PREZZO Ih TUTTO IL T.L.T. Lire 20. Y / Y- 27 MARZO 1948 - h. 16 Tassa postate pagata - Abb. H Gruppo *TfrCA, ' Y r v ai xxr osi: Ciò è banale! L’amico, poi. De Gaspari, *hal preparò le cose; k masse non dispose, 8 allora la chiassata Prevista non esplose. Lhe brutta cantonata! Un tale che non nomino a Siracusa ha detto che noi si è già in difetto, che il gesto è truffaldino, frisornina, con diletto, hi ha dato del cretino! sottilmente ironico, 111 ha dato del pagliaccio. R*lla figura faccio! L sì che sono scaltro! ^8 un’altra volta taccio. Che parli pure l’altro. Lo faccia pur promettere s*a Malta che Lubiana, 6 Spalato e Tirana. Se vuole, quell’inglese, aggiunga il Lago Tana. ...ma niente di francese! bulcineo Arrestossi Sando e rivolto verso il lungo Cavaliere, disse: — Vede, Vostra Signoria, deve trattarsi di un caso di vista corta secondo me. — Anastigmatismo, cor-Tesse Don Chisciotte. ~ Sì. Vossignoria proprio c°sì. Io le cose non le sò di-Te ma, pure, vedrà che an-°he questa cotta l’avrò az-Zeccata giusta. y. Quasi quasi. mi con-An°i. Sando, 'perchè penso e i graziosi donatori non l urlano allatto di cessioni t altri territori, sia perchè J s°no stati fatti plebisciti, n\rrx Il truce© e* è e si Tede Mi ricordo d’aver letto una volta nel libro di Caldwell «Piccolo Campo» di un americano con automobile ed altri j ritrovati della più moderna tecnica, il quale tuttavia aveva catturato un albino e lo teneva prigioniero in quanto era convinto che gli albini avessero la proprietà di far trovare l’oro. Tipico esempio dell’americano faticiuilone - e ingenuo che ha una otto cilindri e corre dietro alle streghe Purtroppo però, per correre dietro alle streghe, molto spesso combina dei grossi guai, con pericolo d’uscime urna volta o l’altra con le ossa rotte. Truman è uno dii questi, e la sua recente mossa di «alta politica», cioè quella di voler dare il Territorio di Trieste all’Italia, ci fa comprendere come anche le cose più serie vengano concepite in America in un medio tipicamente americano, cioè secondo la mentalità del-Tuamo con automobile che cattura gli albini per trovare l’oro. La mossa è così pacchiana e così poco abile nella sua pretesa di scaltrezza, che anche la i noia portinaia, e con ciò non intendo mancarle di rispetto, l’ha compresa fin dal primo istante, e ne ha penetrato la profonda grossolanità. Come se non si sapesse che gli americani non hanno nessuna intenzione d: andarsene da Trieste! Come se non si sapesse che essi intendono trasformare la nostra cita in una base politica, economica e militare di provocazione e di penetrazione contro le democrazie popolari del retroterra e contro le forze democratiche italiane. Già diciassette mesi or sono c’era la possibilità di risolvere la questione di Trieste nel modo più pacifico e amichevole possibile: attraverso un accordo diretto fra i due popoli interessati. Ma Chi non l’ha voluto è stato proprio la dolce, cara e amichevole America, la quale, si sa, ama tàrio la pace, da non poter fare a meno di sorvegliarla attentamente con fucilieri e navi da guerra. , f Gli Stati Uniti hanno impedito ogni accordo diretto fra Italia e Jugoslavia, e il Governo De Gasperi ha obbedito agli or-i dini di oltre Oceano ne! modo "più assoluto. Una soluzione pacifica di un prob’ema pendente fra due paesi europei sarebbe stata una bruciante sconfitta per la diplomazia del dollaro, avrebbe costituito un pericoloso precedente che dimostrava come solo la co !aborazione fra nazioni indipendenti, libere da onerose tutele, possa portare la pace all’Europa. E oggi, a un mese di distanza dalle elezioni italiane; questo grande uomo ti viene fuori con una proposta fatta in modo da impedire assolutamente ogni ulteriore sviluppo. Esaminiamo infatti la cosa una alla volta. Il trattato di pace è stato redatto congiuntamente dalle quattro grandi potenze. Ora, tre di esse, dopo aver confabulato fra di loro, senza nemmeno a-ver interpellato la quarta, gettano la grande bomba. 