NO II N. 30 —.r-rr- ' --^iš^^r-VLJ^ PUBBlilcrn (prezzi per mm d'altezza, larghezza 1 colonna); commerciall L. 1.50 — finanzlari, legali, cronacaL. 2.50 — Concessionarla escluslva DNIONE PUBBLICITA ITALIANA 8. A. LÜBIANA, Via Selenburg n. 1 — Tel. 24 83 Lubiana, 29 maggio 1943-XXI SI PUBBUCA OGNI SABATO ABBONAMENTI: Annuo L. 25 — Semestrale L. 13 — Sostenltore L. 1000 Spedizione in abbonamento postale H« Gruppo — UN NUMERO CENT. 6 O DIREZIONE — REDAZIONE: LUBIANA, VIA WOLPOVA 12 — Tel. 219S iBUFFOINI U colpo di lulmine, la can-nonata che spacca tutto, lo scioglimento del Komintern, I' Internazionale comunista, deciso da Stalin, si e rivelato al mondo, oimai stufo di emozioni da baraccone di liera, alio stesso modo di un colpo di pištola scacciacani sparato contro un leone. Com era mai possibile che in un semplice decreto piu o meno staliniano si potesseTo cancellare ventisei anni di rivoluzione mssa, ventisei anni di propaganda velenosa ordita in ogni angolo del mondo a suon di rubli e a danno dell'umanitä stessa? Chi mai pud credere che per le brutte grinte di Roosevelt e di Churchill il despota rosso disconosca Marx, Lenin, JI Manifesto, Ja rivoluzione mondiale e un pro-gramma colossale quanto le-rocemente ebraico? Alio stesso modo in cui un giorno l'intelligenza italiana Seppe non farsi turlupinare dalle diatribe di Attlee alia Camera dei Comuni, finite poi neU'arraffamento delle briciole lasciate sotto la mensa governativa in forma di un ministero senza porta-fogli; alio stesso modo della commedia Roosevelt-Wilkie alle elezioni presidenziali, dove un burattino si camuf-fö da repubblicano e accolse poi a sipario calato in mer-cede la vicepresidenza, cosi oggi nessuno e disposto a farsi infinocchiare da Stalin e dal disoccupato Dimitroff. II comunismo e con lui il suo discendente bolscevismo non possono e non potranno mai rinnegare la dottrina per cui presero forma nel mondo, al solo scopo di far pia-cere agli alleati bisognosi di materia per la propaganda. Stalin ha ordinato ai di-versi partiti comunisti esi-stenti negli altri paesi di di-ventare nazionali, essendo cessati gli scopi della Terza Internazionale, del Komintern. Analizzando serenamente la decisione, vengono spon-tanee queste domande: 1) il comunismo che chiameremo nazionalista, cioe operante come partito nelle nazioni, e in grado di reggersi da solo senza il sostegno moscovita? — 2) Se puö sostenersi da solo, dove poggia le sue basi? — 3) Se i soldati russi sono stati convinti di dover lottare per la bolscevizza-zione del mondo e la costitu-zione di tanti sovieti quante sarebbero le nazioni invase, come potranno ritornare ora indietro dalle proprie idee? Alia prima domanda dob-biamo rispondere negativa-mente in quanto finora non abbiamo visto una sola na-zione, che non sla la Russia, che abbia saputo organizza-re un partito comunista seno. Dal Messico, alVUnghe-ria di Bela Kun, alla Francia di Blum, alia Spagna di Ne-giin non una sola nazione ha dato prova di capacita in un partito comunista, idoneo a reggere le sorti dello stalo sino a diventare un vero e proprio Regime; senza con-tare che le tentate organiz-zazioni hanno avuto sempre in aiuto uomini e danaro russo. Non sappiamo poi dove questo comunismo nazionalista possa andare a trovare le basi su cui poggiare, basi che dovrebbero essere al-quanto diverse da quelle in-ternazionalistiche. «La Patria e un'invenzione borghese» — ha lasciato det-to Lenin e cid non puö far parte certamente delle fon-damenta su cui si puö co-struire un comunismo nazionalista. Sulla famiglia forse? Marx a questo proposito ha parla-to chiaro: «Su che oosa poggia la famiglia borghese? Sul capitale e sull'arricchi-mento privato». Forse sulla religione? «La religione e l'oppio dei popo-li» — ha predicato per lunghi anni il bolscevismo. E son venuti fuori i senza-dio. «Un Dio sedicente eterno! Una maschera per impaurire gli ingenui e per fare ingrassa-re i furbi». — Cosi s i gridö dalla Spagna di Negrin. E allora — si arriva aWul-tima domanda — per chi combattono i soldati russi? Perche a loro fu detto che bisognava invadere l'Europa per farne uno sterminato paradiso sovietico con tanti uomini dalle ca fene al pie-de, intenti a lavorare per la realizzazione 'di piani qua-driennali, quinquennali o centennali? Una solenne impostura, dunque, lo scioglimento del Komintern. Un'impostura come tante altre scaturita dalle menti malate di Roosevelt, Churchill e Stalin, al fine di dare ... un colpo mortale al-i'Asse. Ci piacerebbe sapere a questo proposito cosa ne pensano i banditi comunisti della Slovenia. Che cosa.di-ranno di babbo Stalin da ora in poi sul loro «Slovenski Poročevalec»? Come andrä a finire il progetto della crea^ zione del soviet sloveno in seno alla grande madre slava? E' una madre ben dege-nere questa Russia, pronta sempre a ripudiare i suoi parvöletti tanto Jedeli che lottano per lei contro la nostra barbarie. E il compagno Tito, discepolo della scuola famosa del Komintern, ove Im appreso tutti i segreti deU'arte di infinocchiare il prossimo, dovrä pur fare macchina indietro, ricredersi e ricominciare daccapo. Che brutto scherzo staliniano! Ma a Stalin gli sloveni uc-cisi dal banditi sui mattatoi del bosco (l'anno scorso in un solo bosco vennero tro-vati ben cinquecento cada-verij, i polacchi della fossa di Katyn, i rumeni della Bucovina e della Bessarabia, i lettoni, gli estoni, i lituani gridano vendetta. La maledizione pesa sul-1'ibrido connubio della de-mocrazia col bolscevismo. Verra senza dubbio un giorno in cui tutti i conti saran-no saldati sino all'ultimo centesimo, compresa la buf-lonesca parata del Komintern. Le «Superbombe» tedesche, i siluri dei sottomarini deli'Asse intanto mettono insieme le cifre e l'intelligenza romana e germanica grida sulie sporche faccie anglo-russo-americane: buf-foni, buffoni, buifoni. P. STUPIDARIO PARTIGIANO Illusioni atlantiche — Protezio-ni tipo Katyn? — Acquisti del contadino sovietico... Dallo «Slovenski Poročevalec»: * * * Sempre dallo stesso -«Slovenski Poročevalec» : ««... II terzo anno poi-ta inoltre al movimento nazional-liberatore nuove vittorie anche nella rottura e smascheramento del vile modo di fare dei mihajloviciani e del pi-ofugo govemo di Londra, dei bassi intrighi contro la lotta libe-ra trice dei popoli jugoslavi, degli inganni e truffe alVopinione pub-blica mondiale. La grande protet-trice dei popoli oppressi ma aman-ti della libertä e per la libertd dei popoli combattentt, la potente Unione Sovietica ha per prima ufficialmente svelato a tutto il mondo, tramite il suo rappresen-tante Majski, il compito di tradi-tore svolto dal glorioso ministro della guerra del profugo govemo Jugoslavo.» * * * Da un volantino comunista del-VOF rivolto ai contadini: «nll contadino russo ha combat-tuto per i suoi diritti e H ha anche acquistati combattendo. Oggi C felice e contento e čombatte con furore per la sua liberta che il tedesco gli vorrebbe rubare.*» DONARE Dal recente rapporto alle Fiduciarie dei Fasci femmi-nili tenuto dall'Eccellenza Scorza subito dopo il rapporto della dignitä, dell'onore e dell'intransigenza fascista alle Gerarchie nazionali e provinciali, la figura della donna fascista in generale, e della gerarca in particolar modo, e scaturita viva e circon-fusa di una cosi alta nobiltä, da dare a tutte noi, che abbiamo avuto I'onore di esse- re presenti, un senso di fie-rezza e di orgoglio che ri-marrä incancellabile nelle nostre anime. Rapporto chiaro, preciso, soffuso di alto ricohoscimen-to, aspro di realta dure ac-colte con animo virile da chi con animo virile affronta in tutte le ore della propria giornata, e tanto spesso anche della notte, lavoro, sa-crifici, rinuncie e pericoli d'ogni genere. Realta dure di fronte alle quali e balzata viva e luminosa la figura della Fiduciaria di una citta mutilata, la quale e rimasta imperterrita neU'infernale ro-vinio di tutte le cose la dove nessuno piu aveva avuto la forza ed il coraggio di rima-nere. Donare. La donna fascista veramente degna di questo nome e della sua divisa, oggi non chiede che di donare. Sa che nessuna missione e pill nobile ed alta e pura della sua e se ne fa una veste di impareggiabilebellezza da sfoggiare la dove piu difficile, pill delicato e talvolta pill angoscioso, la chiama quell'alto senso di umana solidarieta che indissolubil-mente la avvince a tutte le creature che soffrono e a tutti coloro i quali, con I'ine-sausta offerta del loro brac-cio o della loro vita, creano le premesse per I'immanca-bile Vittoria. Donare. All'infanzia che nei nidi, nelle colonie, nei centri di sfollamento tende le piccole braccia verso di lei col fi-dente abbandono di cui I'ha resa degna la sua inimitabile maternitä spirituale. Ai diseredati della fortuna, alle donne lavoratrici, alle famiglie dei combattenti, che