zona in cui è attivo; appena lo ha catturato sa subito, oltre al sesso e le caratteristiche, se questo pennuto sarà un buon cantatore o potrà fare buona razza, ecc. E sa anche, dal colore della uova deposte nei nidi (che troveremo a terra, nei cespugli, nelle incavature della roccia e dei tronchi d’albero oltre che sui rami) se appartengono a questo o a Attlee si è ritirato Com’è noto, il leader laburista Attle si è ritirato dalla massima carica del partito imitando così il vecchio rivale Churchill andato in riposo alcuni mesi prima. Attlee a-veva studiato al famoso istituto di Winchester ed infine a Oxford. Convertitosi al socialismo giovanissimo, divenne poi professore di scienze sociali alla London Economie School. Assurto alla massima carica del partito laburista, Attlee doveva pilotarlo con estrema abilità durante l’ultima guerra. Conclusosi il conflitto, egli portava nelle successive elezioni il partito alla vittoria, ma una nuova consultazione toglieva ai laburisti le redini della politica inglese. Clement Attlee a colloquio con un socialista africano quell’uccelletto; utile se insettivoro (dal cosidetto becco gentile); dannoso per i campi se granivoro. A Pola, Antonio Radollović pratica l’uccellagione da 60 anni. Lino Serdoz da 40 e Gino Giotta da 25. Nelle abitazioni di questi tre appassionati si trovano decine di gabbie e gabbiette, occupate di cinguettanti uccelletti d’ogni specie e colore. Essi richiedono amorevoli cure e trattamenti diversi, gran pazienza ed esperienza. Giotta ad e-sempio ha una vetrina di canarini, tra i quali quelli «veri», ossia al primo stadio puro (verdi), poi quelli gialli, che «imbarstandendosi» diventano anche rossi. Uccellare non è facile, nè accessibile a chi non ha pazienza, costanza ed amore per i volatili. Qui vogliamo parlare degli uccellatori onesti, come i tre succitati, per i quali non è sacrificio, ma diletto, l’attendere per ore sotto le fronde, con uccelli di richiamo in piccole gabbiette, o tremare di freddo d’inverno accanto ai laghetti gelati, finché i pennuti non si attaccano al vischio o finiscono nelle reti (come si usa generalmente nel Buiese). * Nel 1953 da noi veniva catturata un’ anitra selvatica che 17 anni prima era stata contrassegnata in Russia, sulle rive del Don. In questo modo si é stabilito il limite massimo d’età d’un esemplare del genere. Per descrivere poi la velocità del piccolissimo scricchiolo, quell’uccellino che durante l’inverno squittisce e saltella sulle siepi senza scoprirsi, basta citare il caso di un membro di questa specie contrassegnato nel 1894 in Istria e rilasciato in una pineta di Parenzo. Dopo tre giorni lo stesso scricchiolo veniva catturato da un missionario olandese nel Congo Belga, nel cuore dell’Africa! Esso ha volato quindi senza soste giorno e notte ... Oltre al merlo bianco catturato sul Monte Maggiore e contrassegnato al piccolo Zoo di Fiume, in Istria non sono stati rari i casi di altre stranezze ortonologiche, scoperte grazie all’opera di sconosciuti uccellatori, nelle mani dei quali sono caduti verdoni (o cadenzuoli) con la testa bianca oppure con il becco di pappagallo, passeri con le ali bianche. NellTstria sono rimasti attaccati al vischio i «venturoni», ba stardi tra i canarini, (lasciati in libertà 100 anni fa vicino all’isola d’Elba dall’equipaggio di una nave che affondava) ed altri uccelli. Interessante notare che lucarini, fringuelli, cardellini e peppole giungono a cinguettare nei nostri boschi dopo essere nati sulle alte montagne della Germania. D’inverno, a grandi branchi essi si spostano