novi tednik Slovencev videmske pokrajine ČEDAD/CIVIDALE • Ul. Ristori 28 • Tel. (0432) 731190 • Poštni predal / casella postale 92 Poštnina plačana v gotovini / abb. postale gruppo 2/70% • Tednik / settimanale • Cena 1000 lir št. 48 (502) • Čedad, sreda, 20. decembra 1989 . e La Sue «r.snfflE juvjzt0. dalla Cu*ju (foto: Michele Vončini) Veseu Božič an KONGRES SKGZ V RISTORIJU V ČEDADU COMMENTO AL DISEGNO DI LEGGE MACCANICO SULLA TUTELA DEGLI SLOVENI-4 Za našo bodočnost za napredek in razvoj Slovenci v Italiji za bodočnost v enakopravnosti, za demokratičen razvoj na pragu nove Evrope. Pod tem geslom se je v nedeljo odvijal v gledališču Ristori v Čedadu 17. občni zbor Slovenske kulturno gopodarske zveze. Občni zbor je sovpadal s 35-let-nico zveze. Letošnji je bil prvi kongres SKGZ, v videmski pokrajini, kar predstavlja pomembno etapo v organiziranem življenju slovenske narodne skupnosti v deželi Furlaniji-Juljiski krajini in obenem, da je videmska realnost, ži-vljenskost tega dela slovenskega narodnega telesa taka, da je ni moč več spregledati. Uvod v razpravo na nedeljski občni zbor sta bili poročili predsednika Zveze Klavdija Palčiča in tajnika Dušana Udoviča. Še pred zanimivo, živahno in kvalitetno razpravo so spregovorili gostje, med njimi čedajski župan Pascolini, deželni tajniki Psi, Kpi in Ssk, predsednik SZDL Slovenije Smole, predsednik ZSMS Školč, sekretar ZKS Bekeš, predstavnika Italijanov v Istri in Slovencev na Koroškem. Že predsednik in tajnik sta se v njunih pročilih dotaknila bistvenih vprašanj, ki zadevajo slovensko narodno skupnost in njenih strateških izbir. Zelo račle-njeno so posamezne aspekte, od ravnavnja države do nas do notranjega ustroja Zveze in potrebe po prenovi, po kakovosti, obravnavali razpravljalci. Pri tem naj povemo, da je bilo sklenjeno, da bo te probleme, tudi na osnovi nedeljske in širše razprave obravnavala programska konferenca, ki bo potekala v tej mandatni dobi in naloga katere bo opredelitev vloge Skgz in izdelava novega koncepta ustroja in dela. Več posegov je bilo tudi s strani predstavnikov Slovencev videmske pokrajine. Na to se bolj podrobno vrnemo v prihodnji številki. Iz Kanalske doline, ki je bila kot je znano izključena iz vladnega osnutka zakona, je prišlo kar tri posegov in sicer s strani Salvatoreja Venosija, Antona Sivca in Rudija Bartalot-ha. V razpravo so posegli še Pavel Petricig, Izidor Predan in Aldo Klodič. Slednji je sprego-voriu v imenu kulturnega društva Rečan in je postavil v ospredje gospodarske izbire, kritično stanje na podjetju Beneco-Kronos in nevarnost, da pride do odpusta 9 delavcev. Popoldanski zaključil z izvolitvijo novega glavnega odbora SLovenske kulturno gospodarske zveze, ki bo imel 142 članov, od katerih jih je 29 iz videmske pokrajine. V dopoldanskem delu je ob podeljevanju priznanj nastopil tudi pevski zbor Pod lipo. Priznanje SKGZ, plaketo boja in dela, za dolgoletno in uspešno delo v korist in v interes Slo- vencev videmske pokrajine na Patronatu Inac v Čedadu je prejel Ado Cont. Predsednik Klavdij Palčič izroča Adu Contu priznanje SKGZ Čedad - Gledališče Ristori 7. januarja 1990 ob 15. uri DAN EMIGRANTA program: “Politiki ne poznajo zemljepisa" nastop domačih skupin Pozdrav političnih predstavnikov Slovensko stalno gledališče predstavlja igro Marija Čuka “Lepo je v naši domovini biti" režija: Jože Babič La koleda per il pupo Più della metà dello spazio della "legge Maccanico'' é dedicata alla scuola. In sé e per sé la cosa non può che far piacere, giacché é proprio dai bambini e dalla scuola che bisogna partire per arrestare il processo di decomposizione linguistica della nostra comunità. Se all'art. 22 nuoceva la concisione, non é che giovi parecchio l'estensione agli articoli 23, 24 e 25 sulla scuola. Questo a causa degli anche, degli ove occorra, degli ovvero, ecc. Gli articoli dicono e non dicono, affermano e negano, suggeriscono e limitano. Esamineremo i tre articoli un po' alla volta, a cominciare dal comma 1. dell'articolo 23, che intanto trascriviamo: 1. Nelle scuole materne pubbliche site nei comuni di cui all'art. 21, ove i genitori ne facciano richiesta, la programmazione educativa comprenderà anche argomenti relativi alle tradizioni e alla cultura locale, di origine slava. L’insegnamento di detti argomenti sarò svolto a mezzo di docenti assunti, ove occorra, a tempo determinato per i quali l'idioma materno corrisponda a quello locale. Allora: disponibilissimi a considerare questo punto con molta benevolenza. Rileviamo tuttavia che questo comma scopre l'acqua calda. Lo dimostriamo agevolmente confrontandolo con gli Orientamenti per la Scuola Materna (legge istitutiva 13/3/1968 n.444: 5 - Educazione linguistica): l'acquisizione di nuovi vocaboli e di nuove abitudini linguistiche pone il problema del rapporto tra la lingua nazionale ed il dialetto. In molti casi questo é l'unico linguaggio del bambino e il suo uso va dunque rispettato perché egli ne trae un senso di stabilità e di sicurezza essenziale per uno sviluppo equilibrato. ...E' da sottolineare al riguardo che, come nelle zone con popolazione bilingue é necessario che l'educatrice conosca, oltre l'italiano, la lingua dei gruppi etnici ai quali appartengono i bambini, cosi, dovunque si parli dialetto é opportuno che l'educatrice si orienti in essi... (e seguono le motivazioni psicologiche e sociali positive a tali norme, che tralasciamo per brevità). Confrontando il comma 1, ci accorgiamo che esso non fa che regolamentare in forma negativa, riduttiva, ipotetica e facoltativa la normativa generale affermativa degli Orientamenti che hanno vigore in ogni scuola materna statale del territorio nazionale italiano. Gli orientamenti nei riguardi del dialetto usano i termini: va rispettato, é opportuno, sarà essenziale, ecc., e per ie educatrici: é necessario che l'educatrice conosca... la lingua dei gruppi etnici. p segue a pagina 6 Una scuola materna bilingue a S. Pietro e Klagenfurt novi 20. decembra 1989 iÉil L'AGRICOLTURA DEL DOMANI IN UN INCONTRO ORGANIZZATO DALL’ARENGO Il futuro é biologico L'agricoltura del domani nelle valli del Natisone e, si spera, non solo qui, sarà biologica. Nessun dubbio su quale sia l'orientamento di imprenditori, cooperative ed enti pubblici dopo il pubblico dibattito che si é tenuto mercoledì 13 a S. Pietro grazie all’organizzazione del Centro studi "L’Arengo", che si sta segnalando ultimamente per una serie di interessanti iniziative in campo economico e culturale. Assenti giustificati il presidente del Centro studi Domeniš ed il presidente della Camera di Commercio di Udine Bravo, l'incontro é stato comunque l'occasione per conoscere più da vicino le cooperative che gestiscono gli interventi di sviluppo agricolo sul nostro territorio. La "Seuka" e l'APO sono in questo settore due realtà sempre più in evidenza che, tenendo conto delle peculiarità di cui é dotato il nostro territorio, sono indirizzate verso colture e tecniche che assicurano l'impatto ambientale e quindi la vita stessa dell'ambiente. Ne ha parlato il presidente della Società consortile "Seuka" Cic-cone, rilevando tra l’altro che l'aiuto della Camera di Commercio di Udine ha dato l’input necessario per guardare il futuro in termini più propositivi, mentre grazie alla locale Comunità montana é in fase di completamento la procedura per la realizzazione del centro di commercio e vendita, che diventerà il punto di riferimento dell'intero settore, e che é l'obiettivo non solo delle valli ma di tutta la montagna friulana. Ciccone ha continuato, coadiuvato da una serie di diapositive, esaminando le attività della "Seuka", concentrate soprattutto nella diffusione di impianti ortofruttri-coli. A questo proposito ha rilevato che mentre la produzione di mele soddisfa pienamente le esigenze del mercato, quella del castagno deve ancora entrare nell'ottica degli imprenditori. Un quadro degli interventi e degli studi effettuati dalla cooperativa APO é stato quindi svolto dal presidente Visentini. "Proponiamo impianti con varietà resistenti, già sperimentate con ottimi risultati" ha spiegato, invitando gli interessati ad informarsi presso gli uffici della cooperativa, ma av- Da sinistra Ciccone, Visentini e Gubiani vertendo anche che i futuri imprenditori agricoli dovranno essere motivati, e che l'impegno sarà notevole. A scanso di equivoci, Visentini ha poi spiegato che i trattamenti antiparassitari per le piante sono necessari, ed é quindi assurdo illudersi di ottenere prodotti naturali al 100%. La motivazione é soprattutto economica, ma questo non toglie l’occhio di riguardo e l'intelligenza dell'uomo nei confronti della natura e dell'ambiente. Un'altra realtà legata all’agricoltura biologica é quella della cooperativa "La cirignicule" di Gemona, che é stata illustrata dal presidente Gubiani. Iniziato dodici anni fa, il lavoro si é svolto prima sulla base di alcune ricerche di mercato, spostandosi poi definitivamente sull'agricoltura biologica. Gubiani ha proposto una propria idea: "Pur nella diversità della montagna friulana - ha detto -esiste un patrimonio unico e vasto. Nell'insieme troviamo delle varietà di frutti ed ortaggi