Diocesi di Parenzo. Al Dr. Pietro Kandler Saprndo quanto Ella apprezzi tutte le memorie re-lative a Chiese, "ed a Vescovati, non posso privarla della conoscenza di uno scritto del fu nostro Vescovo Giudice. Anzi riferendomi a questo Prelato, creduto, e ritenuto in ogni stampa di patria Bresciano, le diro invece, che mi consta essere dalli contorni di Conegliano; in prova qui sotto le trascrivo la fede di sua nascita. Se nelli giorni scorsi non fosse stato spedito alla stamperia il Scematismo di questa Diocesi, non avrei e-sitato ad insinuare il cambiamento opportuno nella serie dei prelati di questa antica sede. In quanto poi allo scritto, che qui le unisco, indi— rizzato agli eminentissimi Cardinali, vedra che contiene lo stato della citta, e diocesi di Parenzo nel 1665; tro-vera in esso una breve, ma veritiera esposizione di quei lugubri tempi, che pur troppo avevano resa misera, e squallida una parte principale della nostra Provincia in antecedenza come sa, tanto florida e felice. Vedra, che il vescovo Giudice espressamente di-chiara, che la nostra cattedrale sia stata edificata dal— 1' imperatore Ottone I, e consacrata per comando di Gio-vanni XII Ponlefice coIl'intervento del Patriarca Rodoaldo, e di dodici vescovi suoi suffraganei. Ouesta erudizione deriva da un atto esistente nel libro I Jurium Episcopalium, dove sono registrati tutti li documenti appartenenti al vescovato, che per cura del vescovo Campegio fu formato dopo 1' asporto, e la di-struzione degli atti di questo vescovile archivio. Ouesto documento incomincia: Ista et alia multa gesta Impe-ratorum registrata Romae etc. etc. etc. Ouesta annotazione pero intorbida non poco le memorie, d' allronde piu vetuste di questa chiesa. La iscrizione posta all'intorno deli'abside sotto il inagnifico ed illustre mosaico, denota il vero fondatore ed edificatore della chiesa, che fu il vescovo Eufrasio, come le e noto. Che sia vero un tal falto, oltre a quell' iscrizione posta in tempi conformi aH' esistenza di questo prelato, lo conferma il Monogramma scolpito nell' abaco di tutte le colonne marmoree, che la circondano. Ora non sarebbe che di fare un' analisi sui tempo di sua esistenza. Prendiamo intanto in esame quanto fu detto di lui dali'Ughellio, e dal Coletti, nonche dal Rubeis. II primo pero confessa essergli ignoto il tempo in cui vivesse, ma correr fama, ch' egli ne fosse il primo vescovo, e percio lo mette col suo successore Elia nel secolo VI, e prima deli'anno 526. = Eufrasium primum hujus Ecclesiae fuisse Episcopum fama tenet ignoratur tamen, quo tempore vixerit. NelP edizione di Venezia aggiunge in margine il Coletti, che tanto esso che il suo successore Elia devono essere posti nei tempi posteriori, ed infatti colloca in seguito Eufrasio nell' anno 796. =: Eufrasius de quo meminit primo loco Vghellius vivebata nno 796. — Ed il padre Rubeis pensa, come a pagina 208, benche con qualche dubbio, che due siano stati gli Eufrasii; cioe il primo quegli che visse nel secolo VI, ed e il nominato dali' Ughellio, ed il secondo quegli, che secondo il Coletti riferisce al 796. = Eufrasium Episcopum cvjus improbi moreš primo fragmento narrantur in serie 1'arentino-rutn in Istria Antistitum collocat Ughellius, ab alio ejusdem nominis diversum, qui saeculo octavo cadente sedem illam tenebat. Hes non est adeo certa. Anche questa difficolta