M E M O R I A CHE RIPORTO’. IL PREMIO Sopra IL Quesito proposto dalla Ces.Reg. Socxeta* d’ Agricoltura di Gorizia e Gradisca. Per V Anno 1769. Del Signor Gio: Antonio Scopoli Consigliere nel Minera- le m S. M. I. R. A. Assessore dell’Officio Supremo Camerale della Bassa Ungheria, Professorm pubblico di Mineralogia, Associato alle Cesaree Regie Socie- ta’ d’Agriloltura della Stiria, Carniola, di Gori¬ zia , e Gradisca ; all’ Economica di Berna, ed all' AGRARIA BELLA LUSAZIA'SUPERIORE . Q U E S I T O. iu-a ..'I J{ • :. A quali, e quante cagioni afcrivere fi debba la man- canza de condmi nelle Contee di Gorizia, e Gra- difca: e quail, e quanti fieno i migliori, e piu fa- cili mezzi natural! , od artificial! di moltiplicarli , prepararli, ed adoperarli fecondo le varie qualita de’terreni, e de’prodotti. Agro bene culto nil uberius, nec fpecie ornatius, Cicero de S«»s£l. 3 iJ'i »([ INTRODUZIONE -' -ar; r'. on nr; >1,. • Se,. mia abilita part foffe al genio di fecond^re li fubiimi dii’egni della Cefarea Regia Societa tutta inten¬ ts al comiine vantaggio della nazione , e della patria, rilponderei con molto tnaggior coraggiu, di quello io lo faccifl prefenternente aj propofto quetko . Ma trat- tandofi d’una materia cost difficile, e cQsi vafla, come & la maniera di conctmare la terra, troppo grande fa- rebbe la mia prefunzione, fe io mi lufingafli d’ eflere ficuro di ben rinfcire. Qui ci vuole la Fifica per ifia- bilire la forza degl’inflnffi modificati dal clima, daifitl, # piu di tntto dalla qualita de’.terreni; la Chimica per rintracciare le proprieta, delle terre , e la ftoria natu* •rale per ritrovare quei corpi, che atti fono a reffituire alia terra il perduto vigore, Qni (I ricerca la cognizio- ne del civile regolamento , della politics particoiare •deH’attnale commercio, delf attivita, coftumi, e genio de’ Sudditi. E qui finalmente fi richiede una efata no- dzia del modo, con cui da quelli Abitatori ft allevano i beftiami, e fi coltivano Ie terre; della proporzione , che ivi pafla oggi giorno fra cam pi e prati ; e finaL- tnente dei mezzi paturali di mokiplicare i contfmi P con i quali fu dall’ Autpre deila natura provveduto quel Paefe. A-faonte di tante difficolta, non avrei avuto 1’ar- dire di prefentare a Voi,Uluftriffimi e Virtuoiiflimi So- ej, la prefente rremoria, ,Xe il voffro efempio non mt obbligalTe ad abbracciare dgni mezzo, onde la pubblir A 2 ca ca felicita abbiafi ad invigorire, e farfi grande . Tale e certamente 1’ Arte importaptiffirna di lomminiftrare alia terrri cio, che liabbifogna a produrre Meffi ab- bondanti, e ricuperare d’ anno iu anno il perduto vi- gore. L’unico oggetto della pratica Agricolcura e, il prornovere la fertilita della terra , dalia quale dipende la ricchezza reale de’ Popoli, e la forza degli Stati. A proporzione d’una tale fecondita crefcono in ogni Re¬ gno Ie derrate ( a ), le ard, le manifatture, la popo- lazione , ed il commercio. Non fi potea dunque proporre dalla Cefarea Regia Societa un quefito piu mile, e piu intereflante di que- fto. Nel primo inomento, in cui 1’Agricoltura , fotto i gloriofi anfpicj della Augufta ed immortale Teresa , riforfe qual Fenice rediviva da quelle ceneri, nelle qua- li la barbarie de’ tempi la tenne per tanti fecoli rntfe-, ramente fepolta, diede ella uno fguardo benigno alia fua Patria, e vedendo ad onta d’on clima felice men feconde le terre, vuol fapere le Cagioni , deiidera aju- ti, e brama finalmente fpiegato l’ufo di tutri qnei mez^ zi, che a queflo fine additare fi pofifono. Ecco percid il motive, che mi fpinfe a dividere in tre parti la prefente Memoria. La prima avera per og¬ getto le cagioni della mancanza de’con&mi nelle Con- tee di Gorizia, e Gradifca; la feconda fpiegara i mez- zi migliori, e piu facili si naturali, che artificiali di moltiplicarli e prepararli ; e la terza additera la manie- ra di adoperare i rriezzi propofti fecondo le varie qua- lita de’ terreni e de’ prodotci. f . ; .- or rt ! PAR- .-- —- —,.*33 CO La terre produit le revenu priimtift Cap. 3. p. 10 Principe obfervat, Oeconomifue T6in. I: K s PARTE • '■''..‘H’ ;}nsn>'i Vi'.'r ;i ; , oliv jj> otuisn If ?{•' Cl DELLE CAGIONI DELLA MANCANZA DE’ CO NCI MI NELLE CONTEE D1 GORIZIA, E GRADISCA. C Oncimc io chiamo non folamenre il ietame , o fia lo ftabbio degli Animaii (di cui Piturno al dire di Polidoro Virgilio (a) , fu il primo a fame ufo nell’ Agricojtura ) in a eziandio ogni altro corpo atto a promovere la fertilita della terra . Quefto ora e pajfivo , ed or attivo . Li corpi paffivi fono le terre , le quali non portano feco la foftanza nntritiva delle piante, ma folamente la ricevono dai cor¬ pi attivi, e la confervano lino a tanto , che paffi per le radici ai vafi de’ vegetabili . L’ altra ClaHe , cioe quella de’ corpi attivi comprende in fe tntte quelle cofe, che dagli Animaii , e dalle piante ne traggon 1’ origine, effendo quefte unicamente fornite di quella fo¬ ftanza faponacea , la quale dopo effere ftata col mez¬ zo della putrefazione digerita e raffinata , fomminiftra alle piante il neceffario alimento. Da cid ne fegue chia- ramente effere la mancanza de’ concimi dovunque fi da, or qjfoluta ed or relativa . La prima proviene dalla poca quantita, o dalla cattiva qualita de’ corpi attivi, e fpecialmente delio Stabbio. La feconda poi dipende < c: dalla - ■ -■■■- CO De rerun Invent. Lib. 3. 6 dalla natura de’ prodotti, e dal temperamento de’ ter- reni inetti a produrre quei frutti, che fi potrebbero ri- cavare da terre •' r X r' ■ ■ / . > Belle cagioni della mancanza ajjoluta de concimi nelle Contee di Gorhia , e Gradifca. Q ’ ' : • . ' • • ' * ' ^ ) Q Uefta mancanza nafce principahnente dalla poca quantitd d f Animali e dalla cattiva qualitd del letor met si deH’nna , die dell’altra ne faro quivi ana par- ticolare e pin fpecificata menzione, accennando d*m- bedue le cagioni per pormi in iitaco di additare nella feconda parte con maggior franchezza i rimed], L Lo fcarfo numero d’Animali. Ogni oftacolo all’ allievo degl’ Animali neceffarj a ben lavorare, e letamare la terra , fia po i Fifico , Poli¬ tico, Economico t o Morale , fi pud con tutta ragione annoverare fra le cagioni della mancanza de’ concimi, Quefta veriti non ha bifogno di prova alcuna, poiche la quptidiana efperienza di tutte le Nazioni c’ infegna, che fra i mezzi artificial! di concimare la terra, il pri¬ mo certamente fia lo ftabbio degl’ Animali . Che ma- raviglia dunque, che in un Paefe dove v’e poco Be- ftianie, vi fia anche poco concime? Diamo un’pcchia- ta ta al Tirolo, all’ Elvezia, Ungheria, Tranfil vania, Si- lefia, alia Carintia , alia Stiria Superiore , ed a moke altre Provincie, la dove numerofi fi allevano gl’ Ani- mali , e vederemo quanto ben goyernate , e quanto fertili fieno ivi le terre, Non cos} nelle Contee di Go- rizia, e Gradifca, e cio per molte eagioni , le quali fono. i. La poca quantita. de'Prati rifpetto a quella dells terre arative. II comune parere dei piu Savj Maeftri della pratica Agricokura, e diequ-afi tin terzoditerreno debba andare in erbaj a fine di mantenere gli Animali neceffarj per ben letamare gl’ altri due terzi di terra arativa. Que¬ tta proporzione fuffifte fokanto, fra campi e prati fer¬ tili, e non gia fra campi e prati fierili; poiche in tal cafo la proporzione non deve eftere come a a 3; ma come 2 a 2. Or ficcome i prati delle Contee di Go- rizia e Gradifca fono appena la decima parte delle ter¬ re aratiye , come e poflibile , che il Colono raccolga fieno fufficiente per nutrire gli Animali neceflarj a ben concirnare i fuoi campi? Si affatichi pure quanto vuo- le nel raccogliere erbaggi, e nel prevalerfi del benefi- zio de’ pafcoli comunali, poiche ad onta d’ ogni indu- ttria non fara mai capace d’alimentare tand Animali, quanti ne deve avere per letamare a fufficienza tante terre lavorate. IL La Jlerilitd de' me defmi e de'pafcoli comunali. La poca quantita, e la cattiva qualita degli erbag¬ gi, che allignano in prati fierili, e doppiainente dan- nofa alia rural? economia. H Beftiamp or gli rifiuta, or 9 or gli calpefta e cibandofi de’ medefimi, lion diventa grande e vigorofo in pregiudizio dei concimi e dei la- vori. I prati di quelle Contee o fono cretofi o troppo umidi e paludofr. Chi e quelho, che fi prende cura di sbandire dai medefimi le erbe c»ttive ? Quale & quel fito felice, che fi poffa facilmente adacquare? Or dite Voi, efperti Agricokori, qual quantita , e qualita di fieno fi potra indi fperare? Se la fertilita della terra e un effetto. degli influfii dell’aria e del fuoco elemewta- re, quella al certo non fara fertile, la quale abbando- nata dal fuo PofTefTore, ne mai fmofla dali’aratro, mai fente la forza benefica degli elementi. Che fe fterili fono li prati, cofa fi dovrii dire del- le paflure ? Bafta che fia pafcolo comunale per eflfere dannofo all’Agricoltura. Quefta e una verita incontra- ftabile e conofciuta gia da moke Nazioni , dove col mezzo della coltura, fi cava ora annualmente da fimi- li terreni una mefle ubertofa di fieno e di biade. Chi vuole aver letame ed Animali di buona qualita, deve liodrirli nella Stalla, e non farli girare tntti i giorni fu le paflure, dove altro non trovano, che'poche foglie di gramigna , o un vile alimento di piante paluflri . Oltre di cio quello flarfene fempre col capo china , il bere acque infalubri, il perdere lo flabbio fu le paflu- re, e 1’ efporre gli Armenti alle ingiurie degli infetti, del Sole, e de’venti fono circoflanze troppo contrarie al buon allievo de’medefimi, ed all’ aumento de’ con- cinii. III. Le fervitii reali de ’ Coltivatori. Per 1’Agricoltura, ed allievo de’Beftiami, non v’e oflacolo maggiore di queflo. Quanto letame, e quan¬ to tempo non perde il Contadino foggetto alia Rabot- ta? ta? Gli Animali ftanchi dalle fatiche rurali in vece di godere il necelTario ripofo , devono nuovamente por- tare il giogo giufto all’ arbitrio de’ Superiori, o indebo- liti da fignorili lavori fi rendono inetti a quelli del fuo Padrone. L’Inghilterra , 1’ Italia, l’Elvezia fono quelle Provincie , le quali ci danno a divedere il rapporto infeparabile, e^fimmediata influenza, che ha la liber- ta de’ Sudditi col bene univerfale della civil Societa, e quanto ben regolata fia la pubblica economia, qua- lor alterata non fia da troppo eccedenti fervitu . IV. Le morbofe injluenze degii Animali Bovini. . Fu negli Anni fcorfi fpetcacolo certamente lugubre il vedere in ogni luogo fpogliate d’ Armenci le dalle , ed i poveri Agricoltori fenza gP Animali neceflfarj alia coltura, ed al governo delle loro terre . Le primarie cagioni d’ una si orribile calamita furono i concimi (a) trafportati dalle dalle infette fu le campagne, ed il pat- faggio de’Bovi ammalati da un Paefe all’a'tro. L’iflef- fo avvenne nelP Italia aliora che inter cejlivos ardores A. 1711. in Vatavinum agrum malis avibus pedem intu - lit fatalis ille navi ex Hungaria adveclus Bos. (b) e B da (O Legganft fopra di cio le oflervazioni di Claudia Pietri Ellio date alia luce l’Anno 1764- con il titolo Specimtn I. Invejli - gationuw luis bovilla , atque experimentornm cirta earn j ffu ac ptu Dania Majeftmis Kegix Cfc. affieme con la critica di quell’ Ope¬ ra regillrata nella Bibliottca univerfale di Germania Tom. ti. Tart* *• pag. 289 . (£) Lancifus de Pefte Bovilla. 