1! territorio di Trieste venga assegnato all’Italia. Generosità squisita e senza pari! Specialmente essendo gratuita. In quanto a Briga e Tenda, quelle non si possono toccare! Ci sono delle centrali elettriche e 1= corrente elettrica, si sà, è una corrente forte... In quanto alle colonie poi, c’è quella promessa al Gran Senusso e d’altra parte l’aria del deserto fa così bene ai linfatici soldatini di Giorgetto, che sarebbe un vero peccato farli andar via. E allora, si getti la bomba di Trieste. Però, niente accordi diresti mi raccomando. La proposta deve essere fatta in maniera cosi provocatoria e grossolana da escludere a priori la sua accettazione. E se caso mai qualcuno volesse ancora insistere sulla questione dell’accordo, ci penserà bene Marshall a impartire a Palazzo Chigi le opportune disp esazioni perchè la cosa venga fa>a naufragare. Nello stesso tempo, giù con una campagna diffamatoria contro la Jugoslavia, l’Unione Sovietica, i comunisti, i socialisti, i cristiano sociali e tutti quanti non sono disposti a riconoscere in Truman il Grande salvatore. Soltanto la cosa si va risolvendo come il lancio di un «boomerang» che dopo un elegante volteggio va a sbattere contro la testa "di chi l’ha lanciato. Infatti questa manovra che ha visto gettati nella mischia i grossi calibri della diplomazia occidentale p.er cercare di salvare il partito americano in I-talia da una sconfitta, dimostra in -pralca che Truman e Co. considerano la vittoria del Fronte come una cosa già, scontata. E per tentare di convincere gH elettori italiani a votare contro l’Italia, ha gettato questa grande bomba di. cartone, la quale, dopo molto fragore, ha convinto tutti che l’unico modo per far ritornare Trieste all’Italia è quello di un accordo con il popolo vicino accordo che soltanto il Fronte popolare può raggiungere perchè soltanto il Fronte popolare vuole raggiungerlo. RONZINANTE L'UOVO A SORPRESA NIENTE DA FARE Perchè si sono fatte pro- nfsse m Sentissi Hai ra-r °ne — concluse il Cavahe-Si tratta proprio di un ~~ h ricordi. Vostra Signoria. che hanno aspettato 7 farlo, p trucco che fos-\\ già firmato un accordo •r’J * una unione doganale r‘ fà ai raso dei monopoli n° r' 'raccesi e del piano Marshall. ha Vraarìa vende- e rottami di tetro, Sanno, se* Truman a De Gasperi: - Guarda se ti riesce di farlo sparire con questa: è l'ultima ca ta che abbiamo I Alala, Sancio Don. Chisciotte-, interuppe Don Chisciotte. __ per farlo lavorare m Ita’ia sfruttando m questo modo i bassi salari italiani. — uià Sanno, tu ben t'apponi — ammise il Cava-fiere. — lo tappongo sempre, Vostra signoria — mormorti Sanno. Sorrise V Cavaliere dello smarronala del sv.o seti fiero ma ne ammirò la sagacia. prose- E proseguì: \ sciatte. annuendo — Dimmi. Sanno. come , guì: si ringrazia chi fi egalì? | — Sai dirmi, Sancio. che — in diversi modi. Vostra rosa vuol dire Tenda? signoria. ammise Sancio.1 — Quella che si cala su Anche come in questo caso, Trieste. Vostra Signoria votando per il Fronte — Ma sarebbe una malagrazia. Sancio. — E votare per la D C. ! una disgrazia — sogghignò lancio. Scosse il capo Don Chi- ciò? — E Mogadiscio? — Tripoli di seconda mano. — E la parafa colonia? ■—Votate D C. — Bisogna votare, San- — Sì, Vostra Signoria. Votare per Vincere. — E per che cosa altro, Sancio? chiese sorridendo Don Chisciotte. — Votare per Credere, Obbedire. Combattere. chiuse prorompendo in risata. — Amen — ribadì Sancio semiserio Da una svolta si fece innanzi vn signore vestito di nero che leggeva in un libricino. mormorando a fior di labbro — Scusi signore gli chiese Sancio e q u e s t al a via della s ini ? — Figliuolo — rispose il signore vestilo di nero — io ho studiato il latino ma non li capisco — ’Nqv importa signore — disse Sancio — volevo dire, in. huov spagnolo se era questa la strada che porta a ’ votare per il partito della In-I quisizione di Nostra Santa Madre Chiesa. — Si figliuolo, è proprio ! questa e... — aggiunse — mettendo le mani in una j borsa, nera, che portava al \ collo, estraendone dei foglietti — eccoti qui le schede I elettorati già pronte Non hai che da imbucarle, figliuolo, e te ne sarà reso grazie. Ciò detto si volse per allontanarsi. Ma Sancio fece un segno della Croce nell’aria e, subito, dove si trovava il sir.no-I re vestito di nero si aprì ima • voragine; e vn fumo nerissimo e un insopportabile puzzo di zolfo si levò da essa. — Volevo ben dire — esclamò Sancio — che quel-I lo era un cattivo prete. ! E, dato di sprone al suo ’sinello. si diresse verso Don r’bis ciotte che sfava ammutolito dallo stupore. IL GOVERNO MILITARE: davvero? E perchè? Ci credevate (Dis. di Lucas) Sono andato a vedere l'ultimo film di Cbarlot. Credevo di dover fare delle lunghe file e poscia di dover guardare lo schermo mezzo nascosto da una colonna, stretto fra qualche donnone sudaticcio e qualche giovanotto alto 1,30. Invece niente allungamenti di eolio. Teatro quasi vuoto. 