in lei confidano e in lei cre-dono perche la sanno inter-prete insuperata e insupera-bile della stupenda dottrina del Duce, Ai soldati tutti: nei posti di Gonforto, negli ospedali militari, sui treni della Croce Rossa e spesso fra i reparti in armi, dove e accolta sempre con infinite amore poi-che in essa il soldato vede rispecchiata I'immagine cara di colei che, madre, sposa, o sorella, in una casa lonta-na gli custodisce il focolare, ara sicura di pace per la sua vita di domani. Donare. Raccolta in preghiera ac-canto alle tombe dei gloriosi Caduti, che le sue mani hanno adornato di fiori, fa suo I'orgoglio e sue le lagrime della madre lontana. Alle famiglie di coloro che, in purita di fede, hanno servito la Patria fino all'of-ferta del sangue, essa e vici-na con tale amore e con cosi sconfinata solidarieta che si tramutano certo in sicuro balsamo per il fierissimo e immenso patire di coloro ai quali I'attesa non sorride piii. Ai sinistrati delle citta martoriate sulle quali il ne-mico si accanisce con I'odio impotente e la ferocia bestia-le che I'hanno messo al ban-do, per tutti i secoli che ver-ranno, dal consorzio delle nazioni civili. A tutti quelli che lavorano, che creano, che credono, che lottano e che procedono per le aspre strade della vita sotto il peso di una croce che tan-to spesso essa fa sua, sempre soltanto la donna fascista non chiede che di donare. Onde bene le si addice quanto ebbe ad affermare nel suo rapporto I'Eccellenza Scorza: soltanto nel dopo-guerra, quando si fara il bi-lancio dell'attivita del Fasci femminili, si potra constatare quanto essa sia stata degna ed imponente. L'alto consenso, mentre remia I'appassionata, onesta ad impareggiabile operosita delle donne fasciste, le im-pegna nel modo piii catego-rico ad essere ora e sempre «la grande, la inesauribile riserva vitale e morale della Nazione». Ida De Vecchi Gutta cavat... cerebrum Recensfone Stavolta vogliamo proprio fare la recensione . . . all'in-telligenza partigiana che si rivela sempre piü di settimana in settimana. E' nato da quei cervelli un nuovo organo di propaganda antifascista, il «Bollettino radio». I banditi si rivolgono at-traverso questo nuovo libel-lo, ciclostilato come al solito, ai soldati italiani, ai quali chiedono la resa perche noi lascisti (brutaloni!) li rovi-, niamo, mentre Stalin, Churchill e Roosevelt li amano svisceratamente. Sapevamo di avere a che fare con gente che non ha ancora imparato a conoscer-ci se non attraverso le ba-toste che riceve, ma pensa-vamo che le ultime prove, quelle della Tunisia, dell'Ar-mata di Messe, Ii avessero fatti rinsavire. Invece niente. Duri come macigni a credere che Esercito, Regime, Popolo e Fascismo siano cose diverse per cui una disconosca I'altra, alio stesso modo in cui si ignoravano a vicenda nella ex Jugoslavia. E' fiato e carta sprecata, a testoni. I soldati d'ltalia da vol vogliono sentire una sola parola: vdam se (m'arren-do). * ORIZZONTI IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIFMIIIIIIIIIIIIIM Uno dei grandi «ideali» anglo-americani consiste nel-la rimozione delle bamere doganali. Questo ideale di marca ebraica, il secolo scor-so fe andato sotto il nome di liberismo e si 6 illustrate di inSigni nomi inglesi votatisi alia nobile missione di aprire i mercati alia produzione dei detentori delle materie prime. cio6 agli Lmperialisti anglo-sassoni. L'autarchiao autxxsufficien-za economica di tre grandi Paesi, Italia, Germania e Giappone, 6 stato un princi-pio nuovo Che, prima di essere di natura strettamente economica, ha un immenso va-lore politico e morale in quan-tochfe solo Chi fe autosuffi-ciente 6 veramente libero. Tale principio ha dato un col-po mortale non tanto all'eco-nomia inglese (noi slamo del parere che in questo mondo cl sia spazio per tutti) quan-to al principio politico del-rimperialismo inglese il quale nion ammette che alcuna po-benza europea bast! a se stes-sa, o possa condurre una poli tica del tutto autonoma, o aspiri a spazi vitali sia pure non compresi negli stermina-ti spazi dell'impero inglese. Tale essendo la concezione del pill ricco, 6 naturale che gll americani, eredi dei cu-gini inglesi, ribadiscano ora, per bocca di Summer Welles il pix)posito della rLmozione di tutte le barriere doganali nel dopoguerra. C'fe perö una diffei-enza: Che gli inglesi, con la loro tra-dizionale ipocrisia. amman-tavano col termine dilettoso di «liberismo» la sopraffazio-ne economica dei piccoli paesi che, privi di difese doganali, erano obbligati ad essere inondati dalla produzione anglo-sassone a datino della propria produzione agrlcola e industrdale; mentre gli americani hanno candidamente confessato, sempre per bocca dello stesso Summer, che il loro programma imperialisti-co puö essere detto, senza i veli deU'ipocrisia, «aggressio-ne economica». ■Gli americani, non si discu-te, sono piü sinceri. Perö di loro si dice che sono crudeli e stupidi; e ciö non puö condurre al dominio del mondo, neppure se la volonta di riu-scirci risulta sorretta dalla spinta dell'affarismo giudaico. ftnzl!... Stile Fascista 11 padre di un giovane legiona-rio conibattentc in questa zona (I'operazioni ha inviato al Coman-dante il Battaglione al quale ap-paitiene il figlio la seguente let-tera che, per nobiltä di sentimenti o.sprcssi e per stile fascista, puö esser presa ad esempio da quanti in queste ore grandi per la Patria non Rono completamente in linea con gli eventi. Faenza, % Maggio A'.Y/o Sigiior Comandante, voi vii pcrdonerete; sono lo sqiia-drisln Aiigusto Rossi, padre di Knrico, I'irregolare che e venutv iiiopivatamcnte al Vostro Batta-fllione. Quel mio caro ragazzo mi ha dato itn dispiaeere ed una con-solazione: desideravo che fosse cosl: impulsivo, dinamico, se oc-c.orre anche violento; ma soprat-t.nito che amasse la Patria. E nella Patria intendevo dire {•■he amasse il Duce. Qui stava bene, a lui non man-rava nulla: se avesae avuto desi-dcrio e voglia avrebbe anche po-t.uto studiare, ha voluto venire a mettersi a disposizionn del Fasci-smo, ha fatto bene. lo lo consegno a Voi, desidero che egli faccia il siio dovtere come to I'ho fatto sidle piazze, sidle Amhe e sulle Sierre. t! mio figlio. Travo qualche cosa di me stesso proiettato neUa no-hilf tnanifestazione del mioragaz-saccio nmpatico: anch'io sono scap- La nostra Aviazione fa buona guardia nel cieli, ovunque 11 nemico portl I'lnsldla del suo banditismo aereo CREDIAMO NEL DUCE La realta dolorosa della perdita di Tunisi e Biserta non ha piegato mlniniamente il nostro spirito, anche se il sacriflcio dei nostri fratelli d'arme, compiuto con gigan-tesco eroismo che non avra il suo crisma che attraverso la storia futura, ci ha per un istante stretto i I cuore in un'angoscia che e uniana per-che laggiii non v'era certezza di vittoria, ma solo ferma vo-lonta di resistere sino al-i'estrenio. Dall'uno all'altro capo della nostra penisola, pur bersa-gliata dall'odio feroce del brutale assassino anglosasso-ne, un grido si eleva al di sopra dell'urlo delle sirene e dello scoppio delle bombe e dei proiettili: -^Duce, quando noi abbianio abbracciato la 'I'ua causa abbianio giurato di cementai-e la nostra fede, se era necessario, col no-,lro san-gue. Disponi ancora d i noi come senipre: abbianio giu-ralo di resistere, e resistare-nio fino aH'ultinio, perchc sappianio che la Vittoria e nostra, sara nostra qualunque cosa accada.» La certezza del Duce, gri-data dal balcone di Palazzo Venezia come una sfida ai da tavolino ciancino alle no-stre spalle di territori per-duti, di posizioni «Vitalis ab-bandonate, di distruzioni ae-ree, di niezzi o uoniini cattu-rati dal nemico: sappiamo valutare appieno, senza ombra di allarmismo o plagnucolii pietistici, che cosa la guerra ci ha portato o ci portera ancora in avvenire, ma ricordiamo perfettamente — sempre — le parole del Duce «la fedo iiol Fascismo, la certezza ehe i saiiguinosi saerifici di que-sti tempi duri, saraimo coin-Ijonsati dalla Vittoria, se 5 vero, come e vero, che Iddio e giusto e I'ltalia immortale». ed esse apjjagano ogni nostra donianda. Qui, nella terra da ieri con-quistata alia Patria ed al f^a-scismo, uniti tutti contro la feroce barbarie del banditismo comunista, noi oggi, senz'onibra di scoraggiamen-tc, senza alcun treniore nelle mani J'erme airimpugnatura dei pugnali, teniamo alta la testa contro il subdolo sorriso di qualche illuso aspettan-te: . Stiano certi i nostri anii-ci, certissinii i nostri nemici, che ritalia, come non ha piegato a Caporetto, non pieghe-rä anche se dovessimo rima- in un decinio d i quelli die siamo. Non piegheremo mai, an- l^iifi.Lassi 2i T)&tsaglia pusi liani mi di dentro ed ai nere in metä, in un quarto, neniici di fuori, e la nostra. Come potremo mai noi, che r'.ianio all'oscuro di ogni piano, che vediamo solamente la .