79 Nives Lenassi* Università di Lubiana ALCUNE OSSERVAZIONI SULL’USO DEI PARADIGMI VERBALI NELL’ITALIANO L2: L’ITALIANO PER GLI AFFARI 1 INTRODUZIONE Nella produzione dei testi italiani, i parlanti stranieri spesso affrontano con incertezza ed esitazione la complessa struttura nonché l’organizzazione logica e funzionale dei paradigmi verbali italiani (cf. per esempio Rosi 2008, 2009; Meroni/van Spijk/Pinto 2017). Tale mancanza di certezza può essere osservata anche nei messaggi redatti dai parlanti sloveni che devono affrontare differenze sensibili nel funzionamento dei siste- mi verbali italiano e sloveno (cf. Miklič 1981, 1983, 1989, 2000 a, 2000 b, 2005). Le incertezze d’uso dei parlanti sloveni, rilevate già nella lingua degli studenti liceali (cf. Mertelj 2006) e degli studenti universitari di indirizzo umanistico (cf. Mertelj 2010, 2014; Mertelj/Premrl 2013; Miklič ibid; Miklič/Ožbot 2007; Premrl 2009; cf. anche Ožbot 2004: 55; Mikolič Južnič 2014: 33; Stanič 2017: 277–278), si possono constatare anche nell’ambito della lingua degli affari. In particolare, si trovano evidenze di tali disagi linguistici nei testi scritti di corrispondenza commerciale sia per scopi simulati, cioè dagli apprendenti d’italiano durante i loro studi universitari di economia, sia per scopi reali, cioè in testi redatti da persone che interagiscono nel mondo dell’impresa. Nell’ambito degli studi universitari troviamo testimonianze relative a dette perplessità nei testi composti in forma di attività didattiche eseguite nel corso di un anno accade- mico o alla fine di un ciclo di studi. I testi scritti per scopi reali, invece, sono i messaggi autentici realizzati dai parlanti sloveni che si rivolgono ai loro partner commerciali italiani per compiere varie transazioni internazionali. Di solito, nel mondo del lavoro, detti messaggi appaiono in forma di posta elettronica anche se altre forme della comu- nicazione digitale stanno sempre più prendendo piede, cambiando il panorama dell’in- terazione degli affari. (cf. Darics 2015: 243.) Per meglio mettere in luce il tema del presente contributo, vengono prima presen- tati alcuni esempi autentici con i quali si cerca di illustrare le specifiche insicurezze dei non madrelingua nell’uso dei paradigmi verbali.1 Dato che le perplessità caratteristiche rilevate nei testi degli apprendenti universitari sono già state approfondite negli studi precedenti (cf. sopra)2, ci limitiamo qui a riportare alcuni esempi dei messaggi prodotti * nives.lenassi@ef.uni-lj.si 1 Tutti i testi menzionati vengono riportati in forma originale, senza interventi da parte dell’autrice del presente contributo. 2 Nei testi degli studenti di economia possiamo notare uguali incertezze sull’uso dei paradigmi verba- li che sono state già constatate negli studi precedenti condotti sugli elaborati degli studenti di lingua italiana a indirizzo umanistico. UDK 811.131.1'243'366.58:33 DOI: 10.4312/linguistica.61.2.79-95 Linguistica_2021_2_FINAL.indd 79 20. 12. 2022 12:02:22 80 dai non madrelingua nel mondo aziendale per osservare il funzionamento della lingua nei contesti reali. Segue una rassegna sulle attività didattiche legate all’uso dei paradigmi verbali nell’ambito della corrispondenza commerciale italiana con lo scopo di constatare in quale misura questi strumenti linguistici siano messi in rilievo nell’insegnamento della lingua commerciale. Quest’aspetto della ricerca viene presentato in base a un’analisi con- dotta sui libri di testo rivolti all’insegnamento della lingua italiana commerciale come L2. 2 TESTI ANALIZZATI Per condurre l’indagine è stato raccolto ed analizzato un corpus di 230 testi autenti- ci di posta elettronica, redatti dai parlanti sloveni che collaborano con varie aziende/ istituzioni italiane. I testi sono stati scritti tra gli anni 2005 e 2018 e di seguito oppor- tunamente anonimizzati per scopi di ricerca. Per quanto concerne la lunghezza dei mes- saggi, il corpus offre da un lato delle comunicazioni molto brevi, composte da 5, 9, 11 parole, e dall’altro lato anche dei testi di 275, 345, 569 parole e addirittura una missiva di ben 2159 parole.3 I generi testuali spaziano dalle semplici notifiche di allegati, offer- te e varie conferme, fino ad istruzioni d’uso, piani di lavoro e complessi reclami, rispo- ste a reclami, solleciti di pagamento ecc. Anche dal punto di vista diafasico possiamo osservare una vasta gamma di realizzazioni linguistiche: si passa da messaggi molto formali fino a messaggi di lingua comune e anche informale, usata soprattutto nei testi in cui tra i comunicatori c’è un rapporto di simmetria e vicinanza sociale, manifestata dall’uso del pronome confidenziale tu. Per quel che concerne la raccolta dei testi bisogna specificare che l’indagine presen- ta alcuni limiti. I messaggi autentici non sono stati selezionati dall’autrice del contri- buto, bensì da vari comunicatori sloveni che hanno messo a disposizione della ricerca i testi selezionati da loro stessi. Rispettando, quindi, la selezione dei testi svolta prece- dentemente, si è potuto accedere solo a un numero relativamente ristretto delle varie tipologie testuali. Come già specificato, oltre ai testi autentici sono state analizzate anche le attività didattiche rivolte allo sviluppo della padronanza ricettiva e produttiva dei vari aspetti della corrispondenza commerciale. Si tratta delle attività proposte in 12 libri di testo destinati all’insegnamento dell’italiano commerciale come L2. I libri, in cui figurano 489 attività, sono stati pubblicati tra il 1992 e il 20164 e offrono agli apprendenti di- verse attività orientate allo sviluppo e al consolidamento delle competenze necessarie per una comprensione e produzione efficace dei testi di corrispondenza commerciale: 3 La lunghezza viene dettata dalla complessità della situazione: lo scrivente esprime dettagliatamente le proprie lamentele a proposito del servizio svolto da parte del ricevente. 