10 da Merc anti introdotti furono nella Cicta di Roma , contro al divieto della Sacra Confulta alcuni Bovi in¬ feed . In circoftanze si funefte , non maned bens! la pubblica vigilanza di accorrere ad an si urgente bi- fo.gno ; ran Become in pejliferi? & contagions morbis omnia tametfi validijfnna , frujlra adhibentur remedia , nifi illico } ac fub initia admoveantur (a), cosi ad on- ta d’ogni umana. diligenza dovette il Contadino fog- giacere alia perdira de’ fuoi Beftiami con fomtno dan- 110 delle proprie campagne, e del pubblico bene. 11 La cattiva qualita del letame. L’ingraffare un terreno con foftatize pr've del ne- cefTario vigore, e lo fteflo, che lafciarlo lfetile e fen- za ftabbio . Dunque la mancanza di letame non pro- viene foltanto dalla poca quantita d’Atiimali , ma an- che dalla qualita , ovvero maggiorc o minore attivitsl del medefimo, e cio co'nforme aH’alimento, che ad effi fi porge, alia qualita delio (frame, con cui (i aumenta lo ftabbio, e finalmente conforme al tempo in cui (i feppellifce, e fi frammifeia con la terra . Che la bon- ta dei concimi dipenda molto dalla qualita de’foraggi, e una verita fondata fu la ragione , e full’ efperienza dei piu attenti Agricoltori. Lo Stabbio non e un fem- plice mifeuglio d’erbe indigefte , ma in eflo fi trova anche una gran copia di quei umori, che neceflarj fo- no alia loro concozione . Diafi dunque a qualfivoglia Animale un’ alimento confacente alia fua natura, e ve- draffi -== === _==•■ ' ■ ■ -J===-^ = ^ (b) Idem I. c. II draffi facile la digeftione, ottimo if fangue, perfetd gli umori, e per confeguenza perfetto anche Jo Stabbio. In un corpo ben nudrito il tutto va bene , ed ogni cofa fi Iavora a perfezione . Ecco percio la cagione della fertilita dello fteffo terreno fu i monti aflai mag- giore che alia pianura, quantunque si 1’uno , che 1’al- tro fi coltivi e fi concimi nella ftefla maniera. Le pian- te montane ed alpefiri fono piu falubri di queiJe, che crefcono in Inoghi piani , e da quefta diverfica d’ ali- mento ne nafee in gran parte la. differenza, che paffa fra i Bovi d’ un Paefe, e quelli d’uti altro. Circa lo ftranie, e parimente cofa certa , che fe- condo la di Ini qnalita, diverfa fia ancora F attivita del letame. In quei luoghi, dove lo llrame confide in giun- chi, canne, carici, e rami d’abete , lo ftabbio non e mai si buono come negli altri, i quali ufano fokanto la paglia, o altre piante molli e piu facili ad infraci- dirfi. Cos! nel Cragno fuperiore fi adopra la Felce fem- niina , e intorno al lago Zirchnitz la cara fedda rac- colta appena, che l’acqua fi ritira nelle caverne fotter- ranee, da dove fcaturifce. Le foglie d'Alberi maiTirne della vite, deU’Alno, del Tiglio, della Salice, delPiop- po, del Ciliegio ec. fanno lo fteffo efFetto come la Fel¬ ce, e la Cara fetida. La qualita del letame dipende anche tnolto dal tem¬ po, e dal modo d’incorporarlo con la terra . Se egli e ben ftagionato e digerito, allora condotto che fTa dal letamajo alia campagna, fi deve fubico diftendere mi- nutamente, e poi fotterrare con Faratro talmente, che ne troppo fi profondi, ne refli al di fopra, ma abbia un fito confacente alia direzione e lunghezza delle ra- dici, che fucchiare lo devotio. Se poi il letame non h ancor confumato, e baftantemente infracidito ( lo che fi conofce dall’odore poco pcnetrante , che egli fpar* B 2 ge 12 ge allor che fi leva dal letamajo ) in tal cafo fi pud condurre alia campagna nel mefe diNovembre, e qui- vi lafciarlo fino al ritorno della primavera, come tut*’ ora fi pratica in alcuni paefi. Or come mai potranno i coltivatori delle terre di Gorizia , e Gradifca raccogiiere un vigorofo letame, non. avendo prati e pafcoli a fufficienza e di buona qualita ? Qnale abbiecto mifcuglio di dure piante non fi adopera da’ medefimi in vece di ftrarne? Chi e che attenda a ftagionare il fuo letame , ed a collocarlo in un buon fito? Ecco dunque le cagioni della mancan¬ za affoluta de’ concimi nelle mentovate Contee. II con- tadino non e provvednto degli aniniali neceffarj alle fue terre, gli manca il rnodo d’allevarli con la dovu- ta attenzione, e finalmente non abbraccia , o non co- nofce quei mezzi, che fono valevoli a rendere quella poca quantita di letame, che da effo fi raccoglie, be¬ ne ftagionata e vigorofa. ARTICOLO SECOND O, Delle cagioni della mancanza relativa dri medefimi . U N beliflimo paragone fa Cornelio Celfo fra 1’ Agri- coltura e la Medicina. Quella ( dic’egli ) ( 4 ) foni- miniftra aU’uomo gli alimenti , e quefia i rimedj alle di lui infermitti. Or ficcome la qualita e quantita de¬ gli alimenti deve eflere regolata fecondo alia natura particolare d’ogni individuo, cost anche quella de’con¬ cimi adattare fi deve alle indigenze di cadauna terra, e di qual fi fia prodotto. Giacche dunque il conqfcere la proprietd delle terre e una cofa tanto utile e necejfa- via per rilevarc le cagioni della mancanza relativa dei conci- ■ J 3 concimi , mi fia permeffo di prefentare alia Cefarea Re¬ gia Societa un breve faggio di quelle efperienze , che da me furono fin’ ora inftituite intorno alle terre di Gorizia e Gradifca. EsPERIENZE ED OSSERVAZIONI. I. Intorno alle terre di Gorina principiando dalla radice de’ monti fino alle colline del Carfo. . Efperienza i. Sei libbre di queda terra raccolta in diverfi luoghi , e fpamifchiata adieme con tutta quella attenzione , che in fimili prove ufare fi deve, fu da me lavata nella deffa maniera, come fi fuol fa¬ re con le minere , allor che concentrare (i vuole il loro valore, feparando piu che e poffibile la parte ter- rea, e leggiera dalla metallica e ponderofa delle me- defime. Con l’ajuto di queda operazione fi feparo da tutta la mafia una terra l'ottile, la quale difeccata peso mezza.libbra, e cinque oncie. Efper. 2. La parte piu pefante e piu grofla, fcof- fa piu volte in un vafo di legno, formo tre drati di¬ verfi; l’uno de’quali era fimiie ad una fabbia minuta, l’altro era un mifcuglio di pietruzze piu grandi, e l’in- fimo era compodo di pietre maggiori. Efper. 3. La terra fottile ( Efper. 1. ) nuovameu- te lavata fi divife in due parti. La prinia era una pol- vere leggiera di color fcuro; La feconda era una ter¬ ra piu pallida, piu pefante, e piu ruvida. Efper. 4. Coteda polvere ( Efper. 3. ) fermenta al- quanto con lo fpirito di vitriuolo, e nel fuoco diventa piu dura di quello era prima. Efper. 5. La terra piu ruvida ( Efper, 3. ) unita agli agli acidi minerali eccita una gagliarda effervefcenza , e la maggior parte di efla fi cangia neljfuoco in una calce. Efper. 6 . Oltre a qnefle terre evvi nella mafia antedetta un’ alcra nericcia fertile e pingue , la quale da 5 Naturalifti ft dhiama Humus vegetabilis. Efper. 7. Le pietre ( Efper. 2. ) fono per lo pift piccioli pezzi di marrao e di pietra calcinofa , fra li quali vi fono anche pietre argillofe , ed altre compo¬ se di argilla mica, e fabbia. Efper. 8* Una libbra di terra fottile ( Efper. 1. ) afiorbifce due oncie di acqua. Efper. 9. Qneft’acqua efala poi e fl confuma piii prefto, che in qualunque altra terra del Territorio Go- riziano. Oflervazione 1. Dunque le terre della campagna di Gorizia fono aflai porofe, e compofie per Io piu di calce, e di argilla (Efper. 4. 5. 6. ) piu facili a difec- carfi ( Efper. 9. ) ed oltre cid fornite di fabbia e di mica. Offer. 2. La proporzione di quefie terre non e da per tutto la ftefia. Vicino ai mond predomina V ar¬ gilla , verfo il Carfo la terra calcinofa, dalla parte del flume Lifoncio fono le terre piu porrofe , che verfo oriente, e prelfo la citta di Gorizia fono efle piu neric- cie e piu fertili. II. Intorno alle terre del Carfo. Efper. 1. La terra, che io quivi ho raccolto ed efaminato, fu folamente quella , la quale ha un colore feuro e nericcjo, e troyafi fu la fuperficie, e fra le pie¬ tre di quei monti. Quefta dunque analilata cl pefo di due libbre- mi diede due oncie e vend grani d’acqua, . e due e due dramme d’olio empireumatico. Nella ritorta re- ftd una polvere nera al pari d’un carbone, la quale in parte fi attaccava all’acciajo calamitato. Efper. 2. Nel fuoco tramanda tin odore ingrato di carbon foflile, e pofcia diventa gialla come un’ocra di marte. Efper. 3. II fale ammoniaco fublimato con effa, fi folleva in fiori di color giallo. Efper. 4. L’acqua bollita con quefta terra, refla infi- pida, ne fermenta punto con gli acidi minerali. Efper. Detona fortemente con il nirto. Efper. 6 . Lo fpirito di vino digerito per qualche tempo con la medefima acquifta un colore di paglia, e fvaporato che da, lafcia nel vetro una foftanza refi- nata, fcura ed infiammabile. Efper. 