ANNALES 8/'% strokovno délo UDK 94(450 Adriatisches Küstenland)"! 943/1945" iL LITORALE ADRIATICO 1 943-1945 Karl STUHLPFARRER prof. clr., Univereitä di Vieniia, Institut für Zeitgeschichte, A-IQ90 Wien, Rotenhausgasse 6 prof. dr., Univerza na Dunajti, Institut für Zeitgeschichte, A-1090 Wien, Rotenhausgasse 6 SINTESI Nel seltembre 1943 la Germánia nazista occupd ¡'Italia e prese il controllo del Litorale Adriático cd del suo retroterra mediante un'amministrazione civile, che faceva capo al Gauleiter di Carinzia, Friedrich Rainer. Le forze deüa poiizia e dell'esercito tedesco, sosten ute da coliaboratoñ locali e truppe ucraine, intrapresero una lotta spietata contro la popolazione. A Trieste venne. costituilo un campo per ebrei e per partigiani, che non era solo un campo di transito bensi un campo di sterminio. Verso la meta del 1944 i (unzionari nazisti ebbero sentore dell'imminente crollo del proprio regime. Intrapresero perció le prime misure per lo sgombero del territorio, che fu Uberato da parte delle truppe anglnamericane e jugoslavc nel maggio 1945. Kljucne E>esede: druga svetovna vojna, okupacija, Adriatisches Kustenlarid, |adransko prirnorje, Trst Parole chiave: seconda guerra inondiale, occupazione, Adriatisches Küstenland, Litorale adriatico, Trieste Le truppe tedesche che nel setiembre del 1943 occuparono il Litorale confermarono la potenza deüa Germania nazista, che allora sembrava ancora insuperable, ma in realtá proprio quei giorni deüa tarda estáte del 1943 preannunciavano per quella stessa Germania, apparentemente indistruttibile, il declino della sua forza di espansione. I segni di un suo progressivo indeboiimento si erano gia manifestati prima, nella sconfitta dell'esercito tedesco e dei suoi alleati a Sialingrado e nell'espulsione delle truppe dell'Asse dal-I'Africa settentrionale. Da quel momento in poi le decisioní strategiche sul futuro andamento della guerra non furono piü soitanto nelle mani di Hitler e dei suoi generali, anche perché un importante effetío di quella svolta si manifestó proprio nell'uscita dell'ltalia dal conflitto, seguito da un'immediata occupazione tedesca del territorio italiano. La decisione del Comando Supremo tedesco di non aífrontare le truppe angloamericane ai piedi delle Alpi, come propose il Maresciallo Rommel sulla base delle esperienze da lui falte in questa zona del Litorale durante la prima guerra mondiale. ma piuttosto di contrastare l'avanzata angloamericana giá nel sud della penisoia ebbe come írnmedíata conseguenza la divi- sione del territorio del Regno d'ltalia in tre parti, sot-toposte a regimi amministrativi completamente diversi. Esclusa la zona operativa immediatamente dietro le linee tedesche, le autorità dei rinato regime colla-borazionisla fascista non pote ron o esercitare alcun po-tere nelle zone di operazione delle Prealpi e del Litorale Adriatico, eutrambe sottoposte all'autorltà di due Gauleiter, Hofer in ïirolo e Rainer in Carinzia, entrambi aile dirette dipendenze di Hitler per quanta riguardava le decision! politiche. Erano affia.ncati anche dalle SS e dalla poiizia tedesche che istituirono un potente ed efficace apparato repressive e che operavano o autónomamente o in cooperazione con le forze dell'esercito tedesco, affiancate anche da forze di sostegno ucraine. In una lettera spedila a Berlino prima dell'armistizio italiano, il Gauleiter Rainer ave va già richiamato l'at-tenzione dei gerarcbi nazisti sul Litorale, In quanto esposto alia minaccia di uno sbarco angloamericano e a quella delie formazioni partigiane operanti tra il confine della Germania e {'Adriático. Subito dopo 1*8 setiembre, lo stesso Rainer propose di istituire un'amministrazione civile fondata in parte su determinate tradizioni austriache e su di una strategta che approítttasse dei conflitti nazionali ed ideologici per favorire il collabo- ANNALES 8/'% Karl SrUHLPFARRER: IL UTORAIE ADRIATICO I943.I razíonismo con la Gemianía nazista, cioé, con le parole di Rainer, "per l'autodifesa contro íl bolscevismo e per mobilítare tutte le íorze