4 Pur essendo stata analizzata, nella presente ricerca non è stata presa in considerazione l’opera di CITTADINI, Alberto/ Marzia TROTTA (2015) Benvenuto! L‘italiano per il lavoro e la vita quoti- diana. Milano: Hoepli, dato che non si rivolge direttamente al mondo degli affari. Come specificano gli autori nell’introduzione, il libro è destinato a studenti »che intendono comunicare in italiano come lingua seconda per i motivi più vari: per lavoro, per studio, per integrarsi nella società italiana o per un personale interesse culturale«. Linguistica_2021_2_FINAL.indd 80 20. 12. 2022 12:02:22 81 competenza ortografica, lessicale, grammaticale, testuale, pragmatica, metalinguistica, cognitiva extralinguistica e traduttiva (cf. anche Lenassi 2012). Per scopi di ricerca, l’aspetto relativo ai paradigmi verbali è stato studiato nell’ambito della competenza grammaticale anche se la selezione dei paradigmi verbali e la loro distribuzione nel te- sto rappresenta un fenomeno spiccatamente testuale (cf. Miklič 1991: 38, 2012: 102)5. 3 INCERTEZZE SULL’USO DEI PARADIGMI VERBALI DA PARTE DEI NON-MADRELINGUA Una delle frequenti deviazioni dalla norma della lingua italiana nei testi redatti dai par- lanti sloveni viene rappresentata da una verbalizzazione inadeguata dei rapporti aspet- tuali e temporali. Qui spicca soprattutto l’uso generalizzato dell’imperfetto per riferirsi alle azioni passate omogenee viste globalmente, il che rappresenta un esempio carat- teristico dell’interferenza con il nedovršnik (verbo »imperfettivo«) sloveno (cf. Miklič 1981, 1983, 2002). Gli esempi (1) e (2) che confermano la tendenza alla generalizza- zione sono stati scritti da un parlante con una buona padronanza della lingua italiana: (1) In tutto questo tempo io praticamente non lavoravo /…/ o lavoravo poco (Pa 1) (slov.: nisem delal /…/ ali sem delal malo) invece di: non ho lavorato /…/ o ho lavorato 2) Per piu di due anni portavo n*** /…/ (Pa 1) (slov.: sem nosil) invece di: ho portato La tendenza ad usare l’imperfetto si può osservare anche nella formazione del pas- sivo con l’ausiliare essere (slov.: biti), percepito dai parlanti sloveni come un verbo tipico »imperfettivo«: (3) /…/ fino adesso tutto il materiale era mandato in conto lavoro (A 8) (slov.: je bil poslan) invece di: è stato mandato (4) Colore BEIGE, deve essere come colore 031 BEIGE = colore di POWER, che era consegnato l’anno scorso. (A 15) (slov.: je bil dostavljen) invece di: è stato consegnato Dal punto di vista aspettuale, troviamo un po’ più raramente un uso inadeguato del passato prossimo per le azioni passate viste corsivamente. Un esempio caratteristico vene riportato in (5), redatto da un parlante con una buona padronanza linguistica: (5) Al momento dell’incidente stradale in oggetto il detto veicolo e’ stato assi- curato presso la Vostra stimata Casa assicurazioni /…/ (GG 14/p) (slov.: je bil zavarovan) invece di: era assicurato 5 Miklič (1991: 38; 2012: 102) segnala le opere di Weinrich (1964), Isenberg in Conte (1977) e Beaugrande/Dressler (1981: 24). Linguistica_2021_2_FINAL.indd 81 20. 12. 2022 12:02:22 82 Il passato prossimo, che nell’esempio (5) non viene usato adeguatamente, dato che l’azione viene vista parzialmente, è invece necessario e frequentemente usato in altre verbalizzazioni italiane standardizzate, come per esempio il veicolo è stato assicurato per due anni o il veicolo è stato assicurato l’anno scorso. Un’ulteriore fonte di incertezze viene rappresentata dalle relazioni di anteriorità, contemporaneità e posteriorità. Come già rilevato in alcuni studi precedenti, i non ma- drelingua spesso non segnalano i rapporti temporali per l’anteriorità nel passato (cf. Miklič 1992 a, 1992 b, 2002). Dato che nei testi sloveni tali rapporti di solito non ven- gono verbalizzati, sono trascurati anche nei testi italiani. Ne danno prova gli esempi (6) e (7) che del resto testimoniano una buona conoscenza della lingua italiana: (6) /…/ dopo /…/ hai detto che non c’era abbastanza spazio dentro per l*** che hai tolto dall*** (Pa 1) (slov.: si odstranil) invece di: che avevi tolto (7) Come te l’avevo detto, ho avuto gia prima due i*** molti anni fa /…/, ma ovviamente con il *** si vedeva la degradazione di esso /…/ (Pa 1) (slov.: sem imel) invece di: avevo avuto Una situazione simile si verifica pure nell’ambito della posteriorità nel passato. An- che qui i parlanti sloveni non mettono in evidenza i rapporti temporali previsti nel sistema verbale italiano: (8) /…/ quando mi hai pochi mesi dopo /…/ detto che inietterai /…/. (Pa 1) (slov.: boš vbrizgal) invece di che avresti iniettato Varie perplessità nascono anche da una ricca