porla un non lieve imba-razzo, come porto quella pel viaggio di Ottone accen-nato nella succitata memoria relativa alla fabbrica della chiesa. Benche si vada quasi a tentone in questo non ben chiaro sentiero, pure e forza appigliarsi alla veracita di quell' istrumento, che stabilisce la fondazione della chiesa, e che fu da Ella medesimo, signor Dottore, cosi dotta-mente illustrato. Infatti questo documento fu firmato da tanti vescovi che ne confermarono non solo la originaria disposi-zione, ma la validita, ed in quel documento, che fu poi rifatto nel 1222 dal vescovo Adalperto per vetustate consunptum, com' egli asserisce. Ouantunque ritenga, che sia andato smarrito, pure mi ricordo gia sono molti anni, che usandosi esporre una pergamena antichissima in mezzo alla chiesa nel di anniversario della sua consacrazione agli 8 maggio di ciascun anno, si diceva essere quello il documento di Eufrasio trascritto dal succitato monsignor Adalperto. Ouesto era cio che in quei tempi correva; ma ora, che vi rifletto poteva essere invece 1' alto della consacrazione della chiesa, e poteva stare in relazione colla generale credenza, che avesse avuto luogo tanto piu tardr. Infatti perche nel giorno suindicato si esponesse una tal pergamena, si deve supporre, che non fosse altro, che relativa a cio che doveva ricordare. La forma con cui cio si faceva, era simile a quelle tante usitate nel caso di pubbliche e generali indulgenze, perche appunto nel mezzo della chiesa sopra un appo-sito scanno, con crocefisso e due lumi. Che avesse que-sto scopo era pur naturale, perche rainmemorava le gra-zie spirituali accordate da tutti i prelati in simili anni-versari. Che tutto questo incontrasse 1' antica concessione di un atto solenne, parmi che si dovesse dessumere anche dalla forma del documento. Ouesto era esteso in una carta pecora molto grande, era scritto con caratteri gotici a vari colori e dora-ture, ed era munito di molti pendenti sigilli; quanti furono li vescovi, tanti saranno stati li sigilli stessi, e per conseguenza parmi di dover conchiudere, che quello non fosse il ricopiato istrumento di Eufrasio, ma bensi 1' atto della consacrazione della chiesa, che avra sempre piu confermata in tutti li vescovi, come in monsignor Giu-dice la persuasione, che sia stata edificala per opera di Ottone, come risulta dalla succitata memoria del vescovo Campegio, e dalla in allora generale supposizione. Pero potrebbe esser falsa la circostanza del merito di Ottone, e vero P atto della sua consacrazione, perche dal tempo in cui risulta la sua origine, per soflerte vicende di terremoti, od altro, poteva essere ritornata benissimo in rovina, ed aver avuto bisogno di una nuo-va consacrazione, che puo esser stata fatta colla notoria pubblicita e solennita. Non mi azzardo ora, che di manifestare il mio pa-rere, che assoggetto pero ai suoi riflessi, non intenden-do di esternare la persuasione di un fatto, che potrebbe impugnarsi con altrettante egualmente valide ragioni. II vescovo Giudice nella sua relazione ricorda la difficolta della esazione delle Decime dalli in allora nuovi abitanti Morlacchi, ed Epiroti. Infatti questi popoli chiamati dalla Veneta Repub-blica ad abitare le tante tcrre, ch' erano rimaste deserte per la grande pestilenziale mortalita, avevano portato seco la barbarie, e la rozzezza della loro patria. Li