economiche del territorio amministrato in favo re della vittoria finaíe tedesca". Incaricato da Hitler, il 10 setiembre Rainer organizzó un sistema di occ.upazione, frutto delle esperienze gía faite in altri paesi occupati e basato sui principi del dominio nazifascista, esercitato in quei territori, come d'altronde anche nella stessa Germania. L'marginati, perseguitati, espropriati, deportatí e infine uccisi gli ebrei e g!i zingari, gli altri popoli furono sfruttati in favore della nazione dominante-diligente, ciois quella tedesca, nell'ambito di una scala gerarchica ben definita, in fondo alia quale si trovavano, trattati nel modo peggiore, i popoli slavi. Quanfo agii italiani, il cambiamento nei loro confronti fu notevole, da aJIeati favoriti dei nazisti divennero dei traditori, trattati quasi peggio dei russi. Come conseguenza della política di annientamento degli ebrei, le SS deportaron© e uccisero anche quellí ricoveratí negli ospedali psichiatricí. Non sí verificft pero quella política generale di uccisone di massa degli handicappati come in Germania e in Austria. II lager di transito e di sterminio della Risiera di San Sabba a Trieste costituisce ancora oggi il símbolo piü raccapricciante cli questa política di annientamento e di sfruttamento nel L i tora le. Anche nel Lítorale, l'occupatore tedesco applicd gli elementi essenzialí della sua política di occupazione, che consisteva generalmente in una completa íntegrazi-one del potere economico e neil'espropriazione della forza lavoro del paese occupato. ün'íntegrazione del territorio occupato neU'ambito della concezione a lunga sc.adenza di una ristrutturazione econornica e sociale di tuna I'Europa da conseguirá mediante interventi nella struttura sociale ed étnica, attraverso trasferímentt, anni-entamenti e deporta2Íoni, con íl fine ben definito di tra-durre le gerat'chie economico-socíali anche in termini cultural!. L'occupazione tedesca deli'ltalia non fu íí risultato di un programma a junga scadenza atto a distruggere stato e nazione, come per esernpio in Polonia e in Russia, ma soltanto una reazione al crollo del fascismo e all'uscita deli'ltalia dal conflitto. "Essenzia ¡mente, tutte le misure tedesche". dobbiamo ancora afferrnare, "erano volte ad assicurarsi ('Italia settentrionale, a non far correre il rischio alie truppe tedesche di essere tagiiate fuori e ad ¡mpossessarsi di tutte le zone da loro considérate importanti e ancora presidíate dalle truppe italiane" (BaumAVeichhold 1973, pag. 354). L'ltalia doveva fungere da spíanata della Germania (ibídem, pag. 354). Riassumendo le linee generali del regime di occupazione nel Lítorale come fatto da Enzo Collotti, si potra notare come dappertutto venísse esercítata una política che andava dal terrore contro ¡a popolazione alia ricerca di una collaborazíone almeno parziale e temporáneamente consensúale. Escludendo tutte le autoritá italiane non mvestite dail'amminístrazione tedesca si impediva anche la messa in atto della legislazione repubblichína. Tribunali speciali separati affermavano il potere tedesco separato che sí mam-festava anche nel divieto di platicare la leva per le forze armate italiane. La formazione di unitít militan locaii, la política di favoieggiamento di elementi locaii non italiani, nonché la pubblicazione di giornalí in língua tedesca poteva daré l'impressione che la Germania avesse l'intenzíone di integrarsi completamente tutto il territorio occupato. Terrore e consenso di parte della popolazione, in ció consiste i'owio segreto del dominio tedesco-nazista, legando i gruppi collaborazionistí e attendisti ai proprío regime con íl comune interesse contro il cosiddetto bolscevismo. affiancato da un forte antisemitismo, ossia da un sentímento razzista antislavo, sostenuto da un'idea abbastanza vaga su di una comunita europea, che comunque fosse in grado di conservare le proprie prerogative. Conosciamo i motivi che portarono alia collabo-razíone della grande borghesía triestína e che si espres-sero nelle idee della difesa della civiltá, che per essa voleva