ANNO XXV. Capodistria, 1 Giugno 1891. N. 11 LA PROY DELL'ISTRIA Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-irimestre ili proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Il Comune istriano j Seguono lunghi anni di lento decadimento, la repubblica veneta volge al suo fine, e con lei i comuni istriani in parte opera sua, le leggi rimangono lettera morta, soprusi, fiacche prepotenze da per tutto, tollerate da un popolo fiacco alla sua volta. Le relazioni stesse dei podestà tornati di carica accennano agii abusi, indicano provvedimenti ; ma il Senato sonnecchia; si teme di rifare qualche parte del muro scosso per paura non abbia a minare tutto l'edifizio. Ma come un vecchio albero Te colto dal gelo muore, pure manda ancora intorno al tronco una barbicala di virgulti, così anche negli ultimi tempi lo stato veneto vanta qualche nome illustre ; se le leggi o bene o male funzionano ; se non in tutto il corpo, la vita apparisce qua e la nelle membra; così da far credere quando che sia un risveglio pieno di vita.2) ') Cont. e fine vedi N. 4, 5, 6, 7, 9. 2) Sono noti |in tutta l'Istria i soprusi dei rettori; il podestà di Muggia nel romanzo del Nievo Angelo di bontà non è in tutto creazione poetica. Pure, accanto al podestà borioso ed ignorante, il Veneto Senato collocava sempre un segretario ammodo che tenesse in freno il padrone. Un curioso aneddoto rammento in proposito raccontatomi dal Dr. Francesco Combi di cara memoria, e dato per vero ! Davanti al Podestà venne una volta un contadino slavo, domandando giustizia per violazione di confini di un suo campo. — Capisso, capisso, esclamò il podestà, e velando l'ignoranza pur rivoltosi al segretario aggiunse: So de cossa se tratta, seminio però la vostra opinion. — K il segretario pronto rispose — Eccellenza ; glie voi el soralogo. — Si ben, bravo, xe quel che digo mi. glie voi el soralogo. Il sopraluogo fu fatto ; rettificati i confini alla presenza del podestà e del segretario, e la giustizia, (notino bene i nuovi campioni della Slavismo) ebbe il regolare suo corso. Pochi giorni dopo, il Segretario -consegnò a sua eccellenza quattro bei zecchini di San Marco, che gli venivano di diritto pel sopraluogo. — Bon sto soralogo — conchiuse il podestà, e se lo tenne a mente. Qualche tempo dopo capitarono all' ufficio due contendenti per una eredità ; e il podestà pronto scattò — quà glie voi el soralogo. Inutili le spiegazioni del segretario; il podestà energicamente rispose — Tasè vu che se un martuffn ; el soralago el soralogo. Conclusione: il segretario, presi a quattr'occhi i contendenti spiegò la cosa, si fece dare i quattro zecchini del Questi gii ordinamenti del comune istriano ; cogì conservò nei secoli la sua romanità ; così si svolse italianizzandosi, e lottando contro il feudalismo sino alla conquista veneta. Questi i responsi della storia ; riassunta, dirò così e simboleggiata dagli antichi stemmi delle nostre città. La croce, segno di lotta contro la barbarie turca, e di vitalità italiana contro il feudalismo fregia lo stemma di Pirano, di Pola, di Rovigno, di Dignano, di Buie, di Pinguente ; Capodistria ha Vegida memoria di tradizioni classiche, forse risorte col rinascimento e sostituita alla croce; Parenzo mostra tuttora nel C. P. la sigla romana : Trieste la sacra alabarda. E così dicasi di vari altri stemmi : stemmi tutti parìanti, parlanti dico la nostra lingua la nostra storia, la nostra civiltà. E dove sono le armi vostre o poveri illusi della Slavia moderna? Quali bestie selvagge avete voi mai inquartato nei nostri stemmi ? Un' Istria croata dovrebbe far pompa di ben altri segni e di altri sgorbi in campo rosso, azzurro e argento. Ne fanno fede le vostre bicocche feudali che, prive di vita propria, obbligate erano ad accampare le armi dei signorotti stranieri. Ma i tempi sono mutati rispondono. l'Istria abbonda di Slavi; ad ognuno il suo tempo; adesso tocca a noi. Si, nei vostri naturali confini, in casa vostra, ma non in quella degli altri. E un popolo che.ha una storia così illustre, che ha per sè il passato, non deve, non può così di leggeri lasciarsi spogliare dagli ultimi venuti, da quegli stessi che ha in altri tempi generosamente, troppo generosamente ospitato. Ed è perciò che qui si ribatte il chiodo sulle lezioni della storia. La quale sempre soralogo; assicurandoli, come di fatto avvenne, che gli avrebbe detratti dalle spese ordinarie della causa. Povera calunniata repubblica veneta ! E poveri Slavi condannati a pagare le spese, ai loro subillatori, subillatori senza segretario ! e dovunque ha dimostrato che il popolo più civile ha finito sempre con 1' assimilare le genti meno colte e barbare introdotte ne' suoi naturali confini. Così i Latini finirono con l'assimilare i Longobardi e gl'Italiani i pochi Tedeschi nelle isole germaniche di qua dell'Alpi ; così gli Spaglinoli le Provincie basche, e i Francesi le bretone. E cosi, piaccia, o non piaccia, finirete anche voi; e gli Slavi di qua dall' Iudri ve ne danno un esempio estranei affatto alle vostre mene e inneggianti alle più pure glorie italiane. E per vero così è avvenuto, ed avverrà sempre ; è legge dell' umanità questa, del progresso, della civiltà ; avete