primi nel nostro Distretto, attesa la loro perico-losa condotta avevano cominciato a vagare di qua, e di la, or molestando 1'uno, or 1'altro; ma dalla sapienza governativa lurono tosto rislrelti nella propria villa, e furono obbligati a rimanervi cola. Conservo il proclama originale di Bernardo Pisani podesta di Parenzo, pubblicato li 21 maržo 1556, dove si vede espresso P ordine: che tutti, li Contadini, et Morlacchi siano tenuti star, et habitar la časa delle loro habitazioni et cortivi entro li confini a loro prefis-si, et limilati nel loco di Vitla nova, et siano tenuti tutti quelli che havessero la loro časa fora de essi confini in termine de giorni 30 haverla redutta denlro di essi confini sotto pena di D. 50 per chadauno. Anzi siccome questo proclama non ricorda, che la sola Villa nova, cosi si deve ritenere, che fosse 1' unica in quel tempo, e la prima del nostro territorio, oppure la sola abilata da simili foraslieri. Si vede che in seguito il numero delli detti abitanti si e accresciuto, e di poco in poco arrivo sempre ad un numero maggiore, poiche le varie investiture, e provvidenze delle autorita lo dimostrano. Infatti ho sott' occhio una lettera del Capitano di Raspo Costantino Renier datata in Pinguente alli 12 a-1 prile 1606, colla quale: M. Zorzi Ducovich da Sebenico | avendo condotti li passati giorni (/uattro capi di farni-glia con anime 9, animali grossi settanta, e 200 ani-tnali minuti sopra le terre incolte concesse dal Capitano di llaspo li 5 luglio i 60 5 nella Contra di Foscolino, avendosi obbligato in pochi giorni di condurre 20 fa-miglie e molta i/uaiilitd di animali del paese Turche-sco etc. etc. Ne avrei molte altre da far conoscere, ma le con-j sidero inutili per constatare un simile fatto, che gia e palese a tutta la provincia. Per meglio convincersi e della forma, e del tempo i di tali concessioni ed investiture, bisognerebbe osser-vare il repertorio, o le filze di quella cessata autorita di Raspo, che dovevansi ritrovare in Pinguente: dov'era I P unica autorita che faceva investiture dei terreni abban-donati, ed incolti a nome della Sovranita. Quei Slavi poi, di cui fa menzione il Pontefice San Gregorio (come scrive il padre Ireneo della Croce a carte 600) (*) nella sua lettera indirizzata a Massimo i Vescovo di Trieste: et quidem de Sclavorum gente, quue vobis valde imminet, et affligor vehementer et con-turbor. Affligor in /lis quae jam in vobis patior, con-turbor, quia per Istriae aditum, jam ad Italiam intra-re caeperunt. E quelli introdotti dal duca Giovanni contro la vo~ lonta degli Istriani, arbitrio imputatogli nel Parlamento di Risano radunato per ordine di Carlo Magno nell' 804, non devono confondersi a mio credere con cjuelli chiamati dal veno,to governo ad abitare queste contrade. L'introduzione dei primi era violenta, arbitraria, e ! dannosa, e quindi mai assentita, e ricevuta dagli Istriani stessi, ma quella d'altronde delli nuovi abitanti, come si disse e ben altra cosa; anzi quelli novelli ospiti furono accolti con ospitalita vera, e viddero scolpiti nei cuori di questi popoli, come trovavansi dipinti sulle an-tiche loro magioni il Castore, e Polluce. Ed infatti appena giunti, conobbero che P elemento primo era italiano, che italiani erano i costumi, ed il parlare, che avendo portato seco la rozzezza nativa, era di suo vantaggio 1'incivilirsi, e