ANNO XI Capodistria, 16 Maggio 1877 N. 10 LA DELL' ISTRIA Esce il 1» ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso U Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. NUOVA SERIE di Effemeridi Giustinopolitane (Cont. V. n. 0) Maggio. 16 1608 Francesco Manin, vescovo di Cittanova, in- veste Antonio de'Sabini della tenuta di san Giovanni in Daila. - 10. 17 976 Ottone II imperatore conferma la donazione della nostra città, fatta da Ottone I a Vitale Candiano da Venezia e la cessione che il detto Candiano ne aveva fatto al patriarca aquileiese Rodaldo. - 2. 18 1483 II vescovo Valaresso invita i feudatarii alla rinvestitura dei feudi per non decadere dai pro-prii diritti. - 10. 19 1453 II pod. e cap. Giovanni Tiepolo autorizzato a trattare anche per l'avvenire in appello tutte le cause di que' di Pinguente. - 1, - 138. 20 1363 II pod. e cap. viene eletto giudice per definire certa questione di confine, insorta tra il nostro ed il comune di Muggia. - 1, - —L-io,,. 21 1424 II pod. e cap. Pietro Zaccaria intima ai pro- prietarii di fondi saliferi di sgomberare le tarme presso il Castel Leone. - 1, - 72.1) 22 1423 Ducale che ordina al pod. e cap. di scegliere dal corpo dei nostri patrizii i podestà per Pinguente, Portole, Due-Castelli e Buie, e che finito l'anno della loro reggenza debbano attendere almeno un anno intiero prima di poter essere rieletti podestà nello stesso luogo od altrove. - 1, - 45.t 23 1785 II pod. e cap. Nicolò Minio, giudice delegato dal senato, svincola la terra di Umago dalla giurisdizione vescovile di Trieste e la affida al vescovo di Cittanova. - 18. 24 1338 Ser Fresco, capitano del Paysanatico (in San Lorenzo), viene delegato giudice per definire la vertenza insorta tra il nostro comune e la famiglia Brati col comune di Pirano per il feudo V] T di Sipar. - 16, - ^ - 98\ 25 1818 Sovrana risoluzione che ordina la chiusura de' due civici stabilimenti di educazione, del collegio dei nobili ovvero liceo e del seminario diocesano. - 19, - III, - 167. 26 1301 Francesco del fu Guarino Ingaldeo domanda a Corrado de fu Ulrico del Raifembergo l'investitura della decima in Figarola e degli altri feudi, situati nel nostro distretto. - 20, - V, - 272. 27 1483 II vescovo Valaresso investe il comune di Pirano del feudo della decima del Carso di Pirano, e di quella di tutte le case in loco, per la quale investitura il comune gli esborsa 200 lire. - 10. - 28 1532 Ducale che ordina al comune l'armamento della civica galera e di affidarla a Santo Ga-vardo. - 4, 32. 29 1258 II vescovo Corrado ed i patrii consoli, Gio- vanni Belgramoni e Rantolfo Riccardi, rimettono per conto del comune una loro differenza nelle mani di arbitri. - 4, - 16. 30 1421 Ducale Mocenigo che autorizza il pod. e cap. Nicolò Coppo a rilevare dalla civica camera lire 40 di picc., denaro da lui speso per provedere ai bisogni di alcuni stipendiarii che aveva dimesso. -1,-34. 31 1480 Ducale che ordina al pod. e cap. Domenico Morosini di sborsare a ser Girolamo Ingaldeo, conestabile in Grisignano, lire 210, soldi 17 di paghe arretrate. - 1, - 225. Dieta Provinciale (Continuazione vedi numero 9). Il di 14 approvato il protocollo della precedente seduta è annunziata un'interpellanza dell'onorevole d.r de Belli e soci al Commissario governativo: „ se si possa attendersi ancora durante l'attuale sessione la pertrat-tazione del progetto di legge sulla regolazione del torrente Cornalunga, od altrimenti di voler informare a quale punto sieno condotti gli studi relativi. Il Commissario governativo espone lo stato dei lavori e dichiara che l'intero operato tecnico potrà essere ultimato fra tre mesi. La Giunta provinciale sull'attivazione dell'Istituto provinciale di credito fondiario propone : 1. È data facoltà ad essa Giunta di pubblicare la Notificazione stabilita al § GÌ dello statuto dell' Istituto provinciale di credito fondiario anche dopo il termine in quello fissato, per poter dare indi principio alle relative operazioni, e eosì pure di procedere alle nomine di sua spettanza, nonché d'intraprendere tutti gli atti preparatorii che si rendono necessarii all' attivazione del detto Istituto, di anticipare dal fondo provinciale le spese occorrenti al primo impianto, ed in fine di destinare il suo segretario e gli ufficii di contabilità e di cassa a fungere riguardo all'Istituto stesso a termini delle disposizioni del § 67 dello statuto. 