un bel sognare nuovi regni, nuove divisioni, nuove conquiste. Se anche, lusingando di qua e conquistando di là, aveste a fondare un regno croato estenden-tesi nell' Istria, l'Istria sarebbe per voi il tarlo corruttore ; Trieste, Capodistria, Pirano, ecc. ecc. rimarebbero sempre città italiane; come sono rimaste italiaue anche dopo il tentativo fallito di germanizzarle. Prima che passi un secolo voi Croati sareste tutti assorbiti sul suolo istriano dal vitale elemento italiano. Prova ne sia che per farvi intendere oggi avete bisogno di stampare le vostre ragioni in un qualsiasi italiano. E questa fusione (anche di ciò la storia n' è buon testimonio) si farebbe, siamo giusti, con reciproci vantaggi. Come dalla fusione dell' elemento germanico col latino ne venne la razza più forte d'Italia; così accadrebbe su per giù tra Slavi ed Italiani nell' Istria. Voi, deposta la natia prepotenza, vi fareste più miti e alla mano ; noi più energici e forti. Ma questa nou è che un ipotesi ; e il vostro sogno di un regno croato è simile ad un conto che deve essere riveduto dall' oste ; anzi da più osti per ora, e che pare in questo vadano oggi daccordo. In ogni caso per guarire dalla fiaccona non abbiamo noi tanto bisogno di stimolanti slavi; ed a guarire voi da certi difettucci organici e storici, ci vogliono ben altri ammoglienti che gli sci-locchi veneziani ! ! Ancor due parole pel comune triestino che è oggi il primo comune istriano. Non è qui luogo rifarne la storia, come e perchè lottò contro Venezia, già si è detto altrove1); e i documenti pubblicati dal Cesca ne mettono in chiaro molti punti oscuri. Questo solo a me triestino piace rilevare. Se ci fu un tempo in cui un certo antagonismo esisteva tra Trieste e le vicine città istriane ; e queste ultime potevano anche vantarsi di una più manifesta esplicazione del sentimento, questi vanti e questi antagonismi sono oggi pregiudizi fuori di stagione. Una cosa specialmente non fu bene compresa dagli altri Istriani. Trieste piccola città come le altre della provincia, divenuta ad un tratto emporio commerciale avendo accolte nuove genti accorse ai subiti guadagni, ebbe bisogno di un 'periodo lungo di assimilazione per mutare il vecchio consiglio dei patrizi nel nuovo comune italiano. La storia di questo periodo, di questa lunga lotta tra il vecchio ed il nuovo bene venne esposta dal Caprin. La vita triestina da lui descritta ha un interesse perciò non solo municipale, ma provinciale ed italiano. Oggi il libero comune è sorto conforme ai tempi, ma che lunga lotta, e quanti sacrifizi ci vollero prima che il Preside del Magistrato politico economico divenisse il Podestà eletto dal voto dei cittadini ! Nel lungo sillabo dei benemeriti che diedero mano a questa trasformazione, rammentiamo il Rossetti, il Kandler, i primi fondatori della Minerva — il capodistriano Madonizza e l'Orlandini, e poi un altro capodistriano il De Rin, bene a ragione detto l'Aristide del foro e del consiglio triestino e il Cumano, il Hermet ed altri molti. Perciò anche la storia del comune triestino come quella di ogni altra cittadella istriana è una bella pagina della storia italiana ; ed i Croati o Sloveni non ci hanno voce in capitolo. Rimane il desiderio di concordia sempre più assicurata; perchè nell'ora del pericolo sempre prudenza volle si abbiano a stringere i fasci. Comprendano gli altri Istriani il loro isolamento senza Trieste in faccia al nemico; ne si facciano belli di glorie passate; anche siano convinti i Triestini che non si dà capitale senza regione relativa e che il trascurare nella sicurezza della propria potenza e vita indipendente la perdita di un qualche comunello, o peggio il riderne, contenti dell' umiliazione dei piccoli, è pessima politica, e un lasciare aperta e indifesa una viuzza alle spalle, spiraglio alle altrui ambizioni. Raccogliamo adunque in vincolo stretto ciò che natura ha congiunto, e sulla storia dei comuni istriani disegniamo in prima pagina una mostra dell'araldica di famiglia: un vago diramarsi di arabeschi, contornanti le croci e le cifre romane con in alto, in ampio campo, inquartata la terges-tina alabarda. E viva Dio ! questa pagina non sarà mai coperta da segni esotici, da croci di Sant'Andrea, e da belve croate o slovene. Seminario o Collegio ài Capotatila (Continuazione vedi N. 7 e seg.) Adì 30 Ag.to 1714. Fu messa la Parte nel Serenis.o Collegio dall'Ecc.mo Sig. Marin Zorzi Savio Grande di settimana, e ballottata bebbe balle Favorevoli 20 Contro 3 Non sincera 1 Adì 19 Sett.e 1714 Fu portata la causa ad esser passata in Pregadi dall Ecc.mo Prove Alvise Pisani Savio di settimana, e lette le scritture vi fu l'Ecc.mo Prov.r Lorenzo Soranzo che mosse difficoltà nell'ordine, essendo d' opiuione, che dovesse ballottarsi con la restrizione de cinque sesti, contro il parere dell' Ecc.mo Savio, che secondo le leggi teneva p. li quattro quinti : Onde iu questa diversità d' opinioni fu ritirata la parte, e non fu ballottata, acciò non restasse pregiudicata. Ducale, che conferma la donazione del Seminario ed approva lo stabilimento dei P. P. in Capodistria. Adi 20 Settembre 1734 Recaepta. Carolus Ruziui Dei gratia Dux Yen. Nobili, et Sapienti Viro