cjuindi persuasi di tale principio si fusero quasi con essi a segno, che nell' at-tuale momento non conservano, che il vestito, anche questo riformato, e modificato in parte, ed il loro idio-ma nella confidenza delle loro čase, travisato dal primi-tivo, e ben lontano da questo. Ella perdonera, chiarissimo signor Doltore, se mi abbia azzardato di tanto estendermi in simili argomenti, ed olferendole quanto posso, mi raccomando alla sua benevolenza. Parenzo, 26 Febbraro 1849. II tutto suo Francesco Polesini. (*) Paolo Diacono nel lib. VIII, Ep. 36 asserisce, che le stesse parole furono scritte dallo stesso Pontefice a Massimo vescovo di Salona. V T • MANIFEST ATVR • C A £ L TIBVS • L I T T E R I S • A NI A VG Pil " TAM FELICITER • D SID RIUMPV P V" D • EV M • SIT • PROSECVTVS ' IMPETRANDO • V NI • C ATA LI • Q VI • ATTRIBVTI • A • DIVO ■ AVGVSTO CAE • NOSTRAE • PRO • V T • QVI • MERVISSENT • VITA • AT • Q VE • CEN SV PER • A E DI LI TAT IS • GRADVM • IN • CVRIAM • NO STR AM • AD MIT RENT V R • AC • PER • HOC ■ CIVITATEM • OMANA M • APISCEREN TVR • ET • AERARIVM • NOSTRVM • DI T A VIT • ET • CVRIAM • COMPLEV ET • VNIVERSAM • REM • P • N • CVM • EGMINIIS • A M P LIA V l T • ADM TENDO • AD • H O N O R V M • COMMVNIONEM • ET • VSVRPATION ROMANAE • CIVITATIS • ET • OPT1MVM • ET • L O C V P L E T I S S IM V M Q VEM 0 VI • VT • SCILICET • QVI • OLIM • ERANT • TANT VM • IN • REDD PECVNIARIO • NV\C • ET • IN ■ ILLO • IPSO • DVPLICI • Q VIDE M • PER HONORARIAE • NVMERATIONEM ♦ REPPERIANTV T • SI CVM • Q VIB VS • MVNERA • DECVRIONATVS • I AM * VT • PAVCI ROSA • HONESTE • DEPL NO • COMPARTIAMVR • AD • CVI GRATIAM • HABENDAM :'vT IN • SAECVLA • PERM NSV-MODI • BENEFICIO • OP O RT VE R A T • Q VID EM • SI • FIERI • POS S SI- VERECVNDIA -CLARISSIMI • VIRI • PERMITTERET • VNIVERSOS- I IRE • ET • G R A TIA S • EI • IVXTA • OPTIMVM • PRINCIPEM • AGERE • SED Q V O N I A M • C E R T V M • EST • NOBIS • ONEROSVM . Et • FVTVRVM • T LE • NOSTRVM • OFFICIVM ♦ ILLVT • CERTE • PROXIME • FIERI • OPO BIT • O • STATVAM • EI • AVRATAM • EQVESTREM • PRIMO • QVOQVE TEMPORE • IN • CELEBERRIMA • FORI • OSTRI PAR • PONI • ET BASI • ElVS • HANC • NOSTRAM • C NSENSIONEM • ADQVE ♦ HOC DECRETVM ■ INSCRIBI • VTI • AD • POST EROS ■ NO STR OS • TAM • VOL AMPLISSIMI • VIRI • QVAM • FACTA • PER ANEANT • PETIQVE ■ A BIO-VERO EGREGIO VIRO • PA T RIS • SEVERI -VTI-QVANDOQ DEM • ET • COMMENTVM • HOC • IPS1VS • SIT • PROVIDENTIAE • QVA REM • PVBLICAM • N • IN ATIGABILI • CVRA • GVBERNAT * ET • IN * HOC PIVS • PVBLICI • BENEFICl • QVOD • TALEM • ET • NOBIS • ET IMPERIO • CIVEM • P CREAVIT • ADQVE • FORMAVIT • CVIVS • OPERA • STVDIOQ • ET . ORNATIO ET • TVTIORES • IN • DIES • NOS ■ MAGIS • MAGISQVE SENTIAMVS • VTI • EA • PLA SE • IX ' HANC • REM • ADSEN M • SVVM • LEGARI ■ MANDARIQVE • SIBI VTI • GRATIAS • P VBLICE • C ARISS O • VI R O • M A N D A T V • N O TRO ■ AGAT • ET ■ GAVDIVM • VNIVERSORVM • SINGVLORVMQV AC ■ VOLVNTATEM • VT • MAGISTER • T ALIVM • RERVM • IN • NOTITIA EIVS • PERFERAT CENSVERVNT Dr. Kandler. SPANIVS NTVLVS ET S • NEPOS II • V R IVR D1C V F EVERVM CLARISSIM YM VI VLTA • IAM • PRIDEM • IN • REM • P NOS M • RENEFICIA CONTVLISSE • VT • Q VI A • PRI SVA • STATIM • A E T A T E • ID ♦ EGE IT ■ VT • IN . AD NDA • PATRIA • SVA • ET • DIGNITATE • ET • EL QVENTIA • CRES ET NAM ITA • MVLTAS ET • MAGNIFICAS • CAVSAS PVBLI AS • A P V D . 