che possono tranquillamente coprire il mercato; occorre però trovare un momento d’unità tra le varie realtà". I centri vendita potranno dare un apporto importante, secondo Gubiani, ma ci sono anche altre strade da seguire: la vendita delle tecnologie, lo studio di nuove forme di vendita delle piante per ri-produzione, infine un patrimonio da riscoprire come quello delle ricette di conservazione. Agli interventi é seguito un dibattito nel quale, in sintesi, si é incluso il discorso agricoltura in una visione globale delle attività delle valli, ma si sono anche toccati alcuni punti nodali quali la mancanza di un piano per il territorio agricolo a livello regionale e la necessità di di interessare ed incentivare la gente, soprattutto i giovani, per fare in modo che l'agricoltura, fonte vitale per i padri, non diventi un'occasione sprecata per mantenere in vita i figli. Michele Obit V VLADNI PALAČI V VIDMU PREJŠNJI TEDEN Pri prefektu delegacija Slovencev Videmski prefeket dr. Roberto Sorge je prejšnji teden sprejel v Vidmu zastopstvo Slovencev videmske pokrajine. V delegaciji, ki jo je vodil predsednik pokrajinskega odbora Slovenske kulturno gopodarske zveze za videmsko pokrajino Viljem Černo, so bili Pavel Petricig, Fabio Bo-nini, Maurizio Namor, Salvatore Venosi, Jole Namor, Giorgio Banchig in Emil Cencig. Dr. Sorge, ki je prevzel funkcijo prefekta v Vidmu le pred nekaj meseci a je bil dobro seznanjen z nekaterimi aspekti problematike slovenske manjšine, so Slovenci predstavili svoja prizadevanja na kulturnem, šolskem in ekonomskem področju, delovanje slovenskih organizacij, svoje poglede o vladnem zakonskem osnutku. Uvodoma je spregovoril prof. Černo, ki je prefekta vabil tudi naj obišče dvojezično šolsko središče v Špetru. Za njim je prof. Petricig naglasil potrebo, da se reši odprto vprašanje odnosa med državo in našo manjšino, pri čemer je poudaril velike pomanjkljivosti Maccanicovega predloga. Nato je spregovoril Bonini tudi v svojstvu grmiškega župana. Salvatore Venosi je izrazil ogorčenje Slovencev Kanalske doline, ki so bili na predlog predsednika deželnega odbora Biasuttija izključeni iz zakonskega osnutka Maccanica. Maurizio Namor je spregovoril o prizadevanjih slovenskih izvoljenih predstavnikov, medtem ko je duhovnik pre Emil Cencig poudaril problem pritiskov na Slovence in celo njihove varnosti. Prefekt Sorge je v svojem odgovoru vabil slovenske predstavnike, naj optimistično gledajo na bodočnost. Vlada se je lotila reševanja zakonske zaščite Slovencev, kar ni majhnega pomena - je dejal - in tekst, ki ga je sprejela bo lahko v parlamentu izboljšan. Naloga predstavnika vlade je, da spozna realnost -je nadaljeval - in jo posreduje v Rim. "Jaz se bom v to smer prizadeval in v tem vidiku upam, da vas bom prihodnje leto tudi obiskal". Nato se je srečanje zaključilo z izmenjavo voščil ob skorajšnjih božičnih praznikih. “Pomagajtami!” Al pride “ telesoccorso” tudi v Nadiške doline? Naprava je lahna, majhana, pa puno vriedna an hnucu. Vsak jo lahko nosi na sebe. V primeru, de se počuti slavo partisne na gumb, na baton. V tistem momentu v centrali vedo, duo an kje je človek v težavah, ker vsaka naprava ima svojo številko. Pokličejo na narbuj blizu telefon, če ne pa direktno špitau, re-šilce. Naprava kot vidite je zlo koristna, funkciona pa samuo, če je v bližini 100/150 metru telefon. Puno je razširjena v miestu Videm, v deželah od Veneta an Lombardije. Sada mislijo tel "telesoccorso", takuo ki ga kličejo, arzšerit tudi na naše doline. Tala je bila tema zanimivega posveta, ki je biu 7. decembra v Špietru. Organizal so ga Gorska skupnost, Lions club iz Čedada an združenje Pro Senectute iz Vidma. Kuo diela, funkciona naprava an ki dost košta je na posvetu poviedu inž. Emilio Da Farra, ki ga je vostvo Gorske skupnosti povabilo spet v Špetar v torak 19. na dan seje Gorske skupnosti, za de tuole ponovi tudi pred vsem šindakam. Če se gorska skupnost Nadiš-kih dolin odloči za tolo napravo, naredi še adno štipienjo napri za dat možnost našim ljudem, de ostanejo doma (Božji domič, če ga nie ko an bobič) tudi ko pridejo v lieta, ko niso vič mladi, al pa ostanejo sami. Un esempio dl meleto a Ponte- acco Gospodarstvenikom Per gli operatori Iz gospodarskega vidika nikakor ni bilo leto 1989 navdušujoče. Politični dogodki v Italii, novo državno vodstvo, so deloma še bolj zapletli gospodarsko dogajanje. Mnogo načetih problemov ni bilo rešenih in tudi danes nam ni še znano kaj in kako bomo morali poslovati v naslednjem letu. To pomeni, da bomo prav ob zaključku leta - po vsej verjetnosti z zadnjim uradnim listom - zvedeli za novosti. Običajno Novoletno darilo! Po drugi strani je bilo mnogo novosti na mednarodnem gospodarskem področju. Politični dogodki v Vzhodni Evropi so se vrstili tako hitro, da jim je bilo težko slediti, saj je bilo v zadnjih mesecih toliko presenečenj, ki jih niso niti najbolj optimistični politologi pričakovali. Politične novosti so povzročile tudi velike spremembe na gospodarskem področju tako v notranjosti teh držav kakor tudi v okviru Evrospke Gospodarske Skupnosti. Odpirajo se nove možnosti za prodor zahodnega kapitala, pojavljajo se možnosti osvojitve novih tržišč torej večje priložnosti za delo. Gospodarstvo Vzhodno evropskih držav se je izkazalo za izredno šibko in trenutno potrebuje mnogo sredstev, da bi se opomoglo. Vprašanje je, kje jih dobiti in kako bo Evropska skupnost razdeljevala ta sredstva oziroma kako jih bo usmerjala. Italija je storila mnogo korakov in se je do dobra odprla predvsem napram Jugoslaviji. Boljše rečeno, so bili postavljeni politični pogoji za hitrejšo rast sodelovanja vendar niso bili izdelani vsi potrebni inštrumenti. Torej na tem področju bomo morali opraviti še mnogo dela. Tudi 42. zasedanje predsednikov vlad ali vodilnih v državah EGS je pokazalo določen napredek pri združevanju Evrope. Govor je bil o vključevanju vseh narodnih valut dvanajsterice v skupni sistem izravnavanja deviznih tečajev, o ustanavljanju skupne evropske osrednje banke, ki naj bi uravnavala denarni trg. Naivno bi bilo misliti, da ti ukrepi - ko bodo uresničeni - ne bodo vplivali tudi na krajevne pogoje dela. Osrednja banka bo usmerjala denarno politiko, torej tudi ceno denarja ne več v okviru posameznih držav ampak v okviru Evrope. Zaradi tega bo morala tudi Italija po hitrem postopku spremeniti notranja pravila, kar bo vplivalo na delovanje vseh denarnih zavodov. Ti seveda bodo morali spremeniti svoje odnose do klientov, kar bo imelo kot rečeno posledice na gospodarjenje. Odprta bo možnost prodora tujega kapitala in seveda tujih podjetij, kar bo povečalo konkurenčni boj na domačem tržišču. Roki niso še znani a na podlagi napovedi lahko sklepamo, da bo prav leto ki nas čaka prelomno. Kot so uvodoma omenili smo pred zaključkom leta. Gospodarstveniki imajo še bore malo časa na razpolago, da postorijo vse kar je potrebno, da bodo brez težav zaključili letne bilance, a vendar želimo vsem skupaj, da dobijo tudi trenutek oddiha in miru in da se posvetijo svojim družinam, prijateljem ali dobrim znancem. S tem voščilom se za letos poslavljamo a vsem skupaj želimo uspešno poslovno leto 1990. Siamo alla conclusione dell'anno, che per la verità non è stato molto brillante da un punto di vista economico. La crisi politica di questa estate, che ha portato al cambiamento di governo ha ritardato la soluzione di molti problemi e attualmente non sappiamo neppure quali saranno gli strumenti operativi per il 1990. Probabilmente saranno pubblicati sull'ultima gazzetta ufficiale di quest'anno. Si ripeterà dunque il già usuale regalo di Capodanno. D'altro canto vi sono state in questi ultimi mesi moltissime novità nell'economia internazionale. I mutamenti politici, che si sono seguiti a valanga nei paesi dell'Europa orientale hanno sorpreso anche i più esperti politologi ma hanno anche aperto nuove alternative in campo economico. E questi cambiamenti non possono essere ignorati dai paesi del MEC. Si prospettano nuove possibilità per gli investimenti di capitali occidentali il che vuol dire che si aprono nuove possibilità per l'acquisizione di nuovi mercati e di nuove possibilità di lavoro. L'economia dei paesi dell'Est si dimostra molto debole e richiede un forte afflusso di capitali per potersi svilupare. Si pone perciò una domanda concreta sul come reagiranno i paesi del MEC, come investiranno i propri capitali ovverosia come questa distribuzione di capitali verrà indirizzata. l'Italia ha dimostrato in questi ultimi mesi delle grandi aperture verso la Jugoslavia. Per ora siamo rimasti — a dir la verità — solo nel campo delle dichiarazioni politiche, mentre non sono stati ancora messi a punti tutti gli strumenti necessari per dar vita ad una nuova politica economica. Dunque il governo ha ancora molto da fare. Anche la 42. assemblea dei capi di stato e di governo del MEC ha portato delle notevoli novità. In questa riunione si è detto che tutte le valute dei dodici stati dovrebbero aderire all'accordo sul controllo dei cambi valutari. Ma si è parlato pure della costituzione di una banca centale europea, che si assumerebbe il compito di coordinare le politiche