7. Da cento grani di cinapro uniti alia ftef- fa quantita di quefta terra acquiftai feffanta tre grani di Mercurio , venti fei grani di cinapro , e nel fondo della ritorta una polvere (imile a quella dell’ Efper. 1. Efper. g. Cento grani di quefta terra accoppiati alia medefima quantita di minio, hanno dato ciaquan- ta tre grani di piombo. Efper. 9. Dieci oncie di effa terra alTorbifcono due dramme e mezza di acqua. Efper. 10. Nel fuoco gagliardo fi muta in una mafia nericcia, porofa, galleggiante fopra Tacqua, e atta ii pulire il ferro al pari della pomice. Offervazione 1. Quefta terra e dunque un com- pofto di particelle argilofe ( Efper. 10. ) e martiali ( Efper. 1. 3. 7. ) unite alia foftanza faponacea prove- niente dal regno vegetabile ( Efper. 2. 5. 6. 8. ) Offervaz. 2. La terra calcinofa cornunicata a que- fie parti conftitutive ( Offer. I. ) dalle pietre vicine col mezzo dell’ acqua , e quella , dalla quale dipende la virtft I 16 virtu riduttiva del mercurio legato con il folfo ( Efpe- rienza 7. ) Offervaz. 3. L’ efperienze ( 1. 2. ) c’ infegnano apertamente, che il marte, e la di Ini terra metallica, non fia nociva alle piante , come pretende il Signor Ome, ma foltanto allor che una di quelle due foftan- ze unita all’acido di vetrinolo fi cangia in un fale. 111 . Intorno alle terre di Medea. Efper. 1. Cento grani di terra raccolta nel mon¬ te di Medea, perdettero dopo tre ore di fuoco venti- due grani. Efper. 2. Ella riceve e trattienepiu acqua, che ogni altra terra della Contea di Gradifca. Efper. 3. Nel fuoco diviene piu roffa di pr> nia , e poi fi atcacca fortemente all’ acciajo rriagne- tico . Efper. 4. Non detona con il nitro, fi fepara I’aci- do del fale dalla porzione volatile ed orinofa nel fale ammoniaco. Efper. 5. Da cento grani di quefta terra acquiflai un granello di ferro, che pefara otto grani. Efper. 6. Con 1’ acqua fi puo eflraere da effa una polvere gialla, leggiera, ad ufo de’ pittori. Efper. 7. Digerita cpn lo fpirito di vetriuolo , e poi mefcolata con una foluzione di fale alcalino fiffo, lafcia cadere una polvere rofficcia, come far fogliono tutte le terre martiali. Efper. 8. La foluzione di quefla terra fatta con l’acido di vetriuolo, con facqua forte, o con lo fpi¬ rito di fale, forma con la lifciva di fangue bo vino, e con 1’ allume un belliffimo azzurro di Berlkio. Offer- OJJervcizione . L ! indole di quelia terra e dunque argiilofa, e percio piu grave, piu tenace , e affai me- no porofa di quelie di Gorizia. IV. Intorno alle terre di Cor mom e Lucinioo. Quivi le terre fono poco diverfe da quelle di Go« rizia, a riferva dei fondi vicini ai monti, ed alle pa- ludi. Quelli donatio alle profiime campagne, col mez¬ zo delle acque, che indi ne vengono, una terra mar- nofa e piu feconda; quefte poi rendono piu umide le terre vicine , accio in tempi di ficcita fieao piu fertili e piu vigorofe. Al chiaro kune di quelle poche oflervazioni , fi vedra chiaramente qua! (ia la natura particolare di ca- dauna terra, e quali fieno i loro difetti naturali , dai quali dipende la mancanza relativa dei concimi. Impe- rqcche fe ella e troppo porofa, come appunto e quelia di Gorizia, allora la foftanza nucritiva parte fi trafpor- ta dair acqua negli ftrati inferiori , e parte fvapora troppo prefto, fenza porgere alimento alle piante na- fcend. Se poi eflfa e tenace e cretofa, come e quelia di Medea, e di alcuni fiti vicini ai mond , allor le radici in tempo di ficcita non hanno campo di eflen- derfi , e cadendo dirotte pioggie fi raccoglie troppa umidita, la quale porge alle piante fughi rapidi inerti ed acquofi. La Jcconda cagione della mancanza relativa de’ con¬ cimi , e la quantitd , e la qualitd dei prodotti ovvero delle piante, che allignano in quelle terre . Quefte fo¬ lio principalmente le viti piantace in ogni luogo , le quali unite agli alberi, che le foftentano formano piut- tofto una felva , che un’ amena campagna. Egli e bensl vero, che quefla maniera di palare le yiti, rifparmia al C colo- i8 ' colono il danaro , che altrove fi fpenderebbe per prov- vederfi d’ altro legname, e fomminiflra anche al medefi- mo gran parte delie legna da fuoco, le quali in quel pae- fe fcarfo di bofchi fono aflai rare e preziofe. Ma egli & anche vero, che qoanto pin fi dilatano le radici di tanti alberi, tanto maggiormente fi dimagrifle la terra, quan- tnnque fofle provveduta d’ottimo concime. Quefle flef- fe radici impedifcono anche bene fpefTo il libero corfo all’aratra; cosi che la terra non fi pofla muovere e ri- voltare in modo tale ^ che il letame fi feppeiiifca ugual- inente in ogni luogo. Oltre di cid fi fa per efperienza, che la vite fia un albero, il quale vuole piu lavoro, che letame, e che migliori vini raccolgano coloro , che zappano hen le viti piu volte all’anno, che non fatmo quegli altri, che in vece di zapparle le ingrajfano col letame , o altra co- fa atta a farle immorhulire (a). Quindi e che fi tralafcia bene fpeffo di concimare la terra, e per favorire le viti fi introduce a poco a poco la mancanza degli alimenti, la careftia, e la poverta de’cittadini. E quefta e forfe la ca- gione, che nei paefi dove fi coltivano copiofe le viti, l’ agricoltore ( parlando generalmeme ) e fempre pih po- vero, che in quelli nei quali piu fi arna Cerere, che Bac- co. Se vi e vino in abbondanza, allor fi vende a prezzo vile, ed il concadino fe ne ffca tuct’i giorni nelle Bettole confumando il tempo ed il danaro in vece di attendere all’interefle della fua cafa ,• Se poi la vite non porta frut- to, o allora si, che inancando nei tempo ftelTo si il vi¬ no, che il pane, mancano al medefimo anche i mezzi di provvederfi d’animali e di ben lavorare la terra. PAR- .. - - I 19 PARTE SECOND A. DEI MIGLIORI E PIU* FACILI MEZZI SI* NATU- RALI, CHE ARTIFICIALI DI MOLTIPLI- CARE E PREPARARE I CONCIMI. TT"^V Opo aver dimoflrato nella prima parte della pre- !| fence Memoria, quali e quante fieno Ifr cagio- ]J ni della mancanza de’concimi nelle Contee di Gorizia e Gradifca, e qual da il temperamen- to delle loro terre, paffo alia feconda parte , e quefta verr^ da me in due articoli parimente divifa. Nel pri- mo fi parlera dei mezzi natural? di moltiplicare e pre- parare i concimi, e nel fecondo fi ragionera di quel- li, che artificiali fi chiaiaaano. La clafle de’mezzi na- tnrali contiene le Marne , la polvere delle (Trade, la terra delle paludi, la torba, le terre feinplici. U altra , cioe quella degli artificiali riguarda 1’allievo degli ani- mali, Fintroduzione de’ pubblici letainaj,dl numero mi- nore delle viti, e degli alberi, le feminazioni di pian- te atte a concimare la terra , 1’attenzione di provve- dere la medefima con concime vigorofo, e finalmente la diligente coltura de’ terreni. C 2 ART!- 20 ARTICOLO PRIMO. Dei mezzi naturali di moltiplicare , e preparart i concimi . 1. Le Marne . L A Marna e una terra, la qnale fermenta con ogni acido minerale, nell’acqna fi ftempera con qual- che ftrepito in picciole laraelle, o in una polvere fot- tilliflima, e tramanda per lo piu un odore maftichino allor che e rifealdata . Le fue parti conftitutive fono l’argilla e la terra calcinofa , alie quali il Signor Vo¬ gel. (a) vi aggiunge la fabbia, la quale pero non (i trova in ogni Marna (b). Nella Signoria di Tolmi- no, e nelle colline preffo Gorizia, Lucinico , e Cor- mons fi trova ella in molti luoghi. Quella di Lucini¬ co e una terra bianchiccia, la quale nel fuoco fi fa piu dura e gialliccia, fermenta con l’acqua forte, e dopo eflere ftata digerita nello fpirito di vetriuolo, la- feia cadere dalla foluzione con l’aggiunta d* un fale alcalino fiflo una terra fimile all* ocra di Marte . Pref¬ fo Cornions evvi un’altra fpecie di Marna piu feura della prima, e dura al pari d’ogni pietra foffile . Effil forma nel monte vicino , verfo la di lui bafe alcuiji ftrati (a} Syftema Mineral, p. 1 . p. 52. (b) IVeJtfeld, DiJ'ert. Mineral. P. I. Difs. IX. \ 21 ftrati orizzontali, ed efpofta alPaere fi divide da fe To¬ la in pezzi piccioii, e finalmente in una polvere, la di cui proprieta e di rendere pin fertili quelle terre , fo- pra le quali fu fparfa. Da cento grani di quefla Mar- na faffofa ho acquiflato cinque grani di ferro , e dalla foluzione fatta con l’acido vitriolico un magiflerio par¬ te livido, e parte giallo . Sei grani di ferro cavai an- che da un’ altra Marna ritrovata neila Giurifdizione del’ Illuflrif. Signor Conte Antonio Coronini , e da que- fta ho feparato col mezzo dell’ acqua una terra finif- fima, la quale indurata fi pud adoperare in vece di creta per fcrivere. Circa l’ufo di quelle, ed altre fimi- li terre, io non credo, che vi fia alcuno, il quale non fappia, effere effe un ottimo mezzo naturale di molti- plicare i concimi, e che a quefto fine fi adoperino an- che a di noftri da moltiffime Nazioni . Queilo poi ri- guarda la maniera di fame ufo della Marna nel Ter- ritorio Goriziano, di cio fi parlera neila terza parte di quefta Memoria, trattandofi del rnodo di adoperare i concimi fecondo la varia qualita de’terreni. II. La polvere delle Jlracle. Un coftume lodevole di molci Agricoltori e lo fca- vare a canto delle flrade certe buche o picciole foffe, accid P acqua che ivi fcorre in 'tempi piovofi, depen- ga nelle medefime quella polvere, che porta feco. Que- fta d un mifcuglio di terra calcinofa, di argiila, di le- tame , e d’ altre cofe che fi trova.no fu le pnbbiiche (trade. Quando e piena la folia , fi cava la terra , fi nmmucchia, e fi conferva fino a tanto che fi poffa ado¬ perare. Non fi pud credere quanta quantita di quefla polvere fi poffa raccogliere in un anno, e quanto e!!a fia valevole a fecondare la terra, fpecialmente fe le fofle fo n o 22 fono vicine ai Borghi, ed ai Villaggi, dove fono i le- tarnnj, e dove fi gettano fulie (trade le fpazzature , ie ofla, Ie acque infaponate, ed altre cofe pingni. In al- cnni Paefi fi raduna anche il fango delle (trade , e fi trafporta a fuo tempo alia campagua . Per una terra fredda e'attaccaticcia non v’e cofa migliore di quefta polvere. 