0 P T IM V M • PRINCIPE M • ANTONINVM • A V G • PIVM DSERVISSE • EGISSE • VICISSE • SINE • VLLO • QVIDEM • AERARl • NOS RT • INPENDIO • VT • Q VAM • VIS • A D M O D V M • ADVLESCENS • SENILI VS • TAMEN • ET • PERFECTIS • OPERIBVS • AC • FACTtS • PATRIAM • SVAM • NOS QVE ' INSVPE • SIBI • VNIVERSOS • OBSTRINXERIT ■ NVNC • VERO • TAM . GR ANDI • BENEFICIO • TAM * SALVBRI • INGENIO • TA ■ PERPETVA • VT 1TATE • REM P • N • ADFECISSE • VT • OMNIA • PRAEOEDENTIA • FACTA • SVA • QVAMQVAM • IM MENSA • ET • EXIMIA • S NT • FACILE • SVPERARI • NAM • IN • HOC • QVOQVE ■ MIRA BILEM • ESSE • O • V • VIRTVTEM ♦ QVOD • COTlDIE • IN • BENE ACIENDO • ET * IN • PA TRIA • SVA • TVENDA • IPSE • SE * VINCAT • ET • ID O • VAM • VIS • PROMENSV RA • BENEFICIORVM • EIVS • IMPARES • IN • REFERENDA • GRATIA • SlMVS • 1NTE IM • TAMEN • PROTEMPORE • VEL • FACVLTATE • VT * ADIVVET • SAEPE • FACTV VS • REM NERANDAM * ESSE • C • V • BENEVOLENTIAM • NON • VT • ILLVM . PRO NIOREM • IIABEAMVS • ALIVT ■ ENIM • VIR ■ ITA ■ NATVS • NON • POTEST • FACERE • SED VT • NOS • IVDICANTIBVS • GRATOS • PRAEBEAMVS • ET • DIGNOS • TALI • DECORE • TA LlflVE • PRAESIDIO Q F P D E R I C - PRIMO • CENSENTE • L ■ CALPVRNIO • CERTO M • FABIVS • SEVERV • AMPLISSIMVS • ADQ VE • CLARISSIMVS • TANTA • PJETATE ■ TANTA ADFECTIONE • REM • P • N • AMPLEXVS • SIT • ITAQVE • PROMINIMIS • MA IMIS Q VE • C OMMODIS • PIVS . EXCVBIT • ADQVE * OMNEM • PRAESTANTIAM AVXERAT • VT • MANIFESTVM • SIT • IDEVM • AGERE • VT • NON • MODO • NOBIS- SED PRO XIMIS • QVOQVE • CIVITATIBVS • DECLARATVM ■ VELIT • ESSE ■ SE • NON • ALI QVAM TRIAE • SVAE • NATVM • ET • CIVILIA • STVDIA • QVAE ■ IN • EO • QVAM • V • ADMODVM IVVENE ■ IAM ■ SINT • PERACTA • ADQVE • PERFE TA • AC • SENATORIAM • DIG ATEM • HAC • MAXIME • EX • CA VSA . CONCVPIVISSE • VTI • PATRIAM • SV • TVM • ORNATAM • TVM ■ AB • OMNIB • INIVRlIS ■ TVTAM • DEFENSAMQVE ARET • INTERIM • APVT ■ IVDICES • A • CAE E • DATOS • INTERIM • APVT • 1P PERATOREM • CAVSISQ PVBLICIS PATRO NANDO ■ QVAS • CVM • IVSTI VINI • PRINCIPIS • TVM SVA EXIMI • AC • VDENTISSIMA • ORATIONE MPER • NOBIS • CVM • VICTOR1A • FIRMIORES ' MISIT • EX ■ PROXIMO • VERO (Istria Anno IV, N. U) Fede di Battesimo. Addi 22 setlem.bre 1598. Zarabaltista, e Cipriano figlio deli' eccellentissimo signor Dr. Paolo Giudice, e della signora Arigonda sua moglie, fu battezzato a Saran dal reverendo signor don Zambaltisla Mondino reltor di detta villa, Io tenne alla porla il signor Simnn da Parma da Saran, ed al fonte il signor Camillo dei Fabbri da Conegliano. Cosi e, e concorda coll' originale dei Battezzati di questa nostra Chiesa parrocchiale e collegiata di San Leonardo di Conegliano, in fede ecc. Data dalla Sagrestia della suddetta Chiesa li 16 Maggio 1754. (L. S.) D. Sante Ghizzo Mansionario Curato m. p. et Cor. Sig. ecc. ecc. Alcuni periodi estratfi dalli Rapporti dei Vescovi fatti ai Sacri Limini nelli passati anni cioe: Nel 1665 sotto la data del i.