2'cm Cliib ciotto li ppena sbarcata sul suolo ra della «libera America» hanno arrestato, su ordine del Procuratore Generale di Stato, Irene Joliot-Curie, premio Nobel per la fisica, sotto lo specioso pretesto che stesse svolgendo attività anti-americana. In realtà si trattava solo di conferente da svolgersi in varie città dell’Unione a favore dei repubblicani spagnoli. Si sarà detto il Proc. Gen. Franco è nostro amico e noi non possiamo permettere che si spari i di lui sul suolo della nostra liberissima e democraticissima America —. Demde, irae. E la figlia di Maria Skiodtiwska-Curie dovette assaggiare il salato pane della ospitalità americana. E il pepato sale della libertà occidentale. * I ouis Saillant, preadente l della Feder. Intemazionale Sindacale, anche lui appena sbarcato (vedi dove...) è stato messo sottochiave per misure precauzionali. Forse non sarà stato, in questo caso, il Proc. Gen. di Stato a emettere l’ordine di arresto, ma chissà... le figuracele son come le ciliegie. Louis Saillant che gira da qualche anno tutto 11 mondo avrà di che riflettere. Nikolajdk, in- j fatti, gode del favore di "ina : guardia personale e Bohr-fio-marowsky (il carnefice dì Varsavia) può girare tranquillamente per gli Stati Uniti, col permesso delle autorità-stato -polizia nordamericane. Louis ; Saillant deve stare al fresco, ! diamine, è una testa calda. E le teste calde sono pericolose, con tanto esplosivo lo giro, in America). — Figliolo mio! Evviva l’Oc- • rìdente! — gridò Giacinto abbracciando il suo tenero e precoce figlioietto. — Occidente è sinonimo di luce! E così dicendo Giacinto sa-salì sul davanzale della finestra e si trasformò In Occidente. — Guardami, guardami come splendo! Il figlio per accontentare Giacinto si mise gli occhiali da sole. — Splende così anche l’Oriente? — chiese Giacinto con il suo sdito tono insinuante e malizioso. Avuto la risposta negativa. Giacinto sghignazzò felice per un paio di minuti. — Sai, figlio mio, — disse poi — perchè l’Occidente sghignazza? Perchè l’Occidente è furbo! E anch’io sono furbo! E anche tu Cleofe, sei furbo! Solamente nelle grandi occasioni, Giacinto chiamava suo figlio per nome. — Sì Cleofe, — continuò — noialtri siamo furbi perchè abbiamo subito capito che Truman il Nostro non vuol dare Trieste americana all'Italia dei frontisti, ma bensì togliere l’Italia ai frontisti e darla a Trieste americana! Chiaro no? Evviva l’America! Evviva il G. M-! Abbasso il Fronte! E Giacinto, preso na ritratto di Garibaldi, lo stracciò con rabbia e scaraventò il tutto fuori dalla finestra. — Eroe di due mondi! disse con disprezzo — Eroe delle mie ciabatte! E cosi potuta i frontisti! Giacinto non ancora soddisfatto, inscenò grandi manife- I stazioni anti-frontiste inneggiando a Marshall, al Papa e al Consiglio di Zona. Poi stanco, ma felice, baciò, Cleofe sulla fronte e usci di casa fischiettando allegramente l’inno nazionale del Bene-lux. AIJ30R (Milano). I„a questione è motto strana. Potevano decidersi anche prima, non le pare? Certo che però l’affare Cippico è una cosa molto triste, per la D. C. naturalmente, che oltre a tutto quello che con lo scandalo le è capitato addosso ha perduto, poiché Cippico è in galena. anche un voto alle prossime elezioni, e creda, la D. C. ne ha tanto bisogno di voti. Per tutto ii resto non abbia paura, noi non ci arrabbiamo mai, ma anzi, in genere, facciamo arrabbiare gli altri! RENATA BOLDRINI (CamogU - Genova). Cara amica, i settimanali umoristici che gracidano contro il .Fronte# sappiamo benissimo quali sono; ma se guardiamo chi sono i responsabili di questi settimanali dobbiamo subito convenire che non potrebbero fare altrimenti. I fascisti hanno sempre temuto la ''democrazia popolare, ed oggi più di ieri, poiché più tempo passa di più colpe dovranno rispondere domani. Per il resto la ringraziamo, mandi pure, se la roba è buona pubblicheremo. CALLXGARIS (Trieste). Che cosa ne pensiamo del c tesoro di Dongo »? Mah, ch’è stato appeso a Piazzale Loreto, ecco tutti. PIERO S. (Trieste). H suo pezzo è stato pubblicato la settiman scorsa, a quest'ora, crediamo, dovrebbe già aver ricevuto la retribuzione. Continui, lei sa lare di meglio. NOI * Ila celebrazione de'-e «Culli que giornate, a Milano, è stato presente De Gašper:. Pare che egli sia stato ricoverato all’Ospedale Maggiore perche i morti di Porta Tosa lo hanno preso a fuc.li’e credendolo Radetzky. 1 quale Radetzky. dalla * tomba, ha mandato un telegramma di ringr; ziamento a Gtovamnl Aocarldo che. sull «Europeo*. Io riabilita e lo addita quale esèmpio di ufficiale lig o agli ordini de» «superiori*. Giovai;,.'