Received: 2013-10-28 UDC 930:316.7 Original scientific article CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI Claudio POVOLO Universita Ca' Foscari Venezia, Dipartimento di Studi Umanistici, Dorsoduro 3484/D, 30123 Venezia, Italia e-mail: clpovolo@gmail.com SINTESI Il saggio si sofferma sulle varie implicazioni sociali e culturali del concetto di conta-minazione nelle diverse epoche storiche e nell'ambito di societa e di gruppi contraddi-stinti sia dalla necessita di intrattenere relazioni economiche e sociali, ma anche dall'esi-genza di mantenere le proprie caratteristiche e specificita. Il concetto di contaminazione introduce nelle distinzioni tra sacro e profano, tra interno ed esterno, tra il fisico e il simbolico, tra il maschile e il femminile. Esso rivela non solo la nozione di rischio e di timore da cui una societa e attraversata, ma anche i suoi rapporti con il cibo, l'igiene, la pulizia e, piu in generale con il corpo umano. E segna la divisione tra ceti, classi e gruppi; il valore assegnato a determinate professioni ed attivita. Le sue implicazioni culturali e sociali sono soprattutto importanti nei confronti delle distinzioni di genere. Il tema della contaminazione assume un'importanza di rilievo laddove essa si prospetta nei confronti di gruppi sociali provvisti di una loro identita o etnia ben precisa. L 'inclusione di soggetti dall'esterno (ad esempio con il matrimonio) e percepito come contaminante e pericoloso per la stabilita del gruppo. Sul piano linguistico-culturale la contaminazione tra gruppi o etnie diverse riflette contiguita, esclusioni, sovrapposizioni, facilmente indi-viduabili e identificabili ad esempio nella toponomastica di zone di confine oppure di aree geografiche in cui per secoli convissero popolazioni di etnia diversa. Parole chiave: contaminazioni, corruzione, purezza, riti, cultura CONTAMINATIONS. DISCOURSES, PRACTICES AND REPRESENTATIONS ABSTRACT The present essay intends to examine the diverse social and cultural involvements of the concept of contamination during different historical periods and in the context of societies and groups ofpeople characterised by the need of developing economic and social relationships but also by the necessity to maintain their own peculiarities. The concept of contamination entails the distinction between holy and secular, between internal and external, physical and symbolic, male and female. It reveals not only the notion of risk and Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 the fears of the society, but also the relationships with food, hygiene, cleanness and, more generally, with the human body It marks the gap between social stratum, classes, and groups; the value attributed to certain professions and activities. Its cultural and social implications are particularly important with regard to gender specifications. The theme of contamination becomes especially relevant where it regards well identified social or ethnic groups. The inclusion of external subjects (for instance, through the marriage) is perceived as contaminant and dangerous for the cohesion of the group. With regard to the linguistic and cultural context the contamination between different ethnic groups reveals proximity, exclusions, superimpositions that are easy to identify, for instance, in toponymy of border areas or in areas where different ethnic groups lived together for centuries. Key words: contaminations, corruption, purity, rituals, culture Sul piano semantico il termine contaminazione sembra riflettere una pluralita di signi-ficati apparentemente non interscambiabili. In senso fisico, con il sinonimo di inquina-mento, il termine esprime la pericolosita di fenomeni che, soprattutto a partire dal secolo scorso, di seguito alle scelte imprevidenti dell'uomo, hanno investito l'ambiente, minac-ciandone gli stessi equilibri. La nozione di pericolosita insita nel termine ha pero pure implicazioni sul piano simbolico e culturale, considerando che l'atto di contaminazione segnala la minaccia condotta nei confronti dei valori morali o religiosi di una determi-nata societa (Khare, 2002, 658-659). Alla pluralita di significati, va inoltre aggiunto, corrisponde pure l'ambiguita del termine che, oltre alla sua piu che evidente negativita, esprime pure, con accezione quasi sempre positiva, la fusione di elementi di diversa pro-venienza nella composizione letteraria, testuale od artistica. Nel 1966 apparve il testo di Mary Douglas Purity and danger. An analysis of the concept of pollution and taboo (Douglas, 2002). Un'opera che, muovendo da esempi tratti sia da societa semplici che complesse, indicava come l'ordine e la coesione sociale richieda-no che i confini dellapurezza siano per lo piu tracciati con chiarezza, mentre, all'incontra-rio, tutto cio che socialmente si esprime con ambiguita ed incertezza e si pone in una fase liminare, sia potenzialmente contaminante in quanto in grado di mettere in discussione i valori predominanti. L'idea di contaminazione ha evidenti implicazioni culturali con le distinzioni di genere e con i significati attribuiti alle relazioni sessuali e simbolicamente si identifica in particolar modo nella figura della donna, nel controllo esercitato sul suo corpo inteso come significativamente rappresentativo dei valori che contraddistinguono l'insieme del corpo sociale. Il concetto di contaminazione, nei suoi molteplici risvolti sociali, volti a contraddi-stinguere le relazioni tra ceti o di genere, e stato ampiamente utilizzato dagli storici, atten-ti a definire le implicazioni simboliche e antropologiche della realta sociale. E non a caso la storia di genere, non piu delimitata dalla semplificativa opposizione tra natura e cultura, ha investito settori disciplinari di ricerca tendenzialmente ostili o restii all'utilizzo di un approccio interdisciplinare. Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 II concetto di contaminazione condivide, quantomeno sul piano simbolico, alcuni dei significati che connotano la sfera della corruzione e, forse non a caso, la diffusione di pratiche sociali collegate alla corruttela sono state associate alla dicotomia di genere maschile-femminile: razionale/irrazionale, pubblico/privato, cultura/natura, universale/ particolare. La personalita razionale, l'aderenza alle regole in molte culture sono viste in contrasto con la dimensione femminile (e l'archetipo di Eva), di cui si colgono le potenzialita contaminanti e corruttrici. Come e stato osservato : The masculine/feminine dichotomy has clear implications for several recurring homologies in corruption discourse: rational/irrational, public/private, culture/nature, universal/particular And if rational impersonality and rule-following are contrasted with 'feminine' personalism and unruly dis-order, we easily pass to dissolute, feminine corruptness, with Eve as its archetype, a female pollution of the public body. (Haller-Shore 2005, 237) Ma, si diceva della pluralita dei significati che investe lo stesso termine di contaminazione. Sempre Mary Douglas in una sua opera successiva Risk and blame. Essays in cultural theory (Douglas, 1992, 3-14) osservava in realta come tra contaminazione sim-bolica e inquinamento ecologico ci fosse una stretta relazione, se solo si osserva come la scienza e la tecnologia (come possibile e micidiale fonte di inquinamento) siano considerate una sorta di tabu; mentre la percezione del rischio conseguente al loro abuso e ampiamente sottovalutato in ambienti politici e sociali rassicurati dalla loro preminenza culturale e dalla sicurezza dei loro confini. Il concetto di contaminazione, inteso soprattutto come strumento di rilevazione della dimensione, della rigidita (o, all'inverso, della porosita) dei confini sociali e dei riti e delle pratiche che segnalano il pericolo che questi possano essere infranti o superati (Eriksen, 2001, 236-237), mettendo in discussione i valori predominanti e gli assetti sociali costitu-iti, si rivela dunque utile per cogliere la dimensione storica di problemi tradizionalmente considerati soprattutto nella loro caratterizzazione sociale, economica e politica. Il concetto di contaminazione introduce infatti nelle distinzioni tra sacro e profano, tra interno ed esterno, tra il fisico e il simbolico, tra il maschile e il femminile. Esso rivela non solo la nozione di rischio e di timore da cui una societa e attraversata, ma anche i suoi rap-porti con il cibo, l'igiene, la pulizia e, piu in generale con il corpo umano. E segna la divisio-ne tra ceti, classi e gruppi; il valore assegnato a determinate professioni ed attivita. Contras-segna taluni gruppi sociali come potenzialmente pericolosi. Definisce i termini stessi della mobilita geografica e sociale. Caratterizza pratiche consuetudinarie non investite da regole formali. Investe il genere maschile e soprattutto femminile di significati e di simboli, a seconda della loro declinazione nell'ambito della famiglia e della comunita. Connota pure, come e stato osservato, la nozione stessa di identita nazionale (Anderson, 2006, 11-12). E, non a caso, il nazionalismo utilizza spesso un vocabolario religioso per enfatizzare il legame tra rispettabilita genealogica e orgoglio nazionale (Herzfeld, 1987, 117). Il sociologo americano Ian Miller si e soffermato sul rapporto tra la nozione di disgusto e quella di contaminazione, entrambe riflesso di nozioni culturali, ma variamente con- Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 traddistinte nelle diverse realta soclall (Miller, 1997). Proprio in virtu dl tale assoclazlone ll senso dl dlsgusto e tale da lncldere notevolmente nell'organizzazlone della vita sociale e lndlvlduale. La sensazlone dl dlsgusto e ll timore delle lmpllcazloni che essa comporta sul piano della contaminazione si individuano soprattutto nel corpo e nei suoi orifizi, che simbolicamente e fisicamente segnano il rapporto tra interno ed esterno, superiore ed inferiore, e, in definitiva contrassegnano esclusioni sul piano delle relazioni sessuali, famigllarl, etniche e glurldlche (Nussbaum, 2004, 1-18). La sensazione del disgusto, come osserva Miller, e connessa con quella di purezza, in quanto interviene a segnalare immediatamente il contatto con l'impuro, anche se, co-munque, le regole che definiscono lo stato di purezza sono soprattutto collegate al senso dl vergogna, dl colpevolezza, al dovere o all'abltudlne (Miller, 1997, 107). Ma ll dlsgusto sl assocla soprattutto al clbo e alle sue escluslonl culturall e slmbollche, come ad esemplo appare manifestamente in molti sistemi culturali e