■^uperficie, dubitare un istante, un solo istante, della Vittoria, quando Egli, che ha nelle mani le nostre vite e ne sente — come ha sempre sen-tito — tutta la responsabilita enorme, ci parla con cosi decisa fermezza del nostro destino? Noi sappiamo che la paura non alberghera mai nei nostri cuorl, perche la nostra fede non muta e non puö nuitare con le alterne vicen-de d'una guerra, la cui Vittoria, per volonta divina ed uniana, sara riserbata solamente alle nostre anni. fi inutile, perfettamente inutile che i grandi strateghi che se dovessimo camminare sulla macerie delle nostre case, se dovessimo riparare dal-rintemperie sotto I'ultimo arco dei nostri storici palaz-zi. Non conl'ondano per vel-leita d'aspirazione insensata, alcuni nostri neniici, 1 po-chissimi traditori — piccoli o grandi — con I'intero popolo italiano: per essi, come e nel eoinandaniento del Capo, noi oggi o domani riserbiamo il piombo dei nostri fucili, dopo aver sparato fin la penultima nostra cartuccia contro i nemici di fuori, che hanno as-salito con la loro ^civilta;» la nostra civilta romana, giun-gendo perfino al criminoso gesto delle niatite e delle penne, giocattoli esplosivi per i nostri bambini, che nella loro santa innocenza pregano ogni sera per la pace di tutte le famiglie, nostre e neniiche. L'ultima cartuccia ed uno sputo per i traditori dell'in-temo. Alti, allora, sulle canne vuote dei nostri fucili sten-deremo al vento i nostri ves-silli e — lo crediamo sempre con iricrollabile certezza — su di essi frangera i suoi rag-gi il sole luminoso della nostra Vittoria, facendo risplen-clere — per sempre — il nome della nostra fede: Duce! Luciano Frassinelli hAEJAMORFOSl DI UNO P5EUDO STATO pato di c(is(i alia siui etrl per nn-tlure a Fiiime col Poeta. Ma pretendo faccia il suo do-vere. Tiitto, fino in fondo, a coslo d i nwrire: I'ho scritto anche a lui: preferisco saperlo viorto che mac-chiato d'infamia. Ma ž un ragazzo; fate di lui un uomo; i buono: plasmatelo e fate di lui un ardito. Restituitemi la salma di un Eroe piuttosto ehe I'anima infame di un vile. II Comando di Legione Vi scri-vera circa la posizione del mio fi-gliolo; egli desidera battersi. Lo faccia. lo non saprei che piangere sulla sua vigliaccheria. Vi faccio tanti auguri e Vi do-mando scusa della liberta che mi sono presa. Vostro Augusts Rossi A circa due anni dal crollo della Jugoslavia e possibile con.ita-tare come II sogno panserbo, s/o-clato nella nascita dello Stalo Serbo-Croato-Sloveno, non avesse alcuna posslbllila di conslslenza. Del resto era piü che naturale che dai trattatl di Versaglla uscisse un aborto, non uno Stalo. Ne laccla-mo l'esperienza, sicurJ che, senza una pace come quella, oggi tullo 11 mondo non si Iroverebbe coin-volto In un nuovo conllitto. Se la coslituzione dello Stato ju-goslavo era 11 naturale sloclare della poli Ilea del tre popoll inieressati (serbo, croato, sloveno), dopo soli venli anni di esistenza, questo pseudo Stato trino non sarebbe ve-nuto a Irovarsl in quella speciale crlsi che determinö II suo crollo; furono anni dl dissldi, di Intrlghi, di error! e di incomprenslone re-ciproca: anni di represslone di ogni sentimento nazlonale. Tentd allora II governo di dare una forma europea alio Stalo (e non si pud ne-gare che in parte, sla pure super-licialmente, cl sia rlusclto), ma furono semplicl forme, mentre lo spirito rimase sempre balcanico, clod ä sempre eilslito nella Jugoslavia il grande contrasto tra civiltä Orientale ed occldentale, o meglio, tra civiltä bizantina e civiltä latina. Gll uni (Croati, Slovenl, DalmatI) fervent! seguac! dell'altlvltä occl- dentale, gli altrl (Serbi) delVempi-rica attivilä Orientale. E' slato detto che chi e eccessi-vamenle oltimlsla ö un idiota e chi eccessivamente pesslmista un criminate: non vogliamo essere nd I'uno ne I'allro, ma vorremmo gludlcare la questlone fugoslava con som-na obbiettivilä. E' appunlo per questo che soffermandoci in partlco-lare modo sulla scissione polltlco-economica, o meglio ancora, sul radicalo antagonismo tra civiltä latina e quella orientate eslstenle nella Jugoslavia, non esageriamo, anzi in essa dovremmo trovare il substrato del crollo del 1941; anche perchd tutte le altre diversitä — siano quesle etniche, economiche, pollliche, religiose — sono ineren-li alio spiccalo contrasto Ira le due civiltä. I Serbi vogllono Im-porre quella orientate ai Croati, agli Slovenl, ai DalmatI senza com-prendere che quesle popolazioni — cresclute ed educate nel clima latino — hanno aspirazioni superio-ri alle loro. Malgrado tutto i noto come il laggruppamento di questi popoli fu piü volle lenlato; mancandone, perd, le basi, i lentatlvl compiull lallirono quasi sempre. I primi a pensare una simile unlone lurono i Croati, quando tentarono di far risorgere una nuova Wir la In base ai Programm! dl Luigl Gaj. Cor- reva allora per la Croazia, la Slovenia, la Dalmazia I'ldea della lor-mazione di una nuova lingua che unlsse le popolazioni croate, Slovene, dalmate, della Carlnzia, della Craina, dell'Istria; fij voleva ricoslruire I'llliria napoleonica lallita contemporaneamente alia dl-slatta di Waterloo. Cera il sentimento ma mancava completamente l azlone e I'Impresa lalll, essendo anche subenlrala ne! cap! — come e nolo — la sfiducia, allorche si accorsero di giovare con la loro opera all'azione panserba. Se nilirismo ebbe un elfimero risultato, altreltanto non fu per 11 panserbismo. Non e questo 11 ca-so d! voter ripetere i suoi principal! motivi di sviluppo e le principal! tappe della sua evoluzione, ormai note a tutti. A noi basta sa-pere che con mezzi piü o meno lecili i panserbi si immischiarono in ogni organizzazione, nel clero, negi! enti civil! e militari (ufficiali deU'esercito ne erano gli slessi capi). La forza ebbe i I sopra wen to e gli organizzati panserbi aumen-tarono: lu certamente un risultato caduco perche in questi elementi radunati a forza non poteva esl-stere quell'ideale essenziale per la condotta dei programmi predispo-sti; nella stessa cellula panserba si veniva cosliluendo la peste disgre-gatrice; ognuno anteponeva 1'inte-resse personale a quello nazlonale; i idea suprema per la quale si la-vorava veniva alterala; il bene si tramutava in male; la pace in guerra. S! giunse al triste fatto di Se-rajevo, primo passo panserbo verso un nuovo destino. 11 dado era tratto: dalla guerra e dalla sconlitta i Serb! avevano ollenuto una vittoria politica, ed il 20 luglio 1917, un anno prima che lerminasse il conflillo, lo Stato Serbo-Croato-Sloveno era vir-lualmente formalo. II fine princi-pale era raggiunto, ma si era alio status quo nell'interno. Non si poleva certamente pensare ad un risanamento delle due comunitä spiritual! con la creazione di uno Stato indlpendente, dato pol che i sol! indipendenti erano sempre i Serbi, mentre Croat! e Sloven! si Irovavano nelle medesime condl-zion! dell'anleguerra. E Radič e Korošec potevano acconlentars! di lasciare nelle mani di popoli oslili i loro compatriot!? Potevano sacrl-flcare tutti .gl! interessi, le tradi-zioni, la civiltä, la stessa indipen-denza de! loro paesi per soddisfare ! bisogni, anzi il superfiuo dei Serbi? Era logico che da questa situa-zione nascesse il boicotlaggio per lassemblea costituente e 1'unione di Radič e Korošec per la lotla comune. II vecchio Pašič, il faulore dello Slato jugoslavo, non era ancora riuscilo a trovare un quid di concreto che lunzionasse come anodi-no nelle radicate avversilä. E' noto come i suo! primi orientament! d! politica estera lavorevoll — spe-clalmente con !Italia — dovettero presto fallire essendo subordinati a! dissid! Interni; come la situazione, per nulla consolante, divenne ancor peggiore quando sorsero gravi dissid! anche con noi in merilo a question! riguardanti 1'Albania; come pure le sue dimissloni e ! sus-seguent! govern! d! Uzunovlč e Vukičevič non valsero a cambiare la posizione crilica in cui s! tro-vava la nazione. Sembra causare un collasso generale il colpo di Stalo del gennaio 1929 e I'inizlo della diltatura di Zivhovič. In questa occaslone sorgono ap-punto le squadre rivoluzlonarie ustascia capitanate da Ante Pa-vellč, provvisoriamente rifugiatos! in Italia per sluggire alia represslone serba. Allora non si poteva ancora pensare quale impcrtanza avrebbero avulo quesle squadre d'azione che Irovavano nell'allivilä coordinatore che facesse conver-gere verso un unlco fine tulta la produzione. Era sufllclente che un popolo del mosaico sj assumesse questo incarico; e chi piü dei Serbi poleva fare cid? Croati e Slo-veni, anche se I'avessero voluto, sarebbero stati ostacolati dalla rea-zione dei Serbi, 1 quail avevano sempre tentalo di lar prevalere la loro civiltä; noi conosciamo il dan-no che reed tale politica nell'eco-nomla jugoslava H cui defecit in quegli ann! fu enorme. La