gamma di forme del congiuntivo, che con i suoi numerosi verbi irregolari fa sorgere notevoli insicurezze già al livello mor- fologico e ancora di più al livello sintattico e testuale. Pertanto, i parlanti stranieri tendono ad evitare dette forme sia servendosi di elementi che non richiedono l’uso del congiuntivo sia ricorrendo all’uso dell’indicativo. Le deviazioni più frequenti si riscon- trano nelle seguenti strutture sintattiche: a) dipendente completiva (9) Non sara nessun problema, che A*** fa ordini a fornitore per la quantita necessaria anche per la vs. azienda, insieme con ns. consumo. (A 8) invece di: che faccia ordini (10) Credo che li non ci sono differenze. (Bo 12) invece di: che lì non ci siano (11) Pensavo che era stato detto che nei tutti ordini /…/ abbiamo un sconto dei 10% /…/ (IM 30) invece di: che fosse stato detto Linguistica_2021_2_FINAL.indd 82 20. 12. 2022 12:02:22 83 b) comparativa irreale (12) /… / anche quando vengono fuori d`all aqua il orologio continua a misurare come se fanno ancora immersione. /…/ (IM 28) invece di: come se facessero c) dipendente condizionale (13) Sarrebe perfetto se copriremo almeno la meta dei costi della traduzione. (IM 30) invece di: Sarebbe perfetto se coprissimo/potessimo coprire (14) /…/ se sarei il dottore, aggiungerei (Pa 1) invece di: se fossi il dottore, ag- giungerei (slov.: če bi bil zdravnik, bi dodal) Oltre agli esempi relativi alle forme esplicite, viste sopra, si possono constata- re alcune deviazioni dalla norma anche nei costrutti verbali impliciti. Di solito tali deviazioni hanno luogo nei casi in cui l’oggetto della principale e il soggetto della dipendente sono coreferenziali. Gli esempi caratteristici sono i seguenti: a) costrutti con il verbo pregare al condizionale semplice con l’oggetto diretto (per esempio: ti pregherei), cui segue una dipendente completiva introdotta dalla congiunzione se e il presente dell’indicativo: (15) Ti pregerei se mi poui inviare anche il nuovo listino con tuti codici e an- che qualche nuovo deplian. (IM 3) invece di: Ti pregherei di inviarmi (slov.: Prosil bi te, če mi lahko pošlješ …) (16) Ti pregherei anche se me gli puoi mandare cosi gli posso mostrare al cliente. (IM 30) invece di: Ti pregherei anche di mandarmeli (slov.: Prosil bi te tudi, če mi jih lahko pošlješ) b) costrutti con il verbo pregare al presente dell’indicativo combinato – secon- do il modello della lingua slovena – con l’oggetto (pronome Vi) e con la dipendente completiva, introdotta dalla congiunzione che: (17) Se e’ possibile, Vi preghiamo che vostro direttore Sig. P** A*, venire in contatto con ns. direttore Sig. P* S**, sia per telefono, sia via e-mail. (A 5) invece di preghiamo il vostro direttore di contattare (slov: Prosimo, da vaš direktor kontaktira) (18) Se sara possibile, vi preghiamo, che Lei, e Sig. P* P** portate in A*** questi campioni ordinati. (A 15) invece di: preghiamo Lei e il sig. P* P** di portare (slov.: prosimo, da vi in gospod P* P** prineseta) c) dipendente temporale introdotta dalla congiunzione prima, quando i soggetti della principale e della dipendente hanno la stessa referenza: Linguistica_2021_2_FINAL.indd 83 20. 12. 2022 12:02:23 84 (19) Ma prima Vi manderemo questo Contratto, Vi informiamo che in nuovo Contratto, A*** vuole mettere le seguente cose, e articoli: (A 8) invece di: prima di mandarvi questo contratto, Vi informiamo (slov.: preden vam bomo poslali to pogodbo, vas obveščamo) Gli esempi riportati offrono interessanti evidenze del transfer negativo che dan- no luogo alla produzione dei costrutti devianti dalla norma. Come già constatato (cf. Miklič/Ožbot 2007: 66), anche qui viene confermato che perfino i comunicatori con una buona formazione generale e specialistica e che comunicano spesso in una lingua straniera, tendono a servirsi degli schemi derivanti dalla loro madrelingua (esempi (1), (2), (5) – (8), (14)). 4 I PARADIGMI VERBALI NEI TESTI AUTENTICI DEI NON MADRELINGUA Se la selezione dei paradigmi verbali è un nodo difficile da sciogliere per i parlanti stranieri che hanno già acquisito un’elevata competenza linguistico-comunicativa, lo sarà – ovviamente – ancora di più per i non madrelingua che sono meno esposti alla comunicazione nella lingua straniera e che hanno una padronanza linguistico-comuni- cativa meno marcata. Una minore frequenza dei contatti e moderate risorse linguistiche spesso inducono a pensare che per comunicare con successo in italiano basti usare soltanto alcuni paradigmi verbali fondamentali e che il congiuntivo venga usato solo raramente. A questo punto va notato che tale convinzione non risulta completamente sbagliata in quanto nella lingua parlata il congiuntivo cede sempre più spesso il campo all’indicativo (cf. Renzi 2012: 52; Berruto 2014: 80)6. Tenendo conto delle proprie osservazioni sulla lingua da usare e dei livelli di pa- dronanza linguistico-comunicativa acquisiti nonché dei vari fattori extralinguistici che vanno presi in considerazione nella produzione testuale7, i comunicatori non madre- lingua a livelli meno avanzati frequentemente producono testi brevi, in cui forniscono solo le informazioni essenziali servendosi di pochi paradigmi verbali. Tuttavia, pur disponendo di mezzi linguistici limitati, sono in grado di allacciare e mantenere