2. Vengono provvisoriamente nominati a consiglieri d' amministrazione dell' Istituto di credito per l'Istria i sig.ri Giampaolo mare, de Polesini e Francesco Sbisà di Parenzo, Egidio d.r Mrach di Pisino, e Domenico Can-dussi-Giaido di Roviguo, affidandosi al primo nominato le mansioni di direttore, e destinandosi il secondo nominato a di lui sostituto nel caso di suo impedimento. 3. Resta incaricata la Giunta provinciale di stabilire il termine in cui la Direzione comincierà le sue funzioni, e di proporre a suo tempo alla Dieta la completa organizzazione interna dell' Istituto, ed eventualmente la retribuzione da darsi ai consiglieri d'amministrazione provvisoriamente nominati. Le proposte sono approvate. Al punto II dell' ordine del giorno il comitato di finanza propone : il condono al comune di Rovigno del debito di fior. 14,420 verso il fondo scolastico provinciale, dipendente dal mancato pagamento della contribuzione annua di fior. 840, dovuta per le scuole popolari a datare dal II semestre 1853 a tutto giugno 1870. L'onorevole Zamarin combatte la proposta. L'onorevole Dordich vorrebbe che fosse rimessa la pertrattazione alla prossima sessione. Dopo animata discussione viene accolta a grande maggioranza la proposta del comitato di finanza. Viene accolta la proposta di esso comitato pel condono all'ospitale civico e rispettivamente al Comune di Capodistria, dell' importo di fior. 3650.7 72 dovuto per indebito pagamento fatto dal fondo provinciale dell'Istria all'ospitale dal 1858 al 1861. Viene discusso ed approvato il conto previsione del fondo d'esonero pel 1878 con fior. 105,095 tanto nell'esigenza, quanto nel coprimento, deliberando un'addizionale del 10 per cento sopra tutte le imposte dirette, compresevi le addizionali straordinarie dello Stato per coprire la deficienza. Sopra riferta e proposta del Comitato scolastico viene impartita la sanatoria ai conchiusi coi quali la Giunta provinciale avea accordato il condono di un'anticipazione ad una maestra, avuta dal fondo scolastico provinciale, e ad un maestro il godimento dell'annua pensione di fior. 150; e viene accordata ai figli di un defunto maestro l'annua graziale di fior. 50, e ad altro maestro dirigente la pensione di grazia fino al massimo di un terzo degli emolumenti computabili. Nel giorno 7 m. d. (6a seduta), approvato il protocollo, viene comunicata dal Capitano provinciale un'istanza di un maestro tendente ad ottenere il trattamento di favore, e prelegge il dispaccio 4 aprile a. c. del Ministro dell'istruzione col quale viene data evasione negativa all'istanza per là riforma del piano d'insegnamento nell' Istituto Magistrale di Capodistria. L'onorevole baron Giacomo Lazzarini e soci fanno mozine per un'aggiunta da farsi alla legge sulla tutela della selvaggina, e l'onorovole avvocato Basilisco fa altra mozione del seguente tenore: „Resta incaricata la Giunta provinciale di far petizione a nome della Dieta al Ministero della giustizia, perchè il personale giudiziario nella provincia venga convenientemente aumentato allo scopo della sollecita definizione dei lavori necessarii all' impianto dei libri fondiarii in Istria." Indi l'assessore avv. Amoroso prelegge la relazione della Giunta sulla petizione della deputazione comunale di Lussinpicolo proponendo il seguente voto: „La Dieta provinciale riconoscendo la gravità della crisi che subisce la marina mercantile a vela di Lus-sinpiccolo in causa dei numerosi naufragi sofferti nel corso dell'ultima stagione invernale, e riconoscendo la necessità