verso il Miditerraneo. C’è poi il caso del cosidetto «ortolano», dai colori sgargianti, che nasce nelle Indie e si trasferisce in «viaggio di nozze» sino da noi, per riprendere a fine stagione la lunga via del ritorno alla yungla indiana. Ed è frequentando gli sconosciuti amatori dell’ortonologia che si vien di famiglia con cento piccoli segreti della vita-dei pennuti e ci si appassiona, come altri si innamorano della filatelia, degli scacchi o della pesca. Fra tutte le passioncelle extralavorative della nostra gente, questa della uccellazione è una delle più sconosciute ma, in compenso, delle più interessanti. R. Farina * ★ ***** LE RUGHE DEL MONDO Debellata la tubercolosi? Si apprende da New York che un nuovo sistema geochimico per determinare l’età di località occupate in passato dall’uomo è stato suggerito dai professori Sokoloff e Carter dell’Università John Hopkins di Baltimora. I due scienziati ritengono che questo loro metodo sia applicabile a posti che risalgono a oltre venticinquemila anni or sono e la cui età non potrebbe quindi essere determinata col metodo del contenuto radio-carbonico del dottor Libby. Il nuovo sistema geochimico è basato sul. fatto che nelle località occupate dall’uomo il terreno si altera in seguito ai rifiuti che vengono lasciati dagli occupanti. Il tipo dei rifiuti varia a seconda dei diversi tipi di cibi e di occupazioni umane nei diversi periodi. Ciò porta ad alternazioni del terreno che sono differenti per ogni periodo, e si può perciò determinare l’epoca alla quale una data località é stata occupata dall’uomo in base alle quantità addizionali di rame, zinco, fosforo, azoto o altri elementi chimici che sono contenuti in quel terreno. Il confronto va fatto con terreni vicini, di uguale carattere geologico, rimasti disabitati. I due scienziati dell’Università Hopkins osservano che questo loro metodo può dare soltanto risultati approssimativi, poiché gli elementi provenienti dai rifiuti si disperdono lentamente, e tale dispersione non è costante, ma varia a secónda del clima, della topografia e di altri fattori. Con questo metodo non è quindi possibile determinare con e-sattezza l’età di una località. Ma — dicono i due scienziati — si può senz’altro determinare se l’età di una data .località preistorica si avvicini più ai centomila anni, o ai diecimila, o ai mille. Oltre a ciò, il metodo geochimico può servire per controllare l’esatezza di una stima fatta con altro metodo. Ad esempio, in certi casi gli archeologi determinano l’età di un sito dal tipo o dalla forma di vasi e altri oggetti lasciati dagli uomini che occupavano la località. In tali casi il metodo geochimico può essere impiegato per accertare l’esattezza della stima. Studi più approfonditi saranno necessari prima di poter impiegare il metodo geochimico con un minimo di sicurezza nei suoi risultati. Secondo i due scienziati, tali studi dovrebbero permettere l’adozione del loro sistema per quei casi in cui le località in esame fossero fuori del Tessuti a prova di bomba raggio d’età degli altri metodi d’accertamento. Gli studiosi australiani hanno lavorato con successo alla preparazione di una nuova droga, alla quale hanno dato il nome di «Ve-razide», e che è ritenuta la più perfetta di quante finora trovate, per la cura della tubercolosi. Il «vera-zide» verrà provato sugli esseri u-mani a partire del prossimo anno. Finora, tutti gli esperimenti fatti sono stati soddisfacenti. Il merito della scoperta và al prof. S. Rubbo, decano all’Università battereologica di Melbourne, e al prof, di chimica organica presso