rap- porti d’affari in modo efficace e a portare a termine varie transazioni internazionali. Ciò implica una forte motivazione a collaborare dimostrata da parte di ambedue i partner commerciali: gli scriventi sloveni si impegnano a produrre testi in una lingua stranie- ra padroneggiata entro certi limiti che i partner italiani accettano nonostante i disagi linguistici (esempio (21)) e quelli relativi alla competenza pragmatica (esempio (22) e (23)) dei partner d’oltreconfine. A questo proposito va osservato che la produzione dei 6 Gli studiosi si riferiscono alla recessione del congiuntivo nelle dipendenti completive. Tenendo conto della variabile diamesica, oltre a quella diatopica e diastratica, e dei valori semantico-fun- zionali del congiuntivo nelle frasi subordinate, Berruto (2014: 80–81) ribadisce che il problema è complesso e difficile da sintetizzare. 7 Uno dei fattori principali è senza dubbio il tempo a disposizione per poter reagire adeguatamente in forma scritta. Cf. anche Lenassi 2012: 204. Linguistica_2021_2_FINAL.indd 84 20. 12. 2022 12:02:23 85 messaggi brevi, con un solo o con pochi paradigmi verbali, non dipende soltanto dalle conoscenze linguistiche, ma anche dal canale8, dal tempo a disposizione per la produ- zione del messaggio9 e dal genere testuale: un reclamo (esempio (23)) con una descri- zione particolareggiata del problema sorto richiede un’esposizione più estesa rispetto a una semplice richiesta, come nell’esempio (20): (20) Ciao Anche il nostro comercalista (S*) e a ferie e a la fatura proforma in suo computer portatile, me lo potete spedire di nuovo cosi faciamo il bonifico. Grazie D* (IM 21) Nel corpus sono stati trovati 25 testi simili, contenenti un solo paradigma verbale (nella maggioranza dei casi si tratta del presente dell’indicativo). Tali messaggi va- riano da 9 o 11 parole fino a 111 e si riferiscono a diverse tipologie testuali: ordini, programma di acquisti, richiesta di informazioni, notifica del pagamento ecc. Benché si possa rivelare un’impresa rischiosa paragonare i testi scritti dai madrelingua con quelli composti dai non madrelingua, dato che ci sarebbero ulteriori aspetti da ap- profondire sulle differenze delle comunicazioni nel corpus, esponiamo qui una breve sintesi sui testi contenenti un solo paradigma verbale: i messaggi dei madrelingua con un solo paradigma verbale sono il 14 %, mentre quelli dei non madrelingua salgono al 22 %. I comunicatori sloveni sono quindi più inclini a comporre messaggi poco estesi. Questo è un dato che non sorprende, visti i mezzi linguistici a disposizione e i bisogni comunicativi che i parlanti non madrelingua devono affrontare nella comu- nità in cui operano. Nel corpus troviamo anche alcuni testi privi di verbi, come per esempio la notifica dell’allegato (21), risposta all’ordine ricevuto (22) ecc. È vero che questi testi non sod- disfano adeguatamente le esigenze e gli scopi comunicativi,10 tuttavia vengono accettati dai parlanti italiani e non impediscono la comunicazione.11 8 Qui ci si riferisce alla posta elettronica che può essere usata con diverse funzioni: può essere un »mezzo di trasporto« per l’invio di allegati, una segretaria telefonica in cui si lasciano brevi mes- saggi e un testo in forma della classica lettera commerciale o fax. 9 Nel corpus raccolto questo parametro non può essere stabilito e osservato: spesso le informazioni relative all’invio/ricevimento della posta elettronica sono state cancellate dalle persone che hanno offerto i propri messaggi per l’analisi. Anche nei casi in cui tale dato è rimasto visibile, non si può definire la proporzione tra il tempo effettivamente dedicato alla composizione del testo e ad altre attività lavorative. 10 Dal punto di vista pragmatico sarebbe consigliabile verbalizzare il messaggio (21) nel modo se- guente: Gentile Sig. D*, Le mando in allegato /…/ Cordiali saluti, D* e il messaggio (22): Gentile Sig. M*, La ringrazio dell’ordine. Cordiali saluti. M* F** 11 Nel corpus non emergono testi da cui sarebbe evidente che le limitate risorse linguistiche dei non madrelingua ostacolino la comprensione o diano luogo a equivoci nei rapporti commerciali. Linguistica_2021_2_FINAL.indd 85 20. 12. 2022 12:02:23 86 (21) Subject: Fw: c*** per il sig. D*! Saluti D* (O 8) (22) Oggetto: ORDINE Cordiali saluti. M* F** (M 16) Se paragoniamo questi testi, privi di paradigmi verbali, con i messaggi dei parlanti nativi in cui non figura alcun paradigma verbale, possiamo di nuovo constatare le ten- denze emerse già nei testi contenenti un solo tempo verbale (20): i parlanti sloveni sono più inclini a produrre i testi con meno paradigmi verbali. Nel corpus dei non madrelin- gua troviamo il 2,4 % dei testi senza paradigmi verbali, mentre nel corpus italiano se ne rilevano l’1,4 %. Dall’altra parte, ovviamente, possiamo trovare anche degli scritti realizzati dai par- lanti sloveni in cui risulta un elevato numero di paradigmi verbali (10 o più) e di parole (oltre 200). Nel nostro caso si tratta di testi prodotti da tre comunicatori con una note- vole competenza linguistico-comunicativa che imitano la comunicazione dei parlanti nativi con considerevole successo. In tutte le situazioni i non madrelingua devono af- frontare sia una delle prime fasi dei rapporti commerciali (in cui è di solito indispen- sabile che lo scrivente offra una presentazione della propria società, delle attività già svolte e di quelle ancora da eseguire) sia una situazione di conflitto (in cui è necessario evidenziare tutti gli elementi chiave che hanno fatto sorgere il motivo del contrasto e proporre una soluzione adeguata). Questa situazione viene illustrata con un reclamo autentico (23) composto da 324 parole e contenente 11 diversi paradigmi verbali: presente dell’indicativo, passato prossimo, imperfetto dell’indicativo, futuro semplice, infinito semplice, presente del congiuntivo, trapassato del congiuntivo, condizionale composto, participio presente, participio passato, gerundio semplice: (23) Spett. I***. Srl Alla C.A. Sig.ra V* P** Con la presente per informarLa che in data 29. 