valutarie di ogni paese. Sarebbe errato pensre che questi provvedimenti non ci toccheranno da vicino. Per questo anche l'Italia dovrà adeguare in tempi brevi le disposizioni interne a quelle internazionali e per ciò tutti gli istituti di credito — anche quelli locali dovranno seguire queste direttive comuni. Queste direttive si rifletteranno poi sui clienti, il che avrà delle conseguenze sul modo di lavorare degli operatori economici. Si prospetta maggiormente la possibilità di afflusso di capitali esteri e aumenterà la concorrenzialità di una miriade di ditte estere. Non sono stati ancora fissati i termini di questi previsti mutamenti ma possiamo ritenere che il prossimo sarà un anno cruciale. Come già detto all'inizio siamo alla fine dell'anno. Gli operatori economici hanno oramai poco tempo a disposizione per regolare tutte le proprie faccende onde poter preparare il bilancio senza troppe difficoltà. Comunque sia ci auguriamo che ognuno abbia tempo da dedicare alla famiglia e agli amici. Contemporaneamente auguriamo a tutti un prospero 1990. (ok) Msgr. Valentin Birtič donas osemdesetletnik Kalrnih v Čedadu se je rodiu v Ruoncu 20. decembra 1909 besiedo, molitev, pridgo v ci-erkvi. Kot mladega mašnika so pošjal v Rezijo. Gor, v Osoja-neh, je službovau tri lieta. Težke an grozne lieta od uoj-ske je preživeu v Marsinu, kamer je paršu iz Rezije lieta 1936 an kjer je lahko pokazu tudi njega pogum. Njemu se je muorla vas zahvalit, če jo nieso zažgal. Tkaj je dielu an pregovarju niemškega komandanta, dokjer ga ni pre-priču, de nieso Marsinci ubil treh kozakov. Po uejski je monsinjor Bir-tig šu v Dreko, v faro Device Marije, kjer je delovau nad 30 liet, do 1978. Od tistega lieta nadaljuje njega pastiersko di-elo v čedajskem duomu, kjer šele donas darži stike z beneškimi Slovenci. Le h njemu se obračajo tisti, ki se želijo spoviedat po sloviensko. Pre Valentino, poznan kot Zdravko, je tudi ljudski pesnik. Začeu je pisati verze posvečene novomašnikom in na tej poti je nadaljevau. Objav-lju jih je koledarju goriške Mohorjeve družb an v Trin-kovem kolendarju an v verskem listu Dom s katerim sodeluje že od začetka. Decembra 1983 je zadruga Dom izdala zbirko njegovih pesmi "Spomin na dom". Gaspuod Birtič, še ankrat vam želmo še puno zdravih an dielounih liet!. BOŽIČ Presveta je noč, Dete prihaja v rešilno pomoč iz božjega raja. Iz rajskih višin v človeka odet, Boga edini sin se niža na svet. V pastirkem hlevu deviški porod, v duhov napevu je sveti prihod. Sprava človeka božična je noč, vsakega veka edina pomoč. (Obe pesmi sta v zbirki "Spomin na dom") Glih na današnji dan, 20. decembra, se je 80 liet od tie-ga rodiu v Ruoncu monsinjor Valentin Birtig, kalunih kapitlja od čedajskega Duoma. Zavednemu slovenskemu duhovniku čestitamo ob visokem jubileju an želmo vse dobre. Njega praznik pa nam ponuja tudi priložnost, da na hitro preletimo najbolj važe tape njega življenja. Rodiu se je v Ruoncu lieta 1909. Šuolu se je narpriet v domači vasi potle pa v videmske seminarju, kjer je biu posvečen za mašnika julija 1933. lieta, takuo kot msgr. Guion in Cracina, ki sta aprila praznovala njih 80. lietnico. Njega prvo mašo je pieu v rojstni vasi prav v tistem usodnem, prelomnem letu 1933, ko je fašizem prepoviedu slovensko ROSICA Pridi, oj pridi, rosica neba, rahlo pokropi pušje srca. Ti vetrič, razgibaj vse temne megle, da sonce poljubi naše solze. Le pojte, le pojte, vi ptički drobni, je jutranja zarja, že dan nam zori. Beneška ti zemlja, povzdigni glavo, živjo ti poje sončno nebo. (Pesem je postala simbol Sejma beneške piesmi) INAUGURATA SABATO UNA MOSTRA PRESSO IL CIRCOLO “IVAN CANKAR-’ L’arte beneciana a Trieste Presenti sette artisti, con opere di pittura, grafica, ceramica e tessitura Il circolo culturale "Ivan Cankar" di Trieste, sito in via Giuliani, nel quartiere S. Giacomo, ha aperto le sue porte agli artisti della Benecia con una mostra che é stata inaugurata nella serata di sabato scorso. Un breve discorso di presentazione é stato fatto durante l’inaugurazione da Sergij Cesar, che si é detto sicuro del successo della rassegna e convinto che anche per il futuro il circolo e con lui la vita culturale del quartiere, grazie a questo tipo di iniziative, possano crescere rapidamente. Ben sette gli artisti presentati, felice espressione di una terra che ha nella ricchezza culturale, arti- 1990 na steni Tudi letos lep Šenk Doma Skupaj z zadnjo letošnjo številko je 15. decembra izšel Beneški kolendar, priljubljeno darilo časopisa Dom ali bolje rečeno tarbijskega župnika, duhovnika Emilija Čenčiča, saj je on ki skrbi za besedilo koledarja, za humoristične tekste, vremenske napovedi, molitve, pesmi in zanimivosti iz zaklada ljudske modrosti. Koledar ima seveda barvne slike in je tudi letos posvečen našim vasem, od Tera do Nadiže, ki so na kratko tudi predstavljene. stica e, perché no, anche artigianale, alcune delle sue espressioni più antiche e spontanee, in una varietà di elaborati che vanno dalla pittura alla grafica, dalla ceramica alla tessitura. Sono Antonella Bertagnin di Cicigolis, Giovanni Carlig di Clastra, Darko di Cividale, Brunetta Di Lenardo di Resia, Sandra Manzini e Paolo Pe-tricig di S. Pietro al Natisone e Sabina Trinco di Rodda. A stretto contatto, quindi, giovani e già navigati artisti, autodidatti, ma anche operatori provenienti da studi artistici ed accademie, da esperienze maturate in centri culturali fuori dalla Benecia. Tuttavia qualcosa di comune contraddistingue le opere, pur in queste diversità di motivazioni e stili, di tecniche e di elaborati. E' il comune attaccamento alla propria terra ed ai suoi valori, che diventa una continuità, rivissuta in modo personale, sperimentale e creativo con quanto realizzato dalle mani della gente della Benecia. I quadri di Antonella Bertagnin, Giovanni Carlig, Paolo Pe-tricig, gli arazzi di Sandra Manzini, le sculture di Darko, le ceramiche, le krivapete e gli skrati di Brunetta Di Lenardo e Sabina Trinco rimarranno esposti presso il circolo Ivan Cankar’ fino a venerdì 22 dicembre, con orario dalle 19 alle 21, esclusa la domenica. Il piano cresce Sta proseguendo con successo in questi giorni la sottoscrizione aperta dalla Scuola di musica di S. Pietro al Natisone per l’acquisto di un pianoforte a coda. Francesca Cernetig, 50.000; Iole Namor, 50.000; Maurizio Namor, 50.000; Marino Verto-vec, 20.000; una signora delle Valli 5.000; Daniela Lauretig, 10.000; Stojan Spetič, 50.000; Boris Siega, 50.000; Vito Svetina, 10.000; Sergij Peloza 10.000; Marko Waltrisch, 10.000; Feliks Wieser, 100 scellini; Aleš Waltrisch 10.000; Edvin Švab, 50.000; Ivan Brass, 50.000,- Ace Mermolja 10.000; Miloš Budin, 50.000; Darij Cupin, 50.000; Branko Jazbec, 10.000; Edi Bu-kavec, 10.000; Lucijan Malalan, 10.000; odv. Sancin, 62.000; Vojko Slavec, 30.000; Dušan Kalc, 10.000; Duško Udovič, 20.000; Mirko Primožič, 10.000; Dorica Kreševič, 50.000; Franc Škerlj, 50.000; razno 8.000. Dai anche tu il tuo contributo alla Scuola di musica di S. Pietro versando la tua offerta sul c.c. 50118 presso la filiale di S. Pietro al Natisone della Banca popolare di Cividale. Umetna obrt na LONGOBarte v Čedadu Pobudo za razstavo, ki bo odprta do 7. januarja je dala ustanova ESA 59 obrtnikov iz vse dežele -med njimi tudi beneška slikarka Teresa Lendaro, ki je prišla te dni domov iz Argentine - razstavlja v obnovljeni cerkvi Sv. Frančiška v Čedadu. Pobudo za razstavo, ki so jo odprli v soboto, je dala deželna ustanova za razvoj obrti ESA. Razstavljenih je več umetnin iz stekla, zlata in drugih kovin, tapiserij, mozaikov, izdelkov iz usnje in volne. Vse to pod imenom "Longobar-te". In prav ta narod in njegova kultura so dali navdih umetnikom. Razstava bo odprta do 7. januarja in predstavlja uvod v razstavo o Langobardih, ki bo od 2. junija do 30. septembra v Čedadu in Passarianu. ' w i sL '/• 7* // ** (s* ; '?m ,!W v« ! ' i 'v - ‘m ~ V .-Č' Vi '/. * 16 - LA PROIBIZIONE DELLA LINGUA SLOVENA NELLA VITA RELIGIOSA DELLA SLAVIA FRIULANA “Non conoscono l’italiano e lo sloveno é proibito” Dalle parole ai fatti Intanto già dalla festa dell Assunta don Guion a Cosizza legge il Vangelo nelle due lingue e 1 indomani, festa di S. Rocco, mons. Petricig e don Gorenszach predicano in italiano a S. Leonardo (1). Prosegue don Cuffolo con la sua cronaca: ”11 giorno dopo (17 agosto) si recarono in commissione dall'Arcivescovo mons. Petricig, don Guion, don Qualizza, don Cramaro e don Cuffolo. Esposero all’Arcivescovo la situazione ed egli ne rimase impressionato. Dopo un colloquio di un’ora e mezza l’Arcivescovo non si senti di dare disposizioni in merito; data la gravità della cosa disse di attendere istruzioni da Roma (2). I sacerdoti delle Valli hanno fatto bene ad appellarsi al proprio vescovo: era un modo intelligente di coinvolgere direttamente quell’autorità che con tanta insistenza aveva demolito le autonomie locali e personali proponendosi quale fondamento di unità e di or- todossia. Tuttavia sotto questa scelta, come in quella dell’Arcivescovo nei confronti della S. Sede, emergerà presto il tentativo di sfuggire a precise responsabilità personali, dimostrando, qualora ce ne fosse bisogno, che la centralizzazione e la burocratizzazione della funzione ecclesiastica favorivano la pigrizia mentale e morale. Ma viene il sospetto che Noga-ra, ricorrendo alla S. Sede ed ora attendendo disposizioni, abbia inteso scavalcare il clero sloveno ed interdirgli praticamente ogni rapporto diretto con la Segreteria di Stato. Mons. Quargnassi l’aveva avvertito: 'Qualora l'E.V. non dia loro soddisfazione, i preti della Slavia ricorreranno alla S. Sede”(3). Si era in tempi in cui anche nel mondo politico, in nome di capi provvidenziali e infallibili, si stava ponendo le premesse per le più gravi irresponsabilità storiche. 