° luglio da Monsignor del Giudice. = Civitas Parentina sita ad Adriaticum Mare in temporali Dominio Serenissimae Reip. Venetae in Hislria quae fuit destructa, et centum solumodo incolis habitata inveni, in dies Edificiis reparatur, et in ea habitantes N. 40 circa reperiuntur. Cathedralis Ecclesiae sub invocatione B. V. M., et Sancti Mauri Martiris satis ampla est, ornata marmoreis columnis, et mosaycis figuris, atque antiquae structurae ab Othone primo romanorum Imperatore ex voto aedifi-cata, et jussu Joannis XII summi Pontificis, a Rodualdo Patriarcha Aquilejensis cum aliis 12 Episcopis ritu solemnl consecrata. Huic Cathedrali inserviunt decem Canonici, inter quos counumerantur Archi-presbyter prima dignitas cui incumbit animarum cura, et Archidiaconus secunda dignitas, Teologus, et Scolasticus, quibus debentur Xcimae, ex a-gro Parentino quas olim deperditas Capitulo Parentino prae proprio, et sudore post multas lites recuperavi, quam Xmarum exactio difficilis est, cum Morlachi, et Pirotes agri ejusdem habitatores earum solvant integras, sed in solvendo quampluries fraudes comitlant. Seminarium Clericorum a me olim erectum detinetur Ursariae ob aeris salubritatem, cum Parentii ob inclemen-tiam ejusdem inhabitare tantam non sit saluti puerorum, qui tamen in omnibus fere solemnitatibus anni ad Cathe-dralem se conferant, et ibi in Ecclesiasticis functionibus inserviunt. Nullum benefitium simplex in Dioecesi reperitur quod Seminario uniri possit adesset; Monasterim Sancti Michaelis da Lemo a Camaldulensibus poenitus derelictum, quod 100 de camera circum circa reddit, quodque huic Seminario applicavi possit, ut alias supplicatum fuit, et denno humilima supplicatur. Parvulos, vel nullius momenti redditus habet Seminarium, et meis fere sumptibus sustinelur, sed diminutis proventibus Episcopalibus, et pensione ac aliis oneribus gravatus, ulterius sustinere non valeo. In Dioecesi sunt quadraginta quattuor Parrochiae Campestres, Ecclesiae permultae, beneficia omnia tenuia exceptis Canonicalibus Ecclesiae S. Euphemiae Castri Rubini, qui Centum de Camera reddunt, Sacerdotes omnes 100, Diaconi 20, Subdiaconi, et Clerici 60. 20/mille animae circum circa sunt in Dioecesi, et omnes Catholicam fidem profitentur. Reperiuntur aliqui Graeci Schismatici ex Dom. Turcarum a Venetis in Istria recepti, quos servatis servandis Catholicae Ecclesiae re-conciliavi; aliqui remanent, reconciliandi curabo. Collegiatae Ecclesiae Septem sunt, sed pauci Canonici ibidem inserviunt Monasteria. novem Virorum diver-sorum ordinum. Nullum Monialium. Castra muris circundata duodecim, Principatus Pisinensis in ditione austriaca sex e-numerato Castro Ursariae, Feudo ecclesiastico Sanctissimo D. N. Papae nullo medio subjecto, in quo Episcopus Pa-rentinus pro tempore Spiritualem, et Temporalem juri-sdictionem exercet. In Principatu Pisinensi temporalis Jurisditionis Au-striae pubblicatum fuit Edicturn nomine Imperiali Leopoldi quo sub poena Indignationis Majestatis suae, et amissionis bonotum, et aliis, nullus illorum Subditorum auderet habere recursum in statu Veneto ad Episcopum, cui commissum fuit, ut deputaret Vicarium Nationalem ejusdem jurisditionis, coram quo Causae Ecclesiasticae agitarentur; sed tali edicto, et comissione numquam con-sentire volui in pregiuditium Ecclesiasticae jurisdictionis, et imunitatis; Saciam Congregationem consului, quae II-lustrissimo Nuncio Appostolico Viennae hujusmodi nego-tium comendavit, ad quem pluries scripsi, ac etiam per-sonaliter accessi. Erat tunc temporis Nuncius Carafa, nune S. R. E. Card. in Civitate Grecensi apud Imperatorem, cum quo traetare renuit, sed melius duxit cum Principe de Portia sermonem habere, iste bona verba dedit, promisitque se I omnia facere pro removendis novitatibus