di un sollecito provvedimeuto per conservare e far progredire la marina nazionale, appoggia caldamente presso l'eccelso Governo le istanze fatte dagli armatori di Lussinpiccolo per ottenere una sovvenzione di fior. 500000, e fa voto al Governo la voglia accordare dall'erario dello Stato, od interessi altri istituti pubblici di credito a prestarla, sia agli armatori di Lussinpiccolo, od al Comune, verso quelle condizioni, che assicurino ad ambe le parti il buon successo." Aperta la discussione l'onorevole Eluschegg appoggia vivamente la proposta; espone alcuni dati sulle condizioni della marineria di Lussinpiccolo. Dice che dei 124 bastimenti di alto bordo posseduti dagli armatori del valore di 7 milioni circa, ben 17 andarono perduti nel-l'inverno del valore di fior. 850000; arrogi a ciò i danni del ristagno negli affari da due anni a questa parte, le gravissime spese che si sono dovute sostenere dagli armatori; i lucri cessanti, la mancanza di lavoro per tante famiglie, la concorrenza ai danni patiti dalla Mutua di Fiume; da tutto ciò essere indispensabile il chiesto sussidio, sperando che la domanda troverà favorevole accoglimento presso il Governo. Chiusa la discussione la proposta della Giunta è accolta all' unanimità. L'onorevole avv. Scampicchio propone poi pel comitato scolastico : che sieno condonati alle Chiese parrocchiali e figliali delle diocesi di Trieste, appartenenti ai distretti doganali di Dolina, Ielsane, Pisino, C'hersano e Castua i debiti arretrati dovuti per contributi scolastici, sollevando in pari tempo anche per 1' avvenire le dette chiese nonché quella di Pedena, da ogni ulteriore contributo al fondo stesso. La proposta è accolta senza discussione. Il relatore dottor de Belli, trattando sulle istanze di alcuni docenti delle scuole popolari dell' Istria, non qualificati secondo la legge imp. 14 maggio 1869 per il trattamento eccezionale a sensi della risoluzione die-tale 23 marzo 1876, propone che le domande finora, presentate in numero di 13 soltanto da maestri di 31 soli distretti vengano ritornate al Consiglio scolastico» provinciale coli'invito di corredarle delle informazionii individuali nei termini precisi della risoluzione dietala) succitata, e quindi assieme alle altre che saranno state} nel frattempo proposte ripresentarle alla Dieta nellai prossima convocazione, dovendosi a tale effetto diffidare) tutti que' docenti che si ritenessero meritevoli del trattamento eccezionale ad avanzare le loro domande entri» il con*, anno scoi, a mezzo delle preposte Autorità. Anche questa proposta viene accolta senza discussione. Nella VII. ed ultima seduta viene presentata la seguente mozione del sunnominato dottor de Belli e soci: * Che sia incaricata la Giunta provinciale di proporre per la futura sessione un progetto di legge per la sistemazione degl' impieghi comunali e per la formazione di un fondo di pensioni per gl'impiegati comunali, modificando occorrendo il vigente regolamento „. La proposta viene accolta. L'onorevole avv. Scampicchio, per la Commissione scolastica, riferisce sul conto di previsione del fondo scolastico provinciale pel 1878. Il conto viene approvato coli'importo di fior. 109260 nell'esito, e con un introito di fior. 29366 e fior. 79894 da contribuirsi dal fondo provinciale. (Continua) CORRISPONDENZE San Vincenti, maggio 1877. Gli è un fatto, pur troppo vero, e lo dobbiamo senza reticenze confessare, che non tutti i possidenti della nostra provincia tengono 1' agricoltura in quella stima e considerazione ch'ella si merita; per cui tocca vedere in molti paesi abbandonata la terra alle cure della sola classe agricola, quasicchè l'avere sortito da natura un pajo di braccia robuste bastasse al progresso dell' agricoltura, e ad ottenere la nobile qualifica di a-gricoltore. Ma il diritto di proprietà può forse in oggi andare scevro di obbligazioni ? Non ha egli forse il possidente strettissimo obbligo di dirigere i lavori del campo, far fruttare le