religiosi il rifiuto nei confronti della carne dl maiale (Bromberger, Durand, 2001, 744-745). Le varlazloni storlco-culturall della nozlone dl dlsgusto suggerlscono evldentemente, sul piano della dlstinzlone e dello status, varlazloni assai rllevantl. Le regole dl etichetta e dl corte elaborate nel '500 ln-dlcavano lndubblamente la volonta dl escluslone correlata alla dlstinzlone e allo status, ma comportavano pure ll timore del rlschio e della contaminazione sociale. All'lnverso l'ampla gamma dl lnsultl e dl bestemmie, assoclatl spesso al nome dl animall o alla coprolalia, tende a modellare relazioni e a definire confini segnalando le impurita sociali e la mancanza dl un ordlne appropriato (Sabean, 1990, 337-339). La nozlone dl dlsgusto e dl contamlnazlone suggerlsce slmbollcamente l rapportl eslstentl tra natura e cultura e, non a caso, come ha notato Mary Douglas, si enuclea in maniera significativa nel corpo umano e nelle regole, piu o meno restrittive, che ne classificano le funzioni e il rapporto verso l'esterno (soprattutto tramite gli orifizi). Ma e in particolar modo il corpo femminile a suggerire le regole che piu in generale classificano ll corpo sociale, l'ldeologla della parentela e gll stessl rapportl eslstentl nell'amblto della famiglia. In societa patriarcali, ma in cui la donna svolge comunque un ruolo di rillevo nell'amblto del rapportl parentall e famigllarl, l'ldea dl contaminazione assume una funzione importante in quanto segna ambiguamente sia il pericolo che la donna puo sublre dagll attacchl esternl che la perlcoloslta lnslta nella sua sessuallta (Douglas, 2002, 125-129). E emblematica, a questo proposito, la vicenda che negli anni 1831-1832 ebbe come protagonista Lucia Graizzaro, un'avvenente glovane dl un vlllagglo della Lesslnia, so-spettata dl essere la mandante dell'ucclslone del marlto Giovanni Rama. I sospetti si erano accentratl su dl lel non solo per ll dlslnvolto comportamento sessuale, ma soprat-tutto per ll suo attegglamento, che denotava un vero e proprlo rovesclamento del tradl-zionali ruoli di genere. Le numerose frequentazioni maschili, l'aggressivita verbale e le sue plateall lncursloni nell'osterla del vlllagglo (complute per lrretlre ll mondo maschile che l'attorniava) suscltarono l'aperta ostlllta della comunita. Nonostante ll trlbunale non avesse accertato il suo coinvolgimento nell'omicidio del marito, ella dovette comunque abbandonare il villaggio a causa dell'ostracismo decretato nei suoi confronti dalla quasi totallta del suoi abltantl (Povolo, 2011, xxxv-clv). Il timore e l'ostlllta nel confronti della Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 donna e dei due fratelli sospettati di essere gli esecutori materiali del delitto furono ben riassunti dal parroco del paese: Il paese fonda il sospetto alle seguenti circostanze. La moglie dell'interfetto, Lucia Graizzaro, e una donna scostumatissima, anzi I'unica che nella mia parrocchia offerse motivi di gravissimi scandali, per cui da due anni circa ho fatto le mie rimostranze e venne anche condannata all'arresto. [...]Replico che le turpi relazioni chepassavano fra i Dalla Bona e la moglie dell'interfetto Rama erano scandalosissime e tali che muovevano i lagni e le querimonie universali di tutto il paese. In molte culture dell'area mediterranea la donna in pericolo e la donna appartenente ad un gruppo sociale chiuso e che soprattutto vuol mantenere intatti i suoi confini sociali. In eta moderna le donne dell'aristocrazia erano destinate sin da giovani ad essere educate in un convento e qualora il loro stato di nubilato si fosse protratto erano percepite come fonte di pericolo. E sono ben noti quei veri e propri reclusori di vergini che furono i mo-nasteri femminili, in cui la famiglia aristocratica riversava le proprie figlie. Di certo per strategie successorie e patrimoniali, ma anche per sterilizzare il pericolo insito nella figura della donna il cui ruolo famigliare e sociale era ancora tracciato dagli ambigui confini del nubilato. Non diversamente, la famiglia borghese ottocentesca modifico la sua ideologia nei confronti della relazione esistente tra il corpo femminile e l'idea di contaminazione, anche se evidentemente diverse furono le strategie difensive adottate. E' probabile che la maggiore porosita dei confini sociali conducesse, infine, all'intensificazione del controllo nei confronti del genere femminile. A questo proposito Mary Douglas ha osservato: When male dominance is accepted as a central principle of social organisation and applied without inhibition and with full rights of physical coercition, beliefs in sex pollution are not likely to be highly developed. On the other hand, when the the principle of male dominance is applied to the ordering of social life but is contradicted by other principles such as that offemale indipendence, or the inherent right of women as the weaker sex to be more protected from violence than men, then sex pollution is likely to flourish. (Douglas, 2002, 143) Aspetti che possono essere rilevati anche nella dimensione giuridica, come ad esem-pio nell'esercizio della potesta maritale sul patrimonio della donna sposata, prevista in numerosi codici ottocenteschi (De Giorgio, 1996, 340-344). Oppure, come e stato os-servato, nell'accentuazione della