111. La terra delle paludi. Quafi in ogni palude il primo (tratto e una terra nera, molle, leggera, e chiamata da Wallerio (a) Hu¬ mus vegetabilis lutefa . Che quefta fia fertile (b), ce lo dimoftra la fua origine dalle piante infracidice , P efpe- rienza di tanti fecoli, e la fertilita delle afciugate palu¬ di: d'onde nacque quell’antico proverbio, paludes eme- re oportet. Se li noftri Agricoltorl conofcendo il valo- re di quefta terra, moltiplicar volefTero con efla i con- cimi, fi potrebbe ben prefto dire con Orazio . Sterilifque diu palus aptaque remis Vicinas Urbes alit. Si avverta pero di non confondere quefta terra con un’altra parimente nera, e paluftre, quale e quel- la della Torba, poiche quefta con la foverchia bitumi- nofa --■- ■ ^~..JL ========^. ^^:^ (S (a) Mineralog. Spec. V. fb) Quefta e una di quelle terre , che da Virgilio Georg. Liz. V. 204 ft chiaraa putre folum » e da Columella de Re Rujtica L 2. c. 2. pinguis & putris. 2 3 nofa foftanza che 1’ accompagna , apporta alle piante piu danno, che utile, qualora non fia corretta con la fabbia, e con l’argilla. IV. Che la torba fia un mezzo naturale per moi- tiplicare i concimi, ci fa fede Fefperienza e F autorita de’ piu celebri Scrittori d’Agricoltura (n). II Regno Vegetabile e quello , che gli fomminiftra non folo la fua foftanza, ma anche la terra che Faccompagna. II folo bitume, che in efla fi trova e quel carattere, che la colloca fra quei foflili, i quali ardono nel fuoco, e nello fteflo tempo tramandano un odore cattivo. Or ficcome ella fi trova fenza dubbio anche nelle paludi vicine ai Villaggi di Cormons e Lucinico , co¬ me appare dalla loro fituazione, dalle piante che in ef- fe aiiignano , cost voglio qui additare la maniera di adoperarla a beneficio delle campagne . A quefto fine fi cava la torba non gia in piani o cubi di forma qua- drilatera, come fi ufa comunemente, ma in pezzi pic- cioli , e cost umida fi ammucchia e fi conduce alia ca- fa. Quivi in un terreno laftricato , e fe fofle poftibile anche cinto con un muro, fi colloca primieramente il letame all’ akezza d’ un mezzo piede, indi fi diftende la torba-, e pofcia di nuovo il letame, e cost fi profe- guifce il lavoro, ftrato fopra ftrato, fino a tanto, che il lecamajo fia finito . Quanto piu lontani dalla terra fono gli ftrati, tanto men’ aid devono effere, poiche il letame che e di fopra, efalando piu di quello difotto, non pud operare fopra la torba con quel vigore , co¬ me . .v—■■ = == ^_=^ (a) Sopra di cio merita d’effer leto il Signor Filippo Erne - Jlo Lyder ne’ fuoi Trattati d’ Agricoltura Divert. XF. M me quello degli fltati inferiori. Si potrebbe pero ovia- re in parte ad una tale efalazione coprendo il letarna- jo con erbe verdi, o con uno ftrato di terra fertile . Si avverta oltre cid di non permettere, che il letame fi difecchi, bagnandolo fpelTe voite con la lifciva cal- da, e con l’orina. V. Le terre Jemplicu Siccome la primaria cagione della mancanza rela- tiva de’concimi, come fi ha detto poc’anzi, e la cat- tiva qualita delle terre, cost non v’e dubbio , che la maniera migliore di aumentare i medefimi fia il gua- rire i difetti loro natitrali con l’aggiunta d’ altre terre in inodo tale, che non fieno ne troppo porole, ne troppo tenaci. Quelle terre, che femplici io chiamo, furono divi- fe (a) in qnattro generi, e quefli fono la terra cal- cinofa, il Geffo, la Sabbia, e FArgilla. La terra calcinofa deve dirfi certamente la piu fer¬ tile d’ogn’altra , fe fi confidera , che efla appunto e qnella, che paflfa con un circolo perenne da un Regno all’altto della natura , che ella fia la bafe di tutti gli animali e vegetabili, e finalmente, che da qnefla prin- cipalmente dipenda la virtu della marna nel fecondare la terra (b). Non dobbiamo adnnqiie pill maravigliar- ci, che alcune piante crefcano si bene nelle fiflure de’ mon- . . — II ~ ' " 1 ' • 1 t i - ^ 5 ( a) Dal Potts Margraff s Leehmann, Cronjictt , Vogel , ed altri . (J) Weftfeld. ]. c. Differt. IX. monti, c fa le antiche muraglie, c che le conche , e 1’arena del mare abbiano facolta di richiamare la ferti- lua della terra ( a ). 11 Gejfo effendo una-terra calcinofa fatollata con Facido vitriolieo deve parimente ftimarfi utile per con- cimare la terra, si crudo, che calcinato nel fuoco, il di cui calore non fia maggiore di quello delF acqua bollente. La calcina giova alia terra non in quello fta- to cauftico ed alcalino , in cui fit lafciata dal fuoco , ina foltanto allor che imbevuta d’ acido primigenio di- viene nn corpo neutro, quale e il Gefifo. E quefto for- fe fu il motivo che include alcuni economi a fpargere il Geffo fopra le loro terre con fperanza di renderle piu feconde, come anche fuccefle contro il parere di quelli , che fprezzauo ogni imprefa lodevole, perche contraria ai dettami d’ un inveterato coltume. V Argilla . Per guarire una terra troppo porofa non v’e ri- fliedio migliore dell’Argilla. Le particelle fottili, del le quali ella e compofla, trattengono e rinferrano i fu- ghi, accio non paffino liberamente negli ftrati inferio- ri . A quello fine quantunque ferva ogni Argilla, rni- gliore e pero quella , che fermenta alquanto con gli acidi, e per conleguenza e in qualche modo fimile al¬ ia mama. Un erudito Scrittore e membto della Socie- ta Economica di Berna, e di parere, che per rendere D l’Ar- -r= = =L- = a_^a^ ======= aj_^__aj- ==”3® CO Tran fa cl. Fhilofopb, Vo l- ll. Cap, 5, Milts Agricolt. Fra- tica Tom. 1. p. 24. z6 f Argiila pin abile a fecondare la terra , fi debba pri- ma abbruciare e bagnare piu voice con la lifciva ca- vata dalle ceneri della torba e delle piante . Ma fe 1’ Argiila deve con il fuo glutine naturale, e con la fot- tigliezza delie fue parti raffodare una terra troppo fciol- ta, come potra far quefto dopo aver perduto nel fuo- co la fua loftanza glntinofa , e dopo efferfi reia dura al pari dell’arena? Qnello poi riguarda il bagnarla con la lifciva, e bens} una dottrina fondata fu la ragione, ma non gia praticabile e vantaggiofa . Evvi in ogni paefe la torba? chi e provveduto di tanta cenere? Chi vorra foggiacere alia perdica del tempo, ed alia fatica di condurre tanta lifciva alia carnpagna , ovvero al luogo dove e 1’Argiila? La Sabbia . Queflra terra , che da alcuni Naturalifti primige- nia ( a ) fi chiaina , e una congerie di picciole pie- truzze vitrefcenti (&), qnindi afiai porofa, e capace a confervare quel fuoco, che 1’ ha incalorita, piu lungo tempo, che ogn’altra. Quefie proprieta ci dimofirano ia fua facolta di dar forza e vigore ad un terreno di fua natura umido , freddo e tenace, quale e quello delle paludi (c) ridotte a coltura, e ricche di torba. Ella e , anche Sg^= =—f-=^- ■■-== ============ == Ca) Linn. Syft. Nat. p. 219, Buffon. Hijtor. I. S. 15°. (i) Pot. Litbonoges. T rat. IV- p. 4t. Cc_) Brenner AH. Academ. Stocpoln. Vo 1 . XI. J .27 an che un ottimo correttivo per terre grofie ed argillofe, unita pero con il Ietame, fenza il quale la Sabbia appor- ta al medefimo piu danno, che utile. ARTICOLO SECONDO. Dei mezzi artificiali dejlinati alio JleJJb fine . I. Allevare maggior numero d’ Animali . A Qneflo fine deve il Coltivatore eflere provveduto de’ foraggi hifficienti e di buona qualita, deve al- meno in parte follevarfi dalle reali fervitu, e finalmen- te allontanare fi devono dai fuoi Armenti le mortali in- fluenze. Circa il modo di molciplicare i foraggi, qne- fto, a mio credere, confide primieramente nell’ ufo de’ Prati artificiali, nelia divifione de’ pafcoli Comunali, e nella coltivazione delle paludi. E che cio fia il vero, veniamo alle prove. I. U ufo de ’ Prati artificiali Cioe apprarare i Carripi (a), che val a dire femi- nare fu lo llefl'o terreno or Piante ad ufo degli Uomi- ni ed or erbaggi ad ufo degli Animali, dopo avere D 2 ftabi- _ _ _ (a) Camilla Tarella nel Ricordo d’Agricoltura riftampato i’ Anno 1629. 28 ftabilito la vera proporzione vi farebbe molto a che dire, dovendofi regolare fecondo la qualita delle terre e de’ prodotti di cadaun Paefe. Ma efiendo quefta una materia troppo diverfa da queila, che in fe racchiude il propofto quefito , ne parlerd di effa foltanto alia sfuggita, non potendod onninamente preterire, Dae Bovi allevati fempre in rtalla confumano in nn anno dodici paffi di fieno di cinque piedi 1’uno, e nel tempo ftefTo fi ricavano da’ medefimi quaranta carra di letanie, ogn’uno de’quali pefa libbre cinquecento, ed anche pin. La meta di quefto letame e ftabbio puro t e l’alcra e ftrame con eflb Ini mefcoiato. Or fe un terreno di dugento paffi quadrati deve avere ogni tre anni ( come ordinnriamente fi offerva ) died carra di concitne, per un terreno di 4000. pajfi qua - drati ce ne vorranno 200. carra ? e per eonfeguenza ji dovrd avere cinque paja dt Bovi. Donque fe e vero cid, che l’efperieaza ei ha dato a divedere , che un prato artificiale di dugento paffi quadrati feminato con il Sainfoin, o con la Medica da capace a nodrire in un’ anno due Bovi , fara cofa certa , che per alimentare died Bovi, e per concimare quattro milla paffi di ter¬ ra arativa fi debba avere due milla paffi quadrati di prato artificiale. Ma poniamo , che un tal prato artifi¬ ciale nelle Contee di Gorizia e Gradifca non fia in lftato di mantenere piu di fei Bovi, bafteranno anche quefti per ben concimare quattro milla paffi di terra arativa , fe fi vorra abbracciare i tnezzi natural! per moldplicare i concimi poc’anzi fuggeriti, e gli artificiali, che qnivi fiamo per additare. Cid fuppoflo, fe un Proprietario pofFedefle v. g. fei milla paffi quadrati di terra, fi divida efla in tre par¬ ti uguali A. B. C. ogn’una. delle quali fia di dugento pajji quadrati. Nel primo anno fi devono arare , erpicare , e con- 29 e concimare ugualmente tuttetre. Cio fatto, nella por- zione A,, e B. (i feminano biade, e in quella di C. fi cokiva il Trifoglio, la Medica , il Sainfoin, ed altre fimili piante. La coltura dalle biade nei terreni A,, e B. dura per tre Anni, dope i qnali il prato artificiale C. fi cangia in campo, e la porzione A ovvero B. fi muta in prato artificiale (a). Quefto rnodo di coltivare la terra (b) e fenza dubbio il migliore mezzo artificiale , che fuggerire fi pofla ad nna Nazione , alia quale manca il concime , poiche in ral guifa. 