proprie terre, moltiplicare e migliorare i prodotti ? È ben vero che l'epoca presente ed i mutati costumi non permettono più di trovare nel possidente un Curio Dentato, un Attilio, od un Cincinnato ; ma la prima delle arti e nello stesso tempo delle scienze non deve perciò aver perduto l'alto suo pregio; sicché noi discendenti, (nelle debite gradazioni), da quei sommi latini, dovremmo riputare ad onore il dirigere i lavori de' nostri poderi. Non sarebbe peraltro possibile l'insegnare sani principii teorici in agricoltura, ove s'ignorassero i caratteri distintivi delle terre primitive che compongono i nostri campi, ove non si sapesse in quali proporzioni debbansi trovare in un podere le anzidette terre, ove non si conoscesse quali processi chimici valgano a determinare l'eccesso dell' una e dell' altra per toglierle alla sterilità; ove in fine non si ricorresse alla osservazione combinata del barometro, dell'igrometro e del termometro, anzicchè a quella delle fasi lunari. È un fatto indiscutibile che senza uno studio ragionato dei fenomeni della natura, senza il confronto dei fatti medesimi, senza prove e riprove, l'agricoltura non progredisce di un passo, ne può il contadino corseggerò le erronee abitudini. Egli ha bisogno di esempii: timido per ignoranza, non osa aprirsi nuovi sentieri ; egli così fa perchè così faceva suo padre. Però se il possidente gli offerisse una importante scoperta, in sul principio tituberebbe fra la speranza e l'interesse, ma il felice esito della cosa sarebbe per lui il libro che saprebbe leggere e comprendere. Amiamo dunque i nostri campi che alimentano e racchiudono nel loro seno le vere ed inesauribili ricchez--ze. Le industri mani del contadino che fanno- fruttare le nostre terre, quelle sono dei nostri simili ; la cognizione quindi ragionata dei nostri interessi lo guidi ad-illumiuarlo, e allora appena quel proprietario che dal centro del suo patrimonio animerà collo sguardo i lavori che faranno la sua agiatezza, e consacrerà il superfluo-ai miglioramento dei fondi, dando l'esempio dello studio, sarà l'individuo veramente utile e meritevole del suo paese. N. La prosperità commerciale di Trieste (Quadro di Dell'Acqua) Nell'aula maggiore del palazzo municipale di Trieste venne collocato in questi giorni un pregiato lavoro del celebre nostro comprovinciale Cesare Dell' Acqua di Pirano, raffigurante la prosperità commerciale di Trieste. Il nome dell'autore e la straordinaria affluenza del pubblico che accorse per ammirarlo, confermarono la sentenza degl'intelligenti nell'arte che dichiararono la pittura dell'illustre pirauese: un avvenimento artisticamente patrio e degno della ricca città nata e cresciuta a distinta rinomanza col fervore dello slancio e della mercantile operosità.. Il „ Nuovo Tergesteo" ne fa poi una bella descrizione che qui riportiamo: Chi si fa ad esaminare l'ampio quadro vede Trieste seduta sulla sponda del'Adriatico lì proprio dove sorge la parte nuova della città, e ravvolta in paludamenti di romana matrona e cinto il capo di corona rostrale; impugna la donna formosa il remo timone a guisa di scettro, e il timone, foggiato a guisa del gu-lernaculum delle navi antiche reca l'impresa della città. L'atmosfera dintorno alla avvenente signora (}ei mari è raggiante di luce argentea, e un' aria di festa irradia tutta la scena: è la festa della prosperità di Trieste. Verso a Trieste, sbarcando da una nave a vapore, sulla cui bandiera è il motto Prosperitas, vengono le nazioni marinare, mentre due adolescenti, simboleggianti i solerti triestini, ormeggiano la nave. Sul pilastro sta scritto : Caesar DelV Aqua civis tergestinus faciebat anno 1877. Fra le portatrici dei tributi v' hanno la Grecia e l'Albania con frutta ed incensi su ricco tondo d'oro, la velata Turchia col prezioso caffè, la fellah dell' Egitto che accoppiata all'Lidie tiene la scritta: "Suez,,; la Persia, la Cina, la Dalmazia col glauco olivo, e non ultima certo, benché frammista