diré solo italianitá. Per nulla stranamente, la sua pretesa di dover tutelare la popolazione si trovo sempre in perfetta sintonía con la política tedesca nella lotta contro i parligiani. Presentandosi come il partito del-l'ordíne contro il pericolo comunista slavo, l'obiettivo di tale política era di irnpedire la presa del potere da parte jugoslava dopo una sconfitta tedesca, fino all'ímminente occupazione angloamericana di Trieste. La Chiesa cattolica avvió la sua opera di adegua-meino súbito dopo la caduta dei fascismo, e, come sempre e come anche in altri paesi, quest'opera, anche di consolazione, ebbe immediatamente i suoi effettí arnbivalenti: si cominció a ('¡propone il canto in sloveno durante la Santa Messa, si notó il comportamento molto diverso fra basso e alto clero nel sostegno della popolazione durante ¡ grandi rastreifamenti deil'ottobre 1943 in Istria e del movimento partigíano sia sloveno e croato sia italiano. Conosciamo anche l'attegg i amento ostüe de! vescovo di Trieste verso íi movimento partigíano, da luí rítenuto la causa principale del terrore tedesco, ma sappiamo anche del suo intervento presso ie auloritá tedesche in favore degli ostaggí dopo ¡'atiéntate di Opicina e di via Chega, intervento rimaste comunque senza successo. Si mobilitarono i mezzí eccle-siastici in sostegno della popolazione dopo i bombar-damenti di Trieste del giugno 1944, ma dall'altra parte si raccolsero anche i frutti della cooperazione con l'occupatore che, rispettando il Concordato con ¡'Italia de! 1929, non rjehiese i'inserimento di sacerdoti e di studenti di teología nelle unita militari della ZOP. Chiaro che il vescovo, dopo ¡I crollo del nazífascísmo, intervenisse immediatamente in favore degli internati nei vari campi di lavoro. 82 ANNALES 8/'96 Karl STUHLf'fARSER. IL LJÍOKALÉ ADRIATICO 1943-1Î45, »1 -flf. l.'lstria venne epurata - io diciamo con il freddo e crudele linguaggio di allora - già nell'autunno del 1943, rimase perô ¡nsicura, Cosí scrisse il Comando Supremo ledesco e aggiunse che nel marzo del 1944 in ¡stria c'erano !0 mila, anzi forse 15 mila partigiani, cosicché, su richiesta del Supremo Commissario, nella zona venne prima trasferita ta divisione Turk e in seguito una divisione di montagna délia riserva. Pioseguiva cosi la feroce lotta contro i partigiani e contro la popolazione civile. Dall'altra parte, la politice di pacificazione tedesca non manco sin dal 1944 di offrrre agli sloveni uno spazio di manovra più ampio nel settore della scuola e della cultura in générale. Questa svolta della política tedesca verso gli sloveni puo essere interpretata anche come Peffetto di un programma volto a integrare tutto il Litorale neíía Germania nazista. In mérito ci sono le poche righe, abbastâriza cono-sciute, del diario di Goebbeis, scritte già nel 1943. Nell'esprimere un giudizio dobbiamo perô che non sono compílate come un programma, ma piuttosto come dei desideri o del le aspettatíve. E non tutte le aspettative e i desideri di Goebbels, di cui sappiamo dal suo diario, si sono sempre awerate. Corre voce dell'esistenza di ceti tedeschi interessati all'annessione del Litorale al Reich, comunica in un rapporte il Console Cenerale tedesco a Trieste già nel 1942. Ma ia relazione puô essere mterpretata anche in senso non annessionistico, poiché lo stesso Console Generale, Druffel, già due anni prima, nel 1940, in un rapporte indirizzato a! Ministero agli Affari Ester! di Bertino si esprimeva contro il trasferimento dei tedeschi che vivevano sul posto. "Specialmente a Trieste e a Gorizia, ie famiglie dei funzionari statali e dei commercé nti che abitano qui sin dai tempi deil'Austria-Unghería e che in base al Tratlato di pace sono diventati cittadini italiani, sono ancora portatori di un valeroso influsso culturale ed economico che noi non dobbiamo abbandonare" (Consolato tedesco di Trieste a! Ministero agli Affari Esteri di Bertino, 8.4.1940, Bundesarchiv Koblenz, R 49/1173). Nei terrítori che poi aveva intenzione di annettere alla Germania, Hitler nominava sempre un responsabile