Joanui Baptista Bon de suo maudato Po-testati, et Capitaneo Justinopolis, et Successoribus fi-delibus salutem et dilectionis affectum. Resta a pieno persuaso il Senato, e dall'informazione del Precessor Vostro Renier, e da quelle di questi "consultori che sia esaudibile il ricorso di codesta fede-delissima Città, perchè venga protestato il Publico assenso all' assegnazione da essa fatta con parte del suo Conseglio 29 agosto 1708 del Seminario della Città medesima alla Religione de Chierici Regolari delle Scuole Pie, onde quel frutto, che da trenta più anni vau tutti quei cittadini ricavando dalla virtù, ed esemplarità di que' degni Religiosi per 1' educazione de' propri Figliuoli, e della gioventù nelle scienze, e per l'ara-maestrameuto nei buoni costumi, non venga ad esserle fatalmente levato per mancanza d'un fermo e permanente ricovero a' Padri medesimi, a' quali rendesi ormai difficile la continuazione delle solite, e fin ora concessele annuali licenze di vivere fuori del chiostro. Concorremo adunque per beuifizio di codesti amatissimi sudditi, e per riguardi anche di Publica, prudente in-spezioue, che compagnauo questa materia a' secondare le oneste premure della Città, accousentendo, che il Seminario suo resti assegnato, come lo ha già fatto a Padri predetti, approvando iu tutte le sue parti lo stipulato, e convenuto con li medesimi nella sunnominata Parte 19 agosto 1708; colla couditione però, che la fabbrica del Seminario stesso debba restar sempre all' Estimo Laico, come prima per le publiche Ordinarie et Estraordiuarie gravezze, e con la riserva alla città di Capo d'Istria d' esercitar sempre le ragioni di Jus Patronato sopra il Seminario medesimo, e salve le leggi (carte 42) così per quello risguarda l'acquisto de Beni, che potessero fare quei Religiosi col tempo, come per quello tocca la sudditanza del superiore, ò sia Rettore, che de tempo in tempo verrà dalla Religione destinato al suo governo, e della presente farete seguire il registro in codesta Cancelleria per lume in ogni tempo anche de Successori Vostri. Dat. in Nostri Ducali Palatio die 4 Septembris Indit. 23 — 1734 Zuanne Franceschi Segr. L. S. Michiel Sograffi Cane. Pret., e Pref. Ducale che licenzia le Scuole di Muggia dalla pretesa esenzione di corrispondere al Seminario Petrus Gl'imam Dux Venet Nob. et Sap. Viro Christophoro Delfiu de suo mandato Pot. et Cap. Iu-stinopoli Fideli dilecto salutem et dilectionis affectum. Quegli onesti, e ragionevoli motivi, che persuasero in altri tempi la prudenza del Senato à licentiare le suppliche della Comunità di Portole, e Parenzo, sono i med,mi che presentemente corrono nelle instanze fatteci dà direttori delle Scuole di Muggia, come voi ci riflettete colle informaz.i giurate 6 Agosto dell'anno passato, e lo fanno anche i Cons.i nostri in Jure. Conoscendosi però la convenienza, che à sussister abbia il detto Seminario e che non se le diminuiscano quelle corrispou-sioni, che le furono già decretate, veniamo in risoluzione di licenziare essa supplica, perchè abbiano à contribuire, con gli altri la tenue summa loro imposta in sostentamento di opera tanto proficua a tutta la Provincia, e così farete che sia da ogn'uno de luoghi obbligati imaucabilmeute eseguito Dat, iu Nostro Ducali Palatio die 10 Augusti 1741. ________- INDICE DELLE CARTE DI RASPO (Archivio provinciale) Filza 0. (Continuazione vedi N.o 10 anno XXIV e seg.) anni 1542, 1543, 1544 e 1545 pag. 573-622. Capitani Nicolò Loredan e Giammaria Contarmi Pignorum Registro di stabili, vestimenta, cavalli, bovi ecc. dati in pegno in forza di sentenze e loro incanti. anni 1543 e 1545 pag. 623-640. Capitano Nicolò Loredan Inventariorum unicus Sei inventari di beni lasciati da individui morti di Bergo-dez, Pinguente, Rozzo e Colmo assunti d'ordine del capitano alla presenza" di due testimoni. Quattro di questi inventari sono scritti dal notaio e vice-cancelliere Sebastiano de Germanis pinguentino. anni 1542, 1543, 1544 e 1545 pag. 641-662. Capitano Nicolò Loredan. jnstrumenta et computa ecclesiarum. 1 gastaldi delle confraternite pinguentine di S Maria delle candele, S. Domenica, S. Vito, S. Maria di strana, S. Giorgio, S. Giovanni, S. Sebastiano, S. Donato, S. Giusto, S. Maria maggiore e S. Martino finito il tempo del loro uffieio presentano dinanzi al capitano e i confratelli i conti delle confraternite da loro amministrate e consegnano i rispettivi registri, denari ecc. al nuovo gastaldo. — Yeggasi lo stato di dette confraternite in questi Santa Maria delle candele (a. 1542) Danari contadi l. 96 s. 15. It. Sari. Cayrn die dar l. 13 Formento c. 2'/2 Mistura e. 2 Vino novo da esser stimado (?) Oio da esser consignado l. 70 Oio novo da colezer et far l. 83 Dui zochi ala slega Due piegore et una agnela in sozeda de luri Breschich Da luri Scherlich in sozeda una vacha et manzo uno f'rancho de la. ecc.a Da... Blasevich de Draguchi una vacha con dui zoveni in sozeda. Santa Domenica (a. 1542). Danari contadi l. 120 s. 8. It. Martin per resto die dar l. 70 s. — Formento sp. — c. 4 '/2 Oio l. 81 It. oio novo da colezer et far l. Mistura sp. 10 Lana da due sorte l. 4. Formazo l. 1. Fava c. 3 Lente c. 4. Vino misurado sp. 45 Parpaiole