all'altre, la madre Italia con gli aromi ed i cedri. Nel mezzo escono da una stazione di ferrovia, le nazioni d'oltre Alpi: l'Ungheria con l'accetta demagliato ri de'boschi, la Boemia con le coppe di cristallo, la Carintia, la Stiria nell'arnese dei minatori, la Moravia coi panni delle sue gualchiere. Fra questi due gruppi, sulla riva loutana, alcuni mori sbarcauo cotoni e zuccheri da una nave della stellata bandiera d'America. Questo è il traffico: il nostro traffico di oggi, il nostro traffico dell'avvenire. Ma T uomo non vive di solo pane, o appiè del seggio di Trieste ecco simboleggiata la storia che accenna ai ruderi di edilizi sacri ed istruisce i fanciulli sulle origini della patria. A destra l'Architettura, coronata d'ovoli, invita le sorelle Pittura e Scultura a muovere verso la città per abbellirla con 1' arti belle e le chiamate si avanzano F una in bianca veste con lo scalpello e il mazzuolo, l'altra in ricco costume del Einasciinento, epoca della somma gloria dell' arte italiana. Nel fondo è il golfo; il golfo di Aquileia e Venezia! Neil' altro V antica basilica di San Giusto e la torre del palazzo di città raffiguranti la indivisa idea latina e tergestina; la stazione della Meridionaale simbolo de' commerci; la cupola del palazzo Carciotti, allusione alla colonia greca, che, fuggita dalla turca sevizie, si fece di Trieste cittadina operosa. Su tutte queste figure e questi monumenti, aleggiando per l'azzurro del più bel cielo italiano, muove una figura leggiadra: la Telegrafia, e guidandosi sui fili conduttori si volge verso Trieste e le presenta il saluto delle genti: "Ave Tergeste Te Labore Prosperavi Salutant Gentes.„ E ben venga il saluto, che noi ricambiamo. yBùùhÌB Optata® La tavola peutingeriana Non vi sarà colto istriano che non conosca questo importante monumento geografico in pergamena, cui gli antichi romani diedero il nome di tavola peutingerìana perchè appartenente a l'evi tinger. Ella è lunga 6 metri e larga mezzo, e da qualche dato positivo ritiensi fatta circa il tempo di Alessandro Severo, dopo che i Persiani ebbero distrutto il dominio dei Parti nell'anno dell' era volgare 226. Noi riporteremo qui quel brano di tavola che riguarda la nostra provincia: I Edificii. a) Uu sontuoso edificio è le terme di Sant' Antonio presso Capodistria ; la soprascritta (^uaeri è nome corrotto da Aquario; ogni dubbio è tolto dalla località Aquaro a ponente. — b) Due casipole indicano città, come Parentium, Pola, Nesaction. È cosa strana che Tergeste, unica colonia per lunghissimo tratto da Aquifeja a ladera non abbia alcun segno. II Monti. Una fila di colline e monticelli del Carso, che declina fino alle sorgenti dell'Arsia e di là fino al Monte Maggiore fra l'Istria e la Giapidia. HI Fiumi. Dei fiumi nella penisola istriana non si nomina che l'Arsa-FI. Arsia, scritto due volte di seguito. IV Vie. Le vie sono disegnate con linee'rette, flessuose. fratte a gradini, orizzontali, oblique, tirate da uua stazione all'altra. Dell'Istria è indicata solamente quella che da Tergeste va verso mezzogiorno a Ningum, Parentium, Arupinum, Pola e verso levante a Nesactium. Ma si sa benissimo che l'Istria floridissima all'ombra del genio latino aveva un'estesa rete di strade, la quale stendevasi da Trieste, ch'era unita alla gran piazza di A-quileja, al bacino della Sava e al golfo Flauatico, scendeva la strada principale, passava per Tribano di Buje, e giunta al Quieto sotto Grisignana, piegava per Castellier fino a Parenzo, donde montata alle alture di S. Martino, e condotta presso alla punta Barbariga, bordeggiava la costa fino a Pola, per poi uscirne a raggiungere Albona, Moschenizze, Fiume. E le strade intermedie erano volte così alla gran via del mare, che tutta l'Istria le fosse fianco. V Lnog'hi. I luoghi primarii pei quali passava una via pubblica si nominavano civitates. Tergeste, Aegida, Parentium, Pola erano civitates. La mappa peutingerìana per lo più si limita a queste, trasandando