l’Università di Sydney, dr. J. Cy-merman-Craig. In una sua dichiarazione del 16 novembre, il professor Rubbo aveva detto che, in caso di successo, e non ci sono dubbi circa il successo, la nuova medicina verrà data in forma di pastiglie a quegli individui che si sospetteranno ammalati di tisi. In caso di tubercolosi polmonare, la medicina servirà ad arrestare il processo di sviluppo della malattia. Grazie al «verazide», la cura della tubercolosi verrà accorciata dal periodo di un anno a tre mesi e, col tempo, si riuscirà certamente a sradicare completamente la malattia. Durante una recente sfilata di modelli a Londra, venne offerto un bicchiere di vino nero alla nota attrice inglese Dora Bryan. Essa ne bevve un sorso, mentre il resto del liquido si versò sul bellissimo abito che la diva indossava. Le donne presenti trattennero il fiato, norfo-stante sapessero che Dora portava un abito fatto di un nuovo tessuto sul quale l’acqua e i più disparati liquidi nulla possono. Un.formi varie, abiti da cavallerizzi, pantaloni da scii, bluse, vestiti per uomo, pellicce, maglie di lana, abiti da sera, da tennis, da sposa ecc., tutti preparati mediante il nuovo processo detto dray-sil, sono stati presentati dalle indossatrici. Il nuovo preparato è stato sottoposto alla prova di 50 liquidi dei quali soltanto uno sarebbe stato sufficiente per causare la rovina di un tessuto normale. Gli studiosi hanno dichiarato che continueranno a lavorare in questo senso con la speranza di riuscire pure a sfruttare il ritrovato in maniera da impedire ai colori di sbiadire sotto l’influenza di gas. WS§, . . . e il richiamo è sempre forte. Ogni anno accorrono sui campi di neve frotte di giovani entusiasti. Purtroppo quest’inverno ci ha dato per ora pochissima neve e solo in alcune località. Nelle altre gli sportivi e gli appassionati attendono con impazienza. Si teme anche che l’assenza di neve pregiudichi le gare tradizionali di ogni stagione. RATTI ED ALTRE COSE NELLA KRAJINA „VOGLIO SPOSARE UN UOMO SPOSATO“ Nei villaggi della Krajina è quasi impossibile trovare un uomo che non si sia sposato almeno due volte. ' Succede anche che gli uomini, in base ad accordi, sii scambiano le loro mogli. Èsse possono protestare quanto vogliono: la volontà" dei mariti vince sempre. La Krajina «difende» i suoi vecchi costumi. Inutilmente esiste la legge sul matrimoniò. Nei soli comuni di Cazin, Velika Kladuša e Pečigrad, cinca 500 persone vivono aelsieme illegalmente, isenza contare poi coloro che lo fanno di nascosto. E' quasi il caso di domandarsi se in quelle regioni ci sia u-na soia coppia sposata .regolarmente. Le ragazze della Krajina, nelle loro canzoni, dicono di volersi sposare con un -uomo ammogliato per far dispetto .alla di lui . consorte. Proprio così: Esse fanno a gara a chi riesce a sposare un maggior numero di volte un uomo già sposato. E i mariti? D.i solito vivono con la moglie finché non consumano i beni che questa possiede. Certi, addirittura, oltre alia moglie, hanno qualche vedova, divorziata o ragazza . . . Qualche esmepio? Nel villaggio di Tržaška Raštela, c’erano lo scorso anno 6 scapoli che vivevano con donne maritate, 2 uomini sposati che vivevano con 2 donne di altri mariti, e così via. Un uomo della Velika Kladuša scacciò la moglie con tre bambini e si prese una vedova con quattro figli. Da questa ebbe altri due bambini. Dopo un certo periodo, scacciò la donna, e richiamò presto di sè la prima e i tre figli. A Kamarica, M. K. ha nella propria casa, oltre alla moglie, tre bamibirii illegittimi. Gli organi popolari