. Ansa»d; crete for««- che gli italiani non si ricordino che cosa siano gli ordini dai superiori dell’otto settembre ..? C anto Cielo! E" caduto un J altro «Dakota»! Ma. di questo passo, chi crederà più all’invincibilità dell’aviazione a-mericana? * I capitalisti di tutto il mon-• do hanno ormai per bandiera, Truman incorniciato da una corona di dollari e un motto: Habemus Tu".eremi Chissà, a Casaleeehio, che rabbia per il plagio! SEZIONI VERTICALI PANORAMA LE «DUEMILA PAROLE» DI TRUMAN (Di*. * Red) CHE DIAMINE! -— Il governo Jugoslavo ha Inviato una nota di protesta a Londra, Parigi e Washington, poiché si è accorto che la proposta revisione del trattato di pace è solo una manovra propagandistica per le prossima elezioni in Italia! — Va bene, ma che c’entrano Londra, Parigi e Washington? Loro hanno fatto di tutto perchè il governo Jugoslavo non se ne accorgesse. (Dia. di Walter) LA CLOACA (Dis. di Zergol) FKUBLEMl DEL G. M. Ventiquattr’ore di anime gonfie. Gonfie dì entusiasmi policromi e di Illusioni sa marci e Irresistibili. D'Annunzio sa fiume, Benito sa Roma, Starace su Gondar «— Sforza su Trieste. Sforza, con cinto erniario. Ventiquattr’ore di titoli su otto colonne. 20 mila persone allo stadio,, per Triestina-Juv entus e U mila (quasi«.) in piazza Unità. L'entusiasmo felle, da incidenti internazionali, andato, svanito, fu. Sforza e Ridatili che portano acqua iti molino della D.G. e si baloccano col popolo italiano dicendogli che la Francia di Briga e di Tenda è pronta, in nome delia sorellanza latina (e dèi) a cedere Trieste e spezzati se il 18 di aprile.« Marshall e 3 suo manager, alle spalle dei due, soffiane polvere di dollari. Papa Pio benedice urbi et orbi e i bvna-fedìsti caracollano con coccarde e volantini dell* Lega, appuntati su giacche che conobbero le vespe e le patacche littorie. Ventiquattr’ore di splendide illusioni sfiorite nel breve giro di una calda giornata di primavera. De Gasperi, Grande Uomo, decaduto a galoppino elettorale per sconquassata baracca vaticano—imperialista Pi us—Morgan Corporation. Cosi: pallem et circenses. Le balle del sabato sera e 1 giuochi da tòrco della domenica. Per le balle, via, possiamo lasciar andare, ma per i giuochi da circo, eh, no, Possibile che quelli che urlano di avere la- privativa della «italianità» possano prostituire la loro dignità nazionale fino al punto di osannare a S.M. Truman I« tendendo le mani alle briciole delie grazie divine largite dalla Casa Bianca ai popoli coloniali? Ben altra fu la dignità, la fierezza del popolo, nel 1848, quando gli stranieri li cacciò da casa a colpi di fneiloiie c nugoli di pietre. Dai «che Vinse?» di Balilla, dal «qui si fa l’Italia o si muore» del Leone di Caprera, al «Viva l’America» di un partito che si veste anche lui di nero e che bacia la mano che sganciò su paesi indifesi, c’è un secolo. Cento anni di abiezione e di orgoglio nazionale. Dalla borghesia rivoluzionaria del 1848 alla borghesia reazionaria di oggi. Dagli iloti del '48 ai partigiani di oggi. Pallem et circenses. C’è stato di tutto in veotiquattr’ore il pallone giornalistico e il circo nelle strade. Ma l’awi-liente che degli italiani si siano umii ati al punto di recitare un grottesco sotto la prua di una nave da guerra straniera, davanti agli occhi ironici di un gentleman che, in coperta, guardava sghignazzando. Plaudite, cives! Quanto all’andarmene di qui, si, per l'anima di zio Sam che ci vado! Sgolatevi, rinsecchitevi l’Ugola e brindate alle stelle e strisele. Alla vostra nuova bandiera. Pallem et circenses. DON C. — E’ imitile Caterina, comincio proprio a credere che questa saputo che ho aderito al «Fronte»! vecchia «Ford» abbia (Dis. di Walter) — Pare che il Governo Militare governo di popolo senza il popolo! QUANDO LA MARCA E' REAZIONARIA LA REAZIONE DI TRIESTE: -i e liberaci dai democratici, cosi sia! Signore iddio nostro, dacci oggi la nostra falsa proposta di revisi mi al trattato, (Dis, di Lucas) voglia costituire nn (Dis. di Walter) A)?y A'1'. fH |*j Sia benedetta la stupidità congenita del pubblico triestino, che mi ha dato modo di godermi questo capolavoro tranquillamente seduto dal principia alla fine! Perchè è indubbio che si tratta di nna grande opera d’arte, che rimane tale anche se il pubblico lascia la sala mezza vuota e va a fare tre ore di fila per «La Schiava del Sudan» o «La Voce del Destino» o qualche cosa del genere. Ma forse questa diserzione In massa o questa disapprovazione più o meno convinta che fa riscontro agli entusiasmi di chi ha veramente compreso e quindi gustato il film, è dovuta alla paura dei nostri borghesoidi, di vedersi gettato sul muso in una maniera un pò troppo brusca tutto il marciume della società che li ha