introduetis. Veruntamen requisiti ejus Ministri in eodem Principatu, se nullum ordinem habuisse dierunt; imo in causis civilibus contra personas Ecclesiasticas, quando agitur de meo, et tuo, licet aetor sequi debet forum Rei, citare fecerunt corain se plures Clericos et licet omnibus viribus meis curaveram hoc prejuditiuin auferre, non cessant de sua pretensione, de qua scripsi eidem Illustriss. Nuncio per plures vices pro conservanda jurisdictione Ecclesiastica, et nullam habui ressolutionem. In visitatione generali in illis parlibus pro posse meo jurisdictio-nem Episcopalem sustinui, et diversas causas definire volui, sed Subditi austriaci perterriti poenis supradietis non audent contrafacere Edicto, et pretensioni Ministrorum. Pro removendis talibus prejuditiis, et auxilium, et consi-lium imploro. In Universitatae generali Castri Rubini grave scan-dalum inveni, ob quaedam delieta a Fralribus Minoris observantiae perpetrata, a suis Superioribus non correpta, super quibus pro removendis scandalis, et saluti animarum consulendo, exceptis quibusdam informationibus ju-ratis processus ad Illustrissimum Nuncium Apostolicum Venetiis comorante, uti Judicem ordinarium exemptorum remissus fuit. Fratres citati ad imformandam Curiam Apo- stolicam in judice consenserunt; diversos terminos hac buerunt; sed accurrentibus postea eisdem in Ecelentiss. Plenum Collegium Venetum, ortum fuit quoddam impedi-mentuin, quo stante Tribunal Nunciaturae nihil ulterius operatur, et delicta Fratruum remanent impunita, maxima cum admiratione Populi Rubinensis expectantis Fratres delinquentes corrigi, scandalos levari, et quamvis Vene-tiis plures instantiae quo ulterius progressu causae fiant, nihilominus non auditur aliquid fieri. Pluribus usurpationibus rerum, et jurium Ecclesia-sticorum seinper studui occurrere, multa deperdita recu-perayi, et alia recuperare curabo. Comunitates, et laicales personae ex inveterata con-suetudine jus liabent eligendi, et presentandi ad Ecclesias Curatas, et cum serenissimus Imp. Leopodus, et praedeces-sores sni bane electionem, et presentationem fuerint in Ecclesiis existentibus in Dominio ipsorum in Dioecesi Parentina, hoc jus translatum fuit in Principe de Portia, et postea in Principe de Ausbergh, qui Principatum Pisi-nense mensibus elapsis pecuniis suis acquisivit a Principe de Portia. In universa Dioecesi partim latino idiomate, partim Ulirico divina celebrantur. Inter Morlacos et Epirotas, qui ocffasione currentis belli ex Turcarum regionibus in Dominiurn Venetum se receperunt, plures superstitiones et maleficia exercentur, quibus pro posse meo occurere studui, eaque de medio tollere ac poenitus extirpare conabor. Habent quoque hujusrr.odi barbarae et inhumanae gentes pessimam consuetudinem rapiendi mulieres quas post in uxores accipiunt, cum raptae a potestate raptoris separatae, et in loco tuto constitutae dicant semper se voluntarie ivisse, inde invitasse homines ad se abducen-das, et Iicet publicelur Decretum Concilii Tridentini in Ecclesiis ipsorum contra raptores, eorumque adherentes atamen saepe saepius incidunt in hoc grave delictum a Saecularibus Judicibus leviter castigatum. Annui redditus Episcopales diminuti ascendunt ad Ducatus due-mille-quingentos monetae venetae ita inso-lutis ordinariis oneribus, et pensione Ducatorum mille-ducentorum Ecellentissimo Principe