i luoghi secondarli, mute e munsi, tranne i casi che fossero importanti. Fra le città di Tergeste, Parentium e Pola dovevano essere mute presso Capodistria e a Villa di Rovigno, e dell' It. Aut. c'era Ningum (manso), terra distrutta dai barbari, poi riedificata dai Bizantini alla foce del Ningo (Avieto) e denominata Neapolis (Cittanova). Ora venendo ali'Arsia, confine dell'Istria, vedesi sulla tavola peutingerìana il Flumen Arsia due volte di seguito, sbaglio senza dubbio dell'amanuense, il quale ignorando l'esistenza di Arsia città, scrisse due volte Flumen Arsia. L'anonimo di Ravenna descrivendo le regioni geografiche del fu impero d'occidente, quali correvano nel suo secolo, dice dell'Istria al § 31:Inchoè-mus a civitate Arsia, quae finitur inter provincias Li-burnam et Histriam : Arsia, Nesatio (!), Pola, Huvi-gno, Parentium, Neapolis, Humago, Sipuris, Silbio (Salvore), Piranum, Capris. Al § 36 novera i Fiumi dell'Istria: Bavsano, Argaone, Mengonc, Arsia. X. Sotizie storiche di Barbana Imformazione della giurisdizione di Barbano, e di Bacitele in Istria. (Continuazione vedi n. 7) Nata controversia tra i nobil' uomini Loredano, padroni, da una, ed alcuni contadini del luogo, dall' altra parte, ricorsero questi all' eccellentissimo esponendo i propri gravami, che erano tre, cioè : I. Che erano stati spogliati dei loro masi, de' quali erano stati possessori i loro preautori, anche sotto il dominio di Signori stranieri, e tolta la libertà di disporre degli stessi in vita ed in morte. II. Che contro 1' antica consuetudine gli era stato inibito di tagliare legna nei boschi di Barbana, e proponevano di giustificare i capitoli del loro possesso anello sotto 'principi stranieri da 100 e più anni, e che non vi era memoria d' uomo in contrario. III. Che il capitano di Castelli novo avea impedito al podestà di Barbana di fare il loro Consiglio. Si difesero i nobil'uomini Loredano negando i due primi gravami sul fondamento della loro assoluta padronanza, ed accordando il terzo: sopradicchè l'Eccellentissimo con la Zonta V. C. P. segnò la delegazione 1547 — 20 ottobre dello stesso Consiglio co>n la Zonta a 10 N. N, U. U. estratti dal Pregadi, ai quali aggiunti altri 15 del Consiglio di Pregadi, ridotti al N.° di 20 almeno avessero a bossoli e pallottole a decidere. Non seguì il giudizio del Collegio delegato, perchè i N.N. U. U. Loredano così supplicati dai capi del luogo per nome e particolar procura di tutto il Comune segnarono ed accordarono il 23 marzo 1548 i seguenti capitoli da essere puntualmente osservati. (Seguono i patti inN. di 18). Con i quali volontarii patti, di cui il 24 settembre 1643 anche il Comune fece istanza ai Loredano per la loro esecuzione, si sottopose a quel tempo il Comune al totale governo della Casa Loredano, riconoscendo la stessa per assoluta padrona, e continua anche al presente l'Eccellentissima Casa nel pieno assoluto dominio, facendo giudicare dal suo giurisdicente che in quel luogo con titolo di Capitanio dimora, governando que' popoli, ove esiste cancelliere, cancelleria, fraglie, pievano, collegiata di cauonici, ospitale e fontico, il comandador e tutti gli altri ministri che ad ogni buon governo si richiedono, imponendo leggi, facendo terminazioni e regolazioni, provvisioni, sentenze civili e criminali, riscuotendo condanne, e tutto quel di più che secondo i casi e le vicende delle autorità e prudenza degli Eccellentissimi padroni viene creduto opportuno al loro interesse e a quello de' sudditi. Quest'assoluta padronanza mai fu contrastata dal pubblico, ma anzi negli antichi e moderni tempi difesa, mantenuta e confermata, e perchè nel corso di oltre due secoli di quieto e pacifico possesso moltissimi furono gli accidenti occorsi, massime nello specioso punto d'indipendenza a giudicare con definitiva sentenza in civile ed in criminale, perciò a lume e regola di quanto in avvenire potesse accadere si descriveranno i più osservabili, incominciando dalla