vita di questo pseudo Stato, che fino al crollo definltlvo s! pro-trae sempre nell'orblta delllnllus-so francese, lascia continue que-stionl insolule, per cui le novanla probabllltä su cento della sua esistenza formulate nel 1918 riman-gono tall anche nel 1939 quando viene stipulalo H caduco accordo tra Serb! e Croati all'ombra dello scoppio dell'altuale conflltto mon-dlale. In merilo a questo accordo not conosciamo il pensiero di Maček che documenta la vera situazione eslstenle tra Serbi e Croati, la quale pol non e allro che un rl-llesso di circa vent i anni di governo panserbo: «S! era pensalo in un primo tempo d! trovare una definitiva soluzione della questlone croala, ma non d stato possibile per divergenze d! vedute. Ab-biamo cosl atluato una parte del noslro programma ... mentre ab-biamo rimandato ad allro tempo quella parte del programma massimo che non era possibile atluare senza insanabile dißsldio,» Se nel piü saldo accordo si era giunto a questo, appare chiaro quale avrebbe dovuto essere la situazione in caso contrario. Come Maček e ! suo! contadin! non erano soddisfat-II di tale accordo, altreltanto non lo erano ! Serb! ai quail sembrava di aver agilo con eccessiva gene-rositä. Era la lotta tra due civiltä, delle quali una non poteva perire per I'intrinseca forza spiriluale, I'allra non poteva avere il sopravvento per Inleriorilä. In parte I'anlago-nismo avrebbe potuto essere risol- 10 con I'ottlma politica del reggen-te principe Paolo, il quale mlrava ad una intesa con le polenze del-I'Asse e con I'Ungheria, slcuro che questa tendenza avrebbe giovato enormemente al paese. L'invlto e I'adeslone al Patto Tri-partito avrebbe dovuto rappresen-lare lo sfoclo dell'attivitä del principe Paolo, ma all'indomani della firma dei protocolli di Vienna, al loro ritorno, ! plenipolenziari ve-nivano arreslali ed il governo su-biva una ennesima trasformazlone. 11 volto della Jugoslavia si era manilestato anche questa volta, smentendo quelle poche alferma-zioni di popolo veramente europeo che erano state dale negli anni della reggenza del principe Paolo. II mosaico era sempre spinto dal-yinflusso francese e dalle sue mire espansionisliche. Se fosse stato possibile lo sviluppo della Iraglca commedia jugoslava, dove sarebbero arrivati I Serbi? L'adesione al Patto Tripartilo metleva la Jugoslavia nella possibilitä di soddisfare I suoi bisogni vitali: questa azione di politica estera probabll-mente non soddlsfaceva tutti i des/der/ panserbi. Che occorreva allora: forse Zara, Flume... e perchi no. Pola e Trieste? Senza tema dl smentita oggi si pud fare un pa-rallelo degll IntentI panserbi e bolscevici. Sono, questi, giorni di terrore — come tutl! sanno — per I nostri compatriot!; ö perö sangue non inulilmente versalo perche serve a consacrare 1 nostri diritli su quel territori dalmali, ricollegati alia Madrepalria con I'azione militate del 1941, che ha poslo termine al monumenlo mosaico. Nala da una guerra, retia con lasclsta il primo modello; era tut- „„-^g espansionisliche superior! alia lavia sullicienle I'indomila volonlä d! Pavelič per trascinare quest! organizzati verso la loro meta. Certamente al momenta opporluno esse sarebbero enlrale In campo; I'occaslone proplzia si sarebbe fa-ciimente presentala data I'incapa-cilä serba di applanare la reclpro-ca avverslta, forse anche per eccessiva intransigenza verso 1 loro programmi panserbi. Lo stesso dislivello economico rimase un problema Insoluto in Jugoslavia, appunlo perche mancd quel cenlro r " sua porlala, la Jugoslavia ha dovuto cadere al primo urlo, I'urto che collauda la saldezza, la lorza morale, la voiornc'i di vita di u:t popolo: la guerra, Pino Vignali CAPT£- DA GIUOCO^ MON Dl ALE.:" DstLtuto d L dtadito ^at domtnatLcio . Sjilutava, al mattino, tutti i compagni di ca-inerata, abbracciava i piü cari e cominciava il viaggio. Pian l)iano, centimetro per centi-metro si gustava le matlonelle bianche ed il soffitto di calce. Xtlla sua fantasia avvizzita (ma e proprio il caso di chiamarla cosi?) in ogni metro c'erano lanti e tanti chilometri. I compagni che lo avevano salutalo si affacciavano tutti In fondo, anche se vecchi, (liiesti personaggi di una sta-luaria bizantina sono uomini; 0 meglio uomini e donne, giac-che neirOspizio si aggirano IKjggiate al bastone donne dai capelli color neve. nascono di tanto in tanto amori di una passione fortis-sinia. Ujiica diversity con i normali: manca il chiaro di luna. Manca artificiosamente, perchö prima che il satellite possa spuntare in cielo sorge Tora di andare a letto e i corridoi dell'Ospizio si vuotano. Ogni anno si verificano di questi casi; la co])pia che, uni-ta, rasenta il doppio secolo, sta tiitto il giorno a guardarsi, gli occhi negli occhi. Poi lui, piü coraggioso, chiede alia superio-ra il |)ermess<) di fidanzarsi. .Via non si va piii oltre. Dopo 1 I Fidanzamento alcuni vogliono le nozze. Le buone suore accon-sentono dilazionando di qual-che mese la data. I due vivran-no sul proprio sogno di adolescenti fiduciosi. Finche la legge della vita non avrii il sopravvento tron-cando {'ultimo idillio. Non stre-jiiti, non pianto: qui tutto passa come filtrato da un silenzia-tore invisibile, fermato nelle oscillazioni da un freno potente. Se esistesse una macchina l)er calcolare in lunghezza di onde le passioni umane, qui 1 alia [wrta per vederlo scompa- diagranuni sarebbero brevissi-rire, dojK) nn'ora, alia prima mi. Dalla gioia al dolore non Io mi ricordo di certe sere lontane della mia fanciullez-za, passate sulla spiaygia dello Jonio, quando la lima d'agosto si alzava lenta sul mare e pareva che qualcuno la sollevasse, la sui monti di Calabria. Le barche avevano giä preso il largo, streite nelle bianche vele latine, e zigzagavano sulle spume al soffio di un vent o fresco di greco. Gli uomini andavano alia pesca del tonno; le donne rimanevano sulla spiag-gia, a sedere sulla rena mor-bida, biascicando qualche preghiera perche la Madonna mandasse il tonno al proprio uomo. Noi fanciulli si stava cheti, intimiditi dal gran silenzio che era improv-visamente succeduto al ru-morio di poco prima, per la partenza delle barche. Cessa-vano i giochi con la sabbia, con le pietruzze colorate e si seguivano ad occhi spalanca-ti le ultime vele che andavano scomparendo sul mare, dove c'erano i tonni e si guadagnavano tanti soldi, se la Madonna mandava la prov-videnza. Solo qualcuno dei piü piccolini continuava serio il sua gioco, battendo I'una contro I'altra due pie-tre bianche e gettando uno strillo di contento ogni volta che riusciva a sprizzarne una scintilla. Mano a mano che la sera s'inoltrava, il silenzio si fcu-ceva piii grande. La luna, sa-lendo alia, sbiancava il tur-chino cupo del cielo, illimpi-diva il profilo dell'Etna, la cresta, bassa sul mure, del capo di Taormina. Solo le acque avevano una misterio-sa animazione, gorgogliava-no, si sfrangiavano contro la riva, biancheggiando di spu-ma nella scia luminosa che la luna tracciava sul mare, come Un solco ondoso. — ž I'ora della corrente — dicevano le donne, segnando- curva del corridoio. Allora le dieci berrette bianche si riti-ravano all'uscio della came- piatto, ugnale, Questa gente ha la medesima retta e cominciavano a parlare espressione, sia che giochi a di quel viaggio come se fosse carte sia che litighi. Ma forse ci sono quasi scosse: tutto e si; — Maria Vergine che sal- vi i nostri uomini. La corrente veniva dallo Stretto ed era di solito poco rapida; ma talvolta poteva essere anche cattiva, e si rac-contava di una barca che una volta non era nuscita a ri-montarla. I pescatori voga-vano vogavano, ma la corrente li trascinava via, sempre piü lontano, verso il mare aperto, dove non ci sono spiagge ne case degli uomini. E poi non se n'era saputo piü nulla. Qualche bambino poggiava la testa sul grembo della ma-dre, vinto dal sonno. I piü grandicelli stavano ad ascol-tare le storie meravigliose che nonna Lia raccontava per ingannare I'attesa, prima che le barche tornassero dalla pesca. «... il principe veniva di lontano, su una barca grande grande, piii grande di un tre albert, di queUe che si chiarmno vapori e cammina-no senza remi e senza vento. Era vestito di seta e di pie-tre preziose ed era hello come il sole. Quando scese sulla spiaggia e vide Catena, affacciata alia finestra tra due graste di basilico, bianca e rosa come una mela grana^ ta, se ne innamord subito forte e la chiese in isposa... e poi la porto via sulla barca grande, di la dal mare ...» Io stavo sdraiato col dorso sulla rena liscia e minuta, le mani incrociate sotto la nu-ca. Inseguivo affasdnato la luna, che si alzava sempre nel cielo, e le parole del rac-conto mi filtravano come da un magico mondo lontano, in-sieme con I'acuto profumo dei limoneti che nereggiavano fin presso la riva. Rosa era accanto a