distrettuali, in collaborazione con le organizzazioni di massa, tentano di porre rimedio a questo strano modo di vivere. Chi ne soffre maggiormente sono i figli ;i quali, a un certo punto, vanno a vivere a carico della comunità. Problema non indifferente è pure lo sperpero dei beni appartenenti per legge ai figli. Una vedova del villaggio di Pod-zvizd ha venduto, nel 1954, la vacca, ,i mobili, i prodotti agricoli ecc. di proprietà elei suoi cinque figli. I bambini non ne hanno avuto niente; flutto il denaro è stato consumato per il mantenimento ed i piaceri dell’amante, probabilmente perchè se ne andasse prima. Kata Kaj-dié ha venduto la terra dei figli per 80.000 dinari che poi spese per l’illegale marito. Ci vorrebbe troppo spazio per enumerare tutti i casi del genere. Ci sono villaggi nei quali le- ragazze diventano madri già all'età di 14 anni. In certi casi si tratta più di commercio che di matrimonio. Lo sposalizio viene deciso dai genitori quando la ragazza è appena nata. Nel comune di Poljan- ska la maggior parte dei matrimoni avviene in seguito al rapimento della ragazza. Non è per niente insolito vedere un gruppo di giovanotti, o di anziani, entrare in una cas'a durante la notte e rapire la ragazza che vi abita, senza curarsi delle proteste dei genitori. Il ratto, del resto, può avvenire pure in chiesa, alla domenica. Tutto ciò è considerato perfettamente normale, ed è rarissimo il caso in cui ia ragazza dichiari in tribunale, se in tribunale si giunge, eh? ha subito violenza in quanto ormai non le resta che adattarsi al nuovo stato di cose. Riporteremo due esempi in cui la Difesa Popolare dovette intervenire. Un gruppo di amici aveva rapito una ragazza del villagigio di Pala. Il Tribunale di Sarajevo condannò lo «sposo» a 7 mesi di carcere con la condizionale per un anno . . . Nel villaggio di Modro Polje, una ragazza, avendo saputo che si preparavano a rapirla, fuggì dalla chiesa nella quale si trovava. Gli amici del «pretendente» si recarono alla sua ricerca muniti di coltelli. Nella cas'a dove la . ragazza fu trovata, scoppiò una violenta zuffa. Ben diverso è il caso in cui la ragazza ama il giovanotto e vorrebbe sposarlo, ma i genitori non glielo permettono. Allora il rapimento viene inscenato. CAMPIONATO JUGOSLAVO SQUADRE NUOVE battuto U Trgovački di Pola U Radnički da! formidabile Cm Zvezda I RISULTATI BSK — Željezničar 3:3 Radnički — Crvena Zvezda 0:2 Vojvodina — Spartak 2:2 Velež — Dinamo 6:1 Sarajevo — Partizan 0:4 LA CLASSIFICA Crvena zvezda 13 7 6 0 24:9 20 Partizan 13 9 2 2 34:16 20 Radnički 13 8 3 2 35:19 19 Velež 13 5 4 4 24:21 14 Sarajevo 13 6 2 5 22:24 14 Dinamo 12 5 3 4 21:22 13 Budučnost 13 5 3 5 23:26 13 Vojvodina 13 3 6 4 26:22 12 Hajduk 13 3 4 6 25:23 12 BSK 13 3 4 6 21:25 10 Spartak 12 3 3 6 18:27 9 Zagreb 13 4 0 9 24:25 8 Željezničar 11 2 3 6 16:23 7 Proleter 13 3 1 9 19:50 7 La meraviglia del campionato, il Radnički di Belgrado, dopo ben sette successi consecutivi, è caduto proprio quando stava per cogliere in pieno i frutti del proprio gioco nell’ultima giornata del girone di andata. La Crvena zvezda, sfoderando un gioco già da tempo non visto allo stadio belgradese, è riuscita ad imporsi meritatamente ad un Radnički che si è battuto a denti stretti dal primo ail’ultimo minuto, cercando di resistere con tutti i mezzi alla superiorità tecnica e territoriale degli avversari, ma costretto alla fine a cadere, anche se in piedi, davanti alla grande squadra, che ha deliziato i 30.000 presenti. Ma se il successo della Crvena zvezda, sebbene non dato per certo al cento per cento, non