conferma del Magistrato de' feudi fatta a favore di detta Eccellentissima Casa d'uua tanto ragguardevole autorità. Aveano già felicemente sofferto il soave giogo gli abitanti del nominato paese fino all'anno 1636, riconoscendo sempre i Loredano per loro signori e padroni ed intanto gli antenati di questa Eccellentissima Famiglia aveano fatto diverse Terminazioni tutte dirette al buon loro governo, siccome anche in tempi di guerra e di carestia avevano accudito a provvederli di biade ed altro necessario al vivere, come lo dimostra il ricorso del comune col mezzo di due nunzii eletti dal medesimo il 6 agosto 1571, impetrando nella penuria che allora correva il rilascio di tutte le decime del territorio per poi pagarle con legna e con contanti; nel tenere lontane dal luogo le violenze eie depredazioni dei loro averi, come seguì l'anno 1508, facendo ammazzare e carcerare diversi infesti Uscocchi, come rilevasi da lettere 19 marzo di detto anno, scritte dal loro giurisdicente al procuratore generale del Golfo, rendendolo avvisato delle uccisioni e carcerazioni, seguite d'ordine del N. U. Girolamo Loredano. attesocchè detti Uscocchi erano scellerati ed assassini, e nell'esentarli dalle fazioni reali e personali avendo ottenuto le ducali dei capi del Consiglio dei X an. 1605, U.giugno, che commettono al Reggimento di Capodistria di non obbligare gli uomini di Barbana a pagare gli affìtti della Casa del Capitano delle ordinanze, nè il traghetto di S. E. Zorzi, nè a condurre le munizioni in Albona, e nel sollevarli dalle estorsioni che qualche giurisdicente avea procurato, come seguì l'anno 1612 sopra indolenze del Comune contro il capitano Spinelli, che subito fu rimosso. (Continua) La seguente discussione sopra V eccellente lavoro del capitano E. F. Burton e chiarissima prova dell' importanza che gli venne data da insigni cultori di antropologia in Inghilterra, paese tanto innanzi anche in siffatto genere di studii: lote sopra i Castellieri o Rovine preistoriche della penisola istriana del capitano R. F. BURTON, vicepresidente della Società Antropologica di Londra, e console di S. M. Britannica in Trieste Prima versione acconsentita dall'autore 4 «IV» «riWwb ti ó'Hjlfdtah "biiu i Ls'j'm«-ih mScò N. M. G. istriana. Parte II. VISITA AI CASTELLIERI Discussione (Coni. V. N. 8) Il professore Leitner disse che gli era cosa molto gradita trovare come il capitano Burton non avesse perduto del suo vigore, che lo rese sì meritamente illustre. Il disegno inserto nell'originale inglese gli sembrò quasi uguale a quello ch'egli avea veduto di alcune sommità del Bhilsa, ma non vorrebbe per deduzione fare confronti con avanzi sì discosti. Il capitano Burton non aveva schiarito se cotali avanzi appartenessero al periodo preistorico o al romano. Lo scritto però è assai importante perchè introduzione agli altri, di cui questo è soltanto il primo capitolo. Ei vorrebbe dire, a proposito dei termini etruschi e turariani *), eh' essi vengono costantemente citati; ma quand'occorre sapere ciò che in fatto significano, non lo si può indovinare, e se una grande X, dinotante l'ignoto, fosse stata adoprata, sa-rebbesi giunti a colpire quasi nel segno. Il sullodato autore vorrebbe confinare il termine Turanian alle pianure della Tartaria, e l'lranian alla Persia, ma i monumenti buddistici ed altri oggetti ancora sono appellati Turanian. Il signor Carmichael disse che, s'egli comprendeva la descrizione dei Castellieri data dal signor capitano Burton, si potrebbero per analogia tracciare i circoli delle capanne nella valle di Vibrata sul pendio orientale degli Appennini, descritta in un' opera presentata ai membri del Congresso Internazionale dell' Antropologìa a Bologna nel 1871, e fors'anco nelle abitazioni dell' isola Panettaria sul Mediterraneo, che fu soggetto di un articolo nel giornale della Società Italiana di Antropologia ed Etnologia. In quanto poi alla supposizione eliminata dal capitano Burton, che gli abitatori