dicotomia natura-cultura individuabile nell'approccio scientifico-biologico della scienza, soprattutto in riferimento alla distinzione di genere e alla medicalizzazione del corpo femminile (Pomata, 1983, 1460-1469). Numerose pratiche sociali, che si accompagnavano spesso a riti di purificazione, espri-mevano il diffuso timore culturale nei confronti dello stato di pericolo in cui si trovava la donna. In numerose comunita dell'area mediterranea lo spazio in chiesa era nettamente suddiviso tra uomini e donne. E, molto spesso, a queste ultime era riservata una porta per entrare nell'edificio sacro. Uno stato di pericolo e una forma di controllo indiretto. E, non Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 a caso, le donne per lo plu usclvano dalla chiesa parrocchiale solo dopo che gll uomini erano usciti a loro volta. Pratiche sociali che segnavano volutamente la separazione di ge-nere e che erano accentuate dai riti di purificazione associati al menarca e al parto. In mol-te aree europee e del Mediterraneo la donna che aveva partorito era esclusa dalla chiesa e solo dopo quaranta giorni con il rito di purificazione e la benedizione sacerdotale poteva accedere al luogo sacro. Un rito che e stato studiato approfonditamente per la Germania del tardo medioevo (Karant-Nunn, 1997, 75-80). Riti di purificazione che accompagna-vano pure la donna morta durante il parto. Lo stato di pericolo era strettamente associato a quello di impurita e i riti di purificazione celebrati in chiesa sancivano il ripristino dell'ordine. I registri parrocchiali del Settecento attestano, ad esempio, la benedizione e il perdono impartiti in chiesa alle coppie che avevano celebrato un matrimonio clandestino. Va pure aggiunto che la distinzione tra pratiche sociali e riti di purificazione (o di separa-zione) era spesso indistinguibile nel mondo consuetudinario contraddistinto da quella che John Bossy ha individuato come religiosita della parentela (Bossy, 1985). La diffusione in tutta Europa degli charivaris, veri e propri riti di degradazione o di derisione attesta la necessita da parte di molti sistemi culturali di segnalare il pericolo insito in determinati comportamenti e il loro potenziale effetto contaminante (Fabre, 1987; Fincardi, 2009). Come ha sottolineato Mary Douglas, lo stato di pericolo incombente sulla donna era rafforzato, in alcuni contesti sociali, dallo stato di pericolosita che accompagnava la stes-sa figura femminile. Vulnerabilita e pericolosita, dunque: e quest'ultimo valore culturale e avvertibile nei gruppi sociali i cui confini non sono tracciati nettamente e in quanto tali ambigui e potenzialmente contaminanti (Fardon, 1999, 94-95). La negativita (e l'e-sclusione) della donna contaminante e contaminata e avvertibile gia nel corso dell'eta moderna nella figura della vedova, che non e sottoposta piu al controllo delle parentela originaria o acquisita (Pitt-Rivers, 1977, 45). Oppure della ragazza-madre che ha dimo-strato le sue potenzialita contaminanti. O, ancora, nelle figure femminili appartenenti a gruppi sociali non chiaramente definibili sul piano dei valori culturali come le ballerine o le attrici. Figure tutte, che hanno trovato ampio spazio nella letteratura ottocentesca (Wanrooij, 1990, 171-190). Ambiguo nella sua concreta definizione, il concetto di legittimita, nel corso dell'Ot-tocento tende ad essere giuridicamente configurato in modo preciso. Una tendenza che trova riscontro nel divieto della ricerca della paternita da parte di molti codici continen-tali. In realta, come rivela la letteratura di fiction che fiorisce in Inghilterra nella seconda meta dell'Ottocento (Finn, Lobban, Taylor, 2010) la realta sociale esprimeva una forte ambiguita del concetto di legittimita e l'inclinazione dei soggetti coinvolti ad utilizzarlo strumentalmente per il proprio tornaconto economico. Il tema della contaminazione e strettamente correlato a quello dell'onore, se solo si riflette che quest'ultimo e radicato nelle societa stabili, dedite all'agricoltura. E come le pratiche sociali che implicano l'esclusione e la contaminazione, anche quelle collegate all'onore non sono necessariamente definibili come morali, anche se talvolta intendo-no rafforzare i codici morali prevalenti. Come ha sottolineato Julian Pitt-Rivers (1977, 21-23) l'idioma dell'onore e provvisto sia di valori etici, che di valori strettamente associati all'ideologia di genere e in quanto tali presuntivamente ritenuti naturali. Nel genere Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 maschile, ad esempio, la mascolinitä corrisponde all'aggresslvlta sessuale che denota ll valore dl genere ma, indlrettamente, anche la capaclta dl competere nel mondo materiale per I'acquisizione di fama e ricchezze. Diversamente la virilitä e assoclata ai valorl etlcl della famlglla, in cul, pure, come si vedra, megllo si reallzza ll ruolo femminile. E in una comunita sono proprio l valorl della mascollnita ad attestare la presunta potenzlallta della virilitä. Ma questa diversita o opposizione tra natura e cultura e avvertibile soprattutto nelle socleta in cul e diffuso ll rlschio della contaminazione, se solo si osserva ll loro atteggiamento nei confronti di quella che puo essere considerata la vittima. Questo ad esempio e nettamente avvertibile