prodotti e nella quale essi prosperano come gli scarafaggi nelle immondizie. Questo film di Chaplin è infatti la sottile e spietata critica di una società nella quale per vivere bisogna divorarsi l’un l’altro, nella quale le cose sono congegnate in modo tale da costringere l’uomo ad affogare il suo s'mile per mantenersi a galla, nella quale 1 più a-troci delitti vengono compiati con una Indifferenza paurosa, direi quasi eoa una «normalità» sconcertante. Verdini* è un povero diavolo che dopo aver lavorato per 38 anni in una banca come cassiere, viene travolto dalla crisi e-conmnica e perde il proprio posto. Ha una moglie ammalata e un bambino che costituiscono la ragione suprema della sua esistenza. Egli perciò deve trovare un altro lavoro. E sceglie la professione del Barbablù, con la stessa naturalezza con la quale avrebbe potuto scegliere quella del ciabattine se avesse trovato àavoro in una calzoleria. Egli non ha nessuna colpa. H mondo lo ha costretto a fare per 3« anni 11 cassiere di banca; oggi lo costringe a fare H Barbablù, ed egli lo fa con la stessa attenzione, con la stessa accurata applicazione, con la stessa metodicità. Prima cantava biglietti e controllava assegni, oggi fa la corte alle signore di mezza età, le sposa, le MONSIEUR VERDOUX R Charlot di tMonsieur Verdoni dice: «Viviamo in un mondo spietato, e solamente essendo spietati si riesce o salvarti!* uccide e si Impadronisce dei loro averi. Unica differenza: prima lavorava per gli altri; ora lavora in proprio. Crudeltà? Cinismo? Nemmeno per sogno! Si può accusare di cinismo il cassiere che conta i biglietti di banca? E così come accusare di cinismo uno che non trovando altro lavoro da fare ha abbracciato la carriera dei Barbablù! In fondo Verdoux è null’altro che una vittima. Fra l’operaio di «Tempi Moderni» che viene ingoiato dalla macchina, e il cassiere ohe viene ingoiato da lina macchina ancor più spaventosa della precedente. Cioè dalla società attuale, non c’è nessuna differenza! Anzi, e ce lo dice egli stesso, per fare il Barbablù ci vuol ottimismo! Egli in fondo non fa che applicare per conto proprio I metodi comunemente usati dalla società nella quale vive. Unico suo torte è quello di lavorare al dettaglio, di non essere organizzato. Per queste egli soccombe, per questo la società che uccide milioni di persone innocenti, Io condanna perchè egli ne ha ucciso una decina. «11 numero legalizza» dice Verdoux, In fondo Verdoux è null’altro ne invece di 15 milioni è poste fuori della legge. Forse per questo 1 nostri borghesi non hanno apprezzato «Monsieur Verdoux» e si scm allineati con quelli d’oltre oceano che hanno gridato allo scandalo. No, non fa piacere trovarsi dinanzi allo specchio e invece di vedere, come si credeva, una faccia leggiadra, trovarsi di fronte un viscido mostro. PALLE LI ms Q)(m Chi?)Cioftp STORIELLA SENZA PAROLE Din, don, din, dan, doni... Chi $e ne strofina se ad uno basta appena per la spesa? se qualcuna per fame sta rappresa a non sentire il crampo che assassina? Chi compra Vuovo grosso con sorpresa non guarda in là della sua papalina. Din, don, din, darti E' Pasqua. ET gioia. E’ festa, Almeno così sembro, al suon festoso delle campane: gaio, rumoroso e prolungato. Suono che ridesta un senso di grandezza misterioso che al vero, che al reale mal s’innesta. CIOVBimr PERDUTA — Bah, ai miei tempi i giovani non ai arruolarono ma la Polizia civile! «Di». * Walter) VIVERE IN PACE — Poveretto: e pensare che aveva tanto creduto nell’amicizia degli anglo-americane (Di*- di Walter) L’uovo a sorpresa? Cosa sorpassata battuta in pieno da più gran rivali thè portano «sorprese» senta uguali con uova fresche, proprio di giornata! Infatti basta scorrere i giornali, er rimaner con bocca spalancata. Din, don, din, dan! E’ Pasqua, e c’è miseria. Tanta miseria in giro, e le vetrine Son piene di leccornìe fine, fine, tutte invitanti. Cosa deleteria. Buon senso offeso ad etti o per dozzine... Buon senso?