me, cheta cheta, ed anch'ella guardava la lur-na. Forse sognava un principe bello come il sole, che ve-nisse di la dal mare e la portasse con se, sulla barca grande che cammina senza vento e senza remi. Una sera le dissi che, quando sarei stato grande, I'avrei rubata a sua madre e I'avrei porta-ta con me lontano, piü lontano di dove si pescano i tonni. Ella sollevd vivamente la testa, guardandomi a lungo; ed io sentivo, nel buio, i suoi C'e un'iimile poesia nel volte degli uomini semplici. Qualcosa che innalza loro e fa timoroso te; qualcosa che quasi ti abbassa e ti fa senti-re meschino. la stessa loro umilta, quella che li innalza ai tuoi occhi, quella sempli-cita buona che ti fa sentii-e un rispetto strano anche quando non ti guardano in faccia, ma ti passano vicino soltanto; quando li vedi camminare un po' assorti, un po' distratti, con in capo un cappello logoro e fuori moda e una boi-sa sdrucita sotto il braccio. Sono quegli uomini che si confondono con la folia: quelli che vi nascondono un volto buono, un'anima mite e un'esistenza plena di punte aguzze e di macera-zioni. Sono quegli uomini che, entrando in un ufficio, si sen-tono paralizzati dalla vista della dattilografa dipinta e audace. E restano li, con in mano il cappello che si sono tolti in modo maldestro, pren-dendolo dal dietro della tesa; 6 lo cincischiano fra le mani, e non sanno piii dove mattere e mani e cappello. E la dattilografa truccatissima ma-gari li tratta male e li lascia li, in piedi, per un'ora intera. Ed essi tacciono. Perche hanno sempre taciuto. Taciu-to di fronte al capufficio, taciuto di fronte alia moglie bisbetica, taciuto con la loro stessa anima, che non e fatta per i problemi. Come con la dattilografa dipinta. E c'e una poesia strana anche in questa loro attesa di fronte alia vita. In questa rassegnazione dolce mansue-ta, che non e sempre vigliac-cheria. occhi neri fissi su di me che mi davano un certo malesse-re. Poi mi pizzicd forte su un braccio e si voltd daU'al-tra parte. Ricordo che poi, ogni volta che mi vedeva, mi guardava sempre in un certo modo strano ed io provavo sempre una sorta di malesse-re, tra piacevole e doloroso. Ora Rosa ha sposato un frut-tarolo ed ha due bambini; ed io continuo a girare disincan-tato per il mondo grande, aggrappato al ricordo di queC la spiaggia sullo Jonio, per non desiderare di morire. La pesca durava da tre a quattr'ore. Un Ueve assopi-mento si insinuava a poco a poco in tutti noi; il favolare languiva in piccoli sbadigli stiracchiati, mentre il coro dei gnlli, levatosi timidmnen-te da poco, acquistava un'in-tonazione piena e concorde, era il motivo dominante nella notte. Ci si accorgeva solo allora che il tempo diventava fresco; le donne si accomo-davano meglio il fazzoletto di velo sul capo ed intrecciava-no le mani sotto il grembiule; noi fanciulli ritiravamo le gambe sullo stomaco e na-scondevamo la testa nelle ampie vesti delle nostre ma-dri. Si stava cosi per un pez-zo, in un piacevole dormive-glia brividente; ed i grilU cantavano ed il mare mor-morava la sua nenia dolce e le stelle pallida percorrevano lentamente le strade del cielo. Poi le barche toi-navano. Nel raggio della luna era possibile distinguerle mentre si avvicinavano alia riva, pe-santi e tarde o snelle e ve-loci, secondo che il pesce si era lasciato prendere o meno. Allora tutta la spiaggia Si animava, era un siisseguir-si di voci, di richiami, di gri-da festose, di bestemmie. Ed in mezzo a tanto chiasso i tonni se ne stavano immoti sulla rena col grosso muso di bestioni ammansiti. Carmelo Briguglio E quanti ne vedi, quanti ne avvicini, di questi volti senza colore che sono- la folia, questa massa grigia che nei giorni di pioggia si con-I'onde con la pioggia e nei giorni di sole con I'intonaco dei muri. Sono senza colore, senza slanci. Hanno atteso soltanto e hanno gioito solo quando hanno avuto fra le mani, ben vivo, I'oggetto di quella gioia. E nemmeno tu li guardi, perche non ti dicono nulla. Perche ti sfiorano appena, passandoti vicino, con la bor-sa sdrucita che hanno sotto il braccio. Non si fanno sen-tire nemmeno. Pure, quando te 11 trovi di fronte, ci resti un po' male. Pieta, prima, e rispetto, poi. E sei tu che ti sent i meschino. Tu, con tutte le tue ansie, le tue ambizioni, i tuoi sogni che non ti danno pace. E ti vien fatto di pensare che son loro i saggi della vita, e tu I'esaltato, il sofferente. E allora guardi in una di quelle facce senza colore, senza impronte di decisioni di-sperate, e quanto vi leggi ti lascia perplesso e leggemien-te invidioso. Sono gli esseri semi)lici, gii esseri comuni. Quelli che tu chiami «mediocri», atteg-giando le labbra ad una smorfia di disprezzo. Perche sono la folla, e tu sei convin-to di essere al di sopra, in-finitamente al di sopra di loro. E invece i tuoi sogni sono una sciočca cosa, e te ne accorgi. E ti sem>brano allu-cinazioni febbrili di unamen-te malata; ti sembra di essere un po' come l'asino, al quale appendono davanti al muso, per farlo correre, un sacco d'erba fresca. E ti viene sjwntaneo un sorriso. Un sorriso per quella tua immagine buffa, col sacco d'erba fresca che ti fanno pendere davanti al muso per farti correre. E la faccia inespressiva degli uomini semplici, degli uomini grigi, ti dice un'infi-nitä di cose. Ti dice una vita tormentata e una vita piana. Una vita con molte curve brusche e prese con molta calma, con ogni pacatezza. Ti dice un'attesa che dura una vita. E gli occhi scialbi ti rive-lano profondita infinite di umilta e tesori nascosti di pazienza. Poi hai vergogna, quasi, di questa tua ammirazione; e ti scuoti; e impi-echi che no, perdio!, che quella e vigliac-cheria; che I'odor della pol-vere, I'odor della lotta e ine-briante; che la lotta e vita. Tu sei I'aquila che vola in cieli altissimi. E sei forte e potente. _ Ma poi, quando le spalle non reggono il peso, ti vien sii amaro, in bwca, un goc-cio di fiele. E ti senti per-sino un po' ridicolo, di fronte a loro. Perche, in fondo, essi hanno una cosa che tu non avrai mai. Hanno il segreto dell'at-tesa. E tu non saprai attendere mai. Neanche un minuto, di fronte ai milioni di minuti della tua vita. E qualche volta saper attendere un minuto, potra essere una chiave di vitto-ria. Ma tu non sai. Ed essi sanno. Anche se a loro, in fondo, non serve a niente. Ma essi sono la folia. E tu sei I'aquila che vola in cieli altissimi. Tu voli e ti affatichi. Essi attendono. Attendono. E nei giomi di pioggia si confondono con la pioggia. E nei giorni di sole, con I'intonaco dei muri. Magda Maldini r ^ = m Hll G DE OVENTU ITALIANA LITTORIO Dl LUBIANA RITROVO FEMMINILE DELL4 G. 1.1.1. La vasla opera di educazione e di rinnovamento affidata alia Gil assume nel settore femmin'le una notevole importanza perche diret-la ad orientare le future spose e lc future madri di questa genera-/ione in armi che, appunto in vir-lu del suo eroismo, vedra sorgere I'aurora che darä ai nostri cuori anelanti la pace con giuslizla cosi ■I lungo sospirata. Fin dai primi anni della nascen-le Roma la donna assume la tutela aella casa e, nel focolare domesti-co, il luogo di massimo raccogli-niento, mantiene acceso il fuoco sacro e celebra i riti propiziatori alle divinitä tutelari della famiglia. Da quei tempi la parola iocola-re ha conservato il significato di centro che attrae e raduna santa-mente i figliuoli intorno alia ma-dre: il fuoco sacro non se mai spento e la donna e stata elevata a simbolo purissimo di ardore e di [ireghiera, di amore e di fede. Tali i -precedenti della donna italiana, destinata, nell'ora che volge, a recare un palpito ardeii-te di luce e di fede in seno alia travagliata esislenza umana. E le nostre giovinette, come trasfigurate, accorrono volontarie di posti di lavoro e di responsa-bilita lasciati dai compagni di scuola e di vita. Premurose e si-lenziose sostituiscono i corabatten-ti di questo conflitto immane, nei piii svariati impieghi, dove sanno di non dover rimanere, perche dal destino attratte altrove, e precisa-inente al loro regno di origine, nel sacrario del focolare domestico. Un senso di pia riconoscenza pervade i nostri cuori al cospetto di queste eroine sconosciute che si accostano ai feriti ed ai malati, che sanno trovare per tutti una parola buona e rasserenatrice, che assolvono i piu umili impieghi, che si cimentano in prove durissime, sempre col sorriso sulle labbra e con la luce dell'anima riflessa nel-le pupille serene. La missione di guerra che com-piono le giovinette italiane ha toc-cato il vertice delle umane possi-bilita, lasciati dai compagni di aver saputo accendere nei loro cuori un cosi elevato senso di comprensione e di amore. Ben a ragione le folle rimango-no ammirate di fronte al meravi-glioso comportamento delle masse giovanili intente alle competizioni agonali, nei ludi