tosade (?) n. 23 Cavateti (?).... n. 2 Beci tristi (1) .... n. 10 Carantani (?) falsi . ... n. 1. Marzolo roto in tre pezi n. 1 Debitori Jelena rq. Bachule per resto die dar formento c. 21/2 La li eredità del q. Gaspar Pengarich l.. . s.... La heredità del q. Criviz l.. s.. San Vito (a. 1542) Danari contadi l. 145 s. 81/2 formento sp. — c. 2 Mistura sp. / c. 1 Biava sp. c. 3 fava, sp. — c. 3 Pizoli sp. — c i Vino vecchio sp. 26 l. 17l/3 Vino novo sp. 20 Oio p. r.o l. 73 formazo l. 3 Debitori La. Comunità l. 6 s. 12 Heredi del q. Jacopo Lazarich l. 7 s. — San Giorgio (a. 1543). Danari contadi l. 69 s. 6 lt. Zorzi predicto per resto die dar a San Zorzi l. 49 s. 16 formento sp. 2. Mistura sp. 1. c. 1 Oio vechio l. 24 Oio da far l. formazo l. 6 Panizo c. '/2 Vino stimado sp. 40 San Sebastiano (a. 1543). Danari contadi l, 119 s. 17 Vino stimado sp. 48 formento c. 4 Oio vechio l. 17 Oio novo l. 150 San Donato (a. 1543). Denari contadi l. 194 s. Juan Laurencich die dar l. 168 s. 16'/, formento sp. 2 e. 2 Mistura sp. 2 c. 3 Segala — e. 4. vino stimado sp. 31 Oio l. 95 formazo l. 6 Carne salacla l. 22 Credito de e. 3lj2 legumi (?) San Giusto (a. 1543). Danari contadi l. 3 s. 16 Segala sp. 1 c. '/2 Biava sp. le. 2 Oio l. 9. It. oio novo l. 23 Vino p. r.o sp. 2. It. vino novo sp. 7 San Martino (a. 1544). Denari contadi consignati ut s.a l. 69 s 6m/2 Juan Grabrovaz gastaldo die dar per r.o de l. 19 s. 6 ut s.a l. 2 s. 6'Zj Segala sp. 2 fava sp. i. c. 4. Vino stimado sp. 6 Oio vechio l. 51 */2 Oio novo l. Orzo sp. — c. 1 formazo l. f>'/2 Debitori fdippo Sotolich p. r. de sentenza l. 11 s. 8 Santa Maria di strana (a. 1543). Danari contadi l. 534 s. 8 It. A. Marincich die dar 61 s. 17 Formento sp. 7 Mistura sp. — c. 5 Segala sp. 1 c. 4. Oio vechio p. r.o l. 32 '/2 Oio novo da far l. 68 Vino stimado sp. 123 (?) Debitori Moclior Ferie p. r.o die dar formento c. 2. Bene Cerovaz formento c. 3 San Giovanni (a. 1543). Danari contadi l. 450 s. 19 Zorzi de Germams gastaldo die dar l. 63 s. 10 cum termino zorni 8 da poi passadi formento sp. 2 c. 5. Mistura sp. 9 c. 3. Oio vechio l. 53 Oio novo l. 150 formazo l. 7'/2 Vino stimado sp. 31 Debitori La Comunità de pinguento p. resto die dar l. 4. s. q. Peraz Papich per r.o die dar l. 4 s. 14 Martin flego l. 17 s. — Grese flego l. 13 s. 14 Zara.mela per hauti da M. Pengarich l. 12 s. Heriedi del q. berte Pengarich l- 18 s. 12. Mochor ferie per resto l. 8 s. 12. Santa Maria maggiore (a. 1543. Danari contadi l. 630 s. — lt. die dar la Comunità per tanti haver li Zudesi m. Octavian et m. I. flego per pagar li galioti l. 600 s. — et per lo int. essendo de li ducati d'oro dati ut supra l. 2 s. 2. Assieme l. 1232 s. 2 formento consigliato a s. mochor sp. 17 c. 3 Mistura consignata ut supra sp. 85 c. 3 Vino consignato ut s a et stimato sp. 210 Resto de oio vechio consignato ut s a l. 65 It. oio novo consignato ut s.a l. 175. S. T. Flego creditor et die haver per-conto ut s.a per haver esborsato de più l. 60 s. 8 1 Debitori ut infra La Comunità per resto de prestadi per galeoti oltre le l. 600 con- trascripte l. 86. s. — It. la ditta Comunità per conto vechio in più partide l. s. Debitori soto s. Zuan flego Jelena musariza p. r.o de afito et per Uvei de casa, l. — s. 10 Hier. Sotalich l. — s. 8. Jac. Pengarich l. 1 s. — s. m. Pengarich per il molin l. 1 (1) s. — It. il dito per altri beni l. — s. 4. m. lo piovan p. r.o di filo de casa l. 3. s. 2. Debitori de poliza Esaclor Crisse Persich stimma in tutto l. s. --------— Abbiamo creduto opportuno pubblicare questa relazione in seguito alle molte lagnanze e disinganni subiti da parecchi quest'anno nella provincia per 1' uso di concimi chimici di incerta provenienza. Invochiamo anche noi gli stessi provvedimenti in chiusa alla relazione ; ma intanto ripetiamo ai nostri agricoltori ciocche fu loro fatto sapere altre volte, in tutte le occasioni, e sembra non abbiano compreso : che esiste a Parenzo una stazione sperimentale, diretta dal bravissimo prof. Hugues, dove si possono chiedere, e si hanno gratuitamente, tutte le informazioni necessarie all' uso dei concimi chimici, e si possono avere le analisi dei concimi stessi quale controllo da far valere nel contratto di acquisto con le fabbriche. SUI CONCI CHIMICI Relazione letta ed approvata dal Congresso Agricolo in Asti il 7 Maggio 1891. I conci chimici così utili, anzi indispensabili, allo sviluppo della nostra agricoltura onde ottenere una produzione intensiva furono, come inoltre altre sostanze commerciali, soggetti a fraudolente alterazioni. In questo genere di commercio vi sono delle case rispettabilissime le quali forniscono agli agricoltori concime titolato e ben preparato per le diverse colture a cui questo è destinato. Ma pur troppo esistono pure dei produttori o venditori di concime, che di altro non si curano che di far denari, e dissanguare il già anemico coltivatore, e questi mettono in commercio sostanze, che, o non sono adatte alle colture speciali, o che mancano in tutto od in parte delle sostanze destinate a produrre una vegetazione rigogliosa e rimuneratrice : quindi mancauza di relazione tra il prezzo della meteria venduta ed il suo valore fertilizzante. Taluni