ha sorpreso gli ambienti sportivi, quello conseguito dall’altra squadra belgradese, Partizan, ha, stupefatto tutti ed è servito a confermare che il Partizan, dopo il periodo iniziale incerto, ha ritrovato la giusta carburazione. Contro il Sarajevo, con Milutinovič espulso, è riuscito con grande facilità ad infilare quattro reti, dimostrandosi ben preparato in vista dei prossimi incontri con il Real di Madrid per la Coppa Europa. Alla gioia delle squadre belgradesi, che hanno conquistato i primi tre posli della classifica, fa riscontro la magra figura delle squadre croate. La Dinamo è stata travolta a Mostar, mentre l’Hajdult si è guadagnato i due punti senza punto ferire contro lo Proleter, squalificato collettivamente per ben quattro mesi. Regolari i risultati di parità fra BSK — željezničar e Vojvodina — Spartak. Causa la squalifica, comprensibile pure la vittoria di 3:0 p. f. della Budućnost contro lo Zagreb. Ecco ora alcuni brevi cenni di cronaca sull’ultima giornata del girone di andata: CRVENA ZVEZDA — RADNICKI 2:0 (0:0). Il derby belgradese fra le due maggiori aspiranti al titolo di campione 'di inverno si è concluso con la poco aspettata ma meritata vittoria della Crvena zvezda la quale ha così infranto la serie delle sette vittorie consecutive infilate dal Radnički. Proprio quando stava per assaggiare la dolcezza della vittoria nella prima parte del campionato, la squadra rivelazione delllan-nata è caduta. Malgrado la netta ed .inquivoca-bile sconfitta, il Radnički non ha però deluso i numerosi spettatori. Infatti contro la Zvezda domenica non c’era nulla da fare. Davanti ad essa sarebbero cadute anche squadre di mole più grande, tanto bello, estroso ed irresistibile era il gioco praticato dai compagni di Mitič. Ed è stato proprio l’anziano, ma sempre valido Mitič il punto di forza della isiquadra, l’dmiziatone’ di tutte le azioni ed il nocchiero di una squadra che non chiedeva altro che di essere ben guidata ed i-spirata. Il Radnički - ha dimostrato di essere una gran bella squadra, forte in tutti i reparti e sicura di un grande avvenire. La partita è stata molto bella. La Crvena zvezda ha dominato nettamente in campo, costringendo il Radnički ad una estenuante difesa. Per ben 65’ è durato l'aisiaaltó di Toplak e compagni alila fortezza di Ljujič. Alla fine amch’esisa ha dovuto capitolare. Zivanovic, su azione personale, dopo aver superato due avversari, da posizione quasi impossibile ad una decina di metri dalla porta avversaria, faceva partire un tiro che batteva nettamente Ljujič, -invano proteso nel tentativo di parata. Eravamo al 20’ della ripresa. Otto minuti più tardi Ljubenovič atterrava Toplak in area. Rigore e secondo goal della Zvezda realizzato da Tasič. Arbitro Ivanovski di Skoplje. Spettatori 30.000. PARTIZAN — SARAJEVO 4:0 (1:0). Continuando nella serie dei risultati positivi il Partizan è rìù- CALCIO INTERNAZIONALE 2:1 (1:0) Domenica scorsa si sono incontrate allo stadio olimpico di Roma le nazionali di Italia e Germania per l’undicesima volta. Agli ordini dell’arbitro inglese Ellis le due squadre sono scese in campo nelle seguenti formazioni: ITALIA: Viola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato, Boni-perti, Montico, Virgili, Pivatelli, Frignani. GERMANIA: Herkanrath, Posipal, Schmidt, Eckel, Liebrich, May, Rahn, F. Walter, Stollenwerk, Schaefer. NOTE: Terreno in condizioni perfette. Nella ripresa l’Italia faceva entrare al posto di Pivatelli, Burini. Davanti alle 100.000 persone che gremivano ogni serie di posti dell’olimpico di Roma, l’Italia è riuscita a