nell'attegglamento dl ostlllta che si dlffonde nel corso dell'eta moderna nei confronti dei figli illegittimi e, conseguentemente, degli istituti de-stlnati ad accogllerll. Ma anche nel rltl dl derlslone (e dl escluslone) diffusi nel mondo popolare e contadlno nel confronti dell'adulterlo, conslderato sla dalla chiesa che dalle autorlta secolarl come un crlmlne. Gll charivaris o mattinate hanno l'obblettlvo dl se-gnalare la donna contaminata e quindi contaminante che ha commesso l'adulterio e da cio si spiega la forte sottolineatura dell'adulterio femminile rispetto a quello maschile. Ma l rltl dl derlslone non si rlvolgono mal a colul che ha commesso l'adulterio (che in realta ha dlmostrato la sua mascollnita) ma verso ll marlto tradlto che l'ha subito e che pur essendone vlttlma rlsulta palesemente contamlnato e che e apparso non ln grado dl difendere l'onore della propria donna (Pitt-Rivers, 1971, 172-173). Un atteggiamento che per secoli ha avuto rilevanti conseguenze giuridiche, in quanto sia il diritto comune che moltl codlcl dell'area medlterranea hanno conslderato l'adulterio un delitto privato, un reato cloe non persegulblle se non su lnizlativa della vittima. La correlazlone tra onore e contaminazione e avvertibile pure nelle sue lmpllcazloni genealoglche e parentall. Basti pensare alla categorlca glurldlca dl eta medlevale e moderna dello stupro volontario o del rapimento volontario in cul ll consenso della donna vlene rltenuto lrrllevante dl fronte alla contaminazione subita dalla famiglla cul ella appartlene (Povolo, 1996, 33-38). Una rllevanza genealoglca che e soprattutto avvertibile in taluni rltl dl degradazlone pratlcatl nel mondo contadlno. Ad Orglano, nel Basso Vicentino, un'aggresslva mattinata vlene condotta agll lnizl del Selcento nel confronti dl un esponente della comunita locale (Povolo, 1997, 369-370). L'aggresslvlta sembra essere rlvolta nel confronti della moglle dell'uomo, ma le offese e gli insulti rinviano esplicitamente alla madre di quest'ultimo, della quale si evocano i trascorsi amorosi. L'obbiettivo simbolico e chiaro per tutta la comunita: in quanto contaminato dal comportamento della madre egll ne ha eredltato l'impuritä e non e dunque in grado di difendere l'onore della propria moglie dagli attac-chi esterni. L'adulterio e contaminante e perlcoloso soprattutto per l'uomo che non ha saputo difendere l'onore della propria donna; ed appare tanto piu deflagrante nell'ambito della famiglia se si esprime nella figura della madre. Appare evidente che tali pratiche di derisione si definiscano in realta come veri e propri riti che hanno l'obbiettivo di se-gnalare la perlcoloslta genealoglca dl taluni individui e, conseguentemente, la necesslta dl escluderll dalla comunita per evltare ogni forma dl contaminazione. E, sullo sfondo, esprlmono l'estrema perlcoloslta della sessuallta femminile nel confronti dell'uomo, della famlglla e della stessa struttura sociale. Chiaramente l'ldeologla comunitarla colllmava con le norme ecclesiastiche dell'adulterio solo in riferimento alla figura femminile, ma Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 non nei confronti dell'uomo che l'aveva subito (Gowing, 1994, 28, 33). Una dlverslta che potrebbe essere spiegata con I'esigenza da parte della Chiesa di difendere I'unita fami-gliare, minacciata profondamente da un reato come I'adulterio. L'idioma dell'onore e dunque strettamente associato al concetto culturale di conta-minazione, anche quando esso tende a classificare in maniera fortemente negativa ta-lune figure che, come nel caso degli omosessuali e delle prostitute, si situino al di fuori di quell'area marginale e liminare che puo piu direttamente minacciare i valori sociali predominanti. La prostituta, non ha alcuno dei tratti, ancorche naturali che classificano il genere femminile, mentre l'omosessuale e decisamente privo di quei tratti di mascolinita necessari ad ipotizzare la presunta virilita maschile. Ma si tratta infatti di figure che proprio in quanto non possono rientrare in alcuna classificazione di genere, ne rafforzano indirettamente i valori culturali. In uno studio condotto sulla Baviera della prima eta moderna (Strasser, 2004, 57) e stato paradossalmente sostenuto come in realta la prostituta e la monaca, lungi dal porsi ai poli opposti della societa, si situino sullo stesso piano cultu-rale, anche se tendono ad essere classificate sul piano di classe e di genere. Entrambe le figure mirano infatti a ricreare un ordine pubblico nuovo definibile stato di verginita. E laddove la prostituta finisce nel corso del tempo per raccogliere in se i tratti della figura femminile sessualizzata appartenente alle classi sociali inferiori e il cui corpo minaccia di contaminare la comunita, la monaca, all'inverso e destinata a rappresentare la vergine ap-partenente alle classi superiori; e con la sua purezza e classe rappresenta simbolicamente la stessa comunita e la sua capacita di opporsi ad ogni forma di contaminazione sessuale e sociale. Le tensioni tra pericolosita della contaminazione e perfezione della purezza ritrovano a livello comunitario un riscontro significativo nel culto della Vergine e dell'immacolata concezione che esprimeva lo stato esemplare di purezza e la preservazione da ogni pec-cato. Un