comperano da case oneste il superfosfato di calce ricco al 1 s/,6 p. e. d'acido fosforico solubile, 10 mescolano con altrettanto gesso, e conciano poi il tutto con cessino essicato per dare al prodotto un odore ricercato da agricoltori poco pratici. Altri impiegano la polvere della ripulitura del grano, vi mescolano brodi e pezzetti di carne di animali morti di malattie infettive, aggiungendovi fuligine, gesso ed altro, non badando punto se il concio contiene le volute proporzioni di acido fosforico e di potassa. La maggior parte dei negozianti di questi generi non si curano d'indicare la natura delle sostanze costituenti i vari conci, limitandosi ai termiui acido fosforico, azoto, potassa; senza indicare se Vacido fosforico sia solubile od insolubile, se solubile nell'acqua o nel citrato d1 ammoniaca; se V azoto sia organico-nitrico od ammoniacale, se la potassa sia puro ossido di potassio solubile ovvero allo stato insolubile; se la calce sia rappresentata da carbonato o da solfato di calce, ecc. ecc., elementi tutti che a secondo della loro natura hanuo una rilevante diversità di prezzo. Con questi mezzi accennati incompletamente si preparano conci destinati a speculare indegnamente sui bisogni e sulla confidenza degli agricoltori. Notisi inoltre che in questo genere di commercio 11 frodatore ha per se il vantaggio che la falsificazione il più delle volte non si riconosce che molto tempo dopo aver impiegato la sostanza sofistificata, cioè allorquando non è più possibile controllare la dichiarazione del venditore. Quindi la frode non si manifesta solamente in una perdita materiale per l'acquisitore, essa arresta il progresso, compromette la richezza del paese e produce danni incalcolabili, ed il contadino ingannato perde la sua fiducia nei conci chimici, si astiene all'acquistarne, e così nou fornisce più al suolo esausto le necessarie materie fertilizzanti. Simili ed anche peggiori frodi si perpetrarono in Francia e nel Belgio. In Francia i legislatori penetrati dell' importanza di questo commercio, che aveva preso uno sviluppo considerevole, e delle gravi falsificazioni che si facevano su grande scala, e che non potevano essere frenate dalle disposizioni generali del codice penale, emanarono una prima legge nel 27 luglio 1867 per reprimere le frodi che si commettevano nella vendita dei conci chimici. L'esperienza avendo dimostrato che le disposizioni prese, non erano state sufficenti ad impedire la falsificazione su questa materia, il Governo Francese appoggiato dal Consiglio superiore d'agricoltura decise di e-mendare la legge del 1867, cercando di emendare la legge del 1867, cercando di meglio precisare le frodi e di fornire al compratore ed ai tribunali i mezzi per combattere la mala fede, propose un nuovo progetto di legge, che approvato dalla Camera dei deputati e dal Senato fu promulgato il 4 febbraio 1888. L' articolo 1 punisce con carcere da sei giorni ad un mese e con ammenda di 50 a 2000 franchi, o con una di queste penalità coloro che vendendo o mettendo in vendita conci od emendamenti avranno ingannato o tentato d'ingannare l'acquisitore sia sulla loro natura, sulla loro composizione e determinazione dei principi utili contenuti nel concio, sulla loro provenienza, sia sul modo di designarli o qualificarli con nomi che, secondo le consuetudini, non sono attribuiti a materie fertilizzanti. In caso di recidiva nei tre anni, che hanno seguito la prima condanna, la pena potrà essere elevata a 2 mesi di carcere ed a 4000 franchi di ammenda. Le sentenze saranno stampate in giornali determinati ed affisse alla porta del venditore. Il titolo delle materie fertilizzanti dev'essere espresso in peso dell' azoto, dell'acido fosforico e della potassa contenuta in 100 chilogrammi, indicando la natura e lo stato di composizione di questi corpi; questo titolo dev'essere notato nel contratto di vendita e nella fattura che si consegna all' acquisitore al momento della fornitura della merce. L'annesso regolamento prescrive inoltre che nella fattura di vendita si debba chiaramente indicare il nome del concio od emendamento, la sua natura e la designazione precisa da non poterlo confondere con altre composizioni simili, la sua provenienza, il nome della casa o dell'officina che lo fabbricò o lo fece fabbricare, se trattasi di un prodotto industriale oppure la regione geografica da cui proviene il concio naturale. Inoltre determina le denominazioni da usarsi nel definire i composti, come azoto nitrico, azoto ammoniacale od azoto organico; e così pure per V acido fosforico, acido fosforico solubile nell'acqua, acido fosforico solubile nel citrato d'ammoniaca, acido fosforico insolubile ; e per la potassa se in combinazione solubile nell'acqua, ecc. ecc. Oltracciò prescrive che nei contratti di fornitura di quantità di concimi si debba dichiarare il prezzo unitario in chilogramma delle sostanze componenti il concio. Provvede alle norme per la presa dei campioni da analizzarsi nei laboratori chimici da persone designate annualmente dal Ministero d'agricoltura : determina il modo d'analisi da seguirsi nei diversi casi, analisi che debbono essere seguite in 10 giorni al più a partire dal giorno della