vincere pure questa volta contro i campioni del mondo della Germania. Vittori dunque in campo azzurro, ma vittoria amara, perchè non frutto di un’indiscutibile superiorità, ma solo di circostanze che vorremmo chiamare fortunate, che hanno permesso a Boniperti di segnare, dopo che la Germania si trovava già in svantaggio di una rete per una banale autorete del mediano May. L’incontro non ha entusiasmato il pubblico e non ha convinto i tecnici. Gli azzurri hanno avuto un buon primo tempo, ma non hanno fatto vedere nulla di buono, oltre che una grande forza di volontà ed una combattività senza precedenti. Poche, meglio ancora rare le azioni di qualche pregio tecnico. Dopo essere passata insperatamente in vantaggio, l’Italia veniva poi costretta ad una strenua difesa, che è durata, salvo sporadici contropiede, per tutta la partita. Nel complesso la squadra tedesca ha fatto vedere un gioco di fattura migliore di quello italiano. Ben condotta da uno Fritz Walter in condizpioni di forma ecceziona- sicito a passare con disinvoltura pure sullo scabroso terreno dii Sarajevo, infliggendo all’avversario una vera lezione di tecnica e bel gioco. Quatro reti di scarto sono molte. Sembrano ancora di più se pensiamo che il Partizan ha giocato la maggior parte della ripresa in dieci per l'espulsione di Milutinovič. Il Sarajevo non è praticamente e-sistàto in campo'. Si è fatto notare solamente per le Scorrettezze messe in mastra nella ripresa, quando, visita ormai naufragata ogni possibilità dii un risultato positivo, rispondeva afila tecnica con rudezze. Per nulla preoccupato, il Partizan continuava nel suo gioco disinvolto e coglieva i frutti della propria superiorità. La Serie dei gol aveva inizio al 36’ con Herceg. Lo stesso Herceg segnava ancora al 6’ ed al 39’ della ripresa. Al 15’ segnava invece Bobek. L’arbj'iro Terzin non è sitato molto fortunato nella valutazione1 dei falli. Particolarmente infelice l’e-spulsiooe dii Milutinovič e Džemidi Žič, allontanati dal campo solo perchè arrot'olatiis'i sul terreno j?er troppa foga, ma senza scorrettezze. Hanno assistito all’incontro 20.000 spettatori. li, la squadra dei campioni del mondo ha minacciato mblto da vicino la rete italiana, ma si è sempre persa al momento conclusivo, oppure si è trovata di fronte ad un Viola in giornata di eccezionale vena. I tedeschi hanno messo in mostra un WM piuttosto ortodosso per la mancanza di elementi in grado di poterlo applicare con tutte le regole. In campo italiano, dove Boniperti fa capitolo da sè, è mancato in par-ticolar modo l’attacco, il quale non capiva le felici combinazioni di Boniperti, le quali, invece di essere sfruttate, creavano piuttosto confusione fra i rimanenti attaccanti. L’italia, dopo un periodo iniziale EGITTO - ITALIA B 0:1 I cadetti italiani sono usciti vittoriosi da un brillante confronto con la nazionale egiziana al Cairo. Il goal segnato dal mediano Bearzot all’inizio della gara ha costituito il risultato finale dell’incontro. La vittoria degli italiani è meritata per via della migliore tecnica e tattica da essi impiegata contro i giocatori egiziani. La squadra italiana, andata in vantaggio dopo soli 5’, ha giocato con prudenza, tenendo sulla linea dei laterali una mezz’ala e assicurandosi così il controllo della metà campo. I cadetti italiani sono stati superiori agli egiziani in ogni reparto. La partita, iniziata con un ritmo molto veloce, col trascorrere del tempo è diminuita di intensità. Il goal iniziale segnato da Bearzot di testa ha avuto un’importanza psicologica forse decisiva, poiché ha colto gli