1. Pud il Contadino mantenere gii animali ne- ceflarj per ben lavorare, e concimare le fue terre. 2. Con 1 ’ aratro, e con il trifoglio fi diftruggo- no l’erbe cattive. 3. Un prato artificiale fi pud mutare in campo fenza letame. 4. Quanto piu ?fi muove con f aratro la terra, tanto piu fertile ella diventa ne ha di bifognp di molto concime ( c). 5. Di ^ 1 ^-—- = =——= == ~ r=^Si C a ) Cosi fi colltima tutt’ora nel ducato di Olftein, e Meclcn- btirg. (J) In quefta materia Icgganfi fra gii altri il T rattato fopra i f rati naturali , ed artificinli di Bernhardt. Dithniar intorno alia col¬ tura del Trifoglio . Il Libro intitolato Pr airiers artificieles tradotto in lingua Italiana e ftampato in Venezia l’Anno 1765. Le Offerva- zioni Economise delli Signori Schreber Padre e Figlio . Un faggio del Sig. Staffer fn la nianiera di moltiplicare i foraggi , regiflrato nelle Raccolte della Societa di Berna Anno 1762. IV. ed il Padre di Famiglia Tom. 1. P 2. p. 281* 318- (O Raccolte della Societa Econom. di Berna Anno 176*. db- bfindlung Von kornbau 18 . 3 ° Di fommo vantgggio all’Economico rurale & la buona qualita de’foraggi. 6. II mucar fito aile Biade, ed agli erbaggi, e un mezzo efficaciffimo per ottenere piu abbondand raccol- te (a). II. La diviflone de’Vafcoli comunali. Quanto vantaggiofo per 1’allievo degli Animali fia l’abbolimento de’pafcoli comunali , e la regolaca loro divifione fra i rifpettivi Proprietarj, ce lo diedero a di- videre nel fecolo prefente !e Fiandre la gran Breta- gna, il cantone di Berna, e molte altre Provincie. Do¬ ve per avanti un pezzo di terra appena bafiava per nodrire venti Bovi, dopo eflere Bato divifo , e coltiva- to, diede fieno fufficiente per ottanta, ed anche cento •capi. Dall’accrefcere ie Praterie e dal migliorare la col- tura de’ fuoli Berili dipende il vero interefie d’unaNa- zione . Non ci vuole molto per aumentare le rendite di qual fi fia terreno. Si rivolti la terra con V aratro , fi concimi con Ie Boppie abbrucciate o fotterrate, fi difenda dagli animali con Bepi o con fofle, e finalmen- te fi femini in eBo il Bore di fieno, Pa vena (b), ed al¬ tre pinnte graminee lodate dalla Societa delle Arti e delle fcienze di Londra (c) , cosi a proporzione dell’ in- —--= - ===**$% (a') Plucbe Spettacolo della Nat. II. (&) Avena elatior Linn. Megliorc aflai del Ryegras degli In- glefi. Cc) Vernal. Anthoxantum odoratum. Meadow Fox. Tail. AIo- pecurus pratenfis. Fine Bent. Agroltis capillaris. Annal Poa, annua . Comun and Great Pons. Poa pratenjif. Meadow Fefcue . Feftuca ela¬ tior. Scbae pr Fefcue. Feftuca ovina. yellow-oat. Avena flavefcens C rejled. dogr Tail. Cynofurus criftatus. 31 induftria crefcer^ a poco a poco Ja fertilita della terra, e fi vedra in pochi anni forzata la natura a produrre 1’ifteffa quantita di piante, che ricavare fi poffono dai prati ardficiali. III. La coltivazione delle Valudi. II difeccare e cohivare le paludi fu ad ogni tem¬ po , e fara fempre un imprefa per la pubblica falute, e per i Principi la piu vantaggiofa. Intereft Relpublicae e avvertimento di Lancijio (a), ut illudfolum, quod diu paluftre infrugiferum fuit, fertilijimum impofterum eva- dat\ terra enim , qua abfumptis aquis detegitur, uberta- te frugum , aliis omnibus propter hcerentem ere no pingui - tudinem facile antecellit . Chi fa che anche riguardo al¬ ia Palude di Cormons con 1’ajuto d’alcuni canali fca- vati nel fito piu declive , o con nno fcolo ben livel- lato e pofto fotto quel colle, che divide la datta palu¬ de dalla Campagna (fopra del quale v’ e una picciola Chiefa) non fi poffa dare fcolo alia maggior parte del¬ le acque ivi adunate? Io non ho bensi ancor facto fo¬ pra di cid tutte quelle offervazioni, che fono necelfarie per formare un fiftema' infallibile, raa per quanto mi diede a divedere la fituazione della palude e de’ mon- ti circonvicini, non mi fembra una cofa impoflibile il rafciugarla, fe non tutta, almeno in buona parte. IV. La Hid (<0 Ve HQX. falud. efluo. L. I. P. 3. c. I. 32 IV. La riforma delle Rabotte. Quantunque F efempio di tanti Popoli apertamente ci infegni, che niuna cofa da piu favorevole ai pro- greffi dell’Agricoltura, quanto ia liberta, la ficurezza, e la immunita degli aggravj , cid non oftante io non pretendo giannnai di abolire le reali fervitu, ma vor- rei loltanto, che regolate foffero conforme alle Poffef- fioni di cadauno, e fenza pregiudizio delle agrarie ope- razioni. II corpo d’ una Repubblica quantunque ani- mato dalle Leggi d’un Principe giufto, non potra mai godere perfctta falute, fe tutte le membra non concor- rono a proporzione della loro attivita alia di lui con- fervazione. Quanto piu crefce il numero di quelle rea- lita, che da un obbligo tale fi pretendono immuni , tanto piu alterata viene la pubblica economia, fconvol- ta 1’ armonia fra gli Stati , e didrutto il buon ordine della regolare difciplina . Non v’ e podeda Iegislativa , che aggravate pofla alcune centinaja di perfone per far vivere agiatamente una clafie, la di cui proprieta e di ftarfene qnieta nei loro recinti, tnentre l’altra s’ affati- ca a pro del fuo Sovrano, e della Patria. L’altra con- dizione e, che non ritardino i lavori della terra, dan- do la liberta agli Agricoltori di predare i loro fervigi in danaro, allorche devono arare, raccogliere, ed ali- nientare i Filugelli. Ma anche in altri tempi (i deve il Colono riguardare da’Magidrati con occhio amorevole, accordandogli fe non tutta, alineno parte di quella di- ma, che delle fue fatiche fe ne faceva in quei fecoli avventurati, nei quali : ip forum manibus Imperatorum colebantur agri (tit fas ejl dicere J gaudetite terra vo- mere laureato & triumvhali aratorc (a). V. La 6 ^^. - -— =====— —-——— (a) Hiuius Hijl. Nat. L. 28. C. 3. 33 V, La vigilanza nel difendere da mail contagioji il beftiame bovino. Senza l’attenzione de’ Magiftrad nell’ allontanare dagli animali le maligne influenze, noil fara mai pof- fibile di introdurre 1’ abbondanza de’ medefimi , e dei concimi. Si vied adunque i’ingreflb nel Paefe del be- ftiame, che viene da’luoghi infetti,- fi ufi ogni diligen- za acrid da’ Mercand non fi introducano Bovi amma- lad, fi feparino fenza dimora gli infermi dai fani, non fi permetta il trafporto dello Stabbio dalle fialle infette alle campagne, e finalmente fi ordini , che i cadaveri fi feppellifcano in foffe profonde e lontane da qualun- que abitazione. Giova anche in fimiii cafi il profuma- re cautamente le dalle con la pece navale, il cacciar fangue pin voice appena che 1’animale principia a tof- fire, l’abbeverare i Bovi con brodi d’erbe amare , e farli prendere ogni tre giorni due o tre dramme di fiele di verro fciolto nell’acqua infaponata, e mefcola- ta con un terzo di aceto. Ma ficcome mold mali provengono dalla catdva qualita de’foraggi, cosi fogliono alcuni economi con- dire il fleno con il fale comune, avendo oflervato, che in tal guifa mangiano piu volenderi , e fi confervano aflai piu. fani . Per il beftiame bovino fi computano due libbre di fale per un cendnajo di fieno , per Ca- valli poi bafta una libbra, poiche il fopra piu gli e no- civo, e gli fa perdere facihnente la villa. E ILL in- 34 II. L'introduzione de pubblici letamaj. Un altro mezzo artificiale di moldplicare i conci- mi, e il radunare tutto do, che e valevole a dare al¬ ia terra nuova forza, e nuovi umori. Tali fono i ri- tagli de’corami, le crifalidi de’Bachi, le foglie e lcor- ze d’alberi (a) , il iegno pucrido, le paglie, le Hop* pie, le vinaccie, le pofature delle tinte, e delle con- cie, la cenere (b) , la fuliggitre , e le acque infapo- nate delle lavandaje . L’ iftefto effetto fanno anche le pofature della birra , la terra d’ onde fa cavato il ni- tro, e Teffemora volgata (c), con la quale alcuni Co- loni preflo al Villaggio di Lafs concimano le loro ter- re. Oltre di cid: non v’ha cofa, che tneglio ingrajji il terreno della fpazzatura , che Ji raccoglie nelle Cittd gran - di, e fpecialmente in quelle , dove oltre alia copia delle Cucine grandiofe, trovanji molte fabbriche di latia, dove ft fparge continuamente per terra oglio , ed altro grajfa di cui le piante han di bifogno. Sono anche le fozzure delle colombaje, de’pollnj, e d’altri ricoveri degli animali domeftici, i pagliaccj, i pelli degli animali, le mondiglie degli orti, ed altre fimili materie capaci a refticuire alle terre, dove fi fpar- gono il perduco vigore. Ne ^5 (a) Specialmente dell’Alno, Alnus , Erlenbaum , Anne. ('b) Delle Piante e della Torba. (c) Spettacolo dill a Nat. IV. . . 35 : Ne abbiano dunqne cura i Magiftrati politic! (a) di far raccogliere , e radnnare tutto quedo pacciatne in iuoghi appartati, cioe in buche coperte , e fabbri- cate in modo tale, che il conciine non abbia campo di trapelare. Io non dnbico panto, che in tal guifa li potrebbe raccogliere nelle Citta pin popolate una der- minata quantita d’ottimo concime, e cheognuno, che non abbia con che ingraffarc i fnoi Campi , ncorrera voloncieri ai pnbblici letamaj, per qmvi provvederfi df cio, che gli nbbifogna. Quedo farebbe anche un mez¬ zo aflai efficace per purgare l’aria nella Citta da’ vapo- ri nocivi, i qnali follevati da tante fozzure la rendono men pura, ed infalubre. III. La diminuzione del numero delle viti , c d’ altri albcri nelle Campagne. II gran Finanziere de Colbert fotto il governo di Lodovico XIV. per mantenere una retta proporzione fra le viti, e le terre arative, fece fradicare in mold laoghi del Regno un gran numero delle medefime . Ma nelle Contee di Gorizia, e Gradifca baderebbe, a mio credere, che nelle pianure, fi offervafle in avve- E 2 nire Effg— _ ■ r ===! ! gS g ( a) I Pr in tipi per mezzo clei loro Magiftrati doverebbero tener V occbio aperto per togliere gli impediment alia felice Agrieoltnra , e per promovere Vaccrefcimento . Trinci nel fuo difcarfo Generate dell’ Agricoltura. V iflejfo Ji pud fare ancbe da privati conforme alle rego- le prefcritte dal celebre Signor de Turbilly nel fuo Trattato intitolato Memoires Stir let Defricbemens p. 78. 