11 parroco di S. Leonardo si trova di fronte all’impossibilità di proseguire nella preparazione dei fanciulli della Prima Comunione: "Non conoscono l’italiano e lo sloveno é proibito. Voglia Ecc.za rispondermi in iscritto per poterlo eventualmente mostrare ai RR.CC. che studiano ogni nostra mossa ”(4). Mons. Liva dà a Nogara il suo giudizio sull'imposizione. Richiamati i punti salienti delle imposizioni dei Carabinieri, conclude: "Nessuno del DIECI DOMINATORI passati in questa regione, nemmeno i più forti, seguì tale politica. L’errore attuale, in diritto e in fatto, produrrà effetti gravi a danno della fede e della Patria, non per capriccio di uomini, ma per natura di cose... E questa entrata diretta dell'autorità civile in Chiesa? So che se ne tratta a Roma; ma temo che le difficoltà si aggraveranno ”(5). Liva pone il problema nelle sue vere dimensioni di responsabilità morale, quasi a sollecitare un carisma episcopale che vede ormai of- fuscato forse proprio da quell’appello a Roma. Il Gruppo dell'Aventino decide di ricorrere in qualche modo alla Concistoriale e propone a mons. Liva di recarsi personalmente a Roma (6). Nogara, intanto, pressato dal Prefetto, subissato dalle proteste dei preti, ossessionato dal silenzio di Roma decide salomonicamente: Di fronte agli ordini perentori ricevuti dall’Autorità politica circa l’uso della lingua italiana nella predicazione e nell’insegnamento del Catechismo, i nostri buoni sacerdoti della Forania di S. Pietro al Natisone giustamente hanno dichiarato che si atterranno a quello che disporrà l’Autorità ecclesiastica, alla quale spetta regolare quanto attiene all'istruzione religiosa. Noi pertanto, tenute presenti le circostanze, in attesa di quanto disporrà la S. Sede, alla quale si sono chieste istruzioni, disponiamo che intanto si usi la lingua italiana e si faccia seguire un riassunto esplicativo nel dialetto locale "(7). Come si vede, dopo una solenne ed inutile affermazione di principio sull'autonomia dell’autorità ecclesiastica, si propone "sic et simpliciter" l’accettazione delle disposizioni del Prefetto. Ma ben conoscendo lo stile di Nogara, bisogna ritenere che questa linea, in via di massima, doveva essere condivisa dalla S. Sede, altrimenti l’Arcivescovo non l’avrebbe proposta. Faustino Nazzl Note: 1 - Diario Guion, 15/16-8-1933. 2 - Libro storico di Lasiz, ed. oriq., 20-8-1933. 3 - ACAU, Lingua Slava, lettera del 16-6-1932. 4 - Ivi, lettera del 16-8-1933. 5 - Ivi. 6 - Diario Guion, 17-8-1933. 7 - ACAU, Lingua Slava, doc. proposto da Nogara alla firma dei sacerdoti, 18-8-1933. 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Kajšne družine so za telo parložnost veredile ja-raca, pru takuo v vartu an v gruntu je bluo že kieki. Varnimo se na Božič: tisti dan priet so gaspodinje skuhale župo. Za tuole narest, so ubile te narbuj staro kakuoš, ložle so jo kuhat s sauormi (čebula, šelin, (opih), koranje). Za božično kosilo so s telo župo napravle sopo: tu vsak tont so zdrobile kruh an go na varh polil župo. Na njo so zribale domači ser, tisti buj star. Kakošjo mesuo so lepuo arzdeli-le v koščiče, blizu telega mesa so po navadi napravle kompier naret tu padel z zasiko, s Speham an s čebulo. Niso manjkal štruki kuhani, ki tu vsaki hiš so jih gaspodinje napravjale tisti dan priet, saj je bla navada jih jest an po maši o punoči. Tu kaki hiš so skuhal sopo s tripam. Za napravt tuole so žene uzele prašeče al govedove tripe, so jih preuriele, kar so ble preu-riete so jih očedle še nomalo, če je korlo anta so jih ložle tenfat s čebulo, s šelinam, s česnakam, z mangeronam an z ojam. So jih pustile kuhat počaso počaso, vsakoantarkaj so jih polile z uodo an ložle nomalo konserve, glih tarkaj de je bluo nomalo farbe, koluorja. Kar so ble lepuo kuhane, so zdrobile kruh tu tont, go na varh so polile župo an ne dvie-tri žlice trip. Na vse se je zribalo nomalo siera, tisti domač, buj star. Tuole je bluo "primo" an "secondo". Tiste družine, ki so ble nomalo buj bogate so za Božič jedle žuč. Tuole se je muorlo narest dva dni priet: an dan je biu po-trieben za skuhat, an dan za pohladit. Tu an velik lonac se je ložlo kuhat an kuart govedove glave, 'no nogo prašečo, nomalo od kakuoš al od zajca, kar je ostalo (glava, noge, tiste reči, ki nieso korle drugam). Notar se je ložlo an sauorje: čebulo, lomber, rožmarin, salbjo, su. Vsaka gaspodi-nja pa je imiela kajšno "skrivnu-ost" za jo narest buj sauoritno. Vse tuole se je muorlo stuort kuhat puno puno cajta, štier-pet ur an nimar posnemat. Kar je bluo kuhano so vzel uon vse kosti an so jih lepuo očedli od mesa. Tu vsak tont so ložli nomalo telega mesa, go po varh so polil župo, sevieda, priet so jo očedil. Kar vse tuole je bluo na-reto, so ložli hladit do božičnega kosila. Tu kajšni družin so tuole jedli an pred mašo. Vse tuole mi je poviedala Teresa Piščakuova iz Dolenjega Tarbja, ki je zviedla tele reči, ko se je poguarjala z ženam iz svoje vasi. Poviedala mi je, de ona vsak Božič - an lietos bo takuo -v gostilni, ki darži z možam v Sriednjem ponuja tele reči an imajo nimar puno uspeha. Vsi jih hodejo jest, ne samuo naš judje, ki takuo se spominjano na njih mlade lieta, pa tudi iz Čedada an drugih kraju. FERRO. LA VIGILIA DI NATALE, IL TEMPO CHE TRACCIA SEGNI NELLA VITA DI OGNUNO DI NOI I giorni brevi di un inverno "Basta poco per scrivere un libro", mi diceva Ferro. Lui non ne aveva mai scritti. Ferro riparava biciclette tutto il santo giorno, fino a quando iniziava a calare la sera; allora lasciava gli attrezzi, si detergeva il sudore ed usciva, chiudendo dietro a sé la porta dell'officina a chiave, tripla mandata. Nell'officina non c'era corrente elettrica. Ferro non aveva mai scritto un libro, né tra le sue mani -immaginavo - aveva mai avuto qualcosa di diverso da una forcella, una dinamo, le pinze. Le sue mani erano sempre nere, anche nei giorni di festa, perché, come mi aveva detto una volta, "più del colore conta il calore". E le sue erano mani calde, forti, sicure. Ferro aveva spezzato la mia vita in due parti: quella della mia casa, della scuola, degli amici, e quella del tempo che trascorrevo nella sua officina, a discutere ed arrabbiarmi con lui. Erano quelli i momenti preferiti della mia giornata, quando aprivo la porta cigolante e vedevo il suo sorriso, sentivo il suo buongiorno, lo vedevo fare spazio tra le camere d'aria e consegnarmi la seggiola, che ormai stava diventando piccola anche per me. Ferro amava quella stanza, ed il disordine delle cose, e la nube che si formava sul soffitto dopo l'ottava sigaretta. Negli inverni dai giorni brevi, quando il lavoro mancava e le guance diventavano rosse per il freddo, ci sedevamo accanto alla stufa e discutevamo. Io ero sempre quello che gli ponevo i problemi, le secche domande di chi vuole sapere e capire le cose che non hanno risposta, o che sono nascoste nelle viscere del cuore. Ferro mi dava le risposte, ma non so ancora, a distanza di anni, se siano state parole sag-ge e sicure, o i sogni di un uomo che ha perso la propria strada, ed é convinto che per ritrovarla occorra camminare senza méta. Ma io non sapevo fare a meno di chiedere. Così quel giorno, era la vigilia di Natale, arrivai già di mattina, visto che non c'era scuola, entrai nell'officina, mi presi da solo la seggiola e lo fissai negli occhi. Lui capì che volevo domandargli qualcosa, allora alzò gli occhi al soffitto, sbuffò, e mi disse: "Forza, sentiamo". "Credi in Dio?', gli chiesi. Lui sorrise. Non so perché, mi sembrò già una risposta. Poi mi disse che a quell'ora della sua vita (allora era sulla cinquantina) si finiva per mettere in discussione tutto, oppure per avere tutto chiaro. “Vorrei che esistesse - mi disse - perché mi aiuterebbe a capire se ha un senso questa vita, e se ce l'ha perché costa tanta fatica". "E' così difficile esistere ?', gli chiesi, e subito mi sentii piccolo ed ingenuo. Ferro non rispose, rimase a fissare il muro,- i suoi occhi chiari trasmettevano luci ed ombre, riflessi d'argento, o forse era solo un tentativo per trattenere le lacrime. "E' molto più facile, credimi, tirare la coda ad una gatto, scalare una montagna, tacere alle domande. Perché non sei mai stato un gatto, della montagna puoi sempre ve- dere la cima, e per ogni domanda che ti fanno ne hanno mille altre a cui non sanno rispondere". Pensai: ecco queste parole sono per me, allora me ne vado. Mi alzai e mi diressi verso la porta. Sentii un braccio appoggiarsi sulla spalla. "No, rimani, non mi piace stare solo". Mi girai