dei Castellieri fossero cannibali, il signor Carmichael ritiene che in appendice alle nostre cognizioni antropologiche su questo punto oscuro, sarebbe stato interessante che si fosse rinvenuta qualche prova sul luogo, ma esaminato bene quell' opuscolo non si trovano sussistere alcuna prova. Riguardo poi il nome di Castellieri, ritiene *) Nella geografia persiana il Turan è la regione opposta all'Ira«; quest'ultima essendo limitata alla Persia antica, paese assai più grande del moderno. il signor Carmichael che potesse valere la pena di rammemorare la consuetudine italiana nel Medio Evo. Nelle biografie contemporanee, ad esempio, di San Francesco d'Assisi, la parola castelli era applicata tanto ai casali 0 ai villaggi quanto ai castelli, perchè vi si dice costantemente, che quel santo andava predicando e nelle città e nei castelli dell'Umbria; anzi una recente scrittrice intorno tale soggetto attirò l'attenzione su cotesta usanza nella sua " Vita di San Francesco „. Il signor Ieremiah junior, disse che l'opuscolo del capitano Burton era uno scritto importante, perocché i resti preistorici dell'Istria e del complesso della costa orientale dell'Adriatico, abbiano attirata scarsamente l'attenzione degli archeologi. Ciò che pare sia importante di partecipare è la scoperta di avanzi circolari di abitazioni, che ricordano il Cyttiau y Gwyd-delad nell'Anglesey ed altri fianchi occidentali del Peu-maenmawr nel Wales nordico, come gli avanzi in forma d'alveare nel Cornwall, e le abitazioni circolari nell' Irlanda, la cui forma alcuni archeologi vogliono di origine celtica. Ma nessuno deve obbliare che è proba-biltà soltanto avessero i Celti adottata la forma circolare per costruire i loro forti e le loro abitazioni dal popolo o popoli precedenti, i quali, se così fosse, renderebbero tale quistione una delle più malagevoli per l'archeologia preistorica europea. Si può perfino sentenziare sulla semplice notizia che i circoli celti sunnominati, cioè quelli esistenti ne' luoghi ove i Celti aveano senza dubbio potere, sieno comparativamente di origine recente, e fossero stati adottati dal popolo post - Celtico ad imitazione dei loro predecessori, di maniera che la successione diventa ne'secolumolto difficile a stabilirsi. D'altronde se i circoli sono realmente Celti, e furono usati ne'luoghi dov'essi occorrevano ai Celtae, noi potremmo allora «piegare com' essi fossero penetrati in Istria. Questa ricerca, se fosse compiuta in modo soddisfacente, estenderebbe l'area conosciuta della loro primitiva occupazione oltre a quella che gli antropologi furono soliti di concedere. La Tistorazione dei cerchi delle capanne disegnate dal cap. Burton, è, dopo quanto fu detto in contrario, perfettamente legittima, e basata sull'evidenza dei fatti da lui raccolti nelle sue ricerche. Ma è un esempio alquanto pericoloso quando i materiali che si^hanno sottomano non sono stati pienamente sviscerati. È poi deplorevole che cose accessorie ed inconcludenti sieno state introdotte in uno scritto tanto importante; ma 1 veri amatori dell'Archeologia debbono desiderare che la Bea Fortuna, guidi il gentile autore alla ricerca della scienza, che -significa ricerca della verità. Il dottor c. ' Castel- .Blake opina che il lavoro sui Castellieri dell'Istria sia uno » 5V, pom. Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 12 mer. i » » » * 7 pom. per le domeniche e giorni festivi Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. » » » » n 10'j . » » » » » l'/t pom. * » » » » 7 , Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant. » » „ „ „ 12 mer. » » » » » 3 poni. » » » » » 8 /i „ Prezzo di passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza da Trieste, al Molo S. Carlo, da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, nell'Aprile 1877. L'Impresa. Ricevuto il prezzo d'associazione : Dr. A. Scampicchio — Albona — intero anno corrente; Don Antonio Basilisco — parroco — Mompaderno — intero anno corrente.