9. il vettore al quale abbiamo affidato il trasporto fino a C**** si è presentato al carico presso la ditta P*** (UD) come da Vs. richiesta. Il titolare della ditta scrivente nella persona del Sig. G** ha personalmente chiamato la P*** pochi giorni prima del carico chiedendo informazioni sullo spazio, cioè i metri di pianale che sarebbero stati occupati dalla merce in que- stione. Sebbene gli fosse stato assicurato che 7,5 metri lineari sarebbero bastati noi a nostra volta abbiamo per precauzione richiesto al vettore 8 metri liberi, la merce non è stata caricata venerdi sul bilico perchè l’ingombro in realtà era di 10 metri. Il bilico pur avendo più di 8 metri disponibili non ha potuto caricare e di Linguistica_2021_2_FINAL.indd 86 20. 12. 2022 12:02:23 87 conseguenza è dovuto ritornare a G*** (sede del vettore), scaricare la merce e liberare completamente il mezzo. Come da accordi con il Sig. C** della P*** il vettore si è ripresentato sabato 30.09. dove lo hanno finalmente caricato con un ingombro finale di 11,60 metri. Come già specificato nei colloqui intercorsi con la Vs. Sig.ra V* il trasporto è stato organizzato come groupage cioè un mezzo unico con merce varia per clienti diversi. Siccome la merce dalla P*** ha occu- pato più del programmato, il vettore si è visto costretto a non far partire la merce degli altri clienti con i quali aveva già concordato le consegne. Il bilico è partito esclusivamente con la merce caricata a U****. Alla luce di tutti gli inconvenienti sorti a causa delle informazioni errate da parte della P*** ed il fatto che il trasporto non può più essere definito groupage il vettore ci chiede un supplemento di Euro __ sulla tariffa concordata preceden- temente pari a /.../. Alleghiamo inoltre alla presente la fattura definitiva comprensiva della mag- giorazione del nolo. Sperando che la soluzione da noi proposta sia ritenuta da Voi soddisfacente inviamo cordiali saluti. (GT 4) Come già esposto, nel corpus troviamo altri testi dei non madrelingua particolar- mente estesi che testimoniano una buona padronanza della lingua straniera. Se mettia- mo a confronto tali comunicazioni con quelle composte dai madrelingua che mostrano una complessità paragonabile (quanto al numero dei paradigmi verbali e delle parole) e sempre tenendo conto delle delimitazioni della ricerca menzionate in precedenza (cf. paragrafo 2),12 notiamo una tendenza incoraggiante nei confronti dei parlanti sloveni: i testi complessi compilati dagli scriventi italiani sono pari al 4 %, mentre quelli dei parlanti sloveni sono il 5 %. A questo punto va precisato ancora una volta che tali comunicazioni sono state redatte da persone con un elevato grado di competenza-lin- guistico comunicativa, mentre i parlanti non madrelingua con una conoscenza lingui- stico-comunicativa meno spiccata tendono a redigere comunicazioni brevi anche nei casi in cui le esigenze e gli scopi comunicativi richiederebbero una stesura più accurata del testo (esempi (20) – (22)). La propensione alla redazione dei testi telegrafici viene testimoniata anche da una risposta negativa (24) a una richiesta del parlante italiano di riconsiderare la decisione presa dal comunicatore sloveno. Nonostante che il testo del comunicatore italiano risulti assai complesso (contiene 306 parole e 12 diversi para- digmi verbali), la risposta ad esso è molto concisa e priva di elementi che potrebbero attenuare il tono diretto del messaggio:13 12 Per alcune indicazioni sui paradigmi verbali usati nei testi di corrispondenza commerciale prodotti dai madrelingua cf. Lenassi 2015: 94. 13 Non conoscendo i particolari della situazione in cui è stato redatto il messaggio e i rapporti tra i comunicatori, ci si chiede se la concisione del testo sia da ascrivere solo alle conoscenze linguisti- co-comunicative dello scrivente o se vadano presi in considerazione anche altri fattori, quali per esempio la posizione di forza in cui sembra trovarsi lo scrivente sloveno. Linguistica_2021_2_FINAL.indd 87 20. 12. 