e dissi la prima cosa che mi passava in mente, anche se non era veramente quello che avrei voluto dire: "Io credevo che quando una persona é sola lo é perché vuole esserlo". Ferro mi rispose, ed era la risposta che volevo uscisse dalla sua bocca: "Io credo che quando una persona é sola lo é perché ha bisogno di qualcuno". Gli sorrisi, e tornammo a sederci accanto alla stufa. Fuori il vento spirava folate e pioggia sui balconi e sui vetri delle finestre. Io e Ferro sentivamo un grande caldo, dentro. Avremmo passato un bel Natale. Michele Obit “Paijateljca, sprejmi Mater Jezusovo...” Ankrat 16. dičembeija seje po naših vaseh začela božična devetica an so takuo vsi kupe čakal Božič Božične drevesa pred hišami, lučice vsieh barv iz butigah migajo, televižjon prave ka' se mu-ora šenkat, letanje od ne butige do druge: Božič je že tle. V Tapoluovem an še v kaki drugi vasi ljudje čakajo tel velik guod, ku ankrat, kar je bla devetica. Začela se je 16. dičemberja, v vsaki vas se je zbralo devet družin an vsaka je daržala adno nuoč "sveto družino par sebe. V izbi so gaspodinje napravle maj-han utar, kjer so postavle sveto podobo, okuole so nastavle par-žgane svečice. Po vičeri so se hiše spraznile, vsi so šli v tisto hišo molit. Po rožarju je gaspo- dinja ugasnila svečice an je snela dol sveto podobo. Potlè vsi so paržgal njih "lumine", ki so jih parnesli za sabo an so šli v pre-cesji do druge hiše, grede so piel litanije an druge Marijine piesmi. Kar 'na gaspodinja je izročila ' sveto družino" drugi, ji je jala: “Parjateljca, sprejmi Mater Jezusovo na njenim trudnim potovanju v hudim zimskim času, na nje neomadeževanim materinstvu. Na častijo samuo naco an jutre, pa prizadevajse, de jo boš častila nimar brez nahanja". Ta druga gaspodinja je odgu-orila: "Bodi pozdravljena o pre-čista Devica Marija, želnuo Te sprimem pod strieho mojo. Bo-dimi zviesta pomočnica, vari do smartne ure dušo mojo. Aman". Tele ponočne precesje so ge-njale 24. dičemberja. Božične molitve an piesmi pa so šle na-pri do Sviečince, 2. febrarja, v zadnji hiši, ki je bla sparjela "sveto družino". Na večer Sviečince je biu sklep devetice. Na koncu vsieh molitvi an piesmi so vsi bušnili sveto podobo an so na utar ložli amožno. Drugi dan jo je gaspodinja nesla famoštru za de je zmolu dvie svete maše: adno za te žive, drugo za te martve, kar je ostalo je šlo pa za cierku. Zaki devetica je šla napri devet dni an zaki konac vsega je bluo 2. febrarja? Zak se pravi, de Marija an Juožuf sta hodila taz Nazaretha do Betlhema devet dni an devet noči. Z Ježušam sta pa zapustila štalco v Betlhemah štierdeset dni potlè. Zlo težkuo je se varnit na stare navade, malomanj obedan ni-ema vič cajta za tele reči, vsak se sam tišči tu njega hiši al pa lovi Buoh vie ki... Skoda, lohni bi lieuš preživiel tele praznike an Božič bi nazaj ratu tist liep an veseu guad, ki je biu ankrat. Lohni bi na čul vič reč "Ne vi-demo ure, de vsi teli prazniki pridejo h koncu". Za se čut blizu vas Božič ta od duoma Vse okuole mene... muči, sama ura cajt štieje... ure bije! Vse mernua počiva, tud pot tle uone brez skarbi ... sada leži! Spije ta na prage Pakù muoj pisič, kima ta na kandreji Burja moja tuja! Je cajt, de an jest se odpočien san potriebna uživat tel riedak mier, pohladit mojo pamet ... se pustit iti at tuk narbuj m'je ušeč! Nie dušice tle okuole smo ostal sami... jest an ti! Ti sada s' me objeu, sme zaviu s tojo hico; jest niesan pru sama, ti, me varješ; ti me peješ tiho gor pruat ... gor tuk so moje doline! Dua s' ti? Ti si an oginj vas špečjal za me! Toja luč mi sviet mojo zemjo, toje pokanje mi prav ... mi pomaga misnit šele buj moje j udi! Zaki? Tiste drobne špice, ki san paržgala, tele ščine, ki sada gore, tele čoje, ki muoj oginj rede so domače darva... san jih zbrala, spravla an ... not tle parpejala! Zaki? Za me, ki san deleč od duoma m'je zadost, ku nie moč drugač, an domači čok, de gori tle v moji hiš m'je zadost tel oginj vas špečjal... za se čut buj blizu vas ... za Božič! Michelina Lukcova Guidac ih prave... Bepino je paršu tele dni že damu iz Belgije za božične praznike, pa nie paršu sam. Parpeju je 'no tako lepo biondino, de vsi so se ogledu-val, kar je pasala po Čedade, zatuo Bepino, ki je nomalo ljubosumen, jo j' hitro peju damu. Usedinla sta se v izbo an popila dva bičerina čiešpove-ga žganja, ki ga je skuhu, kar je biu paršu damu za svet Rok. Potlè se je pobrau po štengah v kambro pozdravjat njega ženo, ki je bla šla že spat. Počas jo j' zbudu an ji priporočim - Čuješ Marjuta, dol v izbi je 'na biondina, ki je paršla z mano iz Belgije. Reci ji, de si moja sestra, zak čene se uje-ze, ku vse sajete!!! * * * - Direktor, jutre bo Novo lieto. Al morem končati dielo dvie ure priet, ki imam za iti v Čedad kupavat darilo moji ženi. - Ne, Hobles je 'na resna fabrika, se na more še prašat dopusta za kupuvat darila! - Oh, hvala liepa, kuo ste pridan Vi direktor!!! VESELE BOŽIČNE PRAZNIKE IN SREČNO NOVO LETO OD VAŠEGA GUIDACA novi mata jur La stagione dei falchi Centoventi anni di sport sloveno nella nostra regione Sugli antichi vasi greci che impreziosiscono tanti musei d'Europa appaiono spesso figure di atleti, di ginnasti: sono gli atleti più ammirati dei giochi olimpici. Dopo lo splendore del mondo greco, di quest'impegno rimane per secoli solo il ricordo: al movimento veloce dell'atleta si sostituisce il roteare pesante della mazza del cavaliere medioevale, il guizzo della sciabola seicentesca. La ginnastica viene riscoperta soltanto nel secolo scorso, dai tedeschi, dai cecoslovacchi, dagli svizzeri e dagli svedesi. Nel 1844 viene fondata la prima Società ginnastica a Torino, qualche tempo prima viene istituita una scuola di ginnastica a Lubiana, mentre nell'anno scolastico 1850-51 la ginnastica viene introdotta, come materia facoltativa, al liceo classico di Lubiana: siamo però sempre in una visione elitaria della ginnastica. A Praga, cuore della nazione ceca, viene fondata già nel 1839 una scuola di ginnastica alla quale altre ne seguono, finché nel 1862 si uniscono in un organizzazione nazionale denominata Sokol cioè II falco che avrebbe improntato di se tutta la futura attività ginnica sportiva ceca, slovacca, slovena e jugoslava. Impronta pure tutta l'attività slovena considerando in questo segmento culturale anche Gorizia e Trieste LEGGE MACCANICO-4 Al pupo basta avere la koleda segue dalla prima Maccanico invece "recita’ solo di argomenti relativi alle tradizioni e alla cultura locale, di origine slava (sic!). Non prescrive dunque un'educazione linguistica in dialetto, ma l'insegnamento (sic!) di detti argomenti. La maestra della scuola materna, magari reclutata all'uopo, sarà dunque tenuta a raccontare qualcosa delle krivapete, degli škrati, ohimè degli strucchi (ancora sic!) e, per le feste, della koleda. E questo, si badi,nell'ambito della cosidetta programmazione (che vuol dire scrivere due cretinate sui registri), soggetta del resto a procedure burocratiche e sempre che i genitori ne facciano richiesta. Ma siamo matti? A Poggibonsi, a Casalpusterlengo e nella classica Canicatti le maestre sono tenute, fin dal 1968, a norma degli Orientamenti, di tenere presente il rapporto lingua-dialetto e agire in conseguenza. Alla stessa norma possono e debbono attenersi le maestre delle scuole materne statali dei sullodati 21 comuni di cui all' art. 21, ai sensi degli stessi Orientamenti che valgono in tutto il territorio nazionale italiano. Anche qui. O no? Non appena entrerà in vigore la Legge Maccanico, la norma relativa al dialetto (alias parlata locale) tutto sarà ridotto alla... koieda. E, per far questo, i bambini della stessa sezione saranno separati, in base alla richiesta dei genitori. E infine gli insegnanti, rispetto allo sloveno, potranno essere del tutto analfabeti. Qui la norma di legge, invece di rafforzare l'educazione linguistica con la presenza del dialetto, esplicitamente la restringe. Si dirà: ma a Canicattì come a Clo-dig non se ne fa niente. Con la Legge Maccanico si dovrà fare. E chi lo dice? Non c'è una norma che lo prescriva e quindi tutto resterà come prima nella pratica, peggio nella normativa. Come riscrivere dunque questo 1. comma dell'art. 23? Proviamoci un po': Nelle scuole materne pubbliche site nei comuni di cui all’art. 21 l'attività educativa comprenderà argomenti relativi all'ambiente, alle tradizioni ed alla cultura locale. Tale attività sarà svolta in sloveno1' per una parte significativa dell’orario scolastico e per mezzo di insegnanti che dimostrino di possedere una adeguata conoscenza della parlata locale e della lingua slovena. E i genitori? Già. Allora si aggiunga: I genitori possono chiedere l’esonero da tale attività." P. 1) Fra lingua standard e variante locale, nella scuola materna la preferenza può anche essere indirizzata verso la seconda. In tal caso: dialetto sloveno. 2) La significatività sarà precisata dalla circolare ministeriale. Andrebbe meglio per una metà dell'orario scolastico. 