egiziani di sorpresa e li ha quasi paralizzati: I cadetti azzurri, con un gol di vantaggio, hanno giocato con calma e fiducia, mentre al contrario gli egiziani si sono innervositi e il loro gioco è mancato della lucidità necessaria per superare la solida barriera difensiva degli italiani. POLA, dicembre — Ha avuto termine il girone d’andata del campionato istriano di calcio. Accanto alle solite protagoniste dei centri istriani, che si sono dibattute in non poche difficoltà tecnico-finanziarie per poter ultimare sul campo le battaglie delle ultime giornate, una squadra nuova si è accattivata a Pola le simpatie degli sportivi. Ed è quella del «Trgovački», che senza risorse finanziarie, ma sostenuta solamente dal cuore dei propri attivisti, ha disputato il girone d’andata con un’ottima prima squadra e con un’ancor migliore squadra ragazzi. Il «Trgovački» ha saputo superare gli ostacoli di indole materiale con la comprensione che ha incontrato presso i dirigenti commerciali di alcune imprese. Ora può contare un inventario ben curato, che fa invidia a squadre che vanno per la maggiore. Per il resto gli atleti non chiedono nè viaggi in pullman, nè trattamenti di favore; se è necessario pranzano con un panino a testa e brillano per la tipica famiglia sportiva che hanno formato, in campo e fuori campo. Per la maggior parte i giocatori di prima squadra sono polesi, ma in questa comunità si trovano come a casa propria i serbi Bohot e Malivuko-vié, il bosniaco Maksimovič ed il montenegrino Cejovié. Il merito di aver costituito un collettivo di prim’ordine spetta al presidente Pavlovič, al segretario Lorenzin, ai referenti Ivančič e Migliovac, ma di superiorità territoriale, rimasta peraltro senza conseguenze, passava inaspettatamente in vantaggio al 39’. Pivatelli tirava senza convinzione un pallone innocuo verso la porta tedesca. Herkanrath si apprestava tranquillamente a ricevere il pallone fra le braccia, quando sbucava improvvisamente il mediano May,che segnava la più classica delle auto-reti, soffiando sotto il naso il pallone al proprio portiere e mettendolo in rete. 1:0 per gli azzurri e costernazione comprensibile in campo tedesco. Nella ripresa i tedeschi si gettavano con foga all’attacco, nella speranza del pareggio. Proprio quando sembrava che la superiorità dovesse tramutarsi in gol, l’Italia passava per la seconda volta. Fra i due terzini tedeschi un debole pallone stava avviandosi verso le braccia protese del portiere tedesco. Virgili, guizzante e veloce compariva davanti a Herkenrath e gli portava via la palla, andando con essa sino alla bandierina indi, scorto Boniperti Ubero al centro del campo, gli passava il pallone. Senza indugio il capitano della nazionale italiana tirava nella porta priva del guardiano a segnava la seconda rete. 2:0. Nemmeno il secondo successo italiano demoralizzava la squadra tedesca, ia quale riusciva a segnare alla fine il gol della bandiera. Mancavano tre minuti alla fine, quando F. Walter imbeccava per l’ennesima volta Schaefer, il quale a sua volta allungava allo smarcato Roh-rig al centro del campo. Stop, due passi e tiro formidabile da meno di venti metri. Nulla da fare per Viola. 