*, ma non è una cosa serial t giovani, quelli piti sportivi, , la sventura d’inconttàrlì quando & moderni, pii in gamba in- j sei in compagnia d’uno ragazza ‘mma, orti che siamo alle soglie La ragazza, a queste parole no* all'aprile, non tralasciano nes- sa contenere Pammirazione per lna astuzia pur di accaparrar- il forte e allora sospira e ti guar-'■ quella tintarella eh’è il solo da con gli occhi pieni di tn-tesa-porto per le conquiste fem slezsa. Se la ragazza li vuol besnili. ne, sospira ugualmente ma li Di questi tempi, in cui tutto e stringe la sciarpa di lana attor-“si maledettamente pro^-edito ”» di collo per timore che tu «to e cosi squisitamente teso u Prenda un raffreddore. er$0 le conquiste sociali, le ra- D giovane, invece, stando be-®2ze. tempre intelligenti « lim- ne attento di non allentarsi ti ito miranti, non attaccano discor do delia cravatta ehi. allentino, ■‘se non coi giovanotti * Untarci- lascierebbe vedere il collo b iati-l£i»; e i bei macchioni, topen- diissimo e pieno zeppo di forun-o£°, si danno da fare. coletti rossi, si passa la mano sul Essendo però la temperatura viso abbronzato e con finta mc-‘^rzolina troppo parca neil”elar- destia: "e quelle leggiere punzecchia- «Cosi sono per tutto il Corpo Ogni giorno la reazione aumentava; arresti, condanne. I soldati che ritornavano a casa in licem* narravano gli orrori della guerra e vedevano lo scandalo di gente che si arricchiva, che si divertiva. La borghesia non aveva più ritegno. I nuovi ricchi tucul lavano la miseria generale. Si tentava di aizzate t contadini contro gli operai della citta. «Voi combattete e jdi operai sono esonerati nelle fabbriche». Cosi li rovescio. «Voi non avete pane nero, i aomtaéiPé mangiano quel lo bia neo». La stampa interne mista gridava: «Pino in fonda contro i barbari». «Co ntadinl salvate le vostre terre». «Operai, difendete le t abbriche*. 'Avanti, avanti; Promesse su promesse. Te rra ai contadini. Controlla operaio nelle fabbriche. D emocrazia, libertà». I fornitori cònfezt ornavano scarpe di cartone, abiti di cotone per lana. I soldati non morivano solo colpiti da piombo nemico, ma di freddo nelle trincee piene d"acqua e avvelenati delle vivande. Fu in quella atmosfera che avvennero delle rivolte in parecchi cent-i e quella piti grande a Torino. Questa rivolta fu caratteristica per la rpontanietà. Eroica, senza putta, te un periodo terribile della storta. In un ambiente di Mi righi, politici loschi. Queato brano è tratto dal libro «Memorie di un barbiere» di Giovano: Germanetto (2a edizione italiana, 700.o migliaio in Europa), pubblicato per le pr-ma volta a Mosca, trado' to in lingua russa, 1930. «he in Russia ha già avu;o altre edizioni popolari, e recentemente apparso in traduzione tedesca. La protez oste è di Palmiro Tugliitt. Din, don, din, darti Ma in fondo che stanchezza veder che esiste sempre un mondo boia che spreme, che arricchisce, che s'annoia, che sfrutta, ruba e vive di laidezza... ...Din, don, din, darti E’ Pasqua, è festa, è gioia! ".din, don, din, dan! E’ Pasqua. Che tristezzat DULCINBO Riassunto dèlie puntate precedenti Macché riassunto e riassunto! L’autore del presente dia-Ahh, esclama guardando il sole fjo, improvvisamente animala-comr estasiato, «il sole, l’aria ,ll tosi di gravi e contagiose marnare, che belle cose sono'»: e si ,attlCt dopo cinqne ffiornì di pri. dicendo respira a pieni polmoni gione è stato portato all’infer-si porta le mani ai fianchi e s* ^ M carcere 0Ve ha tra_ alza sulla punta dei piedi. ^„o bcn 23 giorni tra incubi Tu. allora lo saluti perchè ti e sofferenze indescrivibili. E* senti un pò mòlorato al suo Co- scusabile percid j, fat{o cbe „ spetto, ed anche perche non et . , . , ,,, ^ , „ , , , _ , nostro protagonista non abbia tieni a fare la parte del aeboluc- , .« .... , minimamente pensato a conti- ciQ dt fronte alia tua ragazza. e . nuare il suo diario che, man-Decidi allora, di an rti a can^e ventitre giornate, vie- prendere il sole. nc , perdere tutto il sito valore Ti premunisci contro i raffred- storlco e srtistico. Così. *3 più dori indossando pesanti maglioni (.jD(]Ue fa 28 aneora questa e sportivi, calzoni da sciatore c punta(a e avremo la via, ai bagni. ne del diario. Respirerete voi Allo stabilimento balneare se- e quanto, facen- mideserto, scorgi Quà e là muc- j sempre più belle 1<5 gior-chi di stracci, piccoli Indiani rag I Mte gemile più vivo si fa sen-gomitolati con la faccia «1 sole, lire in me l’istinto di zingaro Sono avvoltolati in pesanttssi- : che irresistibilmente mi chiame coperte dell’esercito alleato e ; tua alla vita nomade, tra fiori e qualcuno persino ha accanto a sè profumi e giovinette di seoon-mlnuscole stufette a petrolio, da mano. Andrà, appesto temri-B evinto bevande calde e inge- Ba|0 di scrivere, a fare un viag. risconto capacissime bottiglie di retto nell’America de! Sud, o-alcoolici o di grasso di foca. ye spero Rincontrare Hitler per In un angolo, vestito da eschl- intrattenermi seco lui In cordia. mese, con una pesante pelliccia ^ichevol* colloquio, addosso, con una stufetta al pet- c to, con bottiglie di grappa t di Hitler non c’entra col nascilo di cocco, vedi anche l’ami- , Bunto delle puntate precedenti, ma riccone chi scrive sono ie e non voi, cosi sono padrone di dire quello che mi pere e piace. S v’interessa leggetemi, se no, chiedete all’edicoliere che vi ha venduto il «Don Chisciotte» di restituirvi le venti lire. L* .