culto che si diffuse a partire dal Medioevo e trovo sanzione definitiva da parte della Chiesa intorno alla meta dell'Ottocento. Un culto che nel mondo cattolico trovo ampia diffusione in ambito popolare, nel quale la figura della Vergine si identificava con quella di madre, ma che divenne pure rappresentativo dell'immagine stessa della Chiesa (Benko, 2004, 18-19). Sul piano pittorico e artistico1 l'immagine dell'Immacolata espri-me una concezione della madre calata nei rapporti complessi che si instaurano nell'am-bito della famiglia e soprattutto dei suoi membri maschili (Accati, 2009). La gravidanza passiva di Maria Vergine sembra allontanare ogni forma di contaminazione sessuale vei-colata dal matrimonio ed enfatizzare l'evento della nascita. Si tratta di rappresentazioni simboliche che ebbero una grande portata sul mondo popolare. E del resto le correlazioni tra immagini religiose e le loro potenzialita corruttrici sono attestate dalla diffidenza delle autorita ecclesiastiche nei confronti di concezioni antropomorfiche della deita, che pote-vano inibire la visione del soprannaturale e della spiritualita (Clark, 2007, 167). Le interrelazioni complesse tra l'idioma dell'onore e la purezza sono rappresentate dal concetto di grazia. Un concetto che, non a caso, e stato associato all'onore femmini- 1 Sulla contaminazione nelle arti vedi alcuni interessanti spunti in: Zlatkov, 2008; Saftich, 2012; Lombardo, 2014; Vescovo, 2014; Mantoan, 2014. Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 le, in quanto presume una rinuncia alla competizione famigliare e, una volta acquisito, non puo che essere difeso e non accresciuto. E la diffusione del culto mariano e delle feste ad esso collegato esprime tutta la complessita di tali interrelazioni (Di Bella, 1992, 162-164). Diversamente, la figura della strega si pone piu decisamente sul piano dell'ambigui-ta e puo rivelare nella sua elaborazione concettuale e culturale la pericolosita di taluni comportamenti femminili e, comunque, la necessita di un controllo piu marcato da parte maschile e della comunita nei confronti del ruolo svolto dalla donna nell'ambito della famiglia. E stato notato come la donna, in virtu del suo stato maritale, sia posta a parte dalle altre donne e come sia privilegiato il rapporto con il marito (Douglas, 1970, 112-113). Una sorta di status, quello matrimoniale, che rinvia, a sua volta, alla distinzione importante tra celibi e sposati e alla sua diversa implicazione sul piano del ruolo sociale e della separazione tra i due sessi (Medick, 1984). Lo status privilegiato della donna sposata, della donna di casa, e sottolineato soprattutto dalla sua capacita di modificare la natura in cultura, come ad esempio per i prodotti agricoli, che il suo lavoro trasforma in cibo. Un'attivita che suggerisce, come e stato notato, l'ordine e la purezza contrapposti al disordine e alla contaminazione (Purkiss, 1996, 97-98). E il lavoro domestico rappresenta per eccellenza l'ordine della casa, luogo in cui si eserci-tano al massimo grado le responsabilita della donna e che simbolicamente, con i suoi confini, ne rappresenta il corpo e le virtu (purezza, castita). All'incontrario la donna non virtuosa e associata al disordine e alla disponibilita sessuale. E la strega, prima ancora di essere colei che si contrappone ai valori della Chiesa o al ruolo dell'uomo, e colei che, in virtu dei suoi poteri soprannaturali, oltrepassa i confini della casa, contamina e pone in disordine cio che la donna di casa ha creato con il suo lavoro. Con la creazione della figura della strega il potere di contaminazione si puo estendere sino a minacciare la stabilita stessa di una comunita. E la sua costruzione narrativa non puo prescindere dal gossip e dai rumors che attraversano la comunita (Stewart, Strathern, 2004, xi-xiii). Una figura che raccoglie in se tensioni ed ansie irrisolte e che esprime al massimo gra-do i valori culturali che individuano nel genere femminile e nel corpo della donna una potenziale minaccia alla stabilita sociale. Se a definire la complessa distinzione tra sacro e profano sta soprattutto cio che si pone simbolicamente come separazione tra naturale e soprannaturale (luoghi, persone, oggetti), appare evidente che tutto cio che minaccia la dimensione del sacro e potenzial-mente contaminante (Bahr, 2006, 1562-1565). I luoghi di culto, innanzitutto, che nel cor-so dell'eta moderna sono intesi come uno spazio da cui devono essere interdette pratiche sociali collegate alla vita di ogni giorno (come ad esempio le assemblee di comunita). Ma la chiesa e il luogo di culto si pongono anche come uno spazio che puo proteggere dalle intromissioni esterne, come nel caso di coloro che pur avendo commesso taluni crimini possono trovarvi un sicuro rifugio. L'ampio settore delle immunita ecclesiastiche suggerisce la complessita dello spazio del sacro e della protezione che esso esige da ogni forma di contaminazione (Shoemaker, 2011, 167-173) . Si diceva comunque delle potenzialita di contaminazione e di minaccia esercitate da coloro che vivono in aree marginali. Aree che sono spesso occupate da una popolazione Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 Fig. 1: Tiziano Vecellio: Amor Sacro e Amor Profano, 1514 (Galleria Borghese, Roma), dettaglio. Fig. 