consegua del campione; il prezzo delle analisi venne fissato da un decreto ministeriale. Una legge consimile promulgò il Governo del Belgio il 29 dicembre 1887. Le disposizioni generali sono quasi identiche sia nella legge che nel regolamento; havvi solo una differenza essenziale ed importantissima per gli agricoltori in quanto si riferisce alle analisi dei conci da farsi dai laboratori chimici agricoli dello Stato, ed è questa: Qualunque persona domiciliata nel Belgio che direttamente abbia acquistato almeno 500 chilogrammi di materie fertilizzanti od almeno 1000 chilogrammi di una sostanza alimentaria per il bestiame, ha il diritto di farne analizzare un campione senza conto di spesa dal laboratorio agricolo dello Stato che esercita il controllo nella provincia in cui risiede 1' acquisitore, Le persone che acquistano quantità minori possono associarsi per beneficiare dell'analisi gratuita del controllo. Il regolamento stabilisce pure che i direttori dei laboratori agrari dello Stato e dei laboratori provinciali o comunali sovvenzionati dallo Stato hanno l'obbligo di aiutare coi loro consigli le persone che desiderano acquistare concimi per l'agricoltura. Nella fiducia che i signori congressisti vorranno apprezzare l'alta importanza delle considerazioni che precedono, si propone il seguente ordine del giorno : „I1 Congresso fa voti perchè il Governo voglia presentare al Parlamento nel più breve tempo possibile una legge per reprimere le frodi nella fabbricazione o vendita dei concimi chimici ed altre materie fertilizzanti." 0. Botteri •--—----- ISTo tizie Togliamo dal Piccolo di data 21 corrente: „Sono noti gli ostacoli frapposti sinora alla costituzione della Lega Nazionale. (ìli statuti di questa confederazione — identici, com' è noto, a quelli del disciolto Pro Patria — stabilivano che per costituire un gruppo locale dovesse intervenire un membro o un delegato della direzione centrale. Nella costituzione del Pro Patria invece che delegati della direzione intervennero delegati del Comitato promotore, giacché la direzione centrale veniva eletta dai rappresentanti dei gruppi; ma questa volta la locale i. r Luogotenenza vi stoppose attenendosi alla lettera dello statuto sociale. In via di forma non v'era nulla da ridire; in realtà, però, con quest'interpretazione della Luogotenenza rendevasi impossibile la costituzione della Società, perchè la Luogotenenza diceva: per formare i gruppi esigo la presenza di un membro della direzione centrale, per formare la direzione centrale esigo che sieno costituiti i gruppi. Per uscire da questo circolo vizioso i membri del €omitato promotore presentarono al Ministero degl' interni un articolo addizionale agli statuti già approvati, col quale si autorizzano i membri del Comitato promotore a fungere da direzione. Iermattiua venne intimato all'avvocato Cuzzi il decreto del Ministero col quale approva quest' articolo addizionale. La Lega Nazionale è quindi uscita da questo circolo vizioso e adesso bisognerà costituire subito i gruppi locali. Si è perduto, non per colpa nostra, molto tempo, ma noi speriamo che con energia ed attività si saprà riguadagnarlo. La Lega Nazionale si propone l'esercizio di un nobile dovere e di un diritto garantitoci dalle leggi fondamentali dello Stato: la tutela, la difesa, lo sviluppo della lingua e della coltura nazionale. Con la legge, per la legge e nella legge la Lega Nazionale saprà sviluppare il suo programma, e quanti sono di nazionalità italiana dai monti del Trentino, alle rive dell'Adriatico soccorreranno col loro appoggio morale e materiale la .nuova associazione." V Istria del 16 maggio ha pubblicato in un supplemento straordinario, il riassunto dell'ultima anagrafe. Venne inaugurato in Rovigno VAcquarium fatto costruire da una società di Berlino, il di cui rappresentante dott. Hermes, deputato al parlamento germanico, intervenne alla festa che riuscì splendida col concorso di molti invitati. L1 acquariutn è collocato in una elegante palazzina in Val di Bora; è il solo esistente nel- l'adriatico. ---------------------- Oblazioni per il busto del Can. de Favento. Giovanni Vesnaver, Trieste fior. 1 — Dr. Guido Co. Be-cich, Parenzo fior. 1 — Avv. PierAntonio Dr. Gambini, Parenzo fior. 1, — Dr. Giovanni Cleva, Parenzo, f. 1 — Dr. Marco Tamaro, Parenzo fior. 1. ■—--—m--- Cose locali ti concerto a benefizio del fondo per il monumento Tartini, rimandato per diverse cause da una stagione all' altra, ebbe luogo la sera del 23 p. d. nel teatro sociale. Vi concorsero la società filarmonica e il corpo corale cittadino ; la filarmonica ha la sua vecchia bandiera fregiata da molti allori, e basta dire che anche questa volta si è fatta onore ; il coro cittadino invece fa appena le sue prime prove, e promette assai ; ed è un conforto sommo assistere a queste prove di un' associazione di popolani sorta per incanto, per il vivo desiderio della musica, e si tiene unita e riesce fino al punto da cooperare validamente in simile occasione di una festa civile. Bravi popolani, di quanto non sarebbero capaci se venissero meglio coltivate le loro belle doti! Merita uno speciale sentito elogio l'infaticabile maestro Giorgieri che ha musicato una