-dicoliere però, s queste parole, tirerà fuori una sbarra di fervo e v.1 la sbatterà sul testone mettendosi a ridere come un matto. Ed ora ron, ara*. ca italiana, « saetterà in testa di tutelare anche le nostre ragazzine? Ma si crede a Sole, di poter fare quello cita Vuole? Bisogna difenderei, amidi Fate come me. lo, quando vado in giro con le mie fidanzate, le obbligo a tenere SUI viso una maschera raffigurante un pappagallo egiziano. D sole, naturalmente, non bacia i pappagalli r-gltli ni e cosi lo frego. H carceriere, ora, mi guarda attraverso la grata della porta •: «Ho per te una lettera» mi dice. «Una lettera?» domando io. «Si, una lettera» dico lui, «Di chi?» «E’ profumatissima» risponde quello passandosi delicatamente la lettera sotto il naso e strabuzzando gli occhi. «Dammela» dice seccamente, «non è il caso che tu faccia delle commedie fuori posto!». «Non posso. Domani, essendo le ùltimo giorno della tua detenzione, te la consegnerà. Per ora sappi che avendola già letta, è scritta dalla contessa ohe era ia cella con te prima ohe tu andassi all’iflfenneria. «Cosa dice la lettera?» «Cose deliziose. Tanfi vero che me la son letta » riletta parecchie volte». «Vile! Me la pagherai con la vita!» «Ah si? Ma guarda.. Sai dii sono io?» «Un vile aguzzino» «L’ami tanto la tua contessa, dunque?» «Non sono obbliga .o a rispettare» «Nemmeno se la contessa fosse vicino a te?» «La contessa non è qui, e vicino a me sei soitantu tu che puzzi come... «Alt! «m’interrompe l’aguzzino* non dirlo, per l’amor mio» Per l’amor tuo?» domando allibito. «Per ’.’amor nostro, amor» mio, per l’amor nostro!». «Ma...» •Non aggiungere altro» ti prego» «Sares i tu la contessa, forse?» (la fine al prossime nvm.r o) ELOAB non si darebbe da fare nemmeno per chiedermi di perdonare la sua scarsa educazione. Ma non basta, fi sole, oltre ad entrare per la finestra, senza badare se è più o meno importuno, si mette anche a baciare. Il sole bacia. Bacia le campagne, bacia i fiori,'bacia le strade e, senza pulirei le labbra, bacia le nostre donne, lo mi domando e dico: quando la Costituzione, che tutela così egregiamente i paesaggi della repubbli- 18 APRILE Sentite cosa scrive un democristo per infondersi coraggio: «Andrò a votare dovesse costarmi la vita, dovessi trascinarmi carponi, guadare fiumi in piena, dovessi passare tra le fiamme, restare in piedi sotto la pioggia o sotto il sole, sacrificare la messa, prendermi un rsixrcùtì* re ma..R.are il riso lungo! Voterò!» Per San Cippico! Lui l'America proprio la vuole! MEMENTO HOMO ANTIFRONTISTI Piano Marshall significa che ogni popolo può scegliersi liberamente il governo di capitalisti che vuole. Piano Truman, Invece, sdgni fica che ogni popolo può scegliersi liberamente il governo di capitalisti - che Vuole, purché siano capitalisti americani! FACEZIE Palutan, il presidente di zona, dice di parlare a nome di tutto il popolo triestino. L’onorevole Terza Sforza, afferma di parlare a nome di tatto il popolo italiano e mister Truman, infine, pretende di parlare a nome dii popoli «li I .ttl i mondi! FREGATURE Appena saputa la '•».nsazion ale notizia, 1 consiglieri di zona coi. le lacrime agli ic-hi si sono detti: «Addio cocuzze! Fronte o non Fronte, prima odopo restiamo fregati!» Poi si sono recati in chiesa a pregare per B G. M. A. A PROPOSITO A propesi to di preghiere, ecco quella de! capitalista triestino: «Mio Dio fa che la notizia sia falsa. Fa, se la noti ia è vera.che la Russia non accetti. Se la Russia, per motivi elettorali accetta, fa che De Ga-speri chieòa Zara e Lubiana. E se anche questo fosse concesso, fa che De Gasperi chieda le dimissioni di Tito e quelle di 9talin, | Concedi mio Dìo, in qualunque modo, vita lunga al GMA. Fa che non vinca il rroute in Italia, e se proprio questo non mi puoi concedere, fa succedere la rivolu tone in Jugoslavia e con'- --nt- H’-rno a Bc’grado di re Paolo. » cesslonr di Trieste alla Jugoslavia. Inso—rma. D’o r-v-v fa di tutto purché il tuo umile e fedele figliolo doti debba trovarsi nei guai. Amen. | «VECCHI SCEMI» «Ma non capite eh- senza Truman si muore dì fame!» H? -m‘-> •» Terza e- 'orza, rivolto a un operaio. «Pazienza -c'1"*1 -ir-a vuo1 dire che andrà lavorar: anche pRlMAVkrV Italia Automobilista, a nei che importa dell’industria 89 ici accetterà