a capo delle amministrazioni civili. È vero che l'inten-zione c'era, ma non sempre ven iva attuata, come nella Slovenia occupata sin dal 1941, anche per non dare pierio dirítto di cittadínanza tedesca alie popoíazioni delie CdZ. Ma è lecíto anche ¡I quesito perché il Litorale Adriático fosse definito ZOP e non CdZ. Fonti diverse -lo sappiamo - menzionano cose diverse. Va poi sempre considerato i! fatto che - anche se i Commissari Supremi dipendevano direttamente da Hitler - il coordinamento della política tedesca verso i'ltalía, comprese íe ZOP, si tenne sempre a Berlino in seno ad una commissions interministeriale, sotto la presidenza del Ministero degli Esteri. e non deü'lnterno, come qualcuno proponeva. / Tedeschi a Trieste. Nemci v Trstu. (N$K) Ma ci sono poi anche altrí argomenti e domande, rimasti finora prívi di una risposta adeguata. Sotto l'aspetto delle fínanze pLrbblíche, le ZOP dipendevano dal contributo di guerra pagato daila RSí. Dal punto di vista finanzíario, ii Litorale non venne mai staccato completamente dal resto dell'ltalia settentrionale. I! Ministro delle Fínanze tedesco di allora, dopo la guerra ricordava abbastanza bene le controversíe fra l'amba-sciatore tedesco ed i Commissari Supremi sulla somma da pagare alie Zone d'operazioni. La questione valutaria non venne mai risoíta. Nel 1944, i dirigent! politici delíe Zone d'operazioni richie-sero una propria moneta per i¡ loro territorio e subito iniziarono a stampare le nuove banconote. La valuta per il Litorale venne denomínala "Adria-Krone", con owio ríferimento alia monarchia asburgica. Ma a metà giu-gno, in un incontro a Trieste, i Commissari Supremi Hofer e Rainer desístettero dali'attuare tale programma, temendo che Cintero sistema valutario potesse falliré. 83 ANNALES 8/'% Karl STUHLPFARRER-. IL LITORAÍ.E ADRIATICO 1143-114?. fil Sf, Parata delle truppe tedesche nelle Rive di Trieste ne/ 1944. Nemška vojaška parada na Tržaškem nabrežju /eta 1944. (NŠK). Ancora più significativa per la politica di Rainer fu la cosiddetta "Aktion Adria". Su ordine del Commissario Supremo venne costituita una socielà nei iuglio del 1944., un mese dopo la rinuncia alla "Adria-Krone". Unici soci, lo stesso Rainer ed un certo maggiore Pfeffer. Ricevettero un crédito immediato di 2.80 milioni di RM, come testimonia la relacione della banca di fiducia per i trasferimenti di Himmler (DLJT) del 29 luglio 1944. L,MAktion Adria" operava strettamente con la ROGES, Socielà per il commercio di mateiïe prime, ail'intemo della quale era stato istituito anche un dipartimento speciale per il secuestro. Ai primi rji ottobre, su proposta del Commissario Supremo, ebbero inizio le operazioni di sgombero dt tutti i depositi dei porti franchi di fïume e di Trieste, e di irasfertmento dt tutti i beni in Germania. Si trattava all'incirca di 1.200 vagoni merci. All'inizio le merci italiane non vennero toccate. Parte della merce fu traspórtala in Austria e le autorità interessate la distribuirono alia popolazione. Lo sgombero fu una delle quaftro opera? ion i che l'esercito te-desco mise pragmáticamente in atto prima di ritirarsi: i provvedimenti ARLZ (Auflockerung, Räumung, Läh- mung, Zerstörung), cioe scioglimento, sgombero, para-Nsi, distruzione. Ceitamente non si pensó piü ad annettere un territorio dove erano State avviate le prime misure della ritirata. Se fino ad ahora c'era stata l'idea di annettere la Zona d'opeicizioni alla Germania, almeno dail'ottobre 1944 si era ben consapevoli che non sarebbe stato possibile attuarla. Potremmo avanzare un'altro argomento analogo, chiedendoci quah sarebbero statt gli investimenti che i tedeschi avrebbero ratto in un territorio che infendevano annettersi, ci riferíamo per esempio alle attrezzature portuali. Possiamo imparare non poco esaminando l'aspeflo essenziale della dominazione nazifascista nel Litorale, chiedendoci cosa sia rimasto di quel periodo, Abbiamo fatto la medesima riflessione su Vienna e suM'Austrta e siamo giunti alla conclusione che, ad eeeezione di qualche colonia fondata per gli