canzonetta popolare per l'occasione, e ha diretto cori e orchestra. Ma la cooperazione potente ci venne da Trieste; la gentile signora Regina Merli - Cosciancich, distinta suonatrice di piano, accompagnò con vera abnegazione sulle anguste scene del nostro teatrino, la signorina Rosina Mestre, il figlio Ettore e il sig. Giuseppe Lizier, nei scelti pezzi cantati con un sentimento della musica e una precisione da trascinare il pubblico all'eutusiasmo ; che si accese più forte eccitato dal pensiero dell'unione qui di così gentili rappresentanti della generosa Trieste, nella manifestazione patriottica fatta in onore dell'illustre comprovinciale, piranese, Giuseppe Tartini. Tutti si prestarono gratuitamente, e l'incasso fu considerevole. ---------- Appunti bibliografici Andrea Dr. Amoroso. — Le basiliche cristiane di Paròma. Lettura tenuta nel V. congresso della società. (Nell'ai e Memorie della Società istriana di archeologia e storia patria. Voi. VI. Fascicolo 3. 4.)') Parenzo, Coana 1891. Il presidente della società ci dà con questa lettura una chiara ed esatta relazione di quanto fu fatto finora a Parenzo dal benemerito Canonico De-peris per sciogliere con opportuni e ben diretti scavi molti astrusi quesiti relativi alla basilica eu-frasiana. „I risultati principali ottenuti dagli scavi possono riassumersi, scrive il Dr. Amoroso nella scoperta di una primitiva basilica cristiana probabilmente del secondo secolo ; secondo nella constatazione dell'esistenza di un altra basilica constan-tiniana) sulle cui fondamenta il Vescovo Eufrasio (a. 524- 556) ha eretto poscia quella che da lui prende il nome, la quale, cronologicamente, sarebbe perciò non già la prima come erroneamente venne sinora ritenuto, ma appena la terza basilica cristiana. E non si tira già ad indovinare ; le fondamenta scavate, il pavimento musivo, le iscrizioni parlano un linguaggio evidente. La prima basilica costruita in angustia temporum era ad una sola nave, priva di abside volta ad oriente e con unico altare: tipo adunque delle chiese cristiane più antiche. Inclinerei perciò a chiamarla semplicemente ecclesia chiesa ; non basilica; basiliche invece sono la seconda e la terza costruite sulla forma della basilica civile a tre navi e coli'abside. La ecclesia che piglia la forma di basilica è significazione evidente di un grande fatto compiuto : la chiesa cresciuta in potenza, e che riduce a suoi bisogni gli edilizi stessi civili. Segue l'Amoroso descrivendo il pavimento, e due naturali emblemi, il pesce e una sigla, e con più ragioni assegnando la rovina di questa prima chiesa al decreto generale di distruzione delle chiese cristiane, ordinata dagl' Imperatori Diocleziano e Oallerio nel 308. Della seconda basilica costantiniana, assaggiato qua e là il terreno recentemente, si scoprirono il piano e la forma del presbitero, con la base della cattedra vescovile ; il inuricciuolo onde si passava nel bona ossia santuario con 1' altare nell' abside, e preziosi avanzi del cubile o confessione contenente i preziosi avanzi del Martire Mauro. É scoperta insigne perchè dà piena spiegazione e alla famosa iscrizione, sulla quale il Kandler che non voleva ammettere Vescovi prima del 524, molto scrisse, interpretandola a suo modo. Da ultimo il chiarissimo autore ci descrive le parti appartenenti alla seconda basilica tuttora sopra suolo, cioè l'atrio, il battisterio e l'edifizio aggiunto ora all'episcopio con l'abside dove è oggi la scala e che probabilmente era il consignatorium cioè il luogo nel quale il vescovo impartiva la cresima ai neofiti subito dopo ricevuto il battesimo, e prima che facessero in chiesa il loro solenne ingresso. Su questo ultimo punto non pochi sono i dubbi, aggiungo io, e che Mons. Deperis con la sua nota scienza vorrà dileguare. Il consignatorium certo non era basilica, perchè volto a settentrione; ma a che queir abside ? E perchè più vasto assai l'edifizio destinato alla celebrazione di un sacramento minore, più vasto, dico, del battistero? E non pare più solenne l'ingresso dei neofiti alla basilica direttamente dal battistero per mezzo dell'atrio; senza quel tal giro vizioso? 0 non era forse il consignatorium scuola dei Catechumeni e luogo di preghiera prima di ricevere il Battesimo ? Intanto mi compiaccio di avere, come appare da miei scritti nella Provincia, sospettato anch' io dell'esistenza di più basiliche. Così non mi fossi ostinato a negare col Kandler 1' antichità dei vescovi istriani. Solo mi preme di rilevare che non P ho fatto per giurare in verba magistri; ma semplicemente perchè non mi parevano buone, come non mi pajono oggi, le ragioni allora addotte per sostenere la contraria opinione a quella del vecchio maestro. Che io poi non sia solito assoggettarmi alle ragioni dell' ipse dixit, sta il fatto che, io il primo in provincia ho sostenuto contro i miei maestri. ed amici, l'Istria non già dedita spontaneamente; ma in gran ^parte soggiogata dai Veneziani. Non più questioni adunque, l'Istria ebbe vescovi fino da' tempi antichi, e mi arrendo alla piena evidenza dei fatti. E ciò che avvenne a Parenzo, certo avvenne anche a Pola, a Trieste, ed Egida, i quattro municipi perfetti romani; se mai corepiscopi