1: Tiziano Vecellio: Amor Sacro e Amor Profano, 1514 (Galleria Borghese, Rome), a detail. Sl. 1: Tiziano Vecellio: Amor Sacro e Amor Profano, 1514 (Galleria Borghese, Rim), detajl. (Public domain: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tiziano_-_Amor_Sacro_y_ Amor_Profano_(Galer%C3%ADa_Borghese,_Roma,_1514).jpg) che e caratterizzata dalla mobilita (come ad esempio i vagabondi e gli zingari), oppure da persone che la comunita ritiene devianti rispetto alle norme prevalenti (Beier, 1985, 109122). E coloro che possono essere definiti i guardiani della comunita (come ad esempio i poliziotti o altre figure analoghe) hanno il compito di tenere questi gruppi a distanza di sicurezza, oppure fuori della vista delle attivita che pervadono la vita quotidiana. La devianza liminale non corrisponde necessariamente con il crimine, anche se le previsioni statutarie medievali esprimono in molti casi le potenzialita contaminanti di taluni com-portamenti (Dean, 2007, 88-94). Le pene infamanti dell'eta medievale riflettono i valori comunitari e in quanto veri e propri riti di esclusione individuano il valore contaminante di taluni soggetti che devono essere espulsi dalla collettivita. Ma nel corso dell'eta moderna sono soprattutto i comportamenti (crimini) ad essere oggetto della nuova forma di giustizia punitiva e anche alcune pene tradizionali (come ad esempio il bando o la colonna infame) finiscono per divenire veri e propri riti di degradazione (Povolo, 1997, 175-178; Stuart, 1999, 25-26). E le nuove forme di giustizia punitiva procedono nell'ambito di un processo di disciplinamento e di definizione di comportamenti ritenuti disonorevoli. E Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 chi, come lo sbirro o il boia opera nell'ambito delle nuove pratiche repressive e percepito negativamente e come un soggetto contaminante. Il tema della contaminazione ha forti implicazioni economiche e sociali soprattutto a partire dal Cinquecento, quando i confini tra i diversi ceti sociali e corporazioni sono contraddistinti in termini piu precisi e da una definizione di status, di distinzione e di onore-precedenza. Molti mestieri cominciano ad essere percepiti come disonorevoli. Un fenomeno che si puo cogliere in tutta l'Europa della prima eta moderna e che procede di pari passo alla definizione del concetto di nobilta. I nuovi confini tracciati segnano innanzitutto esclusione, ma anche le potenzialita contaminanti di soggetti legati a determinate professioni e mestieri. Un fenomeno strettamente associato alla vita cittadina. La campagna e potenzialmente contaminante, anche per il nobile che vi risiede stabilmente e che inevitabilmente e invischiato nei valori del mondo contadino (Donati, 1998). La lenta sparizione di pratiche culturali come il concubinato ancillare sono indicative della progressiva distanziazione tra citta e campagna. Il nobile o il borghese che nella tarda eta moderna hanno relazioni sessuali con donne contadine non sono soggetti al alcuna forma di derisione (mattinate) in quanto sono percepiti come esterni alla cultura popolare (PittRivers, 1977, 37-38). Il tema della contaminazione assume un'importanza di rilievo laddove essa si pro-spetta nei confronti di gruppi sociali provvisti di una loro identita o etnia ben precisa. L'inclusione di soggetti dall'esterno (ad esempio con il matrimonio) e percepito come contaminante e pericoloso per la stabilita del gruppo. Ad esempio tra gli zingari la difesa della propria identita era affidata a veri e propri tabu, la cui violazione implicava l'espul-sione dal gruppo (Okely, 1983, 77-78). Ma in aree geografiche contraddistinte dalla forte mobilita geografica e sociale l'inclusione e l'esclusione di soggetti provenienti dall'e-sterno svolgevano spesso una funzione polivalente che non si esauriva con l'esigenza difensiva nei confronti dei valori etnici o di gruppo. Come ad esempio e stato rilevato per il Mediterraneo orientale per l'eta medievale (Epstein, 2006, 6-8). La solidarieta interna del gruppo (come nel caso degli ebrei) era tanto piu forte quanto piu si percepiva la pe-ricolosita degli attacchi esterni. Ma l'inclusione di tali gruppi in comunita piu ampie era spesso accompagnata dall'esigenza da parte di quest'ultime di contraddistinguere tramite gli abiti la presenza dei diversi (come ad esempio il berretto imposto agli ebrei). La so-lidarieta etnica e religiosa si raffrontava con il timore del rischio e della contaminazione (Levinson, 1994, 75-78). Esigenze difensive o demografiche condussero nel corso dell'eta moderna a sposta-menti di interi gruppi e comunita da un luogo all'altro. Come avvenne, ad esempio, nel mondo mediterraneo nei territori che appartenevano alla Repubblica di Venezia. A tal proposito il caso istriano e di estremo interesse. L'immissione dei cosiddetti morlacchi in Istria nel corso dell'eta moderna produsse forti tensioni tra le nuove popolazioni e i gia residenti, ma implico pure scambi economici, culturali e giuridici non indifferenti (Ivetic, 2000, 288-320). Il tema della contaminazione associato allo spostamento di gruppi con-sistenti di popolazione assume un aspetto del tutto particolare nelle grandi citta. Come ad esempio a Venezia, che in eta moderna si puo definire una vera e propria citta cosmo-polita