2:1. L’arbitro inglese Ellis non è piaciuto. Egli ha negato ai tedeschi un lampante calcio di rigore, quando, all’inizio della ripresa, Rahn veniva atterrato entro i limiti del rigore italiano. In campo italiano i migliori sono stati Boniperti, Viola e Virgili. Fra i tedeschi sono emersi Fritz Walter e Liebrich. specialmente all’allenatore Uccio Borassin, che ha accoppiato la volontà e lo spirito dilettantistico dei suoi giovani atleti, alcuni dei quali si sono messi decisamente in mostra nella rosa dei migliori calciatori locali; i mediocentro Bruno Tonić, i terzini Bohot e Bosazzi, il laterale Tiepolo e l’ottimo mezz’ala Malivukovié. In essi e negli altri, sopratutto modestia ed attaccamento ai colori sociali. Il sesto posto acquisito non si addice a questa squadra, incappata però in alcuni «handikap» che l’hanno immeritatamente messa al di sotto di un Parenzo e di un Pisino. Nel ritorni grandi speranze per il fatto che ci sono solamente due partite in trasferta sui campi — trappola dell’Is-tria. Le altre in «casa». II vero successo del «Trgovački» sta però nel titolo di campione autunnale, conquistato dalla squadra ragazzi nel campionato Juniores dellTstria, dimostrandosi un degno concorrente dello «Scoglio Olivi» per quanto riguarda il vivaio giovanile. Da un nucleo di ragazzi prestanti e dotati, ma senza indirizzi, il noto Giordano Terlon, vecchia gloria del calcio polese, ha saputo fare, in tempo-record, una squadra che in Istria é stata superata solamente dai ragazzi dello Scoglio Olivi (che ha due squadre giovanili) per 1 a 0; ma, ed è quel che conta, l’undici sa già dare saggi di bel gioco e lascia presagire che juniores come il portiere Kué, il terzino Ple-tikos, il mediocentro Kuridja, l’ala destra Ukabovié, la mezz’ala Cuk, possono contribuire alla rinascita del nostro calcio, attraverso un’intensa cura qualitativa, quale esercita Terlon. Egli è dei parere che questo sia l’unico periodo per i futuri giocatori per apprendere i preziosismi calcistici e correggersi negli errori. Questa preparazione dev’esser abbinata al lavoro fisico e psicologico. I risultati acquisiti ed il fatto che i 22 juniori del «Trgovački» sono attaccati al simpatico allenatore come al proprio migliore maestro, danno subito la convinzione che Giordano è sulla via giusta, al contrario di altri istruttori di giovani che si danno esclusivamente al lavoro fisico senza tecnica e funzioni di cervello per l’atleta. Vivai del genere ce ne vorrebbero parecchi a Pola per poter uscire dalle sabbie mobili, così come pieno appoggio necessita alle squadre minori (non una, ma parecchie) senza immediate idee di fusioni ed assorbimento. Lasciano lavorare in pace ed aiutiamo per alcuni anni i clubs minori, poi potremo anche pretendere di trarne i frutti. E saranno frutti locali, senza «acquisti». dispendiosi. R. FARINA Tito in Etiopia (Continua dala I. pagina) alla visita del Maresciallo Tito. In prima pagina il giornale riporta e-saurienti descrizioni dell’accoglienza riservata al Maresciallo Tito all’arrivo nella capitale, sottolineando che il popolo etiopico ha salutato con entusiasmo il Capo dello Stato jugoslavo. Un’intera pagina del giornale è dedicata alla politica estera jugoslava. «E’ importante — dice il giornale — comprendere i discorsi e le dichiarazioni degli statisti jugoslavi, che parlano dei problemi, essenziali, dai quali dipende la pace nel mondo. L’alleanza balcanica, la soluzione del problema triestino, la normalizzazione dei rapporti con i Paesi dell’Europa orientale e la lotta per la collabo-razione nel mondo sono i risultati e gli esempi della politica attiva e pacifica della Jugoslavia. Questo Paese à pure l’esempio di un’instancabile lotta per la difesa dell’indipendenza nazionale e per la collaborazione sulla base dell’uguaglianza con Stati e popoli aventi diversi sistemi sociali, consentendo in tal modo la coesistenza nei rapporti internazionali. CON UN PO' DI FORTUN A l'Italia balle la Germania