altoatesini ivi trasferitisi, sono rimasti soltanto i fabbricati che danno i| senso preciso del dominio nazista - le caserme e le torri antiaeree, espressione della necessita del nazismo di fare la guerra. £ c.'e Mauthausen, il castello deí terrore, che esprime le pcrsecuzioni. Non é rimasto nient'altro, 84 ANNALES 8/'96 Kart STUMPFARRER: Il LITORAU ADRIATICO HHi-VMS, CI 36 Rappresentarttímifitari altead al raduno defl'OFa Branica nei luglio 1944. Vojaški predstavniki zaveznikov na zhorovanju OF v Branici julija 1944. (NŠK), forse ancora quaiche monumentale impianto elettríco non terminajo fino at crollo del regime, anch'essi lestimonianza del lavoro forzato cu i era no costrettí i popoli oppressí dal nazismo. E cos'e rimasto a Trieste? La Risiera, si, quaiche bunker e quaiche cunicolo, anche quaiche postazíone antiaérea, ma soprattutto un'enorme quantitá di tombe. Anzi di piü, é rimasto anche quaicos'altro. che pero non e visibde. É rimaste la diffídenza fra le naziomUtk di queste terre, fra ifaliani e sloveni e croati. Ed é vero, si dovrebbe parlare delle foibe e anche dell'esodo degíi italtani dall'lstria sempre ¡n stretta connessione con la política di persecuzíone condolía nella regione dal regime nazista, e in precedenza anche da quelío fascista. E poi ci sono da rilevare i mutamenti social! pro-vocati dal conftitto: posiztoni in ámbito socíale e cultúrale, problemi dei contadirii in un mondo di permanente deagrarizzazione, del proletariato industríale, delf'arttgianato, della classe media di impiegati, comprese i corpi separatí, in primo luogo poüzía e mifitari, l'avvento di nuoví atteggiamenti, la brutaliz-zazione della societá, il ruolo della Chiesa, il rapporto tra nomo e donna dopo la guerra e il rientro degli uomini dai campt di internamento, le lesioni psichiche di lunga durata (delle vittime delle persecuzioni, dei partigiani, dei soldati in genere, dei collaborazionisti, dei bambini, deüe donne violéntate), la perdita del possibile rapporto con inferí gruppi sociali ed etnicí, con familíari e amici mortí. La guerra e l'occupazione tedesca harino portato a grossi cambiamenti e di lunga durata. Ma una grande paite é anche giá storia passata. Sono rimaste pero ancora deííe lesioni nei rapporti sociali, nazionali, generazionali, lesioni mtiecciatesi nei la menta lita della gente con non poche ripercussioni sulla convivenza attuaie. Se tocca a noi conservare la memoria del passato, tocca anche a noi traite delle conclusioni che siano in grado di condurci ad una convivenza pacifica e a strategie sociali e politiche in grado di conservarla. 85 ANNALES 8/'96 Kir! STUHL PFARREK: IL LITORALE ADRIATICO 1943-1945, SI-86 POVZETEK Septembra 1943 je nacistična Nemčija zasedla Italijo ter ob podpori civilne uprave pod vcdst\'om koroškega Cauleiterja Friedricha Rainerja prevzela nadzor nad Jadranskim primorjem in njegovim zaledjem. Policija in vojska sta ob pomoči lokalnih kolaboracionistov in ukrajinskih enot začeli zagrizeni boj proti prebivalstvu. V Trstu so organizirali taborišče za Jude in partizane, ki pa ni bilo zgolj tranzitnega pomena, temveč tudi pravo uničevalno taborišče. Sredi leta 1944 so se nacistični veljaki zavedali skorajšnjega propada svojega režima in začeli s prvimi pripravami na odhod s tega območja, ki sta ga pozneje - maja 1945 osvobodili anghameriška in jugoslovanska vojska. BIBLIOGRAFÍA Baum, Walter/Eberhard Weichhold: Peí Krieg der "Achsenmächte" in Mittelmeer-Raum. Die "Strategie" der Diktatoren. Göttingen 1973. Blasina, Paolo: Vescovo e clero neIJa diócesi di Trieste-Capodistria 1938-1945. Trieste 1993 (Quaderni di Qualestoria 2). Collotti, Enzo: Ii Litorale Adriático nel Nuovo Ördine Europeo. Milano 1974. Klinkhammer, Lutz: Zwischen Bündnis und Besatzung. Das nationalsozialistische Deutschland un die Republik von Saiö 1943-1945. Tübingen 1993 (Bibliothek des Deutschen Historischen Instituts in Rom 75). Mlakar, Boris: Domobranstvo na Primorskem. Ljubljana 1982. Stuhlpfarrer, Karl: Le zone d'operazioni Prealpi e Litorale Adriático 1943-1945. Gorizia 1979. 86