Camillo Pamphilio, vix habet Episcopus ad victum necessaria cum magnas impensas pro sustinendis juribus, et jurisdictione necesse sit eum facere, et sustinere. Haec de Ecclesia Parentina ejusque statu ad prae-sens referenda Procuratorem meum fideliter, et humiliter existimavi Illustrissimo Domino nostro Papae, et Eminen-tissimis Patribus hujus Sacrae Congregationis ejusdem me, et Ecclesiam meam humiliter comendans. Datum Parentii die prima Julii 1665. Emin. et Reverend. D. D. V. V. Humiliss. Obsequiosiss. Devotiss. Servus Io. Baptista Episcopus Parentinus. Copia fatta estrarre dalC originale esistente in mie mani. FKANCESCO POLESlNI. Nmnismatica. Al Dr. Kandler Trieste 1.° Maržo 1849. Quantunque Trieste non mi fosse culla, pure pel soggiorno d' oltre dieciott' anni la reputo mia patria e come tale la amo di caldo amore, tanto piu che mi ci legano i piu soavi affetti del cuore. Cio appunto mi mosse ad eleggere per studio speciale le serie nummo-logiche dei Vescovi di Trieste, dei Conti di Gorizia, dei Patriarchi d' Aquileja e dei Dogi di Venezia, le quali se tutte non sono serie patrie, risguardano pero paesi e citta limitrofe, le cui politiche vicende si collegarono spesse volte e strettamente. Alla serie dei Nummi d'A-quileja, gia pubblicata, terra dietro in breve quella dei Conti di Goriaia, e spero che non per merito deli' opera, ma per indulgenza del pubblico, tale debole lavoro ver-ra bene accolto. La mia serie delle monete episoopali di Trieste e compiuta in quanto ai nomi dei Vescovi, che facevano, a quanto ci e noto, uso del privilegio della zecca, se non che mi manca qualche rovescio, non dubito pero di com-pletarla in breve. L' oggetto senz' altro piu interessante nella mia raccolta e il denaro di Girardo col rovescio del tempio, simile alfatto a quello dei denari del vescovo Giobar o Giorardo di Volchero, Patriarca d' Aquileja, e di Bernardo Duca di Carintia battuti per la citta di Lubiana. Le rimetto in seno alla presente 1' esatto di-segno, avvertendola che 1' esemplare originale e sempre a di Lei disposizione peli' esame oculare. Questo rarissi-mo munumento numrnologico potrebbe per altro portare qualche alterazione nella serie cronologica dei Vescovi, imperocche mi sembra cosa evidente, che il medesimo debba collocarsi negli anni di Volchero e di Giobardo, anzi puo appartenere a quest' ultimo, mentre non e cosa insolita di scorgere sopra le Medaglie del secolo XIII i piu strani errori d' ortografia e potrebbe quindi, a difetto tale, attribuirsi la varieta nel nome del Vescovo, ma se non da Giobardo, questo denaro sara stato battuto immedia-mente dopo lui, dal suo successore, e mi sembra conse-guentemente che seppure Giobardo e Girardo non sono una sola ed identica persona, si debba collocare nella serie cronologica questo dopo quello in vece diCorrado, il quale mutando l' impronto dei denari episeopali trie-stini, addilo con cio la massima ai suoi successori, che di fatto non ritornarono piu al tipo primiero. Ella faccia quell' uso e calcolo che črede di questa semplice mia opinione, io perd mi sottometto antecipata-mente al di Lei savio giudizio, imperocche Ella possiede tai Iumi nelle patrie storie da poter con sicurezza deci-dere in tale argomento. Aggradisca frattanto 1' assicurazione deli'alta mia stima con cui mi pregio di esserle Devotissimo servitore F. ScmVEITZER.