36 nire una difiranza tnaggiore fra una e 1’altra piantagio- ne, e che niun albero ( a riferva dei Gelfi, e de’ frut- ti ) fi tolieraffe, il di cui diametro fia piu grande d’un mezzo piede. Si farebbe anche aflfai bene, fpiantare le vici vecchie ogni trend anni, come fi fa nella Lorena, accid con le loro troppo lunghe radici non impedifca- no la neceffaria produzione de’grani ed erbaggi. In fomma fe fi vuole, che i concimi facciano buon effet- to, non fi deve in alcun modo permettere, che nelle terre arative crefcano gli alberi a piacimento, ed eften- dano dapertutto le loro radici, altrimenti non fara mai pofiibile, che effe fiano fertiii-quantunque foflfero con ogni diligenza coltivate ed ingrafiate. IV, Le feminazioni di plante atte a concmare la terra. U ingraffare i Campi con piante feminate a fuo tempo, e poi cacciate fotterra, e un coftume antichif- fimo, del quale ne fanno menzione Plitiio (a). Colu¬ mella (b ), ed altri celebri Scrittori. Ebbe egli fenza dubbio la fua origine dalla oflervazione fatta fu la fe- condita, che apportano alia terra anche oggi giorno le ftoppie, la paglia delle biade flagellate dalla tempe- fla, e gli erbaggi dei campi lafciati in ripofo. Le piante, che a quefto fine fi feminano , fono la Fava , la Veccia, il Lupino, la Rapa, ilSaraceno, ed ilNapo felva- 8 ^ ^tS (a) Hifi. Nat, L. 17. Cap. 9 , e L. 18. Cap. 14, C fry Lib.2.Cap.si. V felvatico : Quejlo fi femitia i primi d’ Agofio un po piu fpejfo di quello fi ufa per feminare le Rape . Crefciute che Jieno \e[piante all’ altezza circa d’ un piede , fi Jotter - rano con /’ aratro . Arata la terra , fi lafcta in ripofo quindici o pin giorni , affinch'e le loro foglie fi ammarci - J'cano ; indi fi riara , e pochi giorni dopo vi fi pub fe- mitiare il forniento , o altre biade. Quejlo e il modo phi facile e piu cconomico d’ ingrajfare le terre ; poiche con una quart a di femenza di Napo fi pojfono feminare alme- no tre campi di terra fenza altra fpefa (a) . Il Signor Vagan e di parere , che la radice del Napo fia fuf- ficiente a concimarc la terra, e che le di lui fogiie fi debbano dare ai Beftiami (b). La feminazione del Sa- raceno fi puo intraprendere anco ael Sectembre , per poi cacciarlo fotterra verlo il fine del mefe diMarzo. Egli fi infracidifce oltre cio piii prefto che il Napo, e percid dopo il decimo giorno, che fa fepolto fi pud feminare il formento. Alcuni dicono, che il Saraceno quando fiorifee fi debba tagliare con la falce , e poi lafeiare qualche giorno infracidire lopra la terra . Ma ficcome in quefto modo fvapora in parte la foftanza della pianta, cost e meglio feppellirlo allorche e in fio- re (c) , accio ammarcifca fotterra. V.L’at- .- -—■» ■ = --!iq» ( a) Arduino Memor. p. 93- C £) Raccolte d’ Oftervazioni della Societa di Berna anno 1764. 11. p. 77. (c ) Mills, p. 96. 38 V. L’attenzionc di dare alia terra un conchne jlagionatOy e vigorofo. Quefla e una condizione fenza la quale la terra non fara raai fertile e ben concimata. II concinie , che non da bene dagionato e dmiie ad un cibo crudo e mal con'dito,, il quale apporta all’ individuo che lo ri~ ceve piu danno che utile . Ma qual e quel letame perfetto, e vigorofo? Su queffco punto fon diverfe Ie opinioni si degli antichib che de’moderni Scrittori. Co- lumella (a), e Paladio (b) , vogliono che lo dabbio vecchio da inigliore del giovane. II Signor Ome ne'fuoi principj cl' Agricoltura e dello deflo parere , e con effo iui quad tutti gii Scrittori del fecolo prefente. II Gal¬ lo (c) all’oppofto pretende, col fondamento della lun- ga pratlca, che pin benedcio rendano due carra di le¬ tame giovane, che non fanno tre o quattro di vec¬ chio ► Cofa dunque d ha da dire? Cid che riguarda il debole mio fencimento, io- al certo non poffo credere r che lo dabbio giovane da migliore del vecchio, e che guande fojfe pojjibile ( come dice il Gallo ) ft dovrebbe dare alia terra fubito che egli b caduto dall’ Atiimale i Ecco le mie ragioni . i. La putrefazione e una analid naturale , con cui fi confumano i fall fuperflui e nocivi, fi raffina la fo- ftanza ( a ) De Rn ruft. L. a. Cap. 5. ( b ) Lib , 10. Cap. r. ( c ) Giorn. IX, ftanza faponacea, e le particelie terreftri ad ella unite formano una mafia omogenea, infipida e folubilc neli’ acqua cornune . Senza quefto cangiamento lo ftabbio e una foftanza cruda eterogenea ed incapace a conci- mare la terra. 2. E coftume lodevole di tutte le Nazioni di mol- tiplicare con lo ftrame il concime; ma un tal fare por- tarebbe danno all’ econornia, poiche frattanto che lo ftrame fi infrafcidifle, perderebbe il letatne la fua for- za ed il fuo vigore. 3. 11 letame nuovo produce fempre maggior co- pia d’ infecci nocivi, e d’erbe cattive (a) le quali fe non vengono fradicate con la feconda aratura, rubano alle piante piu. utili il necefiario alimento. 4. Dello fteflo parere e il celebre Signor Munchan- fen nella fua utiliffima Opera d’Agricoltura intitolata il Padre di Famiglia , dove cosi fcrive , ogni letame in quello flato, che viene dagli animali e dalla St alia , non fa per le Camp ague ( h ). VI. La coltura della Terra. w Con la diligenza nel ben arare, erpicare e rivolta- re la terra, fi puo fupplire in gran parte alia mancan- za de’ concimi. Piu che efia fi fcoperchia , piii adito fi da ndle fue vifcere ai princip) della vegetazione , efpo- * (*) - = O) Vedafi il loro Catalog© nell’ opera del Signor Conte Ginnani circa le mal.ittie del grano P. 2. cap. 10. (*) Tom.I. P. 2. Trat. IV. §5.7. 4 ° efponendofi ogni di lei parte alle rugiade , alle piog- gie, ai venti, ail’aere, ed ai raggi del Sole. QuelFa verier fra mille altri efempj di induftriofe Nazioni , ci viene comprovata dalla ftoria di Fund Crefino riferita da Plinio (a), e da quella di Q. Cincinata , che leg¬ ged preflo Valerio Alajjimo ( b ). Degna andie d’ ogni acrenzione e la rifpofta data dalf Autore del Alanuale de' Contadini alia domanda, fe il letame pofla efler fup- plito in tutto , o in parte da qualche manipolazione praticabile dal comune de’Lavoratori. L’ attivita ( di¬ ce egii ) il lavoro , e folio delle fue proprie brac.cia , e quello, che dee continuamente verfare fu le fue ter- re, fe vuole, che eflfe producano, rifparmiando il leta¬ me, e fopprimendolo quad del tutto. Non bafla adunque arare, ed erpicare come fece- ro gli antenati , me cio d deve fare con iftronienti adattati alia qualita de’ terreni, aecid la gleba fia da’ mededmi con ogni piu poldbile diligenza ben fciolta e ftritolata. Un’ altra condizione per ben coltivare la terra e, che ella non da troppo diflante dalla abitazio- ne del fuo PoffeiTore . Ecco quell’ Orto , e quel Campo vicino alia Villa , o quanto e ben coltiva- to ! Nel tempo che d conduce un Carro di leta¬ me fopra un fondo lontano , fe ne poffono con- durre quattro fopra un’altro vkino alia Cafa. Quan¬ to Stabbio , e quanto tempo non d perde pifi volte, -^-— = =*£33 (a) Hift. Nat. L. 1 9. C. <5, C b ) Lib. 4. , 4 1 • volte, pria d* arrivare al luogo , che fi ha da col- tivare. Oltre di cid v’e nn’ altro male, e forfe il maggio- re d’ogn*altro, cioe 1’avarizia, 1’ingordigia, e la tra- fcuratezza di inolti affittuali attend unicamente a cava- re dai terreni, con la minor fpefa e fatica , che mai }>- .. ; 'A < * ■>. i . * A I 'i { ■: . • t : * •’ •;. • < ;"0* ,i», DELLA MAMERA DI ADORER ARE I CONCIMI SECONDO LE VARIE QUA LIT A’ DE’ TERRENI E DEI PRODOTTI. A Bbiamo fin '©Fa dfptfflto le cagiorci della mancan- za de’ concimi nelle Contee di Gorizia e Gra- difca, e propofto i mezzi naturali ed arcificiali di moltiplicarli e prepararli . Or altro non ci refta che additare il loro ufo, con fpiegare nel primo Arcicolo di quella ultima Parte il niodo di adoperare i mezzi fuggeriti fecondo le indigenze de’terreni, e nel fecondo la maniera di fame un retto ufo de’medefimi conforme alia varia qualita de' prodotti. ARTICOLO PRIMO. Offervazioni ititomo all’ufo de mezzi si naturali che artifziali di concimare le terre fecondo alia varia faro qualita,. I. T A Mama non fi deve adoperare alia cieca, e fe- Li condo al fetnplice dettame de’ libri, ma confor- me air indole, che ella poffiede, ed a quella de’ terre- ni, che l’hanno da ricevere. L’Argilia , e quella ter¬ ra, che in efla predomina, fi getti pure a larga mano fopra quei fondi, che fon leggieri e porofi; ma fe ella e in gran parte calcinofa, allor fara giovevole ad una terra A piuttofto uinida, e fredda. Prima pero d’incorpo- ^ ^ rarla rack con la terra-, fi deve lafciare per qualche tempo elpofta ail’ aria in. un luogo coperto , e rivoltare piui volte accid pecda ia naturale fua crudezza. Oltre cio , per le erne di Gorizia non fi deve adoperare fola , ma unita al concime delle ftalle, framifchiando per le ter- re piu magre due Carra di letame eon la fteffa quan- tita di Marna, per queiie poi, che fono piu pingui un carro di letaine con due. o tre carra di Marna. Se poi TAgricoltore e proveduto di molto letame, allor fi pud marnare e concimare nello fteflo tempo , effendo cofa certa , che la terra rende all’uomo con ufura incredi- bile quanto egli. le prefenta, e moltiplica le feraenze , che riceve a mifura dell’ aliiduita e deli’ induftria con cui ell a fi coltiva (a). a. La polvere dellc Jlrade eflendo una terra per lo piu calcinola , promette fertilita a fondi argillofi, come fon quelli di Medea, e delie praterie adjacenti . Ella farebbe anche aflai utile alle campagne di Cor- mons, ed anche facile ad averfi a cagione delle nu- merofe fofle, che ivi fi trovano, dalle quali fi potreb- be ogni anno cavare in gran copia, e cosi dare fcolo alle acque, che ivi in tempi piovofi pur troppo fi ra- dunano con grave incomodo de’ pafieggieri. 