3) Sulla separazione debbono assumersi la responsabilità i genitori che rifiutano un principio educativo moralmente e socialmente valido. come parte integrante della nazione slovena fin al 1918. Non sono società d'elite ma aperte a tutti nel nome della passione per l'attività ginnica e dell'ideale della liberazione dalla dominazione austriaca. Dei veri falchi nel senso terminologico politico attuale. Appena un anno dopo nel 1863, viene fondato a Lubiana lo Južni Sokol o Falco del sud, con il motto "Krepimo se" cioè consolidiamoci, fortifichiamoci. Nel 1874 si costituiscono società Sokol a Zagabria, a Dubrovnik, in Bosnia, in Vojvodina e nel 1891 a Belgrado: da allora in poi sia i popoli ceco e slovaccho che i popoli jugoslavi vedono svilupparsi enormemente il movimento dei Sokoli ciè dei falchi. Nel 1904 si tiene a Lubiana il Vseslovenski sokolski zlet cioè Incontro ginnico nazionale sloveno Sokol con una partecipazione di tutte le società Sokol jugoslave e di quelle ceche, mentre nel 1912, a Praga, si tiene il primo Zlet zveze slovanskega sokolstva" cioè l'Incontro ginnico panslavo dei Sokol. Le varie società Sokol contano allora nei vari paesi slavi ben 1053 società con 106.000 atleti e 37.000 cadetti. Tutto questo discorso sui Sokol è fondamentale per comprendere lo sviluppo della ginnastica e il seguito dello sport in tutte le parti della Slovenia. Nel 1862 viene fondata la società Sokol a Praga, nel 1863 a Lubiana, nel 1869 a Trieste con il nome di Tržaški Sokol e nel 1887 a Gorizia. I tempi mutano però e anche se la ginnastica rimane ancora l'attività sportiva principe, cominciano a sorgere anche gli sport che conosciamo oggi. Nel 1895 nasce a Gorizia una società ciclistica slovena, poco dopo, una a Trieste e nel 1904 nasce lo Tržaško slovensko planinsko društvo che avrebbe svolto una funzione insostituibile nell'attività ricreativa e formativa degli sloveni della regione specie nella clandestinità durante gli anni bui del fascismo. Nel 1908 nascono accanto alle società Sokol le società Orli, acquile di impronta cattolica che, tuttavia, non riescono a coinvolgere i giovani come i Sokol. Nascono a quel tempo pure società scacchistiche, due giornali sportivi sloveni uno a Gorizia e uno a Trieste, viene costituita un'orchestra di tamburice (specie di mandolini), vengono aperte sale di lettura, vengono organizzati concerti, feste e trattenimenti. Alla vigilia della prima guerra mondiale esattamente nel 1913, il Tržaški Sokol controlla 15 società con 1085 atleti tra i quali ci sono ben 182 ragazze, i dati per il Sokol di Gorizia non mi sono noti, mentre lo Južni Sokol di Lubiana controlla 115 società Sokol con 6613 atleti ed atlete. Queste cifre si commentano da sole ed evidenziano l'avanzato livello civile del popolo sloveno all'inizio del secolo. Dopo la prima guerra mondiale giunge il fascismo ed è la fine per ogni attività ginnico sportiva or- ganizzata degli Sloveni in Italia che riprenderà vigorosa con la vittoria sul nazifascismo nel 1945. Dopo il 1954 e specie dopo il 1970 si sviluppano enormemente le attività sportive specie da quando viene costituita la Zveza slovenskih športnih društev v Italiji che conta attualmente 32 società con oltre 2000 sportivi tesserati e 1300 soci nelle associazioni alpine delle tre sedi di Gorizia, Trieste e Ci-vidale e 1000 bambini interessati alle attività speciali per l'infanzia e infine 400 anziani impegnati nelle attività per la terza età. Lo sport più praticato è il calcio con 30 squadre, la pallacanestro con 20 squadre delle quali una la Jadran milita nella serie B2 e la pallavolo con pure 20 squadre. Seguono l'alpinismo con affermazioni di rilevanza internazionale, la vela, il tiro con l'arco con atleti di livello nazionale ed internazionale e il pattinaggio con Samo Ko-korovec vicecampione del mondo nella sua categoria. Tutto questo è stato ricordato giorni fa al Kulturni dom di Trieste nel corso di una solenne cerimonia che ha visto la presenza di tutte le maggiori autorità cittadine e regionali, italiane e slovene, compresi i più alti funzionari sportivi del CONI in una atmosfera di integrazione senza assimilazione qual’è il concetto dominante oggi tra gli Sloveni in Italia. Marino Vertovec KMEČKA BANKA - GORICA KMEČKO-DELAVSKA HRANILNICA KMEČKO-OBRTNA HR V HRANILNICA IN POSO KMEČKA IN OBRTNA HRANILNICA TRŽAŠKA KREDITNA novi matajur OPERATORI ECONOMICI DELLA VAL RESIA: INTERVISTA AD ANTONIETTA NEGRO A SELLA CARNIZZA Pace in una baita alpina Continuando il discorso turistico iniziato con l’intervista a Bruno Tosoni, titolare dell'albergo Val Resia, ho pensato di porre alcune domande ad una rappresentante di figura imprenditoriale, legata al movimento turistico della valle, sviluppatosi qui à Resia negli ultimi anni: il gestore di baite alpine con somministrazione di cibi e bevande. Antonietta Negro, giovane e attiva ragazza di ventisei anni, gestisce con la famiglia del marito la “Baita al Cacciatore" a Sella Car-nizza, località posta all'inizio della Valle di Uccea che, a sud, corre parallela alla Val Resia, raggiungibile quindi sia da Lischiazze sia da Uccea. Un esempio di come si può vivere in valle sviluppando iniziative nuove, contribuendo, con successo, a mantenere viva la nostra valle. Quando avete iniziato la vostra attività? Abbiamo aperto la nostra Baita durante l'estate 1985, tenevamo aperto solo il sabato e la domenica. L’idea era partita dalla famiglia di mio marito. Possedevano questo rustico a Sella Carnizza e sapendo che sarebbe stata aperta la strada tra Lischiazze e Uccea, hanno pensato di poterlo utilizzare adibendolo a baita con somministrazione di piatti tipici. Il primo anno era aperta solo il fine settimana; in questi ultimi tre anni, invece, é aperta dal 1° mag- gio al 30 ottobre con apertura quotidiana. Quali piatti offrite? Il piatto più richiesto é la polenta con il frico e devo aggiungere che va moltissimo, poi abbiamo grigliata di carne mista, formaggi, pastasciutta e altre cose su richiesta. Come dolci abbiamo lo strudel che prepara mia suocera ogni giorno; anche lo strudel é diventato attrazione del nostro locale. Come é stato l'andamento della clientela da quando avete iniziato ad oggi? Il primo anno abbiamo naturalmente lavorato poco dato che l'iniziativa era sconosciuta, ma man mano, nel corso degli anni, c'é stato un aumento graduale. Ogni anno vedo sempre più gente. La gente che viene su a Carnizza cerca la pace e la tranquillità, le passeggiate nel verde e l'aria pura. Questa é una ricchezza che la nostra valle possiede e che non dovrebbe perdere, anzi sfruttare, perché penso che la nostra valle abbia ottime potenzialità per un eventuale sviluppo turistico. Che cosa si dovrebbe fare in valle a livello turistico? Credo che si dovrebbe organizzare tutta una serie di attività, manifestazioni, attività ricreative. Penso che Resia abbia molte cose da offrire, dobbiamo essere noi a pensare in questo senso. Anche noi, se quattro anni fa non avessimo aperto la baita probabilmente a Carnizza non ci sarebbe niente e questo sarebbe stato un vero peccato perché la gente viene, e volentieri. Che cosa vi chiedono di solito i clienti? C'é una fortissima richiesta di acquistare o prendere in affitto i rustici che si trovano su a Sella Carnizza per brevi e lunghi periodi. Purtoppo, che io sappia, attualmente non c’é nessuna baita disponibile per questa destinazione. E' un peccato, come ho detto c'é una grande richiesta. Tanti chiedono cartoline della località. In effetti avevamo preso in considerazione questo problema, vedremo in futuro quello che si potrà fare. Mi chiedono anche prodotti gastronomici locali da acquistare e che purtroppo non vendiamo, ad esempio grappa di mirtilli; diversi chiedono anche souvenirs. Programmi per il futuro? Sono molto soddisfatta del lavoro che svolgo, e come ho già detto ogni anno la nostra clientela aumenta, quindi penso che se continuerà così andrò avanti con la mia attività. Ringrazio vivamente Antonietta Negro per la gentile collaborazione augurando a lei e alla sua famiglia un buon lavoro per le prossime stagioni. N. L. LA VAL RESIA PER CHI NON LA CONOSCE AFFATTO OPPURE VUOL CONOSCERLA MEGLIO Un “buon” itinerario In questi ultimi anni nella nostra valle hanno aperto diversi locali nei quali si possono degustare piatti tipici della gastronomia locale. A Sella Carnizza, che si raggiunge sia da Uccea sia da Lischiazze, si trovano due baite: "Baita al Cacciatore" e "Baita di Floriano" aperte dal 1 maggio al 30 ottobre ; in località "Zamlin" il "bar Rustico", mentre a Coritis si trova il "bar Serena". Infine a Prato il ristorante dell'albergo Val Resia aperto tutto l'anno e conosciuto nella zona per le čalčune ed i piatti a base di selvaggina. Ecco, in questi locali è possibil-le degustare le nostre specialità circondati dall’ambiente sano e naturale della valle. La cucina resiana si basa sui piatti semplici, caratteristici un po' in tutta l'area montana friulana: la polenta di farina gialla e quella di patate con farina bianca accompagnata dal frico generalmente preparato solo con formaggio, oppure carne alla griglia o spezzatino di carne. Accanto a questo piatto onnipresente, si trova la minestra preparata con i prodotti che la terra resiana offre: patate e fagioli, con la zucca e crauti come varianti e insaporita dall'aggiunta di pezzi di ossa o di carne di maiale o altrimenti con la panna. I piatti più ricchi, per le occasioni di festa, sono ed erano più nel passato i gnocchi di patate e le čalčune ripiene anch esse come i primi conditi con burro fuso e formaggio. Anche i dolci sono preparati con ingredienti semplici ma saporiti. Qui vi ho sintetizzato un po' quelli che erano i piatti tipici di una volta, ma che anche tuttora rientrano nella dieta resiana. Per sapere se sono buoni, gustosi e saporiti, non vi rimane che, passando per la nostra bellissima valle, fermarvi nei locali sopraindicati. Buon appetito! Luigia Negro H consiglio comunale e altre notizie Notizie trasmesse da Luigi Pati durante le trasmissioni ra-ìfoniche "Te rozajanski glas" di fato 9 e sabato 16 dicembre Ì9. slel pomeriggio di sabato 2 di-nbre si é tenuto presso la Casa Ila Cultura Resiana a Prato un :ontro con professori ungheresi 3 sono venuti qui a Resia per lire a conoscenza della nostra itura, con particolare riferimen-alle nostra musiche, danze e iti. L'incontro é stato condotto l Gruppo Folkloristico Val Re- Domenica 10 dicembre si terrà isso l’albergo Val Resia a Prato prima riunione della nuova as-iazione sportiva di pallavolo rante la quale verrà approvato statuto, verranno nominati i reori dei conti e verrà presentato programma di attività. 