ci saranno stati nelle città minori Cit-tanova, Pedena, Rovigno, Pirano, dotate più tardi di Vescovi giurisdizionali o di capitoli insigni. Ma le prime chiese non si hanno a cercare sulle rovine del Campidoglio ; a Trieste per esempio come n' è viva tradizione la prima ecclesia (non basilica) sorse in San Silvestro, ora oratorio elvetico; scavando là sotto si troverebbero le fondamenta di una semplice chiesa ad una sola nave e senza abside come ne sono buon indizio le mura attuali alzate sulle traccie delle antiche. La basilica poi sorse più tardi sul colle. E grazie di tutto al bravo Amoroso e al canonico Deperis. Avanzi dell' antico dialetto triestino, cioè i sette dialoghi piacevoli pubblicati dal Mainati, un sonetto ed altri cimeli linguistici con prefazione, traduzione moderna ed annotazioni critiche - esegetiche di Emilio Schatzmayr. — Trieste. Duse 1891. Il titolo è lungo, promette molto; ed io mi sento susurrare all' orecchio certi versi del latino maestro ; ma tiriamo innanzi. Anzitutto c'è, o ci dovrebbe, essere una prefazione promessa a lettere di scatola; ma viceversa la prefazione c'è, e non c'è. Non la si trova, perchè non è opera dell'autore, perchè non ci dà una chiara idea della questione, e non riassume in poche parole le varie opinioni. La prefazione c' è ; ma in fondo non è altro che un buon articolo del Cav. G. Dr. L...., nel quale si dimostra che i Dialoghi del Mainati sono una bella e buona mistificazione, e che intorno al 1818 nessuno parlava friulano a Trieste. Io sono ben felice di trovarmi d' accordo con l'egregio L. e di vedere dalla autorità sua sostenuta la mia opinione manifestata nella Provincia XXII, X. 16. Non vede però il signor Schatzmayr l'inconvenienza di riportare come prefazione un articolo ben fatto si; ma che sta agli antipodi con la sua contraria opinione, e che egli ritiene necessario di lardellare con note che dicono tutto il contrario ? Da quando in qua è lecito un tal sistema ? Tanto come a dire che si può ristampare 1' opera — Le bellezze di Dante del padre Cesari e metterci a ino' di prefazione lo lettere del Bettinelli. Dunque, niente prefazione. E saitiamo a pie' pari il sonetto ed altri cimeli linguistici, a tutti noti. E che nuove ragioni ha addotto il compilatore o prò o contro ? Nessuna. Passiamo alle annotazioni critiche-esigetiche. Plora dal francese pleurer nota l'autore. E perchè non dal latino? Ed in italiano La Madonna candelora Se nevica e se plora Dell'inverno siamo fuora. Se c' è sole o sollicello Siamo sempre in mezzo a quello. Bussa da bussen. Kilssen. E il baciare italiano c' è per nulla ? Auèi sta, analogo al francese: avez voux eté. Anche qui il francese c' entra come il cavolo a merenda. E non dico niente delle note che ci danno la peregrina notizia che Per Diana è interjezione; e che i Triestini non mettono più zucchero nelle trippe. Ed allora che ci resta di questa opera? I Dialoghi ? Ferravecchi. La traduzione ? Stendiamo un velo pietoso sulla italianità di questa traduzione. Solo raccomandiamo al proto di non scrivere sempre qui e fu coli'accento. L'autore ci promette da ultimo un opuscolo bilingue. Anche lo studio che abbiamo esaminato è un saggio di critica dirò così, bilingue, che non dà nè in tinche nè in ceci. Giacché l'autore dimostra di amare la nostra Trieste e non è poi privo di cognizioni linguistiche gli raccomandiamo di proporsi chiaro uno scopo, di sostenere le sue ragioni con la propria tabella, e di dare insomma ben bene o in tinche od i ceci. p. t. ---—:aj------- L'Indice della ^Provincia" In relazione a quanto abbiamo scritto nell' ultimo numero, diamo qui oggi, corretto, anche l'elenco degli articoli, documenti eco. pubblicati dal signor Giovanni Vesuaver; gli scritti del quale sono tutti segnati G. Y. di Portole, meno uno, apparso nel n. 14 dell'annata XVII e l'altro che si legge nel numero 1 dell'annata XX. g. v. (Vesuaver) Controversia tra il vescovo di Cittanova e il podestà di Buie ecc. XVII, 14. — Item. Domanda. XVII, 17. — Item. Archeologia. XVII, 19, 21. — Item. U n documento storico risguardaute Uinago. XVIII, 4. — Item. Una memoria del 1797. XVIII, 12. —■ Item. Due lettere ducali ecc. XVIII, 13. — Item. Lo stile di un feudatario. XVIII, 15. — Item. Ancora del vescovo Stratico. XVIII, 15. 19. — Item. Per la salute publica. XVIII. 22. — Item. Nella valle del Quieto, XVIII, 23, 24, XIX, 1. — Item. Fra i soldati. XIX, 1. — Item. Genti nuove. XIX, 7, Item. Spogli dell'archivio episcopale di Cittanova. XIX, 12. 13, 14, 16. 20, 23, XX, 3, 5. — Item. La vittoria di Lepanto e Capodistria XIX, 13. — Item. La ristampa dei Rerum italicarum ecc. e l'Istria. XX, 1. — Item. La vita privata dei Piemontesi nel secolo decimosesto. XX, 13. — Item Popolazione della diocesi di Cittanova ecc, XX, 17. — Item. Della famiglia Besenghi. XXI, 1, 13. — Item. Per Anteo de' Marchesi Gravisi. XXII. 3. — Item. Spogli dal protocollo del governo provvisorio dell'Istria. XXII, 4. 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 13, 14, 15, 16. — Item. 1 Besenghi e gli Ughi. XXII, 12. — I-tem. Per la biblioteca delle tradizioni popolari istriane. XXI, 21. — Item. Indice delle carte di Raspo. XXIII. — In corso di stampa.