3. La terra delle paludi, oltre ad efi'er fertile da fe fola > aumenta anche ia fertilita de’ terreni fpecialmen- te fabbionofi. II Sig. Pagan comunico l’anno 1764. al¬ ia Societa Econornica di Berna una oflervaziotie d’ un Coldvatore , il quale dopo avere fparfo fopra i fuoi fondi una buona porzione di terra cavata dai fofli vi- F 2 i cini ====— CO C icero de Sene ft. cini alia palude, ebbe una doppia raccolta di grant e d’ altri frutti . Ecco percid il vantaggio che apportar potrebbe la palude di Cormons alle vicine campagne; ecco un mezzo facile ed edicace di moltiplicare i con- cimi raccogliendo a fuo tempo, e mefcolando queda terra con quel poco di letame, che dagl’ animali an- nualmente fi ottiene. 4. Cio, che riguarda V arte di rendere fertile una terra con Vultra, non v’e Nazione la piu induffiriofa e pifidotta dell’Inglefe. Quivi (come ci fa fede Patullo ) (i impiega bene fpeflo un capitale di vend Ginee per mi* gliorare in queflo niodo la terra, con certezza di ri- cavare in due anni tutto quello, che fi ha fpefo . La vera economia confide nel conofcere , e guarire i di- fetti di cadauna terra. Ci vuole bensi fatica , e dana- ro in fimili imprefe,* e verifiimo: ma che importa ? Se fi getta tant’ oro per fomentate il luffo particolare, fe- gno certiflimo della pefiima coftituzione d’ uno dato , perche dunque non fi potra anche impiegare nel ben coltivare le terre ? Su dunque o Cittadini miei cari , in vece di coprire di minuta ghiaja i viali de’ vodri giardini , fatela condurre fu le vodre terre tenaci , e cretofe ; ed in vece di adoperare le argille per ador- narli con mille Iavori, fatte piu todo con elfe un dono alle vodre troppo leggieri e porofe . Nell’ Irlanda , fe- condo alia relazione del Sig. Bidet regidrata nelle Rac- colte di Bourdeaux fi fparge 1’ argilla fopra le terre fab- bionofe preparata pero prima nella maniera che fegue. Si copre un pezzo di terreno con legni, ratni, radici o carici all’ altezza d’ un piede . Sopra quede inaterie combudibili fi fa uno drato d’ argilla (a) ben difec- cata =5 -— ; ^^._ 1 s =gs====== --- («_) Delraodo di letaminare la terra con l'argilla abbrucciata, ne parla anche il Sig. de Julti flelli fuoi Seritti econonici P. x. §§• 3*7- cata ai raggi del foie; fndi fi forma un 5 altro ftrato di legnami, e cosi fi continua fino che il cumulo e ar- rivato aii’altezza di cinque o lei piedi. Cio fatto fi da fuoco al!e legna, e fi iafcia ardere fino che tutia e in- cenerita, e pofcia ccn quefla terra unita alia cenere fi concimano le terre leggieri e .fabbicnofe. Della maniera di letaminare i campi con la calcjna ufitata tutfora nella Norniapdia inferiore ed in alcune Ville del Comafcq (n), ne parla diffufamente il cel^- bre Du Hamel ( b ). Un cal eoncime iarebbe afiai buo- no per le terre di Medea, .lodandofi. al fomino dal Sig. Bertrand per ogni terra marziale . In ogtii luogo del Territorio Goriziano vi fono pietre calcinofe, ed oltre cio fu le coliine una gran copia di cefpugli, con li quali fi puo abbruciare -calcina cbsl bene , come con alberi e legna piu grofle. Lo fleffo fi pub fare anche con il carbon foffile , fabbricando i forni nella manie¬ ra, che tutt’ora fi pratica nell’ Inghilterra, nell’ Olan- da, ed in alcuni luoghi del Ducato di Hannover. 5. Il betaine di Vacca alievata con buon fieno , per eflere afiai pingue, ed oleofo, fa per terreni caldi e leggieri. Quello di Colombo, di uomo , di pecora , porco, capra, cavallo ed afino, per efiere piu activo , e piu focofo, conviene a fondi umidi , e freddi . Il Ietame porcino (il quale al pari delfumano efige afiai piu ftrame, che ogn un’altro ) e anche uno fpecifico per fcacciare le talpe, ove copiofe fi trovano . Per campi leggieri ci vuole anche un concime piu vecchio, per v. ■; (a) Gttllo Giorn. IX* • “ Cb) Culture des T tvres. Toin. III. cap. n 6.. {>er quelli poi ehe fono freddi, e tenaci, deve egli e£ fere piu giovane, e pi^jL force. FinalmCnre fi avverta , che it mucare di tem¬ po in t<*mpo Ierarne , fin un ottimo mezzo per ben eotTcimarc ie terre. Bafta il frammifchiare ogni due o tre anni con il letame bovino quello di pecora o di cavaMo, o con quello di cavallo il bovino, umano, o porcino * ft concime e il cibo , con cui la terra s’ ii> ■^igOrifce, e fi riftora. Quindi c, che ficcome I’uomo Ifltrtando cibo diviene piu forte, cosi anche la terra cangiando concime fi fa fempre piu fertile, e piul ri- gbrofa. ARTICOLO SECONDO. Bel modo di adoperare i concimi conforme alle indigenze de' prodotti. v' ‘ ! Oj.- - . .-.'j',. i fill J' •; f*i |)3 - I Primarj prodotti di quelle Contee fdno fe viti, Ie biade, ed il vino. i. Circa le viti v’ e il modo di concimarle con po- chiffimo letame , fenza punto pregiudicare alia bonta dei vini. Si fepara in tempo di prhnavera dal tronco della vite la terra alia profondrca d’ un piede , ed an¬ che due . In quefta foffa fi diftende la polvere delle Jftrade raccolca nei fofli , e fopra di quefta vi fi mette un poco di letame bovino. Cid fatto fi copre il eutto con la terra poco anzi fcavata, ne altro vi vuole per concimare le viti. In vece della polvere accennata fi pud anche adoperare la terra, che e di fopra , ed in luogo di letame i cefpi e le lotte. Negli atti della So- cieta di Berna v’ e un altro modo di letaminare le viti confidence in unadifciva fatta con coma ed unghie d’ 47 animali tagliate a pe^?i, e-cotte nell’acqua fino a tan- to, che ficno qqafi fciolcp. A quefio brqdo 6 aggiqn- p ge la calcina viva e la cenere , e fi lpfcia il tutto in , un gran vafe picno cfajctm* per qualche ,cempo. Cq’n quefia fi bagnano le Viu dopo averli d’intorno levata la terra, e cosi fi condmanq^^me,. meno , che, ,eqn quajunque ultra cofo (j) . Si %ni pen-, che la vi- tp, per poterfi in tal guii|i cdncunace m jdpye eliere fo- ftencata cpn -pali, e non cop alberi yivh,gpe- ffci con le loro radiei rubano alia v.jte di qudl tjionci- me, che ad efCa e unicamentft deftinato. 2, Le Biade , che fi. coltivano nelle caippagne .jt|i Gorizia e Gradiica , fono principalmente il Grancilja- H.O, il FprnieutQ ,-la. Sega^ , ed il Saracino. i. Il GrancilUino detto' comunepente Forrriemae- cio,, Sorgo, gjallo ^ Sorgo, turco; per eflere un.a pianta forte, e capace a, vincere maggipr dure/.za, vnole >tm .terreno piuttofio; tenace, ed uniido niediocaeipente,. Il concitpe che ella e.fige,, d?ve efle-ie 'pingoe, atti.vo. !S! ,e copiofo . Si .com^cano . or^in^ria.raente fetce letame ( di 500. iibbre l’uno ) per un pezzo di ter- reno , che feminare fi poffa con piezza parte d’uno Stajo, o fia d’una miftfa, il hi mi pefo e per io pj{l di Iibbre quaranta. V epero airferenzi fi’fl una specie e 1’ altra si riguardo alia coltura , .,phe a! Jetause, ^ cui ingraflare fi deve. Cost il Formentaccio m4g*vjare> il quale fi coltiva uelle bafle pianure , e nel Territo- rio Gpriziano, perche qrefc.e fiao all’altezza di fei pie- di, e produce un fufio ed un grano aflat piu groilb, ruj'I tmidil .co? ib f effisjpl. ib ai j •13 r t tanavva i ■ ■ "1- ■ . r- («•) f iiM • f., w. p. trovafi parinleme di due 49 due fpecie. Una fa il pane hello , fpecialmente fe na- fce in collina, e fondo legg'ero, 1 ’ altra fa il pane bru- no, piu acido, e meno falubre. Queffo grano s’ appi- glia ad ogni terrene, eccetto che all’umido e creto- fo, dove facilmence fi atterra e fi marcifce. Non bra- ina ne pure cosi efat,a coltura , e tanto fimo come il frumento, contentandofi anche di duearature, cioe del fiedere la terra, e dei arare per feminarla. Riefce an¬ che meglio in Paefi alti e montuofi, che alle balfe, ove i terreni fono ordinariamente pm forti. 4 . 11 Saracino e una biada, la quale per lo piu fi fernina dopo la raccolta della Segala , ne ha di bifo- gno di letame, le di cui veci fa la ftoppia lafciata nel campo, e rivoltata con l’aratro. Oltre di cio io devo quivi far menzione anche dei Lino , del Miglio, del Sorgo roffo, e delle Rape, che in alcuni luoghi di quel¬ le Campagne parimence coltivanfi. 5 . Un terreno , che fi a deftinato ogni anno alia produzione del Lino , fi concima il primo anno con la fieffa quantita di letame (a) che fi adapera per il frumento. Nel fecondo fi fernina fenza fimo, nei terzo poi fe gli da rifteffa quantita e qualita di letame come nel primo anno. Ma ficcome il letame fpecialmente fe e giovane , e non ben confumato , produce erbe catd- G ve, .— — ■ -——^.. ===—jggg (rt) Gli Olandefi adoperano anche la cenere , ma noi ab- bianio la mama , la calcina , ed altre cole ottime per il lino .. Rehizioni Econom. Stampate in Vienna di Mefe in Mefe . Vedi il Mej'e d’Agojlo 1767. p. 519. 50 ve, Ie quali apportano al lino grandiflimo danno, co- si fogliono alcuni tralafciare ilfimo, cd in vece di que- fto adoperano la fuligine o la cenere , o pure quando egli e crefciuto all’altezza d’un oncia , lo bagnano la fera, una o due voice, con l’orina di porco , o con I’ ifteffa lifciva di cui fi ha parlato di fopra tractandofi del concime della vice. 6. II Miglio e una pianta , che dimagra aflai Ie terre, e percid ha di bifogno di rnolco concime . Or- dinariamente pero per un pezzo di terreno di dugen- to pafii quadraci, fi compucano fette, ovvero octo car- ra di letame Bovino, poiche al fopra piu fi pud fup- plire con la diligenza nel farchiarlo e purgarlo piu volte dalle erbe nocive . Quefto lavoro fi intraprende la prima volta , quando la pianta e lunga quafi un mezzo piede, l’altra poi allorche e arrivata all’altezza d’ un piede. 7 . 11 Sorgo rojfo (a) fi femina con troppa fran- chezza in varj fid di quelle campagne , non badando alia proprieta, ch’egli ha di rendere el an (ha la terra, la quale ivi e altresi debole e poco ingraflfata. II pane parimente in cui entra la farina di quefto feme e ajj'ai denfo , nero , e grave , e da perfone molto robujle , 0 efer- citate (b). 