1 26 novembre si é chiusa la :cia iniziata la seconda domem-di settembre. I capi abbattuti in Ile sono stati i seguenti: 49 cauli, 7 camosci, 1 cervo, 1 cm-iale, 9 lepri, 9 galli cedroni e asi 100 fagiani. . ., . 31i aventi diritto al contributo r la ricostruzione della casa sono ancora 84 con intervento privato e 2 ad intervento pubblico. Il 21 novembre si é riunita la Commissione Edilizia per esaminare 17 pratiche di cui 16 sono state approvate. Di queste 3 riguardano la costruzione di nuove case (ad Oseacco sul posto della vecchia chiesa) le restanti per miglioramenti. Il presepio preparato nella chiesa di Prato é illustrato in lingua italiano ed in resiano. La Società Metanodotto cerca personale (operai, muratori, ecc.). Per informazioni rivolgersi all'ufficio collocamento di Resiutta. Il 24 novembre si é riunito il Consiglio Comunale nel quale si sono trattati i seguenti argomenti: - Prima di iniziare la seduta il consigliere di minoranza Renato Quaglia ha chiesto al Consiglio un ordine del giorno per protestare contro la proposta di legge Maccanico presentata dal Governo il 17 novembre riguardante la tutela della minoranza slovena in Italia, nella quale veniva escluso il nostro Comune. (In questo contesto Luigi Paletti ha brevemente ricordato che cosa significa mino- ranza e che cosa lo Stato Italiano, nella cui Costituzione é prevista la tutela delle stesse, ha concretizzato in questi 40 anni a questo proposito ovvero, esclusi i provvedimenti per l'Alto Adige, la Valle d'Aosta e il Memorandum di Londra per Gorizia e Trieste, niente). Per questo motivo, ora che é stata presentata dallo Stato Italiano questa legge con la quale il nostro Governo riconosce il dovere di tutelarci, si é rimasti sorpresi del fatto che la maggioranza del Consiglio Comunale di fronte alla richiesta di Renato Quaglia non abbia manifestato alcun interesse. Fortunatamente alcuni giorni dopo é giunta la notizia che il Governo aveva incluso anche il nostro Comune nella legge. E' stato nominato il nuovo farmacista Furlan Glauco di Majano. Nadia Mantineo é stata nominata responsabile per la pubblicazione degli atti comunali. — Sono stati concessi premi di produttività per gli impiegati comunali per l'anno 1989. Questi premi concessi annualmente anche da altri enti statali ai propri impiegati, sono determinati dall’ente in base all’attività svolta durante l'anno dal singolo impiegato. — E' stato delegato alla nostra Comunità montana il compito dell'assistenza domiciliare agli anziani. — Il Sindaco é stato incaricato di presentare entro la fine dell'anno alla Regione domande di contributo per lavori pubblici e acquisti vari. — E' stato concesso il contributo per il secondo calendario in resiano preparato da Silvana Paletti. Il Comune ha approvato l'elenco delle ditte, operanti in valle, aventi diritto di accedere ai contributi della legge Regionale per gli aiuti alla montagna. E' stato approvato il progetto per gli insediamenti produttivi in località Poje a S. Giorgio e in località Zamlin. Il Comune ha presentato un ordine del giorno per chiedere alla Regione di non chiudere l'ospedale di Gemona, la quale, per mancanza di fondi, avrebbe in programma di chiudere gli ospedali di Maniago, Cividale, Sacile e Gemona. rrt» . ••• li truje Krajave Hore ti triije Krajave ses glorije so wdiljane Ni so se wseli ano šle ni so šle jusket Ježuša. Ta lipa zvuzda na pulne na je se in pokazala Ni so piršle tana no pot nu pot na je in kazala. Ni so piršle tuw Jeružalem isa zvuzda se jen ziibila Ni so se noprot wštrašile kaka den hort sanjiol to je. Nu barale nu prašale da kò te rat nu te paleč Tuke se nošinel den kraj kraj tana wsòme krajave. Nu kraj Erode traditòr ki je mol wòjo je tradet A jen dal lopo pet nu jest nu vvse trii lopo ovizel. Tasta ano palestaha nu koj vu a nalizata Vii spet na nozot priidita nu priidita me ovizet. Ki čon tet pa ja a nalost ano den lipe Šenk mu det An je uže miislel za a tradet a tradet ano a buot. Ti svete triije Krajave so spet se wzele ano šle Ni so vilosle Jerusalem ni so šle skuza Betljem. Zwiizda se spet pokazala spet pot na je in kazala Tapot no hòro pot den kolk ki na pastirska štalica. Ni so peršle ta štalice bila Mariija Vergina Mariija ano Sin Južef den miišeč ano den wolec. Lipej Mariija Vergina samo piršle sdalečnjaha Da nen pokašte Ježuša da nen pokašte Ježuša. Moje ti triije Krajave njen moj Banbiinčeč je wsanol Mo eita da an se sbudi tadej bota a vudale. Te svete žinane Sineč s' dobro roko an se riskrel Ti svete triije Krajave ni so drot noprot kleknule. Nu adorale Ježuša ofro nu so mu oiriile Šenk ni so mu šinkale auor nu miro nu inčens. Ti svete triije Krajave so mòle trobe pa počet Tuw sno den onjol jen ròkel da koj na noset pòjdata. No driiho pot vi mata tet no driiho pot vi mata tet Ta sveta žinana Žana požonajte te sveti sat. Da Buh nin dejte wsia rat za wse te tiimpe pres konca. Questo è il canto in resiano che a Stolvizza viene cantato ogni anno per la festa dei tre Re Magi. UN BUON NATALE E SERENI GIORNI DI FESTA A TUTTI DEN DÒBRE VINATE WSÒN Luigia Vesele božične praznike in srečno novo 4- '4-" 4 4 4 4 4" 4=- 4 4 4" 4" Jr 4 '4" 4 4 -4' -4' 4' 4 4 4 4444444' 4 x e felice Anno nuovo SISTEMI PER UFFICIO Oprema za urade C. so P. d’Aquileia 10 - Tel. 0432/731220 CIVIDALE - CEDAD — macchine e accessori per ufficio — tecnigrafi e tavoli disegno — assistenza tecnica — arredamenti ufficio — fotocopiatura — riproduzione eliografica dalle valli del Natisone CUBANA VOGHICI CIVIDALE DEL FRIULI (UD) Tel. 0432/730236 - 730537 f I RI' r xtnXiootù ^Za^Ioamìcl t aiacoAxaL £*rtoLcJtì, dii frùuJL . , N >«; .v- ,'v w a». ^ a»- .-sv w .yr w a*. 1 ,w ^ ■ a< PODJETJE DITTA F.lli CHICCHIO elektrogospodinjski stroji elettrodomestici Corso P. d’Aquileia 24 CEDAD - CIVIDALE Via Europa Tel. 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Ko je bilo drevo že okrašeno na pol, je moja mama še dala lučke in druge okraske. Drevo je bilo končano, bilo je zelo lepo. Danes pa bom naredila še jaslice. Erika Pieniz Tra pochi giorni arriva Natale che dovrebbe essere la festa più grande dell'anno per tutti, per i poveri e per i ricchi. Io sento che c'è qualcosa di strano, tutti fanno gli alberi di Natale, i presepi, nelle scuole fanno le recite, dappertutto c'è aria di festa. Purtroppo però c'è chi trascorre il Natale in ospedale, in guerra e in povertà e penso che questo non dovrebbe succedere. ciLcky Antonio Banchig f^SL Q^ Davide Duriavig, prvi razred $ jLoioo dtpiftou Al 2. rvoJMxdU ^ W A / ■/' N é jk TCtAxX CDLtŽa«- MK N T 9Arr 1 li*WLr Jjì^jnr AT tfuTOVff^ 'SfJvbi «w. /dLvhtt« 0 j’ffc-Tuy £Ui •aCr' <«**< Wi, -j'wL- (DttÀtX n u Elisa Costantini, tretji razred l 05TTO BOZ(C |\5Òj (YWÌUj tMWWtf WltfÀtf ^Ozicn\0 ÀKa/- ■A' wAv- \4v <4- \4y \\TL- s.^- \kT.v- -*4 \\4 \0.v' ^ \V-Sv- \\\^> N\\^ REGAL CASA da Silvana BAR TRATTORIA » VIA EUROPA - CIVIDALE Porge i migliori auguri di buone feste a tutta la clientela Augura buone feste alla gentile clientela Tel. 725009 CLODIG DI GRIMACCO ■ W. ^ V £ ^ \ c" V' . 4S- 44- 44- '■'Aw 3JME ~4Ly jdic j|g ns4 4- 44 A ^ tèe» _ SATtAU YALlI *>£/ „ — ^ % Mmiùàg m DALL ■r t t ^ 'y y ^ t MERCERIE ELETTRODOMESTICI FERRAMENTA CASALINGHI » 8 ri. •* E Deposito PIBIGAS SCRUTTO - S. LEONARDO SV. LENART - Tel. 723012 MARKET - DESPAR di TERLICHER AMEDEO IMPORT- EXPORT-RAPPRESENTANZE D D u A VIDEM - TRST Podružnica: 33100 VIDEM - Ulica Roma 36 Tel. (0432) 502424 Telefax (0432) 503780 Sedež: 34135 TRST - Scala Belvedere 1 Tel. (040) 43713 - 43714 - 411826 - 411827 Telex: 460319 FRIEX - Telefax: (040) 43073 y ■■■■' ,J;r—|—.vv-y-.. :s—sv.