2022 12:02:23 88 (24) Signor S**! Nostra decisione e che non pagaremo costi di transporto. Abbiamo altri costi che non abbiamo calculato. Importante e buona produzione in tempo che abbiamo parlato!! Buon fine settimana, F* 5 PARADIGMI VERBALI NEI LIBRI DI TESTO PER L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO PER GLI AFFARI Date le incertezze dei non madrelingua presentate nei paragrafi 3 e 4, ci si domanda quante e quali attività vengono effettivamente dedicate ai paradigmi verbali nei libri di testo incentrati sulla lingua usata nel mondo aziendale. I dodici libri di testo esaminati offrono un’interessante panoramica che verrà pre- sentata qui in forma sintetica. A questo punto bisogna segnalare che nelle opere studia- te sono state prese in considerazione soltanto le attività che si riferiscono ai paradigmi verbali nell’ambito della corrispondenza commerciale, e non nell’ambito degli altri aspetti della comunicazione aziendale. Con questa specificazione si desidera sottoline- are che gli autori dei materiali didattici osservati dedicano un certo spazio – sempre nei limiti della microlingua – ai singoli paradigmi verbali anche altrove, in altre parti dei libri di testo. In esse, si tratta di solito delle apposite pagine o sezioni, dotate di adeguati esercizi e attività relative ai diversi aspetti dei paradigmi verbali. Formulare, quindi, un giudizio globale sui singoli libri di testo tenendo conto solamente della presenza o assenza delle attività menzionate nel campo della corrispondenza (Tabella 1), sarebbe riduttivo e non rifletterebbe il reale valore delle opere nel loro complesso. Nei libri di testo analizzati si possono rilevare le attività relative ai paradigmi verba- li nella corrispondenza che sono impostate sia al livello della proposizione sia al livello del testo. Mentre nei libri pubblicati prima del 2000 si può notare una certa oscillazione tra l’approccio proposizionale e quello testuale, nelle opere uscite dopo quell’anno gli autori scelgono pressoché unanimemente di illustrare il funzionamento dei paradig- mi verbali al livello testuale. Tale orientamento implica una maggiore consapevolezza relativa all’importanza del testo integrale per poter osservare il funzionamento di vari fenomeni linguistici in particolari situazioni comunicative. Qui, però, va menzionato che alcuni testi integrali non possono essere definiti come rappresentanti tipici della corrispondenza commerciale. Si tratta di messaggi informali in cui lo scrivente, per esempio, descrive un giorno lavorativo o un viaggio d’affari a un proprio familiare o amico. Pur non presentando un contenuto tipico strettamente appartenente alla gestione aziendale, tali messaggi sono stati presi in considerazione per l’analisi. Il loro punto forte è soprattutto quello di sottolineare l’importanza della corrispondenza meno for- male sul posto di lavoro, a volte individuata anche nei testi autentici. I paradigmi verba- li da usare in questi testi sono di solito il presente dell’indicativo, futuro semplice, pas- sato prossimo e imperfetto. In particolare, con gli ultimi due viene messo in evidenza l’aspetto narrativo del testo, con l’indispensabile alternanza tra i due paradigmi verbali, Linguistica_2021_2_FINAL.indd 88 20. 12. 2022 12:02:23 89 ambedue fonti di numerosi disagi linguistici dei comunicatori sloveni (cf. par. 3). Gli altri paradigmi verbali di solito non sono presenti nelle attività di tipo produttivo, tran- ne nei primi due libri di testo in cui troviamo uno (LT 1) ovvero quattro attività (LT 2) di tipo produttivo dedicate all’infinito semplice e composto, al gerundio semplice e composto e al participio presente e passato. Se osserviamo la presenza delle attività oggetto di analisi nelle opere studiate (Ta- bella 1), vediamo che in quattro opere tali attività non sono presenti (LT 3, LT 4, LT 7, LT 8), mentre nelle altre ne troviamo da 1 (LT 1, LT 10, LT 11) fino a 10 (LT 2). 0 2 4 6 8 10 12 N um er o de lle a � vi tà Tabella 1: Presenza delle attività didattiche inerenti ai vari aspetti dei paradigmi verbali nella corrispondenza commerciale nei libri di testo analizzati La decisione di dedicare un certo spazio ai paradigmi verbali nelle dodici opere ana- lizzate dipende da vari parametri: dall’orientamento comunicativo o meno dei singoli libri di testo, dall’importanza ascritta alla corrispondenza, dalle conoscenze linguistiche degli utenti secondo il livello previsto nel Quadro comune europeo di riferimento per le lingue14 ecc. Come possiamo rilevare, gli autori dei libri di testo spesso non decidono di includere nelle proprie opere le attività inerenti ai paradigmi verbali sebbene le analisi svolte dimostrino che sarebbe opportuno rivolgere più attenzione a questi importanti mezzi linguistici. Le attività qui presentate appaiono solo in due terzi dei materiali e in esse non sono distribuite in un modo omogeneo. Una loro maggiore presenza e distribuzione più equa all’interno delle opere permetterebbe agli utenti di prestare una maggiore attenzione nel riconoscere i parametri che fanno scattare l’uso dei diversi paradigmi verbali nei testi e di poterli includere gradualmente nel proprio repertorio linguistico. 14 Mentre nelle prime sei opere (vista la data della loro pubblicazione) e nell’LT 8 il livello QCER non è definito, gli altri libri offrono le seguenti indicazioni: LT 7: livello A1/A2 – B1/B2; LT 9: livello B2 – C2; LT 10: livello A2+/B2; LT 11: livello A1 – A2; LT 12: livello A1. Linguistica_2021_2_FINAL.indd 89 20. 12. 