dell'arte, del pen-siero e dello sport, nelle prove di ginnastica, nelle gare del lavoro. Nel programma tracciato dalla Gil I'esercizio del corpo e quello dalla mente procede con ritmo cadenzato e costante. Esse confe-risce alia gioventii femminile il senso compiuto della grazia e del-la bellezza. Con siffatta educazione gli animi si trasformano, le virtu si subblimano, la fede s'in-gigantisce; quella fede soprattutto che ravviva i cuori ed eleva I'umanita. Una delle palestre di operosita e di virtii dove le giovanette no-bilitano il proprio intelletto c si elevano in un mondo superiore di fede e di poesia t- stata" creata in Lubiana, a somiglianza di quelli esistenti in tutte le citta e nelle locality minori d'ltalia. II Ritrovo Giovanile di Lubiana Irovasi presso il noto Parco di Tivoli, nella vasta area antistante alia sede del Comando F< rale, compresa tra Viale Vittorio Ema-nuele III e Via Tomanova. L'edificio, appositamente creato, risponde a tutti i requisiti deside-rati di decoro, igiene e praticita. Dall'ampio piazzale che lo circon-da si accede nel salone delle adu-nate, sobriamente arredato ed af-Irescato. Ivi si fanno esercitazioni di canto e di musica, di ritmica e di danze, di ginnastica colletti-va e di saggi coreografici. Dalla sala si entra nelle aule attigue ove si svolgono corsi di economia domestica, di taglio, di cucito, di maglieria, di ricamo. Vi si apprende pure I'arte di preparare vivande e di presentare i cibi a tavola, di confezionare abiti e capi di biancheria, di av-viarsi ai lavori piti semplici e d uso piii comune. Consistono, detti lavori, in bor-sette, scarpe, cappelli, cinture, ot-lenute intrecciando striscioline di carta di vario colore, nella piu stretta aderenza alle necessilä ag-tarchiche suggerite dall'attuale sta-to di guerra. In tal modo le giovanette s'iniziano al sano e tradizio-nale artigianato che, mentre da modo di lavorare e produrre, affina il senso della femminilita c dell'amore per le virtu domestiche. Opportunamente vengono alternate le occupazioni della menle con diversivi fisici e con attrazio-ni ricreative. Si passa cosi dai lavori di cucito e di rammendo, di maglieria e di ricamo, di economia e di cucina ai giuochi dell« pallacorda, della pallavolo, della pallacanestro, agli esercizi di atle tica leggera, di pattinaggio sul gh"accio, di sei, di danze classiche, alle escursioni ed alle rappresen-tazioni marionettistiche e teatrali. alle conferenze od alle audizioni radiofoniche. In tal modo le nostre giovanette completano la loro educazione e perfezionano le doti di laboriosita e di grazia mentre traggono dal-I'esempio costante e premuroso delle insegnanti l incitamento ne-cessario per proseguire nei lavori preferiti e prepararsi con maggiore sollecitudine ai futuri doveri di spose, di madri e di cittadine. Luigi lez(i I»irettore ilf «CJIovpntft T,iil)iiiii('M' Sotto la guida esperta delle insegnanti le giovani della Gill si preparano serenamente alia vita familiare di domani Sensibilita e folclorismo nella Slovenia IL CONCORSO DI CANTO CORALE IN LUBIANA 11 Cinema «Malica», addobbalo a testa, ha ollerlo uno spellacolo veramente interessante. Si sono ivi susseguite con pun-lualita ammirevole i complessi coro// delle scuole del Capoluogo, e precisamente ven Ii scuole popola-ri, nave scuole civlche e nove scuole deli'ordine medio, dal 25 al 28 maggio, con un totale di circa duemila alun«i. Hanno presenzlato le gare il Se-gretario Federale con il Vice Co-mandarite e la Fiduclaria Provinciate della G. I. L. L, mentre un'apposita commissione di esperti ha giudicato i singoli complessi. L'iniziativa di immettere in una nobile competizione le diverse cuole, nell'intento dl elevare il gusto estetico del giovani e di ravvivare il patrimonlo lolcloristico di questa Provincia, e dovuta al I'Alto Commissariato. Alia Gioventii del Littorlo di Lubiana ne e stata aflidala I'esecuzione. Alle gare si sono particolarmente appassionate le masse giovanili, che nel canto trovano la piii ge-nuina espressione del loro senti-mento; esse hanno pure attratto sensibilmente i dirigenti e glin-segnanti consapevoli dellinlluen-za che pud esercitare il canto nel campo della lormazione spirituale e intellettuale del giovani. L'Ordinanza deU'Alto Commissariato, che ha dettato le modalita circa lo svolgimento del concorso, la menzione di un segno tangibile d'incoraggiamento alle scuole che hanno dalo maggiore apporto al-riniziativa, specilicando che ver-ranno assegnati diplomi e somme alle prime classilicate. La G. I. L. L. ha aggiunto premi in danaro agl'insegnanti organizzatori dei complessi classilicati Ira i primi tre nelle tre diverse categoric di scuole. Ne daremo prossimamente i ri-sultali. SVOLGIMENTO DELLE GARE Vogliamo in tan to soff er marci su queste interessanli gare. I singoli complessi, senza alcuna distinzione, si sono presentali veramente preparati. Ci rendiamo conto del lavoro di tale preparazione, specialmente da parle dei rispettivl maestri islrut-lori, dalla scelta dei saggi alia selezione degli elementi piii /done/, dalla fusione delle vod alia interpretazlane del soggetlo che spesso ha fatto vibrare 11 cuore degli spettalori. Molto curalo anche lo stile: compostezza, ordine, comprensione costituivano la dominante di cia-scun complesso corale. Spesso i movimenti di raggrup-pamento, di saluto, di uscila, si succedevano con compostezza e lempestivila, senza comandi, senza un richiamo, senza nessun segno di incerlezza o di smarrimento. Passiamo a qualche particoiare. II primo complesso che s'e presen lato alia prova apparteneva alia Scuola lemminile privala «Lichtenturn». Suor Milena Grašič e andata alia ribal la con cinquanta al-lleve, credo le piii piccole di quan-te ne abbiamo visto in tale occa-sione. Costituivano il programma: «Gi-rotondo», «I bucaneve» e «Dove sono i miei fioreNini», canzoni di squisito gusto artislico, semplici e delicate, un vero fascio di fiorel-lini colli nella serra inesauribile della piii alala fantasia popolare slovena. Segue la Scuola popolare maschile di Via Cojzova, con le com-posizioni: «La nolle di Natale», «II mio babbo ed i suo/ due caval-li», «La primavera» e «La canzone di S. Giorgio». Maestro diretlore dei cori Vitlorio Pirnat. I cori hanno sfumature lenui, i molivi si succedono con intervalu riposanti che sembrano sospiri e si intrec-ciano gioiosi e tintinnanti, e le vod, fuse nel piii melodioso ac-cento, si allernano con chiari e scuri pleni di dolcezza e di grazia pari a zampilli d'acqua sfavil-lanti al sole d'oro, ora conlratU Ira viuzze anguste, ora riecheg-gianti di sinionie arcane. Citiamo pure la Scuola popolare mista di «Vič» che presenta «Mat-tinala» e «Gioia di primavera». Anche qui il maestro Henrik Par lernosi specialmente nella interpretazlane di «Glola di primavera» riesce a fondere con incompara-biie beUezza le vod argentine Nelle adunate, per-fettamente inquadra-ti e marcianti al rullo dei tamburi, i giovani della GILL di Lubiana dimostrano la disciplina che Ii ani-ma, nell'obbedienza al comandamento guerriero del Duce. Finale dei Ludi Juveniles dello Sport Lo Stadio di via Vodovodna, pavesato di perinoni e di tri-colori, ha visto raccolta, in un chma di incontenibile entu-siasmo, la fresca gioventü lu-bianese. Le ample gradinate erano gremite di alunnl e di insegnanti delle singole scuole che a mezzo dei primi classifi-cati partecipavano alia deci.siva competizione delle finali le cui eliminatorie si svolsero durante la prima quindicina del mese di maggio. In tutto centoventi atleti, delluno e dell'altro sesso, che si contendevano Tambito titolo di «Campione Juveniles di specia-litä» per il corrente anno sco-lastico. Molto affollata anche la tribuna delle autorita. A ricevere le autorita era il Vicecoman-dante Cassani con il Capo della Segreteria Federale, mentre lungo tutto il percorso dello Stadio alcuni Gerarchi della GILL re-golavano Tafflusso delle rispet-tive rappresentanze nei settori a ciascuna assegnato. L'AIto Commissario präsente alle gare L'Eccellenza I'Alto Commissario presenziava le gare. Assi-stevano - il Generale Ruggero anche in rappresentante dell Eccellenza Gambara, il Segre-tario Federate Orlandini e il Vice Federale Capurso, il rappresentante del Vescovo, il Generale Comandante I'Artiglieria del Corpo d'Aiinata, il Questore e il Vice Questore, il Podesta e il Commissario Scolastico, molti ufficiali e capi d'istltuto locali. Gli atleti finalisti, con alcmii reparti di Balilla moschettieri e tambm-ini, schierati nella parte antistante del campo, rendeva^ no gli onori alle Autorita inter-venute. Svolgimento delle gare Le gare s'iniziano col suggestive rito dell'alza-bandiera. Man mano che una gara veniva ef-fettuata, i component! della i:i-spettiva giuria facevano avan-zare i tre primi arrivati per la presentazione