abitata da etnie e nazioni tra le piu diverse. La dimensione politica e sociale di una Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 grande citta favoriva evidentemente la compresenza di gruppi religiosi e di etnie anche profondamente diversi. Sul piano linguistico-culturale la contaminazione tra gruppi o etnie diverse riflette contiguita, esclusioni, sovrapposizioni, facilmente individuabili e identificabili ad esem-pio nella toponomastica di zone di confine, oppure di aree geografiche in cui per secoli convissero popolazioni di etnia diversa. La dimensione giuridica incorpora il concetto di contaminazione in molti degli isti-tuti previsti, in quanto riflette significativamente la complessita sociale e le forze sociali che mirano a monopolizzare il diritto (Friedman, 1978). E taluni sistemi giuridici come ad esempio lo ius commune medievale incorporavano al loro interno una pluralita di ordinamenti che interagivano tra loro. Sistemi giuridici aperti o sistemi giuridici chiusi, possono dimostrare un atteggiamento diverso nei confronti dell'innovazione o comunque una maggiore o minore propensione a mascherare ogni forma di contaminazione tramite la finzione giuridica o il legalismo. Sul piano letterario ed artistico il tema della contaminazione si presta ad analisi formali, storiche ed antropologiche ed e ovviamente inscindibile dagli scambi di cultura. E spesso sul piano letterario il concetto di contaminazione e inscindibile da quello di innovazione, in quanto si configura come una sorta di manipolazione di tradizioni gia acquisite, oppure come fonte di nuovi generi. Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 KONTAMINACIJE. RAZPRAVE, PRAKSE, PREDSTAVITVE Claudio POVOLO Univerza Ca' Foscari v Benetkah, Oddelek za humanistiko, Dorsoduro 3484/D, 30123 Venezia, Italija e-mail: clpovolo@gmail.com POVZETEK Besedilo Purity and danger Mary Douglas, ki se je pojavilo leta 1966, je imelo velik vpliv na različna področja raziskovanja, ki so v naslednjih letih pokazala večjo občutljivost pri sprejemanju spodbud in opažanj iz antropologije. Ta je dejansko z ene strani dala pogon mnogim področjem, da so prekoračila lastne tradicionalne omejitve, z druge pa je koncept kontaminacije, kot ga je predstavila znana raziskovalka, glede na njegove posamezne komponente, spodbudil raziskovalce, da so izvedli dejansko rekonstrukcijo tistih kulturnih in družbenih stereotipov, ki imajo močan vpliv na interpretativnem nivoju. Delo se osredotoči še posebej na preučevanje vplivov koncepta kontaminacije na zgodovinopisnem nivoju. Koncept kontaminacije ima očitno politično in družbeno uporabnost, že če se opazuje njegova interpretativna podobnost z analognim konceptom korupcije, ki navaja na cel niz kulturnih nasprotovanj in ločevanj. Nevarnost, ki je vgrajena v kontaminacijo, med drugim usmerja proti dejanskim tabujem, ki jih je danes mogoče najti, na primer, v podcenjevanju političnega in družbenega okolja nasproti nevarnostim nekaterih znanstvenih in tehnoloških pojavov. Koncept kontaminacije je kazalec poroznosti ali obratno, togosti družabnih meja in predvsem vrst; in - ne slučajno - uvaja razlike med sakralnim in profanim, med fizičnim in simboličnim, med moškim in ženskim. Poleg tega označuje razlikovanje med družbenimi sloji, skupinami in razredi, pri čemer označuje nekatere kot nevarne in kot takšne, potrebne marginalizacije. Predvsem pa koncept kontaminacije razlikuje moški spol od ženskega, pri čemer vpliva na družinsko in družbeno zgradbo. Občutki, kot sta gnus in nečistost, se navezujejo na hrano, na telo ali se na splošno nagibajo k poudarjanju vključevanja in izključevanja na področju družbenih, družinskih in odnosov med spoloma. Še posebej ženskemu telesu so dodeljene vrednosti in simboli, ki na nasproten način razločujejo njegovo nevarnost, vendar tudi grožnjo nevarnosti, kateri je izpostavljen ženski spol. Številne družbene prakse in rituali očiščevanja potrjujejo nevarnost kontaminacije, še posebej v družbi, v kateri družbene omejitve niso ostro začrtane. Vrednote kot so čast, čistost in sramežljivost so močno povezani s kulturno dimenzijo kontaminacije in so v zgodovini pomembno vplivali pri definiciji negativnosti likov, kot sta prostitutka ali čarovnica. Esej poudarja različne družbene in kulturne implikacije koncepta kontaminacije v različnih zgodovinskih obdobjih in v družbenem okolju skupin, ki se razlikujejo tako po potrebi vzdrževanja ekonomskih in družbenih odnosov, kot tudi po težnji vzdrževanja lastnih značilnosti in posebnosti. Ključne besede: kontaminacije, korupcija, čistost, rituali, kultura Claudio POVOLO: CONTAMINAZIONI. DISCORSI, PRATICHE, RAPPRESENTAZIONI, 821-836 BIBLIOGRAFIA Accati, L. (2009): I mediatori del sacro. Acta Histriae, 17, 1-2, 239-250. Anderson, B. (2006): Imagined communities. Reflections on the origin and spread of nationalism. London, New York, Verso. Bahr, P. (2006): Purity. In: Von Stuckrad, K. (ed.): The Brill dictionary of religion, I. Leiden, Boston, Brill, 1562-1565. Beier, A. L. (1985): Masterless men. The vagrancy problem in England 1560-1640. London, New York, Methuen. Benko, S. (2004): The Virgin Goddess. Studies in the pagan and Christian roots of Mari-ology. Leiden, Boston, Brill. 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