8 . La Rapa fi femina fenza concime dopo la pri¬ ma raccolta delle biade, e fi raccoglie ful fine del Me- fe == _ ■- -^ CO Holcus glumis Villofis, Seminibus ariftafis. Linn. Syjt. Nut. p. 1305. (O Ginori della Panizzazione Art, 5. f. 93 ’ fe d’Ottobre. Ella riefce meglio in Iuoghi montuofi , ed in paefi piuttofto freddi. Neil’ Inghikerra una radi- ce di rapa, conforme alia relazione datami dal Cava- liere Co/e, ha il pefo di otto , died dodid , ed anche fedici libbre. Uno dei primarj cibi de’noftri Agricoko- ri nell’inverno e la radice di rapa. Con quefta fi in- graflano anche i bovi, c a quefto fine fe fi da cotta a’ medefimi, rifparmia la rneta di quella porzione, che dar fi dovrebbe, adoperandofi cruda . Le Vacche ci- bate con le foglie di quefta pianta danno molto latte, e dai femi fi cava un olio dolce ed ufuale al pari di quello d’oliva. 3. C10 che riguarda i Fieni , ovvero it modo di concimare le Piante, che fervono di foraggio aifteftia- mi, qnefto deve eflere regolato fecondo alle varie qua- lita degli erbaggi or coltivati coil arte, ed or prodot- ti dalla natura. I primi fono il Trifogli'o , la Medica, il Sainfoin , ed altre fimili piante de’ prati artificial! - , gli altri poi fono le Gramigne e tutte quell’ erbe, che crefcono fpontaneamente nei Prati natnrali. 11 Trifoglio , il quale fra tutte le Piante e per i Beftiami la piu utile , crefce in ogni luogo , e fi pud feminare anche fenza letame, quantunque in tal guifa refti picciolo, e non duri piu di due anni . Per altro il miglior concime per il Trifoglio e fenza dubbio la fuligine e la cenere fparfa ugualmente per tutto, or fola, ed or unita alia Sabbia 0 pure alia calcina, con- forme alia qualita de’ terreni. Quefto fi fa il mefe di Marzo o Apriie, accio la pioggia la dilavi, e la incor- pori con la terra. Il Sainfoin vuole primieramente una terra piu fer¬ tile e piu Ieggiera, ed oltre di.cio una profonda ara- tura, accio la lunga e perpendicolare radice di quefta v G 2 pian— 5 2 pianta pofla eflenderfi e crefcere a piacimento . Prima pero di arare, deve il terreno effere concimato con il letame, o con le piante feminate e fottcrrare a fuo ttfrn- po (rt). Per le Gramigne ed altre piante de’ prati natural! e un ottimo concirae la cenefe della torba e del car¬ bon foflile, la beliecta che fi trova nelle pefchiere , la terra gettata fuori dalle talpe, la'marna, la calcina vi¬ va fpecialmente nei prati umidi e paludoli. Si adope- ra anche da mold il letame di pecora, di cavallo , o pure il bovino fparfo ugualtnente in tempo di prima- vera. In altri luoghi per rifparmiare la fpefa, che por¬ ta feco il trafporto de’ concimi , fi fanno ftallare nei prati le pecore dopo la raccolta dei fieni , obbligan- dole a ftarfene la notte entro ad un recinto fatto con legni, li quali di giorno in giorno fi trafportano da un fuo all’ altro. Queflo modo di concimare e Iodevole per terreni porofi ed inerti, nia non gia per quelli , che fon tenaci e ford, poiche quefli dal calpeftio del- le pecore fi fanno piu duri, e dallo flabbio troppo ca- lido pin flerili di prima. Dal fin qui detto fi vede chiaramente quanto ne- ceffario fia ad ogni Agricoltore il fapere la maniera ed il tempo di concimare la terra , accid egli in quefto panto importantifiitno non fia ne troppo prodigo, ne troppo avaro . Se poi egli e talmente povero , che non pofla in alcun modo alimentare piii di due bovi incapaci a concimare appena la terza parte delle fue Pof- — 1 === --=- - (a) Part, xr. Art. a. N. 4. della prefente me tit or i a k PoITeflioni, o allor si che ci vuole induftria per ado- perare quel poco di ietarne che ricava dai fuoi beftia- mi in modo tale, che il terreno non refti fterile , ed egli fenza alimento. In fimili circoftanze I* unico rime- dio e offervare un or dine efattijimo nel feminare , accio quella biada , che fi femina in an anno , non fucchi tutto il concime, che in elfa (i trova , e con le fue infracidite radici fommniftri a quella, die dopo di effa fi femina, il neceilario alimento. E che cio fia il vero ce lo dimoftrano, fra moke altre Nazioni, anche nella Provincia del Cragno i poveri Contadini di Laff, do¬ ve i terreni non portano. in un anno piu , che una raccolta. Quivi nel primo anno fi concima la terra, e fi femina il Saracino, negli altri anni cioe dal fecondo fino al fettimo inclujive non fi da alia medefima alcun Ietarne, e fi femina nel modo che fiegue. Nell’anno fe¬ condo il Frumento o f Orzo, nel terzo la Vena , nel quarto il Miglio o 1’ Orzo , nel quinto il Trifoglio, affieme con la Vena, nel fettimo il Miglio, Se fi can- gia queft’ordine, la terra produce poco o nulla, fegno cvid.ente del vantaggio, che fi ricava dal feminare una biada dopo f altra dove manca il Ietarne. In altri luo- ghi, dove il Colono poffiede piu campi , di quello ne abbifogna per 1’ annuo fuo foflentamento , o piu di quello che-pud concimare , fi lafcia una parte di effi incolta per tre anni . In queflo modo ( quantunque contrario ai principj della vera Agricolnra) ricuper* ii terreno nuova forza, e le radici delle piante , che ivi crefcono fpontaneainente, fomminiflrano al medefimo, ' per il primo anno in cui fi feminano biade, buona parte del neceffario concime. Ma'comnnque fi fin, egli e cofa certa , che fenza il conofcere la buona armonia , che paffa fra i pio- dotti dotti, ovvero il favorevole influffo dell’uno nella vege- tazione dell’altro , non fi pofla fare in qualunque da paefe un ufo retto de’concimi. Cosi per efempio, una palude afciugata , una terra , che fu prato artificinle , ed un fondo, che prima era felva , fi pud cultivate , e feminare fenza concime. La ftoppia delie biade ba- fta per letatninare nello ftefTo anno le rape , o pure il faracino; Se poi in vece della feconda biada fi femina la fegala, allor la ftoppia fa in un terreno mediocre- lnente fertile lo fteflo effetto che farebbero due o tre carra di lerame bovino . Una terra , che per due o tre anni abbia pr< dotto Granciliano , e capace di portare frumento nel primo anno fenza l’ ajuto del le- tame. Quefto e il mio parere intorno alle cagioni nelle Contee di Gorizia, e Gradifca; intorno ai mezzi natu- ra[i o artificiali di moltiplicarli e prepararli ; e final- inente intorno all’ ufo de’ medefimi coniforme alia va~ ria qualita de’ terreni , e de’ prodotti . Perdonate miei Signori alia brevita, e fchiettezza dello flile di cui mi fon fervito . Dove fi tratta del ben pubblico non ci vogliono dicerie, ne parole fuperflue , ma chiarezza, efperienza, e verita. Quaere quid fcribas' , non que?nad~ modum. Oratio vultus animi eft, Ji circumtonfa eft & fucata & manufacia oftendit ilium quoque non Jincerum , & habere aliquid fratti (a). Quello, che io defidero , egli e foltanto di non aver (a) Seneca Epijl, CXV. aver ommeflo alcnna cofa, che fia valevole ad accre- fcere la fertilita del Paefe, la di cui felicica ha da eflere , e fara fernpre l’oggetto principale delle noftre fatiche. Le lonheur le plus grand , le plus digne d'envie Eft celui d'etre , £s> cher a fa patrie. Boiffij. IN- I N D I C E s s DEGLI ARTICOLI, E COSE PIU’ NOTABILI CONTENUTE IN QUESTA MEMORIA. PARTE P R I M A. DELLE CAGIONI DELLA MANCANZA DE’ CONCIMI. Cofa fia concime, e quali fieno k cagioni primaric della mancanza del medejimo. ARTICOLO PRIMO. Cagioni della mancanza aJJ'oluta de'concimi. I. Lo fcarfo numero d’ animali provenicnte . 1. Balia poca quantitd de Prati rifpetto a quella delle terre arative. 2. Balia Jlerilitd de’ medefimi , e de’ Pafcoli comuni. 3. Ballc fervitu rcali de’ Sudditi. 4. Balle malattie conta^giofe del Bejliatne Bovino. II. La cattiva qualitd de’concimi, e, ci'o a cagione. 1. Bella qualitd de’ foraggi. 2. Bella mancanza di buon Jlrame. 3. Bella trafcuratezza di provvedere le terre con le- tame Jlagionato . ARTI- 57 ARTICOLO SECONDO. Cagioni della mancanza relativa. I. La qualita delle terre non ancor conofciuta , e per a dimoftrata con varj ejperimenii fatti i ntomo al- le terre di Gorizia, del Carjo , di Medea , di Gormons e Lucinico. II. La troppa quantitd delle Viti, e degli Albert plan - tail nelle Campagne. PARTE SECONDA. DE’ MEZZI NATURALI ED ARTIFICIALI DI MOLTI- PLICARE E PREPARARE I CONCIMI. ARTICOLO PRIMO. Dei mezzi naturali. Quejli fono i. Le Marne. 2. La Polvere delle Strade. 3. La terra delle paludi. 4. La Torba. 5. Le terre feinplici , cioe. La terra Calcinofa * 11 Gejfo. L’ Argilla. La Sabbia. H ARTfc 58 ARTICOLO SECONDO. Be’ mezzi artijiciali . E quejli fom i. Allevare an maggior numero d* animct - li , e cio col mezzo 1. Be’prati artijiciali. 2. Bella divifione de'pafcoli Comuni. 3. Bella coltivazione delle Valudi. 4. Bella riforma delle Rabotte. 5. Bella vigilanza nel diffendere da ’ mall contag- gioji il Bejliame Bovino. 2. V introduzione de’pubblici Letamaj. 3. La diminuzione del numero delle viti, ed alberi nelle campagne. 4. he Scminazioni di piante atte a concimare la terra. 5. L’ attenzione d’ adoperare letame Jlagionato , e vi¬ gor 0J0 . 6 . La coltura delle Terre. PARTE TERZA. DELLA MANIERA DI ADOPERARE I CONCIMI SECONDO ALLE VARIE QUALITA’ DE’TERRENI, E DE’ PRODOTTI. ARTICOLO PRIMO. Offervazioni intorno all’afo de’mezzi si naturali, che artijiciali di concimare le terre fecondo alia varia loro qualitd. Bell’ afo, che nelle Contce di Gorizia e Gradifca far ft deve . 1. Belle Marne. 2. Bella polvere delle Strade. 3. Bella S 9 3. Bella terra delle Valudi. 4. Belle terre Jetnplici . 5. Del letame. ARTICOLO SECONDO. Del tnodo di adoperare i concimi cotiforme alle indigenze de’ prodotti. Si tratta quivi r. Bella maniera di concimarc i prodotti di quelle terre, doe 1. Le Viti. 2. Le Made, ed in fpecie • 1. II Grandliano. 2. II Frumento. 3. La Segala . 4. II Saracino . 5. 11 Lino. 6 . II Miglio. 7. II Sorgo rojjo , 8. Le Rape. 3. 1 prati artijidali e naturali, 1. 1 / Trifoglio. 2. If Sainfoin. cioe 3. Le Gramigne. 2. Dell’ ordine da ojfervarfi nel feminare le Hade dove manca il concime.