2022 12:02:23 90 6 CONCLUSIONE Partendo da un numero circoscritto di testi nonché della loro tipologia, l’indagine in- tende offrire solo alcuni spunti per la riflessione sul ruolo dei paradigmi verbali nella lingua per gli affari. Visti i risultati della ricerca sorge spontaneo chiedersi come agire per poter inserire efficacemente vari aspetti di questi importanti strumenti linguistici nell’insegnamento della microlingua. Data la complessità del sistema verbale italiano, è ovvio che la materia da offrire agli apprendenti debba essere adeguatamente delimitata (cf. anche Miklič 2008: 306). Questo non significa che vadano evitati testi, strutture lin- guistiche e termini che gli apprendenti ad un certo livello linguistico acquisito non sia- no in grado di includere in modo produttivo nel proprio repertorio L2. Gli apprendenti di microlingua sono adulti, con sviluppate conoscenze dell’indirizzo di studi scelto (i.e. economia, gestione aziendale) e capaci di integrare la comprensione dei testi anche più complessi nell’acquisizione di una lingua straniera. Se il libro di testo scelto per l’inse- gnamento di una lingua specialistica o di un particolare aspetto di essa (nel nostro caso della corrispondenza commerciale) non offre agli apprendenti risorse soddisfacenti sia a livello ricettivo sia a quello produttivo, spetta all’insegnante saper includere gradual- mente nella prassi glottodidattica anche i testi autentici più complessi. E, come si è visto, in essi può figurare una vasta gamma di paradigmi verbali. Bibliografia I Libri di testo LT 1 CHERUBINI, Nicoletta (1992) L’italiano per gli affari. Roma: Bonacci. LT 2 MAFFEI, Sabrina/Sandra RADICCHI/Vera VETRIH (1993) L’italiano per operatori economici. Ljubljana: CTJ, Gospodarski vestnik. LT 3 BERETTA, Nicoletta/Fabia GATTI (1997) Italia in affari. Torino: SEI. LT 4 LENASSI Nives/Sandro PAOLUCCI (2000) Argomenti d’italiano commercia- le. Ljubljana: Ekonomska fakulteta. LT 5 PELIZZA, Giovanna/Marco MEZZADRI (2002). L’italiano in azienda. Peru- gia: Guerra. LT 6 DOBNIK, Nadja/Nives LENASSI (2002) Affari in italiano. Ljubljana: Eko- nomska fakulteta. LT 7 GOMBAČ, Erika/Cvetka BAJEC (2011) Poslovni tuji jezik II. Italijanščina. Lju- bljana: Zavod IRC. 20 novembre 2017. http://www.impletum.zavod-irc.si/docs/ Skriti_dokumenti/Poslovni_tuji_jezik_2-italijanscina-Gombac_Bajec.pdf. LT 8 TATA, Donatelli/Cinzia DONATELLI NOBLE (2011) L‘italiano per gli affari. Corso introduttivo al mondo aziendale italiano. Firenze: Polistamapa. LT 9 CHERUBINI, Nicoletta (2012) Convergenze: iperlibro di italiano per affari. Roma: Bonacci. LT 10 PELIZZA, Giovanna/Marco MEZZADRI (2015) Un vero affare! Corso di ita- liano per gli affari. Torino: Loescher. LT 11 INCALCATERRA MCLOUGHLIN, Laura/Anna RUGGIERO/Giovanna SCHIAVO (2016) Affare fatto! 1. Corso d’italiano aziendale. Roma: Edilingua. Linguistica_2021_2_FINAL.indd 90 20. 12. 2022 12:02:23 91 LT 12 PEPE, Daniela/ Giovanni GARELLI (2016) Al lavoro! Corso di italiano per stranieri in contesto lavorativo. Torino: Loescher. Opere consultate BEAUGRANDE, Robert-Alain de/Wolfgang DRESSLER (1981) Introduction to Text- linguistics. London, New York: Longman. BERRUTO, Gaetano (2014) Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo. Nuova edi- zione. Roma: Carocci. CONTE, Maria Elizabeth (1977) (a cura di) La linguistica testuale. Milano: Feltrinelli. DARICS, Erika (2015) «Deconstruction–Analysis–Explanation: Contextualization in Professional Digital Discourse.» In: E. Darics (a cura di), 243–264. DARICS, Erika (a cura di) (2015) Digital Business Discourse. New York: Palgrave Macmillan. 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Milano: FrancoAngeli, 286–293. MIKLIČ, Tjaša (2008) «Polisemia e sinonimia dei mezzi espressivi italiani usati in un espediente retorico largamente diffuso: l’indeterminatezza del flash forward.» In: Anthony Mollica/Roberto Dolci/Mauro Pichiassi (a cura di), Linguistica e glottodi- dattica: studi in onore di Katerin Katerinov. Perugia: Guerra, 297–309. MIKLIČ, Tjaša (2012) «Alcuni moduli narrativi e l’uso dei paradigmi verbali in chiave contrastiva: riflessioni sulla necessità di includere la presentazione delle funzioni retoriche testuali nell’educazione linguistica materna e nell’insegnamento delle lin- gue straniere.» In: Maslina Ljubičić/Ivica Peša/Vinko Kovačić (a cua di), Zbornik Međunarodnoga znanstvenog skupa u spomen na prof. dr. Josipa Jerneja (1909 – 2005.), Filozofski fakultet, Zagreb, 13. – 14. studenoga 2009. Zagreb: Filozofski fakultet, FF-press, 101–117. 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Stuttgart/Berlin/ Köln/Mainz: Kohlhammer. Riassunto ALCUNE OSSERVAZIONI SULL’USO DEI PARADIGMI VERBALI NELL’ITALIANO L2: L’ITALIANO PER GLI AFFARI Nella produzione dei testi di corrispondenza italiana i comunicatori sloveni provenienti dal mondo del lavoro spesso affrontano con insicurezza la verbalizzazione dei com- plessi rapporti aspettuali, temporali e modali previsti dal sistema verbale italiano. Tali insicurezze sono evidenti sia nei testi redatti dai parlanti con un’elevata competenza linguistico-comunicativa sia in quelli composti da comunicatori che possiedono un re- pertorio linguistico più limitato. Questi ultimi sono anche più propensi a comporre messaggi molto sintetici, con una gamma piuttosto ristretta di paradigmi verbali anche nelle situazioni in cui le esigenze e gli scopi comunicativi richiederebbero la redazione di un testo più esteso. Visti i disagi dei non madrelingua, ci si è chiesti quanto spazio dedicano vari li- bri di testo