alle Autorita. Essi salivano il podio d'onore eretto all'altezza della bandiera salu-tando romanamente. Ognuno indossava la maglia dal colore della scuola a cul apparteneva. Nello stesso tempo, al rullo del tamburi, veniva issata, In fondo al campo, la bandiera dell'istl-tuto prlmo classlflcato. della sua eletta schiera di piccoli cantori. Affiora nel canto pieno di nostalgia e di tormenio il richiamo accorato dell'uomo preso dal mal sollile, che in primavera, quando la natura rifiorisce e I'a vita rinasce, atlende, ormai ras-segnalo al suo destino, che la falce gelida della morte lo port! alia sepollura. II molivo Irae origine dalla Car-niola Bianca, ma rivive in tutta la Slovenia, e si rinnova ad ogni ri-torno della dolce slagione in un'appassionato danza, nei prati in fiore. Procedono con tali propositi tutti gli altri complessi corali che in questo secondo anno di prova si sono maggiormente rivelati ed hanno confermala la simpatia dominante per le canzoni ed i motivi popolari, espressione viva e pura di questa pensosa genie slovena. luigi lezzi IMrcltnrp ill «Olovpntfi I.iiliiuncsiM Le gare hanno prosegulto con ritmo impeccabile, secondo il programma fissato, dando luogo a prolungati applausi all indiriz-zo dei vincitorl il cul nome veniva di volta in volta annunzla-to a mezzo di altoparlanti, in italiano e sloveno. Lacerimonia, Che tanto Interesse ha destato soprattutto tra la massa giovanile, ha avuto termine con I'am-malna-bandlera. FINALI 100 METRI CATEGORIA A. MASCHILE 1" Mihelčlč Franc — 2 Glnna-sio Reale maschile — 12" 2" Zupančič Janez — 1 Ginna-sio Reale maschile — 12"3 3" Sajovic Ferdo — Scuola Media Tecnica — 12"3 4" Mihelič Gabrijel — Scuola Media Tecnica •5" Erznožnik Ivan — 2 Ginna- slo Reale maschile 6" Žužek Ivan — Glnnasio Classlco FINALI 50 METRI CATEGORIA C. FEMMINILE 1" Merale Marija — Scuola Magisti-ale — 7"2 2" Kulovec Darinka — Acca- demia Commercio — 7"8 3" Debeljak Milena— l Gmna-slo Reale femminile — 7"8 4" Iglič Ana — Accademla Commercio 5» Böhm Mai'lja — Biennale Commercio 6" Vuk Brmia — Biennale Commercio FINALI 80 METRI CATEGORIA B. MASCHILE 1" Sebenik Franc — 1 Glnnasio Reale maschile — 10"4 2" Serinl Artur — 3 Glnnasio Reale maschile — 10"4 3« Brlcelj Metod — 4 Glnnasio Reale maschile — 10"6 4'» Kai-nlčnik Marko — 1 Glnnasio Reale maschile 5» Simončlč Josip — 2 Glnnasio Reale maschile 6" 2orž Stanislav — 2 Glnnasio Reale maschile PINALI 50 METRI CATEGORIA D. FEMMINILE 1" Ful-lan Jakobina — 3 S. Ci- vlca Mista — 7"9 2» Dlmlc Sava — 1 S. Civlca Femminile — 8"1 3» Grafenauer Nada —2 S. Ci- vica Femminile — 8"3 4» Repak Slava — l Ginnaslo R. Femminile 5" Köhler Marjana — 2 Ginnaslo R. Femminile 6" Oblak Ivana — 2 Ginnaslo R. Femminile FINALI 400 METRI CATEGORIA A. MASCHILE 1» Kadunc Albino — 1 Ginnaslo Reale Maschile — 56"3 2" Vevar Stanislav—1 Ginnaslo Reale MaschUe — 57"8 3" Vlrand Branko — Glnnasio Classlco — 58"1 4" Sedej Zoran — Ginnaslo Classlco 5" čonč Marljan — Scuola Magistrale 6" Potočnik Anton — 3 Glnnasio ,R. Maschile FINALI 100 METRI CATEGORIA C. FEMMINILE 1» Sešek Ellca — Biennale di Commercio — 14"9 2« Hvale Joža — S. Industriale Femminile — 15" 3" Kovač Mai-ija — Scuola Magistrale — 15" 1 4" Strgar Silvana — Biennale dl Commercio 5» Rahne Cecilija — Scuola Magistrale 6" Dermelj Jožefa — 2 Glnnasio R. Femminile FINALI 200 METRI CATEGORIA B. MASCHILE 1" Serinl Artur — 3 Glnnasio R. Maschile — 26"9 2' Kolesa Alojzij — 3 S. Civica Mlsta — 27 3" Leves Stane — 3 S. Clvlca Mlsta — 27"1 4" ScnegačnikMarijan—1 Ginnaslo R. Maschile 5" Vovken Eugenlo — Ginnaslo Classico 6" Potočnik Miro — 2 Ginnaslo R. Maschile FINALI 80 METRI CATEGORIA D. FEMMINILE 1" Vardjan Milica — 2 Glnnasio R. Femminile — 12"4 2" Lovšin Olga — 2 S. Civica Femmmile — 12"5 3" Kavčnlk Milena — 1 S. Civica Mlsta — 12"5 4" Goršič Tatjana — 2 S. Civica Femminile 5" R^potnlk Marija — 2 Ginnaslo R. Femminile 6" Dremelj Gabrijela — 1 S. Clvlca Femminile FINALI 800 METRI CATEGORIA A. MASCHILE 1" šošterič Ivo — 2 Ginnaslo R. MaschUe — 2:09"9 2" Novak Janez — 1 Ginnaslo R. Maschile — 2:10"3 3" Sedej Zoran — Glnnasio Classico — 2:12"1 4" Cerar Tone — 2 Glnnasio R. Maschile — 2:19"9 5" šušteršič Dušan — 1 Ginnaslo R. Maschile — 2:26" 6" Kavčnlk Ivan — Biemiale Commercio 7" Ogrizek Slavoje — 4 Giiuia- slo R. Maschile 8" Jeložnik Jože — S. Medla Tecnica 9" Pavletič Radislav — Accademla di Commercio 10" Virand Branko — Glnnasio Classico FINALI STAFFETTA 80X4 CATEGORIA C. FEMMINILE 1" Glnnasio Classico — 48"9 2" Scuola Magistrale — 49"3 3" Biennale Commercio — 50"1 4" 1 Ginnaslo R. Femminile 5» Accademla di Commercio 6" Scuola Industriale FINALI STAFFETTA 80X4 CATEGORIA B. MASCHILE 1" Ginnaslo R. Maschile — 41"4 2" 1 Ginnaslo Reale Maschile — 41"7 3» 2 Ginnaslo Reale Maschile — 42" 4» 3 S. Civica Mlsta 5" Ginnaslo Classico 6" 3 Ginnaslo Reale Maschile FINALI STAFFETTA 100X4 CATEGORIA A. MASCHILE 1" 2 Ginnaslo Reale Maschile — 48"9 2" 1 Glnnasio Reale Maschile — 49"1 3" Scuoaa; Medla Tecnica — 49"1 4" Ghmaslo Classlco 5" Scuola Maglsti-ale 6" Biennale Commercio FINALI CORSA 110 METRI CON OSTACOLI CATEGORIA A. MASCHILE 1" Bakovnlk Zdenko — Scuola Medla Tecnica — 20"2 2" Strltai- Albin — 1 Ginnaslo R. Maschile — 20"3 3" čuček Janko — 1 Ginnaslo R. Maschile — 21"2 4" MaUas VUjem — 2 Ginnaslo R, Maschile 5" Božič Marijan — Scuola Medla Tecnica 6" Majer Črtomir — 4 Glnnasio R. Maschile ^Vei Vasci in Trinceci II Federale, II Generale Pern! e II Podestä dl Perugia presenziano alia festa di un glorioso Regglmento Nella giornata di giovedl 27 corr. il Segretario Federale Insleme con il Generale Maggiore-Peml si fe recato a Borovnica per presenziare alia festa di un glorioso Regglmento colä di stanza. AI loro arrivo, ricevuti dal Colonnello comandante, il Gre-rarca ed il Generale hanno passato In rassegna le tnippe schierate nello spiazzo fra le casermette; indl hanno assl-stito alla Messa al campo ce-lebrata dal Cappellano Mili-tare. 11 Colonnello. comandante il Regglmento. Musu ha rie-■vocato alle truppe le glorie e i fasti della valoi'osa unitä che vide 11 battesimo del fuo-co nelle battaglie di Ponte Casale, di Sesto Calende e di Custoza, distdiiguendosi poi particolarmente durante la guerra 1914-1918 sulla Mar-molada, al Col di Lana, a Bligny e alio Chemin des Dames. Durante l'attuale con-flitto ha partecipato valoro-samente alla campagna d'Albania e di lä, attraverso i Bal-cani, fe giunto in Slovenia do-po aver lasciato. nei territoi-i percorsi, i segnl del valore delle sue truppe e il sangue generoso dei suoi Caduti. L'Ordme Militare di Savoia e due Medaglie d'argento sono i segni imperituri di distin-zione guadagnati sul campo dalla bandiera del Regglmento. Dopo la rievocazione delle glorie del Reggimento da parte del Colonnello Musu, i Re-partJi hanno sfilato dinanzi al Gerarca e al Generale. Dopo la vLsita al Dopolavo-ro delle FF. AA. il Segretario Federale e il Generale Mag-giore-Perni hanno distrlbuito premi al soldatl piü merite-voli e, all'ora del rancio, le sigarette donate dalla Fede-razione del Fasd. Alle ore 12 fe giunto a Borovnica il Podestä di Perugia. II primo cittadino della clt-tä umbra ha voluto recare, dopo la Visita del Federale e delle Donne Fasclste di Perugia avvenuta alcimi mesl or sono, il saluto di quella cittä alle valorose truppe co-lä di stanza durante il tempo di pace. Nel 'pomeriggio, nello stes-so spiazzo fra le casermette, si sono svolte le finali delle gare di atletica fra i militari che hanno suscitato l'entu-siasmo agonistico dei parteci-panti e l'allegria degli spet-tatori. Dopo, alla distrlbuzio-ne dei premi ai vincitori, il Podestä di Perugia ha i'ivolto parole di cordlale e camerate-sco saluto ai soldatl. L'«orchestrina garlbaldlna» ha poi dato spettacolo suscl-tando il piü vivo Interesse fra gli spettatori. L. 2000.