-‘ir Settimanale - Tednik Reg. Tribunale di Trieste n. 450 Naročnina - Abbonamento Letna za Italijo 25.000 lir Poštni tekoči račun za Italijo Conto corrente postale Novi Matajur Čedad - Cividale 18726331 Za SFRJ - Žiro račun 51420 - '603 - 31593 «ADIT» 61000 Ljubljana Glonarjeva 8 Tel. 329761 letna naročnina 100.000 din posamezni izvod 1.000 din OGLASI: 1 modulo 34 mm x 1 col Komercialni L. 15.000 + IVA 19% estore aggiunto, opera a Cividale da tre anni e fin dall’inizio si è avvicinato alla nostra cultura slovena con grande rispetto ed attenzione. A lui ed alla moglie Anna gli auguri di una felice vita in comune. Agli auguri si associano le associazioni ed i circoli culturali sloveni della Benecia. GRMEK Zverinac Pia Katarinčna nas je zapustila Puno suzi je šlo zanjo, čeglih jih ni želiela. Želiela je iti na tihem, kot je na tihem živiela svoje življenje ta liepa, čedna zviez-da iz Zverinca, podoba lepote, zunanje in notranje čednosti. Rodila se je v Katarinčni družini - Pia Sdraulig - 78 liet od tega, kot druga od desetih otruok Ka-tarinčne družine. Šla je še mlada proč iz Zverinca in je postala na Tarbižu zlo znana an štimana žnidarca. Gor je preživiela svojo mladost, zadnjih dvajst let je preživiela v Vidmu, blizu svoje hčere. Bila je naročena na naš Novi Matajur. An kadar je čula našo besiedo, našo piesem, naš jezik, na sred Vidma, kjer je živiela, je oživiela. Čutila je, da je doma, gor na Zverincu, kjer so ji puobje prepevali ponočne pesmi, podo-kance. Jaz jo imam rad, zakar sem jo poznu. Pred tremi leti smo šli v Rusijo. Z nje sestro Niklo smo preživeli skupaj res lepe ure v Moskvi in Leningradu. Za vso skupino so ble simpatične sestre. Škoda, da ne bomo videli vič Pije med nami. Želela je, da bo pod-kopana, gor, kjer so podkopani nje starši, na Lieškem britofu. Gor je bla podkopana v sredo 13. decembra. Hčeri Magdi, zetu, na-vuodam, setram, bratu, kunjadam an vsi drugi žlahti naj gredo naše sožalje. Dorič Gor. Bardo - Belgija Zbuogam, Gisella! Po kratki boliezni je umarla v Belgiji, v kraju Tamines, Gisella Fontanini, udova Tomasetig. Rodila se je na Gorenjem Bardu 1915. lieta, v Vanacovi družini. Poročila se je bla na Zverinac, v Ke-šanovo družino. Nje mož je biu simpatičen Tona, ki je znu veselit naše ljudi doma in v Belgiji, kjer je prezgodaj umaru. Sada mu bo dielala venčno družbo še zviesta žena na taminskem britofu. Pogreb Gisele je biu v Tamines v sriedo 13. decembra. Vsi naši ljudje, ki gor žive, pa tudi lepo število Belgijanov, jo je spremljalo k zadnjemu počitku. Sinovam Beppinu, Claudiu in Liliani, pru takuo vsi žlahti naše globoko sožalje. V žalost je pustu sina Maria, ne-viesto, navuode an vso drugo žlahto. Žalostni so tudi vasnjani, saj Vigi je biu zaries bardak an simpatičen mož, zlo dielovan an vsi so ga imiel radi an spoštoval. Nomalo liet od tega muje tragično umarla žena na dielu v senožet, kjer je kupe z možam runala kopo. Pogreb rancega Škodcja je biu v Gorenjim Tarbju v četartak 14. dičemberja popudan. SVET LENART Rosalie Osgnach ni vič med nami V torak 12. decembra je umarla v čedajskem Spitale Rosalia Osgnach, uduova Chiabai, znane Ga-letanove družine. Imiela je 80 liet. Nje pogreb je biu par Svetim Lie-nartu v četartak 14. decembra. Puno ljudi ji je paršlo dajat zadnji pozdrav. Od treh sinov, ki jih je rodila mama Rosalia, sta dva po svetu. Gaetano živi z družino v Franciji, hči Elda v Kanadi, Dino pa doma. Takuo Gaetano, kot Elda čeglih žive takuo deleč, sta paršla na pogreb mame. Naj v mieru počiva. ŠPETER SREDNJE Gorenj Tarbi Zapustu nas je Luigi Chiabai V torak 12. dičemberja je zapustu tel sviet Luigi Chiabai - Sko-dic, učaku je lepo starost: 92 liet! Umaru je v čedajskem Spitale. Barnas Umaru je Luigi Zuiani V čedajskem Spitale, kjer je biu vič cajta rikoveran, je za venčno zaparu njega trudne oči Luigi Zuiani iz naše vasi. Učaku je zaries lepo starost: 84 liet. Za njim jočejo hči Anna, sin Giovanni, zet, neviesta, navuodi, sestre, kunjadi an vsa druga žlahta. Pogreb rancega Luigia je biu v četartak 14. dičemberja popudan. Puno judi mu je paršlo dajat zadnji pozdrav, čeglih je biu dažev-ni dan. PIŠE PET AR MATAJURAC Bogat Božič žali siromaštvo Jezusa & Jezus Nazarenski se je rodil an tavžent 900 an 89 liet od tega. Tega bi ne bluo trieba še pisat ne, saj vsi poznate kolen-dar, ki začne po njega rojstvu. Pa kaj čjete, če mi je všeč takuo. Napišem in konac besiede. Jezus se je rodiu u Betlehemu, u marzli štalici, u marzlih jaslih. Mušac (osliček) an volič sta ga griela u jaslih s svojo sapo. Potle so ga paršli obiskat in častit pastirji in celuo trije kralji: Gašpar, Miha in Balda-sar. Parnesli so mu bogate darila, lepe Šenke. Do betlehemske štalice jim je kazala pot zvezda repotica. Takuo so nas učili in takuo nam še pravijo. Učili so nas tudi, da je Marija Devica brezmadežno spočela od Sv. Duha, rodila Jezusa, da bi z božjo maltro odriešu človieka od poverbanega grieha, ki sta ga napravla z zapeljivo kačo in jabuko Eva in Adam u pozem-skih nebesih. Ta sin božji — še prej kot sin Device Marije in Sv. Jožefa — se je učlovečil, postal človek in kot človek je biu parbit na križ, da bi od greha riešu vse človi-eštvo. Vse griehe sveta je preu-zeu na svoje romana. Od takrat so ga imenovali tudi Kristus in po njega imenu se imenujemo kristijani, vsi tisti, ki v anj vier-jemo. Parvi, ki so sparjeli njega učilo, so bli revni, buozi ljudje, zak je medrugim učiu tudi tuole: vsi ljudje smo po rojstvu enaki, bratje. Vsi smo kompanjani. Telega učila nieso mogli požgriet bogataži, zatuo so fa parbili na križ! Špot jih je bluo bit kompanjani, bit bratje buozega človieka. Te buozi ljudje šele vierjejo u njega učilo in se boje grešit pruot njega zapuovedi. Te bogati pa ne vierjejo u Krtistusovo ustajenje. Sigurni so, da je šele parbit gor na Golgoti, kamar so ga parbil, zatuo se takuo gar-duo prešerno obnašajo vsak dan. Vsak dan, vsako uro greše pruot Kristusovem učilu. Greše in žalijo vsako lieto rojstvo Jezusa Nazarenskega in tarpljenje Kristusa z njih bogatim Božičem, z njih presitnostjo in popivanjem žlahtne pijače. Njih Božič Jezusa Nazarenskega, ni Božič tistih milijonov otruok, ki se rode vsak dan po marzlih štali-cah, po marzlih jaslih in njema-jo ne muša ne voliča, da bi jih s sapo griela. Jih ne časte pastir- ji, jim ne nosijo daril, Šenkov Trije kralji in ne učakajo 33 liet, da bi jih parbili na križ, zak še mali mali umarjejo. Puno od njih zapusti luč sveta hitro potle, ko so jo zagledali. Jezusa Nazarenskega in vse te buoge, nadužne otroke žalite z vašo presitnostjo, z vašimi banketi, z vašim popivanjem in prebogatim Božičem, ki bi ga ne smeli praznovat, čene v ponižanju. Vi niste nikdar zastopili po-mien Božiča. Za vas je samuo dobra parložnost za žriet, za po-unit že vaše predebele trebuhe. Ko na banketih polnite vaše nenasitne želodce, se ne spomnite nikdar na tistega reveža, ki se je rodil u marzli betlehemski štalici. To so za vas pravljice, ki so dobre za buoge otroke, za buoge ljudi. Vi, bogataži, nieste nikdar zastopili, da brez Božiča bi ne bluo Velikenoči! Poviedu sem, kar sem želeu poviedat za tel Božič 1989, ki ga želim prav srečnega in veselega — u pravem duhu — vsem mojim dragim braucem, doma in po svetu. Prav tako jim voščim srečno novo lieto 1990 njim in njih družinam. Vas pozdravja vaš Petar Matajurac Urniki miedihu v Nediških dolinah DREKA doh. Lucio Quargnolo Kras: v torak od 14.15 do 14.45 v petak ob 15.15 Debenje: v petak ob 13.30 Pacuh: v petak ob 13.15 Trlnko: v torak od 14.45 do 15.15 v petak ob 14.30 GARMAK doh. Lucio Quargnolo Hlocje: v torak od 16.00 do 17.00 v sriedo od 11.00 do 12.00 v petak od 16.00 do 17.00 doh. Rosalba Donati Hlocje: v pandiejak od 11.30 do 12.30 v sriedo od 15.00 do 16.00 v soboto od 10.30 do 11.30 Lombaj: v sredo od 13.00 do 14.30 PODBUNIESAC doh. Vincenzo Petracca Podbuniesac: v pandiejak, torak, sriedo, četartak an petak od 9.00 do 12.00 v soboto od 10.00 do 12.00 doh. Giovanna Plozzer Podbuniesac: v pandiejak, torak, sriedo, petak an saboto od 8.00 do 9.30 v četartak od 17.30 do 19.00 SOVODNJE doh. Pietro Pellegritti Sovodnje: od pandiejka do petka od 10. do 12. ŠPIETAR doh. Edi Cudicio Špietar: v pandiejak, sriedo, četartak an petak od 8.00 do 10.30 v torek od 8.00 do 10.30 in od 16.00 do 18.00 v soboto od 8.00 do 10.00 doh. Pietro Pellegritti Špietar: v pandiejak in sredo od 8.45 do 9.45 v petak od 17. do 18 SRIEDNJE doh. Lucio Quargnolo Sriednje: v pandiejak od 10.00 do 11.00 v sriedo od 14.00 do 15.00 v saboto od 10.00 do 11.00 Gor. Tarbi v pandiejak ob 11.30 v sriedo od 15.15 do 15.45 Oblica: v sriedo od 15.45 do 16.15 doh. Rosalba Donati Sriednje: v torek ob 12.00 v petek ob 10.00 Gor. Tarbi: v torek ob 12.30 v petek ob 9.15 Oblica: v torek ob 13.00 v petek ob 8.45 SV. LIENART doh. Lucio Quargnolo Gor. Miersa: v pandiejak od 16.00 do 18.00 v torak od 10.00 do 12.00 v sriedo od 16.30 do 17.30 v četartak od 10.00 do 12.00 v petak od 10.00 do 12.00 v saboto od 11,00 do 12.00 doh. Rosalba Donati Škrutove: v pandiejak in torek od 9.00 do 11.00 v četartak od 9.30 do 11.00 v petak od 11.00 do 12.30 v soboto od 8.30 do 10.00 Dežurne lekarne Farmacie di turno OD 23. DO 29. DECEMBRA Čedad (Minisini) tel. 731175 Špeter tel.727023 Manzan (Sbuelz) tel. 754167 Ob nediejah in praznikah so odparte samuo zjutra, za ostali čas in za ponoč se more klicat samuo, če ričeta ima napisano »urgente«.