per l’italiano per gli affari alle attività il cui obiettivo è lo sviluppo della competenza relativa alla conoscenza e all’uso dei paradigmi verbali nell’ambito della corrispondenza commerciale. La ricerca dimostra che – in dipendenza da vari para- metri quali il livello QCER dei singoli libri di testo, il loro orientamento più o meno comunicativo, l’importanza ascritta alla corrispondenza commerciale ecc. – possiamo constatare notevoli differenze tra i materiali analizzati in quanto alla presenza delle attività e ai paradigmi verbali trattati in esse. Un numero maggiore di attività e una loro distribuzione proporzionata nella prassi glottodidattica potrebbe sensibilizzare gli uten- ti/apprendenti a un’attenzione più focalizzata e accurata nel riconoscere l’insieme degli elementi che stimolano l’uso di singoli paradigmi verbali nei testi di corrispondenza commerciale. L’obiettivo di tale approccio ovvero sensibilizzazione è quello di giun- gere prima a una comprensione adeguata dei testi e dopo a una stesura dei messaggi pragmaticamente efficaci. Parole chiave: italiano per gli affari, corrispondenza commerciale, paradigma verbale, non madrelingua, interferenza linguistica Linguistica_2021_2_FINAL.indd 93 20. 12. 2022 12:02:23 94 Summary SOME OBSERVATIONS ON THE USE OF VERB TENSES IN ITALIAN L2: BUSINESS ITALIAN In the process of producing Italian business correspondence texts, Slovene communica- tors from the corporate world often encounter various insecurities when they try to ver- balize the complex aspectual, temporal, and modal relationships expected in the Italian verb system. These insecurities are evident in texts written both by non-native high proficiency speakers and by communicators with a more limited linguistic repertoire. These non-native speakers are also more inclined to compose very brief texts, contain- ing a rather restricted range of verb tenses, even in situations when the communication needs and aims would require the composition of a less concise text. Considering these non-native speaker difficulties, the question arises how much attention business Italian textbooks pay to tasks whose objective is to develop compe- tence regarding the awareness and the use of verb tenses within business correspond- ence. This research shows that – depending on various parameters, such as the CEFR level of single textbooks, their more or a less communicative-oriented approach, the relevance ascribed to business correspondence etc. – significant differences can be found between the works studied as to the presence of the tasks and the verb tenses they cover. More such tasks and their proportional distribution in a foreign language class could sensitize users/learners to have more focused and accurate awareness in recognizing the combinations of elements that trigger the use of particular verb tenses. The aim of such an approach or sensitization is, firstly, to acquire an adequate compre- hension of texts and, secondly, to produce pragmatically effective texts. Keywords: Business Italian, commercial correspondence, verb tense, non-native speaker, linguistic interference Povzetek NEKAJ OPAŽANJ O RABI GLAGOLSKIH PARADIGEM V ITALIJANŠČINI KOT DRUGEM JEZIKU NA PODROČJU POSLOVNE ITALIJANŠČINE Pri tvorjenju besedil italijanske poslovne korespondence se slovenski udeleženci, ki prihajajo iz gospodarstva, pogosto z negotovostjo lotevajo ubesedovanja zapletenih aspektualnih, časovnih in modalnih odnosov v skladu s pravili italijanskega glagolske- ga sistema. Tovrstne zadrege so očitne tako v besedilih, ki jih tvorijo govorci z dobro jezikovno-sporazumevalno zmožnostjo, kot v tistih, ki jih tvorijo govorci, pri katerih so te zmožnosti skromnejše Slednji obenem bolj stremijo k tvorjenju zelo zgoščenih besedil, z razmeroma omejenim naborom glagolskih paradigem, in sicer tudi v situa- cijah, v katerih bi komunikcijske okoliščine in cilji zahtevali, da so tvorjena besedila obsežnejša. Linguistica_2021_2_FINAL.indd 94 20. 12. 2022 12:02:23 95 Spričo težav nematernih govorcev smo si zastavili vprašanje o tem, koliko prostora je v raznih učbenikih poslovne italijanščine namenjenega aktivnostim, katerih namen je spoznavanje funkcioniranja italijanskih glagolskih paradigem in razvijanje zmož- nosti njihove rabe v okviru poslovne korespondence. Raziskava je pokazala, da so pri analiziranih gradivih precejšnje razlike, kar zadeva predvidene aktivnosti pa tudi ak- tivnosti in obravnavo glagolskih paradigem – in sicer v odvisnosti od parametrov, kot so raven posameznih učbenikov po SEJO; njihova večja ali manjša komunikacijska naravnanost; pozornost, ki jo namenjanjo poslovni korespondenci, itd. Več ustreznih aktivnosti in njihova smiselna porazdelitev pri jezikovnem pouku bi lahko uporabnike/ učence senzibilizirala, da bi postali bolj pozorni in bolj osredotočeni na prepoznavanje celote elementov, ki sovplivajo na rabo posameznih glagolskih paradigem v besedi- lih poslovne korespondence. Cilj takšnega pristopa oziroma tovrstne senzibilizacije je najprej ustrezno razumevanje besedil, nato pa tvorjenje v pragmatičnem oziru učinko- vitih sporočil. Ključne besede: poslovna italijanščina, poslovna korespondenca, glagolske paradig- me, nerojstni govorec, interferenca Linguistica_2021_2_FINAL.indd 95 20. 12. 2022 12:02:23