il Piano Mzrshali, potrà acquistare una atsrma «Ford» anziché arrischiara contmasmente la su quella brutta e malsicura «Fiat»l iD- di Erio) Lo scultore: — Signore, prima di criticare la mia opera si ricordi che seno iscritto alla D C., al P. S. L I., aìVU 0 $’ NT. S I-, al P. I*. I., e che li 16 aprile voterò contro il Fronte I (Dir. di Erio) C. «RMANfrro 1 fi t 1 * 1 Hon Chlòciotfp ALLA „CaSA BIANCA” ■ Che pace meravigliosa, che deliziosa tranquillità. Siido io, il Presidente ha preso un sonnifero! (Dis. di Red) PENULTIME Oli eventi precipitano. Se fossi in vena d! fo cezie. direi ’hc finiranno col farsi male. Ma qui non è a caso dì Ironizzare. L’evento storico che viviamo ci ha presi tutti quanti neL'atmosfera febbrile delle grandi aspettazioni, quelle che incominciano oggi e non si sa quando finiranno. Di positivo c’è questo: che gli occidentali, per bocca di Georges Bidault (che ci sia un’ar'ana relazione col « San Giorgio che uccide il drago »?) hanno regalato Trieste alITtalia. La cosa mi ricorda un episodio deda mia fanciullezza. quando mio zio Paolo, che eccelleva in generosità, vedendomi guardare con cupidigia un orologio nella vetrina d’un orologiaio, mi disse: * te lo regalo » Giulivo entrai dal solerte artigiano, esternandogli la decisione dello zio Paolo. Quegli sorrise e dandomi un buffetto disse: « Lo so, caro, lo so. E’ soltanto necessario che io condivida e approvi le nobili intenzioni di tuo zio. Ma lo farò. NOTIZIE offrirebbe quale suo contributo ad una sistemazione coerente con la storia e la geografia dell'Italia, lo Skagerak t il Kategat. che dovrebbero segnare « confini nord-meridionali della Penìsola. All’interno le ripercussioni, com’era logico, sono state eccezionali. Gli italiani hanno apprezzato in sommo grado gli sforzi della politica estera condotta da De Gasperi e Sforza, e riconoscenti come sono faranno certa mente il possibile per togliere dalle spalle di questi loro statisti i: peso di cosi gravi responsabilità. L’occasione si presenterà appunto il 18 aprile. In quel giorno gli italiani, commossi per l’opera svolta dai loro governanti, faranno $1 possibile per premiarli, concedendo loro il meritato riposo col toglierli dall’opprimente ambiente della politica attiva. De Gasperi potrà tornare in Vaticano, Sforza ai suoi studi sui un giorno o l’altro, lo farò, stai classici e sul cinesi, che egli pre- tranquillo ! » Ma poi si ved~ che se ne dimenticò e la cosa fini lì. Lo zio Paolo ne fu veramente spiacente, credetemi. Comunque sia, la sua proverbiale generosità non rimase scossa, e da quel giorno mi fece un'infinità di altri regali sue tipo di quel primo. dilige. Avranno sempre intorno tiea democristiana ed acqua santa. Giunto a Torino, vis ta al Cardinale Arcivescovo, S E. Maurilio Fossati, po’ messa alla Gran Madrr di Dio; in seguito ricevimento del Cardinale Arcivescovo S E Maurilio Fossati, infine benedizione alla Gran Madre di Dio Ne", pomerìggio visita ai padri trappisti della città, dove egli fanciullo appr-se il verbo cristiano e democratico, ed alla sera infine visita al Cardinale Arcivescovo S E. Mauri-li Fossati D mattino successivo incontro con De Gasperi al Santuario di Crea, con benedizione del Priore, poi colloquio nella Cappella, fndl visita a! santuario. Nel pomeriggio visita ufficiale al padri dei Santuario i quali hanno espresso il loro compiacimento per il fatto che la poi fica si faccia ora nelle sacrestie. De Gasperi ha confermato che la cosa non è casuale, ma anzi, da qualche tempo a questa parte rappresenta la normalità. Compiaciuto di tale affermazione, il Priore ha impartito la sua benedizione ai due grandi statisti Al ritorno a Torino, visita di LA NUOVA TORRE DI BABELE a loro il memore pensiero di 40 congedo al Cardinale Arciveseo Mia torniamo all’evento gravido di storia che viviamo in queste ore di emozione. Esso avrà un seguito e già se ne intravve-dono i prodromi. Pare che gli inglesi stiano per aggiornare II loro atteggiamento sul problema coloniale italiano, mentre si dice !che anche la Francia potrebbe forse rivedere le sue posizioni per quanto riguarda Brli a e Tenga. Gli americani a loro volta sembrerebbero ben disposti ad appoggiar un eventuale futuro ritorno del figli dellTtalla nelle Colonie (marine o montane, a volontà), e frattanto si vocifera addirittura che le Danimarca . peccati D a qualche giorno i clericali hanno mobilitalo pattuglioni di suore per la distribuzione nelle famiglie (distribuzione logicamente retribuita, poiché i preti sanno fare i loro affari) di un giornale che vorrebbe essere