— che 6 stata desti-nata all'assistenza ai combat-tenti. P ; Ricordaiido Nicola Zito nel primo aiiiiiversario della sua morte II 1° glugno rlcorre l'anni-versario della morte di Nicola Zito. addetto alla Federazione dei Fasel di Lubiana, truci-dato barbaramente in una vile imboscata tesagli dai banditi comunisti. La Federazione in prima linea ricor- il contributo che ogni fasci-sta cosciente della propria missione sa e deve dare. 11 Suo sacrificio non 6 rimasto inipunito e la Sua figura rl-marrä sempre fra noi quale monito ai nemici e st)rone per l'azione. Siamo e saremo de-gni di Lui. Nicola Zito. Präsente! * » * Per iniziativa dei Fasci Femminili martedi 1 glugno alle ore 7,15 ,nella chiesa delle Orsoline in Piazza del Con-gresso, sarä celebrata una S. Messa in suffragio di Nicola Zito, nell'anniversario della Sua morte. Nicola Zito derä questo suo Caduto con riti semplici ed austeri, poi-ch6 la figura di un Martlre non ha bisoguo di elogi ma soltanto dellr. fede d' colorc che credcno nel suo sacrificio e del giuramento degli stessi per la vendetta che non e niancata e non mancnerä quando sc ne presenterä l'oc-casione. II Fascio di Lubiana ha in-titolato a Nicola Zito una delle sue squadre d'azione e quel manipolo di fascist! che com-pongono la squadra sono e saranno sempre fermamente decisi a ricordame il nome e il vile assassinio ogniqual-volta sarä necessario. Mussolini ci ha educati al culto dei nostri Morti e noi di questo culto sappiamo farne una missione per l'attivl-tä che la fede e il Duce ci ordinano dl avere. Nicola Zito era venuto a Lubiana fra i primi per dare a questa terra, attraverso la Sua opera di fedele gregario, Aduftoia dei TascisU Domenica 30 corr. tutti i fascist! dovranno trovarsi per le ore 10 precise in perfetta tlivisa vel Teatre del C^mzn-dü Federale della Gioventü Italiana del Littorio Ji Lu-liana. OFFERTE Un camerata tedesco ch» non ha potuto essere presen-te al concerto dell'S corr. or-ganizzato dal Patronato per l'assistenza spirituale al sol-dato, ha fatto pervenire al Patronato stesso la somma di L. 225, quale atto di solida-rietä cameratesca. Gli Ufficiali, 1 sottoufficiali e i soldati del Comando Genio dell'll" Corpo d'Armata hanno fatto pervenire al Segretario Federale la somma di L. 2000.— che 6 stata desti-nata all'assistenza delle pic-cole vlttime üell'incursione su Grosseto. • » • II fascista Giuseppe Zottig agente generale dell'Istituto Nazionale delle Asslcurazloni ha fatto pervenire al Segretario Federale la somma dl II Federale e la Fiduciaria dei FF. FF. alla lesta degli Autieri II 22 corrente, ricorrendo la festa degli Autieri, il Segretario Federale e la Fiduciaria Provinciale dei Fasci Femminili si sono recati a Visitare gli autoreparti di stanza a Lubiana. Accolti dal Comandante, il Federale e la Fiduciaria hanno assLstito alla Messa al campo ed hanno distribuito ai valoi-osi Autieri sigarette e medaglie-ricordo. II Segretario Federale riceve un gruppo di avanguardisti in partenza per il fronte II 25 c. m. 11 Segretario Federale ha ricevuto, presenta-tigli dal Vice Comandante della G. I. L. L., 1 dieci avanguardisti sloveni che hanno fatto domanda per essere ar-ruolati nell'Esercito ed ora in partenza per le piime linee. II Segretario Federale ha rivolto ai partenti il suo- au-gurio e quello di tutti i fascist! di Lubiana, esprimendo il piü vivo compiacimento per questi giovani pronti an-che all'estremo sacrificio per il trionfo della giustlzia sulla barbarie comunista. II Vice Federale ispeziona il Fascio di Metlika Nella giornata di mercoledi 26 corr. il Vice Federale Ca-purso si 6 recato a Metlika pei ispezionare improvvisa-mente il locale Fascio. Dopo essersi reso conto del funzionamento del Fascip il Gerarca si 6 intrattenuto a lungo col Segretario al quale ha impartito direttive per l'azione da svolgere. Saluto al Battaglione Squadristi «Nizza» e partlto nei giorni scorsi da Lubiana il Battaglione Squadristi «Nizza» che da piü mesi operava in Slovenia. Ai valorosi legionari, che in terra slovena contro il ban-ditlsmo partigiano hanno di-mostrato di quali esempi di abnegazione e di coraggio siano capaci i fedelissimi della vecchia guardia, il no-stro fraterno, cameratesco augin-io, nella certezza che anche in altra zona d'opera-)zioini lessi dimostreranno la magnifica tempra dei legionari di Mussolini. Rievocazione delle glorie di Curlatone e Montanara Oggi alle ore 11,30, a cura deirufficio Collegamento Universitär! alle arm!, sarä celebrata una S. Messa al campo durante la quale sarä fatto rappello de! Caduti. In segui-to sarä tenuta la rievocazione delle glor'ose gesta universi-tane di Curtatone e Montanara. femminile, la confezione d! 'indumenti che il Direttorio del Par ti to inoltrerä ne! vari centri di assistenza per colo-ro che la barbarie nemica ha privato di ogni bene econo-mico e d! ogni posslbilitä con-tingente. Poichfe in quest'opera di so-lidarietä nazionale, alla quale concorreranno in fervida gara i Fasc! femminili di tutte le provincie non sinistrate, la Federazione di Lubiana vuole essere presente nel modo piü tangibile, si invitano le ca-merate e i camerati tutti a contribuire, anche con l'of-ferta di indumenti usati, al migliore esito dell'lniziativa. Al Cimitero Militare Le tombe di tutti i glorlosi Caduti nel maggio del 1942 sono State, nei giomi consa-crati al primö anniversarlo della moi-te, visitate ed ador-nate di fiori dalla Fiduciaria Provinciale dei Fasci femminili e dalle patronesse per l'assistenza spirituale alle Foi-ze Armate dltalia. Nel contempo la Fiduciaria e la Presidente del Patronato hanno inviato alle famiglie colpite da cosi glorioso lutto, Tespressione della loro fra-terna solidarietä e le fotografie delle tombe dei loro con-giunti. Presso i reparti armati Nei giorni scorsi la Fiduciaria dei Fasci femminili e le patronesse hanno pure presenziato a suggestive ceri-monie militari all'autocentro e presso i reparti di Kode-Ijevo. Ai camerati in grigio-verde esse hanno distribuito le tanto gradite medagliette con Timmagine della Madonnina del Grappa inquadrata nel sacro tricolore. Attiv'ita dei fasci TetHtMtviU Si ranunenta alle camerate e ai camerati tutti che presso gli uffici del Fascio femminile si raccolgono libri, rivi-ste e pubblicazioni varie per i soldati combattenti o de-genti presso gli ospedali militari della cittä e della pro-vincia. Indumenti per i sinistrati Le donne fasclste hanno Inlziato, presso 11 Laboratorio per 1 combattenti del Fasclo CINENATOGRAFI LUBIANA Rappreseniazioni: giorni fesfivl alle ore 10.00, 13.30, 15.30 e 17.30 - giorni feriali alle ore 14.00 e 17.30 SLOGA Una graziosa storia di una gio-vinetta, che fermamente attende il ritorno deU'amatissinio padre „La Principessina" MATICA Maestoso lilm storico su Federico il Grande . . . Ueilissime sceno di massa . . . battaglie . . . e un dramma famigliare ..IL GRANDE RE" Interpreti: Otto Gebühr, Krj-stina Söderbaum UNION L'indimenticabile film degli Ultimi giorni di Napoleone Mumi pim isiu" Inlcrprcti: Ruggcro Ruggeri, Carla Can-diani, Elsa de Giorgi, Paolo Sloppa Rappreseniazioni: giorni feriali alle ore 15.30, 17.30 e 19.30; giomi feslivi alle Ore 10.30. 15.30. 17.30 e 19.30. MOSTE Fiim umoristico „SANGUE VIENNESE" Hans Moser, Theo Lingen Film drammatico „L'ULTIMO ADDIO" __GIno Cervi KODELJEVO Film pieno d'improwisi „L'ULTIMA PASSIONE" Olga Čehova. Werner Kraas Giuseppe Lago in „SORRIDETE CON ME" All'Ospedale Militare Durante la settimana la Fiduciaria dei Fasci femminili e le sue collaboratrici hanno visitato ripetutamente TOspedale Militare per la distribu-zione del doni ai degenti, ai quali hanno recato la loro materna parola di conforto che le avvicina soprattutto ai piü gravi e alle loro famiglie vicine e lontane. A tutte queste creature, nell'ora della prova suprema, le fasciste hanno espresso ed esprimono i segnl piü vivi della loro fiera e fratema solidarietä. In provincia Nei giorni 25 e 26 maggio, trovandosi a Kočevje e a Ribnica per motivi riguardanti la propria attivitä, la Segretaria provinciale delle Massaie Rurali ha visitato gli Ospedali Militari distribuendo doni ai degenti ai quali ha recato I'affettuoso e solidale saluto della Fiduciaria e delle fasciste. Ha pure visitato i eimiteri di guerra, disponendo perchfe piantine di fiori siano colti-vate sulle tombe di quello dl Ribnica, dove non vi sono donne fasciste che possano di frequente rinnovare I'omaggio floreale alla memoria dei nostri gloriosi Caduti. IN PROVINCIA Da Vrhnika H 21 corr. la compagnia e I'orchestra della Divlsione «Cacciatori delle Alpl» hanno presentato una rivlsta orga-nizzata per le truppe del Presidio. Erano presentl alio spettacolo il Comandante del Presidio, il .Commissario civile, 11 Podestä, il Segretario del Fascio, il Vice Comandante della G. I. L. L. ed altre Autoritä. Lo spettacolo, cui presen-zlava un folia di militari, ha riscosso consensi ed applausi da tutti i presenti. La difesa delle plante RUMIAN(A si ottlene In modo pertetto usando prodottl • Ramital e Cupramlna - Antlperonosporlcl a base dl rame e materle attivantl, glil largamente impiegati ed appreiiati nella lotta contro la peronospora della vite, della patata, del pomo-doro, contro rocchlo dl pavone deU'oIlvo, ecc. 9 Cupramlna Beta ■ Antlperonosporlco dl sicura efticacln al 2 "lo di rame sotto forma cupro organlca, per la lotta contro la peronospora della vlte, della patata, del pomodoro, deH'occhlo til pavone delfollvo, ecc. • 0 r 1 0 n e - Antlperonosporlco metallorganlco dl provata efficacla. per la lotta contro la peronospora della vlte, della patata, del pomodoro, ecc. 9 Granovlt - Prodotto per la dislnfeilone delle sementi, a base dl mercurio, furturolo e sostanie attivantl. Sostitulsce i prodottl a base dl rame; si usa a secco. • Polisolfol Rumlania - Pro